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■ Pregledni znanstveni članek/Article (1.02)
Bogoslovni vestnik/Theological Quarterly 79 (2019) 1,83—92
Besedilo prejeto/Received:04/2019; Sprejeto/Accepted:04/2019
UDK/UDC: 27-248.46-27
DOI: https://doi.org/10.34291/BV2019/01/Palmisano
Maria Carmela Palmisano
La testimonianza nella successione profetica in 2 Re 2,1-18
Pričevanje pri preroškem nasledstvu v 2 Kr 2,1-18
Testimony within the Apostolic Succession in 2 Kings
2,1-18
Riassunto: L'articolo discute il ruolo della testimonianza oculare all'interno della successione profetica, usando come testo esemplificativo quello della conclu-sione della missione profetica di Elia nel passo che narra del suo rapimento al cielo in un carro di fuoco (2 Re 2,1-18). Dopo aver presentato la struttura della pericope e una breve analisi delle singole unita, l'articolo considera alcuni pun-ti di contatto tra il ciclo di Elia e le tradizioni mosaiche, quindi mette in luce l'aspetto della testimonianza oculare all'interno della successione profetica po-nendo il testo in relazione con passi scelti del NT. Lo studio ribadisce l'importanza di tenere conto, nell'analisi lessicografica di un determinato campo semantico, di quei testi che, pur non utilizzando il vocabolario tipico di quell'area semantica, possono significativamente arricchirne la comprensione.
Parole chiave: ciclo di Elia, Eliseo, successione profetica, testimonianza oculare, trasfigurazione, risurrezione, ascensione al cielo, testimonianza della Chiesa
Povzetek: Članek obravnava vlogo očividnega pričevanja znotraj preroškega nasledstva, pri čemer kot referenčni primer uporablja besedilo o sklepu Elijevega preroškega poslanstva v odlomku, ki pripoveduje o njegovem vzetju v nebo na ognjenem vozu (2 Kr 2,1-18). Po predstavitvi strukture odlomka in po kratki analizi njegovih posameznih enot se članek posveča nekaterim povezavam med Elijevim ciklom in mojzesovskimi izročili, s čimer osvetljuje vidik očividnega pričevanja znotraj preroškega nasledstva in s čimer obravnavano besedilo postavlja v razmerje z izbranimi novozaveznimi odlomki. Raziskava v okviru leksiko-grafske analize določenega semantičnega polja poudarja pomembnost upoštevanja tistih besedil, ki, četudi v njih ni mogoče zaslediti značilnega izrazja tega semantičnega področja, lahko bistveno obogatijo razumevanje dane tematike.
Ključne besede: Elijev cikel, Elizej, preroško nasledstvo, očividno pričevanje, spre-menjenje, vstajenje, vnebovzetje, pričevanje Cerkve
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Abstract: This article discusses the role of the ocular testimony within the prophetic succession by using the exemplary text on the conclusion of the prophetic mission of Elias as narrated in the passage about his rapture in heaven on the chariot of fire (2 Kings 2,1-18). After presenting the structure of the passage discussed and short analysis of its single units, this article addresses some meeting points between the cycle of Elias and Mosaic traditions, i.e. shedding the light on the aspect of the ocular testimony within the prophetic succession by relating the text discussed with the chosen passages from the New Testament. In the context of the lexicographic analysis of a determined semantic field, this study emphasizes the importance of these texts which can, although not using the vocabulary typical of the given semantic area, significantly enrich the comprehension of this subject.
Key words: cycle of Elias, Elisha, prophetic succession, ocular testimony, transfiguration, resurrection, assumption, testimony of the Church
1. Introduzione
Il presente contributo ha come finalita quella di illuminare il ruolo della testimo-nianza oculare all'interno della successione profetica, al termine della missione profetica di Elia (1 Re 2,1-18). Il testo non e stato preso in particolare considera-zione da questo punto di vista negli studi dedicati al tema della testimonianza nell'AT. L'articolo non proporra un'analisi dettagliata della pericope considerata, per la quale si rimanda ai numerosi lavori esistenti.1 Esso presentera la struttura della pericope e una breve analisi delle singóle unita, quindi porra in luce alcuni punti di contatto tra il ciclo di Elia e le tradizioni mosaiche, analizzando l'aspetto della testimonianza oculare all'interno della successione profetica e ponendo il testo in relazione con passi scelti del NT: la trasfigurazione di Gesu nei sinottici in Lc 9,28-36; Mc 9,2-10; Mt 17,1-9; la testimonianza di Giovanni il Battista in Gv 1,21; l'ascensione al cielo di Gesu in At 1,1-11.
2. Analisi del testo di 2 Re 2,1-18
Il testo di 2 Re 2,1-18 conclude il ciclo delle narrazioni dedicate al profeta Elia e apre quello delle narrazioni dedicate al profeta Eliseo.
Il capitolo e articolato in due unita: 1. i vv. 1-18 descrivono gli ultimi momenti della vita di Elia, la sua ascensione al cielo e l'incontro di Eliseo con i figli dei pro-feti al suo ritorno al Giordano; 2. i vv. 19-25 riportano i primi gesti e miracoli che
Gli studi sul ciclo di Elia ed Eliseo sono molto numerosi; tra questi segnaliamo: Wallace 1957 (special-mente pagg. 79-88), Crüsemann 1997 (specialmente sulla pericope considerata, cfr. pagg. 134-148), Begerau 2008 (specialmente pagg. 163-169). Per un'analisi letteraria dei due cicli profetici, cfr. Garsiel 2014 (specialmente pagg. 161-174); per una lettura spirituale della pericope, cfr. Balzaretti 2002 (spe-cialmente pagg. 148-159).
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Dio compie attraverso Eliseo il quale continua l'opera profetica del maestro. Al centro del capitolo e situata l'ascensione al cielo di Elia in un carro di fuoco con cavalli di fuoco (vv. 11-12), fuori della terra promessa.
Nel capitolo inoltre ha una particolare funzione la geografía dei passaggi com-piuti da Elia ed Eliseo. I due profeti infatti passano insieme da Gilgal a Betel (vv. 1-3), ritornano verso Gerico (vv. 4-5), quindi si incamminano verso il Giordano (vv. 7-8). Quando Eliseo, dopo la scomparsa di Elia, ritorna verso i fígli dei profeti at-traversa prima il Giordano (vv. 13-14), poi va a Gerico (vv. 15-22), quindi verso Betel (vv. 22-24) ripercorrendo a ritroso l'itinerario fatto con Elia.
Per quanto riguarda poi il contesto storico degli eventi narrati, in 2 Re 1,17-18 veniamo informati della morte del re Acazia e in 2 Re 3,1-3 viene narrata la successione al trono di loram, suo fratello, non avendo avuto il re Acazia fígli. In questo contesto e situato il passo riguardante la successione di Elia:
1Quando il Signore stava per far salire al cielo in un turbine Elia, questi partí da Galgala con Eliseo. 2Elia disse a Eliseo: »Rimani qui, perché il Signore mi manda fino a Betel«. Eliseo rispose: »Per la vita del Signore e per la tua stessa vita, non ti lascero«. Scesero a Betel. 3I fígli dei profeti che erano a Betel andarono incontro a Eliseo e gli dissero: »Non sai tu che oggi il Signore portera via il tuo signore al di sopra della tua testa?«. Ed egli rispose: »Lo so anch'io; tacete!«. 4 Elia gli disse: »Eliseo, rimani qui, perché il Signore mi manda a Gerico«. Egli rispose: »Per la vita del Signore e per la tua stessa vita, non ti lascero«; e andarono a Gerico. 5I fígli dei profeti che erano a Gerico si avvicinarono a Eliseo e gli dissero: »Non sai tu che oggi il Signore portera via il tuo signore al di sopra della tua testa?«. Rispose: »Lo so anch'io; tacete!«. 6Elia gli disse: »Rimani qui, perché il Signore mi manda al Giordano«. Egli rispose: »Per la vita del Signore e per la tua stes-sa vita, non ti lascero«. E procedettero insieme.
7Cinquanta uomini, tra i fígli dei profeti, li seguirono e si fermarono di fronte, a distanza; loro due si fermarono al Giordano.
8Elia prese il suo mantello, l'arrotolo e percosse le acque, che si divisero di
qua e di la; loro due passarono sull'asciutto. 9Appena furono passati, Elia
disse a Eliseo: »Domanda che cosa io debba fare per te, prima che sia por-
tato via da te«. Eliseo rispose: »Due terzi del tuo spirito siano in me«. 10Egli soggiunse: »Tu pretendi una cosa difficile! Sia per te cosí, se mi vedrai quando saro portato via da te; altrimenti non avverra«. 11Mentre continua-
vano a camminare conversando, ecco un carro di fuoco e cavalli di fuoco si interposero fra loro due. Elia salí nel turbine verso il cielo. 12 Eliseo guar-dava e gridava: »Padre mio, padre mio, carro d'lsraele e suoi destrieri!«. E non lo vide piu. Allora afferro le proprie vesti e le lacero in due pezzi.
13Quindi raccolse il mantello, che era caduto a Elia, e torno indietro, fer-mandosi sulla riva del Giordano.
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14Prese il mantello, che era caduto a Elia, e percosse le acque, dicendo: »Dov'e il Signore, Dio di Elia?«. Quando anch'egli ebbe percosso le acque, queste si divisero di qua e di la, ed Eliseo le attraverso.
15Se lo videro di fronte, i figli dei profeti di Gerico, e dissero: »Lo spirito di Elia si e posato su Eliseo«. Gli andarono incontro e si prostrarono a terra davanti a lui. 16Gli dissero: »Ecco, fra i tuoi servi ci sono cinquanta uomini vigorosi; potrebbero andare a cercare il tuo signore nel caso che lo spirito del Signore l'abbia preso e gettato su qualche monte o in qualche valle«. Egli disse: »Non mandateli!«. 17Insistettero tanto con lui che egli disse: »Mandateli!«. Mandarono cinquanta uomini, che cercarono per tre giorni, ma non lo trovarono. 18Tornarono da Eliseo, che stava a Gerico. Egli disse loro: »Non vi avevo forse detto: >Non andate<?«.
2.1 Struttura della pericope e delle sue unita
Suddividiamo la pericope che presenta una struttura concentrica in tre passi sulla base delle persone coinvolte nei dialoghi e di alcune indicazioni geografiche: i vv. 1-7; 8-14; 15-18. Tra i vv. 1-7 si intrecciano dialoghi tra Elia ed Eliseo e dialoghi dei figli dei profeti con Eliseo prima del rapimento al cielo di Elia; tra i vv. 15-18 si sviluppa un dialogo finale tra i figli dei profeti ed Eliseo dopo la scomparsa di Elia; tra i vv. 8-14, al centro del racconto, e situato il dialogo tra Elia ed Eliseo al momento della separazione del maestro.
Considerando gli elementi spaziali del racconto, tra i vv. 1-7 osserviamo il pas-saggio2 di Elia ed Eliseo, seguiti sullo sfondo dai figli dei profeti, da Galgala3 a Betel,4 a Gerico5, fino al Giordano. Nel passo conclusivo, tra i vv. 15-18, seguiamo la richiesta dei figli dei profeti seguita dalla ricerca di Elia avente come punto geografico di partenza e di arrivo Gerico.
Al centro del racconto sono descritti i momenti finali della vita terrena di Elia presso il fiume Giordano, alla presenza di Eliseo.
Sul valore teologico dell'itinerario geografico percorso da Elia ed Eliseo, che simbolicamente ripercor-rono l'itinerario del popolo al momento dell'entrata nella Terra Promessa, cfr. Burnett 2010.
Galgala, nome frequente di luoghi biblici, si riferisce in questo momento probabilmente alla prima citta in cui Israele si accampo entrando nella Terra Promessa, cfr. Costacurta 2009 (70-72).
Anche la citta di Betel ha un ruolo importante nella storia di Israele, essendo legata alla storia dei pa-triarchi (Abramo vi aveva eretto un altare, cfr. Gen 13,3-4), soprattutto alla visione notturna di Giacob-be (Gen 28,10-22). Il luogo e menzionato all'interno dei racconti sulla conquista della terra (Gs 8,9-12; 12,16); nel tempo della monarchia fu scelto dal re Geroboamo come sede del tempio piu importante del regno del nord (1 Re 12,28-29), dove fu collocato uno dei due vitelli d'oro voluti dal re per allonta-nare gli Israeliti dal frequentare il tempio di Gerusalemme, causa questa del »grande peccato« al qua-le rimase legata lo storia del regno del nord.
Fu la prima citta conquistata da Giosue dopo il passaggio del Giordano (Gs 6).
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Primo passo (vv. 1-7)
Nel primo versetto il narratore informa il lettore su ció che sta per accadere, ovve-ro l'ascesa al cielo di Elia, evento atteso anche da tutti i personaggi implicati in questa prima scena.
Osserviamo anche il contrasto tra la richiesta ripetuta di Elia ad Eliseo perché rimanga e non lo segua nell'ultimo tratto del suo itinerario terreno, perché le loro strade si stanno separando, e l'insistenza di Eliseo che ogni volta rifiuta di abban-donare il suo maestro (vv. 2.4.6). Viene in tal modo ritratto il momento del con-gedo come difficile separazione tra il profeta Elia e colui che per comando divino egli ha stabilito come suo successore (2 Re 19,15).
Dal punto di vista sintattico e semantico osserviamo per quattro volte la ripe-tizione del verbo »sapere«, nell'alternarsi di domanda e risposta tra Eliseo e i figli dei profeti: »Sai tu?« e »Lo so« (vv. 3.5).6 Il v. 7 traccia una netta linea di demar-cazione tra l'esperienza dei figli dei profeti, che rimangono sullo sfondo, e quella di Eliseo che in questo momento si fa ancora piu particolare.
Secondo passo (vv. 8-14)
Tra i vv. 8-15 viene descritto in modo simbolico il passaggio della missione profetica da Elia a Eliseo attraverso il motivo del mantello utilizzato da Elia al v. 8 per colpire le acque del Giordano e separarle, cosa che consente ai due di inoltrarsi nel fiume passando sulla terra asciutta fuori della terra promessa e, alla fine del-la scena, da parte di Eliseo per compiere in direzione contraria il passaggio da oltre il Giordano verso terra promessa.
In questo momento si puó osservare come il vocabolario descriva un passaggio non piu in linea orizzontale ma verticale per indicare in modo simbolico l'uscita di Elia dalla terra promessa e dalla vita terrena ed il suo passaggio verso l'alto, cioe verso il mondo di Dio. Il vocabolario utilizzato per descrivere il passaggio di Elia nel primo passo (ai vv. 2.3.5) a mo' di anticipazione come »portare via« (in hebr. Vnpl, Iqh) (usato anche per descrivere il rapimento al cielo di Enoc in Gen 5,24 dove ha come soggetto Dio) viene espresso ora il »salire« di Elia nel carro di fuo-co. In questo contesto assume un ruolo particolare l'esperienza di Eliseo che e presente e »vede« il passaggio di Elia, »vede il suo scomparire« (Walsh 1992, 465): egli e quindi l'unico testimone di questo momento particolare. Il verbo chiave che ricorre in questo passo e infatti il verbo »vedere« (in hebr. Vnar, r'h) (ricorrente tre volte tra i vv. 10 e 12) avente come oggetto sempre Elia. La presenza di Eliseo, quando Elia sale verso il mondo di Dio, fa di lui un particolare testimone della sua
Possiamo osservare che nei racconti biblici l'esperienza diretta, spesso visiva, e descritta come fonte del sapere: ad es. nel libro del Deuteronomio Mose ricorda al popolo che tutto ció che ha udito e visto deve rimanere impresso nella sua mente e nel suo cuore: il vedere ispira la vita secondo la Legge e da questa condotta di vita deriva la sapienza di Israele, cfr. Dt 4,3-6. In questo passo invece viene invertito l'ordine degli elementi: al sapere fa seguito il vedere riservato in questo caso ad Eliseo. In questo caso il vedere non e tanto fonte del »sapere« ma piuttosto legittima l'autorita di Eliseo e puó essere paragonato al momento dell'investitura profetica (cfr. ad es. la visione degli anziani d'Israele dopo la stipulazione dell'alleanza Sinaitica in Es 24,9-11).
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»morte«. Inoltre, il grido delle sue parole »padre mio« ed il suo strapparsi le vesti indicano che in questo momento Eliseo compie un gesto di lutto (cfr. anche Gn 37,34), esprime il suo dolore per aver perso »il padre«, colui che, obbedendo a Dio, lo aveva chiamato a seguirlo (1 Re 19,16).7 Infine, il raccogliere il mantello di Elia e compiere i suoi gesti (v. 14), che nuovamente aprono le acque del Giordano, permette ad Eliseo di riprendere il suo cammino in direzione della terra promes-sa dove continuera a svolgere la sua missione profetica.
Attraverso una ricca simbologia il passo centrale della pericope mostra che l'ascensione di Elia al cielo comporta una trasformazione nell'identità del suo successore. In Eliseo opera da questo momento lo Spirito di Dio in modo simile a quanto aveva operato in Elia.
Il terzo passo (vv. 15-18)
L'inizio del terzo passo descrive la conclusione della successione profetica. Significativamente, al v. 15 ricorre nuovamente il verbo »vedere« che questa volta ha per soggetto i figli dei profeti e per oggetto Eliseo, indicando cosí che lo Spirito di Dio agisce ora in Eliseo. Il suo primo dialogo con il gruppo dei figli dei profeti, mediante la discussione sulla ricerca di Elia, soprattutto nella parte conclusiva, rivela infatti la novita che ormai l'autorita di Elia e stata trasferita ad Eliseo.
2.2 Elementi di collegamento tra il ciclo di Elia ed Eliseo e le tradizioni mosaiche
Numerosi sono i richiami tra la narrazione del ciclo di Elia ed i testi biblici dedica-ti a Mose.
Il motivo del mantello che divide le acque del Giordano ricorda il bastone di Mose col quale egli divise il Mar Rosso ed indica elementi di stretta connessione tra Mose ed Elia come nuovo Mose (Collins 1993, 130-139).8 Il passaggio di Elia ed Eliseo attraverso il fiume Giordano ricorda quello del Mar Rosso che al suo aprirsi vide l'apparire della terra asciutta (narn, häräbäh)(2 Re 2,8; cfr. Es 14,21 e Gs 3,17). Come Mose (Es 3,1) cosí Elia ha incontrato Dio al monte Oreb (1 Re 19,8), anch'egli muore fuori della terra promessa (2 Re 2,12; cfr. Dt 34,1), anche di lui come di Mose non conosciamo il sepolcro (Dt 34,6). Gli aspetti di parallelismo tra le narrazioni relative a Mose ed Elia si ampliano fino ad includere i rispettivi successori. Come Giosue proseguí, portando a compimento quanto Dio aveva
Il grido con il quale Eliseo si rivolge ad Elia al v. 12: «Padre mio, padre mio, carro d'Israele e suoi destrieri!» viene considerato in studi recenti l'applicazione retrospettica ad Elia, di un titolo inizialmen-te rivolto ad Eliseo, cfr. Weingart 2018 (soprattutto pagg. 258-264). Al di la della lettura diacronica del titolo, possiamo rilevarne il significato nella narrazione nel momento della trasformazione della relazio-ne tra Eliseo ed Elia.
Sull'importanza dell'operazione ermeneutica presente nei testi biblici secondo la quale i profeti posteriori sono presentati come successori dei profeti anteriori cosí come Eliseo e descritto come successore di Elia e come tutti i profeti ricalcano tratti di Mose, cfr. Collins (1993, 137); sulla funzione di sintesi interpretativa del ciclo di Elia ed Eliseo al termine della narrazione biblica presente da Genesi al Secondo libro dei Re, cfr. Brodie 2000.
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iniziato in Mose, guidando il popolo ad entrare nella terra promessa, compiendo cosí le promesse divine e liberandolo da tutti i nemici, cosí anche Eliseo dopo la scomparsa di Elia ripercorre la terra promessa in una sorta di riconquista del popolo, soprattutto del suo cuore perché ritorni a Dio, completando in tal modo quanto iniziato da Elia, difensore instancabile della fede nell'Unico Dio d'Israele in un contesto in cui il monoteísmo9 era fortemente minacciato dal culto del dio Baal (Garsiel 2014, 175-186; Balzaretti 2002, 154).
2.3 Il significato della testimonianza nella successione profetica
Abbiamo potuto osservare che nel momento della successione profetica a Eliseo svolge un ruolo significativo l'esperienza del vedere, inteso come dimensione profonda dell'essere partecipe dell'esperienza unica del passaggio al mondo di Dio, unica non tanto perché esclusiva del profeta ma perché esprime la partecipazione di Eliseo alla relazione tra Dio e Elia per il suo popolo.10
3. Alcuni collegamenti con la figura di Elia nel NT (Mc 9) e l'elemento della testimonianza diretta nell'ascensione di Gesu e agli inizi della vita della Chiesa
3.1 Gesu ed Elia nel Nuovo Testamento
Numerosi sono i testi del NT che mettono in relazione la figura veterotestamentaria di Elia con Gesu (ad es. Mt 17,1-9; Mc 9,2-13; Lc 9,28-36)." Uno dei motivi piu ri-correnti legati alla figura di Elia nei testi dei vangeli e quello dell'attesa del suo ritorno,12 motivo presente nell'ambiente giudaico del tempo, che gli evangelisti ri-lessero in chiave cristologica, anche se differenziata nei singoli vangeli (Pagliara 2003, 267-340). Gesu applica a Giovanni Battista il motivo del ritorno di Elia (Mc 9,13; Mt 17,10-13), mentre questi nel vangelo di Giovanni, a differenza delle tradizioni sinot-tiche, rifiuta di identificarsi con Elia (Gv 1,21, cfr. Gunawan 1990, 1-3).13
Anche su questo aspetto della difesa del monoteismo da parte del profeta Elia esistono molti studi ed una vasta letteratura, ad es. cfr. Beck 1999.
La narrazione di Elia ed Eliseo e stata studiata dal punto di vista della testimonianza da Brueggemam 2001. L'autore rivolge la sua attenzione ad alcuni passi del ciclo profetico all'interno delle tradizioni monarchiche mettendo a fuoco il contrasto tra la testimonianza profetica ed il potere regale.
La letteratura sul tema e molto vasta e variegata, rivestendo la figura di Elia in ogni vangelo un caratte-re particolare. Per una presentazione della figura di Elia nel NT, cfr. Öhler 1997. Sul tema della figura di Elia nei vangeli, cfr. Winn 2010, Pagliara 2003, Kloppenborg e Verheyden 2014, Rindos 2010, Gunawan 1990, Brodie 2000. Inoltre, cfr. Weaver 2007. Sull'interpretazione della figura di Elia nelle lettere catto-liche, cfr. ad es. Bottini 1981.
Sul motivo di Elia redivivo, presente in ambiente giudaico e sviluppatosi in ambiente cristiano e, nei secoli successivi, anche in ambiente islamico, cfr. Augustinovich 1971. Per una sintetica presentazione dell'influsso della figura di Elia sulle tradizioni giudaiche successive e nella letteratura giudaico-rabbini-ca, Wiener 1978.
Il titolo di Elia viene rifiutato da Giovanni il Battista nel contesto della discussione con i Giudei che in-terpretano il suo operare sulla base di tre titoli: profeta, Elia, Messia. Il rifiuto di Giovanni e spiegato dal fatto che nel quarto vangelo i tre titoli sono riservati unicamente alla persona di Gesu.
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Se consideriamo in particolare la descrizione della trasfigurazione di Gesu nei vangeli sinottici ad esempio, si puo osservare che essi presentano in maniera simile questo momento in cui appaiono Mose ed Elia (anche se in Lc 9,28-36 non e ripor-tata la discussione dei discepoli con Gesu proprio sull'attesa del ritorno di Elia come in Mc 9,2-10 e in Mt 17,1-9). Mose ed Elia vengono riconosciuti dai tre discepoli, Pietro, Giacomo e Giovanni che erano con Gesu sul monte Tabor. Al centro di questa scena e nei sinottici la persona di Gesu che dialoga con Mose ed Elia i quali rappre-sentano la Torah e la Profezia. La vita e la missione salvifica di Gesu sono poste in relazione con la figura di Mose ed Elia in diversi momenti del racconto evangelico, quando Gesu sembra rivivere aspetti della vita e della missione di entrambi. Gesu, che ripercorre il cammino del popolo dall'Egitto, non e solo nuovo Mose (chiamato appunto dall'Egitto secondo Mt 2,15) o nuovo Elia, in quanto la sua persona e la sua vita compiono le Scritture; in lui si possono riconoscere tratti che lo connettono anche con le figure bibliche che hanno proseguito l'opera di ciascuno dei due. Gesu, come Giosue, dal momento del suo battesimo in poi ripercorre in un certo senso il cammino di Giosue che aveva condotto il popolo ad entrare nella terra promessa. Gesu si presenta come colui che attraverso l'invito alla conversione fa entrare nella »terra promessa« che e il regno di Dio presente nella sua persona (Mc 1,15). Le sue parole e le opere da lui compiute, particolarmente nei sinottici, ricordano sia lo zelo di Elia (1 Re 18,20-40) che l'agire prodigioso di entrambi gli antichi profeti Elia ed Eliseo (1 Re 17,7-16.17-24; 2 Re 4; 5).
3.2 La testimonianza oculare all'inizio della vita della Chiesa
L'importanza della testimonianza nella successione profetica che abbiamo osser-vato in 2 Re 2,1-18 puo essere accostata a quanto leggiamo in At 1,1-11. Al momento della separazione di Gesu dai discepoli nell'ascensione, viene sottolineato che egli diede loro le disposizioni necessarie (At 1,2) e che essi furono presenti al momento dell'ascensione. At 1,9 presenta un vocabolario simile a quello di 2 Re 2,11-18. Pur osservando importanti differenze di contesto (all'assunzione di Elia e presente solo Eliseo, all'assunzione di Gesu tutti gli apostoli), si notera la duplice presenza del verbo »vedere« ed »essere sottratto alla loro vista« similmente a quanto si era notato in 2 Re 2,12. In entrambi i contesti all'assunzione al cielo segue la descrizione di quanto continua. Eliseo esprime il suo dolore per la separa-zione dal suo maestro e poi riprende il mantello di Elia continuando cosí in modo simbolico la missione profetica prima svolta dal suo maestro. Nel NT il dialogo degli angeli con gli apostoli ne orienta il cammino verso Gerusalemme ed il cena-colo dove sarebbero rimasti in attesa della discesa dello Spirito Santo. Gesu, dopo essere stato separato dai suoi, continua ad accompagnarne il cammino e, soprat-tutto, continua ad operare in essi. Al momento della scelta di colui che avrebbe sostituito Giuda Iscariota dopo il tradimento, all'indomani della Pentecoste, gli apostoli stabiliscono i criteri della scelta del candidato affermando che:
21Occorre dunque che uno tra coloro che sono stati con noi per tutto il
tempo in cui dimoro tra noi il Signore Gesu, 22cominciando dal battesimo
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di Giovanni fino al giorno in cui fu di tra noi assunto al cielo, divenga testimonio con noi della sua risurrezione. (Acts 1:21-22)
Il criterio stabilito e quello della presenza ininterrotta del futuro discepolo dall'inizio alla fine del ministero di Gesu, il criterio cioe della testimonianza diretta.
I sinottici rileggono la figura di Elia in momenti precisi della vita di Gesu per interpretarla cristologicamente, come figura del Messia. Essi ci hanno trasmesso l'interpretazione di Gesu che ha riferito l'attesa del ritorno di Elia che, secondo alcune interpretazioni giudaiche sarebbe giunto prima del Messia, alla vita e al martirio di Giovanni il Battista (particolarmente in Matteo e Marco). Il quarto van-gelo ha trasmesso la testimonianza di Giovanni Battista che rifiuta il titolo di Elia volendo indicare che Gesu e l'unico nel quale si compiono tutte le profezie e le attese dell'AT: e lui il profeta, il Messia ed Elia, come rispose a chi lo interrogava sulla sua identita (Gv 1,21).
4. Conclusione
All'inizio del Secondo libro dei Re leggiamo la descrizione del passaggio della mis-sione profetica da Elia ad Eliseo. Abbiamo potuto osservare come il testo descrive la trasformazione di questa relazione attraverso passaggi profondi e si conclude con l'affermazione della trasformazione dell'identità di Eliseo che succede ad Elia come prosecutore dell'azione e dell'annuncio profetico iniziati dal suo maestro. Al termine del racconto in 2 Re 2,22 si afferma infatti che lo spirito di Elia si è po-sato su Eliseo.
Nel contesto della successione profetica abbiamo potuto osservare il ruolo svolto dalla testimonianza oculare (»vedere«), ovvero dalla presenza di Eliseo nel momento del passaggio di Elia alla vita di Dio che corrisponde alla sua morte e alla conclusione della sua esperienza terrena.
L'analisi di alcuni passi neotestamentari in cui viene menzionato il profeta Elia ed il momento dell'ascensione di Gesù al cielo, al termine della sua vita terrena, possono essere accostati al passo considerato consentendoci di riconoscere come la testimonianza nell'AT e nel NT unisca fortemente il testimone alla realtà testi-moniata e ne trasforma l'identità posta al servizio di Dio e della sua volontà di salvezza che continua a rivelarsi nei suoi testimoni.
Il passo costituisce anche un esempio di quanto alcuni testi biblici, pur non presentando il vocabolario lessicografico fondamentale della testimonianza, ne possa rivelare tratti significativi.
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Riferimenti bibliografici
Augustinovich, Augustino. 1971. »El-Khader« e il profeta Elia. Gerusalemme: Tipografia dei PP. Francescani.
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