POROČILA IN OCENE I RELAZIONI E RECENSIONI I REPORTS AND REVIEWS, 515-527 intenzivno preučevati v devetdesetih letih prejšnjega stoletja predvsem v sklopu Razvojnega projekta Koper 2020. Eden izmed pomembnejših rezultatov tega projekta je tudi že omenjena obširna monografija Pro-storsko-casovna organizacija bivanja (2008), v kateri na primeru Obale preučuje dolgoročne trende sprememb v vsakdanjem ožjem in širšem življenjskem okolju, ki jih prinaša vse bolj intenzivna (upo)raba informacijsko-komunikacijskih tehnologij. Prav ta raziskovalna vez prof. Mlinarja z obalno regijo je bila ključni povod, da sta Fakulteta za humanistične študije in Znanstvenoraziskovalno središče Koper Univerze na Primorskem skupaj z njim organizirala mednarodni znanstveni sestanek z naslovom Medkulturni odnosi in bivalno okolje v kontekstu lokalno-globalnih procesov - Raziskovanje v slovenski Istri in svetu. Znanstveni sestanek je otvoril prof. Henry Teune s predavanjem, v katerem je izpostavil ključne vplive procesa globalizacije na kulturo. Nato je sledila prva sekcija z naslovom Medkulturni odnosi v lokalno-global-nem kontekstu (moderator Boštjan Bugarič), v kateri so bili obravnavani medkulturni odnosi v lokalno-global-nem kontekstu s posebnim poudarkom na učinkih migracijskih in globalizacijskih procesov. Pozornost je bila posvečena vprašanjem kulturne heterogenosti (Karmen Medica, Emidio Sussi), medkulturnim stikom (Mateja Sedmak, Giuseppe leraci), modelom medkulturnega so-bivanja (Ana Kralj) in učinkom vse večje kulturne, jezikovne, rasne pluralizacije na lokalni in globalni ravni (Raimondo Strassoldo). V tem smislu so bili na primeru slovenske Istre prevpraševani obstoječi modeli multikul-turalizma in preverjane možnosti za vzpostavljanje resničnih interkulturnih in transkulturnih družb. V sklopu druge sekcije z naslovom Globalizacija in informatizacija bivalnega okolja (moderatorka Ana Kralj) so udeleženci na primerih slovenske Istre kot tudi tujih izkušenj (ZDA in Rusija) interpretirali prostorsko-časov-ne spremembe organizacije družbenih dinamik v bivalnem okolju. Pri tem je bil poudarek na razmerju med bivalnim okoljem ter odpiranjem v svet (Zdravko Mlinar, Blaž Lenarčič, Boštjan Bugarič, Damon Rich), povečevanju raznovrstnosti in kombinacij povezovanja različnih institucij (Zorana Medaric, Jan Toshenko), ki presegajo dosedanje ločevanje notranje homogenih prostorskih enot posameznega mesta oziroma regije. V tem smislu je bila pozornost namenjena predvsem posameznikovemu osamosvajanju od vnaprejšnje prostorsko-ča-sovne določenosti ter odpiranju v svet, pri čemer prihaja do novih oblik povezovanja. Blaž Lenarčič PRVA ISTRSKA POKRAJINSKA RAZSTAVA-100 LET/ PRIMA ESPOSIZIONE PROVINCIALE ISTRIANA-100 ANNI / PRVA ISTARSKA POKRAJINSKA IZLOŽBA-100 GODINA / ERSTE ISTRIANISCHE LANDESAUSSTELLUNG-100 JAHRE, a cura di Dean Krmac. Histria Editiones, serie Histria Documentum II. Koper-Capodistria, Società umanistica Histria, 2010, pp. 156. CATALOGO GENERALE DELLA PRIMA ESPOSIZIONE PROVINCIALE ISTRIANA CAPODISTRIA, edizione anastatica, a cura di Ivan Markovič e Peter Stoka. Koper-Capodistria, Osrednja knjižnica Srečka Vilharja -Biblioteca centrale "Srečko Vilhar", 2010, pp. 158. PRVA ISTRSKA POKRAJINSKA RAZSTAVA-100 LET/ PRIMA ESPOSIZIONE PROVINCIALE ISTRIANA-100 ANNI / PRVA ISTARSKA POKRAJINSKA IZLOŽBA-100 GODINA / ERSTE ISTRIANISCHE LANDESAUSSTELLUNG-100 JAHRE, dokumentarni film in katalog fotografij / documentario e rassegna fotografica / dokumentarni film i katalog fotografija / Dokumentarfilm und Fotokatalog, a cura di Mojca Cerkvenik. Histria Editiones. Koper-Capodistria, Società umanistica Histria, 2010, durata 21 minuti. Il centenario della Prima Esposizione Provinciale Istriana e stato foriero di alcuni interessanti progetti editoriali promossi dalle istituzioni e dalle associazioni della città di Capodistria. Proprio grazie all'anniversario, un avvenimento di quella portata - a lungo, purtroppo, dimenticato e misconosciuto dalla stragrande maggio-ranza della popolazione attuale -, e stato affrontato in termini scientifici proponendolo ad un pubblico che ha risposto molto bene. Chiaro segnale che in una parte della cittadinanza vi e un interesse a (ri)scoprire le pagine di un passato che per decenni e stato relegato nell'oblio. Le iniziative che di seguito recensiamo of-frono innumerevoli informazioni nonché spunti di rifles-sione sul passato istriano e nella fattispecie sull'originale esposizione promossa in quella che nei tempi andati era definita l"'Atene dell'Istria", per gli ingegni che le sue istituzioni seppero forgiare nonché per l'elevata cultura umanistica e scientifica che seppe esprimere nel corso dei secoli. Tra i progetti più interessanti spicca senz'altro il volume quadrilingue Prva istrska pokrajinska razstava-100 let / Prima esposizione provinciale istriana-100 anni / Prva istarska pokrajinska izložba-100 godina / Erste istrianische Landesausstellung-100 jahre. Il catalogo della mostra, curato da Dean Krmac, che costituisce il secondo numero della collana Histria Documentum della Società umanistica Histria di Capodistria, ha degna-mente accompagnato l'omonima mostra fotografica, ospitata negli ambienti di palazzo Gravisi, sede della locale Comunità degli Italiani, e inaugurata il primo POROČILA IN OCENE / RELAZIONI E RECENSIONI / REPORTS AND REVIEWS, 515-527 maggio scorso, esattamente ¡I giorno in cui ricorreva il centenario dell'importante manifestazione promossa nella citta di San Nazario. La pubblicazione riproduce una serie di immagini relative all'esposizione medesima conservate ai Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste, e gentilmente con-cesse, che dopo un secolo sono state finalmente ri-portate all'attenzione del pubblico. Lo studio intro-duttivo di Brigitta Mader e Salvator Zitko si sofferma su svariati aspetti che permettono di cogliere l'essenza, i significati nonché l'importanza di uno dei maggiori av-venimenti istriani registrati nell'ultimo secolo. "A colui che tra maggio e ottobre 1910, viaggiando in carrozza sulla linea ferroviaria a scartamento ridotto o per mare, veniva a Capodistria per visitare la Prima Esposizione Provinciale Istriana, allestita nel bel mezzo del centro cittadino, il panorama caratteristico della citta a quel tempo ancora prevalentemente insulare si pre-sentava da lontano con un profilo armonioso, rovinato solo dall'enorme sagoma del penitenziario" (p. 15). Si apre con questa descrizione della cittadina la trattazione dei due autori. Nel primo decennio del Novecento il centro istriano era una tranquilla localita di mare dell'allora Litorale austriaco con una popolazione di circa 9 mila abitanti, messa in "ombra" da una metropoli dinamica e in rapida ascesa come Trieste. Capodistria se da un lato conservava quasi intatto il retaggio storico-architettonico della Serenissima, particolarmente ricco -non dimentichiamo che essa rivestiva il ruolo di capitale dell'lstria veneziana -, dall'altro non annoverava più un posto di primo piano entro i confini della regione, anzi divenne piuttosto l'entroterra agricolo del capoluogo giuliano. Agli albori del nuovo secolo, comunque, inizio ad acquisire nuovamente una certa importanza, dopo-tutto cola aveva gia sede il Capitanato distrettuale nonché gli uffici ed i servizi amministrativi. Al contempo si registro pure un fervore economico accompagnato dall'apertura di innumerevoli attivita sia in citta sia nell'immediata periferia: impianti industriali e imprese, cantieri navali, banche ed istituti di credito, tintorie, laboratori di tessitura, concerie, filande e il conservificio Depangher. Per soddisfare il flusso sempre più crescente di passeggeri e di merci fu creata la "Societa Cittadina di Navigazione a Vapore Capodistriana". Proprio grazie all'esposizione ospitata, la citta avrebbe nuovamente fatto parlare di sé e per alcuni mesi del 1910 essa sarebbe divenuta a tutti gli effetti una sorta di "centro" dell'attenzione dell'alto Adriatico e non solo. Nella cornice giustinopolitana si presentavano le ricchezze del passato istriano ma anche le migliori forze contem-poranee ed al contempo si esprimevano le potenzialita esistenti in un territorio che fino a quel momento era considerato arretrato o tutt'al più una periferia del vasto impero di Francesco Giuseppe. Nell'ambiente capodistriano, di schietta impronta veneziana, gli ltaliani d'lstria celebrarono la "loro" espo- sizione. Dopo il rifiuto alla collaborazione da parte della componente politica slovena e croata, l'avvenimento assunse dei contorni e dei significati diversi. Una parte di quei deputati della Dieta, infatti, contesto il supporto finanziario a quella manifestazione poiché vedevano in essa l'occasione in cui gli Italiani avrebbero palesato le loro tendenze nazionalistiche. Quella rinuncia fece si che l'idea di una rappresentazione globale di quanto offriva la penisola si tramutasse in un'espressione del-l'italianita istriana e di conseguenza divenne sinonimo del primato di quella componente nazionale, che poteva annoverare sia un sontuoso passato sia un importante avvenire, perché le sue forze: economiche, intellettuali, morali, ecc., testimoniavano l'esistenza di una "energia viva" che avrebbe saputo tener testa all'"aggressivita slava" appoggiata dal governo di Vienna. Allorché si affronta siffatto accadimento e opportuno rammentare che l'ideazione ed il suo svolgimento avvenne in conco-mitanza con le tensioni nazionali nella regione e il conseguente tentativo di giungere ad un compromesso. La rinuncia dianzi ricordata e l'utilizzo dell'esposizione a mo' di strumento di affermazione nazionale, rive-larono, ancora una volta, la difficolta a giungere ad un accordo tra le parti, dovuta agli accesi disaccordi che accompagnarono gli anni dell'antivigilia della prima guerra mondiale. Proprio a causa di quei dissapori le autorita asburgiche gia precedentemente avevano deciso di trasportare la sede della Dieta da Parenzo a Capodistria (tra il 1899 e il 1902 le sedute si tenevano nell'ex chiesa di Santa Chiara, negli anni compresi tra il 1904 e il 1910, invece, nel teatro cittadino). Dopo l'importante esposizione agricola promossa a Trieste nel 1882 in occasione del cinquecentesimo anni-versario della dedizione della citta alla Casa d'Austria, in cui si presentarono i vari popoli della Duplice monarchia, nella regione non si promossero altri eventi di ampio respiro. Dal 1904 in poi negli ambienti industriali, commerciali ed imprenditoriali istriani si inizio JRVAlSUBMPCÍRAjlNSKA V' PRim'»SRAZsTM esposizione inn provinciale Istmiana >uvj PRVÀ ISTARSKA HSNI Pokrajinska izložba cora na ISmiANKHË LANDESAUsSrElLUNG POROČILA IN OCENE I RELAZIONI E RECENSIONI I REPORTS AND REVIEWS, 515-527 a rivelare il desiderio di allestire una grande mostra de-dicata alle ricchezze storiche, culturali ed economiche presenti in loco. Tre anni più tardi la Mostra d'arte e di fotografia di Pisino riscosse un notevole successo e proprio nel 1907 iniziarono i preparativi di quel complesso ed articolato lavorio che avrebbe portato alla prima edizione di un'esposizione istriana. Gia nel 1905 il consiglio d'amministrazione dell'Associazione di com-mercianti e industriali di Capodistria, con a capo Bortolo Sardotsch, aveva reperito dei mezzi finanziari presso la Camera di commercio e d'industria dell'lstria grazie ai quali fu possibile gettare le basi di una manifestazione il cui fine era la presentazione della penisola in tutti i suoi aspetti. Il 17 ottobre del 1907, a Trieste, il consiglio d'amministrazione dell'Associazione summenzionata istituï il "Comitato per lo studio della Prima esposizione provinciale istriana". Si decise che l'evento si sarebbe svolto nel 1910 a Capodistria; fu prescelta quest'ultima in quanto annoverava degli spazi sufficientemente ampi - come il convento di Santa Chiara e la piazza del Brolo - per ospitare una mostra ambiziosa come quella ideata. Successivamente anche il comune acconsenfi ufficial-mente e mise a disposizione le aree surricordate che i promotori avrebbero potuto utilizzare all'uopo. Scrivono Mader e Zitko: "Gli organizzatori rigettarono per tempo l'idea di allestire la fiera in padiglioni, sotto capannoni ed in chioschi, soluzione che avrebbe comportato costi proibitivi contravvenendo inoltre alle norme di sicurez-za. La soluzione più razionale fu quindi individuata nella parziale ristrutturazione dell'ex complesso conven-tuale di Santa Chiara che, assieme alle chiese abban-donate di San Francesco e San Giacomo e dei rispettivi cortili, risolse i maggiori problemi di spazio" (p. 23). Il primo maggio 1910, alle ore 11 antimeridiane, nella piazza del Brolo si tenne l'inaugurazione ufficiale alla presenza del capitano provinciale Lodovico Rizzi, dell'i.r. luogotenente principe Konrad von Hohenlohe nonché di numerose altre autorita accorse da Trieste e dal resto dell'lstria. In quell'occasione fu presentata al pubblico la marcia trionfale sinfonica "Concordia e progresso" di Giuseppe Mariotti, maestro del corpo bandistico cittadino, composta appositamente per quella circostanza. Le sale dell'esposizione offrivano una ricca messe di contenuti. Erano rappresentate le attivita esistenti nel Litorale austriaco: la cantieristica navale, la navigazione, la pesca, l'industria del sale; erano presenti lo Stabili -mento Tecnico Triestino, il Lloyd Austriaco, le i.r. Ac-cademie Nautiche di Trieste e Lussinpiccolo, l'i.r. Stazione Zoologica della citta di San Giusto ma anche la Societa di pesca e piscicoltura del Litorale ed il Con-sorzio delle Saline di Pirano. Non mancavano nemmeno le sezioni dedicate agli stabilimenti balneari, alle stazioni climatiche e di villeggiatura nonché allo sport in cui comparivano i nomi di localita quali Portorose, Ab-bazia, Laurana e Lussinpiccolo. La chiesa di San Giacomo, ampliata grazie ad un piccolo edificio, ospitava la sezione d'arte contemporanea, con una mostra di pittura, scultura ed arte decorativa. Nell'ex convento di Santa Chiara erano esposte, invece, le mostre di agricoltura, dell'industria, delle scienze, di bel le arti e delle lettere, delle corporazioni autonome, delle istituzioni sanitarie, della didattica e della previdenza. Particolarmente importante fu la mostra di arte sacrale - che ebbe vasta eco - in cui si po-tevano ammirare le opere di Carpaccio, di Vivarini, di Girolamo da Santa Croce e di Sassoferrato ma anche crocifissi medievali ed altri oggetti ecclesiali per un totale di 250 pezzi. Una sezione era dedicata all'etno-grafia con una rassegna di costumi tradizionali della penisola e delle isole quarnerine, vi erano poi gli strumenti musicali o gli accessori farmaceutici istriani e chersini. Una sala era dedicata alla musica in cui un posto d'onore era riservato a Giuseppe Tartini, vi erano anche violini di ottima fattura e le opere complete di Antonio Smareglia. Uno spazio di rilievo era dedicato alla didattica e alla previdenza. Vi parteciparono numerose scuole del territorio, con i lavori degli scolari, con la presentazione dei mezzi didattici, i modellini, ecc., nonché le scuole professionali di Capodistria, Isola, Pirano, Parenzo, Rovigno e Pola. Il terzo cortile del convento era adibito alla parte meccanica: vi erano macchinari per l'edilizia e per la lavorazione della pietra e del legno, pompe, motori e alcune automobili. Malgrado i buoni intenti degli organizzatori la manifestazione chiuse i battenti con un disavanzo di 50 mila corone. Quel passivo di non lieve entita sprigiono vivaci polemiche, specie nel campo avversario. La co-pertura figuro anche tra i punti dell'ordine del giorno della seduta della Dieta provinciale istriana del 18 ottobre 1910, ma, a causa dell'animosita che caratteriz-zo quell'incontro, che si concluse con una rissa, la seduta fu dichiarata chiusa e addirittura fu sciolta la Dieta stessa. Uno dei pregi del catalogo e, indubbiamente, la pubblicazione di un notevole numero di fotografie relative all'Esposizione. Si tratta per lo piu di negativi su lastre in vetro di grande formato (18 x 24 cm) realizzate con la tecnica della gelatina ai sali d'argento, mentre un numero minore e costituito da positivi di formato 13 x 18 cm. La preziosa documentazione fotografica custo-dita dai Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste fu acquisita grazie alla donazione del Municipio di Capo-distria (del 27 luglio 1910) e a quella successiva di Carlo Baxa di Lindaro (del 7 dicembre 1920). Le lastre in questione furono realizzate fra l'aprile e il luglio del 1910 dai fotografi Giuseppe Padovan (Trieste, 1883-Trieste, 1945), Pietro Opiglia (Pola, 1877-Trieste, 1948) e Biagio Padovan (Trieste, 1879-Trieste, 1953) e docu-mentano i lavori preliminari e l'allestimento dell'espo-sizione. Hanno un carattere documentaristico, esse rappresentano le varie mostre e sezioni dell'Esposizione, POROČILA IN OCENE / RELAZIONI E RECENSIONI / REPORTS AND REVIEWS, 515-527 gl¡ allestimenti e l'oggettistica. I redattori délia pubblicazione ne hanno selezionate 57 (di complessive 87 unita) e le hanno corredate di didascalie e di brevi descrizioni. Le immagini proposte seguono il percorso originario delle sette sezioni. Si possono ammirare, ad esempio, la foto che ritrae il portale d'ingresso allo spazio espositivo, la zona di intrattenimento in piazza del Brolo, le varie mostre (delle societa di navigazione, di piscicoltura, marittima, degli articoli sportivi e di caccia, di pittura e scultura moderna, d'arte sacra, di didattica, ecc.), o gli oggetti esposti come il modello in legno dell'Arena di Pola, il rilievo geografico della provincia d'Istria, i cimeli di Tartini, il salotto settecentesco o la cucina istriana del XVIII secolo. E raffigurata anche la mostra della Lega Nazionale, quella della previdenza, dell'Istituto agrario provinciale di Parenzo, di oli vegetali e foraggi, la chimico-agraria, dei vini, oppure i pollai, le colombaie, le conigliere e il chiosco di ortofrutticoltura. In occasione dell'anniversario e uscito anche il Catalogo generale dell'Esposizione in edizione anasta-tica curata dalla Biblioteca centrale "Srecko Vilhar" di Capodistria. La pubblicazione e uno strumento indispen-sabile sia per lo studioso sia per il lettore curioso che desidera conoscere più dettagliatamente la manifesta-zione nelle sue più svariate articolazioni. Il catalogo medesimo contiene una mole importante di informa-zioni e di dati sugli espositori con i nomi di tutti i partecipanti, la natura delle mostre, e quindi offre una fotografia sulla situazione economica in senso lato dell'allora Litorale austriaco, ma anche sulla didattica, sulla vivacita culturale nonché sulla ricchezza del retag-gio storico-culturale puntualmente evidenziato, che rap-presentava uno dei punti forti dell'evento. L'edizione in facsimile e stata salutata favorevolmente perché le copie originali presenti nelle biblioteche della regione sono ormai poche. Oltre alla nota sull'origine e sullo sviluppo dell'Esposizione vi sono pagine dedicate alle varie mostre e ai padiglioni. Un breve capitolo e incentrato sulle "Vicende politiche e civili dell'Istria", un altro, in-vece, e intitolato "Capodistria: cenni storici e topo-grafici". Vi e pure un calendario con le manifestazioni collaterali promosse nei mesi in cui si tenne l'Espo-sizione, come il concorso bandistico provinciale, le gare motociclistiche interregionali di velocita, il convegno sportivo internazionale, il concorso interregionale di atletica pesante, la regata internazionale a remi, ecc. Anche nella postfazione in lingua slovena ed italiana, firmata dal direttore dell'istituzione, Ivan Marko-vic, si rammenta che "Con gli anni, il Catalogo generale dell'Esposizione e diventata una pubblicazione per bibliofili posseduta da poche biblioteche, per questo motivo, la sua ristampa non rappresenta soltanto uno strumento di studio per ricercatori e amanti della storia patria locale ma mantiene vivo il ricordo di questo importantissimo avvenimento culturale, economico e sociale, organizzato dalla citta di Capodistria". Tra gli altri contenuti presenti ricordiamo ¡ due contributi, firmati rispettivamente da Salvator Zitko (Ob stoletnici "Prve istrske pokrajinske razstave" v Kopru (1910-2010)) e da Peter Stoka (Nel centenario della Prima Esposizione Provinciale Istriana) che inquadrano l'evento sottoline-andone le peculiarita, l'importanza nonché lo spirito con il quale fu promosso. Le finalita coincidevano con le ambizioni che si riscontravano in tutte le manifestazioni coeve del vecchio continente tra la fine del XIX e gli albori del XX secolo cioe la volonta di presentare al grande pubblico il progresso industriale e tecnologico di un determinato Paese e/o regione e al contempo esibire i risultati dello sviluppo economico, culturale e sociale in senso lato. L'ultima iniziativa che presentiamo, ma non per questo di minore interesse, e il DVD coprodotto dal Centro Italiano di Promozione, Cultura, Formazione e Sviluppo "Carlo Combi" di Capodistria, curato da Mojca Cerkvenik, e realizzato nell'ambito del progetto ideato dalla Societa umanistica Histria. Il prodotto multimediale contiene il documentario dedicato all'Esposizione capodistriana, per la regia di Samo Milavec, nonché la rassegna fotografica con le immagini gia ricordate che sono ospitate nel catalogo della mostra. Il testo che accompagna il filmato e una versione adattata e ricavata dal saggio di Brigitta Mader e Salvator Zitko e vuole offrire uno spaccato dell'evento che tra il maggio e l'ottobre del 1910 interesso la citta di San Nazario. Anche nel contesto istriano si desiderava proporre alla collettivita un'immagine riconoscibile della penisola e del suo sviluppo economico, storico e culturale. Negli intenti degli organizzatori l'Esposizione doveva offrire una presentazione a tutto tondo del territorio, dalla pre-istoria agli albori del Novecento, puntando sulla qualita e sulla varieta delle opere presentate. Capodistria fu prescelta non solo per il suo illustre passato ma, soprat-tutto, per la presenza di spazi ideali che offrivano le condizioni migliori per l'allestimento. Il documentario propone anche un percorso virtuale tra i padiglioni dell'esposizione e tra le varie mostre. Dall'ingresso, attraverso il maestoso portale progettato dall'ingegnere Renato Nobile, si arrivava al centro pro-spiciente il fontico in cui vi era il palco sul quale si svolgevano gli spettacoli all'aperto che allietavano le serate primaverili ed estive. Il cammino prosegue con la presentazione della sezione marittima e quella degli stabilimenti turistici e termali. La chiesa di San Giacomo ospitava l'arte moderna, tra cui le opere del triestino Guido Grimani, la chiesa di San Francesco e la piazza adiacente erano, invece, la sede della mostra agraria. Il primo piano dell'ex convento di Santa Chiara era adibito alla mostra di belle arti, scienze e letteratura; qui era possibile osservare l'arte preistorica e romana, i calchi in gesso provenienti dalla basilica Eufrasiana di Parenzo, i reperti rinvenuti nelle necropoli di Pizzughi e Villanova nonché il ritratto di Pietro Kandler, archeologo e storico POROCILA IN OCENE / RELAZIONI E REC che getto le basi degli studi moderni relativi al passato ¡striano, sulle cui tracce proseguí il lavoro della storio-grafia regionale. Vi era poi una retrospettiva d'arte ot-tocentesca con le tele di Bartolomeo Gianelli, Cesare Dell'Acqua, Antonio Canova ed altri, vi era pure una ricca raccolta di mappe storiche, atlanti e raffigurazioni di citta della penisola, mentre Antonio Zaratin aveva raccolto e preparato una collezione di 115 piante marine istriane. Particolarmente interessante, come abbi-amo surricordato, era la mostra d'arte sacrale che oc-cupava due sale rigorosamente sorvegliate. Uno spazio era poi riservato alle corporazioni autonome e alle isti-tuzioni sanitarie in cui si potevano ammirare gli statuti di Capodistria, Cherso, Ossero, Cittanova, Dignano, Montona, Pirano e Pola, preziosi documenti che testi-moniano l'insieme delle norme e delle regole di quelle comunita. La Prima Esposizione Provinciale Istriana stimolo un notevole interesse per il patrimonio culturale ed artistico del territorio, tant'e vero che successivamente, per esempio, furono gettate le basi per la fondazione del Civico Museo di Storia ed Arte di Capodistria. Contribuí pure al consolidamento dell'identita e della coscienza storico-culturale istriana, soprattutto nella componente italiana, cioe in quella che aveva cosí ardentemente de-siderato quella manifestazione negli anni del tramonto dell'Impero austro-ungarico. Kristjan Knez Rudi Rizman: GLOBALIZACIJA IN AVTONOMIJA. PRISPEVKI ZA SOCIOLOGIJO GLOBALIZACIJE. Ljubljana, Znanstvena založba Filozofske fakultete, 2008, 252 str. Globalizacija in avtonomija prinaša presek sociološkega in politološkega proučevanja globalizacije, ki se mu prof. Rudi Rizman posveča zadnji dve desetletji. S tem delom je prispevek avtorja - ki ga brez zadržkov lahko štejemo kot utemeljitelja sociologije globalizacije pri nas - slovenski javnosti prvič predstavljen celostno. Iz celostne predstavitve je nemara tudi prvič očitnejša Rizmanova distinktivna znanstvena orientacija, ki študij procesov globalizacije združuje z njegovim v slovenskem družboslovju prav tako pionirskim proučevanjem nacionalizma. Vstop študijev nacionalizma v študije globalizacije omogoča razumevanje postmodernega svetovnega fenomena globaliziranja družbe v daljšem historičnem loku - predvsem pa v odnosu do modernosti ter njenega ključnega produkta, to je nacionalne države oziroma nacije. V tem pogledu pa je Globalizacija in avtonomija prav toliko kritična analiza sodobnih globalnih tokov, kot je premislek o prihodnosti nacije. / REPORTS AND REVIEWS, 515-527 Pričujoče delo predstavlja sintezo dveh kritično relevantnih ter aktualnih socioloških problemov: globali-zacije in avtonomije. V njem je koherentno in tudi odprto predstavljena - opirajoč se na razvejeno mednarodno literaturo s tega področja - sociološka oziroma natančneje interdisciplinarna paradigma globalizacije v navezavi na avtonomijo. Raziskovalna elaboracija vključuje v prvem delu sistematične sociološke refleksije osrednjih tematskih sklopov (nacionalna država, demokracija, suverenost, identiteta, kultura in drugih), ki so z nastopom globalizacije bodisi spremenili svojo dosedanjo formo in vsebino bodisi se odprli proti novim priložnostim pa tudi tveganjem, ki jih prinašajo pospešeni procesi povezovanja v svetu. Avtor razume globalizacijo kot novo družboslovno paradigmo in kot posledico radikalne kompresije časa in prostora. Taka definicija globalizacije se razlikuje od tistih, ki ta pojav izenačujejo z internacionalizacijo, liberalizacijo, univerzalizacijo ali modernizacijo. V delu so predstavljene tri glavne teoretske strategije razumevanja globalizacije: hiperglobalizacijska, skeptična in transformacijska. Poleg homogenizacijskih vidikov glo-balizacije se delo ukvarja tudi z njenimi učinki v smislu diferenciacije in novih priložnosti ter tveganj, s katerimi se srečujejo nacionalna država, nacionalna identiteta, nacionalna suverenost in sploh moderno zasnovana