ANNO V. Capodistria, i giugno 1871. N. il LÀ PROVINCIA GIORNALE DEGLI INTERESSI CITILI, ECONOMICI. AMMIIf ISTR iTIY J , v.: .1 caoT r fioa DELL' ISTRIA, ED 0rgak0 ufficiale per gli atti della società agraria istriana-. fc«fte il 1 ed i! 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno f.ni 3;. semestre e quadri-wstre in proporiione. — Gli abbonamenti si ricevano presso la Redazione. ATTI UFFICIALI DELLA SOCIETÀ AGRARIA. AVVISO DI BACHICULTURA. Per togliere erronee interpretazioni dell'avviso di concorso a premi di bachicultura, pubblicato nel~ l'anteriore numero della Provincia, questa presidenza fa nrto clic la intiera partita di semente cellulare presentata al concorso, dovrà essere trovata immune da corpuscoli, perchè possa aspirare al predio, e che quindi la selezione dovrà aver luogo per cura dello stesso allevatore al momento della deposizione delle uova. llovigno, 25 maggio 1871 La presidenza. ESPOSIZIONE REGIONALE AURICOLA, INDUSTRIALE E DI BELLE Alili clic si terrà in Vicenza il 20 agosto 1871. A V V I S 0 In seguito a comunicazioni pervenute a questa Commissione esecutiva dal R. Ministero di agricoltura, industria e commercio, si nv\erte, che sono ammessi alla Esposizione regionale anche i | ridotti della Monarchia Austro - Ungarica ( Trentino., Gorizia,. Istria, Dalmazia ecc. ) li R. Ministero delle Finanze, perchè i- prodotti della Monarchia Austro - Ungarica godano di quelle stesse facilitazioni doganali stabilite nelle altre Esposizioni di Verona c di Padova, ha disposto quanto segue : Dal 20 agosto al 20 settembre di quest'anno a-vrà luogo in Vicenza una Esposizione agricola industriale e di bi lie arti alla quale verranno ammessi i prodotti della Monarchia Austro - Ungarica. Per l'utile (he tale Esposizione sarà per recare alla industria nazionale, questo Ministero ha disposto Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gr*« tintamente; gli altri, e nell'ottava pagina soltanto, a soldi 5 per linea. — Lettere e denaro [ranco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. di concerto con l'altro di agricoltura, industria e commercio, di agevolare per quanto sia possibile la importazione temporaria dei prodotti che dall'Austria potessero venire spediti alla esposizione. In tale circostanza sono autorizzate le dogane di confine a permettere la importazione temporaria dei prodotti che fossero destinati alla Esposizione senza d'uopo di preventiva autorizzazione, e quando ancora si trattasse di merci al dazialo delle quali non fossero facoltizzate. Nelle bollette che si rilasceranno dovrà specificarsi lo scopo delle temporarie importazioni. Va da sè, che se si trattasse di merci esenti tanto alla entrata quanto alla uscita, non occorrono l<» formalità dalla legge stabilite per la importazione temporaria, ma basterà il rilascio della semplice bolletta d'importazione escute. Per gli oggetti, clic gli espositori sottoporranno alla visita doganale presso gli Ufficj di confine, si c-sigerà la cauzione pel solo importare del dazio a tenore del Trattalo llalo-Auslriaco, e la bolletta verrà rilasciata per quel tempo che si riconoscerà necessario, tenuto conto del tempo che dura la Esposizione e quello necesario al reimballaggio e rispedizione all'estero delle merci. L' operazione doganale dovendo avere principio e termine nell'Ufficio per cui è introdotta non è d'uopo che la spedizione sia vincolata alla dogana di Vicenza. Se al contrario gli espositori volendo esonerarsi dalla visita al confine preferissero di fare la spedizione sotto doppio piombo e doppio involto, od a vagone chiuso, la dogana di confine dovrà regolarsi come per le spedizioni in esecuzione di visita, dirigendo la merce alla dogana di Vicenza, la quale all'arrivo emetterà il certificato di scarico alle bollette a cauzione, procedendo poscia alle formalità prescritte per la temporaria importazione. I colli pervenuti in esenzione di visita potranno essere direttamente depositali nel locale della Esposizione, ed ivi còli"assistenza degli impiegati della dogana di Vicenza aperti c visitati, laonde la dogana di confine dovrà tenere ciò presente per non assegnare un tempo troppo breve per riportare il certificato di scarico. Inoltre perle suddette merci pervenute in esenzione di visita, viene concesso che ii reiinballagio segua nel locale della Esposizione, previo però avviso alla dogana, perche possa procedere alle operazioni che sono di sua competenza per la regolare reispedi-zione all'estero. La Commissione esecutiva, mentre è lieta di a-prire i suoi locali ai produttori delle provincie suddette, spera che il concorso sarà degno di paesi, the acquistarono fama industriale nelle passate Esposizioni. Vicenza, li G maggio 1871. La Presidenza. APPUNTI CRITICI RELATIVI AL PROGETTO PI LEGGE S'.LL' ARROTONDAMENTO CAMPESTRE E LE STRADE RUSTICHE CONSORTALi. Questo schema di legge pubblicato i' anno decorso dal Ministero in forma di progetto di referente oltre sembrarci meritevole di .speciale disamina dal lato giuridico è della massima importanza economica ed agraria. Nel campo ancora vergine del diritto agrario molte sono le questioni che tra di noi attendono impazienti I' opera regolatrice della legislazione. Fra tutte però occupa senza dubbio un posto eminente 1' arrotendaftiento dei fondi campestri, che con parols forse più acconcia, ma non italiana dicono anche comma ssasione, avvegnaché debba importare alla legislazione di trovar modo che la opposizione di pochi ricalcitranti non attraversi la «trada al libero procedere aiuua idea in tic C—t)e-«efica come è quella dell' arrotondamento. L'Inghilterra, il Belgio, la massima parte dei paesi tedeschi e fra tutti la Prussia e negli ultimi tempi anche l'Ungheria hanno dimostrato ad evidenza quale fonte di ricchezza nazionale possa essere un' agricoltura, cui sieno congiunti i beneficii dell' arrotondamento. E ben vero che in sulle prime si opposero dappertutto alle avanzate dottrine di una legge di arrotondamento fa ignoranza, fa ostinatezza, 1' attaccamento alle cose vecchie, e la burbanza di qualche sedicente pratico agricolture; ma vinta questa prima opposizione da una legge saggia e rigorosamente eseguita, gli oppositori stessi benedissero al beneficio che era stato loro imposto. Difl'atti ove si considerano 1' aumentarsi del terreno di coltura c delle ore di lavoro : gli ostacoli tolti all'applicazione, delle nuove maniere di coltivazione: aperta la via agli asciugamenti ed alle irrigazioni, che senza dubbio voglionsi annoverare tra le imprese che più delle altre promettono una maggiore fertilità dei suolo : diminuite e ristrette Je molteplici servitù: il valore dei fondi ed ii credito reale accresciuti : e quello che più vale resa meno dolorosa quella insanabile piaga del furto e del dauno campestre : si vedrà come un esteso e radicale arrotondamento sia per la pubblica economia opera di sommo interesse. Per noi essa avrebbe ben maggior valore se potesse, come ne sembra, precedere ed accompa- gnare l'opera di riforma dei nostri pubi,liei libri,, cui con pensato intendimento la nostra rappresentanza provinciale si accinse. Che se per avventura accogliessero tra di noi quel sistema di libri censuari, a cui già la Congregazione lombardo-veneta avea rivolto i suoi stilili, noi riteniamo che le due leggi si dovrebbero appoggiare a vicenda e 1' una dovrebbe trovar riscontro nell' altra. E nel compilare I'una si dovrebbe badare di non dimenticar 1' altra, per non cadere in quelle contraddizioni o lacune che spesse volte nelle leggi deploriamo. Che se il soverchio sminuzzamento delle terre e la piena libertà commerciale del possesso fondiario sono due scogli, a cui rompono troppo di sovente i vari sistemi di libri pubblici, mentre d' altra parte questa accennata libertà è divenuta un postulalo di pubblica economia, soltanto una legge di agglomeramene potrebbe alla sua volta appianala via alla introduzione dei libri censuari. Ma di questa opera concorde non troviamo traccia alcuna nel progetto di legge, di cui abbiamo preso a discorrere, per cui esso ci sembra da questo Iato censurabile assai, giacche non provvede nemmeno alla chiarezza ed alla evidenza degli esistenti libri tavolari. La nuova legge dovrebbe per-tant o prescrivere la instituzione di nuovi fogli fondiari i quali dovessero seguire i risultali della com-massazione. Dopo quanto abbiamo detto non accade certo di spendere altre parole per dimostrare la importanza e la necessità di una buona e completa legge di commassazione con obbligo di arrotondamento e con determinate guarentigie giuridiche. &anrfttTrr-pT-ttt il I "i c-trt ixunoun'cu clic^politieo qualora I o Stato stesso volesse intervenire e costringere i cittadini a quest' opera, mentre appartiene alla natura dello Stato libero e giuridico che massima ed indipendente debba essere l'opera del cittadino e nullo invece quando non è specialmente reclamato l'intervento dello Sfato. Senonchè il progetto di cui parliamo lascia all' attività privata tutta la libertà di azione e tende soltanto ad impedire che una minoranza restìa ed ignorante non tolga al numero maggiore di poter attuare quei profìcui miglioramenti che sono voluti dalla intelligenza e dall'acceleralo progredire della agricoltura. Diffatti se non è necessario che lo Sta'o si ingerisca immediatamente iti questo argomento, non si potrebbe per altro, come autorevolmente ne insegna il Molli, far senza dell' opera sua almeno per ottenere il diritto di esercizio anche a malgrado della volontà di qualche possidente caparbio. La giustizia della ingerenza governativa in questo ramo di economia è fondata appunto, come osserva lo Sclìupfer, sulla reciprocità che passa fra l'individuo e tutto il corpo sociale. Dopo di avere giustificato economicamente e politicamente questo progetto di legge sorge però la questione so una legge la quale in argomento di possesso e di diritti allo stesso attinenti impone alla minoranza il volere dei più possa reggere in-nauzi ad una fredda critica legale. I vecchi giuristi si teueano in proposito cea tenacità ai principii delle leggi romane e davano ad un solo il diritto di opporsi alla volontà dei più (in re pari potior causa prohibentis). Venne forse di qui che l'Italia non ebbe mai leggi di arrotondamento e che non vi si pensa ancora, quantunque essa sia risorta a nuova vita e-conomiea ed agraria. Vi fu bensì per qualche tempo una legge messa in vita dulia mala signoria del duca di Modena per restringere il piccolo possidente a far largo al duca ed ai suoi' partigiani. I tribunali giudicavano per di più sempre a seconda degli ordini del padróne e rendevano cosi illusoria e frustanca sin quella poca apparenza di legalità di cui pure sembrava rivestita la legge. !)' altra parte non è legge di commassazionc quella che si propone di costringere il piccolo possidente a vendere al vicino signore l'unico suo campiceli. SlIF.'jtta legge sarebbe invece una sventura economica ciré oltre a portar seco la maledizione della illegalità finirebbe col rovinare la società, avve-gnacchè la formazione di latifondi con assorbimento. ■Ielle piccole proprietà dia vita ad un pericoloso pr, letariato, cui la legislazione deve con ogni mezzo combattere. I fortunosi rivolgimenti agrari dei Gracchi e le condizioni sociali di quei tempi dovrebbero essere, per tacere di altro, eloquente ammonizione. II nostro progetto non è però informato a siffatta dottrina e ne abbiamo qui discorso soltanto perchè parlando delle cose d' Italia ne venne il destro di farlo e perchè qualcuno anteponendo l'interesse proprio al bene della società non attendesse una legge foggiata su quella del duca o non appuntasse per avventura questo disegno di legge per essere tempralo appunto a principi ed alle esigenze della pubblica economia. Una legge di commassazione deve appoggiarsi unicamente sullo scambio vicendevole di fondi, sicché a nessuno ne sia tolta parte alcuna, ma il piccolo possidente egualmente che il grande possessore abbiano a ricevere dopo l'arrotondamento quanto possedevano prima, spostato bensì di sito, ma accresciuto di valore. (Continua) 1/ INDIFFERENTISMO Di tutte le piaghe, che possono visitare un popolo, il quale tende conseguire migliori destini, quella della fredezza e dell' apatìa verso ciò, che v'ha di più importante per la coltura e la civiltà del paese, e verso r mezzi per conseguirla è certamente la più grave e Ja più pericolosa. Fin che c' è lotta c' è vita, e fin che e' è vita, dice un vecchio proverbio, c'è speranza. Ma quando il corpo -diventa insensibile a ogni stimolo, quando li eccitamenti più calorosi rimangono senza effetto, quando la quiete si distonde muta e uniforme dove a-»vrebbe dovuto, fremere l'jdito della operosità, allora la corruzione minaccia, la speranza si assottiglia» .e la vita non pendo più che da un filo. Cotesti fenomeni, che tuttodì vediamo ripe- tersi nella vita animale, avvengono in proporzioni maggiori, ma colle stesse leggi nella vita civile. Pei popoli, come per l'individuo l'indifferenza, l'atonìa, il disgusto delle cose più care sono i precursori del dissolvimento morale, che li minaccia ; sono un veleno sottile, che s'infiltra lentamente nel sangue e induce dapprima un sopore piacevole, che ben presto si cangia nella immobilità della morte. Peggiori e più rapidi sono li effetti dell' indifferentismo, quando esso si appiccica a un popolo il quale per le sue peculiari condizioni avrebbe anzi più che mai, bisogno di movimento c di progresso. Ogni ritardo allora, ogni sosta, ogni lievissimo indugio è una perdita, e ogni perdita aggrava la sua situazione, e persuade più facilmente nuovi indugi, nuove soste, nuovi ritardi, i quali in questa alterna vicenda di cause e d' effetti finiscono col rendere impossibile ogni progresso, col rovinare la causa della civiltà. Tutte queste considerazioni, che noi non abbiamo voluto ricordare qui a caso ai nostri lettori, si attagliano, pur troppo, al paese nostro, e non è la prima volta che dobbiamo constatarlo. Qui la lotta della civiltà dovrebbe fervere vivamente operosa più che altrove, perchè il progresso fu finora più che altrove lento e incompleto; qui a un passato glorioso, di cui siam fin troppo orgogliosi, dovrebbe rispondere un presente meno umile, meno infelice; qui l'esempio vicino di quel grande e splendido emporio, eh' è Trieste, dovrèbbe inspirare nobili sensi di emulazione ; qui le vie del mare, che s'aprono promettitrici allo sguardo dovrebbero indurre un desiderio fermo e illuminato di profittarne; qui l'aura di una nuova vita, che dalle prealpi della Carnia e delle venete lagune e da più in là giunge pure tino a noi, dovrebbe eccitare li animi e destare generosi propositi e persuadere che la storia, e le tradizioni e la lingua e mille altri argomenti non bastano a guarentire dalli assalti improvvisi o dalle studiate insidie il più prezioso tesoro di un popolo, se esso pari ai desiderj non ha il volere, se con uno sforzo perseverante di volontà non sa mettersi a livello di quelli elio intende mutare, se col progresso civile non mostra eh' è infatto e non soltanto a parole degno successore de'suoi antenati, depositario sicuro e ledele di una civiltà nazionale sua propria, atto a resistere alle velleità invasive ìli vicini o strapotenti per posizioni uffiziali, o giovanilmente baldanzosi. Qui insomma la vita civile, sparsa e diffusa nelle nostre piccole, ma blasonate, città, dovrebbe agitarsi costantemente, intensamente operosa, perchè c'è tutto a fare o a rifare, perchè la previsione della lotta eccita li animi generosi, perchè infine lo scopo di essa è il più belìo, che pensiero umano possa escogitare. Ma qui pur troppo la realtà delle cose non risponde all' ideale, che ce ne avevamo fatto noi, non risponde nemmeno, e a gran pezza ai bisogni veri, evidenti, innegabili della situazione, e anche- di ciò abbiamo dovuto movere altre volte lamento. Ooteste nostro cittaduzze, che dovrebbero essere altrettanti centri luminosi, da cui la civiltà si dirama per le circostanti campagne, sono in gran parte ridotte a chiostri silenziosi, nei quali serpe tacita e uniforme una vita di chiocciola, che non osa spinger le corna fuori del guscio nativo, e non sente, non indovina nemmeno, la corrente poderosa di nuova civiltà, che tutto invade e trascina «opra una via rapidissima, della quale nessuno ha potuto ancora scorgere il fondo. Tutto è piccolo, tutto è meschino tra noi, passioni e cervelli, forze e desiderj, anime e azioni; e se taluno mosso dall' esempio, di ben più maturo progresso, che vigoreggia nelle provincie contermini, o allarmato dai pericoli, che si disegnano sempre piò prossimi alle nostre spalle, alza animoso la voce e mostra una più nobile e più grandiosa meta, e fa appello alle forze fraterne per conseguirla, i più tiran diritto, senza aver pur compreso lo sue parole, altri, travagliati da invidiuzze e gelosie non più grandi di loro, s'affaticano ad attraversargli la via, e solo pochi, troppo pochi lo ascoltano, lo comprendono e lo ajutano. Pur troppo è cosi; pur troppo è inutile il dissimulare, e meglio vale dire tutta intiera e senza Ambagi la verità. Da cinque anni noi stiamo sulla breccia, da cinque anni spiamo avidamente un segno di vitalità, un indizio di fede, di operosità, che sorga quasi favilla dantesca, iniziatrice di grandi cose tra noi ; ma 1' aspettazione è stata presso che vana finora. Noi non diremo che in cotesti cinque anni nulla siasi fatto di bene ; anzi è certo che il paese potè qua e là migliorare; ma ben crediamo poter affermare che il progresso fu incomparabilmente minore del bisogno, mentre intanto tutt' intorno a noi ciascuno potè vedere i miracoli dell' incivilimento mutar faccia alle terre e ai popoli e fondare la vera prosperità, quella, clic si basa sul lavoro accoppiato allo studio.... Potremmo proseguire in questa diagnosi dolorosa; ma a che? habent aures et non sentiunt, habent oculos et non vident, si può dire di molti; alli altri è inutile soggiungere di più: ci hanno già intesi. Quanto a noi, non intendiamo disertare il posto d'onore, che abbiamo prescelto : cresca pure e si allarghi l'apatìa di tutti per tutto, si raddoppino le piccole ire, le piccole gelosie, i piccoli litigi, di cui noi medesimi siamo talvolta vittime: noi non ismetteremmo che all'ultimo. E anche allora avremmo il conforto di dire, che dalla rovina generale, se accadrà, la colpa sarà di tutti, fuorché di noi. associazione marittima istriana. Ci giunse la seguente lettera risguardante questa nostra Associazione la quale di buon grado pubblichiamo, desiderando che molti istriani compenetrati dalle giunte riflessioni in essa contenute, vogliano seguire Vesempio del buon, jxi'riotta che ce l'inviava, e così vedrebbero in breve tempo ingrandita una istituzione, da cui la crescente nostra gioventù attenda il suo avvenire. Onorevole Redazione! Dall' Istria nel maggio 187L La raccomandazione fatta ultimamente da codesto periodico per un numeroso concorso degli istriani all'aco.uisto di azioni che hanno per iscopo l'ampliamento dell'Associazione Marittima che dalia nostra cara patria s'intitola, non cadde, in quanto a me, sopra terreno infecondo ; e per attestare coi fatti quelì' interessamento che altrimenti dimostrato si risolve assai spesso in una mera ironia, io mi sottoscrissi anche questa volta per poche azioni invero; numero ben rilevante però con riflesso alla mia modesta fortuna; e se il mio esempio verrà, come non dubito, seguito da molti altri, è appena da dubitarsi che le 3000 azioni di seconda emissione non trovino nell' Istria l'intero loro collocamento. — E così dovrebb' essere, se pure non vogliamo che la giovane Società non abbia dall' Istria che il solo titolo; e se vogliamo evitate il tardo rimpianto ch<^ altri impossessandosi della già bene avviata istituzione, vi facciano e, con diritto, prevalere interessi che non sieno i nostri. Amor di patria! belle e sante parole, ma che si riducono il più delle volte ad una vuota frase se dai fatti non vengono illustrate. Procurare un ottimo impiego dei propri capitali (come ce lo dimostrò il primo bilancio dell'associazione) e nello stesso tempo contribuire al bene di questa nostra troppo trascurata provincia, mi pare cne la sia cosa da doversi accogliere come la ben venuta. E se nò, che sarebbe di questo patrio amore quando richiedendo da noi un qualunque sacrificio non vorremmo offrirglielo? I commenti a chi ha ouere e senno. Se crede che la pubblicazione di questa mia nel pregiato di Lei Giornale possa valere a scuotere quei molti del nostro paese che pur, potendo, non fanno, gliene dò piena facoltà. Mi creda di codesta onorevole Redazione A. i\ SUI MODI D' ESTRAZIONE 1»' acque SOTTERRANEE, La pratica dell' estrazione d' acque sotterranee risale, secondo il Bruschetti, sino alla seconda metà del secolo XII iniziata da prima nel Milanese e poi estesa agli attigui territorj. Per ottenere un maggior prodotto dei fontanili principali, che tramandano 1' acqua nella testa del fontanile, in un tino di legno senza fondo, detto volgarmente occhio., il quale elevandosi al disopra del fontanile vieta che li zampilli da esso circuiti -sieno otturati da terra. Nella nostra provincia peraltro questa pratica, benché antica, va lenta a generalizzarsi e se osserviamo al risultato si può dire che in alcune località non si consegue uno scopo troppo soddisfacente; non potendo i tini, attesa la loro breve lunghezza, raggiungere gli strati acquei. Ora peraltro all' uso delle tinozze si va sostituend» quello dei tubi di ferro, sistema esperito con felice e-sito in Piemonte fino dal 1861 e pel quale l'aw, Ca- landra, ottenne la privativa nel 1863: l'uso di simili tubi va diffondendosi in iepecial modo sul Milanese e Oremasco ed un lavoro eseguito in quest' ultima provincia a Castel Gabiano fu premiato nel 1869 con medaglia d'argento all'esposizione industriale agricola di Crema. Essendo inc ontestabili i vantaggi che presenta 1' accennato sistema in confronto di quello in uso delle tinozze mi limiterò a riassumerne solamente i principali: 1. Le tinozze più lunghe essendo raramente di metri 4 non ponno raggiungere gli strati acquei ; gìò che invece facilmente si consegue coli' infissione dei tubi fino a profondità di metri 12 ed anche più. 2. Se nel disporre a posto una tinozza si trova una località poco adatta, il toglierla e trasportarla altrove esige tempo e spesa assai maggiore di quella per traslocare un tubo. 3. Nel tubo 1' acqua si solleva con una velocità molto forte, per cui trasporta seco ciottoli e sabbia, le quali, come succede nelle tinozze per la poca velocità delle loro acque, ricadendo no otturano i meati pei quali sgorga 1' acqua, diminuendosi così la portata della sorgente. ~ 4. Le tinozze addimartdano di essere di continuo «purgate, mentre invece i tubi non ne hanno mai bisogno, anzi la loro portata aumentando mano mano va allargandosi la cavità formatasi sotto al tubo. 5. I tubi in ferro battuto dello spessore di mezzo centimetro durano assai più delle tinozze, auche se fatte con legno di rovere. 6. Se fra lo strato d' acqua ed il letto del fontanile trovisi uno strato di terreno permeabile, ma asciutto, l'acqua pervenuta nella tinozza alla altezza di quest' ultimo strato, in gran parte si dhperde passando attraverso le fessure delle daghe, mentre col tubo sgorga intera riparata della parete ferrea. 7. L' acqua infine, a pari condizioni, nei tubi si e-leva sempre ad una altezza maggiore in confronto delle tinozze. I tubi hanno le loro estremità foggiate a vite, onde poterli riunire e vengono infissi nel terreno o col mezzo di un palo di ferro a punta acciaiata che si fa passare attraverso il tubo stesso e che si allunga pure a vite, od anche collo stringere attorno al tubo un cuscinetto di ghisa sul quale va a percuotere il maglio. L'indicato sistema opportunissimo per accrescere le acque dei fontanili sarebbe desiderabile si diffondesse anco nella provincia di Brescia a beneficio dell' agricoltura poiché in tal modo si potrebbe migliorare la condizione di molte roggie che ora per una trascurata manutenzione e per una economia malintesa convogliano una debolissima quantità d' acqua in paragone di quella che potrebbero avere, ove si prendessero provvedimenti di qualche rilievo intorno ai fontanili da cui hanno origine. Che se poi si ammetta l'ipotesi, che la causa dell' e-saurimento di alcune sorgenti e la minor copia d'acqua dalle stesse da qualche tempo tributata sia dovuta ad un generale abbassamento del sotterraneo strat» d'acqua, a più fo. e ragioni si dovrebbero adottare quei provvedimenti che valgono a conservare almeno 1' attuale volume dell' acqua defluente ia simili roggie inquantochè da esse trae vita ed alimento uno dei più interessanti, e primarii rami di ricchezza e benessere della civile società, l'agricoltura, la quale e a riputarsi nelle più infime condizioni, ove non possa avero a propria disposizione che l'acqua eventuale che la viene dal cielo. Ma altro rilevante vantaggio si può conseguire coli'uso dei tubi di ferro; di approntare dei pozzi d'acqua potabile in poche ore ed in località, dova quella dei pozzi ordinarii è corrotta e nociva. Possono quest: esse-e a zampillo continuo, dove è possibile avere uno scar co al livello delle sorgenti ordinarie oppure si mua cono di una pompa. Si fanno assai più profondi dei pozzi ordinari e I; d'una generale riorganizzazione dell' azienda comunale giusta le odierne esigenze, d'un vistoso prestito da incontrarsi, di fabbriche, che so io, un accordo di bello cose. Vi precedettero elaborati speciali, comitati ad hoc, sedute confidenziali ecc. A misura del tempo finora impiegato la cosa deve essere stata molto ben studiata, e vagliata sotto ogni punto di vista. Al 1 e 7 Maggio vi fu° seduta pubblica; mi si dice che dalla rappresentanza fossero accolte le proposte del Comitato ; ma dopo, silenzio generale, non s' è sentito più nulla. Se saranno rose, siamo ancora in Maggio, fiori- racco. Per ora rispettiamo lo stadio di gestazione ; aoqua ia bocca ; dalla quarantina non ci si scappa da. noi I .. ... . *** E per oggi dico basta — se pur i lettori della Provincia non l'han detto prima. 8i confortino però, che questa non vuol essere caparra di cronache mensili future, ma per ora semplice prova. La fischino, e buona notte. X. V A I I I E T JL US nuovo di.sintettantii. ( Lì Euclor ine ).. Quando l'atmosfera è infetta da miasmi e da putride esalazioni; quando alcun pestifero morbo s'introduce nel nostro paese, nelle nostre famiglie ad apportarvi, l'afianno, la desolazione: allora ognuno si appiglia a quelle cautele, che non altrimenti valgono, se non ad impedire un maggiore sviluppo del male. Imperocché rimedio ceno a combatterlo efficacemente ed a prevenire la comunicazione finora non erasi ancora «coperto: ed è perciò che noi abbiamo a deplorare il rapido diffondersi di certe epidemie, e che tanta gioventù viene o mietuta o tormentata per tutta la vita da sifilitico morbo. In addietro erasi fatto ricorso al cloruro dì calce, all'acqua di cloro, a quella detersiva di Javelle; ma l'efficacia loro non è sufficiente, ed il vantaggio che se ne ritrae va accompagnato ad inconvenienti tali da distogliere di usarli sul corpo umano. Eppure le più recenti scoperte di celebri uomini, le profonde osservazioni microscopiche e le ricerche di molte Commissioni sanitarie, segnatamente nel chole a del 1867, hanno confermato essere il cloro e gli acidi i soli e positivi agenti contro qualsiasi contagione ed epidemia (come vaiuo-lo, sifilide, cholera, angina cote .uosa, febbre scarlati-ua rosolìa, febbre nervosa, ecc.) e contro il guasto della dentatura. Però a ritrarre dalle dette sostanze il beneficio desiderato, e. e debbono associarsi insieme; giacché dalla loro unione applicate alla bocca, alle narici ed a qualunque altra parte <.el corpo, senza risentirne veruna perniciosa'conseguenza, ed essere anzi di gradevole applicazione per tutti. Ad un tanto bisogno ha provvisto un profondo scrutatore della natura. Un tale felice risultato si è ottenuto a forza di perseveranti studi dal filosofo ed illustre chimico, dott. Meitze i: e gli esperimenti fattisi, e le calde raccoma.idazioni dei medici tedeschi, e le attestazioni ufficiali rendono assai pregevole e d'incomparabile valore il composto di cloro ed acido, noto in Prussia col nome di Euclori e, con cui ungesi lo parti del corpo esposte al contagio^ uno può andar tranquillo di non librarne la malefica influenza; Ed infatti l'Ordine dei Gioan-niti di Malta ha usato nella guerra del 1870 -71 molte migliaia di litri dell'Euclorine per le truppe tedesche, e tra di esse non vi è stato neppure un caso di malattia contagiosa, nonostante l'infierire del vaiuolo tra i prigionieri francesi, in Allemagna. AVVISO: Con riferimento agli Avvisi inseriti nell' Osservatore Triestino di data 1." giugno e 29 agosto 1870, l'Associazione marittima Istriana riapre col giorno d'oggi le soscrizioni per l'emissione di altre 3000 azioni, di fior. 100, gli assuntori delle quali avranno diritto agli utili risultanti dal terzo Bilancio, che si chiuderà col 31 dicembro 1872. Il pagamento sarà da effettuarsi in tre rate, e precisamente la prima con Cor. 40 più fior. 1. per tasse e bollir al L° luglio p. v.; la seconda con fior. 30 *) al 1.° del sucessivo ottobre, e l'ultima pure con fior. 30 al 1." gennajo 1872. Trieste maggio 187L La Presidenza,. I fogli di soscrizione sono ostensibili : In Trieste nell' Uffizio dell' Associazione, Tèr-gesteo,. Scala. 1." II. piano: In Capodistria presso il sig. Nicolò de Màdonizza » Pirano » li sig. fratelli Bartole n- Parenzo » il sig. G. P. bar. de Polesini » Roviguo » » B. D. Campitelli n Albona n li sig. Tommaso Luciani" e Giov. Scampicchio n- Pola ir n Nicolò Rizzi e Giov. Fabro ") ÌVello scorso numero furon posti per mero sbaglio 40 tonni in,vece di 30. Ora è esatto. Per semplice inavvertènza fu ammessa nel1 precedente numero la seguente nota che la redazione aveva fatto alla lettera di un lettore italiano-sui nomi usati per le misure di capacità e di e-stensione nella tabella statistica publicata nel N. 9" di questo giornale. È necessario avvertire i lettori che si doveva usare per lè misure la nomenclatura adottata., perchè quella tabella, che deve formar parte del prospetto generale dei prodotti agricoli dell' Austria cisleitana fu ordinata dal Ministero d'agricoltura austriaco,. Nel 5-capoverso al concorso pel premio Gravisi fu lasciata passare pure inavvertentemente bt-cifra di bozzoli 2000 mentre vi andava posta quella di 200; giacché di soli 200 bozzoli incendeva parlare il fondatore del premio onde fossero, levati da più parti del: bosco ed inviati al micrografo.. Ne abbiamo notato in tempo lo sbaglio madorna-le, certi di far cosa utile a chi per avventura amasse concorrervi. • La Redazione. TIP. DI GIUSEPPE TONDELLI. " ' NICOLO' da MADON1ZZA Rcdiatwa-