ANNO VI. Capodistria, IS novembre 1872. N. 22. GIORNALE DEGLI INTERESSI CIVILI, ECO-NOIICI,.- AMMINISTRATIVI DELL' ISTRIA, ed organo ufficiale per gli atti bella, società agraria istriana. Esce il 1 ed il' 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE' per un anno f.ni 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. ATTI UFFICIALI DELLA SOCIETÀ AGRARIA. Isachiesia enoIog-Sca Come seguito del Congresso agrario ministeriale avrà lUogo nel mise di dicembre di quest' anno presso il Ministero d'agricoltura una inchiesta enologica, di cui pubblichiamo gli atti finorav occorsi. N." 10153 —1133. Già dal suo costituirsi'cereo l'i. r. Ministero d'Agricoltura di rivolgere alla viticultura ed all'enologia quell'attenzione, di cui questo importante ramo di produzione è meritevole, e volle promuovere questa industria agraria in ispecie col sovvenire l'indagine scientifica, l'istruzione e l'associazione, e non meno colla diretta distribuzione di reputati utensili. L'i. r. Ministero non: disconosce però doversi fare ancor molto perchè la Vinicultuia dell'Austria sia portata a quella posizione, che per l'esistenza di favorevoli circostanze essa ha diritto di occupare. Per ottenere ora ulteriori direttive per l'attività dell'i. r. Ministero d'Agricoltura rispetto al miglioramento di questo ramo di produzione, ho intenzione di sentire it consiglio di pedone dell' arte delle varie provin eie e di convocare a questo scopo ancora durante l'anno corrente un inchiesta enologica, per la cui discussione sono per o-ra posti in prospettiva i quesiti uniti alia presente in più esemplari. Nel mentre io mi riservo di fissare più precisamente il tempo della convocazione di questa inchiesta, invito col presente 1' onorevole Società a farmi conoscere prima dei 10 novembre di concerto colla Società a-fraria di Trieste, che contemporaneamente ne viene avvertita, un rappresentante e le sue pretese d'inden-lizzo d'intervento. Nello stesso tempo rimetto alla onorevole Società di farmi presenti altri quesiti di generale interesse, la eui pertrattazione fosse nell'interesse della cosa per sembrare desiderabile. Vienna 21 ottobre 1872. Il Ministero d'Agricoltura Clumecki. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente; gli altri, e nell'ottava pagina soltanto, a soldi 5 per linea. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 45. — Pagamenti anticipati. Oggetti d'i pertrattazione dell' inchiesta ministeriale di vinicoltura- I. In qual modo e con quali mezzi potrebbesi ottenere coli' insegnamento diretto una più estesa istruzione, tecnica della popolazione vinicola ? E raccomandabde la distribuzione di stipendi dello Stato per la frequentazione di istituti dedicati a questo fi:ie? Si hanno esperienze di una proficua attività dell' istituzione dei maestri viaggianti per la vinicultura e l'°' te della cantina e ne è desiderabile la generale introduzione? II. Corrispondono la formazione e l'attività di consorzi locali di enologia e meritano di essere sostenute? Quale influenza potrebbe prendere il Governo sul 1' aumento della produzione e sullo smercio del vino col promuoverne le associazioni ed istituirne regolari mercati? Puossi attendere qualche effetto per l'incremento della produzione del vino dalla introduzione del sistema di premi e in quai rapporti? Ila influenza sul miglioramento della fabbricazione conservatone del vino la distribuzione di reputati u-tensili di cantina iniziata dall'i, r. Ministero d'Agricoltura in vin di esperimento ed ha la stessa da continuarsi anche ulteriormente ? III. E còusigliàbile la vendemia comune stabilita in molti luogi con regolamento comunale, o sembrano desiderabili in questo riguardo altre disposizioni? IV. Quale influenza sulla produzione dell'interno hanno le esistenti norme dell'interno e dell'estero sul dazio del vino? V. Quali esperienze si fecero sui risultati dell' attività dell' i. r. stazione sperimentale chimico — fisiologica di Klosterneuburg rispetto agl'interessi della produzione del vino e dell'art© della cantina? I%To4 ideazione concernente la tramutazione di fondi boschivi in terreni coltivati. Negli ultimi tempi si effettuarono numerosi e spesso molto rilevanti dissodamenti di boschi, cioè tramutazioni di fondi boschivi in terreni destinati ad ■altre colture, senza conseguire per ciò I' autorizzazione politica voluta dal § 2 della legge forestale ; « si lia l' intenzione effettuare anche Ira breve tali tramutazioni. Se anchè una parte di quei dissodamenti venne effettuata sopra fondi, contro la transazione di coltura dei (piali non vi sarebbe stato ostacolo alcuno dal lato agricolo, ve ne furono però altri di quei fondi. ed in buon numero, che avrebbero dovuto essere assolutamente conservati alla coltura boschiva. Il § 2 della legge forestale prescrive, che o-gni qual volta s1 intenda effettuare un dissodamento di boschi, debbasi riportare previamente l'assenso dell'Autorità politica, alla quale spetta esaminare se nel caso concreto non ostino riguardi d'indole pubblica alla tramutatone divisata. La legge stabilisce inoltre che vengano senza eccezione punite le contravvenzioni a tale prescrizione. Poiché dal progressivo disboscare derivano anche alcuni pregiudizj ai dintorni, e non di rado vengono Iesi diritti di terzi, 1'I. r. Ministero dell'Agricoltura, di concerto con quello dell' Interno, ha ordinato che si curi l'osservanza della prescrizione suddetta mediante la più rigorosa applicazione di essa. E poiché inoltre negli ultimi tempi molti boschi comunali, ed in particolare anche alcuni di quelli che giusta il § 31 della Patente ó luglio «853 vennero per lo svincolo delle servitù boschive ceduti a paesi od a comuni od al complesso degli aventivi diritto, sono stati ripartiti senza l'assenso prescritto dal § 21 della legge forestale, e per la massima parte con grande pregiudizio della coltura boschiva, così disponevi che anche per l'avvenire venga rigorosamente applicata detta legge, e si procederà nelle vie coattive applicabili e con penalità contro quelle rappresentanze comunali, che agissero in opposizione alla legge summentovata. Trieste li 11 agosto 1872. L'i. r. Luogotenente Barone de Ceschi in. p. Elenco delle offerte per i' acquisto dei manoscritti Mandici*, conforme al programma pubblicato nel n. 4, a. c. della Provincia. Abbiamo ricevuto: Spettabile Redazione! Mi pregio di parteciparle che il Consiglio Comunale di Rovigno nella sua seduta del 3 corr. lia deliberato che il Comune contribuisca f.ni 100 per l'acquisto de' manoscritti di Kandler. Con stima Rovigno 11 novembre 1872. Matteo D.r Campitelli. Riporto v. n.° 21, f. 1225:15 Municipio di Rovigno.....» 100: — Somma f. 1325:15 Esposizione regionale Veneta in Treviso. La esposizione di Trevise, ad una vece dei molS visitatori e dei giornali dìù competenti ebbe un esito felicissimo; malgrado le contrarietà dei tempi, le feste frequenti che per varie occasioni furono solennizate, riuscirono splendide anche per concorso di forestieri. 11 giorno 18 veniva aperta la mostra dei fiori, il 20 e 21 aveva luogo quella del bestiame ed il congresso dogli allevatori di animali bovini della provincia. Il giorno 27 si fece la festa per la distribuzione dei premi ai più onesti ed intelligenti coloni della provincia, conforme le norme stabilite dal fondatore dei premi stessi, cav. Campana. L'esposizione venne chiusa l'ultimo di ottobre con la solenne distribuzione dei premi. Diamo più sotto l'elenco dei ppemiati, nostri comprovinciali. Ritenendo di far cosa gradita ai lettori, togliamo alcune notizie sulla esposizione, da una lettera che un nostro comprovinciale ci diresse da Treviso: Treviso, ottobre. ------- Nella sezione agraria figuravano tra le cose più interessanti, molti tipi di poderi e singoli campi, come pure di vaste tenute, accompagnati da quadri descrittivi, dimostranti i modi di coltura usati, i miglioramenti introdotti ed i risultati ottenuti. Da questi studi esposti, si rileva quante e radicali riforme sieno state attivate, qua e là, nella agricoltura di questa provincia: sostituzione di vigne per vaste estensioni, alle colture dei cereali, rotazioni razionali, bonifiche di terreni paludosi. 1 coraggiosi proprietarj riformatori appartengono alla classe più ricca del patriziato veneto, ed i loro agenti, autori dei progetti e direttori dei lavori, hanno nome tra i distinti agricoltori. Nella stessa sezione, si trova una parte della monografia geognostico-agraria del circondario di Capodistria presentata dal vostro Comizio Agrario, e compilata dagli egregi signori Cav. Ricca Rosellini, prof. Taramelli e prof. Moschini. Forma gruppo: la carta agraria, le terre analizzate ed i prodotti del suolo con la relativa relazione; la carta geologica venne collocata nella sezione industriale con altri lavori del prof. Tarapelli. E la sola monografìa, completa, di un intiero circondario, che figura all'Esposizione. Chi volesse prendere esatta cognizione delle condizioni economico a-grarie di Capodistria, avrebbe modo di poterlo fare studiando le cose esposte. Ma tali lavori, acquistano grande interesse per istudj generali, e appena allora, quando sono messi a confronto con altri s-tudj simili di molti circondarli, in modo da potarne ricavare la rappresentazione delle condizioni di intere provincie e stati. A ciò provvede in parte almeno, ora nel regno, il prof. Bodio, segretario generale dell' ufficio generale di statistica. Ha provveduto saggiamente per la nostra provincia, la società agraria. -Ilo avuta occasione di sentire giudizii assai favorevoli di persone competenti, sull'im- ftortanza del lavoro ed augurare che ogni Comizio vo-esse fare altrettanto. Per compilare simili monografie si crea una corrente di attività in tutto il paese obbligando molti a occuparsi di ricerche; si offre occasione e si facilita altri studj ; e l'opera compiuta fornisce tanto a chi dirige gli interessi agrarii della provincia, dei distretta dei comuni, come anche ai singoli possidenti, dati sicuri su cui basare ogni disposizione a vantaggio dell'agricoltura. Ho notata una bella collezione di aratri, e molte macchine agrarie; sta bene per noi istriani il sapere che qui, in Treviso, ha sede ano stabilimento_ mecca- luco dove si lavorano eccellenti macchine agrarie. È qui, tanto vicino a ' noi, clie i nostri più intelligenti, dediti a migliorare gli arnesi da lavoro, potranno trovare perfetta esecuzione, e, quello clie tanto occorre, consigli giovevoli a chiarire e perfezionare l'idea che avessero in mente di una macchina da adattarsi alle condizioni dei nostri terreni.. Vini d'ogni colore e sapore, 77 qualità!, tutta roba fatta anche con studio e diligenza, ma senza le viste di estesi commerci, quindi senza metodi, fissi. La provincia di Treviso deve essere ben contenta di aver potuto dimostrare alle provincie sorelle in questa circostanza, quanto valga l'opera dell'associare onde dai- vita a vere- industrie enologiche in Italia. La società enologica della provincia di Treviso ha sede ili Conegliano ed è diretta dal distinto enologo D.r Carpenè. Conta, appena quattro anni di vita, superati con lotte continue contro gli eterni oppositori d'ogni impresa nuova ed utile contro i pregiudizii e le condizioni sfavorevoli della coltura, della vii,e. Ora smercia il suo vino a buoni prezzi anche all'estero, e di una cosa si duole, clie le fàccia difetto la quantità di confronto alle ripetute domande. La società al suo formarsi non pensò ad introdurre od estendere un dato vitigno, nè a riformare le colture, con l'idea di; appena poscia, incominciare le o-perazioni; ma, subito, con la materia prima che offriva il paese, diede vita alla industria ed assicurò così agli azionisti un discreto procento ; per cui, chiusa la bocca, ai profeti d'ogni malanno, vide nascere la fiducia ed aumentare il numero delle azioni. Il suo avvenire ora è assicurato. Durante questi quattro anni si fecero studii e si fanno sempre anche oggi, per adattare alle uve i metodi, ed ai terreni i vitigni, in modo che, a poco a poco,, e con l'eloquenza dei fatti si viene dimostrando le riforme necessarie e si ha la sicurezza di vederle praticate. La costituzione- della società enologica di Conegliano, meriterebbe mi assai serio studio da parte della nostra società agraria, desiderosa di agire, ma altrettanto incerta sul «nodo di iniziare la sua attività. Le campagne di Conegliano presentano in qualche parte, le stesse condizioni* delle nostre; per cui, tanto più, sarebbe giovevole osservare con quali mezzi siasi fatto strada in quella città un. maggiore" sviluppo. Ebbero premi i vini di Capodistria, e premi distinti a confronto di molte qualità di vini, anche pregiati,, della regione ; per cui, considerato il valore relativo del premio, dobbiamo tenere in molto conto il giudizio.— Scarsa la mostra degli olii d'oliva; il nostro olio si trovò a confronto con quelli fini di Sicilia e del Garda ; come olio comune venne giudicato buono e premiato. Nel gruppo bachicoltura, trovo tra gli esponenti il Sig. Sottocorona di Dignano. Ebbero una menzione- onorevole le pelli conciate di Capodistria, a confronto con i migliori prodotti delle fabbriche dì Venezia di Treviso di Udine. Meritano speciale attestato di lode gli espositori Sig. fratelli Cobol, i quali presentarono, con saggio intendimento, assieme allepelli,. tutto ciò che si riferisce alla industria: materiali di concia, residui, etc., ed in bene ordinate tabelle, offersero una descrizione e?atta dei sistemi usati. 11 Consorzio sali di Capodistria, mandò qui due campioni de'suoi prodotti; per fortuna il sale dell'Istria è troppo ben conosciuto in queste provincie perchè si possa dubitare de' suoi pregi, si potrebbe credere però che la, fabbrica-Bia in oggi peggiorata; quello esposto, certo è tale da screditare i nostri stabilimenti. Trascuratezza imperdonabile! Dell' Istria trovo ancora esposto un modello dell'apparato per estrazione dell'olio d'oliva dal panello, dello stabilimento industriale Salvetti di Pirano, che venne anche premiato,. ilOo Sono esposte conserve d' ogni qualità di'frutta, dolci e in aceto, liquori, essenze, prodotti di industrie che da noi si conoscono poco e che pure si potrebbero introdurre. Molte altre piccole industrie sono degnamente rappresentate, in modo- che- risulta dimostrato, quanto sia laboriosa e intelligente la classe operaia di queste nro-vincie. Il giorno 21 si aperse l'esposizione degli ànimali con buon numero di esemplari ; figuravano tipi di varie razze: forestiere, climatizzate, incrociate, e indigene; subito si poteva rilevare che neppure in queste provincie si ottennero ancora risultati' pratici, conseguenza di ordinato sistema per la costituzione delle razze di tinte da lavoro e da latte. La esposizione di. bel[a arti riuscì povera, causa la grande esposizione nazionale di Milano che attirò i lavori dei migliori artisti- Treviso malgrado le piogge continue, ribocca di forestieri di tutto d Veneto; ho incotrati qui parechi nostri comprovinciali. — Di tante feste alle quali ho assistito, la più bella, affatto nuova, fu la festa agraria promossa dal cavaliere Campana. Pensò questo egregio uomo che, se viene premiato il possidente, il quale ha saputo dirigere le proprie aziende con profitto, sia giusto ^nche accordare un premio al colouo il quale concorse con le sue fatiche e ualità morali alla buona riuscita dei progetti del pa-rone. Ed a formare il fondò per i premi offerse la somma di mille lire. Eccellente idea che certo sarà in seguito adottata da per tutto ; e così venisse imitato il generoso esempio. L'importanza del fatto ebbe solenne conferma dall illustre senatore Rossi, il quale appositamente, da Torino si recò qui per assistere alla festa. I coloni premiati furono 60; dopo la distribuzione delle medaglie vennero invitati ad un pranzo dal Municipio di Treviso; furono pronunciati in questa occasione discorsi bellissimi dal presidente dell' esposizione cav. Giacomelli, dal senatore Rossi, che troverete stampati nella Gazzetta di Venezia. Elenco eSegli Espobitori Istriani premiati akfia Esposizione regionarie veneta in Treviso. Nella Sezione /.« Agricoltura ed Industrie attinenti: Gruppo II, Classe 2.a Comizio agrario di Capodistria, per monografia geognostico agraria — medaglia di bronzo. Gruppo III, Classe lO.a Gianandrea Gravisi • di Capodistria per vini — medaglia d'argento. Francesco Tomasich di Capodistria per vini — medaglia di bronzo. Giovanni de Madonizza di Capodistria per vini — medaglia di bronzo. Gruppo III, Classe ll.a Gianandrea Gravisi di Capodistria per olio d'oliva —medaglia di bronzo.. Nella Sezione II.a Industrie e manifatture. Gruppo XII, Classe 43. Stabilimento Industriale Salvetti di Pillano, apparecchio di sicurezza per la preparazione del bisolfuro di carbonio — medaglia di bronzo. Gruppo XII, Classe 51. Fratelli Cobol di Capodistria, pelli conciate — menzione onorevole. La crittogama e lo zolfo. (Dal numero di saggio della Rivista agricola industriale italiana La comparsa minacciosa avvenuta quest'anno dell'antico nemico dei nostri vitigni, la Crittogama, ne fece ricorrere col pensiero all'antico rimedio che pratici e teorici chiamarono infallibile, lo Zolfo; noi ricordammo la lunga, difficile, incompleta pratica della solforazione e crediamo far cosa grata ai nostri lettori dicendo della Crittogama e delio Zolfo tutto quanto la scienza e la pràtica hanno affermato in questi ultimi ani;i. Lo zolfo, quale preservativo dell' oidium Tuche-ri, è per sè stesso un agente inattivo; lo zolfo non ha azione sulla fermentazione, non ne ha sui parassiti vegetali ed animali, come non ne ha su\V oidium. Il distinto chimico Basset, or son due anni, pubblicava un dotto volume in cui affermava di aver prodotto sopra uno strato di zolfo, accuratamente lavato, una rigogliosa vegetazione d'oidium; però questo minerale, allorché contiene dell' acido solforoso o solfidrico, oppure quando 1' elettricità od una sostanza alcalina hanno reagito su lui, acquista tutte le proprietà che gli si vollero attribuire quando egli è puro, (fucsia maniera di comportarsi ne spiega i vari risultati della solforazione. Se noi solforiamo le na-stre viti con zolfo purissimo, che per una circostanza qualunque non possa subire'l'influenza dell'elettricità atmosferica, lo zolfo trascinalo dall'acqua o dal vento abbandonerà la vite senza aver prodotto effetto utile alcuno; mentre invece se si opera la solforazione con zolfo contenente acido solforoso, o solfidrico e specialmente solfuri alcalini, noi in brevi giorni vedremo arrestata la malattia, distrutti i germi del parassito che minacciava le nostre uve. (1 ) L' anno scorso il prof. Mongini pubblicava i risultati delie sue esperienze comparative -'stituite fra il minerale greggio di zolfo e lo zolfo purissimo, stabilendo una decisa superiorità del prima sopra il secondo; e ciò egli attribuiva alle sostanze alcaline che l'analisi chimica trovò nel minerale greggio. Ma la solforazione non è che un rimedio curativo; non troveremo noi un mezzo di prevenire il male; aspetteremo noi che il parassito abbia invase tutte le nostre vigne per cercare di combatterlo? La crittogama non è un morbo soltanto epidemico (sopra la pelle); ma essa è endemica, cioè ha (1) Saggiamente il Sig. E. G. Gnglielminetfi in Asti non macina nel suo Stabilimento die Zolfo greggio ottenendone un prodotto molto commendevole per qualità e prezzo. sua sede dentro l'organismo stesso «Iella piatita, l/osservazionc ci dice clic la comparsa delle tacche nerastre, che si scorgono sulle partì verdi legnose della vite colpita dalla crittogama, è seniore anteriore alla più piccola traccia di oidium che il microscopio possa segnalarci ; anzi molte volte, per non dire sempre, .'le tacche nerastre precedono f oidium di un anno ed anche di due. Le osservazioni microscopiche dell'Amici ci dicono che il tessuto cellulare dell» viti, prima che si possa scorgere traccia di oi-dium, si trova profondamente alterato, principalmente nella parte sotto epidermica; e di più noi sappiamo dall' esperienza che le viti robustissime, per r-sempio le cinque o sei specie di vili venuteci d'America, e le vigne recentemente e razionalmente piantate, non sono colpite dalla malattia. A questi fatti io aggiungerò che da molti fu tentato di innestare 1' oidium sopra gli acini della vite americana, o sopra una delle nostre viti sana e robusta e che il parassita «on ha mai attecchito. Questa esperienza però, per quanto concludente ella sia, può dar luogo ad obbiezioni sul modo di operare l'innesto e sulla possibilità che il parassito crittogama possa essere danneggiato ne! trasporto dell'acino ammalato all'acino sano ; egli è perciò che il Cav. Alberto Fer-rcri, uno de più distinti viticuitori delle nostre provincie, da noi pregato, tentò l'innesto dell' oidium sopra gli acini di alcune viti, che, senza essere colpite dalla crittogama, presentavano numerose tacche nerastre e l'operazione riuscì quasi sempre ; V oidium cioè si sparse peri' acino e quindi pel grappolo ; non però colla rapidità dei casi ordinari. AI fin qui detto si aggiunga che l'analisi chimica ha trovato una differenza di composizione fra la linfa delle viti ammalate e quella delle viti sane, e ne sia permesso di dedurre da questi fatti le più logiche conseguenze. La vite colpita da crittogama ne presenta il tessuto sotto epidermico in istato di disaggregazione nelle cellule che lo compongono, mentre tutti gli altri strati sono immuni da ogni alterazione; la causa di questo fenomeno non è difficile a scoprirsi; noi sappiamo che lo strato sotto epidermico è il nuovo foglio annuale dell'albero ed è formato dalla linfa discendente; e noi, che dall'analisi abbiamo essere questa linfa di diversa composizione di quella delle viti sane, attribuiremo logicamente ad essa la disaggregazione delle cellule. Ora onde viene ella questa linfa; ove ha tolti i materiali che devono alimentare la pianta? Dalla terra, ed ecco ove noi troveremo l'origine del male. Le viti recentemente piantate, in una terra permeabile per lo scavo fatto, panificata dal sole, ricca di detriti vegetali, non soffrono crittogama, non sono atte ad alimentarla, non la ricevono ne anehe innestandola, perchè le radici della pianta assorbono largamente i materiali atti alla nutrizione e presentano al parassita un organismo sano su cui non può attecchire; mentre invece le viti piantate da tempo immemorabile, che vivono in una terra depauperata, compressa, malsana per l'acqua che vi s'arresta, queste viti mancanti di nutrizione^ colpite di inerzia nelle loro funzioni fisiologiche, profondamente alterate nei loro organi, dovranno necessariamente prestar;; all' oidium un mezzo ove egli potrà rapidamente moltiplicarsi. il or Noi abbiamo sotto gli occhi due regioni ehe possono informarci; l'Astigiana ed il Monferrato. Dopo la comparsa della Crittogama nell'Italia superiore il Monferrato ha coraggiosamente dissodato i suoi boschi, piantate numerosissime le nuove vigne, migliorata la sua coltivazione e mentre nell'Astigiana si abbandonavano le viti alla malattia o si ricorreva al tabacco, allo zolfo ed a non so quali altri pretesi ri-medii, il Monferrato vendeva le uve delle sue viti novelle e raccoglieva quell'ammasso di capitali che fecero salire le sue terre ad un valore doppio di quelle dell'Astigiana. Ove combatteremo noi Yoidium sdunque? Neil' aria coi suffumigi, eolle Solforazioni, coi bucati di tabacco, o nella terra proprio alla radice del male? Noi lo combatteremo nella terra, noi pianteremo viti sanissime, in terreni permeabili, ricchi di concimi pochissimo azotati ; noi lascieremo la vite largamente respirare, moderando le sfrondature, ricordandoci quanta parte di nutrizione la vile abbisogni dall'aria e facendoci insegnare dai botanici, che le foglie sono gli organi respiratorii delie piante; quando poi le nostre vigne saranno invecchiate,, quando il terreno ove esse vivono 3arà depauperato noi restituiremo sanità e vigore alla vite rimuovendo la terra non più capace di alimentarla,., e surrogando qnesta terra coli' altra ricca di sali e di sostanze organiche non azotate. Con queste pratiche, attenendoci strettamente ad un serio e razionale sistema di coltura noi sfideremo la Crittogama e forse, FORSE io dico, il nuovo e più terribile parassita, la l'hiloxera. Ecco in brevi parole le operazioni necessarie per il rinnovamento della terra al piede della vite. Al primo comparire della Crittogama,.adoperando la massima diligenza per rispettare le radici della pianta, si scavi al piede inferiore del filare una fossa profonda approssimativamente trenta centimetri, che si riempie di terra vergine, tolta nel centro delF interinare ; si'prepari quindi un terriccio il più complesso possibile lungo ii lato superiore del l'ilare e giunto l'autunno si scavi una fossa superiore al filare nella quale si verserà il terriccio; si badi infine die mentre la fossa inferiore vuole essere profonda la superiore deve essere larga e superficiale. Di F. Ravjzza. S. A. !.. Pubblichiamo nella nostra lingua la seguente Polemica contenuta nei numeri 232 e 238 della " Triester Zeitung,,. Dall' Istria, ai primi di ottobre. (Corrisp. orig.) I concorsi a posti di professore nel ginnasio di Capodistria e nella scuola reale superiore di Pirano furono ormai una rubrica permanente dell' " Osservatore Triestino „ e della " Gazzetta di Vienna.,,. Questa rubrica venne testé arricchita mediante posti da coprirsi nella scuola magistrale ed unitavi scuola di pratica, che vanno ad essere aperte in Capodistria. Niun' altra Provincia dell'Austria è così abbondantemente dotata dal Governo di scuole come lo è l'Istria. Niuno perciò ne invidia questo paese povero d'industrie, ma da ciò nasce un grave inconveniente:. Vi manca il personale insegnante. Se già gl'istituti italiani in Trieste tr or ansi imbarrazzati a provvedersi di professori abilitati, tanto più questo imbarrazzo lo si prova in luoghi che non offrono al professore l'occasione di coltivare lo spirito, essendo nelle cittadelle istriane la classe dei contadini sempre la più numerosa. D'altronde i candidati già a-bilitati con lingua d'insegnamento italiana sono assai, vari. Si leggano i programmi del Ginnasio di Capodistria e della scuola reale di Pirano, e si stupirà della mancanza di professori abilitati. Se anco il Governo, e la Provincia gettano annualmente stipendi ai candidati pel magistero, e anco attualmente questi stipendi vengono aumentati, non pertanto si ebbe con ciò sempre sfortuna; per vari motivi non fu raggiunto lo sco-o. GÌ' istituti dovettero peroiò servirsi di' individui de-icatisi ad altri rami, come di cooperatori, di maestri di scuole popolari, di legali, etc. E a dubitarsi che il Governo ad onta di sua munificenza riesca allo scopo propostosi di avere professori abilitati ne' suoi istituti. Forse che ciò possa riuscire coli'andare del tempo. Dove però mancano i professori, là resta indietro anche l'istruzione. E la insufficiente coltura dei giovani per entrare nell' università è la vera causa per cui i candidati non trovatisi in grado di subire gli esami. In una parola, essi non possono andare avanti di pari passo cogli studenti, che vanno all'università da ginnasi tedeschi. Per far progredire le scuole medie nel-l'Istria non v'ha mezzo più acconcio di quello di riunire in un ginnasio reale le quattro classi della scuola reale e del ginnasio superiore. Di questa guisa le forze istruttive sarebbero concentrate. Questo espediente si presenta efficace in tutti quei paesi, che in riguardo a popolazione stanno al paro dell'Istria. Noi non potremmo però in alcun caso favorire, come lo fa il giornale la "Provincia,, *) il trasporto a Trieste di un istituto che l'Istria possiede. Trieste ha abbastanza scolari propri ne' suoi istituti, per cercare di averne ancora da altre parti del Litorale, ed il vantaggio che l'Istria ritrae dall'avere in Provincia un istituto, è troppo importante sotto ogni aspetto, perchè noi tentassimo a volernela privare. Colla istituzione di un ginnasio reale che serva di base dalla quinta classe in su ad un ginnasio superiore e ad una scuola reale superiore, si toglierebbe in parte la deplorata mancanza di personale insegnante senza portare datino all'elemento di coltura. *) lu nore: intendeva probabilmente accennare al "Cittadino „. Dalla " Triester Zeitung „ d. d. 16 ottobre n. 238. Ci scrivono dall'Istria: Nel riputato suo foglio dei 9 m. c. n. 232 trovasi inserita una corrispondenza dall' Istria, che, trattando di cose scolastiche si lascia sfuggire alcune inesattezze, le quali è necessità di rettificare. Nè già ciò è necessario di fare per riguardo ai lettori del Litorale, ma sì invece per tutti coloro che, non conoscendo che da relazioni stampate pei fogli, le condizioni di questa nostra terra, potrebbero essere tratti in errore da quella corrispondenza, la quale pure addimostra un senso di riguardo e di benevolenza a questo paese. È inesatto il dire che l'Istria sia in fatto di scuole medie favorita dal Governo più di tutte le altre Provincie. Gorizia e Gradisca, con una popolazione inferiore di quella dell' Istria, ne ha quante questa, un ginnasio superiore, mia scuola reale superiore, un istituto magistrale ; Dalmazia, Carniola, Stiria etc. tenuto conto del numero della popolazione ne sono ben più dotate 1), 4108 Il Governo Imperiale coli'avere dotato recentemente l'Istria delle suddette scuole non fece altro in ultima analisi, che riparare al men che giusto trattamento usatole in tale riguardo in tempi anteriori, nei quali fu lasciata pressocchè spoglia di quelle istituzioni scolastiche, che già di lunga mano erano state da lui introdotte negli altri paesi. Arrogi che nel mentre in questi lo Stato sopporta quasi tutte le spese per le souole medie, l'Istria per ottenere una scuola reale superiore, ha dovuto imporsi l'annuo contributo di f.ni 3500 a carico del fondo pro-vinciale^ ed il Comune di Pirano ha dovuto pur esso concorrere con altri f.ni 1500 annui, e coli' offerta, gratuita dell' edifizio scolastico, e di tutto il mobighare occorrente alla scuola, locchè equivale alla assunzione di una buona terza parte di tutta la spesa. Del pari se Capodistria ha voluto riavere il ginnasio, che abbastanza improvvidamente l'imperiale Governo trasferiva nell' anno scolastico 1842 - 43 a Trieste, lasciando così l'intera Provincia priva dell'unica scuola media completa che possedeva, giacché nell' anno etesso venivano contemporaneamente soppressi i due corsi di umanità nel ginnasio fratesco di Pisino, — Capodistria ha. dovuto sobbarcarsi dapprima al duro peso di istituire, con danari raccolti dai cittadini, un proprio ginnasio inferiore, che appena in progresso di tempo, e non senza avere dovuto superare incredibili difficoltà, venne dallo Stato ricevuto in propria amministrazione, e completato a Ginnasio di otto, classi. Ma anche la restituzione di questo ginnasio non fu gratuita; la città di Capodistria contribuisce annualmente per tale titolo all'erario dello Stato f.ni 2625, e vi dà gratuitamente l'edifizio scolastico. 2) Non è colpa degli istriani, se le loro scuole medie sieno momentaneamente deficienti di personale insegnante abilitato. Questa deficienza è presentemente quasi generale anche nelle provincie tedesche dell' Impero, e si fa poi viemmaggiormente sentire a queste parti, specialmente, per causa della creazione quasi contemporanea di istituti medj in Istria, ed in Trieste ed in Fiume con lingua italiana di insegnamento. L' I-stria ha dato alle scuole di queste due città dei maestri abilitati, ma non ne ha da esse ricevuti pelle proprie scuole. Il rimprovero, che la mancante istruzione nelle scuole medie dell' Istria sia di ostacolo al conseguimento della abilitazione al magistero, è un po' avventato. Da una statistica, pubblicata dalla Giunta provinciale nell'amo 18S9, sappiamo p. e. che di 75 studenti che frequentavano le università, 26 erano iscritti alla facoltà filospfica e matematica, coli' intendimento appunto di dedicarsi, finiti i loro studi, alla carriera magistrale. E se è vero, che non possono competere cogli studenti che pervengono alle università dai ginnasi tedeschi, ciò vuole e* ere attribuito, non già a mancanza di sufficiente coltura, ma unicameute al fatto che essi debbano colà combattere colle difficoltà di una lingua che non conoscono. 3) Il rimedio suggerito dall'Autore della corrispondenza di fondere in una stessa scuola le quattro classi inferiori della scuola reale e del ginnasio, a fine di o-perare in questo modo una concentrazione delle forze insegnanti non è attendibile perchè contraria alle leggi vigenti, che non permettono li esistenza di scuole medie superiori senza la base delle scuole inferiori. Senza entrare pertanto in discussione riguardo al merito di tale ideata fusione di studii umanistici e realistici, che sappiamo essere da molti valentissimi istitutori combattuta, l'adozione della medesima porterebbe per conseguenza il toglimento ad una citta di un istituto, che cercò di attivare eoa gravi propri sagrifizi. 4) Si attenda del resto ancora tra po' di tempo, e col nuovo slancio che hanno preso gli studii fra gli istriani, certamente a merito dei generosi stipendi di Stato o provinciali, l'Istria avrà non solo d persoualo insegnante sufficente alle proprie scuole, ma potrà darne anche alle consorelle Provincie, come già ne ha dato anche finora. 1) V'ha è vero un ginnasio iuferiora a Pisino, condotto dai R. II. Francese mi, ma daadovisi la istruzione in lingua tedesca, lingua clie non è del paese, e che ai giovani è iguota, riesce più dannosa che utile pur la cultura di ehi lo frequenta, e si farà bene a non porlo nel novero delle scuole medie. 2) Si esamini un po'attentamente la legge di finanza cho ogii anno viene pub!>l c.ita, e l'autore stesso dell'indicata corrispondenza si convincerà di averla detta un po' grossa in fatto di favori, secondo lui, dal Governo imperiale largheggiati all'Istria. 5) Si dia agli studenti italiani la occasione di percorrente tutta la carriera dogli studii nella loro lingua materna, ed allora appena sarà permesso, da un. confronto fra gli uni e gli altri studenti, trarre eventualmente motivo ad un rimprovero che oggidì uè è giusto, ne giustificato. 4) E darebbe per lo mano saggio di poca conoscenza dell» condizioni amministrattivd di questa Provincia se il Governo volasse qui incominciare con ua relativo sperimento. Ho tizi e. Bfcieta Provinciale. Il giorno 5 corr. venne aperta solennemente la Dieta provinciale e tenuta, la. prima seduta ; il numero dei deputati era scarso causa il cattivo tempo che impedì a molti di arrivare in Parenzo. Venne presentata la relazione della Giunta sulla gestione dell'anno, i varii progetti di legge ed alcune petizioni. Il giorno 7 ebbe luogo la seconda seduta, presenti venti deputati; furono eletti i membri per i diversi Comitati ai quali vennero subito passati i varii progetti di legge. Al Comitato scolastico venne rimessa anche una proposta della Giunta per la istituzione di un Ginnasio reale inferiore in Pisino, a spese della Provincia, ed una domanda del Comune di Lussinpiccolo per l'erezione colà di un simile istituti con la concorrenza del fondo provinciale. La terza seduta ebba luogo martedì 12; degli affari trattati, non sappiamo più di quanto ne dice il telegramma riguardo la elezione del deputato di Maggia Pingueute Isola, la quale non venne convalidata con 16 voti contro 6, in seguito a motivata proposta dell'onorevole Luciani. Quantità e prezzo medio dell'TJoa e Refosco portati sul mercato di Capodistria nell'ottobre 1872. Uva fùnti di Vienna 153734 a f. 5 "/ioo il% Refosco funti di Vienna 120003 a f. 12 2l/,na il %, Quantità complessiva Funti 273736 Conio preventivo DEL COMUNE DI CAPODISTRIA per l'anno 1873. Incoilo N. della rubrica DETTAGLIO Deliberato dalla Rappresentanza prò 1873 Fiorini Sol. 1 2 3 4 5 6 7 Affitti in generale ..... Interessi di Capitali .... detti da effetti pubblici . . Diritti Comunali...... Incassi diversi....... Incassi da arretrazioni diverse . Antecipazioni verso restituzione 5353 [37 2872 !94'/s 78 90% 698 i— 2199 ;90 1432 161 600 J — i i Somma 13215 73 Esito 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 Imposte Erariali...... Ufficio Municipale..... Polizia Urbana e Campestre Pubblica Istruzione..... Interessi de' Capitali . . . , Ristauro Edifizi, mantenimento Fontana, Strade ecc. . . . Illuminazione ....... Campo Santo ....... Beneficenza ........ Spese fisse diverse . . . , „ Affranco restanze vecchie . . Imprevedute ....... Antecipazioni verso restituzione Restituzioni da importi prelevati da fondi diversi . . . 549 4176 2278 9328 1749 1860 1§36 150 2780 493 358 625 800 600 2051 _ 7 55 57% 33% 96% 80 57% Somma 29336 87 Si sotra l'introito come qui Contro 13215 73 Rimane una deffìcenza di che si propone di coprire a Con l'addizionale attuale del cento per Ojq sulle indirette che da un importo di f. 11500. b Con l'addizionale del 15 per 0[0 sulle dirette compresa la bellica da un importo di f. 3093:98 16121 14593 14 98 Rimane ancora una deffìcenza di 1BT | 16 Dal Municipio di Capodistria li 26 ottobre 1872. Il Podestà D.r de KSelSi m. p. ISoIIeiiino bibliografico. I _____® Staggio d'una Storia dell' fistola dai primi tempi sino all'epoca della dominazione romana. Sotto questo titolo il prof. D.r Bernardo Be-nussi ci offriva negli atti del ginnasio superiore di Capodistria in quest'agno un lavoro, di cui devon-gli essere gratissimi gli istriani, specialmente la gioventù studiosa, che al caldo amore di patria u-nisce il desiderio di venire indirizzata alla cognizione del sno passato. E ben a ragione; imperocché uscita dalla fanciullezza non vuol parere di starvici ancora dentro, memore del detto di Cicerone: nescire quid ante quam natus sis acciderit, idem est ac semper esse puerum. Questo indirizzo sinora, pur troppo, non l'ebbe; essendoché se si eccettui il Carli, quanto dettarono i nostri provinciali ne' passati secoli è troppo poca cosa, oltreché aleuni lavori, come quelli di P rospero Petronio, andarono perduti, e quanto incidentalmente ne scrissero gli stranieri in passato e_ a'di nostri è sparso in troppo opere (Vedi Bibliografia istriana), perchè se ne possa giovare chi vive in paese privo di ricche biblioteche. — Gli è appena da quattro decennii, che per impulso dell' illustre Rossetti s'incominciò attendere fra noi a studii storici sulla nostra provincia. L'antesignano a tutti fu il Kandler, che vi consacrò l'intera vita, e diradando le più fìtte tenebre, aperse un ampio storico orizzonte, portandovi tanta luce, che ora permette di percorrerlo facilmente a chi voglia continuare l'opera sua faticosa, e compierla. E ben vero, come osserva l'autore nella prefazione, che per poter iscrivere una storia vera ri-chiedesi dapprima raccoglierne i materiali, e che a ciò non basti l'opera di un solo, ma debba es-sere_ frutto della costanto attività di una società patria. Senonchè, per quanto sia desiderabile l'i-stituzione d'una società storica istriana, dubito che sia ancor giunto il tempo di poterla effettuare. Troppo pochi sono al presente fra noi coloro che s'occupano di studii storici della provincia, — morte ci rapi due insigni: Kandler e Buttazzoni— ma la crescente generazione speriamo n« accrescerà il numero, ove i pochi suddetti sappiano invogliarcela ed appianarle la via col presentar un compendio di storia,, compilato sulle fonti e materiali che possediamo, il quale la ponga a giorno delle risultanze degli studii siriora fatti, in guisa da offrire _ tratteggiata in breve quadro la serie coordinata dei più importanti fatti e momenti della vita politica del nostro paese, dai primi tempi sino ai presenti. — Il prof. Benussi con questo suo » Saggio » ci addimostra la possibilità e la capacità sua speciale di compilare per bene non soltanto l'accennato compendio, ma ben anche una Storia di più am- -I i IO pia mole, alla quale questo suo primo lavoro sarebbe già ima bella e proporzionata introduzione. Sono in esso trattate le questioni che direi preli-liminari,. e di cui è necessario occuparsi per far conoscere il popolo attore, ed il campo su cui si svolsero i fatti, di cui viene impresa la narrazione ; questioni, la cui difficoltà è pari all' importanza e che da lungo tempo har.no esercitato l'ingegno di insigni scrittori, senza che sieno riusciti a pienamente risolverle. Il Benussi con un fòrte corredo di erudizione s'è lodevolmente accinto ad affrontarle e discuterle, citando in appoggio delle proprie opinioni a pie di pagina copiose fonti, le quali rendono possibile al lettore, per poco che sia versato nella materia di formarsene un giudizio già dai passi riportati, qualora non possa ricorrere alle opere da cui furono tratti. Però uno schizzo della carta topografica dell' Istria e della regione dell' Alpe Giulia aggiunta al Saggio avrebbe assai giovato all'intelligenza di quei lettori che poco conoscono questi paesi. — L'opera è divisa nei seguenti capitoli : I. Breve cenno oro - idrografico della regione posta sul versante occidentale delle Alpi Giulie; II. Confini dell' Istria antica. III. Perchè tu dato il nome d'Istria alla nostra provincia. IV. Origine degli 1-striani. V. Gli istriani. YI. L'Istria assoggettata dai Romani. — Il lavoro sulì' oro - idrografia della regione al di quà dell'Alpe Giulfe fu al Benussi agevolato da quanto ne scrisrero nei tempi presenti alcuni autori che ne diedero descrizioni attinte sulla faccia dei luoghi, specialmente il Kandler, il quale nell'intendimento di scrivere una vasta opera su questa regione da antico autore chiamata Porta d' Italia, l'esplorò con accurata diligenza parecchie volte, e l'ultima or sono pochi anni, quando, sentendosela mancare la forza delle gambe, andò, come scriveva ad un amico, a darle l'ultimo addio. Ei ne parlò in varii suoi scritti, ma più importanti sono le descrizioni che egli ne fece nel suo : » Discorso sul Timavo « per nozze Guastalla - Levi, 1864, e nell'altro: » Per occasione di via ferrata pel varco Piciano (Prediel) 1867. Mi permetterò alcune osservazioni: Alla pag. 7 N." 2, descrivendosi il Territorio dei Cicci, è detto: ,, Un basso avvallamento di suolo pel quale passa la strada che da Trieste mena a Fiume divide il Carso triestino da Territorio dei Cicci, come la Recca lo divide dall'altipiano del Nevoso. " Sembrerebbe adunque che la Recca separasse il Carso triestino dall' altipiano del Nevoso, mentre realmente alle sue sorgenti separa da questo il Territorio dei Cicci. Sarà semplice errore di dizione. — Questa ultima regione, come fu delimitata dal Benussi non è tutta abitata da Cicci, in quale riguardo è utile l'interessante cenno del Kandler sui Cicci nelle » Storie di Trieste del canonico Don Vincenzo Scussa, pubblicate dal Camerotti nel 1863, e si potrebbe vedere anche il teste uscito n- Annuario della società agraria istriana — Il Territorio dei Cicci è posto dal Benussi nella regione della Carsia co''suoi monti Slaunik, S'habnik, Sbeuniza, Orliak, Sia e Plapik ( Qui noterò che oltre i » due sentieri che congiungono la Cicceria oltre i Vena con Rozzo e Pinguente «, v' ha la strada carrozzabile che da Pinguente mette ad Obrou presso, Castelnuovo, costruita nell' anno 1845). Però ad III pag. 8 si delimita il confine settentrionale della regione dell' Istria propriamente detta cogli stessi testé enumerati monti della Vena che corrono verso N. 0. sin presso alle foci del Timavo. — Ora, siccome il Territorio dei. Cicci è posto tutto nell'altipiano della Vena ed arriva agli ultimi ciglioni della medesima immediatamente sovrastanti ai comuni di Pinguente e Rozzo, ed è attraversato per l'ungo dalla suddetta catena formata dal Slaunik ecc. sino al Planik, non sembra esatto di comprendere tutto il Territorio dei Cicci nella C'arsia, poiché in tal caso- non si può più attribuire all' Istria propria il versante a lei rivolto dell' altipiano e dei monti suddetti, il quale versante veramente a lèi appartiene; altrimenti converrebbe farla incominciare appiedi dell'altipiano. — Nel II capitolo, il Benussi tratta con molta critica ed erudizione degli antichi eonfini dell'Istria, e combinando i passi de'vecchiScrittori che molto difficultano l'argomento e diedero occasione a_ dispute ed opposti gi'udìzii, dimostra che gli Istriani confinavano ad occidente mediante il Timavo col Territorio già- dei Veneti, ma che rimasto deserto per incursioni dei circostanti Carni, Istriani e Gia-pidi, era stato poi occupato dai Romani per piantarvi Aquileja, e poi dai Carni, i. quali erano prossimi a questa città, come si ha da Strabone lib. IV, ove dopo avere parlato, dei popoli Norici e Vin-delicii, soprastanti all'Italia, soggiunge: ,, Post hos, vicini jam Adriatici sinus intimo et locis ad Aquilejam, habitant Noricorum quidam et Carni. « Ed è a questi Carni che esso autore allude poi nel lib. VII. ove dice: « Docuimus in Italiae de-scriptione primos in Illyrici era marittima esse I-stros conterminos Italia» et Carnis, principesque nostros hodie Italiae fi'ues ad Polam protulisse. » Sebbene adunque Strabone asserisca nel lib. V che sopra i Veneti erano situati i Carni, e ponga A-quileja fuor dei confini dei Veneti che fa arrivare soltanto sino al Tagliamento, pure avendo subito dopo detto: „ Ergo quae trans Padum sunt Veneti incolunt et Istri " è evidente che anche dopo che i Veneti perdettero il tratto di territorio fra il Timavo ed il Tao-liamento questo continuò a riguardarsi come di loro spettanza, forse anche perchè quà e là al mare, a Grado p. e. i Veneti si saranno nuovamente stabiliti come naviganti e pescatori. Nella lingua del popolo l'antica geografia si conserva a lungo, quand'anche la politica v'abbia fatto mutamenti. Così veggiamo che Strabone continua nel succitato passo a chiamare spiaggia illi- rica la istriana, sebbene soggiunga-che a'-suoi tempi fosse stata aggregata all' Italia. — Ad occidente adunque confine dell'Istria era il limavo; questo confine andava, come ben osserva il Benussi, senza dubbio più in su di questo piccolo fiume, altrimenti ne risulterebbe una striscia di terra tanto sottile da Trieste al Timavo, da non essere stata Sefendibile contro i sovrastanti popoli. Egli crede che questo confine possa essere arrivato sino al Frigido. Certo giungeva al lago di Iamiano o Dober-dò (lacus Timavi), dove per opinione del Kandler, che non parmi destituita di fondamento; il Console Manlio pose i primi alloggiamenti nell' aprire la campagna contro gli Istriani. Il prof. Benussi invece (vedi nota 219) è d'avviso che in luogo del lacus Timavi di Livio vada letto lucus Timavi, cioè quel bosco sacro a Diomede, che Strabone chiama elegante o gentile ed era presso le foci del fiume, perchè ritiene che il Console, dovendo sorprendere il nemioo, non avrebbe operato da saggio capitano accampandosi-, anziché in luoghi nascosti, quale sarebbe appunto un bosco, sulle rive d'un lago. — Io opporrei: 1. Che se Livio avesse parlato del bosco presso il Timavo, non avrebbe detto m-minet mari is lucus, perchè l'essere al Timavo faceva ad ognuno comprendere che era presso il mare, ed era superfluo il dirlo. Il bosco era sacro, ed appendice del memorabile, come lo chiama Strabone, tempio di Diomede, era elegante, e quindi nuli'altro che un gentile boschetto, come erano di solito i boschi sacri. - 2. I Romani non pensavano a sorprendere i nemici da nascondigli, ma a batterli in campo aperto, nè ponevano i loro accampamenti in mezzo a'boschi, dove potevano essi medesimi venire circondati e sorpresi, bensì in luoghi forti ed aperti per dominare le mosse del nemico. Al lago, l'accampamento era da un lato garantito ; dagli attacchi del nemico. - 3. La frase „ il lago so-I vrasta al mare „ s'adatta al lago di Dobardò o Iamiano, da cui poco dista la marina, e distava meno prima degli interrimenti avvenuti nel seno del Timavo o di Monfaleone odierno. - 4. Immediatamente al lago riseontransi traccie di fortilizio, per cui il Palladio dubitò essere stata ivi 1' antica città dei Carni Ocra, distrutta, giusta Plinio, dai Romani. (Vedi Schoenleben, Carniola antiqua, cap: III. §. 4,).-5. E verosimile che i Romani nella loro marcia contro l'Istria siansi tenuti non lontani dai Carni limitrofi agli Istriani, per sorvegliarli ed impedire qualche sorpresa. Difficile non soltanto, ma è impossibile, pel silenzio degli antichi autori, di fissare con precisione il confine settentrionale dell'Istria; e quanto se ne scrisse sinora e se ne scriverà, sarà sempre ipotetico._ Lo riconosce anche il prof. Benussi, i] quale opina poterlosi portare al corso del Frigido, allo sbocco del quale nel Sonzio aveva posto l'estremità del confine occidentale. Il succitato passo di Strabone " che già vicini all' intimo seno dell' dlll Adriatico ed ai luoghi attorno Aquileja erano i Carni ,-, coi quali dice confinare gli Istriani, verrebbe in appoggio a questa opinione, a meno che alla parola vicini non si volesse dare un senso più restrittivo che li avvicinerebbe maggiormente al mare. Vediamo se in qualche modo si possa riempirlo. Ma il Benussi si limita a stabilire soltanto una parte di esso confine settentrionale, lasciando aperto quel tratto maggiore che dalle sorgenti del Frigido correrebbe sino al Montemaggiore, il quale indubbiamente formava la frontiera dell'Istria verso la Liburnia. — Vediamo se in qualche modo si possa riempirlo. I popoli sogliono darsi confini naturali, lo veg-giamo perfino nei nostri comuni. Vi sono dei paesi, nei quali questi confini naturali sono segnati marcatissimamente, fra questi è appunto l'Istria. Osservata, sia dai luoghi più elevati dell' interno, sia dal di fuori, p. e. da Fiume e percorrendo il Carso di Castelnuovo, si presenta la catena del Cal-diera o Montemaggiore, che da Fianona va compatta a guisa di muraglia sino al Sia, da dove si snodano, procedendo verso N. 0. per l'altipiano della Vena, dei filoni con rarissimi e difficili varchi, che formano una forte barriera, la quale nei tempi remoti, quando era ricoperta di selve, doveva essere pressoché insuperabile. Questi filoni furono sempre ritenuti i confini dell' Istria verso o-riente e settentrione, come si vede dai corografi degli ultimi secoli. Ma avvicinandosi a Trieste quei filoni si abbassano, nè giungono a formare barriere di assai difficile transito, ciò non pertanto i monti di Cosina, di Verpogliano, di Poveria, di Sessa-na, del Vounig, di San Leonardo, di Germada, di Medeazza segnano marcati e continuati diversorii d'acqua che costituiscono limiti precisi (Vedi „ I-stria, „ Voi. I, Geografia,) e potrebbero essere ritenuti qual confine settentrionale, separante gli I-striani dai Giapidi e dai Carni. Adottando questa linea s'avrebbe bensì per l'Istria antica una frontiera bene demarcata naturalmente, in ispecialità al lato settentrionale dell'Istria odierna, ma il territorio istriano da Trieste al Timavo verrebbe di non poco diminuito in larghezza di confronto a quello che risulterebbe accettando il confine del Frigido. Ammettendo poi quest' ultimo sarà necessario di farlo continuare dalle sorgenti del Frigido o dal suo confluente Rassa (che ricorda l'Arsia chiamata appunto Rassa dagli Slavi) al Tajano (Slaunik) sulla Vena, passando per San Canciano, ove il Timavo soprano (la Recca) entra sotterra :>er ricomparire presso Duino. Riterrei che i Gia->idi occupassero il tratto tra il monte Catalano appartenente all'Albio o Nevoso, i piudetti monti del-a Vena e la Recca in tutto il suo corso, e forse nei dintorni di San Canciano s'incontravano Istri, Carni e Giapidi. — Giusta Plinio entro i confini dell' Istria da Po-la alla regione di Trieste eranvi quattro illustri popoli alpini, cioè i Secusses, i Subocrini, i Catali ed i Menocaleni. Il Kandler pone i primi nell' antico agro di Pedena, i secondi nel Pinguentino e parte del sovraposto Carso, i Catali sul resto del Carso orientale sino alla sorgente del Timavo, poi attorno Feistriz e Ternova, i Menocaleni oltre Trieste al Timavo. — Il prof. Benussi invece ritiene che i Secusses potrebbero essere stati fra l'Arsa e le sorgenti della Draga, i Subocrini da queste alle sorgenti del Quieto, i Catali tra queste e quelle del Risano, i Menocaleni dal Risano al Timavo. Noterò soltanto a maggior intelligenza, che siccome la Draga non è un fiume ma un burrone o valle assai stretta (e Braga in slavo significa precisamente burrone),. ciò che il Benussi intese sotto 1' espressione di sorgenti della Draga non può essere altro che l'acqua di Borutto. Confesso che le tre prime popolazioni così delimitate mi appariscono troppo piccole per meritarsi il nome di illustri. •— Ma se invece è retta la lezione di Fecusses invece di Secusses (Vedi ,, Archeografo triestino „ Yol. II, pag. 32) lezione ritenuta nell'edizione di Plinio di D. Deblefsen (Berlino, presso AVeidmann, 1866) e per quanto assicurava il defunto D.r But-tazzoni anche dai più rinomati codici manoscritti, di cui sono varianti i Fecues nel Codice Leiden-se Yossiano del secolo IX ed in quello contemporaneo di Parigi, mentre il Codice Riccardiano del XI e XII secolo ha Fecses— i Fucki del Pinguentino potrebbero ricordare i Fecusses, che sarebbe lecito ritenere estesi anche nell'agro di Pedena e Montona e più oltre. In tal caso i Subocrini andrebbero per mio avviso collocati al disopra dei Fecusses o Pinguen-tini, e precisamente sul Carso. La parola Subocrini può significare tardo abitanti sotto l'Ocra, quanto, e meglio ancora, abitatori dell' Ocra inferiore, e sarebbe appunto il Carso. Ma Subocrini non è un nome proprio di popolo, non è parola celtica, nè giapidica, bensì latina, e quindi parmi che con questo vocabolo Plinio abbia voluto indicare parecchie e forse tutt" le popolazioni dell'Ocra inferiore, a venti proprii appellativi. I Catali e Menocaleni starebbero a loro posto, ove furono collocate dal Kandler — il quale, fattagliene da me parola, ripudiava la lezione di Fecusses, dicendo di stare all' autorità dell' Arduino, e perchè mentre v' erano molte antiche popolazioni il cui nome aveva la radice Sec e Seg, non ne trovava alcuna con quella di Fec. Qualora però vogliasi ritenere che i Subocrini siano gli abitatori sotto 1' Ocra, ai Pinguentini si potrebbero aggiungere le popolazioni dei monti di Capodistria dove il nome loro dato di Savrini ricorda appunto quello di Subocrini, come l'appellativo di Berchini dato agli abitanti dei monti are-narii attorno la Recca può nascondere l'antico nome di Ocrini. — Espongo tutto ciò in via di dubbio per richiamar l'attenzione di coloro che s' occupano della posizione dei detti quattro popoli. Devo però osser- vare sembrarmi che Plinio parlando della regione di Trieste non la limiti all'agro proprio, ma l'estenda adi acrri aggregati che arrivavano sino al OoOOc> Nevoso e comprendevano tutto il versante occiden-tale dell" Alpe Giulia. Vellejo Patercolo parlando della spedizione che i Pannoni uniti ai Dalmati: volevano fare in Italia, dice : „ pars eorum Itaiiam petere junctam sibi Nauporti et Tergestis confinio decrevit. ,., La regione di Trieste arrivava dunque sino al confine di Nauporto (l'odierno Ober Lai-bach), ed insigne lapida triestina narra che Augusto aveva attribuito alla colonia di Trieste i Carni ed; i Catali. — (Continua) Abbiamo ricevuto in dono, ed assai gradito, l'opuscolo del D.r Koller ,, Sulla necessità d'in-tradurre i libri tavolati nell'Istria e sulle più „ urgenti riforme da darsi all' attuale sistema dei „ libri notificìie. „ Per quanto possiamo giudicare, ci sembrò buon lavoro. Le difficoltà ivi accennate alla introduzione di regolari pubblici libri tavolari nella nostra provincia,. come non persuadono della impossibilità della effettuazione l'egregio autore, non debbono distogliere chi è preposto ai nostri interessi dall'affrontarle e studiare il modo di superarle onde sia dato anco a noj di giovarci del capitale rappresentato dalla facoltà stabile, e 1 il credito trovi altra base e più certa di quello che sia la fiducia di persona a persona. Quésta, se pur supplisce negli affari fra noi istriani, non può ragionevolmente sperarsi dagli estranei, presso i quali per tal modo tutta la ricchezza rappresentata dai nostri stabili non esiste. E tanta e così generalmente riconosciuta la importanza della questione, che faremmo torto a noi e ad altri col raccomandarla. Rettifica. Chi non conosce in provincia il presidente della no-sta società agraria, chiarissimo Sig. Francesco Sbisà? Un egregio nostro collaboratore, che si onora anche lui, di conoscerlo personalmente, lo battezzò per Antonio, nella relazione del congresso generale di Parenzo, stampata nell' ultimo numero. Tutti avranno avvertito l'errore. U? >u GIUSEPPE TONDELLI. NICOLO' de MADONIZZA Redattore.