PUBBLICAZIONI D E LL'" I STI T UTO PER L'EUROPA ORIENTALE ,, - ROMA SECONDA SERIE POLITICA . STORIA . ECONOMIA IX. AURELIO PALMIERI La geografia politica della Russia Sovietista " A. R. E. „ ANONIMA ROMANA EDITORIALE ROMA 1926 * PUBBLICAZIONI D E LL'" I STI TUTO PER L'EUROPA ORIENTALE,, - ROMA SECONDA SERIE POLITICA . STORIA . ECONOMIA IX. AURELIO PALMIERI La geografia politica della Russia Sovietista " A. R. E. „ ANONIMA ROMANA EDITORIALE ROMA Z"1 fy// 46200 PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA A V Il " vrn a-. MI to Stabilimento Tipografico R. Garroni - Via Francesco De Sanctis, 9 - Roma INDICE I. La geografia politica della Russia sovietista . Pag. 1 II. La geografia politica dell'Asia sovietista . . » 19 III. La geografia politica dell'Ulcraina sovietista . » 35 IV. La Bielorussia sovietista .... .... » 55 V. 11 Caucaso sovietista .... ..........» 73 VI. La Ciscaucasia sovietista .... .... » 101 VII. Fra le repubbliche sovietiste . ... » 111 Vili. Conclusione..........................» 137 IX. Indice geografico........... » 161 P R O EéM I O La Russia è irriconoscibile sotto l'aspetto amministrativo e politico. È difficile orientarsi nel dedalo delle sue grandi e piccole repubbliche che cambiano di giorno in giorno i loro confini, e le loro capitali. Essa ci offre l'aspetto di una nebulosa, dalla cui massa centrale si distaccano nuovi frammenti. Non è quindi possibile descrivere e catalogare i nuovi mondi, grandi e piccoli, che si originano dalle sue convulsioni, non più telluriche, ma politiche. Il nostro lavoro è un piccolo saggio di orientamento nell'immenso suolo russo, tormentato e sconvolto dalla rivoluzione bolscevista. Esso è nello stesso tempo geografico e storico. I suoi capitoli non contengono semplicemente delle filze di nomi geografici. Nella misura delle nostre forze, per quanto lo permettevano i documenti che abbiamo tra le mani, ci siamo studiati di sintetizzare gli eventi che, nel primo settennio di lavorìo distruttivo del bolscevismo, hanno fatto sorgere, ed hanno consolidato le nuove repubbliche dell'Unione Sovietista. Una geografia politica della Russia sovietista, finora non esiste, o almeno non ci è riuscito di averla. Le relazioni intellettuali con la Russia sono tanto difficili quanto le relazioni con gli Esquimesi, supposto che questi avessero una coltura meritevole dell'attenzione dell'Europa. I nostri lettori, troveranno tuttavia nelle note di questo libro indicazioni bibliografiche sufficienti per lo studio più ampio e più accurato delle varie repubbliche sooietiste. Qualche rara volta la trascrizione dei nomi geografici sarà inesatta. Nelle geografie russe, i nomi dei circondarii, dei distretti, delle Provincie si usano sempre in forma aggettivata. — Vili — Bisognerebbe avere una conoscenza perfetta della toponomastica russa, per discernere per es. nel Gumistinskij distretto il distretto di Gumista, o neZ/'Orlovskaja gubernija, il governo di Orel. Ci avrebbe giovato l'antico Slovar geografico dell'impero russo, in cinque volumi, che altre volte potevamo consultare nella Library of Congress di Washington. Ma non vi è maggior dolore che ricordarsi... di certi libri preziosi nei giorni in cui il lavoro è raddoppiato e triplicato dalla loro mancanza. Nonostante le sue lacune, il nostro modesto lavoro sarà utile a coloro che seguono le variazioni cinematografiche dell'organamento politico della Russia sovietista. Il secolo XIX passa ai posteri come il secolo del risveglio delle nazionalità europee. Il secolo XX sarà /orse il risveglio delle nazionalità dell'Asia. La Russia zarista era nell'Asia una forza sintetica, unitaria, un tentativo lento, ma sicuro di amalgama dell'Asia con l'Europa. I society hanno adottato un altro sistema di politica. Essi frantumano l'Asia, e la distaccano sempre più dall'Europa. La nebulosa russa si sgretola. Sarà questo sgretolamento un fattore di nuova civiltà, o una corsa indietro, una corsa à rebours verso la barbarie antica?... Ecco il problema angoscioso che solleva, per noi Europei dell'Occidente, la politica dei Society. Lo studio della geografia politica dell'Unione sovietista è, quindi, una preparazione necessaria alla comprensione del problema più grave del secolo XX, il problema della lotta fra l'Asia e l'Europa. Roma, 20 aprile Ì926. AURELIO PALMIERI LA GEOGRAFIA POLITICA DELLA RUSSIA SOVIETISTA Il primo compito del partito comunista russo, appena giunto alla conquista del potere in seguito alla rivoluzione dell'ottobre 1917, è stato quello di organizzare politicamente la Russia. Da un lato, si volea mantenere la compattezza territoriale della Russia : dall'altro, almeno apparentemente, si volea far credere che la Russia sovietista avrebbe rispettato i diritti delle nazionalità conculcate sotto il regime zarista. Perciò i primi abbozzi di costituzione russa, per es. quello di U. A. Reiner, sottomesso alla Commissione incaricata dell'elaborazione di uno schema di costituzione russa, stabiliva che tre doveano essere i problemi essenziali del riordinamento russo : quello della confederazione, quello della democrazia, e quello del potere organizzato dei Soviety. La Nuova Russia dovea quindi modellarsi sulla costituzione degli Stati Uniti, distinguendosi da quella pel suo carattere socialista. Secondo il Reiner, le forme cristallizzate delle democrazie capitaliste di oggi non si confanno con gl'ideali della Russia rivoluzionaria. Questa è spinta ad andare in cerca di nuove concezioni, e di soluzioni originali dei suoi problemi. Benché la forma federalista di organamento non sia estranea agli Stati capitalisti contemporanei, vi è una differenza essenziale fra essa e quella di una confederazione socialista. Quest'ultima non potrebbe, come la Germania, tollerare l'egemonia di uno stato federato sugli altri, o come l'Austria, l'egemonia di una nazionalità, la tedesca, sulle altre. D'altronde, l'elemento nazionale, e l'elemento territoriale non sarebbero i fattori della sua coesione. Il primo è assolutamente falso, e perciò esso si can- _ 4 — cella nelle democrazie borghesi moderne che hanno raggiunto un certo grado di sviluppo. Il fattore nazionale comune non esiste in pratica, perchè le singole classi sociali lo interpretano ciascuna a modo suo. Il solo valore positivo della nazionalità è costituito dal concetto di coltura e di lingua nazionale : la coltura tuttavia non implica l'esclusivismo nazionale o la sovranità nazionale. Nello stato socialista poi, l'elemento nazionale è di scarso valore sotto l'aspetto politico (1). Lo schema di costituzione del Reiner non incontrò l'approvazione degli altri membri della Commissione. Esso cancellava il principio di nazionalità e di questo aveano bisogno i soviety per destare dal loro letargo le masse asiatiche e lanciarle contro l'Europa. Inoltre, prendendo l'elemento economico a fondamento dell'organismo federativo della Russia, si sarebbe giunto al frazionamento completo dello stato, allo sfacelo della sua coesione. La Nuova Russia mirò ad un federalismo apparente, dettato sovratutto da considerazioni di politica intema, ed attuò una divisione territoriale ed anche una divisione nazionale nel dominio amministrativo. Molto dell'antica divisione zarista sopravisse nell'ordinamento sovietista della Russia. Teoricamente si riconobbe il principio delle nazionalità, ma poiché questo si mantiene a tenore degl'interessi della dittatura bolscevica, per alcuni gruppi etnici lo si osserva, per altri lo si abbandona. Ne abbiamo la prova nella soppressione violenta dell'indipendenza della Georgia, e nell'artificiosa costituzione di una repubblica moldava. Uno sguardo tuttavia alla carta geografica della Russia sovietista, qual'essa è stata delineata negli Izoestija del 5 giugno 1925 ci mostra che la Russia ha subito un cambiamento radicale nella sua struttura politica. Essa è diventata uno stato tagliuzzato in un gran numero di repubblichette o provincie autonome, e ci offre l'immagine di una nebulosa i cui frammenti sono stati dispersi in uno spazio immenso. Come spiega lo scrittore bolscevista D. Nur-skij, la nuova Russia è fondata sulla Costituzione del 6 luglio 1923. Essa confedera tutte le repubbliche sovietiste e socialiste (>) A. Stf.belski : Uti -tìrojet originai de constitution soviótiste. Est eurot-éen. Varsavia, Luglio 1925, pp. 249-267. di operai e di contadini, che formano la grande massa della loro popolazione. Inoltre, essa collega, con parità di diritti, diverse nazionalità e le aggrega in uno stato federativo unico, sovra un comune fondamento economico : V ed/noe sojuznoa gosudarstoo na obssej e\onomtceslipj osnove. La Confederazione poggia inoltre sul libero consenso di coloro che ne fanno parte, e ce lo attesta il privilegio di cui questi godono di uscire da essa. L'unione delle repubbliche sovietiste abbraccia la sesta parte del globo terrestre, e contro di essa si aderge un'altra unione di stato borghesi, l'impero britannico! Gli stati capitalisti dividono il loro territorio in colonie, o in territorii indipendenti al pari dell'Egitto. Invece, l'Unione sovietista riesce ad avvicinare i proletari e semi-proletarii delle varie nazionalità ed a schierarli in battaglia contro la borghesia mondiale, tutela gli operai ed i contadini delle varie razze, e prepara l'avvento della società comunista (1). Un altro scrittore bolscevista, B. Volin, mette in rilievo che il bolscevismo favorisce il risveglio delle nazionalità, laddove lo zarismo volgeva tutti i suoi sforzi a distruggerle. « Le aspirazioni colturali delle razze conquistate, lungi dall'essere soddisfatte, erano soffocate. La lingua materna, la letteratura nazionale, la scuola nazionale, la coltura nazionale, tutto era perseguitato, e sospetto come un movimento sedizioso. Pel tramite di popi missionarii, e d'impiegati delI'O^irana s'impiantava fra di essi la sedicente coltura russa. Le varie nazionalità erano spietatamente russificate. La sola lingua ufficiale era il russo; le scuole locali furono chiuse. La libertà di stampa era totalmente ignorata, e si vietava la pubblicazione di giornali nelle lingue dei varii popoli. Qualsiasi allusione ad un regime autonomo era proibita. 11 regime zarista di violenza potea vivere solamente con l'aiuto dei suoi impiegati, strumenti di brigantaggio e di oppressione. I figli dei popoli soggiogati erano espulsi dalle loro terre e trasferiti, per difendere il potere dello zar, nelle zone centrali industriali. L'astuzia zarista, col terrore e con le repressioni inviava i tiuziki russi nei territorii delle (i) Sovetskaja ko;istitutsija i konstitutsija kapitalistiieskikh derSav. (La costituzione dei soviety e quella degli stati capitalistici). Izvestija, 5 luglio 1925. — 6 — frontiere. L'autocrazia zarista a bello studio creava nel paese una confusione babelica di lingue, onde meglio stabilire la sua autorità. Tutta questa tenebrosa forza armata era mantenuta a spese dei contadini e degli operai (I)». Il quadro a tinte fosche certamente non è esagerato. Ma sono forse diversi i metodi dei Soviety?... Un regime che ha istituita la Ceka, e che tollera solamente i giornali comunisti non ci sembra che abbia il diritto di criticare la condotta dello zarismo, e di descrivere a tinte rosee il suo paradiso : « Nell'Unione sovietista, tutti sono uguali e godono l'uguaglianza di diritti. Ogni stato nazionale ha la possibilità di entrare liberamente nell'Unione, e possiede il diritto illimitato di uscire da essa (lo sa per esperienza la Georgia!). Nè il ferro, nè la spada sono i fattori decisivi del consenso dei popoli, ma bensì la consapevolezza profonda della comunanza d'interessi e di scopi. La necessità dello sviluppo di tutte le risorse dello Stato, la necessità di difesa contro gli attentati dei saccheggiatori dell'imperialismo, il desiderio di una cooperazione amichevole per una meta comune, ecco quello che chiamò all'esistenza e consolidò l'Unione sovietista e le varie confederazioni che ne fanno parte ». La rivoluzione francese mantenne intatta l'unità politica della patria : la rivoluzione russa ha fatto il contrario. Se la Russia zarista centralizzava, la Russia sovietista decentralizza. Il territorio russo si frantuma in una trentina di stati autonomi. La sua politica di decentramento non era tuttavia spontanea. Nello sfacelo della Russia zarista, le voci delle nazionalità oppresse si faceano sentire da tutte le parti. Gli stati più omogenei, e più consci della loro nazionalità si staccarono dalla nazione che per tanto tempo li avea oppressi. Gli stati, in cui la coscienza nazionale era ancora ai suoi primi vagiti, o che non aveano la possibilità di vivere isolatamente dalla Russia, domandavano con insistenza l'autonomia della loro coltura, ed una tal quale autonomia politica. I Soviety, sotto pena di perdere il loro prestigio, non poteano non ac- (i) Rossiiskaja imperija i sovetskij sojuz. (L'impero russo e l'unione sovietista). — Isvestija, 5 luglio 1925. - 7 — condiscendere a queste legittime pretese. Con la loro condiscendenza, essi arrestarono il movimento centrifugo delle nazionalità russe. In un congresso del clero musulmano, tenuto nel 1924, in Crimea, si dichiarò che i soviety non faceano distinzione fra le varie nazionalità, e perciò bisognava che i fanciulli musulmani frequentassero le scuole sovietiste (1). Con la sua politica, la Russia sovietista ha conservato ima certa coesione nel mastodontico organismo russo. Lo sviluppo delle varie nazionalità non ha tolto alla lingua russa la sua importanza ufficiale. Le varie repubbliche sovietiste riguardano Mosca come centro delle loro attività e ne seguono le direttive. Non è facile prevedere se lo sviluppo della loro cultura nazio • naie ringagliardirà la loro coscienza nazionale, sveglierà in esse il desiderio di sottrarsi all'egemonia di Mosca, tanto più che vi è un'antitesi spirituale fra le loro concezioni ed aspirazioni e quelle della Russia sovietista. I Soviety raccolgono temporaneamente i frutti delle concessioni fatte ai vani nazionalismi, quantunque essi odiano il nazionalismo, ma nello stesso tempo essi preparano la disorganizzazione della Russia. Si avvererà, a riguardo della Russia, il fenomeno che si è compiuto nell'Europa. Quando si sarà effettuato il risveglio nazionale degli stati delle Confederazione sovietista, la politica cen-tralizzatrice di Mosca non avrà più presa su di essi. A Mosca non resterà che una duplice alternativa : o assistere impassibile alla dissoluzione politica della Federazione, o ricorrere ai mezzi adoprati per tenere avvinta al suo carro la Georgia, e ricostruire in tal modo l'autocrazia russa, non più sotto lo scettro degli Zar, ma sotto quello di un'oligarchia. La trasformazione politica della Russia in uno stato federativo è per noi il ritorno ad una Russia che riprenderà la sua opera di unificazione con la violenza. Forse gli stessi Soviety saranno, con l'andar del tempo, i primi paladini di ripristinamento della politica centralizzatrice zarista. (i) G. Bienaimé : L'emiettement russe. « Gazette de Prague», 21 gennaio 1925. Superficie. — Prima della guerra, la Russia avea una superficie di 18,864,546 chilometri quadrati, così ripartita: Russia Europea . Regione della Vistola . Caucaso ...... Siberia...... Asia Centrale russa . . km.2 4,250,525 » 99,691 412,311 10,996,345 3,110,624 Non si tiene conto in questo calcolo degli emirati di Bu-khara e di Khiva. La guerra ha diminuito la superficie della Russia zarista di 478,424 chilometri quadrati, cioè dei territori assegnati alla : Con maggior precisione, la Russia ha rinunziato in favore della Finlandia ad una parte del governo di Arkhanghelsk. I governi dell'Estonia, Livonia, Kurlandia sono stati incorporati con l'Estonia, Lettonia e Lituania. Alla prima è stata assegnata una parte del governo di Pietroburgo, ed alla seconda, tre distretti del governo di Vitebsk. Il governo di Vilna è stato diviso fra la Polonia e la Lituania. Il governo di Grodno è passato alla Polonia. Il territorio della Vistola, con sei distretti all'incirca del governo di Minsk, sette all'incirca del governo di Volynia, ed una striscia del governo di Vitebsk, sono stati ceduti alla stessa nazione. La Bessarabia è diventata un territorio romeno. La Turchia è rientrata in possesso della provincia di Kars, e di una parte della provincia di Batum, e del governo di Erivan. Le statistiche dei Soviety del 1923 portano a 18,397,700 chilometri quadrati la superficie totale della Russia, di cui 3,520,600 per la Russia europea; 14,214,900 per la Russia asia-tica; 97,500 per la Bjelorussia; 172,100 per la Transcaucasia; Bessarabia Finlandia Polonia Estonia Lettonia . Lituania km.2 10,150 » 259,970 » 47,549 » 65,791 » 50,542 » 44,422 — 9 — 392,600 per rUkraina. In questa superfìcie, non sono incluse Bukhara e Khiva, che nel maggio del 1925 entrarono a far parte dell'Unione Sovietista. Non si hanno tuttavia dati precisi sulla loro superficie. Popolazione. — In seguito alla guerra, la Russia ha perduto 23,509,000 abitanti, che sono entrati nell'orbita di altri stati, cioè: 15,340,000 nella Polonia (censimento del 1921); 1,092,000 nell'Estonia (censimento del 1922): 1,886,000 nella Lettonia (censimento del 1923); 2,591,000 nella Lituania (censimento del 1914); 2,6000,000 nella Romenia (censimento del 1919). Non vi sono dati precisi sulla popolazione del distretto di Alexandrovsk, gov. di Arkhanghelsk, che è stato incluso nella Finlandia. Secondo il censimento del 1915, la Russia, esclusa la Finlandia, Bukhara e Khiva, aveva una popolazione di 178,905.000 abitanti così divisi : Russia europea........131,796,000 Regione della Vistola............12,248,000 Caucaso..........13,229,000 Siberia......................10,378,000 Asia Centrale........11,254,000 La popolazione di Bukhara e Khiva è calcolata a 3,700,000 abitanti. Detraendo dalla popolazione totale della Russia, la popolazione degli Stati secessionisti, avremmo per la Russia sovietista una popolazione di 151 milioni di abitanti. Ma questa cifra è esagerata. Vi sono state le perdite della guerra e della fame, e una diminuzione nella natalità. Nel territorio della Russia odierna, secondo le statistiche del 1923, la popolazione si eleverebbe a 133,900,000 abitanti, così distribuiti : Russia europea..............74,528,000 Asia russa..................23,662,000 Bielorussia..................4,098,000 Transcaucasia................5,635,000 Ucraina.............26,024,000 — IO — Secondo i dati del calendario panslavo del 1926, la popolazione della Russia nel territorio attualmente occupato dai bol-scevisti sarebbe stata, nel 1915, di 148 milioni di abitanti. Se nel 1923 essa era di circa 134 milioni, abbiamo una perdita netta di 14 milioni di abitanti. Inoltre, se la natalità si fosse svolta normalmente nella proporzione di anteguerra, con una prevalenza considerevole sui decessi, la popolazione russa avrebbe avuto un aumento di 21 milioni di abitanti. Vi è stato quindi un deficit considerevole nella massa etnica della Russia, deficit imputabile alle perdite spaventose di uomini, causate dalla guerra mondiale e dalla guerra civile; all'emigrazione russa; all'aumento della mortalità, ed alla diminuzione delle nascite. Secondo calcoli più o meno esatti, le perdite della guerra nel 1914-1915 ammontarono a 3,072,000 uomini: nel 1916, a 2,768,000; nel 1917, a 1,196,000; in tutto a 7,036,000, così ripartiti: 626,000 uccisi; 2,716,000 feriti; 17,000 morti in seguito alle loro ferite; uccisi dai gas asfissianti 39,000; perduti o prigionieri 3,638,000. Secondo il sesso, la popolazione russa (censimento del 1923) comprende 63,500,000 uomini, e 70,400,000 donne. La prevalenza numerica delle donne sugli uomini è considerevole sovratutto nella Russia europea : 119 donne su 100 uomini. Divisione politica delia Russia sovietista. — A partire dal maggio 1925, l'unione delle repubbliche sovietiste socialiste (S.S.S.R.) comprende sei stati : 1. La repubblica russa socialista federativa sovietista (R.S.F.S.R.). 2. La repubblica bielorussa socialista sovietista (B.S.S.R.). 3. La repubblica transcaucasica (in russo Zafcaofcazs/jaia) socialista federativa sovietista (Z.S.F.S.R.). 4. La repubblica Ulcraina sovietista socialista (U.S.S.R.). 5. La repubblica Uzbeka socialista sovietista. 6. La repubblica Turcomanna socialista sovietista. La repubblica russa e transcaucasica sono federative : le altre unitarie. La prima è composta etnicamente di velikorussi (abitanti della Grande Russia). Si conserva in gran parte l'antica divisione zarista di governi. Solamente in due casi, parecchi governi della divisione amministrativa zarista sono divenuti Provincie. Oltre i governi, la repubblica russa possiede 13 provincie autonome, e nove repubbliche sovietiste socialiste autonome, divise secondo criterii etnografici. La repubblica transcaucasica non ha dei governi, vale a dire delle unità territoriali sottomesse direttamente al governo. Essa comprende tre grandi repubbliche : la Georgia, l'Azerbaigian e l'Armenia; le due prime repubbliche comprendono tre altre repubblichette socialiste sovietiste autonome e due Provincie autonome. Le due repubbliche dell'Ukraina e dell'Uzbekistan comprendono alla loro volta due altre repubblichette sovietiste. La repubblica ukraina è divisa in governi, e l'Uzbekistan in provincie. L'antica Russia era divisa in varie unità amministrative : gubernija (governatorato); oblast (provincia); ujezd (distretto); okrug (circondario o distretto militare); selo (villaggio); derev-nija (casolare). Questi termini si sono mantenuti in gran parte nella nuova divisione. I governi si dividono in distretti, e più raramente in ofaugi. Insieme coi distretti è menzionata talvolta la zona (rajon), unità piccola dello ujezd, alle volte pari ad esso in superficie. Gli ujezdi e gli o\rugi si dividono alla loro volta in cantoni, ulusy (villaggi nomadi), ajma\i (villaggi tartari). I distretti, gli o\rugi, i cantoni, gli ajmaki si distinguono in volosti, zone, e molto raramente in circoscrizioni (ucasi}^i). A dire il vero, il significato di questi termini non è sempre stabile. Oblast (provincia), alle volte corrisponde territorialmente a governo : alle volte, per es. la provincia degli Urali, significa l'unione di piccoli governi : alle volte, col titolo di autonoma, costituisce una repubblichetta. Il termine di ajmaìi alle volte è sinonimo di ujezd, come nella repubblica buriato-mon-golica : alle volte, come nella provincia autonoma calmucca, è una parte dello ujezd, e corrisponde alla volost. Repubblica socialista federativa sovietista russa (R.S.F.S. R.). Secondo la statistica approssimativa di A. V. PeSekhonov, questa repubblica comprenderebbe 76 governi, provincie e repubbliche, 488 distretti, okrugi, e cantoni; 5282 volesti, zone, ucastki (1). Ma la statistica è solamente approssimativa. (i) Sovrcmennaja Rossija v tsifrakli. (La Russia odierna in cifre). Praga, 1925, p. 3. — 12 — La repubblica russa comprende una parte europea ed una parte asiatica. La frontiera fra queste due parti non è chiaramente tracciata, anzi è contraria talvolta alla natura del territorio. Se nella Russia zarista essa era costituita dalla catena degli Urali e dal fiume Ural, attualmente una gran parte del governo di Tobolsk è considerata come parte della Russia europea. Nella Russia europea, si noverano i seguenti governi e Provincie. 1. Il governo di Arkhanghelsk : prima della guerra 9 distretti : attualmente sette. È il governo più vasto della Russia europea: 415,000 verste quadrate (la versta lineare ha la lunghezza di 1,067 metri). Nel 1914 la sua superficie era di 742,000 verste q. 2. Governo di Astraltfian. La sua superficie è di molto diminuita. Da 207,000 verste q. nel 1914 è stata ridotta a 18,530, e la sua popolazione da 1,315,000 a 393,000 abitanti. 3. Governo di Brjansk. La sua superficie è di 36,671 verste q. e la sua popolazione di 1,126,000 abitanti. 4. Vladi\avhaz. Prima era una città coi diritti di governo, separata nel 1924 dalla repubblica dei Montanari del Caucaso, in seguito è stata inclusa, come città distrettuale, nel territorio del Caucaso settentrionale. 5. Governo di Vladimir. Prima della rivoluzione avea 13 distretti : attualmente ne novera nove. La sua superficie, da 42,832 v. q. è stata ridotta a 33,801, e la sua popolazione, da 2,027,000 abitanti a 1,319,000. 6. Governo di Vologda. Da 10 distretti è stato ridotto a 6 : la sua superficie, da 353,000 v. q., a 100,669; la sua popolazione, da 1,752,000 a 971,000. 7. Governo di Voronez. Da 12 distretti ridotto a 9, con una superficie di 57,410 v. q. e una popolazione di 3,308,00 abitanti. Differisce poco dall'antico. 8. Governo di Vjatka. Da 11 distretti ridotto a 9 : la sua superficie è di 96,624 v. q. contro 135,019 nel 1914, e la sua popolazione di 2, 217,000 abitanti contro 3,997,000. 9. Governo di Homel (Gòmel). Esso è costituito di parti dagli antichi governi di Moghilev, Minsk, e Cernigov. Ha una superficie di 48,698 v. q. e una popolazione di 2,227,000 abitanti. — 13 — 10. Governo à'IvanoOo-Voznesensk, costituito nel 1918 con dei distretti dei governi di Vladimir e di Kostroma. Novera 7 distretti e un rajon. Il suo centro amministrativo è Rodniki. Comprende 26,362 v. q. ed 868,000 abitanti. 11. Governo di Kaluga. Da 11 distretti è stato ridotto a 10. La sua superficie è di 23,293 v. q. : la sua popolazione di 1,071,000 abitanti contro 27,178 v. q., e 1,477,000 abitanti nel 1914. 12. Governo di Kostroma. Ridotto della metà. Invece di 12 distretti solamente 7. La sua superficie di 73,809 v. q. nel 1914 è ora di 34,845, e la sua popolazione da 1,823,000 abitanti è scesa a 777,000. 13. Governo di Kurs/j. Da 15 distretti è stato ridotto a 7. La popolazione, secondo il censimento del 1923 è di 2,821,000. La sua superficie di 40,821 è identica a quella del 1914. La sua popolazione, secondo il censimento del 1923 è di 2,821,000 abitanti con una diminuzione di 400,000 su quella del 1914. 14. Governo di Leningrad. Il numero dei suoi distretti (8) si è mantenuto uguale. Si è aumentata invece la sua superficie. Da 39,203 v. q. nel 1914 è giunta a 55,848 v. q. La sua popolazione di 2,105,000 abitanti è diminuita di un milione di fronte a quella del 1914. 15. Governo di Mosca. Prima della guerra era diviso in 13 distretti. Ora ve ne sono 17. II villaggio di Talda, col nome di Leninsìi, è diventato il centro amministrativo del distretto di Mosca. La superficie, superiore a quella del 1914 di 9000 v.q., è di 38,130 v.q. con una popolazione di 3,653,000 anime. 16. Governo di Murmansìj. Fondato nel 1921 col distretto di Alexadrovsk del governo di Arkhanghelsk. Ha una superficie di circa 9000 v. q. 17. Governo di Nizegorod. Ha conservati gli 11 distretti di anteguerra, ma il suo territorio si è aumentato con aggiunte territoriali dal governo di Kostroma. Da 45,036 v. q. e 2,067,000 abitanti nel 1914, è giunto nel 1923 a 73,355 v. q. ed a 2 milioni 501,000 abitanti. 18. Governo di Novgorod. Diminuito della metà. Invece di 11 distretti, ne ha 6. Gli altri hanno formato il governo di Cerepovets. La sua superficie attuale è di 45,778 v. q. e la sua popolazione di 937,000 abitanti. - 14 — 19. Governo di Orel. Da 12 distretti è ridotto a 7: gli altri hanno formato il governo di Brjansk. È stato quindi diminuito della metà. Ha una superficie di 23,814 v. q., ed una popolazione di 1,593,000 abitanti. 20. Governo di Pensa. Si è arricchito di due distretti del governo di Tambov. Invece di 10 ne novera 13, con una superficie di 41,942 v. q. e una popolazione di 2,088,000 abitanti. 21. Governo di Psfyov. Invece di 8 distretti, ne novera 11 per l'aggiunta di varii distretti del governo di Vitebsk, ora soppresso. La sua superficie è tuttavia diminuita per altre cessioni, specialmente in favore dell' Estonia, e raggiunge 34 mila 445 v. q., ed una popolazione di 1,311,000 abitanti. 22. Governo di Rjazan. Ha una superficie di 40,9449 v. q., una popolazione di 2,482,000 abitanti, ed 8 distretti. 23. Governo d'i Samara. È diminuito di superficie : da 132,724 verste q. è stato ridotto a 91,400. Invece di 7 distretti ne ha 5. La sua popolazione è di 2,573,000 abitanti. 24. Governo di Saratov. La sua superficie si è aumentata di più di 5000 v. s. e la sua popolazione è calcolata a 2,744,000 abitanti. 25. Governo della Duina settentrionale (Sjevero-Dvins-k.aia) formato nel 1919-20 con dei distretti del territorio di Vo-logda. Ha una superficie di 89,600 v. q., e 657,000 abitanti. 26. Governo di SmolensPrima della rivoluzione avea 12 distretti : attualmente ne ha dieci : una superficie di 53,540 v. q. ed una popolazione di 2,245,000 abitanti. 27. Governo di Tambov. D!a 12 distretti è ridotto a 6 : la superficie da 58,511 v. q. a 41,139; la popolazione da 3,530,000 a 2,394,000. 28. Governo di Toer. Invece di 12 distretti, attualmente 9: superficie 54,324: popolazione 2,073,000 abitanti. 29. Governo di Tuia : 11 distretti : superficie 25,005 v. q. : popolazione 1,666,000 abitanti. 30. Governo di Uljanovsk■ È l'antico governo di Simbirsk. Nel 1924 Simbirsk cambiò il suo nome in quello di Uljanovsk in omaggio a Lenin (Uljanov). Superficie 33,774 v. q. : popolazione 1,491,000 abitanti. 31. Governo di Tsaritsyn. È formato da frammenti dei — 15 — governi di Astrakhan, Saratov, e della provincia del Don. Comprende tre distretti : Tsarytsin, Leninsk (prima della guerra PriSib) e Nikolaevsk. Nel 1925, Tsarytsin ha cambiato il suo nome e in quello di Stalirtgrad; ed il governo ha preso lo stesso nome : superficie, 88.981 v. q. : popolazione, 1,235,000 abitanti. 32. Governo di Cerepovets. Comprende 5 distretti staccati dal governo di Novgorod. Superficie 55,523 v. q. : popolazione, 658,000 abitanti. 33. Governo di Yaroslav. Da 10 distretti è ridotto ad 8. Superficie 28,893 v. q. : popolazione 1,313,000 abitanti. 34. Territorio (Kraj) del Caucaso del Nord. È stato costi tuito il 2 giugno 1924. Prima si chiamava Regione sud-orientale. Lo hanno formato le provincie del Don e del Kuban, ed i governi del Teek e di Stavropol, la città di Groznyj, ed il distretto di Sunza. Il centro amministrativo è Rostov. Il territorio si divide in 11 distretti. La sua superficie attuale è di 205,199 v. q. e la sua popolazione di 5,723,000 abitanti. 35. La provincia degli Urali. Nel 1924 furono soppressi i governi di Perm, Ekaterinburg, Celjabinsk, e Tjumen, ed il loro territorio costituì la grande provincia degli Urali che si estende all'uno ed all'altro lato della catena degli Urali. Il capoluogo della provincia è Sverdlovsk, nome odierno di Ekaterinburg. La provincia novera 15 distretti. Di essa fa parte l'antico governo di Tobolsk. La sua superficie è di 1 milione 458,167 v. q., e la sua popolazione di 1,621,976 abitanti. Provincie autonome 36. Provincia autonoma di Adyghé, sul fiume Kuban, fondata il TI luglio 1922: comprende una parte dell'antico Kuban, e due distretti. Il suo capoluogo è Krasnodar, nome odierno di Ekaterinodar. 37. Provincia autonoma dei Votjaki (Votsfyaja), costituita il 4 novembre 1920 dal distretto di Glazov del governo di Vjatka, e da altre località. Comprende 4 distretti. Il suo capoluogo è il villaggio industriale di Jzevsk : la sua superficie è di 25,430 v. q. : la sua popolazione di 677,abitanti, di cui 370,000 sono votjaki, e 276,000 russi. — 16 — 38. Provincia autonoma d'Ingusetija, costituita il 7 luglio 1924 con territorio tolto alla repubblica dei Montanari del Caucaso. Il suo centro amministrativo è Vladikavkaz; la provincia è divisa in tre zone (rajony). 39. La provincia autonoma Kabardino-Balìzarsìiaja. Costituita il 16 gennaio 1922 con territorio tolto dalla repubblica montanara del Caucaso. Comprende 5 distretti. Il centro amministrativo è Nalcik. La sua popolazione si eleva a 185,000 abitanti. 40. Provincia autonoma Calmucca, costituita il 25 novembre 1920 col territorio della steppa calmucca del governo di Astrakhan, ed aumentata nel 1924 con parecchi villaggi del governo di Stavropol. Comprende 10 ulusy; 86,943 v. q., e 136,000 abitanti, di cui 85,000 sono calmucchi. 41. Provincia autonoma Karacaevo-Cer\ess\aja, formata il 12 gennaio 1922 con territorio della Repubblica dei Montanari, sovratutto con villaggi delle antiche provincie del Ku-ban, e del Tere. Il suo centro amministrativo è BatalpaSinsk. Comprende cinque distretti. La sua superficie è di 9,364 v. q, e la sua popolazione di 163,000 abitanti. 42. Provincia autonoma di Komi o dei Zyrjani, costituita il 22 agosto 1921 con territorii dei governi di Arkhanghelsk, e di Vologda. II suo capoluogo è Ust-Sisolsk. Comprende 4 distretti, 329,000 v. q. e 211,000 abitanti. 43. La provincia autonoma Marijs\aja, costituita il 25 novembre 1920 con distretti del governo di Kazan e di quello di Nizegorod. Il suo centro amministrativo è Krasno/jo^sajs/j che prima chiamavasi Tzaretìohoì^sajs\ : si divide in tre cantoni. La sua superficie è di 16,588 v. q. : la sua popolazione di 328,000 abitanti, composta in maggioranza di cuvasi, cere-misy e tartari. 44. La provincia dell'Ossela settentrionale, formata il 7 luglio 1924 dopo la soppressione della repubblica dei Montanari del Caucaso, co nterritorii dell'antica provincia del Te-rek : si divide in 4 zone. Non vi sono dati statistici. 45. Provincia autonoma Cecensì^aja formata nel 1922 da due ditretti della provincia del Terek. II centro amministrativo è Groznij. Si divide in 9 piccoli distretti o zone. — 17 — 46. Provincia autonoma dei Cuvasi (Ciuvasci). Formata il 24 giugno 1920 con distretti dei governi di Simbirsk e di Ka-zan. Il capoluogo è Ceboksary. Comprende 4 distretti, una superficie di 15,111 v. q., ed una popolazione di 749,000 abitanti. Repubbliche autonome 47. Con decreto del 25 marzo 1919 è stata istituita la repubblica dei Baskiry (ASSR), risultante da varii distretti degli antichi governi di Ufa e di Orenburg. Si divide in 8 cantoni : la sua superficie è di 136,000 v. q.; la sua popolazione di 2,913,000 abitanti è composta di baskiry nella proporzione del 52 %. 48. Repubblica autonoma sovietista del Daghestan. Risulta dalla provincia del Daghestan, da quella del Terek, e da villaggi del governo di Stavropol. Comprende 11 distretti e 3 zone. La sua superficie è di 551,773 v. q., e la sua popolazione di 724,000 abitanti. 49. Repubblica autonoma sovietista della Carelia. Fondata il 6 agosto 1920, fino al 25 luglio 1923 ebbe il nome di Commune operaia coreliana. Comprende dei distretti dei governi di Olonets e di Arkhanghelsk. Il suo capoluogo è Petro-zavodsk. È divisa in 5 distretti e 2 zone : ha una superficie di 103,847 v. q., e 212,000 abitanti. 50. Repubblica sovietista autonoma della Crimea, costituita il 18 ottobre 1921. Il suo centro è Sinferopoli. Il territorio è diviso in 10 zone. La città di Jalta che ne fa parte, famosa stazione climatica della nobiltà russa, ha preso il nome di Krasnoarmejsk. Ha una superficie di 33,381 v. q., ed una popolazione di 601,000 abitanti, composta di tartari (25,4 %), russi (44,4 %) ed ukrajni (1.4 %). 51. Repubblica autonoma sovietista dei Tedeschi al di là del Volga, fondata il 16 aprile 1919 col titolo di Commune tedesca (Njemkommuna)-, poi con quello di governo di Marks-§tadt; poi con quello di Provincia autonoma tedesca del Volga, ed infine con l'attuale titolo di Njemtsev Povolzja ASSR. Lo formano i distretti abitati da coloni tedeschi di Samara e di Saratov. Il loro centro è la città di Pokrovsk. Si divide in 3 - 18 — 14 cantoni. Ha una superficie di 21,916 v. q. ed una popolazione di 607,000 abitanti. La città di MarksStadt prima del 1922 si chiamava Ekaterinstadt. 52. Repubblica autonoma tartara. Costituita il 27 maggio 1920 da distretti dei governi di Kazan, Vjatka, Samara, Ufa, Simbirsk. Il capoluogo è Kazan. Si divide in 14 cantoni. La sua superficie è di 58,042 v. q., e la sua popolazione è di 2 milioni 780,000 abitanti. I tartari vi appartengono nella proporzione del 44,4 % : i russi ne formano il 41,2 % : i ciuvasci, il 5,9: i baSkiry, il 4,7 % (I). (i) Particolari più ampi su queste repubbliche e provincie autonome sono contenuti nei capitoli V, VI e VII di quest'opera. Parecchi dati di questi capitoli, li abbiamo desunti dal Vseslavjanskij Kalendar Plamja, 1926. Praga, 1926, pp. 49-54. LA GEOGRAFIA POLITICA DELL'ASIA SOVIETISTA La parte asiatica della Unione delle Repubbliche sovie-tiste comprende : 1) la Siberia, o piuttosto il Sibreokom (Comitato rivoluzionario siberiano); 2) la provincia di Estremo Oriente (Dalne Vostocnaja Oblast), secondo l'abbreviazione bolscevista DVR (Repubblica di Estremo Oriente); 3) la repubblica degli Uzbeki, o Uzbekistan, o Uzbekskaja SSR; 4) il Turkmenistan o la Turkmenistan SSR (Socialista Sovietista Repubblica). Le due prime repubbliche sono le più importanti. La Siberia è riguardata come il teatro delle più eroiche imprese dell'esercito rosso. Vi è stata a suo riguardo una conquista bolscevista. Essa si è compiuta in due anni, mentre la conquista zarista ha richiesto lo sforzo di qualche secolo (1). Nel 1917, poche furono le città che seguirono l'esempio rivoluzionario di Mosca e Pietroburgo, cioè : Krasnojarsk, No-vonikolajevsk, ed in parte Tomsk ed Omsk : la prima città istituì l'organizzazione sovietista : le altre soppressero le istituzioni zariste, astenendosi tuttavia dal costituire un governo rivoluzionario. Il movimento di adesione al bolscevismo si manteneva piuttosto in una linea negativa che positiva. Nel governo d'Irkutsk si fecero al contrario dei preparativi febbrili per armare i menscevichi e gli exeri (socialisti rivoluzionari). A Cita, il generale Plesanov organizzò dei reggimenti di cosacchi e di buriati, mettendo alla loro testa lo hetman (i) Cfr. A. Palmieri : La politica asiatica dei Bolscevichi. Bologna, 1924, t. I, pp. 16-20. — 22 — Semenov. Si costituì il governo provvisorio della Siberia, la Siboduma (duma della oblast o provincia siberiana). L'Ammiraglio Kolciak divenne il governatore supremo (verkhovnyj praoitel) della regione. Il movimento bolscevista non avea l'appoggio dei contadini. I bolscevichi stessi confessano che un pugno di operai erano solamente dalla loro parte. La Siberia era diventata il campo trincerato delle truppe fedeli allo zar, alle quali si aggiunsero i reggimenti di ex-prigionieri cecoslovacchi. Ma i Bolscevichi aveano nelle loro mani un'arma più micidiale delle baionette e delle navi da guerra, cioè la loro propaganda. Essi cominciarono ad aizzare i contadini contro i proprietari di terre. Si era agli albori del bolscevismo, ed i messi della rivoluzione sociale erano pieni del fervore dei neofiti. I contadini cominciarono ad allearsi con gli operai e ad affacciare le loro pretese di divisione dei terreni. Dei distaccamenti armati si organizzarono nelle steppe dello Aitai, a Barnaul, a Minusinsk, a Kansk, ad Angara. Si cita fra i più famosi organizzatori il nonno georgiano (deduska Kalarandagwili), le cui piccole squadre furono il nucleo di parecchi reggimenti armati. Nella prima metà dell'ottobre 1918, il movimento bolscevista si era esteso a tutta la Siberia, quantunque avesse un carattere sporadico. Invano Kolciak tentava di schiacciarlo coi suoi poteri dittatoriali, ed anche con quelle crudeli repressioni, in cui i bianchi, specialmente a Vladivostok, si distinsero non meno dei rossi. Anche Omsk, sede del governo provvisorio, ebbe la sua rivoluzione rossa ai primi di ottobre del 1919. Essa infierì parecchie ore. Le forze di Kolciak ebbero il sopravvento, e ricorsero ad esecuzioni in massa per arginare la marea bolscevista. Nella sola città di Krasnojarsk furono fucilati i capi rivoluzionari Bograd, Dubrovinskij, Belopolskij, Jakovlev, Pe-renson, Lebedev, Sadin, Perkazi. Altre condanne a morte ebbero luogo a Mariinsk, Omsk, Celjabinsk, Novonikolaevsk, Irkutsk, Transbaikal, Blagovegcensk, cec. Intanto, l'esercito rosso meglio organizzato iniziava una lotta a morte contro la Siberia bianca. Nella primavera del 1919, le sue prime divisioni in marcia si erano incontrate con le divisioni di Kolciak a Samara. La strategia del generale Kolciak si mostrò deficiente di fronte a quella del colonnello — 23 — Frunze, che allora dirigeva i movimenti dell'armata rossa. Egli concepì una manovra di attacco al fianco sinistro ed alle spalle che riuscì perfettamente. Le forze di Kolciak dovettero indietreggiare, e solamente sul fiume Bianco, e sull'Ufa poterono opporre una resistenza temporanea (1). I loro insuccessi rinfrancarono gli spiriti militari dei propagandisti del bolscevismo. Nell'agosto del 1919, la quinta armata rossa s'insediava a Celjabinsk. Nello stesso mese si organizzava in questa città il comitato siberiano rivoluzionario. Lo componevano tre membri : Kosarev, Frumkin ed I. N. Smirnov. Solamente i due governi di Celjabinsk e di Tjumen aveano aderito al movimento. A quel che racconta lo Smirnov, la notizia dell'istituzione del Sibrevkom venne accolta con risa dal governo provvisorio di Omsk (2). Gli ufficiali dell'esercito rosso, al pari degli emigranti della nobiltà e de\V intelligenza russa, nutrivano le stesse illusioni a riguardo del bolscevismo. Una rivoluzione così assurda nei suoi principii non avrebbe potuto mantenersi a lungo. Il buon senso del popolo russo si sarebbe rivoltato contro i suoi gregari. Inoltre l'esercito rosso non incuteva nessun timore. Lo si giudicava un'accozzaglia di vagabondi e di delinquenti che mancavano di capi versati nell'arte militare, un'accozzaglia di soldati senza ufficiali, e sprovvisti di munizioni. Invece l'esercito bianco della Siberia aveva l'appoggio degli alleati della Russia zarista, che lo provvedevano di armi e di denaro. Tutta la Siberia era sottomessa alla sua autorità. I cecoslovacchi, in numero di 80.000, tenevano i punti strategici più importanti della ferrovia transiberiana, ed impedivano ai bolscevichi la conquista di un gran numero di città nelle rive del Volga, e nella Siberia Occidentale confinante con la catena degli Urali. A queste truppe si aggiungevano i malcontenti della Russia e dell'Ukraina, ed i cosacchi di Krasnov. Al sud di Cita, nella Siberia Orientale, il colonnello Semenov, si sforzava di reprimere l'agitazione bolscevista. (1) M. N. Tukhaìevskij : Kak my osvoboSdali Sibir (In qual modo abbiamo liberato la Siberia). Jzvestija, 2 dicembre 1925, n. 275. (2) Kak my vosstanavlivali Sibir (Come noi sollevammo la Siberia). Jzvestija, 2 dicembre 1925, n. 275. — 24 — Ma questi movimenti non erano coordinati. Mentre il bolscevismo unificava le sue forze e la sua strategia militare, i membri della reazione russa si sparpagliavano, e la loro resistenza aveva assunto un aspetto sporadico (1). La propaganda bolscevista scalzava le basi dell'autorità e della disciplina nell'esercito bianco. Si facea credere ai soldati di Kolciak che i rossi sacrificavano la loro vita pel bene del popolo e dei popoli, che essi erano le vittime di un grande rivolgimento sociale a beneficio dei contadini e degli operai. I soldati invece dello zarismo e dei suoi difensori spargevano il loro sangue, non già per il loro benessere, la loro sicurezza, la loro tutela personale, la loro felicità, ma bensì per difendere e proteggere i capitalisti, cioè i borghesi ed i ricchi. Mancava quandi l'entusiasmo nelle file dei soldati bianchi. Essi non voleano più combattere a vantaggio di quelli nei quali vedevano i loro oppressori di ieri e gli oppressori del domani (2). Il primo comitato rivoluzionario della Siberia si costituì a Tjumen, sotto la presidenza di Nemtsov, che presto disparve dalla scena della rivoluzione asiatica e lasciò il suo posto a Boris Sumjatskij, che lavorò con la massima energia alla diffusione delle dottrine bolsceviste. Il comitato rivoluzionario di Celjiabinsk ebbe per suo primo presidente Poliakov. Nel mese di ottobre la lotta fra i rossi e fra i bianchi infierì nella vasta estensione di territorio fra Isirn e Tobolsk. I bolscevichi s'impadronirono di Omsk, addì 14 novembre, dopo un assedio di cinque giorni. Kolciak si rese conto della gravità della sua disfatta. Un suo telegramma, con la data dell'11 novembre 1919 esprimeva la sua critica situazione ai ministri degli affari esteri dell'Inghilterra, Francia, Giappone, Stati Uniti, Polonia, Cecoslovacchia, e Cina. L'Italia non era menzionata in questo messaggio, forse perchè la si credeva già guadagnata al bolscevismo. « Le condizioni estremamente difficili di approwiggionamento dei soldati del fronte siberiano, e la considerevole superiorità numerica dei bolscevichi (così scriveva il Kolciak) hanno costretto il nostro esercito (1) S. Persky: De Nicolas II à Lénine. Parigi, 1919, pp. 289-290. (2) Cfr. G. Doumergue: La Russie rouge. Parigi, 1908, pp. 154-156. — 25 — a ritirarsi più addentro e ad abbandonare temporaneamente la città di Omsk, residenza del governo temporaneo russo. Nello stesso modo che nel 1914, per la situazione anormale al fronte, il governo francese fu costretto ad abbandonare per breve tempo Parigi, così transitoriamente il governo russo si è indotto a trasferire la sua sede a Irkutsk. Il governo suddetto non ha potuto sottrarsi a questo sacrificio che era necessario per la salvezza dell'esercito e la continuazione della lotta contro il bolscevismo. L'elevato spirito morale, di cui hanno dato prova i nostri eserciti nelle battaglie accanite degli ultimi mesi, infonde al governo una piena fiducia, che dopo un breve intervallo di riposo, completati i loro approvvigionamenti e colmate le loro deficienze, gli eserciti bianchi riprenderanno la loro lotta con nuovo slancio. Il risveglio del sentimento nazionale nel popolo russo, e la sua lotta coi brutali usurpatori dell'autorità, i bolscevichi internazionalisti» e l'odio contro questi briganti che sempre più prende radice nelle masse, permette al nostro governo di guardare con piena fiducia l'avvenire e di attendere la vittoria finale ». Il Kolciak citava parecchi argomenti in favore del suo ottimismo. L'odio contro i bolscevichi era dimostrato dal fatto che all'appressarsi di essi, la popolazione prendeva la fuga : gli operai di Votkinskij, Izevsk, Zlatoust, e Satkinsk si erano messi in salvo con le loro famiglie. Il loro esempio era stato seguito dai cosacchi delle divisioni di Orenburg e della Siberia, dai contadini della regione del Volga, degli Urali e della Siberia occidentale. « La riconciliazione coi Bolscevichi, scriveva il Kolciak, l'odio contro i quali si è tanto radicato nel cuore del popolo, è impossibile. La sola possibilità è quella di una guerra spietata fino al completo annullamento dell'autorità sovietista. La Russia richiama l'attenzione delle potenze amiche su questo fatto che, sacrificando tante esistenze nella lotta contro i bolscevichi, essa compie col suo olocausto non solo una missione nazionale, ma scongiura eziandio un pericolo mondiale. Imperocché, in proporzioni più o meno grandi, il bolscevismo costituisce un pericolo per tutti gli Stati. In particolare poi, nella Siberia, il bolscevismo rappresenta una gravissima minaccia per tutti gli Stati asiatici ». Gli ammonimenti di Kolciak, come ce lo — 26 — attestano gli avvenimenti cinesi del 1925, avevano sapore di profezia. L'ottimismo di Kolciak non tardò a dissiparsi. Una rivolta bolscevista scoppiò ad Irkutsk. L'esercito bianco si sparpagliò. Lo Smirnov afferma esplicitamente che « gli alleati di lui, i cecoslovacchi, in cerca di salvezza, lo tradirono, lo arrestarono a Nizeneudinsk, e lo consegnarono al comitato rivoluzionario d'Irkutsk », con questo tradimento assicurandosi la via d'uscita dalla Russia sovietista (Ego sojuznify, Ce-khoslooaki, issa spasenjia, izmenili emù). In breve tempo, nel 1919, le forze bolsceviste occuparono le città principali della Siberia. Perm, Ufa, Ekatenn-burg, Tjumen, Kurgan, Tobolsk, Isim, Jakutorovsk. Non vi erano individui capaci di organizzare una buona amministrazione rivoluzionaria. Il primo presidente del governo rivoluzionario della Siberia centrale, Nicola Nikolaevic Jakovlev, era stato fucilato nel 1918, nella tajga di Olekminsk (foresta paludosa). I suoi colleghi avevano subito la stessa sorte in varie località. Dall'armata rossa uscirono nuovi propagandisti che spiegarono a modo loro ai contadini i compiti della rivoluzione. Si organizzarono dei comitati rivoluzionarii. Cinquantanove di essi furono istituiti da due operai degli Urali, di nome Ivanov e Pìjukhin, nel vasto territorio che si estende da Celjabinsk sino a Tatarsk. Ed a misura che l'esercito di Kolciak si liquefaceva, annientato a metà dalle epidemie (nel solo campo di concentramento di Novonikolaevsk morirono 20.000 soldati), le città e i villaggi della Siberia si sottomettevano al nuovo regime. Kolciak stoicamente moriva fucilato dai bolscevichi: i cecoslovacchi, concentrati a Vladivostok ritornarono in patria : tutta la Siberia, sino alla Tran-sbaikalia, ridiventava sovietista. Solamente nel territorio di Cita, sotto la protezione dei giapponesi si radunavano gli scarsi contingenti dello hetman Semenov. La storia dei successivi rivolgimenti della Siberia, e delle operazioni militari che spazzarono dal paese le ultime reliquie degli eserciti bianchi e ristabilirono la frontiera russo-cinese e costrinsero i giapponesi a sgombrare Vladivostok è stata narrata nel primo volume della Politica asiatica del Bolscevismo. Nel 1923-24, insieme con questo lavoro di totale estir- — Ti — pazione della reazione, i Soviety di Mosca intensificarono quella politica di colonizzazione che era stata inaugurata dal governo zarista. Dal 1920 al 1924 si erano stabiliti in Siberia 300.000 muziki : nel 1925 vi si stabilirono altri 50.000; e si prevede che più di 70.000 vi emigreranno nel 1926. Risultato di questa emigrazione è stato un aumento considerevole del suolo messo in coltivazione. Nel 1922, la superficie seminata raggiungeva l'estensione di 2.355.100 desiatine (la desjatina = ettaro 1,092): nel 1923, quella di 3,324,300 desiatine; nel 1924, quella 6,470,000 des.; nel 1925, quella di 10 milioni. Così dicono almeno le statistiche di L. Belosurets, negli Izvestija del 12 dicembre 1925. Secondo le stesse statistiche, la produzione industriale della Siberia nel 1924-1925 ha raggiunto il 72,5% della produzione prebellica. Ne! 1924-25, in 336 aziende industriali, hanno lavorato 35,8% operai : la produzione di queste fabbriche rapprestenta un valore di più di 60 milioni di rubli. La Siberia costituita in uno Stato autonomo, ha una superficie di 3 milioni e mezzo di eh. q. ed una popolazione di 8 milioni di anime. Stante le sue immense ricchezze naturali, i Soviety hanno tracciato un vasto programma di lavori per isfruttarle. Essi si proponogno d'industrializzare la Siberia, ed a tale scopo, il 2 dicembre, a Novonikolaevsk, si è inaugurato, il primo congresso pansiberiano (Vsesibirsktj Sezd). La Siberia, regime autonoma, è divisa nei seguenti governi : 1. Governo dell'/lZfaj, istituito il 20 dicembre 1917 dal governo provvisorio di Kolciak : era diviso in sei distretti. Nel 1921, furono distaccati da essi i distretti di Kamensk e di Slavgorod. Ora il loro numero è ridotto a tre. Capoluogo del governo è Bamaul. La superficie comprende 11 1,649 verste q., la popolazione novera 1,654,000 abitanti. 2. Governo dello Jenissej. Le modificazioni introdotte nelle sue frontiere primitive sono poco importanti. Il territorio è diviso in, sei distretti. Il suo capoluogo è il villagio di Ust-Aba\ansfiou : la superficie ha un'estensione di 2,246,000 v. q. : la popolazione novera 1,222,000 abitanti. 3. Governo d'Irkutsk. Comprende cinque distretti, una — 28 — superficie di 742,000 v. q. ed una popolazione di 770,000 abitanti. 4. Governo di AI ovonikolaevsk- Lo hanno costituito parecchi distretti del governo di Tomsk. La capitale è Novo-nikolaevsk, antica città del distretto di Tomsk. Comprende attualmente cinque distretti, una superficie di 126,000 v. q. ed una popolazione di 1,331,000 anime. 5. Governo di Oms/j. Risulta da sei distretti che prima facevano parte della provincia di Akmolinsk, e dei governi di Omsk e di Tobolsk. Superficie : 22,000 v. q. Popolazione : 1,746,000 abitanti. 6. Governo di Tomsk.. È molto ridotto, avendo perduto le città di Barnaul, Bijsk, Zmjieinogorsk, Kansk, e una parte del distretto di Tomsk. Comprende quattro distretti, una superficie di 361,000 v. q., ed una popolazione di 1,111,000 abitanti. 7. Provincia autonoma degli Ojrati (1) formata il primo giugno 1922 dal distretto di Kuznets nell'antico governo di Tomsk : comprende la parte settentrionale e centrale del sistema montagnoso dell'Altaj. Il suo capoluogo è il villaggio di Viola. La sua superficie di 83,085 v. q. e la sua popolazione di 79,000 abitanti. 8. La provincia autonoma di Kara-Kirghiz, fondata nel 1924 da territori appartenenti al Fergan, ed alla provincia di Semirjecensk, che faceano parte del Turchestan. Capoluogo della provincia, che è divisa in due distretti, è la città di Pi'Sne/j. Mancano dati statistici. * * * Non vi è proporzione fra i vari distretti dei sunnominati governi. La superficie di quello di Slavgorod è calcolata a 37,728 v. q., e quella del distretto di Krasnojarsk, a 1,574,311 (ì) Gli Ojrati, una razza turcomanna che abita i distretti delle montagne dell'Aitai e del distretto di Bijsk, ebbero anche a soffrire da parte dei colonizzatori russi. Essi sono in numero di 100.000. Sulle loro condizioni cfr. m. S. Bagancakov: Ojratshaja avtonomnaja Oblast, Zizn natsio-nalìiostej, Mosca, 1925, t. I, pp. 139-142. — 29 — v. q. La stessa disproporzione si osserva nel numero degli abitanti. 11 distretto di Khakask nel governo dello Jenis-sei, novera 69,522 abitanti, e quello di Omsk, 719,788 abitanti. Secondo i dati recentissimi di K. Egorov (2), i governi di Omsk, Novonikolaevsk, Aitai, Tomsk, e Jenissej, sono divisi in 16 distretti : Tara, O'msk, Barabinsk, Slavgorod, Novonikolaevsk, Kamensk, Barnaul, Bijsk, Kuznets, Tomsk, Krasno-jarsk, Acinsk, Khakask, Oprat, Minusinsk, Kansk. Insieme con la provincia degli O'jrati, essi sono divisi in 213 zone (rajony). Il governo d'Irkutsk è diviso in cinque distretti e 24 uolosti che corrispondono ai rajony. Abbiamo quindi 255 rajony, che in media comprendono ciascuno 6,265 v. q. e 26,51) abitanti. Provincia dell'Estremo Oriente. Il 21 ottobre 1920, dopo la cacciata delle forze del Se-menov da Cita, si costituì la Repubblica dell'Estremo Oriente le cui vicende sono brevemente narrate nella Politica Asiatica dei Bolscevichi (t. I, pp. 39-42). Il 14 novembre 1922, l'Assemblea nazionale di Cita proclamò la sua unione con la R.S.F.S.R., e prese il nome di Dalrevkpm (Comitato rivoluzionario dell'Estremo Oriente = Dalnyi Vostok). Il suo territorio fu diviso amministrativamente nel 1924, e nel 1925 la capitale di Cita è stata trasferita a Kharabovsk- Mancano dati statistici sui suoi governi in numero di quattro. La superficie totale è di 1,468,000 v. q., e la popolazione, secondo il censimento del 1916, di 1,812,000 anime. 1. Governo dell'Amur. Tre distretti. Capoluogo del governo : BlagovieSsensk. 2. Governo della Transbaikalia (Zabaikal). Cinque distretti : Capoluogo : Cita. 3. Governo del Kamcatka. Comprende sette distretti. Capoluogo : Petropavlovs\ kamcatskij. 4. Governo della Primoria (regione marittima). Comprende cinque distretti. Capoluogo del governo : Vladivostok■ (i) Rajoniovanic Sibirskogo kraja. Izvestija, 2 dicembre 1925. — 30 — Repubbliche e Provincie autonome 1. Repubblica autonoma sovietista (A.S.S.R.) Buriato-mongolica. È stata costituita nel 1923 con distretti della Trans-baicalia e del governo d'Irkustk. Secondo uno scrittore bolscevista, I. Arkhinceev, fra i buriati, la rivoluzione dell'ottobre 1917 non suscitò entusiasmo di sorta: dall'ottobre 1917 al 1918, si sviluppò il sentimento del nazionalismo con grette vedute : dal luglio 1919 al dicembre 1919 si ebbe il trionfo della reazione sotto la forma di dittatura militare di Kolciak. Dal 1920 al 1921 si ebbe il periodo d'infiltrazione e di diffusione del bolscevismo che pacificò il paese. Nel 1922, i soviety decretarono l'autonomia dei buriati (1). La nuova repubblica si divide in nove ajmaki : Ha una superficie di 61,386 v. q., ed una popolazione di 118,000 abitanti. La sua capitale è V erkhneudinsk- 2. A.S.S.R. jak.utsk.oja, o repubblica degli Jakuti. È stata fondata il TI aprile 1922, e comprende l'antica provincia di questo nome, ed una piccola parte del governo di Jenissei. È divisa in sei distretti. Ha una superficie di 3,311,000 v. q. ed una popolazione di 267,000 abitanti (2). 3. A.S.S.R. Kirgizskaja o dei Kirghiz. Un movimento nazionalista esisteva fra i Kirghiz fin dal 1905. Gli abitanti delle steppe erano irritati violentemente contro il governo russo, che permetteva agli emigranti russi di privarli delle loro terre. La colonizzazione rossa delle steppe coi suoi metodi violenti aveva suscitato un vivo malcontento, le cui conseguenze si fecero sentire al crollo dello zarismo. Nel 1917 si tenne un congresso pankirghiz a Orenburg. Ali Khan Bukhev Khanov, deputato alla seconda Duma, concepì il disegno di riunire in (1) Burial-mongolskaja avtonomnaja oblast. Zizn nationalnostej, Mosca, 1923, t. I, pp. 129-134. (2) Secondo i dati del Lebedev, letteralmente tutta la popolazione di questa repubblica è analfabeta. La percentuale di quelli che sanno leggere e scrivere è dell'i %. La popolazione comprende il 6 % di russi, l'88 % di jakuti, il 4,5 % di tungusi, e l'i,5 % di altre razze. Vi è un abitante per 87 v. q. G. Lebedev, Jakutskaja avtonomnaja respublika. Zizn natsionalno-stej. Mosca, 1923, t. I, pp. 134-139. — 31 — •un solo Stato tutti gli abitanti della steppa asiatica, e per sua iniziativa il Consiglio nazionale kirghiz assunse il nome di AlaS-Horda (Ala§ è un eroe leggendario dei Kirghiz). Si costituì in governo nazionalista, presieduto da Khanov. A causa tuttavia del gran numero di tribù diverse che popolavano la steppa, il governo si divise in due sezioni : quella dell'ovest e quella dell'est. Alla prima appartenevano le Provincie della regione transcaspiana e l'Orda di Bukeev : alla seconda le Provincie di Turgai, Akmolinsk, Semipalatinsk e Semiriecensk. Quest'ultima si divise anche in due sezioni, di cui una molto più estesa dell'altra era sottomessa alla giurisdizione di Khanov. La caduta del governo provvisorio di Kerenskij arrestò il lavorio di unificazione nazionale dei Kirghiz. Le varie compagini territoriali, che si erano già costituite, si divisero, ed organizzarono delle milizie nazionali per combattere il bolscevismo, le cui dottrine non erano in armonia con le loro tradizioni. Dopo la disfatta dell'esercito di Kolciak, i bolscevichi intensificarono la loro propaganda fra le tribù kirghiz, servendosi a tale scopo di un nucleo d'intellettuali della regione che erano stati guadagnati alla loro causa. Fra questi primegggiavano lo hetman cosacco Dutov, Mukhanmediar Tungacin, e Kolbai Tugasov. Il 26 agosto 1920, il comitato esecutivo centrale della Russia decretò la fondazione di una repubblica autonoma sovietista socialista kirghiz e promulgò la costituzione di essa. Il 4 ottobre dello stesso anno si inaugurò ad Orenburg il primo congresso pankirghiz. A tenore della costituzione suddetta, il territorio della nuova repubblica comprendeva le Provincie di Semipalatinsk., coi distretti di Semipalatinsk, Pavlodar, Uskamenogorsk, Zaisan e Karkaralinsk ; d'Akmolinsk, coi distretti di Akmolinsk, Abasar, Kokctav, Petropavlovsk, e una parte del distretto di Omsk : di Turgai, coi distretti di Turgai, Kustanai, Akhtjubinsk, e Irghiz : d'U-ralsk, coi distretti di Uralsk, Lbicenskaja, Temir e Gurjev : della regione transcaspiana, col solo distretto di Manghilclak e due cantoni del territorio di Adaev nel distretto di Krasnovodsk : dei territori della orda di Bukeev, e dei distretti di Sinemorje, Safronov, Ganjugin, e Nikolaev. Secondo i dati di Mendegev — 32 — la superficie raggiungeva 2,190,000 v. q. e la popolazione il numero di 4,968,751 abitanti (1). In seguito, la nuova repubblica si annetteva la città di Orenburg (100,000 abitanti), la cui popolazione, in massima parte russa, comprende un buon numero di tartari, e pochi kir-ghiz. In questa città si teneva il 'primo congresso dei Soviety della nuova repubblica che volgeva un appello alla repubblica dei Ba§kiri. Il congresso rimaneggiava la carta amministrativa del territorio kirghiz, che subiva in seguito altre modificazioni. La repubblica dei kirghiz è stata una delle regioni in cui la fame ha maggiormente infierito ed in cui si sono avuti parecchi mesi di cannibalismo (2). Attualmente il suo territorio è diviso in otto governi : a) Governo di Adaev che comprende un distretto dell'antica provincia transcaspiana. Ha una superficie di 256,000 v. q., ed una popolazione di 101,000 abitanti. Il suo centro amministrativo è Fort (Fortezza) Alexandrowskij. b) Governo di Akmolìnsk. Corrisponde all'antico governo zarista di questo nome, tranne la città di Omsk. Comprende cinque distretti. La capitale è Petropavlovsk : la superficie ha un'estensione di 440,000 v. q., e la popolazione novera 1,298,000 abitanti. c) Governo di Aktjubinsk. Corrisponde alla provincia di Turgai priva del distretto di Kustanaj. Capoluogo del governo è la città di Aktjubinsk. Comprende sei distretti che hanno una superficie di 244,000 v. q. e una popolazione di 588,000 abitanti. d) Governo di Buk.eev, che comprende l'Orda di Bu-keev, o la steppa kirghiza del governo di Astrakhan. La sede del governo è Urda. Comprende quattro distretti, una superficie di 69,041 v. q .e una popolazione di 240,000 abitanti. e) Governo di Kustanaj. Risulta dal distretto omonimo dell'antica provincia zarista di Turgaj. Il suo capoluogo è Kustanaj. Comprende 5 distretti, 253,000 v. q., e 437,000 abitanti. (1) Kirghizskaja avtonomnaja Respublika. Zizn natsionanalnostej. Mosca, 1922, I, pp. 81-86. (2) J. Castagné. Les organisations soviétiques de la Russie musulmane. Revae du monde musulman, t. LI, 1922, pp. 169-191. — 33 — f) Governo di Orenburg. Comprende una piccola parte dell'antico governo zarista di Orenburg, il cui territorio è stato diviso fra il governo di Celjabinsk e la repubblica dei Baskiri. Comprende i tre distrettti di Orenburg, Orsk, e KaSira (quest'ultima località è la nuova denominazione del villaggio di Isaev Djedov). Il governo ha una superficie di 42,586 v. q. e una popolazione di 644,000 abitanti. g) Governo di Semipalatinsk- Corrisponde quasi esattamente all'antico governo zarista dello stesso nome. Comprende sei distretti, 477,000 v. q. e una popolazione di 1,239,000 abitanti. h) Governo degli Urali. Comprende la metà dell'antica provincia degli Urali, la cui altra metà è stata inclusa nel governo di Aktjubinsk. È divisa in quattro distretti, 159,000 v. q., e 558,000 abitanti. Alla Provincia dell'Estremo Oriente appartiene anche la provincia autonoma di Kara-Kalpak costituita da parti della provincia dell'Amur-Daria, e di Khiva. Il capoluogo è Turt-kul. Secondo i dati più recenti, tutta la repubblica dei kirghiz ha una superficie di 1,941,000 v. q. ed una popolazione di 5,105,000 abitanti. In questa superficie non è compresa la provincia di Kara-Kalpak. Uzbekistan e Turkmenistan L'Uzbekistan o S.S.R. Uzbeka è stata costituita il 14 ottobre 1924, ed ammesso nell'Unione sovietista coi dritti di repubblica pienamente autonoma, nel maggio 1925. Essa è formata da territorii appartenenti alla S.S.R. del Turkestan, ora soppressa, ed alle repubbliche di Khiva (Khorezm) e Bukhara. Ne fanno parte una sezione della provincia di Dzetyskuj (altre volte Semirjecensk), di Samarcanda, Syr-Daria, Fergan. Le frontiere di questa repubblica non sono definitivamente tracciate. La sua superficie di 250,000 v. q. è inferiore a quella delle repubbliche del Turkmenistan o dei Kirghiz, ma il paese è più popolato, e conta 4,100,000 anime, cioè la metà della popolazione dell'Asia Centrale. Tre milioni di abitanti sono uzbeki. Appartengono a questa repubblica quasi tutte le grandi 3 — 34 — città dell'Asia Centrale : Taskent, Samarcanda, Andizan, Ko-kand, Marghelan, Bukhara, Khiva. Il centro amministrativo è Samarkanda. È divisa in sei provincie : Zarevsan (capoluogo Bukhara); KaSka-Daria (KarSi); Samarcanda : Surakhan (capoluogo Sirabad); Taskent; Fergan (capoluogo Kokand). A questa repubblica appartiene anche la S.S.R. Tadzik-skaja, formata di ex-territori del Fergan e di Bukhara. La capitale è DjuSambe. Si divide in otto cantoni, ed ha una popolazione prevalentemente uzbeka di 800,000 abitanti. II Turkmenistan o S.S.R. turkmenskaja è stato costituito a repubblica nello stesso tempo dell'Uzbekistan. Anch'esso risulta da parti dell'antico Turkestan, di Bukhara e di Khiva. Non sono chiaramente tracciati i suoi confini. Il capoluogo è Poltoratsk (anticamente Askhabad). Ha una superficie di 400 mila v. q. ed una popolazione di 800,000 abitanti (turco-manni) (1). (i) V sovetskom Ttirkmenisiane. Izvestija, 29 novembre 1925, n. 272. Sullo sviluppo della stampa sovietista in queste due repubbliche cfr. l'interessante articolo di V. Baktoid: Turkenstanskaja gosudarstvennaja bi-blioteka i mestnaja musttlmannsKaja pecat, nei Zapiski kollegii vostolvedov pri aziatskom muzee rosijskoj akademii natik, t. I, Leningrad, 1925, pagine 97-105. N. Tiurjakulov : Turkestanskaja avtonomskaja Respubìika. Zizn nalsionalnostej. Mosca, 1925, t. I, pp. 86-95. LA GEOGRAFIA POLITICA DELL'UKRA1NA SOVIETISTA ■ L'Ukraina era un mito prima della guerra (1). Ora i Bolscevichi l'hanno resa una realtà. Vi è una repubblica che si dice ukraina, e conseguentemente vi è un popolo che vuole distinguersi con lo stesso appellativo. Ma quali sono i confini territoriali di questo popolo?... I documenti ufficiali dei campioni e promotori dell'indipendenza dell'Ukraina assegnano a questa regione una vastissima superficie : « Il fertile ed immenso territorio di 830,000 eh. q. che si estende da Prze-mysl fino al Caucaso, e dagli stagni del Pripet fino al Mar Nero, costituisce l'Ukraina. Essa è abitata da 35 milioni di anime : cinque nella Galizia e Bukovina e trenta in Russia. Gli Ukraini parlano una lingua slava, distinta dal russo e dal polacco. Gli ukraini sono chiamati ruteni in Austria, e Piccoli Russi in Russia. Il termine di Ukraino, di origine antichissima, ha prevalso negli ultimi tempi nell'uso ufficiale, in Austria ed in Russia » (2). La popolazione dell'Ukraina, o piuttosto degli Ukraini etnograficamente riconosciuti come tali, è varia di numero, secondo le statistiche ufficiali, e secondo i dati più o meno iperbolici dei geografi ukraini. A tenore delle statistiche ufficiali russe, che miravano per ragioni politiche a diminuire il numero degli Ukraini, questi giungerebbero in Russia al nu- (1) Nella trascrizione dei nomi propri ukraini di città e di persone seguiamo la trascrizione dei nomi russi. Le città ukraine, o rivendicate come tali dagli ukraini, terminano ordinariamente in iv nella lingua ukraina : Kiiv, Cerni gin, Kliarkiv, Lviv, Stanislaviv, Cernivtsi. Il g Io si trascrive con h : Hrusevskij invece di GruSevskij : HrinCenho invece di Griticenko. (2) Quelques mémoires présentés aux gonvernements alliés sur la que-stion de l'Ukraine (1915-191$). Parigi, 1919, p. 3. — 50 — mero di 22 milioni : nella Galizia Orientale, a 3,200,000 : nella Bukovina, a 300,000 : nell'antica Ukraina ungherese, a 500,000. Si avrebbe in tal modo una popolazione di 26,400,000 abitanti. Contro queste cifre è insorto il prof. S. Rudnickij, il più illustre dei geografi ukraini, che aumenta di più di otto milioni la popolazione ukraina. A tenore dei suoi dati, nel 1914, la Russia comprendeva 30 milioni di Ukraini : la Galizia Orientale, 3,415,000: la Bukovina, 301,150: la Rutenia ungherese, 440 mila 630: in tutto, 34,156,180 (1). Un documento ufficiale, presentato alla Conferenza della Pace, eleva a 50 milioni la popolazione del territorio ukraino. In questa massa, il 75 %, ossia 37 milioni e mezzo sarebbe composta di ukraini : il resto della popolazione si dividerebbe in 4 milioni e mezzo di russi : 3,800,000 ebrei: 2 milioni di polacchi: 800,000 tedeschi: 1,400,000 romeni, tartari, bielorussi, bulgari (2). Egli è chiaro che non è nostro compito esaminare le pretese ukraine sovra territorii che appartengono alla Polonia, Cecoslovacchia, ed Ungheria. II nostro studio si limita a territorii che sono inclusi nell'orbita dell'Unione sovietista. Secondo il Memorandum summentovato, la superficie totale delI'Ukraina raggiungerebbe gli 850,000 chilometri quadrati. Più della metà di questa estensione era inclusa nell'antica Russia zarista (464,000 chilometri quadrati), cioè i governi di Kiev, Podolia, Volinia, Cernigov, Poltava, Kharkov, Ekate-rinoslav, Kherson, e Chelm. I geografi ruteni sarebbero propensi ad includere nel loro territorio la Crimea (23,000 chilometri, e la regione del Terek nel Caucaso). Con questi cri-terii si comprende l'asserto dei redattori del Memorandum (1) S. Rudnickij : Korotka gcografija Ukraini (Breve geografia delI'Ukraina). Kiev, t. I, 1910 ; t. II, 1914. — Id. : Ukraina: Land und Volk. Vienna, 1916, (Vi è anche una traduzione inglese di quest'opera). St. Tomasivskij. Etnografìcna karta Ugorskoi Rusi (Carta etnografica della Rutenia ungherese). — St. Smal-Stockij : Bukovinska Rus (La Rutenia in Bukovina). Cernowitz (Cernau(i), 1897. — Ukrainskij Narod (Il popolo ukraino). Pietroburgo, 1916 (due volumi). — M. Korduba : Territorija i naselenija Ukraini (Il territorio e la popolazione delI'Ukraina). Vienna, 1918. — L'Ukraine. Un aperfu sur son territoire, son peuple, ses con. ditions culturelles, ethnographiques, politiques et économiques. Berna, 1919. (2) Mémoire sur l'indépendance de VUkraine présenté à la Confé-rence de la Paix par la Délégation de la republique ukrainienne. Parigi, 1919, p. 20. — 39 — per l'indipendenza ucraina : « L'Ucraine est territorialement plus grande qu'aucune autre nation de l'Europe, la Russie européenne exceptée ». Il nazionalismo ukraino si è sviluppato nel secolo XIX, e il suo focolare più intenso è stata la Galizia Orientale. Dapprima, assunse la forma di un'evocazione storica e letteraria dell'antica Ukraina che sovratutto nel secolo XVII coi suoi hetman scrisse pagine gloriose di storia militare. Caterina II si era proposta di distruggere totalmente l'indipendenza del-l'Ukraina ed in parte vi riuscì. Ma nella regione di Kiev si mantenne sempre un partito che non rinunziò mai alla speranza di una risurrezione dell'Ukraina libera (1). Quando si organizzava in Russia il movimento dei Dekabristi (1825) di cui si è celebrato l'anno scorso il centenario, vi era nell'U-kraina una società segreta che si proponeva la federazione di tutti gli Slavi. Dopo la tragedia della condanna dei principali dekabristi, e dell'esilio degli altri, l'ukrainismo disparve dalla scena politica della Russia. Risorse nel 1847, con la fondazione a Kiev della Società di San Cirillo e Metodio, che si proponeva l'emancipazione dell'Ukraina, e la confederazione di tutti i popoli slavi. Alla società appartenevano i migliori rappresentanti della coltura ukraina, il poeta nazionale ukraino Taras Sevcenko (1814-1861); il grande storico Nicola Kostomarov (1817-1885), ed il poeta Panteleimon Kulig (1819-1897). Il governo di Nicola I disperse la Società nascente, e condannò alla deportazione tutti i suoi membri. Sevcenko fu inviato come semplice soldato nell'Asia Centrale (2). (i) Per la storia politica della Ukraina cfr. A. Efimenko: Istorija Ukrainskago naroda (Storia del popolo ukraino). Pietroburgo, 1906. — V. Dorosenko: Ukrainslvo v Rosii (L'ukrainismo in Russia). Vienna, 1914. — M. Grusevskij : Istorija Ukraini Rusi (Storia della Russia Ukraina). Leopoli-Kiev, 1898-1916 (otto volumi). — Id. : Iìjustrovana istorija Ukraini, Vienna, 1921. — V. Gnatjuk : Natsionalne vidrodSennja avstro-ugorskikh Ukraintsiv (Rinascita nazionale degli Ukraini austro-unagrici). Vienna, 1916. — J. Kripjakevic : Ogljad istorii Ukraini (Sguardo alla storia del-J'Ukraina). Vienna, 1919. — D. DoroìSenko: Kurs istorii ukraini. Vienna, 1921. (2) Per lo studio del nazionalismo ukraino è indispensabile lo studio della storia letteraria dell'Ukraina. Al momento in cui scriviamo è in corso di stampa la Storia monumentale della letteratura ukraina di M. Gru§evskij (è giunta al quarto volume). Di minore importanza sono i compendii di — 40 — Nel 1860, con un regime più liberale, sorsero nuove società segrete ukraine (gromady). Alla testa del movimento ukraino, si distinse il professore Michele Dragomanov (1841-1895) dell'università di Kiev, che sviluppò la Società di San Cirillo e Metodio, e divenne il teorico delle idee nazionali. Un altro campione attivo dell'ukrainismo era li grande storico V. Antonovic, morto nel 1912, notissimo per la sua raccolta monumentale dei Canti popolari del popolo della Piccola Russia. Ma questi sforzi non approdavano a nulla di fronte alla caparbietà del governo di Pietroburgo. Il 18 luglio 1863, una circolare del Ministro della Pubblica Istruzione, Valuiev, dichiarava che la « lingua, e la letteratura ukraina non erano mai esistite, non esistevano e non potevano esistere ». Si vietava ufficialmente la versione del Vangelo in lingua ukraina; i giornali ukraini erano costretti a sospendere la loro pubblicazione : la stampa di libri ukraini era rigorosamente proibita. La letteratura ukraina cercava un asilo nella Galizia, tra i Polacchi, e vi prosperava. La guerra contro di essa si rinnovellava con maggior violenza in Russia, nel 1816. Un ukase del 18-30 maggio, con la firma di Grigoriev, capo del dipartimento di stampa, inter-diva l'entrata in Russia dei libri ed opuscoli ukraini stampati nella Galizia. Si comminavano pene severe a chi avesse stampati e pubblicati nel territorio russo dei libri in dialetto piccolo russo. Era tollerata la stampa dei documenti storici, purché fosse mantenuta accuratamente la loro ortografia, e le opere letterarie purché non si deviasse dall'ortografia russa. Si vietava infine la rappresentazione di opere teatrali ukraine. Le autorità erano invitate a vigilare sul pericolo ukraino. Il sentimeno nazionale del popolo ukraino, soffocato in D. Petrov : Ocerk istorii ukrainskoj literatury XIX stoljetija (Saggio di storia della letteratura ukraina del secolo XIX). Kiev, 1884. — Bogdan Lepkij : Nalerk istorii ukrainskoj literatury (Schizzo storico della letteratura ukraina) Kolomija, t. I, 1909; t. II, 1912. — Ivan Franko : Naris istorii ukrainskoruskoj literaturi do 1890 roku (Compendio di storia della letteratura ukraina fino al 1890). Leopoli, 1910. — M. Tyszkiewicz : La Uttérature ukrainienne. Berna, 1919. — D. Dorosenko : Slavjanskij Svit '•> jogo minulomu j cuóasnomu (Il mondo slavo nel suo passato e nel suo presente). Berlino, t. Ili, 1922, pp. 38-128. — M. GruSevskij : Istorija itàrainskoi literatury. Kiev, t. IV, 1925. — 41 — Russia, continuò a svolgersi nell'Ukraina. Uno dei più illustri letterati ruteni della Galizia, Ivan Franko, (1856-1916) coi suoi canti e le sue novelle lo ravvivava. In una famosa poesia, egli rivendicava ai suoi coetanei il compito di tagliatori di pietre : « Noi frantumiamo la roccia, noi scheggiamo il granito; noi co> struiamo una via duratura con le nostre proprie ossa, col nostro proprio sangue. Dopo di noi sorgerà una vita novella, una felicità russa nel mondo. Cadono lentamente tutte le catene che ci legano alla vita che fugge. Il pensiero si libera dalle zacchere antiche di fango. Riviviamo, o fratelli; sì, noi riviviamo ». In un altro canto, Il mercenario, egli rivolge al popolo ukraino quest'apostrofe infiammata : « Ara il tuo campo, aralo, e canta, o gigante incatenato nella miseria e nelle tenebre. Le tenebre saranno dissipate, i tuoi ceppi cadranno : noi infrangeremo il tuo giogo. Oppresso dal nemico, tu, povero, tu cantavi la forza del tuo spirito : giustamente tu esaltavi la sua vittoria nei tuoi racconti affascinanti. Esso vincerà, spezzerà l'ingiustizia : tu arerai il tuo libero campo : sarai padrone del tuo lavoro... Sarai padrone nella tua terra » (1). Durante la prima rivoluzione russa del 1905 e 1906, i Ruteni della Russia ebbero l'illusione di governi migliori sotto il regime zarista. Nel 1905 fu revocato il decreto che vietava la stampa di libri ukraini. Cominciarono a pubblicarsi dei giornali e dei libri (2). Si fondarono dei circoli e delle società letterarie in tutta l'Ukraina russa. Il governo di Pietroburgo ritornò ben presto alla politica di reazione. Ma l'impulso era già dato. Gli Zemstvo delle varie provincie formulavano le loro rivendicazioni nazionali. Nelle due prime Dume, i deputati ukraini costituirono dei gruppi importanti per la difesa dei loro interessi nazionali. Certamente i loro sforzi furono privi di risultati tangibili. Essi approdarono tuttavia a preparare un movimento che raggiunse il suo scopo nel 1917. (1) Delle diatribe contro l'Ukraina indipendente, la Rada Centrale, e il generale Petljura sono state pubblicate dal Maillard : Le mensonge de l'Ukraine séparatiste. Parigi, 1919, e dal principe Alessandro Volkonskij : La verité historique et la propagande ukrainophile. Roma, 1920. (2) Cfr. D. DoroSenko: Ogljad ukrainskoì istoriografiì (Saggio di storiografia ukraina). Praga, 1923, pp. 200-215. — 42 — La Galizia, come abbiamo accennato, era divenuta il focolare dell'ukranismo. Dichiarando la guerra all'Austria, la Russia si proponeva la conquista di questa regione, e la soppressione del fermento nazionalista ukraino. 1 panslavisti esercitavano una propaganda sfrenata nella Galizia e nella Bukovina per diffondervi l'ortodossia e le teorie politiche zariste. II clero ortodosso tentava di far proseliti nelle file del clero unito e dei maestri elementari. Nelle provincie ukraine della Russia si ritornava alle persecuzioni del Valujev, e del Gri-goriev. Le cattedre ukraine fondate nelle università di Kiev, Kharkov, Odessa (1905) erano state soppresse. La burocrazia, le università, le scuole superiori aveano un personale russo, o russificato. Il territorio della Piccola Russia si trasformava in una terra di colonizzazione per gli abitanti della Grande Russia. Durante la guerra, gli eserciti stanziati nel-ì'Ukraina erano, in grande maggioranza, russi. I soldati ukraini erano di preferenza, inviati a Pietroburgo, dove, non appena scoppiata la rivoluzione, domandarono chiassosamente l'indipendenza della Ukraina. Nell'aprile del 1917, il movimento rivoluzionario dilagava in tutta l'Ukraina russa. Si costituiva a Kiev una Rada centrale, eletta dal Congresso nazionale ukraino, costituito dai rappresentanti delle municipalità, delle cooperative, delle società politiche, scientifiche, letterarie. La Rada accolse in seguito i delegati dei soldati, dei contadini e degli operai. Sinceramente o fintamente, essa riceveva nel suo seno gli Ebrei, i Russi, i Polacchi. Si facea sfoggio di un internazionalismo che non esisteva nei cuori. La presidenza della Rada centrale era stata assunta dall'insigne storico Michele GruSevskij. Nelle città e nei villaggi, si adunavano dei congressi particolari, che all'unanimità chiedevano la ricostituzione dello Stato ukraino, sia pienamente indipendente, sia sotto forma di federazione. Nel maggio del 1917, la Rada centrale inviò a Pietroburgo una delegazione per l'organamento di un commissariato ukraino, con l'incarico di costituire uno Stato ukraino, federativamente collegato con la Russia. Il governo di Kerenskij e di Miljukov era, nonostante le sue parvenze di liberalismo, tena-cemene avvinto alle tradizioni politiche della Russia zarista. La concessione dell'autonomia nazionale aH'Ukraina avrebbe — 43 — introdotto lo sfacelo nella unità politica russa. Il principio del-l'auto-decisione dei popoli non piaceva ai successori liberali della dinastia dei Romanov. Come scrive il prof. Stanislao Dnistrianskij dell'università di Leopoli, « lo zarismo era schiacciato, ma lo spirito di cui esso era il fondamento, lo spirito di dominazione assoluta dei popoli da parte di uno strato superiore oligarchico che, in virtù delle tradizioni storiche del popolo moscovita, era in contrasto con le idee democratiche di libertà e di uguaglianza degli ukraini, sussisteva ancora, ed il despotismo russo cambiava solamente la sua etichetta... I va-rii dittatori russi, Kerenskij, Miljukov, Kornilov, Kaledin, erano di pieno accordo nel loro rifiuto d'indipendenza nazionale al popolo ukraino. Essi adoprarono tutti i mezzi per dominarla, e paralizzare gli sforzi dei campioni della sua indipendenza. S'iniziò, quindi, una lotta continua tra il governo rivoluzionario russo e la Rada centrale ukraina a Kiev. La Rada era costretta non solamente a resistere alle aggressioni del governo russo a Pietroburgo ed a Mosca, ma anche a respingere le aggressioni del Consiglio degli operai di nazionalità russa a Kiev, Odessa, Kharkov, ecc. Non appena la Rada Centrale domandò l'autonomia nazionale dell'Ukraina, tutta la popolazione russa insorse contro di essa. La psicologia popolare russa ritornava all'ideale politico dell'assolutismo » (1). Il rifiuto del governo di Kerenskij di appagare i voti della Rada Centrale, intensificò il movimento nazionalista ukraino. La Rada Centrale lanciò un manifesto che proclamava !'U-kraina libera. Il 15 giugno 1917, essa costituiva il Segretariato generale della regione, e il governo di Pietrogrado non ebbe la forza di annullare questa decisione. Kerenskij si piegò a malincuore, approvò la decisione della Rada, ma volle ingerirsi continuamente negli affari interni dell'Ukraina, obbiettando sovratutto contro il proposito di una riforma militare secondo linee prettamente nazionali. Una tale politica si mantenne invariata fino all'ottobre, quando i Bolscevichi affermarono' la loro prevalenza. Dopo la vittoria del bolscevismo, fra l'entu-si-ìsnio popolare, la Rada Centrale proclamò la Repubblica ukriùna. (i) L'Ukraine et la Conférence de la Paix. Parigi, 1919, pp. 66-68. — 44 — La Francia e l'Inghilterra si affrettarono a riconoscere la nuova repubblica e ad inviarvi i loro rappresentanti diplomatici. Gli altri Stati ne seguirono l'esempio. Il 9 gennaio 1918, la Rada Centrale proclamava l'indipendenza completa del-l'Ukraina. La nuova repubblica eleggeva il suo presidente. La Rada si assumeva il potere esecutivo e legislativo. Il Segretariato generale compieva l'ufficio di Ministero. Nel dicembre del 1917 si metteva in circolazione la prima moneta ukraina. La Rada sanciva dei diritti speciali in favore delle minoranze ebraiche, russe e polacche. Si convocava un'assemblea Costituente per l'elaborazione di una costituzione. La data di convocazione era fissata al gennaio 1918. Nel dicembre 1917 si erano tenute le elezioni politiche. Queste aveano dato una maggioranza enorme ai socialisti rivoluzionarii che domandavano la separazione completa dalla Russia. Ma gli avvenimenti incalzavano, e la Rada avea perduto la libertà dei suoi movimenti. Prima che i bolscevichi firmassero il trattato di pace di Brest-Litovsk, i fuggiaschi e i disertori degli eserciti russi penetravano nella Ukraina, e faceano causa comune coi soviety russi stabiliti nei centri ukraini. La propaganda bolscevista guadagnò terreno. Per arrestarla, sull'esempio dei Romeni nella Bessarabia, gli Ukraini votarono una legge bolscevista di espropriazione forzata dei latifondi da dividersi fra i contadini. Il prof. Dnistrianskij si studia di dimostrare che il bolscevismo è in aperto contrasto con le aspirazioni del popolo ukraino. « La libertà intiera dell'individuo, l'uguaglianza dei cittadini fra di loro, il diritto di prendere parte in comune, sovra un fondamento democratico, al governo, rappresentano le aspirazioni ukraine. II popolo ukraino desidera che la proprietà sia rispettata. Solamente di fronte alle illegalità commesse quando si toglievano ai contadini i loro terreni per darli alla casta privilegiata dei proprietari terrieri, si chiedeva a questi che restituissero il mal tolto (Op. cit., p. 72). Nel gennaio del 1918, la Rada Centrale orientava la sua politica verso le potenze centrali. Il partito ruteno-ukraino della Galizia favoriva questo riavvicinamento. I rappresentanti dell'Ukraina firmavano coi bolscevichi il trattato di Brest Li-tovsk. Poiché i bolscevichi commettevano ogni sorta di atrocità, e le bande di soldati degli eserciti russi in dissoluzione — 45 — scorrazzavano il paese, e lo saccheggiavano, la Rada chiese l'aiuto dei tedeschi e degli austriaci (1). Kiev fu conquistata prima dai Bolscevichi nel gennaio del 1918, e riconquistata dagli ukraini il 29 aprile 1918. I tedeschi avevano invaso il paese, e la loro condotta non era punto diversa da quella dei Russi sovietisti. La Rada cessò di funzionare. Una dittatura tedesca la sostituì. Un grande proprietario terriero, il generale Skoropadskij, cognato del generale tedesco Eichhorn, assunse con la protezione dei tedeschi le redini del potere ed il titolo di hetman. Skoropadskij ripudiava la Costituente, e prometteva solamente la convocazione di un Parlamento. Il regime zarista coi suoi cinooniki era stato ristabilito. Il 14 novembre, la rivoluzione che fermentava nella massa del popolo ed era fomentata dai bolscevichi, ebbe il sopravvento, e il 14 novembre il Consiglio nazionale ukraino costituì un Direttorio. Il popolo ukraino insorse con grande entusiasmo. In tre settimane si raccolse un esercito di 250,000 uomini. Solamente Kiev restava nelle mani dello Hetman. Questi tentò di mantenersi al potere con l'appoggio dei tedeschi. Ma non appena il Generale Petljura sconfisse presso Kiev l'esercito tedesco, che in una sola giornata perdè 2,000 soldati, la guarnigione tedesca della città abbandonò Skoropadskij alla sua sorte. Il 14 dicembre lo Hetman rinunziava al suo ufficio. Le truppe tedesce abbandonavano l'Ukraina, e Skoropadskij le seguiva a Berlino. Il direttorio era composto di Petljura, Petrusevic, Khvets, An-drjevskij e Makarenko. Il primo fungeva da presidente, in seguito alle dimissioni di Vinnicenko. Il Direttorio rimise in vigore le libertà politiche e vuotò le prigioni di coloro che per delitti politici erano stati condannati da Skoropadskij. Si decise di riunire nel gennaio 1919 un congresso di 450 deputati. Il congresso si radunò a Kiev il 19 gennaio 1919, e proclamò la riunione di tutti i territori Ukraini della Russia e della defunta monarchia austro-ungarica. I Bolscevichi entrarono allora in campagna contro l'Ukraina. Il Direttorio ukraino mancava di armi e di munizioni, e (i) Cfr. Documenis ruthéno-ukrainiens, pubblicati dal Bureau po-lonais de publicatiotis politiques. Pariig, 1919, p. 1". — R. Herval : Huit mois de révolution russe. Parigi, 191S, p. 207. — 46 — chiese l'appoggio dell'Intesa. Il suo appello non ebbe risposta. Una parte dell'esercito ukraino, 40.000 uomini, fu inviata contro il generale Denikin. Questi ebbe sulle prime dei successi militari, e gli ukraini furono costretti ad indietreggiare fino alla Volinia e alla Podolia (I). Intanto le truppe tedesche abbandonavano il territorio ukraino, e le truppe ukraine presidiavano Kiev. I bolscevichi ritornarono alla riscossa. La loro impresa non era difficile, perchè le grandi città ukraine avevano una maggioranza russa di popolazione, ed i minatori del bacino del D'onets erano guadagnati alla loro causa. Il Direttorio si oppose con le armi alla propaganda bolscevista. In questa lotta si distinse pel suo valore lo hetman Seman Petljura (2). 1 bolscevichi consolidarono nondimeno la loro autorità. La popolazione manifestava la sua avversione contro i loro metodi. Un memorandum di delegati ukraini, polacchi ed ebrei, con la data del 1 gennaio 1921, così tratteggiava la dominazione violenta del Bolscevismo nell'Ukraina : « Tutta la popolazione ripudia il comunismo messo in pratica da carnefici, mongoli, semiselvaggi, bruti malefici. Il paese, altre volte prospero, si è mutato in deserto. Le nostre città sono saccheggiate; la fame vi regna; le nostre case crollano; non vi è più industria, nè commercio; le scuole sono chiuse; gli studi sono trasandati. Non vi è più sicurezza per le persone o per i beni. L'anarchia infierisce, e il terrorismo rosso di pochi degenerati grava su tutti. La popolazione delle città, cenciosa ed affamata, decimata dalle malattie, an- (1) M. Kouchnire : L'Ukraine, l'Europe Orientale et la Conft'rence de la Paix. Parigi, 1919, pp. 41-49. — Ca. Dubreuil : Deux années en Ukraine. Parigi, 1919, pp. 44-57. — N. EvSan : Veliki rokovini Ukraini (Gli anni famosi delI'Ukraina). Vienna, 1920. — J. Tsokan : Vid Denikin a do btlsevikiv (Da Denikin ai Bolscevichi). Vienna, 1921. — Osip Levitskij : Galitska armija na veliki'] Ukraini (L'esercito della Galizia nella Grande Ukraina). Vienna, 1921. — Osip Nazarik : Rik na velikij Ukraini (Un anno nella grande Ukraina). Vienna, 1920. — Jean Pélissier : Ce qui s'est passé en Ukraine. Losanna, 1919. Gli stessi bolscevichi riconoscono che la controrivoluzione ukraina spiegò un apparato colossale di forze per abbattere i Soviety. — S. Vdvovicenko : Ukrainskaja Sovetskaja Sotsialistile-skaja Respublika. Zizn natsionalnostej. Gennaio, 1923, pp. 144-152. (2) Cfr. Luca MiSuca : Pokliid ttkraìnskikh vijsk na Ki'iv (Spedizione degli eserciti ukraini contro Kiev). Vienna, 1920. — 47 — gariata dai soldati rossi e dai commissarii, flagellata e condannata ad inutili lavori, è ridotta alla disperazione. La situazione non è più gaia nelle campagne. Il regime comunista è lo sfruttamento ignominioso di quelli che lavorano da parte degli oziosi, dei ladri, dei banditi; è il saccheggio di ciò che è stato laboriosamente raccolto nelle case coloniche da parte di bande fameliche di saccheggiatori orientali (1)! Le risorse di cui disponeva il bolscevismo, fiaccarono la resistenza ukraina. Gli antibolscevichi furono imprigionati a migliaia, e perirono o di morte violenta, o di fame, o di tifo. Stabilito a Kiev, il bolscevismo istituì un governo sovietista sedicente ukraino, che dipendeva assolutamente dal governo di Mosca, ed era composto di sue creature. Furono confiscate le provviste di commestibili raccolte durante la guerra. Il saccheggio sistematico dell'Ukraina da parte dei bolscevichi si effettuò mediante continue requisizioni, e mediante la confisca della proprietà terriera. La Ceka di Kiev infierì non meno di quella di Mosca contro gli intellettuali, e i proprietarii. A questi mali si aggiunse la fame, prodotta dalle cattive raccolte del 1921 e 1922. Nonostante la carestia, il massimo rigore fu adoperato per la riscossione delle imposte. La fibra del popolo s'infiacchì. La persecuzione si estese al campo colturale, I musei furono spogliati delle loro ricchezze che emigrarono in Russia. I professori e i maestri subirono la morte o la deportazione in Siberia : le università languirono prive di mezzi di sussistenza. Le repressioni si distinsero per la loro ferocia. A Zi-tomir, in una sola giornata, 340 contadini, condannati a morte dal Tribunale rivoluzionario, furono fucilati (2). Gli eccessi del bolscevismo ebbero come risultato 1 inasprimento dell'odio contro la Grande Russia. L'antipatia fra Kiev e Mosca s'inacerbì, e si diffuse anche nelle file del clero ukraino. Dopo il crollo della zarismo, la chiesa ukraina aveva tentato di sottrarsi alla giurisdizione di Mosca. Alla fine del 1917 era sorto a Kiev un sinodo ukraino per fondare una chiesa nazionale. Nel 1918 si tenne a Kiev un Concilio panukraino, (1) E. Strauch : L'Ukraine soviétiste. L'Est Polonais, II, 1921, pagine 22-23. (2) The present situation oj the Ukrainian countries. Vienna, 1923. — 48 — che si pronunziò in favore della Chiesa ukraina autonoma. L'arcivescovo russo di Kiev, Antonio Khrapovickij, dovè abbandonare la sua sede per rifugiarsi in Serbia. Il 1° gennaio 1919, il Direttorio di Kiev proclamò l'indipendenza della Chiesa ukraina. Nella primavera del 1919, gli ukraini s'impadronirono di quattro chiese di Kiev, e vi celebrarono la liturgia in ukraino. La breve dominazione di Denikin a Kiev, tenne a freno gli autocefalisti : ma questi ripresero ardire dopo la partenza degli zaristi, che trascinarono nell loro fuga i vescovi russi residenti in Ukraina (1). Il 5 maggio 1920, il Sinodo ecclesiastico di tutta l'Ukraina proclamò l'autocefalia della Chiesa Nazionale ukraina. Il primo ottobre dello stesso anno, un Concilio ukraino sancì la rottura delle relazioni con la Chiesa di Mosca (2). Poiché questo concilio era composto di preti, e i vescovi russi o russofili non approvavano le sue decisioni, i preti che vi si erano dati convegno scelsero i loro candidati alle sedi vescovili. La gerarchia russa scomunicò i neoeletti, come intrusi. Nondimeno il movimento di autocefalia religiosa ukraina si propagò rapidamente, e nella primavera del 1922, un duemila parrocchie delle 8,000 parrocchie dell'Ukraina erano passate allo scisma nazionale. Il patriarca Tychon indirizzava un appello al patriarcato ecumenico perchè usasse la sua influenza spirituale contro gli eretici. Gli autocefalisti protestavano della loro fedeltà verso i Soviety: perciò questi si astenevano dal perseguitarli. Ora la situazione è alquanto cambiata. Le linee di demarcazione tracciate più teoricamente che praticamente dai Soviety di Mosca agli albori della loro dominazione diventano più chiare e più distinte. L'unità amministrativa, politica, religiosa ed economica della Russia è infranta. I Soviety vi hanno fatto germogliare il seme delle nazionalità. Le aspirazioni nazionali erano prima confuse, vaghe, imprecise. Ora si sono ben affermate. La Russia era prima della guerra un museo etnogra- (1) Paolo Zaitsev : L'Eglise nationale ukrainé. L'Est européen. io ottobre 1922, pp. 330-334. (2) L'Eglise orthodoxe panukrainienne créée en 1921. Roma, 1923 (Orientalia Christiana, n. 3). — p. Volkonsky et M. D'Herbigny: Le dossier américain de l'orthodoxie panukrainienne. Rome, 1923 (Orientalia Christiana, n. 4). — 49 — fico. Attualmente gli elementi etnici di questo grande unico museo si raccolgono in piccoli o grandi musei, diversi l'uno dall'altro. La Russia zarista subiva un processo di unificazione violenta che mirava a cancellare le caratteristiche nazionali delle varie razze. Sotto il regime bolscevista, la Russia attraversa invece un periodo di evoluzione nazionale, che, quando il terrorismo diverrà un ricordo del passato, sarà il principio generatore di nuovi stati indipendenti, di nuovi risvegli nazionali. Quello che i bolscevichi hanno perpretrato a riguardo dei due milioni di georgiani, difficilmente potrà ripetersi a riguardo dei ventisei milioni di ukraini. Non discutiamo la tesi dell'esistenza reale o fittizia di una nazionalità ukraina. I panslavisti dello zarismo hanno sempre sostenuto che una nazionalità ukraina era una fola etnografica e storica. Ma alla fine del 1925 siamo di fronte ad un distacco ben pronunziato sotto l'aspetto nazionale fra piccoli e grandi russi. Nel territorio ukraino, con la formazione di so-viety distinti, i secondi accentrano la loro differenza etilica dai primi, e nel territorio della grande Russia si produce lo stesso fenomeno a riguardo dei primi, Abbiamo delle oasi nazionali veli\orusse nella Ukraina, e delle oasi nazionali malo-russe nella Russia moscovita. La regione di Odessa conta 45 soviety Russi, e nell'Ukraina, il 30 settembre 1925, si discuteva l'organamento di 138 soviety bulgari, cecoslovacchi, tedeschi, moldavi e russi. Questi ultimi erano in numero di 14. La politica dell'amalgama panrusso è tramontata. I distretti di Tagan-rog e di Sakhty sono stati incorporati nella Repubblica russa, ed i governi di Kursk, di Voronez e di Gomel (Homel) tendono per la loro prevalenza ukraina a congiungersi con la repubblica di Kiev. Vi è un lavoro costante di fissazione delle nazionalità Gli elementi delle varie razze si aggregano in organismi compatti, e il progresso della loro coesione etnica modifica le frontiere delle varie unità nazionali. L'Ucraina si ukrainizza. La sua coscienza nazionale non segue più l'impulso di Mosca. Nell'agosto del 1925 si è presen-tato un progetto che sostituisce nuove divisioni all'antica divisione amministrativa. Avremo, forse, invece dei governi menzionati più oltre, governi di erigine zarista e bolscevista, un nuovo sistema di Provincie e di distretti. Vi sarà una geografia 3 — 50 — ukraina delI'Ukraina, non già una geografia russa. L'Ukraina riconosce come sua lingua ufficiale l'ukraino, e secondo un decreto del 24 luglio 1925, gl'impiegati civili che non parlano ukraino saranno licenziati a partire dal primo gennaio 1926. La corrispondenza amministrativa deve redigersi in ukraino. La Commissione speciale presso il Comitato Esecutivo del partito bolscevista ukraino decretava, il 4 ottobre 1925, che tutti i candidati all'insegnamento dovessero conoscere l'ukraino ed insegnarlo nelle scuole. Si vuole, che, contro l'ukaze del 1876, il dialetto piccolo russo si aderga alla dignità di lingua nazionale. Una commissione di filologi e letterati ukraini è incaricata di unificare la lingua ukraina, di riformare l'ortografia di essa, d'introdurla nella stampa e nella letteratura. L'80 % della produzione letteraria è ukrainizzata. L'organo del governo di Kiev, la Proletarskaia Pravda, si pubblica in ukraino a partire dal 20 giugno 1925, e nella stessa lingua si pubblicano i giornali dei soldati, la Krasnaia Armia e la Krasrta'ia Rota. L'ukrainizzazione della Chiesa è giunta a tal punto che nell'ottobre del 1925, il III Concilio panrusso di Mosca è stato costretto a riconoscere l'autocefalia della Chiesa ukraina (I). L'intensità di lavoro della Vseuk.ra'inska ahademija nauk (Accademia panukraina delle scienze) con le pubblicazioni della sua Sezione storica, della sua Commissione colturale storica attesta i risultati conseguiti dalla politica di ukrainizza-zione. Realmente, la Russia del passato è morta. I problemi delle varie nazionalità si avviano verso la loro soluzione. La Russia zarista era come un immenso baobab che con l'ombra cupa dei suoi rami non permetteva ai germogli di altre piante il loro naturale sviluppo. La Russia bolscevista ha recisi questi rami fronzuti. Nuovi alberi crescono e si sviluppano intorno al tronco maestoso del baobab russo. Sono le varie nazionalità che vogliono anch'esse allungare i loro rami. Il pensiero umano si arricchisce di nuove forme di mentalità; la coltura, di nuove forme di arte e di letteratura; la glottologia, di nuove lingue e di nuovi dialetti. Il bolscevismo è un uragano che con la furia travolgitrice delle sue acque trascina in tutti gli an- (i) H. Grappini I.'évoìution de l'Ukraine. L'Est Européen, 1925. V. nn. 7-8, pp. 506-512. — 51 — goli del vastissimo territorio russo degli strati di humus fertile, dove sboccerà la vita rigogliosa di nuovi popoli e di nazioni purificate da lungo martirio (1). * * ¥ 1. Governo della Volynia. — Sotto il regime zarista comprendeva 12 distretti. Di essi, passarono alla Polonia i distretti di Vladimir-Volynskij, Hovel, Lutsk, Dubno, una gran parte (i) C. Delamarre : Un feuple européen oublié devant l'histoire. 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La sua superficie è di 27,313 ch.q.; la sua popolazione, di 1,940,000 abitanti, vale a dire l'una e l'altra sono diminuite di più della metà. 2. Governo del Donets. — Chiamavasi dapprima governo di Bakhmut. Nel 1920 cambiò il suo nome in quello di governo del Donets. Lo costituirono i distretti di Bakhmut, Marjupol, Slavjanoserbsk. nell'antico governo di Ekaterinoslav, e una parte del distretto di Cerkasy (governo del Don), e del distretto d: Starobjelsk (governo di Kharkov). Il capoluogo del governo è la città di Artomovsk, la nuova denominazione di Bakhmut a partire dal 1924. II nuovo governo comprende i sette distretti di Artemovsk, Lugansk, Marjupol, Storobjelsk, Sakhtinsk, Stalin (nuova denominazione della città di Juzovki a partire dal 1924), e Taganrog. La superficie del governo è di 56,350 v.q., e la popolazione novera 2,517,000 abitanti. 3. Governo di Ekaterinoslav. — Prima della rivoluzione comprendeva otto distretti : Ekaterinoslav, Aleksandrovsk, Bakhmut, Verkhnednjeprovsk, Marjupol, Novomoskovsk, Pavlo-grad, Slavjanoserbsk. Dopo la rivoluzione, il distretto di Aleksandrovsk si congiunse con una parte del governo di Taganrog, e costituì il governo dei Zaporcghi, che nel 1923 rientrò nel governo di Ekaterinoslav. Attualmente questo governo ha perduto i nuovi distretti orientali di Slavjanoserbsk, Bakhmut, e Marjupol, che sono stati incorporati nel governo del Donets. La sua perdita tuttavia è stata compensata con l'annessione di due distretti del governo dello Tauride, e di due distretti del governo di Kherson. Attualmente, esso comprende sette distretti : Aleksandria, Berdjansk, Ekaterinoslav, Zaporoze, (è la nuova denominazione di Aleksandrovsk). Krivoroze, Meli-topol, e Pavlograd. Nel 1923, la sua superficie era di 62,866 v. q.; e la sua popolazione di 3,420,000 abitanti. 4. Governo di Kiev. — Sotto il regime zarista, i suoi distretti erano dodici : Kiev, Berdicev, Vasilkov, Zvenigorodka, — 53 — Kanev, Lipovets, Radomysl, Skvira, Taragga, Uman, Cerkasy, Cighirin. Il suo territorio si estendeva quindi sulla sola sponda destra del Dnieper. Dopo la rivoluzione esso si estese sulla riva sinistra, con l'annessione del distretto di Perejaslav nel governo di Poltava, e del distretto di Oster nel governo di Cer-nigov. Nel 1919, i due distretti di Cerkasy e di Cighirin formarono parte del nuovo governo di Kremencug, che non tardò ad essere abolito. Attualmente, il governo di Kiev novera i sette distretti di Bjelotserkov, Berdicev, Sevcenkov, (capoluogo Korsun), Malin, Urman e Cerkasy. La superficie del governo è di 52,364 v. q. : la popolazione, di 4,556,000 abitanti. 5. Governo di Odessa. — Prima della rivoluzione, il territorio a cui apparteneva Odessa costituiva il governo di Kher-son, diviso in sei distretti : Kherson, Aleksandria, Ananev, Eli-savetgrad, Odessa, e Tiraspol. Dopo la rivoluzione, la città di Odessa divenne capoluogo del governo. Prima questo titolo apparteneva alla città di Nikolaev. Il governo è diviso in cinque distretti : Zinovev (è la nuova denominazione dell'antica città di Elisavetgrad), Nicolaev, Odessa, Pervomaisk (l'antica città di Olviopol nel Governo di Elisavetgrad), Kherson. Per qualche tempo, la città di Balta del governo di Podolia avea appartenuto al governo di Odessa. In seguito fu inclusa nel territorio della Repubblica Moldava. Nel giugno del 1925, la città di Kherson cambiò il suo nome in quello di Vladimirovsk, La superficie del governo di Odessa è di 60,416 v. q. : la sua popolazione, di 3,320,000 abitanti. 6. Governo di Podolia. — Prima della guerra comprendeva i dodici distretti di Kamenets-Podolskij, Balta, Bratslav, Vin-nitsa, Gajsin, Leticev, Litin, Moghilev, Olgopol, Proskurov, USitsa, Jampol. Ora Balta è stata separata da questo governo : il capoluogo è stato trasferito a Vinnitsa : il territorio è stato diviso in sei distretti : Vinnitsa, Gajsin, Kamenets, Moghilev, Proskurov, Tulcin. La superficie è di 36.098 v. q. : la popolazione, di 2,868,000 abitanti. 7. Governo di Poltava. — Prima della guerra era diviso in quindici distretti : Polova, Gajac, Zenkov, Zolotonoga, Kobe-ljak, Konstantinograd, Kremencug, Lokhvitsa, Lubno, Mirgo-rod, Perejaslav, Pirijatinsk, Priluki, Romny, Khorol. Attualmente, il suo territorio comprende sette distretti : Poltava, Zo- — 54 — lotonoSa, Krasnograd (chiamavasi sotto lo zarismo Konstatino-grad), Kremencug, Dubno, Priluki, Romny. La sua superficie è di 40,249 v. q., e la sua popolazione novera 3,792,000 abitanti. 8. Governo di Kharkov.--Prima della guerra comprendeva 11 distretti : Kharkov. Akhtyrka, Bogodukhov, Valki, Volcansk, Zmiev, Izjum, Kupjansk, Sumy. Nel dopo guerra il distretto di Starobjelsk passò al governo del Donets, ed il restante territorio fu diviso in cinque distretti. La superficie del governo attuale di Kharkov è di 34,139 v. q., e la sua popolazione novera 2,336,000 abitanti. 9. Governo di Cernigov. — Comprendeva prima quindici distretti : Cernigov, Borzna, Glukhov, Gorodnija, Kozelets, Ko-notop, Krolevets, Mglin, Novgorod-Sieverskij, Novozybkov, Njezin, Oster, Sosnitsa, Starodub, Suraz. Quattro di essi, furono aggregati al governo di Gomel (Homel), ed una parte del distretto di Oster al governo di Kiev. Attualmente, il territorio è diviso in cinque distretti : Cernigov, Konotop, Njezin, Nov-gorod-Sijeverskij, Snov. La sua superficie è di 28,850 v. q., e la popolazione novera 1,912,000 abitanti. Nei limiti delI'Ukraina è inclusa la SSR autonoma Moldava, distaccata nel 1924 dal governo di Odessa. Il suo centro amministrativo è Balta (1). (i) Sulle origini e vicende di questa repubblica, fondata il 29 settembre 1924, e risultante dai distretti di Ribnitsa, Dubosari, Tiraspol ed Ana-nev (dai 300, ai 400.000 abitanti, per 3/4 moldavi). Cfr. A. Palmieri : La Repubblica moldava nella Russia sovietista. Vita Italiana, 15 maggio 1925, PP- 381-385. In lingua ukraina, i nomi delle principali città menzionate in questo lavoro, si leggono in tal modo : Ananiiv ; Berdyciv ; Bohodukhlv ; Cernighiv ; Hlusiv ; Haisin ; Hudjat ; Kharkiv ; Kaniv ; Konstantijnohorod ; Letyciv ; Mohyliv ; Myrhorod ; Melitopil ; Novhorod ; Ostroh ; Olkopil ; Oleksandria ; Oleksandriisk ; Proskuriv ; Pavlohorod ; Rivne ; Starobilsk ; Starokonstantyniv ; Tahanroh ; Tyraspil ; Volodymyr ; Vasylkiv ; Jampil ; Zinkiv ; Zmiiv. LA BJELORUSSIA SOVIETISTA Il popolo bielorusso, o biancorusso o biancoruteno forma una massa compatta nel bacino incluso fra il corso del Dhie-per superiore, del Niemen, della Vilja, e della Dvina occidentale. Il suo territorio, un po' come quello della Finlandia, è ricco di corsi d'acqua e di laghi, di paludi e di foreste. Esso ha avuto i suoi geografi che lo kanno descritto in opere redatte in russo, polacco e bielorusso. Fra le più importanti, citiamo il III volume della Russia pittoresca (1), il IX volume della Russia geografica (2), ed il volume IV dell'opera monumentale di Michele Baliriski sul granducato di Lituania (3). L'etnografia bielorussa ebbe un contributo importante nella Raccolta bielorussa di E. Romanov (4), e nella carta etnografica della Bielorussia, edita dall'accademico E. Karskij (5) a cui dobbiamo un'opera monumentale sui Bielorussi (6). Della etnografia bielorussa tratta eziandio l'opera di Ni-kiforovskij : Saggi sulla vita del basso popolo della Bielorussia di Vitebsfy (7). Alla geografia fisica del paese è dedicata una parte del secondo volume di A. Rehman sul Territorio del- (1) Zivopisnaja Rossija. Pietroburgo, ed. Wolf, t. Ili, 1882. (2) Rossija : polnoe geograficeskoe opisanie nasego otecest-ja (Russia r completa descrizione geografica della nostra patria). T. IX, Pietroburgo, 1905. Il volume è dedicato alla regione del bacino del Dnieper superiore e della Bjelorussia. (3) Wielkie ksiestwo Litewskie : Staroiytna Polska pod wsgledem historycznym, geograficznym, i statystycznim. Varsavia, t. IV. 1886. (4) Byt bjelorussa. Vilna, 1912 (Bjelorusskij Sbornik, t. VIII-IX). (5) Karta raaselenija bjelorusskago plemeni. Pietroburgo, ed. dell'Accademia delle Scienze, 1917. (6) Bjelorussy. Vilna, t. I-IV, 1904-1912. (7) Ocerki prostonarodnago iilja bytja v Vitebskoj Bjelorussii. Vi-tebsk, 1895. — 58 — l'antica Polonia e dei vicini paesi slavi (I). Le risorse della Bjelorussia sono state studiate da A. Ulasav in un recente volume (2), ed i risultati del censimento della sua popolazione sono consegnati in una pubblicazione ufficiale polacca (3). Nel 1920, S. Wollosowicz pubblicava un buon trattato di geografia fisica della Bielorussia e Lituania (4), e nel 1923, Arkadz Smolic, pubblicava, in bielorusso, la sua opera fondamentale : Geografia della Bielorussia (5). La prima edizione di essa era apparsa nel 1919. Nel 1924, in seguito al V Congresso dei Soviety della Bielorussia, si pubblicò un volume in russo : La repubblica socialista - sovietista della Russia, che studia di preferenza le condizioni economiche del paese (6), e più completo, sotto varii aspetti è il libro in bielorusso pubblicato a cura del Comitato Centrale della Repubblica, da A. StaSeuskij, Zilunovic ed Ignatouskij (7). Il volume tratta la storia, l'economia, la coltura e la rivoluzione della Bielorussia. Questi lati diversi della vita del paese sono studiati dallo scrittore ukraino Dmitro Dorosenko nel libro : Il mondo slavo nel suo passato e presente (8). Nel 1925 V. Ignatouskij ed A. Smolic pubblicarono un saggio di geografia generale della Bielorussia (9) e nello stesso anno il primo ristampò in forma più ristretta lo stesso volume (10). Sotto l'aspetto etnografico la Bielorussia abbraccerebbe gli antichi governi russi di Minsk, Moghilev, e Grodno : una gran parte dei governi di Vitebsk e Vilna, e parecchi distretti (1) Zie mie dawnej Polski i sasiednich krajów slowianskìch, opisane pod wzgledetn fizyczno-geograficsnym. Leopoli, t. II (Polska nièowa), 1904. (2) Bjclorussija i Litwa. Minsk, 1918. (3) ludnoéci na terenach administrowanych przez Zarzad Cywilny Ziem wschodnich w grudniu 1919. Leopoli, 1920. Litwa i Bialorué : budowa fizyczno-geograficzna, Varsavia, 1920. (5) Geografija Belarusi. Vilna, 1923, pp. 367. (6) Belarusskaja sotsialisticeskaja respnblika. Minsk, 1924, pp. 424. (7) Belarus : narysy gistorii, ekonomiki, kulturnaga i revoljutyinaga rukku. Minsk, 1924, pp. 322. (8) Slavjanskij svit i jogo minulomu i succasnomu. Voi. I, Berlino, 1922, pp. 23-66. (9) Relorttssija : territorija, naselenie, ekonomika, vaSnejsie momenty istorii : ekonomiceskij ocerk sovetskoj Belorussii i ee okrugov. Minsk, 1925, -pp. 94. (10) Belorussija. Minsk, 1925, pp. 51. — 59 — dei governi di Smolensk e di Cernigov. Il tipo bielorusso s'incontra frequentemente fra la popolazione russificata degli exgoverni di Tver, Pskov, Orel. Nel IX secolo, la Bielorussia costituiva la cosidetta Russia di Polotsk (Polotskaia Rus), distinta dalla Russia di Novgo-rod, dalla Russia di Kiev e dalla Russia di Rostov-Suzdal. Essa si estendeva lunghesso il corso superiore della Dvina occidentale e del Dnieper coi suoi affluenti : Pripet, Bere-sina, e Soza. Il territorio era abitato da tre razze : i krivici, i dregooici ed i radimici, le quali aveano raggiunto un grado elevato di coltura di fronte alle altre razze. Come nella Russia kieviana, il cristianesimo vi era importato da Bisanzio, ed il monachismo vi rappresentava la coltura. A partire dal secolo XIII, Lituani e Bielorussi accomunarono i loro destini, e combatterono insieme contro i cavalieri teutonici. Il nuovo stato lituano-bielorusso rinchiudeva nelle sue frontiere le città di Polotsk, Vitebsk, Minsk, Turov, Pinsk, Smolensk. La sua capitale fu dapprima Nowogródek, ed in seguito Vilna. Alla fine del secolo XIV il suo territorio era vastissimo. Ne faceano parte i governi zaristi di Vilna, Grodno, Kovno, Minsk, Mo-ghilev, Vitebsk, Smolensk, Podolia, Volinia, Kiev, Cernigov, e parte dei governi di Orel, Kaluga, e Tuia. Le sue frontiere giunevano a circa 107 verste da Mosca sino a Mozaisk. Nel 1386, il granducato di Lituania e conseguentemente la Bielorussia congiunsero le loro sorti con quelle della Polonia. Il bielorusso prese il sopravvento. In questa lingua si scriveano le cronache, gli statuti, le leggi, i documenti pubblici. Nel 1483 si dava alle stampe il primo libro bielorusso, mentre il primo libro ecclesiastico paleoslavo pubblicato nella Moscovia risale al 1573. Il primo stampatore è il Dr. Giorgio Francesco Sko-rina che tradusse la bibbia in bielorusso (1517-1519). Sorsero delle tipografie a Vilna, Polotsk, Minsk, Moghilev, Nesvii, Ljubca, Zaslav, Slutsk, Pinsk, Supraslo. Nel 1569 in virtù dell'unione di Lublino, la Bielorussia risentì più profondamente l'influenza della Polonia e della sua coltura. Essa si occidentalizzava. La Russia con le sue conquiste nel secolo XVIII e con l'iniqua spartizione della Polonia la sottomise al suo de-spotismo. Nella prima spartizione della Polonia (1773) essa si annette i voevodstvi di Moghilev, Mstislav, e una parte di — 60 — quello di Polotsk : nella seconda spartizione, ricevè il territorio di Minsk : nella terza la Bielorussia occidentale e la Lituania orientale. Gli scrittori bolscevichi descrivono a foschi colori le condizioni del paese sotto la dominazione russa. Si mantennero i privilegi della nobiltà, in massima parte polacca, e si ridussero alla disperazione i contadini. Gli abitanti furono russificati. Sotto il regno di Nicola I, l'università di Vilna fu chiusa, e la coltura bielorussa si confinò tra i contadini. Alla liquidazione della coltura seguì la liquidazione della Chiesa uniata con delle repressioni neroniane e perfidi intrighi. 11 movimento rivoluzionario nella Bielorussia cominciò alla fine del secolo XIX. Nel 1902 si fondava il Partito rivoluzionario bielorusso, e nel 1903, la Lega socialista bielorussa. Alla diffusione delle idee rivoluzionarie contribuì la crisi industriale derivante dalla guerra russo-giapponese che chiudeva alle industrie della Bielorussia i mercati di Oriente. Nel 1905-1907 si ebbero degli scioperi e delle rivolte. Le idee socialiste cominciarono a diffondersi pel tramite del primo giornale bielorusso fondato a Vilna : Nasa àolja, a cui seguì la Nasa Niva. Il poeta Francesco Bogugevic, coi suoi pseudonimi di Matteo Burcak o Simone Revka infiammava gli animi coi suoi canti, che la censura non permetteva si stampassero in Russia. La rinascita della Bielorussia si effettuava mediante la coltura, che nello stesso tempo s'infiltrava fra le masse cristiane e le masse ebraiche; e si esplicava con la fondazione di società letterarie. A questa rinascita, davano un efficace contributo valenti poeti, Janko Kupala, Jakub Kolas, Maksim Bogdanovic, TsiSka Gartini, Alberto Pavlovié, Ales Garun (1). (i) Sulla storia e rinascita della letteratura bielorussa cfr. A. Nowina : NaSy piesniary (I nostri poeti). Vilna, 1918. — D. Dorosenko : Belarusy i ikhnjae natsionalnae adradzenie (I Bielorussi e la loro rinascita nazionale). Vilna, 1909. — Dovnar Zapolskij : Olerki i izsìjedovanija bjelorusskoi na-rodnoj iizni i pismennosti (Saggi e ricerche sulla vita nazionale e letteratura dei Bjelorussi). Pietrogrado, 1912. — M. BogdanoviS : Bilortiske vi-drodzenija (La rinascita bielorussa). Vienna, 1916. — W. Jager : We/ssru-thenien; Land: Bewohner, Geschichte, Volkswirtschaft, Kultur, Dichtung. Berlino, 1919. — L. Lel*£ : Djamenty belarusskaga pismenstva (Gemme della letteratura bielorussa). Kiev, 1919. — M. Garetzki : Gistoryja belaruskae Literatury (Storia della letteratura bielorussa). Vilna, 1920. — F. Aljakh-Novit : Belarttski teatr. Vilna, 1924. — 61 — Gli ebrei rappresentarono una parte non indifferente nella diffusione delle idee rivoluzionarie. Fin dal 1880 si formarono dei circoli operai, e delle cooperative. Nel 1897 si costituì la Lega universale del proletariato ebraico nella Lituania e nella Polonia. Elssa prese il nome di Bund. 11 Bund non limitò la sua azione ai soli ebrei : anche gli operai cristiani della Bielorussia presero parte al movimento. Alla scuola del Bund si formò il poeta del proletariato bielorusso, ThiSka Gartny, pseudonimo di Zmitro Fedaravic Zylunovic, nato da contadini bielorussi a Kapyli (governo di Minsk) nel 1887. Allo sviluppo delle idee rivoluzionarie contribuì efficacemente la crisi economica che travagliò la Bielorussia in seguito alla guerra russo-giapponese. La disoccupazione regnò nella contrada fra il 1905 e il 1907. 11 malessere economico ebbe le sue ripercussioni nel dominio politico prima, e poi nel dominio colturale. Esso cominciò ad esternarsi con un risveglio della coscienza nazionale. I capi del movimento, sia ebrei, sia cristiani dimandavano l'autonomia colturale, lo studio libero della loro lingua e della loro letteratura. Gli ebrei fondarono una Società letteraria ebraica, ed una Società per la diffusione dell'istruzione jra gli ebrei. La Bielorussia ebbe molto a soffrire durante la grande guerra. I giovani atti alle armi erano costretti ad arruolarsi nell'esercito : una parte della popolazione, in seguito all'invasione del territorio russo da parte dei belligeranti, era costretta a cercarsi altrove un rifugio. Assommano a due milioni i profughi bielorussi durante la guerra; la massima parte era composta di contadini. I tentativi per dare alla Bielorussia un'esistenza nazionale cominciarono nel 1915, durante l'occupazione tedesca. Si volle costituire una confederazione bielorussa sotto la protezione della Germania, e ristabilire l'antico granducato lituano. Nel 1916 i rappresentanti dei circoli intellettuali bielorussi inviarono a Losanna alla Conferenza delle nazionalità un memorandum, per dimostrare la necessità di esistenza di una Bielorussia indipendente. A Minsk, si organizzò il Comitato Nazionale Bielorusso, che assunse la direzione del movimento — 62 — nazionalista bielorusso. Nel luglio del 1917, questo comitato convocò un congresso, che istituì un Consiglio Centrale delle associazioni bielorusse per intensificare il lavoro di unificazione nazionale. La rivoluzione dell'Ottobre non arrestò l'attività nazionalista. Le rivendicazioni nazionali s'intrecciavano con quelle economiche. Nel dicembre del 1917 si tenne il Congresso panbielorusso, che raccolse 1872 delegati e che si mantenne immune da dottrine comuniste. Esso riconobbe quale suprema autorità della Bielorussia, il soviet panbjelorusso dei dedelegati dei soldati, contadini ed operai : nello stesso tempo, esso proclamò la Repubblica democratica bielorussa. In seguito venne la rottura fra il Soviet panbielorusso, e Mosca. Il movimento nazionalista si distaccò dai bolscevichi che miravano alla lotta di classe. 11 25 febbraio 1918, i tedeschi occuparono Minsk. Il Soviet del Congresso Panbjelorusso diede di nuovo segni di vita. Esso pubblicò a breve distanza l una dall'altra tre diverse costituzioni della Bielorussia indipendente. Entrò in vigore quella che proclamava la Repubblica bielorussa nazionale indipendente. La Rada espulse dal suo seno i rappresentanti degli zemstvo ed arruolò i suoi membri fra i contadini, i proprietari, ed il clero della città di Minsk. Questi elementi, a quel che afferma lo Smolic, erano favorevoli alla dominazione tedesca. Il 25 aprile, la Rada inviò al Kaiser un telegramma esprimendogli la riconoscenza del popolo bielorusso per la sua liberazione dal bolscevismo e chiedendogli il mantenimento dell'indipendenza bielorussa. I socialisti si allontanarono allora dalla Rada. Nel dicembre del 1918, gli eserciti rossi s'impadronirono di Minsk. Il 29 dicembre dello stesso anno si organizzò il partito comunista bielorusso, ed il 1° gennaio 1919 si proclamò solennemente la Repubblica socialista sovietista indipendente della Bielorussia. Ma il bolscevismo non attecchiva realmente tra le masse del popolo. Ce lo attesta lo stesso Smolic : « Nel marzo del 1918, la BSSR si univa alla Lituania Sovietista, affine di meglio difendere le masse operaie ed agricole della — 63 — Bielorussia dalla Polonia in cui si svegliava l'imperialismo nazionale, e da cui si rivendicavano la Lituania e la Bielorussia come provincie polacche. S'iniziò allora una lotta accanita con le aquile bianche. Sorretta dall'Intesa, la Polonia si avvicinava. Ben presto i suoi artigli si conficcano nelle carni della. Lituania e della Bielorussia agricola ed operaia » (1). I disegni della diplomazia sovietista per la creazione di una Bielorussia indipendente sono chiaramente svelati in un memorandum del 10 dicembre 1920 presentato alla repubblica polacca da una delegazione bielorussa. Come osservava l'Est Polonais ^2), il governo dei Soviety volea mettere la Polonia di fronte ad un fatto compiuto, per impedire l'orientamento bielorusso verso i Polacchi. Il memorandum che conteneva 15.000 firme, così esprimeva la volontà dei suoi firmatari: « Con grandissima gioia noi aspettavamo le forze polacche che si appressavano alla nostra contrada. Noi le riguardavamo come delle forze liberatrici e salvatrici. La folgore invece è caduta sulle nostre teste. Si è firmata a Riga una pace vergognosa, e si è disposto di noi senza il nostro consentimento. Da secoli la nostra terra è congiunta con la Polonia con una (1) Per la storia della Bjelorussia cfr. P. N. Batiuskov : Bjelorussija i Litva : istoriceskija sudby sjeverozapadnago kraja (La Bjelorussia e la Lituania: le sorti storiche della regione del nord-ovest). Pietroburgo, 1890. — P. Golubovskij : Istorija Smolenskoi zemli do natala XV st. (Storia della regione di Smolensk sino al princio del secolo XV). Kiev, 1895. — M. Lov-nar-Zapolskij : Ocerki istorii krivicskoi i dregoviiskoj zemel do kontsa XII stoljetija (Saggi storici sul territorio dei Krivici e dei Dregovici sino alla fine del secolo XII). Kiev, 1891. — Id. : Asnovy dzjariavnastsi Belarusi (Fondamenti dello stato Bjelorusso). Vilna, 1919. — V. Danileviò : Olerk istorii Polotskoj zemli do kontsa XIV st. (Saggio di storia della regione della Podolia sino alla fine del secolo XIV). Kiev, 1896. — A. Navin : Bje-lorussy. Pietroburgo, 1910. — Vlast : Gistorija Belarusi (in bjelorusso). Vilna, 1910. — D. Dorosenko: Bilorusi ta ikh natsionahie viitodiennja (I Bjelorussi e la loro rinascita nazionale). Kamenets-Podolsk, 1919. — A, Tsikevic: Bclorus. Berlino, 1919. — Id. : AdradSenne Beljarusi i Polita (Il Rinascimento della Bjelorussia e la Polonia). Berlino, 1921. (2) Derniers événements en Ruthénie Bianche, 30 dicembre 1920, pagine 212-213. — 64 — unione volontaria. La nostra terra non è stata mai russa. Per sei secoli siamo vissuti in pace sotto l'ala protettrice della repubblica polacca fino al momento in cui siamo stati separati dal nemico comune. La Dieta della Polonia non avea il diritto di abbandonare la Bjelorussia nelle mani dei nemici del genere umano... Non vi sarà pace in Europa, finché la Polonia unita con la Bjelorussia non sia abbastanza forte per resistere a chi cova il proposito di aggredirla ». Il memorandum descriveva le condizioni della Bjelorussia bolscevista : « Regna una tirannia atroce. Gli uomini validi dai 18 ai 45 anni sono arruolati con la violenza ed inviati a combattere in Siberia. Le donne sono costrette a lavori for zati. La proprietà è saccheggiata. I cittadini più benemeriti sono trucidati e perseguitati. Villaggi intieri, col pretesto d'insubordinazione, sono incendiati. Il nostro sventurato paese è bagnato di lagrime e di sangue, e agonizza sotto un giogo inumano ». Dopo una breve occupazione della Bjelorussia da parte degli eserciti polacchi sotto il comando di Pilsudski nell'autunno del 1919, gli eserciti rossi rientrarono nel territorio bielorusso, ed cccuparono Minsk 1*11 luglio 1920. Si proclamò di nuovo la repubblica sovietista bjelorussa, l'avanguardia occidentale dell'Unione sovietista. La Bjelorussia occidentale passò nelle mani della Polonia : l'Orientale, compresa nei governi di Vitebsk, Homel e. Smolensk legò le sue sorti a quelle della Russia bolscevista. Cominciò allora il lavoro di organamento socialista. Furono costituite le amministrazioni centrali, esaminati i varii lati del problema nazionale, ordinate le forze culturali del paese, e raccolte le risorse per valorizzarle. Bisognò anzitutto tracciare le frontiere della nuova repubblica in modo che rispondessero alle sue condizioni etnografiche ed economiche. 11 4 febbraio 1924, la presidenza del Comitato esecutivo centrale panrusso tracciava i confini dei governi di Vitebsk, Homel e Smolensk. Sotto il controllo di Asatkin, membro del Comitato, due delegati dei governi di Homel e di Smolensk avrebbero esaminate le difficoltà a cui avesse potuto dar luogo la delimitazione delle frontiere. — 65 — A cinque ammontano gli elementi etnici che costituiscono la popolazione della Bielorussia : cioè il bielorusso, l'ebraico, il polacco, il velikorusso ed il lettone. Si è proclamata la piena uguaglianza fra questi elementi diversi di coltura e di lingua. Le cinque lingue sono in uso nei documenti ufficiali. Le istituzioni, dicono i soviety, servono pei cittadini, non già i cittadini per le istituzioni. Il bielorusso è coltivato di preferenza nelle scuole. Sotto il regime zarista, al pari della lingua ukraina, la lingua bielorussa era vietata, o disprezzata come lingua dei contadini. « Se essa è realmente la lingua dei contadini, la sua importanza aumenta. Per esercitare un'influenza salutare sui villaggi, è d'uopo conoscere la lingua della maggioranza dei loro abitanti. Anche l'ebraico è stato rimesso in onore. Lo si riguardava come un jargon : i soviety lo considerano invece come una lingua storicamente complessa, e diffusa nei ceti operai. Si studiano infine il polacco ed il russo, perchè la repubblica del proletariato non teme la diversità di favelle ». Non vi sono persecuzioni contro la lingua russa e la lingua polacca. Sono delle lingue che parlano le masse operaie della Russia e della Polonia. La repubblica di classe non teme dei danni per la sua unità dal fatto che i suoi sudditi parlano lingue diverse. Le masse operaie non sono collegate dall'unità di lingua, ma dalla loro adesione ad una sola classe, i cui interessi sono loro a cuore, e si comprendono facilmente in tutte le lingue del mondo » (1). La parte amministrativa della Bielorussa è regolata da una Costituzione che comprende 104 articoli; la politica na- (i) Smolic: Op. cit. P. 50. Sull'organamento interno della Bjelorussia, i dati più recenti sono quelli forniti dagli atti del VII Congresso panbjelo-russo raccolti nella Spravazdaca uradu belarusskae savetskae sotsyjaly li-stycnae respubliki (in bjelorusso). Minsk, 1925, pp. 346. Cfr. anche lo Ste-nograjìceskij otlet Vl-j sessii tsentralnogo ispotiitelnogo komiteta B. S. 5. R. VI-go Sozyva. Minsk, 1925. — Tezisy dokladoviia VII sesde Sovetov B. S. S. P. Minsk, 1925. — Per la parte economica 0 finanziaria, gli Ocerki po narodnomu khozjajstvu i finatisam belorusskini. Minsk, 1925, ed il Bjul-leten Gosplana BSSR, cominciatosi a pubblicare nell'ottobre del 1925. 7 — 66 — zionale da un postanovlenie o decreto del Comitato esecutivo della VI assemblea della BSSR. La superfìcie attuale della Bielorussia è calcolata a 110 mila 600 eh. q. : secondo le geografie bielorusse, tutto il territorio bielorusso avrebbe un'estensione di 320,000 eh. q. I suoi confini sarebbero, all'ovest, la Polonia e la Lettonia : al nord ed all'est la SFSR, al sud l'Ukraina. Le città principali sarebbero 12: Minsk (110,900 ab.); Vitebsk (99,900); Mo-ghilev (41,600; Bobrujsk (33,400); Orga (20,400): Polotsk (19 mila 300); Borisov 17,600); Slutsk (13,700); Rogacev (11,200); 21obin (9,700); Mozyr (8,300); Klimonvic (5,600). La popolazione attuale della BSSR (in lettere russe BCCP) è calcolata a 4,171,866 anime: in questa cifra la popolazione urbana è calcolata a 589,111 anime. 11 territorio della Bielorussia rappresenta il 0,53 % della superficie totale dell'unione sovietista. L'Ukraina la supera di quattro volte, ed il Caucaso di circa due volte. La sua popolazione forma il 3,1 % della popolazione totale della Unione delle Repubbliche Sovietiste. Non ci sono dati certi per determinare la proporzione numerica delle varie nazionalità nel territorio bielorusso. Il censimento del 1920 è stato effettuato in circostanze sfavorevoli, durante la guerra russo-polacca, e bielorussa-sovietista. Ragioni politiche hanno quindi influito ad aumentare la proporzione dell'elemento velikorusso. Secondo i dati di quel censimento, la popolazione della repubblica bielorussa comprenderebbe il 71 % di bielorussi; il 15,4 % di russi; il 10,7 % di ebrei; il 2,1 % di polacchi; il 0,8% di altri elementi etnici. Secondo lo Smolic, la vera proporzione dei bielorussi si eleverebbe all'81,83 %. L'aumento annuale della popolazione bielorussa è calcolato a 100,000 anime. Vi è un incremento nelle nascite. Nel 1922, esso giungeva a 19,5 per 1000; nel 1923 si elevava a 26 per 1000. L'analfabetismo vi era molto diffuso. Il numero di coloro che sapeano leggere e scrivere nel 1922 raggiungeva la proporzione del 32,7 %. Nel momento in cui scriviamo, il numero delle scuole primarie è salito a 4,023, quello dei maestri, a 8,569, e quello degli alunni a 338,000. La proporzione numerica delle scuole è di 8,1 % di fronte a 3,8% nell'ante- — 67 — guerra. La seguente tabella indica la divisione amministrativa della Bielorussa, con la popolazione e superficie dei suoi varii distretti : DISTRETTI Superficie km. q. Circondario 0 raionv Soviety numero Popolazione Media per km. q. Polotsk....... 9,366 9 98 316,111 33,8 Vitebsk....... 11,372 12 132 576,393 50,7 Orsa........ 7.931 IO 108 406,111 51,2 Kalinin....... 8,371 IO 126 397,293 47,4 Moghilev...... 11,682 IO l6l 533-359 45.7 Bobrujsk...... 14.452 12 149 507,149 35.i Mozyr....... 16,268 IO II4 318,419 19,6 Slutsk ........ 8,414 7 88 284,752 33,9 Minsk....... 10,888 11 122 502,102 46,1 Borisov....... 11,840 9 106 365.180 30.9 TOTALE . . . 110,584 100 1.204 4.206,869 38,0 disproporzione che si osserva fra le statistiche del 1897, e I geografi della Bielorussia mettono in rilievo la grande quelle del 1920 a riguardo del numero dei bielorussi. Secondo la prima, la proporzione dei bielorussi nel distretto di Ve-liz era dell'85,7 % : in quello di Nevel dell'81,1 % : secondo la statistica del 1920, quella proporzione pei due distretti era stata ridotta a 31 %. Per questo fatto, si è data una spiegazione che, se non è vera, è ben trovata. La Polonia volea che la Bielorussia etnografica fosse aggregata intieramente al suo territorio. I contadini bielorussi nascosero allora la loro origine bielorussa, e s'iscrissero nei registri come velikorussi (1). (i) Le cause di diminuzione della popolazione bielorussa sono da ricercarsi più che altro nella politica di russificazione del governo zarista, e specialmente nei suoi tentativi di sterminio del cattolicismo e della Chiesa — 68 — Con tale astuzia, essi manifestarono il loro desiderio di appartenere ai Soviety, che loro distribuivano le terre dei padroni. In altri termini, con la promessa di dividere fra di essi le spoglie dei ricchi, Mosca esercita la sua propaganda fra le masse agricole. Quello che è avvenuto nella Bielorussia, si ripete anche nella Bessarabia, in cui i contadini sono sobillati contro il governo romeno col miraggio di nuove distribuzioni di terre. L'elemento agricolo della popolazione bielorussa raggiunge l'83,50 %, specialmente nei distretti di Smolensk e di Moghilev. * * * Politicamente, la Bielorussia primitiva era formata di sei distretti del governo di Minsk : Minsk, Bobrujsk, Borisogljebsk, Mozyr, Slutsk, e Igumen. Con decreto del 3 marzo 1924, vi si aggiunsero altro distretti che attualmente sono divisi in 10 circoscrizioni o provincie (okrug), suddivise a loro volta in rajony. 1. O^rug di Polotsk. Comprende i nove rajony di Polotsk, (Vetrino, Volyntsy, Drissa, Dretun, Osveia, Rossona, Ulla, USac. La superficie è di 9,366 eh. q., e la popolazione di 316 mila 111 abitanti. La capitale Polotsk, novera 19,330 abitanti. E.ssa è collegata per ferrovia con Leningrad, Mosca, Riga e Varsavia. La Dvina che traversa la provincia di Polotsk è navigabile. Le città più importanti dopo Polotsk sarebbero Drissa, con 2725 abitanti, e Ulla, con 1850 abitanti. 2. Okrug di Vitebsk- Comprende i dodici rajony di Besen-kovici, Vitebsk, Vysocany, Gorodok, Ezeris§e, Kuznetsov, Liozno, Meza, Sirotino, Suraz, Senno, Cagniki. La sua superficie è di 11,372 eh. q., e la sua popolazione, di 576,393 ab. La capitale Vitebsk, centro industriale di prim'ordine, novera più uniata in questa regione. Cfr. M. Domanska : Pcrsécutions du catholici-sme en Ruthénie Bianche. Est polonais, 30 gennaio 1921, pp. 18-21. — M. Nalf.cz-Dobkawoi.ski : La Ruthénie Bianche. Ibid., 5 agosto 1921, pagine 519-524. — 69 — di 90,000 anime. Una linea ferroviaria la congiunge con Le-ningrad e Kiev. Altre città importanti sarebbero Gorodok (5 mila 170 abitanti); Senno (4,187), e Suraz 3,320). Sotto l'aspetto commerciale, degne di menzione sono le città di Begenkovici (2,902) Cagniki (5,270) e Liozno (2,632). 3. Okrug di Orsa. Comprende i dieci distretti di Bogugev-ka, Gorki, Dribin, Du'brovka, Kopys, Kokhanovo, Krugloe, Lja-dy, OrSa, Tolocin. La sua superfìcie è di 7,931 eh. q., e la sua popolazione di 406,111 abitanti. Or§a è una città di 20,414 abitanti. Essa è il centro delle linee ferroviarie della Bjelorussia orientale. 4. Oì^rug di Kalinin. Comprende i dieci rajony di Belyn-kovici, Klimovici, Kostjukovici, Krasnopolje, Kricev, Milosla-vici, Mistislavl, Rjasna, Khotinsk, Cerikov. La sua superficie è di 8,371 abitanti, e la sua popolazione novera 397,293 abitanti. Il capoluogo Klimovici, novera 60,508 abitanti. La provincia si trova nel bacino della Soza. Altre città importanti sarebbero Mstislavl con 9,100 abitanti: Cerikov (7,600), Kricev (6,292), Khotinsk (3,716). 5. Okrug di Moghilev. È diviso nei dieci rajony di Belynici, Staryj Bykov, Staryj Zuravici, Korma, Lupolovo, Moglulev, Propoisk, Cecevina, Causy, Sklov. La stiperficie è di 11.682 eh. q., e la popolazione di 533,359 abitanti. Il capoluogo Moghilev novera 41,600 abitanti. La città è un centro dell'industria dei pellami. 6. Ok.rug di Bobrujsk.. È diviso nei dodici distretti di Bobrujsk (questo rajon è suddiviso in due). Buda-ko§elevskaja, Gorodets, Zlobin, Klicev, Osipovici, Parici, Rogacev, Svislov, StreSin. La sua superficie è di 14,452 eh. q., e la sua popolazione di 507,149 abitanti. Il capoluogo, Bobrujsk novera 33,455 anime. Centri popolati sarebbero Rogacev (11,241 abitanti), Zlobin (9,691) e Glusk (4,600). Vi fiorisce l'industria del vetro Il paese è ricco di foreste. 7. Okrug di Mozyr. È diviso nei dieci distretti di Zitkovici, Elsk, Kalinkovici, Lelcintsy, Mozyr, Narovl, Ozarici, Petrikov, Turov. La sua superficie è di 16,268 eh. q., e la sua popolazio- — 70 — ne, di 318,419 abitanti. Il capoluogo Mozyr, novera 12,365 abitanti. Altri centri importanti sarebbero Petrikov, con 10,686 abitanti, e Kalinkovici, con 3,086 abitanti. 8. Okrug di Slutsk- Comprende i sette distretti di Grozov, Kopyl, Krasnaja Sloboda, Ljuban, Slutsk, Starobin, Starye Do-roghi. La superfìcie è di 8,414 eh. q., e la popolazione di 284,752 abitanti. Il capoluogo Slutsk, novera 13,705 abitanti. La città di Kopyl, 3,473. L'industria principale è quella del bestiame. 9. Ok.rug di Minsk.. Comprende gli undici distretti di Za-slavl, Kojdanovo, Logojsk, OstroSitskij-Gorodok, Pukhoviòi, Sa-mokhvalovici, Smilovici, Smolevici, Uzda, Cerven, $atsk. La superficie è di 10,888 eh. q., e la popolazione di 502,162 abitanti. Il capoluogo è la città di Minsk, con 1 10,926 abitanti. Essa è il centro letetrario della Bjelorussia. L'iniziativa più importante del Commissariato Nazionale per l'Istruzione è stata la fondazione dell'Università nazionale bjelorussa, aperta, in questa città, nel 1921, con tre facoltà. In seguito si aggiunse una quarta facoltà. Le quattro facoltà, giuridico-economica, pedagogica, medica, ed operaia sono divise in varie sezioni, e dotate di laboratorii e gabinetti. La biblioteca universitaria novera 130,000 volumi, e ricca sovratutto è la sezione bjelorussa (1). Nel 1922 s'inaugurò anche il museo nazionale, l'Istituto di coltura bjelorussa, l'Istituto di economia rurale. Nel 1920 si è aperto un archivio centrale che raccoglie un migliaio di documenti bjelorussi scritti nei secoli XV-XVIII e varii archivi di monasteri, tribunali, diocesi, ecc. Nel 1923 il giornalismo era rappresentato da cinque giornali bjelorussi, nove giornali russi, due giornali ebraici e due giornali polacchi. 10. Okrug di Borisov. Comprende i nove distretti di Bo-risov, Berezino, BegomI, Zembin, Krupki, Lepel, PleS§enitsy, Kholopenici, Cereja. Ha una superficie di 11,840 eh. q., e una (i) Cfr. A. Cervjakov: Belorusskaja Sovetskaja Sotsialisticeskaja Res-■publika. Zizn Natsionalnostej, 1923, I, pp. 153-161. — 71 — popolazione di 365,180 abitanti. Il suo capoluogo Borisov novera 17,644 abitanti. Città importante è anche Lepel con 4,800 abitanti (2). (2) L'università di Minsk pubblica i suoi Annali. Per offrire ai nostri lettori un'idea del contenuto di questa pubblicazione, diamo i titoli dei lavori inseriti nel primo fascicolo {1922) : M. B. Kroll : Il pensiero e la parola. — V. N. Ivanovskij : La logica della storia come ontologia dell'unità. — S. Ja. Wolf : Il materialismo dialettico nelle opere di G. V. PleUhanov. — G. S. Gurvic : Il diritto e la inorale dal punto di vista della concezione materialista della storia. — M. M. Slovev : La scuola ed i problemi della pedagogia scientifica. — V. N. Pertsev : Le concezioni politico-sociali di Platone. — N. M. Nikolskij : Le relazioni feodali nell'antico Israele. — M. G. Syrkin : Donatello e gli albori del Rinascimento. — A. I. Voznesenskij : Il metodo di studio della letteratura. — N. V. Sarov : Le poesie di Heine nelle versioni di T]uttev. — V. I. Pif età : Uno statuto della regina Bona. — A. A. Savic : Le scuole uniate della Russia Occidentale nei secoli XVII e XVIII. IL CAUCASO SOVIETISTA i. La repubblica georgiana. — 2. La repubblica armena. — 3. La repubblica dell'Azerbaigian. Uno dei principii fondamentali della politica bolscevista dopo il crollo dello zarismo, era l'autodecisione dei popoli. Si voleano cancellare i ricordi del panrussismo che mirava a sopprimere tutte le nazionalità, a beneficio esclusivo della nazionalità russa. Questi buoni propositi dei Soviety, se sono stati mantenuti a riguardo di certe repubbliche sovietiste, furono dimenticati nel Caucaso. Per quanto le varie razze del Caucaso nulla avessero di comune con le razze slave, i Soviety di Mosca non hanno voluto sottrarre al loro despotismo un territorio che avea i migliori requisiti per farne a meno della tutela russo-bolscevista. 11 Caucaso era una delle prede più ambite del regime degli Zar, ed i Soviety non hanno esitato, coi loro metodi abituali di violenza, a non lasciarsela sfuggire. Le ragioni addotte dai geografi bolscevisti per giustificare la guerra di sterminio dichiarata dai Soviety al popolo georgiano entrano nell'orbita esclusiva degl'interessi materiali. Di fronte alle esigenze economiche, l'ideologia bolscevista rinunzia ai suoi sogni ed alle sue utopie. Questa prevalenza delle preoccupazioni materiali nella politica bolscevista a riguardo del Caucaso, è messa in piena luce da A. F. Ljaister, e G. F. Cursin nella loro recentissima geografia di quella regione. Secondo i due scrittori russi, il Caucaso è una delle zone più interessanti dell'Unione Sovietista, sotto gli aspetti naturale, storico, etnografico, ed economico. In un territorio non molto esteso (450,000 eh. q.) s'incontrano Te condizioni di na- — 76 — tura più varie, le risorse più ricche del suolo, e le migliori possibilità d'imprese economiche. Grazie alla diversità di clima, l'agricoltura sviluppa le colture più diverse. La ricchezza di minerali apre un campo vastissimo alle industrie. La zona petrolifera del Caucaso è una delle più considerevoli del mondo. I suoi depositi sono calcolati a 70 miliardi di pudi. Le sue miniere di manganese sembrano inesauribili. Le sue forze idrauliche superano i sette milioni di cavalli. 11 paese, per quel che concerne i suoi abitanti, è un museo di razze, di religioni,, e di lingue. Gli scrittori bolscevisti rimproverano al regime zarista, un regime maledetto, la decadenza economica del Caucaso. Lo zarismo considerava questa regione come un paese di frontiera selvaggia, che bisognava soggiogare col ferro e col fuoco. Le tribù indigene, i karabulaki, gli ubyki, i circassi, e gli ab-khazi avrebbero dovuto scomparire, per cedere il posto ai coloni venuti dal nord. Questa colonizzazione militare agricola mirava a creare nel Caucaso un centro di resistenza contro possibili rivolte nazionali dei popoli oppressi. In realtà, gli sforzi dello zarismo strappavano, sradicavano dal suolo del Caucaso una coltura antichissima, soffocavano le aspirazioni degli indigeni, stabilivano un sistema di angherie e di vessazioni che paralizzava l'attività delle varie razze. Secondo i due geografi summentovati, la politica dello zarismo, fondata sulle massime di Machiavelli, aizzava le une contro le altre le varie nazionalità, applicava in grande il principio del Divide et impera, manteneva accesa la fiamma della discordia nel focolore del Caucaso, ed ostacolava sistematicamente i tentativi di risveglio dei popoli oppressi. I bolscevichi affermano che dopo il crollo dello zarismo, le condizioni sociali non mutarono nel Caucaso. All'assolutismo della burocrazia zarista, succedè quello dei menscevichi georgiani ed armeni, i quali adersero una barriera contro il proletariato, ed affermarono la preponderanza delle classi dirigenti e borghesi sulle masse operaie. Una tale politica condusse alla guerra armeno-georgiana ed armeno-tartara, ed alla sanguinosa pacificazione dell'Ossetia meridionale. « Solamente la grande rivoluzione dell'ottobre, solamente l'autorità sovietista, che riconosce il dritto delle nazionalità — 77 — alla loro autonomia (!), schiuse ai popoli dell'ex-impero lusso un'ampia via alla loro liberazione nazionale, al libero sviluppo creatore della loro coltura materiale e spirituale. Solamente l'autorità sovietista, il governo degli operai e dei contadini, che vivono nel Caucaso, una volta affermatosi in questa regione, tutelò la pace nazionale e l'unità fraterna (!) delle classi operaie, e si preoccupò di stabilire delle condizioni tali, che le singole nazionalità, incluse nelle frontiere dell'Unione sovietista, possano raggiungere uno stadio elevato di coltura e di sviluppo economico. Sorsero in tal modo le repubbliche della Transcaucasia e del Caucaso settentrionale. Le minoranze etniche delle medesime furono dotate di ampia autonomia. Ora solamente la ricchezza delle risorse naturali del Caucaso è largamente sfruttata dai suoi abitanti » (1). Raramente ci capita di leggere un tale ammasso di bugie in una mezza pagina. Che esse siano state dettate da scrittori, a cui il regime bolscevista impone, sotto pena di morte, la falsificazione della verità storica, lo si comprende di leggieri. Ma che esse siano state raccolte, e diffuse ufficialmente in un documento dei rappresentanti di un popolo civile, qual'è l'ir glese, ecco un fatto che ci dà un'idea molto meschina della lealtà ed onestà del socialismo britannico. Il capitolo dedicato alla Georgia nella Relazione dei Delegati della Trades Uni-tomnaja respublika). Secondo i bolscevichi, le grandi distanze dell? steppa dei Kizhiz non favorirono sulle prime la cliiTu-siore del bolscevismo. La reazione vi trionfò, specialmente fra i grandi piopi^-tarii di terre. I cosacchi, guidati dallo het-man Dutov, vi spesarono la causa dello zarismo. Le idee nazionaliste vi erano propagate dal governo nazionale di Ala§-Horda. Ma la propaganda bolscevista e gl'insuccessi di Kol-ca* costrìnsero 1 A iu5-Horda a capitolare. La fame devastò la regione nel .'921-22. Essa infierì in una massa di abitanti calcolata a due n.i.'ioni e mezzo d'individui. Alla fame si aggiunsero le epidemie che decimarono la popolazione. Il 90 per cento del bestiame (i Kirghiz vivono di pastorizia e di agricoltura) disparve. La produzione mineraria, in seguito ai sistemi di sfruttamento industriale dei Soviety, si arrestò. La guerra civile nella regione distrusse le vie di comunicazione. La fame e le epidemie provocarono la chiusura di metà delle scuole che nel 1921 erano 5,500. Ora, secondo i bolscevichi, la steppa si agita. A cura dei soviety, 80,000 persone hanno sgombrato la zona colpita dalla fame : 35,000 fanciulli sono stati raccolti in asili per l'infanzia. La Croce Rossa americana vi ha fatto funzionare migliaia di cucine economiche. Nelle condizioni più disastrose si trovano i governi di Bu'keev e degli Urali. Nel secondo, il numero dei capi di bestiame da 2,571,800 nel 1917 si è ridotto a 516,900: nel primo, da 1,124,900 nel 1917 è sceso a 218,900. Quanto grave sia stata la rovina materiale e spirituale del popolo dei Kirghiz, ce lo attesta la diminuzione delle scuole primarie che da 6224 nel 1913 si ridussero a 1324 nel 1922. I. Nagovytsin : V Votskoj oblasti. Ibid., 1921, nn. 22, 27, 30. — Alek-sjeev e T. Borisov : V votskoj avtonomnoj oblasti. Ibid., 1922, nn. 2, 5. — Golod v Votskoj oblasti. Ibid., 1922, n. 1. — Godovssina Votskoj avtonomnoj oblasti (L'anniversario dell'autonomia votjaka). Ibid., 1922, numeri 6-7. — T. Borisov : O votskoj pelati i literature (La stampa e la letteratura votjaka). Ibid., 1922, n. 12. — I. Sjumori : Siluety votjatskikh poetov (Profili di poeti votjaki). Ibid., 1922, n. 12. — K. Herd : Narodnoe tvorlestvo votjakov (La produzione letteraria nazionale dei Votjaki). Ibid., 1922, n. 16. — K. Hicrd: Votskaja Avtonomnaja Oblast. Ibid., 1923, I, pp. 75-81. — 125 — il! numero degli analfabeti è enorme, e raggiunge il 96 % in quello di Kustanaj, e dell'87 % in quello di Semipalatinsk (1). 10. Repubblica del Turkestan. Più che altro essa appartiene alla storia del passato dell'amministrazione bolscevista, essendo stata soppressa con la fondazione dell'Uzbekistan e del Turkmenistan. Sotto l'aspetto commerciale era il paese più sfruttato dello zarismo... e anche del bolscevismo. Lo si considerava come l'Egitto della Russia. Le piantagioni di cotone vi avevano un'estensione di 600,000 desjatine, nel 1915-1916. Tutta la fertile vallata del Fergan si era tramutata in fornitrice del mercato cotoniero russo. Il Turkestan produceva dagli II ai 12 milioni di pudi di cotone e la Transcaucasia I milione. Il paese, dicono i bolscevichi, era diventato capitalista nel vero senso della parola, ed il regime feodale vi prosperava. Nel 1917, tutto il distretto di Andi-Zan apparteneva al capitalismo locale. I contadini russi colonizzavano il territorio. Gl'indigeni emigravano altrove, o si disperdevano nella steppa. Gli abitanti di razza kirghiza da (i) Tungacin : V Bukeevskoj orde (Nella Orda di Bukeev). Zizn natsionalnostej, 1919, n. 6. — Zenekesev : Krasnyj Uralsk. Ibid., n. 11. — Kirghizy. Ibid., 1919, nn. 12-14. — Bakht-Ti-Terf.ev : Narodnoe obrazo-vanie kirghizskogo naroda (Coltura popolare). Ibid., 1919, n. 16. — Baj-tursunov : Revoljutsija i kirghizy. Ibid., 1919, n. 31. — D. Bukiniò: Kommutiizm i kirghizy. Ibid., 1919, n. 29. — Kirghizy i Sovetskaja vlast. Ibid., n. 47. — S. S. Petskovskij : Sovetskaja Kirghizija. Ibid., 1920, nn. 12, 27. — D. Lijanov : Avtonomnaja Kirghizija. Ibid., 1920, n. 30. — N. L. : Uspekhi (Progressi) Kirghizii. Ibid., 1920, n. 32. — M. Zorkij : Dvizenie molodeii v Sovetskoj Kirghizii (Il movimento della gioventù nella Kirghizia sovietista). Ibid., 1920, n. 36. — O kirghizskoj intellighentsii. Ibid., 1920, n. 31. — V. A. ZenkovuS : Kirghizija. Ibid., 1921, nn. 14, 16, 18, 21. — T. M. : Kirghizskaja intellighentsija i Alas-Orda. Ibid., 1921, n. 20. — Pavbar : Po Kirghizii. Ibid., 1921, n. 20. — Golod (Fame) d kirghishoj Respublike. Ibid., 1921, n. 22. — M. P. 2-j : Vsekirghizskij sezd. Ibid., 1921, n. 23. — Id. : PromySlennoe razvitie Kirghizii (Lo sviluppo industriale della Kirghizia). Ibid., n. 25. — A. Kenzin : Kirghizy i Oktjabrskaja revoljutsija. Ibid., 1921, n. 24. — Pavbar: Kirghizija. Ibid., 1922, n. 1. — F. Cernykh : Izucenìe kirgliiskoj tnuzyki (Lo studio della musica kirghiza). Ibid., 1922, 11. 13. — S. Mendesev : Kirghizskaja avtonomnaja respublika. Ibid., 1923, I, pp. 81-86. — Ben Arnazi : V Kirghizskoj avtonomnoj Respublike. Ibid., 1923, II, pp. 46-58. — Orenburg è il centro della letteratura kirghiza. Il giornale più diffuso è il Kirghizstan rosso. — 126 — 1,950,000 nel 1916, scendevano a 500,000 nel 1920: i loro capi di beestiame da 6 milioni ad I milione. Un gran numero di essi (in certi distretti il 60 %) erano stati mietuti dalla fame. 11 loro terreno coltivato da 3,288,330 desiatine nel 1915, scendeva a 1,180,069 des. nel 1919, e a 1,677,689 nel 1921. Le ripercussioni del crollo dello zarismo si erano fatte sentire nel Turkestan fin dal 1917. A Tashkent, il 10 marzo si era celebrata la festa della libertà. Ma il bolscevismo non tardò a dissipare le speranze che quella festa avea fatto nascere. Il 13 settembre scoppiavano i primi moti rivolu-zionarii che assumevano un carattere antimilitarista. Il governo di Kerenskij vi mandava, per stabilirvi l'ordine, il generale Korovnicenko. Alla fine di ottobre, dopo conflitti sanguinosi i bolscevichi aveano il sopravvento, ed il primo novembre 1917 essi erano padroni a Tashkent. I musulmani, che formavano il 95 % della popolazione locale, si lusingavano di prendere parte alla vita pubblica. Le loro aspettative furono deluse. Essi organizzarono allora un congresso regionale musulmano che fu inaugurato a Ko-kand il 26 novembre 1917. II suo atteggiamento, decisamente nazionalista, era ostile ai Bolscevichi. Alle sedute presero parte 180 delegati. Essi istituirono un governo provvisorio a Kokand. Si proclamò l'autonomia della regione. A capo del governo si scelse Tenisbaev, membro della seconda Duma. Il governo bolscevista di Tashkent si oppose con la violenza a qualsiasi forma di governo indigeno. Il terrore regnava a Tashkent. Il generale Korovnicenko era assassinato da un soldato. Il 13 dicembre 1917 si commisero dei massacri accompagnati da torture che ricordavano i giorni d'Ivan il Terribile. Dopo le sanguinose repressioni di Tashkent, il bolscevismo sfogò il suo odio contro il governo provvisorio di Kokand. Gl'indigeni formarono delle bande di briganti, (Basmagis) che seminavano il terrore nelle file del bolscevismo. Per calmare in qualche modo l'effervescenza, il governo bolscevista di Tarshkent, il 30 aprile 1918, proclamava la repubblica federativa autonoma del Turkestan. II malcontento del popolo sotto il regime bolscevista provocò nuove rivolte. Uno dei commissarii bolscevisti,. — 127 — quello della guerra, Ossipov, passò nelle file dei rivoltosi, e per suo ordine, il 17-18 gennaio 1919 tutti i commissarii bolscevichi furono fucilati. Ma la fortuna delle armi non arrise ai ribelli. Essi furono costretti a sgombrare la città di Tashkent, che sotto la dittatura del triumvirato Kazakov, Us-penskij e Koluzajev, assistè il 20-21 febbraio 1919 alla fucilazione di 3000 individui. Gli episodii di questo massacro, raccontati dal Castagne, sono addirittura orrendi. Il 14 aprile 1921, il Comitato esecutivo centrale di Mosca proclamava la Repubblica autonoma sovietista socialista del Turkestan con le provincie del Syr-Daria, Samarkanda, Fergan, Semirje-censk, Transcaspiana, e Amu-Daria. Sotto il regime bolscevista, le condizioni economiche peggiorarono. Il terreno piantato a cotone, da 600,000 desiatine nel 1915, scese a 40 mila nel 1922. Diminuì anche il numero delle scuole. Nel 1913, le scuole del clero musulmano erano quasi 7,000 : sotto il regime bolscevista, l'istruzione fu laicizzata, e le scuole ridotte a 1,500. I bolscevichi organizzarono tuttavia la grande università di propaganda a Tashkent, con 3,000 studenti. Essi svilupparono la letteratura uzbeka e kirghiza. Il giornalismo vi conta molti giornali. Alcuni di essi, ì'Inkilab (Rivoluzione), \'Ha\ikal (Verità), il Turkmen-Eli (Popolo turcomanno) sono diffusi anche al di là delle frontiere del Turkestan. Degli abitanti di questa regione, il bolscevismo di Mosca, vorrebbe servirsene per la sua propaganda nel Turkestan cinese e nell'India. Il Tjurjakulov dichiara francamente che la missione del Turkestan consiste nel diffondere le dottrine proletarie fra gli schiavi coloniali dell'Occidente capitalista (I). (i) I. Castagne: Le Turkestan depuis la révolution russe. Revue du Monde Musulman, 1922, t. L, pp. 2S-73 ; t. 41, pp. 233-243. — Ocerk istorii rasvitija revoljutsija v Turkestane (Saggio sulla storia dello sviluppo della rivoluzione nel Turkestan). Zizn natsionalnostej, 1918, nn. 3-6. — I. Bra-ghimov : Janvarskie sobytija v Taskente (Gli eventi di gennaio a Taskent). Ibid., 1919, n. 7. — Ibraimov: Krasnyj Turkestan (li Turkestan rosso). Ibid., n. 12. — S. Pestkovskij : Turkestan i mirovaja revoljutsija (Il Turkestan e la rivoluzione mondiale). Ibid., n. 20. — Turkestan i revoljutsija. Vostoka, Ibid., 1919, n. 19. — K. : ZnaCenie Turkestanskoj respubliki (Importanza della repubblica del Turkestan). Ibid., n. 31. — N. Narimanov r Naia politika v Turkestane. Ibid., 1920, n. 9. — K. V. : Basmaceskij — 128 — 12. La Repubblica autonoma di Crimea abbraccia tutta la Crimea. Dalla parte di terra è limitata dalla steppa dei Negai, e dalla partedi mare, dal Mar Nero e dal Mar d'A-zov. Notevole nella Crimea è stato il risveglio dei Tartari. 11 5 maggio 1917, i loro delegati, in numero di 1500, si riunirono a Sinperopoli e proclamarono l'autonomia della loro razza. Si costituiva un comitato centrale esecutivo di 45 mem- jront. Ibid., 1920, n. 16. — Krasnyj Turkestan. Ibid., n. 16. — G. Brojdo: Turketistanskie problemy. Ibid., 1920, nn. 22-23. — A. S. : K kulturnoj iisni Turkestana (La vita colturale nel Turkestan). Ibid., 1920, n. 27. — N. Tjurakunov : Kirghizskij vopros v Turkestane. Ibid., 1920, n. 42. — F. Radinovic: Turkestanskie voprosy. Ibid., 1921, n. 3. — Dervis : Kolo-nizatorstvo v Turkestane i borba s nim (La colonizzazione nel Turkestan e la lotta con essa). Ibid., 1921, n. 9. — V Turkestane. Ibid., 1921, nn. 11, 13-14, 16-17, 20-21, 23, 25, 27. — Narodnoe prosvessenie v Turkestane (La coltura nazionale nel Turkestan). Ibid., 1921, n. 11. — V Fergane. Ibid., 1921, nn. 15-16. — Borba s basmalestvom (La lotta coi basmagis). Ibid., 1921, n. 16. — F. Dingelstadt : Turkestan i Oktjabrskaja revoljutsija. Ibid., 1921, n. 24. — Turkestanskie problemy. Ibid., 1921, n. 27. — Turk-menskij Institut. Ibid., 1921, n. 28. — V Turkestane. Ibid., 1922, nn. 1, 3, 5, 15, 18. — Prosvessenie natsionalnyth menSinstv (La coltura delle minoranze nazionali nel T.). Ibid., 1922, n. 3. — Sredi kirghiz Turkestana (Fra i kirghiz del T.). Ibid., 1922, n. 4. — Sredi baSkir i tatar T. Ibid., 1922, n. 8. — Narodnoe prosveHenie v Turkrespublike. Ibid., 1922, n. 8. — G. Safarov : K voprosu o prisoedinenii Semirecenskoj i Syr-Darinskoj oblastej k kirrespublike (La questione dell'unione delle provincie del Sir-Daria e di Semirecensk con la Repubblica dei Kirghiz). Ibid., 1922, nn. 6-7, 10. — A. Asimov : Khozjajstvennoe poloSenie avtonomnoj Turkestanskoj respu-bliki (Situazione economica). Ibid., 1922, n. 17. — N. Tjurjakulov : Tur-kestanskaja Avtonomnaja respublika. Ibid., 1923, I, pp. 86-96. — S. Mu-ravejskij : Mate>ialy po istorii Okt. rev. v T. (Materiali per la storia della rivoluzione dell'ottobre nel T.). TaSkent, 1922, pp. 47. — N. Paskutskij : K istorii grazdanskoj vojny v T. (Per la storia della guerra civile nel T.). Taskent, 1922, pp. 15. — V. V. Bartold : Istorija Turkestana. TaSkent, 1922, pp. 50. — Sull'organamento del proletariato operaio nel Turkestan copiosi particolari offrono gli articoli di G. Skalov sulla Lega KoSca : Opyt klassovogo rassloenija v uslovijakh T. Zizn natsionalnostej, 1923, II, pp. 34-42. — G. Brojdo: O sojuze KoSci. Ibid., pp. 42-45. — S. Ska-■Lov: O sojuze Rosei. Ibid., 1923, V, pp. 15-27. — G. I. Brojdo: EsSe o sojuze KoSci. Ibid., V, pp. 28-33. — T. Riskylov : Iz istorii borby za osvo-beidenie Vostoka : Vosstanie Kirghiz T. protiv Tsarizma v. 1916. (Pagine della storia della lotta per la liberazione dell'Oriente: la rivolta dei Kirghiz contro lo zarismo nel 1916). Novyj Vostok, t. VI, pp. 267-270. — Vl. Kuhn : Izuienie etnileskogo sostava Turkestana (Studio sulla composizione etnica del Turkestan). Ibid., t. VI, pp. 350-359. — 129 — bri per riordinare l'amministrazione dei beni delle moschee. Le donne tartare presero una parte attivissima al movimento nazionalista. Il 24 novembre 1917, s'inaugurava a Baghcé-Serai il Qurultaj o assemblea nazionale. Si compilava una costituzione tartara, che l'Assemblea approvava il 26 dicembre 1917. Alle donne si accordava parità di diritti con l'uomo. Si organizzava anche un piccolo esercito tartaro. La propaganda bolscevica distrusse questa repubblica al suo nascere. Gl'intellettuali tartari, fra i quali il poeta Ce-lebiev, furono massacrati (23 febbraio 1918). Il regime bolscevista si ecclissò per breve tempo, in seguito alle invasioni dei generali Denikin e Wrangel : ma nel novembre del 1920, esso era ristabilito. La regione cadde sotto la dittatura del Nerone maniaco ed ebreo del bolscevismo ungherese, Bela Kun. Si rinnovarono le scene abituali del terrorismo rosso. Il 12 ottobre 1921, il Comitato esecutivo di Mosca proclamò l'autonomia della repubblica di Crimea. Essa noverava i distretti di Giankoj, Eupatoria, Kerc, Sebastopoli, Sin-feropoli, Teodosia e Jalta. Si nominarono dodici commis-sarii. Con decreto del 18 ottobre 1921, i dicasteri più importanti del nuovo governo furono messi sotto la dipendenza di Mosca. Il 10 gennaio 1922, un altro decreto, riconosceva il tartaro come lingua ufficiale, a condizione tuttavia che si continuasse nelle scuole l'insegnamento del russo. Il governo tartaro si vincolava eziandio a non adottare una politica ostile alla Russia. Mosca domandava che i suol ufficiali continuassero a comandare l'esercito tartaro. Sotto il regime sovietista, la Crimea, che secondo le statistiche del 1921, noverava 720,373 abitanti, è stata devastata dalla fame e dalle epidemie. Le sue condizioni nel 1922 erano disastrose: «La vita economica è morta. Per la mancanza di combustibile e di personale tecnico, le officine sono chiuse. La produzione del sale si è arrestata. I frutteti e i vigneti, che davano 400,000 tonnellate di raccolto, sono periti per l'invasione d'insetti nocivi agli alberi ed alle viti. Le peschiere sono state distrutte. Le scuole sono chiuse, perchè i maestri, decimati dalla fame, abbandonano la regione. Nel 1922, il numero degli affamati superava i 300,000 : quello dei morti si elevava 9 — 130 — a una media di 14,000 al mese, e si erano avverati dei casi di cannibalismo» (I). Secondo gli scrittori bolscevisti, la popolazione della Crimea conta il 50% di russi ed ukraini, il 23,1 % di tartari; il 6,7 % di ebrei; il 5,9 % di tedeschi e il resto è composto di elementi di varie nazionalità : armeni, greci, lettoni, bulgari, ecc. La popolazione agricola novera 347,552 anime. I contadini tartari, che sono in numero di 140,000, si occupano di orticoltura, e di pastorizia. Le scuole di vario genere ammontano a 1,381 con 83,427alunni. L'Università di Sinferopoli, detta di Frunze, novera 4,000 studenti. Vi è un politecnico a Sebastopoli, ed una scuola di coltura nazionale a Theodosia. Nel 1921 sorsero parecchi musei con le ricchezze tolte ai privati (2). 13. La repubblica dei Burjati o Burjatia si estende nella regione siberiana in vicinanza del Lago Baikal. Il movimento rivoluzionario vi è diviso in quattro periodi. Il primo comprende il periodo che dall'ottobre 1917 giunge al luglio 1918. Il nazionalismo buriata dalle classi intellettuali si diffonde nel popolo. La Burjatia è ancora zarista e conservatrice. Nel secondo periodo (luglio 1918-dicembre 1919) abbiamo la dominazione di Kolcak. Predominano le idee nazionaliste. Politicamente i Burjati si orientano verso il Giappone. Il terzo periodo (1920-1921), è il periodo di organamento del sovieti-smo. Vi regna per un certo tempo la guerra civile. Il quarto (1) Revue du Monde Musulman, 1922, n. LI, pp. 152-153. (2) G. Gaven : Krymskie tatary i revoljutsija (I tartari di Crimea e la rivoluzione). Zizn natsionalnostej, 1919, nn. 48-49. — Id. : Zadati sovet-skoi vlasti v Krymu (Problemi della autorità sovietista nella Crimea). Ibid., 1920, n. 4. — V Krymu. Ibid., 1921, nn. 11, 15, 19, 26. — T. I.: Dolmen li byt Krym respublilzoj (È necessario che vi sia una repubblica di Crimea?). Ibid., 1921, n. 15. — V. Vernep : Nasa politika v Krymu-(La nostra politica in Crimea). Ibid., 1921, n. 21. — ProvozglaHenie krymskoj resptibliki (La proclamazione della repubblica di Crimea). Ibid., 1921, n. 23. — Pro-sveSSenie sredi Krymskihli Tatar (La coltura fra i tartari di Crimea). Ibid., 1921, n. 28. — K. Sokin : V Krymu. Ibid., 1922, nn. 1, 3, 6, 11, 18. — Said Khalimov : Krymslcaja avtonomnaja respublika. Ibid., 1923, I, pp. 119-129. — A Sinferopoli si pubblicano il Kommunisticeskij Viestnik, e la Revoljutsija v Krymu. — Giafer Seidamet : La Crimée, son passé, son présent. Losanna, 1921. — G. Castagné : Le Bolchevisme et l'Islam. Revue du Monde Musulman, 1922, LI, pp. 14-153. — 131 — periodo (1922) è caratterizzato dalla proclamazione dell'autonomia dei Burjati. La regione dei burjati è divisa in cinque distretti e 51 circondarii (volosti). Il suo territorio ha una estensione di 701,675 km. q. : la sua popolazione si eleva a 175,933 abitanti: l'estensione del suo terreno coltivato è di 6,031,690 desjatine. Il suo patrimonio zootecnico comprende 674,945 cavalli, 172,849 vacche, e 77,724 pecore. Le sue scuole primarie sono 337; le secondarie 9. I Burjati intellettuali esercitano una grande influenza sulla Mongolia. Irkutsk è il centro di un commissariato che diffonde la coltura fra i burjati ed i mongoli (1). 14. La repubblica autonoma degli Jakuty o Jakutia, forma un immenso triangolo fra il Mare di Okhotsk, il mar di Beh-ring e l'Oceano glaciale artico. Secondo i dati del bolscevismo, in questo immenso territorio di circa tre milioni e mezzo di chilometri quadrati vi è un solo giornale ed una sola tipografìa. La sua popolazione è di 276,064 anime : gli jakuty, vi sono nella proporzione dell'88 %; i russi, del 6 %; e i tungusi, del 4,5 %. Nel distretto di Kalymsk, la media della popolazione è di 1 abitante per 87 eh. q. Secondo i Soviety, la Russia dovrà difendere questo territorio ricchissimo di minerali (i) I. Arkiiinceev: Burjat—Mongoly i Oktiabrskaja revoljutsija. Zizn natsionalnostej, 1921, n. 24. — Id. : Sredi Burjat—Mongol. Ibid., 1921, numeri 23-25. — Id. : Burjat-Mongolskaja Avtonomnaja Oblast. Ibid., 1923, I, pp. 129-134. — E. D. Rinòino : Burjat-Mongoly BostoSnoj Sibiri (I burjati-mongoli della Siberia Orientale). Ibid., 1921, n. 11. — A. Ubu-gu.nov : Narodnoe obrazovanie burjat v sovetshoj Rossii (La coltura popolare). Ibid., 1921, n. 9. — I. Evsenin : Avtonomnaja Burjatija. Ibid., 1922, n. 1. — Sakhzie-Galtaj : O burjato-mongolskoj poezii. Ibid., 1922, n. 5. — Natsionalizatsija burjat-mongolskikh skol. Ibid., 1922, n. 8. — Sredi burjat-mongol. Ibid., nn. 9, 11, 13. — L. E. Berlin: Burjat-Mongolskij vopros. Ibid., 1922, n. 12. — V Burjatshoj Avtoblasti. Ibid., 1922, n. 12. — Burjat-Mongolskaja Avtonomnaja Oblast. Irkutsk, 1922. — B. E. Petri : Dalekoe prosloe burjatskago kraja (Il lontano passato del territorio dei Burjati). Irkutsk, 1922, pp. 43. — A. Turunov : ProSloe burjat-mongolskoj narod-nosti (Il passato della nazionalità burjato-mongolica). Irkutsk, 1922, pagine 48. — I. Arkiiinceev: V Burjat-mongolskoj avtonomnoj oblasti. Zizn natsionalnostej, 1923, II, 65-75. — V. A. Rjazanovskij : Obylnoe pravo mongolskikh plemen (TI dritto consuetudinario delle razze mongoliche. Voi. II: I Burjati). Cita, 1921. — I. Arkiiinceev: Sanitamoe poloienie sovremennoj Mongolo-Burjatskoj Avtonomnoj Oblasti (Condizioni sanitarie). Zizn natsionalnostej, 1923, IV-V, pp. 85-88. — 132 — contro l'ingordigia dell'imperialismo anglo-giapponese. La città capitale Jakutsk, secondo il censimento del 1912, novera 7,315 abitanti. Le altre città distrettuali, Viljujsk, Olekminsk ecc. giungono appena a 1000 abitanti. Jakutsk è alla distanza di 3000 verste dalla ferrovia. Per giungervi, occorrono quattro o cinque mesi. Gli altri villaggi sono realmente separati dal mondo. La repubblica degli Jakuty è divisa in due parti : tre distretti che noverano 220,000 abitanti, e 500,000 verste quadrate di superfìcie; e tutta la Jakutia del nord, con 3 milioni di verste q. e 50,000 abitanti. La popolazione, che nel 1898 era di 217,121 anime, nel 1917 salì a 242,936. Sulle condizioni economiche di questa immensa regione, i cui fiumi sono navigabili per 10,000 verste di lunghezza, i dati più recenti sono quelli del Karasan. 15. Provincia autonoma degli Ojrati. Gli Ojrati abitano i distretti dell'Altaj montagnoso (Gorno-Altajskij) e di Bilsk nel governo dell'Altaj. I contadini russi colonizzarono il loro territorio. A causa del basso livello della loro coltura, gli Ojrati non opposero resistenza. Le loro terre migliori passarono ai coloni russi. Nel 1918, il regime sovietista concesse l'autonomia amministrativa agli Ojrati raggruppati nel distretto di Karakorum. Ma le condizioni della Siberia travagliata in quel tempo dalla guerra civile fra rossi e bianchi non permisero lo sviluppo della loro vita autonoma. Sotto il regime di Kolcak, i capi del nazionalismo ojrata furono messi in carcere, ed il movimento nazionalista fu arrestato nel suo inizio. Secondo i bolscevichi, interi villaggi furono distrutti, e l'Aitai si trasformò in un deserto. « Non si risparmiarono nè le donne, nè i vecchi, nè i bambini. Tutti furono accusati di simpatie pel bolscevismo, e gli Ojrati furono fucilati in massa ». Lo sterminio degli Ojrati assunse tali proporzioni, (i) Vl. Vilf.nskij : Samoopredelcnie Jakutov (L'autonomia degli Jakuty). Zizn natsionalnostej, 1921, n. 3. — I. Ivanov (Barakhov) : K vo-prosu ob avtonomii Jakutov. Ibid., 1921, n. iS. — Sredi Jakutov. Ibid., 1922, nn. 1, 10, 18. — G. Lebedev: Jakutskaja Avtonomnaja Respublika. Ibid., 1923, I, pp. 134-139. — I. Karasan : Ekonomiteskoe poloienie Ja-kutskoj s. S. R. Ibid., 1923, IV-V, pp. 75-81. — M. P. Sokolov : Jakutskaja guberuija po perepisi 79/7 (Il governo di Jakutsk secondo il censimento del 1917). Irkutsk, 1922. — 133 — che mentre nel solo distretto di Karakorum il censimento del 1918 noverava 75,000 membri di questa nazionalità, ne! 1922, tutta la popolazione ojrata si elevava appena a 100.000 anime. Il bolscevismo vi si consolidò nel 1920. I contadini russi, stabiliti in questa regione, formarono i primi soviety. Il primo giugno 1922, il territorio degli Ojrati venne proclamato provincia autonoma (1). 16. R.epubblica autonoma dell' Agiaristan. Questa provincia era detta altre volte provincia di Batum. Il 22 aprile 1918 entrò a far parte della repubblica federativa transcaucasica, e fu aggregata alla Georgia. Il 26 maggio 1918 in seguito al distacco della Georgia dalla Confederazione transcaucasica divenne uno stato indipendente. Quando i bolscevichi occuparono la Georgia, i notabili musulmani della provincia ed il clero musulmano fondarono un governo locale e combatterono teorie bolsceviste. Fino al mese di novembre 1921, l'Agiaristan era sotto un regime feudale. Sembrava impossibile spogliare i beks della loro autorità. I bolscevichi iniziarono la loro propaganda servendosi di agenti locali. Il governo dei beks e del clero cominciò a perdere il suo prestigio, ed il suo potere passò nella mani di un comitato rivoluzionario, composto di nove membri. Si convocò un congresso a cui intervennero 292 delegati. Il congresso proclamò la confìsca delle terre dei beks, e la loro spartizione fra i contadini. Anche i beni delle moschee furono sequestrati. Il georgiano divenne la lingua ufficiale : il turco e l'arabo continuarono ad insegnarsi per motivi religiosi. S'istituì un comitato esecutivo sotto la presidenza di Takhsin Imcagwili, e si organizzò un esercito agiaro, che in seguito insorse contro i bolscevichi (2). 17. La Commune Operaia della Careìia (Karelskaja Tru-dovaja Kommuna). La repubblica o Commune della Carelia forma una fetta rettangolare della Finlandia. I due estremi di questo rettangolo sono il lago di Ladoga e quello di Onega. (1) L. A. Kanzycakov-Sary-Sep : K vydeleniju Ojratov v avtonomniyju oblast (La separazione degli Ojrati in provincia autonoma). Zizn natsionalnostej, 1922, n. 6. — Id. : Bratnoe i semejnoe pravo u Ojratov (Il dritto matrimoniale e famigliare presso gli Ojrati). Ibid., 1922, n. 13. — M. Ser-Bagancakov : Ojratskaja avtonomnaja Oblast. Ibid., 1923, n. I, pp. 139-143. (2) Revue du Monde Musulman. T. LI, 1922, pp. 122-124. — 134 — All'estremo opposto, essa è bagnata dal Mar Bianco, che vi forma i due golfi di KandalakSa e dell'Onega. Come la Finlandia, il suo territorio è screziato di laghi. Essa ha subito gl'influssi della coltura russa e finnica. 1 suoi abitanti sono di razza finnica. I bolscevichi insorgono contro i tentativi del preteso imperialismo finlandese su questa regione, la cui autonomia fu proclamata il 7 giugno 1920. La ricchezza principale del paese è costituita dalle foreste e dai minerali. La coltura vi è molto diffusa. I finlandesi non hanno perduto la speranza di riacquistare un giorno questo territorio che etnicamente è geograficamente è parte del loro retaggio (I). (i) A. Kamenskij: Karelskaja trudovaja Kommuna. Zizn natsional-nostej, 1920, n. 18. — S. DimaNSTEIn : Trudovaja Karelija. Ibid., 1920, n. 21. — S. Lejkin': Karelija. Ibid., 1920, n. 23. — Id., Politiceskaja rabota siedi Karelov. Ibid., 1920, n. 27. — S. Pecerin : V Karelskoj trud-kommune. Ibid., 1921, nn. 22, 27. — V Karelii. Ibid., 1921, n. 28; 1922, n. 18. — V. Kugiev : Koni banditizma v Karelii (Le radici del banditismo nella Carelia). Ibid., 1922, n. 1. — S. Anajnen : Karelskaja Trudovaja Kommuna. Ibid., 1923, I, pp. 68-71. Sulle varie repubbliche di cui si parla in questo capitolo, cfr. D. So-lovejcik : Revoljutsionnaja Bukhara. Novyj Vostok, t. II, pp. 272-288. — I. Majskij: Sovremennaja Mongolija (La Mongolia contemporanea). Ir-kutsk, 1921, pp. 332+ 12S. — Borba za russkij Dalnvj Vostok (La lotta per l'Estremo Oriente russo). Irkutsk, T922, pp. 202+X. — D'Andgor e Windsor: La Siberie Orientale et le Japon. Parigi, 1922. — G. Skalov : Khivinskaja revoljutsija 1920 goda (La rivolta a Khiva nel 1920). Novyj Vostok, t. Ili, pp. 241-257. — P. D. Leìin : Dalnyj Vostok (L'Estremo Oriente). Cita, 1922, pp. 465. — K. A. von Plowitz : Der Bassmatsche-unaufstand in Ost-Bukhara. Berlino, 1922. — A. Levin : Finansy Khorezma. Novyj Vostok, t. Ili, pp. 250-258. — Iskhak Kazakov : Kazan tsentr VolsSsko-Kamskoj oblasti. Kazan, 1923, pp. 86. — A. Skacko: Vostocnye respubliki (Le repubbliche orientali). Novyj Vostok, 1923, t. Ili, pp. 482-493. — V. Elaghin • Natsionalisticeskie illjuzii krymskikh tatar v revoljuts-ionnye gody (Le illusioni nazionaliste dei tartari della Crimea durante gli anni della rivoluzione). Ibid., t. V, pp. 190-216 ; t. VI, pp. 205-226. — Z. Mindlin : Kirgliizy i revoljutsija. Ibid., t. V, pp. 217-229. — N. Jako-blev : Novoe v izucenii Severnago Kavkaza (Nuovi elementi nello studio del Caucaso settentrionale: Daghestan). Ibid., t. V, pp. 238-254. — G. I. Brojdo : Materialy k istorii vozsstanija kirghiz v 1916 godti (Materiali per la storia della rivolta dei Kirghiz nel 1916). Ibid., t. VI, pp. 407-434. —■ P. Derber : Demografija i kolonizatsija Sovetsltogo Dalnego Vostoka. Ibid., t. VII, pp. 103-114. (Regione dell'Amur e della Primoria, isola di Sakhalin e penisola del Kamcatka). -— S. F. Sukhovie : Sovetskij Dalnyj Vostok. Cita, 1923, pp. 159. — A. P. Culosnikov: Olerki po istorii kazak-kirgiz- — 135 — skogo naroda (Saggi sulla storia del popolo cosacco-kirghiz). Orenburg, 1924, pp. XlIl + 291. — E. Fedorov: 190$ i korennoe naselenie Turkestana (L'anno 1905 e gl'indigeni del Turkestan). Novyj Vostok, t. X-XI, 1925, pp. 15-45. — I- Borozdin : Sovremennyj Tatarstan. Ibid., pp. 118-137. — S. Ginsburg : BasmaEestvo v Fergane. Ibid., pp. 173-202. — S. G. Sau-mjan : Stati i reci (Articoli e discorsi). Baku, 1924, pp. 232. (Contiene gli scritti di Stefano Saumjan, 1908-1918, che illustrano sovratutto gli episodi del regime bolscevista a Baku dal dicembre 1917 al luglio 1918). — A. Amirjan : Stati, Baku, 1925, pp. 45. (Raccolta di 64 articoli pubblicati nel Bakinskij Rabolij dal gennaio 1918 sino alla caduta del regime bolscevista). — Andronico Melkumov : Materialy revolju-tsionnogo dviSenija v Turkmenii. Taskent, 1924, pp. 194. (Storia del movimento rivoluzionario nella regione transcaspiana dal 1904 al 1920). — Severnyj Kavkaz posle rajonirovanija (Il Caucaso settentrionale dopo la sua divisione in rayony). Rostov sul Don, 1925 (2 volumi. 11 primo volume contiene una descrizione storico-fisica, la divisione amministrativa, e dei dati economici : il secondo continua lo studio delle condizioni economiche e tratta anche delle condizioni colturali). — N. Jakovlev: InguSi : populjarnyj ocerk (Gli abitanti dell'InguSetia : saggio popolare). Mosca, 1925, pp. 134. — D. V. Soko-lov e N. N. Tikiionovic : Saklialin. Mosca, 1925, pp. 126. — G. I. Brojdo: Vosstanie Kirghiz v iqió (La rivolta dei Kirghiz nel 1916). Mosca, 1925, pp. 28. — Lenin i Vostok. Mosca, 1925, pp. 80. Nel 1925, il Kirghizstan ha mutato il suo nome in quello di Kazakstan. I Kirghiz stessi preferiscono per la loro designazione il nome di Kazaks (nomadi, o liberi). La loro capitale, Akmecet ha preso il nome di Kzvl Orda. Alla fine di marzo 1925, il congresso dei Soviety dei Kara-Kirghiz ha dato al suo territorio il nome di Kirghizstan invece di quello di Kara-Kirghizstan. Una tale decisione è stata approvata da Mosca il 27 maggio 1925. La capitale del nuovo territorio è Picpek. — J. Castagné: Russie Nouvelle. Larousse mensuel illustri. Marzo, 1926, p. 81. — Le domaine de l'Islam. Revue du Monde Ma-sulman. T. LV, 1923, pp. 106-126. — I. Bacinskij : Bolsevitska revoljutsija i ukraintsi. Berlino, 1925. CONCLUSIONE x. 11 decentramento amministrativo della Russia sovietista e le nuove repubbliche autonome polacca, mongolica, ebraica, mordvina, e kara-gaSa. — 2. Internazionalismo teorico e nazionalismo pratico. — 3. Le tre Russie. — 4. La politica geografica di Mosca e gli Stati limitrofi della Russia : Polonia e Stati baltici. — 5. Gli studi orientali e le benemerenze dei Soviety. — 6. 1 nazionalismi asiatici e il pericolo europeo. 1. È mai finito il processo di decentramento amministrativo della Russia, e di sminuzzamento delle sue nazionalità?.. A parer nostro, esso non fa che cominciare. I bolscevichi vogliano essere logici nel loro compito. Diogene cercava un uomo con la lanterna : i bolscevichi cercano nuovi popoli. La Siberia ed il Caucaso sono due terreni ancora vergini per l'etnografia e la linguistica. Nel nostro proemio abbiamo detto che la Russia sovietista era una nebulosa che si divideva in tanti frammenti. Avremmo forse dovuto dire che la grande nebulosa russa si divideva in tante nebulose, le quali alla loro volta si frantumano. 11 fenomeno è già avvenuto per le repubblichette derivate da spartizioni successive de'.l'Ukraina, della Repubblica dei Montanari, della Repubblica Georgiana, della Siberia. La politica bolscevista tende a raggruppare i varii elementi etnici nei territorii ove essi sono in maggioranza. Per dare un paragone, il museo etnografico russo, sotto lo zarismo, era costituito da un'aula immensa, in cui sotto il vessillo russo si raccoglievano le molteplici nazionalità dell'impero zarista, abbigliate tutte alla russa. Ora quest'aula immensa è divisa in tante camere distinte, che offrono un — 140 — asilo alle varie nazionalità. Ciascuna di essa vi si presenta con le sue caratteristiche etniche e linguistiche. Prima il museo era una grande unità in cui gli elementi più disparati confondevano i loro lineamenti distintivi nella maschera russa. Attualmente, esso è un complesso di unità distinte che serbano ciascuna la loro fisionomia etnica. Le pietruzze che componevano il mosaico etnico dell'impero russo, e le cui tinte erano cancellate e sbiadite dalla politica russificatrice precisano i loro contorni, avvivano i loro colori. In questo lavorio di analisi, e di ricostruzioni etniche, le sembianze della Russia, come grande organismo politico, svaniscono. Mosca rappresenta piuttosto un simbolo, che il centro vivente di un grande stato. Non hanno torto i Soviety quando sopprimono dalla geografia il nome stesso di Russia. Siamo di fronte a un'accozzaglia di popoli e di stati che non hanno più nulla di comune col sangue, con la fede, con la coltura, con gli ideali del popolo russo. La Russia politica non esiste più sotto il regime bolscevista, almeno in teoria. Abbiamo invece una serie di stati, che volentieri eleverebbero, come in Europa, le barriere di confini economici e colturali, se un potere tirannico e violento non li tenesse per forza, non diciamo cementati, ma incatenati gli uni agli altri. Intanto continua il processo di decomposizione nazionalistica della Russia sovietista. Sembrava strano, per es.,cne vi fosse un'Ukraina costituita a repubblica, e che mancasse invece una repubblica polacca, in un territorio in cui l'influenza colturale della Polonia è stata così enorme. Questa lacuna è stata recentemente colmata con la costituzione della Repubblica autonoma polacca, che deve la sua esistenza ad una nuova spartizione del territorio finora incluso amministrativamente nell'Ukraina sovietista. La nuova repubblica comprende i distretti di Kameniec-Podolsk, Ploskirow, M'ohilew, Lityn, Winnica, Braclaw, Latyczew, Bar, Jampol, Uszyca, e Balta (usiamo '.a grafia polacca nella trascrizione di questi nomi). Questi distretti sono divisi in rayony, e soviety rurali polacchi. I rayony sono in numero di 81. Si organizza nello stesso tempo la repubblica nazionale mongolica (Mongohkaja narodnaja respublika), che mira « a sottrarsi alle mire ambiziose dell'imperialismo cinese e giap- — 141 — ponese » (I). Le sue relazioni economiche con la Russia sovietista hanno preso un incremento considerevole (2). Sorgerà la repubblica ebraica, impresa ben difficile, perchè gli ebrei sono sparsi in tutte le provincie russe. Come faranno i soviety a raggrupparli in una sola unità amministrativa?... 11 problema ebraico è stato studiato sotto ogni riguardo in Russia, e ci vorrebbero parecchie pagine di questo volume per citare solamente i titoli dei libri e degli articoli che sono dedicati all'ebraismo russo. Non bisogna dimenticare che il bolscevismo porta un'impronta spiccatamente semitica, ed i suoi grandi artefici letterarii provengono dalle file dell' intellighentsija ebraica (3). 1 Soviety si propongono di rendere autonomi anche i Mordviny, un popolo della Siberia che prese parte attiva, alle antiche rivoluzioni agrarie di Stenka Razin e di Emeljan Pu-gacev. Esso vive quasi esclusivamente nei villaggi. Manca di una letteratura sua propria. 1 Soviety hanno dato alla luce un abecedario (Tun-Dan-Ci) della loro lingua. Secondo le statistiche sovietiste, le loro scuole sono aumentate : il loro numero si eleva a 965 primarie e 13 secondarie sparse nei governi di Samara, Simbirsk, Saratov, Penza, Ufa, Tambov, Nizegorod, Orenburg (4). Tanto è lo zelo dei Soviety nell'uccellare, per così dire, (ì) Cfr. Siren Sojzelov : Perelomnyj moment v istorii natsionalno-osvoboditelnogo dviìenija Mongolii (Un momento critico nella storia del movimento nazionalista-emancipatore della Mongolia). Novyj Vostok, 1925, t. X, pp. 204-211. (2) N. Penskij : Ekonomileskoe vzaimootnosenija SSSR s Mongoliej. Novyj Vostok, 1925, t. X, pp. 163-172. — Ojratskij : Mongolija, kak vorota Vostoka (La Mongolia come porta dell'Oriente). Zizn Natsional-nostej, 1919, n. 26. — I. Majskij : Mongolija. Ibid., 1921, n. 30. — Vo-zrozdenie Mongolija (La risurrezione della Mongolia). Ibid., 1922, n. 1. — L. E. Berlin: Avtonomniaja Mongolija i RSFSR. Ibid., 1922, n. 8. (3) Cfr. M. Rafes : Ebrei i Oktjabrstkaja revoljutsija. Zizn natsio-nalnostej, 1923, I, pp. 233-237. (4) Ulijanov : Prosvetitelnaja rabota sredi mordovskoj natsionalnosti (Il lavoro colturale presso i Mordvini). Zizn natsionalnostej, 1920, n. 12. — Sredi Mordvy. Ibid., n. 31; 1921, nn. 5, 26. — Ulijanov: Zadali mordovskoj intellighentsii. Ibid., 1921, n. 8. -— Id. : O prosvetitelnoj rabote sredi Mordovskogo naroda. Ibid., 1922, n. 11. — Id. : Mordila, i Oktjabr-skaja revoljiutsija. Ibid., 1923, I, pp. 233-237. — 142 — le varie nazionalità, che essi hanno tratto dalla loro tomba di oblio la più piccola nazionalità che esista nel mondo, i Karagasi, nell'antico governo d'Irkutsk. Il popolo dei Kara-ga§i comprende % famiglie e 405 anime, sparse in un territorio di 56.610 verste q. La regione si divide in una parte orientale (43 famiglie) e in ima occidentale (53 famiglie). 1 Soviety vi hanno stabilito delle scuole, e dei magazzini per le provviste di grano. Essi hanno preso dei provvedimenti per diminuire la mortalità dei bambini e strappare questo popolo minuscolo al pericolo di una prossima estinzione. Il Sovietismo pratica il salasso per le grandi nazionalità che insorgono contro i suoi metodi, ma abbonda di sollecitudini materne per le nazionalità lillipuziane che diffìcilmente concepiranno delle aspirazioni nazionaliste, o pur concependole, non saranno mai in grado di tradurle in pratica. 2. La geografia politica della Russia sovietista rivela una contraddizione fragrante nella condotta politica dei Soviety. Il sovietismo, internazionalista teoricamente, è nazionalista praticamente. Nel 1917, s'istituiva a Mosca la III Internazionale che invitava i proletarii del mondo intiero a sopprimere, ad atterrare le frontiere delle loro nazionalità ed a costituire un fronte unico contro l'imperialismo borghese. Il sovietismo ha fatto la sua comparsa nel mondo come nemico del principio nazionale, come assertore del principio umanitario di fratellanza di tutti i popoli. Esso ha scimmiottato, nella vita politica, il principio evangelico, che non vi è più distinzione, sotto l'aspetto religioso, fra barbaro e scita. In altri termini, esso ha predicato la necessità di sostituire un ordine universale all'ordine nazionale. Ora questa teoria grandiosa, in pratica, è continuamente negata e trasandata a Mosca. Tutte le nazionalità che i soviety strappano al torpore della loro coscienza nazionale, sono tanti colpi di piccone al fondamento dottrinale piantato da essi per costruire l'edificio della società proletaria moderna. Invece di affratellare i popoli, essi li dividono con le barriere nazionali. Non vi è gruppo, che giunto alla coscienza della sua propria individualità, non aspiri a una vita autonoma, non si disinteressi delle sorti degli altri gruppi, e ben sovente, non entri in concorrenza con questi. La politica sedicente unificatrice del proletariato è in realtà — 143 — una politica frazionatrice. Nella vita dei popoli come in quella degli individui, si bada piuttosto agl'interessi pratici, alle esigenze della vita reale, che alle chimere delle teorie. Ed obbedendo a questa legge della vita, l'internazionalismo teorico dei Soviety si è tramutato in nazionalismo pratico. « Ces internationalistes frénétiques, pour étendre sur l'Asie le réseau d'une fédération, — scrive Charles Loiseau, — ont suscité des répubbliques autonomes là où il n'existait guère que des tribus; travaillé à faire de simples différancia-tions de moeurs ou de dialectes les caractéristiques de na-tionalités récemment dénommées : réveillé, par exemple en Chine, le sentiment national où il était engourdi. Bref, en cynique opposition aoec leurs principes, leur politique tend à multiplier leurs frontières, au lieu de les niveler. IIs coupé-raient en deux la principauté de Monaco pour avoir un cou pie de plus de Républiques soeurs. Dédaignant, pour leur compte, la Société des Nations, ils travaillent de telle sort que, plus tard, il puissent paraitre qu'ils en furent les pour-voyeurs (1). I Soviety stessi, che vogliono cancellare il nome stesso di Russia, non hanno innovato nel dominio della politica zarista. Siamo sempre dì fronte all'altalena russa fra l'Asia e l'Europa. I Soviety di Mosca hanno gareggiato con lo zarismo nella difesa dei possedimenti asiatici russi contro l'imperialismo giapponese. Essi continuano, con le stesse armi dello zarismo, la lotta sorda, tenace, costante contro l'impero britannico nell'Asia. La loro ostinazione nel rivendicare, nonostante la sua distinta e precisa nazionalità romena, il territorio della Bessarabia, prova chiaramente che di fronte ai proprii interessi, l'internazionalismo bolscevista svanisce. La Russia sovietista continua ad aprirsi in Europa e in Asia la via verso Costantinopoli, a riprendere quella di Porto Arturo nella Siberia, a premere le nazionalità che le hanno chiuso l'accesso nel Baltico. Le barriere, che lo zarismo voleva infrangere per imporre all'Europa ed all'Asia il giogo cosacco, continuano ad essere scalzate dalla politica sovietista. Non (i) Natioualisme, impérialisme, internationalisme, fascisme. Corre-spondant, 25 mars 1926, p. S75. — 144 — vi è stato cambiamento nella mentalità degli uomini politici del sovietismo. L'internazionalismo di Mosca è ferocemente nazionalista. Se la Russia antica era un'immensa prigione delle nazionalità, la Russia Moderna, sotto l'aspetto politico, continua a vivere in questa prigione. Giustamente osservava il Loiseau, che « de mèm.e que l'hypocrisie, à ce quoti as-sure, est un hommage rendu par le vice à la vertu, de mème l'attitude du socialisme qui se qualifie d'international est un hommage plus ou moins volontaire rendu à la necessitò de la nation ». Studiando più da vicino la geografia politica dei Soviety, noi scopriamo pure che le concessioni fatte alle nazionalità dal boscevismo russo per un buon numero di esse si risolvono in persecuzioni nazionali. Egli è vero in certo qual modo che Mosca non mangia i pesci grossi. Vi sono delle nazionalità, per es., l'ijkraina, che in Russia sanno farsi rispettare da Mosca. Ma verso altre, che pure avrebbero diritti più fondati alla loro autonomia, la politica di Mosca, è spietatamente snazionalizzatrice. Il Caucaso non è libero. Quante proteste non ci giungono quotidianamente dai patrioti della Georgia, dell'Armenia, dell'Azerbaigian!... Quante nobili vittime, specialmente nella prima nazione, non hanno pagato con la morte e con la tortura, le loro aspirazioni nazionali?... Quanto non sono lunghe le liste dei martiri di quei popoli che nella Russia sovietista aveano sentito svegliarsi la loro coscienza nazionale e si erano proclamate indipendenti?.. I Soviety sono abilissimi nel cancellare con sangue le illusioni nazionaliste (l'espressione appartiene a un collaboratore bolscevista del NoVyj Vostok)- Essi non vogliono rompere la compagine economica della Russia. Vi è una certa autonomia colturale concessa ai varii popoli della Russia : ma l'autonomia politica, è un mito. Mosca è la sede di un papato rosso che pronunzia i suoi oracoli, che detta le sue leggi, e che ne impone .l'osservanza con le rinnovate torture del medio evo, e con le vecchie torture dei popoli asiatici. Non facciamo quindi a fidanza con le apparenze. Finora la Russia si mantiene come un organismo compatto. Domani, forse!.. Le sue nazionalità più evolute sono oppresse come nei giorni dello zarismo : le sue nazionalità intorpidite, o numericamente infime, o — 145 — disperse nelle steppe e nelle taighe, hanno udite nuove voci di libertà, di proletariato, di odii di classe. Ma queste voci non avranno nessuna influenza su popoli, in cui il livellamento sociale già esiste ed in cui le condizioni di povertà generale non permettono l'antagonismo fra i vani strati sociali. La politica sovietista lavora quindi in pura perdita. Da un lato, il suo internazionalismo non può applicarsi nè in Russia, nè fuori della Russia. Le barriere delle nazionalità sono indistruttibili. Esse sono state elevate dalla natura. Non vi è paradosso che uguagli in enormità quello del canto comunista L'I nternationalc Sera le genre humain. Un'umanità bolscevista è una fola. Dall'altro lato, la Russia sovietista fautrice delle nazionalità, per mantenersi in vita, per tutelare la sua compagine politica, è costretta a trasformarsi in persecutrice delle nazionalità. Se non vi fosse una tirannia spietata, inesorabile, quali e quante sarebbero le repubbliche, le provincie autonome che consentirebbero a rimanere sotto la sorveglianza delle varie ceke dipendenti da Mosca?... Probabilmente nessuna. L'Unione sovietista si ridurrebbe territorialmente al Kremlino. La Russia sovietista è quindi l'oligarchia del negativismo politico. Essa proclama l'internazionalismo, ma per diffondere l'internazionalismo, ricorre al principio opposto, cioè al nazionalismo. Essa applica il nazionalismo, ma poiché questo distruggerebbe l'internazionalismo e farebbe crollare la sedicente Unione delle Repubbliche Sovietiste, essa lo perseguita. La sua vita si svolge in un viluppo di contraddizioni. Non vi è in Russia nè vero internazionalismo, nè vero nazionalismo. Vi è invece un caos dottrinario, un aperto contrasto fra la teoria e la pratica, un cozzo giornaliero fra le realtà della vita e le ubbie dei teorici. Vi sono fra la Polonia e certi stati baltici dei conflitti domestici, er es., la questione di Vilna. Questi conflitti perdono la loro importanza di fronte a minacce che toccano gl'interessi generali degli Stati suddetti. È inutile sperare un cana- io — 146 — biamento nella mentalità bolscevista. Essa sarà sempre ostile, sia alla Polonia, sia alle nazionalità baltiche. L'unione quindi baltico-polacca è una di quelle esigenze vitali che nascono dall'istinto di conservazione sia degl'individui, sia delle nazioni. Il predominio della Polonia nel Baltico è una necessità storica. Esso non è il frutto di aspirazioni ambiziose, ma un postulato di sana politica. O la cooperazione sincera, leale con la Polonia, o il pericolo di ricadere sotto le zanne della Germania o della Russia. I piccoli Stati, nelle loro aspirazioni sgorganti da un patriottismo esuberante, affacciano alle volte delle pretese che superano di gran lunga la loro potenzialità di azione. Essi sdegnano la tutela dei maggiori di età e di forza. Essi non vogliono convincersi che i loro omeri non sono in grado di tollerare certi pesi, e che non a tutti è lecito far da sè. Essi si trovano di fronte ad una coalizione che si regge con la violenza, ma che non si può rovesciare facilmente. Non vi è bisogno che si vada in guerra contro la Russia sovietista. Le relazioni con essa sono consigliabili, finché i Soviety non aggrediscono i loro vicini. Ma vi è sempre da aspettarsi una aggressione. Ora contro una coalizione potente che aggredisce bisogna creare un'altra coalizione potente che contrattacchi, o almeno che resista. Di fronte alla Russia animata da propositi aggressivi astutamente mascherati, non vi è altra possibilità di contrattacco o di resistenza che nell'unione leale della Polonia con gli Stati Baltici. La barriera dei loro confini non dovrebbe lasciare nessuna breccia per cui il nemico possa entrare, e lanciare gli beiti alla distruzione dell'Europa e della civiltà europea. Possiamo aver torto, ma a nostro parere un'egemonia della Polonia nei territorii che separano la Russia sovietista dall'Europa è una necessità politica di ordine generale europeo. Non incitiamo con queste parole la Polonia a conquiste territoriali, ma ammoniamo gli stati del Baltico ad orientarsi verso la Polonia per impedire che a loro spese aumenti il numero delle non-beate repubbliche autonome socialiste sovietiste. 3. La politica dei Soviety è riuscita tuttavia, pur mantenendo la compagine della Russia, a creare in questa delle profonde divisioni che un giorno o l'altro avranno una riper- — 147 — cussione notevolissima nel mondo slavo, ed in genere nell'Europa e nell'Asia. La Russia cambia la sua fisionomia politica. Gradatamente, i Soviety cancellano dalla sua geografia i nomi che ricordano il suo antico regime, le sue tradizioni storiche, i suoi eroi dell'epoca zarista. Essi seguono l'esempio di quei politici tedeschi che si applicavano a germanizzare il territorio strappato alla Polonia, cambiandovi e intedescando i nomi delle città e dei villaggi polacchi (1). Ma questi attentati contro i nomi, sono un nulla di fronte agli attentati più gravi contro l'unità della coscienza nazionale russa. A riguardo della Russia e della sua compagine nazionale, i Bolscevichi sono dei veri iconoclasti. La concezione tradizionale del pensiero russo era l'unità nazionale della Santa Russia. Puskin concepiva la Russia come un fiume dal corso ampio e lunghissimo, nelle cui acque si sarebbe confusi in una grande unità etnica tutti i torrenti slavi. Non vi era la visione di una Russia il cui tronco unico potesse o dovesse dividersi in tre alberi. L'unità del ceppo russo era un domma di fede per la politica zarista. Coloro che la mettevano in dubbio erano dei traditori della (1) Oltre le nuove denominazioni delle città russe menzionate nei vari capitoli di questo volume, hanno mutato nome le seguenti città : Petropavlosk (provincia di Akmolinsk) detta ora Kizil-Giar ; Sarepta, nel governo di Tsarytsin (Stalirigrad), ora Krasnoarinejskij gorod ; Kostanti-nograd, nell'Ukraina, ora Krasnograd; Alexandropol, ora Leninkan ; Tal-da o Taldom, ora Leninsk ; Borcalo nel Caucaso, ora Luxcmburg; Ba-ronsk, ora Marxstadt ; Belenkovici, ora Narimanov ; Khansk, ora Urda; Nikolaev, nella provincia di Samara, ora Pugacev ; Askhabad, nel Turkmenistan, ora Poltoratsk ; Olviopol, ora Pcrvomajsk ; Velikoknjazevskaja, nel territorio del Don, ora ProletarsKaja ; Novyj Athos, nell'Abkhasia, ora Psyrtsklia ; Juzovka, nell'Ukraina, ora Stalin; Petro-Aleksandrovsk, nel-l'Amu-Daria, ora Turtkul; Gdov, ora Tomp ; Gurev, presso la foce del fiume Ural, ora Capajev ; Perovsk, nella Syr-Daria, ora Akmecek ; Tu-ménevska, nella repubblica calmucca, ora Aktjubejevka ; Viernyj, nel Semi-rjecensk, ora Untata; Korsunskij, nella Ukraina, ora Sevcenko ; Tsar-skoje Selo, ora Detske Selo ; Prevalskij, nella regione dei Kirghiz, ora Karakol ; Jamburg, ora Kinghissep ; Novo-Nikolajevsk, ora Novo-Sibirsk. Si vorrebbero attualmente cambiare i nomi di Petrozavodsk nella Carelia, e di Pispek, nel Kirghizstan, in quelli di Katininsk e Frunze. E inutile osservare che la massima parte di queste nuove denominazioni ricordano i grandi attori o gli eroi della tragedia bolscevista. — 148 — causa russa, degli aggressori dello slavismo. Il popolo russo non era diviso. Tutti erano membri della stessa famiglia, tutti parlavano la stessa lingua, tutti professavano la stessa fede, tutti erano i figli del piccolo padre, lo zar. Questa concezione della Russia unica è stata eliminata dalla politica sovietista. Non solo l'impero degli zar è un agglomerato di razze e di popoli diversi, ma lo stesso popolo russo non costituisce un gruppo omogeneo. Quello che gli zaristi chiamavano il regionalismo russo, nasconde nazionalismi diversi. Il popolo finora distinto con l'appellativo di russo è in realtà un amalgama di varie razze slave. I campioni sovietisti delle analisi nazionaliste devono applicare il loro processo di decomposizione anche al popolo russo. Sotto il regime zarista, la Russia bianca, la piccola Rus sia, e la grande Russia (Bjelorussia, Malorussia, e Velik.orus-sia) erano dei nomi privi di realtà. Non vi era differenza etnica fra gli abitanti di queste tre regioni. Essi parlavano dei dialetti slavi diversi, ma la loro lingua ufficiale era il russo. Tutti erano ortodossi. I tentativi di elevare alla dignità di lingua il bielorusso e l'ukraino erano condannati come delitti di lesa maestà. Si reprimevano con la massima severità le velleità nazionaliste di quei pochi intellettuali che favorivano le tendenze separatiste e nazionaliste degli ukraini e dei Bielorussi. In un colloquio con Pobjedonostsev, chi scrive queste pagine apprese dalle sue labbra che uno dei motivi della sua avversione a riguardo di Roma, era l'appoggio offerto dal Papato agli ukrainofili della Galizia, che professavano il culto della nazionalità ukraina come distinta da quella della Santa Russia. La politica dello zarismo non volea crepe nazionaliste nell'organismo politico russo. Forse i Soviety avrebbero voluto continuare le tradizioni zariste, pure spacciando la frottola del loro internazionalismo. I conflitti fra Mosca e Kiev agli albori del boslcevismo ce lo attestano. Ma non si potea più richiamare la voce dal sen fuggita. La volontà delI'Ukraina di costituire una unità politica indipendente nella sua vita colturale ed economica era talmente ferma e risoluta, che non la si potea oppugnare senza scatenare nuove guerre civili. Si effettuò quindi la prima divisione nazionalista della Russia. La Bjelorussia seguì l'esem- — 149 pio dì Kiev. Abbiamo quindi tre nuovi popoli con caratteristiche etniche diverse, con tendenze politiche distinte, con lingue differenti. Mosca, Kiev e Minsk, trasformano i regio nalismi russi in nazionalismi. La Russia prettamente russa si sparpaglia. L'organismo zarista si fraziona in tre organismi sovietisti. E lo sparpagliamento della Russia politica intensifica lo sparpagliamento dello Slavismo. Gli slavi amano i dissidii domestici. Una Russia zarista avrebbe potuti assorbirli, unificarli, con la sua enorme pressione. Ora, che la sua compagine si frantuma, il divisionismo slavo assumerà proporzioni più vaste. I tre frammenti etnici russi sembrano dirigersi secondo orientamenti diversi. Se non m'inganno, avremo, qualora la evoluzione bolscevista continuasse per diecine di anni, avremo una Russia Asiatica, la Velikorussia; una Russia semi-asiatica, l'Ukraina; ed una Russia Europea, la Bjelorussia. Mosca, centro della Russia alle tendenze asiatiche, diverrà il centro di attrazione delle tribù della Siberia, e dell'Asia Centrale. Il suo sforzo per acquistare la preponderanza nell'Asia è colossale. Nella sua lotta contro la dominazione britannica sull'Asia, le sue vittorie sono state più numerose di quelle dello zarismo. Gli scrittori inglesi parlano già di un Losf Dominion. L'India sfugge alla tutela britannica e la Cina concentra sull'Inghilterra tutti i suoi odii. Questa spinta velicorussa nel cuore dell'Asia avrà delle conseguenze che noi possiamo finora prevedere. O la Russia sovietista farà causa comune coi gialli, ed allora i pericoli che sovrasteranno alla civiltà europea saranno gravissimi, o in una sua tarda resipiscenza essa si alleerà di nuovo coi bianchi contro i gialli, ed allora essa continuerà la sua missione storica di barriera contro la barbarie asiatica. Geograficamente, l'Ukraina sarà semi-asiatica. Le sue velleità conquistatrici la porteranno attraverso il Caucaso nell'Asia, ma nello stesso tempo, la sua azione si svolgerà in una parte importante della Russia Europea. Essa continuerà per conto suo l'attuazione dei sogni di Pietro il Grande, che si era già effettuata durante la grande guerra, se il bolscevismo non fosse intervenuto a cambiare radicalmente i destini della Russia. Ad intralciarla nelle sue ambiziose aspi- — 150 — razioni ci penserà la Romania. Ragioni geografiche l'inciteranno anche ad opporsi all'espansione della Polonia, ad insidiare il patrimonio territoriale di questa, a costituire una grande Ukraina con l'annessione di territorii polacchi. La sua politica sarà quindi in gran parte europea, quantunque, per ragioni storiche e geografiche, essa prenderà il suo posto fra gli eredi della Turchia, l'uomo sempre malato, e sempre deciso a non morire, e proporrà la sua soluzione nella questione di Oriente. Infine, la Russia bianca sarà europea nella sua politica. La sua situazione geografica la mette di fronte alla Lituania ed alla Polonia. La Lituania non potrà assorbirla. Essa le è inferiore in superficie ed in numero di abitanti. La Bielorussia è come un muro che separa una parte importante della Russia moscovita dalla Polonia. Il suo destino storico, per conseguenza, si volgerà, più che in una politica di conquista, nel suo orientamento politico verso Mosca o verso Varsavia. Una politica moscofila significherebbe la perdita della sua autonomia, più apparente che reale, al giorno d'oggi, ed il suo allontanamento dagl'ideali della civiltà occidentale. Una politica polonofila sarebbe al contrario la migliore salvaguardia della sua coltura e delle sue aspirazioni nazionali. Essa è predestinata a costituire una nazione occidentale, in un giorno forse lontano, quando l'incipiente divisione della Russia antica in tre Russie moderne sarà un fatto compiuto. La politica dei Soviety ha quindi diminuito il pericolo di un 'Europa cosacca. La Russia si è sparpagliata, e la sua dissoluzione interna significa uno sparpagliamento dello slavismo. Tutto naturalmente dipende dalla durata del regime sovietista. Ma per quanto ci è dato giudicare dalle condizioni attuali del territorio russo, una Russia compatta, come quella dello zarismo, difficilmente potrà ricostituirsi. Lo slavismo, o piuttosto il panslavismo, col frazionamento della Russia, ha perduto la sua coesione. Si accrescerà il numero delle nazioni slave, ma la potenza politica dello slavismo subirà un affievolimento. È bastato un quinquennio per distruggere il paziente lavorio di parecchi secoli di storia della diplomazia zarista. — 151 — 4. Non solo nell'Asia, ma anche in Europa, i Soviety continuano le tradizioni della politica zarista. Nei primi tempi della loro conquista del potere, essi non poteano non consentire al distacco simultaneo di quegli Stati, che la Russia zarista con la forza delle armi avea chiusi nelle sue frontiere, ed il cui possesso essa giudicava indispensabile per ragioni strategiche ed economiche. La Finlandia, l'Estonia, la Lettonia, la Lituania, la Polonia, la Bessarabia, riacquistarono la loro indipendenza. Quasi quasi, le porte del Baltico si chiusero per la Russia. Dal Baltico al Mar Nero si distese una catena di Stati che per la tutela della loro indipendenza sono costretti a tenersi continuamente in guardia contro l'antica loro tirannia. Quale dev'essere l'atteggiamento di questi Stati verso la Russia sovietista?... 1 Soviety riconoscono teoricamente gli Stati che altre volte formavano la frontiera europea della Russia dello zarismo. Ma questo riconoscimento teorico si accoppia alla tea denza pratica a ricondurre i medesimi nell'orbita territoriale russa. Essi hanno tentato con le armi di appagare questa loro aspirazione, e per poco, nel 1920, senza l'eroismo degli eserciti polacchi, la Polonia s la Lituania non sono divenute delle repubbliche sovietiste tiranneggiate dalla ceka di Mosca. I Soviety continuano ad occuparsi degli Stati limitrofi come di territorii entro i cui limiti devono trionfare le loro teorie rivoluzionarie (1). (i) Cfr. gli articoli seguenti: R. Bauzf. : Latysskij rabocij v borbe za idei OUtjabra (L'operaio lettone nella lotta per le idee della rivoluzione dell'Ottobre). Zizn natsionalnostej, 1923, I, pp. 201-207. — Mazudre : Kul-turnye dostiienija Latysej RSFSR (Le conquiste colturali dei Lettoni della Russia sovietista). Ibid., pp. 207-209. — A. S. Putan : Latgaltsy i Oktjabrskaia Revoljutsija (I Letgali e la Rivoluzione dell'Ottobre). Ibid., pp. 209-212. — S. Allermann: Estontsy za 5 let Oktjabrskoj revoljutsii (Gli estoni durante un quinquennio di rivoluzione dell'ottobre). Ibid., pagine 212-217. — Z. Anc.aretis : Litva i Okt. Rev. (La Lituania e la rivoluzione dell'Ottobre). Ibid., pp. 217-220. — V. Mickiewicz-Kapsukas : Litovtsy za 5 let Okt. Rev. (I Lituani durante un quinquennio di rivoluzione dell'ottobre). Ibid., pp. 220-227. — G. Markhlvski : Poskij vopros i Okt. Rev. (La questione polacca e la rivoluzione dell'Ottobre). Ibid., pagine 227-232. — Komarowski : Kulturnye dostiienija Poljakov (Le conqui- — 152 — Sorge quindi il problema dell'atteggiamento politico degli Stati limitrofi della Russia, verso i Soviety di Mosca. Il problema è di grave importanza e difficilissimo a risolversi. Dalla sua soluzione dipende nondimento la sicurezza di questi Stati e la pace europea. Bisogna coltivare l'amicizia dei Soviety, o bisogna assumere a loro riguardo un atteggiamento ostile?... In verità, il compito di consigliere è superiore alle nostre capacità intellettuali. G limitiamo a semplici suggerimenti ed accertamenti di fatti reali. Relazioni amichevoli e cordiali fra la Russsia sovietista e gli Stati limitrofi sarebbero desiderabili, ed utili sotto l'aspetto economico. Ma sono cose possibili?... Al momento in cui scriviamo la Russia sovietista invita la Polonia e gli Stati Baltici a stipulare con essa dei patti reciproci di sicurezza. I Soviety non credono all'efficacia della Società delle Nazioni. Essi temono che questa miri ad isolare la loro Russia, e vogliono agire fuori della sua orbita. Ma quali guarentigie offrono i trattati coi Soviety di Mosca?... Si può mai fare a fidanza con le promesse e gl'impegni dei Soviety?____ Se fossero in vena di sincerità, i Soviety dovrebbero rispondere che gli accordi stipulati con essi non offrono nessuna guarentigia, e che le loro promesse sono bugiarde. Il principio fondamentale della politica sovietista è la propaganda rivoluzionaria ne] mondo. Il bolscevismo è il nemico naturale di tutti gli Stati, la cui costruzione non poggia sulle massime del comunismo. Contro questi Stati esso usa tutte le armi, e ce lo attestano l'attentato della cattedrale di Sofia, e l'effimera rivolta bolscevista dell'Estonia. Esso potrà firmare, anche con l'Inghilterra, dei trattati solenni con l'obbligo di non ingerirsi nella vita politica interna degli altri Stati, ma i suoi impegni scritti o verbali non saranno mantenuti. Il Bolscevismo non rinunzierà mai alla sua missione di spargere negli altri Stati il veleno delle sue teorie sociali.. ste colturali dei Polacchi della Russia sovietista). Ibid., pp. 232-2333. — K. Ozol Prf.dnek : Latysskij rabocij fakultet (La facoltà operaia lettone). Ibid., 1923, IV-V, pp. 125-127. II Commissariato nazionale per gli affari delle nazionalità a Mosca pubblica dei giornali in lettone (Krevias Tsinja), in polacco (La Tribuna Comunista) ed in estone per diffondere il bolscevismo. — 153 — Ne viene di necessità che i paesi limitrofi della Russia sovietista debbano starsene continuamente in guardia contro un ritorno offensivo di Mosca. La loro indipendenza è insidiata continuamente. Non bisogna rigettare a priori tutte le proposte dei Soviety. Anche fra nemici, le esigenze della vita impongono relazioni apparentemente cordiali. Ma gli Stati suddetti devono organizzare la loro politica difensiva. La Polonia, a mio parere, è il fulcro di questa politica. Essa è la sola grande nazione che possa efficacemente arrestare la marcia degli eserciti rossi verso il cuore dell'Europa. Il suo compito storico è stato quello di baluardo contro i nemici dell'Europa, e della sua fede e civiltà. Con Giovanni Sobieski, essa forzava i Turchi ad una ritirata precipitosa dal cuore dell'Europa, e salvava la civiltà cristiana dalla scimitarra dell'Islam. La sua fermezza nella fede cattolica ha arrestato la marcia invadente dell'ortodossia sterilizzatrice nell'Occidente. Ora essa è diventata \'antemurale christianitatis contro il bolscevismo. La Polonia è quindi la cittadella contro tutte le barbarie, e questa sua missione storica dovrebbe essere riconosciuta da quei piccoli Stati, che abbandonati alle loro forze meschine, sarebbero delle stellette filanti nel firmamento della politica. La vera politica è fatta di realtà, non già di sogni o di utopie. Nè la Lituania, nè l'Estonia, nè la Lettonia, nè la Finlandia potrebbero resistere, sia isolatamente, sia collettivamente, alla poussée russo-bolscevista. Gli Stati baltici lo doverebbero comprendere. Le cifre degli eserciti sono argomenti che hanno grandissimo valore nell'orientamento politico delle nazioni. Nella difensiva contro le aggressioni costanti del bolscevismo, una confederazione degli Stati. 6. Ho combattuto fin dalle origini il bolscevismo, come sistema di governo, come nichilismo sociale come nemico di tutte le idealità più nobili, come odiatore della civiltà occidentale e cristiana. Realmente, più che un'eresia presto nata e presto sepolta, esso è la pestis perniciosissima dell'umanità. Esso ci dà l'aria di un uragano che travolge spaventosamente nel suo volo vertiginoso, gli alberi secolari della civiltà di tutti i popoli. Non possiamo quindi renderci sospetti di filo- — 154 — bolscevismo parlando delle benemerenze dei Soviety nel dominio degli studii orientali. Prima dell'avvento del bolscevismo al potere, gli orientalisti russi aveano reso notevoli servizi alla conoscenza dell'Oriente. Gli studii orientali erano coltivati sovratutto dall'Accademia delle scienze di Pietroburgo, e dai missionarii del clero ortodosso. Essi tuttavia aveano un carattere accademico e religioso. Gli orientalisti russi davano alla luce delle opere meravigliose per la loro erudizione, opere che aveano una cerchia limitatissima di lettori. Esse concernevano di preferenza la filologia e l'archeologia. I missionarii poi pubblicavano traduzioni di libri liturgici ed agiografici nelle lingue dei popoli della Siberia che con metodi non certamente apostolici essi tentavano di attrarre nell'orbita della loro Chiesa. Il centro letterario delle missioni ortodosse era Kazan (I). In genere, l'orientalismo russo dell'epoca dello zarismo mancava di attualità. Esso ci facea conoscere l'antico, ma scarse erano le opere che ci rivelavano le condizioni odierne dei popoli orientali inclusi nelle frontiere dell'impero zarista. La Russia degli zar non amava il risveglio delle colture nazionali delle razze sottomesse al suo giogo. La lingua georgiana si estingueva per le persecuzioni a cui era soggetta da parte di una burocrazia istituita per russificare. Il romeno nella Bessarabia era escluso dalla liturgia, dai seminarii, dalle scuole. Solamente la letteratura tartara fioriva, mantenuta in vita dal fanatismo religioso. Le tribù numerose della Siberia erano tenute nell'ignoranza più crassa della loro letteratura rudimentale, che si propagava verbalmente. La politica della russificazione era livellatrice. Ora i Soviety hanno dato un nuovo indirizzo agli studii orientali. Essi li hanno messi in voga. Essi hanno dato loro un'aria di modernità. Essi li hanno sottratti a quel circolo ristretto in cui vegetavano come una pianta esotica per lanciarli nel gran pubblico. Grazie agli orientalisti dei Soviety, delle razze, per dir così misteriose ci hanno rivelato la loro fisionomia, la loro anima, la loro lingua, le loro aspirazioni. (i) A. Palmieri: La Chiesa russa, Firenze, 1908, pp. 476-510. — 155 — il loro scarso patrimonio letterario. All'iniziativa dei Soviety dobbiamo tre riviste che sono il repertorio più ricco delle nazionalità dell'Asia sotto l'aspetto storico, colturale, economico, etnico : NoVyj Vostok. (Il Nuovo Oriente) : Zizn Natsio-nalnostej (La vita delle nazionalità), e Mezdunarodnaja Le-topis (Cronaca Internazionale). Le tre riviste si pubblicano a Mosca, e contenono un materiale ricchissimo, ed alle volte assolutamente nuovo sui popoli dell'Oriente. Tranne rare eccezioni, l'orientalismo puro, l'orientalismo degli eruditi, esula da queste pubblicazioni. I Soviety studiano la vita moderna della Russia asiatica. I! loro scopo è di conoscere lo spirito delle razze dell'Oriente ed Estremo Oriente per imbeverlo più facilmente delle sue dottrine. Lo zarismo scorgeva nel risveglio colturale delle razze asiatiche un pericolo alla marcia della Russia nel cuore dell'Asia : i Soviety al contrario, in quel risveglio, scorgono un'arma efficace di diffusione e di propagazione della rivoluzione mondiale. La politica dello zarismo era caratterizzata dalla lentezza. Bisognava russificare l'Asia prima coi cosacchi, col ^nuf, con le armi; poi, nella lingua, poi nell'anima. La Siberia dovea essere russa nel senso più ampio della parola. La russificazione linguistica e morale delle steppe asiatiche, la loro colonizzazione con le masse prolifiche dei contadini russi avrebbe preparato l'egemonia della Russia nell'Estremo Oriente. Chi va piano, va sano, era il motto della diplomazia zarista. Una Siberia russa e popolata da russi e da russificati, avrebbe assorbito l'Afganistan e la Manciuria. Allora la Russia avrebbe potuto tener testa al Giappone ed agli Stati Uniti nella Cina immensa, e scacciare l'Inghilterra dalle Indie. Nell'impossibilità d'ingoiare l'Europa, la Russia avrebbe costituito un immenso impero asiatico. La politica dei Soviety è, per così dire, la politica della trainée de poudre. Essa si affretta. Ogni ritardo è fatale al suo sogno di rivoluzione mondiale. Le razze asiatiche hanno bisogno di coltura per assimilarsi gl'ideali della rivoluzione comunista. Se lo zarismo mirava allo schiacciamento della rivolta, il bolscevismo si applica all'eccitamento alla rivolta. Esso vuole che tutta l'Asia sia scossa da un fremito di vita nuova. Solamente studiando l'immensa produzione dell'orien- — 156 — talismo sovietista, noi possiamo renderci conto dell'immane sforzo colturale dei Soviety nell'Asia. Vi è una valanga di giornali e di riviste che si pubblicano attualmente in lingue, di cui appena si conoscevano i nomi. Si danno alla luce financo dei giornali femministi presso tribù in cui l'analfabetismo femminile, prima della guerra, raggiungeva il 99,7 %! Nelle scuole di Lingue orientali di Pietrogrado (Leningrado), di Mosca, di Tashkent, s'insegnano una cinquantina di lingue dell'Oriente. Non posso estendermi su questo tema, che svolgo di tratto in tratto nei fascicoli dell' Oriente Moderno (1). Mi limito solamente a compilare la lista della nazionalità degli studenti, che frequentano i corsi dell'Università Comunista dei Lavoratori dell'Oriente : Kommunisticeskij Universitet Trudjassiìzhsja Yostohia : Nu- Nu- Nazionalità mero Nazionalità mero I. Abazintsy..... 25- Taranci ..... . . 6 2. Abkhatsy..... 26. Turcomanni. • • 17 3- Avartsy...... 27- Ujgury ..... 4- :8. Uzbeki...... . . 61 5- 29. Baskiry..... • • 32 6. Dagestantsy .... ■ • 3 30. Mari...... ■ • 9 7- 3'- Mordvi..... • • 25 8. 32- Tartari..... . . 116 el- Karacaevtsy .... • • 13 33- io. 34- 11. Laki. ...... . . 1 35- 12. 36. Komi...... • - 4 '3- Mingreltsy. .... 37- Kareli...... . . 6 H- • • 38 38- 15- Cerkesy. ..... 39- 16. 40. Altajtsi..... • • 7 17- Armeni...... 4i. Burjati ..... 18. 42- Kalmyki..... • • 4 19. Turkit ..... 43- Mongoli..... • • 4 20. Turki...... 44- Jakuty...... • • 7 21. Dungany . . . . . . i 45- Tartari di Crimea . • • 14 22. 46. Tsigani..... 2.3- • • 63 47- Altre nazionalità . . • • 83 24. • • 23 (i) Gli studi orientali nella Russia Bolscevica, 1923, II, pp. 622-629. — 157 — In una sola università abbiamo quindi un 800 studenti che formeranno nell'Asia gli ufficiali dell'esercito propagandista dei Soviety! Ed è notevole che in questo nucleo importante di araldi del bolscevismo nell'Asia, il numero delle donne si eleva a 136! 7. Questo risveglio di studii orientali ha prodotto il risveglio dell'Asia. Risveglio!... L'epiteto suona come un'ironia, quantunque sia stato messo in voga seriamente dai Francesi (!). Vi è stato un risveglio nel Giappone, che nell'Estremo Oriente spiegherà una missione simile a quella dell'Inghilterra. Ma il famoso risveglio dell'Asia Continentale, io lo designerei piuttosto con l'epiteto di Convulsioni Asiatiche. Vi è stato un risveglio democratico della Cina!... Quali sono i suoi risultati?... Le convulsioni di una perenne guerra civile, e il rincrudimento della xenofobia. Questi per l'appunto sono i risultati a cui mira la politica sovietista. Indebolire internamente i popoli asiatici fomentando le loro discordie interne ed aizzarli nello stesso tempo contro gli Stati europei imperialisti ed oppressori. Il risveglio dell'Asia nella terminologia sovietista equivale alla rivolta dell'Asia. Tutto questo lusso, tutte queste carole di nazionalismi nascenti o rinascenti in Russia, non presagiscono nulla di bene per l'Europa, o per la civiltà. Si arma semplicemente l'antieuropeismo asiatico. Il risveglio dell'Asia avrebbe potuto compiersi solamente con le forze costruttive della civiltà cristiana; le forze distruttive del bolscevismo anticristiano non faranno che fomentare la rivolta dell'Asia contro la civiltà occidentale. La Cina di Sun Yat Sen ce ne offre la più eloquente testimonianza. Canton è divenuta una Mosca sovietista asiatica. Quelle folle di studenti che a Pechino, a Scianghai, a Hankow, a Canton, insorgono contro gli stranieri, e nei loro movimenti sediziosi si lasciano uccidere dal piombo inglese e giapponese, rappresentano le vittorie della propaganda bolscevista nell'Estremo Oriente. La politica zarista avea i suoi torti, le sue lacune, le sue barbarie. Essa introduceva tuttavia l'oc- (i) R. Grousset : Le réveil de l'Asie. Impérialismc britannique et la révolte des peuples. Parigi, 1925. — 158 — cidentalismo nell'Asia. Vi era una lenta inoculazione di civiltà cristiana nello spirito intirizzito dei popoli asiatici. Ma che cosa v'introduce il bolscevismo?... Semplicemente, il virus dell'odio di classi, della guerra sociale. Tranne pochi libri che trattano d'igiene, di agricoltura, tutta la letteratura orientale dell'Asia sovietista, al pari di quella della Russia sovietista, financo gli abecedarii, sono emanazioni di rabbia impotente, sono invettive incendiarie contro l'imperialismo europeo. La tattica bolscevista consiste sovratutto nell'asia-tizzare l'Asia, e l'asiatizzazione dell'Asia è un sinonimo di xenofobia. La xenofobia arresta e respinge la penetrazione occidentale, e prelude alla penetrazione orientale in quelle regioni che lo zarismo lentamente e tenacemente avvicinava all'Occidente. Sotto l'aspetto fisico, la geografia politica della Russia Sovietista non ha mutato gran che nella costituzione fisica o etnica dell'Asia russa. Ma dei mutamenti considerevoli si sono avverati nella geografia morale, se mi è lecito questo epiteto, dei sudditi del sovietismo russo. Gli orientamenti dell'Asia prendono un'altra direzione, a seconda degl'impulsi della propaganda bolscevista. 1 Soviety esaltano le vittorie effimere conseguite con la loro tattica. L'India è in fermento, e la Cina, come l'India, boicotta l'industria e il commercio britannico (1). L'Asia insorge contro l'europeo, o in genere contro i bianchi, e vuole espellerli dal suo territorio. Gli ottocento milioni di asiatici, che Lenin chiamava a raccolta all'ombra dei suoi vessilli rossi, potranno un giorno emancipare l'Asia nel senso bolscevista, potranno elevare una nuova muraglia della Cina contro le invasioni dell'imperialismo occidentale. Ma quale ne sarà il vantaggio per la Russia?... Quelle masse immense di gialli, che il bolscevismo organizza in un fronte unico contro i bianchi, come un esercito sterminato di cavallette, si scaglierebbero anzi- (i) Il boicottaggio asiatico delle merci europee equivale ad una ritirata economica dell'Europa dall'Asia: cfr. G. Levi: Deevropeizatsija miro-vogo khoziajstva posle voiny (La deeuropeizzazione dell'economia mondiale nel dopo-guerra). Meidunaradnaja Letopis, 1925, nn. 10-11, pp. 3-24. — 159 — tutto sulle vaste pianure della Russia, e non vi lascerebbero un fil d'erba. La storia ci ricorda i nomi e le gesta di Gengis-Khan e di Tamerlan. Radendo al suolo la frontiera degli Urali, si creano dei gravi pericoli all'Europa, ma sovratutto dei pericoli gravissimi alla Russia europea. Gli alti papaveri della diplomazia bolscevista certamente non lo ignorano. Ma l'odio non ragiona. Anche Lenin cinicamente diceva che poco gl'importava la rovina e la morte di una gran parte del popolo russo purché trionfassero le sue teorie rivoluzionarie! (1). (i) P. Miljukov : Russlands Zusammenbruch. Stuttgart, 1925, t. I, pp. 94-144. I INDICE DEI NOMI GEOGRAFICI Adaev, p. 32. Adyghé, p. 15. Agiaristan, p. 133. Akmolinsk, p. 32. Aktjubinsk, p. 32. AHaj, p. 27. Amur, p. 29. Arkhanghelsk, p. 12. Asia, e suo risveglio, p. 157-158. — e sua rivolta, p. 158-159. Astrakhan, p. 12. Balkary, p. 16. Baltico (Stati del) e loro politica verso la Russia, p. 143-146, 151-153-Baskiry, p. 17. — e bolscevismo, p. 118. — e loro condizioni colturali, p. 118-119. — e loro organamento amministrativo, p. 117. Bielorussia, e bolscevismo, p. 62-66. — e sua divisione amministrativa, P. 67. — e sua evoluzione storica, p. 59-60. — e sua popolazione, p. 67-68. — e sua geografia, p. 57-59. — e sua superficie, p. 66. Bobruisk, p. 69. Borisov, p. 70-71. B rjansk, p. 12. Bukeev, p. 32. Buriatina, p. 30, 130-131. Calmucchi, p. 16. — e loro condizioni odierne, p. 119-120. — e loro condizioni colturali, p. 120. Carelia, p. 17. — e sue condizioni odierne, p. 133-'34. Caucaso, e le sue lotte fra Bolscevichi e Menscevichi, p. 75-79. — e sue frontiere, p. 79-80. Caucaso del Nord, p. 15. Cefeni, p. 16. Cerkesy, p. 16. Cernigov, p. 54. Crimea, p. 17. — e il regime bolscevista, p. 129. Cuvasi, p. 17. — e il regime bolscevista, p. 113-114. Daghestan, p. 17. Donets, p. 52. Duina, p. 14. Ekaterinoslav, p. 52. Ebrei, e loro Repubblica, p. 141. Estremo Oriente (Provincia), p. 29. Homel, p. 12. Ingusetija, p. 16. Irkutsk, p. 27. Ivanovo, p. 13. Jakuty, p. 30. — 162 — — e loro condizioni, p. 131-132. Jaroslav, p. 15. Jcnissej, p. 27. Kabardia, p. 16. Kaluga, p. 13. Kamcatka, p. 29. Knra-Kirghiz, p. 28, 135. Karacaevi, p. 16. KaragaSi, p. 142. Kara-Kalpak, p. 33. Kalinin, p. 69. Kharkov, p. 54. Kiev, p. 52-53. Kirghiz, e Bolscevismo, p. 30-31, 124-125. — e loro divisione amministrativa, pa. gine 31-32. — e loro popolazione, p. 32. Komi, p. 16, 122. Kostroma, p. 13. Kursk, p. 13. Kustanaj, p. 32. Leningrad, p. 13. Mari, p. 16. — e loro condizioni oderne, p. 115. — e loro nazionalismo, p. 115. Minsk, p. 70. Moghilev, p. 69. Moldava (Repubblica), p. 54. Mordviny, p. 141. Mongolia, p. 30, 140-141. Mosca, p. 13. Mozyr, p. 69. Murmansk, p. 13. Nizègorod, p. 13. Novgorod, p. 13. Novonikolaevsk, p. 28. Odessa, p. 53. Ojrati, p. 28. — e loro condizioni odierne, p. 132-133- Omsk, p. 28. Orel, p. 14. Orenburg, p. 33. Oria, p. 69. Ossetia, p. 16. Pensa, p. 14. Podolia, p. 53. Polacchi, e loro Repubblica Sovietista, p. 140. Polonia, p. 145-146. — e sua supremazia nel Baltico, pagine 151-153- Polotsk, p. 68. Poltava, p. 53. Primoria, p. 29. Pskov, p. 14. Rjazan, p. 14. Russia, Sovietista, e sua costituzione, P- 3-5- — e suo decentramento amministrativo, pp. 139-140. — e sua divisione politica, p. 10-11. — e suo frazionamento politico, pagine 147-150. — e suo internazionalismo, p. 142-143- — e suoi nazionalismi, p. 5-7, 143-145- — e sua popolazione, p. 9-10. — e studi orientali p. 154-156. — e sua superficie, p. 8-9. — e sua università comunista, pagine 156-157. Samara, p. 14. Saratov, p. 14. Semipalatinsk, p. 33. Siberia e Bolscevismo, p. 22-26. — e sua colonizzazione russa, p. 26-27- — e sua divisione politica, p. 21. — e sua popolazione, p. 29. — e sua superficie, p. 28-29. Simbirsk, p. 14. Slutsk, p. 70. Smolensk, p. 14. — 163 — Stulingrad, p. 15. Tadzikstan, p. 34. Tambov, p. 14. Transbaikalia, p. 29. Tsarytsin, p. 15. Tuia, p. 14. Tver, p. 14. Tartari di Ka».an, p. 18. Tartari del Volga, p. 8, 116. — e loro condizioni colturali, p. 116-117. Tedeschi del Volga, e loro condizioni odierne, p- 17, 121. Tomsk, p. 28. Turkestan e il regime bolscevista, p. 125-127. Turkmenistan, p. 34. Ukraina, e bolscevismo, p. 42-47. -— e Chiesa, p. 47-48. — e nazionalismo, p. 39-41. — e sua popolazione, p. 37-38. — e suo risveglio colturale, p. 50-51. — e sua rivoluzione, p. 41, 60-61. — e sua superficie, p. 38-39. Uljanovsk, p. 14. Urali, p. 15, 33. Uzbekistan, p. 33-34. Vitebsk, p. 68. Vjatka, p. 12. Vladikavkaz, p. 12. Vladimir, p. 12. Vologda, p. 12. Voronez, p. 12. Volynia, p. 51-52-Votjaki, p. 15, 122-123. Zyrjani, p. 16. £ 2