ANNO VI —N. 13. Sabbato 29 Marzo 1851 Esce una volta per settimana il Sabbato. — Prezzo anticipato d'abbonamento annui fiorini 5. Semestre in proporzione.— >vtj. L'abbonamentonon va pagato ad altri che alla Redazione. . . LETTERA /1 . n\ Del Conte GIANRINALDO CARLI Giustinopolitano. ■.■ », ' .' ■... - "'•! b .■ Intorno ad alcune monete, che nelle Provincie del Friuli, e dell' Istria correvano ne' tempi del Dominio dei Patriarchi Aquilejesi. Al Nobile, e Reverendissimo Signor Abate GIUSEPPE BINI Protonotario Apostolico ed Arciprete di Gemona. - Mio Signore. Non può negarsi, che lo studio dell'antichità, sia alla società umana uno de' più vantaggiosi, e più neces-sarj; perchè l'Uomo, il quale è nel Mondo sè stesso, e gli altri di quelle cose erudisce, che nel Mondo appunto sono avvenute; e frequenti fiate mercè di sue osservazioni, o in medaglie, o in lapide, o in documenti; sa dar compenso all' ingiurie del tempo, ed all' incuria degli Scrittori. Nè credo, che alcuno ritrovar si possa tra noi, il quale, o lo dispregilo derida, quando abbia egli avuto forza di rompere ■ quella nube, la quale tenendolo oppresso nella contemplazione di sè medesimo, lo impediva dal rimirare le altrui qualità, e dall' aprire al giorno le luci. Voi eruditissimo mio Signore, che per le continue, e benemerite applicazioni, onde tutte quell'ore del giorno impiegate, che dagli altri serj studj vi sopravanzano, vi sjete renduto a niun altro secondo; di quanto asserisco Piatemi buon testimonio. Affermerete altresì, che siccome delle cose Aquilejesi molti scrittori Irovaronsi, che trattarono alla diffusa, fra' quali io annovero in primo luogo il nostro Chiarissimo, e Gentilissimo P. Bernardo Maria de Rubeis; così che resti ancora da desiderarsi in pubblico una esposizione di quelle monete, che ne' tempi del Dominio de'Patriarchi, voglio dire dall'undecimo fino. al secolo decimoquarto, erano in costume, sì nel Friuli, che nell'Istria; e delle quali non abbiamo,che poche memorie ne' documenti contemporanei. Sapete Voi, che questo fu l'unico motivo perchè io mi lasciassi vincere dalle pressanti vostre persuasioni, a far su questa difficoltosa materia alcune brievi osservazioni, tratte per la maggior parte dalle antiche carte del vostro copiosissimo archivio; allorché nello scorso mese di Giugno ebbi l'incontro, soggiornando con Voi, d'uvere il contento, non inen della vostra, che della gratissima conversazione di cotesti Cavalieri, e Gentiluomini, i quali in compitezza, ed onestà nou Si lasciano superare da chi che sia; da voi invitato graziosamente a venirvi, perchè ver me continuate con quella buona, e generosa disposizione, con cui già tempo vi siete compiaciuto di compatirmi, allorché godeva I'onor vantaggioso d'essere sotto alla vostra altrettanto dolce, ed attenta, che dotta ed utile disciplina. Il celebre, e chiarissimo Signore Lodovico Antonio Muratori, cui dee tanto la Repubblica letteraria, per la raccolta degli Scrittori, per lo antichità d'Italia del mezzo tempo, e per lo altrettanto inaspettato, che abbondante frutto di queste fatiche, che a momenti s'attende in luce; voglio dire la Storia d'Italia; oltre le sue tante, e sì benemerite opere, le quali, fanno vedere al mondo, cosa un uomo solo far possa; nel Tomo II. appunto delle ora lodate antiquitates Italicae col. 655. scrive che Federica II. Imperadore abbia a' Patriarchi Aquilejesi conceduta la facoltà di batter monete. Io non vorrei sulle prime aver occasione d'allontanarmi dal sentimento di sì grand'uomo, il quale non sarà mai da me senza lode nominato; ma non posso dissimulare quando la cosa è già pubblica, di dire, che molto prima tale privilegio i Patriarchi ave-ano dagli Imperadori ottenuto. Il Diploma si legge nel libro del sullodato eruditissimo P. Rubeis Monum. Eccl. Aquil. col. 505 con cui Corrado nell' anno 1028 concede a Popone l'autorità di batter danari; e la data Immides-hirton; e l'anno 1028 indiclione X III idus Seplembris, anno Conradi Regnanlis IV Imperii vero secundo; e-jusdemque Imperatoris Filii Henrici Regis anno primo. Le parole che appartengono al punto nostro sono queste: Donamus, atque nostra Imperiali potestate conce-dimus, prout juste éf legaliter possumus Sanctae Aqui-lejensi Ecclesiae, Poponi Patriarchae, qui ibidem domino videtur adservire licentiam monetam publicam infra Civitatem Aquilejae faciendi. Dirò di più; che, come che paja da tutto questo aver Popone prima d' ogni altro avuta questa facoltà da Corrado, con i miei stessi occhi ho veduto in un archivio di un dottissimo soggetto, a Voi, mio Signore, ben noto, un altro diploma, s'io non equivoco, d'Ottone a Ro-d aldo Patriarca, il quale viveva nell'anno 963, di concessione per coniar monete. Anzi Voi sapete aver io osservato nello stesso luogo de'danari creduti da chi li possiede, di Popone più antichi. Vero è però, che non mi fu tempo d'esame; e che in' è paruto potersi leggere nel rovescio delle monete, più facilmente C1VITAS. AUGUSTA, che CIVITAS. AQUILEGIA. Sarà però peso del suddetto riverito Signore il porci in chiaro della bisogna. Dal documento di Corrado impariamo quali fossero le monete de' Patriarchi, dicendo : igi'ur denarios ipshts moneta ex puro argento firmiter prcecipimus fieri. Danari solamente nominati veggiamo, nò mai m'è venuto d'osservare, o d'intendere, ch'altre monete battessero oltre di questi. Ho veduti però de' mezzi danari, che pecano per metà; ma nel conio non v' è differenza di sorta. I Danari dunque erano le moneto coniata de' Patriarchi, fatti di puro argento, assai migliore di quello de'nostri tempi; e da una parte per ordinario hanno l'effìgie ed il nome del Patriarca sedente in abito pontificale, e dall'altra l'aquila, insegna della Città di Àquileja, o 1' arma della Famiglia del Patriarca, o qualche altro segno a piacere secondo i tempi -, coli' epigrafe CIV1TAS. AQUILEGIA. Quanto poscia valesse ogn' uno di questi danari, c'insegna la Cronaca di Giuliano Canonico di Ci-vidale, ove dice: anno i277. indictione V. die septima infrante martio, mutata est, moneta quce habebat Pa-triarchce imaginem interius, et Turrim exterius, quce tatuerai quatuordecim veronenses. I veronesi si chiamavano Piccoli; ed erano una picciola moneta d' argento di valore, di quasi mezzo caratto. In quest'anno però 1277 ascendè il denaro ai 16, ma non durò molto. Che ordinariamente un danaro valesse quattordici piccoli, ricaviamo pure da una lettera dì Antonio Patriarca a Giovarmi Kabatta Capitando dì Gorizia nell'anno 1399, die i4 Aprilis indici. 7, pubblicata dal chiarissimo Monsignore Giusto Fontanini Arcivescovo di Ancira nel libretto delle masnade c. 16, stampato a spese del celebre nostro Sign. Apostolo Zeno, raro esemplare di dottrina, e di sincera benignità; con cui ordina il Patriarca, che si dovesse spendere singulum denarnim prò quatuordecim parvulis ; il danaro aquitejese per quattordici piccoli. Leggendo il Fontanini nelle antiche carte frequenti volte il nome di Frisachi, Frisseri, e soldi, s'immaginò, che di quattro sorte le monete fossero de' Patriarchi, cioè Frisachensi, Frisseri, Danari, e soldi. Mi si permetta qui per amore della verità, il dire che Monsignore prese equivoco. Imperciocché, io ritrovo, che i danari col nome di Frisacchi, e Frisseri fossero alle volte chiamati. In un manoscritto codice intitolato Clarum me fac, che tengo per dono del dottissimo Sig. Giangiuseppe Liruti di Villa fredda, che conserva 1' originale, scritto d'Ambrogio della Torre Tesorière del Patriarca, in cui sono registrali tutti i danari, che riceveva, o spendeva per conto della mensa, si legge, per lo più in margine segnati in vece di danari, frisseri, come per- esempio mareas XX» frixer. XVI oppure marcas Vili frixer. XLIV come anche marcas frixer. DCLXXXV,} in vece di denarior. come sempre si solòa scrivere. Ciò però che mette fuor di contesa la cosa si è, che nella ricevuta si segnano per esempio denarios III, o simil cosa; e in margine collo stesso numero frixer. III. Così in un documento di Brisa della casa de' Signori di Toppo, Vescovo di Trieste nel-1' anno 1295, indict. 8 die 10 intrante Majo, col quale vende al Decano, e Capitolo della Chiesa Triestina Offi-cium Gastaldionatus, Cruenlam, ' si» », . . , • . C Contìnua.') ALCUNI ELEMENTI STATISTICI DELLA PROVINCIA DEL-LITORALE pel l'anno 1842. 'VY . Nella provincia del Litorale,'cioè à! dire nel Goriziano in Trieste e nell'Istria traevano :SGàsist'ehza dalle industrie 27400 persone, fra le quali.2400 donne, non compresa però l'industria delle Saline."' ' . 11 numero maggiore si fu qtièllò'def naviganti sia di legni maggiori sia minori, ctìe ejàtio"'pressócchè 3000. , \ '. ' V Poi vengono i venditori di vino, ^acquavite e birra con 1700 esercizi che impiegavano ^2444 personò tra le quali 556 donne. Poi i calzolai in numero di 1T13, issarti in nume- ro di 1305. " T Poi l'arte della seta che òCcopà^rrella trattura 1260 persone fra cui soltanto 79 uomini^' Poi i falegnami che erano 11'%'^Tfe-''.' Poi gì' intervenienti per affari 'altwriv B/ocuratori, Agenti, Sensali in numero di 1098, Poi le case mercantili all'ingrosso,, comprese Camere di Sicurtà in 276 stabilimenti col numero/di 930 persone. ... • Molinari in numero di 770. ' .• . ' Girovaghi ed i botteghieri in hùméro ' di . 770 n . -j '••• y ''•» ■' • wi Droghieri........ s. » v • • 361 r, " . - . : 4QI4 Fornai.............. Venditori di olio . . . \ . . . . 484 Macellai........... . 412 Muratori........« . ' . . 407 Tessitori . . 1..............478 Lavandaje . . . . • . '.....437 Affittale! ti............326 Caffettieri in 104 esercizi ...... 340 Fabbri in 129 esercizi ,.,..., 365 Maniscalchi . . . .........597 Barbieri ...,.,'...».. 257 Bottai..........., . 260 Vetturali.............247 Calafati.....• *.....240 Picchiapietra. .......... 229 Filatura meccanica....... . . 218 Fabbriche di seta in 20 esercizi.... 278 ■■. , i iisói!; • : . • Speziali in 65 esercizi . . Confetturieri pasticcieri . . Tintori. . . . . . . . Grassini . . . . ••• ; . Argentieri...... Cuppellai....... Bandai]. ...... » Musicanti....... Fruttivendoli. ..... Squeraroli...... Direttori di navigli . . . Navigatori i..... Minatori di carbon fossile . Operai nella Raffinatura di Zuccheri Fabbricatori di cordelle . . Legatori di Libri in 14 esercizi Tornitori in 22 esercizi. . Geometri....... Pescatori in 64 esercizi. . Galatariotti..... Erbivendoli...... Legnivendoli...... Ramari........ Ballettanti...... . Vestiarii....... Conciapelli in 43 esercizi . Venditori di pelli .... In due fabbriche di chiodi. Lastricatori ...... Sellai ........ Saponai in 7 esercizi . . Funajuoli in 19 esercizi. . Crestaie....... Tappezzieri....., In 4 fabbriche di cremore. Orologiai in 31 esercizL . Figulini....... Dipintori....... In 10 Brasserie .... Fabbricatori di Acquavite . Speditori....... Legatori di Libri in 4 esercizi Tipografi in 8 esercizi . . Librai in 10 esercizi. , . In 8 Fabbriche di cioccolate Fabbricatori di coperte tappeti Ferriere e Ramieri in 8 esercizi In 15 Negozi di ferro Trattori in 34 esercizi . Granaroli , , , , . t Fonditori in metallo in 10 esercìzi > Pettinatori di canape. . . Misuratori di legna . . Misuratori di grano , , ,, < ,(, j^i.t '■■■ i .-.ai' U'"-!> ecc, ecc, ecc,