1KNT0 TE. ^ Capodi&fcria, 1 maggio* 1872: _K. (J, I LA PROVINCIA 81 OR Ni LI DE6.il I1TERRSS1 CIVILI, EC0S0I1C1, ASMUISIlltlEI DELL; ISTRIA, ED ORGANO- UFFICIALE PER. OLI ATTI DELLA SOCIETÀ AGRARIA ISTIUAITA'. Esce il 1 ed: il 16 df ogni mese. ÌSSOCI4ZIOÌVE per un anno f.ni 3; semestre e quadri»-«tre in.proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso Redazione. --—----- -- ITI UFFICIALI' DELLA SOCIETÀ AGRARIA. Avvisa di Concorso* Allo scopo di contribuire al miglioramento degli mali bovini delle nostre razze da lavoro la sottosta presidenza della Società agraria istriana apre concorso ài pr» mj' per tori e vacche da accordar-anche quest' anno da appositi1 giuri secondo le idalità del seguente regplamento. Capo I. Bbijlv animali da premiarsi. 1. La razza da premiarsi sarà di. massima ;ella da lavoro. §. 2. 1 tori riproduttori presentati al concorso vranno aver raggiunto l'età di almeno due anni mezzo. $.3. Il toro premiato non potrà essere castra-prima clic non sia trascorso almeno un anno, dac-t ottenne il premio, e durante quest'anno dovrà sere destinato alla riproduzione e rimanere nell'I- tia. 4 Le vacche esposte al concorso dovranno er raggiunta I' età di almeno tre anni e non sor-ssa re quella di cinque. 5. Gli auimali esposti al concorso dovranno sere di provenienza dello scompartimento territo-ile, in cui si conferisce il premio, ed essene" stati ilio stesso allevati espositore dovrà provare queste due condizioni con idonee prove, 6. Nessun animale può concorrere al premio ir due volte o in due scompartimenti. 7. Anche là ove fosse destinato un premio fr vacche,., questo verrà conferito a tori qualora tu si presentassero vacche all'esposizione o lepre-alate non fossero meritevoli di premio. §r 8. Qualora» si presentassero all'esposizione ri e vacche non meritevoli di premio, sia pei man-inza di pregio sia per difetto didle richieste qualche, il premio non verrà conferito. Articoli-comunicati d' interesse generale si stampano gratuitamente; gli aUri, e nell'ottava pagina soltanto, a soldi 5 per linea. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. 93 II proprietario' originaria e successivo del toro premiato resterà obbligato a permettere la monta dello stesso almeno per un. anno dal giorno del conferimento del premio. Egli avrà però il diritto di riscuotere una tassa per ogni monta non superiore di fiorini uno, nè pò* trai essere astretto ad indebolire ih toro con accoppiamenti troppo spesso ripetuti. IO. L'espositore che ingannasse iL giuri o mancasse ai pattile specialmente per quanto risguar-da te condizioni portate dai 3-9, dovrà perdere ;i premio e restituire la somma ricevuta e verrà-a ciò costretto dall'autorità politica distrettuale. Capo Hi. Dei prcmj. §.11. Per facilitare il conferimento dei premj-viene divisa l'Istria in otto scompartimenti territoriali. 12. II primo scompartimento è composto dei distretti giudiziarj di Veglia, Cherso e Lussino con un premio per tori di fior-, 50 ed un secondo di fiorini 30. jij. 13. 11 secondo scompartimento è composto dei distretti giudiziarj di Dignano, Rovigno e Poi» con due premj per tòri, l'uno di fior. 1)0, 1" aitro di fior: 60, ed un premio per vacche di fior. 50. 1:4. il terzo scompartimento è composto del distrétto giudiziario di Pisino con tre premj per tori, uno di fior. 80, e gli altri due di fior. 00 per cadauno, ed un premio per vacche di fior. 50. § 15. Il quarto scompartimento è composto del distrétto giudiziario di Albona con due premj per tori, uno di fior. 50 e l'altro da fior. 40 j e 3 premj per vacche di cui uno da fior. 30 e*due da fior. 25. 16. 11 quinto scompartimento è composto dei distrétti giudiziarj di Montona e Parenzo con un premio per tori di fior. 100 ed uno per vacche di fiorini 50. §. 17. 11 sesto scompartimento è composto dei distrétti giudiziarj ili Castelnuovo e Volosca con un premio di fior. 70 per tori e due premj tli lior. 30 per vacche. 18,11 settimo scompartimento è composto dei tiistreifi giudiziari di Pinguente e di Capodistra con due prenij per tori, l'uno di fior. IQì) e l'altro di fior. 50, < d un terzo premio per vacche di fior. 50 S9. L'ottavo scompartimento è composto dei distretti giudiziari di Buje e Pirano con due premi per tori, il primo di fior. 1 t 0 ed il secondo di fior. 50. §. Ogni espositore riceverà fior. 1 d'indennizzo di viaggio per ogni animale bovino presentato all'esposizione die non appartenesse al distretto giudiziario dello scompartimento nel cui capoluogo si tiene l'esposizione, rimesso al giuri della stazione di Veglia di decampare da questo importo in casi meritevoli di speciale riguardo. Il giurì di ogni scompartimento proporrà alla presidenza un premio di fior. 50 per quel possessore di jm toro premiato nell'anteriore esposizione. il quale comproverà di meritarsi a preferenza di altri quest' indennizzi per essersi prestato con zelo durante l'anno decorso alla riproduzione «ul toro premiato, avuto anche riguardo alle spese, alle cure ed alla difficoltà dell'allevamento e de! mantenimento Questo premio potrà essere anche diviso in due premj da fior. V5. qualora speciali condizioni sembrassero richiederlo. 22. Gl'importi non impiegati verranno restituiti alla presidenza della Società agraria istriana. Capo HI. Del g ili r i. § 23 II giurì sarà composto: a) di un rappresentante spedito a cura delPi. r. Governo: b) di una persona intelligente scelta della Società agraria istriana per intervenire con speciali istruzioni e come delegato tecuico successivamente presso tutti i giurì; c) di due fiduciarj proposti dalle deputazioni comunali dei capoluoghi dello scompartimento di esposizione. il) di un rappresentante delia Società agraria istriana. §>'. 24. La nomina dei fiduciarj comunali è riservata alla presidenza della Società agraria istriana. 25 Ove uno scompartimento sia composto di ■due capoluoghi giudiziari ( V Montona e Parenzo — VI Castelnuovo e Volosca — VII Pinguente e Capodistria — Vili Buje e Pirano ) ciascuna delle due deputazioni comunali proporrà un fiduciario senza essere limitata nella sua proposizione ai membri della Società agraria istriana. 26, Ove lo scompartimento consista di tre capoluoghi giudiziari, allora i due fiduciari verranno proposti soltanto da due deputazii ni dello scompartimento e sarà esclusa dal diritto di proposizione la deputazione di quel capoluogo, ove avrà sede il giurì ( I e 11 scompartimento). <$. 27. Ove Io scompartimento consista di un solo capoluogo giudiziario ( HI Pisino — IV Albona) ambedue i fiduciarj saranno eletti dalla relativa deputazione corninole. 28. Qualora una deputazione comunale non proponesse il fiduciario, oppure non lo facesse entro il term'ne fissatole, o in fine il proposto fiducia-fio con accettasse l'incarico, potrà la presidenza della Società agraria nominare un fiduciario connaie senza precedente proposizione. 29. 1 membri del giuri si ritengono eletti anno soltanto, ma possono essere rieletti. 30. Le prestazioni dei fiduciari sono grat te, e però ammessi, r iiwleiwiizzo delle spese viaggio. 31. Gli animali dovranno essere presentii prima delle IO ore del mattina fissato per l'-espos zione. Ad animali che si presentassero dopo ques ora non potrassi aver riflesso alcuno. 3 i., 11 giuri nomina il proprio presidente d; membri che lo compongono. 33 II giuri giudica inappellabilmente a maj gioranza di voti e cortsrg a subito il premio. Qualora l'operato del giuri divergessi dalle norme fissate dal presente regolamento, essi sarà nullo e di nessun effetto. < 35. f fiduciarj restano incaricati della vigilanza per la esecuzione dei patti assunti dall' espó sitore premiato. 3(>. Dopo compiuta 1' esposizione verrà fatU relativo rapporto alla presidenza della Società agr ria istriana dal suo rappresentante e dal delegai tecnico. Capo IV. Della sede del giurì e dei giorni di esposizione. §. 37. II giuri avrà sede per questo anno: pel il scompartimento a Dignano l'I „ v Pisino IV „ in Albona V _ a Parenzo VI ,, Vii per 1' Vili » TI » 5? » V Castelnuovo „ Capodistria » Buje 38. L'anno venturo potrà cambiare la sede del giuri entro lo stesso scompartimento, esclusi pc« rò sempre Volosca r l.ussjnpiccolo. L'esposizione avrà luogo in Albona ed a Veglia ogni secondo anno, e precisamente in Albona nel 1872, ed a Veglia nel 1873, e così di seguito. a Capodistria ai 23 di Maggio „ Castelnuovo „ 25 „ Buje „ 27 Parenzo „ 29 „ 30 v Pisino in Albona a Dignano il 1 ai 3 Giugno Rovigno ai 12 di aprile i872 Francesco sbis.v presidente Antonio cecon vicepresidente Dott. piccoli Segretario N. 199 Concorso al premio Gravisi. . Allo scopo di conservare possibilmente inai terata e diffondere fra noi sempre più una buone semente di galletta indigena gialla, la firmata pre sidenza, raccolto l'autorevole parere del generosi «latore, riapre il concorso al suindicato premio; rso le seguenti condizioni. 1. Il premio verrà aggiudicate a chi presen-à una partita non* minore di 15 l'unti'di gallet-gialla indigena, non incrociata,, allevata-in pro-iciar e scevra di corpuscoli. 2. Il premio è fissato a fiorini 60 Y. A- e rrà accordato- tosto- dopo eseguiti i qui- sotto inali esami. 3. Gli aspiranti dovranno fare la- loro insi-lazione entro il 23 p. v. maggio a questa presi-tnza, la quale destina il micrografo patentato più ' tino incaricandolo del relativo esame e parere. 4. Gli aspiranti sono obbligati di presentare micrografo che verrà loro destinato ad ogni mu~ od almeno alla terza o quarta un numero non inoro di 10 bachi tolti dai letti e da1 partite proferenti un ricolto almeno di 15 funti di bozzoli, testi' bachi, sé il micrografo non si trovi nel luo- i del loro allevamento, dovranno essergli spedi-bene condizionati e accompagnati da certificato (persona idonea; 5. (ìli aspiranti dovranno poi levare da più rati del. bosco almeno 1.600 bozzoli e spedirli, o-i il micrografo non si trovasse in luogo,, ad es-i ben condizionati e muniti di valido certificato, il mierogr-iìfo, forzandone artificialmente la nasci-i, dovrà dare contezza tanto al produttore (per-kè possa in caso avverso per tempo disporre del-i sua galletta)' ohe alla/presidenza, delle fatte os-irvazioni e dei risultati avutine, e là presidenza e terrà conto per Vaggiudicazione del premio. 6. Dato che nessuna delle partite insinuate isse affatto immune da corpuscoli, s'accorderà nul-imeno il premio a chi fra 100 bozzoli non ne a-jrà presentato più di 10 infetti. 17. La partita di galletta premiata ridotta in mente col sistema cellulare verrà venduta in pro-lek a profitto del produttore ed accordata a que-i acquirenti che sono più in fama di solerti ed Spassionati allevatori e che ne facessero'richiesta. 8. Gli aspiranti al premio dovranno pure no-Ecare a questa presidenza se intendono, premia-i che fosse la loro galletta, ridurla essi medesimi i semente col sistema cellulare onde in caso constilo la presidenza possa altrimenti provvedere. 9. Se questo concorso non avesse a conseguir e il suo intiero effetto, verrà riaperto nell'anno p. v. Rovigno, 25 aprile 1872. La Presidenza. [,200 Avviso tli concorso a premi Per cooperare coi sussidi dello Stato al miglioramento delle condizioni seriche della provin-ia, la presidenza della Società. Agraria Istriana Svi' apre un concorso a premi pei? la campagna del 1872- §. 1. Vengono, stanziati i seguenti premi: I. Un premio di f. 60 a chi avrà confezionato col- sistemai cellulare almeno due oncie sottili venete di semente gialla nostrana, immune affatto da corpuscoli. II. Quattro premi da f. 30 per cadauno da conferirsi a quattro produttori di almeno un'oncia sottile veneta- di semente gialla nostrana col sistema cellulare. III. Sei pro-mi- da f.. 20 a sei produttori di almeno Ij2 oncia di semente gialla indigena immune affitto' da corpuscoli confezionata pure a sistema cellulare. IV. Due premi da f. 20 a due produttori che avranno confezionato con qualche sistema almeno due onaie sottili venete di semente immune affatto da corpuscoli. V. Due premi dà f. 10 a due produttori cìie avranno confezionato con qualunque sistema almeno un'oncia sottile veneta di semente immune affato da corpuscoli. §. 2. Coloro che aspirano ai premi I. II. III. dovranno farne insinuazione alla presidenza entro la-prima settimana di giugno, indicando la qualità, e il luogo del confezionamento oda suo tempo anche il primo sviluppo delle farfalle. §. 3Ì Le cartoline o staffe dovranno essere marcate da numero, e di ogni copia di farfalle si conserveranno in un cartoccio portante lo stesso numero della staffa per lo meno le ali tagliate con forbici-presso l'addòme e possibilmente anche una porzione dell'addòme stesso. Questi ritagli dovrano restare a disposizione del.a presidenza ed essere spediti all'ufficio per l'esame successivo, onde constatarne la sanità ed avere la base pel conferimento dei premi. §, 4. Chi aspira ai premi IV. e V. dovrà farne l'insinuazione sino a tutto il mese di luglio e spedire all'ufficio presidenziale per ogni oncia di seme dieci copie delle rispettive farfalle seccate,, ben condizionato e munite di valido certificato. §. 5. Le partite di semente trovate meritevoli di premio non potranno uscire dalla provincia, per cui se il confezionatore non si obbligasse di allevare i bachi in luogo appartato per far bozzoli da semente o non presentasse un compratore meritevole di fiducia, che si assumesse tale obbligo, la semente dovrà essere venduta alla Società Agraria che ne farà l'acquisto ai prezzi maggiori della piazza per rivenderla con qualche favore agli allevatori che più sono in lama di solerti ed intelligenti bacofili. §. C. Coloro che vorranno far acquisto di semente dovranno farne insinuazione alla presidenza entro il 15 di giugno, indicando le quantità che desiderassero acquistare. §. 7. Per togliere erronee interpretazioni si stabilisce che la intiera partita di semente cellula-ra presentata al concorso, dovrà essere trovata immune da corpuscoli, perchè possa aspirare al pre- mio, e ohe quindi la seleziono dovrà aver luogo per cura dello stesso allevatore al momento delia deposizione delle uova. §. '8. I premi verranno accordati in occasione del prossimo Congresso Generale Agrario. Rovigno, 25 aprile 1872. La Presidenza. Elenco delle offerte per !' acquisto dei manoscritti Kandler, conforme al programma pubblicalo nel n. 4, a. c. della Provincia. Riporto v. n." 7, f. 579.— Sig. Giampaolo Barane Polesini di Parenzo f. 30. — Lo stesso da un fondo sociale , . . n 14.15 Lo stesso un » Lire italiane 7 .50...... . „ 3.— Somma f. 626.15 Esposizione regionale veneta di agricoltura, indiisiria e di belle arti in Treviso. L'esposizione cbe avrà luogo nel prossimo autunno in Treviso (vedi programma ultima pagina) deve essere presa in serio riflesso nella nostra Provincia; anche, tra le molte ragioni, perchè quel Comitato esecutivo comprese nella regione, i cui prodotti potranno concorrere all'esposizione, in aggiunta alle provincie venete del Regno, l'Istria, Trieste e Gorizia, il Trentino e la Dalmazia. Si tratta dunque di rispondere ad un appello fatto alla nostra civiltà, si tratta di prender parte ad una di quelle feste del lavoro che fanno prova del risorgimento delle industrie nazionali, del quale anche qui, malgrado le nostre condizioni, sentiamo l'influsso benefico. — L'atto di presenza dell'Istria all'esposizione di Treviso, varrà per se a procurarne vantaggi nell'ordine degli interessi civili; nè mancheranno i vantaggi materiali pronti: sia che alcuni dei nostri prodotti trovino nuove vie di smercio, sia che i nostri agricoltori apprendino utili cognizioni, dove sarà facile occasione di studiare sistemi agrarii di molte provincie, la cui principale industria è quella delle campagne. Per fortuna i nostri più colti possidenti agricoltori sono anche i migliori patrioti, per cui non è a dubitarsi, che da parte loro sarà tentato ogni mezzo, perchè l'Istria sia ben rappresentata alla mostra di Treviso. — Il Comitato esecutivo ha nominato il nostro Municipio quale Comitato promotore; riteniamo che altri Municipi, la Giunta Provinciale, la Si cietà agraria, la Camera di "Commercio, .abbiali 'ricevuto lo stesso incarico. Attendiamo dunqae da tutte queste affiori! l'opera del sollecitare e dirigere acciocché si raggiunto lo scopo; il quale, come abbiamo detto ò duplice; cioè': che F Istria figuri all'esposizioni a fianco delle provincie sorelle, e che possa rica vare gli utili materiali che saranno offerti dall'-e sposizione stessa Libertà e Progresso. La grande maggioranza della nazione che vuole k prosperità della patria nell'indipenuenza e nell'unità ripudia ogni estremo partito, il passato servaggio ceitìf le future chimere, e si attiene ai due grandi principii libertà e progresso. Libertà per tutti, progresso conti nuo, positivo e morale, senza sbalzi nè capitomboli. J questa grande maggioranza deve appartenere ogni agri eoltore onesto -e ragionevole. Il partito retrivo vorrebbe la libertà per sè solo — cioè il dispotismo. Il partito sovversivo vorrebbe U libertà di capovolgere il mondo — cioè 1' usurpazione; « siccome gli estremi si toccano, cosi questi due partiti s'incontrano nell' idea della demolizione del presen« te, riservandosi poi ciascheduno per sè di rifare il mondo a s»o modo. Colla libertà per tutti, e col progress^ continuo, nessuno ha il diritto di erigersi in campione dell' umanità, la luce della scienza illumina la stradaj gì' idioti restano derisi, gì' ipocriti smascherati e i poe^ ti possono abbandonarsi ai loro voli senza trascinai re la turba ingannata nelle nuvole. La gente ragionai vole cammina d'un passo regolare e raggiunge la meta, e lascia correre chi vuole, ma dice il proverbio: altro •è correre, altro è arrivare. Però bisogna intendersela bene sopra alcune parole intorno alle quali si agitano le granai questioni morali, polìtiche ea economiche dei nostri giorni. Libertà ed eguaglianza — lavoro e -capitale—proprietà ed associazione: bisogna fissare il vero significato di questi vocaboli perchè "chi ben giudica bene elegge,, e "chi è avvisato è armato.,, Molte parole vengono sovente interpretate a rovescio dall'ignoranza o dall'astuzia, l'equivoco causa lunghe diatribe, declamazioni, sproloqui, eccita le collera degli audaci, e abbatte i più timidi. Esaminiamo queste parole con animo pacato, guidati dal buon senso e dalla ragione. Un ladro, sorpreso dai carabinieri in flagrante delitto di furto, venne arrestato e condotto in prigione,— Una bella libertà!... egli esclamava, se non è iecito di rendere quello che è indispensabile al sostentamento ella propria famìglia!... — e con questa idea comparve davanti il tribunale. Il procuratore del Re gli fece comprendere che e-gli sarebbe stato condannato dalla giustizia, la quale guarentisce la libertà di tutti contro gli abusi di ciascheduno. — Voi ozioso, gli disse il procuratore, avete derubato il frutto delle fatiche d'un cittadino operoso ; egli rappresenta la libertà, e voi il dispotismo. Un parroco di campagna, dì quelli che si lasciano traviare dai sofismi dei giornali clericali, che confondono la religione colle sette, voleva impedire ad un contadino di lavorare in una delle feste soppresse dal calendario civile: — Ho sei figli e la moglie ammalata di mantenere, rispose il pover uomo, celebro la domenica «petto la religióne, ed anello mentre sudo al lavoro: 1 rego Iddio di. benedire la mia famiglia; il grano è ad. i prezzo elevato, e se io-rimango ozioso*. troppo so-ente la fame e la miseria, entreranno» nella mia casa. — Ma voi commettete un peccato mortale! rispose iprete.— Non è possibile soggiunse il contadino, Dio (giusto e misericordioso, e i cattivi siete voi!..». Allora il parroco le accusò- ui- corruzione, lo disse vittima iello spirito perverso del secolo e gli predisse la male-lizione del oielo sopra la tua famiglia. 11 contadino si sentì salire il sangue alla testa e rispose con violenta, 0 parroco indispettito alzò la mano minacciosa, l'altro Ser stornare i< brutti pronostici gli saltò addosso con impeto irresistibile e gli lasciò andare dei calci e dei pugni, come un argomento convincente per farlo tacere. — Ecco i frutti della libertà!----- esclamava il prete esterrefatto, ecco i bei frutti, della libertà dell'Italia!......alzare la mano sui sacerdoti ! percuotere i rappresentanti, di Cristo sulla terra!—. — Non è vero ! — soggiunge il Sindaco,, che passando in quel, momento per la strada ave>a assistito alla scena, non ò vero, quei calci non sono i frutti della libertà, ma della violenza, sono atti di forza brutale, e quantunque provocati, da minaccie che impressionano gli-1 spiriti semplici, pure sono puniti dal codice di tutti i paesi liberi. La libertà guarentisce a ciascheduno il diritto di pensare a suo modo* e di fare tutto quello che aon nuoce agli altri. Se il contadiao intendesse la liber- , tà, vi lascerebbe ciarlare a vostro talento, e rispettando Iddio e la religione continuerebbe tranquillamente il suo lavoro a benefizio della- povera famiglia. I calci ricevuti sono i frutti, dei vostri- principii, essi rappresen- 1 tano il. diritto del più forte, sono corno la tortura per le opinimi,. e il fuoco per gli. eretici.. La libertà che ri 1 spaventa e che calunniate ogni.giorno, sarebbe stata la vostra, salvezza, essa non sarebbe uscita dalla.discussione per entrare nelle vie di fatto. Esva vi clava il diritto di fare la. vostra predica, concedendo in pari tempo al contadino iL diritto di confutarla col suo naturale buon senso. Ma i nostri contadini non sono ancora i tìgli della libertà, essi godono d'un bene che non sanno apprezzare, sono allevati alla vostra scuola, caro signor parroco bisogna) subire le conseguenze delle proprie dottrine; la lezione vi serva di regola, 1! insulto che avete ricevuto non è che un picoolo saggio degli strazii inflitti dai vostri pari a Galileo Galilei..— In-conclusione la libertà; sta bene a tutti* ma- non è così larga come ri crede da taluno : invece è il dispotismo che non ha limiti nè confini;.la nostra libertà s' arresta davanti la libertà del nostro vicino. Essa genera 1» ordine o la giustizia, e il dispotismo produce l'ingiustizia e il disordine. In quanto all' eguaglianza] essa è un precetto morale di Cristo, che proclamò ogni anima eguale davanti Iddio. Penetrato nelle umane; legislazioni, questo divino precetto fece sopprimere ogni privilegio ed innalzò il livello della giustizia..Ricchi e poveri hanno gli stessi diritti e gli stessi giudici —e qui finisce l'eguaglianza. In quanto ai doveri è evidente che sono maggiori pei ricchi. Chi più ha deve pagare maggiori tributi materiali e morali adla- società. L'eguaglianza non è in natura, la quale distribuisce in modo ineguale fra gli nomini le facoltà fisiche, intellettuali e morali. Supposta una legge che dividesse le proprietà in parti eguali fra gli uomini, il giorno dopo l'eguaglianza sarebbe rotta, e dopo breve tempo sarebbero i ricchi e i poveri eorae prima, perchè i forti,, gli operosi o gl'intelligenti avrebbero superato i deboli, i poltroni e gl'imbecilli. La ricchezza può essere . il butt» della violenza, dell'usurpazione e del lavoro, j Le leggi della civiltà resero impossibili le violenze e le j usurpazioni*. e. non lasciarono sussistere, che il diritto del ' . ìkt; favore, il quale è proietto dal1 a libertà, da r.on confondersi col diritto al lavoro che non può venire guarentito da nessuna legge,, non potendo creare i relativi bisogni. Però a chi mancasse di lavoro si provvede colla beneficenza, e colle società di mutuo soccorso.- Tuttavia i governi possono indirettamente assicurare il lavxu-o a tutti i volonterosi- conservando la paco o la sicurezza della nazione, diffondendo l'istruzione, e lasciando piena libertà, all' agricoltura, allo industriò, ed aL corniti crocio. Iu tali condizioni il lavoro diventa una. necessità, perchè il massimo-svliluppo della prosperità reclama naturalmente l'esercizio di tutte le facoltà umane, o di tur-te le forze nazionali, e accresce i- bisogni della società-Ed ò soltanto iL bisogno che può assicurare il lavoro, e ricompensarlo degnamente; l'istruzione lo rendè più produttivo, la libertà, lo spinge alla perfezione animando la concorrenza, ed eccitando-l'operaio a migliorare là propria sorte. 11 lavoro dello schiavo non ha scopo, esso non può migliorare la sua condizione,, e simile a) lavoro del bruto il. quale non ha altro-pensiero che quello d' evital e la frusta, del sorvegliante.. Il lavoro è l'istrumento di tutti, esso-assicura l'esistenza, e associato al risparmio crea ii capitale. Questa vicenda di. bisogni e ai previsioni, di fatiche e di soddisfazioni è un mezzo sicuro di moralità, di dignità e di potenza. Quando col lavoro e: col risparmio mi' sono formato un capitale,, questo è mia legittima proprietà,-io posso trasmetterlo, donarlo, lasciarlo ili eredità a chi mi piace. Dieci, venti generazioni possono godere il frutto delle conquiste del mio genio,, delle mie fatiche, nessuno ha diritto di contrastarlo. Sé questo diritto ili pror prietà è soppresso, la- società, diventa un gregge che non ha altro bisogno che. del giornaliero elemento. La proprietà è un fatto necessario, violando il quale si distrugge la società.. Dal rispetto della proprietà viene là forza al lavoro, l'eccitamento all'ingegno, il fomite a tutte le. opere grandi. Creato il capitale esso fèconda- il lavoro, l'oro condizione è di ricercarsi a vicenda, e di servirsi reciprocamente, quindi l'abbondanza del capitale corrispondo all'abbondanza del lavoro, e produco il rialzo dei salari, il ribasso del prezzo, degli alimenti, 1'agiatezza-e la moralità. Le. lotto fra. il capitale o. il lavoro sono prodotte da passioni, disordinate,.dall' avidità, dall' invidia, dall'ingiustizia-, dall'odio, dalla sregolatezza e conducono agli scioperi ed alle rivoluzioni' sociali, che si trascinano dietro le inevitabili conseguenze d'ogni delitto, la miseria e l'abiezione. Il diritto di proprietà è rispettato perfino dalle più selvaggie tribù, nelle quali ciascuno riconosce il'suo arco, le sue freccicela sua rozza capanna. A misura che là società progredisce si. sviluppa questo effetto per la proprietà. È un diritto di natura; l'uomo ha nelle suo facoltà perdonali fìsiche o intellettuali una-proprietà incontestabile. Tutte lè altre proprietà- non sono che la conseguenza di questo principio. La casa, i campi, il denaro-rappresentando i frutti delle umane facoltà posto in azione dal'lavoro, ogni capitale rappresenta l'ingegno, le fatiche* le privazioni, le cure di chi ha saputo accumularlo. Sempre e dovunque la proprietà s'indenti-fica colla personalità-. Dal libero impiego delle mio facoltà ne deriva un prodotto, questo prodotto è un diritto, questo diritto era violato dalla schiavitù, ma venne riconosciuto e proclamato dalle leggi della civiltà. Dal diritto di proprietà deriva il diritto di scambio che si pratica-coi contratti, colle permute, colle veudite, colle.spedizioni liei-più lontani paesi. Quanto più queste operazioni sono facili altrettanto sono produttive, cosicché la libertà del commercio-oltre di essere una conseguenza del diritto di proprietà, è ancora una'ooniizioi;e della generale prosperità; Inoltre la concorrenza spinga 10 arti a migliorare i loro prodotti', a vendere a-prezzi: ' moderati, e tutto ciò coopera a vantaggio della società. La. terra.rappresenta un capitale; in essai però sono da considerarsi due elementi — la produttività naturale — o lo facoltà, produttive che L'uomo-, vi: sviluppa eoi lavoro. Taluno volle sostenere, che come agente naturale, ia terra deve appartenere al consorzio sociale, e il diritto di privata proprietà venne conteso. Sia pure per la terra, incolta, deserta, non posseduta da alcuno, ma la terra, coltivata è un prodottò del lavoro e del capitale, è una conquista doli'uomo. Infatti molte terre incolte vennero cedute in America ai coloni emigrati dall'Europa, e con immense fatiche la. ridussero a aol--tura. Nel 1791 le lande deserto doli'Ohio venivano sol-cute dall'aratro di 5tJ00 emigranti. Vent'anni dopo que-•%ta libera colonia arrivava appena a 230,000 abitanti. Adesso sono dieci volte tanto, e vivono prosperi e felici: ma quale fu la causa, di questo portentoso incremento? — Un decreto degli Stati Uniti che guarentì agli abitanti ia proprietà, dalle terre lavorate. La torra abbandonata a se stessa non produce che storpi ed ortiche. Una. tega quadrata di terreno incolto basta appena a far vivere una sola persona, la stossa quantità di terra, coltivata assicura l'esistenza di 1200 individui. I prodotti agricoli non sono dunoue semplicemente 11 prodotti del suolo, mai prodotti del capitale e del lavoro impiegati nella terra. La terra è una macchina, che. rende in proporzione di quanto le- si dà ; essa non dìyanta produttiva che dopo le livellazioni e i canali di acolo che la liberino dalle acque stagnanti, i muri o le-siepi che la difendano dagli animali, le fabbriche che accolgano i lavoratori o le derrate, ii lavoro dèlia vanga o dell'aratro che smuova, il suolo. li capitale che la trasforma è dunque rappresentato dalle costruzioni-, dalle macchine, e dagli strumenti rurali, dal bestiame, dal Concime, dalle sementi. La proprietà ha abbellito la terra, l'ha, fecondata, ha- discacciato la barbarie, lia fatto fiorire la civiltà. Le sette che pretendono ricondurre l'umanità all'età dell' oro, colla divisione delle terre in parti eguali, non potrebbero che precipitarla n«dla universale miseria. Ponendoci governo a supremo regolatore di questa nuova società, mettono per base del loro sistema la. soppressione della libertà personale, la soppressione dellàric-ohezza,. e l'eguaglianza assoluta del genio coli'idiotismo. Tre assurdi !:..„. Sconoscendo l'umana natura sognano una fratellanza universale, distruggendo il focolare domestico credono di provvedere all'umana felicità, e proclamando il regime d'un dispotismo assoluto sulla più abbietta schiavitù, ci tolgono portino la famiglia per piangere!----- Così volendo spingere agli estremi le riformo sociali si ritornerebbe allo stato selvaggio,, incontrandosi per via eoi fanatici del passato. No, l'agricoltore non seguirà nessun estremo partito, uscito dallo strette delle passate tirannidi non cadrà vittima dei sógni umanitari. Chiamato a.dare il suo voto agli uomini elio devono reggere i destini della patria, saprà colla guida del buon senso evitare parimenti i pregiudizii e i precipizii. proponendosi la difesa dei due glandi prineipii fecondi d'ogni prosperità e progresso. Ecco come la classe sociale la più modesta può ispirarsi,alle norme della più alta politica. La forma del governo è indifferente, monarchia o repubblica sono due parole oziose,, senza i fatti ehe le accompagnano. Vi sono repubbliche dispotiche o retrograda, e monarchie liberali e program siete, e.viceversa. Il migliore governo è quello che non sopprime la libertà; e non contiaria il, propresso} per modificare e migliorare i governi nazionali le riforme progressivo valgono meglio delle rivoluzioni, le quali non sono legittime che. contro i governi .... ...o tirannici.. Una fòrza superióre ha sempre condotto l'urna ni fi a» stiarà sempre alla testa delle nazioni lino alla fine de secoli. Un popolo senza governo non rappresenta che i disordine e l'anarchia; Ììe, Imperatore o Presidente: monarchia o repubblica^ ogni nazione ha bisogno d'un governo. Quando i popoli sono ignoranti, ouesta. forza si appoggia sui pregiudizii e sulle superstizioni, un mistico velame ricopre la verità, e il potere assoluto decide della sorte degli uomini. Quando i popoli sono intelligenti, istruiti e laboriosi e sanno difendere.la propria libertà, la forza dirigente non può. risiedere che nel valore intellettuali^. La scienza succede alla superstizione, e la morale si basa.sugli eterni prineipii del giusto e del vero.. Facciamo che il valore intellettuale, sia. la guida costante della nostra, nazione ; è una forza rara finora, perchè i potenti d'una volta temevano il suo influsso, e ne contrariavano lo sviluppo, ma essa, si propaga rapidamente alla luce della libertà. Tutte le classi sociali1 possono somministrare il loro contingente di valore intellettuale, l'uomo nato nella più misera capanna può salire al sommo della scala.sociale, se il suo merito velo porta, e quindi sussiste l'obbligo assoluto dell'istruzione per tutti. Dalla coltivazione di tutte le somenti d'una pianta'-nascono le più belle varietà, e i soggetti più rimarchevoli, ogni semente negletta potrebbe essere la migliore, ogni spreco è una colpa. Il genio ò una fiammella ehe si spegne se le manca l'alimento;la prima istruzione èia coltura che rivela la pianta nel germe, ©l'alimento che suscita la fiammelle. E poi, l'uomo libero è responsabile delle sua azioni, e l'istruzione diventa un dovere per tutti. Tutte le-forze personali devono cooperare alla,comune prosperità, e talvolta le piccole forze unito accrescono il loro valore. L'unione delle forze, dicesi associazione. La prima associazione è quella dell'uomo colla donna, che costituisco la famiglia, poi vengono le associar zio ni delle famiglie che formano i comuni, coi quali si costisuiseono lo provincie e gli Stati. Le alleanze sono le associazioni degli Stati fra loro. Vi sono le associazioni delle scienze,, lettere, arti, mestieri e negozi, le associazioni agrarie, quelle di previdenza e di carità, e molte altre che tendono a-soddisfare speciali bisogni, e cooperano alla generale prosperità. L'associazione è una. forza, che subisce la legge generale di tutto le forze, che può edificare e distruggere "secondo l'indirizzo, è come la polvere che spezza i monti ed apre le vie al commercio, o slancia le palle dei cannoni e distrugge gli eserciti ; è come il vapore che ben diretto trascina le carrozze delia ferrovia o mette in movimento una fabbrica, e mal diretto fa scoppiare la macchina. L'associazione fra i capitalisti o i lavoranti è la più gran leva di produzione; l'agricoltura ce n'offre 1' esempio il più antico, il proprietario e il colono si giovano a vicenda. Nei lavori pubblici 1' associazione ha condotto a termine delle opere portentose ; nessun individuo per ricco che fosse avrebbe mai potuto compiere lo ferrovie, il telegrafo sottomarino, l'apertura dell'istmo» di Suez. Ma anche T assoeiazione è divenuta talvolta un soggetto di strano illusioni, e riuscì a, delle prove infelici ' ogni qual volta si prefisse de«li intenti conti-ari all' ordine sociale. D'altronde ogni cosa-ha i suoi limiti, e se l'associazione accresce il vigore delle piccole forze,.' essa non può sempre gareggiare- coli' interesse privato, nè col merito personale;-una fabbricai può prosperare per le qualità speciali del suo capo, e decadere nelle mani d'una società. L'associazione è indispensabile tute le volte che un' impresa eecede le facoltà individuali, ma non bisogna abusare nè delle parole nè delle cose. Ber esempio la pretesa di formare una vasta associa— une di tutte le nazioni, equivale a voler spegnere tll'uomo il sentimento della patria, ed è contraria all' tinto di natura. Ogni nazione ha i suoi bisogni specia-. modificati dal clima, dalle tradizioni, dal grado di viltà. La soddisfazione dei bisogni materiali e morali un popolo non può derivare da così strani provvedici. L' umana felicità ha i confini ristretti, e non si igs»iuni»e allargando l'orizzonte, ma bensì concentranti sentimenti in -modeste proporzioni. Essa <è facile comprendersi nel seno d'una società laboriosa e tran-xilla, sotto la protezione d'un governo che funziona polarmente nei limiti delle sue attribuzioni naturali, ia è un vero sogno aspettarla dalla cooperazione di tutti popoli della terra. Più si allargano i confini d'una ocietà più crescono gli abusi, le ingiustizie, le ricchez-e dissipate, gli assurdi. Ogni forza che si concentra acresce il suo vigore, e lo va perdendo allargandosi. Con questi principii generali ci sembra di aver suf-cientemenie fissato il valore positivo di alcuni vocabo-i varia mente interpretati ai nostri giorni, e che servono li pretesto a declamazioni -ed a sofismi pericolosi alla romune prosperità. Con tali principii si ottiene la difusione della verità, l' ordine, l'economia, ila giustizia, i sicurezza e la pace. Queste sono le basi sulle quali i appoggiano le nazioni civili e prosperose ; e possono ervire di norma all'agricoltore, ogni qual volta d suoi liritti e i suoi doveri di cittadino lo chiamano a dare il ìuo voto. La politica, nella coscienza e nell' interesse dell' a-[ricoltote non può essere nò retrograda nè sovversiva, essa non può andare disgiunta dai più sani principii del-a grande maggioranza nazionale, e si riassumo in due parole^ libertà e progresso. (Italia Agricola.) Corrispondenze. Carissimo, Virano, aprile. Diceva Bione filosofo antico: è impossibile piacere alla moltitudine, «e non «Iìywìlaudo un pasticcio, o «lei vino dolce. Leopardi — Pensieri. 'Voi mi avete interrogato cosa abbiamo di nuovo, «d io vi rispondo. Da quindici giorni a questa parte, ve lo assicuro, tale è il moto da noi, che se tenessero le ceneri del Guttembergo le consegnerebbero al vento. Ed inneggiano alla libera stampa, alla libera parola! Un povero inesperto, non fece altro che, assecondando una fittizia o reale querimonia di molti, richiamare all' ordine ua pubblico funzionario. Avrete già letto nel vostro giornale, la Provincia, quella sua, direi troppo al naturale, corrispondenza. Appellandosi alla pubblioa opinione egli intendeva di vincervi la causa: oggi, così la avrà conosciuta, la cavalla matta che è veramente, non più gli salterà il grillo di volerle montare sull' arcione, senza dare d'occhio al pericolo del lastricato. Non lo avesse egli fatto: non so a che madonna no vada debitore se noi conciarono per le feste. La è curiosa sapete, maledicono sragionando a quanto è di sacro, all' onore, al buon senso, al principato, ai santi e cosi via, e, le buone anime, poi non vogliono •che loro si 'tocchi, neppure metaforicamente, un proprio simile. Così dicono essi: scherza coi santi e lascia in pace i fanti. Visto che sono in errore oggi si correggono 4 rancidi proverbi. In tutti i paerfi del mondo, le inimicizie, le ire cittadine, le facili imprecazioni, gli odiosi antagonismi, stanno sempre in ragione diretta delle più o meno strette relazioni che vi passano tra le persone. Ed in questo, appunto sta differenza delle città, ove quasi tutti, solo legati da un vincolo istintivo, vivono ignari 3' uno dell' altrfc, coi luoghi minori ove, Iper così dire, il medesimo sangue affratella: là l'individuo scompare, qua si moltiplica, là ne offendi uno qua mille. E perciò io sempre sostenni, che voler ridurre le nostre borgate livello dei gran centri sotto certi rapporti, è lo stesso che incocciarsi di pestare 1' aqua nel mortajo. La Libertà ■della stampa da noi, è ancora quale i farmaci che, seppure conosciuti bueni, vengono e temuti ed odiai. Come nella vita fisica regnane piante che non climatizzano, così forse nella civile, vi hanno «dei principj che quinci e quindi unqua otterranno applicazione. Voi mi verrete fuori, che col lavorìo dell'educazione tutto si possa conseguire. Benissimo: ma io sono in caso di rispondervi: che 1' educazione è bella e buona fiuo a che stanno silenziose le passioni, facciano esse capolino e quella, scarmigliata, gettata via la corona di regina, se ne fuggirà a rompicollo. E un delitto sociale lì parlare francamente. Perchè, se lo ignorate, aVèt prudenza civile -. .-, vuol dire saper celare sotto il tabarro cento maschere, ed a seconda degli eventi senza che si avveggano, saper -adattarsele. La verità è un prestantissimo argomento, ma non per farne una predica in piazza : in chiesa, per esempio, la cosa è inversa, vi possono cantare ciò che meglio loro talenta e tutto è bello, non nota dissona, e tutto accettate a gloria dell'Altissimo. I profeti plateali visitarono sempre la fossa dei leoni. Voi mi replicherete, che bisogna essere superiori quando sà è persuasi della ragionevolezza dei propri asserti: di nuovo voi dite egregiamente, pensateci su però e vedrete, che non in tutti i momenti si ha le virtù del diacono Stefano, che si lasciò lapidare contento di dire: nesciunt quid faciant. Invece alle prime minaccie si stima saggia cosa, lo svignarsela in salvo dietro il sipario. Ove non si voglia danneggiare se stessi, giocoforza è conchiudere: che la verità non sì deve appalesarla mai, perchè non garba alla maggioranza----la gran brutta conclusione, non fa nulla, vi diranno prudente, ehe siete un uomo di mondo. Lo stesso avviene nella cosa pubblica. E dopo un tanto, certuni li sentirete gridare la crociata contro i migliori se, divenuti misantropi, rinunziato al dovere di farla da maestri, da duci. Per vivere bene ci vuole tolleranza, e noi non la conosciamo invece neanco dì nome, benché, sono parole di quel doloroso di llecanati, nessuna qualità u-mana sia più intollerabile nella vita ordinaria, ne in* fatti tollerata meno, che l'intolleranza» Impariamo a soffrirei e vivremo contenti e privar tamente e pubblicamente. Sono arrabbiati! colla stampa, si calmeranno dei loro furori e torneranno a, riconoscerla ancora, come diceva Cicerone della storia, la maestra della vita sociale dei popoli. Bramerei che mi rispondeste:, i nostri sono di gran lunga migliori. Dor vrei, temo, attenderla molto.questa benedetta risposta: abbiamo avuto troppo egualmente le medesime sorti, le stesse fasi, nei tempi trascorsi ed attuali- per essere oggi ad un tratto altrimenti informati, sotto differenti condizioni. Carissimo, speriamo nell' avvenire. Gettati, in bando i trascendentalismi da campanile, non illudiamoci della nostra misera, situazione: col riconoscerla, sentiremo più potente il bisogno di riposarci. Speriamo nell'avvenire e lavoriamo. Vivete felice< Lucerna aprile 1872. Onorevole sig.. Redattore. Perdonate se io, forestiere, mi prendo la libertà di scrivervi su cosa che, a mio giudicio, può influire sugli interessi del vostro paese ; se non trovate pazze le idee che esporrò, vi prego di dar loro posto nel vos ro reputato periodico. Per diportò volli vedere la costa dell'Istria e scensila,^sia di maremme quella.chc permette di farsi spettatore e non parte di quello stupendo panorama, che si svolge dar Trieste a lJola.;. vidi bei colli, stupendi, seni, isolette che potrebbero divenire deliziose, ina, di mano .in mane, che l'elice spingeva verso il sud il naviglio, sentiva che il mondo lavoratore ii mondo ricco si allontanava-, udiva più. spesso della febbi e che funesta quelle seduttrici spiaggie, capiva che per ritornale a Trieste ci voleva, più tempo. Vidi, pola che attesta la antica grandezza, romana e la voglia di vivere in pace moderna, e là lessi un giornale. Pn pescecane era caduto vittima dell'uomo, ma, sparato, aveva reso palese quale fosse stata, la sua colazione: delfin , agnello, uomo, era» nio, gambe, pie,di, scarpe, vesti. Misericordia! JU,i raro.r mentai. dei versi:. Uscito fuor del pelago alla riva "Si volge all' onda perigliosa e guata,, e diedi un'occhiata al mare, che il padre Dante deve aver preveduto quando scrisse. liifeei il viaggio, ma,, prima di ritornare fra terra, volli vedere Capodistria, la geni,ile. Lessi un giornale: un pescecane era stato preso alla foce del Tagliamene to aveva in corpo del delfino; vuol dire che avevano interrotta la sua refezione, perchè sembra che quella carne* costituisca il suo. antipasto, se lo avessero lasciato fare!.. Misericordia! mi volsi all'onda perigliosa e guatiti e pensai ai bagnanti, all'uomo che cérca la salute nel mare e può trovarvi la morte. E elio morte! Colla mente occupata dai pescicani e dai bagni di mare, feci il giro del vostro scoglio cercando sempre il dove si: potesse, senza, pericolo, abbandonarsi al piacere del bagno marino, era per conelude, e . che non esiste, Oliando, guardando una chiesuola che si erge bianca e modesta in-capo ad una strada ili mare lunga e diritta (credo si- dica della Semedella), un largo bacino regolare- attrasse, la, mia attenzione; lasciai fischiare-il battello a vapore che non mi chiedeva che trenta soldi ed. un'ora per portarmi a Trieste, e volli esami; are quel-fa enorme vasca che è- chiusa e levante dalle salino, a mezzodidai un arginello. che la divide da altra men grande, a ponente da. mezza lunghezza della strada di Seme- ei'.a, a tramontana del pas-eegio suburbano e vede- re- se- essa fora; potesse fornire la soluzione al quesito^ bagiio di mare s enfia pescecane.. Misurai come si piò fare coi passi il bacino, esso» deve avere all'ihcirea ia superficie di '60500 metri quadrati essendo figura quasi rettangolare di cui un lato misuJ ra press' a poco metri 550 e i'altro medio metri 110$j osservai.il suo fondo fangoso facilmente scava bile che sii mostra colla bassa marea e si copre tutto coli'alta. Ecco, il Lagno, ecco tanto mare da esaurire la soviabboudaza ui forze lii qualunque strenuo nuotatore, ecco un bacino grande abbastanza perchè i'aqua.visia sempre pura, perfettamente sicuro contro.ogni pericolo; di tempeste e ai, pesci, assassini. La, strada di Semedelia è ora aperta in due luoghi,' sopra due ponti si passa il vano per cui attualmente-l'acqua di mare entra ed esce dal bacino. Scavare il fonuo tino a. die l'acqua raggiunga una profondità bastante ad impedire il soverchio, nisealdameiito, accu-j nudare ii materiale scavato in montagnuola in mezz».! al bacino, costruire su quella una specie di eremitaggio! ristoratore, aprire ancora qualche varco al mare nella stuarda da Semedella, fornire di graticole i canali aperti, in linea di ogni apertura, infossare il fondo del mare ester--1 no onde i acqua, possa influire ed efluire copiosa e viva, erigere, per ora, un semplice, spogliatojo alla riva della città press'a poco dove è un cantieruccio per piccole barche, nascondere con assito la vasca, lungo il pas^ saggio suburbano, panni basterebbe ad iniziare la forr j inazione di uno stabilimento di.bagni tale che forse nes-J sun altro luogo dell'Adria potrebbe vantare. È vero che- gli amatori del mare si elettrizzano ab-Kidea dell'onda \iva che mena, di qua di là, di su di giù chi le si affida, è vero che l'acqua sarebbe assaiJ fW'se troppo, tranquilla nel bagno chiuso a cui accenno;, ma è certo altresì che nell'onda viva si compiace cuj-l lai-si anche il pescecane e che tuffandosi in essa intieri, e vivi, si può finire mutilati o morti. E questo mi semplice embrione di progetto, se vo-l gliamo di tale per la cui realizzazione occorrerebbe forte dispendio, ma non credo che la previsione.cella grossa spesa possa giustificare il non pensarvi. Innanzi tutto non sarebbe necessario compiere il lavoro d'un tratto e poiJ se è naturale che si affacci alla mente la gravità dell'opera, bisogna anche considerare - di quale immenso vantaggio sarebbe per la vostra città la creazione di un grandioso e sicuro stabilimento di bagni marini, tale; non già da. soddisfar^ unicamente ai bisogni della po-l polazione del luogo, ma di attirare la maggior parte-dei forestieri che desiderano o per diletto o per necessitàJ di immergersi nell' acqua di mare.. Capodistria ha come luogo di bagni una posizione invidiabile; presso all'ultima curva ^ord del mare A-j driatico, està giace al Sud di uno sconfinato e civilfs- j simo continente, la cui popolazione, più che per moda,, por verità nuovamente popolare, riconosce neli'onda.sa-lata un prezioso mezzo per conservarla; Capodistria dista itu'at a sola di deliziosa corsa da Trieste, città grande e provvista di tutto che esige la civiltà moderna, Capodistria è in parte bella in parte suscettibile di divenirlo; ha varii passeggi, fra i quali il suburba.no varato e sonza. declivi, ha strade stupende verso la cairn-pagna, ha dintorni la cui bellezza sorprende ; il suo mare contiene, abbondanza di principj minerali disciolti, ne fa fede la facile confezione del sale, ha acqua potabile senza difetti, è immune da miasmi feubriteri, è località sana, lo attesta la robusta sua popolazione. Impiegato in tale luogo, non parmi che possa dirsi' sprecato anche un ingente capitale, il reddito non dovrebbe mancare, e se^come è assai probabile,.il vostro paese riuscisse a divenire luogo di bagni, l'utile lasciato dagli accorrenti potrebbe farlo risorgere. ÌN'on so se a Copodistria esistano capitalisti ai qu&-assoclati, sia possibile tentare l'impresa, dovrei supportili sì perchè scorsi molte belle case ed è probabile che chi (abita non sia povero, ma se pur fosse, difficile il fare »n danaro del pnese, venga pure il capitale forestiero guadagni che a parte dell'utile sarà sempre il luogo i cui viene impiegato. Mi Gissero che anche i 'battelli i vapore che con^iungono con dicci gite al giorno la ktta citta con Trieste non siano frutto di forze loca-1 che importa? (Guadagna poco forse Capodistria dal miplice fatto della linea a vapore?-.____>.. Dunque? Vi saluto. G. Leggesi nell' Opinione in data eli llonvi 3 : L1 eserciio itnliaiso. / Una delle maggiori difficoltà che s'incontrò nelle tovincie meridionali e nella Sicilia per promuovere x' » delle macchine agrarie si è quella di non trovare ei coltivatori che sappiano maneggiarlo. 11 Ministero d'agricoltura e commercio, d'accordo tn quello della guerra, ha pertanto stabilitoci far da-t delle conferenze speciali presso la Scuola superiore agricoltura in Milano, intorno all' uso degli Strumenti delle macchine agrarie a profitto dei soldati delle Pro-incie siciliane, prossimi a compiere la ferma di servizio itto le armi. Il deposito governativo delle macchine presso quel-Scuola servirà per gli opportuni esperimenti. E per eccitare l'emulazione in detti soldati ad