ANNO VI—N. 41. Sabbato 11 Ottobre 1851 . S itlJBii Oi il) rrr Etce una volta per settimana il Sabbato. — Prezzo anticipato d'abbonamento ahhui fiorini 5. Semestrefn proporzione.' L'abbonamento non va pagato ad altri che alla Redazione. < fi.: i Chiariss. Sig. D.r Pietro Kandler Trieste. • i : , In un Orto del Sig. Francesso Corner, degno nostro Podestà, quasi a filo di terra esistevano alcune traccie di Archi sulli quali erano state inalzate le antiche Civiche Mura. Spinto da quella lodevole curiosità di conoscere le cose andate, ha pensato di fare un escavo, onde assicurarsi fino a qual punto giungessero le loro fondamenta. Levata in parte la terra, che li ingombravano si presentarono infatti due grandi Archi di uno stile gentilissimo, non comune, benché costrutti da semplici pietre, senza segni di architettonici fregi. Sono sostenuti questi da un pilastro della doppia grossezza di quello di ciascun arco. Al fondo ove sorgono si trovò un selciato durissimo, e bene compatto dei ciottoli, il quale fa conoscere, eh' e-ravi una strada formale; questo suolo è al livello del mare. Per la sua posizione suppongo, che servissero ad un ingresso della Città, e che appartenessero alla primitiva cinta della stessa. Non é strano, che doppie fossero le porte, perchè per una si entrava, per 1' altra si sortiva; questo era lo stile dei Tebani, e dei Romani stessi, onde evitare le confusioni. Prima che si giungesse alla scoperta del suolo selciato aveva concepita l'idea, che fossero archi, che servissero di passaggio al mare, che anticamente circondava la Città ; ma osservato questo suolo, mi si allontanò subito una tale idea, mentre oltre al livello del medesimo era impossibile, che scorresse, od oltrepassasse l'acqua, tanto più, che questo mare dalli secoli andati fino al presente relativamente a queste spiaggie si è di molto inalzato ; se adunque ora sta col piano suaccennato non potevano gli Archi servire in antecedenza ad un simile scopo. Un eguale alzamento lo abbiamo di certo in tutta la costa Istriana, poiché si scorgono Città intiere sommerse; una se ne vedeva in prossimità ad Umago, ed una in vicinanza a Rovigno, come ebbe ad accennarlo recentemente 1* Istria N. 35-36 an. cor. Qui pure potrebbesi chiamare 1' attenzione di qualunque perchè a circa quattro klafter da terra nel fondo del mare si osserva una considerabile muraglia, pure sommersa chi sa da qual epoca. Gli archi poi in discorso erano, e sono troppo alti, ed ariosi per supporli destinali a sfogo dell'acqua. È desiderabile, che il sullodalo proprietario del fondo continui gì' incominciati lavori, li quali potranno con- durci a migliori e più «stese cognizioni, e chi sa che non possano venir coronate da qualche iscrizione, o geroglifici, che potrebbero èssere di gran conto, mentre è probabile,- che fossero stati fatti molto prima della dominazione romana in queste Contrade* < Questa scoperta che giudico molto interessante, mi fa credere quanto dirò in seguito. Consta da fatti esistenti, che la Città fosse stata circondata da mura in tre differenti epoche, e da quei muraglioni, che trovansi sommersi nel mare, tuttora visibili, si potrebbe annoverare la quarta. Il munire un luogo di simili mura non era afTare di piccola entità; non si faceva per capriccio, ma per un grande bisogno, e con immenso sagrificio. Della prima cinta, obliando quella sott' acqua, avressimo come certezza li due archi testé scoperti. Della seconda, quelle muraglie, quella torre ancora esistente, benché deformata non lungi da tali archi, e sopra un livello più alto. Della terza le belle Torri rotonde, ed una quadrangolare, che sarebbero nella pienezza della loro perfezione, se barbare recenti mani non le avessero mutilate, benché inalzata nel 1250, come risulta dalla Iscrizione, che tuttora conservasi.!) Se la Città negli antichi tempi fosse stata combattuta, o presa d'assalto poteva benissimo aver sofferto, ma pacificata la condizione delli Cittadini le mura in parte guastate, o rovesciate potevano essere ristaurate, o rimesse; ma qui si tratta, che siano state nuovamente e-dificate, e piantate su tre differenti piani, e fondamenta. Alcuni potrebbero attribuire all' alzamento del mare la necessità del secondo lavoro, ma le arcate scoperte sono a livello di questo mare, come dissi, quindi se fossero in buon ordine, potrebbero reggere, od ancora servire ; che questa rinovazione di mura sia slata fatta quando per la decorrenza del tempo erano andate in totale rovina, o sfacello, fa duopo credere però, che queste mura abbiano avuto una lunga vita prima di ridursi al caso, ed alla necessità li Parenzani di doverne fare di nuovo. Per quanto misere fossero state tali cinte, bisogna attribuire a questo l)Anno Domini MCCL. Indict. Vili dom. Wamerius'de Gi-lago Potestas Parenti in suo Regimine duorum an-norum liane Portam elevavit, Burgum edificavit, Mu-ros cum Turribus versus Burgum, et illos super mare versus insulam laboravit, et multa caetera Bona. una durata di più migliaia di anni, ed allora si dovrebbe conchiudere, che la nostra Città contasse tanti anni di fondazione, quanti quasi ne contarebbe il mondo stesso secondo il computo degli eruditi. Ma diamo all'azzardo un tempo fisso alla esistenza, e durata dello medesime non minore di due mila anni per ciascuna, quindi quattromila per le anteriori fino al 1250, e 599 anni fino al corrente 1849, sicché con questo conto avressimo la vita del nostro paese in tutto di 4509 anni. Questi dati importantissimi per la origine rimotissima di Parenzo potrebbero servire di serio studio sulla sua primitiva condizione, e possono portarci a quelle cognizioni, che nessuna storia ci ha oll'erto finora. 1 La scoperta di questa vetustissima cinta la considero di molta conseguenza ; ed invito li Filomati, e gli Archeologhi di venirvi a riflettere, perchè potrà condurli ad utili considerazioni, e rilievi. Questo è quanto mi affretto di comunicarle, e frattanto sono Parenzo 7 Agosto 1849 Di Lei Devotissimo Servo F. Polesini m. p. ALCMI PODESTÀ' l'EXETI r>i koviquq ED ALCUNE MEMORIE PATRIE CONTEMPORANEE. Riempitura dei precedenti millesimi. Al 1431. Sopra le rimostranze di questo Comune e di questi abitanti, con Ducale 16 mag. o véniva accordata la contribuzione delle Decime alla Chiesa di Rovigno, e a Pre Stellano Preposito, ed ai Canonici di allora e successivi in perpetuo, onde col mezzo di dette Decime a-vessero sussistenza i Ministri della chiesa coli' antico titolo di Preposito, Canonici, e Capitolo.— È noto già come le Decime ancora sotto il reggime francese furono tolte, ed imposi e ai sudditi le prediali, e come sono pagati dal pubblico Erario il Preposito ed i Canonici. 1564.....Agli 8 ottobre fu pubblicata a S. Marco ìnter mìssarum solemnia, e nello stesso giorno anche nel mazor Consiglio, la Ducale 6 detto, con cui veniva accettato nuovamente, a richiesta però di Papa Pio IV, dalla Repubblica Veneta in tutti i luoghi del suo dominio sì di terra che di mare, il Consilio di Trento, comandando ai pubblici Rappresentanti di ogni luogo, di operare che le Autorità ecclesiastiche che ne avessero carico, lo facessero pubblicare, essendoché non lo era ancora, perla debita esecuzione, prestando ad esse ogni ajuto e favor conveniente, e di dar di tempo in tempo conto di quanto succedesse in questo negozio. • ÀI 1600. Dopo la prima memoria aggiungasi quest'altra.— Da un Esame fatto dal sudd.o Vescovo in visita li 7 novembre a questo Preposito Giorgio Moschetti si ha — che la cura delle anime era sua, con tutto che gli fosse detto che la cura era comune —che erano appresso tre-mille anime di comunione, e 1' anime in tutto circa cin- quemille — e eh' erano cinque sacerdoti in tutto, canonici. In margine poi di questo Esame stava scritto, che cinque sacerdoti avevano in .cura cinquemille anime di Rovigno. In due secoli e mezzo la popolazione crebbe più del doppio, contandosi ora 11000 abitanti____Forse anche decrebbe la popolazione dal 1780. (V. questo mill.o) Al 1693. Dopo la terza memoria. —Anche il popolo di Parenzo mediante deliberazione di quel Consiglio 25 gennaio 1694 avea ricorso, però senza effetto, al Principe contro 1' uso delle zanfarde di questi Canonici. Al 1700 ed alla seconda memoria e dopo "e ciò a vantaggio del Fondaco,, si aggiunga — il che fu approvato dalla Carica di Capodistria con Dec.o 2 susseguente giugno. Al 1705, memoria seconda, dopo "già compito „ si cassi "nell'indicato 1764, e vi si ponga —e solennemente benedetto dall'Auditor generale e Vicario del Vescovo Polsini, Pre Giovanni D.r Beroaldo la mattina dei 6 marzo 1780, ecc. Al 1706, memoria quarta, dopo "Ospitale, aggiungasi— e una Pre Mattio di Vescovi. Al 1707-08, dopo la seconda memoria aggiungasi : In seguito nel 1731 veniva dal Senato proibita l'introduzione dei vini esteri nello stato, e la Carica di Capodistria con Letta 26 novembre di quell'anno spediva il relativo Proclama a questo Podestà Francesso Corner q. Piero per la sua pubblicazione ed osservanza. 17t7, 18 e 1718, 19. Essendo corso un errore essenziale nelle memorie sotto questi millesimi, le casso ambidue, riformandole in una sola come segue.— II Senato Veneto con Ducale 5 giugno 1717 significava a questo Podestà, che accordava per sempre l'investitura del jus supplicata da questo Comune di pochi fondi incolti, fabbriche, ed appoggi esistenti dentro Rovigno, ed ascendenti fra tutti alla tenue annual somma di 20 D.ti in circa, verso la fatta oblazione di escavare e mantenere a proprie spese la Fossa, che lo divideva dal continente con pessime conseguenze perchè quasi turata (ora poi turata fin dall'anno 1767 per ordine di Orazio Dolce Podestà e Capitanio di Capodistria, e in dove presentemente sono le due piazze, l'una delle legne a tramontana, l'altra deW erbe a levante) e di eseguire e mantenere eziandio il salico (lastricato) della Piazza del porto detta la Riva grande, sempre fangosa e impraticabile, il cui dispendio veniva computato in 5000 D.ti circa : con condizione però, che il soldo che ne ritraesse il Comune, dovesse riservarsi in cassa distinta, et impiegarsi solamente nella prosecuzione e mantenimento delle pred.e operazioni: riservandosi di dargliene il possesso quando avrebbe notizia dell' avanzato incamminamento delle stesse. Con altra Ducale poi 19 novembre 1718 lo stesso Senato, venuto in conoscenza per Lettere di questo Podestà Bernardin del Mezzo, eh' erasi data mano all' escavazione della Fossa, e preparati i materiali per lo lastricato della Piazza, incaricava il suddetto Podestà di dar al Comune il possesso dei suddeti fondi, e d'invigilare alla continuata esecuzione delle condizioni. Per altro o che questo lastricato con l'andar del tempo fu sì guastato che si avrà dovuto cavarlo per ren- der più praticabile il terreno, né si avrà poi pensato o potuto rifarlo, o che non fu fatto per qualche sopravvenienza, e questo è più probabile, mentre non v' è persona per quanto vecchia sia, che sappia di questo lastricato — il quale fu però costruito nel 1828 sotto il Podestà Bernardo Grego. " j ti'., - : ■Vr ___________t CONTINUAZIONE. V. il N. 36. i> f, 1719, 20, 21. Giovanni Premarin q. Bernardin. (Suo ingresso ai 23 Dicembre 1719). 1. Deliberata sotto il Podestà Alvise Bembo, ed approvata la stampa dello Statuto (V. 1713, 14) la fu incominciata sotto il Premarin ; ma appena stampato un brano del Libro Primo, fu sospesa la stampa per ordine, lo si crede, del Governo. Dunque in Venezia veniva intrapresa la stampa per Domenico Lovisa nel 17i0, sotto il reggimento di Giovanni Premarin, essendo Deputati del Comune Nicolò Spongia, Matteo De' Vescovi, Pietro De' Vescovi, Giudici, e Giovanni Basilisco, Sindaco. Conteneva il Libro Primo i §§ de Salario Po-testati, cioè: Aggionta al magnifico Podestà.— Aggionta.— De regali Spodesius.— Del salario del Cancellier.— Di quelli che vanno in Conseglio.— Che non si possi proponer con meno de 21 Consiglieri.— Della pena a quelli non saranno in Conseglio.— Che quello elezerà sia piezo dell' eletto.— Che li Officiali non farino angario.— Della elletion di tre Zudesi.— Del Camerlengo.— De doi Cat-taveri.— De tre Sacrestani.— Dell'accrescimento all'Of-fitiali l'anno 1556 19 aprile.— Del Fontegher.— Die "24 Septembns 1470 in Rogatis - (è un brano solo stampato di questo decreto.) A questi §§ vi erano premessi: il Decreto Senato 19 febbraio 1706 sull'antico jus di Rovigno — la Supplica 10 marzo 1714 per la stampa dello Statuto (V. i relativi millesimi)— e le Ducali 10 gennaio 1714, 12 settembre 1716, 24 luglio, e 23 novembre 1717, con le quali si notiziava a questo Podestà perchè facesse di pubblica conoscenza, aver il Turco violate le convenzioni, la di lui totale sconfitta sotto Corfù, altri vantaggi riportati in altri scontri, e la cessione di Preveša, e di Vonizza a! Dominio veneto, ordinando inoltre pubbliche funzioni e fes'e. 2. Non essendo a questo Podestà stata esibita l'acqua santa dal Preposito nell' entrar in Chiesa la mattina dei 16 settembre 1720 (solennità di S a Eudemia), secondo l'Accordo 23 novembre 1714 (V. detto mill.), ma da un Canonico, faceva registrare memoria nel giorno susseguente, e nel 18 notificarla al Preposito, con la protesta che il caso non andasse in esempio, nè avesse a partorire alcun abuso. 3. Dal Libro sopri la fabbrica di questa nuova Chiesa parrccc/dnle si ha, che per li motivi che la vecchia Chiesa non poteva per la sua angustia più accogliere 11 popolo, cresciuto a dismisura — che per la sua antichità minacciava ruina da ogni parte, e quindi divenuta mal sicuro ricovero alla divozione, per il che si allontanavano i parrocchiani; Dio non onorato come si conveniva, poiché per i tetti aperti e cadenti con mille immondizie erano profanati i sacri altari, e con la pioggia politi i sacri arredi — i Commissari alla Sacristia fecero proposizione li 8 Dicembre 1720-al Podestà, Giudici, e Sindaco del Comune di rifabbricarla, principiando con fondo di D.ti 2000 del Fondaco ; la qual proposizione venne a tutti voti approvata in Consiglio, e permessa la fabbrica con Ducale 14 o 19 maggio 1721, nonché 1' estrazione dal Fondaco di D.ti 2000 a questo effetto. 1721, 22. Alessandro Barbaro q. Ant. (Suo ingresso il 1. maggio 1721). Fu presa in Consiglio la Parte 8 marzo 1722, di nominare quattro persone dello stesso Consiglio, che avessero la sopraintendenza e provedessero a tutto l'occorrente per l'erezione della fabbrica della nuova Chiesa, anche l'architetto, ed ai fondi oltre a quello del Fondaco ; invitando il Capitolo, i Luoghi pii, i cittadini, ed il popolo a spontanee oblazioni. E con altra Parte 15 detto furono nominate altre quattro persone del popolo per lo stess'oggetto, fra le quali Giov. Batt.a Marin Grimani. (V. 1713, 14). 1722, 23, 24. Girolamo Minio q. Zuanne. (Suo ingresso ai 7 settembre 1722.) 1. Avendo la Confraternita di S. Tomaso ap.o istituitasi ancora nel 1388, modificati i propri statuti in forza dei tempi, li assoggettò alla sanzione del Diocesano Mons. Pietro de Grassi, la quale ottenne li 23 maggio 1723; e avendo in seguito fatte delle altre modificazioni, ottenne l'approvazione definitiva li 23 ottobre 1732 dal Diocesano Vincenzo Maria Arcivescovo Mazzoleni. Infrattanto la vecchia chiesetta del santo minacciava di cadere, e perciò supplicava quella Confraternità fattasi numerosa, di ottenere come ottenne il permesso tanto dalla Carica di Capodistria li 4 settembre 1723, quanto dal Vescovo Grassi -li 3 susseguente ottobre, di ricostruirla e di ampliarla da una parte sopra la Sacristia, e dall'altra con volto sopra una colonna di pietra piantata in un angolo fuori della strada comune, come vedesi tuttora. (Vedi abinaz.e di questa Scuola con quella di S. Francesco al 1612 — e benedizione di questa Chiesetta al 1725, 26 N. 4.) 2. Essendo quasi giornaliere le arbitrarie concessioni di fondi pubblici (intendasi comunali) sì dentro la Terra che nei Borghi, senza che il danaro della vendita passasse nella Cassa del Comune, con occupazione inoltre d'ogni più piccolo sito vacuo, sicché non rimaneva fin d' allora più luogo a camminare, per essere tutte le strade e gli altri siti ristretti, mentre in passato erano ampli. — andò la Parte 26 luglio 1723, approvata di poi dalla Carica di Capodistria li 15 susseguente agosto, che in seguito ogn' istanza per concessione di fondi dovess'essere rassegnata al Consiglio, formato almeno di cento votanti, e passata con due terzi di balle; altrimenti fosse nulla ogni concessione, e i Giudici che arbitrassero, soggetti alla penale di D.ti 100 ciascuno, d'applicarsi all'Arscnal di Venezia, e privi dell'ingresso in Consiglio per anni 10, e d' ogni altr' officio e beneficio in un al Cancelliere che registrasse simili concessioni. 3. Fu pure deliberato in quella seduta, di non concedere mai a nessuno i due piccoli angoli o posti, dove si piantavano i Hastetli di Sanità dalla parte di terraferma, a piedi dei Borghi Sp. Santo e S. Martino, ma di sem- pre preservarli a comodo della Sanità di Venezia per li dovuti castighi; incaricando della esecuzione ed inviolabile osservanza dei presenti deliberati i Proveditori sopra la Sanità, il Conservator delle Leggi, e gli Avvocati del Comune. (Confimi'}.') SITIX' ANTICO STATO DEL TOIAVO DELL' AB. GIUSEPPE BERINI. (Continuaiione. Vedi i N. 38, 39 e 40) Contemporaneamente allo scavo dell'alveo inferiore dell' Isonzo successe la minorazione dell' affluenza dell'acqua che sotterraneamente entrava nel lago di Dobardò ù de'suoi derivativi, e conseguentemente fu levata gran parte della compressione che facevala dall' altra parte del monte uscire con forza per diverse bocche 1). Sarebbe successo lo stesso caso dell' Isonzo al lago di Zirknitz, che vuoisi da molti essere la palude Lugea di Strabone, se questo dall' obbice insormontabile delle montagne, che 10 circondano, non fosse perpetuamente costretto a scaricarsi sotterraneamente nel Laybach (il Nauporto di Strabone e Plinio) senza la possibilità di aprirsi un' altra via. Puossi similmente dare il nome di lama al piano dimesso che viene allagato. Esso resta pure alle volte asciutto da potervisi in certo modo seminare il grano, ed alle volte viene inondato dall' acqua tanto che liberamente vi guizza sopra il pesce ; ma non vi è regola per siffatta alternativa, essendosi solo verificato colla osservazione, che bastano ventiquattro ore a riempirlo di acqua, e che vi vogliono almeno venticinque giorni per l'asciugamento: 11 che significa che l'inondazione del lago Zirknitz succede dal non esservi i meati dello scolo corrispondenti all'affluenza. Quando formossi il Sonzio collo scavamento del canale che presentemente dicesi Isonzato, facendo i) Contribuiva moltissimo a questa forte compressione la rapida caduta dell' acqua dal suo ingresso nelle caverne montuose sino allo sbocco verso il mare. Da Rubia sino, a S. Giovanni vi sono sei miglia italiane di distanza, ma non ostante non vi può essere una discesa di 216 passi, come la farebbe dedurre la regola del P. Mario Cortinovis, fratello di sangue e di professione religiosa del sullodato P. Angelo, il quale calcola il declivio del suolo del Friuli a 36 passi per ogni miglio. Io inclino a persuadermi che sia fallace la operazione del cosmografo P. Coro-- j, nelli; su cui si appoggiò questo dotto religioso in una disertazione sopra i ripari decorrenti stampata in Udine 1' anno 1775. deviare gran parte, dell'acqua dal canale navigabile, col di cui mezzo Aquileja stava in comunicazione colle Acque Gradate, allora si fu in necessità di abbandonare la strada che da questa colonia conduceva alle provincie ulteriori, almeno sino alle bocche del Timavo, ed infatti questo pezzo di via non è segnato nella tavola Peutingeriana. Necessariamente vi si costruì la nuova via che dirigevasi alla volta del secondo ponte per il piano più elevato, onde evitare i siti soggetti alle colmate. Pare che subito al di là di questo secondo ponte si facesse anche la nuova divisione delle due strade, che conducevano l'una alle Pannonie ove si erano stabilite le due colonie di Emona e di Siscia, e l'altra verso Tergesto, indi all' Istria e Dalmazia. La strada della sinistra andava al monte Ocra, eh' è il passo di Prewald lungo la valle per cui trascorre il fiume Frigido, cioè il Vipaco del giorno d'oggi, ma per la strada della destra non vi vedo sito più opportuno per cui potesse andarsi ad unire alla parte staccata, di quello che a prendere la direzione del Vallone, che da Rubia dirigesi tortuosamente verso S. Giovanni. Gli eserciti, che andavano nelle provincie orientali dell' Impero, e quelli che da là tornavano in qua, dopo Costantino tutti prendevano la strada del nuovo ponte. Tutti gli storici si accordano nel raccontare che lo scontro dell' imperatore Teodosio Primo col tiranno Eugenio successe al fiume Frigido. Odoacre, re degli Eruli, fu sconGtto dal re dei Goti Teodorico, giusta il racconto che ne fa nel Cronico il di lui segretario Cassiodoro, sul fiume Sonzio. Serve di monumento per questo ultimo fatto d'armi 1' ossame che si disotterra a Manizza in certi campi quando vi si scavano delle fosse. Già quaranta anni vi si scopersero dei sarcofaghi quali fatti di mattoni cotti, e quali scavati nella pietra arenaria della vicina collina di Villa-nova. I cadaveri, che vi si trovarono entro, erano grandi, e per cosi dire di statura gigantesca : ed avevano alla testa un pettine, ed alle mani uno stilo ed una forchetta a due denti. Vi restano ancora da disotterrarsi degli altri sarcofaghi, essendosi lasciato di proseguirne lo scavo perchè si rilevò che tutti erano simili. Vi si sono pure rinvenute delle urne cinerarie, dei vasetti lacrimali, e delle fibbie inservienti all' allacciatura del mantello. Yi si vedono anche dei ruderi di fabbricati, quindi non è meraviglia che Manizza sia segnata in una carta che forma parte di un Atlante stampato in Olanda dal Mercatore l'anno 1607. Pare che siasi fabbricato questo luogo in conseguenza di esservi stato costruito il secondo ponte, ed aperta per là una nuova via, che però non si sa qual nome avesse, perchè la via Gemina dirigevasi al ponte, che fu demolito al tempo di Massimino. 1 (Continua)