CRONACA CAPODISTRIANA BIMENSILE. si pubblica ai 9 ed ai 25 Per le inserzioni d'interesse privato il prezzo è da pattuirsi. Non si restituiscono i manoscritti. Le lettere non affrancate vengono respinte, e le anonime distrutte. Il sig. Giorgio de Favento è l'amministratore I L'integrità di un giornate consiste nell' attenersi, con costania ed energia, al vero, all' equità, alla moderatala. ANNIVERSARIO — 28 Aprile 1863 — Muore a Milano Teobaldo Picconi — (V. Illustrazione) ArpMto melilo, la sempre nuovo (Cont. e fine V. il N. prec.) Se per consiglio del medico, v' inducete a dare i vostri bambini a balia, guardate bene che questa sia di specchiati costumi, che iu istato di perfetta tranquillità porga loro le poppe, e che abbia insomma tutte le qualità morali d'una buona madre. Siate molto caute nell* affidare le vostre creaturine a governanti e a bambinaje, molte delle quali le lasciano in abbandono per istrada, intente solo a fare all' amore, oppure presentano ai loro occhi innocenti spettacolo che non s'addice alla loro età. Quando i figli vostri hanuo compiti i sei anni mandateli alle pubbliche scuole prevenendoli del benefizio che porge la scuola, accordato loro in premio della docilità ed obbedienza Non abbiate fretta che i vostri figli mostrino per tempo d'essere saputelli, cercate invece di consolidare prima le basi dell'educazione morale. E voi, o padri, non dovete lasciare tutto questo peso alle vostre mogli, ma l'obbligo di vigilare e correggere per tempo la vostra prole incombe a voi pure. Quel che più importa si è il perfetto accordo che deve regnare fra voi riguardo ai mezzi da adottarsi per giungere alla meta. Voglio dire, che, ad esempio, quando la madre rimbrotta il figlio, il padre non deve porselo sulle ginocchia ed accarezzarlo e viceversa non deve fare la madre. Ed ora due parole al maestro. Quando i fanciulli sono affidati alle cure del maestro, questi deve riguardarli come suoi figli, quindi prima sua cura deve esser quella di farsi amare da loro. 11 maestro deve mostrar sommo rispetto per i sacerdoti e per le cose attinenti alla religione, essendoché il sentimento religioso si sviluppa nei fanciulli APPENDICE Avventure tei violatore Miiertis (discorso da lui tenuto in seno alla "Società Geografica,, il 22 dicembre p. p., e riportato dal "Bollettino,,). Non mi fu difficile pertanto di ottenere di nuovo la „Neva;' dal Governo di Sydney ; e questa volta, equipaggiata tutta la spedizione per mio conto, nel mese di maggio 1877 rimontavo ancora il fiume. Avevo meco un equipaggio di 9 persone, cioè un macchinista inglese, 3 uomini delle isole del Mare del Sud e 5 Cbinesi. Tutto andò bene fino ai primi di giugno. Degl'indigeni se n'erano veduti pochi alla bocca del fiume e ci erano venuti incontro come amici. Poi per più di 80 miglia il paese ci era sembrato disabitato; e perciò non fu poca la nostra sorpresa, quando nella notte del 1° giugno, fummo assaliti da un buonnumero di nativi, parte in canoe, parte dal banco del fiume presso il quale eravamo ancorati. Fu miracolo che io mi svegliassi in tempo, quando cioè uno dei nostri nemici stava già per salire nel nostro schifo, che era assicurato di fianco alla „Neva." Un colpo di fucile molto per tempo. L'istruzione primordiale da impartirsi ai figlioli vuol essere assai limitata; si soffermi invece il maestro a risvegliare in loro e dirigere i vari sentimenti dell'ordine, della pulitezza, dell'obbedienza ecc, i quali dovranno loro servire di guida sicura per l'incipiente istruzione, e nello stesso tempo saranno loro di norma per tutto il corso della vita. Non si può non ammettere che 1' avvenire dei nostri figliuoli stia riposto per la maggior parte nella prudente operosità dei maestri. Sono quindi da biasimarsi quei genitori che misconoscono l'importante missione dei maestri, che non li coadiuvano, che non tengono per loro serbata una parola di conforto, di gratitudine, la quale valga a infonder lcro nuova lena. Per quanto gli scolari sieno vivaci, ciarlieri ed auco insolenti e caparbi, non si stanchi mai la pazienza del maestro ; e se ama di non perdere la sua autorità e di non attirarsi gravi dispiaceri, non s'azzardi mai di percuoterli. Ha ben altri mezzi idonei. A questo proposito mi viene in mente come la buon' anima della mia maestra castigava i cattivi. Prima di tutto ella ammoniva il colpovole; poi uon lo perdeva d' occhio per molto tempo; se si mostrava recidivo lo cambiava subito di panca, lo isolava ; non gli permetteva di prender parte ad esercizi dilettevoli. Se il fallo era grave e che poteva produrre conseguenze tristi, si appellava tosto ai genitori, affinchè lo vigilassero molto bene, e gli togliessero, fino ad una prova d' emenda, ogni divertimento u sollazzo cogli altri. Non posso dire ora la vergogna che io provava quando m'era inflitto anche il più piccolo di questi castighi. Ma nou potevo fare a meno di amare la mia maestra, perchè m'accorgevo eh' ella mi castigava con rammarico; mentre era tutta contenta e giuliva quando ci potea lodare o però partì in tempo per mandare a vuoto i disegni degli assalitori. Quello fu il seguale di una vera battaglia. Le frecce piovevano, grandinavano, e l'eco della foresta ripetè la sorda voce de' miei fucili. La lotta durò circa 20 minuti. All'alba i nativi erano scomparsi. Noi non avevamo che un ferito. Salendo il fiume non si ebbero altri scontri; se ne incontrarono alcuni pochi qualche volta, ma si riuscì ad evitarli senza spargimento di sangue. Non fu così nel ritorno; chè i luoghi che ci erano sembrati disabitati trovammo gremiti di gente che posso ben chiamare feroce e selvaggia. Tutto quanto tentai per rendermeli amici tornò invano, si direbbe che essi non volevano che le nostre teste. Alle nostre parole, ai nostri segni di pace rispondevano con insulti e con frecce, e più volte ci obbligarono ad aprirci colle nostre armi la via che essi tentavano chiuderci. Il pericolo per noi era maggiore, perchè il nostro numero era di molto ridotto. Un chinese era morto ; uu altro, un giorno andato a terra, non tornò più, nè mai ci fu dato sapere che ne era avvenuto ; gli altri 3 erano disertati. In una parola noi premiare qualcheduna. Il maestro tostochè vede un difetto, sia pur lieve, è tenuto a correggerlo; è tostochè in uno scolaro un po' cattivello vede qualche miglioramento deve esternarne la sua compiacenza. L'indifferentismo del maestro porta le stesse deplorevoli conseguenze della sov-verchia indulgenza de' genitori ; solo che questa è guidata da un malinteso amore, quella da indolente trascuratezza. Vuole il maestro lenire le sue cure col dolce conforto delle benedizioni dei nostri figliuoli? Faccia con pazienza e con tranquillo zelo il suo dovere; si metta in relazione coi genitori, i quali se ignoranti faranno tesoro dei suoi savi avvertimenti, se persone istruite non potranno a meno di approvare il suo contegno. L'uso di certi maestri di tenersi troppo riserbati, mi pare ispiri piuttosto diffidente sugge-zione di quello che rispetto e stima. E infine l'esempio del maestro sia tale, che coli'imitarlo i fanciulli possano divenire un giorno cittadini utili a sè stessi ed alla patria. Zoe Bardo-Cuglnn SOCIETÀ ISTRIANA DI VAPORI COSTIERI Dall' Istria, Aprile (A). Era lungo tempo che nella nostra provincia si ragionava sulla covenienza di costituire una società di capitalisti istriani per la navigazione a vapore lungo la costa, formando fra Pola Trieste due linee giornalie re d'incontro destinate a toccare il principali porti intermedii. Ed ora finalmente sono finite le ciarle, e cominciano i fatti. Il penultimo di marzo convennero a Pola i soscrittori comprovinciali al congresso generale, ove fu discusso e approvato parte dello Statuto che era stato compilato da un comitato provvisorio; dico parte perchè, essendo stata accolta la buona proposta non eravamo che 5 a bordo, per far testa qualche volta a più che 200 indigeni. Però per la superiorità delle nostre armi potemmo tener testa ai nostri nemici, romper le file e giungere sino alla bocca del fiume. Nou dirò di quanto ebbi a soffrire durante questo viaggio. Fu una continua sequela di dolori fisici e morali. Per 6 mesi non vi fu un giorno in cui la mia vita non fosse in pericolo, per 6 mesi non fui mai certo del domani. Però un uomo si abitua anche a questo, e solo ora, riandando colla memoria quei giorni nefasti, mi meraviglio del come abbia portato ancora la pelle a casa. Durante quei lunghi 6 mesi non ebbi a conforto che la memoria del mio paese ; e quando era maggiore in me il bisogno di coraggio per sopportare tutto ciò che mi amareggiava, cercavo di ricordarmi che ero italiano. Giunto alla bocca del fiume si poteva credere che dovessero finire le avversità; ma non fu così. La fortuna contraria non cessava di osteggiarmi, anzi mi riservava le amarezze più crudeli. Primieramente due dei tre Polinesi che mi rimanevano, disertarono lasciandoci così di creare un Consiglio d'Amministrazione, si divenne alla nomina di uno speciale comitato incaricato della conseguente modificazione dello Statuto, il quale comitato riuscì composto dei seguenti signori: avv. Antonio Barsan; Domenico Bartoli ; avv. Ercole Boccalari ; Vincenzo Dreossi; dott. Felice Glezer; Andrea Rismondo, e Nicolo Rizzi. La scelta fu invero ottima, imperocché sono tutte persone che a grande amore di patria accoppiano senno e cognizioni pratiche; e sarebbe proprio desiderabile che alle stesse venissero affidate le sorti della nuova società. L'importanza per l'Istria di una tale associazione è somma: il giro del denaro non andrà più a finire in casse forestiere come avviene ora; e i vapori, essendo appositi, potranno avere orario e norme di tutto vantaggio tanto per il movimento dei passeggeri, quanto per il commercio nostro e di tutti quelli che con noi sono iu rapporti commerciali. Ma si rende necessaria una condizione onde di primo tratto vincere le due attuali concorrenze e quindi consolidare la società senza farle attraversare periodi pericolosi di lotta: la condizione, cioè, di fissare le azioni ad una somma non tanto alta. Per tale modo, rendendo capaci anche le piccole borse di partecipare all' operazione, viene naturalmente ad aumentare il numero degli interessati a dare la preferenza, e ad influire che venga data, ai vapori nostri, anche in caso di eguaglianza di patti. Innoltre col sistema accennato si toglie anche in apparenza, alla nuova società il carattere di mera speculazione tentata dai singoli capitalisti; carattere che potrebbe ingenerare, come non mancano esempi, contrarietà alienando la pubblica opinione dal favorire una istituzione, la quale in effetto tende solo ad avvantaggiare le condizioni economiche della provincia, senza alcuna mira individuale di lucro. _ (Circolare a stampa) Comitato Milanese di vaccinazione animale. Milano, via Vigentina, N. 2. Milano, 15 gennaio 1878. Il Comitato milanese di vaccinazione animale, autorizzato dal Regio Ministero dell' I interno fino dal 1869, attende alle rivaccina- : zioni delle reclute militari ed alle vaccinazioni i e rivaccinazioni pubbliche pel Municipio di1 Milano. Altro degli importanti lavori cui attende è la spedizione, in ogni provincia d'Italia ed all'estero, di elementi d'innesto (virus vaccino profilatico del vajuolo), in ogni giorno dell'anno, soli in tre a superare le difficoltà del viaggio fino a Somerset, lontano quasi ancora 150 miglia. Restammo tre a bordo, cioè un polinese, il macchinista, ed io, tutti e tre più o meno ammalati. Però non bisognava perdersi d'animo per questo; ed io facendo da capitano, da mozzo, da macchinista, da medico e magari da cuoco, secondo le circostanze, riuscii a portare la "Neva, al porto. Ma il peggio venne dopo. 11 primo dell' anno 1878 eravamo all'isola del Monte Ernesto nello stretto di Torres. Quivi seppi che i due Polinesi disertati erano giunti a Sormer-set, e che avevano deposte contro di me le accuse più strane, una fra le altre, che io avevo assassinati due dei Chinesi perduti. Il macchinista e Tom, il polinese rimastomi fedele, erano i soli testimoni che io potevo opporre ai due che mi accusavano. Si può immaginare quanto per me fosse necessaria la vita del macchinista ; si può immaginare. . . no, non è possibile immaginare ciò che provai, quando la mattina del primo dell'anno, tornando da caccia, Tom mi si fece incontro, dicendoni: Venite, venite a vedere M. Preston; M. Prestou è morto! avendo cura di usare per gp invii, a norma delle stagioni, le migliori cautele suggerite dalla pratica. La materia d'innesto è preparata mediante molteplici e non interrotti trapassi da giovenca a giovenca ed è ritemprata non di rado col cow pox spontaneo vajuolo della vacca. Il vaccino animale opportunamente preparato alla glicerina, si spedisce sempre e dovunque, col mezzo postale: se ne garantisce la freschezza e l'efficacia : può essere adoperato entro due mesi dalla spedizione. Se occorre si diluisce con acqua o con scialiva al momento di innestarlo nell' organismo. — L'insizione si fa più prontamente col mezzo di una breve incizione nella cute. — Ogui pezzo di vaccino basta per inoculare 6 persone; e costa Lire italiane 5,50 franco al domicilio del Committente. I pagamenti si fanno con vaglia postale o con assegni su case bancarie o commerciali in Milano. Le commissioni debbono essere dirette al Comitato Milanese di vaccinazione animale a Milano, Via Vigentina, N. 2. 1 Vaccinatori Comunali D.r Nolli — D.r Dell'Acqua — D.r Grauciui — D.r Rezzonico. CICALATA Ecco la causa di questo brutto effetto, cioè di questa cicalata : ho detto meco : se P Unione accetta uno scritto tremolante di ' quella ottima vecchietta della mia amica, che è Zoe, perchè mai avrebbe da rifiutarne uno di un'altra più barbogia ancora di lei ?.. Già alle donne in quel foglietto non si chiude 1' uscio in faccia ; ve ne trovai parecchie... vi scrisse anche quella sfortunata di Enrichetta... capisco che Enrichetta è una donnina appena sbocciata... ma d'altronde quelli dell' Unione sono austeri... per essi che le chiome sieno corvine o d'argento, non fa caso... insomma s'inforchino gli occhiali e si scriva... dopo tutto ho più di settanta battistrada che devono incutere rispetto e farmi largo: sono, lettore carissimo, uua signorina di settauta-cinque anni, suonati il primo di aprile... che brutta giornata!... e alcuni miei cousaguinei hanno sturato bottiglie, hanno brindato, i barbari! Sì, barbari ; perchè è una vera barbarie il fare allegria intorno ad una povera vecchia, nel giorno appunto che più di tutti gli altri le ricorda vicina la fossa *)... Ed io natural- *) Allegra signora Eleonora, non si lasci prendere dalla malinconia. Legga un po' nella quarta pagina quelle righe intestate Longevi, e procuri d'imitarli, chè glielo au- Ed io corsi, e disteso, immobile, insensibile vidi il povero macchinista giacere come un corpo morto. Presi sua mano tra le mie, era fredda come la mano d' un morto, ed un brivido mi corse per le vene. Vidi un abisso davanti a me, vidi l'infamia, il disonore. Avrei voluto morire anch' io in quel momento, ma vidi che anche colla morte non avrei sfuggito l'infamia. In quel momento, mi rincrebbe d'essere italiano. Se il modo di provare la mia innocenza mi fosse stato tolto, il mio nome sarebbe suonato vergogna per il mio paese ; anche morendo non avrei risparmiato la vergogna. Non per me, ma per il mio paese io dovevo vivere ; corsi colle dita a cercare il polso del giacente e trovai che batteva ancora; un raggio di speranza balenò nel mio cuore e corsi presso M. Jarcline, proprietario dell'isola e lo pregai di venire a vedere M. Prestou, colla speranza ch'egli potesse udire da lui almeno una parola in mio favore. La fortuna, che sembrava avesse voluto abbandonarmi per sempre, forse paga di quanto avevo sofferto, non mi abbandonò questa volta. Trovammo M. Preston tornato in sensi; egli mente dovetti sorridere e ringraziare, e con quanto tossico nel cuore ve lo potete ben immaginare ! Ma questa vecchietta ci mena a caccia di grilli, sento esclamare quel lettore che, forzato dalla curiosità a ^superare la noia, mi avrà seguito fino qui. È vero, sono ciance e punto graziose; dunque mutiamo verso: ed anzi per non angariare di più la vittima della curiosità, gli dico alla bella prima che oggi parlerò sulla lettura delle giovanetto: così egli potrà saltare queste righe a piè pari, e sgravarsi con una soffiata. E senz' altro entro in argomento, che è ora. A quale lettura si danno per lo più le giovanette? Pur troppo a quella dei romanzi. 10 non sono codina a segno da sconsigliare ad esse tutti i libri che portano in fronte la parola "romanzo,: so benissimo esservi dei romanzi eccellenti, dai quali si può imparare a conoscere 11 mondo, e a divenire buone spose e buone madri ; ma so d'altra parte che molti romanzi corrompono il cuore, esaltano la mente, inducendo le giovanette ad una pigrizia orpellata da estro letterario, e infondendo loro disdegno per le mansioni inerenti all'economia domestica. Di quali brutti risultati non sono io stata spettatrice durante la mia lunga vita! Infatuate le giovanette dal romanzo, sognano un biondo e ricciuto Alfredo, dal quale ricevere nel vortice delle danze il roseo biglietto muschiato; stanno lunghe ore alla finestra, simulando di leggere, ma invece coli' occhio intento a colpire l'Adone; precipuo loro pensiero diviene l'abbigliarsi con ricercatezza e con tal quale tendenza allo strano ; mai si lasciano scappare un' occasione di pubblica comparsa; amano le danze alla follia, di patria mai uua parola; e perfino profanano il tempio, andandovi non già per elevare lo spirito colle preci, ma sì piuttosto onde apparire come fossero nel palchetto. Di tal fatta di giovanette io ne conobbi parecchie, e poi ebbi il dolore di rivederle cattive madri. È un fatto che la lettura ha grande influenza sulle giovanette; e perciò i babbi e le mamme devono invigilare, e frugare i ripostigli delle loro figliuole, confiscando oltre che i libri immorali anche quelli, che oggi fioccano, scritti da autori della nuova scuola, la quale intende condurre a moralità col far passare prima il lettore attraverso pagine piene di lordura. Grande è iu oggi la difficoltà di poter guriamo di tutto cuore. Del resto un mezzo per scacciar mattana è anche quello di scrivere; il mezzo per lei è facile: ci scriva dunque spesso ! potè anzi rispondere ad un mio interrogatorio, e grazie al cielo mi sentii salvo. Il 4 gennaio il mare era calmo. Lasciammo l'isola Monte Ernesto, e messomi al posto del macchinista, potei arrivare all' isola Thursday, dove era stata trasportata la sede dello stabilimento di Somerset. 11 macchinista si ristabilì in salute e davanti al magistrato di polizia smentì i miei accusatori, che a mia volta accusai, e provando le accuse, li ebbi condannati secondo la legge inglese. Non so tacere, che il magistrato di Somerset fece il possibile per salvarli e non riuscendovi, dopo averli condannati, fece in modo che evadessero prima di entrare nella prigione di Rochampton, ove dovevano scontare la peua di cui si erano resi degni. Del risultato di questi viaggi, ai quali ho appena accennato di volo, sarà più facile giudicare quando saranno studiate tutte le collezioni, che ho potuto radunare, e quando sarà pubblicata l'opera che conterrà la relazione dettagliata di quanto ho fatto. Intanto le ricche collezioni zoologiche si trovano ora tutte nel Museo civico di Genova, sapere anticipatamente quali sieno i libri da poter lasciare in mano alle giovanetto senza pericolo di avvelenamento; e ciò tanto a motivo della febbre d'autore divenuta oramai epidemica, quanto per la conseguente impossibilità che la pubblica critica ne preceda la diffusione mondiale. Il rimedio peraltro, per i genitori volonterosi e intelligenti, è ovvio: prima di permetterne la lettura, li leggano. E' questo un sacro dovere che loro incombe: come si sentono obbligati a invigilare sulla salute corporale della loro prole, così del pari ne debbono curare quella dell'animo, che un volta guasto non si guarisce più. Eccomi giunta al nocciolo della cicalata, ma qui devo far punto per stanchezza d'occhi. Eleonora Rizzato, La Feste La minaccia di questo terribile flagello, che aveva tanto impensierito i governi d'Europa, ora si è allontanata. Le commissioni sanitarie internazionali sono ritornate con buone novelle; i giornali non se ne occupano più; e le contumace in alcuni luoghi sono abbreviate, iu altri tolte affatto; continua solo il divieto d'importazione dalla Russia dei vestiti, della biancheria, delle lane, dei cenci ecc. Che peraltro nell'Oriente a noi prossimo serpeggino malattie epidemiche di natura maligna con caratteri anormali, come il tifo petecchiale, l'addominale, il vaiuolo e la dissenteria, è pur troppo fatto incontrastabile. Dio tenga lontane nuove guerre e nuove stragi, le quali potrebbero ridestare ed estendere i germi pestiferi in tanto miscuglio di malattie affini ! Illustrazione dell' anniversario Teobaldo Cicconi, il popolarissimo poeta drammatico, nacque a S. Daniele, borgata del Friuli nel 1824. Soldato volontario nel 4ÌS ; poi studente a Padova; quindi giornalista a Udine col Valussi, ove si diede indefesso agli studii delle belle lettere, divenendo smagliante cantore di pensieri patriottici, spigliato e vivacissimo prosatore. Scrisse nel Caffè Petrocchi, nell' Euganeo, nel Friuli, nell'Annotatore Friulano, nello Spirito Folletto, e in parecchi altri periodici; a Milano, col bizzarro ma acuto Ghislanzoni, fondò il Lombardo. Ricorderemo in ordine di tempo le note commedie ; Pecorelle smarrite ; Tropo Tardi ; I Garibaldini ; Le mosche bianche ; La rivincita ; La statua di carne ; e la Figlia Unica nel 63, anno di sua morte, che rapi immaturamente al teatro nazionale uno dei più valenti ristanratori. Gli viene fatta censura di avere seminato qua e là nei dialoghi certi bisticci che danno nello scurrile; nè invero si può scolparlo: è probabile j peraltro che li abbia usati allo scopo di cattivarsi anche 1' uditorio degli spensierati vagheggini, per poi impressionarli colla midolla moralissima dell'intreccio. Il ponte di Semedella. (Lettera alla redazione). — Giorni fa passeggiando alla nostra riva ebbi occasione di vedere, per il passaggio d'uua barca, l'operazione di apertura e di chiusura del ponte di legno che congiunge la città colla strada di Semedella. A muovere il ponte diviso in due pezzi, i quali scorrono sopra rottaie, erano impiegati da sei ad otto uomini coll'aiuto di molti monelli. L'apertura seguì sollecita, ma per la chiusura v'impiegarono un buon quarto d'ora, e ciò per la difficoltà di far combaciare (a causa del colpo di rimando) il tratto di ponte che poggia sulla testa della strada di Semedella, e per la maggiore difficoltà d'introdurre a sito l'altro tratto che congiunge il primo colla strada suburbana. Quel povero ponte ha dovuto subire tutti i maltrattamenti che derivano dalla naturale impazienza d'una azione, che dovendo riescire sollecita si rende invece lunga per le sue difficoltà. Parlando poi di questo fatto, mi veniva detto che da parte del comitato stradale vi sia ora uu progetto di riparazione di questo ponte che trovasi in cattivo stato. A togliere le difficoltà sopra accenuate, cause di perditempo e di frequenti spese di manutenzione, mi sembra che piuttosto di un radicaleristauro, converrebbe studiare il mezzo d'una ricostruzione che al poco dispendio unisca i vantaggi d'un facile e solletico maneggio. A raggiungere questo scopo credo che l'adattamento d'un ponte levatojo a guisa di ribalta, per quel solo tratto cne separa le due teste di strade sull'acqua, risponderebbe egregiamente. A ciò fare converrebbe prolungare l'interramento del tratto di strada dalla parte della città per raggiungere il livello di fronte, adattandovi due colonne laterali o di ghisa o di pietra cou sopra opportuno congegno nel quale far scorrere le duo catene di leva. Il tratto da interrarsi fatto a forma d'imbuto faciliterebbe il giro dei veicoli, ora poco spedito, e si potrebbe assicurare il ponte chiuso con adatte serrature a lucchetto od a vite. Se credete di render publica questa mia idea, ch'io vi comunico senza cognizioni tecniche e quindi senza pretesa, fatelo pure. La mi sembra pratica, e se non altro gioverà a mettere in pubblica discussione uu opera di comune utilità. Vi saluto .... G. C. Trichine. — 11 Municipio di Gorizia ha pubblicato iu questi giorni il seguente AVVISO Sebbene qui nou si riscontrarono delle trichine nei lardi e nei prosciutti provenienti dall' America, e ciò ad onta degli esami microscopici praticati sopra molte partite dall' ufficio di Sanità già da oltre un mese, pure il Municipio ha ritenuto necessario a tutela della salute pubblica di ordinare ai rispettivi che per le cure ed i sacrifici dell'esimio marchese Giacomo Doria può rivaleggiare con qualunque altro museo straniero, e può essere tenuto in conto di una gloria italiana. Le collezioni botaniche sono quasi tutte a Firenze, e quelle che riguardano 1' antropologia e l'etnologia dei paesi da me visitati non temo il dirlo, sono interessantissime e non ho ancora abbandonata la speranza di vederle un giorno adornare i musei d'Italia. Però v' e un ostacolo, che consiste in queste parole : L'Italia è povera e non può comperarle; io sono più povero dell'Italia e non posso regalarle. Non dispero però che si trovi un mezzo per mettere d'accordo queste due povertà. Geograficamente i miei viaggi hanno un valore molto limitato, specialmente per noi Italiani, i quali non sappiamo, possiamo o vogliamo tentare di profittare di nuovi paesi e di nuove scoperte. Che importa a noi che l'isola Tuie possa essere un giorno utilizzata perii commercio europeo ? Che importa a noi se le fertili pianure che si estendono ai piedi della catena dell' Owen Stanley saranno la sede di ricche città ? Che importa a noi se le ricchezze minerali del suolo di quel paese andranno ad arricchire gli scrigni di popoli più intraprendenti di noi? Forse ci sentiamo tanto poveri in casa nostra, da aver bisogno di correre alla ventura in paesi lontani e selvaggi? Forse che noi invidiamo il vanto ad altre nazioni di portare la face della civiltà in istrane contrade? Lo fecero un tempo i Romani, e quanto a noi, ci basta. Quanto uu Italiano può fare in paesi nuovi non è a vantaggio materiale del suo paese; egli lavora per altri; egli anzi deve chiamarsi contento se gli stranieri, per il cui vantaggio lavora, si degnano di ammettere che anche un Italiano può fare qualche cosa. L'esplorazione del Fly ci ha fatto conoscere che esiste una grande via per giungere nel centro della grand' isola, per giungere alle alte montagne, la più lunga, la più facile, la più sicura che si conosca. Il Fly nascendo dai monti Carlo Luigi, serpeggiando per vaste e fertili pianure, sarà un giorno la grande arteria del commercio di quel paese ; e non vi ha dubbio che l'energia ed i capitali di qualche popolo non tarderanno esercenti di non esporre in vendita i suddetti generi senza il permesso dell' ufficio di sanità. I pezzi trovati sani saranno muniti di un timbro di ufficio per cura del Commissariato di annona. Nel caso si scoprissero delle trichine, il pubblico ne sarà avvisato. Si raccomanda poi per ogni buon fine di non fare uso della carne di animali suini provenienti dall' America se non è bene lessata o arrostita, essendo ormai constatato che ci vuole un alto grado di calore per far morire le trichine. II mese fatale per Capodistria è proprio l'aprile: fu in aprile, nel 1809, che la città venne bombardata durante tre giorni dagli Inglesi per mare e dagli Austriaci per terra; fu in aprile nel 1870 che scoppiò quello spaventevole tumulto che tutti ricordano; ed è nelle sere dei 13 e 14 aprile corr. (anniversarii del bombardamento), che qui sono avvenuti i due grossi scompigli, che adesso brevemente racconteremo. La sera adunque del 13 corr., prima festa di pasqua, nella bettola Al Cavallino, sita in prossimità alla Fontana, ballonchiavano parecchi soldati cacciatori dell' i. r. presidio al suono di una loro musichetta; e nello stesso locale si trovavano alcuni popolani a bere. Ad un tratto si rissarono, ed i pochi popolani vennero scacciati dai soldati a mano armata. Poco dopo, cioè verso le sette, andatane voce all'intorno, e divenuto quel locale terreno bersaglio di sassate, i soldati uscirono colle daghe ignude ; e, dopo di aver insultato sconciamente le popolane che attorniavano la Fontana, si sparpagliarono per le contrade vicine prorompendo in bestemmie ed esecrazioni contro "gl'italiani „ e i " rivoluzionarii „ ; e percuotendo anche chi transitava tranquillamente : ci furono qua e là dei parapiglia; e una signora, moglie di un militare, che a fianco di lui incontrò in Callegheria quei forsennati, cadde tosto svenuta sul lastrico. Così rientrarono tutti in caserma. La sera seguente, verso la medesima ora, mentre i soldati, ma in numero maggiore, stavano nella stessa bettola, sulla via s'andava formando un assembramento minaccioso. Allora avvertite le i. r. autorità politiche e militari come l'aria fosse pregna di elettricità, vennero dirette, a quella volta e in altri punti, forti pattuglie colla consegna di arrestare tutti i soldati e condurli in caserma; nello stesso tempo uscirono i trombettieri per la città intimando la ritirata, due ore prima del consueto. I soldati del Cavallino, che, non si sa come, ebbero sentore dell'avvicinarsi della pattuglia, sciamarono improvvisamente fuori dalla bettola per rinnovare, (dirigendosi per vie diverse alla caserma di S. Chiara) gli eccessi della sera di domandare a quel paese selvaggio i suoi prodotti e le sue ricchezze. Il clima e le grandi foreste possono essere, anzi sono, grandi ostacoli ma non insuperabili alla colonizzazione di quella vasta contrada. Vi ha gente al mondo che per istinto di razza sprezza ogni pericolo e riesce a, vincere ogni ostacolo, voglio dire gli Inglesi; e già gli Australiani si versano a centinaia nell'isola che ancora pochi anni or sono era una terra misteriosa; ora vi accorrono a centinaia, attratti solo dalla speranza di trovarvi dell'oro. Ma non è solo dell'oro che cercano, anzi hanno già principiato a comperare dalle terre dagli indigeni, e non è lontano il giorno che sarà dato principio alla vera colonizzazione. Noi avremo perduto 1' occasione di possedere un lembo di terra in quei mari ove cercano dei possedimenti non solo le principali nazion i d'Europa, ma anche 1' America. Un giorno forse noi ci dorremo di non aver avuto il corraggio di stendere la mano sopra un paese, forse l'unico e ì' ultimo che non avesse un padrone; ma il nostro pentimento non ci rifarà del danno. (Cont) innanzi; ma con maggior furore e più numerosi, in guisa che si ebbero a deplorare anche ferimenti d'ambe le parti. Fu buona ventura che a quell'ora i popolani fossero, quasi tutti, come è loro abitudine, dispersi per le molte osterie private: a questa circostanza devesi il pronto ristabilimento della pubblica quiete, per la cui effettuazione le i. r. autorità zelarono. Atteso poi il forte sdegno della popolazione, l'i. r. autorità militare a-dottò nei giorni successivi delle speciali cautele, e a queste s'attiene ancora: c'è quindi buon fondamento a presagire che la pubblica quiete non sarà più turbata. Scarcerazione. — 11 sig. G. Degasperi, di cui 1' Indipendente aveva a suo tempo annunciato l'arresto, è stato rimesso a piede libero il 5 corr. verso la cauzione di fior. 2000. Onorificenze. — Annunciano i giornali triestini che S. M. il Re Umberto ha conferito l'ordine di cavaliere della "Corona d'Italia, ai signori: Pietro Fabricci; D.r Edoardo Bujatti, segretario di Borsa; D.r G. A. Fabris, medico; D.r Romolo Calabi, avvocato; D.r Luigi Cambon, avvocato. Il cannone di cento tonnellate, che supera tutti gli esistenti, è stato ora fuso nell' arsenale di Torino sotto la direzione del colonnello Giovanetti, direttore dell'arsenale e del cav. Dagnino capo-tecnico d'artiglieria. Difenderà la costa alla Spezia. Longevi. — Negli stati uniti, a Cleveland (città fondata nel 1796), vive uu vecchio robusto che si chiama Momer Griffin, e che giorni fa ha potuto festeggiare il suo cento-diciannovesiipo natalizio. Oltre di essere più vecchio della città, è anche il più vecchio degli abitanti. — A S. Fernando in California, nella contea di Los Angelos, v'è certo Raffaele di centotrenta anni; nella Virginia un Giovanni Somet della stessa età; e nella missione di S. Gabriel, della suddetta contea di Los Angelos, una donna che ha compiuti i centotrenta-sette. — A Elton poi, in Inghilterra, trovasi certa Maria Benton, la quale, nel pieno possesso di tutte le sue facoltà, conta centoquarantotto anni. Scacchi. — „11 sig. Sardotsch di Trieste, vincitore del primo premio nel Concorso italiano di problemi, eh' ebbe luogo in occasione del 2° Congresso nazionale, ha inviato a questa direzione le Lire 100 che gli furono rimesse dal cassiere del comitato livornese, pregando che ne venisse fatto quell' uso che, a benefizio degli scacchi, si fosse stimato più opportuno e coveniente. La direzione stimò non poter far cosa migliore di destinare questa somma a un primo premio di nuovo Concorso internazionale di problemi, e questa idea fu applaudita dal generoso donatore. Il tratto del sig. N. Sardotsch non ha bisogno di commenti, si raccomanda da sè, ed ogni lode non varrebbe che a rimpiccolirlo. E siccome le buone cose hanno spesso degli imitatatori, anche questa volta si è verificato un tale fortunato evento avendo offerto i sigg. G. L. Mimbelli ed Avv. E. Orsini ciascuno altre Lire 50." (Nuova Rivista degli Scacchi di Livorno). Un' applicazione da raccomandarsi. — (Dal Preludio di Bologna). — "Il Violino, blandito da tutti, e da tutti studiato nella sua grandezza, non tardò punto a chiamarsi il Re superbo della musica orchestrale., Così scrive il prof. D. Consili in un suo opuscolo inteso a spiegare un' invenzione meccanica da lui fatta per facilitarne lo studio. Perchè è incontrastabile che chi si accinge ora a suonare il più elegante e simpatico degli strumenti, si trova pur troppo oppresso dalla difficoltà di costringere la mano alla doppia abitudine muscolare di non abbandonarlo e diteggiare intanto velocemente sulle corde. Da questa posizione deriva oltre alle brutture di certi scorcii infami anche una diminuzione di sonorità. Il prof. D. Consili, che ha lungamente studiato intorno di ciò, viene ora a proporci un' inven-zione meccanica che provvederebbe completa- mente a questi sconci. Si tratta di far a meno del braccio sinistro per sostenere il violino. Così non c'è più bisogno di storcere il collo sullo strumento, questo diventa più sonoro, più riparato, e l'artista guadagna libertà ed eleganza. Sappiamo che valenti professori hanno rilasciato attestati di piena soddisfazione all' autore di questa applicazione, e noi attendiamo di vederla messa in uso nelle nostre scuole. Concorsi (Cont. V. il N.° prec.) — Premio Carpi. Per il migliore lavoro di fisica matematica, da presentarsi all' "Accademia dei Lincei,,. Termine, 31 die. 79 (L. 500.) R. Istituto Lombardo di Scienze e Lettere. "Esposizione storico-critica delle teorie monetarie in Italia, specialmente nei secoli XVI, XVII e XVIII, considerata in relazione ai progressi della scienza all'estero e alla loro influenza sulla legislazione monetaria italiana.. Termine, ore 4 pom. del 28 febbraio 1880. Premio Cagnola (R. Istituto Lombardo ecc.) "Storia critica dei telefoni,,. Termine, ore 4 pom. del 1 marzo 1880. (L. 1500, e una medaglia d'oro del valore di L. 500). Premio Secco Comneno. (Idem) "Considerazioni e proposte circa i soccorsi che gli Istituti di pubblica beneficenza sogliono prestare a domicilio.. Termine, ore 4 pom. del 28 febbraio 1882. (L. 864). Premio Cossa (Idem). "Storia delle dottrine economiche nella Lombardia durante i secoli XVI, XVII e XVIII., Termine, ore 4 pom. del 31 marzo 1880. (L. 1200). Premi Fossati (Idem). "Illustrare qualche fatto di anatomia macro o microscopica dell' encefalo umano.. Termine, ore 4 pom. del 1 aprile 1880. (L. 2000). Idem. Idem. "Dei centri motori della corteccia cerebrale.. Termine, ore 4 pom. del 1 aprile 1881. (L. 2000). Premio Ciani. (Idem). Libro di lettura pel popolo italiano, informato a moralità e alle liberali istituzioni. Termine, tutto febbraio 1880. (L. 1500). Premio Aldini (Bologna, Accademia delle Scienze dell'Istituto di). "Memoria che, basandosi sopra dati sicuri o di chimica o di fisica o di meccanica applicata, indichi nuovi ed efficaci sistemi pratici o nuovi apparecchi per prevenire o per estinguere gl'incendii.. Termine, 30 maggio 1880; tanto in lingua italiana che latina o francese. (Medaglia d'oro del valore di L. 1000). La r. Accademia di scienze, lettere ed arti in Modena, conferirà un premio di lire mille duecento a chi le invierà la migliore "composi/ione drammatica di indole e di argomento qualsivoglia, ma acconcio alla pubblica rappresentazione, e tale che, indirizzata a scopo di moralità, muova il popolo a virtù col mezzo del diletto.,, Invenzioni brevettate. ~ Dalla lunghissima serie delle invenzioni brevettate, durante il decorso, anno pel Regno d'Italia dal R. Museo Industriale, riportiamo quelle che possono maggiormente interessare i nostri lettori, aggiungendovi a ciascuna la durata del brevetto. Bottari cav. Antonio, Messina. Redini di sicurezza. Anni 5. — Ciampaglia Tarquinia e Raspo Ciro, Napoli. Macchina a filare a mano, detta Partenope. A. 3. — Cucco Pietro, Torino. Serratura-catenaccio di sicurezza. A. 3. — Daina ing. Francesco, Bergamo. Annoda-bave perfezionato dei bozzoli. A. 15 — Damiros Gustavo, Livorno. Olio di palmizio. A. 15 — D' Andrea Raffaele, Napoli. Telefante e Telarmonium, nuovo sistema per la trasmissione del discorso e della musica. A. 3 — De Franchi Carlo, Sampierdarena. Zolfanello di sicurezza e relativa scatola. A. 5 — De Luca Michele, Roma. Congegno per frangere le olive con una macchina automatica a leva. A. 2 — Gianoli fratelli, Milano. Nuovo sistema di divisione e di estrazione del sapone dalle vasche o bacini di solidificazione. A. 3 -- Gondrand Fratelli, Milano. Processo per ottenere riproduzioni fotografiche sopra stoffe, senza perdita del loro colore. A. 2 ! — Grandiglio Giuseppe, Torino. Latrina automatica inodora cou due chiusure, una idraulica e 1' altra meccanica. A. 3 — Gromo Gaetano e Giuseppe, Torino. Armadio igienico ed economico. A. 4. — Guscetti Edoardo, Milano. Modo di conservare il burro fresco in pani per l'esportazione in lontani paesi. A. 1 — Lossa Nicola, Milano. Latrina mobile a chiusura ermetica. A. 3 — Martorelli cav. Giacomo e Soliani Naborre, Urbino. Apparecchio automatico di Salvataggio. A. 3 — Poggioli Ercole, Bologna. Macchina per abburattare le farine e i semolini, per levare completamente il fiore della crusca e per pulire il grano. A. 3 — Rossi Pietro, Como. Fornello economico in ghisa per scaldare soppresse da sarto, da cappellaio, e per biancheria, A. 2 — Silve-strini prof. Alessandro, Pisa. Nuovi processi per la chiarificazione degli olii torbidi. A. 3 — Torrigianì marchese Filippo, Firenze. Penna autografa ad aria compressa. A. 2 — Turletti Luigi, Torino. Nuovo apparecchio per nettare le spazzole. A. 1. Statistica dei giornali. — Se qualcuno avesse avuto la curiosità di saper quanti giornali si pubblichino sul nostro globo, eccolo ora soddisfato : hanno fatto il calcolo approssimativo che ce ne siano dai 23 ai 24 mila, così ripartiti : 2509 in Inghilterra — 2000 in Francia — 1226 nel Regno d'Italia — 1200 in Austria-Ungheria — 500 in Russia ecc. ecc., fino a formare in Europa un totale di 13625. — In America se ne pubblicano 9129 ; in Asia 387; in Australia 100; e in Africa 50. Curiosa avventura. — Nel decorso febbraio il noto esploratore Renzo Manzoni si trovava felice nella felice Arabia, e precisamente a Sanab, capitale dell'Yemen : il governatore, che naturalmente è un turco (e, come si vedrà in seguito, turco numero uno) lo vedeva assai di buon occhio, e lo aveva incaricato d'insegnare il francese ai proprii turchetti, retribuendolo con lauto stipendio; e Renzo ora fotografava ed ora attendeva a lavorare una carta completa di quel paese. Ad un tratto la scena si muta. Capitato da Costantinopoli un ispettore a fare un'inchiesta sopra certe irregolarità d'amministrazione commesse dal governatore, si procura dal Manzoni la verità, promettendogli I segretezza e, al caso, protezione. Ma quando j è partito l'investigatore, a Renzo si fanno ! insulti e minacce; e quell' originale di governa-] tore, inviperito dall' aver subodorato da che bocca fosse uscita la verità, fa stridare per le vie che chi avrà relazione col Manzoni sarà punito con un anno di carcere e 200 talleri di multa, e che nell' incontrarlo tutti dovranno coprirsi il volto sotto pena di un mese di carcere e 5 talleri di multa. Il povero Manzoni, costretto ad abbandonare quel paese, fece rapporto al suo governo affinchè, in analogia alle proteste degli arabi onesti e alle intenzioni amichevoli della Porta, proceda per ottenere soddisfazione. Trapassati nei mese di Marzo 1879 1 S. S. (carcerato) d'anni 59 da Krujevo (Dalmazia) — 2 A. P. (carcerato) d'anni 37 da Trieste. — 3 Domenica Padovan, Ved.a Nazario, nata Scher d'anni 71. — 4 Francesco Pazdera, d'anni 54, i. r. Commissario superiore di Finanza da Kapet (Boemia.). — IO Antonia Favento, Ved.a Matteo, nata Pozzacai d'anni 51. —11 S.K.(carcerato)d'anni 80da Poljca (Dalmazia); Lucrezia Perini d'anni 80. — 13 S. M. (carcerato) d' anni 24 da Miscic (Dalmazia). — 16 Antonio Bertoch di Giovanni, d' anni 49, da Lazzaretto (contrada sub.t — 22 Santa Poli moglie di Nazario d' anni 24; Giuseppe Parovel di Giacomo d'anni 11. — 23 Anna Carlovich Ved.a Biagio d'anni 75; Giovanni Bartoli d'anni 82 —24 Margherita Mat-tiassi d'anni 77; Maria Pecchiarich di Giuseppe, d'anni 24, da Lazzaretto (contrada sub.) — 26 Ferdinando Verbitz d'anni 82 da Lubiana; Giorgio Sidaricb, d'anni 74, da Lindaro ; Apostolo Lagudi, d'anni 82, da Calorites (Epiro). Più 11 fanciulli al di sotto di 7 anni. Corriere dell' Amministrazione (dal 6 a tutto il 22 aprile corr) Albona. Maria Depangher Manzini (V anno). — Orsera. (Fontane), conte Lazzaro Borisi (II sem. del IV anno). — Trieste. Maria Marsich Morsan (I sem. del V annoi.