Voi sonerete le vostre\tronqbe, noi soderemo le nostre caropane! Giornale economico-politico settimanale Abbonamento annno Cor. 6.— Semestre Cor. 3,— Unione postale Cor. 8. Un numero separato cent. 10. — Pagamenti antecipati. PREZZO BELLE INSERZIONI per ogni riga di testo : Avvisi commerciali in III pagina cent. 10, in IV pagina cent. 8. Per comunicati in III pagina per ogni riga di testo cent. 20. Avvisi collettivi 2 cent, la parola. Esce tutti i mercoledì a mezzogiorno. IL CONGRESSO DE „L'INNOMINATA" A PISINO Pisino, la l'urte, l'indomita rocca dell'italianità nostra nell'interno dell'Isti 'ia, accolse il XX settembre i rapprese ni ani, i della gioventù studiosa della Venezia Giulia. Fu un' idea indo-vinatissima quella della direzione della società V Innominata di indire proprio per il XX settembre il congresso generale. fu un'idea indovinatissima quella di solennizzare la chiusura del primo anno d'attività sociale proprio nell'an niversario di una data che segna un gran passo in avanti sulla via del progresso. proprio ili quel giorno in cui tutta Italia è in festa. Ed eccellente fu anche la scelta del luogo. Pisino! Che nome glorioso! In te, o Pisino. si compendia tutta la storia delle, lotte nazionali dell'Istria nell'ultimo ventennio. Contro te rivolse il nemico i suoi assalti più formidabili, le armi più micidiali. Ei sapeva che conquistato te avrebbe conquistato un punto strategico di importanza capitale, avrebbe conquistato ii cuore dell'Istria. Matu resistesti sempre valorosamente, eroicamente. Ti tolsero la legale rappresentanza, ti scaraventarono un ginnasio croato: ma tu resistesti sempre tu non piegasti mai un istante, tu rimanesti sempre italiana. Pisino ! Quando io penso ai tuoi figli, la mia mente vola ai 300 delle Termopili, ai 500 di Dogali, a quei prodi che pugnarono contro nemici barbari, crudeli, cento volte più numerosi. Né pur voi cederete, o cittadini di Pisino; anzi sarete più fortunati di quelli eroi della storia, voi vincerete, perchè avrete con voi tutto un popolo, tutto un popolo che vi ama e che non vi lascierà soccombere. Voi vincerete. * * * 11 grosso degli studenti arrivò a Pisino col treno di Trieste, alle 12 circa: eravamo in 50, Triestini, Capodistriani e tiranesi. Quelli di Pola, di Parenzo e dell'interno, una quindicina, erano giunti alquanto prima. In generale, a dir il vero, si potea esser più numerosi : alcune assenze erano commentatissime. Mancavano completameli te i Friulani, che aveano perso il treno a Trieste. AUSONIO P0LAN0 WE IMItilllti Appena scoccavano le sette e mezzo del mattino, egli, con una gran furia di uomo affaccendato nelle gambe polpute, e con un lampo vivace liei grandi occhi tondi di gatto soriano, attraversava, a lunghi passi, il pittoresco viale Eugenio, alla cui estremità era lo studio dell'avvocato Crescenzio Bimagi, suo principale. Giacometlo, che cosi chiamavasi il nostro protagonista, era un uomo sulla sessantina, di media statura, tozzo, tagliato con la scure, con le man: grossissime, ossute, pelose; camminava sempre di buon passo a capo chino, lievemente dondolandosi sulle anche, Alla stazione ci attendevano le notabilità di Pisino: l'avv. Costantino Costantini, presidente del consiglio di amministrazione comunale, i di lui fratelli, l'avv. Ettore e il signor Luigi, il signor Fedele Camus, il signor Vittorio Mrach, i professori del ginnasio reale e altri molti di cui ci sfugge il nome. Alle 12.30 nella sala del .Casino di Società", gentilmente concessa, ebbe luogo il congresso. Il presidente Aldo Forti, presentato il commissario go-vernctivo, cav. de Bosizio, porge un cordiale saluto alla gentile Pisino, al suo vero rappresentante, e agli altri egregi signori. Li ringrazia per la loro tenacia nella lotta e per le loro prestazioni in favore del congresso. Saluta quindi i colleglli, che invita a combattere 1' apatia e ad esser intransigenti in questioni nazionali. Venendo a pai-lare della società, di e che essa da principio era debole e combattuta : ultimamente però le cose presero un altro andazzo: i soci si fecero più numerosi e meglio intenzionati. Accenna al defunto patriota Giorgio Benussi, ma non si sente degno di commemorarlo: invita l'assemblea ad assorgere. Approvato die fu il verbale della precedente assemblea, letto da Bernardo Fabro, Giovanni Quarantotto ci da un' estesa relazione dell' attività sociale. .Amici, dice egli, quando, ora fa l'anno, la vostra fiducia chiamò noi indegni a dirigere la prima società che unisse in un solo complesso vigoroso tutta la gioventù accademica della Venezia Giulia, .L'Innominata" non era che un'esile pianticella flessibile a tutti i venti, bisognosa di tutti i soccorsi, mancante di tutti gli appoggi. E bene, oggi, a dodici mesi di distanza dal giorno che Trieste nostra fu ascol-tatrice nel suo Filodrammatico di quale possente nutrizione s'avvantaggiasse il giovine pensiero giuliano, noi, con il cuore fremente d'orgoglio santissimo, possiamo dirvi : quella che ci avete affidato fragile pianticella è ora albero che mette a dovizia e Hori e frutta e che si drizza incrollabile a sfidare qualunque tempesta furibonda: qnello stranamente pronunciate, il colossale cappello a ciancio calcato sugli occhi, protetti da lunghe, irsute e grige sopracciglia. Egli si credeva poeta nato, fondatore di una nuova scuola a base di concetti e di parole da manicomio; per la qual cosa gli studenti mattacchioni e ridanciani lo prendevano in giro a tutto andare, facendogliene d'ogni erba fascio. E tutti i giorni che ha fatti il Signore, quando lo vedevano sbucare all'angolo delia Scuola, quei demóni adolescenti, a dispetto della disciplina scolastica e della carità del prossimo sofferente, lo salutavano con un'ovazione clamorosa, incaponita. Le frasi a doppio senso e i friz-.i insolenti, alle volte crudeli, scoppiettavano rapidi, al par dei razzi di gioia che i buoni che chiedeva, dona : quello che piegava, soccorre : quello che non era. è. Amici, non accusatemi, vi prego di fare della retorica e della autoesaltazione: a coloro che son stati su la bu ccia ed hanno valorosamente combattuto é concesso per qualche istante, l'oblio della modestia." Accenna quindi ai doveri della società, dei quali il primo e il più sacro è quello di combattere per il conseguimento dell' università italiana a Trieste. Rammenta il grandioso comizio di protesta contro gli ultimi fatti di Inns-bruck, tenuto a Trieste, addì 22 maggio 1903, cui seguirono quelli di Gorizia e di Pola; viene a parlare dell'agitazione del regno in favore della nostra causa. Seconda cura de L Innominata fu di dar alla luce un bollettino, che servisse a stringere maggiormerte in un solo fascio gli studenti giuliani. Accenna alla biblioteca circolante istituita testé a Dignano e che promette molto bene Annunzia la prossima pu-blicazione delle .Lettere giuliane", del comprovinciale dott. Matteo Bartoli. A Graz, per iniziativa de L'Innominata, in luogo dell',Unione accademica italiana" sciolta dall'autorità, verrà creata una sede universitaria comune a tutti e tre i sodalizi regionali degli studenti italiani dell'Austria. Al congresso interuniversitario di Ud ine 'j Innominata non potè prender parte ufficiale, come avrebbe desiderato. Tuttavia a quella memorabile festa furono presenti moltissimi nostri consoci. Furono spiccati telegrammi in occasione della morte di E. Zola e di M. Garibaldi e del centenario di Nicolò Tommaseo. Per le vittime di Beano furono largite 140 corone. Quanto concerne le condizioni interne del sodalizio, esse non potrebbero esser migliori. Di 260 studenti italiani della Venezia Giulia, ben 100 fan parte de L Innominata Conclude incitando la nuova direzione ad una proficua attività. La bella relazione s'ebbe alla fine i meritati applausi Letta da Franco Savor-gnaii la relazione finanziaria, si passa a discutere la questione universitaria. A per primo la parola Giov. Quaran- Padri di Sant'Anna lanciano al cielo la notte del Santo di Padova dal sagrato della loro piccola ma graziosa chiesa. — Ciao, Vate !.... — Addio, poeta dell'anima mia!.... — Vjva Giacometto, Carducci i-striano !.... — Giacometto, che cosa significa la parola fatalità «fatalità»? Sul vocabolario non si trova.... — Vate mio caro, soccorrettemi voi: il professore d'italiano mi ha dato per compito: la descrizione del vallone di Capodistria... O com'ho da fare?... — Quando pubblicherete il «Cigno»? Mi raccomando per una copia.. . Spediremo il volume a tutti i giornali letterari della Penisola... Che valanga di recensioni incensatorie, di carte da totto che legge lo splendido discorso, che riportiamo per intero in altra parte del giornale; propone alla fine un ordine del giorno. Si solleva un'animata discussione alla quale prendono parte Savorgan, Calegari, Giovanni e Antonio Petronio, Albanese e Gasivoda. Alla fine si vota l'ordine del giorno Quarantotto, con alcune modificazioni. Eccolo : Gli studenti italiani della Venezia Giulia, raccolti a congresso nella città di Pisino: I. riaffermano il loro inviolabile diritto ad una completa Università degli studi a Trieste ; II. chieggono al Governo dell'Austria la sollecita fondazione di tale superiore istituto e, nel frattempo, il completamento e il trasporto a Trieste della facoltà giuridica, nonché della sezione filologica della facoltà filosofica; III chieggono ancora al suddetto Governo il pieno riconoscimento dei diplomi ottenuti da sudditi austriaci nel Regno d'Italia ; IV. pregano vivamente i deputati ital iani al Parlamento di Vienna di voler sostenere con fermezza i loro postulati ; V. protestano anche una volta contro gli ultimi soprusi teutonici d'Inns-bruck. Si dovrebbe quindi eleggere la nuova direzione e fissare la sede del prossimo congresso; mancando però gli studenti del Friuli, i due argomenti si rimettono ad un congresso generale straordinario, che quanto prima si terrà a Trieste. Si accoglie la proposta del presidente di nominare a soci onorari il prof Davide Besso, il prof. Filippo Zamboni e il dott. Matteo Giulio Bartoli d'Albona. S'alza quindi Giovanni Petronio per commemorare il XX settembre. Siccome usa termini vivaci contro il clericalismo. il commissario imperiale lo invita a moderarli. Chiude proponendo di inviare al sindaco di Roma un telegramma di ossequio. Il presidente prega Petronio a voler ritirar la proposta, temendo per le sorti della società. Petronio la ritira. visita degli uomini più illustri, italiani e stranieri!.... — ... E dove lasci le fotografie delle principali scrittrici del vicino Regno?... Diavolo! il «Cigno»! Basta il titolo del romanzo per entusiasmare e trascinare le donne che hanno in petto la scintilla dell' arte.... Un romanzo in versi e prosa! Fogazzaro si roderà le unghie, si roderà!.... E lui, il festeggiato, se ne stava in mezzo a noi come intontito, con un enorme fascio di carta bollata sotto il braccio, gli occhi tondi di soriano lustri lustri; e per la l'accia, fortemente bruna, un rossore vivo alle guancie ossute, pallido alla fronte, bassa, rugosa; e nell'atteggiamento generale della persona alcunché d'insolitamente marziale, che lumeggiava a tocchi chiari e vigorosi T interna Castro propone il seguente ordine del giorno: Gli studenti universitari italiani della Venezia Giulia, celebrandosi a Pisino il secondo Congresso generale ordinario de „L' Innominata* : I. protestano contro la innoportuna e illegale fondazione di un ginnasio croato nella italiana città di Pisino; II. esprimono la loro indignazione per la forzala e provocatrice chiusura della scuola italiana di Vadena, e per l'ingiusto mantenimento di scuole tedesche nei nostri paesi. III. dichiarano di portare queste due lagnanze a conoscenza dell'i, r. ministero del culto e dell' istruzione, delle i. r. Luogotenenze di Trieste e di Inns-bruck, della Unione parlamentare italiana, e d'invitare tutti i connazionali dell'Austria ad innalzare le loro voci di protesta. Viene accettato all'unanimità. Si approva quindi la proposta che le tre società studentesche abbiano un solo bollettino, comune a tutte e tre. Lo studente Mayer propone che si domandi all' autorità il permesso di portare distintivi coi colori nazionali e che, in caso di rifiuto, si ricorra fino all'ultima istanza. L'aiov. Quarantotto al congresso studentesco di Pisino Pigliamo il coraggio a due inani e confessiamo che al grido di guerra „Tutti ad Innsbruck!" la studentesca accademica italiana del Friuli, di Trieste e dell' Istria ha fatto sinora orecchie da mercante Di chi la colpa? E' quello che voglio francamente ricercare, magari a costo che le mie parole terminino con 1' avere per moltissimi „sapor di forte agrume". Ecco : secondo me, 1' entusiasmo per la equa soluzione del quisito universitario eh'é tanta parte delle più serie preoccupazioni civili nelle cinque province italiane dell'Austria, si riduce nella Venè/ia Giulia a qualcosa come un gran fuoco di paglia, perchè inceppato subito al principiare del suo sviluppo da una troppo forte dose d'ipocrisia. Voglio dire che nella regione nostra il desiderio d* una Università italiana a Trieste, è grande e universale -indubbiamente : ina che non è del pari grande e universale il coraggio che ci vuole per imporsi con risolutezza a quelli che si dicono i fattori governativi o per chiedere con bruschi modi ciò eli' è vano ripetere per via di legali insistenze. Nessuna meraviglia quindi che la stampa e le assemblee studentesche giuliane proclamino altamente la eccellenza del piano tattico della frequentazione in massa dell'Ateneo tirolese, da un lato, e che dall' altro i neo-cittadini accademici giuliani piglino la via opposta a quella che conduce àd Innsbruck e gli inscritti giuliani nelle Università di Vienna e Graz rimangano tranquilli dove si trovano. Ma questo nessun corrispondere degli atti alle parole, avrà bene le sue cagioni. Certo; e non mica tanto riposte. Ascoltatemi. Gli studenti della Venezia Giulia non si recano ad Innsbruck per due sorta di capitali motivi : o perchè glielo proibiscono i loro genitori, o perchè non lo vogliono essi stessi. Ed ora procediamo con ordine. Come giustificano la loro opposizione i genitori? Essi dicono: — Se i nostri figli vanno ad Innsbruck, 1° si disgustano col Governo, il quale saprà ricordarsi di loro a tempo e luogo ; 11° conducono una vita scioperata e da facchini più tosto che da giovini accostumati; III0 è impossibile non si tirino addosso, una volta o 1' altra, qualche brutta legnata, con sèguito di dolori fisici per essi e di sofferenze morali per noi. — Sta bene (veramente.... sta male). Ma le tre obiezioni sono esse munite da vero contro gli assalti del ragionamento critico? E' quello che si vedrà. Che il Governo abbia stabilito di tener nota degli studenti italiani che si portano ad Innsbruck. è una fisima della più beli' acqua ; perché il Governo, cui dànno bastante filo da torcere i veri amatori del disordine, non s'è mai sognato e mai si sognerà di pigliarsela con giovini che non ammazzano, né rubano e tanto meno congiurano a; danni dello Stato Noi chiediamo, è vero ?. una Università italiana a Trieste. E bene, quando mai il Governo s' è dichiarato contrario a questo nostro civile postulato? VTa da sè, dunque, che noi si possa impunemente gridare in ogni modo, su tutti i toni e da per tutto, che cotesta benedetta Università la vogliamo da senno. Siamo nel nostro pieno diritto, diamine ! e il Governo, lo si creda, potrebbe dormire fra due guanciali, ove i disturbatori della 'puhlica quiete non fossero che gli studenti italiani d'Innsbruck, i quali, alla lin fine, non vanno lassù per offendere, si bene per difendere. In quanto all' affermare che ad Innsbruck si pensi più ad accapigliarsi coi tedeschi che non a consacrarsi allo studio, niente di men vero. In primo luogo, chi si difende si limita a star su l'attenti; poi, veri trambusti universitari non si possono avere ad Innsbruck che un paio di volte l'anno; e, in fine, i docenti italiani di lassù pretendono (e con ragione!) che le lezioni sieno regolarmente frequentate. Del rimanente: chi si reca agli studi superiori con l'idea di far del profitto, ottempererà al dover suo tanto bene su le rive de l'Inn quanto su quelle del Danubio o della Murr e etri, in vece, terminate le scuole medie, pensa di darsi buon tempo, si darà buon tempo in ogni canto dell' universo. Oppongono i genitori ancora il pericolo che la lor prole corre di buscarsi una qualche.... lividura. E co-testa è la obiezione rnen seria. Dio bollino! o sta a vedere che un giovinetto di ven t ' anni debba aver timore di un pugno o di un bastone! In che mondo viviamo? è questo il modo di insegnare ai tìgli la vita? ma non si rammenta che Ut esistenza è una lotta continua? Sicuro: il coraggio morale implica quello materiale!... E poi, alla fin dei conti, delle semplici ammaccature non lian mai posto in forse l'esistenza d'alcuno.... Ed ora veniamo agli studenti stessi. (Ili anziani nel vero senso pessimistico della parola, quelli cioè che incanu- ' tiscono nelle Università, è molto logico che non si possan movere : certe abitudini non si violentano di colpo. D'altronde, i veterani dello studio accademico soli * gen te irta di sofismi e lardellata d'ignavia; quindi inutile, di meno accettava gì' incoraggiamenti e i mirallegro dei burloni maturi d' età, ma non di senno, e i battimani degli ammiratori imberbi, con la massima indifferenza, come una cosa dovuta a sé, imposta dai meriti eccezionali del suo ingegno. Egli provava tutte le soddisfazioni dei grandi uomini, e per di più andava esente da quei minuti e grossi fastidi che, sotto forma di articoli velenosi inspirati dall'invidia dei pigmei, dall' odio personale di avversari battuti, o dettati dalla insopportabile pedanteria di qualche critico presuntuoso e ignorante, al quale si potrebbe dire col nostro Bennati : Tu non trattasti mai 1' arco, o il pennello E intanto siedi giudice del bello E la ragion ne tieni e il magistero..., turbano T esistenza delle menti superiori. (Continua) ■ signori?... La tipografia locale si è rifiutata di stampare il mio romanzo, perchè superiore alia limitata intelligenza di questi operai compositori... E noi in coro: — Oh, i cretini !.... Ma questa è una splendida affermazione che il vostro lavoro è degno degli ambiti torchi dei Fratelli Treves di Milano.... Persile non vi rivolgete a quella casa editrice?... Giacometto stava alquanto sopra pensiero, col naso all'aria e il mento Ira il pollice e l'indice della mano sinistra; poi con un'aria di estremo sconforto che ci faceva tremare visibilmente i muscoli risorii : — Casa Treves?... Milano?... Eh, si, benedetti. . Ma le spese?... chi le paga le spese?... Oh, se fossi nato a Trieste! . E lo sventurato, nell'invocare l'ospitale e popolosa città dell'Adriatico orientale, metteva tanto calore, tanto entusiasmo, che a nessuno di noi ca- | deva in mente di prendere a gabbo il nobile sentimento che in quel momento teneva l'anima sua. * * * E difatti Trieste era il soglio unico, la meta di tutte le aspirazioni di Giacometto, lo scrivano dell'avvocato Bi-magi : egli approfittava dei pretesti più insignificanti per cantare in versi e in prosa la classica bellezza del mare lambente i piedi dell' industre Tergeste. Peccato che i versi fossero incomprensibili e i periodi della sua prosa costruiti secondo una sintassi talmente arbitraria e ardita, da produrre l'emicrania addirittura. Eppure, malgrado egli medesimo non riuscisse ad afferrare il senso delle arruffate composizioni poetiche che, giornalmente, dava alla luce con una fecondità tale da disgradarne lo stesso Fusinato, di gioconda memoria, non se non dannosa. In quanto agli studenti che contano dai due agli otto semestri d'inscrizione, a meno che la borsa di studio goduta e le esigenze dello studio intrapreso non li vincol no indissolubilmente all' Ateneo frequentalo, il loro obbligo è un solo: quello di passare dalle parole ai fatti. Son essi, eh' io sappia, i congressisti di Trieste e Capodistria, essi i tornitori dei magniloquenti ordini del giorno di Vienna e di Graz... Ma ogni promessa è, un debito. Dunque, non più ipocrisia: al pos'o dove chiama il dovere: ad Innsbruck! I matricolini, in fine, non hanno e non possono avere che un'unica scusa per rifiutarsi d'inscriversi ad Innsbruck: gli anziani non danno il buon esempio! Benedetti ragazzi ! o che bisogno c' è di battistrada? vi troverete forse soli nella capitale tirolese? e se c'è degli apatici e dei retori, volete voi accrescere la miseria nostra ? Voi dite che i genitori vostri vi lascerebbero partire alla volta d' Innsbruck : approfittale, dunque, e non aspettate d'esser preceduti! 11 vostro merito sarà doppio. Ma non fate chiacchere, per Dio !, come non le fanno più i trentini, e mostrate che del lattime avete ornai franche le labbra! Oggi a una diecina di giorni le U-niversità austriache riaprono i loro battenti. Nuovi professori italiani nel venturo anno scolastico Innsbruck probabilmente non ne vedrà. Ma la lotta sarà continuata. In un modo o nell'altro si riaffermeranno di nuovo i nostri diritti. E i tedeschi non sapranno astenersi dalla violenza. Ora, per non avere il danno ed anche le beffe, eon-vien essere numerosi numerosi numerosi. Gli ordini del giorno 1 sciano il tempo ohe trovano e i telegrammi dan brighe unicamente agli impiegati postali. Imitiamo i tedeschi, al meno, che stanno silenziosi ma pii chiano sodo! E si pensi anche che gli ultimi fatti d' Innsbruck hanno attirato su noi 1' attenzione di tutto il mondo civile; il quaie conosce la tempra italiana e non mancherebbe di biasimare la nostra inerzia chiamandoci indegni dei maggiori. Orsù, dunque: si getti una buona volta da parte l'indifferenza e- il poco- animo e si ritemp.ri lo. spirito in una pura aura di sacrificio! E' la Patria che chiama alla raccolta. Sono le illustri memorie che incuorano. E' l'idea, onore primo dell'uomo, che illumina la via e addita la mèta. CHICCHERE ECOLOGICHE Per eseguire la vendemmia è bene tener presenti alcune modalità: in genere si raccolgano uve asciutte, salvo casi speciali. I grappoli si tagliano con piccole forbici a molla ; 1' uso del coltello è meno conveniente, perchè scuole i grappoli e per alcune varietà si distaccano gli acini. La scelta dell'uva si può considerare come il fondamento per aver vino buono e sano. Bisogna separare i grappoli immaturi, gli a-cini guasti e quelli imbrattati di terra. La scelta si eseguisce nelle migliori condizioni se fatta sulle viti stesse, servendosi di una schiera d'operai che precedono i vendemmiatori, togliendo i grappoli o le parti di esse in condizioni non adatte per dare un buon vino. E' riprovevole la scelta fatta in cantina, poiché i grappoli buoni varino durante il trasporto dell' uva a contatto con i guasti. Si può quindi concludere che, quando la pioggia non minaccia, è ottima pratica fare la scelta come indicato sopra. L' uva si dovrebbe trovare imbrattata di terra solo per eccezione, la regala è segno di cattiva forma di potatura o cattivo sistema di allevamento. L' uva raccolta si suole versare m recipienti di legno che si trovano su carri in vicinanza della vigna, ed il desiderio di farne star molta fa si che essa risulti parzialmente pigiata L'uva sarebbe bene trasportarla intera, specialmente se trattasi di confezionare vini fini, o se la cantina è molto distante dalla vigna stessa. Il trasporto dell' uva intera si fa generalmente nelle cassette, che ne contengono circa 50 kg , e che ben conservate durano parecchio tempo. Della pigiatura. Varie sono le maniere usate per eseguire tale operazione; il metodo più antico e più diffuso è quello di servirsi dei piedi, operazione perfetta per le uve rosse. Si fa nei tini, nelle vasche, nei palmenti e nei sacchi. Nei palmenti la pigiatura avviene bene perchè appena pigiato il mosto corre giù, in vasca sottostante. Difettosa è la pigiatura nel tino perchè si lavora sempre in una massa semiliquida, non potendo il mosto smaltirsi tutto per il foro di spina. Se invece la pigiatura si fa nei tini con folto fondo, il piede lavora al Pasciuto, ed il lavoro è sollecito oltre ad essere perfetto, nel senso che si può rompere più o meno le buccie, a seconda che si vuole il vino più o meno colorato. La pigiatura,si può fare con le macchine; quelle a cilindri scanellati, sono le più antiche: il lavoro è sollecito ma 11011 buono, perchè gli acini si schiac ciana un po' o passano inalterati Buone sono le pigiatrici centrifughe Garalla: il lavoro è ottimo perchè un apparecchio diraspatore separa gli a-cini dal raspo. Il diraspamento consiste ne! togliere, come detto, i raspi quando si vuole che la fermentazione avvenga in contatto delle buccie e vinacciuoli. I fautori del diraspamento dicono che i raspi non hanno sostanze utili per il vino, anzi ch'essi possono cedere al mosto tannino acidi liberi, e sostanze solubili che peggiorano il sapore del vino. Il diraspamento è consigliabile senz'altro, allorché i raspi sono erbacei e l'uva è povera di zucchero e ricca di acidi e quando la fermentazione si prolunga per molti giorni. Il diraspamento si può fare a mano, o con le macchine. Quello a mano si eseguisce con facilità, con il telaio diraspatore di forma rettangolare o circolare, la cui luce è occupata da un reticolato a maglia non troppo stretto. La maglia può essere fatta con cordicelle, solidamente congiunte nel loro riscontro, o con filo di rame; il ferro non conviene perchè dura poco; migliore è la corda, però esige ottima conservazione. Sul telaio posto sopra il recipiente si versa l'uva e l'operaio con le mani sposta ii grapolo in diversi sensi. In tal modo gli acini si rompono e si staccano dai raspi che si mettono da parte. Sarebbe errore portarli in concimaia o comunque disperderli perchè conviene metterli nel torchio essendo ricchi di mosto. Il lavoro con le pigiatrici centrifughe ha il grande pregio della perfezione, che tra altro fa uscire i raspi asciutti. Conegliano, 20 settembre 1903. ' . ,. , , .nA . niellata di sgombero 1400 » Legno i . , , ° Q'.An a ? h Istradale. 3300 » Asiano } ì Dal che risulta che il lastrico di granito produce otto volte e mezzo tanta melma e povere quanta ne rende 1' asfalto. L'amministrazione edile del magistrato di Berlino espresse nell'anno 1878 il parere che mediante l'impiego d' un lastrico migliore può essere raggiunto un risparmio di circa 6 milioni annui di marchi nella, manutenzione del lastrico stesso, nonché dei ruotabili p dei cavalli. il minimo sgombero stradale, Infatti l'asfaltazione della città di Berlino, dove sussistono attualmente 2,500.000 m2 di strade asfaltate, è stata di grande vantaggio finanziario per la città stessa, poiché senza tener conto dell'abbellimento risultatone e dei miglioramenti con essa ottenuti dal punto di vista igienico, va rilevato die nell'anno 1879 le spazzature rag giunsero 106.651 carri e nell'Anno 1899 quasi altrettanto, cioè carri 105952 Considerato dunque che venti anni or sono la pulizia delle strade veniva effettuata meno accuratamente, che da allora in qua la popolazione è cresciuta a dismisura ed il movimento stradale assunse proporzioni enormi, d'evesi convenire che queste cifre autentiche offrono base sufficiente a conchitidere che l'asfaltazione delle strade presenta un reale benefizio per qualsiasi città. (Continua) COMUNICATI *) LA BANCA POPOLARE CAPODISTRIANA Consorzio registrato a tfaranzln limitata Fa le seguenti operazioni : 1. Accorda prestiti verso cambiale con garanzia di due firme, per. un termine non inferiore ad uno e non superiore a G mesi, al G% più 7»% per spese di provvigione. Previo avviso di otto giorni le cambiali potranno venir rinnovate, qualora venga restituito almeno un quinto della somma. 2. Accorda sovvenzioni sopra carte di valori pubblici e polizze di sicurtà sulla vita al (j°/0 esenti di spese di provvigione. 3 Sconta cambiali con garanzia di due firme a scadenza non superiore a 6 mesi al 0% esenti di spese di provvigione. 4. Apre conti correnti garantiti con malleveria di due firme solventi, per la durata massima di due anni al 6°/0 esenti di spose di provvigione. 5. Investe danari in effetti di sicurezza pupillare ed in ipoteche di sicurezza prammaticale a condizioni da stabilirsi. Le operazioni dal N. 1 al 5 sono soggette all'approvazione del Consiglio d'Amministrazione. 6. Riceve in deposito somme di denaro in conto corrente: a) per qualunque importo, non prelevando però più di 500 Cor. per volta, a vista al 21/2°/0. b) per qualunque importo prelevabile verso preavviso di 3 giorni al 23/4%- c) per qualunque importo prelevabile verso preavviso di 3 mesi al 3°/0. d) per qualunque importo prelevabile verso preavviso di 6 mesi al S'^Vo- e) per qualunqua importo prelevabile verso preavviso di 1 anno al S'/zYo 7. Riceve depositi al piccolo risparmio con versamenti mensili non superiori a Corone 50 ad eccezione del primo versamento che viene accettato per qualunque importo; non mai però il risparmio può essere superiore all'importo massimo di Corone lOOO. Rimborsi si effettueranno con preavviso di cinque giorni al 4°/0. 8. Assume operazioni di cambio e compravendita di titoli, cartelle e promesse di lotteria ecc., anche in forma rateale. Tutte le condizioni indicate sono valevoli fino a nuovo avviso. ————————— A V YISO La Banca popolare capodisiriana per facilitare il cambio della moneta spicciola ed in argento riceve in versamento a titolo di deposito e pagamento la moneta stessa purché sia consegnata in sacchetti sigillati e muniti del timbro della ditta elio effettua il versamento. 1 sacchetti devono esser completati in questo modo: Pezzi da 2 Cent. 1000 pari a Cor. 20 „ „10 „ 2000 „ , „ 2u0 „ „ 1000 „ , , 200 „ „ 1 Cor. 1000 „ „ „ 1000 „ I Fior. 500 „ „ , lOOO „ , 5 Cor. 200 , „ , 1000 *) La Redazione si dichiara estranea tanto riguardo alla forma quanto al contenuto e non assume alcuna responsabilità fuori di quella voluta dalla legge. Achille Piacentini, redattore responsabile. Tipografia Cobol & Priora. Comperate sencipre i fiammiferi della „LEGA NAZIONALE" Gli avvisi collettivi costano due centesimi la parola. 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