Roberto GUARASCI Archivi e sistema informative nella Democrazia Cristiana, 1943-19931 GUARASCI, Roberto, Archives and Information System in Democrazia Cristiana, 1943-1993. Atlanti, Vol. 17, N. 12, Trieste 2007, pp. 239-245. Original in Italian, abstract in English, Italian and Slovenian Towards the end of the 1980's, the Christian Democrats — the party in government for more than forty years — set in motion the creation of a documentary management system which would embrace the entire Italian national territory. Its realisation - highly innovativefor the period - linked the party headquarters with all of its outlying branches. Realised by Olivetti and Informatica Friuli Vene- 1. Alcune parti del presente lavoro sono in cor-so di pubblicazione in: Roberto Guarasci, Archivi e memoria nella Democrazja Cristiana (19431993), in Una mente colorata. Studi sui saperi del libro, del documento (e di altro) in onore di Attilio Mauro Caproniper i suoi 65 anni, promossi, rac-colti e ordinati da Piero Innocenti, Roma, As-sociazione amici del libro e delle letterature, 2007. 2. Linda Giuva, LlArchivio del Pci, in Gli Archivi dei Partiti Politici, Roma, Ministero per i beni culturali, 1996. «Purtroppo pero debbo dire innanzitutto che la Democrazia Cristiana, as-sillata dalle alterne vicende di una permanente emergenza di governo (e da altre cose meno commendevoli), non ha dimostrato nel corso degli anni molta sensibilitä e attenzione per quella che, col passare del tempo, stava via via diventando la propria storia»: Carlo Dane, Gli Archivi della Dc, ivi, p. 117. Tra la strutturazione organizzativa della Dc e quella del Pci, almeno limitatamente al primo decennio post-bellico, esistono, comunque, sostanziali similitudini pur nella diversity dei modelli di riferimento. Si veda, a tal proposito, Franca Cervellati et alii, LlOrganizzazione partitica del PCI e della DC, Il Mulino, Bologna, 1968. 3. Sono stati consultati (o sono state acquisite informazioni) gli archivi dei comitati provinciali di Macerata (conservato presso l'Universi-tä omonima), Vicenza (conservato presso la Biblioteca civica Bertoliana) Segreteria regionale del Piemonte (Fondazione Donat Cattin) nonche quello della sede centrale conservato presso l'lstituto L. Sturzo. L'archivio del comi-tato provinciale di Cosenza si compone di 183 buste dal 1943 al 1993; e conservato presso l'Archivio del Dipartimento di Linguistica del- Da piu di un saggio emerge l'opinione che alcuni dei grandi partiti di massa abbiano avuto una non eccessiva cura nei confronti della preservazione della propria memoria, forse perche piu attenti al perseguimento delle proprie finalitä istituzionali che ad attivitä di ge-stione documentale che andassero al di lä della organizzazione del transeunte. E pero forse piu corretto affermare che questa attenzione e stata peculiare di alcuni momenti cronologicamente determinati, identificabili per la Democrazia cristiana ed il Partito comunista2 in-torno agli anni Sessanta nei quali, dopo lo slancio iniziale, si avverti piu forte il bisogno di una sistematizzazione organizzativa non di-sgiunta - specie per la Dc - dalle convinzioni efficientiste del gruppo dirigente dell'epoca. Negli anni compresi tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80 diventa poi maggiore l'attenzione verso il recu-pero della memoria senza pero, quasi mai, innovare o cambiare gli schemi preesistenti, ma bensi cercando di porre in essere misure e provvedimenti atti a raccogliere e preservare la documentazione, specie delle sedi periferiche. Pur con la diversitä di origini e di riferi-menti culturali ed ideologici e indubbio - pero - che i partiti di massa riuscirono a svolgere il ruolo che hanno avuto nella vita del Paese anche perche sorretti da una solida struttura amministrativa e da una efficiente gestione burocratica della documentazione, che permette-va l'ordinato svolgimento delle attivitä politiche ed organizzative. L'analisi di alcuni archivi di comitati provinciali - nello specifico -non solo sembra ulteriormente contraddire l'assunto precedente-mente enunciato, evidenziando una notevole quantitä di indicazioni e regolamentazioni sulla conservazione della documentazione che, solo in piccola parte sono attribuibili ad una particolare solerzia degli addetti alla sede, ma - nel caso di Cosenza3 - conserva - caso piu uni-co che raro - una copiosa documentazione sulla realizzazione del sistema informativo che - negli anni Ottanta - ipotizzo un sistema nazionale di connessione delle sedi finalizzato non solo alla gestione degli iscritti ma a un vero e proprio embrionale document management. E singolare che traccia di questa realizzazione non e stato possibile rintracciare ne nella documentazione della sede centrale ne negli archivi delle ditte realizzatrici4, Olivetti e Informatica Friuli Venezia Giulia. Parimenti, a fronte di una documentazione spesso minuziosa e dettagliata conservata in alcune sedi o desumibile dai verbali degli organi di governo, l'archivio della direzione nazionale - conservato presso l'Istituto Sturzo - e praticamente privo di indicazioni sulla gestione del materiale documentale se si escludono quelle contenute nelle circolari diramate alle sedi periferiche che testimoniano, co-munque, l'esistenza di una volonta precisa e di scelte consequenziali purtroppo - allo stato - non pienamente suffragate da dettagliate evi-denze documentarie. Tutto cio e in linea con quanto affermato a piu riprese dai responsabili del Centro di Documentazione della Demo-crazia Cristiana, Carlo Dane5, e dell'Archivio Storico, Gabrielle Fa-nello Marcucci, secondo i quali nel cosiddetto archivio storico - al-l'epoca della costituzione - confluirono le carte meno rilevanti dell'organizzazione tanto da poter affermare che "..la ricerca dei fondi prodotti dalla politica in periferia puo assumere anche lo scopo di empire dei vuoti lasciati dalle inadempienze in campo nazionale"6. Le Idee ricostruttive della Democra^ia cristiana, diffuse clandestina-mente in tutta Italia con la firma di Demofilo (pseudonimo di De Gasperi) sono del luglio 1943. L'atto costitutivo della Democrazia cristiana di Cosenza e di pochi mesi dopo, tra i primi d'ltalia: il 3 novembre 1943, data nella quale, nella sede provvisoria di via Rivo-cati n. 16, un gruppo di persone, in gran parte espressione della pic-cola e media borghesia, decidono la costituzione ufficiale del comita-to esecutivo provinciale e della sezione di Cosenza dopo aver sentito don Luigi Nicoletti e Gennaro Cassiani7 sui contatti avuti con la sede romana della nascente organizzazione politica. Il comitato provinciale di Cosenza gia da quei primi anni dimostra una sensibilita non comune verso la gestione dei documenti. Nella seduta della direzione del 5 marzo 1945 il segretario provinciale don Nicoletti aveva pro-nunciato un j'accuse accorato, lamentando la totale assenza di struttu-ra d'ufficio e ravvisando l'impellente necessita di uno «scritturale e di un protocollo». Tali proteste saranno reiterate a piu riprese tanto che, nel luglio 1949, verra poi finalmente assunto Federico Bilone con le richieste e sospirate mansioni di archivista8. Nello stesso verbale del 1945, per la prima volta, viene menzionata l'esistenza di un organico archivio delle pratiche e della corrispondenza, ordinato per uffici e, all'interno di questi, in ordine alfabetico per intestatario. In quei primi anni le indicazioni per la corretta gestione della documentazione, per il condizionamento degli atti e per il loro rapido reperi-mento si susseguono metodicamente e incessantemente. Di quegli stessi anni (1945) e anche la redazione del primo dei dodici titolari rinvenuti durante i lavori di riordinamento dell'archivio del Comitato Provinciale di Perugia9 a ulteriore conferma di una sensibilita diffusa verso il problema archivi e gestione dei documenti. Pochi anni dopo, nel 1948, in ^ ma possa «pero dare ordine e regola al nostro lavoro». Gia fin dalle prime pagine, nella sezione "strumenti organizzativi", centrale e la funzione riservata alla gestione documentale andando ad individuare come strumenti principali: "Lo schedario quadri e lo schedario delle sezioni" e la corretta tenuta di tutta la documentazione riguardante l'organizzazione periferica. Una complesso di strumenti di corredo e di prassi di conservazione che le sezioni sono in-vitate a produrre ed adottare con continuita - preferendo la formalizzazione scritta ai contatti verbali ed anzi definendo accurata- zia Giulia, together with applications for the management of membership rolls and candidate lists, it integrated software for text management, desktop publishing and the treatment of images as well as document management and e-mail. The documentation relative to its realisation and its integration with archives in paper form was donated to the University of Calabria in 2002. GUARASCI, Roberto, Archivi e sistema informativo nella Democrazia Cristiana, 1943-1993. Atlanti, Vol. 17, N. 1-2, Trieste 2007, pp. 239-245. Sulfinire degli anni '80 la Democrazia Cristiana - partito di governo da oltre un quarantennio - av-via la costruzione di un sistema di gestione docu- l'Universita della Calabria dal 2002 e, il 13 ottobre 2003 e stato dichiarato di notevole interesse storico. E un fondo sostanzialmente integro e con poche lacune nella sequenza cronologica degli atti anche in conseguenza del fatto che i partiti nati dalla conclusione dell'esperienza politica della Democrazia cristiana hanno con-tinuato a condividere - fino al momento della cessione dell'archivio - la stessa sede preceden-temente occupata e il complesso archivistico e stato custodito, congiuntamente, nei locali allo scopo destinati quando l'organizzazione politi-ca originante era attiva e vitale. Completano l'archivio una copiosa documentazione foto-grafica dei momenti salienti della vita del parti-to, una nastroteca sia dei discorsi pronunciati sia degli spot propagandistici ed una raccolta di cliche di stampa per la propaganda elettorale e le istruzioni agli elettori. Insieme al corpo princi-pale dell'archivio cartaceo sono stati individuati quattro fondi aggregati: Il Comitato cittadino di Cosenza (29 buste), il Movimento giovanile (1 busta), il Movimento femminile (10 buste) ed il Centro sportivo Libertas (25 buste). Vi e an-che una sola busta contenente documentazione del Comitato regionale relativa ad un brevissi-mo arco cronologico nel quale il segretario regionale, cosentino, utilizzava come sede di la-voro il comitato provinciale. E solo il caso di accennare che anche per il Comitato cittadino di Cosenza e stato recuperato un titolario d'ar-chivio adottato e regolarmente applicato. 4. Sull'argomento nulla e stato possibile reperi-re nell'archivio della sede nazionale, conservato presso l'Istituto L. Sturzo, ne negli inventari delle sedi provinciali editi alla data, ne in quelli della Fondazione Adriano Olivetti che custodi-sce l'archivio storico dell'azienda. In un nostro incontro con l'on. Prof. Alessandro Duce il 13 marzo 2002 sulla sorte toccata agli archivi della direzione nazionale della Democrazia cristiana, lo stesso ci ha detto che:«Una parte e stata di-strutta, probabilmente bruciata, all'avvio del-l'attivita di Mani Pulite per timore di una possi-bile utilizzazione giudiziaria. Le parti restanti sono state smembrate e cedute a vari soggetti: Fondazione De Gasperi, Istituto Sturzo, prof. Capua [sczl. Giovanni Di Capua, presidente del-l'Istituto per la Storia della Democrazia Repub-blicana]; alcune serie documentarie sono anco-ra conservate nella sede dell'Eur». Di Capua, specificamente interpellato, ha comunicato che tra le carte della Dc in suo possesso non vi e alcuna notizia relativa al sistema informativo o alla gestione dell'archivio. 5. L'archivio di Carlo Dane, unitamente alla bi-blioteca, e stato donato all'Istituto Sturzo ma, in esso, non e stato possibile riscontrare informa-zioni significative sull'argomento. 6. Gabriella Fanello, La Memoria df^lla Politica in Perifferia, in Gli A^ri^hi^vi ceei Partiti Politici, Roma, mentale esteso a tutto it terr^torio itali^no. La realizzazione - est^emame^te in^ovativaper il periodo - connetteva la sede centrale con tutte le realty periferiche delpartito. Realiz^ato da Olivetti e In-formatica Friuli Venezia Giulia, a fianco degli applicativiper l^ gestione degli isc^t^^ e delle liste dei candidati integrava software per l^ gestione de^ testi, il desk top publishing, il trattame^to delle immagini, la gestione dei documenti e la posta elet-tronica. La c^ocumentazione della realizzazione e (^ella sua integrazione con gli archivi cartacei e sta-ta donata all'Universita della Calabr^ nel 2002. Ministero per i beni culturali, 1996, p. 270. 7. Spezzano A. 19 settembre 1903-Roma 15 lu-glio 1978, deputato alla costituente, parlamentare dalla 1. alla 4. legislatura e senatore nella 5. e 6., sottosegretario ai Lavori pubblici nel ministero Bonomi (1944-45), al Lavoro e previ-denza sociale nel ministero Parri (1945), e nel ministero De Gasperi (1945), sottosegretario al ministero di Grazia e Giustizia nel 5. ministero De Gasperi (1948-1950), sottosegretario al Te-soro nel 7. ministero De Gasperi (1951- 1953) e nel ministero Pella (1953-1954), poi ministro delle Poste e telecomunicazioni nel 1. governo Fanfani (1954), e nel governo Scelba (19541955), ministro della Marina Mercantile nel 1. governo Segni (1955-1957) e - infine - nel 1. governo Zoli (1957-1958). 8. ADCCS, b. 9, fasc. 4/1, verbale del 22 luglio 1949. 9. Archivi Umbri della Democra^ia Cristiana, So-printendenza Archivistica per l'Umbria, Perugia, 2001, p. 48. 10. Guida alforganizzazione provinciale del partito, Roma 1948. "^La compilazione del volume e dovuta all'amico Bruno Dallabrida che, all'orga-nizzazione provinciale ha dato con passione un contributo di rara efficacia. Egli ha raccolto il ri-sultato di un accurato esame dei problemi orga-nizzativi fatto in un convegno tenuto nel luglio 1947 a Fai nel Trentino, al quale parteciparono gli amici Paolo Berlanda, Giuseppe Giacchetto, Giacomo Benetti, Giuseppe Marchesi e lo scri-vente [Stanislao Ceschi - vice segretario naziona- le], p. 11. 11. Guida alforganizzazione^ cit. p. 145-146. 12. Ibidem, p.135. 13. Ibidem, p. 77. 14. Ivi, p. 80. mente le varie tipologie documentali. L'esistenza di "protocollo, car-telle di lettere in arrivo e partenza ed elenco degli iscritti e quadri dirigenti" sono le cose che bisogna innanzitutto notare in occasione delle visite ispettive per controllare il regolare funzionamento delle strutture. «Ogni sezione deve avere un minimo di attrezzatura buro-cratica che garantisca un regolare andamento della vita sezionale. E cioe: 1. il registro o schedario degli iscritti, 2. il libro cassa, 3. il timbro della sezione, 4. il libro verbali, 5. la raccolta delle domande di iscri-zione, 6. Alcune cartelle dove conservare con un certo ordine la cor-rispondenza e gli eventuali documenti o note, 7. Un quaderno o libro protocollo»11. A riprova della rilevanza data alle funzioni di gestione della documentazione queste, piu che essere affidate al segretario amministrativo - i cui compiti sono essenzialmente contabili - si sug-gerisce di affidarle al "vice segretario o, come altrimenti si puo chia-mare il segretario tecnico"12 che oltre alle funzioni vicarie assomma anche compiti di gestione burocratica delle pratiche e di propaganda. Poi, forse presagendo l'eccessivo carico di lavoro, si afferma "non occorre certo dargli tutti i compiti citati in una sola volta. Bastera cominciare con uno solo in principio..". Non diverse sono le indica-zioni che vengono fornite quando si passa a definire la corretta pras-si organizzativa del comitato provinciale specificando che nessuna attivita potra essere svolta ".. se tutto questo materiale non verra tenuto in ordine in modo che possa essere registrato e archiviato con la massima rapidita ma anche con sufficiente precisione in modo da assicurare un pronto ritrovamento. I mezzi che permettono di sod-disfare a queste due esigenze - continua l'autore - sono: il libro protocollo e l'archivio"13. Nella Guida vi e anche una indicazione sulle metodologie - per quanto schematiche - di ordinamento: un numero di corda per le buste e una sequenza alfabetica per i fascicoli, con voce indice il cognome del mittente/destinatario o l'ubicazione geo-grafica della sede periferica individuata per comune. Di seguito viene anche riportato uno schema di titolario con la raccomandazione di esplicitare le eventuali modifiche e/o integrazioni in modo che pos-sano - attraverso lo scambio mediato dalla direzione nazionale - di-ventare patrimonio comune. Si consiglia, inoltre "di non fare proto-colli e archivi separati a meno che la mole del lavoro non lo imponga. Un protocollo unico, un archivio unico possono facilmente essere seguiti e tenuti in ordine e garantiscono dal disordine e dall'impreci-sione. Si consiglia di porre all'inizio del protocollo e sulla parete interna dell'armadio dove e custodito l'archivio un quadro riportante l'ordine con cui sono sistemate le pratiche. Sara inoltre conveniente avere un archivio riservato per le pratiche piu delicate di cui e re-sponsabile il segretario provinciale»14. Di particolare interesse e anche la sezione che riguarda l'attivi-ta elettorale. «Le elezioni vanno preparate in modo razionale ed or-ganico. L'azione politica e l'azione di propaganda costituiscono i mezzi indispensabili per ottenere il successo. Pero ad essa bisogna aggiungere, anzi bisogna far precedere una intensa, minuta e precisa attivita di carattere organizzativo». Minuzioso e il lavoro di analisi che si chiede di effettuare localmente sulle liste elettorali ripartendo-le in sottoelenchi di 100-200 nomi da affidare, ciascuno, ad un picco-lissimo gruppo di iscritti con il compito di individuare, per ogni elet-tore, il colore politico certo o l'eventuale indecisione in modo da poter indirizzare gli sforzi di persuasione verso questi ultimi. «Non si dica che e un lavoro inutile o farraginoso, perche l'esperienza ha di- mostrato che quando la buona volonta aiuta si puo fare. ... Se i nostri programmi e l'idea che ci anima sono l'alimento indistruttibile della nostra azione, se l'organizzazione interna del partito ci fornisce gli strumenti per portare a buon fine quest'azione, il lavoro di cui abbia-mo parlato e la carta topografica che ci indica gli aspetti e la configu-razione del terreno sul quale dobbiamo agire». Dettagliato e il piano operativo per la giornata elettorale ancora una volta basato su una efficiente gestione dei documenti e dell'archivio corrente: «1) i rap-presentanti di lista di ciascun seggio devono prendere nota dei nomi dei votanti, via via che questi si presentano a votare. A tale scopo essi saranno muniti di carta e matita. Per ciascun votante essi scriveran-no: cognome e nome, numero di iscrizione nella lista del seggio ... l'importante e che nessun nome degli elettori che vanno a votare sfugga. 2) alle ore 13 uno dei rappresentanti di lista uscira dai locali dov'e situato il seggio e consegnera a uno dei galoppini di servizio l'elenco dei votanti. 3) il galoppino portera i foglietti avuti in conse-gna all'ufficio elettorale. 4) subito, e approfittando del fatto che nelle liste elettorali in possesso dell'ufficio, i nomi sono scritti in ordine alfabetico, saranno contrassegnati sulle liste stesse i nomi dei votanti. 5) subito dopo su foglietti separati per ciascuno dei settori (contrada, quartiere, localita) assegnati precedentemente agli iscritti , si scrive-ranno i nomi di coloro che non sono ancora andati a votare e che, presumibilmente, voteranno per noi (essi risulteranno dalle annota-zioni a margine delle liste). 6) a mezzo dei galoppini i foglietti cosi preparati saranno portati ai singoli responsabili di contrada, quartiere, localita. 7) questi provvederanno allora a mettere in atto l'azione di persuasione gia predisposta^>. Anche dopo il risultato delle elezioni del 18 aprile 1948 la macchina organizzativa dei comitati provinciali continua a funzionare a pieno regime sorretta da una efficiente organizzazione burocratica, ampiamente testimoniata dalla meticolosita delle registrazioni archi-vistiche e dai resoconti dei verbali degli organi di gestione. Nel feb-braio del 1955 la giunta esecutiva di Cosenza ribadira - ad esempio -l'essenziale funzione dello «schedario del partito in provincia, ... dello schedario delle sezioni con tutte le notizie statistiche ed informative sulla situazione locale: politica-organizzativa-amministrativa^> nonche degli « elenchi di persone qualificate che si prestano alla visita alle sezioni^»15. Negli anni 1958-'59 vengono anche emanate dalla Segreteria amministrativa nazionale precise «norme per l'uso del materiale contabile in dotazione ai comitati provincial!^» nelle quali vengono esplicitamente definiti i criteri per l'ordinamento e la conserva-zione di tale tipologia di documenti. «i mandati verranno riportati sul giornale di cassa con la numerazione progressiva (riferimento) men-tre in Archivio la raccolta sara suddivisa mese per mese e articolo per articolo ... La raccolta dei modelli di autorizzazione di spesa costitui-ra il corredo necessario e completo del partitario dei creditori della gestione di competenza e deve essere anch'essa custodita con cura in archivio»16. Fino agli anni Sessanta il Titolario d'archivio consigliato nel 1948, con le modifiche ed integrazioni resesi via via necessarie dalle variazioni statutarie, sara correttamente adottato e trova riscon-tro nelle segnature archivistiche delle buste di molti degli archivi dei comitati provinciali che - come dicevamo - ci e stato possibile con-sultare. Alcune sedi si limiteranno ad aggiungere nuovi livelli divisionali al mutare delle competenze e degli statuti altre redigeranno qua-dri di classificazione completamente nuovi anche se pur sempre GUARASCI, Roberto, Elektronski arhivi in informacijski sistem v stranki Krščanskih Demokratov, 1943-1993. Atlanti, Zv. 17, Št. 1-2, Trst 2007, str. 239-245. Proti koncu osemdesetih let 20. stoletja so krščanski demokrati (stranka, kije v italijanski vladi že več kot štirideset let) začeli uporabljati novo nastajanje dokumentarnega sistema, ki bi lahko popolnoma spremenil in začrtal italijansko narodno območje. Realizacija tega programa, k^ je bil takrat novost, je povezoval vodstva stranke z vsemi njenimi nižjimi nivoji. 15. ADCCS, b. 9, fasc. 4/1, verbale del 23 feb-braio 1955. 16. Norme per l'uso del materiale contabile in dotazione ai comitati provinciali e regolamentazione delle disposizio-ni generali di cui alla circolare n° 83 del 10 gennaio 1958, Roma, (1958). Il 16 febbraio 1959 vennero inviate alle sedi periferiche anche delle Note espli-cative per la compilazione dei prospetti mensili. 17. Ordine di servizio 12 novembre 1979 a firma del Segretario provinciale amministrativo del comitato provinciale di Cosenza, Ettore Mazzei: «Tutta la posta in arrivo, compresa quella recapitata a mano, dovrä essere conse-gnata all'ufficio di segreteria. Dopo il visto del Segretario provinciale e del Segretario amministrativo, la stessa dovrä essere consegnata al sig. ... provvederä a protocollarla e indi a smi-starla ai settori interessati». ADCCS, b. 27, fasc. 23. " Per gli anni dal 1973 al 1986 (nel comitato provinciale di Perugia ndr.) non e stata adot-tata alcuna tabella di classificazione e la proto-collazione degli atti e stata effettuata unicamente con l'indicazione del numero pro-gressivo, sia per gli atti in arrivo che per quelli in partenza", in: Archivi umhri^.cit. p. 48. 18. Con anni di piombo si intende comune-mente, in Italia, quel periodo, coincidente grosso modo con gli anni settanta e l'inizio degli anni 80, nei quali fu particolarmente attivo il fenomeno del terrorismo. 19. ADCCS, b. 9, fasc. 4/1 verbale del 1 ottobre 1958. 20. ADCCS, b. 27, fasc. 23. 21. Circolare prot. 4599 - P del 14 ottobre 1981 indirizzata ai segretari provinciali e regionali. 22. Circolare prot. 4607 - P del 3 novembre 1981 indirizzata ai segretari provinciali e regionali. basati sull'originaria impostazione. Dagli anni Sessanta in avanti gli atti cominciano a non avere piu una organica collocazione archivisti-ca e si ritrovano genericamente suddivisi per ufficio e bipartiti per arrivo/partenza a testimonianza del decadere dell'idea di una classificazione finalizzata alla conservazione e del prevalere di un'idea di utilizzo contingente della documentazione, senza alcun disegno stra-tegico di prospettiva17. Poi arrivano gli "anni di piombo"18. Anche in quei particolari frangenti gli organi periferici del partito si sofferma-no sull'organizzazione burocratica degli uffici definendo e formaliz-zando - a piu riprese - i compiti del personale interno e le metodolo-gie di conservazione dei documenti19. Non mancano notazioni singolari e curiose. In un ordine di servizio del 23 aprile 1970 si legge: ^22. Nel 1977 era giä stato costi-tuito - dall'ufficio formazione - un servizio emeroteca e - con circolare 2958 - del 27 aprile dello stesso anno era stata anche comunicata la fruibilitä dell'Archivio di Documentazione Politica. L'archivio era - sostanzialmente - un centro di documentazione basato su schede tematiche articolate in circa 1300 voci indice che coprivano gli argo-menti di maggiore interesse per parlamentari, conferenzieri ed attivi-sti politici. Carlo Dane - che ne fu responsabile - ci da un'idea della metodologia di costruzione delle schede: "Un'altra difficoltä da noi incontrata e consistita nella schedatura dei documenti, che per anni abbiamo realizzato attraverso l'elaborazione dei cosiddetti abstract, piu o meno ampi. Effettivamente la scheda, se ben fatta molte volte fornisce da sola dati sufficienti da permettere di utilizzare l'informa-zione anche senza ricorrere al documento originale. Questo metodo pero richiedeva l'impiego di diverse persone sia nella fase preparato-ria delle schede sia in quella della loro quotidiana sistemazione manuale nello schedario generale, cosicche la mancanza di un numero adeguato di addetti a questi compiti ^ ci costrinse anche qui a rinun-ciare ..Si passo allora - dove possibile, naturalmente, distruggendo, almeno parzialmente le fonti, all'operazione del ritaglio. Anche que-sto sistema fu seguito per diversi anni, abbinato spesso alla fotoco-piatura, cosi da portare alla formazione di voluminosi dossier che raccoglievano, ordinati cronologicamente, sia i ritagli che le indica- zioni per il reperimento di altri documenti che non si potevano ne ritagliare ne fotocopiare"23. Sul finire degli anni Ottanta viene realizzato il sistema infor-mativo per il collegamento della sede centrale con tutte le realta pe-riferiche del partito. Esso, implementato da Olivetti e Informatica Friuli Venezia Giulia utilizzando un data base Oracle e unita di ela-borazione centrale CPS 2000, a fianco degli applicativi per la gestio-ne degli iscritti, dei quadri di partito, degli indirizzari e delle liste dei candidati integrava software per la gestione dei testi, il desk top publishing, il trattamento delle immagini, la gestione dei documenti, la messaggistica e tools per «controllare la situazione reale corrente, ri-levare tempestivamente fenomeni emergenti ed eventuali anomalie, misurare il grado di presenza del partito nella pubblica amministra-zione o a qualunque livello territoriale al fine di ottimizzare la pro-grammazione politica ed organizzativa"24. Il sistema informativo Dc si articolava in una doppia struttura elaborativa: Il sistema centrale con archivi e procedure per operare su tutto il complesso di dati. Il sistema periferico con archivi e procedure che operavano solo sul sottoinsieme di dati attribuiti di com-petenza alla periferia. Gli archivi centrali e periferici avevano una struttura ed organizzazione comune." ... Il sistema centrale e periferico operano separatamente senza connessione permanente e perio-dicamente vengono collegati per effettuare gli allineamenti della base informativst»25. Nell'estate del 1989 le attivita di installazione del sistema centrale sono - di fatto - concluse e viene avviata l'implementazione alle sedi provinciali. Il 7 giugno dello stesso anno Luigi Baruffi, dirigente nazionale del dipartimento Organizzazione ed elettorale, scrive ai funzionari delle strutture periferiche preannunciando un calendario di incontri con le aziende realizzatrici per illustrare «le potenzialita dei contenuti e le prestazioni che si possono avere»26. Dal 28 giugno al 12 luglio la nuova realizzazione viene presentata a Roma in una 23. Carlo Dane, Gli Archivi della Dc, in Gli Archivi dei Partiti Politici, Roma, Ministero per i beni culturali, 1996, p. 120. 24. Sistema informativo Dc, Progetto, raccolta di slide a stampa, (1986). Democrazia cristiana, Direzione nazionale, 25. Centro elaborazione dati, Sistema informativo, I contenuti applicativi-1989, ciclostilato ad uso degli operatori. Esiste anche una Guida Utente, a stampa, curata dal Centro Elaborazione dati, ver. n. 1 - 09/89. 26. Circolare 7254 del 7 giugno 1989. 27. Per una panoramica sull'informatizzazione negli anni '80 v.: Gianpio Bracchi, Llnformatica nella Pubblica Amministrazione locale, in Informatica edEntiLocali, n° 1 (gennaio-marzo 1985), p. 1721, nonche Giancarlo Scatassa, LlApplicazJone delle Tecnologie nella Pubblica Amministrazione, in Informatica e Archivi, Roma, Ministero BB.CC., 1986, p. 203-211. 28. Cosenza, 14 luglio 1932 - Roma, 21 settem-bre 2000, DC, deputato dalla III alla X legisla-tura, piu volte sottosegretario, ministro della Pubblica Istruzione (1970-72), Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (1988), ministro degli Interventi Straordinari per il Mezzogiorno (1989-90). 29. 9 luglio 1993 n. 280. «Un numero speciale quasi interamente dedicato ad un avvenimento storico in una fase del paese che registra sem-pre nuovi, impensabili mutamenti: la Dc - an-nuncia il suo segretario - si scioglie ed una co-stituente le darä un nuovo nome ed una nuova organizzazione. Dopo 50 anni di esistenza e 45 alla guida del paese la Balena Bianca ci lascia, travolta dai giudici, dai risultati delle elezioni, dalle sue tensioni interne» (Editoriale). specifica conferenza organizzata dalla Direzione Nazionale. Al 14 settembre 1989 risultano attivati 111 codici di accesso per le sedi periferiche ed e possibile stimare in circa 300, approssimati per difet-to, il numero dei Pc-terminali attivi nelle sedi. Il tesseramento dello stesso anno e la gestione dell'intera anagrafica del partito, compresi gli indirizzari «relativi a persone, enti e amministratori con cui il partito collabora o intrattiene rapporti^> vengono realizzati con il nuovo sistema per tutto il territorio nazionale. Se si confronta il dato com-plessivo con la situazione nazionale, per come emerge dalla pubblici-stica del periodo, con un tasso di informatizzazione massimo varia-bile che va dal 50% dei comuni al 70% delle pubbliche amministrazioni centrali, limitatamente alla sola gestione contabile, valore che scende fino al 6% quando si parla di applicazioni al con-trollo dei fenomeni e dei processi e all'1% della gestione dell'eletto-rale, si ha una immagine piu corretta e veritiera della rilevanza della realizzazione27. L'ultimo verbale che abbiamo consultato e quello della riunio-ne del 27 settembre 1993 del comitato provinciale di Cosenza nel quale si discute della proposta dei "pieni poteri" al segretario provinciale nell'imminenza delle elezioni amministrative. In un lungo inter-vento Riccardo Misasi28, fino a poco tempo prima ministro per gli Interventi straordinari nel Mezzogiorno, nel ribadire la necessita del rapporto organico con i tradizionali partiti democratici respingendo contrapposizioni e spinte particolaristiche che, prepotentemente, si affacciavano in alcuni interventi, avra a dire che «il rischio che temo ^ e a destra^> e rilancia, nell'imminenza della crisi, l'apertura piena al mondo cattolico ed alle radici che avevano fatto nascere, in un con-testo culturale e storico istituzionale totalmente diverso, il partito dei Democratici Cristiani. Ma ormai non c'era piu tempo, e il «Venerdi di Repubblica^> titola Buonanotl^e Dc: (^opo 50 anni l^a fine di un partito29.