ANNO VII. Capodistria, 16 aprile 1873. N. 8Vf ) 1 11 riiy'j'i :oir "'■'>'■ f'hi^-'ì il) jVliin v j -a igiwih «74701) -od'» 9-' ,elniìiao') LA PROVINCIA;- iiF ib'ivi'ii'ioh j.floYort iili-'j» aww^I •>«; fiorMrf) ó^'-'Vfo i* f (mteirirm ok>«k r>iaw.> ihßiip 9 ainoni Giornale degli interessi civili, economici, amministrativi >'ioir) m DELL' ISTRIA, «Ih, ed organo ufficiale per gli atti della Società agraria istriana. If.t. «ut 1fU<»(f «> Esce il 1 ed il 16 d'*gni mese. ASSOCIAZIONE per uu anno f.ni 3: semestre c quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Artieoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente- — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. . ^ ATTI UFFICIALI DELLA SOCIETÀ AGRARIA. Elenco delle offerte per l'acquisto dei manoscritti Kandier, conforme al programma pubblicato nel n. 4, 1872 delia Provincia. ittiMi t i;»'<>n n ;.m.Hnb «■•m % — Don Osvaldo Decanova TI ."fri-i 2 —. Clemente Orlich . K. . . i . n 2 —. Pietro de filippini fu Pietro V 2 —. G. Corner t . . . . . 'ntjir. ,1 „ 1 — fratelli Danelon .... 2 — Sinsich ....... 2 —i Carlo d'Franceschi . . . • ' . » 2 F. Radoicovich . . . . 1 IP . h ' 1 iqdioa oviiiffösf) ii oì i jI«'-■ Somma f. 1699 15 un wf Pirano, aprile ''Ì873 (G. B.) È ancor troppo viva la dolorosa ricordanza della perdita dell'amato e compianto nostro. Podestà, Orazio D.r de Cqlombani>$on troppo recenti il lutto e la mestizia con cui.la intera cittadinanza, senza distinzione di classi q di ceti, ne accompagnava, pochi giorni fa, la salma all' e-strema dimora, perchè noi possiamo qui rendere l'ultimo omaggio di affetto e riverenza alla di lui memoria, senza sentirci nell'animo profondamente commossi, e senza deplorare che una si nobile esistenza ci sia stata rapita cotanto precocemente dalla morte inesorabile. Sono ancora smosse le zolle, che coprono le spoglie dello illustre trapassato, e già ognuno ripete tra sè e sè quella dolorosa ma incluttalile verità, che non v' ha tra noi alcuno il quale possa, almeno per ora, raccogliere 1' eredità di si; e nobili virtù, e farsene in modo condegno intelligente e zelante continuatore. Che se in tanta jattura ci resta pure il conforto che potrà il di lui esempio essere di sprone ad altri" di continuare in quel! operosa e diligente attività da lui iniziata relativamente a tutto ciò che riflette il vantaggio e il decoro della città nostra, possiamo tuttavia a mala pena adattarci all'idea, che possa taluno riempiere il vuoto eh' egli lasciò tra noi.— , , . V, . fv ' Affabile per innata amabilità di carattere, e gentile per isquisita educazione di mente e di cuore il' D.r de C'olombani addimostrava tali- sentimenti tanto nel santuario della famiglia, quanto-nelle sue molteplici relazioni civili e .sociali : e fio; nelle dolorose vicissitudini della lunga e penosis*- siwin malattia, che ei sofferse con rassegnazione oltre ogni dire costante, e che doveva finalmente trarlo al sepolcro/ sejfye egli serbare quella tranquilla serenità d'animo, eli' efa lo specchio più fedele del suo carattere intemerato, Neil" esercizio dell' arte medica, Ch'egli dottamente e quasi come sacro ministero professò tra noi, tino a che altre'cure ne lo distrassero, era per lui un bisogno del cuore di prendere viva parte ai dolori della sofferente umanità, e di concorreret'oi mezzi della scienza a cercarvi lenimento è conforto. E quante e quali fossero le di lui benemerenze acquistate in . tale esercizio, che occupò la massima parte della sua vita, Jo dicano per noi i tanti e tanti poverelli, i quali ricorrendo nelle più amare sofferenze della vita alle sue zelantissime' prestazioni, trovarono in lui, anziché un semplice medico, indifferente spettatore dell' afflitta umanità, un soccorritore generoso, un amorosissimo padre : e quei poverelli, che tra «;li orrori della più squallida miseria ricevettero tante volte da lui oltre i salutiferi soccorsi, anche di che provvedere del più necessario sostentamento, 11011 cessano ora di benedire con ineffabile dolcezza alla sua cara Ä «Sii.* , Con grave nostro daiVrio il de Oolombani intralasciava l'esercizio dèli'arte medica, allorché 'chiamato a rivolgere ad altre cure la sua'sàmeii- * "-vr rvr-1 - a ' «l^ _ te attività, s'apparecchiava a prestare alla sua patria servigi di altra natura. Non é qui nostro assunto di ricordare a pàtii? a parte i distinti servigi da lui prestati allà nostra Provincia, cui e-gli, gelosissimo delle sue tradizioni, amava di verace affetto ; come del pari troppo a lungo ci condurrebbe l'èsatiié della sua lodeVolissima coiidot-ta, allorché onorato della fiducia della Rappresentanza provinciale stava prestando l'indefessa opera sua per tutelare nelle supreme sfere legislative dello Stato V onore e gl'interessi dell' Istria nostra Solo vogliamo qui osservare che la sua specchiata onestà e là sua delicata fermezza di carattere, 11011 poteano sì facilmente accomodarsi a quelle calcolate tergiversazioni, a cui di necessità deve adattarsi chi si trova ravvolto nel turbinìo delle politiche vicende. Anzi crediamo di non dilungarci troppo dal vero, se osiamo asserire, che tale sua posizione, cui vorremmo chiamare eccezionale, avuto riguardo alle doti speciali dell'animo suo, ebbe forse non poca parte nel fatai morbo, che doveva ancora in età abbastanza fresca trascinarlo inesorabilmente alla tomba. Non ambi lo cariche per la semplice stolid vanità di essere fregiato dei titoli relativi; ma, e letto, fu veduto adempiere con tutto zelo ed assi duità alle mansioni inerenti alle mAesime : talchi £.11011 èflchi fra noi possa ignorare la sua lodevoli ' ^eroSraf comè Preside crei Consorzio dei Sali, co me Preside della novella Società di Mutuo Soc corso,'e specialmente come Capo, per quasi dui trienni del patrio Consiglio. Quantunque sovrac caficf di ffvariatissime occupazioni, non ristetti mai dal promuovere ogni maniera di istituzioni u tili ed onorifiche a questa sua città natale, che de suo nome serberà perenne e gratissima ricordan za : e solo che si ponga mente come nel brev lasso di tempo eh'ei fu preposto all'azienda co munale, sleppe, mercè una instancabile operosità iniziare e condurre a termine quanto per lo innan zi nel lupgo 00*90 di anni ed anni parte la forza degli avvenimenti e parte la ignavia e la inerzia d'altri lasciarono inadempiuto, si vedrà essere meriti dell'illustre D.r de Oolombani come cittadino, superiori senz' altro ad nostro elogio. Nè si voglia credere che il D.r de Colomba- h -r i fj » »ff T jQJj OjHììÌDOH I i T»! OTTETTO* ni abbia ^talora subordinato il promuovimene d£| pubblico J^ene«! sue speciali vedute di fini secondari : che anzi (cosa ben difficile a'nostri tempii ei volle in tutte le sue azioni sollevarsi e mantenersi al di sopra di ogni partito per non subirne le influenze, nè mai discese alla troppo frequente viltà di procacciarsi plausi e corone, comè'fanno oggidì tanti moderni tribuni, con isplendide e sedicenti arringhe, nelle quali il labbro menzognero finge sovente quelle virtù che non furono giammai sentite nel cuore. La sua parola sgorgava limpida dal suo labbro, e quali; la dettava il sentimento, nè mai fu diretta a chiedere l'elemosina di un misero trionfo in occasione di nomine ed elezioni. Ma non finiremmo mai se tutti ad uno ad u-no enumerar qui volessimo i titoli, che alla nostra cittadina benemerenza si acquistò il compianto de Colgmbani; e per tutti valga a ricordarne uno solo, siccome quello che ad esuberanza dimostra, quanto grandi siano stati il suo zelo e la sua attività, nel promuovere tutto ciò che riuscir potesse di utile e di lustro alla nostra città. Intendiamo alludere all' Istituto delle scuole reali, che soltanto mercè le di lui instancabili prestazioni, ottenne dopo lungo desiderio il definitivo completamento ; giacché egli solo, il compianto trapassato, seppe e volle superare tutti gli ostacoli che si frapponevano alla esecuzione del progetto. — Per tau- ■ . ati e si segnalati servigi, che la di lui inarrivabile 'operosità volle rendere alla nostra città, la Rap-" presentanza comunale, in una delle ultime sedute - dello spirato anno veniva nel nobilissimo intendi-3 mento di tributare pubblica e solenne testimonianza ' di gratitudine a lui che ben meritò della patria. Per noi vivrà perenne la ricordanza dell'onorando cittadino cui proporremo mai sempre sicco-ijne splendidissimo modello di domestiche e civili ; virtù. I funerali riuscirono oltre ogni dire pomposi : ' oltre un numerosissimo concorso di cittadini v'in-' torvennero le locali autorità e eorporazioni, fra le ' quali ultime quella che si prestò maggiormente a ' rendere più splendido il funebre corteo, fu il con-' siglio d'amministrazione della Società di Mutuo ' Soccorso, a cui lode non possiamo tacere il fatto 1 di essersi adoperato con faticosi preparativi, a che ; la mesta cerimonia riuscisse veramente quale si 1 conveniva a tant' uomo. Presero parte inoltre l'In-[ elita Giunta Provinciale, il Capitanato distrettuale, nonché rappresentanze dei più cospicui Muni-cipii e eorporazioni de la Provincia. ! Sulla bara pronuncio l'elogio funebre il D.r Venier,' e sulla fossa pronunciò poche ma sentite | parole il Yice - Capitano Provinciale D.r Amoroso. y O l'JlI Iii«. .4ji')üXi*l1 5'J'i'J VO'IÌ 9/1 ©MO iii.V Strada ferrata. Ora che, presso la camera dei deputati, è passato il progetto di legge per la cosidetta ferrata \ istriana, a noi, che ripetutamente abbiamo detto come non ad ogni strada che corra sui nostri-monti si possa dare il titolo col quale il' progetto ! ministeriale è battezzato da alcuni qui in provin-! eia, perviene, da fonte alla quale abbiamo ogni i ragione di attribuire una qualche importanza, ! l'assicurazione che la strada votata percorrerebbe 1 Istria facendo, stazione- consecutivamente nelle seguenti località. Divaccia, Cosina, Presnizza, Rachitovich, Pìnguentè, Rozzo, Lupoglaw, Borutto, Novaccoj Pisino, S. Pietro in Selve, Canfanaro, Zabro-nich, Dignano, Pola, e che, per di. più, questa via presenterebbe la opportunità di una diramazione da Cosina a Trieste. Ora appunto secondo i dati ricevuti e ritenendo quindi, che la ferrata tocchi Cosina,, a 26li tese sopra il mare, Presnizza circa allo stesso livello, Rachitovich a 250 tese circa, Rozzo, Lupo-ylavo e S. Pietro in Selve; tutti punti, assai più elevati dei livelli di Pinguente, Borutto, Novacco e Pisino e posti, rispetto a questi, in condizioni altimetriche per cui, senza mostruose pendenze e contropendenze,, eccedenti ogni limite concesso dai principi normativi la costruzione e l'esercizio delle strade ferrate, non è possibile raggiungere i piani di queste ultime località e collocarvi stazioni che, non solo col nome, ma col fatto siano a portata di quei paesi, dobbiamo concludere che la congiunzione vera, pratica di Pinguente, Borutto, Novacco, e Pisino, mediante le predetta linea, sia illusoria. In quanto alla possibilità della congiunzione di Cosina con Trieste, ci preme dichiarare che a noi poche cose sembrano assolutamente impossibili, ma moltissime sommamente incompatibili colla sana pratica, e fra queste ultime dobbiamo registrare anche la annunziata congiunzione; Cosina è a 261 tese sopra il livello del mare, Trieste a 1 od al più 2, ora la differenza »di livello di tese 259 dovrebbe essere superata con un tronco la cui lunghezza in isvilnppo, per 'lè circostanze del suolo, non potrebbe essere maggiore di tese 7500 e quindi la. pendenza del tratto dovrebbe essere per lo meno, costantemente dell' 1 a 30, pendenza che supera di un quarto la maggiore del Semmering, e non' trova riscontro in tutto l'impero, e la quale esigerebbe- tali macchine e sì forti dispendi d'esercizio da riuscire inconciliabili coi limitati affari della nostra provincia. Quanto- prima pubblicheremo in- fascicolo tutto ciò che in questo periodico fu detto in riguardo alla strada l'errata per l'Istria. Notizie e- documenti per la conoscenza delle cose istriane» Al Ch. Sig. Prof. N. P. Grego- Direttore di Ginnasio- in Crema Egregio Amico Non lespiacia eh'io mi valga della Provincia per farle pervenire copia di una lettera, che Madonna Caterina- de Ingaldeo di Capodistria scriveva, da Crema, nel 14'ìS, alla Nobil Donna Bianca Minotto Consorte del Magnifico Podestà e Capitanio di Capodistria. L' o-riginale» conservato.nell'Archivio, generale Veneto, è in un foglietto di. carta bombacina che, aperto, misura millimetri 205 X 145, ripiegato e chiuso, millimetri 72 X 61.. - Scritta pulitamente, e con diligenza, è, anche pei: la förmig esteriori, una cosettina che meriterebbe d'esser fotografata. • .. -„"«.t , Non so se a tutti i lettori della Provincia piacerà io nel trascriverla abbia mantenuto fino allo scrupolo la ortografia dell' originale, il nesso o accozzamento di due parole in una, e, diciamolo pure, i solecismi e le forinole di dialetto; ma io non ho avuto coraggio di mettervi mano. Certi scritti a ripulirli si guastano come le antiche medaglie a privarle della patina, impronta dei secoli. Attraverso quelle forme antiquate e, sia pure, sgramaticate, io ci vedo meglio che mai e l'ingenuo pensiero e l'affetto dolce della scrittrice ; ed ella, spero, convenirà meco che la lettera della Ingal-deo è, ad ogni modo, per doppio titolo preziosa: primo perchè mostra la civiltà squisita delle donne di Capodistria fin dal secolo XV", secondo perchè tocca di un fatto domestico importantissimo, la impresa di Triesto, ossia la guerra combattuta in quell' anno tra Capodistria é Trieste per le saline, le strade, il commercio. Žimcthe fratello di Caterina è, fuor d' ogni dubbio, quel Giovanni Ingaldeo che fu registrato dal nostro benemerito Stancovich al n. 286 della Biografia degli Uomini Distinti deli' Istria, e del qual parla abbastanza diffusamente nel successivo n. 28?. Capitano, come allora dicevasi, degli schiavi, (slavi, territoriali), fu uomo d' antica fede e valore, e le sue vi,rtù passarono e si riprodussero nel figlio Pasquale. Ciò emerge dalle Ducali di Andrea Vendramin, (9, aprile 1478,) e di Giovanni Mocenigo, (28, aprile 1482 e 16, ottobre 1485,) che lo stesso Staueovich ci addita nella llaecotta di Decreti Sovrani di Gapodistria. La impresa di Triesto ! Fa dolore il pensare che è stata uiia delle tante guerre fraterne che dissanguarono la nazione e con essa anche l'Istria nostra. Kela tivamente al caso speciale non è questo il luogo di ragionare su qualle delle due parti contendenti ne dovesse cadere la maggiore responsabilità, nè se fosse colpa di Governi o di popoli, o inesorabile fatalità di tempi, o, a dire più giusto, se non fosse il portato di un complesso di circostanze volontarie ed involontarie, remote e recenti, che meritano, anche per la conoscenza delle cose istriane, di essere attentamente studiate. Certo è che si è combattuto da ambe le parti CQn subito slancio a con ferocia oéifinata, come è certo che primo e principale nella lòtta fu, alla testa degl' Istriani, quel Santo Gavardo di Capodistria, eh' ella ha meritamente preso a soggetto d' un suo patrio ßaeconto. Come condottieri poi della cavalleria e della fanteria spedite da Venezia, a lotta già impegnata, sul campo, trpvansi ricordati Antonio Mariano, o Martiano Bernardino dal Montone, G. Martinengo, e Antonello di Cornetto. — Proveditore generale fu Vital Laudo e, secondo alcuni, vi sa-rebbeintervenuto, a certo punto, anche il Luogotenente della Patria, (del Friuli). — Aperta la campagna coi soliti incendi di ville e devastazioni di campi, proseguì con iscontri e cozzi di fanti e cavalli all'aperto, e si concentrò poi nello assedio di Trieste, la quale, ridotta a mal partito, ebbe ancora in tempo un buon soccorso di cavalleria dall' Imperatore Federico IH. Ci. fu- rono quindi assalti e sortite, breocie e scalate: òittadi-ni, assoldati, paesani, fanti e cavalieri combatterono coi valore e furore, il sangue scorreva ogni giorno, e l'e sito della lotta era tuttora incerto e lontano; quandi) a cessare la strage fraterna 's'interpose, spontaneo o invocato, il Papa Pio II, cioè quoll' Enea Silvio Pieci)-1 Omini eh' era già s$ato Vescovo di Trieste. Alla interposizione di un Papa, e di Un Papa coinè il Piccolo] mini e in un' opera santa, non era allora facil cosa il| resistere, epperò la pace fu conclusa i' anuo stesso ia Venezia, pace che per i Veneti equivalse a piena viti toria. Di fatti in forza di questa — 1. Ca^teluovo, MoJ e S. Servolo, già occupati da Santo Gavardo, rimase! ro ai Veneti, 2. ai Triestini, eh' ebbero le saline quasi intieramente distrutte, fu proibito di condurre e ve.h dere i sali per la via di mare, 3. le strado di terra, che i Triestini, sostenuti dall' Imperatore, volevano chiude re. e far tutte convergere a Trieste, furono dichiarate libere e aperte. Dicendole tutto questo io non foche accennare ciòck ha* no scritto più diffusamente il Sabellico, il Verdizot] ti ed altri, e lo dico pubblicamente perchè la nostra brava gioventù veda che i fatti istriani non sono poi tutti ravvolti nelle tenebre, ma si manifestano in modi abbastanza spiccato a chi ha la pazienza di svolgere le, storie e le cronache nazionali. Ma non è propriamente di quest-o ch'io voleva parlarle oggi, sì, comunicandole1 la lettera che faccio seguire, voleva impegnarla a ricetì care negli Archivii di Crema se ci fosse memoria dell Ingaldeo padre della Caterina. E'evidente che coprivi una pubblica carica, e cercando in questo Archivio gei aerale forse ne troverei traccia. Ma nel presente caso mi par bello ch'ella tenti costì iu Crema la prova, la quale riescindo ci porterà forse anche ad altri risultati Veda dunque, se può, di mettere in chiaro quale fosse la carica coperta in Crema dall'Ingaldeo nel 148,% s« civile o militare, quanto durasse iu essa, con che sue cesso la sostenesse, d'onde venisse costà, dove sia passato dappoi ecc. ecc. Non mi meraviglierei che fosse anche un semplice Cancelliere o Segretario ; ma ella già sa meglio di me che i Seeretan, poco considerati da eh: ignora come si rega il mondo, allora come sempre pesarono e pesano nella bilancia della cosa pubblica assai più che non sembri. Quando mi comunicherà il risultato delle sue inda-i gini sull' Ingaldeo, non le spiaccia poi anche di dirmi quali altri Racconti istriani abbia ella compiuto © ide ato dopo la Notte di S. Sebastiano e il Santo (xavardo, il quale ultimo, non per sua colpa, tarda ormai tropps di vedere la luce. Desidero e spero....................]l Venezia Marzo 1873. Suo Affezionatissimo Amico Tomaso Luciani (di fuori) ---- Magni fice et generose dne Blanche Minoto consorti Magnifici dni Castellani potestatis et Capit : i Justinopolis: domine mee sing:m« nói • «scuotati;,'f rfjyj i'c iti vM'-VI 2, • u» (didentro); __j D. is xps Magnifica et generosa madonna: Io cognoseo bavere fallito grandemente verso la Vostra M. et connesso grandissimo errore ha non haver scritto aquella dopuoi la mia partita da Veuetia comoderà mio debito: Et se «on conoscesse la benigna et gratiosa natura vostra sentina grandissimo affanno in lamente mia. Ma confidandomi in la dementia vostra, non dubito me perdonara perchè certo non son restata per negligentia, overo domenticanza del aingularissiino amore che vi porto: Ma solo per occupatione che ha havuto mio padre e mi, in questo nostro principio, bon vi prometto in lo adve'nire farò el menao, Ma corno se sia prego essa vostra M. me perdoni del manchamento mio. Io son advisata per littere di mie sorelle e altre parente nostre quanto benigna e grati osa monte sono viste, e traetate da la V. M. e quanto dolcemente tutte altre dotie de quella terra son ben viste, che certo ne ho havuto et ho grandissima alegrezft e iocundita in la mente mia, ben mi doglio a non mi trovar presente e participare qum esso de tanta siyività et ale-gre/a, et maxime al presente, che è il tempo', sperava clarini piacere, ali Meloni messi a nonne vostro, i quali ve piaqua godere per amor mio cum tutte quelle gentil aone de 11, e nele mie possessione vi piagna andare spesso a aolazo e piacere e fare de quelle corno de cosa vostra propria, perche magior apiacer non me po-resfi fare cLa usare le mie cose, che sono vostre proprie-, e eìlsA quanto so e posso vene priegO. In questi zorni passati ve mandai uno bello paro di cortellini darzento. 1 quali voglio li portati per mio a-more, e se altro posso, fare in queste parte, che vi sia tirato, havete acomandarme, perche vedarete cum ef-fucto se sarete servita de parole* overo, de facti. Stemo in gran rancura mio» padré-' fe- ini di facti da Zuhaue mia fratello dubitandone chel suo graJide a-.ilini o non li faza danno. fil signor Dio lo* guardi in questa impresa de Triesto,. « adoperandole bene, come ne sta scritto da Veuetia, piazavi pregale la magnificcn-cia de misser, che per sue Iettare lo fecomand'i a la nostra Illustrissima- Signoria». -oi!io5,ino?xibno'> iteh» Più tardir (come- narra assai particolareggiatamente il benemerito Canonico Stancovich,-nella, Biografìa degli Womini distinti dell'Istria-, Tom: III pag:: 24Ö e seg: il Furiai)icchio fu insignito del grado dii colonnello, e quindiv cessata lai Repubblica e soppressa! la carica militare dei Gara i, ebbe dal. subentrato Governo Austriaco* nel lT97r l'officio di Assessore del tribunale civile e orimi* naie, nel 1800 quellb di Ces: Reg: Giudice sommario di Pinguente, ael 1807, sotto-il regno d'Italia, fu nominato Giudice di pace nel-, cantone di Pinguente. Ma divenuto già vecchio rinunziò subito a quest'ultimo officio, e morì in.patria, nel 1817: nella grave età. d'anni. 8(5- Associazione marittima Istriana. -rbžSill/ib oaäolioq few p ni oUvin« vnoddea 9 .pinot ^■toAlii 10 corrente aprile ebbp luogo T annunciato Congresso generale dell'associazione marittima Istriana, in cui Venne comuni- -il«ujft .r:">ixp «i aila-Tib «isnoaib oipq cynjiifi'jqfiM cato ai si»-. Azionisti il Rilancio che qui pubblichiamo preceduto dal seguente- rapporto tfclliüJMpgMOadt^ obiaJn alai u» JmraoM uh .onaiiqaO fob cisielo« i l don ned habtidtm /ito )•,/ Vi saranno- noti o signori i sinistri avvenimenti da cui 'vepne> colpita in questi ultitni tempi la nostra Associazione e per i quali abbiamo lo sconforto di presentarvi quest'oggi-!un bilancio che sebbene non presenti alcuna passività, non ci permette però farvi godere quegli utili, a consegiiire i quali a tutt' uomo ci siamo infruttuosamente adoperati.'»^b psi-i wl'sir -.ì • E qui ci permetterete di enumerarvi i fatti che contribuirono ad un risultato così poco soddisfacente. Noleggiato fino dal giugno p. Bark '"Favilla,, con carico, sale da Lisbona per Rio dò laneiro «"quindi dal Beasi le par»!' Europa con Cotoni e zavorra di Zucchero, giungeva in Rio appena alla metà di fetto-bre ove nel frattempo scoppiava la febbre gialla. 11 ricevitore del carico, con poca umanità invero, faceva consumare a quel Busti intìnto tutte le stallie sta» bilite per la scaricazione rtbn solo, ma il facteva entrare anche nelle controstallie, èd'il Naviglio era appena a metà Scarico quando vi perdeva miséraménte la vita il suo Capitante G. de Fòscarini; in seguito a che, il comando veniva tosto affidato al Capitano Andreis che fino allora fungeva da secondo ed il quale in data & gennaro c'informava del lutttioso avvenimento. M« sventura Volle che egli; pura da lì. a poco soccombesse vittima dell' inesorabile morbo e con esso tutta l'ufficialità di bordo e- ben due- terzi* de' suoi marinari; Questi dolotoBii fatti indussero il Consolato Austro -Ungarico w provvedervi, d' ufficio conferendo il éèman-do del " ihvühi notori-Capitano austriaco D. G. Fiandriui per condurre ili Naviglio a tenore-del Contratto di noleggio nei porti di'sua destinazione; ed appresi-mo- poscia che ai 20 appena dello scorso febbraio faceva vela- por Fernambuco ove dovrebbe ricevere gli ordini- per qual porto dirigersi per la caricazione ed indi: far ritorno in Europa. /va Hat ,«rq il -ad :Fer tale concorso di. fatali circostanze, a nessuno certamente imputabili,.questo nostro bastimento, il maggiore che possediamo* a>Rio-soltanto'perdette-ben quattro lunghi n^esi lialestrato dalle maggiori-disgrazie ; mentre altri Naviglinazionali noleggiati contemporaneamente e con. eguali, contratti giunsero- già da lungo tempo di: ritorno in Inghilterra ed i- loro armatori ricevettero già da- un pezzo le relative rimesse, Il Erik "Istria,, Capitan Zagabria veniva noleggiato, ed a buone condizioni al pari del " Favilla „.già nel maggio p. p. con, sale da Trapani, per Santo» e dal Brasile pel Continente con Carico generale.. Partiva, li 18 luglio per la sua destinazione ove giun- to lo si tenne lungo tempo sotto scarico venendo f»oi diretto por Fernambuco per ricevervi il Caricò df ritorno, e sebbene arrivato in quel porto fino dalli 25 dicembre p. pu seppimo per private comunicazioni che alli 27 febbraio tnovavasi ancora cela, ove pure infio-' riva il temuto contagio, ed in attesa sempre del carico.. Mauchiamo però di notizie dirette da quel Bastimento dal -28 gennaio p. p., ne sapressimo invero a che attribuire sì iung® silenzio e Togliamo sperane no» sia da ascriversi un tale ritardo che a smarrimento di. lettere, essendoci ben nota la solerzia del su« Capitano. La deficenza quasi assaluta del cacoolte in Brasile ed il conseguente ribasso dei noli in quelle piazze? sono le cause prime dei danai ohe oggi deploriamo, mentre i noleggiatori attendevano per carit-are i nostri bastimenti e molti altri trovantisi nelle identiche condizioni che il mercato rnigl ori, poco curandosi della controstallie che dovranno alla perfine pagare, se come ei viene Assicurato, non vi è nulla a temere sulla solidità delle caso noleggiaci ci. Allorché si stabilivano tali noleggi i»» si parlava neppure di malattia in que' paesi e itio specialmente già da più auni non ebbe a soffrirla. — C'indusse poi ad accettare quegli affari la mancanza di miglior impiego e che fossero affari discreti, lo prova il fatto che molti armatori, sì esteri cho nazionali, non esitarono a firmare contratti pari ai nostri, ed anzi diremo che gli altri non poterono ottennere la cancellazione da quelli di certe onerose condizioni come a noi riusciva. 11 Bark " Capodistria „ non fu pure troppo fortunato ne' suoi viaggi e dippiù ebbe a subire un abbordaggio mentre era pronto di partenza a New-Castle; abbordaggi« che gli cagionò .dei danpi i quali sebbene gli venissero compensati dal naviglio investitore, tale compenso non lo indennizzò però del lungo tempo perduto per riparare ai guasti patiti. Ed un tale ritarde gli riuscì dannoso non poco, perchè al sue giungere in Alessandria trovò i noli, poco prima ben sostenuti, io forte ribasso e dovette accontentarsi di accettare uà meschino noleggio cen seme di cotone per Londra dove fra brevi giorni dovrebbe arrivare. Del resto i disappunti toccati alla nastra Associazione sono comunissimi ad imprese congeneri, riescono però ad essa più sensibili atteso lo scarso numero de suoi Navigli, mentre se la Serietà nostra ne contasse di più, tali avvenimenti, toltane la parte luttuosa che nel caso nostro va sgraziatamente congiunta, varrebbero ù a menomarne gli utili ma non carto a falciarli dflli^tittAi trtiobioq eiliiatloH oiU o«*oq ttd'J tnoiy In tale stato di cose e mancate le sperate rimesse, il bilancio non poteva riuscire che quale ve lo presentiamo, speriamo però che quello che sarà per succedergli varrà a compensarvi della sterilità del presente, meutrechè, sebbene giungeranno m ritardo, non potranno al certo mancarci gli avanzi noli del » Favilla» « e dell'.» Istria « che per l'epoca a cui si riferiscono avrebbero dovuto figurare nel presente bilatuio. Il Brick » Albona « Capitan Sbisà all'invece, eb- be a compiere 1 suoi viaggi colla massima celerità e nei porti ove giungeva ;trovava sempre discreti affari, sicohè, sebbene sia questo il Naviglio di minor portata dell' Associazione, è però il solo che diede ognora i migliori risultati Con tali prove ed avendoci F esperienza dimostrato come il/:ir epoca presente i Navigli da cui puossi Operare buon frutto sono quelli che pel loro forte tonnellaggio si possono destinare a viaggi al di là dei ca pi, o quelli della capacità eirca del nostro n na n trovano ovunque facile impiego, mentre le portate medie, un tempo così ricercate, sono spesso neglette; non .esitammo un momento nel deciderei neil'interesse dell'Associazioné d'impiegare il fondo disponibile risultante dal deprezzamento annuale dei navigli sociali ed il ricavo dal collocamento di poche azioni di seconda emissione, in un bastimento che della portata di 300 tonnellate circa fecimo costruire a Capodistria e clic col nome di * l'ola u fra pochi giorni verrà lanciato in mare. Da questo Naviglio è da ripromettersi pure ottimi risultati mentre potrà per la sua special» costruzione e poca immersione intraprendere viaggi o-vo non è a temersi la possente concorrenza del vapore. Per tal modo il numero d'ei nostri bastimenti vie-se portato a cinque; numero ben meschino invero di confronto a quello po.seduto da altre Società nostre consorelle, ma cho potrebbe, se favoriti da miglior fortuna dare in seguito i migliori utili. Nello scorrere il bilancio che vi presentiamo osserverete che la nostra Società si regge con piccolissime, spese, mentre se dai f. 1895.32 che vi figurano. 1-evate la gravosa tassa, da cui non ci fu via di sottrarsi, rimangono soli f. 837.20 per affitto, posta, telegrammi, stampe, inserzioni, viaggio ed altro. I Navigli sociali vengono costantemente assicurati pel loro pieno valore, il chè, so da un lato apporta, come rileverete, una spesa non indifferente (inevitabile pero fino a tanto che la Società non conti un maggior numero di bastimenti per farsi essa stessa assicuratrice) dall'altra canto poi ci affida che accadendo una seria disgrazia, non si avrà per questa a soffrire alcun danno. — Se dal fin qui esposto, o Signori apprendeste fatti dolorosi per la nostra Società, avrete di leggieri anco rilevato, qualmente dessa non si trovi al certo in così tristi condizioni, come a taluno potrebbe apparire, mentre il materiale che possiede è quasi nuovo e venne annualmente sottratto dal suo costo originale il 5q[0 come è prescritto dallo statuto, e di più il fondo di riserva ammontante a f. 2,31 per azione non venne toc-ftigLal ftlwffN ,il»r:<)r h (oi!'jfinolo*j ib okrrg i d) o! Sfortunate oombinazioni non le permisero di far godere quest'anno a'suoi azionisti quei frutti che si attendevano, e questo è tutto ; e di ciò la vostra direzione ne è dolentissima, ma nulla ha da rimproverarsi mentre sà di avor agito sempre nell'interesse della Società, corrispondendo per tal modo alla fiducia che fino dalla sua erezione avet« in lei riposta e quale spera non sarà mai per mancargli. ,csn'irne- i.) irren il iü üu Ih fij» *b anqtiu'iknfiiK i oiu. JUg'iol 9 iv-ui o^o'rrpo ohof)i?oL lai sonn ij> Il IY cmoO Ist itrxc-f> 1 i I» 1 ß t ©navBonoi 9 IK.I11 i n , . w , • . r . dell Associazione Marittima Istriana aifftirigamia ih o.'tòrcnaie-iq AWir» hiaulii f*o» ib iljjft } ,, comprendente le operazioni dal 1° Gennajo al 31 Decembre 1872. ■ , It lì' I- !•:-);•■» •■ffnl'iP. M ort:T a : Siili m>t "IH ib ih mi ìfeli' olia nun •riiqi -ONf Jl'Jfl .ÌII/Ì «»Olii :>r>>vJiUiY>U, »ifefoéai àp ni aanavfi ölsmA i " Bark Favilla,, ìb l aia«/ ib -sljiiniòlDò» ili®' ' ,',Si,**» lob- • gai(W gcoxifi o?:>» ! "i» rnrbfitfio ru imjtir iw* «iaaup cr .0*111 1 !1J. -llj; iaf) -uh or» -an Sol-olio «ot. • t.'j'u -pi ATTI \/ n :)1ÌT'P ib .'lyi;-^/ lili iva:-- -fo ocrJ-i .1* Afilli -•ir ino il» ' H f. 8676 67 » 874 201 » 1586 30 « 7751 62 UH! I »b oiriov-te oli»« «xsallad «un «I arattaHr fu'/:!"'j fttir 0 UìJtt U f. 1888 3 j|i iitr.tx « 591 1 vv 79 37j 3(HIh ).IMH) 9711 «walitnas PASSIVO - d itnomuitHfti. «\'iiei»oa\ia iwoiiai* «a« aiibu 'l Premi di Sicurtà, Navigli Sociali .... Spese Affitto, Pòsta, Telegrafi, Viaggi ed altro Tasse e Imposte . ......... !<«"«rip uri Olio j,!loijf) /rio 1: tip sr'jfi ioq oMiv'ÌW/ .omhcniu o| ■■ —r~ v il> anai) f. 837 „ 1058 20 12 ■ « i a o ,[ iv 1 U-,iuiì alla L isnininoibaqaii bo oli Utile Brutto inib.ir-ito W »ollWb àn*m* lab A«pH®1 «aì*>b \ .yfc dal quale si diffalcano: f. 7614 34 ina ni fix 52 » 1895 a) 5 % a titolo deperimento sul costo dei Navigli sociali b) 15 » » « » degli Utensili iipvifwssoq A uima tribbiti im- tm» * JtlismA jtffo^ fT;,J| Utile netto che si trasporta a nuoyo ili i.':iH«ii9tl tiit«ej4 i fl ■ ii'U'fifc 'ii.'b «ri a» 1 .y.i.j,,, Ord .Ijtll»:« lad /ij'| j i «1 sbrnös f. 9649 n 42 73 90 V*V(\ )f 11 iv « ola«' «ifo f. 19,480 ÜIÜ ili ri«los fii r ! v i i tn ,iao 9509 f. 9970 9692 f. 277 Ulli 16 66 50 63 87 lidhs 1!' Hflß'' rti Jowp utiotcTioq t<»3nfii()itö» i . . . ■ w)lJ :v.jjjllüvi, Conto Fondo di riserva rr:;;- .0 i siiiitH^ni b<. ib sitHJ, I finafm t%mi-Mni., 1 atil Ulli f. 4400 » 220 I 76 03 111 OHltì'K Ii « Fondo appartato nel precedente Bilancio...... Interessi di questi per un aùndu a 5 per %>..... «ln«DÌ-i fa éiMoii®» «teVw» wj fBkwi iii» M-jCr^q r iuio-Loiv« -in .f--.i ' ««4i*ort 70 . Somma fondo di riserva a tutt oggi . . . . i. 4620 ,79 corrispondente a f.ni per Azione Ami jl ornai irt^o s«*» «Isy-«da mw iw ai,qtr 1 <0«g«?jiTÌ oHä jL . un -,h ni 1: •odjä^d wsuÄui i TRIESTE ^ ^ L ,, IRIESIE, 21 Marzo 187J. , öh-ii-!o/ Mau onm ai &d ti! ódaioq «oijwaiilwa | ü ^iöv astioe ni noži .91ton il ti Oi'ctir rrrnrnr. f«Join ci'« obnßii^j fi;IIì'dit9il ri J hirtift l»b oidil bui LA DIREZIONE uuq mr.jwr y frnq «Q0O oikl'Wiq (,ì-".?tl*J .fcirifi'f <1 J..OD. yVlAFFEl JvflCOLÒ DE /AadoNIZZA Q. jßARZILAl .lei oda ófr) 948®v«"wq a« (tmod i-i-^ìq é • f>:r M nivato-Ti iiJsov a oitob ßf (sxtjvvb etttivioJ «s n p »lui - J no,. ''jBrijj O'I » .linai dt *t:< it ili!uti IIMOWITI aliai» ,j!;JÌiviò Jiltoi m. li .hoi' jjäfl iion ^noptusikii; 1» non !ilan r.t'ioiiyi t;noud oikib onibaa iliHOV i/ib OJJ5Ìia'I ùltlTO ori?) tì^X'ap ama., ^.oias O'J sii a :t J 9*107 otaea nit oit L'ii'.o-» .J Ti sorpasserà,, in lunghezza, quello del Moncenisio. al» rtofafaa&M«? ìpoìssi? onh ( Tergesteo J , . .... . '' ' ' * 1 ' 'fi un a aMitw. JBiMfmA avi .inj'/üiiJ rubiAVi:u un ,ilian Togliamo dalla f}aZUJ Ül-QO L'Associazione Triestina di credito fondiario e di risparmio ha presentato a pubblica sottoscrizione 7500 azioni. La sottoscrizione ha luogo da oggi 16 a tutto 19 corr. presso la banca generale Triestina. Pisino li 2 apri'e 1873. Il 27 del mese decorso morì a Milano nell' e,tà di anni 69 il Marchese Raimondo Montecuccoli - Laderchi di Modena. Ciambellano di S. M. I R. A. feudatario della Contea d'Istria col titolo di Conte di Pisino. — 1 Fu celibe e menò vita indipendènte e privata. La sua memoria viene benedetta qui a Pisino per azioni benefiche in mol^e occasioni che lasciarono ^tte'rf^fltìÉB^èr ,'j.xlo ,olói«q .«usnil-ib eWjin» Al fedecornmesso succederà il Marchese Giuseppe Montecuccoli degl'Erri di Modena. — Le disposizioni dell'ultima volontà circa la sostanza älloäiaWj àtièbra non si conoScó'h,^ ' 0VjlX]1- ----imi........................... il i vooV'ùi»» smosso ,k; aiib òtiq ig edo /Jiiov nI .•,.. Dichiarazione, Jagßä. obiuM ni-omof), oioo m itfifio do li molto j-everendo Padre predicatore, Cappuccino, troppo docile alla richiesta di un zelante popolano, oppositore ealdo della cessione dell'aqua del Risano, bandiva dal pulpito del nostro Duomo la mattina 14 corrente, il seguente avvertimento: r tutti quei Capi - famiglia, i quali volessero * firmàrè un Ricórso contro la cessione dell'aqua » del Risano si'portino a sottoscriverlo nello scrit-r torio del sig. Nicolò de Madonizza. « Dichiaro per tanto formalmente di essere sii-tp. ap^ttjo ignaro di questo inutile avvertimento,, e di essermi altamente maravigliato, che il sulloda-to Padre predicatore si sia permesso di declinare il mio nome e la cosa senza il mio consenso, clic gli avrei negato decisamente. E gli dirò purè, che dal pulpito si limiti a bandire il Vangèlo, e non si immischi in cose estranee all'alto suo ministero. Tosto saputo di questo bando inutile, ho chiusa subitola sottoscrizione del Ricorso aperta presso di me, licenziando tutti quelli che si presentarono per firmarlo, ed immediatamente l'ho spedito al suo destino, coperto però da numerosissime firme, raccolte anteriormente a quél bando, odo Qapodistria li aprile 1873. foioso nicol» de Hudoiiizza. JOB tt Cicerone Satirico, Considerazioni umoristiche di Giuseppe Rota. — Trieste, Herrmenstorfer lob <$5§iq sie li «ini té otcoei o^okib li A pensare a quel che è toccato e che tocca tuttavia alla buon' anima di M. T. Cicerone;, biso- gna dire eh'ei ne abbia fatte di tutti i colori, se, dopo venti secoli, è condannato a rappresentar j certe parti, che Dio ne scampi ogni fedel minchione. Il nostro Autore, che voleva, a quel che pare, trattar la questione del teatro di Trieste, è andato a dar di capo proprio in Marco Tullio, e senza un riguardo al mondo, l'ha ficcato nelle nostre piccininerie, ne' pettegolezzi nostri; gli ha messo in bocca, a lui diligentissimo e felicissimo cultore di lingua, parole, che, novantonove su cento, son morte e sej/polte da qualche secolo ; l'ha rinfagotato in uno 4tile rotto, manierato, privo di numero e di armonia; e per giunta gli ha fatto pigliare un granchio così grosso, che mai l'uguale. In verità che si può dire al Cicerone satirico: i^noii/JißuJ'JiU " Se canti in coro come in Pindo canti, Povero Cristo, sventurati Santi! „ ÖJ.; ID -'i * fìl.J '1. - U. J- 1 Ma pei* fortuna sua e de' nostri orecchi, egli in coro canta bene, ossia è valente in musica-, quanto poi *al cantare in Pindo, egli è un altro par di maniche,' che II il poverino dà in ciampanelle : del resto, si sa, uon omnia omnibus. Non e nostro intendimento entrare più addentro nella questione della lingua, bastando quanto s' è detto qui sopra; soltanto per amor della verità, vogliamo rilevare la faloppa madornale sovraccennata; e ciò tanto ilaab ikpe«wimq'«ie le 9nol?»olß9iq aipS? oj maggiormente che nessuno ancora, per quanto ci consti, è sorto a rettificarla, sia perchè pochi abbiano .letto il Ubriccino, sia perchè se ì' abbiano mandata giù in buona fede, è in siuita pdee. Guardate po' s' è possibile sballar una minchioneria con maggior disinvoltura. A pag. 40 Cicerone scappa a dire : " Questo è un dialoqo in dialetto vemaco--•]'" od 1 'iju'j mdifUDoaì mi i 3» jöifiwmlt oftojm 10 triestino, dell'amo 1500 circav. Abbia pazienza Marco Tullio, ma questo è falso: nè ci s'arriva a capire com'egli, da quell'ingegno acuto che è, abbia potuto prenderò di questa sorta abbagli. Di fatti, per provare qual dialetto si parlasse a Trieste nel 1500, o giù di 11, egli vi porta un documento, indovinate un po' di che anno? Direte; del 1500 circa. Baje! del 1828: e a vedere che 11 dialogo recato da lui a pag. 41 sia proprio del js uot1 e>do a oìì;oooJ d oda lairp s oibsnoq A TIP. DI GIUSEPPE TONDELLI. 1 -A : 1828, basta aprire il Mainati a pag. 62, ove si legge ; " aimo sem del mileotozent e ventiot „. Ci viene un dubbio. H Cicerone satirico s' è forse lasciato trarre in inganno dal titolo posto sul frontespizio dell'opera del Mainati, che suona cosi: " Dialoghi piacevoli in dialetto vernacolo triestino colla versione italiana di D. Giuseppe Mainati ecc. coli' aggiunta di nove lettere ecc. scritte da Monsignor Pietro Bonomo vescovo di Trieste dall'anno 1511 fino all'anno 1522 „. Ch'egli abbia ritenuto il Mainati coetaneo del Bonomo? Ma, diamine, non può essere, perchè, come ognun vede, le date 1511 - 1522 si riferiscono a Pietro Bonomo, che fu vescovo di Trieste in quel tempo, e non al Mainati, che è del nostro secolo, nè al vernacolo triestino. È bensì vero che bonus aliquan-do dormitat Homerus, ma quando si tratta di cose patrie, e quando si ha il coraggio di rimproverare altri perchè non ha amore alle medesime, non c' è Omeri che tenga, s'ha il dovere di essere esatti, non fosse altro per non sentirsi dire medice cura teipsum. Comunque sia, e lasciando stare, per ora, se nel 1828 si parlasse davvero a Trieste quel dialetto che è nel Mainati, di che, in verità, abbiamo forti motivi a dubitare, e su cui ritorneremo quandochessia ; ma l'errore di 300 anni è troppo grosso per poter lasciarglielo passare. Ci scusi, ma non 'si può. Sa il Cicerone satirico dove bisogna cercare i documenti dei nobili natali di Trieste? Nel Museo civico di S. Giusto, e noù nei Dialoghi del Mainati. Via; lasciamo Cicerone dov' è, le cose nostre trattiamole da noi, alla buona, senza montar sui trampoli; e sopra tutto non ci facciamo rei di svarioni tali, di cui avrebbe a vergognarsi uno scolare. Alla Necrologia del marchese Francesco Polesini pubblicata nell'ultimo numero, andava aggiunta, la data Parenzo 25 marzo. NICOLÒ de MADONIZZA Redattore.