ORGANO DELL’UNIONE SOCIALISTA DEI LAVORATORI Anno VII. No. 358 Redazione e Amministrazione : CAPODISTRIA Via Santorio 36 - tei. 128 Prezzo 10 din — 20 lire ABBONAMENTI : T.L.T. Zona Jugoslava e R.F.P.J.: annuo din. 420, semestrale din. 220, trimestrale din. 110 Spedizione in c. c. p. PIANO SOCIALE Nella seduta dell’Assemblea Federale, svoltasi nel gennaio scorso, il compagno Tito ha detto «che tutto il nostro lavoro parlamentare, nei comitati e commissioni parlamentari, nei consigli esecutivi, nel-l’amm'nistrazione, negli enti e organizzazioni autonome dovrebbe essere più tranquillo, più solido, più profondo, affinchè tutte le nostre faccende potessero essere discusse pubblicamente, democraticamente e più profondamente, ottenendo l’appoggio di un numero sempre più grande di cittadini e di enti». Le parole del Presidente della Repubblica hanno avuto la loro ripercussione ne.pa, uemppstività, con va quale è stato elaborato lo schema del piano sociale federale per l’anno futuro, che giorni or sono è stato messo in pubblica discussione. L’industria, dopo una breve sosta nel 1953, tende a un costante e rapido aumento. Lo schema elaborato dall'Istituto federale per la pianificazione, riprende questa tendenza, e prevede un aumento della produzione industriale in generale del 15,1 per cento, mentre l’industria leggera dovrebbe portare lai propria produzione a un livello superiore del 17,3 per cento a quella dell’anno in corso. La linea ascendente della produzione industriale nazionale è poi di base al paral-leto aumento del reddito nazionale. Gli investimenti, in linea di massima, sono stati mantenuti a! livello dello scorso anno, con un minimo aumento. Si rileva, anche da questo schema di piano, la tendenza, già enunciata negli anni scorsi, di variare la struttara degli investimenti riducendo quegli industriali e aumentando gli investimenti nell’agricoltura e negli altri rami e-conomici, come anche per lo standard sociale. Naturalmente una variazione profonda in questo senso non poteva essere fatta, poiché ciò arvebbe compromesso la continuazione e la conclusione dei lavori sulle opere già iniziate. Nonostante ciò, la linea fondamentale che Io schema dei plano sociale persegue è di indirizzare l’industria ia un maggiore sfruttamento del potenziale produttivo esistente, alla cooperazione e alla produzione dei beni per la ricostruzione e l’edificazione nonché per la manutenzione degli impianti esistenti. Il piano dedica un’attenzione particolare al progresso dell’agricoltura. Tale progresso deve effettuarsi in armonia con le possibilità esistenti — finanziarie, industriali c produttive — anche adattando i fattori che possono influenzare tale progresso, quali le imposte, : prezzi, gli interessi bancari ed altro. Una larga applicazione dei metodi di contrattazione e di anticipazione, il miglioramento del trasporto e del commercio dei prodotti agricoli, il rifornimento dell’agricoltura di con. cimi, di macchinari e attrezzi e di sostanze difensive (reso possibile in maggior misura dalle aumentate capacità produttive della nostra industria e con l’aiuto dei regressi) sono tutte misure concrete, particolarmente rilevate dal piano so- k ciale, che daranno indubbiamente rapidi risultati e stimoleranno la produzione agricola. Un posto particolare nello schema del piano sociale viene assunto dalla bilancia commerciale estera, o in special modo dalle esportazioni che dovrebbero aumentare nel ramo industriale di 57 miliardi e in quello agricolo di 29 miliardi. Dalla realizzazione di queste mete, dipende se buona parte della nostra industria lavorerà a pieno ritmo, dipendono il perfezionamento e il completamento degli impianti esistenti, il pagamento dei debiti, il consolidamento della nostra autonomia economica o il rafforzamento delle nostre posizioni sul mercato mondiale. La distribuzione del reddito nazionale, proposta dallo schema del piano sociale, non contiene e non può contenere variazioni sensibili. Le uscite del bilancio federale sono pressoché uguali. Altrettanto si può dire di quelle previste per l’Armata, il cui equipaggiamento, nell’attuale situazione internazionale, non può ■ battere il passo dietro lo sviluppo della scienza e della tecnica. Data la stabilizzazione di queste due uscite. la sproporzione esistente nella distribuzione del reddito nazionale potrà essere gradualmente eliminata con l’aumento del reddito nazionale complessivo. Il suo previsto aumento per l’anno futuro rende possibile un aumento delle retribuzioni e del numero degli operai occupati per un importo complessivo di 33 miliardi di dinari. Di pari passo con la discussione dello schema del piano sociale federale, si è proceduto all’elaborazione dei piani sociali delle unità amministrative inferiori, in primo luogo dei distretti e delle aziende. Poiché la base dei piani economici dei distretti sarà costituita dai piani aziendali, sorge per le nostre aziende il compito di un attento studio di tutte le loro possibilità economiche che dovrebbero esprimersi nei piani da loro proposti. E’ importante sottolineare a questo punto la necessità che all’elaborazione di questi piani partecipi una cerchia quanto più vasta di lavoratori e in particolar modo che alla sua elaborazione partecipino gli organi della gestione operaia ad evitare che iì piano sia il frutto dell'opera del direttore e del contabile, come spesso successo. Si forma il lago di Jablanica Sabato 31. u. se. entro la gigantesca diga di Jablanica, sono iscese le due colossali saracinesche in acciaio a precludere la strada al tempestoso fiume Neretva e mentre da una parte della diga è cominciato a formarsi il Iago di Jablanica che sarà lungo 35 chilometri e le cui acque metteranno in moto i generatori della più grande idrocentrale jugoslava, dall’altra parte della diga, la Neretva si è trasformata in un tranquillo ruscello di montagna cessando, per sempre, di essere portatrice di acque malariche, di inondazioni e di lutti. Ecco un particolare delle gigantesca opera compiuta ttalie mani dell’uomo per vincere e sottomettere la natura. PANORAMA POLITICO SETTIMANALE JUGOSLAVO L ALLEANZA BALCANICA SARA’ FIRMATA A BLED Un grave incidente sul confine jugo-albanese - Firmato l’accordo jugo-turco perii pagamento beni nazionalizzati IL PROBLEMA TUNISINO E IL DINAMICO MENDES-FRANCE Il primo ministro francese non può essere certo accusato di man canza di dinamismo e di decisione, hi meno di un mese e mezzo — dopo aver superato con lealismo lo scoglio della questione indocinese ed aver riportato la pace in q ìel’a tormentata penisola — egli ha già messo a fuoco altri due p: iblcim endemici della pluriennale debolezza della Francia in campo interno e intemazionale: un piano economico per il risanamento finanziario e commerciale del paese e La questione tunisima. Per la Tunisia l'opposizione a Mendes-France dei vecchi puntelli militaristi del colonialismo troverà alimento anche nella opposizione di molti strati piccolo-bor ghesi che sono interessati diretta-mente nell’agricoltura e nei commerci ai quali si dedicano i 250 mila coloni francesi che si sono stabiliti in modo permanente nel protettorato e che dalle riforme di Mendes-France non solo temono per la perdita di potexe e prestigio politico per il passaggio del governo delle cose interne in mano tunisina ma, sopnatutto, temono la perdita dei numerosi privilegi economici che li hanno sino ad oggi protetti contro la concorrenza commerciale ed industriale dei 100.000 italiani e degli 80.000 maltesi di Tunisia. Opposizione meno apparente dei colonialisti quella del nazionalismo gaullista, ma non certo meno dura da superare perchè, fino ad oggi, ad aver impedito per Tunisi una soluzione politica, più dei trascinatori professionali di sciabole, è stata appunto quella rete di interessi economici che dai 250.000 francesi di Tunisia passa in Francia, dove si lega con interessi vasti di commer-.danti e trafficanti di ogni ceto, infine non è da escludersi che difficoltà per Mendes-France in questa questione sorgano anche da' Bey. Difatti, il primo ministro francese, con le annunciate riforme, non so lo tende a concedere l’autonomìa interna alla Tunisia — eccetto che per la politica estera e la difesa — ma mira anche, con l’elezione di un parlamento tunisini ), a trasformare la monarchia fe idale ed assoluta del Bey in una monarchia costituzionale a base pi. mentarc. Difficoltà non lievi, dunque, ma efe riteniamo, Mendes-France supererà, perchè può contare sull’appoggio del popolo tunisino e su quello del popolo e dei progressisti di Franzia che mal si adattarono fino ad oggi a vedere agire contro la libertà dei popoli coloniali la Francia del 1789 e della resistenza antinazista. Così come può contare su chi vede nella indipendenza e nella liberta dei popoli una garanzia di - pace mondiale. La guerra silenziosa Le forze armati cinesi hanno occupato dall’ottobre dell’anno 1949 al giugno di quest’anno sulla costa Sud-orientale della Cina 46 isole tenute dalle truppe del Kuomintang. In questa occasione sono stati messi fuori combattimento 352.000 soldati del Kuomintang. La conferenza dei tre Ministri degli Esteri, greco, turco ed jugoslavo, inizierà i suoi lavori il pomeriggio del giorno 6 a Bled e condurrà alla firma dell’Alleanza balcanica. Questo quanto ha detto al riguardo Branko Drašković, a nome del Segretariato agli Esteri jugoslavo nella conferenza stampa di venerdì. In riferimento a notizie della stampa occidentale circa divergenze che sarebbero sorte tra i tre Paesi balcanici, Drašković ha dichiarato: «Penso che non siano esatti i commenti di questa stampa quando sostiene che siano esistite serie divergenze. Aver reso di pubblica ragione la data della conferenza ha offerto alla stampa la possibilità di sbizzarrirsi in congetture che sono nella maggior parte infondate ed erronee.» Alla domanda sull’atteggiamento del Governo jugoslavo nei confronti di ciò che la stampa straniera scrive subingresso della Jugoslavia nel Patto atlantico, il portavoce del Segretario agli Esteri Jra dichiarato che ù nostro atteggiamento in proposito è sufficientemente*! noto e che non c’è alcun bisogno,di mutarlo. «Non ci sembra — ha detto Branko Drašković — che sarebbe utile ed efficace voler convincere qualcuno a far qualcosa che non corri-svoonda alle sue intenzioni. Noi abbiamo i nostri punti di vista circa le vie e i metodi più adatti per assicurare la pace e non abbiamo l’intenzione di imporli agli altri, nè intendiamo assicurarci qui una specie di, monopolio. A differenza del Patto atlantico, noi riteniamo che l’Alleanza balcanica sia un accordo tipicamente regionale». Interrogato se ci fossero delle novità circa la questione triestina, Drašković ha dichiarato di non poter dire nulla sulle consultazioni attualmente in corso, ma che in ogni caso la soluzione di questo problema dipende in primo luogo dall’Italia. «Abbiamo motivo di credere — egli ha detto — che in questa fase il Governo italiano mostrerà quel grado di ragionevolezza che renderà possibile la soluzione della controversia». La conferenza stampa si è poi animata quando alcuni rappresentanti della stampa estera hanno posto delle domande in relazione al processo e alla condanna a Cettigne del Metropolita ortodosso del Montenegro, Arsenije Bradvarević. E qui Drašković ha vivamente lamentato che i corrispondenti di Belgrado abbiano inviato ai loro giornali all’estero notizie inesatte e tendenziose, probabilmente raccolte negli stessi circoli ortodossi del Metropolita. «Se le informazioni in questione — egli ha detto — sono derivate da questa fonte, allora non mi meraviglio che il nostro ufficio informazioni a New York si sia trovato costretto a protestare per l’inesattezza delle notizie sul processo al Metropolita diffuse da un’agenzìa americana». * * Circa il processo di Cettigne, il giornale locale «Pobjeda» ha riportato quanto segue: «Nei giorni 27 e 28 luglio si è svolto il processo a carico del Metropolita Arsenije Bradvarević al quale ha assistito un folto gruppo di cittadini. La pubblica accusa ha addebitato all’imputato gravi atti criminali contro il popolo e lo Stato, e in base agli articoli 177, primo capoverso del codice penale, 119, secondo capoverso, e 174 egli è stato condannato a 11 anni e 6 mesi di, carcere duro. «Durante il dibattimento è chiaramente emersa, attraverso una inoppugnabile documentazione, l’opera. antipopolare dell’imputato. Gli stessi testimoni ecclesiastici hanno categoricamente confermato che il Metropolita Arsenije ha raccolto intorno a sè, fin da quando si è assiso sul seggio dei Metropoliti montenegrini, il clero più reazionario, il quale, nel corso della guerra, si è attivamente battuto contro il movimento di liberazione popolare. Legandosi esclusivamente con la peggiore reazione e con certo clero an- DAGLI INCIDENTI DI HAINAN AGLI ISTERISMI BELLICISTI DI SING MAN RHEE Mentre il realismo politico di Fa ri gi e di Londra — seguito ai risultati positivi della conferenza di Ginevra — è motivo di buone speranze di pace e di pacifica collaborazione nell’Africa settentrionale francese e nella Valle del Nilo, gli incidenti cino-americani di Hainan e il discorso del presidente sud coreano a Washington fanno sorgere nubi minacciose che potrebbero essere foriere di gravi tempeste per l’umanità. I nove giorni trascorsi dall’abbattimento dei due aerei cinesi ad opera della caccia statunitense, anche se le portarei americane hanno lasciato le acque della Cina, non sono stati ancora sufficenti a dissipare l’ondata di timore che l’incidente ha suscitato. Anzi, §otto molti aspetti, i timori, se hanno perduto qualcosa in immediatezza, hanno trovato fondamenti più profondi in quanto riguarda il futuro LE DUE ITALIE «Il Negus ha aggiunto una sua medaglia alla costellazione di patacche che orna il petto di Tito: cosi l’istriano Vidris, che settimanalmente riproduce la cospicua ventriglia su una pagina di «Candido» potrà aggiungere alle decorazioni al merito delle foibe e al lucchetto «Narodni svoboda» il nuovissimo alloro. Lo battezzerà forse all’Ordine della Manetta, o della «Catena al piede» ripensando a taluni costumi africani. Chissà se il Maresciallo ha intrattenuto l’ospite sulle foibe, sui campi di deportazione, sul lavoro obbligatorio e sulle altre delizie del regime tirino; è comunque certo che egli non può che aver trovato la più gran comprensione nel suo illustre ospite africano» (Da «la Cittadella» del 26 n. s.) Nel 1935 e 36 — quando «il nemico secolare di turno dell’Italia fascista era il Negus col suo governo «schiavista» dell’Etiopia — a Gorizia i giovani sloveni, partenti per la conquista dell’impero di Giuda all’Italia. venivano pugnalati alla schiena lungo il corso Verdi perchè cantavano nella loro lingua materna. Allora i giornali di Trieste facevano coro a quelli dello stivalone nell’inondare il mondo dì calunnie e di insulti contro il Negus imputato dello «orrendo eccidio di Gondar»; di aver compiuto razzie anche su territori delle colonie inglesi e francesi; di aver consentito che tm suo aviatore oltraggiasse la bandiera italiana; di aver esteso il suo dominio sul Gimma alleato dell’Italia; di aver ordinato «di soppiatto» la mobilitazione. generale e così via. Gli stessi giornali pubblicarono allora un «computo statistico» dal quale appariva che l’Italia aveva subito ben 91 provocazioni d’ogni grado da parte dell’Etiopia. Nel 1954 — quando il turno di «nemico secolare dell’Italia democratica» è passato a Tito ed alla Nuova Jugoslavia — a Trieste ed in Italia si condannano per alto tradimento gli antifascisti che hanno combattuto contro il nazifascismo e si mobilitano le divisioni «atlantiche» contro i ifaduni celebrativi partigiani della Jugoslavia di Tito. Ora i giornali di Trieste — dopo aver per nove anni confezionato i computi delle "«decine di migliaia di Italiani infoibati» sui quali ricostruire l’impero di Roma — hanno preso 10 spunto dell’incontro dei due «nemici secolari» di ieri e di oggi, per fornire un’altra convincente prova della continuità storica della politica romana. A prescindere da ogni riflesso su come l’Italia «democratica» — che trova la sua miglior affermazione in Trieste, sua «figlia prediletta» — ripari i torti, lutti e danni prodotti dall’Italia fascista alla Etiopia ed alla Jugoslavia, è doveroso dedurre che il Negus ben meglio avrebbe fatto «aggiungendo una sua medaglia alla costellazione di patacche che orna 11 petto» del Maresciallo Graziarli «leone di Neghelli» il cui ricordo umane imperituro ad Addis Abeba e che, negli scorsi giorni, ha impair'to nuove direttive al risorto fascismo italiano. più o meno vicino. E ciò appunto perchè la voce di Sing Man Bhee si è vista offrire l’occasione per far risuonare, in quelle che dovrebbero essere le severe aule del parlamento americano, l’aperto e cinico invito alla guerra preventiva contro la Cina l'invito cioè alla terza guerra mondiale, senza risparmio dì colpi all’uranio ed all’idrogeno. Per parte sua, Pekino ha creduto — per l’incidente di Hainan e per le parole di Sing Man Rhee — di sentirsi autorizzata ad inasprire il linguaggio nella polemica con Washington, invitando il governo americano a ponderare ben bene le responsabilità che ricadono sulle sue spalle per la permanenza delle truppe e delle flotte statunitensi a Formosa e nelle acque cinesi ad un tiro di cannone dalle coste della Cina continentale. Siccome sarebbe prova di eccessivo ottimismo credere che a Washington gli uomini del «China’s Lobby» — che molte leve del potere detengono in America —• vorranno comprendere la lealtà politica determinatasi nel subcontinente cinese, la probabilità di incidenti e di discorsi bellicosi sono tutt’altro che scarse per l’avvenire. Di fronte a questa situazione — nella quale Mosca, fra l’altro ha buon gioco nel legare a sè la Cina e nel dividere il mondo occidentale — l’opinione puhlica nei paesi amici degli Stati Uniti si và domandando con preoccupazione se realmente a Washington si creda che i vari Chang Kay Shek ed i Sing Man Rhee, assieme agli uomini del «China’s Lobby», valgano più degli interessi della pace e della collaborazione nel mondo. Pace e collaborazione cui Washington dimostra di essere interessata quando applaude con soddisfazione all’accordo per Suez o alle iniziative di Mendes-France per Tunisi. Eppure se al dipartimento di stato americano si continuerà ad usare due pesi e due misure facendosi sostenitori di una politica pacifica realista in Africa e nel vicino Oriente mentre in Asia si storce il naso per la pace in In- • docina e si allenta il guinzaglio ai Chang ed ai Sing non poche diffidenze — con le facili conseguenza politiche prevedibili — potranno sorgere in Europa nei riguardi della politica americana in generale. Per rendersene conto basta tener presenti alcuni commenti della stampa britannica agli incidenti di Hainan cd al bellicismo di Sing Man Rhee. Essi sono significativi. Per il presidente sud coreano le critiche hanno sfiorato l’indignazione pur esprimendo la speranza che Washington tappi la bocca che ha lasciato troppo parlare e, soprattutto, tenga ben legate le mani al bellicoso Sing il cui cinismo rasenta la criminalità. Per Hainan il liberale «Manchester Guardian» non ha taciuto che» il fatto che gli apparecchi americani ostentassero le loro ricerche nei paraggi di Hainan quando non vi era più probabilità di trovare dei superstiti dell’aereo inglese, ha ben potuto apparire alla Cina come una provocazione» mentre il moderato «News Chronicle» scrisse: «Ci turba rapprendere che le forze americane nel pacifico hanno avuto l’ordine di essere veloci nel manovrare il grilletto della armi. Questo significa andare in cerca di guai». Più chiari di cosi. . . Basterà questa chiarezza a far si che gli uomini del «China’s Lobby» comprendano che il mondo non può approvare nè i metodi nè i fini della politica di Hainan e di Sing? Se non altro è sperabile che a Washington ci si renda conto che un governo inglese che si accorda per Suez con l’Egitto ed un governo francese che cerca in Indocina e a Tunisi la pace negli accordi, non potrebbe seguire gli Stati Uniti in eventuali «guai». Il che per Washington significherebbe il peggiore isolazionismo e per Mosca la più insperata vittoria. tipopolare, il Metropolita manovrava per l’abbattimento del potere popolare in Jugoslavia e la restaurazione del vecchio regime monarco-fa-scista nel nome dell’ex — re Pietro Karadjordjević. «A questo scopo egli organizzava di frequente nel monastero di Cettigne — dove per secoli ardeva la fiamma del libero Montenegro — delle riunioni nelle quali veniva stabilita la criminale politica del suo gruppo. «Durante la Risoluzione del co-minform e anche dopo, quando i nostri oopoli erano impegnati nella lotta per la libertà e l’indipendenza della patria, questo nemico del popolo conduceva una propaganda demoralizzatrice allo scopo di indebolire il nostro spirito di resistenza e così invogliare la Russia ad attaccarci, Allora, egli sperava, si sarebbe mosso anche l’Occidente e con la vittoria di quest’ultimo si sarebbe ristabilito in Jugoslavia il vecchio potere. «Inoltre il Metropolita ha voluto ignorare tutte le misure e gli sforzi del potere popolare intesi a stabilire normali rapporti con la chiesa ortodossa e, sfruttando la sua alta posizione, ha acuito in mille modi questi rapporti. Ecco su cosa è basata la condanna inflittagli dal Tribunale circondariale di Cettigne». * * Un grave incidente ha avuto luo-o venerdì 30 al confine jugo-albane-si nei pressi di Prizren: una pattuglia di guardie di frontiera albanesi ha aperto il fuoco su un gruppo di soldati jugoslavi che stavano sostituendo i cippi di confine, uccidendo un graduato. In relazione a questo incidente, il nostro Sottosegretariato agli Esteri ha convocato d’urgenza il rappresentante diplomatico albanese, consegnandogli una nota di orotesta redatta in termini molto aspri. In essa si sottolinea la gravità dell’ac-_ caduto, in quanto il soldato jugoslavo stava compiendo un lavoro previsto dai recenti accordi jugo-albanesi. L’incidente ha provocato il più vivo sdegno dei nostri popoli. La «Borba» in un suo commento ha affermato che si tratta di. «un delitto a carattere intemazionale». Dal canto suo la «Politica», come pure tutta la nostra stampa, osserva che «con questo delitto gli albanesi non hanno solo tolto la vita ad un soldato jugoslavo, ma pure violato l’accordo per i confini da essi stessi proposto. Ciò dimostra che il desiderio del governo albanese di evitare gli incidenti di confine è soltanto apparente». Iiutia contro Portogallo per I volontari del partito popolare della colonia portoghese di Goa, in India, hanno occupato tre villaggi della colonia stessa nella zona di Nagar Haveli, compreso anche il centro amministrativo dì questa zona. La polizia e l’esercito portoghesi non si sono opposti a tale occupazione. II Governo : ridiano ha rimesso al rappresentante portoghese una nota nella quale si protesta contro i preparativi di usare hi forza conti c gli appartenenti al movimento di liberazione. Tutto fu «Con un funerale eroico, da caduti sul campo, i diciotto alpini stroncati dalla fatalità nel tragico incidente sotto il passo di Gavia, hanno lasciato in bara Ponte di Legno per i cimiteri dei loro paesi. — Ma un popolo intero era presente al rito, e quando, nella sfilata di ben centotrenta corone, la gente trasalendo leggeva su alcuni nastri il nome di Trieste, si sentiva oggi quassù che l’Italia era nel lutto, ma anche nella speranza, unita e completa.» (Dal Corriere della Sera» del 23 u., s.) Come centri il «nome di Trieste» e il perchè la gente, leggendolo su «alcuni nastri, trasaliva» appaiono cose incomprensibili, mancando un qualsiasi nesso fra il cedimento della strada sotto il passo di Gavia nella alta Val Camonica — che ha provocato il rovesciamento del camion precipitato nel sottostante burrone col suo carico di alpini — e il nome di Trieste, la cui lettura fa trasalire la gente a Ponte di Legno. Forse la spiegazione di questo rebus — altrimenti insolubile — può ricercarsi nel fatto che l’unico problema italiano U attesa di soluzione dei governi di Roma, dal 1945 ad oggi, è quello di Trieste, cosicché il no- 7 GIORNI me di questa città, condito in tutte le salse, è più che bastevole per riempire le bocche degli italiani in mancanza di altri alimenti per lo stomaco e la mente. Non è da escludere che da questo riferimentofatto col sistema dei cavoli a merenda — di alpini «caduti sul campo» si abbia voluto ricavare un nuovo grosso apporto ai 700 mila morti per la «redenzione di Trieste italiana». In materia di moltiplicazione di morti, —- quando il numero di questi deve avallare «i sacrosanti diritti dell’Italia su Trieste e sulle terre delle sponde dell’Adriatico, lago di Venezia — i governanti ed i circoli politici italiani sono maestri. Se poi a questi diciotto alpini «stroncati dalla fatalità» si aggiungono i due alpini annegati nel novembre 1953 nel rivo Grivò in Friuli durante le operazioni delle divisioni «atlantiche» di Pella contro i discorsi, i suoni ed i canti del raduno partigiano di Okroglica, allora il numero degli italiani caduti per la seconda redenzione di Trieste e. delle sue terre è piu che sufficiente per rendere nuovamente deserto il porto di Trieste ed inoperosi i suoi cantieri con la riannessione della «martoriata» città allTtalia. Se ne vanno gli inglesi da Suez MerorCosii scorso il Parlament» britannico ha ascoltato per bocca dea Ministro' degli esteri, A. Eden j termini dell’accordo »aggiunto con il governo egiziano sull’annoso problema di Suez. Il capo del Foreign Office ha ripetuto in genere quanto reso noto alla presentazione delle proposte bilaterali di circa un mese fa. Da questo fatto appare che l’attuale accordo rappresenta un compromesso fra le proposte orig -nari-e deill’una e dell’altra parte. I Britannici si impegnano di lasciare la zona di Suez entro i prossimi venti mesi e potranno ritornarvi, previe consultazioni con il governo de li Cairo, soltanto nel caso di un’aggressione alla Turchia o a uno fra i paesi della Lega Araba, mentre gli egiziani risponderanno dalle installazioni e del loro funzionamento, in collaborazione con società private inglesi e egiziane. La durata dell’accordo sarà di sette anni. L’opposizione laburista, che già era stata duramente attaccata da Churchill allorché Clement Attlee aveva proposto l’evacuazione delle truppe britanniche dalla zona del Canale, non ha mancato dii sfruttare il retromarcia dei conservatori dalle loro precedenti posizioni. A un’interrogazione di Attlee se il Primo ministro Churchill — uno dei più accaniti oppositori al ritiro dia Suez nel passato — avesse dato il suo consenso atl’accoirdoj lo stesso Premier ha risposto di ritenerlo utile e necessario, riconoscendo così il suo precedente errore. Lo smacco subito in piena aula dall vecchio Wilnmie non sì conclude però qui, poiché è. indubbio che il Partito laburista approfitterà di questa «autocritica» alle prossime e-lezioni per dimostrare la giustezza della propria politica. Realtà Grande malumore ha provocato negli ambienti governativi romani la notizia che il Governo austriaco ha inviato alle Grandi potenze un memorandum sul problema della minoranza nazionale austriaca nei Titolo del sud. Il memorandum ricalca gli argomenti presentati dai rappresentanti del partito popolare sud tirolese al Primo ministro Sceiba per protestare contro la mancata applicazione dell’accordo De Gaspeiri—Gruber. Come noto, con quell’accordo la minoranza austriaca in Italia aveva ottenuto uno statuto speciale, ma, sino ad oggi, il Governo di Roma mon si è ancora deciso a metteirdo in esecuzione, proseguendo nella sua politica snazionalizzatrioe del Sud Titolo, nonostante i deputati e senatori, eletti sulla lista dei partiti della minoranza nazionale austriaca, facciano parte della coalizione governativa e siano stati con ogni probabilità proprio i loro voti a contribuire alla lieve maggioranza dell’attuale Governo. Da rilevare che le reazioni di Roma, anziché essere rivolte, a una serena valutazione dei fatti e alla revisione della propria politica, coirne era logico attendersi, sono indirizzate all’irrigidimento sulle posizioni del non rispetto degli impegni presi nel 1946 a Parigi. Negli ambienti di destra si va anzi tanto lontano da chiedere alla coalizione governativa e al Consiglio dei ministri stesso la cessazione della coffla-borazione con i deputati dell partito popolare sud tirolese, i quali fanno parte della coalizione governativa. E questo non .fa che confermare come in Italia la discriminazione nazionale nei confronti delle minoranze nazionali non è una favola inventata dagli «ossessi dalia mania di persecuzione», come sì ama definire gli Sloveni, ma una ben dura realtà! Palliativi Sono avvenuti recentemente in Albania alcuni mutamenti nella direzione di quel partito cominfoirmi-sta e dell’apparato' statale. Enver Hodža, da 10 anni presidente del governo, ha lasciato la carica per conservare soltanto quella di primo segretario. A capo del governo lo ha sostituito Mahmed Seihu; finora vicepresidente dal governo e ministro degli interni, che ha ceduto quest’ultimo incarico al gen. Kadri Azbiu. Nella formazione governativa è stata .ricostituita ila presidenza e ripristinati altri ministeri, già eliminati lo scarso anno. Al plenum dèi Comitato centrale si è palliato molto della lotta contro il «culto del singolo» per la «direzione collettiva», unica garanzia alla giustezza della linea del partito. «Riorganizzazioni» hanno avuto luogo anche negli altri paesi satelliti, tranne in Bulgaria, ma sembra che anche là «il culto 'del singolo» sia destinato a finire presto. In questi giorni Cervenkov ha già parlato in tal senso. Simili mutamenti, seguiti alla morte di Stalin naJ-l’URSS e, gradualmente, negli stati satelliti, hanno evidentemente lo scopo di far riversare sud singoli il malcontento popolare e tentano di far uscire la situazione dal circolo chiuso dii un sistema lanltipopoiare di governo! EDUCAZIONE PROFESSIONALE LETTERE ALLA REDAZIONE Le crescenti esigenze dì buoni quadri professionali nelle fabbriche, nelle miniere e, in genere, in ogni ramo della nostra vita economica, pongono in prima linea, e in particolare dinanzi alla gioventù, il problema di una quanto più larga e accurata educazione professionale. Il problema è sentito nell’intero ambito nazionale ed è logico dedurre che in avvenire lo sarà ancoi più, -man mano che procederà lo sviluppo economico del Paese. La situazione nel distretto di Capodistria non è per nulla diversa. L’Ufficio per la mediazione del lavoro del C.P.D. non è in grado, infatti, di far fronte a tutte le richieste di apprendisti per i vari rami dell’attività economica distrettuale, quali il commercio, l’alberghiera, l’edilizia, la falegnameria, ecc. Molti sono invece i giovani —• e questo è un fenomeno naturale, positivo, se considerato dal punto di vista del progresso sociale — desiderosi di intraprendere la professione di automeccanico, per cui sonc destinati — e pure questo è un fenomeno comprensibile, anche se non positivo se considerato come sopra — a rimanere in lista in un’attesa che, in ogni caso, permetterà a ben pochi di veder appagata la propria inclimazione. Pochi sono i giovani interessati ad apprendere, ad esempio, il mestiere di bandaio, di fabbromeccanico, mentre nessuno aspira più alla professione di calzolaio, tappezziere, spazzacamino, cuoco, ecc. Un tanto sorprende, quando si pensi che moltissime località sono sprovviste o difettano di -uesti artigiani e si sa che queste sono attività necessarie a tutti, specialmente nei centri più lontani dalla costa. Abbiamo detto e ripetiamo che questo è un fenomeno comprensibile per l’attrazione che i rami economici maggiormente sviluppati esercitano sulle aspirazioni dei giovani ad un grado superiore di rapporti di produzione (industria) e conseguente maggiore possibilità di affermazione delie loro capacità, ma tale fenomeno non deve farci perdere di vista le necessità e, sopratutto, le possibilità del momento. La prospettiva in quel senso rimane e diviene sempre più ampia per il relativamente rapido sviluppo delle nostre forze produttive, ma tale sviluppo deve armonizzarsi con le necessità e, sopratutto con le possibilità del momento. E’ una cosa che i giovani e chi ha il compito di indirizzarli (in primo luogo i genitori) dovrebbero comprendere, sopratutto perchè ciò permetterà loro di fare il primo passo nella vita non più lungo della gamba. Ma, probabilmente, non sarà la naturale tendenza dei giovani ad affermarsi in attività più progredite l’unico elemento a influenzare l’attuale loro orientamento. E’ logico supporre si tratti pure di una tendenza a ricercare — e anche ciò è comprensibile, umano se vogliamo — una professione che richieda minore fatica fisica e offra un guadagno quanto più sollecito. Ad avvalorare questa supposizione citeremo che la Miniera di Sicciole ha richiesto, attraverso pubblico bando, 20 giovani da inviare a proprie spese alla scuola mineraria triennale, garantendo quindi una buona preparazione professionale e immediato impiego a studi terminati, ma rum è riuscita a racimolare un numero sufficente di richiedenti. E ancora: alla richiesta rivolta alle cooperative agricole di inviare ameno un giovane ciascuna alla scuola agraria per un corso annuale di frutticoltura e viticoltura onde preparare quadri che attualmente difettano, solo la cooperativa di s. Antonio ha corrisposto all’aspettativa. E dire che la frutticoltura e la viticoltura sono i rami più redditizi dell’economia agricola! Non altrimenti stanno le cose in altri settori. L’impresa edile «Gradbenik» di Isola, ad esempio, chiede 7 allievi muratori, 3 carpentieri e 1 terrazziere. 1 Cantieri «B. Kidrič» di Pirano necessiterebbero di 4 carpentieri e 2 fresatori; l’Ospedale civile di Capodistria abbisogna di 10 infermiere, 2 tecnici sanitari, 3 levatrici e 20 infermiere. Naturalmente in tutti questi casi fra le condizioni richieste è l’istruzione media inferiore, la scuola ottennale superiore o, in qualche caso, la sola VI classe elementare, studi che moltissimi nostri giovani hanno portato a termine. Concludendo, ribadiremo: i nostri giovani devono, rendersi conto che soltanto con un’istruzione professionale accurata e quanto più ampia potranno intraprendere una buona strada nella vita. Non devono lesinare quindi sforzo alcuno per raggiungere questo scopo, tanto più che ad essi viene assicurato ogni aiuto materiale e morale da chi pensa al loro avvenire. •'SV-K: Ancora sulla vendita Riceviamo e pubblichiamo: del pane a Capodistria I* i tir S* m ■ SUGGESTIVO TRAMONTO SUL CANAL DI LEME A «La Nostra Lotta» Capodistria Nell’ultimo numero del Vostro giornale è apparso un articolo nel quale si parla della vendita del pane o, meglio, della progettata ri-organizzazione di questa vendita. L’articolo in parola contiene alcuni dati inesatti che presentano la questione in una luce diversa da quella che sarebbe in realtà qualora dovesse attuarsi tale riorganizzazione. Prima di passare a tale argomento, vorremmo però accennare al fatto che, nonostante la riapertura del forno, chiuso a suo tempo, la qualità del pane non è migliorata poiché si presenta ancora poco cotto. Per quanto riguarda invece la ri-organizzazione della vendita, l’arti- I SUCCESSI DEI NOSTRI COLLETTIVI DI LAVORO Sessione del C. P. D. a Capodistria IL VIVAIO Dl CELEGA e il suo apporto alla nostra viticoltura DI PASSAGGIO AL CAMPEGGIO DI DEKANI QUANDO L’UTILE Ha luogo oggi a Oapodistria la XVIII. sessione delle due Gaimere del Comitato popolare distrettuale. L’ordine del giorno comprende i seguenti puniti : a) verifica idei mandato del neoeletto delegato nella III. unità elettorale del comune di Deklami e giuramento, b) bando di elezioni suppletive nei Comune di Šmarje, c) decreto sulle paghe com-' plementiari dei dipendenti del C.P.- D. e delle istituzioni di bilancilo, d) approvaBione idei decreti sulle paghe complementari delle istituzioni a finanziamento autonomo, e) approvazione di programmi d’investimento, f) proposte del Consiglio pie Teconomia del C.P.D., g) approvazione dei consuntivi delle imprese economiche e g) varie. Nielli prossimo numel’o dairtemo un breve resoconto - dei lavori. Il rapido progresso e le prospettive della produzione sono dovute alla modernizzazione dei metodi e alla perfetta organizzazione è unito al dilettevole Sono rientrati sabato alle loro sedi i 206 giovani del primo scaglione dal campeggio di Dekani. A sostituirli è subentrato, domenica 1. agosto, il secondo scaglione, che vi rimarrà fino al 7. c. m. Cogliamo quest’occasio-ne per pubblicare, sebbene con valore retrospettivo, quanto visto sul posto da un nostro collaboratore. Un altoparlante richiama l’attenzione del passante verso l’edificio del nuovo ginnasio di Dekani, mentre più a valle un altro porta l’eco di una musichetta allegra, che, nell’afa dei mezzodì, risveglia la mente un pò iinsonindlilba. E il primo passante saprà senza dub^ bio informare che là c’è un campeggio di giovani. Sono oltre duecento ragazzi, quasi tutti sui 18, 19 anni, venuti qui a trascorrere un periodo di vita in comune e apprendere tante cose cui a casa, forse, non oi hanno mai pensato. E che questa vita piaccia loro lo si capisce subito dalle prime parole: «Stiamo bene, andiamo molto d’accordo, si mangia -a ufa, Si impara, molte cose nuove e, isopratutto a vivere senza dare noia al prossimo». Ognuno saprà dire questo e altro ancora. Qualcuno troverà il modo di fare dello spirito su questo o quelFav venimento della vita nel campeggio, sul compagno ohe al rancio va in seconda, terza e anche più, e su un’infinità di particolari che magari nella Vita d’ogni giorno nemmeno si avvertono e che, invece, in quella collettiva assumono una importanza e un’interesse particolare. Sono venuti qui da Oapodistria e dintorni, Isola e Portorose, e piace toro godere di quelle -giomia-te serene, ora al solle,, ora all’ombra, ora alla frescura delle acque del Risano o all soffiar leggero d;el vento a sera. Di tutto quesito ci hanno parlato quelli che abbiamo incontrato nella nostra breve visita, visi noti e visi sconosciuti. In confidenza qualcuno ha arricciato il naso per via dela disciplina, ma vi Si adatta volentieri poiché ne comprende la necessità in un collettivo di giovani, che ancora debbono imparare a comportarsi verso il prossimo, saperlo rispettare e valutare giustamente. Presste poco lo Stesso ci hanno detto i compagni preposti alla direzione del campeggio. Ed è stato un vero piacere constatare la quasi perfetta 'identità di opinione : la disciplina, dopo le prime ore necessarie aUll’uffiataimetìt©, è migliorata rapidamente; così pure l'impegno di tutti a fare quanto possibile per trarre profitto da quel breve periodo di vita collettiva e quasi, ili rimpianto ohe presto debba finire . . . Il programma giornaliero della vita ial campo è quanto mai vario e interessante : la sveglia ( ahi ! airi!) alle 5, poi ginnastica, pulizia e, buona terza neH’ordine, da colazione. Fino alle 11.30 istruzioni varie, comprendenti ginnastica agli attrezzi, esercitazioni per il tiro a segno, nozioni culturali generali ; quindi, par . . . stuzzicare l’appetito (veramente per questo non ce ne sarebbe bisogno!) il bagno nel Risano e, dulcis in . . . mezzo un abbondante pranzo e il riposo fino alle 16. Abbiamo detto dul-cis in mezzo poiché dalle 16 alle 18 si susseguono varie attività sportive e culturali (ancora ginnastica, calcio, pallavolo, lettura di giornali, conferenze, scuola di canto, ecc.). Alle 19 c’è la cena, sempre ben accolta a concludere il programma . . 4 lavorativo (specialmente alla cena qualcuno Oi mette molto impegno, come anche al pranzo ! ) e a fine giornata il cinema all’aperto, che si proietta ogni sera fino alle 21, ara di andare a dormire, compito cui in verità tutti si adattano senza proteste. Al campeggio c’è un pò di tutto come si suoi di-re, dal beilo al brutto; dove il bello è rappresentato da tutto quanto abbiamo già detto sopra e il brutto, invece, dalla solita pecora nera ohe in ogni -gregge che si rispetti (per metafora, naturalmente-) non manca mai. E la «pecora nera» è, o meglio era incarnata da certo Cerarne Gino, da Portorose, il quale si lamentava di dover mangiare . . . troppa carne, che gli faceva male alito stoma-co, mentre a casa (diceva lui) e a Tiriesfcls, dove sareit^be- uncjoit-o a fare F«esule» itailianilSiSimoj poteva scegliere i «menus à la carte», motivo per cui gii altri duecento, ohe poveretti si adattavano ad andare in seconda, terza e più hanno pensato bene dii -spedirlo da mammà Bartoli, espellendolo «conam populei». E così, vedete, in quella pur breve permanenza al campeggio abbiamo imparato da quei giovani (anche da essi c’è molto da imparare ! ) a copiare dell’umorismo -anche se questo, in verità»1 è sempl)’ce e schietto, e soltanto nostrano. Investimenti 195*1 a Isola Un giorno1 della scorsa settimana il desiderio di risitare il collettivo di Cèlega fu più forte delia canicola estiva. Trovai gli operai, e le operaie intenti ai lavori più svariati,, ma la maggior parte di toro, legava le viti, cihe crescevano a vista dìocohio per cui, quasi ogni -giorno, devono e-ssere nuovamente negate all’armatura di le-gno e filo. Il trattore che i,l giorno prima aveva concluso l’aratura del vivaio-, era intento alla spruzzatura delle viti. Ecco un lavoro moderno che diventa sempre più comune nel Bu--i-ese. Dag^i operai) Urla qujlnidlilctina, seppi che essi trovano qui occupazione costante. Nella mass-ima parte curano le viti madre americane per poite-r produrre il maggior nu- mero di piante basse per le viti nobili. Curano anche le viti nobili, poiché, su di una superficie di 11 ettari, il viMaflo possiede anche una propria vigna, lavorata con la massima -diligenza e, quindi, di alto rendimento. Mi hanno mostrato una vigna più vecchia, dove quest'anno, raccoglieranno circa 3 kg. e mezzo di uva peir vite, e una più giovane innestata lo scorso anno, nella quale già alla prossima vendemmia, parecchie viti daranno un chilogrammo di uva ciascuna. Sono orgogiiiotsilssimi della vigna impiantata lo scorso anno. Per essa non hanno usato talee e barbatelle, ma ceppi. Ci si attende essa dia frutti copiosi nonostante sia appena -al suo secondo -anno di esistenza. I bravi operai di Celega 'Giorni addietro si è riunito a Isola i‘l Comitato popolare comunale per l’approvazione, -dèi programma investimenti 1954. Le opere previste nel piano forniranno la base allo sviluppo di numerose attività economiche utili alla cittadina e terranno conto delle proposte avanzate nel corso delle assemblee- degli elettori sulla riparazione di alcune strade. La costruzione di un bagno pubblico, proposta pure alle assemblee degli, ©lettori, verrà presa in considerazione in un secondo tempo. Assieme al programma investimenti, sono stati approvati il decreto sulle retribuzioni complementari al personale del C.-P.C. e l’a-d-esi-oine alla Conferenza dèi Comitati popolari cittadini1 della R.F.P.J. La gestione delle aziende COSCIENZA E IMPEGNO degli operai del “De Langlade,, Piccole industrie a Isola Ad Isola è entrata 'n funzione una piccola fabbrica di chassis per apparecchi radio, la «Mala opre-ma», che attualmente da lavoro a 10 o-perai. Fra una quindicina di giorni si prevede l’inizio dell’attività alla «Lesna galanteria», produttrice di soprammobili e oggetti decorativi in legno che già entro l’anno darà lavoro -a circa 100 operai. Ci sano braccia Che lavorano sòldo, laggiù a Bosisèdraiga. Abbiamo voluto fare, una visit,a al Conservificio De Langlade, ed i fiatiti ci hanno preso la marno costringendoci a ridurre questo scritto -ad una semplice parte introduttiva, mentre per quanto riguarda l’atitività dovremo riservarci uno- sp-azìio più ampio nei prossimo numero. Però non è -stata soltanto la tirannia dello spazio a farci mutare di proposito, ma anche la volontà espressa dei lavoratori della fabbrica, che «pretendono» con piena ragione di dirci direttamente come vanno bene le -cose nel loro conservificio. Oggi erano troppo impegnati nel lavoro e di tempo per noi non ne disponevano, perciò saremo da loro uno dei prossimi giorni. Ci siamo recati sul posto per con- Gli "sparvieri BB Di Salvare abbiamo tanto scritto e inoltre l>a 'sua p-ineta e -lei sue insenature sono tanto nòte, che metterci a decantarne la bellezza, sarebbe come rimettere in moto un disco -canto volte risentito. Questo vuol essere quindi solo- una nota informativa sulla -situazione turistica ih quella località. Ohi giunge davanti -alla pensione «G-ambozzi», cioè -al limitare della pineta, Si accorge subito della tendopoli ohe ha trovato posto sotto i piarti. Ci sono tendoni capaci di 10 persone e tende individuali, disposte in toelFordine, come si trattasse di un accampamento militare. Nel mezzo si aggira gente grave e panciuta e chiassosi adolescenti; una popolazione, insamma, di tutte le età, che si esprime in diverse lingue ma che ha molto in comune. Il fresco- della pineta,, i giochi improvvisati, la musica che esce da una radio non sono, infatti, di nessuno -in particolare. Collettiva è la gioia delle vacanze, la gioia per la 'stupenda natura. La pensione Gambozzi, uno- degli alberghi dell’impresa «Salvore», accoglie i servizi -logistici -della tendopoli, anzi ne è il quartier generale. Qui -sì f,a tappa arrivando e partendo, e -si viene molte volto af giorno: per mangiare, ritirare la pasta -e chiedere tutte le possibili informazioni. E’ da questo «q-uartier generai©» ch-e abbiamo osservato, -approfittando -della cortesia del direttore, J-urum Milivoj, il -turismo sal-v-orlno. Il gruppo maggio-re degli ospiti è -costituito da 104 ragazzi austriaci delltargainizza-zone «Sparviero rossa» che ripartono a giorni, dopo 3 settimane di permanenza. Un gruppo di altri cento ragazzi, -sempre austriaci,, daranno loro il cambio. Iteri sono partiti 69 studenti della facoltà di medicina di Lubiana. Le loro vacanze, di quindici giorni, sono scadute. Il seguono nella tendopoli 35 giovani di società sportive istriane. C’è anche un piccolo numero di singoli turisti, che varia di giorno in -giorno. Questo è il meccanismo del turismo; arrivi e partenze. Per il resto, tutto scorre tranquillilo, regolare. Solo il 21 corrente- oi sarà un pò di confusione. Circa 100 mezzi dell’auto-moitoclub -della Croazia •faranno tappa in occasione di un-a manifestazione sportiva Finterò giorno a -S-alvoire. Il rombo di cento motori non è -cosa da niente, ma forse nel bilancio- di una vacanza, in fin dei conti, una giornata un pò movimentata non guasta poi tanto. Al G-ambozzi non mancano idee organizzative. Oltre alle particolari condizioni di favore- praticate ne,i confronti dei collettivi di lavoro che intendono trascorrervi le vacanze, -sta -prendendo forma un week-end autentico destinato ad avere notevole successo. La popolazione delie località interne del distretto di Buie dista daj. mare quei tanto che basta a rimandare una g-iita famigli-aire perchè «con le corriere va via troppo tempo», perchè ima volita a Salvore «bisogna tornare subito indietro», e «così è scomodo», ecc. Alle corte; li Gambozzi offre pensione completa dal. sabato pomeriggio alla sera seguente per 400 dinari a persona. Cosa si può pretendere di meglio? Sempre .riguardo i prezzi, ci sia- mo stupiti nel sentire dire- che gli studenti pagano per il vitto- e Fuso d-e-lle -tende 230 dinari al gi-oirno. Ciò significa che, pur dormendo nella tendopoli, abbastanza confortevole del resto, c’è -a Salvore la possibilità di una bella vacanza per niente costosa. Con -ciò Fimprasa-alberghiera «-Sai-vara» non initenide affatto andare in fallimento, anzi al «quartiere generale» ci hanno- assicurato che potranno -coprire li|i deficit riscontrato alla fine del-lo scorso- giugno nonché -realizzare un onesto utile! Alcune nostre considerazioni sulle bellezze -naturali di Salvore hanno -spostato il discorso su quello che occorrerebbe fare -affinchè il luogo possa conservarsi ordinato. C; è stato detto che alcune strade e sentieri andrebbero curati meglio di quanto ora si faccia, che certe altre cose bisognerebbe fossero sistemate, ma a condizione di fermarsi qui. Un eccessivo lisciare, squadrare, ordinare i -dintorni della pensione Gambozzi significherebbe far perdere al luogo il sapore aspro, gemino di incantevole natura. l'turisti lo preferiscono così, e andandosene soddisfatti della vacanza, promettono di ritornare il prossimo anno. ALL’OMBRA RISTORATRICE NELLA PINETA DI SALVORE statare coi nostri occhi te. ottihie notizie che circolano su questo- stabilimento. E’ stato il -direttore, compagno Santin, a riceverci ma, saputi i nostri desideri, col p-iù chiaro -dei sorrisi, ci ha inviato a metterci nelle mani dei suol operai, cois-a perfettamente impossibile i-n quei momento. E’ sitato giocoforza per lui darci alcune .informazioni introduttive. Il Conservifìcio De Langlade è una -ditta privata-, passata alla gestione operaia, ed -i suoi -mezzi, fondamentali son-o si no- a-d oggi, purtroppo, rimasti gli stessi d’anteguerra. Quest’-anno però spira arte di rinnovamento ed in seno all ccnsi-glio operato si è staso un progetto per il miglioramento dei processo tecnologico, che pirobab'lmemte verrà presto attuato. In che consiste questo miglioramento? Più che altro si tratta di spostamenti di' reparti e di m-ac-ch’oario, che -renderanno la produzione -più razionale ed igienica, e -chhe eleveranno ili fattore di rendimento di un buon dieci per cento. Logica-mente, questi lavori richiederanno una spesa, che valutata grasso modo, potrà aggirarsi sui venti milioni. Sinor-a infatti questa fabbrica si era sviluppata senza un sistema preordinato, ma così, reparto su reparto-, come la necessità contingente richiedeva. Ora invece che il ritmo lavorativo h-a raggiunto una costante abbastanza e--levata, è giunto -il momento di pensare alla migliore sistemazione dei mezzi di produzione. Il direttore h-a voluto così illustrare in larghe linee le variazioni contemplate nel progetto. Come -prima casa si è pensato alla -separazione dfei mezzi meccanici dai reparti della lavorazione manuale, ciò per due ragioni : in primo -luogo per principi igienici, in -secondo per praticità. Questa nuo-và sistemiazioane richiederà la costruzione di un capannone, che potrà d’al-tro canto contenere anche una attrezzata officina meccanica, Lo -spazio lasciato libero dalle macchine dovrebbe naturalmente venir utilizzato per Fampliiamemto del reparto di lavorazione a mano, con passibilità di aumento della produzione. Altre notevoli migliorie sono contemplate per il reparto «ouci-nat-uira» ed è pure in progetto là costituzione di un gabinetto chimico di controllo delle materie prime e dei, prodotti finiti. E’ stata per noi una lieta sorpresa entrare in questo stabilimento e sentirvi spirare aria di primavera. Si può diire ohe del nostro passaggio non -si è accorto- nessuno, tanto i lavoratori erano intenti e-d alacri ai propri tavoli. E’ con questi protagonisti della vita dei conservificio che noi ci siamo riservati llappun-t'amento di questa settimana. Parleremo con loro de; sistemi di lavorazione, della bontà -garantita dei loro prodotti, della stima che essi godono nel moltissimi paesi ove vengono esportati. Siiam-o certi di ricavare moltissimo dalla intervista ohe noi faremo, poiché è grazie alla taro coscienza che lo stabilimento conta un bilancio fortemente attivo e che il problema della riduzione degli stipendi non ha mai fatto capolino -a questa porta. L. P. si meravigliano -della mancanza di fiducia che alcuni, anche bravi viticoltori, hanno verso la semina dei ceppi e m’hanno pregato di rivolgere, sulle colonne del giornale un invito a questi dubbiosi, e a tutti gli agricoltori di visitare la loro grande vigna -di Prašta,ria, nei pressi di Bustaia, per poter di persona vedere l’utilità di questo rapido metodo d’imp-iiainto del-l-e vigne. M’hanno mostrato, fieri dei risultati raggiunti, -anche l-a coltivazione, curatissima, delle giovani piante di olivo e pero. Come lavoro secondario, coltivano anche pomodoro, dal quale, queist’anno, si -attendono un rendimento superiore ai 3 chilometri per ' pianta. La produziione; a prezzi favorevoli, andrà al Con-servificio «Dra-gogna» di Umago -con in quale per Fanno prossimo hanno preso accordi anche per la produzione di fragoloni, che saranno venduti alla fabbrica al prezzo di 45 dinari per chilogrammo. I lavoratori -di Celega lavorano a contratto, e questo sistema di pagamento ha aumentato la produttività dal loro lavoro e-d i loro guadagni. All’inizio molti operai erano titubanti nellFaocettarlo, ora però tutti rlocncisccln-o la sua utilità, m-a ritengono che debba essere completato co-n la concessione di premi e altri riconoscimenti per risultati -speciali conseguiti nel lavoro. Ciò contribuirebbe senz’a-lbro-ad elevare il loro interessamento-. Negli ultimi- due anni il vivaio di Celega ha aumentato sensibilmente jH pmcpTio piat-9-nzia-meinitio produttivo jn seguito- a -rilevanti investimenti (circa 10 milioni di dinari). Molto è stato speso per la nuova armatura di viti madre. E’ stato introdotto anche ,^acquedotto, ch-e dovrà essere anc'oira -allargato, per garantire la produzione -negli anni -di siccità e in special modo la produzione delle barbatelle. Nel colloquio con il direttore del vivaio abbiamo appreso una serie di nuove iniziative l-a oui attuazione) presumibilmente; -contrib-rVxà aiìFuIiteifiore progresso di questo ente. Nei futuri cinque anni saranno rinnovate tutte le Viti madre. Tale lavoro si è iniziato lo scorso am-no sulla superfice di un ettaro. Allo scopo di aumentare la produzione dei cepp-i, verrà costruita la stratificale, necessaria alla preparazione di questo mezzo tanto importante nella viticultura moderna. La lavorazione delle vigne verrà fatta con in trattore in prc-prio, che isa-rà usufruito anche d-a; viticoltori delll-e -ciaimp-a-gn-e circostanti. I buoi, al vivaio non saranno necessari, -per oui alleverà mucche da latte, anche per la mancanza dello stallatico. La produzione enologica e casearia -acquisterebbe maggiori possibilità se ài vivaio fosse- -annessa la fattoria Filippini, comprendente circa 70 ettari di terreno, oggi male coltivati, e una stallia vuota della capacità di circa 60 bestie. Ho sentito che anche questo problema è in discussione e si spera che tra po-oo jil vivaio potrà usufruirne in affitto. Fabbrica motocicli a Sežana Avrà inizio tra breve a Sežana la costruzione di una nuova fabbrica motocicli. Si prevede che l’ob'etti-vo industriale, i cui fondi d’investimento saranno forniti dal Governo -della R.P. Slovena, sarà completato entro i cinque prossimi anni e impiegherà dagli 800 ai 1000 operai. Per i lavori di quest’anno sono stati stanziati 25 milioni di din. Festival di pompieri a Capodistria Il 3 ottobre p. v. si svolgerà a Capodistria la -manifestazione conclusiva del festival -dei vigili del fuoco del distretto. NeH’-agosto e -settembre i singoli reparti gareggeranno neliFcirganizzazione del servizio antincendi e nella preparazione-dei propri membri. Raduni avranno luogo anche nei oapoilluoghi di Comune. Il 12 settembre avverrà a Pìraino la consegna della bandiera a quel reparto. Seguiranno e-sercitazioni tafctichhe e un saggio ginnico con l-a partecipazione di giovani vigili del fuoco e degli ap-partimenti ai servizio antinoendi deil’A.P.J. di Portorose. CAPODJ.STRIA TRE CONDIZIONALI Presso il Tribunale popolar« distrettuale di Oapodistria sono sta ti celebrati 2 processi per violazta ne ài decreto delil’AMAPJ sul movimento -delle persone atbraversc la linea di demarcazione fra le du« zone del territorio. Nei primo processo talli Dea-k Katica, da Fiume e Fedu-rié Katica, pure, dia Fiume sono state condannate a 5 e, rispettivamente, a 3 masi di reclusion« con il beneficio della condiz’onale Terza fiumana, processata per l’identico reato, è stata Biauovié Anna, e an-ch’essa se l’è -cavata con tre mesi co-n la condizionale. * Il CONCORSO \ \ colista afferma che, dopo, avremo otto rivendite, numero corrispondente a quello attuale. Nulla di più inesatto. Oggi alla vendita del pane provvedono tre forni, due latterie e una pasticceria e in più, non otto, ma, secondo quante noi siamo riusciti a contare, esattamente 16 negozi di generi alimentari. Quindi complessivamente 22 rivendite del pane. Nonostante ciò, nelle ore mattutine, i negozi, specie quelli centrali, sono sovraffollati di massaie per l’acquisto del pane. Immaginiamoci dopo quando queste rivendite saranno ridotte a un terzo. Allora invece di fare la fila solo la domenica, la faremo ogni giorno. Riteniamo che un inconveniente simile, a 9 anni dalla fine della guerra, non dovrebbe più esistere. Si vede che gli ideatori della progettata riorganizzazione sono degli uomini che in materia, non hanno chiesto nemmeno il parere delle proprie mogli o madri. Per conto nostro il meglio sarebbe che le cose restino così come sono. La scusa dell’igiene non regge poiché, in fondo, dipende dal buon senso dei commessi, di tenere il pane separato dalle cose odoranti quali il sapone, ecc. Resta da risolvere la questione della domenica. Anche in questo caso sarebbe meglio che gli organi Economici del connine riconoscessero l’errore fatto a suo tempo, ripristinando la vendita del pane in tutti i negozi per due ore mattutine della domenica. Ma se ciò non è possibile (e, doverosamente, riconosciamo che anche i commessi dei negozi di generi alimentari dovrebbero avere almeno due giornate di riposo al mese) la domenica la vendita del pane potrebbe essere effettuata dai forni, dalle latterie e dalle pasticcerie pér tutta la mattina e dalla metà dei negozi di generi alimentari per tre ore, cioè dalle 7 alle 10. In compenso, questi negozi di turno, potrebbero chiudere al pomeriggio del sabato o di qualclte altro giorno. Riteniamo che una cosa simile potrebbe incontrare l’approvazione delle nostre colleghe con la borsa. Oltre a ciò si raggiungerebbe ancora uno scopo, da non sottovalutare, cioè il risparmio di denaro sonante che, diversamente, sarebbe speso per la progettata apertura di due nuovi negozi per la rivendita del pane. Un gruppo di massaie capodistriane NASCITE : Pucer Nevenka di E-mi-lio e Baru-ca Maria; Omahen Majda, di Albino e An-dridi Ma-falda; Dudine Roberto, di Livio e Monaro Pi-a; An-drij-ašić Vojko, di Srečko e Starc Maria ; Banica Srečko di Giuseppe e Viter Carolina; Grme-k Armando-, -di Armando e Rožnik Liliana; M-arsetić Roberto, di Guerrino e Tuscan -Olga; Franza Adelia, di Bruno e Zonta Anna; Kocjančič Oititavioj di Carlo e Kocjančič Maria; Vatovec Raimondo, di Mario e Reja Erminia; Poropat Franca, di Tullio e Cerg-olj Maria; Bordon Vesna, di Cesare e Kozlovič Elda; Krmac Vilma, di Krmac Jolanda; Bologna Nevio, di Ernesto e K-rauf Carmela; Hrvatin Zorko, di Amelio e Grbac Maxi,a; Kocjančič Elda, di Renato e Tripar Amalia; Kocjančič Sonia, di Giuliano e Markučič Maria ; Krmac -Sonia, di Francesco e Roj-a-c Paola. MATRIMONI : Sabadin Emilio di anni 22, operaio con Maršič Zvezdana di anni 21, operaia; Umer Danilo di anni 30, commesso con Sabadin Celestina di anni 22, casalinga ; Tedeško Giusto di anni 29, operaio con Kocjančič Amalia di anni 24, casalinga; Krmac Guido di anni 24, trattorista con Lo-red-an Emilia di anni 18, casalinga. DECESSI : Gregorič Maria di anni 64; Deponte Domenico di anni 61 ; Ražman Antonio di anni 67 ; Arh Vesna di giorni 3 ; Kozlovič Silvano di piami 4. ISOLA MATRIMONI : Gianni Albino di anni 23, meccanico con F-elluga Liete di anni 21, operaia. DECESSI : Boini-n Giuseppe, di anni 28. BUIE NASCITE : Buršić Dario, di Giuseppe, e Cassilo Lilia-na; Udovič Boris di Luigi e Parnić Maria. MATRIMONI; Šavle Marco, agricoltore idi anni 22 con Dionis Emilia -di anni 16, casalinga. Il Comitato popolare comunale cittadino di Pira,n-o — Cona'-gli-o per l’Istruzione e -la Cultura — indice un concorso ad insegnante di musica presso il Ginnasio italiano e direttore delia scuola di musica cittadina. Le condizioni richieste sono: diploma di accademia musicale e conoscenza delle lingue italiana e slovena. Gli interessati facciano pervenire regolare domanda con i documenti richiesti, entro il 30 agosto p. v. ßfEDl’, r— 3 agosto 1954 a città delle biciclette lenza incidenti stradali r feriscili sui gusti e gli avvenimenti del caleidoscopio lubianese (Nostro servizio) POIANA — luglio. Lubia-la città dalle 733 stanuj le quali, in questi gi>or-d'afa canicolare soprag-,p, ad uin tratto dopo un 'jgtre senza primavera, 'jdono, pausano, sì sofferiß si incrociano e ripassa^ ’ aitare duecantocinquanta . parsone al giorno —• è jittà dello spazio e del jg. Costruita sopra una „de che ancor otggi non è prosciugata, la capita^ j[0vena ® urna cilttà prevalente di bassa cosferu-can case che non si iossano, non fanno a go-: non si soffocano, ma sparse, scostate, aiwi-^aindotsd a chiazze verdi jrticeili e parchi, di cintu-ji aiuole e di grandi giar- dini e boschetti, attraversati dal nastro azzurro della simpatica Ljubljanica, se non ci fosse la quale non avrebbero i lubianesi i monumentali Tre Ponti. La periferia larga, lontana, '} ricca di belle colonie e nuovi quartieri sempre fra cinte di verde come ce n’è tanto sugli spalti del Gastello, nella Valle delle Rose, nei Parco dai Tivoli, verso Zavolje, Zadoforava, Zalog, Zaidvor Vižmarije, Vevče con la sua Cartiera, Šentvid, Šmartno, Stožfice e Poljane . . ★ Dlimvemo — oh questo sole quanto ci fa pensare a quei giorni di freddo! — in questa città che conta un alpinista su ogni dieci abitanti e sciatori in ogni fami- li d’aquile sui «pascoli del cielo», caratteristico esempio della natura in Slovenia glia, il traffico degli automezzi è quasi paralizzato dalla neve ed i cittadini, in folla, sci in dispaila e zaini ben fomiti, assaltano i itreni che corrono verso le stazioni subalpine. In primavera (ma queisit’ammo non c’è stata primavera, abbiamo già detto) ed astate tutte le 'strade sono invece ingorghe di automobili e cavallini d’acciaio. Ogni famiglia possiede una 5 due biciclette, dalle vecchie marche austriache alle italiane, eleganti e snelle, ed a quelle resistenti e solide di produzione nazionale col solito freno a pedale. Cen Pola, Lubiana detiene iim Jugoisla-via il primato per ili numero delle biciclette : soltanto quelle registrate all’ufficio traffico raggiungono le sessanfcamilà! Basta gettare uno sguardo alle strade, in sul mattino di buon’ora o al vespero per convincersi che qui la vita procede non tanto a bordo dei tramvai o filobus quanto e soprattutto sopra due esili ruote di gomma. Nonostante ij traffico di biciclette, automobili, camions, tram, filobus e pedoni sia sviluppatisa’mo, gli incidenti stradali sono una rarità a Luibana come gli aranci. Ciò è dovuto sopratutto aii’impecoabile, intransigente servizio dei militi ed alla tradizionale, meglio, proverbiale disciplinatezza ed 'amore per bordine degli sloveni. Dei lubianesi in partcolare. E so^ no belle prerogative, non c’è che diire. Perchè questo popola, grazie, scipratutto alle sue caratteristiche ed alla sua forza di volontà, ha saputo far grandi passi in a-varttìi in tutti i settori della vita sociale. I lubianesi non seguono oidi vestìiere moide stravaganti e mutevoli, nè amano troppo le imitazioni!. Hanno, uomini e donne, gusti «nazionali», soibrii e ben equipaggiati. Eppure la capitale è nota perché sa vestire bene (da gente, si intende). Anche se ili numero di otto ,parrucche™ in una città così grande sia esiguo', come è scarso il numero delle profumerie — soltanto due — mentre le diro-g'herie sono sei, in compenso Esistano però ventisei tra fabbriche, cooperative, ed officine — botteghe di calzolai, ben dieci saloni di moda e trenitanove sartorie che, pur essendo per numero al primo posto fra tutti gli altri rami artigianali in città, sono pur sempre troppo poco per le richieste dei olienti. La moda femminile è va-ria come i gusti che rendono difficile la classificazione. Ma una valutazione sommaria, presa dalle registrazioni medie, porterebbe alla conclusione : predomina il nudo con le camicette scolliate, seriche vesti a campana poliicromate oi pantaloncini «kaki» aderenti alle cotscie ohe vannoi poco oltre il ginocchio, e capelli acconciati 'alila maschietta come ogni anno, per praticità. Con questo caldo tropicale che giorni fa ha gettato nella costernazione un mio a-mico giunto dalle parti di Tolmino dove si battono i denti dal freddo, ogni indumento 'superfluo è urna dannazione. E le donne belle di hanno tutto da guadagnare. Per le brutte . . . I lubianesi hanno una gran passione per ile gite, escursioni e scampagnate. Bisogna notare ohe j.a periferia della capitale rappresenta uriatìtrativa irresistibile. Andiamo al parco dì Tivoli, Foasi della freschezza e del riposo, per seguire le fughe degli sooiiattoli. le passeggiate di una folla d’oigri sesso ed età, unirci al chiasso -del Circo, ai gorgheggi infantili al parco dei divertimenti, e lo lasciano dì sera agili innamoraltip Lasciamo l’orto botanico alle comitive di studiosi e studenti ed il giardino zoologico ai curiosi. Arrampichiamoci al castello con le sue torri, terrazze, bar saloni, la sua visione panoramica di vedetta, i suoi viali magnifici che ricordano primavera. sulla torre, punto di orientamento con apparecchi di 'osservazione delle Alpi, centinaia di migliaia di ospiti hanno riempito di firme — ricordo le pagine di un libro. I forestieri giungono ogni giorno quassù^ Mentre di domenica è una gran ressa sugli spalti della muraglie 'antiche, sulle terrazze del gran ristorante e lungo i viali. Da Trieste giungono abitualmente colonne di «Ve-sipa» e «Lambrette». Altra meta dei lubianesi sono Rožnik, i terreni dii caccia, e le rive del fiume Sava per i bagnanti. La spiaggia lungo il fiume è un vero formicaio umano. E non basta evidentemente ai lubianesi ohe a-mano l’acqua tanto quanto Ha neve per sciare. Così anche il grande bacino del bagno cittadino è gremito e . . . E moltissimi fanno invece lo zàino per il mare. Una inquadratura del film giapponese «Lettera d’amore» che tanto interesse ha suscitato nei rece nti di festivals europei I FIGLI DI MATTEO film inglese girato nelle foreste australiane ed interpretato dia Kan Wayne, John O’Malley, Toni Collins, Michael Pate, Max Lemon, Wewdy Gibb. Regia di Charles Cauvel. Matteo decide di portarsi con la sua numerosa famiglia in Australia, giuntovi, si porta nell’imtemo e si stabilisce in un terreno mai prima calpestato da piede umano. Con un duro e tenace lavoro riesce piano a piano a costruirsi una piccola fattoria, dalla quale ricava gli e-lementi Strettamente necessari al sostentamento della famiglia. Di anno in anno la proprietà si ingrandisce, ma quando i figli diventano grandi, cinque figli e due figlie, la fattoria non può e-gualmente bastare a tutti. Insieme con un amico alloggiato vicino, Matteo li invia neH’intemo, dove dovrebbero provvedere a sè stessi. La carovana, alla quale si aggiunge la figlia del vicino, Karin, si mette in moto e penetra nella foresta ancora inesplorata. Dopo -un’immane e lungo 'lavoro, riescono a costruirsi la loro nuova casa. Quando tutto sembra procedere nel migliore de; modi, avviene il fattaccio. Due giovani figli di Matteo vengono alle mani, perchè ambedue invaghiti della belila Karin, loro a-mica dliinfanzia. Tutto il lavoro fatto sta per essere rovinato dalia folle gelosia dei due fratelli. Arriva però in tempo la loro' mamma’ ohe riesce a rappacificarli, cosic- ché la nuova fattoria può iniziare una nuova e prospera vita. HARLEM VINCE SEMPRE Bill- Tausend, un giovane negro studente in chimica, aspira a diventare ricco, perciò tenta di convincere Fal-lenatore di pallacanestro Saperstin che lo includa nella sua squadra. Accontentato, Bill diviene un breve lasso di tempo il miglior giocatore nella famosa squadra palla-cestilstica dei Harlem Glober-trobters. Alla vigilila di un importante incontro Bill abbandona di nascosto la squadro er andare a sposarsi con Anna, pure studentessa, AiiY'Ustzilfla deHìafflbeirigc* ppr un banale incidente, si ferisce ad un piede, cosicché il giorno dopo la squadra gioca il più importante incontro dell’annata senza il miglior giocatore ; la partita viene perduta. L’allemiatore infuriato licenzia Bill, il quale però passa subito ad un’altro club. Durante la convalescenza gli viene proposto pure un posto di assistente all’/università per la cattedra dii chimica. Prima di accettare questo incarico, Bil, saputo che i Glob entro t-ters si stavano preparando per un nuovo importante incontro, si reca daU’alle-nato-re Saperstin e lo prega di rimetterlo in squadra. Accontentato1, Bil gioca neiH’incoin-tro in modo stupefacente e porta la propria squadra ad una grande vittoria sportiva, che cancella la sconfitta riportata in precedenza causa la sua assenza. IL RETTILINEO D’ARGENTO e il turista "globe-trotters II La pressione dei campings e le strade - Piroscafi e vecchie caffettiere in circolazione MOTORI DELL’AVVENIRE ria con maggiore insistenza della prossima avventura interplanetaria he insistentemente sistema non dava -però un sembra essere in via di defi-ressante notare che, in com- i che insistentemente la della prossima av-tora interplanetaria, la aca -meccanica è tutta *sa alla ricerca dei più anali e potenti mezzi di -pulsione. Tutti ormai sanche per raggiungere al vicino pianeta (la Luna), '» necessario poter contare una velocità iniziale di mila chilometri al secon-Con i mezzi sinora a posizione, questa era rite-3 una meta irraggiungibi-.( d’altronde, l’energia ato-P sembrava non facile a Baisi. Oggi però la tec-3 ha conquistato un mez-tspace di muoversi a velò pazzesche, senza foiso-!| di trascinarsi dietro ■^otità impossibili di carote. E’ questo l’autoreat-■■ detto scientificamente dido supersonico». .pke», U micidiale razzo guidato, alla partenza r meglio comprendere izionamento ed d van-di questo meraviglioso ;,e> bisogna prima fare 3 di cronistoria dei tipi denti, a cominciare nasate dai razzi tipo «V». 3esti si utilizzava il ca-3vilu.ppato da una forte ■dà di benzina in conti-c°mbustione; l’aria, en-0 da dei canali laterali, .'dava di volume fuora-d dalla parte posteriore •orte pressione. Questo sistema non dava -però un rendimento adeguato all consumo. Si pensò allora di aumentare l’afflusso dell’aria mediante un sistema di pompaggio a turbina. Nacque così il turboreattore che diede, a dire il vero, risultati sorprendenti, tanto da essere applicato ai normali aerei. Si era però ben lontani dalle velocità richieste per i viaggi spaziali! Giunse l’energia atomica e con questa spuntarono nuove speranze di conquista. Si trattava però di rendere trattabile una tonte spaventosa di forza, ed a tale scopo si arrivò nella maniera -oiù semplice. La disposizione generale di questi pro pulsoiri nucleari a reazione è uguale a quella del tipo classico, con la differenza che sono scomparsi i serbatoi del combustibile e le camere di combustione, sostituiti da una piccola pila atomica che porta ad altissima temperatura i gas che l’attraversano. Per questa funzione è previsto l’uso di pile omogenee, costituite da miscele porose che consentono un buon scambio di calore, tra gli elementi della pila stessa e 1 a-ria che l’attraversa. L’autoreattore è il più semplice tipo di motore esistente. L a-ria è compressa nel diffusore anteriore, per effetto della velocità -stessa del mezzo viaggiante. Essa, nel passare attraverso la pila nucleare, si riscalda, aumentando enormemente di volume, ed uscendo dalla parte posteriore imprime al mezzo un altis-sima velocità. Il raffreddamento della pila avviene naturalmente, grazie al canti-nuo afflusso di aria fredda. L’autoreattoTe, o «atodido», è adatto solamente per velocità supersoniche e bisogna perciò prevedere mezzi ausiliari di propulsione, sia per il decollo che per l’atterraggio. Ma questo non può costituire assolutamente una difficoltà. Uri serio impedimento, invece, è costituito dalla scelta del matenale di costruzione, speciale per altissime -temperature e dalle difficoltà di protezione del personale viaggiante, contro le pericolosissime radiazioni atomiche. Il primo problema sembra essere in via di definitiva soluzione; il secondo è ancora ai primi passi. Un’altra notevole difficoltà è rappresentata dalla regolazione della potenza, sviluppata da questi motori. Le pile nucleari reagiscono molto lentamente ai comandi delle barre di controllo, e non si può contare sul loro ausilio. Ciò rivela la necessità di regolare la velocità dei razzi agendo direttamente sui gas uscenti. In tal modo la pila funzionerebbe a regime costante, mentre l’aria calda uscente potrebbe essere opportunamente mescolata con aria fredda che ne diminuirebbe molto l’azione propulsiva. Come si vede, l’energia nucleare è entrata prepotentemente nella tecnica della propulsione, ed è ormai l’unica via seguita dagli scienziati che si dedicano allo studio dei viaggi interplanetari. A questo proposito è inte- ressante notare che, in contrapposto al famoso progetto dell’ingegneire tedesco Werner von Braun, ritenuto come «ufficiale» per il primo viaggio interplanetario, è comparso sulla scena quello di un altro autorevole scienziato inglese, Arthur Clarke, membro dell’associazione interplanetaria intemazionale. In questo progetto viene superata l’idea del pianeta artificiale da usarsi in un secondo tempo come base di lancio, sostituendolo invece con un unico razzo, composto di due parti ben definite, chiamate alpha e beta e destinate a compiere due funzioni differenti. A beta infatti spetterebbe il compito di superare il primo sforzo, e di portarsi sino all’ultima orbita di gravitazione. Da qui essa prowederebbe a lanciare la parte anteriore, alpha, verso la luna, e questa proseguirebbe senza bisogno di alcun mezzo propulsore, non essendo legata a forze di gravità. POLA, agosto — Oggi di rado il turista ritorna a trascorrere le vacanze nella località dovè stato l’anno precedente. Il turista di rado fa ritorno a quell’albergo, a quella spiaggia o a quel rifugio di montagna. Sono passati i tempi in cui i borghesi in vacanza facevano ritorno all’albergo «Riviera» o «Excelsior» o come si chiami, in quella località balneare di moda. Oggi molti centri balneari risentono le conseguenze di una notevole diminuzione di ospiti. Il perchè è facile capirlo. Il turista moderno vuole vedere, conoscere quest’Europa che ha in se tante bellezze nascoste. Egli non si accontenta di paesaggi che dopa tante riproduzioni nelle cartoline postali, nelle guide turistiche, nei manifesti pubblici-tari sono divenuti stereotipati. Ci si accorge sempre più che esistono località più belle dì San Remo, della Riviera dei . Fiori, di Cannes, di altri cen-gj tri più mondani che pittoreschi. Il turista, equipaggiatosi a dovere, viaggia. Il turista medio, che si adatta alla vita pratica, ha fatto nascere il «camping», una delle cose più moderne in fatto di vacanza. Di «camping» ne sono stati piantati nel TLT, in Istria, nella Dalmazia, nelle isole. Le società per l’incremento del turismo hanno in progetto la costruzione di moltissimi «campings» che possano sopperire alla mancanza di alberghi e di pensioni che di anno in anno da noi sono sempre più affollati. Il «camping» è una bella cosa, ma abbiamo divagato. Volevamo parlare delle strade. Niente di più attraente, di più soddisfacente per il turista proprietario di una «utilitaria» che 1’imboccare un lungo rettilineo d’argento, una strada bene costruita che attraversi paesaggi esotici e contrade pittoresche. Niente di più bello della strada asfaltata, limitata da due filari di glberi o di siepi, interrotta dì tanto in tanto da piccole bianche moderne costruzioni — bar automatici, ristoranti, garages, stazioni di controllo. La strada è un pò lo specchio di quello che si chiama progresso d’un paese. Prima della guerra in Croazia era stato fatto poco per migliorare il sistema delle comunicazioni stradali, ma dopo la liberazione i milioni di dinari investiti nel rimodernamento di questo settore edile non si contano. Gli enti repubblicani preposti alla costruzione e manutenzione delle comunicazioni stradali hanno presentato più volte nella vera luce questo problema economico alle sessioni per i bilanci annuali. Occorre rimodernare le strade, si è detto più volte, se vogliamo sviluppare il turismo nazionale ed estero e dimostrare agli stranieri che il nostro è un Paese moderno. Come visto, le opere sono state numerose. Quest’anno verrà certamente ultimata l’autostrada che da Fiume porta a :-U i ìs£: /• S ' * m pi ^ PHfc*. ...*... * Il ponte sul Vardar a Skoplje Karlovac e a Zagabria. Per andare a Zagabria con l’automobile oggi si impiegano sei ore di corsa. Quando il tratto Fiume — Karlovac sarà ultimato, il viaggio, in auto, durerà circa due ore e mezzo, m autocorriera da tre a tre ore e mezzo. Occorre ultimare, indi, lunghi tratti della Litoranea adriatica (della quale sono stati asfaltati sinora 170 chilometri o poco più) particolarmente nei settori Novi — Segna, Segna — Karlobago e oltre. Si prevede in un prossimo futuro la costruzione di ulteriori 1000 km di autostrada «complementare» a quella litoranea. Si tratta di diramazioni che colleglleranno questa importante arteria a centri turistici di famosa bellezza o in procinto di ottenere la meritata popolarità: possiamo nominare, tra le più importanti, la Karlovac — laghi di Plitvice, la Segna — laghi di Plitvice, la Zagabria — Krapina — Ptuj, ecc. In questa gran mole di lavori è compresa l’erezione di moderni ristoranti, di bar, di alberghi, au-to-garages, e case di abitazione per gli stradini e i controlli e la milizia stradale. Da noi in Croazia il varco dei trasjjorti ferroviari s’è modernizzato ma . . . non troppo. La maggior parte dei vagoni è in servizio da oltre 35 anni e circa la metà delle locomotive ha raggiunto i sei lustri d’attività. Ciò malgrado i trasporti sono aumentati di oltre il 50% dal 1938 al 1953. I dodici milioni e mezzo di viaggiatori per ferrovia del 1938 nel 1953 sono aumentati sino a trentacinque milioni e mezzo. (E’ importante notare che questo aumento è dovuto al sistema delle tariffe degressive.) Sinora i viaggiatori dell’«A-dria-Express» e del «Tauern-Express» che si recavano a Spalato, dovevano percorrere il lungo tratto Zagabria—• Spalato a bordo di lentissimi e scomodi «omnibus»; la noia, in preda alla quale il povero turista si trovava, superava ì limiti. Anche i trasporti per l’Istria poco incoraggiavano e incoraggiano ancor oggi, il turista. L’antico progetto di traforare il Monte Maggiore e di costruire la diretta Pola — Fiume non trova ancora-approvazione. Con l’attuazione di nuove linee dirette da Zagabria a Spalato, da Lubiana a Fiume e con le nuove coincidenze con le linee internazionali — cosa permessa da un nuovo razionale orario dì recente approvato dalla Direzione repubblicana — molte scomodità sono evitate. E’ migliorato anche il sistema per l’Istria. La cosa vale però soltanto durante la stagione turistica, che negli altri periodi dell’anno le spese le fanno, non i turisti, ma i viaggiatori normali. Gli economisti e gli organi dei trasporti ferroviari si danno molto da fare pur di sostituire quanto più possibile le vecchie tradizionali «caffettiere» con moderni locomotori; ci si sforza di aumentare il numero di vagoni - letto (anche la III classe) e dei vag^,„-ristorante. Il parco dei natanti, per i trasporti di viaggiatori lungo le coste dell’Istria e della Dalmazia è appena al 42% delle capacità d’anteguerra. I piroscafi di linea devono oggi assicurare il servizio dei trasporti a 260 poiti e porticciuoli litoranei, 120 dei quali costituiscono delle attraenti località turistiche. La capacità ielle linee odierne, special-nente quelle longitudinali, è \roppo ristretta per cui si preidita la necessità di costruire imbarcazioni di media e piccola portata. In Dalmazia prestano servizio belle e moderne unità ma nel 25% delle linee ci sono piccole imbarcazioni di legno che non possono invogliare il turista a intraprendere un viaggio. Prima della guerra prestavano servizio di trasporto turistico 21 virosca-fi, oggi ve ne sono solamente quattro mentre dal 1938 ad oggi i viaggiatori sono aumentati di quasi due milioni. A CAVALCIONI DEI GLOBO CHARLIE CHAPLIN ha fatto una rivelazione. «C’è un uomo al quale io debbo tutto» ha detto l’attore inglese, «ma è quasi uno sconosciuto e non to rivedrò mai: è un consigliere mu-nipale dell’isola di Jersey, la cui figura mi ispirò nel 1912 iq personaggio di Chariot». GLI INCONVENIENTI DEL VELO che in taluni paesi nasconde ili volto alle donine sono noti. A Bena-rès due mariti si sono accorti di avere sposato due donne che non conoscevano. Nessuno dei due se n’era accorto davanti all’altare, perchè l’usanza vuole che la sposa ci vada col volto maschera^ to. Le due promesse spose, che erano zia e nipote, si sono scambiate il posto. Gli anziani del villaggio hanno deciso ohe i due mariti dovranno tenersi le donne che hanno sposato. IL PROF. KUPRIANOV, di Mosca, riesce a rianima^ re i morti. «La rianimazione — si legge in una rivista russa — è possibile in circostanze particolari, per e-sempio nei casi 'di sospensione delle manifestazioni vitali nel corso di interventi chirurgici giravi ; cioè entro quel periodo di tempo che intercorre tra l’arresto del cuore e del respiro e la morte reale, cinque o sei minuti oirca> e talvolta anche otto e dieci». Nel caso dei politici che si suicidano, proprio il tempo necessario per un supplemento di com fessione. DIECI QUOTIDIANI PER 17 ETIOPIA Gli sforzi dell’Africa Orientale per allinearsi ad altri Paesi piu progrediti n. (Continua dallo scorso num.) Con la sua definitiva venuta al patere, Ha'lè Selassiè cominciò a d fondere sempre più le scuole, e per sua iniziativa un rilevante numero di giovani si applicò agli studi in importanti istituti europei. Questi in breve formarono i moderni quadri intellettuali e l’imperatore li utilizzò con preferenza nel nuovo apparato statale, affidando loro compiti semine più difficili. Fu così che Hai-iè Sellassiè riuscì a formare una diplomazia etiopica. Il paese in questo periodo cominciò ad importare i primi aereoiplani, e le strade furono percorse dai primi automezzi. S’inaugurò la prima illuminazione elettrica. L’esercito venne modernizzato e suddiviso in reparti sul tipo europeo, dotandolo per quanto possibile di arma- mento moderno. A questo scopo il sovrano invitò nel »asse parecchi istruttori stranieri e lui stesso in qualità di comandante supremo prestò le massime attenzioni all’armata . . . Fu proprio per questo pro-gradire veloce dell’armamento etiopico che Mussolini decise dii attaccare e sottomettere quel paese nel più breve tempo possibile. Bisogna-notare che l’Etiopia era membro della Società dèlie Nazioni, ma questa rimase impotente di fronte alla brutalità della aggressione -fascista. Hailè Sellassiè con coraggiosa fermezza resp'mse ogni invito alla capitolazione e portò il suo popolo alla guerra, Questa fini 'tragicamente ma non vergognosamente per la nazione. l’Etiopia non potè da sola opporsi ad una potenza dotata del più moderno armamento, con una grande aviazione che non si-fece scrupolo di colpire all paese persiino con i gas asfissianti. L’imperatore rimase -a condurre la guerra sino al momento estremo, infine fu costretto ad abbandonare il paese ed a rifuggiarsi all’estero e per cinque anni visse in Inghilterra. Infine nel 1941 l’Etiopia si liberò degli italiani e nel paese giunsero le truppe bri-ianniiche. Hailè Selassiè rientrò nel paese. Alla fine dèlia guerra gli inglesi se ne andarono e FEttopia riuscì ad integrare nel territorio nazionale l’ex colonia italiana Eritrea. Nei 14 anni seguiti alla li-aerazione, in Etiopia si è fatto moltissimo. In verità essa è ancor oggi un paese arretrato: ci sono ancora intensi comfliitti morali tra q vecchio ed il nuovo. Esistono rilevanti forme di feudalesimo e lo standard di vita, nelle larghe masse provinciali, è basso. Molto resta ancora da fare. Però giamailmemte Ile auten mobili sostituiscono i muli, e gli autocarri le carovane di camelli. Oggi esistono in E-tiopia circa 4000 automobili. I trasporti non sono ancora perfetti, ma ringraziando ili rapido progresso in questo campo, il paese dispone oggi di 86 locomotive con 644 vagoni dei quali 420 del lussuoso tipo pullman. Prima della guerra l’Etiopia contava solo pochissimi apparecchi radio, ora essa possiede una propria stazione trasmittente. Un tempo gli etiopici si meravigliavano alla vista di un aereo oggi invece questo paese ha una sua compagnia di navigazione aerea, ohe ge» stisce quattro linee internazionali ,e due interne. Anche ,i servizi sanitari che in pos^ sato contavano rari ospedali oiggi Si basano su un complesso di 50 cliniche e 150 sana^-tori. Il paese, che nei 1922 per merito di ras T-afiarii apriva la prima scuola elementare, oggi annovera 550 scuole e-lementari del tipo ottamnalle, 34 medie e varie scuole commerciali, industriali, istituti teorici, scuole agrarie, ospedaliere, deviazione ed infine una Università, con le facoltà di diritta^ arte e filosofia. Oggi in Etiopia escono dieci giornali quotidiani, vari settimanali 'in lingua locale e molte riviste in inglese, francese ecc. il paese va con passo sicuro verso una vita migliore e più međama, e ciò ìo sii deve in gran parte ad Hailè Selassie, che da 37 anni regna su questo paese, molte volte duramente ostacolato, ma con successo. Balla mostra del «Classicis smo a romanticismo figurativo in Slovenia» apertasi a Lubiana con notevole successo: Josip Tominc, ritratto del cavaliere Nazario Zetto, conservato al Mu seo di Capodistria SI È CONCLPSO DOMENICA IL GIRO DI CROAZIA E SLOVENIA A Petrovič la maglia I. la squadra jugoslava Risultati e classifiche L'ultima tappa,la Maribor-Zagabria, ha visto la vittoria del belga Jannes Il decimo giro di Croazia e Slovenia si è concluso con la netta af-feirmaa-ome dei colori nazionali, sia individualmente che per squadre. Petrovič ha saputo mantenere la promessa e soddisfare le speranze dei .tifosi. Troppo' noce sono ormai le cronache delle tappe della settimana peT dlilungairci inutilmente. Diamo qui un breve resoconto dell’ultima fatica la Maribor—Zagabria, che ha visto trionfare il belga Jannes. BOBET VINCE il Tour de France Si è concluso domenica scorsa il 41 Giro di Francia con lia vittoria dell’asso francese Louisom Bo_ ,15'0L” ; 3) Croa-zia( Brajan, Ožanič, Metelko) in 100,37,34”; 4) Lussemburgo in 101, 30,02”; 5) ŠIOvenla in 101,56’46” 6) Jugoslavia II in 102,0217”; 7) Belgio in 102,0315”; 8) Partizan in 193,35’00”. DISARMONIA ED ARBITRI ALLA SOCIETÀ’ VELICA* CAPO D ISTRIANA Parlare in senso critico di un sodalizio sportivo quando contemporaneamente in altra parte della pagina si da notizia della conquista del primo e del secondo posto ai campionati federali da parte del sodalizio stesso, sembrerà a molti una cosa almeno inopportuna. Per noi non lo è poiché le malattie vanno curate in qualsiasi momento e, in ogni caso con il nostro bisturi non intendiamo colpire tutto il sodalizio in generale, che ha pure i propri meriti e successi. Graf ičar-Stil 4:1 (1:0) La sconfitta causata da mancanza di fiato Senza dilungarci oltre promettiamo ai nastri lettori un ampio servizio fotografico ed indlscrezionii calte dal nostro cronista a questo fortunato giro, che ha visto la nostra più chiara affermazione. La regata canottiera nei golio di Parenzo OTTIME AFFERMAZIONI DELLE NOSTRE SOCIETÀ' Plrano ed Isola nelle jole a 4, Copodistiia negli''autrteher,. Nell’ambito delle celebrazioni del-rAnniversario dell’Insurrezione deli-popolo croato, a Parenzo sii sono svolte varie manifestazioni sportive tra le quali la massima importanza, sia per numero di partecipanti che per Hattesia degli sportivi, ha assunto la regata alia quale, hanno partecipato i canottieri di Oapodistria, Pitamo, Parenzo, Rovigno e Isola. Lteittesa era parti-, coilarmemte vtiva tra gli sportivi ca-podistriiani poiché le regate paren-tine coincidevano con la prima u-sciita ed' eslfoiziìoine pubblica dei canottieri concittadini, dopo anni di letargo. E’ stato un peccato che il mare mosso e il percorso effettuato in zona pressoché deserta, abbi ano sminuito in un certo' senso la bellezza di queste combattutissime gare. Alla prima competizione, quella delle jole a quattro con timonlileTe, categoria junioTi, si presentano gli 'armi di Oapodistria, Pirano e Parenzo. Al segnale dii partenza i pìrar nesi scattano immediatamente, i:l loro tempo è intensissimo, tale che ci sembra non potranno resistere sino al limite dei 1500. L’armo pa-iremtìmo e capodistriano proseguono alla pari per un cinquecento metri, ma poi i oapodistriani accelerano i tempi e su circa 400 metri si portano dinanzi all’armo paremtino a una distanza di circa cinque barche, senonchè dal motoscafo della giuria vediamo che i campi di gara dei due contendenti si incrociano, o perchè i paremtiini tagliano troppo a destra, o perchè i capodi-strtani stringono a sinistra (a nostro parere Tuna e l’altra cosa) ma i giudici vedono solo che i capodi-strtani tagliano ili campo ai parenting Negli ultimi 400 metri i pira-nesi. invece di cedere, come abbiamo sulle prime creduto, portano le pallate da 40 a 44 al minuto e tagliano primi di traguardo, effettuando il percorso in 5’55”, seguiti 'dai caoadistriani a 18” e dai pa-rentini a 18”, i quaiii però ottengono il secondo posto in seguito alila squalifica dell’amno capodistrtamo. Sui mille metri della gara jote a 4 con, categoria giovani, nulla da fare per 1 due armi rovignesi, uno parent1no, uno capoidi stri ano e uno piranese, presentatisi allo start, poiché l’armo isolano ha dominato incontrastato dalla prima all’ultima pallata, giungendo al traguardo in quattro minuti, seguito dall’ar-mo piranese a 6” e 5/10, dalBarmo A rovignese a 13” e 2/10. da quello capodistrtamo e dalll’armo B di Rovigno. Nella categoria dei clincher hanno partecipato solo due arm', quelli di Rovigno e di Parenzo. Dalle prime pallate si vede la superiorità deliParmo rovignese, che si porta rapidamente avanti, ma poi tra i due contendenti, al centro del campo di gara, passa veloce un motoscafo della marina militare, le cui ondate penetrano nel oanotto parenti,no e per evitare l’af fond amento, il tre e il quattro sono costretti a gettarsi in acqua e Panno abbandona la gara. Lotta intensa sugli ottocento metri, nella jole a quattro con. per femmine, particolarmente fera le ca-podisferiiane e le piranesi, chè le pa-rentine hanno ili pronostico a favore già in partenza, data la loro evidente superiorità fisica. Al segnale dii partenza, le eapadisbriane perdono una pallata, a una cinquantina di metri la tre scivola col remo e perde il tempo, (è evidente l’emozione della prima gara nella vita) analogamente succede alla numero quattro del Parenzo, mentre le piranesii marciano a ritmo e stile armonico, senza inci- denti, guadagnando rapidamente di circa mezza barca. Le prime a riprendersi sono le parentine, che intensificano le pallate e, a 200 metri del percorso, raggiungono e superano le piranesi, le quali nulla possono contro le quattro giganti dei-t’armo avversario', nonostante la toro superiorità tecnica e la buona volontà. Anche Parma oapodistriia-no comincia a riguadagnare la distanza perduta, mia è ormai troppo tardi e le parentiine tagliano per prime il traguardo, effettuando il percorso in 3’48”, seguite dalle piranesi con 4’26” e 8/10 e dalle ca-podisbriame con 4’32”. La gara di jcile a 4 con, per matricole e quella degli autrigher è un odlloquio a 'due tra pairentiiini e ca-podiistriaini, vinta la prima per due barche di distacco dai parentiini e la seconda, in una magnifica e veloce corsa, dai capodistriani per sei barche di distacco. Il punteggio finale vede in testa Parenzo, seguita da Pirano, Capodistria, Rovigno e Isola. mb Ancora una volta la Stil ha ceduto Pantera posta in palio, compromettendo defiin'it’ivameinte la possibilità di urna sua promozione alita categoria superiore. Sebbene questa volita ila squadra abbia, combattuto più del solito, e malgrado in ceriti momenti abbia messo in serio pericoilo la porta avversaria, come ài solito è mancata nell’ultimo quarto d’ora dii gioco. Ancora una volita ha fatto riscontrare una notevole mancanza di fiato e di resistenza, permettendo casi agli avversari di svolgere su di essa un facile gioco. Comunque, bisogna diire che anche il «Grafičar» sii è dimostrato di gran 'lunga superiore ,ai caipod.istirilanii, e che la sua vittoria è pienamente .meritata. Durante tutti li 90 minuti di gioco 'il risultato maii è stato ;n serio pericolo, ; si è trattato solamente di tempo, cioè di tramutare Pendente superiorità tecnica in altrettante ret;. , L'inizQio dell’incontro vede la Stil mettere din subbuglio la difesa avversaria, ma Sia per la troppa precipitazione degli attaccanti ohe per l’indecisione nel tiro a rete, questa superiorità si riduce in un nulla di fatto. Per contro il «Grafičar», con veloci puntate in contropiede, sfiora più volte il bersaglio, finché al 18Jtesimo, Potočnik, lasciato inspiegabilmente incustodito, ricevuto un passaggio di sinistra, insacca imparabilmente sotto la traversa. La Stil cerca il pareggio invano peT tutta la rimanenza del tempo, sbagliando innumerevoli e facili occasioni. Al 5’ del II. tempo, dopo, un batti e ribatti neililìareia di rigore delila Stil, Potočnik sped1 lisce la sfera ntuo-vaimente in rete. Punta sui Vivo, la Stili si porta, nuovamente aiPattac. co, e Klasinc II. con un biro da 16 metri, riesce ad accorciare le distanze. Tutto lascia prevedere che prima o poi il pareggio possa es- sere raggiunto, ma come passano i minuti il fiato cala ai giocatori ca-podlisbriani. infatti neH’ui'tóimo quarto d’ora il Grafičar passa ancora due volte, per merito dii, Martinčič, su rigore, e di Krainfa con a-ziioine personale. GRAFIČAR : Hifler, Dobrilovta, Brian, Novak, Snoj, Lah, Humar, Kranfa, Potočnik, Kočevar, Martinčič. STIL: Gregorič, Bertok I, Pašku-jiin, Vatovec, Botata, Klasinc I, Zucca, Kočevar, Gregorič II, Bertok II, Klasinc II. Pikra La Coppa Abbazia Domenliica scorsa malie acque antistanti Abbazia hanno avuto luogo -le regate riservate a tutte le categorie valevoli per la Coppa Abbazia. 1) imbarcazione FIACCA, timoniere Bruno Gasperlinta (Laurana); 2) imbarcazione GALEB, timoniere Mario Zetto ( Capod'stria) ; 3) imbarcazione DELFIN, bimo-nliere Fausto Bussami (Oapodisferia) 4) imbarcazione ISTRA, timoniere Bruno Miarsanta (Laurana). ho spunto per questo articolo ci è stato dato sabato scorso quando, recatici alla canottiera, abbiamo assistito a un battibecco piuttosto violento fra i parenti per il campionato federale e il direttore tecnico della «Vela» dott. Lukei. La discussione verteva attorno a una persona, ma in realtà erano in discussione due tesi: quella dei primi, secondo cui il flocchista deve sceglierselo il timoniere e quella del dott. Lukei, secondo cui, è la direzione che deve impostare tutti gli equipaggi. Sull’argomento si potrebbe discutere notte e giorno senza arrivare a una conclusione poiché se partiamo dal punto di vista che la vela è uno sport di prontezza, di astuzia, di intelligenza e che il flocchista deve comprendere gli ordini o le intenzioni del timoniere ancora prima che egli le pronunci, cioè che fra i due deve regnare il massimo affiatamento, allora la ragione va data ai primi. Se poi trattiamo la questione da un punto di visto giuridico e anche materiale finanziario (lo studente Bolis, proposto dal dott. Lukei, non esigeva il rimborso delle giornate mentre a Mìtica, operaio, avrebbe dovuto rimborsargliele) la ragione va data al secondo. Come vediamo, un circolo vizioso che potrebbe però essere evitato con un accordo basato su una tranquilla e pacifica discussione come è stato fatto, quando era stato deciso che al campionato avrebbero partecipato sei barche e che poteva essere ripetuto quando tale numero era stato dimezzato, senza prendere decisioni Campionato velico nazionale, classe beccaccini BUSSANI HA RICONQUISTATO IL TITOLO ASSOLUTO 1954 Nostra intervista con V equipaggio campione Martedì scorso nelle acque di Valsantamarina si è concluso il Campionato federale di vela, per la categoria beccaccini. Malgrado il poco soddisfacente piazzamento conseguito nelle prime due prove, con una rimonte irresistibile e con una maestria tale da poter essere qualificato «vecchio lupo di mare», Fausto Bussani ha nuovamente conquistato il titolo nazionale, che lo scorso anno gli era stato tolto a tavolino da un’inqualificabile decisione dei giudici di gara. Degni di menzione sono i fatti accaduti durante lo svolgimento della terza prova. Infatti subito dopo la partenza, la nostra imbarcazione ha subito la rottura di una sartia, perdendo in tal maniera ben 500 metri nei confronti degli avversari. Rapido sguardo panoramico all’ attività sportiva Jugoslava ULTIMI PASSI VERSO LA RIPRESA Sebbene il calcio si trovi attualmente al centro del periodo di riposo, le notizie che ci giungono sono ugualmente interessanti. Le decisioni e le proposte prese in esame nell’ultima riunione della F. C. J. sono centro di discussione per tutta la stampa sportiva nazionale. A proposito della ventilata proposta di mutare nuovamente il sistema di campionato, il massimo giornale sportivo jugoslavo «Sport» di Belgrado, così scrive: «Verosimilmente in nessun altra parte del mondo il sistema di campionato calcistico subisce mutamenti come da noi. 'II nostro sistema cambia ogni anno. I cambiamenti sono talvolta tali che le società, entrate per promozione in una lega, passando attraverso tutta la trafila delle qualificazioni, ritornano doverono l’anno precedente, senza aver ottenuto nulla. E ciò senza motivo alcuno». Per la fine di agosto è convocata nuovamente l’assemblea straordinaria della Federazione, con l’unico compito di concretare finalmente un sistema di campionato. E’ questa un’occasione favorevole per creare, finalmente, un sistema durevole. Ed è questo certamente il desiderio ai tutte le società, poiché i c mtinui mutamenti non giovano a nessuno. Intanto i vari club non perdono tempo. Meno di un mese ci separa ancora 'dall’inizio del campionato. Si apprende che la maggioranza dei calciatori del Partizan si trovano a Beòej, agli ordini dell’allenatore špic, dove hanno iniziato la loro preparazione. Per varie cause non hanno potuto iniziare ancora gii allenamenti Bobek, Herceg, Zebec e -Čajkovski. Durante i suoi allenamenti, il Partizan effettuerà anche alcune partite amichevoli. La Crvena Zvezda, invece, si prepara in casa e pure le partite amichevoli che giocherà nel corso dell’allenamento vertano effettuate -n Belgrado. Assieme a tutti i vecchi giocatori, l’allenatore Čirič ha deciso di convocare alcuni giovani premettenti delle squadre minori. Gli azzurri del B. S. K. dal canto loro si trovano già ad Ilok, agli ordini dell’ex nazionale Moša Nović. Prima dell’inizio del campionato essi faranno ancora una puntata in Germania, dove effettueranno tre incontri. Concludendo la rassegna sul calcio, ancora qualcosa di interessante. La maggioranza delle società di prima lega si è concordata, nell’attività diplomatica prestagionale, di chiedere alla Federazione una maggior autonomia e decentralizzazione, nonché un cambiamento nel sistema di ricompense ai gioca-’ tori. Dal canto suo, essa si impegnerebbe a non cedere od assumere giocatori di altre società per un periodo di due anni. Su ciò hanno dato parere favorevole il Partizan, Crvena Zvezda, Radnički, B. S. K., Vojvodina, Spartak, Proleter, Zagreb e Železničar. In campo atletico non sono ancora spenti i commenti favorevoli al magnifico risultato riportato dagli atleti jugoslavi negli ultimi giochi balcanici. Dopo questo incontro la Jugoslavia è sicura che ai prossimi campionati europei, che avranno luogo in Svizzera, non sfigurerà. Anzi si' nutrono grandi speranze per Lorger e Mihalič, sebbene noi siamo propensi ad aggiungere a questi due pure Milakov, che, in una recente riunione, ha registrato il risultato di metri 4,40 nel salto con l’asta. Lorger ha conseguito il miglior tempo europeo della stagione nei 110 ostacoli (14,5). Mihalič, da parte sua, nei 10 mila metri ha segnato il tempo di 29, 37, 6. Il successo dei giochi balcanici ha avuto risalto non solo da noi, ma in tutto il mondo sportivo. E’ quasi certo che questo prossimo anno, do- po ì giochi, che si svolgeranno ad Atene, si arriverà all’incontro Scandinavia—Balcani. L’incontro di Atene, servirà pure quale selezione per gli atleti che formerano la rappresentativa balcanica. Passiamo ora agli sport stagionali. Da segnalare in primo luogo il successo riportato dai pallanuotisti dello Jug di Dubrovnik in Francia, Belgio e Germania. Lo Jug ha vinto tre incontri e ne ha pareggiato uno contro la nazionale belga. In Francia hanno sconfitto i campioni locali «Figli di Nettuno» per 3-2, ed in Inghilterra si sono affermati sul «PlaistonJ per 9-3. Ad Ostenda, come già detto hanno pareggiato con la nazionale belga per 5-5, mentre a Monaco hanno sconfitto il «Miinhen 1899» per 8-3. Buoni i risultati ottenuti dai canottieri \jugo4lavi \nell’incontro triangolare Jugoslaoia-Germania- Au- stria, svoltosi a Villaco. L’incontro è stato vinto dalla Germania con 20 punti, seguita dalla Jugoslavia con 18 e dall’Austria con 10. I nostri canottieri hanno vinto le gare di singolo (Vlasič) e D 8 con timoniere. In tutte le altre gare hanno ottenuto il secondo posto, fuorché nel doppio con timoniere. Merita rilevata con piacere la serietà che la Federazione pallacesti-stica mette nella preparazione della squadra nazionale che prenderà parte ai campionati del mondo, in Brasile, nel prossimo ottobre. Per ora sono convocati 16 atleti e cioè: An-diassević, Curčič, Bjegosevič, Demšar, Popovič e Palasovič (Zvezda), Marjanovič, Blagojevič e Engler (Partizan) Loci e Radojčić (Proleter) Blašković (Mladost) Kristančič e Miller (A. S. K.) Nesič e Markovič (B. S. Ć.), ma non è escluso che, in seguito a buona forma riscontrata, se ne convochino altri. Tutti i candidati dovranno soddisfare alle seguenti norme: salto in alto 1)40—1,60; salto in lungo 5,30— 6; corsa 20 m: 3”,4; 30 metri: 4”,3; 60 metri: 7”,5 100 metri: 11”,8— 12”,2; salto triplo: 10,5—13 metri. In viù ogni candidato deve effettuare, oltre all’allenamento normale nel roprio club, almeno 1500 lanci in canestro da varie distanze. Rimane aperta la questione di chi allenerà la squadra, ma si crede che anche questa volta l’incarico verrà affidato a Popovič, ex nazionale e pioniere dela nostra pallacanestro. Manifestazioni buiesi per r anniversario deirinsurezione croata Per la promozione alla Lega interepubbìicana Sai. Pirano - Železničar 1:6 Nell’incontro di qualifica per la promozione nella Lega sloveno-croata, svoltosi a Maribor tra i ferrovieri di quella città 3 il Pirano, l’undici piranese è , stato sconfitto per 6 reti a una. L’incontro di ri- torno si svolgerà domenica a Pirano e, nel caso di una vittoria della nostra squadra, deciderà il quoziente reti, per cui le propabilità dei piranesi di passare alla categoria superiore si presentano assai deboli. In ricorrenza dei 13. anniversari© dell’Insurrezione del popolo Croato, hanno avuto luogo domenica scorsa ad Umago, come in tutte le maggiori località del distretto di Buie, varie competizioni sportive con larga partecipazione di pubblico'. Nella mattinata si sono disputati vari incontri di tennis da tavolo e dii tiro a segno. Ciò che però ha destato partó-colaire attenzione è stata la corsa ciclistica per ' dilettanti, alla quale hanno preso parte vari giovami d; Umago e idintomi. Il circuito comprendeva la partenza dalla piazza Maria e Lina fino all’Albergo Beograd e ritorno per tre volte di seguito. Alla lentezza della fase iniziale, subentrava Ila rapidità nel secondo giro per culminare nel terzo, quando i,l promettente Marino Bessich, scattando dal gruppo, tagliava il traguardo in volata; lo seguivano Muškovič e Brajko e man mano tutti gli 'altri. in camera charitatis e all’ultimo momento, all’insaputa degli equipaggi. Per la cronaca, diremo che l’accordo, nonostante la violenza della discussione e il rischio che i capodistriani non partecipino al campionato, è stato infine raggiunto e ha dato i soddisfacentissimi risultati pubblicati in altra parte del giornale. Comunque, al fatto abbiamo dato più spazio di quanto merita perchè, in fondo, nell’ambiente sportivo sono usuali le discussioni, anche violente, che si fanno prima di mettere su una qualsiasi squadra. Però dalla discussione in parola sono emersi fatti che meritano una maggiore attenzione e che dimostrano come nel sodalizio velico capodistriano non tutto fila liscio come dovrebbe. Ma sia il Bussani che il flocchista Zucca riparavano alla meglio il danno e già al primo giro riuscivano a doppiare 10 imbarcazioni, giungendo infine terzi al traguardo. Nella quinta ed ultima prova, durante il primo giro, l’imbarcazione si rovesciava, e poco è mancato che tutto finisse in una bolla di sapone. Con prontezza di spirito veramente encomiabile i neo campioni sono riusciti a raddrizzare l’imbar-cazione ed a giungere al traguardo primi seguiti al secondo posto dal nostro Zetto. In tal maniera i nostri colori si aggiudicavano i primi -posti nella classifica generale. Cordiali come al solito, i due campioni Bussani e Zucca sono veduti a farci visita in redazione e noi ne abbiamo approfittato per fare alcune domande a nome dei nostri lettori. Alla nostra prima domanda se la vittoria conseguita fosse stata cosa facile, Bussani ha così risposto: «Di tutti ì campionati ai quali ho finora partecipato, questo,è stato senz’altro il più combattuto. La più forte resistenza ce l’hanno opposta gli spalatini dimostrando di essere tecnica-mente ben dotati.» E gli altri concorrenti?. «Chi ci ha maggiormente deluso sono stati i concorrenti di Laurana che, malgrado le loro magnifiche imbarcazioni, quasi mai sono stati all’altezza della situazione.» Che impressione ha suscitato in voi l’affermazione di Zetto? A questa domanda ha voluto rispondere Zucca, che, oltre a tessere lodi sul proprio compagno, definendolo il miglior timoniere in senso assoluto, ha avuto calde parole di elogio nei confronti del giovane «Peladin», nel quale egli vede il futuro alfiere della vela capodistria-na. Non uguali espressioni egli ha avuto per Kosmina, che, nonostante la buona volontà, manca-ancora dell’esperienza necessaria per poter competere in simili manifestazioni. L’organizzazione in generale come è stata? «L’organizzazione è stata ottima sotto ogni punto di vista. Una lode particolare va alla giuria che è stata sempre all’altezza della situazione e che ha vagliato tutti i reclami con assoluta imparzialità. Quale è stata la vostra maggiore soddisfazione in questi campionati? «Oltre alla conquista del titolo federale, quella di esserci presa la rivincita sul campione e sulla giuria dello scorso anno, che, con giudizio al tavolino, ci hanno letteralmente rubata la vittoria.» Abbiamo voluto congedarci dai nostri simpatici campioni, porgendo loro a nome di noi tutti i migliori auguri per il futuro. Ecco ora la classific : generale dei campionati federali 1954, categoria beccaccini: 1. Bussani Fausto (Jadro, Capodistria) n. 1525; 2. Zetto Mario (Jadro, Capodistria) p. 1497; 3. Cetina Mario (Istra, Laurana) p. 1451; 4. Vesanović (Split, Spalato) p. 1325; 5. Tomič Zivorad (Mornar, Spalato) p. 1219; 6. Gasparinić Bruno (Istra, Laurana) p. 1197; 7. Marsanié Bruno (Istra, Laurana) p. 1155; 8. Bu-Ijan Jožko (Split, Spalato); 9. Bane-dar Franjo (Val, Crkvenica); 10. Ivančič Nikola (Val, Crikvenica). Pikra. Durante la stessa, critiche asprissime sono state mosse nei confronti della direzione o, per essere esatti, nei confronti del suo segretario dott. Vouk. Sulle prime non abbiamo voluto credere a questi fatti, tanto ci pareva inconcepibile che una persona possa considerare con tanta leggerezza il mare che è bello ma infido, tanto ci pareva inconcepibile che una persona, anche se nelle funzioni di segretario, si considerasse libera di poter disporre del patrimonio sociale a proprio beneplacito e arbitrio. Perciò abbiamo voluto controllare la veridicità di questi fatti e purtroppo il controllo ha dato ragione ai critici. Ne attingiamo due, tra i più importanti della serie. Le barche della «Vela» sono patrimonio sociale che possono essere usate solo dai soci e anche da questi con la massima prudenza che il mare richiede, cioè su ogni barca che esce dovrebbe esserci una persona esperia delle 1manovre, anche per evitare luttuose disgrazie, oltre a salvar-guardare il patrimono sociale. Sembra che questi principi non valgano per il dott. Vouk, che di mare e di vele ha una esperienza minima. Recentemente la «Vela» ha acquistato una stella, barca che ha una colomba dal peso di 380 kg., quindi pericolosissima e se una manovra viene sbagliata nè mani, nè piedi riuscirebbero' ad evitare l’urto, come si fa col beccaccino. «Sono cinaue anni alla «Vela» — dichiara il dott.' Lukei — ma con la stella non m’arrischierei ad uscire senza un provetto timoniere». «Dopo anni di, mare e di vela, a questa barca m’avvicino con un sacro rispetto» — dichiara Fausto Bussani. Il velista principiante dott. Vouk è invece di parere diverso e poiché «la stella è la sua passione» (citiamo la sua frase) si fa vedere dentro la stessa al bagno con un gruppo di rimici, dei quali abbiamo il giustificato sospetto che non siano nemmeno membri della «Vela», come non sono membri suo fratello e un gruppo di amici e amiche, i quali, giunti da Lubiana e senza una minima cognizione del mare, hanno avuto a loro disposizione la «Bisarca» per una crociera lungo le coste dell Istria, crociera che, al momento in cui scriviamo, dopo quindici gior-non s’è ancora conclusa. Gli eventuali danni, naturalmente, sarà la società a pagarli, come ha pagato 4000 din lo scorso anno, quando la stessa «Bisarca» è andata a sbattere contro il molo. E’ naturale allora che Bussani ed altri non vogliano sentir parlare di risparmiare due giornate di lavoro (800 din) per recarsi al campionato federale. Neli ambito della società esiste poi la questione nazionale che di volta in volta si presenta come tale oppure, di più come una questione di compatenti e di incompetenti, dove i compagni italiani figurano competenti e i compagni sloveni incompetenti. Un pò è così ed è naturale, colpevole ne è la storia di un triste passato, però tale differenza deve scomparire se la «Vela» vuole diventare un collettivo armonico e unito, dove la fratellanza troverà la-massima espressione. La direzione del sodalizio sbaglia quando tollera che si formino equipaggi da una parie di soli italiani e dall’altra di soli sloveni, come sbagliano gli stes- .VI .fO/'l 'n/Tff'i'/’/tliiMwvi i j si soci, particolarmente i compagni italiani, un pò gelosi della loro espe- \ rienza, quando tendono a un simile raggruppamento. Il muro nazionale dovrebbe scomparire e ogni italiano che ama lo sport velico dovrei)-, he essere orgoglioso di aver creato un nuovo flocchista, un nuovo timoniere, indipendentemente sia esso ' sloveno, italiano, croato, ecc. Nata- ' Talmente non intendiamo parlar« di campionati impegnativi, come quello federale al quale dovrebbero partecipare effettivamente i migliori. Ma. quando si va a veleggiare per il golfo, e a veleggiare non si dovrebbe andare per divertirsi e a fare • gradassi, ma per fare dello sport, allora vada un italiano che sa. di più e insegni a uno sloveno che sa di meno e particolarmente ai giovani. Concludendo, noi abbiamo accennato solo ad alcune questioni che forse non danno il reale quadro della situazione esistente nel sodalizio capodistriano. Comunque, riteniamo sarebbe indispensabile la convoca- t zione di un’assemblea straordinaria i per discutere, chiarire e prendere le misure adeguate sulle questioni da noi accennate e su quelle che per mancanza di spazio abbiamo tralasciato (manutenzione barche, responsabilità delle stesse, ecc.) M. B. CHICAGO — La studentessa universitaria Jobby Alderson, ha migliorato il primato mondiale delle 100 vardo stile libero femminile co-. prendo la distanza in 58”1. Direttore LEO FUSILLI Vicedirettore responsabile MARIO BARAK Stampato presso lo stabil, tipograf. «JADRAN» Capodistria Pubblicazione autorizzata