nXv^i_ SéU.%3& AK ^jjv^v—\ "V—^ y^ArvJAA^) SijfWUvy^O VA ^U^ s<*m*~'*y,u A L GLORIOSISSIMO ; E BEATISSIMO NAZARIO Pratoyefcovo* e Tutelare della Citta,- e della. Dk>cefi di GiuftinopoH*,. 'oftriadorati Piedi, 6 &ntiffimo NazjWo il proftrano afičquiofe in queitiFogli ^?f e la Diocefi di Gidtěnopoliv^ vantarlo dali'Apoltolico voftraX^ datione,e riconofeono dalj^^J^^^ ^ trocinio il progrelTo vengono a ^ fčre dalla vollra inefauita Pietŕ aflěi&&, t iFiutni (iportano al Mare^- ev vi di prodotto nel Mondo f' creň. Ambe Verginelle Inn^ rono da Sacri loro Confini) / rire fotto l'altrui fguardo ixyr lorailvoft.ro gloriofiffin^ J^, ogni finiftro-, meotro c^^ i Demonjj h* ŕ chi j>^^vcc ^ <^ V 01 mirancto n^l ^ gradita dal Sig. Iddio Servitů, meriti d'eflčrammeflň a lodarla eoa , cosěfpero * ». Marzo 1.700. Ser.Fijrl Alblllujlrifs, e Reverendifs. Monfig. PAOLO NALDINI VESCOVO DI CAPO D'ISTRIA. Per l'Ecclefiaftfca fŕa Corografia di Giuftinopoli > detto volgarmente Capo d'Iftria. S 0 N E T T O. Angue il Tempo, Signor ^mentre difciolgi La lingua ai detti > e di facondia auvampě, S vlegi l'oblio cogl'eruditi lampi, El'eftinte memorie ŕ morte toglů oltrepaffi > e dove il paflb vogli Orme djEternitŕ v'imprimi ,„ E sul tuo Nardo fa Fa lau ta penna anco Or, o di Giuftin Sede Puoi fra l'altre Ci Che fe ru Se ti fece Giuftin Ora II IUSTINOPOLIS Ad eutndem Prsefulem fiiuxrt vere optimumr De ipiius Libro, cui Titailus : k$fti-* dtll&Citta y e de fa Diocefi di Ca E P I G K A M M A.. P Alias megenuit, luftino & Chiare nata Dicor, ficReges, fic pofuere Dei. SeciTu me DiVam, Tu me 3 fcribendo, beatanr Paule facis ;CadatRegis, honofque De$. Clariorň quantummihinuncftat Gloria /pr^fta Cqfaris, & pluiquam palladis, effe Tuam. , ^ftRegiumopus;nune nafcorPallide: Cum genij Sacra MinervaTui. J&.ayfm:Xjrijpnjus Canon; Iuflinog Aliud de eodem. Ua^ diferimine llf V urtum j^ datunu 4 J&& d & Iubar, Ovile u .Grifone DE EODEM JLIBRO. ^y\rrat in hoc libro Nomen Diecefis tt ( Et jramerat predefts Pafftor Gh#e fumn. Exornat Calamo Mores, Ritasquc>l-oco{ & Leo. CVr tua Pŕulč , fuum Nardus diftillat Odňrei Et Leo vi&ricés evňmit ore minas ě Ajnrat odor, Virtutis honor, ridufque Leonis Sunt tua pervalida Spicula mifla manu. Sedferusinvidiamforti Leo fulmine vincat, SolusficinScriptis vivat Jionoris Odor. Franc.de Alberti* f TN ZOILUM, . Caput Domini pretiofb Magdala Nardo /rcds officiofa fěiis. PuWlmodň Paulus honorat, i effepoteft. ů Puricetus i 7?» . -; >Ó COROGRAFIA ECCLESIASTICA QfiaDefcrittione della Cittŕ, e della Dio-cefi di CAPO BISTRI A. ĚNTRODrTTIONE. DAI facroChioftro del grande. Ago flino,an-tico mio Nido,c tranquillo foggiorno,aěr arduo ministero delia Santa Chiefa di Giuflinopoli, ň (la volgarmente Capo d' Iftria , per mera munificenza del Santo Pontefice d'eterna memoria Innocentio Xl.fetiza veruno meritogratiofamente afsunto, appe- v- pena approdai allefpiaggie>da mefeonofeiute dell'I-itfia, esula foglia non prima calcata della ftefsa fua Capitale pofai timorofo il piede ; che nel mio petto ri-fnegliofsi non so quale brama d'indagare un giornol' efsere,rorigine,lo ftato, le conditioni, &ogn'altra piů rimarcabile Singolaritŕ deiJaChie(a,ŕ me de/bnata dal Cielo in grado di Sacra Spofa. Al vivo defiderio, anzi obligoprecifo, a tutti i Capi fupremi delle Sacre Dio-cefi comune, di riconofeere lo (lato fpirituale dei pro-prioGregge, s'accoppiň in me un particolare genio di rintracciare anco l'Iftorico, mŕfacro, ed il Temporale, ma Ecclefiaftico della Citta, edellaDiocefiŕme toccate in forte.Nč quelli Voti parvero difaprovati dal Cielo,fe benignamente lifecondň; mentre 1 ordinario efercitio dell'addoisato impiego, fino dai primi momenti afsunto,cň i replicati incontri,ordenegozj difeu-fě,or delle Caufe ventilate,or delle Vinte intraprefe,di-fotterrň di quando in quando quelle notitie, che gia-ceanfenefepolte,erauviyňqueilumi,cheftimavanfi eftinti. Cosě con dolce fatica, perche infenfibile, le meditate notitie dello flato Iflorico di quefta Chiefa ; prima che m'applicafsi ŕ raccoglierle, trovaronfi raccolte . Non fumai gravofo l'affaticare per la Chiefa, ne ? * foc- foccombsŕfatica, chi afpira alla maggior Gloria di; quella Orquefte minutie iftoriche, che tali.eperconditio-ne,e per numero ingenuamente confefso, acciochč no rimarcifea no nell'oblio, fembrňragionevole col beneficio de'fogěi impressi, fovente piů durevoli de'marmi incif],pubiicarle al Mondo; ed io in tal guifa impofsef-famedi nuovo la ftefsaGhiefa,giŕd'efsefenz'alcun fuo demeritň ingiuftamente impoverita. E perche rie Icario ŕ lei piůdecorofe,e ad altri piů grate > le di volgo ad-dattate allo ftato, in cui ella di preferite ritrovati, cioč adire diftribjaitenella fua Cittŕ, e Dioceli, che fono , quella la SedcequeiěailTerritorio della fua facragiu^ rifditione;Cosě fpero, non potranno facilmente fmar-* rii fi, fé ripartite in ogni pollo della propria refidenza, incontrerannoapprefso il Tuo fvifseratifcimo PopoĚo>;! perla DioGratia tutto cattolico, tanti validi Difenfcn ri,quantiofsequiofiFedeli,e Figli di voti. Ma lafciando per ora di lufingarci con aeree fpera-ze d'incerti eu venti, perche a noi futuri, veggafi quan-, to di certo vantaggio a quefta Chiefa oprofsi ne gě'An-" ni fcorfi da noftri Maggiori, e fcopriremola ricca mů niera delle raccolte memorie. Parlo di quegli fcrittori, che coi balfamo pretiofo de'loro ftillati inchioftri la prefervarono illeia dalla corruptiope del tempo edace . Eccone di quefti il Cronologico Catalogo, del ScrittoxideiiPari veridico^ fuccinto, Intornoall'annodellanoura ěitrů. falute mille quattrocento fcrifserodeli'Iftria,e della fua Capitale due celebri Giureconfulti, ed Jilorici famosi della Famiglia Vergeria, una delle piů antiche di Giu- ftinopplij Pietro Paolo il Seniore ,é Lodo vico il Giovi Qfti Cfi f / pj , lo e Lodo ne Quefti con accurata Corografia compofe, z///?oria vxo verge ^ tfjjiyj^ e quegli con erudita 'facondia trattp Defitti Vr-bis Tuftinopofuana. Nell'anno poi 1540. a quefti due Scrittori nella Citta, ne fuccefsero due altri nella Diocesi L'uno Pietro Coppo, nativo dell'antica Terra d' Iftla> il qua- Jf quale diede alle Stampe Az Tavola Geografo dtl? Iftoria ,Pi'etro Cop>. degno partodelTuo indefefsoIngegno, eTalrroGio:^. Battifti. Battifta Goina,originario dell'in frgneTerra di PiranoG°"u e Medico deTuoi tempi celeberri mo; il quale publicň, Ł>eJitui/?riŁ)Opzra ringoiare del fuo elevato fapere Ripigliň i'imprefa ne'primi anni fopra il 15ooXxirol: Mu-Giroiatw tiotrŕ iprimarffoggetidi Giuftinopoli ŕniunafecon-Matfo-do?fcrivendoungentile,erpiritofo Poema, intitolato, L'Egida ; e come quefěo č u no de'pri mi no mi di Giufti-nopoli, cosěFAuttore con ingegnofa bizzaria inefso ricantň le di lei piŕinfěgni memorie, Con maggior chiarezza 1611. il Dottor Nicolo Manzioli y epilogň le Gěo-N'co rie,Sacre,e Profane dell'Idria, nella fua Opera di pochi'1' fogli,ma di gran Lumi,intitolata,Ł e Diocefi di G w fiin opali. Dice fiDefcrittione\ ¦non Annali, ňlftoria, Titoli amputali, e magnifici, ma eccedenti la icarfezza delia materia , e molto piů la povertŕ deTuoi talenti. Defcriuione fi, cioč uno sbozzo, . ň fia (cordo. d 1 poche, e corte linee. Siegue Medefiafttea ; per- perche intendesbozzare le Chiefe, non le Ca-fe ; le Pievi, non le Famiglie; l'Ecclefiailico, non il Laico ;ŕ cui fetaloras'inoltraJňfadimeropŕfsaggiOjňpercafua-le incidenza. S'aggiunge, Delia cittŕ, e della Dioce/ě ; perche, fé ogniTuftro honorifico di quefta Chiefa dirama dalla fua erettione in Cattedrale, il che la conftituifce Capo fupremo dell'altre fparfe perii recinta della Cittŕ , e fua Diocefi ; quefto č l'unico oggetto della fteisa Deferitone. Gonchiudeil. DiG$u[ěi7iopolt\ perche fé la Łemma piů rilucente, ma piů gravofa d' ogni Micra Epifcopale v č laiollecitudine del Prelato all'ingrandimento della propria Chiefa ; per la Cattedrale di Giu-ftinopoli dalla Divina Prpvidenzaŕme ingiunta, devono flillarfi i miei (udori, non che grinchioftri. E che di rimarco alla fine bavero operato per quella? Tutte le Lucciole afrieme unire non accrefeono un'atomo di luce al Sole. Dall'Inferittione dell'Opera fefcoprifsimo» ildilči fine, vedafi pure il ripartimentodella medefi-ma ne5 fuoi Libri. Lanoflra Chiefa, come ogni altra. Cattedrale, puň confrdérarilň nella Cittŕ, in cui rifle-de>ň^neIJf Diocefr , per cui fi dilata^-Se nella* Cittŕ , qur abbiamo i due primi libri . L'uno-della Cattedrale, delfuoVefcovato, de i Vefcovi del-Capitolo, e dei Perfonaggi piů illuffcri del Clero. L'altro delle Chiefe fparfe nel recinto della fteisa Citta, si: iecolari, come Regolari cogli Orator j, Hofpitali, ed al-tnLuochipi}.SepoiufciamoallaDiocefi; comequef-la fi riparte in quatro Vicariati Foranei, fotto del quali: vengono le Collegiate, le Pieve tutte Foranee ; cosě ne iifultanog?altriquatro Libri .Sicchéin fei Libri, e ciai: cunadi quefti per regola di ben'ordinata chiarezza in va rj Capitoli fubdivifo, il rillringe quanto d'Ecclefiaf-tico doverŕ in daga r fi della5antaGhiefa: di Giuflino-poli.Con quell'ordine indrizzerŕ l'Operaalla fua meta ipafsi, e Noi fecola penna. E perche riefea piů fpedito epiano4ikorfor lalemplice veritŕ doverŕ feivirci di rguida Quindi pofpoflitutti grabbigěiamentifuperfluě, ňdi mendicateeruditioni, ň d'intrufe dottrine, ňdi noiofe dicerie; il maggior pregio farŕ prefentarfi al benigno Lettore con fincero ,e candido flile. La Veritŕ, che nel choro delle donzelleCelefti vanta il titolo d'innocente .allora riefce e piů venufta,^ piů faconda f che comparifee fvelata, ed ignuda • Noi Reformatori dello Studio di Padova. ¦i H Averidó Veduto per lŕ fede di revifione , 8c approvatione del P.F. Raimondo Afperti In-quifitore, nel Libro intitolato Corografia Ecclepajěica ň fa de feriti ione della Cttta e D toc e fi děGiuflinopoli di Monfig. Paolo Naldini, non ei-fervi cos»alcuna con tra la Santa Fede Cattolica, e parimente per atteilato del Segretario noftro nientecontro Prencipi, &C buoni coftumi, concediamo licenza, che poifi edere ftampato, of-{črvandogl'ordini in materia di (lampe, e prelen-tando le fňli te copie nelle publiche Librarie di Ve-netia, &diPadpa, Data li io. Marzo 1790. ( Loren&o Soranzjo Cav. Reffor. ( Federigo Alar cello T^roc. Rejjvr» ( AfcamoGiuJliniano Cav.Reffl Gadald'ml Segretario* LIBRO PRIMO Dell a Cattedrale di Giuftinopoli , fuo VefcoVato , Vefcovi, e Capitolo . CAPITOLO P RIMO. Fonda! ione, e Struttura della S. Chi e fa di GSliU Abbrica alle rovine, chi no n comincia dal fondamento ) né mai la fabbricaficura S'innalza, fčalpro-fodonons'abbafla.Quanto d'Eccle-fiaftico fi venera nella Cittŕ, e Dio-cefi di Giuttinopoliy ň fia Capo d'I(lria( come volgarmente appella/! ) » s'appoggia alla propria Chiefŕ, chen»čilma(ficcio, &unico fonda mento. Dunque a gran ragione la Defcrittio-nequě intraprefŕ, ne getta ifuoi fondamenti, principiando dalla fondanone di quella ; Ed ac-cioche abbiano qucfti piů altamete ŕ fcavarfi, dif-{ňtteriamo du i corrofi rottami dell'Antichitŕ A t Lib.I. Della Cattedrale di Cmjlinopoli. qualche notitia del fito, dell'origine, dellede*-ti» ed altre riguardevoli condirioni di Giufti-nopoli, come quella, che ofFerfč divota alla di leiconftruttioneil proprio cuore , cioč adirei! centrodelfuorecinto, dove giŕ s'inalzň, ed ho-ragrandeggia: Nella Provvincia delHftria, che fi tuata su l'ultime fpiaggie dell'Adriatico Mare, tra li due piccoli leni, Trieftino, e Quarnero , confti-tuiice, fecondo Plinio , Tolorneo, & altri ac- $odiftS ereditati Geografi , bundecima Regione della noftra bella Italia, rifiedela Cittŕ di Giuftino-poli 5 E quello fcoglio di figura ovata nel mezzo alquantoeminenteŕ guifŕ di militareVsbergo, che nelfpiegare dell'Adriatico ver{ňTrie(le,ulti-mo fuo termine, mirati ŕ mano dritta non lungi difcoftodalcontinente>fčrveadefla, non so fé r di letto > incuiripofŕ ? ň di piedeftallo, fbura di cui s'inalza # Guarda dalla parte d» Oriente la Suoi Con- Qroatiaj dal mezzo giornoHllirico, da Ponente la Lombardia, e da Settentrione il Friuli. La iůa diftanza da Trieftei č dieci Miglia 5 da Grado, trenta > da Aquileia trentacinque> e da Vene-tia in torno ŕ cento. Cosě pure difeoftafi perla via di Mare da Emonia,oggi Cittŕ nova, trenta miglia ,daParenzoquaranta, e ičflanta daPola ; Se bene il viaggio di terra ŕqueft» ultimi luochi, che coronano le fpiaggie Iftriane, fůole compir Ci in una, Cafi. Fondai ionejz Struttura della Ghie fa. j una, ňdue breui giornate. I primi fěioi Fondatori diconfi i Golchi, Popoli dell* Afia alle gelate iponde del Ponto Eufino. Queftifpediti in grofla numero dal Ré di Coleo Aeta, perarreftaregl» Argonauti di lŕ fugitiui con la fua Regia Infanta, entrarono coraggiosi dall'Eufino nell'Iftro,uol-gannente Danubio, & anelanti d' ubbidire al proprio Signore^auigaronofinoalteftremodi quell'Acque; ma fempre in vano. Sicché sboccando di lŕ in quel largo, ma piů lungo tratto di Paefč, che tiene alla fronte l'Adriatico, allade-ftrailFormione, oggiRilŕno, e allafiniftral»-Arfia divifivo delMllirico dall'Italia, qui in-chiodarono fi corfo. Preval/e in quelli alJ'amor della Patria non tanto il timore del proprio Ré, da cui nel partire fi vietň loro il ritorno lenza dell'involata Figlia, quanto il tedio della lunga navigatione , che riaflumerfl doveva per riap* prodare a patrj Lidi. Auvenne ciň, fecondo il Mutiorirerto dal Manzi oli, cinquecento anni prirnadell*edificarione di Roma* Queftadimo-rafulaforgente de'piu felici euven ti. La detta Provincia prima difabitata, allora s'habitň>e forti il nomed*Iftriada*i fěioi nuoviHabitanti, detti non piů Colchi , ma Iflriani, ň Iftri dalla fcorfŕnavigatione del Fiume Iftro ; e meritň il pregio d'efler pofeia celebrata dagli Scrittori con quell'encomio, Quies Colcborum. A * Fra 4 Lih.i. della Cattedrale dě Giujěinopoli. 7Ě Fra gli altri porti, fcielti nella nuovaIftrkŕ talripofo, non fu degl'ultimi il noftro Scoglio; come ottimo per ragione di fito ŕ rintuzzare ogniincurfioneoftilcj e l'inftabilitŕdell'acque, che l'attorniano, parve afficuraffe di piů feda permanenza il foggiorno. Quindi cresciuto il numero degli Habitanti > s'ingiunfe alla nuova fuoi Gitt:ŕ il nome di Palladia, e d'Egida. Giŕ adoravano eflě per loro Nume la fognata Dea delle Guerre Palladej E come l'infegna di quefta č lofcudodetto Egida : Hellicofa Palladi* Egědos y difle Marullo^ cosě impofčro al loro primiero iňggiorno tali nomi. Al che pare alludere anco il giro natiodello fteilb Scoglio, figurato in forma di feudo. Se pure non la diceffimo nomata Egida, e Palladia , perche eflendo quelli di gč-«io fieri, e di natura feroci : Quatiuntur trn-cesOracula Colcos, cantň Valerio Flacoj ePri-feiano, Has olimColchi tenuerc ferocesi volleroadditare ŕ Popoli circonvicini la rara, cin- n contrattabile ficurezza del loro Scoglio. E ben fim° dl~ certo c^e a^a ftefla Pallade ereflero un Tempio nel fito, hora occupato dal Palazzo Pretorio s Scolpirono l»effigie di quella in un marmo ano-ftri giorni ripofto sůl»ampio profpetto del preaccennato Palazzo, mŕin fčmbianza maeftofad^ Aftrea, perche calla jpada in una mano, e colla bilancia nell'altra > ch|Ł fono le gloriofe Inič-';..:- gne Cap.L Fondatiomfi Struttura dellaChjeJa. j gne della Giuftitia regnante; Ed inalberarono Stemma per loro Stemma l'orrido feudo purdiPallade dfca^ colcapodi Medufŕ,che intreccia d» Angui vele- mm' nofiWrfuto crine; Infegna , che tutta via mi-rafifcolpita in marmo, e fregiata djoro su le Porte maggiori della Cittŕ rivolte l»una al Mare, e l'altra alla Terra, Dunque non fčnza ragione chiamofila Cittŕ Palladia, & Egida , Chefč {f^deS poi dagl'Illirici fůoi confinanti fu detta Capraria, canaria. non meno giuftificati paiono i motivi. Appref io loro la voce greca JEgis fěiona lo fteflb che Capra . Lo feudo Egida coprivafi coli' irfuta pelle di Capraf e le Capre, alle quali copiofb pafcolo porgeva all'oraloScolgio, non tutto ripieno d*E-dificjj'comedi prefente, eranoconfčcrateaPalla-de. Nem_enodecorofole riufeě tal nome, quan- stemmatIC° doilMarchefatodelMftria inatteftatodell'uber- ^J^ tofŕfua fertilitŕ ( non mai fcarla d'ottimo Sale, Pra* d'efquifiti liquori, di delicati Pelei > e di rare Selvaticine) alzava anticamente per Gentilitio Stemma una Capra in Campoazzurro; come ne ferě ve il P. Ireneo della Croce nella iua Iftoria Trieftina; e prima di lui lo notň il CavalierGiu- '^.v/"«4 lio Cefŕre de>Beatiano nel fuo Araldo Veneto."' Ne mancano Medaglie coniate con tallnfčgna, alcutta delle quali S'oflCervň nel celebre Mufčo* Mecfa|Kč benché oggi difperfo , delli Conti Lazara in Pa- ^i* ^ dova. Anzi che fotto la jrozzacorteccia di talno-ZZ7''^ Suodiflruj gěmento. Lib. L Della Cattedrale di Giu&ěnopolk me io crederei celarfěil felice prefaggio del di lei futuro ingrandimento . Niuno de'Luochi tra gMftriani confini fňminiftrň alla Provincia l»an-tico Scudo duina Capra, fé non la noftra Capra-ria; Dunque a queffruna riferbavafi la gloria d«-effer un giorno di tutta Mftria la Metropoli, &C il Capo. Mŕfč le Favole ( riafTumiamo li due primi nomi) altro non fono che frivole, ed'infůfiftenti Chimere, que»primi Fondatori d'Egida co i lo~ rofavolofi nomi le prefŕgiiono poco durevole fůfliftenza. Algirarfi de gli ann i cadde rovi no-&, ediftrutta, di modo che Tito Livio regi-Arandola fpeditione de'Romani nelMftria nel Confola to di Giulio, e di Manlio, trŕiLuochi piů cofpicui di quefta, da efforiferti, ne meno nomina Egida, quafi ella foilčeftinta. Vuole ilManzioli, che fi rihabitafiecrefeendononpo- codiPopolo, deciotto Anni prima della nafcita aiMonjocjei noftro DivinifsimoRedentore j e che ripigliale nello'fteflb tempo l'antico fuoNo me Lgtda: mŕberfagliata di nuovo colrefto dell*-IftriadalIereplicateinvaGoni, elagrimevoli in-eendj inferiti da i Barbari, fňggiacque infelice alle primiere fventure. Migliorň bensě la Tua condětione > quando con la veritŕ cangiň la menzogna f epofpoftoil nome aereo d'Egida, e di Palladia. prefč il fufliftente di Giuftinopoli, im- pofto- Cap.L Fondanone>e StrutturadelUChiefa:. 7 poftole dall'Imperatore Giuftino il Giovine* allorché circa l'anno cinquecento fčttantadi -^il noftrafŕlutecon Gefŕrea Munificenza lariedifi- t?^-*: co . Accrebbe pofcia oltre mifiira le proprie ftino? grandezze , quando nelle continue agita rioni delMftria , anfiofa d»un tranquillo ripofň, 1* Anno mille duecento fé ttanfotto fi fňgge ttňcon faggio configlio al fňave > e poffente Dominio f| delMnvittiflěma , e vie piů gloriola Republica f Veneta : dalla quale fňrti il Celebre nome ŕi Capod»Iftria . Con piů felice forte , non una Capra fervile > ma un Leone Dominante la-conftitui Capitale, e Metropoli di tutta la Provincia . E perche all'eminenza del pofto non mancaflč l'autoritŕ del Dominio ; la fublimň col fu premo Magiftrato di tre Veneti Patrieii % da cui in grado d'appellatione fi decidono le Caufe non folo di tutta Hftria , ma delle due Ilble adiacenti, Oflero, e Cherfo. J * 1 • IT» 11 Ue ^Cnt Comprovano,quanto dicemmo,duedeene tioně delia Inlcnttiom riltringentx il principio , il pro-greflo , Se il compimento fňrtito dalla Cittŕ nella varia fua conditione d'Egida > di Giufti-nopoli, e di Capo dlftria. La prima , che č Lapidaria , oltrepaflando piů Secoli , č un avvanzo pretiofo della piů rimota antichitŕ ; e riconofeiuta per pAc da quanti fcriffero dell'-Iftria , tutti di quella n'arrichirono le loro ^ Com- 8 Lib. L Della Cattedrale di Giuflinopolt. Compofitioni . Il Volaterrano, l'Alberti , il Cluverio, ilManzioli, ilTomafini, ilPetro-nio > lo Schonleben , ed il Trieftino minutamente la riportano . Noi con effila produre-mo quale anco nel Marmo fu anticamente inci-(a , ed oggi nello Statuto della Cittŕ impreŁ fa.. D.N. Caf IufěinUs P. Sai. Foslix, Tius, In-clětus,actrwmj>hator femper Auguflus . cPontn Max. Frane. Got. Max. Vandal. Max% Confi W. Tribun. PII Imp. V. confpicuam hanc ALvědis Infulam ad intima Adriatici Maris commodtfs. interieSam Veneranda Palladis Sa-crarětim quondam , & (olchidwn Argonauta-rum perfecutorum quietem , ob gloriarti propa-gandam Irnp. S. C. inUrbem fui nominis exceU lentijs nuncupandam honefttfs. *Pt P. CP. dejigna-* *vit 9 fandavit Ctvibus Ro> Po* Q^ (f gente bone-Jllffima rejertam. L'altra Infcrittione , che č Poetica nel metro , ma Iftorica nel riftretto , aggiunge moderne notitie all'antiche della prima ', poiché ricanta la Cittŕ non fňlo quale fu , ma quale č . Leggefi {colpita ŕ piedi della Statua giŕdettadi Pallade, e pofeia cangiata nel Simulacro della Giuftitia ripofto lui frontifpicio del Palazzo Pretorio . E li Scrittori nationali Manzioli , ePe-tronio cosě la rilevano ne? fupi carmi. Pai- Capi Fondanone\e Struttura della Chěefc. 9 ". Palladis Aóte&fait hoc memorabile Saxum Effigie*quondam , clarahArte, elaGratia . Ilfěiogiro , che č Su0 siro" due icarfč miglia ŕ mifura del proprio Scoglio , fi cinfc dalla provida Natura co l'acque Marine, prefidio allora piů ftabile , che piů ondeggiante; s'attorniň dall'Arte induftre, con alta > e raafficcia muraglia, riparo baftevole a rituzza-rc ogni repentino infulto. Da undeci parti di quefte mura icendefi al Mare, e da una alla Terra, che fono le dodeci Porte, dette Bufter-k , ěiblana , Bufcdraga, S Pietro, San Tor h maio, i & Uk l Della Cattedrale di Giuttěnopolě: Sue Porte * ma^ mtt j Ł gant j ^ p*>rta Nova, maggiore ,7 lfe&zolo, Zubenaga, del Porto, e del Ponte; trŕle quali le due ultime * e per l'ornamento, e .Pcrla frequenza fono le prime. Si pafla dalla Cittŕ alla Terra ? difcofta un mezzo miglio in circa r per un Ponte di Pietra,, raflpdatonell»-acqiie * osi di cui ingreffo intorno a cento palli io s'incontra il Cartel Leone .* Rocca ifolata dal Mare-, e peraluflfěciente ŕ reprimere ogni audace incurfione. Nel piů bello della Cittŕ, qual čilfuo Centro,, s'allargano due Piazze, fra le SliePm2e* altre piůcofpicuej la prima dicefi del Duomo, perchequeftoda due ampie ltrade fiancheggia-#» Icfortmcon Ja iiia facciata nobile proipct-XQy tenendo alla delira la Loggia publica, alla loggěŕpu^ Gniftra il Palazzo Pretorio,, &C ŕ fronte le Sale 61ica ** dell' Armamento\ la Cancellaria del Comune,, ed il Sacro Monte. L*altra piů vafta, cheap-pellafi il Brolo», č pur recinta da molti anco nobili Edificj, tra i quali il Vefcovato,. 8cil Fonico ( cosě nell'Iftria il publico Granai oappel-lafi, ) Qui sbalzano'da un Iato due grandi, e fnamioree Cifturne , dall'altro una maeftofa ^ esalta Colonna su l'eminenza di piů gradini, folfěmulacro della Giuftitia. Corrifpondbno Piazze le Strade numerofč ŕ proportionedel e recinto > ed ŕ competenza dritte r e lunghe- ? s^adornano quefte in pia par- Caft. Fondanomi Struttura della Chěept. 11 parti dalle honorc voli Fabbriche della Nobiltŕ, e fěioi Titolati, e tengono a loro poftifiPOiK-dne degli Artegiani, come i Fondachi dcMet* canti. Se il Mare ferve alla Cittŕ di copiofo Vi-vajoco'ifuoi Pelei > eia Campagna di pěngue diiperclacollefue Carni, enoftrane, efalvati-ci ne y Ella pure apre alla Provincia un ricco Emporio > dove quefta concorre iňlkcita ŕ proveéerfi del biifňgnevole . Scarfčggia iolo de» Grani, costrettataloraŕ mendicarlidagl'Eftc-rii MŕfoptabondadejVini, d'Ogli, ede»Sa^ Abbonda E, ebe precida cotnparte alla Carniola, ^^l Friuli, &all»altre Parti ancopiŮTimote. Rctksrto ŕ ritaccarfi due punti, che ponno dirfi glisfcmi della Natura > e dell» Arte 5 efo-noia faltibritŕ dell*Aria, e Hndeficienza dell'Acqua. Ogmaltro luocodella- Provincia, d** unoalmena , fé non- d'ambi di quelli vantaggi^ ň ne č privo ŕdk tutto, ň mefehinamente nefearfčggia. Quěi Clima č dolce , etempe- ^ tato, névi rcgn a per l'ordinario, eccedilo ri^ ^^ d> x* gore, ňdi caldo, ňdi freddo. E fé talcara alcuno di quefti eccede, č di pochi giorni, fin, che fbftianoi venti Sětjqcco , ň Borea. Il Sir@cco> che č efitialealHftria, nulla danneggia Giufti* iěopolt 5 perche riparato da una linea de'Monti pofti al fao Meriggio. Il Borea sě, che fiera- k> berfŕglia f io8fŕmdo talora i quinŕki B 1 gior- *iě Lib.L DellaCattedrale di Giujlinopoli. giorni interi. Ma quanto ei fojfiapm, tanto piů giova* A Levante verfo Terra in diftanza d'uno, ňdue Miglia, giaciono piů di tremilla Cavedini ( fono quefli artificio/! ridotti d'ae- Clttŕ< qua fŕlfa per la fabbrica del fale) . L'eflalatione di tante acque (lagnanti, che in altre Parti d'-Italiariefcono peftifere per la loro fŕngofa, e craflahumiditŕ, quěfi purgano dalfňffioimpe-tuofo del Borea5 all'incontro l'acuta, e penetrante fňttigliezza di quefto, baftevole ad»in-tifichirei corpi humani, fi tempera ŕ maravi-glia da icrafli vapori delle ftefle Saline. Sichedi due principi in fé non molto buoni, ne rifluita un mifto, ň fia compie/Io ottimo d'un Aria Aria yaiu- temperata, la quale per atteftationede'Medi-ciefperti, potrebbe aflbmigliarfi > fčnonfofle cosě ineguale , all'Aria temperatiflěma di Padova . Alla falubritŕ dell' Aria aggiungefi l*in-{' deficienza dell' Acqua . Lungi un miglio da quefto lidosbocca il Fiume Rifano, donde ad efčmpio di Venetia la Dominante potrebbe!!, occorendo, riempire qualunque Cifterna di copiofiffime Acque. Se bene fenza ufeire dalla Cittŕ, quěfi numerano piů Pozzi indeficienti 5 e quando quelli contro delconfuetofi difTecafle-ro, sgorgalungi due miglia in larga vena un'Acqua preciofiflima, la quale conterranei acquedotti prima in terra, e poi nel Mare ra- chiů- Capi Fondaifone>e Struttura delUCbiefa. fj chiufi, fi conduce ň dentro la Cittŕ nella marmorea Fontana, ň poco fuori entro djuna conca di Pietra, dove inceflantemente fcorreŕ beneficio comune č de» Cittadini , čdcPaffag-gieri. In fňmma non altri, che Giuftinopoli dovea efler la Capitale dell* Iftria, perche tutta 1» Iftria non ha Cittŕ migliore di Giuftinopoli. Ma fé odiofi furono fčmpre i Paragoni, fi tron-chiilfilo a tal racconto , che opportunamente potrŕ riunirli in altro luoco. Sin qua i doni dellaNatura , e dell» Arte, verfati dalla Bontŕ Divina {ňvra di Capo d» Iftria -, Mŕfčnzami-(ůra piů gran di fono quelli della Gratia. Et eccoci alla ricercata Fondanone della noftra Chieda. ' Le Chiefe del Chriftianefimo, che fono mifticheCafč in Terra del Grande, e vero Iddio 9 non fi fondano in alcun luoco , fé prima sbandita la falfitŕ degl'Errori, non vi fi annida la Veritŕ della Santa Fede. Or come fondoflě la Chiefa in Giuftinopoli Cirtŕ nata , e crefciuta ne* i fŕlfi-dogmi d»unaEgida finta, e d'una Palla-de favolofŕ ě Da piů alti principj conviene ricavare il modo, e il tempo di cosi grande avvenimento. - Trafportata, che hebbe da An tiochia in Roma la Pontificia fůa Cattedra , il Santo Vicario di Chrifto , e Prencipe degli Apoftoli Pietro > tra Lik. L Dell* Cattedrale di Gwflmopdi. i gli altri fůoi Difecpoli Spediti fu varie parti dell'Italia , per ridurre al facro Ovile l'anime erranti, indrizzň Profetaci rao ŕ Padova > A poi-libare ŕ Ravenna ». e Marco l'Evangelifta ad* Aqaikj.a» Quantogi^ndiritifci&roiprogreffi dicjueftizekntiffimiMilsionarj, non nň lingua per ridirlo, né Penna per deicriverlo . feftiil dire (e cosi tendano al dovuto fcopo le noftrc H-«€c)come.il Santo E vangelifta apenagiunič in Aquileja,che con la divina affiftenza vrintroduf fe felicemente la Santa Fede j e vi gettň i piů alti fondamenti di quella Chiefa , che dovea effere de- la Metropolitan a d'unavaftilsimaProvincia. Ma aatliQěfolnfte/ro Marco di ilpargere anco in altre Parti il Teme Evangelico, riprele il cammino dě Va a Roma Roma, couducendo Łc co Erroaeora, uno de» gora. pf imi Aquile jeu da le battezzati; e preientatola al Santa Vicaxio di Chrifto, rnftň, che permefla čfe il ritorno nell» Afia, fčgli furroga_ffe Ermago-^ rainAqinleja.Acconfenti Pietro ŕ quefte giirile dimande. Quindi al punirli di Marco per Alef-i fŕndria > Ermagora rirornňad'Aquilcja^dove ^ tlittQ intento allaSata prapagatione del Vangeli rěntm folo battezzň il tuiiKcrofc P opolo di quella Cittŕ , ma ŕ piů Luochi et adiacenti, e rimoti dettino d'iverfi deifijoi E>iicepali, perche giŕ imbevuti delle rnaffime Evangcliche, altri ammac-ftraflfcrQ nella dotrina d«l Ciclo . Or credraonp> che t Fondanomi SirnituraMUChiefa. 1/ che ia qxiefta generale miflione d'Apoftoěki Operar) andafič efcluia la Cittŕ cMEgidai Quc-fta cosě vicinaad Aqudeja, che porte ŕ fronte * t Cicl ierenoicambievolmentc diicuopronii , né akroledivide, che il tratto maririmo anzi il viaggio di Terra, toccan* do Triefte le congiunge ; non č verifimile , che cade/Tedi penfieroŕ quel Santo Pallore, Seppe egliqualMongibello animato dilatare le vampe difiiafcrventifljma Caritŕ fipo agWnfubri, e Cenomani, in drizzando ŕPa via Siro, cŕLau-riaco Fortunato, ambo fuoi Difccpóli*, e ad Egida tanto vicina, non haverŕ tramandata con altro defuoi Alunni una fcintilla almeno dell'immenfo fuo zelo ě L> Abbate Vghelli parlando di quello Santo Patriarca dice* Presbyte*A^n^ ros y atq. Le*vitas 'Tergejlum, & ad alia finiti" " malocamifn. Il Dottor Manzioli individuan-do Giuttinopoli ibggěunge \ hanno della noHra falute quaranta quattro il Popola di Capo d^llěria dal vero lume celefte illuminato * lafc tata l* Idolo-triay alU^era* (S* unica Fede di GiesuChriHa Signor No(lrofh concerti. E conchiude \ In quel tempo fi fabbricň la Chi e fa Cattedrale in Nome dt Ŕiana Vergine • E l'Arcidiacono Schonle-ben difendendo ŕ fingolarizzare il Milionario Apoftolico, acuě s'appoggiň cosě grandeim-prejfŕ, ripiglia. Circa h&ctempora> anno le fu Qjri- 16 Lib. i. della Cattedrale di Giuftinopolu C hrijěi $6. exiflimo, S' ancělwn Elmm Pradicano* nwu /«T nismunus éxercuijje in Iftria, Populum ab Mola-Hs' triarevocaffe, & divinafidei myjlerijs imbniffě; quodhnic maxime tempori videtur congruere> qua forte Divus Ermagoras plures cDifcipulos ad di-Scrittone di Capo . * « •¦. . . . e rifti ripergraoo, e per conditione ingenui francamente s>inferifce, che la Cittŕ d'Egida l'Anna cinquanta lei di noftrŕ Redentione abiurň gě»- Idoli, & abbracciň la Santa Fede per opera del Beato Elio Diacono Giuftinopolitano* eDifce-polo diSant»Ermagora , Di/fi nell'anno cinquanta iei di noftra fŕlute , perche ilridurfi col Manzioliall>Anno quaranta quattro non ha del fůffiftenre. L» Apoftolo San Pietro, alla di cui Paftarale foUecitudinc devefi fpecialmente la convergane di tutta Htalia, nell» anno quaranta quattrofůddetto > che fŕ il primo del iuo Pontificata in Roma, non inviň San Marco in Aquile/a* benfinel fuffeguente quaranta fei * come dal Metafrafte, dal Baronio, e da altri fi."faggiamente raccoglie Heniico Palladio nella f • fuaeruditalftoria del Friuli. Che fé ilfemecc-lefte della Santa Fede non alligna ne i Cuori hu-mani » le non irrigato dalla pioggia feconda clell'Apoftolica Predicatione^ non puň fondata.- men- Cap.h Fondanone\t Struttura della Chtefa. 17 mente inferirli la Cittŕ ŕ Dio confecrata, e fedele, prima che il Santo Evangelifta Marco non ditfčminaflelaFede in Aquileja. Dilli inoltre, che il Beato Elio ne fu di quefta con verdone l»au-venturato Promotore; perche nella divota fua Homelia, riportata dal Manzioli, &C accenna- Ma^ /;*; ra dallo Schonleben,. rammentali al Popolo %-f°u*+ Giuftinopolitano \ Che la Santa Predtcatione lh>.6.c*m; del Beato Elio lo liberň dallr Idolatria, e riduce alla coftabona cognizione del vero Iddio. Et in vero come |atB?0.dl quello Santo e Originario di Coftabona, Rocca antichiffěma del Territorio di Giuftinopoli, (comevedremo ŕiuoluoco) nonfarŕlungidal vero, che dal fao Santo Maeftro, e Padre Er-magora forte egli fpedito prima d* ogn* altro alla converfione d8 Egida, fin dall» ora Capitale di Goftabonafua Patria é Dunque conchiudafila Santa Fede qui nafcente l'Anno cinquanta fci dell» univerfale Redentione. E {i cosě č, anco in quell'Anno mede-fimo quěfondotfi la prima Chieiaj e quefta fono gli aufpicj felici della gran Madre di Dio. Stabilita giŕ la Fondatione della Chiefa, ne da/fin Giů vienedifuo piede la di lei ftrutura.Qual fofle ftinopolli ne* primi Anni, fé efigua ň grande, fe angufta ň yafta non fi prefůme defcriverlo, perche del tutto ŕ Noi ignoto. La sbozzeremo col ridire quanto d'antico in altri fi legge 9 e direcente in effa fi / C mi- i8 LibJ'Ddla Cattedraledi GiuftinoptU] mira. La divorione dici Popolo Giuftinopoli- tano, che, come ii vidde , nel cinquanta lči del Mondo redento fono il poflentePatrocinio- della Vergine Madre architetň la fua Chiefa f volfe anco conftruirla cogliavvanzi delHdola- suŕFabbri tria atterrata . Sono quelli i pregi della Pierŕ ca* Criftiana, fotto porre per piedeftallo alla Virtů il capitello del Vitio; e cangiare in trofeo del Cielo il trionfo dell1 Abiflo . E»ben lo dimoftra quella Porta > che fra le due laterali all'Oftro č la maggiore. Impiegaronfi nella ftruturadi quefta le pietre fepolcrali di Publico Sintropo, u no de» primi Sacerdoti della falla Cibele . Que freddi Marmi, che chiudeanoia tomba d*unodoppia* mente morto, aprirono la Porta alla vera Vita, qual fi č la Chiefa , miftica Porta del Sign ore, per cui entrano i Giufti. Al girare poi degli Anni? cresciuta né fedeli la divotione, anco la Chieia vie piů s'ingrandě. Singolarmente nel ducento dieci, del cheripigliaremoŕfůo luoco, quando fabbricateper la Cittŕ altre Chiefč, ella Duomo di f^ di queftericonosciute Capo, eMadreye allora ftria°d * s'intitolň per antonomafia il Duomo , perche f prima Gaia, ove qui fi degnň albergare la Mae- uem fai. ftŕ del Signore. Molto piů fi dilatňfbprailcin- VapH1* quecento venti, che fčguě, come vederemo, la Iua Erettione in Cattedrale. Nell'anno poi mille quattrocento dieciotto, gettaronfi ifon- Cap* L Fondai ione>e Struttura dčlia Chěefa. 19 lamenti delimita, e grande fua Torre, fé bene Campanile nonfiperfettionň, che nell»ottanta dello fteflb e uom° iecolo. Non hanno l'humaneimprefe, ancorché fante > remora piů gagliarda delle mondane vicende. A quella Torre, che 5» alzava ih Iiola, fi concatenňmolf Anni prima la Chiefa, con l'aggiunta fattale di tre Archi per parte, frizzati ŕ tempi di FranceicoBiondi nel (ito me- cP^tronio. Veniamo hora alle moderne y e quali miranfi dall» occhio > le sbozzi la penna. Non v* č Fabbrica in Giufěinopoli, ne piů alta, ne piů vafta , ne piů riguardevole del sua Duorao. Polŕ quelli trŕlc due Piazze maggiori poco fg accennate; e porgendo la fronte alla prima verio Ponente, e il tergo alla feconda verfň Levante, colbinterpofla fuamole, eie (egrega,. eie congiunge. Aidi lui fianchi allar- C i gar- tura. r io Lěb. I. Della Catedrale dit GmHěnopoli: garfi due dritte ftrade, che pure aprono doppio tranfito dall* uno all'altro Foro. Confta di tre Navate ŕ giufta proportione larghe , e lunghe; Ma quella di mezzo , che in altezza le al tre eccede , accorciali al quanto per il fito in efla occupato dal Choro. 11 Pavimento e di marmori-no battuto, ed il Cielo di legname intagliato, lavoro di (telo in piano nelle Navate minori, e nella maggiore inarcato ŕguifa dj un mezzo Cielo ; opera antica, ma durevole, e ben'ordinata . Le muraglie diviforie di quefte Navate, col beneficio di nove Archi per parte s»appog--Petr.m.2. giano a dieciotto Colonne, di Marmo fino, tra c*p.7.fii. le quali le prime fi ditterň dal Saniovino; Serpentino nero) e dello Sterllio , Marmo ŕ*An-tiochia. A capo della Navata maggiore, grandeggia maeftojfa Tribuna di marmi, piegati dal- ^° Scalpello in varjfogliami, fregiati d*oro > Qui la pretioia Tomba del Santo VefcovolSIazario ferve di Menla al Sacro Altarey fopradicuiil %tg. Zeno zelo di Fran cejfco Zen o h anno mille ieicen to {cf-foill?*' lanca due collocň l'Auguftilfirao"Sacramento. Non potea 1»opera efler piů commendabile, quando daUranguftie d'una Cappelletavicina, ove chiudeafi, per cosě dire, ignoto, lo traf-portň al piů aperto della Chiefa , Ai lati di quefta Tribuna, quafi lotto gli Archi delle Navate* s» ergono du^ altre Tribune minori, ňfia- C ap.Fodnaůoncf Struttura della Chiefa.. M ň fiano piccoli pulpiti di marmo, donde anticamente coltumolfi nelle Meiěe {blenni annunciare al Popolo il Sacro Evangelio, Fra quelle Tribune, e la grande preaccenata, dimme&~ zano due ampie {cale marmoree, di piů gradini entrambe, e fervono alla {alita dal piano della Chiefa, ŕ quello del Coro. Quefto{palleggiato dalle Sedie Canonicali, chiudefi con altra coro dei Tribuna di marmo fino, mapiůbafla, benché infitopiů eminente della prima 5 ed č l'Aitar Maggiore, adorno col venerando Simulacro della Vergine Madre AfluntaalCielo, fua Titolare , cin ta dalle ftatue d* altri Santi, tutte lumeggiate d» Oro: Evui qui di rimarco la Sacra Menfa, compofta d'un candido marmo cosě tralpar ente, benché maflěccio, che un lume accefo pollo al di lotto, tramanda al di {opra il fuo f plendore. Serve di grande Nichio a quello Altare, e {uŕ Tribuna? un'ampio Semicircolo, che ribaltando nella Piazza al di fuori, č il compimento, e la corona della Chiefa . Sotto del Coro, come che ioften uto da piccoli Archi con {uč Colonne, ve un Oratorio lotterraneo, che direbbefi nell* Inliibria lo Scu-rolo> le bene egli č ŕ {ufficienza luminofo> ,.e {čglifcende per due {cale confondenti nelle Navate minori . Nell» una , e nell'altra di quelle veggonfi diverfi Altari, ma non uniformi u Lib.t DcllaCattedraledtGwfiwopoli. mitici modello dell'Arte, e nella finezza de*-marmi. Vi fono bensě in vari d»e(Iě, come pure nelle pareti all'intorno, molte eccellenti Pitture* deliidue celebri Carpati], delPanza-SSŁ *ano > ŕc\ Celefti, del Zanchi, del Liberi č <*• dimolt»altri. Invigilano coniante zelo, aliamo-statuti/a nutenzione di quefta Chiefŕ tre Procuratori, "^th detti perciň della Fabbrica ; Vno Ecclefkftica, 7*' che fecondo lo Statuto Municipale > s* elegge dall* aflbluto arbitrio del Prelato > e due Laici^, chefcielti dal Publico Rapprefentante col faggio parere del Prelato medefimo, s* approvano pofeia dal Coi>ieglio della Otta » Sagrefi*a,e Rimangono la Sagrcftia>e*l Battifterio.fčnza dei quali larebbono la Chiela ěnperietta, e la Defcrittione mancante. La prima tanto ad efla unita y quanto l'altro č disgiunto , ftringe il fianca deftro del Coro ? e come quefto formonta, ma con buon ordine,, il pavimento della "Nave maggiore > cosě ella edificata ŕ mezzeria , ingombra alquantol^eitremo della Navata laterale >& fabbrica pelliccia s da ridurfi un giorno al regolato fuo fito, ma commoda-, e capace, e di ricchi Argenti, e di pretiofe fupellettili peri* ufo di non infima Cattedrale fufficiejsternente provifta . Tra i facri Vafi fingolarmen te campeggia l»Ofěenfbi*to del Venerabile , tutto d*Ar-gento, fmaltatodOro,aftettuofc) donativo-dal- Cap.L Fondatane,eStrutturadettŕChěefa. »\ lingeria qua trafineflb dal Velcovo Francelco dčAndreis . Alzali egli informa di Piramide, lunga piů palmi \ e gentilmente diftribuita con molti Colonnati, Figurine, ed altri Sniffimi intrecci , ftmbra tino sforzo delMngegno , ed un prodigio dell'Arte . Aitretanto nobile, e de-corofň č il Battifterio. Di lŕ della ftrada al ietten-trione, nel mezzo d»una Chieiŕ di figura rotonda , e confecratŕ al gran Precurlňre Giovanni, confčrvafi entro di grande Conca marmorea in forma ottangolare conftrutta quello Bagno vitale dell» Anime . Ma pongali fine ŕquefto primo Capo, che al noftroufcire dal Duomo, hi giŕ trafcorfa la prete/aiěia meta. (CAPITOLO SECONDO Erettione della Cattedrale in Giujěinopoli. NOn fi qualifica alcuna Chiefa del Chriitia-nefimo col titolo decorofo di Cattedrale, che dal Sommo Pontefice, vero Vicario di Chrifto, non fé le affegni per-immediato, e, fůpremo Direttore un Vefcovo; cioč adire, uno de» primarj Prelati dell* Ecclefiaftica Gie-rarchia, ŕ cui come nell'Ordine, e nel Grado Succeflbre degli Apoftoli, incombe inftituire Parrochie , erigere Ghiefč , adunare Sinodi * benedireChrifnii, ordinare Sacerdoti; perle Diocefi coniecrare Prelati, per i Regni ungere Regi, e per il Gielo imbiancare Etiopi. Tutte prerogative cosi proprie del Vefcovo> che la di lui Cattedrale divenutane, quafi diflě, fintamente ambitiofa, le contefta ŕ tutto l'orbe Chriftiano coli» erettione della Cattedra, col iuftro del Paf+orale, e col fregio della Mi tra, che fono gě» ornamenti pretiofi del fůoPrelato, eie marche palpabili della fěia fpirituale Giu-rifHitione. Quindi Cattedrale, e Veicovo vanno cosě anneflč, che fcambievolmente s'infe-rifeonp , auverandofi, colla douuta proportio- m Cap. i. Erettěone dellaJěefia Cattedrale ] 2 s ne di Prefidenza, ň di titolo, che ogni Catte-dralehŕilfuo Vefcovo, ed ogni Vefcovo lafua Cattedrale . Dunque non puň meglio ftabi-lirfi 1J Erectione della Cattedrale in Giuftinopo-li, che individuando il tempo, ed il nome del primo fuo Vefcovo. L» Abbate Vghelli nella fua Italia Sacra, non maiŕfufficienZa commendata, parlando della Chiefŕ Giuftinopolitana dice cosě. Ejus Epifco-patus antiquus efiinter recentiores\ Anno enim Domini CepůnqenteCimo quinquaveCsimo fexto Giovanni r> 7 r i rx» J L r r n- J /• fu il Primo ň tephanus fecundus xont. rogartiwus ImUnopolt-tanis habendi Epifcopě Ius tnŕulfit\ Primufque a Clero y ac Populo creatus Epijcopus fuit Ioan-nes, a Vitaliano Patriarci)a Cradenfi confecror-ius. Non č piccola lode della noftra Chieia ri- \i /T ^ J*. portare il pregio di Cattedrale antica tra le mo*- / * derne, e che il primo fuo Vefcovo fin dall» Anno (čttecento cinquantafei per Indulto Apoftoli-cofofle dal Clero, e dal Popolo concordemente eletto y indi dal Patriarca di Grado confč-crato. Mŕcomediqueftofucceflň, ditantori-li evo per la Chiefa di Giuftinopoli, non apporta egli alcuno Auttore, alla cui accreditata fede s'appoggi; ŕ noi č fňrtito dopo qualche ftudio ritrovarlo. Quefti fi č Carlo Sigonio, il quale nellafua famofŕ Iftoria del Regno d'Itali a riporta il fatto medefimo di Giovani inftitui- ~ , to arca XZŁ. H LibJ.DellaCattedraleděGěufiinopolě. to Vefcovo in Giuftinopoli ,con voci poco mili, ma al noftro intento molto rilevanti v txt fig(i»t Eoŕem^Anno (fcriveil Sigonio) VitalianusTa-gnoitai.Lib. trtaroha (jraaenjiSy cum ňtephanus rontijex "li. rogantibtis Iuftinopolitanis Epijcopi habendtlus indulfifiet > loannem a Clero, Popttloq. creatum ^^conjěrmavit > (f confecravit. Qui s»oflervila *cnMona gtatiola aggiunta della dittione > Primus y fatta al veridico racconto del Sigonio > che fu un» aU terare notabilmente Mftoria> e quanto puň inferirfi da quella. Giammai zampilarono limpide l'acque da fonte intorbidato. Ma quando purefoffe, come afferifce l^Vghellij e che il Sigonio Scrittore > peraltro tanto oculato, eoa minore ftadioferino havefle del VefcovoGio-vanni, trafeurando d*aflegnarli tra i Vefcovi Giuftinopolitani il Primato j concederemo effer Giovanni il primo trai Vefcovi dal Clero» e dal Popolo eletti yině non aflblutamentc nella fčrie de* noftri Vefcovi il Primo. Ricaviamo il midollo di quefta veritŕ dalle vifeere piů recondite della Sacra Iftoria. La facoltŕ d> eleggere i Vefcovi > che fu fem-prelusproprio del Sommo Pontefice, come *^ .Vicario di Chrifto., il quale ŕ cotto del Pre- tiofilfimo fuoSangue fondň la Cattolica Chie+ & r fi delegň finodal primo Secolo della ftefla ChiefanafcqntealCierOi ed al Popolo; conae " /- hab- \ Sar- Caf*. Erezione della fiejfa Cattedrali. z7 ¦Gabbiamo d'Anacleto, di Stefano, di Ce-leftino, edi Leone, tutti Primi di dettiNo-mi. E cosě pure decfetoffi nel Concilio Iole-tano. Ma queftafacoltŕ circa Uannodinoftra iŕlute trecento quaranta, fi annullň dalla Santa Sede, quanto a i Popoli, come rilevafi dal Conc. Concilio Sardicenič, celebrato 1» anno predet- %J tofottoGiulio primo, e lo conteftanodiverfi Claffici Scrittori, né fu ella reftituita al Popolo, chedoppo il fčttecento; poco prima del Pontificatoci StefFano Secondo. Dunquefč queftoSanto Pontefice 1» Anno (éttccentocinquanta (ti'privilegiň il Popolo Giuftinopolita-no, accioche afficme col Clero eleggeffe il proprio Vefcovo, non perciň fi deve inferire, che il Vefcovo Giovanni in virtů di tal* Indulto eletto, tra tutti i Vefcovi di Giuftinopoli foflc aflblutamenteilPrimo; bensě il primo Vdco-vo eletto dal Clero, e dal Popolo 3 doppol*- ^x anno iettecento. Potea bene alcun*altro ante^ Primo ve-ceden temente eflcre flato eletto Vefcovo dallo- [ l o Clero. Quefta, fé non erro, č la vera, e legiti-ma intelligenza del Sigonio, che č l»unicofbn-damento,ŕ cuicolgratiofo puntellod»un Pri-mus9 s'appoggia Wngegnofaaffertione dell»V«? ghelli. Ma chi fu quefto Vefcovo an teriore a Giovanni nella Cattedra di Giuftinopoli, ed aflbluta- V x men- %8 Lib J. Della Cattedrale di Giujlwópoti. mente il Pritno ě Leggafi la Defcrittionedell'I-fěria delineata dal Manzioli, coůpiů vivi colori, perche del tutto finceri, e naturali, e nel Capitolo di Capo d'Iftria fi ritroverŕ il primo fttQ Vefcovo cosi ŕ minuto per ragione di circon-ftanze efpreflb, che altro non gli manca che il ^ | proprio Nome. Danno cinquecento 'venPotto " De- ( c osl ^cfive il Manzioli ) Tapa Giovanni P ri- '•/"• mo, Figlio di Co fianco, ŕrichieftadiGiuftino ilVeccbio XV. Imperatore dě Co[tantinopoliyordi- nň il Vedovo di Capod'Iftria. E che puň defide-rarfi di vantaggio al noftro intento, che il proprio Nome del Vefcovo eletto ? Che fé bene non fi nomina , tan to s'individua, elettione d* utvparticolarenpnhŕper fuo termine un'ente in aftra tto, anzi che il riporre tra gbenti ere a ti alcuna natura uni verfale , č un puro ente di ragione, parto chimerico di vaneggiante Intel-letco. Dunque fé tale Velcovo nonfingolariza-fi dal Manzioli col proprio Nome, tanto sun-dividua come perfona {ingoiare, ma anonima i I lorfein Giuftinopoli euvi il Vefcovo inftituito due fecoli prima, come Giovanni tanto pofte* dormente detto farŕ affolutamen te il Primo ě Uč suncolpidi sbaglio, cosěfacilmen te,il Man-ziolij perche egli non č Scrittore coetaneo, ň ppfteriore alMIghelli. Quefti ftampň del mille feicento cinquanta j quegli lo precorfe nel mil- .^ré/iione della ftefaCaffedrale: Ł$ milleicicento, e undici. Si biafimipure , fe inerita biafi mo un mero fcherzo d'Ingegno, fi biafimi dico* chi leggermente posponendo 1* accreditate notitie d'uno Scrittore Nationale,' fůppofe all'Ughelli, come Primo , chi non era aflblutamente tale ; con che delufč nell» ifteflb tempo un credulo Amico, e adulterň un fedele Scrittore 5 volfi dire MIghelli ed il Sigo-nio. Olvquanto diverfamente maneggio^ in tal propofito il Canonico Schonleben ? Quefto di-gniffimo Auttore nell'erudita fua Iftoria della Carniola^ giunto ŕ divi/are diGidftinopoli, col previolume, certo sě ma caliginoiň, (ňmminis-tra togli dal Manzioli, s'interna nei piů rachiufi Archivj delNorico,e diflbtterrate di lŕ le piů an- ^nnaL tiche memorie , cosě regiftra . Eodem anno lesn Carn-M;, Ti no fZ+.fol, Chrějli s24-.fatagente lujttno Imperatore loannes *>y. Fapa ordinaffefertur Primum Epifcopum Iu/li-nopolitanum^ut habet JMan%olius,qnem verofimile ejlfuijje San cium NaZjarmm, cuius Corpus de inde anno 601. inventwn ejje, docent antiqua fcritura apudJVL. S, AuthoreHiftorU Norěci. Qf ecco il p'rimoayŁ Primo Vefcovo di Giuftinopoli, dalle fuppli- G?umn^ che dell'Imperatore Giuftinoimpetrato, e dalla poiu pietŕ del Pontefice Giovanni conceflb, l'Anno di TZ 1 h noftro lŕlute cinquecento ventiquattro, Naza- t7 rio il Santo. Sicché Giovanni,ripofto dall* Vghel- - li p LiklDeffaCatedralediCiuflinopoli: li nella fčrie de'noftri Vcfcovi per il Primo, č il lčcondo ; e Nazario affegnato dal medefimo 'Auttore per il fecondo, č il Primo. Cosě vi. GĚ1 mwi piů facilmente fi concatenano, di quello S'annodano gli annelx d'una catena. Non potea andartene Scompagnato quello sbaglio, che ori-ginoffi da un Primo. Ma comproviamo il noftro parere, con un ri-fleflb Cronologico, che forfč riufcirŕ convincen-tiffimo. E* veritŕ indubitata, che il Santo Vefco-Vo Nazario rilěedč in alcun tempo nella Cattedra diGiuftinopoli .Loafferifconofčnz a difcre-panza diverfi fedeliffimi Scrittori 5 lo dimoft rano leiacrefue Immagini -, animate nclleftele, fcol-pite ne marmi, effigiatene metalli colle PontiJi-Protettore eie Infčene; e lo contcftano unanimiquefta Cit- della Cittŕ - ^ y^.0 /• i • rr i ta, e Dioceli, che ěnceliantemeate ad elio rono, come a loro Pallore, e Padre. In oltre č certiffimo, che Egli non vi fede dopo il feicen to, ed uno di noftra Salute , perche in tal Anno fč-gul la prodigiosa in ventione del fa ero fůo Corpo. Cosi attefta la Cronica manofcrita del Norico, degna in quefto fůcceflTo di tanta fede, che lo Sch'Óleben non fblo fbtto l'anno precitato cin- quecento venti quatro de» fuoi Annali dice; Sanali NaZjarij Corpus,{Anno 6oi.) inventimi efie ŕocent antiqUAfcriptura apud M. S atithore No-rici j Ma anco nel fuo Apparato ai predetti An^ nali, Gap, i. Brettěone dellaft e fa Cattedrale. y r ». rigettando chi ripofč San Nazario tré ě < Vefcovi Giuftinopoli tani doppo l»Anno fette-* iu! cento cinquanta lči, col fondamento della pre*f4r'' accenata Cronica francamente fcrifle : Afa tiqmor tamen futi, ^/W Invmtionis Anrms traditur 601. Dunque č necefitŕ confeflarlo Vefi covo di Giuftinopolinegl'Anni antecedenti il feicento uno. Or fé nel cinquecento venti quattro habbiamo, chi fupplicň per l'erettione della fteflTa Cattedrale , e fu Wmperatore Giultina SenĚQre>di piů chi con fuprerna Autoritŕ la eref fé, e fu il SantoPontefice Giovanni Primo; ali* incontro ncn v> č Iftorico, che in dividui altro Vcrfonaggio /edente nella Cattedra allora eret*< ta, come daUoSchonleben affermali di Naza-^-rio; dunquefrancamentedicafi, che il Prima Vefcovo di Giuftinopoli, nell'anno cinquecento venti quatro, fň il Santiffitno Nazario. Suffraga ŕ quanto diffi,l>ingenuaconfelfione,*r ]hU fatta dall'Vehelli, dinonfapereprecilŕmente , s*cT in qual tempo San Nazarioledefle nella Cattedra di Ciu ftinopoli. 2S!on conjlat quo tempore bic Sanétiisfloruerit. Non e, ne puň dirfi cosě, quando le di lui fiere Reliquie , nell'Anno feicento uno prodigiofamente difeoperte, con palpabile euvidenza dimoftrano effer egli vifTuto Vefcovo in Giuftinopoli negli Anni precedenti a tal tempo. Che fé ciňnon conftava al preacenata> Seri- j i Lěb. I. Della Cattedrale di Ciuftinopoli. Scrittore 9 come candidamente egli confella J perche poi alTegnarlo Vefcovo dopo il fčttecen-tocinquanta fči? Quefti fono gl'aborti d*una degna Iftoria indegnamente adulterata. Nuovo motivo della profferita accaduta iti quei tempi alla mia Ghiefa mi fuggerifcono le calamitŕ , che travagliarono ali» ora 1» Iftria : Pertinaci i Gotti nell» odio contro de» Cattolici, niente meno di quello erano nel culto dell' A- rianefimo, da che nelMftria* e nelle Pro vin- cieadjacenti fiffohaveano il piede, ftudiarono ogmarteper opprimerli. Il chefingolarmente auvenneintorno al cinquecento, e negl'anni fofleguenti , che qui sperano annidati in mag-* giornumero. All*ora fu , che con incefianti fcorrer ie angofcian do or le Perfbne, or le Cafč, or i V ilaggi, or le Terre riduflero la sfortunata Iftria in un macello di corpi Fiumani, in un teatro di barbari focheggi, 6C in un rogo dilagri- mevoli incendj. Piacque nondimeno alla bon- tŕ Divina , nonmaifcarfade^jfuoifuflTidf, dalK e e# eceflb di tanta male ritrame il copiofo frutto di nioltibeni. Poicheipiů accortiIttrianiperfot-trarfi dalla baccante perfidia de» Gotti, firico^ vrarono nell* Ifola Palladia, detta ali1 ora Egid a indi Giuftinopoli y &C ora Capo d'Iftria; fpe-randodall* improvifeincurfioni quieto ioggior-ao in uno froglěocinto, e premunito dall'onde. E e o- 33 Cap.s. Erettiene della fiejfa Cattedrale. E cosě la Cittŕ, che gemea abbatutta cominciň Ricovero ŕ rifor^ere, crefeendo di Popolo d»Edifiej, e di nigI ě Chiefe.Dipiů il PatriarcaMarcellino dalla fua Sede d> Aquileja egualmente infettata, ne»-primi anni dopo il cinquecento qua trasferě la fuarefidenza, dimorandovi per Finterňcorfo di dodici anni ; E morto eh» egli fň, Steftano i/ifteir<> iliccedutogli nel Patriarcato, qui pure fifsňiě jfuofbggiornofino ali»anno vigefiraoquinto, e forfč piů oltre del fecolo predetto. Da quella lunga, e replicata refidenza delli due Patriar-chi Aquile jefi ha del credibile, che la Cittŕ nel fuo materiale accrefeiuta, e da migliori Cattolici habitata s> invaghiffe di confeguire la Cattedra Epifcopale, come fregio decorofo del Cattolichifmo, e fbdo foftegno della Santa Fede . E»ben veritŕ indubitata^he fra tanto il Greco Imperator Giuftino , ň folle per l'inftanze fattegli dalla Cittŕ , ň per il fuo genio partiale alMftria(ne' cui Porti godeano grato ricovero le /uč Claffi, e Na vii/) ň perimpulfb dell'impareg-giabile fůa pietŕ di propagare la Cattolica Religione , portň ebAffetuofi fěioi Vficj al Santo Ł r V>- • 1 1 ěT * 1 Pontefice Giovanni > perche concedeiie z quel-la la Sede Epifcopale. E quelli nelWmmcděato ventiquatrobenignamente glelaimpartě. Con tal fede di framifehiati euventi fňrdla Cittŕ la Cattedra* cdilproprio Vefcovo. Quei mezzi > '*¦:;% E -che ěS 34 LikLDttl&Cattedrak děGi&Jltnopoli. cl^allaconfecutione d*alcun fine „ al corto ii\~ tendimento ¦¦degl1huomini paiono (travolti * ed inetti,, fcieltiche fiana dalla Divina.Provicten-2a, il cui potere CQniifte.nel dire, onci volere* xiefeonoamaraviglia.conducenti, ed efficaci. La bella luce di quefta veritŕ giŕ comincia ě j^.Łj?* diffonderfi anco negl» Efteri... Il Padre Ireneo 3I^'51^ della Croce nella recente fua Jftoria nomina,^ s.Nazario ^nziiuppone Primo Vefcovo di Capodalftria primo ve-S. Nazario. Che le riporta il caatrarioienti-ěS*.VTricft, mento dell» Vghelli,, aflčgnante ŕ GiovanniU. prima refidenza in, quefta Cattedra * won perciň lo approva 5 riconofcendolo forfč infěififten-tedalTeftoadulteratoiiclSigonio. Rileva folo alcune difticoltŕintorno al tempo dell' affuntio-ne di Nazario ,. proteftandofi con relig iofa mo-deftiad* attendere di quefta veritŕ da altro Scrittore piaaccertate le prov e. Or fé quelle giŕ da coi fi rilevarono ,, difciolgand i di lui obietti, TMonfi diffonde piů chiara la luce, chealdile-1 guarfidell'ombre.. Diverfě fono quelli, ma noi liridduremo: ŕ tre, che paiono i principali. , Dice il prěmoyChe per ěleorfň di piů anni {ňpra ilqum^entefimo,, la Provincia dell* Iftria, alpa-ti della Liburnia 9, e della Dalmatta» ubbidiva nonaGiuJlmc>,. ma ŕTeodorichOy, comeajfolluto ladrone y tiRč dethltaliaTantay rilevano l> E-pftolč delftioSacretarioCaJsiodoroJcrůie in quel lem- Cap. i. Eréttěone della ftefa Calte ŕrde. j y tempo aUiTrovmcěali, ofoffero Vr$ fidi dell IJlria, -Difficoltŕ follecětando l> efattióne de> Reggi proventi. Non i^Lr" ha dunque del credibile, che fermeteJfe'TeodorU coalSommoPontefceb ordinare unfifiovaCattolico od in/ianz>a di Ciujiěno , e fondare un nuovo VeJcovato in Capo d* Iftria ove non conofce-va altro Signore > chefějěeffo. Non puň meglio rifolverfi queft*obietta, che con un principicr d» Iftorica veritŕ. Teodorico r benché Ariano, reggevaT Italia con tal indifferenza in materia děReligione, cheŕfuoi iudditif ciň folle dettame ň del mite iuo genio, ň della fina fua Politica ) pcrmettea libero il culto della San ta Fede ih erano Cattolici j e dell' Arianefimo, le Ariani. Quindi alicniffimo di veflare le Chielč, le permetteal' affidua affiftenza de» proprj Velco-vi.HabuijjeCatholěcos Anti/lites(^nefcrive de gě*-Iftriani, Liburni, ed Ilirici il Labacenlč) Quamvěs Prafldiarj Arianifmo infettiejjent, ni-hildubito 5 CumT'heodoricus Rex Cattolica Re-UgioninulUim facefeeret negoěěum. Anzi che divenuto, quafě di/li, rigido Ceniore del vivere morale de» medefimi Cattolici, ad un miniftro per altro fuocaro fé troncare il capo, perche ad oggetto di maggiormente ftabilirfi nella lua gra-tia, di Cattolico sr era fatto Ariano j Aggiungendovi quel memorabile documento. Si Deo fidemfěnceramnonfervajěi > quomodomiht, qui E 2 homo 3 6 Lib. l Della Catedrak di Cěuěěěnopolěě homo fum, conjctentiart fanam prajlahisě E qual incredibilitŕ, fé non immaginaria, che* agli auttorevoli ufěicj d» uri: Imperatore {uŁ>pli# cante fi permettelfe da un Ré di genio Cattolico? benché di fetta Ariana, l'eretriotie in quefta Cittŕ d'un nuovo Vedovato, e fuo Vejfcovo? Replica il fecondo obietto; Che bafjerrre conceda la Cattedra in Capo d> Iflnada Tapa. Giovanni b anno cinquecento vent* otto ad inftan-Difficoltŕ Zja dell* imperator Gw?lino{ come ferě ve il Man- Seconda, e . t . *. ;/ . N .. zioli ) totalmente ripugna alla ver ita, mentre ti predetto Giovanni nel cinquecento venti cinque nelle carceri di Ravenna lajcio col Pontificato la vitai feguitodue anni dopo dňli* Imperatoreit&Ł [lino, Concedofeguifee la morte del Pontefice, e dell'Imperatore negl'anni adotti $ ma colla fida fcorta dell'erudito Sconleben ritraendo il Manzioli al cinquecento venti quatro( in cui l'uno, el'altrovivea) dico, che quefto fu l'anno propitio ŕ Giuftinopoli, nel quale dai pre^ detti Imperatore, ePontefice* non ripugnante Teodorico, fo rti la fu a Cattedra Epifcopale . 's Manz^olius id repofuit aŕ annum ^iS.quonec faannesTPapa, nec lujlinus Imperator amplius fuperHes fuit. Hos ad annum 5-14. Ne quefto sbaglio or corretto nel Man zioli deve porger an-ia ad alcuno di cenfůrare altri capi della fua Ifto-ria. Poiché deve quello ina putarfi piů tofto all'Ama- Cdp\ ŕ. TZréttěóM dellaftefa CMedralči 3 7 Ŕmanuenfe ň alMmpreflbrcj dalli quali fňfti-tuendo/I a i Grammaticali Caratteri dell» Aut-tore l'Aritmetiche figure (come confta dall'Opera) facilmente poterono sbagliare, ponendo una per 1» altra figura. A correggere le feritore, ňleftampe, ottulo riefcelofguardo anco piů acuto > quando s» auvanza 1» Aritmetica ŕicorociarč le luterane fillab e colle numerali figure. Conchiude il Terzo; Che perattejlatodell*-Vghellinelbinventione del Sacro Corpo di Naz^a-riO) difňt terrai a un Arca , ove quello giaceafe<-ne y snneontrň una lamina di piombo con quejli verfě; Rane Patriam ferva, Nazari , San-Ekegubernay QuiPaJlor, (f Reótor lufliniděce-ris Vrbis. L> Imperatore 9 che riedifico Egida, e la denominň Giufiinopoli dal proprio nome , fu Giurino Secondo, dettoti Giuniore, afěuntoal T^rono b anno quinto, ofeHofopra il cinquecento > efejjantay non GiuftinoT*rimo, ňfiati Vecchioyl viffiutofmo alventi (ette dello fteffo Secolo. Dun* quefe Naz>ario nelli Ver fi rinvenuti col Sacro fuo Corpo* fi dice Vefcovo di Giufiinopoli 9 non fu tale nel cinquecento venti quatro, come anteriore per tanto tempo ali* Imperio di Giulěino fecondo della Citta il benefico njtamatore, e titolare. Ma obietto di poca confidenza puň eftraerfi da uŕ fepolcro, ordinario ricetto direiňlute ceneri* Ta- 5 9 Lib» L Della Caffč arale dě Giuftěnopoii. Tale fi č l'addotto > né piů vi vuole perrefňl-verlo, che un occhiata alla lamina difcoperta nell' in ventione del Sacro Corpo. 'Quefta, che oggi pure appreffo dello fteflo fi conferva intatta , abbatte il fallo fondamenta dell'obietto} Poiché nient'altro ella contiene, che lefčguen-ti parole, efpreffive della Virtů, della Dignitŕ, e delNome di Nazario, col giorno deldě' lui obito. Sanitus Naz^arius Praful migravit in Domino kaL XllL hdij.Quanto alla fuffiftenza, al contenuto delli due Verfi, čdafaperfi, come ilSacro Corpo di Nazario, oltre 1»efierene^ primi tempi imarrito, &C iridi nel fčicent* uno ritrovatofupoiint-humili voti del Popolo fěipplicante \ per condonare le gravi oflfefč di rei pentiti ; e per accertare dell'eterna ialute b anime redente. Ali»incontro non ogni luoco del Chriftianefirno č Ghiefa* fé con fblenne rito nonficonfŕcra, ň almeno con celefte benedittione non fi fantifica» Troppo difeordano luoco terreno, e funrione Benedittio. divina y foggiorno profano, ed efer ciriola ero. Chiefelle Or quefta benedittione č certamente delegabile a qualunque Sacerdote 5 poiché il benedire alcuno Cap. 3'. Confecratěoně, e Relěquie dě quella. 41 no (che č un» implorargli le profperitŕ, lolite ŕ diffonderli dalla mano benefica di quel Signore, cheeilfonteinefŕuftod» ognibene) degnamente s'addattaal Sacerdote, che č Vicegerente di Chrifto, ed il mediatore delle vere felicitŕ vertenti trai* huomo, e Dio. Non cosilafolenne Confecratione, che feco portando la mifterio-fa Vntione co» Sacri Chrifmi > e prerogativa ri- lictfe* fervata ali* Ordine Epifcopale, Ai cui č proprio Confecrarc b ifteflo Chrifma. Supporta la veritŕ incontrattabile di quefta dottrina, ricercali ora, fé in alcun tempo la noftra Cattedrale fi confčcrň, ed ŕ chi dcfůoi Vefcovi debba ella 1*~ obbUgo di tal fun tion e. Non e quefta materia di proliflo difeorfo, ri-ducendofi al mero fatto. Anzi 1»Vghelli, il Manzioli, ed il Petronio, ě quali piů d" ogni altro Scrittore S'internano ŕ (ingolarizare le conditioně dě quefta Chiefa, nulla dicono dě fěiafolenne Confčcratione, con chela fuppon-gono aflblutamente benedetta, perchefottoi felici/fimi Aufpicj della Vergine Madre ŕ Dio fiio Figlio dedicata ; ma niuno dj eifi b afferifee di folenne Confecratione infignita. Solo Pietro Morari in un foglio difcioltoncfŕparticola-. re mentione; ma con frafe tanto oicura, che inviluppa,, non difeioglie il Quelito . Dice egli 5 Che Francesco di Fiorenz^ahanna mille. j o Lib> /. Della Cattedrale di CmfiinopůR. Cattedrale quattrocento quarantac* mefite confecroinCapoŔ^ Confettata. Ln . ,, A1 ' ,. „ XT J ¦ j ^r - r r ljtria l Altare di ň, Natz^arw^ e la C mefa. La Confacrationc de*Santuar}' č fiaatione inalterabile , altrimenti non efprimerebbe 1» indiiffQ-lubile coniugio di Qirillo colla Gna dilettiffima Spofa. Quindi č, che non folennizafi tal fun-tionefčnza trafmetterne defitta notitiaŕPofte-ri, fi coll^a-ucentico regiftro delle Cancellarle Memoria Epifcooali > come coli'accurata confčrvatione della Con- 111r< ^^ t1 in/* . delle ňante Croci allnn torno delle lajcrepaj?e ti * intagliate, ň dipinte, e non di rado fčnz>in-caftra alcuna lapida nella ftefla Chiefŕ per at-teftato perenne della folennefuntione. Niurto di quefti riicon tri icorgeafi. a tempi del Moravi ŕ prň di quefta Cattedrale . E come dice egli, cheellaficonfacrň? Accrejfce il dubbio, che in niuntempos*intitolň diS. Nazario, mafčmpre della Vergine AiTunta. Se dunque il Vefcovo Francefcoconfŕcrň l'Altare di S. Nazario, eia Chiefa , fénz»individuarne di quefta ilnome, non deve inferirli confacfata la Cattedrale. Nulladimeno marita il Morari una piena credenza. Vn Prelato tutto attento, come parlano i publici monumenti, ŕ rauvivarelefepolte memorie della fua Chiefŕ* non čverifimile, che di mero capriccio ne ftabilifle la iolenne Confacratione . Egli, che confacrň la Chiefŕ di S. Giorgio in Pirano f e quella dej Cappucini . $.Confacmtimt, t Reliquie di quella. ;Iftria , crediamo, che conofcendň priva di queftoiacro ornamento la propriaCat-tedrale-nonič lo bavelle fpeditamente imparti* to? Che fé mai s'intitolň Chiefa di S. Nazario, 1^ Altare perň di quefto č il piů riguardevole di quanti s'cergQfěiO in quella; e perň dicendoli, Cmfkcmto b Altare di X Naz,ario^ elaChie-Sr, devcfi incendere quella Ghiefŕ, in cui giace Jofteflb Altare. Non e cofŕ nuova, che dal contenuto S'inferifca il continente , ňche una vére indefinita fi determini da altra con giunta. Molto piů, die nel recinto di Giuftinopoli, noa ve Qhidk particolare fregiata col nome \ gloriofň di S. Nazario. AqueftaCitta, che lo # «uiora per iuo benefico Protettore, baftň fčmpre offerirgli tanti Tempj animati, quanti fono de5-fěioi Cittadini icuori. Sicché dicendoli, Confi-cratol» ^Altart di quefio Santo, e la Chiefa^ qui viene difua natura il Duomo, il quale per ogni parte del Chriftianefimo dicefi perAntonoma-fěa, laChie/a. Sin qua la mia debolezza ŕ difeia ň un ingenuo, č degniffimo Prelato; ma non ha a mendicare da altri il foftegno un*aflerrione verace, tion? dei la quale poi fvelata da un Chirografo del Vefco- m^uS,"*" vo Confŕcratore fi e refa palpabile. Odatene il fůcceflb. Nel mille fčicento, efeflanta due, «<#• ^»» quafi dieci Anni dopo la*morte del Morari,m*io. ' F i Fran- -\ 44 Lěb. I. Della Cattedrale di GiuftinopolL FrancefcoZeno risoluto di trafportareilDivi-niffimo Sacramento dall'anguille della Capel-letta, cfiften te forto la Tribuna, detta del Van-gelo( luocoŕtanta Maeftŕ troppo riftretto) ad altra parte piů decorala della Cattedrale, fciel-fčconprovido configliola Tribuna Maggiore, nobile ricovero del Sacro Corpo di Nazario. Che perň disfattone b Altare, a cui 1» Arca marmorea del Santo ferri va' d* Ancona, quefta s> ab-bafsň per Menla 5 ed il nuovo Tabernacolo del Venerabile drizzato su quefta, divenne Ancona. Or al demolirli 1J antico Altare di Nazario, nelripoftiglio delle Sacre Reliquie trovoffi una pergamena del feguente tenore. Atte fiuto Anno Domini mille/imo qtiaŕrě^entefimo qua-^. dragefěmo quinto. Indiatone octava -y die vero feptima Alenfis Novembris, qmfuit Dommica, Pontificata T)omini noflri Eugenij Papa IV; Anno quintodecimo. ReverenděfěěmusTater 3 (f l^ominus Frater Francifcus de Florentěa Ordě-něs Pradicatorum Epijcopus lujlinopolitanus con-fecravit hanc Ecclefěam, & Aitare, quam de novode duobus Parěetibus re&dtfica'verat. Confe-cravit ad honorem, 01 Nomen, & Memoriam cBeatěffmu Věrginěs Mari a, &* pofuit in eo Reli-quias infrafcritas ^ curri tnbus gramsincenfi bene dici i\ Gf doluity quod de die at io pr e dieta Ec-clefě«7 & Aitaris prima Domimca Ŕienfěsejuf- dem wr Cap. ě.Confecrŕtlone \ e Relěquie dě quella, 4/ ŕem fmgulis Anněs celebretur\ deditque in Die dedicationis ejufdem, & in Feftis omnibus "Beata IVLarU inperpetuum, omnibus, Q?fingulisdi-ctamEcclefěam vifitantibus děes quadragintaln* dulgentiarum : Reliquia pofiu indiato Altarijunt de Ugno Crucis > de Reliquijs S. Laurentij Ad. 5. AnaHafij Papa > & M S. Stephani P. & M. CfAliorum. Si veneri dunque, come veridica la memoria fattane dal Morari, tanto piů commendabile, quanto diffotterrata da Scritture ŕ Noi tuttavia ignote 5 e fenz» ombra di sbaglio conchiu-dafi coniecrata la noftra Cattedrale nell'anno mille quattrocento quarantacinque, per mano delfěio Vefcovo Francefco, del Sacro Ordine des Predicatori, di Patria Fiorentino, e di Fa- toren.acu' miglia Biondi : Anzi dalla pietŕ di quefto degno Prelato ficonofca la ftefla Cattedrale il fuo intero compimento, per l'aggiunta delle due hěuraglic, inferite nellJ addotto atteftato. E per dijfcernere ŕ minuto queftefŕcre Pareti, Atrio delia conviene rammentare l'Atrio di quella nel fie- ^^0^ rolaccheggiodi Giuftinopoli, fatto dall» Armi Genovefi, prima del mille quattrocento ( come in appreflb ) mefchinamente incenerito. Quelli rimafto defolato obligň il zelo del Vefcovo Lodovico Morofini, ad impetrare dalla Re- R^ poV giŕ Pietŕ del Veneto Senato, il benigno afTen- i^fiU*. 4<5 LUX Della Cattedrale di Giptftěnopoli. io d'incorporarlo con alcune laicali attinenze allaChiefa, pereftendenderlacon nuove Mu-g ra • Ma in breve giro d» Anni mancato egli di vita, rifčrbň il Cielo il merito di coronare l'opera alfuccefloreFrancefcoj e perň con ragione di quefto regiftrafi, Confecravit hanc Ec~ cle/lam, & Altare, quam de MV0 de duobus Parietibus re&dijěcaverat. Né cafiiale, ňfcrtuk ta fu Hnfertione di quefta claulula. Giŕ dicemmo irreiterabile la Confacrafione della Chiefŕ jr ilchefiauverrafěn che ella nel fěio eflere materiale fi coničrva inalterata; che,fé "fabbricata fi dittrugge, ň diftrutta fi riedifica., ň pure lunga s* accorcia, ň corta s>allunga, euvi luoco alla nova Gonlacrarione. Tanto prattico il fŕggio Prelato, e lo fé, come riporta la Pergame-Tempodina nel domo fettimo di Novembre dell'An- uaConfa- .o - , . . . no precitato. (^ne le a noitri giorni con doppia pompafacra* e profana, perche con folenne Proceflěone, preceduta dasi Pontificali, e con Fiera franca fteiaŕ due fettimane, fenefefteg-gia alii venruno d'Ottobre h Anniverfariarimembranza , non arrechi ftupore. Piacque k Francefco trasferirla dal fuo dě fiflb delli fette alla prima Domenica dello fteflb Novembre, giorno fčmpre vario al variare degli Anni; e perchenon fůlecito a» i Prelati fůcceflbri per caule, forfč non meno urgenti., ftabi]irlai-Con]kratione > e Reliquiedě'quelta. 47 'uno d>Ottobre, tempo piů addattato al nume-rofo concorfo de» Fedeli. Paflěamo ora alle facre Relěquie,. lčnza delle dota in tal funtione la novella Łua Ipola . Non. iňurabbonda di queflre la noftra Cattedrale, ma uč meno affato ne penuria. Vagliono per molte i quatro facri Corpi, da ler pofledutideifůoi Q Santi Tutelari, Na2ariov Aleflandro, Elio , ^ e Giuftino , coll»aggiunta d'altre equali di fti-ina, benché di mole minori . Ma (č le Gemme meno s'apprezzano maneggiate alla rifufŕ $ fi di-{cerna.no ŕ parte quefte ricche Gioie di Paradifo p e s'incomincj dalla Spoglia beata di Nazario. Dopo l'auuenturata alTuntione di quefto Santo^ alla Cattedra Giuftinopolitana nell'anno cinquecento ventiquattro , {č lungo , ň breve tempa eglifoptaviveffenelPaftoraleminifterio , č le-creto del Cielo ŕ noi ignoto • Euvi di certo, che il Sacrofěio Corpo ripofto nel Duomo, in corto tratto di tempo» rimale quanto al luoeo totalmente celato , ed occulto y Non so, fé per efpret Corpň di io commando del Santo , che ricolmo di fopra- f^ fina humilta, volle fuggire le publiche venera-tioni anco morto ; ň {č per induftre ftratagem-madel Clero > accioche in niun tempo invola^ toglifoffe$ fé pure non fu alto configlio della Di- Lěb. L Della Cattedrale di Giufěěnňpolě : Divina Previdenza, accioche fofle un giorno piů riverito dalla Cittŕ, perche piů fofpirato; ed appunto cosi auvenne. Contavanfi piů anni di fuŕ morte , quando al divoto Cuftode del 'Apparino- Duomo, per nome Martino, men tre qui per- re prodi- » r i /• i * r gioia. nottavaorante, di lotto cp una Icala marmorea XduriX, Ito s~ - «li v \ i« 1 • -v 1 z/oi. 18. Icintulo su gli occhi, ma piů al cuore, un raggio di fplendidiffima luce. Anco i notturni PelT'sf!i ^p^endori prefaggifcono lo {puntare delfole. Il 36*. che piů volte accaduto, ljobligň a propalare il p rodigiofo fůeceflb. Ma non incontrando per lafuamolta (implicita una piena credenza; il Gielo, che pur volea la maggior gloria del fůo fervo, replicň Ja Celefte vifione ad un Cittadino, per gli anni, e per i coftumi egualmente venerando, detto Pellegrino. Quelli coli5 affi-ftenza de3 divoti Sacerdoti, doppo bagnato con calde lagrime ilfuolo, intrapreie ŕ {cavarlo fňt- to la fcala preaccennata. Ed ecco con ibmma felicitŕ, fcoprirfi entro dj una Tomba il pretio-f o Corpo del Santo Veicovo, con quefla lnlcrit-tionein una lamina di Piombo, che tuttavia confervafi intatta appreflb le facre {uč Ofla. SanEtus Naz^arius Praful migravit tn Domino kd. XI1L lulij. il che ftguě l» anno fčicent» uno> vb.ůcaf.2.corneregidral'anticaIftoria delNorico, riferita dallo Sehonkben ? e da Noi riportata a fu© iuoco. Spar- Cap. j ůnfecratěone >e Relěquie di quella] Spar/a per la Cittŕ, e per i luoghi adjacen ti nuova cosi felice s> affollň giulivo il Popolo ad adorare il fofpirato fěio Paftore 5 ed il Cielo co*-replicati miracoli accrebbe de3 Fedeli il giubilo, Miracoli e di Nazario la Gloria. Defcrivonfi quefti dalddSamo* Manzioli, e fi publicano con muta favella dalle ftatue dcrifanati languenti su la Tomba del Santo da in duftre fcalpello animate y edincifč. Gode Giuftinopoli per il corfodifettefecolila pienezza di tali contentezze. Che fé in varj tempi fu ella berfagliata dalle Guerre, dalle Careftie, e dalle Pefti, "Nazario col poffente fuoPatrocinio la iollevň abbattuta, la cibň famelica, eia ra vuivň eftěrita. Ben č vero, che in torno 1» anno mille trecento ottanta fi difŕrginň ŕfuoi dan- incurfioač .-, . , i . L'i* 'C • T" C^ de'Geno- nila piena,d>irreparabili mitene . htu, quan- vefi. do ritornati con poderofŕ Clafle ŕ danni dell»- ^hhasP^ Iftria i Lieuri impadronironlě furtivamente di Ud-f- lfh Giaftinopoli \ e dove prima con barbara nerezza fŕccheggiate haveanole Cafe, allora con eie-cranda empietŕfvalleggiaronole Chiefč. Quindi incenerito 1* Atrio del Duomo per facilitarie-nel' ingreffo , indi rapirono il Sacro Corpo di Nazario, e tolto da altra Chiefa anco quello del Santo Pontefice Aleflandro, co'fpodie fipre- R*p\fcono . r * r ° . K Sacri Cor- tiole veleggiarono verlo Genova perancchir- p.idi lainuniol tempo di due Tefori. Quella fu la lea maflima delle (venture occorfč ŕGiulěiiaopoli^ G da o Lib.L Dell* Cattedrale dě CěufikůpoU.' da che ritrovato haveaiifuofmarrito Paftore ] e Padre . I voti del Popolo, i fofpiri del Clero% gbufficj del Prelato s> impiegarono tatti nel cor-ěň di piů Anni per riha vere 1» involate Rcliquiei Alla fine ftaacato da tanti votiilCielo, regen-do la Chiefa di Genova Pileo dejMarini, e , quefta di Giuftinopoli Geremia Pola, fiftipulň Liki.f0i.S4. la loipirata reititatione . Onde rAnno.mille* quattrocento venti due, trafportati da Genova in Venetia i fa eri Corpi, e depofi tati con folen* ne pompa nella Chieia di San Girolamo, dopo ^"g|^ la Meffa Pontificale, cantata da Marco Landň *61- Vefcovo di Gattello, coli» affiftenza delli due Veicovi di Nona, e di Giuftinopoli * fi ripiglia il viaggio maritimo verfň 1» Iftria. Riufcě quefto feliciffimo, ed i fervorofi fofpiri della Cittŕ^l uicita in gran parte dal natio fcoglio ad incontrare giuliva ifuoi Santi Tutelari, concorfero ŕ gonfiare meglio de* placidi Ze&rile vele. Conche approdata felicemente al Porto la numerofŕ comitiva >¦ cosi piůfedofi contrafegni d'Archi trionfali, di {onori bronzi, e de»iacri Inni, Riportati a portaronfi que» pretiofi Corpi nel Duomo 5 do-^Hftfin°ri- ve refe per piů giorni dalHmmenfb Popolo le ^°;/agon^at.dovutegratieŕDio, ambo fi ripoferoinun'-dkArca di fino marmo, fňtto maeftofa Tribuna, di pietre, di fogliami, ed5 oro vagamente adorna . E traboccando piů oltre l> inondante gioja » il Gap. j. Conecrottone ,t Relěquie di quella] yi il Vefcovo Pola, per degno tributo di gratie al Gelo, decretň hannuo Vficio dellaiolenne Translatione; eia Cittŕ in Holocaufto perenne appeieŕ piedi dell'Arca> con queftiCarmi il proprio Cuore. Qui Patčr , Łf KeBňr lufěěni děcéris Vrbis\ * -La altro Corpo Santo, di cui s • arricchifce la hoftraChiefŕ, č del preaccennato Pontefice, e Martire Aleflandro. Da Roma, nelle cui vici- corpo ai nanieiottertonavea 1»invitto Heroe perlaoanta fandro. Fede gloriofo il martirio > traiportoflě inGiur ftinopoli ilSacrofuo Corpo; ove il Popolo per atteftato di {aa divozione ere (Te una Ghie fa al Trionfale luo Nome. S'oppofero ad un tanto bene le consuete {venture delMftria, e temendo alcuno de^fuoi divoti, chene'faccheggi della Cittŕ poteffeeiTer rapito, furtivamente l'occultň . Mŕqueftofů il vero modo di rapirlo, perche fé ne fmarrl la pretiofŕ memoria. Prodigo sěfmarifee. de'fuoi doni il Cielo compensň la perdita co* replicati prodigj . Aleflŕndro veftitodeglihabici pontificali, e adorno del iacro Triregno comparve piů volte ŕ Giovanni, indi ŕ Nicolo ambo Chierici, e famigliari di Pietro ManoleflTo de» Minori Conventuali allora Vefcovo di Giů- m fiinopoli, e loro impoft inlinuare al Prelato, che ricercato il Sacro fěao Corpo, loelponefle G z alla j-i Ltb.L Della Cdteŕraledi CiuFlěnňpňH ě alla Publica Venera tione. Il Manoleflb co» pré-ci, digiuni, ed altre opere pie premunito, or-.on<4 dinňl' elea va rione in un laro dell'Altare, ao dei ilio Cor: cenato dal Santo col proprio dito,* Ebentofta po* difeopertafi un'Arca d'odorofo Cedro, comparve il iŕcroDepofito. Auvenne ciň alii venti-lette d'Ottobre del mille trecento fei. Accorfe numerofo il Popolo , chi per la divotione del Santo, e chi per la novitŕ de' prodigj. La M en-fuc*« ffi °.l tŕ dell* Altare, ben che di marmo mafficio, s» aK zň, quallegeriffimo legno; Vna Donna perla fiia decrepitezza priva dell' udito, e poco meno che del moto, nell'auvicinarfi al fŕcro Corpo, l'uno , e l'altro ielicemcnte riacqui/iň j Vna Fanciulla da grave, e penofo morbo oppreflŕ y al contatto della facra Tomba rifanň ; e da sfrondato Rofaio, che iembrava un pungente (pine-to, fiorirono nel giorno féguente, tre vermi-^ glie Rofe. Ben dovea infiorarli di Rofe celefti il fčpolcro di quelb Aleflandro, che , fecondo i facri Annali, č 1» unico tra i Papi del fěio nome , che al Pontificio Triregno intrecciaflela pretio-faCorona del martirio. Riposň quefto fŕcro Corpo? nella fěia Chiefa, fino all'ottanta in circa di quel fčcolo, quando da Genovefi rapi-i? ns??roa t0 » portoflě, come dicemmo, coli'altro di corpo fi ri-i]Sfazarioŕ Genova; donde poi l'Anno mille pone nel / r ^ Duomo, quattrocento venti due, ambo alla Citta re- ftituiti CdfL Ł Cňnfecratěonč \ rt Reliquie dě quella, ss ftituiti, fi collocarono in un» Arca medefima nel Duomo, ove tuttavia fi adorano: E formando oggi queft» Arca la menfŕ ali» Auguftifli-amo Sacramento, le quefto č la vera, e viva Arca di Dio, Nazario, ed Aleffandro fono i due Cherubini, che ŕ prň di Giuftinopolivi flendono \> ali del loro poflente Patrocinio. *. II Terzo de* fŕcri Corpi č quello del Beato ^po dei Elio Diacono di Goftabona, Difcepolo di S. Ermagora, edApoftolodell'Iftria. Riddotta, ManXiM^ che eglihebbe quefta Cittŕ dal culto ds una finta ^/<34-Pallade al conofcimento deU? vero Iddio, volň ŕ godere il condegno Premio di fueApoftoliche SuaMorte fa. tiche in Para difo $ e la/ciň cjuě la. {aera. fua /pň-glia, qual pegno ficuro dell' inceflante fůa Pro- zZ^b/oiI tettione. Né mai il Popolo decorre ŕ lui divo- 3*7' io , che non ritrovi nelle calamitŕ il fňllievo, ne» flagelli 1» Afilo, e nelle borafche il Porto * Giacenciió ConfervaG nell'Altare del Coro fotterraneo, ň ^if fi a Scurolo, dove la menfa ferve ali» Arca di ba~ fé, equeftaŕ quella di Palla. Alii dieciotto di Luglio fé ne celebra dalla Cittŕ, e dalla Diocefi l'Anniveriŕria memoria. Quefto Ternario di Teiori Celefti s3 accrebbe col Corpo pretiofo del Santo Martire Giufti- Corpo di 11 -il r* • r > *~y r SanGiufti- no nelp anno mille ieicenf ottanta lei. Giulep- no. pe Eufŕnio giŕ Procurator Generale del facro rpio Ordine, e pofeia Prefetto del Sacrario Pontificio, j 4 Lik I. Delia Cattedrale di Ci tificio, e Vefcovo di Porfirio, per felicitare mia afluntione ŕ quella Chiefŕ, benignamente me neaggratiň. Parve ŕquel degno> edotto Prelato, che fé Giuftinopoli pregiati tale dall' *• Imperator Giuftino, che la riedificň, affai meglio ftabilirŕfč flefla, ricoverandoci fňtto d'un'altro Giuftino , il cui poffente Patrocinio inecf fan temente la protegga. Trafle ella tanto di hene da un Giuftino, che ora giace eftinto, quanto di piů dourŕ fperare da un Giuftino immortalmente vivo, perche con Dio regnante in Cielo ě Con quefti faggi rifleffi, fattone nel mio ai- inereflb alla ftefla Cittŕ un di voto recalo, nella lŕ dita • o * feconda Domenica di Pafqua dell» AnnoRifle** SuaTrans guente, caduta alii venti d3 Aprile ienecele-ěatione. brňkiolenne Traslarione con Meffa Pontificale , numeroia Procdffione, ed Qgn> al tra pompa condecente alla divotione del Popolo, e alla grandezza del Santo. Si collocň nella Cattedrale , chiufo in un* Arca di finiflimi Criftalli, e fi sě ripone ripofe nell» Altare conjlecrato al Santo Dottore uomo della Chi eia Girolamo. II Popolo di (uŕ antica pietŕ ricolmo, ne folenniza l'annua Fefta nella Domenicapredettaj eia Chiefa ne venera la degna memoria n el preaccenato giorno. Aggiungonfiŕ quefti Corpi Santi molt*altre dl Reliquie infigni, come de i gloriofi Martiri Va-I Buono, Clemente, e Vittore. Vi fono * Relěquie dě quella. fono pure del Legno vitale dell^Santa Croce, deUapretiofaVeliedcll^yčrgtiteMadre, delli Santi Apoftoli Giacomq^ $ŁŁ$$§, Bartolo-meo, e flarnaba> e degli iriyittf Mŕrtiri, Lo^ renzo, Biafioi Giovanni* fcPaolo, ErmagcK-ra, Fortunato y Barbarci Qittarina, ed altri... Tutte quefte fi confčrvano, parte nei loro Relw quiarji» Argento^ ňdi Chriftallo 5 e tutte affie-me fi cuftodifcono in regolato Sacrario, detto SacrarIo dI Teforaria, dove pure rachiudonfi gli Argenti y e l'altre (upellettili piů pretio^č della Chiefŕ . Porge quello con tre feneftre da ferrati cancelli premunite % e adorne, fňura le Sedie Canonicali nel Coro, al Corno del Vangelo , e con altretante Porte nella fagreftia. Alla vigilanza del Canonico Teiňriero incombe la cura di quefto Sacrario. , Alriporfidi quefte fiere Gioie» conchiuda il Capitolo la rara notitia dj una fun tione. Ecclc-; fiaftica folita ŕ figillarfi col bacio ofequiofo dJ^ una delle mede/ime Reliquie, Ne riufeirŕ di-fcara , quando č rito antichiffimo, qui introdotto prima dell» ottavo fčcolo %, fňtto il Dominio allora regnante del Greco Impero. luftino-¦polim^ fcrive Giovanni Lucio, riferito dalla Schonleben) Cracos Maris Domino*' etěam pojiCarolum recognovifé arguii Mos lauŕescar nendiujqm in hodternam. diemillic fervatus* Nelle Lib.L Della Cattedrale di Cěuflinopolě] Nelle quatro folennitŕ , Natale , Pafqua , S* Marco , e S. Nazari o , aU>Oftertorio della jvieflacantata, ŕ cui fbglionoaflěftere, oltre il numerofo Popolo, il Prelato col Clero , &Cil Rettore col Magiftrato, cantafi da Mutici una breve Oratione, detta Preconio, ň pure il Laudo , come parla il Volgo ; e fi fupplica la Maeftŕ Divina, che per 1»interceffione della Vergine Titolare della Chieifŕ Giuftinopolirana, e dell'-Evangelifta protettore del Veneto Dominio j voglia benignamente aggradare de3 celefti fuoi doni il Doge di Venetia, ilVefcovo, &1IP0-deftŕ di Capo d'Iftria. Nel cantarfi dell'Ora- dmaiITu tione, ^ auviva la Pietŕ degli atlanti con una. -do"'- Torcia accefa, foftenuta nella nomina del Doge dalPublico Rappreientante, in quella del Ve^-fcovo dal Prete Affittente, ed in quella del Po-deftŕ dal Cancelliere Pretorio ; e conchiudefi la {aera fwntione colla pia ofterta , fatta dal Magiftrato, inapprefo dal Popolo al bacio ofequio delie fň d» una jfacra Reliquia loro prefentata da un Reh "Canonico, veftito di Pluviale, e di Cotta. Il Pr econ io č il fčguente. Chrijlus vincit, Chrifěus regnai, Chrifim imperai. Sereniamo ^Domino nofiro N. N. Incly-to Duci Vcnetiarum fitfas, Honor, Virtus, & Impenum. SanBa Maria Tu illum adjnva. llluJěrffLmo , ac Reverendtfftmo Teatri, "Domi- Caf ^f^qquell*. & "Domino noiěroěsl. M Dei Gratta Epěfcopoluftě-nopolitano děgniffimofatus Honor, (f Virtus, & Vitaperpetua* Sanfta Maria Tnillum adjuwa} llluftriffima, ac Eccellenti [fimo Domino N. N.pro Sereniffimo Ducali Dominio Venetiarum Fotejtati, ^Captiamoluflinopolis digniffimo fe-fos,Honory Virtus,©?'Vitaperpetm. Sanili JfŕrceTHillttmtidjtÉva fi 'capitolo Fejcovata di Capo d'JJIria* Alla Cattedrale Ji Giuftiiiopoli al fue* Vefcovato non va č altradifěanza , che il Targo della publica ftrada* la quale sito dei Ve- fpatiofŕ s> eftende tra il lato finiftro di quetla, e la porta maggiore ai quelto.. CJuale lolle ne»-prěmi fecoli la fůa Strattura y un deplorabile insů» ineen- cendio,, il quale intorno al mille trecento medio. ri .. *~r .. ichinamente lo inceneri,, non permette il de-fcriverlo ? Eforfe oggi pure giacerebbe abbattuto >; fé con replicate fŕbbriche radazzato non V-havefTe l»aflŁtuoia pietŕ d*alcuni fuoi Prelati .v Vedafi quanto queftiiuccelfivamente oprarono^, eia. di lui fabbrica apparirŕ in buona parte de-fcritta., Giacomo Valareflb ',-. uno de» piůinfigni. Mitratidi queRa Chiela, fino dal primo fůa Ingreflb Sollecitamente vi applicň r efigendo dalla Diocefi un caritativo fůflidio* Mŕgrande foccorio non potea fňmminiftrarii da minuto Clero. Giovň di molto,, che la Caritŕ, Regina delle Virtů,, entrafle fabbricieraŕ-gettarnei' ^ primi fondamenti. L'Animo pio del Prelato,, quanto erafi da quella archittetato,, generofŕ- men~ IJlria. 0 tnente perfettioaň . Allora dnizzoffi la fcala grande? s» ere/Te la lŕla Superiore, sj apri la Loggia corrifpondente ěfoura II Cortile > ripartita ^ nu poi in piů ftanze, e fi alzň la Fabbrica 9 che por- M i e Gio: Paolo Bratti fkpplicare il Prelato Stella, per la di lei totale demolitione; accertandolo, che dall»atterrar/I di eftintione di quel Fondo haverebbe ftabi-lito un vivoluftro alla Cittŕ, e un* evidente vantaggio al Vefcovato. "Né dalV Efito fi defraudň teipofto; poiché co l'affenlb Pontificio di Pio Steiu IIII. tra-fmeflb al Vefcovo Stella dal Cardinal d»- ' Altemps, depoftachefůquella portione cadente, non folo la Piazza Maggiore, detta del Duomo, fi nobilitň con amena Profpettivade»-Monti, e de} Colli, rapitale fin d» allora dalla fabbrica frapofta; ma il Vefcovato, co l'aggiunta dejnovi edificj notabilmente migliorň. Allora fu che s> ereffero le danze confidenti tra 1»-eftrerao della Chiefa di Santo AlefTandro, ed 0, prin- princěpio della Loggia > giŕ eretta dal Valareflb ] Allora fi fabbricň la Sala, che ŕ quelle annefla fiancheggia da un lato la Loggia predetta, e porge dairaltro sa la Corte intcriore rivoltai Levante. Allora con mafficcia Muraglia fi concatenarono le fabbriche primiere, ciocia Sala maggiore, e 1* Appartamento sů>l Brollo. Allora fi drizzň una Scala fčcreta con ducente nella nova Sala, fé bene poi cangiata in altra migliore. Ed allora fi tra/portň in Cui confacenti, e capaci piů d> una delle domeftiche Officine. Seguě tutto ciň nell» anno mille cinquecento fčŁ fanta cinque, che fu il penultimo, in cuiTo-xnafby lucidiffima Stella del noftro Emisfčro,' lafciň di rifplendere in quefta vita mortale. Giovanni Ingenerio nelle doti, -e nelle virtů S ŕniuno de* predetti disuguale, anco nella Gč- neriO nerofitŕ li pareggiň. Alzň eglib altra parte delle Stanze fuperiori, corrifpondenti nell'Orto, che fé meno capaci dell» altre, riefconopiůfŕlu-brii perche quelle guardano al Levante, e quefte al Meriggio ; fé ne legge fcolpita tal m e-moria, Hanc Eŕium Fdrtem male materiatam Antequam prie Vitium facerct, Et magěs munbusy quam Hominibus accomodata, loannes Ingenerio Epifc. lufiinop. Exornatam, atqtte auclam In :) qtuim vermsfornmm, refiituět. CIJ.Ij.XXCIL In oltte con animo veramentejdi voto ai Cie-lo* ed alpraprio Benefattore grato, nel luoco d* un amancno consacrato ;ŕ falCi Numi., mi&ro ir^iidoodelGentilefirno , il quale Serviva di pěe^ -dellallo niella Icala maggiore, eternň la memoria del gran Pontefice Gregorio XIII. con qucfte Io: Jngerěo JLpifcopts lu/linafob fablato hmc lapide Idolisfacro ZkGregi XIII. Max. &o]>t. Pont. jMjmoriam Gfc 33 Sentimenti di beneficenza al proprio Vefco- dal Zeno. i-ri> r* r *-* Wdto non punto diverii nodn anco Francelco Ze-mo9 equi addotta, cnit ntuio roffbre.. JFv Paulus Caldini Taf* jEpiJeopus lujjtěnopolis y, Monimenta fui Fori > Qm děfptrfa penbant % Cancellarla apttus eretta? Ferenni Sede rejlitu'u "Anno Démm MDC. XC-'mEfiJc. 1K Sin qua 1* urgen ti riftaurationi di quefto Ve-leccato, cbelofecero riforgeredall»antichefuc ce- 64 LěklBelUCdtedrak diChiftinopolL ceneri-fe non Fabbrica magnifica, e maeftofŕj almenocomnioda* e condecente, Mŕche piů aggirarli intorno quefta fabbrica, fepoffiamo comprenderla da un fčmpliceri-* fieffo della prima Pietra, che la fondamento? Vn* efperto Architcet© dalla qualitŕ del fonda-_ .. mento bene fcandaelia l3 altezza dell* Edificio.! Rendite x ni i tv r il* del vefco-Veggalě dunque la Pietra tondamentale di quefto Vefcovatof volfi dire l»aflegnamenta dell'annue rendite, Rabilitc per iuofodegno § fčnzadicui, cornea pena eretto fi deferto, cosě prima d» oggi farebbe ricaduto eftinto. Confifto-no quefte iti un» ampia, e gratiofa Donatione fattagli dalla Cittŕ^ delle Ville dihupa.ro>. di Padena del pilo di Roveredo. dell3 Ifňladi Rifa-ho, con mille campi videgati, e dell'intera eorrifponfione dell'Oglio » annualmente raccolto y. da quanti pofliedono Poderi nel fůoTei> ritorio, fianfi Laici > ň Ecclefiaftichě, ancorché Regolari. Grandb Pietŕ, e generofaMunificenza di Giuftinopoli verfo del fěio Prelato Ł LeggefI quefta Donationer regiftrata ěcaratteri ubmm°lě dottici, ne gli Atti Epifcopali di Geremia Pch #I ° JZ la , da i quaK fedelmente eftratta, fe da altri fi divolgň con le linee della penna , a Noi incombe perpetuarla co Mmpreffiorre della ftampa, ed čtafeguente. Hoc eji Exemplum de qui&ufdam ratianilrm Cap. 4. VefcoUatodi Capo d> ěftrěai %pěfcopatuma Communi hftinopolis extrattum^ ad mfiantiam, & requifittonem faéěam per Re- Donatěonem y f$ omnis- nofir& Aélionis9 quamhabemus-, finemy; &refutatio-mmfuper Altare SanŁi& Marě&pre.diB&Ci cum omnibus [uisper-tinentijsinintefrrum, & millecampis Vmearum injinw!4snojtris\ Eo(iqwdemtenore, quodNo-[ter proprius JLpijcopus y &juif/4ccej/ores, ad utilitatemfuA Menfo > habere, QT tenere debeant > inperpetuum. Tali modo, quod non debeant ha~ bere potč ftatemcuendendi >. donandi y infeudando r & refutationis cartu-lamJretentaverit, aut ahquo modo y> velingenio ccrrumpere voluerit y aut moleftare, *velěnfrin-gere prafumpjerity tunc quidem per Nosy Ł§* 3S(ojlros Haredesab omni homineguarentare, Ł5* de fender e prommtttimus\ quod ftguarentare, Cf defendere vere, Qj3 raitonabiliter non potue-mmus r fiveevoluerimusy tunc quodamijfumfue- ritfub exifiimŕtiůne bonorum Hominum in confi-mililocoreftětuere fpondemus. Siverorejěaurare noluerimus, lune quod ammijjum fuerět > fab exiUimatione bonorum , per Nos, & Noftros Hxredes nojěro Episcopo, qui tunc erit, Auri opti-mi db ras centum componere nosobligamus. Infuper addimus3 & dare promifwius fupet idem Altare, decimaliones nqfiri Olei 9 quod annuatěrn nobis *Deus concefarit, prň remedio Animar um noftrarum, najirorumque cParentum\ Vt nojler propnus Epifcopus, & fuifuccefiores de cetero inproprios Vfus habeant, éfpoJCideant ; ita quodnon liceat eis has Decimattones infeudare\ neque alio titulo a faa propria 2\rttnpi alienare\ Vndedm CartuUunotenorefuntcompofěta, qua-rum unam Cartulam habere debeai' Epifěopus No-fier, & aliarti cartulam habere dcbeatCommune noftra Qtvitatis. Adh&c interfmrunt Dominicus Diaconus, & Decanus prafata Civitatis luftinópcUtana ; Her-nardus Jirchidiaconus , Honifacius M.agi(ter fcoiarum, Venerius Diaconus , & Thefaura-rius, Germanus Sacerdos , sMartinus Sacer-dos, Tetrus Sacerdos y Salvator Sacerdos 9 Iu-ftusTDiaconus y <&tartinus Subdiaconus> lo ari-nes , (f hannes Subdiaconiy Petrus P etolus Capellanus, Ramulphus Index dióla Civitatis f&y Mengotius Index, ěoannes lu- I x dex> 68 LěbJ.DellaCdtedrakdiGmBtnňpdti dex> Adalperius Notar ius, Ermanus A & alij quamplures. EgoAlmericus luftinopolitam Civitatis No-iarěus interfui, & de pr&cepio pr&dióěi Potefta-fis9 & Confulum, Cf Communis hanc Qartulam manumeapropria fcripfi. Itemadconfirmationem ěfěius Exemplt, ěnfrafcripti Notarij [ubfcrtffe-runt propria D^omtna, quorum funt htc : videli-cttLuchinus de Virgiliis Cremonenfis Notarius, &'Cancellarius (uprafcripti Q&mmi cPoteJěaŁiS) Franeifeus de "Berto Notanus, "BeneděQus Hem-bo Notarius > Gregorius Luciano Notarius > Alni aricus de Adalperio Notarius > Ambrofius Lu~ gnano Notar ius. Item aliud etfemplum cujufdam publěcilnjlru-mentisExtraéěum , fupradi&o mille/imo, Indizione y ($* Dk T^rafentibus fupradicfos Tlommis Firis, & Notarijs infrafcriptis, cujustenorper fihgulatalkefi. In Nomine Domini Dei Eterni, Imperante Domino NoftroHenrico Romanorum .• Imperatore Augujlo. Anno Domini Mille fimo centefěmo, nonagefimo quarto > Aienfěs Decembrěs XIIIL Die exeunte. Indizione XII. luftinopolitana Ci-vitati:s ěnpublica Concěone aBum. Almericus lujlmopolis Reófor, & de communi Confdio Confulum y IudicumyJ&totius Ci Carttdam notiti*, Ł5* fecu- fecuritaůs prň futurěs temporibus ad memo-rtam retinendam me Ambrofium Notar ium [cri-bererogavit* Super hoc cquidem, quodtnpu-blicaConcione, Communi deliberat ione, utpr&-* difěumeHy (latuit> & promulgavi* perpetuis temporibus ad honorem Dei, (f fui Epifcopa-tus augumentum invěolabiluer obfervandum. Vt fi qua Per fona tam ditta Civitatis^ qmnunc habet, welhabitura efi Vineam ad Epěfcopatum ptrěmentem, tam ŕereditibus SanSti Mtchae-itSy quŕm dt Communi ditto Epifcopatui, €5*i annuaům tempore Věndemu non (ofoerit ILpifco-, fatui ex ipfa Vinea> quam habet ab ipjo Epifco-patM, reóiiim, & integrum redditum\ nifi fuerit de Mifericordia Epifcopi, qui tunc erit. Si- 70 Lěb. l Dell a Cattedrale di UiuBinňpoU ě Sigmmfupradifii Alrnericiiquicmniapr&fcrěp'* ta de communi ConfiUo» ut (upradtólurncjl, ro-gavitfieri. Ego Ambrofms fapraditta Cfaitatis ěujlěnopD-Us Notar ius manu me a propriafcrtpfi'. . Laconfcgna di cjuefb ampia donatione fu la I"Pietra fondamentale , che raflbdň la vacillante fabbrica del Vefcovato, -e durevole lo (labili-Cosi nonfoflero l3aflegnate rendite al giorno d'oggi tanto a ttenua te, quan to in al tei iecolě riu-feirono pingui 5 fiafi, ň perche il fondo de» faC fňfi terreni all'inondare delb acque č divenuto meno fruttifero , ň perche dall'incuria dcjMi-něRri non riparandofi nelle danno fé emergenze y decaderono i migliori Pofleffi intifichiti ,einiun-ti. Ma altre pietre difeuopronfi in queftafabbrica , dalle quali fé il Vefcovato non fi fondamenta, almeno fi decora, e ne ritrae tanto di fplendore, quanto dall'altre difuffiftenza . Tali fonole ftraordinariegiurifclittioni fue propria fifingolari^ nulla parlando dell'ordinaria ad ňne1 dei i3gni Vefcovatocomune. Gode la liberŕ facoltŕ vedovato.^d> ěiiftituireŕfůo beneplacito i Parrochi, ňfia-no Capellaninelle Pievi forenfi di Sozerga, di Marefčgo, di Trufche della Villa di Monte, e della Villa de* Cani. Gode l'Indul ro indefinito, ( benché a cinque nobili Famiglie riftretto) 4i conferire il Ganoflicato Zarotti, leCapella- nie -Gap. 4. Fejcovato dě Capo d> Ijlria. yt nie Bara vieta y del Mezzo, Fabiana,, ed altre confimili.. Gode, anco 1» antichiflimo lus d> invertire al retto > e legale Feudo delle Decime del Carlo nel Territorio di Pirano, e delle Cafč confiftenti in quella Terra. Il che pure efercitň ne* tempi fcorfiiňurale decime d'Albuzano, d5-Antignano, diBoft, diCriftoia,, diCňvedo, diJFigarola, di La vera >, di Luparo,, diPade-na, diPaugnano, diPopetra, di Puzzole, di Terfčcco, di Sant> Vbaldo> di Villano va > di Zabavia >, ed» altre Ville y come diflEulamcnte conteftano gě» auttenticL Volumi de»Vefcovi Predeceflbri. Difcopcrto fino- eia fondamenti il Veicovato di Capo d'Iftria, tempo č ormai dj indagare la ferie de Prelati, che lo reflero >ŕ e lo habitarono * CAPITOLO V- Catalogo de Vefcovi Giurino-politani. kEr rčgola di buona Aritmetica č sregolati quella numeratone, a fiafi numero numerante , che difordinaramente numera - Chi faita dal primo ŕi terzo, dal fecondo al quinto, e cosě degli altri numeri , non "numera con ordine, ma difordina, e difnumera. Il Catalogo de> Vefcovi Giuftinopolitani,. che deve e/Iére il numero regolatamente numerato y di quanti Prelati in quefta Cattedra fůcceffiva-men te federano, non riufeirŕmai tale, fé quelli fi numerano per falto, e non per ordine. Giŕ ll ItC^"Noi cominciammo dal primo, affegnanda nell» Erertione di quefta Cattedrale Nazarěo il Santo, e accennammo anco il fecondo, cheč Giovanni, pofto da altri perii Primo. Devefi hora paflare al terzo, indi al quarto , & agli altri, che ordinatamente fůccederono. Che il Santo Vefcovo Nazario tenga irt quefta Cattedra il primo luoco, provoffl diftu-famente, quando fi ftabilě infignita IaChiefa col titolo decorofň di Cattedrale. Nulladime-no fé mai fi numera meglio, che quando s in- co- Cap f. Fejcovi dě Capo d> IJlrěa, ji comincia dal primo, conviene fuccintamenté riaffiline*lo. L' Imperatore Giuftino il fčniore, della cai pietŕ ancor parlano 1» Hiftorie, fuppli-co il Santo Pontefice Giovanni, che volefleag-granare della Cattedra Epifcopale la noftra Chiefa. L* animo del Pontefice, non meno pio, che fan to, lo effettuň nel cinquecento ventiquattro, come conteftano il Manzioli, eia Schonleben, Scrittori i piů accreditati ne gli ŕu-venimenti delMftria^ Chi foffe della novella fpofa il Sacro Paftore, non lo dice precifŕmen-te ij primo y fo\o iV fecondo affidatoti nell'Hi-ftoria del Norico, da etto veduta, e riferita,PrjmoVS piega ŕ favor dě Nazario, men tre q nella franca^ mente afferifce, che il fŕcro Corpo di quefto Santo, ilqualefčnza dubbio reffe in alcun tem-pola Chiefa di Giuftinopoli, fpuntň prodigio-famente alla luce nel feicenfuno. Sicché con-ftando dall'Erettione di quefta Cattedrale nelK anno predetto, e non affegnandoG nel (čcolo precedente ŕ detta Inventione alcun altro Ve(co~ vo, milita ogni legittima prefuntione a favore di Nazario. Eodem anno$24.. (riaflumanfi p epilogo di quefto fatto le parole dello Schonl ben ) fatagente lupino Imperatore , ^ Papa ordinale fertur Trimum Epifcopum lufti-nopolts in l\tria, quem verifirnile eftfuifie San-cltim Na&arium > cujus Corpus detnde Annot l'kópoUě _ _ji ěnroentum efň docent annqu#[crěptur& apuŁ MS. AtithonmHiftoruNorici^ StabilitailprimoVefcovo viene difua natura ilfecondo. Quefto fi č Giovanni eletto daiClero9 e dal Popolo per gratiofň> Indulto di Steffa-no fecondo,. nell'Anno fčttecento cinquanta fči; Edčquello,. dicuiilSigonio» nelfuoRegno d'Italia, al fine dell'anno predetto, cosi rlfrmjěot fcriflTe~EodemAnnaVitalianuscTatriarchaGra-t ,K%"9 denfis^ cum* Stephanm Pontifex rogantibm Iu-drc'Ut° ftěnopolětanis Epěscopi hakendi lus indulfijjety loannem ŕ Clero r poptdoque> creatum^confěrmd- impartě ampia facoltŕ al Patriarca d» Aquileja Vldari-co 3 che quando fňflč mancato di Vita Vernan-doattuale Amminiftratore 5 ň che ne havefle rinuntiatoil maneggio ( purché le rendite Epi-{copali foflero (late {ufficienti al fbftegno del nuovo Prelato) potefle co 1» aflenfo de* Veicovi fuoi fuffraganei, inllětuire il particolare fuo Ve-fcovo. In un punto dě tanto rilievo > fia lecito produrre il benigno Indulto dello fteflb Pontefice . Alexanŕer Hpěftopus Tervus fervorum Dci.'r**ilr§*i. Venerabili Fratn Fidarico Aamieěenfis Ecclefia *" ^Tatriareh*, ejufque fucceforWHS canonice i tuenděs in perpetMHrn. Lěcčt omněum tt&p rumpars ept Dileé2ěo(fc. Item ěujtinofolitanam Ecclejěam, quam tibi* Łf fccclefa ěmnibilomi-: K 1 nus nus confirmamus 9 Sedem Eptfcopatem de omnmm Fratrurn nofirorum Confitto inftitutmus \ ttk qui-fa, ut venerabili* Fraternofěer Vernardus nunc ejujdem ioc't Epijcopus> idmillam, qukm 5" ergejěěnam Ecclefiam} nec nontotum Epifcopa-tum, quamŕiů vixerit\> ŕebeat obtinere, &*'€0 defungo , lěceat ubi de confdio fuffraoamorum tuorum y cum Seŕis Apoftolica Auóěoritatf^ in utraquefi' volueris, Cr facnltates earum ad hoc fujficiéntes agnoveris 9 Sedem rejlituere Tontifi-l & E benché quella Bolla Pontificia manchi della fua data, fu ella fpedita, come degnamente o/ferva l'Vghellij in Venetia l'anno mille cento fčttanta jtette , allorché 1» ifteffo Vldari-co rimeflb in gratia della Santa Sede, ne riportň di quella con tal conceflěone palpabili i rifcontri. E perciň dopo molt* anni Beltrandoput Patriarca d» Aquileja, confilo ampio decreto la riccevč, e publicň come valida, ed autentica nelb Anno mille trecento trenta cinque. Tanto riporta il preaccenato Vghelli. Afficuroflě con tal Indulto la fěoftra Chiefŕ del Terzo fěio Vefcovo , benché non lofortifle, che dopo altri dieci Anni incirca]. Il Patriarca Vlda-rico pafiň a miglior vita intorno al mille cento ottanta duefenza haverne fatta alcuna nomina* ritenuto forfč dagb oftacoli non per anco rimoflfc sě Cap.j. Fefcově di Capo č IfirU : &^ jopravivenza dell* Amminiftratore^ come dell» infufficienza dell» Entrate • Ma tolto che fu il primo dal Ciclo, tiran do ŕie Vernardo; la Cittŕ riparň al fecondo, aflegnando le rendite. Quindi Gottifreddo, giŕfuccedutonelPa-^^ triarcatofpedě ŕ GiuftinopoliRomolo t Vbaldo,™'™'ff> ed Armano in qualitŕ de» iuoi Nuntj, &ilPo-i^ deftŕ, e di Conioli, alla prefčnza di quelli, 0 do Nuntj Pontificj, Guatando, eTinofio, e nella Chiefa Cattedrale, in nome della Cittŕ fecero wiv ampio 9 e pio affe^namento, per fň-ftegqo del proprio Vescovo, di piů Ville, Decime , e Poderi 5 del che alii cinque Luglio dell1-Anno mille cento ottanta feě, /eneftipujňil/o-ienne Inftrumento giŕ da noi addotto nel capo precedente. In tal guila adempite ambe le con-ditioni nel Pontificio Indulto preferitre a nell'Anno immediato, e fufleguente mille cento ot> tantafettefortělaChiefŕ il Terzo Vefcovo, eia Cittŕ il fuoPaftore, chefůAldecario* La ferie di quefti fucceffi ci fpiana kftradaŕ t^v* ribattere due falfě prefůppofti ineriti dalljVghel- fcovo-li nel Catalogo dč'Vefcovi Giuftinopolitani. Nelregiftrare il terzo Veicovo egli fcrivecosě. N. pop reftitutam Epifcopalem Dignitatemfit rghi.ro*, Epifcopus ab Alexandro III. Tapa, circa An- 5'folti$d mmii66.Vuólc forfč dire 76. che in tal anno il JPapa valicň per 1»; Adriatico dalla Puglia in Vene- ria, Libi. Della Cattedrale di Gwfěěnofnjlě. tia, ovefi conchiufč 1» affare rilevante di quella Chiefŕ. Comumque iiafi : que fio terzo Vefco-\o> pofto tra Nazario, e Giovarmi, č com-menritio non che intrufň. Chimaihebbel» effe-re 5 (fénon chimerizza 1 * Intelletto ) nč pure ha nome. Giŕ fi vidde la facoltŕ Apoftolica, impartita al Patriarcha Aquile j eie , é> infti tuire in Giuftinopoli il nuovo Velcovo, quando^haveffe ceduta l> amminiflratione Vernardo, ň chefoffe-roluffi denti le rendite. Si vickJero pure quefte conditioninon prima adempite del mille cento ottanta lči. Dunque non puň effere 3 che un 1 onteficedi raffinata prudenza, qual fu Alef fandroTerzo, nello ileffo tempo, che o/tava^ no i preaccenati impedimenti , habbia infti-tuito altro yefeovo. Non č dettame di faggia prudenza avanzarfi ŕ fatti eontradicenti$ e-di-fňrdinare con la mano gl'ordini della lingua. Soggiunge lo Scrittore . lujlino^olitanamurbem i qiujam diu Cathedrali Sede Privata fuerat, ''Papa inintegrum rejlětuit. E qual ecceffo com-mife il Clero, ň il Popolo di Giuftinopoli, che demeritaffe il luftro dell' antica fua Cattedra ě E vero, che dopo Nazario nel cinquecento ventiquattro non vi rifiede altri, che Giovanni nel fettecento cinquantafei, e dopo quefto fino al mille cento ottanta fette Aldecario. Ma tutte le Cattedrali dell» Iftria; come%nota lo Schonleben, fo- canti 1 Cap.f. Fčfcovidi Capo& JJěrĚA. 79 fofpiraronolungotempo il proprio Prelato. Pola vacň dal ieicento ottantafinoali» ottocento quac- Hi t".l: tordeeij Triefte dal fňcento ottanta finoalno- fa'79t vecento* eundeci,- e Pedena dal fócento ot- r r 1 •¦ -r-* Cattedra- tanta lette uno al novecento tren ta cinque : E pu- h deir 1- reniunadi quefte Chicle dicefi privata della / Gattedra, comedi Giuftinopoli afferma l»V-( ghelli. Se ne rinvenga la caufŕ, perchelamaffě-madelle pene Canoniche^ qua! fi člafuppofta privatione> non s'inflilse giammai da Sortimi Ponte&cifenzala niaffima delle colpehumane. Due accidenti devono cju\ ponderarft. L>uno comune all'altre Cattedrali dell Iftria, di cui ne ŕtteiěano anco gl> Itterici y6Cč ladefňlatione piů volte inferitadasBarbariŕ quefta Provincia,de-Vaftandola con ferro y. e fuoco : l'altro quafi peculiare di Giuftinopoli* di cui ne fa mentione Aleffandro nella Bolla giŕ addotta i edčrinful-ficien2;a delle rendite Episcopali. Soggiacquero al primo infortunio tutte le Cattedrali convici-rie, e cos) languirono lungo tempo vacanti ; Ma ver/o il nono, ň decimo fccoěo riforfero col proprio Veicovo. TSToncoslGiuftinopoli, che dal fecondo colpo piů lungo tempo depreda* lion fi riparň prima del mille cento ottantafči. Orqueftapiůeftela vacanza diede motivo ad alcuno di promulgarla priva della Cattedra Epi-icopale; mainrealtŕnonfůcosi. La Cattedra . ^ .• andň So Lih. l'Della Cattedrale di Ghftěnopňiě ě Grattino^ andň vuota del fěio Prelato, č vero y ma non mal §?i vPefco0- la Chiefafů privata dellafua Cattedra. Il proprio °fnn Vefcovofe le denegň daSommi Pontefici, come jecoro non douutole per mancanza delnecefla-rio fňftegno; ma la Cattedra non mai fé le toHc, non eflčndovi eccedo condegno di tal pena. Quindi č, che il Sommo Pontefice Aleflan-dro in tutte le Claufůle della recitata iua Bolla fůppone quefěa Chiefŕ non priva mainfignita d ella Ca ttedra, oggcttan do folo di provederla del proprio Vefcovo. In primo luocola conferma ed in ftituifce fufěfraganea del Patriarcato A-quilejefe, fuo primiero Metropolita^ Quando (offe. ellq.rimafta priva della Cattedra, non h-haverebbe confirmata, &C inftětuita nella preminenza di Cattedrale^ ma rinovata, e refti-tuita, che fono termini addettati, &C efpreffivi di cola decaduta e Di piů chiama Vernardo Ve-* fcovo della Cittŕ di Giufěinopoli. Sarebbe ciň fallo 9 quando quefta demeritata haveffe la Cattedra. In oltre ripone neiraflbluto arbitrio del medefimo Vernardo ritenere l^una , e l'altra Chieia, ciočTriefte, eGiuftinopoli, efpreffč col titolo dj un intero Vefcovato 5 legno euviden-te, chelaChiela di Giuftinopoli non era priva della Cattedra correlativa al Velcovo,. e confti-tutiva del Vefcovato. Conchiude che il Patriarca col configlio de'fufirsg'atfeiPrelati pofsa ^fTap.f.VefcovědiCapod'lftrěa) 81 vedere V una, e l'altra Chiefa del proprio Vefcovo, quando non oftino le tenui loro rendite: Dunque la noftra Chiefa mai rimafč priva della Cattedra, al pari di quella di Triefte j ma fňlo dev'ornamento del fuo Vefcovo, contrattatole cjall*unica mancanza dell'annue entrate^ e tanto almeno implicitamente afferma lo fteffo ^ghelli> mentre afferifee quefta Chiefa commendata qualche tempo a i Vefcovi di Triefte, ma non unita. flanc Eccěefiam fěbi commenda-tamFemandus Čptfcopzts T'ergefttnus reperitur i-t°u"7' admimftrajfe. la ciň fi comradiftinguono la commenda, el} unione de*Benefici, che quefta conb unirli n»eftingue il titolo, ove quella col commendarli lo preferva. Che fé ad altri ne incarica 1'amminijlratione, ciň fa, perche quelli cautamente prefčrvati non perifeano. Tanto auvenne della Santa Chiefa di Giuftinopoli ? Ma ciň che con piena euvidenza lo convince fi č, che ŕ pena rimoffoil potiffimo obice dell* infufficien-ti entrate, unica Remora al proprio Prelato^ Refimi-fortě ella nell'anno immediato mille cento ot-v^ovdj|n/ if/^ tanta fette il terzo Vefcovo Aldecario5 indi il G!ilftino- 1 >r\ un 1 1 ^ěT 1......." t • P011 con quarto, chéiuAiialonenelmilleaucentodiecj; grotta ;: pofeia il quinto, e3 e Corrado nel mille ducen-ne. ' toquaranta cinque; e cosi fucceflěvamentede- / j gli altri furrogati ne» tempi fuflequenti. Ne mai da quell'Anno fino algiorno d'oggi rimale ella - ¦¦ .. L per ^gŕvacante , fé nonquantoportňtŕ-lor a h emergenza d* inopinato cavento. Spiana te le difficoltŕ piů arduenel rinvenire a primi Vefcovidi Giuftinopoli danoi piůrimoti > poffiamo auvanzarfi con pie franar agli altri*: quanto piů vicini,, tanto piůconfaputi :? Ed ac- _ v ciň riefea continuato il Cataloeov riaffumafi il Catalogo -. 3 7 de Ye^o> numerarli per ordine ad uno, aduno. óL1 L San Nazariofů il Primo, che eretta in Cat- tedralela Santa Chicfŕ 'di Giuftinopoli dal Som- moPontefice Giovanni primo, alle ptemurofc fuppliche delHmperatore Giuftino il feniore-r nell'Anno cinquecento ventiquattro, forti la fŕcraTiara. Giammai l*elettiorre rixjécěpiů accertatadallora, che fu prefcielto il migliore tra gl^Ottimi, e l'ottimo tra i migliori. Primoŕ ledere su queflia Cattedra divenne de»zelanti Prelati il Prototipo cŕ a niuno des{uccefiori il elle virtů'ilfecondo. La reise per il corfo di piů anni,, e la fan tifico per tutti ilecoli. Nel gior-ho diecinove di Gi ugno pafsň al premio diiueA-pdfliolichefatiche in Cielo. E nell'Anno fei-cento unoičgui la pradigiofa Inventione delfa-croluo Corpo. Fu ripoffo nella Cattedrale entro marmorea tomba, ove s^adora, riconosciuto dalla Cittŕ,, edallaDiocefi, periůoPŕftore, Tutelare r e Padre con queft i ver fi {colpiti ŕ fuoi piedi. Hanc ** Ctf. /, Ve fimi di Capo d> ěfirěa. ofnferva* NazariSantte^g Qui Bater, 0 Recěor luHini diceris Vrbis. II GiovanniiěibentrňŕNazarionelfčttecen- ^ wv to cinquantafči • Vnanimilo afsunfčro il Clero, -&il Popolo per 1* Indulto Pontificio ad'cfll impartito dal Santo Papa Staffano fecondo, eil Patriarca di Grado Vitaliano fcl^nnemente la confŕcrň. Ma fc bene eletto da'Laici, nulla in *c ritenne di laicale, {e non l'origine j efcielta daa Chierici epilogň in le ftefso quanto efigge di virtů 1* Ordine Ecclefiaftico . Pontefice vera? mente buono, fé ^iiŕe ritratto4aU?ordinaria conditionie degli huomini* e governň tutto fpi-riroqual* Angelo traveftito da huomo. Quan to tem pň egli reggefse, il volo fugace dejičcoli tra~ Łcorfifčcolorapi^ -. IIL Ŕldecatiodopo lunga vacanza di quefta An. np. Chiela, inchiodata nel mettoiůo Vedovaggio dallainiufficieitta di dote condecentealdecoro-r ibfbftegnodelfuo Paftore, fůfurrogatoVelcQ-vo nell'Anno mille centoottantafčttCr. Dieci Anni prima dal fommoPontefice AleflandroIII. s'era impartita al Patriarca d* Aquileja la facoltŕ di provederla, mŕnons»eftettuň> che nel tempo preaccennato, fubbito chenelb anno precedente fé le nflegnňda quefta Cittŕ con generofa donatione la convenévole dote di ftabili proventi , Ancor vive ne» publici regiftri la degna me- L i mo 84 Libj. DellaCdtledraěediCěu/ěinópolě. moria dj Aldecario, prorogato dal Cielo nell*-Ecclefiaftico governo, oltreb intero periodo di quelfčcolo. An. ino. IV. Il B. Afsalone\] fedendo nel fňglio Pori* b. AfTaio- ^ ficio InTloCentio Terzo, fu afsunto Vefcovo di Giufcinopolil'anno milleducentodieci. Prelato egualmente caritativo che generofo, fude^ primi ad infeudare le decime delle Ville Dioce-(ane. Confčcrň piů Ghiefe, tra le quali Sanf-Vldarico nellxCittŕ ; Santa Maria di Monto^ San Giorgio di Paugnano nella Diocefi. Alla fŕg-gia , &C incorotta fůa Virtů Bertoldo Patriarca Aquilejefč incaricň il riconofeere la pretenficn ne motta dal Capětolo Colleggiatodě Muggiad'-can. usn. intervenire co» Canonici della Cattedrale Trie-"is.fliJz. ftina ali» elettione del nuovo Vefcovo di quella 'Ter^°' Sede., vacata nel mille ducento trenta. Felici-tatapiů lungo tempo la noftra Chěefŕ; perche imbeuuto di pietŕ il Popolo, accefň di reěigiofi-tŕil Clero, promofla la Virtů ne» buoni, repref-foilvitiotie'mali, morě qual viflč, tutto bontŕ, tutto zelo, tutto fpiriro,; Et al di lui ipirare fparfalafňave fragranza d» un illibata, efantiŁ (ima vita, meritň la publica veneratione da fede-Lib.6.c^6. li. $i conferva la gloriofa fua Effigie nellaGa-pella Epilcopale di Santo Aleflandro adorna con queft^Ifcrit tione. lieatus Ifirěd. .-¦¦ V» Corrado di Canonico d'Aquile/a fu infti- t tuito Vefcovo di Gjullinopoli da Innocentio IH! nel mille ducento quaranta cinque , allor eh» egli celebrava il Concilio in Lione di Francia , Eccheggiano tuttavia le memorie di fua immortale Pietŕ ; Gettň qui la prima Pietra della Chiefŕ diS. Francefco de*Minori Conventuali,' del che Clemente IIIL gli conteftň, confile lettere, un (incero, e pieno gradimento5 Eftefč ŕdiutricela mano alla fabbrica dell» Hofpitale di S.Nazario, che nella Cittŕ č il piů ficuro ricovero de* Poveri languenti. "Nel Capitolo d'A-duileja, di cui ritenne il Canonicato, ancorVe- m***& icňvo* ritrovati vivo nel mille ducento{čfianta ; jwtS. Ma forfč piů s> inoltrň il corfň di fiia Vita degna %Ł'%*%** dell* immortalitŕl VI. Buono Azone > ň fia Papone falě quella Cattedra circa il mille ducent*ottanta, {ode-nendo il Papato Nicolo terzo. Dal Sinodo Acquile jefe (otto il Patriarca Raimondo nel ducen- Buono* a-to ottan t* unofňura il mille raccolto, rileva il di ^Le'&« lui nome -> e gl'Atti Episcopali di quefta Can- 'ŁŁ*ŁŁ celiarla ne riportano i Cognomi. Nell» accen- M nato Concilio agitandoti la rifForma del Clero> ' * e-1» indennitŕ delle Chiefč fé fpicare il Paftorale fůo zelo. Prefcielto Arbitro di certo diffidio dalle due Terre di Vmago, e di Buie, fu egli 1» Angelo del Signore, meflaggiero di pace. In fňm- roa 26 Lih.t Della Cattedrale di GJufimopdi: ma desinato dal Ciclo al miniftero ŕi quella Chiefŕ, mai degenerň daičineéefimo, applaudito da ogni grado di perfcnePaftoredinorne* *e*c Teyg' Raiinondo della Torre, & il Vefcovo Tri eftin o Vnllfwfy Britěk di Toppa, delle ragioni EpMcopali di ju.s.fok8t. quefto nella Terra di Muggia colla Parrochiak di S. CantianofoprailLiionzo, attinenteŕ quello. Non s»cftefč il fuoGovernoy chead'unfňlo novennio '.E come puňptoro^arfi di molto quella Vita che momentanea, e fugace poco piů ra-chiude di Vitale, che 1» ombra, ň il nome. Vili. Fr.Pietro Manoleflb, del Serafico Or-dinede^ Minori Conventuali 3fŕ creato Vcicovo Pietro Mal di Giuftinopoli nel mille treceiit» uno dal Sommo F-ontcficc Bonifacio Vili. Nello ftaccarfi dalla fija Religione col corpo , rimale invifee-L!b.z.eap.5. rato alla fteflŕ col cuore 3 tanto fu eglifervorofo *'e*M' nel promoverla nella Cittŕ, e nella Diocefi. In Piranole procacciň degno jfoggiorno 3 e nobile Chie- 57 Ghiefŕ ; 5cin Capo d> Iftriaie conferě la Regen~ za dclle&oredettedella Cella> giŕdaeflňimi-te aMmftituto di SawaChiara* ed efemtuatr dallaGiuriÓkionc Ejrifbap&k * Non perciň ŕ tanta benevolenza; verta h Religione fua Madre «•intepidě 1/af&tto douutoalkChieiŕ Spo^ajallav ereligiofc MinifterojQuě egli Łpirň ;Sci L /epokro s prefcielta aelk Gtóefa delfoo Ofdi-oe, -figilloisěcontallnfoitdone. ěěic jacet Fr. ^ttrus Ŕiandefius Ex Ordine Fratrum *?&mwum Quondam ČpifčopMs lujěmopdkmus\ IX. TomaGno Contarini Veneto fi deftinň Vefcovo Giaftinopolitanň da Giovanni XXII. I* Anno mille trecento diecifettev Calcandola orme del fuo Predeceffore diede ilfŕcroVelo Monacale a diverfeMobili Vergini ^radunate ap-preflbiaChiefŕ diS. Biafio^ e loro preterire la Regola di Santo Agoftino. Concerň dentroia n Cittŕ la n uova Chtófa di Santo Vldarico ; n č (a-feurbjquella di S. TormCo j e nel piranelč 1* altra dellaBeatiffima Vergine, detta diSezza, Ca* ricod'annij ma piů di meriti, s'allegeri del gravolo pelo di queftŕ vita 1* anno mille trecento venticinque per (čmpre vivere all'eternitŕ. X, Frat^Vgone Vicentino, deliacroOrdine An.iU8 Predicatori, fu confŕcrato Vefcovo di quefta nerf#Vs° Ghie. si LibJ.DelUCAttedralediGiufěinopoli. Chiefa l> Anno mille trecento vent» otto, fňfte-nendo la Pontificia Tiara, il prefato Giovanni XXII. Dopo fette anni di religiofiffimo governo fň transferito da Benedetto X11. ŕ felicitare la Chiefa di Mazzara nella Skilia V anno mille tre-cento trentacinque, portando feco il vivo defi-cterio di Capo d> Iftria, che lo fňfpirava piů lungo tempo fůo amatiffimo Paftore, e Padre. »j .... XI. Marco Semitecolo Veneto nell'anno An. Mgf» t t 11 • 1 • Marco se-ěteflo mille trecento trentacinque dall'inclita Chiefa di S. Marco di Venetia, dove era Canonico , pafsň alla Cattedrale di Giuftinopoli eletto Vefcovo . Confŕcraronfě da lui due Chiefč. Quella d* Ogni San ti nella Cittŕ, e quella di S. Giorgio in Pirano. Ma la funtione di quefta affi- Lib.v da nove Vefcovi, e da un> Abbate mitrato, non potea defi'derarfě fram.?«i- piů maeftofŕ. Intervenne ŕdue Concělj prověn-3f ciali celebrati in Aquileja dal B. Patriarca Bel- trando, dove fé rifplendere l^Ecclefiafticofuo zelo ; E pafsň ŕ miglior vita l'Anno mille trecento quaranta fette in Arauficano > ň fia Oran-ges, Cirtŕdella Gallia Narbonefč. Ah: M47: XII. OrfoDelfino, dallaRettoria diS. Giŕ- * " corno a Rialto in Venetia, venne al Governo di quefta Cattedrale in Giuftinopoli b Anno fteflb mille trecento quaranta fette, fedendo inAvi-gnone Sommo Pontefice Clemente VI. Dolce ne> •* Cap.f.FefcovědiCapod'IjlrU. 89 ne» tratti, ed amabile nccoftumi, nonhebbé d»a(pro, che il Nome. Non piů d» un biennio lo godčquefta Chiefa, portato ŕ volo su 1» ali impennategli dal proprio merito alla Metropoli di Candia, fatto Arcivefcovo di quella Chielŕl*-* anno mille trecento quaranta nove 5 donde ne! fůffčquente cinquanta cinque ritornň in vici* nanza dell1 Iftria, ŕ felicitare la Sede Patriarcale di Grado, XIIL Francesco Querini Patritio Veneto riportň da Clemente VI. quella Cattedra V Anno; predetto mille trecento quarantanove, rinurN tiando nella Patria la Collegiata di S. Maria For-mofa. Qaal fotte la Paftoralc /ůa follecitudinc, lo dimoftra 1» eftrattione dal publico Archivio (č-guita per fůa opera li lči Decembre del mille trecento fčflanta > della donatione, ňfiaaflegna-mento fatto da quefta Cittŕ per l'ordinario fo-ftegnodeVfuoPrelato; del che alla prelenza di molti Nobili Veneti, fé ne ftipulň il publico, e lňlennelnftrumento. Ma Candalierepiůfiibli-me doveafi ad» una face cosěIuminoiŕ. Intorno allj anno mille trecento ičflanta tré, quafi emulando le lacre Infule del fuo Predeceflbre, pafsň alla Cattedrale di Candia, e nell'immediato {cflanta {čtte glifobentrň nel Patriarcato di Grado. Riporta di quefto degno Prelato 1> Abbate Vhll comejpŁncň di vivere circa 1* annfů^ M fc- .Libi. DellaCanedrakdě Gmjiinopdě. fŁm. Tom. ičgueritefčttantadue ; e ferrivedelmedefimot^ fl Abbate Palladio, che morto al mondo, rkiac* titi.tmealCiéfo, perefre dal rotode> mortali fňtra-f. i. icri-ttc nel catŕlogo de» Santi > Mŕnonrilevan- f°U ŕbfě c^ ^a^* Eccletěaftici A nnali ; affai meglio tte p^rla iPGontc(GiacofěioZabarellanell>Iftorě-tir Genealogia della Kobile Famiglia Querině, f;/4' ^titolata il Calla ^ ed imprefla neliett^nfa del lo cadente, -aderendolo Věffiuto-, e morto X^on ptifelka grido d» eroica virtů, € di iutlime .fŕii'tifŕ 9 comprovata dal Cielo, con rari, e fta-spendi miracoli5 perilche dal Veneto Senato?-rngiunfeinque»i tempi al fuoŔmtaiciatore ap-preflb il Papa d* irififtere per la dě lui iolenne Ca-nonizatione • Giaciono le Tute Generi entro dorato ičpolcro nella Chieia de i Conventuali in Vcnetia, detta iFrari, che iollevatopiů palmi dalluolo ben^ addita l»^lto concetto {parfone*-Popolidelleinfignifue virtů. Mafenzalsinfalli-Memano di Santa Chieia, non giungono quéfte altezze terrene a poggiare su i iacri Altari. XIV. Ludovico Morofini nobile Veneto An. M6V neU'AnnoftefTomille trecento fčflŕntarre > che teoto "R Qljerini andň Arcivescovo ŕ Candia, venne Vefcovo a Giuftinopoli ěpeditovi dal Sommo Pontefice Vrbano V, Sogget to per ingegno, per dottrina, e per prudenza ŕ niuno fecondo, adempě le iue parti in tutti i numeri » idngolar- me- mente nelioffenere indenni 1» Ecclefiaftiche ragioni. Consacrň, ia Pirana la Chieia di Santo Llb" s'c>i> Antonio Abbate nel mille trecento- Settanta uattro, coli* affluenza folen ne di quattro Ve-vi Comprovinciali y Cfcfc&iova: % Pŕrenzo,, Pňla,, e Pedena. Al termimarfi degli Anni dic-eifette difiia refidenza la- Cattcdraledi Mbdo-nenellaMňreanel mille trecento .'novanta L*ot-tenncluQ'Prchtm. XV. Giovanni Loredano Veneto^ nell'Anno preaccer^nato mille tteeento novaatafňttoll pontificato di Bonifacio IX commuti qjjefta. Chiefala Ducale di S Marco\> cedendo xvě hhonoriRco ětn-^icEp di Primicerio per qui addoffarfi illaboriofo di Vefcovo.. Rdfecoatut-ta integritŕ,, e zelo ffa^rapando ovumque orme degne delreligiofcfino Cuore . Dalui confŕcrot- nb.i ficoniolenne pompa, quefta Chiefa. diSiDomer-jiico. "Lafdň di vivere alla Terra ilgiorno vigefi-molčcondo d» ApriledelMiUcquattraccntoun-deci per viverecfernamenteal Cielo., Fůičpolta nella Cattedrale con queftoEpitafio., Hicjavei ^dntilěesFenettiSy darufque Ioannefi. Quo [*Mtteŕ fěioi Atti Epifcopali molte notitie antichiffime della uhuc.3. Chiefŕa che fen* volavano difperle . Ricuperň da Genova i rapiti Corpi de^SS. Nazario, ed Ŕleflandro , e portatoli ad incontrarli ŕ Vene-těa*Ereftitul alla Cittŕ,- con/olejanijlima pompa. pa. Morě nel mille quattrocento ventiquattro, e giace nella Cattedrale innanzi l'Altare del Santo Evangelica Marco. XVIII. Fr. Martino de*Bernardini , del fa-ero Ordine Agoftiniano Priore in Venetia, fu afluntoŕquefta Cattedrale adi quattordeci Luglio nel mille quattrocento venti quattro dallo fěeflň Sommo Pontefice Martino V. con zelo veramente Ecclefiaftico aftrinle co*replicati Editti alla douutarefidenzai Beneficiati aflentL Ma in breve fu trasferito dall* Iftria nella Morea alla Chieia Episcopale diModone. XIX. Fr. FrancefcoBiondi, Fiorentino, Do Ł"• rVs menicanoy e Vescovod* Arbe nella. Dal ma ria, Biondi» venne ŕ riempire la Sede vacante di Giuftinopoli 1* Anno mille quattrocento vent* otto, fedendo per anco nel loglio Pontificio Martino V. Prelato di lettere facre, e di virtů morali egualmente dotato, tutte le impiegň al vantaggio della propria Chietŕ, da effb governata venti Anni, con tanta felicitŕ, che parvero venti meli. Quefta 'Cattedrale alni deve il JuH:ro della folenne Con- lib'1< fofpi- * rato dal Popolo, e compianto dal Clero. XX Gabriele de» Gabrieli Nobile Veneto com- $4 LtklDelf4Catted}"4ledpolfi <- H+s- eorarrmtňia- mitra di Modone nella Moreacotě e- quefta di Giuftinopoli nelMftria 1* Anno mille Ł lii dii d q p Ł quattrocento quarantotto,, alii diecinove dJ-*71°- #prile,, agendo la. Chiefŕ universale Nicola quinto.. Nell» ŕflumerela cura Paftorale.del.nuo-vo Ovile parve un manfuetiflimo; Agnello 5 mi cóntro cert» uni,, che circuivano la Glaufura delle facre. Vergini quafi Lupi voraci, srauwen tň? ijjial fiero Leone co* piů: alti rugitidi comminata Cenfiire. Al di ibi dotto >( ad*iilil)fttpzeros»in-giunfč dal riferita-Pontefice nells immediato cinquantala^giuridica decifione d'acre litiggio,, vertentetrailCapitolodelkCattedrale Triefti-&t-3>'Gd* alcuni^^qJ&Fgatori de^b^nj. devoluti aH^. menfa di quello. Anelante di ripojfo alfaticofo fiioMiniftero lo. incontrň , elettofi nellaikfla. Cattedrale il/fepolcro v .XXL Pietro Bagnacavaltofui^lituit Hj^> ]ffi.Belb'Anno, mille quattrocento iDtio ŕregeré ilgravolo pefa di quella Mitra Episcopale 5; itche efftttuň per un brevequadrien-Utio, mŕconmolto beneficio dell* A nini e fedeli^ ed aumento= del Culto Divino . Nel mille quattrocento fčttanta due: terminň di vivere: in ^uefl:a:Terrar per rinafeere a miglior vita in Cielo. A».. *mi XXI li SimoneVofich della Terra dIMonto- ria nidl^Iftria,? I luomo di tanto merito appi-efla la la SafltaSede, che riportata; la Mitra: Arcivé* {covale di Patraflofň poi^ftinafóal governerai quella Chiéfŕda Sifto IV. 1* Annormllé qaa&ro-cento lčttanta cinque. 'Sdft^nncla^caricaintor-noŕfote Anni, con quella prudenza, e vigilanza, che richiedeano ěfůoi degni talenti, e le gravi urgenze della Chiefŕ, DepofčinRoma la fpoglia mortale, l'Anno mille quattrocento ottanta due, per veftěrfi della veraimtnňrtŕlitŕ^ XX III. Giacomo ValareflbPa tritio Veneto, ^PrototYdtatto Apoftolico forti la Cattedrale di GiuftinOpoli da Sifto ĚV. addi trenta Ŕgofto del mille quattro cento ottanta due> e con» raro efempio ne fa conůarata Malproprio Fratello MaAeo ŔrciveicoVO di Zar a, coll'alEftenZa del-lidaeVefcovi di Veglia, e di Nona y ambo Nicola dě Tiňme, Soseettň, nato ŕ erand'liti- % ¦^rele , eiercito replicate Legationi in iervitiňM dellif Santa Sede, e amminiftrň qualche tempo il Patriarcato d> Aquile ja . Gettň la piatta fondamentale della Chiefa di Santa Maria nelk Pieve, dettala Villa de*Cani^ la quale polciŕ perfettionata ěolennemehté coniacrň. Fé rifTof* gere una gran parte del Veicóvato Anni prima incenerito 5 e providde 1» Ŕrea di S. Na^ario di perpetua Capelknia. Morě in Capo d'Iftria nel giorno nono di MafZo del n\ille cinquecento č-j egiacenelfčpolcro da eflo fabbricatoci aq* cof <0t Lib. L Della C ai te Jr ale ŕt cor vivo nella Cattedrale ŕ piedi dei predetta Santo, conqueftalnicrittiene, lacobusVaiarefus Geor^ij"Filius Patritěus Venet Pontifex Ititiinopolitanus, ^oji munerum variorumprň SyancfaR.'EccleJia FeLicem Adminiflrationem, Human& finis memor > Hunc Ofstbusfuis Quieůs locuml Adhuc rvivens fr&Hruendum curanti Anno Chriftian* falutis *M. CCCCLXXXV. XXIV. Bartolomeo Aflbnica , antica Fa- j^iglia di Bergamo, celebre Giurifta, Canonico di quella Cattedrale, e Referendario Apofto-lieo accrebbe i iuoi pregi (otto Alcffandro VX colla fa era Mitra di Giuftinopoli nel mille cinquecento tré. Intervenne al Concilio La ter a-nefe fňtto Leone X. Qui con un Sinodo Diocesano fondamento 1> ecclefiaftica difciplina > ne mai orcmife le parti d» ottimo, e zelante Pa-ftore ; Rinovň nel Coro la Cattedra Epifcopale ; aprě il Vescovato con nobile ingrefěb ; e lo arricchě di falubri acque . Alii tre Aprile del mille cinque cento ventinove in Bergamo lafciň di re-fpirare tra mortali. Defendo*' XXV. Deffendo de.Vavafori, Canonicodi IJlria. 9 7 cinquecento ventinóve da Clemente VII. e poi conlŕcratanella Capelli Pontificia da Gabriele d? Ancona Agofliniano Arcivescovo di Duraz-zo, e Prefetto del Sacrario Apoftolico co> i due VefcovidiNepi., e di Veglia. Affiftč, e coadiuvň per qualche tempo nell* amminiftratione della fůa Chiefŕ, e Diocefi ŕ Pietro Lippomano Ve/covo di Bergamo, dove idi vent* otto Ottobre nel mille cinquecento trenta fči terminň anco il coriň de* fůoi giorni. XXVI, Pietro Paolo Vergerlo Giuftinopoli-tanotrafie dalla Germania, e il principio di fůa grandezza, e il tracollo di fua caduta. Il Som-mo Pontefice Paolo III. giudicandolo prattico ^,Verge"" del genio Alemano, come quello eh» haveaier- ^^" vito Clemente Vii. appreflb il Ré de* Romani.Conc- Tr;Ł loipediluoNuntio a quei Principi si Cattolici,?- c*p- »». \ ti n • 1 *ii • ^. 4. eia. si rroteltanti» nel mille cinque cento trenta- «*.«.«?. cinque per concertar il luoco d5un General fIoz xt' Concilio. Richiamatolo pofeia a Roma, lo decorň ŕ d) cinque Maggio 1» Annofufiequente col Carattere Epifcopale di Modu/sa, ňfiaCarbo-naco nella Dalmatia 5 e fůcceduta lavacanzadi Capo d» Iftria lo fé Vefcovo nella Patria nello fteflb mille cinque cento trenta lei. Fervorofb intraprefč il Governo > e felice lui, fé co i frequenti paffaggi nella Germania non fifoffe intepidito, e infetto .v Colŕguadŕgnoffilabencvo^ N l Lib, t Della Cdttedrde d GiuUtnňpoli : fenza de* Pro tettanti, e icemň ladivotionealk Chiefa y ftrinfe 1» amicitia co gě» Eretici, e di-iciolfekofčquio alla Fede. Del che pervenuto-jteŕRomaiul principio del trentanove alcun»-avifo, gli fu ingiunta la refidenza colvofterirgli he lo sgravamento della Penfione , Mŕňchelge- nio negotiofb lo fpingeffe » ň che gli affetti contrattilo incatenaffero, č che la smoderata am-bitionc di maggior Pofto lo acciecaffe , indi a pochi mefisvěntra/e, come Huomo del Ré di Francia, nella Dieta di Yormatěa, dove nel primo Gennaro del quarant» uno perorň agi* Oratori de».PrincipiProteftantů Ripatriň alla fin e, |i)ŕco3iŕcrileghi riti, falfi dogmi, enuove dottrine adulterando la Chiefa, 1*Evangelo, eia ^ede, difčminňl'Herefia di Luterň» Si delegarono dunque nel fuffeguente quaranta quattro, e quaranta cinque due Gommiflar j ; e andň eg li profugo, dimorando in Mantova quali tutto il m quarantaiči. Ma per 1» infida condotta d'uno ?P?/xZ di quelliiopitofi .1» affare, gli fu piů libero il ri-%feqifib2l'torno ŕ diffipare il proprio Ovile. Sicché nulla lib' *• giovando anco gli Čdifitj del mutio fuo Concittadino, cheneferiflč le dotte Vergeriane, co ftrettafůHftefTo Paolo III. nel Settembre del quarantotto col fulmine dell* Ecclefěaftkhe Cenfůre sbalzarlo dalla Cattedra, e privarlo dei-I3Mitra, Cosě 1*infelice, elulepiůéallaFede, che Fefcovi di Capo tt> Iflrěa : * 9 § alla Patria, fi riconduce nella Germania,' e dopo lacerata la Santa Fede con piůlfbri del parifiomacofi, e indotti, il di quarto d'Ottobre del m*Ue cinque cento fčflŕnta ciftque, in Tubinga della Saflbnia vomitň con horrendi muggiti lo fpirito. XXVII. Fr Tornai Stella Teologa, ePre- ^? dfcator infigne dell'Ordine Domenicano, e Stella Veicovoprima di Salpe, e pofeia di Lavello„ ambe nella Puglia, deftinofft da Giulio III. adě cinque Maggio del mille cinquecento cinquanta alla deftituta Chiefa di Capo d» Iftria. Ed ih vero , per ripararla dalle deplorabili rovine del Predeccflňre non potea icěeglicrd il piů addat-tato, sěper I»innocenza de'coftumi, sěperl*-eminenza della Dottrina, sě per l'efperienza del governo, pofčeglilamano a sbarbicare lŕ dia-bolicazizaniaa giŕdefčminatasŕia fcieltameise dell» Anime fedeli; che tale fui1 indegna irriverenza introdotta contro del Venerabile, &C&te* guftiffimo Sacramento. E perderne* primi giorni lo collocň entro maeftoio Tabernacolo isůF-Altare Maggiore del Coro incaricando al Clero non portarfi, ň per Mefseiňlenni, ň per Divini Vfficjaaialtro Altare nella ftefia Cattedrale, ma coU*affiduaa(fiftenza a quella Menfŕ Celeftein-ftillare ne» cuori de» Laici la veneratione ad efsa douuta. Indi abolita la Conft aterna delloftefso rem. 2, Se- co Vakn- ěoó fcěh.L DtBd CMedraUdě Gěufěěriůpolě. Sacramento , come giŕ adulterata co1 falli riti, altra ns erefle nella legittima forma 3 ŕ cui anco garegggiarono nell» arrolarfi i piů Nobili Ci tta^ dini. Auvantaggiň pure I* EccleGaftica impre-fa, con affidue Prediche, complicati Sinodi, e con altre opere di Chriftiana Pietŕ* Onde in breve diffipati gě»errori > il Clero , e il Popolo ripigliarono il primiero candore della Santa Fede. Affiftčeglial facro Concilio di Trento, e perorando piů volte ŕ que»Padri confcritti, con fua rara Virtů egregiamente lo {palleggiň. Arrichě pure le facre, e li tterarie Accademie con un degno Libro» De Charttate Chrifii\ e con Un Volume di facre Orationi- NeHa Cittŕ ŕi Spalatroin Dalmatiaŕ di {ti Gennaro dell» Anno mille cinque cento fdffanta iti rejfe l'Anima al Creatore, XXVIII. Fr. Adriano ValenticoDalmatino '- del facro Ordine de* Predicatori, trovandoQ al Concilio di Tremo coli* Arcivefcovo di Ni-cofia, fňfoftimito dal Sommo Pontefice Pio IV. perfůo Teologo airinfigne Maeftro dello fteflb Ordine Pietro Sotoy indi nominato Inquifi to-re Generale di Venetia, e fuo Dominio > finalmente dal B. Pio V fi fůrrogňal predefunto Stella nella Cattedra di Capod*Iftria, adi vent> otto Febrarodel mille cinquecento fe/Ta ntafči. Se y» era alcuna reliquia della giŕ difčminata refia, refia, egli col fuo zelo, virtů, e dottrina affati tola {radicň, edeftěnfe. Scriflfe > elafciňŕPtH fieri, come degni parti del fuo grand3 J ngegno tredotriflincii Trattati. D* tnqmnndu Ila/eů-cts. 'De EuchartBta adversůs Cafomum . 2t contro, Errores JMatthů Cnbaldt. Nel mille cinquecento fettanta due palsň ŕ ricevere il pre-xnio condegno di fůe gloriole fatiche. XXIX. Antonio Elio, Giuftinopolitano, parve nato al Mondo per decoro della Patria, e EliO vantaggio della Chiefa ; quando in Roma fu benignamente accolto pev loro famigliare, eprelato domeftico dalli Sommi Pontetěci Clemente VII. e da* i due Paoli Iti. e IV. e meritňpure il partialiffimoaftcttodelli due Pij di Santa Memo-ria IV. e V. Sotto il Pontificato di Paolo III. andň' Veicovo ŕ Pula infignito col glorioio Carattere; di Patriarca Gierofolimitana. Regendo pioIV. pafsňalfacro Concilio di Trento > E nel governo di Pio V. ritornň ŕ Roma ad* efercitare il Vicariato nella Bafilica Vaticana; Alla fineGre-gorio XIII. condefcendendo allJ affettuoie fěie inftanze di riposare un giorno in fčno alla Patria, loinftitul Vefcovo di quefta ŕ dě trenta Luglio del mille cinque cento fčttanta due. Breve fu il fůogoverno 3 ma di beneficio immenfo, prevalendo in lui l*auttoritŕ , e befperienza, la tonta, e la dottrina. Refe lo Spirito al Signore .v. nel mille cinque cento fettanta fči» e fčpolto Cattedrale fňrti il feguente Elogio ¦• Anton'w Ettonunqiiŕm morětnr#»fdicitatis Min omnibus, morum mtegritafis±'eandorer DoŁt. prduxitl Neminem facr& InfuU Velardentius exquifierey . j. FefiovědiCapod* Ipriti) X X X. Giovanni Ingenerio Veneto, Filofň- :Ann fo, e Giureconfůlto egualmente infigne 1 cangiň a di tre Decembre del mille cinquecento^ttan-ta fci la Cattedra legale dell* Vniverfitŕ di Pavia, dal iuo valore per piů Anni lodevolmente{ottenuta > co» 1» Episcopale della Chicca di Giuftino-poli; eGregorioXIIL nefůiliŕggio, ebenefico Promotore/Goll» adunanza d* un Sinodo Dio-celano riftaurň ljEcclefiaftica difeiplěna nel Clero, esbarbicň i pullulanti abufi nel Popolo* Concorfe pure co» fěxoi Procuratori al Concilio Provinciale Aquilejefe celebrato in Vdiri€, i-Anno mille cinque centa novanta fei, dal Patriarca Trancefco Barbaro. Accrebbe ditiuove ftanze il Vescovato , e loreinregrň degli ftabili, giŕ da altri* aflieme col Patrimonio di Chriftb T dilapidati. Nellofteffotempo, xheŕprňdella;^ Diocefč egli maneggiň illŕcro Paftorale a beneficio ancň3éll» Accademie ftrinfč la dotta Penna, Ieri vendo con degna , e fŕcra eruŕitěon^> *!>& Cdejěh T^hjfonomia . Governň intorno a venti quattro Anni, e vacň la Cattedra pochfi niefi. XXXI. Ft. Girolamo Contarini Veneto del ^ lŕcro Ordine de^Preděcatori, dove per lungo mo tempo erafi esercitato nella lettura dellaicolafti-ca Teologia , fu tacito da Clemente Vili, adi quindeci Maggio del mille feicento a reggere la. untaChiefadi Giuftinopoli. DimorňancoVe- (covo 104 Lih.lDeUa Cattedrale dCěutti fcovo qualche tempo in Venetia, ivi in chiodato da publici impieghi, alla vigilante fua deiěrez* za dalla Santa Sede ingiunti. Ma fčbenelonta-* jrodaCapod'lftriaconkPerfona, lefuprelen-taneoconefperti miniftri-, e maturi configli, Compofe due Opere di molto documento, e fono Commentarla in Phyfěcam Ariflotelis, e Tea-trumtotius Qrhis. Sedč lodevolmente perii corfň di venti Anni, e terminňin Venetia quel-; ' lo de'faoigiorni 1> Annoiniile fci cento venti. FnGkoial XXXII. Fr. Girolamo Rufca, Padovano di nioRufca-Patria3 e Domenicano di Religione, dalla Chiefŕ di Cattaro, tra i confini dell5 Illirico, e dell* Epiro^ da etěb per il gko ŕi dieci Anni degnamente diretta, fň trasferito da GregorioXV. nel giorno vigefimo nono d'Aprile dell» Anno millefči cento ventunoŕquefta di Giuftinopoli Dedito ali» Opere di Chrifěiiana Pietŕ erefle la Santa Croce, e gettň lacrima Pietra della Ghie-ub. %Ł*t*.Q^ ^ ^ ^ej Convento de4 Capuccini entro la Cittŕ 5 e compitane in pochi Anni la ftruttura, con applaufo, econcorfo di numerofoPopolo, ne diede alla ftefla Religione il pofTeflb . Benché non maiftanco di promovere le parti maggiori del Paftorale fuo impiego cede finalmente al grave pefo, lafciando le fue Ceneri in Venetia a dě quindici Febraro del mille fčicento trenta. XXXIII. Pietro Morari* Canonico della Cat- Cap>$.VefcovidiC'apod'JJlria. ioy Cattedrale di Gliiozza iua Patria, e poi Vicario An-r *? °-Generale nel Vescovato di Parenzo, il nono giorno di Maggio del mille ičicento trenta, fu meritamente rimunerato da Vrbano Vili, colla Mitra Epifcopale di Capo d* Ifiria. Cuftode oc-cula tiffimo delfŕcro rainiftero, lafciň a fůccef {ňri non kggieri rifcontri d^lla paftorale vigi* lanza. Conlacrň piů Chieie trŕle quali la nuova de» Cappucini in Capp d* Iftria, e la riedificata diS.GiorgioinPirano. Radunň due Sinodi, i quali divulgati co»le ftampe {purgarono la Dio-cefi daU'infettione de» i depravati coftumi, ed obligarono il Clero alPoffervanza de»fŕcri riti. Kiuněle Rendite Epifcopali dalla graflŕntepe-ftilenza allora in gran parte dilperfč, e con efatta diligenza le ravivň, quafieftinte. Quědo^o ventitré Annidi religiofiffimo governo, refe lo fpkito al Creatore,, e 'giace nella Chiefi, oda Capctta Epifcopale di Santo Aleffandro eoa quella Ifcrittione, Stpulchrum MiEi p 0 Pulchrumě Cdifro Patria mori* XXXIV. Baldaffare Bonifacio, Nobile Fa-miglia di Rovigo* lafciato in Trevifob Arci-pretato di quella celebre Cattedrale^ ricevč da Innocentio X. Sogimo Pontefice fa iacra Mitra ' " " ^ O di i o6 Lěk L Della Cattedrale d$Giu]ěmň$oUm di Giuftinopoli, .1» Anno .-mille fči cento rirv quanta tre. Nato egli, e crefciutonegli ftudf della Pietŕ, e delle Letteref antico rettaggio (Jevfůoi gloriofi Antenati ) nel iuo felicifikno governo accoppiň al lacro Paftorale 1» erudita Penna, Tedimonj autenticidiitiagrandel^itte-raturaiono cinquanta, e piů libri darčfloin^varf tempicompofti^ de i quali :mólti giŕ decorano le ftampe, ed altri davqueftes' amběfcono; Nell'-Hiftoria Ludrica, parto^eruditiifimodeLverla-tileiuo Ingegno, ;{č ne legge dituttiěldiftinto Catalogo . La Pietŕ pofciaben raffinata delre- quefta Cattedrale, .prima da Eilb di riguardo-voli Beneficj accrefciuto , e pofcia delle mancanti diftributioni provifto. Conraro^fempio d'innocente Integritŕ celebrň afe ftéflbancor vi-\p le funebri efcquěe. Ma fé č proprio del bian-co Cigno morire cantando ,* chi viiTe trŕicaii-dori drIllibata Innocenza ben potea precorrer e, co'lacri, edolciCanti, la propria morte. Suc-cefle chiule. , per cosě dire, nelCňro> dondepoJfHa,, prima dell'Ingenefia,, fŕdaal- O z tri ě 08 LibS Della C atledrale diGmfiinopoli tri in quello ripofta: Ed egli trasferendolo di lě nel fi topiůxfpofto della Chiefa, gli hŕprefiffa invariabile il foglio, Spirň in< Venetia nel quarto decimo d? Agofto del mille fči eent» ottanta y dopo, vent* Anni di gloriole Governo; egiace nella Chiefa di San Fr ancefco de* i minori Offer* vanti, detta della Vigna. XXXVI. Pietro Antonio Delfino Pktritio ; Veneto fůproviftodi quefta Chiefa l'Anno mil-' lefcicento.ottanta quattro nel mefe di Giugno iottoil Pontificato d* InnocentioXI.rinunciando 1» Arcipretato dell'Infigne Cattedrale di Padova « Le Calende di Gennaro dčlt» Annofůife-guentepre/ěfleroil giovno alloěennc(aolngrcE-foy maohquantamomentaneofůilfoggiorno !f Giŕanfioiodiriabellire la novella fuafpofa, l'adorna va di ricchi arredi>¦ edifŕcriritiv quando la Domenica immediata delle Palme , nell'atto di benedire ŕi Vefperěildivoto Gregge, da fiera Apoplefia iňrprefoy cadde fella Cattedra efŕniraer equafieftintov Né riforfe prima del giorno vigefimo quarto dj Aprile allora Spirante^ in cui trafeorrendo la Santa Pafqua y tempo proprio di tranfito, fé gli aprii5 adito dipanare a nuova Vita; Ripofto il fno Cadavere nella Chiefa delle Monache di. S.. Chiara, hebbe la fe~ Inferi ttion e. Petrm sAntanius Delphinus "PatrJ^m ¦Ctyf. VefcQVĚděCŕp A ějlrěd. i ojt> JBpifcQpus ěuftinopolttanus Nove Pontijěcatus mane* Die Palmarumfub Venerasi \ Vt folemniěés triumpharet» { In ipfa MajeSlatis folta Jtyofylexi correptusr Vcrěus fwrexět, qukmcmŕěti 5CXXVII. Fr. Paolo NaldinideMacfoOrdě, neAgoftiniano da ei!o profeflato in Padovaiua Patria, tie\i>antichi(fimoChioftrodegl»Eremi+ tani, fu afliunto al governo dk^efta Chiefa agi»-UTldici Marzo del mille lei cento ottanta,feidal prefito Pontefěce di San ta y. ed eterna tnemorisL InnocentioXI. Chele bene quefti nellčttembre dell» Anno precedentel» haveva elettovdalungai e travagliola infermitŕinchiodato, non potč in-* ftituirlo prima del tempo predetto. Nel giorno vigefimo quinto del mefč> e dell» Annofudetti (folennitŕ della Vergine Annunciatay ficonfč^ crňin Santa Agpftino di Roma dal Cardinale ^leflŕndro Crefcen rio coli* affiftenza delli due yefcoviy GioieifoEufaniodiPorfiriov e Pietra Antonio Capo bianco di Lacedonia ; E nel nono dell* immediato Giugno^ in. cui cadde la Fefta della San ti (lima Trinitŕ, fé il publicoluo ingreifo in Capo d1 Iftria. Intraprefe il Gover-^ no... Ma dove t'inoltri ň leggiera mia .t Jferrefěkpure ě1?cdtĚó - ImmnŁtŕhstdL€ci& bči va no jňdiaudacecHs^auvanzŕdfčftflb aneor vivo*. Ecco it Catalogo de'Vcfčovi p ni',, contar ordined&nairegoktove conchiufiv chele irr alcuna parte, difčordai dalli, due:mano-fcritti delMňrari, e del Petronio, come pure dŕllHmprelfňdell» Vghelli* non' cirafčmBra dalla veritŕ: diffórme, e diflonante;. Supponiamo come principio indubitato »? cliexqualunque dey^ i prefati: Scrittori con: ingenuo candore habbi gnaneggiatalapenna. Mŕcocnelaveritŕ, ŕgui-j& dfella luce allora piů sfavilla> che dimpare ca-ŁicaĚ^ikndore.. Sicché l'innocente sbaglio;akrui ,.. ŕnoifůguidapa* non errare? ficomeilnefficofcriverey cheičnzadubbio puň efiere in moke parti errante, cjuanda dall'altrui virtů fi correggi il chepiacciaalGielo) ri~ tfonderŕin eruxJ irnento maggiorede^Pofteri,, La Co- f Cap. j. VepcvňŕiCapodilftrěa. 112 'Copia di quello Catalogo, ferve oggi di vago ornamentatila Sala Episcopale* dave ali* incontro veggonfi da vivi colori animate lj Effigie edJ^poftotidella ChieiaPietro, e Paoloy ěndiŕma*ěo4rit& comincia l'Effigie di Giovanni^ poi di/Aidecario, di Aflalone* edeglraltri^efcovi iiicceffori, ŕ ciaicunodei cvuali (rper ouan to permife t Atěti-cmtaluggitiva) h lono aggiunti, il nome , 11 Cognome^ la Patria, e il Gentilitio Stemma col tempo della loro affimtione ŕ queft^ Chiéfa edelpaffaggiodicjuŕ, ň adaltroVefcovŕto, ň a miglior vita. E come la facra Effigie di Naza-riodimezza tra due feneftre laterali, leggonfi fňura di quefte lefčguenti Infcrittioni -,''Quellaa manoiiniftra cosě parla, Redivivos cPrdft4les9 Qui Qathedram Epijcópalem^ Tofi jin. qumgentefimum luflinopolě erettam» Religiose impkntes, in Domino objerunt* Ctrcumfpice Pbilocrx>ne\ JSlevč plures prMermipos putes.^ Ad aliquot f&cula lllděft nJdCdjJe [cids % L'ai- 411 Lik I. Della Cattedrale dě ChH indolě \ L* altra ŕ mano dritta dice cosě 1 VenerahilesIvonas Tontěficum luflinopólisl Qitibus Tieatiffěmus S^az^arms Catbedram erexit, 0* (anélificavit % Fr. Patilus Naldini Augufiiněanus 9 in perenne foorum majomm obfeqtiMm* Succefiorumqy incitumentum Pofierttati recolendas pofětif. rAn. Dom. M PC. XQllpcp Efife. VI r'y--** ¦J ! ¦ "- CA- CAPITOLO vi Capitolo della Cattedrale\t9.?fo Attedrale » e Capitolo fono quegl» Eccle-fiaftici confčguenti, che come fra loro dolcemente fi concatenano , cosi l'uno fčnza 1» altro non mai elettamente fi ravilŕ. Vedemmo ne» Capi trafcorfi la Cattedrale Giufti-nopolitanafelicemente eretta, e da lunga fčrie de» Prelati opportunamente affittita : Imperfetta, e manchevole riuicirebbe talnotitia, lčnon s»avvanza/Emooraŕ divifare del fuo Capitolo; cioč ŕ dire di quel Corpo politico, ma (acro, che viven te il Prelato, e il Collegio, che co1 provi-di Configli gli affitte > ed in Sede vacante, č il Senato, che con piena autoritŕ la regge. Dunque di quefto Capitolo ( non intendendo ridire s quanto in virtů, ňde»facriConcělj, ňde»Pon-tificj Decreti fé gli competa, comune cogli altri Capitoli fuoi eguali ) due particolaritŕrin-tracciaremoin quello luoco, le quali lenza dubbio fono le fěie potiffime, perche lo conftitui-fcono nel proprio effere > elocondiftinguonoda ogni altro della fua linea. Sono queftela Fonda-tione , eh» egli forti, e la GiurilHittione, eh*-egli gode, Donde poi iarŕfacile il rinvenire tut~ P te v,b, de. 1*4 Ł& I. Della Cattedrale diCěuflinopolK te l'altrefěie preminenze j Giňč il num erňtčdi-gnitŕ, gl'impieghi,, ed ogn» alerŕ piů rigiěaif8e-volecottdityonede'iůoi Canonici* iqualiiono di quefto>Gň^pQ i membri > di quello Congreflb i Vocali, e di quello; Collegio gli Afleflbri. LaFondariQae del CapitoloGiuftinopolita-. mo( fcqueftifě coafxdera nell*effereaflblutodt jfcmplice Capitolo^ precede 1»Annacinque-centQ ventiquattro * chieiů il primo della noftra " Cattedrale. Certačche: quefta Chiefŕ giammai \ fňrtito haverebbe. dallaSanra Sede il fregio della Cattedra,, fé aaterioměente: non> haveffegoduto conveiěevole numero, di Clero,, e di Popolo, quali lonoiprerequidtinjecdrarj all'ere ttioned'-alcuna.Cfoieia in Cattedrale .. L'adunanza, pň-fciaditrč,, ňdi quattro al piů, č fiifitcieotiflě-©aa ŕcoriftituirequalunque Collegio ,. ň fia vol- garmente Capitolo-,; Dunque prima" dell» Anno cinquecento ventiquattro egli preeiěfteva in eminore, le farŕ lčmpre coetaneo* ecoefiftente. Non fi da Republica, benché efigua, lčnza del fuoftm* to; né ombra per cosě dire di Senato > chenoft s> unifca al Corpo, qualunque fiafi, della iu» Repuhlica . Giŕ vedemmo altrove; la noftra Chielŕ eretta in Cattedrale nel cinquecento ventiquattro; dunque in quefto tempo medefi-mo fčguěla Fondatione deliěia Capitolo, cosi rě-f chiedendo la conditione degl'enti tra loroim-prefcindibili, detti dal Filofofo correlativi. Ma con altra canna deve mifurarfi la lěia Gkir-rifHittione, Contribuiiceŕ queftalacoefiftenza de» tempi, alvar/arfi de» quali, quella pure notabilmente fi varia. Piů ampia fu ella ne»primi fčcolidiquellofiaŕnoftri giorni riftretta. Sten-deafi allora all^elettione del proprio Velcovo, Vdcovo' come^čguědi Giovanni l'Anno lette centocin-quanta lči, perMndulto Pontificiodi Steftano ILE doppo piůfčcolUa replicň nel mille quattro-- Altra cento undeci nella Periona di Bartolomeo dč'-Recoveratij ailumendolo dall'infigne Chiefa di S. Marco in Venetia} dove era Primicerio, ŕ quella Cattedra Epifcopale di Capod'Iftriaj del che il Doge Michele Steno con fua Ducale nel penultimo d'Aprile dell'Anno medesimo allo fteffo Capitolo diretta, ne conteftň benigno gradimento ; Ne 1» JEJettione in ordine all»- P x Elet- meffa" LibJ. Della Cattedrale di Giaftinópoli. JJ"; r- Eletto potea defiderarfi piů degna, mentre iůi su. ^uefti, alloicrivere dellvVghelli, fu Vefcóvo ( benché per pochi Mefiy cioč dal Depembre del Aliile., quattro, cento >. -té; nove, fino al Maggio dell\Annofuflfegi*ente) della S. Chiefadi Pola. Qui perň s» aggruppa non leggiera diifeordanza tfŕlamettioriadi quefto fcrěttane dallj Vghelli, eUelettione del medefimo fattane dal Capitola | Certo č K chequefěi lo elefle nell» Aprile del mille quattro cento undeci, come rilevano gli Atti Capitolari, le Ducali del Principe, eleri-fpoftedell1 Eletto allo ftelTo Capitolo, tutte fpe-dite nel mefe, e nell» Anno preaccenati 5 né potea efler altrimenri, mentre in quell' Annoap-punto vacň la Sede di Gi uftinopoli, riempita per il tratto di venti Anni precorfi da Giovanni Lo-redano. O.v scevero, come fcrive lj Vghelli, che BartolomeoRecoverati, affunto dal ft-imi-ceriatodi Venetia alla Mitra di Pola, laiciňdi reggerla n el Maggio del mille quattro cen to dieci; ne fiegue per giufta illatione uno diquefti due grandi afsurdi 5 ňche dal Capitolo fu eletto, chi 1*. Anno prima era morto, ň che il morto tro-, voifi 1» Annofeguente viv©. Venga pur altri ŕ di-fcioglierne il nodo, che ripigliando noi il noftro filo, ŕ caio recifo, proseguiremo la teffitura ell' ordita Giuriflittione. .*;.Vsň, coraefi difse, il Capitolo dell'antico Cap. 6. Capětolo della Cattedrale. 11.7 fuolusnell'Elettione del nuovo Vefcovo; e per agevolarne 1* intento > fecondo i dettami di fa g~ giŕ prudenza, fpedě incontanente ŕ Venetia Santo, e Giacomo fuoi Canonici,acciocheap-preflbil Doge Veneto, e il Primicerio Eletto, colla viva voce, non meno che co le fcrittc lettere ne maneggiaffero la piů folecita efčcutione. Mŕappenaquefta fu concepita, chefifconciň* Poiché adě fedeci dell'immediato Giugno, il Sommo Pontefice Giovanni XXIII. dettino-Chriftoforo Zeno, ŕ paffarfene, comefegul, dalla Cattedra di Chiozza poco prima da eflb riempita , alla vacante di Giuftinopoli. Efor-fe allora, ň-poco dopo avvenne, che il merito del degno Primicerio Recoveraci fi rimunerň colla fŕcra Mitra di Pola. Onde lo sbaglio prefb dallo fcrittore nel Catalogo di que1 Vefcovi, derivi fňlo dal computo meno accurato degli anni. Tentň dě nuovo il Capitolo di ravvivare quefta fua antica facoltŕ nel mille cinque cento tré ; al- nHm'6i% lorche terminate le funebri efequie di Giacomo Valareflň, ufcito da quefta, vita alii nove diMar- nucTvo u zo, elefle per nuovo Vefcovo Nicolo Tarfia, mlnon°s Ecclefiaftico per l'innocenza della vita, e per approva' bEccellenza della Dottrina, n el Clero il piů il-luftre, e tra i fuoi Canonici il piů degno. Ma appena ne» Colli di Roma rifuonň il tuono di queft'evvento, che Aleflandro Vl.fčdentenel V n8 Lib.LDclla Cattedrale dě CiuTěinop olě: Vaticano > non meno Ibllecito del Predeceflbre Giovanni, di fubbito vi riparň, creando Prelato di-Capo d* IftriaBartolomeoŔflbntea. Con quefteProvifioni fatte dalla Santa Sede ne» predetti frangenti, e pofcia rinovate finoŕnoftri giorni nelle foflčguenti vacanze, il pretefň lus elettivo del Vefcovo rimafe nel Capitolo annullato, ed'eftinto. Stendeafi pure lŕ GiurifHittione Capitolare alla Nomina dejfuoi Canonici $ proponendof* Ibggettifrŕ tré Meli della féguita vacanza al Pre** lato, per riportarne la canonica inveiti tura; e in cafň di negletta Prefčntatione nel tempo prc-fiflb, da quefto con piena auttoritŕs' inftituiVa-no. Il che pratticoffi fino al mille cinque cento. Mŕanc-oqůefto lus fvan), devolutoalliSommi fVontcfitiyC Vefcovi prň tempore ne» i mefi tafla-commune* ti dalle regole della Cancellaria Apoftolica. Sten deafi in oltre al dominio ibura la Villa, e la Chicfa di S. Maria ŕi Monte, diquefto Territo- rioeDiocefi. Ma quando il Vefcovo Trieftino, ed Amminiftratore della Chieia Giuftinopoli-tana Vernardo, 1* Annomille cento cinquanta due fé» un gratiofb donativo di d^tto luocoall»- Abbate, ed ŕMonaci de» San ti Stendano, e Giorgio Maggiore di Venetiaj il difpendiofolitigio iniorto, e per piů anni proleguito tra il Capito- lo, edilMonattero fi troncň col» obligoŕquefto di di contribuirgli annuahnente in g (uŕ proprietŕ una Marca 4* Argento\. Se ventilate poi le ragioni Episcopali* quefta mcrn fa rientrati nel penduto poffeffo- di quella Chier fa, j^addofsňl'obligo di wrrifpondere, come; fa, la pattuita Marca d'Argento allo fteflbCa-pitolo. Diquefto punto ne diremo diffufamen^ m>6*** te altrove* Stendeafi in fine alle Chiefe di Santr-Onofrio „ di Santa Domenica,, e di Santa Crocein Cafta^nole,; b fia Albuzzano ŕi confini Sopra ie J w • - r\" n * 11 1 Chiefe in del iemtono Ptranelc ; come pure a quella eie1- Aibuzza-SS»Martino- >. e Benedetto entro le mure della E°'di s. Cittŕ. Mŕla prima di quefte ragioni, fé hoggi «Ł"Ł: non eatěkttaeftinta | e di molto diminuita. Giŕ tŕ* volanopiů anni, che lo icario numero dej Coloni in Caftagnole y non arrivando ŕ reggere iI pelo di tante Chiefč^ due di quelle, Santa Domenica x e Santa Croce nella Struttura le minori ? mefehinamente diroccarono e alla fteffa /ventura fogiacerebbe 1» altra di Sanu Onofrio » fé la Famiglia Apollonk), che ne vanta il Padronato ,. con divota follecitudin e non T haveflč affiftita. Quanto alla feconda giuricelittione de-* vefupporfiquanto in appreflo diremo. Ilfacro ub.i.^.2 Ordine dcServl, poiché S'impadroně della Chiefaŕc* San ti Martino^ e Benedetto cedutagli dal Vescovato d»-Equiliň, che n>havea 1» antico Dominio> fňllecito di godere anco libero), e inde- & o Lib. L Della C attedrale diCiuftinopolě independentel'ufo della medefima, cede al Caci- /Ł i. ' pitolo il proprio diritto foura d» alcune Saline 5 e ***''*' quefto ali' incontro gli rinuntiň il Ius dell» annua VfEciatura. Con che la ragione Capitolare dall'agguaglio di tanto Salefŕviamente condita rinvigorě, quando parve decaduta. SinquŕK antiche, e trafŕndate Giurifdittioni del noftro Capitolo. SJ odano le moderne y etuttaviafůi-fiftenti^ Gode in primoluoco l^mpla facoltŕ di nomi-Nomina i nare al Prelato i foggetti per il Canonicato Boni-pe?ii o- facio > cosě detto dal Vefcovodi tal nome, che lo fondň\ Come anco d*elegere, ed inftituirei Chierici nel Beneficio pur Bonifacio, amboPa-dronati delWftefso Capitolo. Gode in oltre la lusdi Pre- libertŕ di preferita-re i foggetti per la Curapar-|Prvafea11- rochiale delle ^t. Pievi Foranee, Rifŕno,Coftabo-na¦> ^augnano, e Antignano. Godel'-Vfficia-d- uficiare tEra della Chiefa Collegiata d» Ifola nella fblen-u.c°]}f: «itadel Santo Martire Mauro, Titolare, e Tu-*a- telare di quella : E come quefto Ius ni ampliiii-maforma gli fu compartitoda Eriberto Vefcovo della Chiefa Trieftina, e Ammiiaiftratore della Giufěinopolitana l'anno mille ottanta due, M'*"**1- donandogli il poffeffb delle Primitie, eE>eci-ěnediqudluoco; hoggi in vece diquefte, fé gli contribuifcon© da quella Comunitŕ quattordici Marche é Ŕrgejito-. Gode I»ifteflo Privilegia Cap. 6. Capitolo della Cantar ŕie \ m legio d'ufficiare le Chiefč lčcolari di Capod»-Jftria nelle loro correnti fňlennitŕ coli» antica ri-cognitione dell» ordinarie Prebende , Gode ptt finelalibera, e franca efigenza delle fi (Te, efta* bili fůerendite; la tenuitŕ delle quali nell'Ari* notrigefimo terzo del fčcole cadente s'impint guň dalla publica Pietŕ colla gratiofa efčntion§ Sua Efcn. delle Decime Papali, foli te contribuirli da* Be* pefoe delie ni (labili delle Chiefč. Si ripartono quefte ren- C diteinduemenfe, ň fianomaffe ineguali* L*-una detta delle diftributioni quotidiane, Cor-rifpofteaifoli intereffenti al Coro; Opera giŕ rauvivata dalla divotione del Vefcovo Boilifacio> e poi nel Sinodo del mille fei cento novan ta dalla feligiofitŕ dello fteflo Capitolo interamente compita. L* altra appellati la Prebenda divifa in tante eguali portioni -, quanti fono i Prebendati. Ed eccoci ŕ i Canonici. Quanto al numero di quefti non čleggierolo sbaglio prefo dall» Vghel- r li, ňper dir meglio da chi finiftramentelora- Numero g-uaeliň . Numerumf fcriveeeli) Duodecěm a"tico ?e> 5- to • •/ sě i t l'ii • tt • Canonici. Canomcorum tnhac Lat bear alt Itatutt tiononus III. Pont, anno un. ut habetur in regijh Vatic. Epifi. fj&foL 94, <±Anm V. Capitalo, & Decano luftinopolitano (cripta. \6. Kal. Aprilis* Ma leggasi 1» anneflb Breve, il quale eftratto dalK autentico efiftenten eli» Archivio Capitolare di-(vela k veritŕ d el%to. .. C2t ^ In- u* LibiI.Della CattedralediCěuflinopoli; Innocentms Epifcopus fervus fervorum Deii Diletti* Filijs Caputelo Iufimopolitano falutem% 0 dApofiolicarn Xenedififionem. Vt in Ecclesijs dcterminatusfit numerus Miněfirorum % nonmo-dtcum dignofiitur expedire, nepro'vifěonecareat fuperfltiamultitudo, ac expaucitateŕignumDeo (ervitium fubtrabatur . Quapropter Dilecti in Domino FtHj quod ipfum merito exi-gant angmentari ; falvo in omnibus Apoflolica Se-dis mandato • J^Qilliergo omnino hominum liceat hancpaginam nojlra conprmationis infringere, vel ci atifii temerario contraire : Si quis autem hoc attentare pr&fitmpferit > indignationemOmnipoten-tisDeiy (^"BeatorumPetrty QfTauliApoJloIo-rum ejuf [e noverit incurfurtsm . Dat. Lugduni XI. kal Mij. Pontificatosi Nofiri Anno tertio. Dal contenuto di quello Breve riffultano piů punti al noftro intento ben degni • Primo. Che il k 6. Capitolo della (attidrkk « n j il Pontefice, da cui fi confirmň il numero de*-Canonici Giuftinopolitani non č Honorio IIL benfi Innocentio IV. il quale creato Papa in Ana-gninel mille ducento quaranta tre, palsňimmediatamente ŕ Lione di Francia, ove nell» Atv no terzo del luo Pontificato celebrň un Concilio Generale. Sicché convengono in effo il tempo, & il luoco efpreffo nel Breve. AH» incontro Honorio IILdall'Anno mille ducentofčderi,primo difua Afluntione in Perugia, fino al mille ducento venti fei , ultimo di foa Vita in Roma , mai ulci d» Italia, anzi non fi difcoftň da i contorni del Latio. Secondo ; Che detta confer-una feguě nel mille duecento quaranta cinqt*e> che fu il terio del Pontificato d'Innocentio IV» e non nel mille ducento ventuno. Chele bene quefto fu il quinto d» Honorio III. creato nel mille ducento dieci lčtte non s> accorda col luoco di lua dimora > la quale nell» Anno predettofěě parte in Orvieto, e parte in Roma. Terzo ; Che il numero de» Canonici prima giurata dal Capitolo, e poi filabili to dalla Santa Sede , e di dieci, non di dodeci. Sono chiare le parole del Breve • Arnume Quarto; Che le 1» aflenio preftato alla confermadi lQ* di tal numero fu del Prelato eletto in quell» anno alla Chiefŕ Giuftinopolitana, come dice il Pontefice» habbiamo il rifeontro nella Perlona di Corrado * eletto appunto da Innocentio IV, m iK% DellaCattedraledi Cmfěinopoli: quella Chieiŕ nel Concilio di Lione l»anno mil- vado di "1 . ^»>« ~ éN r Corrado, le ducento quaranta cinque. Cheieciofoffele-guitofňtto d'Honorio HI. nel mille ducento vent* uno ; non s> incontra 1» attuale Elettrone d»-alctfnVefcovo Giuftinopolitano f: GiŕAflalone molto prima reggeva quefta CJn'efa \ perche nel rpille ducento undeci inveiti delle Decime d»-Ŕntignano, di Paugnano , e di Coftabona lŕ Keg.i.we- Famiglia Verzi, e nel mille ducento venti due m' 69? confecrňlaChieiadiS.MariadiMonterFuntich nu che rimoftrano ŕ tempi d» Honorěo il Vefcovo giŕ confŕcrato, enoničmplicemente eletto. Rialsumanfi ora tutti i capi addotti, e da quefti* tefi dalle prove ŕiuflicienza palpabili, s*inferi* {ca la falfitŕ dell* efpofto ali* Vgheěli in torno ali*-; antico numero desnoftri CanonicĚ5 econchiu-dafi riftnetto quello ( purché non s> aumentafle-ro le rendite Capitolari') non ŕ dodeci da Hono-rio III. ma ŕ dieci da Innocentio IV. Che fel*ac-i corto (crittorecirconicrive il fěio detto con la ci-tatione piů minuta del Regiftro Vaticano, degno per altro di piena fede; non čcofanuova* che talora s*accrediti la Bugia colle liuree alla veritŕ rapite. Gl*errori non cosě facilmente fi Scompagnano. Erroffi, che non v> č dubbio, nel principale del Breve > qual* č il nome del Pontefice y ed il numero de» Canonici j non č gran Catto, che fcorreflero errori anco nell'acceso rio * i % f che čia cita rione dell» Epiftola* de> i fogli * Anni. E quando quefta fi concedefle ^ra^iarebbe del Rcgiftmd»%ttocenitioIV, non d'Honoria Ill.fottó il di cuihonorificono-riae, s> honorň il rapporta col caricň di tantizz-* fori. ** Ma quando al Refcritta Pontificiovoleffimo accoppiare il Rolo Capitolare , e quindicalcu-krhe degli fteifi Canonicati il certo rtumero, fi^tneamente rileverŕ, che qaefti-non'farono dodeci effettivi prima de* noftri giorni, che numeriamo gě*ultimi anni del ičcolo decimofetti-^ mo ormai /pirante. Dilli effettivi, perche fé, quefta Men/a Episcopale godč fino da» primi tempi una Prebenda agli altri Canonici uguale* éd il Prelato entra col voto negli Atti Capitola-ri (ventŕambe irrefragabili, quando fi vedono \fcon [\ 1 ti/ r irt rr^ i r * 1 • r i ?• • Voto nel dal Veicovo Valareflo, due lecoli tono, deicrit- Capitolo. te i §C oggi dalla confuetudina rqligiofimenteL óffervate ) non č egli Canňnico dinumero y e di ^fjf'JT^ refidenza, cornei dieci predetti, mŕfbpra nu- lM ^ merario, e privilegiato . Aggiunfi non eflera flati dodeci prima de» noftri giorni,, perche fňla flnauc^e alla metŕ del fecola cadente , s* aumentň il nu- ^ cimerň denario. Baldaffare Bonifacio, unode^ piůinfigni Prelati, in cui gareggiafltero ŕ prň^f/j «della Chiefa, e ŕ fčrvitio di DiolaPietŕ, eia ,; n^aggěunfč due nel mille fčicento8 eia- Ut LiblDelUCattcdrnlcdiCmfěěnopůli. cinquanta nove. L'unorauvivato, quando era decaduto, e quafi eftinto. Eravi in quefta Cattedraleun'Oficio, detto la Monaeharia, Q CaCuftodia de»Beneficj, Pievi, Canonicati» & altre Dignitŕ in eflŕ vacanti > accioche mena deterioraflero iňllecitamente provifti. Ł per quello confta dagli Atti Epifcopali di Gieremia Polaj fi pratticň fino al mille quattro cento ven-i ti* Ma al girarli de> tempi declinandola Cufto-dia de* Beneficj vacanti 9 nella Cura de* Mobili pretiofi, quali fono 1» Argentana, e le facre Reliquie 5 bOficio predetto fi cangiň in quello di Tefňriero, ňfia Cuftode della fŕcraTeforiera. Canonico Conche s^introduflč nel Capitolo il Canonica Tf lj'Cjg)Picro# Ma come Canonicodinumero,non di prebenda( detratto un tenue emolumento^ non forti durevole confiftenza, foftenutofolo di tempo in tempo dalla pia divotione de? (oggetti ,' i quali s* appagarono del Titolo honorifico, col femplice lucro, ma vantaggiofo, di (črvire alla Chiefŕ, eŕDio. Or quello Canonicatocoll»-unanime aflenfo del Capitolo sě rauvivň nell'Anno preaccennato dal Ve/covo Bonifacio, con clpreflŕ rilčrva di non efiggere particolare Prebenda ^finche dall* altrui Pietŕ non folle egli fuf-ficientemente provifto. E parve in ciň divinaffe il buon Prelato; mentre Francefco Z^no, fůo immediatoiucceflpre. nella Cattedra, C'af Sopitolo della Cattedrale ; gnň un certo, benché tenue provento con obli-go della refidenza nei difettivi. Malafemplice rinovatione d» un Canonicato antico parve poco ali» Animo grande del Bonifacio , anelante di provedere la fůa Spofŕ di fifli miniftri, & il fuo Ovile d'affidui Operar). Quindi con generofŕ manonel cinquanta nove fuddetto fondň altra Prebenda; OC incorporata quefta alla Menfa Capitolare, n» ereflc un nuovo Canonicato, di cui, comeaccenammo, ne ritenne per fé il puro nome, denominandolo il Canonicato Bonifacio; ene donň al Capitolo la pienaauttoritŕ di conferirlo , comefuoPadronato\ aggiuntavi la riferva illimitata al Prelato prň tempore d*-inftituire 1» Eletto fčnza veruna eccettione di mefi, ň vacanze rifčrva te. Cosě il numero de-nario de»Canonici, mai per piůfčcoliaumentato, dalla mera divotione di chi profetava K efler benefico piů co 1» opere, che cňd Nome fi ftefč in pochi mefi al duodenario t Né qui arreftňlefue moffe la pietŕ Chriftia-na. Il Dottor Giacomo Zarotti, celebre Famiglia di Giuftinopoli, la quale piů volte fommi-niftrň alla Reggia di Polonia, ed alla Dominante dell'Adda infigni, ed Eccellentiffimi Medici, trovandoli privo di prole, volle confti-tuire Heredi di fěie copiofč facoltŕ la Chiefŕ, l'Altare, clCoro. Fondň per tanto in quelb 5 i x 8 Lib. L DelUC attedrale diCiuJlimpoli Capitolo un nuovo Gan onica to col pelo d'alcu-2arno°triC.0nioblighi, tantoleggieri, quanto moderati5 Efbno d»a(fiftere al iervirio della Cattedrale nello sborfŕre alla fňuranŕ Maeftŕ il quotidiano cenib de» divini VlKcj > d1 offerire ogni giorno W incruentoSacrifidotdel Diviniffimo Agnello giŕ lui Calvario trafitto $ di provedere la Chiefa ri^ rale di S. Pietro al Promontorio di Qaiello di illecito Sacerdote^ e di do ver fi eleggere nelle future vacanze uno delle cinque Famiglie Ga-vardi, Zarotti, Grifoni ± Vergeij , eMarenfi ; .'¦>..'. equandoturte quefte decadeflero eftinte, pro-pitia toccafle la forte ad* altra della Cittŕ, • purché arrolata al publico Conieglio. Ma diqua-lumquedifcendenzafbfle l'Eletto, debba egli afTumere il titolo di Canonico Zarotti. E perche tali conditioni forteroin ogni tempo in teramen-te adempite ^ofčluspadronatadel Vefcovo prň tempore. Erabennotoaliaggio, nonmenche di voto Laureato 1» obligo dal Cielo ingiunto aj~ Vefcovi, comefůrrogatiin parte dell» Apoftoli-caMiniftero al Capo degli A portoli, d» addo-chiare nelle vacanze Beneficiali i {oggetti, loro iuggeriti non dalla cognatione della carne, ň dalb attinenza dei fangue> ma dal lume della retta Conferenza, che č l'infallibile dettame del Padre Celefte ; come appunto fé» Pietro nel ^ifeernere4a facrata Pe^na del Salvatore. -^^ """ Quan- O*/\ 6. Capitolo della Cattedrale. i z> Quando ciň fiegua, fi provedono i pofti de* Mi-nittri diligenti, e zelanti, perche riconofciuti trai;candidati i piů idonei č tra gl'idonei ipiů degni. Forie con quefto rifleflb s'incaricň piů al Prelato, che ad altri 1» arduo pefo di riempire le vacanze del nuovo Canonicato. Sentimenti di pietŕ, da quei del Zarotti non moltodiverfi nodrě Petronia degli Appollonj, Nobile Famiglia di Pirano, fůa degniffima Conforte . Quefta pure ( quafi pretendefle non vivergli nella divotione difgiunta, benché eftinta) nelfufleguente mille fei cento feffant» uno infti-tuě de'fuoi pofleffi altro pingue Beneficio, con facoltŕ albEletto d'eleggere in tutti i tempi il fůcceflňre immediato. Francelco Manzioli, a cui toccň la prima forte, benché folo dopo la morte della Fondatrice inftětuito, confcio della pia mente di quella, d» emulare con (anta gara 1* inftitutione del deffunto Marito, ottenne dal Velcovo Zeno di qualificare il novo Beneficio colla preminenza di perpetuo Canonicato. Quindi fpogliatofi lui d'altro Canonicato nella fteflŕ Cattedrale prima poffeduto, e ftabilitone col Capitolo il congruo emolumento per il nuovo Miniftro afllinfe in fé 1» impiego, c>l nome di Canonico Appollonio; e prima anco di fůa Ap morte nominň il fucceflbre Beneficiato. Mŕpre- mo valendo in quefto altri motivi d» accettare il Beli ne- i pň Lib% 7. DelU C attedrale diGiuftinopoli neficio nello ftato primiero, il nuovo Canonicato al cadere del Vecchio Manzioli cade eftirt-to\ con che mancarano alla Chiefŕ un Mini-ftro, al Coro un> Operano, ed al Capitolo un Canonico . Souveirte Miumana debolezza, come guidata da lume deflettevo, perche creato, qnando penfŕ migliorare, deteriora. Talee 1» aggiunta de» nuovi Canonici nel Capitolo diGiuftinopoli y da cui giŕ rileva, corner an-Dodici tico numero ŕi quefli , fu folo di dieci, ŕČ S d fo l Pl č di fr # q , di reSen- moderno, comprefo il Prelato , č diquattor-ĚLqa!°tl* deci; de» quali tredici di refidenza feftiva^ e dodici di quotidiana. Quattro Di quattro Dignitŕ preffrianfi que&i Cano-deicapi- meati} tiono ělUecaciato , l*Arcidiacona.ta* tol°' loScolaftico, elaTeloreria. Alla prima, che dopo la Dignitŕ Epifcopale gode in quefta Chie-ladel primoluoco, incombe i* immediata cura Arddiaco- fpiritua^e dell» Anime *> Allafecondala promo-sat?aftica t^one delle Yifite, e fŕcre Ordinationi; Alla to. terza la fouraintendenza al Coro, e a3 Chierici; areria ^ ^ ultima la cuftodia giŕ accennata de» jfŕcri, epretiofimobili della Chkfa. Tra gli altri Canonicati iolitine* primi tempi ŕ diftribuirfi a» Su-diaconi, ŕDiaconi, ŕPrett, edaduefecoliin quŕ( ň (ěaper decreto de» Sommi Pontefici, ň dej Sinodi Diocefani) ŕfoliSacerdoti, s anno-yeranQk Penitejat^ria,. e la Teologale, in ele- cu- i. 6. Capitolo della Catttdrdei% icro Concilio di Trento* 'uso!*** canonici 1 i« \ 11 » t JPenitentie- i le «quali .pero nullaritenendo ro3 e Teo-di fin golaré, che h adempimento<3dfcani*eflo °§°' Oficie, goderne della CcnapUcc preminenza a loro conferita dall^nrianicŕoniiittaria. In virtů d'iijudecreto Capitolare emanato fottoGiaco* ^•1^1 mo ValarefTo nel mille quattro cento ottanta fči, eikccetěěvomente con piů Sinodi flabilitoalb ultimo decorato co h Infegne Canonicali s» indolTa la Prefettura, per altro honorifěca della Sagre-ftia, finche fubentra ad allegerirlo altri di nuo- adi?Sa-a vo inftituito Canonico. Cosě il culto Divino f^ŁajŁ refla degnamente promofso, perche dafogget- ultimo caro piů riguardevole a/fiftito; da queft'obligo perň s'efentuano l^accennate Dignitŕ, ancorché fi confčguifsero di primo pafso ; parendo cosě convenevole alla preminenza del Grado. Mŕquefta efčntione dal Capitolo prudente-nfěente decretata in ofl^quio de»(uoi Canonici Maggiori, richiama e la pupilla, e la penna ŕtolo# quegliElogj, iqualidjoi^dinedelmedefimofurono in cifi al nome immortale diBaldafsareBo-nifŕcio, edaAgoftinoÉ'Barbarigoj comequellů che in replicate urgenze fi comprovarono ŕfuo prň 9 1» uno tra Vefcovi Giuftinopolitani il piů benefico > h altro tra Senatori Veneti il piů fvi- feerato. Qui dunque fi rileggano, e fideferi- , vano> e fé fcolpiti nomarmi imprimono nej- y K %. Po- Libi LdUCattedrale diGiH(linňpoli. Pofteri degniičntimenti di religiofŕ gratitudine; regiftrati in quelli fogli preferivano al prefčnte Capo il finale periodo. Il primo pendente dall*; alto del Coro apprčflb la Tefňreria dice cosě .* Haltbafiari lionifacio, (KKomfoTontipcum Opttmo, Lttteratorum Maxim> ¦io ' Qui Tietate irnmenfa Děftrikutioněi zffletifam* Canonicati** Clerica?** (ěsoEreinfiituendo, Bccle/iam Sponfam inopern Dotavi*, Ditavit ] Canonicipofůere. *M.DC.LIX. L» altro pofto nel mezzo della Sagreftias» eŁ prime in quelli (enfi. Augurino Bar {radico, Olim ěufiinopolis Vigilantifsimo Pretori, b ad Ago: 2Stmc Vemtijs ŁB" Cathedralis Eccleft^cBmeficentiCCimo'ProteŁtori9 Qui Captimi hujus Inopam Summa Věglatia^ ac Pietatefublevanda curavět TLpi(copw& Canonici tantiUeneficij memores jEttrnumpofuere monumenti*. M. DG LXXV. CA- CAPITOLO VII- Perfomggipiůilluftri del Capitolo^, e Clero di Capo d'Iftria. L'Internarci ŕ fcrutinare lo ftato altrui, e non ridire le doti piů celebri 9 che degnamente lo decorano, farebbe un'indegno aborto, ň d'affettata ignoranza ň di malitiofŕ invidia. Chis^ccinfeŕfavellared»alcuno, non-diffe mai bene, fé tacque il meglio. Sminuz-Zaronfi le qualitŕ del Capitolo Giuftinopolita-no, e deiWiccle/jaftica (vta Politica Ci ridi/Te il dicibile . Nulla dimeno fovrabbonda che dire , quando ŕbelloftudio, accioche fpiccaffe-ro ŕ parte, piů riguardevoli, qui fi rifčrbarona quelle marche d'honore y che egli ritraile, ň d» talmni de^fui Canonici, ň da altri del Clero Urbano, il quale fůo puň dirfi, perche fčeo al fčrvi-tiodella medefěma Cattedrale afcritto. Se ambo garreggiano nel pefo delle fba vi fatiche, non devono fegregarfi nel luftro degl'Ecclefiaftici honori. Vero č, che di quefti, Perfonaggi piů illuftri (i tralafcieranno le Lauree tan taTheolo-giche quanto Legali ? come quelle > che non giungono al grado dell'Eccleuaftica Dignitŕ ulla di cui iŕliffldilii i $4 t>tb. I. Della Cattedrale di GitiHinopolět . no Ŕ $i ppfporranno pure gl'honorifici inipie-ghiinquefta, ň in altre Cattedrali, onci loro Vefcovati degnamente foftenuti. Il Clera Qiuftinopolitano, di {piriti gen erpfi iŕntamen-teimbevuto, ŕ sfera piů fublime fčppe voglie-re lo fguardo, e /piegare il volo. Dunque riftringeraflě il cUfcorio alla Sacre Mitre da non pochi d'eflo confčguite, ň ŕ gli Apoftolici in%r pieghi da altri di quello Ibftenuti. Al chefegairě di guida fedele l'ordine Cronologico de'tempi > per togliere alle loro Famiglie ogn'ombra di; competenza. Scieglieran(i pure i Soggetti pivL accertati, accioche alla fulfěftenza di quefti non. pr?giudichi rinccrtczxs de»dubbiofi, e molto piů dccontroverfi. ; | p ,f j Ed i.n vero il divi/are indtfferentemente degl> | Ecciefiaiuci 5cclefiaftici, che con le loro Dignitŕ nobilita-, ě rono Giuftinopoli, farebbe uivingolfarfi in uiv | Petro?ki' vaftp Oceano y con rif^hio evidente di naufra- \ *"ěi gare tra Scogli . Pi verfi di quefti fi riferiicono \ dal Pottpr Pctronio nel Catalogo dell'illuftn | famiglie di qyefta Cittŕ (ěia Patria . Riporta, | egli del Casaro Mw$\q1ě, giŕ oriondo di BoIq-. I gnar ňpurdi Firenze, e poi diramato nella Prq- | vincia dell'Idria^due Cardinali diS. Ghiaia,am- f bp del Sacro Ordine degbHuaiiliati, oggi fup-preflo^ afluntl in varj tempi alla Cattedra di. ^ Fiefňle nel JEtruria 3 Se indi decg|*ati colla Sa- . era Cap.f, VeYfonaggědel Cap.ŕel Clero di quella. era Porpora L'uno, che č Luca,da Gregorio XII. nel mille trecento novanta lči. L'altro, che č Antonio, dal fucceflore Gregorio XIII. nel mille cinque cento ottant* uno. Soggetti, che fiel1/ŕngue uguali s» uguagliarono anco ne-gl* ho-nori. Illuftra pure la Gente Grifonia, fiaccata/^. ^ dalla Grecia, conRomualdo, prima Canoni- 6oi* co , e poi Arcivescovo di Bari nella Puglia, maneggiandole Chiave Pontificie Martino IV. K Anno mille duecento ottanta due $ e con Sergio intorno al mille trecento {effantatre, fottoVr* banoV.prima Velcovo di Lavello, indiArci-vefeovo d* Amalfi Chicfe entrambe nel Regno Napolitano. Riporta della Famiglia Vida, uf cita dalla celebre Cittŕ di Cremona, Girolamo digniffimo Veifcovo d» Alba nel Monferrató,Ec- IbJ\ /°\. clefiaftico di Virtů cosě rare, che hoggi pure elle s'ammirano, e nelle Medaglie coniate colglo-riofoluonome, eneilibricompoClidall'erudito fuo Ingegno. E efecora etiamdiola fua Profa- lb;dt fok pia Petronia colla Porpora Cardin ali tia conferě- 648<6*1' tada Bonifacio Vili, ŕ Riccardo l'Anno mille ducento novant?ottoj e con la Mitra di Terni nell'Vmbria, che Girolamo riportň da Grego-gorio XIII. nel mille cinque cento novant' uno, e coli'altra di Molfetta nella Puglia, che Giacomo conseguě da Gregorio XV. l'anno mille fei cento venti due. /Non vJč dubbio, che tutti Lii. L Della Cattedrale cUGiuftinopoli. quelli, &C altri confimili( fé vi fono ) fublimati che furono fůll» aito dell1 Ecclefiaftica Dignitŕ il-luftrarono fé ftefll, e le Famiglie, la Patria, e la che deco- Chiefa. Ma fé maturamente vi fi riflette, furo-nnoCapo no efňno, ornamento della Cittŕ di Giufti-benché nň nopoli 5 non del Clero Giultinopolitano. Dilli fuo Gkro. della Cittŕ \ perche quella va faftofa di racchiudere nel fuo recinto le nobili loro Famiglie. Aggiunti non del noftro Clero ; perche mai ŕ queftos*arrotarono, ne alla fua Cattedrales»-aferiffero. Queftač la differenza vertente tra il fčcolo, e la Chiefa ; Che le Cafč focolari al va-riarfi degli accidenti prudentemente fi trapian-tanoj e come le Piante, benché trajnutate di luoco y ritengono l'efler loro individuo, non chefpecifico, cosě quelle in varie Regioni trasferite , traono feco le loro antiche, čC heredi ta-rie premin enze. Ma non corre tal redola negl'-Ecclefiaftici, acquali non bafta la trapiantag-gion e della loro {tirpe, ma vi vuole ilfacroin-nefto della propria Perfňna; cioč adire, ches'-aferivano ppr il fervi rio del facro Altare al rolo d'alcuna Chiefa. Or č certo, che i Perfonaggi preacce#nati mai diedero il nome ŕ quefta Cattedrale , ň fuo Clero 5 poiché, ň fiorirono prima,che alcuno della loro ftirpe ssannida(Tein Giuftinopoli, e giŕ erano aferitti ad' altre Chie-fe; ň fiammeggiarono dopo che feguě talac- ceffo, Cap. 7. TerfěnagJel Cap. e del Clero ŕi quella. \\? ceflo, e dimora 5 e non ha vendo alcuno de» predetti, come parlano Mftorie , jič lo pretende 1» ingenuo Petronio, confeguito in alcun tempo il titolo ň dell» Origine, ň del Domicilio, ň d'alcun Beneficio in Giuftinopoli ( che fonoi tre modi all'Ecclefiaftico innefto dal fŕcroCa- C*P: none preferě tti) nonponno ienz» oltraggio della % veritŕ pretenderti come fuoi dal Clero Giuftino- děmuin* politano. Quindi e, che da diverfi Scrittori fi riconofeono, chi per Fiorentino, ňBolognefč, come li due CardinaliManzioli-, chi per Puglie-fc, come li due Arcivefcovi Grifoni ; chi per Cremonefč, come il Vefcovo Vida ; e chi per Sane/e, ň Fiorentini, come il Cardinale, eli due Prelati Petronj. Lafciati dunque in difpar* te i Perfňnaggi per noi dubbiofi, e controverfi, perche ad' altra Chiefa aferitti 5 veniamo ora ŕ riconofeere gě' infalibili, e indubbitati, perche attinenti, eproprj del noftro Capitolo , efuo \J^l Clero. Eciňfenza intrecciarvi alcuno delle due tol%ePeJ i« r> 1* r0 v roano Collegiate Pirano, ed*Itola, per trattarne di fono ě fa quelli a proprj luocni, II primo, che nel Clero Giuftinopolitano in- A atonč neftň la Mitra Pontificale , fu Alatone, ricono- f.™'1*?* jT-iuto da tutti el» litorici nativo di Oiuitmopoli. An. e1%. Vacata per la morte del Patriarca oteirano Pa- *. ?*tr. rentino la fanta Sede di Grado nellJ anno fei cen- ftm. "" to fettanta cinque, quel Clero lo elefle unanime S per SHAt, per (ůo Paftore, riconofcendolo tra i Candidati il piů degno . Quanto fofle egli zelante dell'Anime, delicatodi Confcienza> etimorofQ*di Dio, lo dimoftrail cafo occorfň ŕfooi tempi di non condefccndere alle Nozze {blenni d'unGio* vinecollaforella d>altra»Famiglia predefunta* ma ad eflb prometta dal Padre co* {empiici fponr (ali, fé prima non ne riportava 1> Oracolo Poa-tificio di Benedetto IL Temeva il zelantiffimo Patriarca ciňoftafle ŕ i Canoni di S. Chie{a. L>-. Abbate Francefco Palladio nella fůalftoriadel Friuliin{čri{ce ilfatto, e con effo ilBreve. Go- vernň quella Chiefa h intero corfň di dieci Anni, con tanta integritŕ , quio»te9 e zelo, che parvero dieci momenti del f ecolo d> Oro. E morě co» una fragrali za , cosě odorofa d'illibata vitafc che di lui fcrive 1* Vghelli ^ A morte bonus Pa-triarcha fupernis Spritěbus fociatus e(l. Ed iti vero, che nell» Anno medefěmo lei cent» ottanta cinque dal Clero Gradefč fofle fubliinato Chriftoforodi Pola, Padre fvifceratiffimo de»-Poveri, puň piamen te attribuirli alla fanta Reggenza del pre defunto Agatione, che non permi-lea» faggi Elettori ufcire da* i Confini dell' Iftria per afficurarfi d' unj ottimo Paftore. Rinovň la memoria, antica fi, ma non mai eftinta, del Patriarca fuo Concittadino Bona-corfň de* Bonacorfi, rinomata Famiglia di Giu- ftino- ftmcrpolij ecňŕiplendori delUnfuleEpifcopa-li-illuftrňquefto Capitolo, efuoCleno. Con^ Bonacorfo •fioratoli ali» Eccleftaftico1 Inftituto calcň con &gona~ piede*!!franco il intiero delia pietŕ, dottrina, dicittano' t t . x . F , va. Aa» eprudenza, che mento in premio condegno n^a. ŕell^innoccnteitia vita efe afcrittotrŕCano- ud"CHijil' mei (kU>infigne Patriarcale d> Aquileja . Ed % ivi progmdendb co» paflě maggiori nel buon cor-io intrapréfo , felicemente appoggiň' alla Cattedra della vicina Emonia, hoggi Cittŕ nova j la quale gloriofameiite reffe intorno al mille da-cento feflanta. Sňttentrň ŕnobilitare la noftra Cfiiefa Giere-miax degno Germoglio dell'Illuftre Famiglia Poh, cosi detta dalla Cittŕ di tal nome >¦ donde d' ella venne ŕrifiedere in Giuftinoppli. Spicca- H tono in effo la Religione,, la Bontŕ, elaiPrur denza in grado eminente ;, poichéfeBX'ufcire ŕal Patrio nido, gli fcrtl d» e&re inftituito Canonico, indi Decano » e. pofeia Vefcovo di queftaChiela meli» Anno mille quattro cento. veftti, lottóil governo del eran PonteficeMar-tmň V.Breve tempo egli ville nella DigiMtatEpi- 359., fcopale; mčin foli, quattro Anni uguagliň piů fecoli, dei quali n'era ben degno. A luideb-bonfi i faeri Corpi di Nazario y ed* Aleflkndra uh..f; trafportaticon fblenniffima pompa da Genova.if& iaGiuftinogoll.. 1 ; " S % Anca 5 p# i4Ó Lib.lDeěU Cattedrale dě GitéHěnopolu Anco Girolamo dell'antica Famiglia de*-Francefchi, laqualeoriondada Venetia, erafi ricoverata in Giuftinopoli prima del mille cin-Corone. quecento, arreccňnon pocoluftroaqueftoClero. Il merito delle virtů, e delle lettete, delle quali s'era copiofamente arricchito, indufleil *!«/. s*' Sommo Pontefice Leone Xt nell'Anno mille cinque cento quattordeci, a desinarlo ali a Mitra Epifcopale di Corone nel Regno di Morea, Dopo un gloriofň Governo depofč ivi la fpoglia mortale del Corpo > e vefti d* immortalitŕ lo fpi-rito. Francefco Illuftrň parimente quefto Capitolo Francefco Beiamo- ge|gramoně ^ celebre Famiglia di Giuftinopoli. taoredd DalMftria internatofi nell» Vngheria trafficň d-AC°Jat0 cosi beneifuoi degni Talenti, che eccheggian-m^ do in quel vafto Regno veridica la Fama di fua Bontŕ, faviezza, e Dottrina > Antonio Veron-tio Vefcovo d» Agria lo afcriffe tra i Canonici deirinfěgne fua Chiefŕ. Con che inforfč il dubbio, fé tal Beneficio fofle piů vantaggiofo al Beneficiato^ ň al Benefattore; poiché coftretto il Prelato ad'aflentarfi dalla Diocefi col* impiego d'honorifica legatione in fčrvido della Santa'Se-&e* lofňftituicon ampliflima auttoritŕ fuo Vi-Tetro». uh. cario,,ed Amminiftratore Generale intorno alK n*»' ' Anno milb cinque cento venti. Quefti, che era ftampato al conio della probitŕ antica,a temuto da cattivi* efofpirato da Principi. L'Imperatore Ferdinando Primo impartendo confůohonorifi-co Diploma alla di lui Famiglia un»infigne Stemma, volte eternarne la memoria. Feconda pure de» {oggetti nell'Ordine Ec- perfOnaggi clefiaftico qualificatiffimi, comparve in Giufti- Verseri-nopoli la Famiglia Vergeria . Conviene qui deviare alquanto dall'Orme fin ora calcate de*i pjjjfo il tempi trafcorfi , per riftringere in un gruppo quattro Perionaggi Verger], pari di virtů, e di ^ valore > ma difuguali d'euventi. Le cadute degl'infelici paiono piů compaffionevoli , pofteŕ fafcio colle profperitŕ de»buoni. Li due primi fono Pietro Paolo, detto> tra fuoi ilfčniore, 86 Aurelioilfecondo 5 Ambo afcritti al Clero Giů- Aulelio ftinopolitano s'avanzarono ŕgran paffiverfole piů alte mete de^facri honori. Il primo ottenne^n. un Canonicato nell' infigne Metropolitana < Ravenna > edilŕportatofi ali» Ecumenico Concilio di Coftanza nel mille quattro cento quattordici, meritň per il grido fparfo di fua rara virtů eflere fcielto da que* Padri Confcrittiper una Lih.L Della Cattedrale dě Gěuflm&p$ě\ uno de i quattro fcrutatori de' Voti * II fčsofěd©» pure cangiata Capo d* Iftrěa col Capodelmon-ufi. doJRoma, s* avanzň al pofto di Preiato Dome-e »°- fkieo, e Secretarlo in timo di Cleme n te VII. ed* altri fuffeguenti Pon tedei. E quale dovea eflferč diqaefti Verger} l'Integritŕ, la Dottrina>, e la Saviezza, (e un (acro Concilio nelle mani del primo depofitň il proprio Cuore y e piů Sommi Pontefici nel petto dell'altro rachiufero i loro Arcasi? Piegavano giŕ le Mitre piů glorioleŕ cinger loro le fronti > le ambo non lj haveflero conftantementc rifiutate. Forfč gli presagiva il Cuore,, che alla Gente Vergeriafarebbe riufei-topiů decorofoil meritarle , che il conseguirle. Edim vero gli altri due pofteriori> Pietro Paolo il fecondo, e Gio: Battifta, di religione, va-fore> e di virtů >. piů che diiangue Fratelli, fé- Ł ©io:Bat- licemeiafele ottennero. Quefti inPolanelmil- | V le cinque cento trenta tré > e Quegli in Giufti- | BopoH nel fullequente trenta fette # Ma ben | toltole demeritarono . Infauftoauvenitnentc! Non s'affifsa la pupilla ŕl-eggerlo, che non fi di- i ltilli ini pianto. Ma di nmfi dilcapito al iacro ě Clero. Non perde ilfůoluftijola dignitŕ, fči foggertife ne rendono indegni. Succhi chi vuole da quefto fatto, come Ragno f^hifofeit veleno,.e n'eiaggeri degl'infelici 1» alta caduta ?.. h it Clero Giuftinogolitano ne deliba qua ~p. Ttrfonag.delCap.tŕelCkro dě quella. 14$ ingegnofail mele$ e pregiaft delle Tiare da efli conseguite. E quando vi foise alcun' ombra d>-ignominia, dalla Divina Providenza ne* cafi ca-l^xnitofi giammai mancante, ŕ pimofi diifipň. Annibale Grifonio, Famiglia non mai fteri* le.diiňggettillluftri, efsendo ancor Canonico 41 Giuftinopo#( come quello che moki anni $ prima ha vea lode volmente foftenutq l'impiego cI°4'4JAn-4*Inquifitor Generale contro l'eretica pravitŕ nelHftria ) dal Sommo Pontefice Paolo IH. circa 1» anno mille quattro cento quaranta^ cinque fi -delegňGommitěario Apoftolico, perioftegno vttren.iib della Santa Fede nel preaccennato emergente. ^T1^ Alladiife/a dell* affalita Cartagine vi vogliono gli Annibali. Né fu poco decora di quefto Capitolo riparare con uno de* fiioi Membri alle mortali ferite del Capo. Che ič egli non eftinič l»auvampante Incendio ( pregio nerbato dai Cielo alla Face Dominicana di Tomafň Stella ) Ł*»* m almenolo repp reiTe di modo che molti rimafčro illefi, altri feriti riianarano, e la Cittŕ tutta fi prefčrvň. Vide il Qrifonio qual Huouio Eccle-fiaftico,. candido np'coftumu, C4Uto negli impegni, zelante dqllj hpnefto , mantenitore del giufto, equalviflemorě. Né qui s» arreftarono i benefici influffi della Antonio Divi na Affiftenza al Clero di Giuftěnopoli. Vf^ torno ŕ quei tempi 1-a Santa Sede parve gli 144 Lih I. Della Cattedrale ci? Giujtinopoli. " Foia, e poi penfŕfse le due Mitre poco prima fmarrite, ho- diCapod- * r r iftna. fiorandone di quelle non due, ma quattro dc-"' l*7*' Cuoi Figli. Il Primo di quelli fu Antonio Elio* che nel fiore de» fuoi Anni pafsň ŕ Roma, donde i fuoi Antenati havevano qua trasferita la refi-l9t denza. Ecclefiaflicodi doti, talenti, econditio-ni cosě rare, che ben prefŕggi vano idi lui gran- děprogTtQi. S» inoltrň ŕ fervire di confidentiffi- mo Segretario li Sommi Pontefici Clemente VII. Paolo III. e IV. E Io fé con tanta fua lode, che queft» ultimo gli cinfe le tempia colle fŕcre Infule di Pola. Auventurata Chiefŕ, fé di cosě degno Prelato provifta cominciň ŕrifňrgere dalla primiera caduta ! Quindi crefcendo oltre mi-Łůra nel merito fu infignito col titolo decorofo di Patriarca Gierofolimitano , co l'aggiunta ho-norifica di Vicario della Bafilica Vaticana. Se bene furono quelli innocenti ftratagemmi del Beato Pontefice Pio V. accioche ritornaffe ŕfelicitare conia fua prefčnza Roma, e pofcia pro-raovere col fuo zelo il Concilio di Trento, come feguě. Carico alla fine d'anni, ma piů di meriti, infittendo appreflb il novo Pontefice Grego-rio XIII. perche fé gli concedefle per dolce ripofc (6 il ritorno alla Patria, fu rinuntiato Vefcovo di Giuftinopoli $ dove nel breve giro di quattro anni tra ifingulti del Clero, eifofpiri del Popolo, deploranti la perdita del loro amatiflěmo Pao- \ Cap. 7; Terfonag* delCap. e del Clero dě quella. Pallore, e Padre , nel mille cinque cento fčt-tantafň, refe lo fpirito a Dio. Nel Catalogo de» Vefcovi giŕ prodotto rileggafi 1» Elogio di quefto degno Prelato. L* altro Perfonaggio Illuftre del Capitolo, il Matteo quale pure da Giuftinopoli( dove la Nobile fua Barbabian.- Jk . 1 • 1 r -r \ rr caVefcovo ramiglia degnamente horilce) portola giovi-ai P netto ŕ Roma , č Matteo Barbabianca. Non n* puň ridirli quanto riluceffero le rarefile doti in quel gran Teatro della virtů. Lo ammirarono le Corti del Farnefe, del Savelli > del Gamba-^2^ ra, ed» altri piů infigni Porporati 5 ŕfegnoche il Beato Pontefice Pio V. oculatiffimoRimune- ^ //*. ratore del merito, lo deftinň nel mille cinque- e^'^ cento fčffanta fei al Vefcovato di Pola. Con quanto zelo qui s> impiegaffe il Barba bianca , niuno puň meglio atteftarlo della fteffa Chiefa, laqualefňttoildi lui governo da ogni macchia affatto ripulita, comparve tutta candida, ed il-libata, degna Spofa di Chrifto. Mancň egli di vivere nel mille cinque cent» ottanta due > ma la Fama di iua religiofiflima vita, eterna fčn vive. Lafeguenrelnfcrittioneappefaalfiio Ritratto in Capod'Iftria, deefi al fuofepolcroinPola. Matth&Q ^Barbabianca liiSlinopolitano* \ Polenfi Epijcopo ; Qui quandiu buie Ecclefia pr T Tům LibJ. Della Cattedrale di Giuflěnopůlě ; Htreticos [uŕ e Diocefi evellere contenŕit. Cum tandem P afiorali muneri quam maxime ept ěntentHSy Ardenti febre correptus, prope Vrbem Polam č vita deceffit 9 Illius Propinqui P. Anno [album. M.D.LX XXIV. IlTerzocnel merito , e ne gě» honori, e né scofpiaf gli anni coetaneo ŕ predetti, cFrancefcod'An-An.1574. dreis. Calata a fuoi giorni in Giuftinopoli Ulu-ftre, ma hoggi eftinta . Gregorio XIIL ben confapevole del di lui meritň volle fčgnare i primi anni del fůo gloriofb Pontificato colla diluě Afluntionealla mitra Epifcopale di Scopia x Cittŕ nell» Illirico Orientale tra i confini della Macedonia , e della Bulgaria detta hoggi, con no* Manciů, me corrotto V[copia\ e fu nell'anno millecinque cento fettanta quattro . Ma perche un Fanale coslluminofb non reftafle fepolto nel buior l'Arcivefcovo di Strigonia nell» Vngheria lo voi- le aggranditosi! ljalto Candelieredellapropria Chiefa , deftinandolo nel governo di quefta fůoiufFraganeo, e Coadiutore. All'addoflato impiego degnamente fěippll 1* Andreis , efč-gucndo le parti non di miniftro, ma di Principale . La Caritŕ lo riconobbe per fuo fňftegno ; la Prudenza per fuo Efemplare; e la Pietŕ per Tuo iuo Promotore. Cinto alla fine di veneranda ca-nitieil Crine, ma piů di {ante virtů il cuore, morě qual bianco Cigno tra gli ampleffi del Cro-cefiflbdolcemente cantando, per rinascere novella Fenice ad una vita immortale. Confčrvafi fiellanoftra Cattedrale, di cui fu Canonico, il pretiofo donativo di facre > e ricche iupellettili, da lui trasmefňle in con trafegno dello fvifeerato (ůoaffčtto , da niuna diftanza di tempo, ňdi luoco intepidito, non che eftinto. Alla veneranda fůa Effigie, in quefta Capitolare Sagre-ftiaefpofta, fi veggono aggiunte piů linee, le quali dal tempo edace alquanto corroie in fo-ftanza cosě rilevano ? Viva Imago Francifcě de Andreis, Epifcopi Scopicnfěsě Qui cum Itiftinopolim (uam Patriam Epi/copali Dignitate in 'Tartibus Hugark adepta Exornafiet \ Hanc D. Naz^arij Cathedralem SacrisT)onis ditavit. Il Quarto , ed ultimo di quello numero č Giovanni Giovanni Bruni, degno Fratello di Gafparo Ca- dvefc. a;-valiere di Malta, e Commendatore di Coftan- ! za. Col dovitiofo Capitale dell'Ecclefiaftiche virtů s'apri l'adito nella gratia piů che nella Corte del Santo Porporato, & Arcivelcovo di Man^ Milano Carlo, dal quale ftimofli degno del fůo *•/•<• «7. T z beni- 748 LibJ.DelUCattčdralediGěuftmňpólě benigniffimo affetto. Né qui arreftando de» felici progredě il coriň, acquiftň tanto d'eftima-tione nella publica Fama, che al veridico rimbombo di quefta in Roma fu egli infignito della VclfĚ%\' Tiara Arciepiicopale d'Antivari nell'Albania ***• l'anno mille cinque cent'ottant»uno ; donde anni prima il predetto Cavaliere fuo Fratello trasferito havea fé, e la fua Cafŕ in Capo d'~ Iftria per fňttrarfi pialla barbarie Ottomana, e fň^to il fňave Impero del Veneto Leone godere un'imperturbabile ripofo . Sicché venne adil-lultrare la Cittŕ colla nobile fua Famiglia, e colla degna Perfňna di Giovanni il Clero. Nčin ciň s'alterarono le regole dell'Ecclefiaftico in-nefto; quando alla mancanza dell* Origine 9 e del Beneficio degnamente fupplil' acquiftň del Domicilio. Giacomo Piů fcarfb di fŕcre Mitre Epifcopali riufcl al di Clero Giuftinopolitano il lecolo ormai cadente, ^ quello gli fu prodigo il caduto 5 una fňla ne conta fin ora 5 ma queft»una, fé riftleteffi alle doti incomparabili dell'afTunto foggetro, uguaglia il numero di molte. Vacava la fanta Catte- dra d» Emonia, oggi Cittanova ŕ Noi confinan- te. e Clemente X. Pontefice tra gě'Ottimi Mat fimo, chěufňŕ pretendenti l'orecchio, la conferě ŕ Giacomo Bruti) allora Canonico di quefto Capitolo. Ne potea bramarfi elettione, ň piů prň- Caprj. Vtrjňtidggi del Cap č del Clero dě quella. propria, ň piů proficua . La Nobile Famiglia Bruti, che al cadere dell» Epiro fotto il tirannico giogo del Turco, fcielfe per fůo fňggiorno Giuftinopoli 5 fé per antico retaggio impiegň fčmpre alcuno de» fuoi al gloriofo maneggio dell» Armi, vi volea un' Ecclefiaftico, che trat-teggiafle il Paftorale, e la Penna. Tanto riferbň il Gelo al Vefcovo Giacomo ; il quale giunto nella Diocefi bifognofŕ di rifforma per la deplorabile cecitŕ del Predeceflore Carmini, co 1»-l» efemplaritŕ de» coftumi, e co 1» innocenza del-la vita intimň ŕ quel Clero, e Popolo una viva legge di Criftianaoffervanza, el»uno, e l'altro fňa veniente riformň. Indi per rendere durevole ŕ tutti i tempi coslfanta emenda , coli» adunanza d'unSinodo Diocefano di foaviConfti-tutioni ripienofŕggiamente la {labili. L'aumento del Clero, lo fplen dorč delle Chiefč, la frequenza de»Sacramenti furono i fuoimaggiori, ed inceflanti impieghi. Ma troppo pretto mancň ŕ pň veri il Pad re, a buoni il Tutelare, ŕLet-terati il Mecenate; morě 1» anno mille lei cento fettanta nove per fčmpre vivere . Giace nella Chiefa della Beata Vergine in Buie, Terra della fěiaDiocefč, dove quelbofčquiofo Capitolo gl»-appefč queft* Elogio • lŕ* ¦tjó Lib. I. Della Cattedrale dě Giujtinopoli. Jacobo'Bruto, Epifcopo Emonienfěi Vigilanti*, Doŕrina , Familia, ter magno; Qui Hatim, ac EccUfi&fponfus Pronubo Clem. X. confiitutus efty FtcundaProle Charitatis Pater Pauperueva(it> Clerum Sanéěifs. Sinod. Confittut ione, Nec non'viva exempli Lege Ad Cali normam direxět. Annos vixit, heů nimium breves LI. Si enumeras Gejěa > fatila credes. Qmn facri Amoris in Rogo Ceti Phentx Genti Itti a T>eo revixit • Canonici "Bulearum aAlmutu lure, Eius Opera decorati, Obfequij monumentum Prafidi meritifs. Pofuere. Anno M. DC. LXXX. Alle Chiefe Egifcopali , fin* ora addotte, goftfno deefi aggiungere per ultimo 1» A bbatia di Santo Abbate di Andrea Apoftolo di Bilztria nella Schiavonia, f^'o. di fŕcra Mitra, ePaftoraleinfignita ; e dalla Ce-fŕrea Maeftŕ di Leopoldo Primo Regnante, nel mille (ci cento novanta , deftinata confuo Au-gufto Diploma ad Agoftino de* Carli, Nobile Famiglia di Giuftinopoli 5 Egli, che fino da» teneri Annimilitň a beneficio di quefta Cattedrale, ne accresce ora le glorie, con nuove marche d» honore. -¦T Con Gap. 7. 'PerfinagJel Cap. e del Clero di quella, y 1 Con tante Mitre*, che fono il fŕcro fregio delle Corone, coronate giŕ le Tempia del Capito-io Giuftinopolitano, e fuo Clero, pongali fine > e fi coroni il primo Libro. Lf LIBRO SECONDO. Delle Chiefe Secolari, e Regolari, Scaltri LuoghiPii. Nella Cittŕ di Capo d> Iftria. C A P I T O L O PRIMO. Chiefe Secolari della Cittŕ. SE la Gratia Divina č quella pre tiofŕ ruggia-da, che feconda di Santitŕ lo fterile terreno dej Cuori, a gran ragione dallo Scoglio, benché fa(Tofň di Giuftinopoli germogliano copiofi i frutti della Griftiana divotione. Per il lungo tratto di piů fčcoli giacque egli infecondo , perche inculto ; e le la Gentile fierezza de»-Colchi lo coltivň, produr non potea, che fter-pi pungenti d* Idoli bugiardi, di Palladi mentite , ed Egide favolofč. Ma dacché il Santo Diacono Elio, quŕfpedito dal Beatilfimo fuo Mae-fěro Ermagora , coil* Apoftolico fuo zelol* in-franfe, eco»fuoi fecondifudoril'innaffiň; cam-bioffi in quel Campo ferace, dove allignano gl>-odariferi fiori della virtů, e i dolciflimifratti dell- Cap.tCbiefe Secolari delia Cittŕ. 14.7 dell'Honetěŕ. Se dunque ufcimmo dal noftro Duomo, cioč adire dalla Cala Dominicale del Signore de*Signori, e dallaRefidenza Signorile del Prelato, e fuo Capitolo , che furono K Argomento del primo Libro ; qui ŕ Noi fi pre-fčntanole Chiefč, iMonafteri, gl'Hoipitali, Argomen; e gě»altri Luoghi pij della Cittŕ nel recinto di ^ Capod'Iftriadifleminati, ed eretti} iquali tutti partitamente delcritti porgeranno il tema al * fecondo Libro. R Eretto, che fu il noftro Duomo netquarant*-ottodinoftraiŕlute, come dicemmo» la Pietŕ Giuftinopolitana tanto s* avanzň nel Culto Divino, che allo fenver del Manzioli n eli* anno ducento dieci fi numerarono piů Chiefč, le qua-li pofeia notabilmente accresciute nel mille fči-cent* undeci oltre paffarono il numero di trenta. Numerofčnza dubbio eccedente* sllaquantitŕ moderata del Clero, deftinato alla quotidia-na loro cultura, come pure l»angufto recinto della Cittŕ riftrettoŕ due fcarfč miglia. Manu-mero peraltro vantaggiofoŕrimoftrare la grande pietŕ del Popolo; quando imbeuuto della vera Religione riempi il iuo Scoglio di Santuari j e quefti vi č piů moltipllcati ( benché molti per l'antichitŕ divenuti rovinoli > ed altri per l'aggiunta de» moderni refi fěiperflui ) {ňpravanza-no oggi il numero di quaranta. K Tut-, Lib. tDelle Cbiefe Secolar uč R egolarě, Tutte quefte riconofeeremo ŕ parte. Ma oltre ** prima $«allegeri{ca il Manzioli dalla taccia di Scrittore meno fondato incaricatagli dall» Iftori-S^mmI co di Triefte in quefti fenfi. Senzs ombra di fon-21011 ' damtnto afiegna il Manipoli ali anno ducenfo dieci la fabbrica di molte Chiefi-, Quando qb Editti Eěfi. Ttrg. . J rfr . //. - ^ V ' . ^9 O . *;*.5. cap.rigorcfijjimi publicatt nel primo, ^ (econdojecolo "^ 5IX- dogi* Imperatori contro laChtefacolle fiere, e con-tinueperfecutioni de* Crifitani, vietavano il fabbricare pubicamente Ch'tefe. NčŕChriflianifk concefja tal libertŕ, ^* ## y?ro/o /#/*r0 f (?« »w//» * 4»^, dopo quello del ducentO) edieciafegnato dal ManZiioli ; Quando h Imperatore Cofiantino Magno y abiurando b Idolatria, abbraccio la no/ira Santa Fede. Ma crediamo Noi, che il Man-pifefa del ziolěnellefacrc, e profane Iftorie verfatiffimo, ' ignorafle 1» infelicitŕ di queglj anni j ň nel riferire gl»euventi piů rimarcabili della Patria fofle leggiero, ň infido? Diafegli pure piena fede. h Anno del Signore ducento, e dieci ( cosě egli (eri ve) furono fatte motte altre Chiefé, (fEdif-cj temporali 5 Éf in particolare il Cafěedo difeofto dalla Cittŕ cento paffa, conia Strada, che va in Terra ferma conii Ponti. E ioggiunfč. Di quefloCaětello trovo anco nella Cronica di S. Nicolo del Lido di Genetta, che al tempo di Steffano Ve/covo di Aquileja,gl> Iftrianigravemente afflitti per bmcurlioni de* "Barbari, fi ritirarono netb- Jfo- Cap • ir. Chiefe Secolari della Cittŕ. Jfoladě Pallade, ove fabbricarono habitat ioni, & un Cajlello. Dun que la fabbrica di piů Chie-fč nel noftro Scoglio fčguě nel ducento dieci, quando vi fi fabbricň il Gattello co* Ponti, che quello unifcono al Continente $ il qual Gattello fi riedificň ne* primi anni fopra il cinque cento , al ricovero qui prefo da Steftano Patriarca A-quile/efe. Né di quefta geminata fŕbbrica mancano auttenticiirifcontrL La Cronica del Veneto Lědp( Opera di Benedetto Guidi Monaco Caffinefč ) ne regiftrala feconda 5 e Nicolo Manzioli ne fcrive la prima. Ma quale fi č di quefto Auttoreil fondamento ricercaMftorico di TYiefte. Quello appunto, che egli fteflfbad^ duce, perdimoftrare, che Trieftefoffe tré volte diftrutto, e tre volte riedificato 5 e perň detto da Latini, Terge/lum^ cioč Aimmemorabile tra-ditione de* [noi Antecepri, che tanto a Tofieri tramandň. Ecco disellato il fondamento del Manzioli nell'aflerire edificato il Caftello nel ducento dieci. Al che fé aggiungerti alcuna memoria da eflb riletta ,forfč colpirei il punto. Ma fia meglio cosi m'inoltri. Intorno all'anno decimo fo^ra ilducenteu-mos» edificň in Egida il Cartellň, e nello fteffo tempovifidrizarono piů Chiefe 5 Tantofcrive il Manzioli, concatenan do in un medefimo pe-^ riodo ambe le Fabbriche, profana, e fŕcra. / "Vi Del- ijo Lih. m\ Delle Chiejč Secolari fi Regolari. Dell'edificato Gattello giŕ difcoprimmol*irré~ fragabile fondamento ; dunque pari certezza fortir deve la fabbrica delle Chiefe. Odo la fŕg-gia replica. In que»primi fčcoli puote la Cittŕ premunirficon un Caftello, mŕnonfantificarfi con piň Chiefe j ftante il jfommo rigore degl» E-dittifulminati non contro la ficurezza de>Popoli , ma per opprefiěone della Santa Fede. Si riai^ lumano per tanto gh efŕggerati Editti. Per dife-fŕ dell» Innocenza anco le taglienti fpade fervono fovente diforte feudo i Con eguale rigore vietavafi in quelli, e la fabbrica delle Chiefe, dolci ricoveri de» Chri-ftianij eia confiftenza de*Chrftiani, di voti cultori delle Chiefe. Quis qui?et t ( vaglia per tutti queft>unica dell^empio Adriano ) qui fa-(ces Imperif poffědes , ubicumque Chriflianos defelle > occidey Templaq: ilio rum everte». Con tutto eia nell»Iftria , da'primi anni della fede nafeentefinoŕnoftri giorni al ve oIddio fedel-le, mai mancň un buon^ numero de»facri Operar}, ede*veri fedeli. • Giaceanfene molti di diqueflri, ne*primi fčcoiir fparfi, e difperfi in piňluochi di quella y perche efpofti alle furie dell^infieritaGentilefima. Mi altri non pochi ricoverati nel noftro Scoglio , godeano maggior ficurezza, come premuniti da agni impro-vifň infulto dalla, ůatura col Mare > e col n uovo Cap.i. Delle Chěefe Secolari della Citta. Gattello dall'Arte. Quindi č, che fé in piů parti della Provincia fčguironofpieta ti martirj, fin-, golarmente in Trieftej non fi legge martiriza-to alcun fedele in Egida $ ňfoffe ciň perlami-nor applicatone de> Gentili contro de*Chri-Łf^ ftiani, immuni per un fecolo da ogni barbara ^s* efčcutione (mentre dall'anno [cento cinquantanno, infigne perla morte delli Santi Diaconi Lazaro, ed Apollinare > fino al ducente cinquanta fei illuftrato colfŕngue dellejSante Vergini Euffemia, e Teck, non riportano i fŕcri Annali alcun martirio feguitonelUftria) ň pure per l'accorta condotta degM-f abitanti del no-ftro Scoglio nel mitigare il fiero rigore de» Prefidi. Rinforzai miei riflefll la dolce tranquilliti ne» primi anni dopo il fecondo fčcole dal Cielo impartitaŕ tutta la Chriftianitŕ> regiftrandolo Schonlebenfbtto Iranno ducento quattordeci; Tranquilla interea res CbriHiam Religioni* (uh Am*ě. htiJHs Antonini Imperio. Or qual ripugnanza, c}*ra7*»nP.* che dopo il ducento dalla Divina Previdenza ZI^iaz* tanto per Noi privilegiato, qui fifabbricaflero piů Chieie, non giŕ divalla ftruttura, mŕŕ guifk d'angufti Oratori? Rimofla ogn»ombra del controverfň millefěmo, numeriamo Noi ora gě*altri luoghi pijdella Cittŕ con buon ordine. ^™rf; Alle quaranta Chiefč qui oericonfiftentis*- & altri* * r *~\ i "xk 1 • • luoghi pijt accopiano fei Conventi de Mendicanti, un denei P jjl Liht.D elle Chěefe$ecolariye Regolari. Priorato de'Monaci > due Monafteri di fŕt:re Vergini, treOratorj, novefŕle, e venti fette Confraternittŕ de» Laici j due Hofpitali, con un facro Monte di Pietŕ. Tutti luochi fŕcro fanti , li quali conteftano 1* efimia divotione di Giů-ftinapoli. Né puntooftaŕ tantamoltiplicitŕK anguftia dello Scoglio ; poiché la Chriftiana, Religione, folita ŕ fabbricare co* i modelli dei Gielo > quando ancoicarfeggia il baffo piano del fůolo, col drizzare le fůe fabbriche fui dorfo de-gl*erti Edificj, sa bene archittetare, per cosě dire, ne* campi fpatiofi dell» Aria. Se n e no ti il degnorifeontro. Dopňilcinquecentodinoftra falute la Cittŕ y anni prima dalla barbarie deglj-Hunni, e de^Gotti,, affieme colMftria poco cam. jxittě. che děftiutta , cominciň ŕ riforgere co»ri-guardevoli Edificj . Che perňli due Patriarchi Aquilejefi ,: Marcellino nel duodecimo fufle-¦. guente, eSteffano intorno al vigefimo , per for-Aquik>fitrarfi dalla fiera incurfione pur de>Gotti,. che di-«c^verati |*en^)rj pertinaci dell» Arianefimo , incrudelivano contro la Chielŕ ^ efuoiPrelatů quŕfiri-coverarono come ůi ficuro afilo- Ma lo ftudio maggiora del Pňpolo non fu tanto la fabbrica C delle Cafč private, quanta delle Chiefč, Reg-gieterrene dell'adorato Signore. E ciňfe»con, tamo ardore di fpirito, che havendogiŕfteflala' Cittŕ coli» aggiunta de1 nuovi Borghi fino alla fpiag- btn Cap.^Ckieje Secolari della Cittŕ. # (piaggia eftrema del mare ( il che (čgul intorno al cinque cento ven v otto ) su gě» Archi dell» an-ttche , e primiere Porte s» auvanzň ŕ fabbricare piů, č piů Chiefč. E qual eccello di pietŕ piů raffinata, che premunire le publiche Porte con tanti inefpugnabili Baluardi > quanti Tempi 5 e *ciegliere perfěioi Tutelari invitti,, tanti Santi 9 quanti eranodiquelli i Titolari glqriofi? Ovfc fino da primi fčcoli gli Archi delle Porte, quafi * fěipplendo alla riftretezza del piano, férvirono di fondamento alla ftruttura de» nuovi San tuarj 5 non fia maraviglia , che ŕ noftri giorni tanto fiafi accreiciuto il numero delle Chiefč, e Luo-chi pi j. Ma il buon incontro di quelle Porte apre ŕ Noi ampia la ftradaper riftringere, e delineare in quefto Capo tutte le Chiefč focolari, fi fňura di quelle, come per la Cittŕ erette j tanto piů, che il numero duodenario delle fteffe Por- Jw te, numeroallofcnverde»Peririefpreffivodel- XIU la Chiefa, e fůe eccelfč prerogative e» afficura di feliciflěma guida. E giŕ fette delle medefime Chiefč C\ rachiudono nell' attinenze di Porta Ifň- ch lana, cosi detra dalla Terra d'Ifola, difcpfta di lana qui il tratto Maritimo di cinque miglia. Pofto en tro di quefta Porta il piede s* alza ali» incontro foura due Archi la Prima di Santa Soffia, una delle piů antiche, eretta per tutela della Patria • Chie- LibjDelleChiefe Secolari^Regolari. Chiefŕ non molto vafta, ma decentemente pro-vifta. Torcendo pofcia allato finiftro trovatila da ^Sn" feconda della Beatiffima Vergine Aflunta al Vergine Cielo, detta dal Voko la Rotonda. dalla fis;u-ra circolare > che l'architetta. Fu quelta in tutti i tempi riguardevole, fěngolarmente perla (ůa Ancona , pretiofa pittura delHnfigne Car-patio ; dove raffigurali cosi al vivo lafolenne coronatione della Vergine per mano dell» Eterno Padre, che fčmbra all'occhio non dipinta, ma viva. Oggi perň, che ha Wngreflb rivolto ali» Oriente, e che in faccia ŕ quello tiene il do nobile Altare , riefce piů vaga , perche piů regolata . Di qua inoltrandoci a dirittura s» incontra su 1» ampia Piazza del Brolo la terza diS. Gio-s.Giovan. vanni Evangelista, dalla fua Confraternitŕ affittita; Acuifuccede, verfb le mura della Cittŕ, quella dell» altro EvangeliftaS. Marco > ove Sbarco. N J ~1 . n O ih*.*.?* el'Olpitale delle Donne; Opera caritativa di Marco Trivifŕno^ e da defcriverfi ŕluoluoco. Indi {correndo pochi paffi piů oltre, v» č la Chiefŕ dedicata ali» Archangelo S Michele, la quale coni» adorata effigie d» altri Angioli adorna ) raflembra un Coro terreno di que»fpiriti beati. Ritornati in fine al Foro preaccennato, difeuo-pronfi I» ultime due, dedicate al Santo Pr^ecur-! (ore Battifta, 8c al gloriofb AreopagitaDioni-fio j amber per piů titoli venerabili, e conde- cen- & Delle Chhfč Secolari della Citta, centi. Nell'una di figura ovata, eperbaltez-atěji^ e larghezza ŕ proportione diěpofta , che č del S. Precursore, vi fono n el mezzo, il Batti-fteriorachiufoin un gran Vaiň ŕi marmo di lavoro ottangolare ; ed ŕ capo , 1» Altare (della Beatiflěma Vergine del Cannine, arrichito di vaghi, e pretiofi marmi. Siperfettionňquefto /acro Tempio al primo di Settembre del mille trecento dieci fette . Nell* altra d'architettura ^of quadra, edifolata, che č del Beato Areopagi-ta, fi confervano diverfe Reliquie intigni de*-Santi, tra le quali l'innocente Corpiccivolo d'altro Santo Martire dello fteflo Nome Dionifio* Sx. Rdi-€ntro di ricca Vrna lumeggiata d^ oro, e cinta podf Sa°n" di chriftalli, degno ricovero di quella fpoglia ^ beata. Il pretiofo regalo di quefte fa ere Reliquie, e de» 1 oro Reliquiarj, č parto della pietŕ del Ca-i nonico Dipnitěo Brutij..-il quale ad' immitatio-ne de» fuoi illuftri Antenati, profetando (ingoiare oflčquio al Santo Areopagita, s'impiega follecitoa decorare de» nuovi fregiqtieftaChie-fa. Quando fňlle ella edificata, nulla conlia di certo . Rimbomba la fama eflfer ella una delle prime; anzi vuole tal uno fofTe la prima fabbri^ cata in Giuftinopoli negl'eiTordj difůa Santa Gonverfione ; il che , (e auverafi , vanterŕ 1»9j origine del Beato Elio circa 1» Anno cinquantefi-mo di noftra fŕlute. " . " X In ij6 LibjDelle Chiefe Secolari,*Regolari; in jn faccia di Porta Bufledraga, che č la fčcon- Porta Buf- i i g da nell» ordine, s'alza loura degli Archi della *ó,es.Do. Porta antica, la Chiela dedicata alii Santi Levita Lorenzo , e Vefcovo Donato . Sembra quefta una fola Chiefa ripartita in due, ň pur due accoppiate in una; e perň č piů larga che f,. lunga, co» gli Altari de» fěioi Santi porti ŕ fronte nella ftefla linea ; ma non corrifpondendo 1» altezza, efigge piů decente riftauro . Perdivo-tione i e profitto fpirituale del Popolo, in quefte contrade piů numerofo, vi fi conierva 1» Ŕugu-ftiflmio Sacramento ; del che incombe 1* obligo precido ad un Sacerdote beneficiatola di cui no- [\ mina č Padronato del Decano della Cattedrale, col Cavediere di quefta Porta. Ertile inveterato della Cittŕ prefiggere ŕ ciafeuna delle fue Porte un Cuttode delle Chiavi di quelle; dal che ne derivň il nome di Chiavediere, ň fia corrottamente Cavediere. chjcfc di La terza porta detta di S. Pietro rivolta ali*- Pietro. Oriente, ci prelenta due Chiefe 5 Vna di Santo StefFano Proto martire anticamente edificata su gli Archi della Porta primiera. Vedefi abbellita ŕnoftri giorni con Cielo decente , e con Palla a.arcuano. nuova $ raffigurante 1» Immagine del Santo Pro> to martire, colle due ŕ lati de» i gloriofi Veico-viNazario , ed Agoftino . L'altra č intitolata s. Tcodo- all» in vitto Eroe S, Teodoro. Chiefŕ perlafua indi- r ¦ _ Cappi.Cbie(č Secolari delti Cittŕ. indigenza altre volte interdetta, &: oggi rifarci-ta, e ŕfůfficienza rimodernata dalla di votione verfo il Santo di Giovanni Almerigotto, anti-chiffima Famiglia della Patria. Giace piů oltre la Porta detta diS.Tomafb, gjefi di che su sii archi dell» antico fuo pofto, tiene la Łorta rs-Cruda eretta al nome immortale dello ite ilo A-poftolo. Equeftadi molta divorione, fi peri»- ' ^ Auguftiffimo Sactamento , che ivi s>adora, come per l'Oratorio di S« Filippo Neri ad* efla unito. Vanta fra 1» altre P itture quella celebre delCarpatio. Qui al di fotto entro di piccola Capella fi conferva la miracolofiffima Immagine del Crocefi/IbRedentorŕ, di cuiquanto fia- Crocefi/n> nocopiofelegratie impartite al Popolo di voto, miracoo°-ne parlano con muta voce le appefč Tabelle. Non molto lungi di qua la pia Di votione di Giacomo de* i Marchefi Gravi fi in efteutione della fanta mente de^oi predefunti Maggiori , ha eretta (otto il titolo felicififlěmo del Santo Martire Giuftoaltra Chiela . Diflegno nuovo, rnŕs.Giua©, coftruito all*antica5 perche con un volromaflě-cio di pietra, foftenutodŕ quattro lodi pilaftri, i quali inarcati lo regono con piů nicchi 5 colle fi-neftre tutte aperte all*alto, cheloriemponodi viva luce 5 E con un fblo Altare, che per ra-egionedi pitture, e di marmi equivale ŕ molti * In una lapida incaftrata su la porta al di dentra> • " ' X % kg- Liki&elk Chěefe fotofobe Regolari, leggefě la memoria di (uŕ folenne Confčcrationc in quelle linee. Patil(isNaldmi\ JEpifcopus Iuftinopolitanm TTemplum hoc S, luflo MarL ereéěum, \ \ DieXVII Maijy Fetta SS.Trimtatu, )\ Confěcravit. An.M.DC.XClll. dt Le Chiefč di Porta Pe trorio, cosě detta dagli Sa°mf.Qsul Amichi, ň pure d'Ogni Santi, come oggi it Volgo , fono le jfčguen ti. La prima dello ftefTo titolo.Oera Santi, fi foftiene dadi Archi della Santi!11 Porta antica• Giŕ rachiudeva tre Altari divifi in tre nicchi eguali > e tatti polli ŕ fronte. Ma oggi ridotti quefti in uno, rieice egli piů acconcio ali* angufto recinto. Fu giŕ confecrata da Marco Semitecolo il primo Novembre del mille trecento quaranta j e in oggi dalla fěia Confraternita č in miglior forma abbellita. A capo della sGiorgiovPiazza, dettail Brolo > fin dove flendefi quella Porta,, ve la feconda di San Giorgio Martire, giŕ coniecrata da Giovanni Loredano nel mille trecento novantuno ; benché oggi languifca tanto fcarfa de» proven ti,, quanto angulla di (ito. Eia terza e di San Giacomo Apoftolo, la quale S. Giaco- -. .v . . r j- t • *'¦ mo.. cfa piů ampio giro, ferve di condegno ncovero ale Figlie ne»giorni fedivi qui raccolte ad preti- ecolaridellaCitila. prendere i rudimenti vitali della Chriftian* Dottrina. Altre tante le rie contano in Porta Bufterěa. Euvi quella de» Santi Martiri Vito, e Modello, decorata con publica Proceffione nel giorno na- ss. věw; talitio de'fuoi gloriofi Titolari. Euvi l'altra dicModcfto Santa Maria Nova {ňtto gli aufpicj au ventura ti della Beatiffima Vergine, prefčntata al Tempio. Chiefŕ, che nuova di titolo, conta due ^J^f ičcoli di fua ftruttura > come rilevano gli Atti m.v. del Valareffo, che nel mille quattro cento ottani otto obligňlarConfra temiti ad» aften erfi di f^ ^*w piů celebrare nella propria Sala, provifta giŕ di r°*- lŁoL ifuova, e decente Chiefa. In quefta di tre Ak Tom. z.fot. tari arrichirŕ, l^Nobile Famiglia de» Vittori gode l> antico Padronato di pingue Beneficio. Al di lei dorfo appoggiali la recente fabbrica del Collegio, drizzato dalla Cittŕŕ beneficio prň-* prio, ed univerfale della florida Gioventů dell»- Coucgu> Iftria: dove concorrendo dalle parti anco piů rimote S'approffitta nelle lettere humane, enelK Artiliberali ; per il che fi conducono da quefta Publico esperti Maeftri, e dotti Lettori co 1* annuo storio d* honorevoli ftipendj y e fin' ora degnamente v*a(fifterono i Chierici Regolari So-mafchiconnumerola comitiva de*Convittori. Euvě per ultimo la Cniefa di Santo Antonio Ab- Abb"te.nw> bate. Dall * auvampante fuoco di quefto Santo, acce- uo Lěi.s.DelleCkteJč Secolari/Regolari. accefo di viva divotione Clarello > originario di Trevifo , ed habitante in Giuftinopoli, correndo I*annom41e trecento iettantaicinque, ŕ fiie fpefe la fondň j, e perche haveflead» emulare nella durevolezza la fiamma ineftinguibile del n*g. nu fůo Titolare , alii quindici d'Ottobre dell» an-<#• i.fii.73- no pre icircuito, ma piů d» entrate nitretta, le non quanto la tenera Pietŕ de» Con vicini in quel recinto , che č 1JEmporio della Cittŕ, piů nu- merofi, merofi, e la dilata > e la migliora. La piů coit tiguačinfignitacol titolo del SantoVeicovodi Nizza nella Provenga Baffo, da cuiin difeia della Santa Fede S'imporporň col proprio fŕngue il candore dellafacra ftola ; S» interna larga, e lunga a proportione nell'Hofpitale degbhuq-meni, detto di S. Nazario, del quale ripiglia-remo altrove. E perň gode 1» indulto di confer-vare 1» Auguftiffimo Sacramento per riftoro de«i poveri languenti, & il Fonte Battifmale per lv urgenze de* Bambini efpofti. Sopra di quefta s>-adora in divota Capelěetta 1» Immagine prodi-^iofŕ del Crocefiffo Sienore : dove nej i Vener-di di Marzo per divotione del Popolo concorrente, fuole offerir fi il fblenne Sacrifěcio della Santa Mefla. Nella riftauratione di quefta Chiefa fatta con altri beneficj alluocopio, nel fčcolo decaduto, la pietŕ di Pietro Paolo Zarot-ti, che ne fu 1» induftre Promotore, riportň la feguente Infcrittione, la quale imprimefi in quefto foglio, come giace 1 colpita nel marmo • Hanc Divi Baffi jŁdem, In ampliorem, elegantioremq\formam redaffam ; JEt hujus [acri Ho[pttij Supellefitlem tnllauratam, Charitatemq. in Pauperes adhtbitam, Petrus Paulus Z*rottus Froc; hiijiis loci Cdp.i>Chěe[eSecolari delia Cittŕ n 16} -.-—;.• Deodicavit. M.D.JCCIIL Non mancano le fůe Chiefč ŕ Porta Maggio- ChIefe dě re, le qirali almeno per il fito non potranno dirfi f,orta. . tra le altre le minori. A capo la ftrada, che chiude 1» ampia fua Piazfca , s» erge quella del Santo Papa, e Martire Clemente; ŕcuilafer-vorofŕ divotione del Popolo accoppiň 1* adorata Effigie in rilievo del Santo Cardinale, idea, &C ornamento de» Vefcovi, Carlo Borromeo. La Menfa dell» Aitar maggiore di vaghi, e fini mar^é mi non puň efler meglio principiata ; mŕfňfpi-ra il compimento > il quale farŕ la corona dell*» opera. Altre volte s» arrichě colla pretiolŕ cu-ftodfa del Venerabile; per il che daBafegio di Ba/čgio> nel mille quattro cento venti due, forti il gratiofo affegnamento di ftabili proventi. Nel torcere a mano finiftra fi difcuopre baltra del Santo Vcfcovo, e Martire di Ravenna A-pollinare -, fé bene non vi fi celebra folennita ^"a s. maggiore , che nel giorno teitivo degl» Inno* ro, centi. Dal che forfč derivň > che ella fi denomini dal Volgo S. Criftoforo. E pio coftume d> alcune Chiefe della noftra Italia , celebrato il Santo Natale del Redentore, folennizzare il di-fŕftrofo, e lungo viaggio fatto dalla Beatiffima Vergine da Nazaret ali» Egitto, portando colŕ d'ordine celefteilfuo Bambino Giesů, perfot-trarlo dalla barbarie dell'empio Herode, che Y per 1 Zib.iDelleChiefě Secolari^ Regolari • per ucciderlo fe\crudeliiluna fca^gge di tante migliŕiadcfanciulli Innocenti.Ł quéfta'Fella dicefi colŕ* la ChriBqfvria > qaÉŮŕChrifium ferendo. Puň eflere , che tale da primi tempi ftěflelaiolennitŕ da noi ora celebrata nella Ohie-iŕ di Santo Apoljinare nel giorno degl'innocenti .., e che Con voce piů corrotta ella dicafi dal tra-iporto.diCriftofatto da Maria, San Ghriftofa-j:o. Moltopiů che nel gioěno;natalitio di c^uefto Santonulla9 ň pocodiěuiiifefteggianella.ftefla Chiefŕj ancorchéjfůll»Ancona dell'Altareri-inaurato, vicampeggiladiluiiŕcra Bffigie j ag-gmntayi forie dalla mera (implicita d» inelperto Drvoto. di Porta Brazzolo^ che č la decima nell' ordi- nc » abbraccia le due Chiefe ;de»5anti Martiri Vldarico, e Leonardo. Quella ieconda č nel s. Uonar/uo materiale ,di pocoxilievo*, perche angufta^ do' icarfa, e mendica ŕi moltoj le ben eridotta og-2iad unfňlo Altare, alquanto mieliora. Sup- pitice a queitaieconaa la prima, decoroia ^ gran-d ed alta a condecente xn^ůra. Tu dia due volte iňknnemente confecrataj perche prima fi diftrufle^ e un ičcolo dopo fi riedifico. La piůanticŕconfčcroffi ŕ dě tredici Aprile^lelmille ducento ven t» junodal B. AHalone, e la piů mo-dernaŕ di vent» uno Ottobre ^cilfňgg-or-no della Religione Domenicana. V'entrň( per quello decan ta 1» immemorabile traditione, in-neftata ne» cuori-de» Cittadini> enelleCr^ni-che dell' Ordineimprefla, perňpera delluo gl^r riofo Fondatore Domenico. E fu, ň nel deci? fette foura il mille ducento, allorché egli approdň ŕi Veneti Lidi., jper aiidarěčjie za accende re 170 LikiDelle Chiefe Secolari^ Regolari, dere ne» Popoli Orientali, colla Canicola di .fui ferventiffimapredicatione, il lumeineftěngui-bile della Santa Fede 5. ň nell»annovigefimofuŁ iequente , quando trafcorfa la Marca Trivifŕ-na, s'auvanzňnelFriuIi, dove aprě in Civida-le 1» Hofpitio alla fuŕ Religione. In uno di quelli '«r/ifci. due tempi-C fcriveGio: Michele Pio*) ha del cre-«f. *4- dibile, che inoltratofi nel!» Iftria alle dette Pro-vincie confinante , fondaflfe il-Conventoin-Giu-0dispDo:fěinopoli. O pure come altri dello fteflb Ordě-mcnico. ne affermano, fé ciň non fčguě per mano del Santo Patriarca, ) opponendoti altri Cronifti aldiluipaflaggiodaVenetia nelleProvinciefů-dette) fi effettuň dal zelantiffimofuoDifcepo-o pme dě lo, e Figlio Giacinto 5 quando quelli nel fuori-^#Guan'tornodaRoma in Polonia , coji Beati Ceslao ed Ermano ambo di Religione, fnŕ<^uello anco di fŕngue? ad eflb congiunti, toccň oltre Ve-netia, ilFriuli, Mftria, e la Schiavonia j indi a ttraverfŕta la'Germania fi ricondufleinCra-covia fěia Patria. Il che avenne nel tempo preaccennato, perche ancor viventeS. Domenico,il quale nell* immediato vent» uno cangiň in Bologna gli ften ti laboriofi di quefta vita co'i godimenti beati dell» Eternitŕ . Auvalorafi quefta degna coniettura dalla lodevole confuetudine negli altri Conventi Domenicani efattamente cuftodita, e qui fňlo alquanto alterata 5 la quale r t Cap.^Chěefé SecolaridellaGittk. iji le č di nobilitare i luochi piů riguarde voli de»-Monafterj, comeSagreftia, Capitolo, Dor* mitorio , Refettorio , &C altri, coli»Effigie,' ň (colpita ne* marmi, ň animata nelle tele del Santo Inftitutore, e Padre Domenico. E con ragione; perche fé egli č il benefico Fondatore della Religione, e ben convenevole, che ogni fěio Convento ne confčrvi la grata memoria col fenfibile moltiplico della di lui viva Immagine. Solo in Giuftinopoli quelěa legge di raffinata gratitudine alquanto faliffe ; mentre ne* luochi predetti campeggiano quafi. moltiplicate del pari le lacre Immagini di Giacinto, e di Domenico . Ma fé sbagli non fono i dettami del Gelo, fbr/e con quefte raddoppiate Effigie pfetefčro que* primi Padri rimoftrare ŕloro Pofteri 1» obli^ go qui douuto, e ŕ Domenico come Inftitutore dell* Ordine, e ŕ Giacinto come Fondatore del Convento. Potrebbe aggiungerŕ, chean- A tem . co il Beato Affalone prima del deci fette, e dopo dens. aa il venti preaccennati, fedente nella Cattedra Giuftinopolitana, cooperafle di molto ŕ tal Fondanone. Egli, che auvampava di Santo zelo ŕ prň del fuo Gregge, ha vera forfč trafŕnda-todi procacciargli la benefica a(fiftent;ad»uno delli due Santi ň Domenico , ň Giacinto; quando quefti con una face medefima della Santa Predicatione, non giŕ ne» Paefi piů rimo- Z ti, j. Delle Cběefe S i^; jnŕinVeactia, cio4ŕdire3 folto gl'occhi dell» Iftria * diflěpavanole tenebre del vitio, dit-fondeanoilgmi della virtů, iantifica vano i Popoli , e cangiavano i Peccatori in Santi 3 Ma .fiafiqualumquediloro il Fondatore del Mona-fiero, iarŕiempre grande pregio di queftol'-haver lňrtita la prima pietra fondamentale pe$ jmanod9 un Santo * č ŕi meno xichiedeafi per confettarlo ň per erigerlo abbattuto. Ł vanto proprio della Divina Previdenza col pc^Tente braccio de» predilettifěioifervi dedurre dal male, il tene, e cangiare in profperitŕ griněortunj. infortuni j)ue fvcn tlM-e •j)en grandi jad eflb Copra vennero del Con- r t* r rr • n • r n rr vento ^u-cn^iacoli.iuileguen ti \ ma quanto in le ir elle fati fprtu- j ¦ 1 1 1 • y 1 • • r ¦• - r nati. deplorabili, tanto gli riuicirono vantaggiole. La prima fu intorno al mille trecento novanta, quando dall'Armata Genovefč iňrpr-cia la Cittŕ , rimale il Con vento, coagě» altri nobili Edi-ficj, qualiconlunto, e poco meno che eftkt- Vi rtftaura. to. Ŕ qucfta immediatamente fi riparň dalla fitti del Popolo, concorio con larga roano ŕ Tetr. iib %. drizzargli da fondam enti un a nuova Chiefa fot- n i> ° ' to gli aulpicj del gloriofo Domenico. Felice incendio, fé auvampň in un Mongibello di Jfvifce-rataCaritŕi Lafčcondaauvennenel ciiaquant»-otto del noftro fčcoloj allor che emanata la Bolla Pontificiaŕ* Innocentio X. perla fuppret ě fione ( ... / . ., č Cap. i. Chtefe Secolari della Cittŕ. (Ionedique*Conventi nell'Italia, i quali efte^ ima ti di rendite erano impotenti ad alimentare urc decente numero de» Religiofi, a queft* unico nell'Iftria toccň l'infortunio di refiarne fup-preflb. Ed ŕ quefta pure fé» argine co» fervňrofi |r Ł101 voti la Cittŕ, deftinando ŕ-V'cneriaOra-'S»% tori nell'Anno medefimoliDottoriRaiinondo1 Fini, e Santi Grijfonio y duede' prima'fj.fbggety ti della Patria j affinchč co'gbauttorevoliufi-cjdelpijffimo Principe impetrata dal Somm^ Pontefice la reintegratione del Convento, rieH^ traiTero ad abitarlo^ come fčguě > i RefigioS il quale in tuttii numeri e d* ogn> altra il Capo ) fé non č l'unica5 Z t ŕi s vJ74 LěkiDelle Chěefe SecoUrhe Regolari, di grandezza, dimaeftŕ, edifplendore, čal-c meno una delle maggiori. Confta ella d>una ^e-fčmplice navata, ŕ giufta proportione alta, nico* lunga, e larga, con tre regolate Capelle ŕ fronte, la maggiore delle quale ferve di Coro tura.Smit" diurno, e le due laterali formano i Santuarj del del gloriofo Inftitutore dell* Ordine , e della Beata Serafina di Siena. Chiudefi il Coro colK Altar maggiore, il quale da quattro grandi Colonne, foura d'altretanti Piedeftalli erette, cinto > eripartito, piega in tré vaghi, e pom-pofi A rchi $ nel maggior de* i quali in maeftofa Menfŕ da piů gradini foftenuta , s* erge il Tabernacolo del Venerabile ; e ne* due laterali, foura le Porte conducenti al Coro, veggono* gli adorati fimulacri de3 i gloriofi Alberto Magno, e Tomaio Aquinate, ilMaeftro, eilDifcepo-loj li quali come ŕ difefa dellaMenla Euehari-fticha acuirono le dotte loropenne contro degl»-empj Erefiarchi % cosě qui le affidano vindici invitti, e adoratori di voti. Il tutto ben intefň, e meglioarchi tettato, e con vaghi, e fini marmi coftrutto y cosěche l'opera non puň defide-rarfi ň piů degna , ň piů grandiofa. Si corona quefta con altri Altari distribuiti ŕi fianchi della Navata, tutti ricchi di marmi * ma fingolar-mentepretiofi di pitture; tra le quali celeberrime ionola Palla del Santo Antonio Abbate, eia r čCap. i. Chiefi9e Conventi de>Dňm. t de Serv. 17 $ eia figura del Padre Eterno foura l'Altare del-* la Beatiflěma Vergine \ ambe fatture infigni del-li due Titiani Padre , e Figlio. Sono pure di raro pregio i Mifterj del Santiffimo Rafano, parte delineati da Steflfano Celefti > e parte co-* loriti da Pietro Bellottu Sino ljefteriore di quella Chiefa ha del riguardevole\ riportando in un marmo, contiguo alla Porta maggiore 3 {colpitala memoria di fuafolenneConfc-cratione, feguita per mano di Giovanni Lore-danonel mille quattro cento , e una. E dice.cw on§r. cosh oAnno Domini 1401. die prima Menjls JMaij* . ConfecratafaithacEcdefiacumomnibus fuis Altaribus y Cemeterio , Claujlro> & Caphulo7 tempore Prioratus Fr-, Dominici Lippi de Firmo Ordini* Pr&dkat. Siamo entrati in Convento fenz>avederfč-convento ne , e perň conviene defcriverlo , SJ allarga ^ic^" quefti in un moderato Chioftro > il quale ripartito con quattro ale di piůarchi 1* una, fa pompa e di marmo Iftriano, e di vaga architettura, S» alza in due Dormi tor} laterali 31» uno del tut- Sua Fab-to antico, l'altro edificato di nuovo. Euviilbnca" "Novitiato pur di recente eretto per uso fi de' i Figli della Congregatione * come di quelli ; ~ ' " della * % 176 Lrki. Dděe Ckiefe Se colorě Ł Regolari. della Provincia Veneta. Vi fono la Biblioteca: éivarjr*, edotti Volumi ŕ fufficienza provifta, č la fcuola Publicay dove fotto il Magiit ero d*-unafftduoLettore la Gioventů e dell'Ordine* e della Cittŕ r apprendendo' le fcienze fcolafti-che s*addotrina nelle Divine. Finalmente dr-eficine H ed altri comodi clauftrali č provifto di modo r che al compirli della fabbrica, farŕ lofcrignadella Congregatione r &C il Gioiello della Cittŕ;; come e giŕ lo fpecchio delbofler-vanza, ed il Nicchio della Virtů. Al materiale dellacro Tempio, e Chioffro ffn quŕdefcritti corrifponde il fuo formale, cioč Ik VirtůMonafticade'fuaiHabitanti. Qiiefta r> che e l'Anima intellettiva, di tal Corpo, et Intelligenza-motrice drtal Cielo, non dee da noi sbozzarfi,, perche tutta fpěrito5 gode giŕ cerfe-ne pjer/fuamodeftia allofguardohumano occulta •,, ed ignota. E quando s'auvanzafleŕ tentar-fbla noftra penna ; per labenevolenzadouuta ŕ-chi nel profitto {pirituale dell'Anime coopera al Paftorale minifteroy potrebbe forfč fčmbra-tcad» alcuno meno veridica^ fé nonaffettata. Meglio fia,; per non trafcurarla del tutto, riferě vere fedelmente quanto* di quefti Religioni da» altri .fu fcritto. De*i Domenicani anteriori alla- fuppreflěone y cosě dice il Manzioli. Nel MonaěěerodiS.Domenicofono Tadridi Vita e[em. V r Cap.i.ChiefeSecolarideUaCěttŕ* tfemplarey checonconfolaiionedi tuttala Cittŕ3 t grande buontfempio ofciano la loro Cbitfii. De-gě» altri moderni fucceduti alla reintegratione del Convento cosě regiftxa il Petronio; Simatfc tengotw quesli turni Tadri in abhttAanti((swo *$Ł numero 3 cquellachepu importa fontani 4 efim-fUrita, e frutte di tutta la Citta 9 ghemithŕ da invidiare attempi delT}Qtt9r ŔianzJdi, spante Ubontŕ della Vita, *r ttptftofirwuij f frefiavAtio i Padri d'allora; mentre fi vedono ufic4art con indef:fa., Ł5* inimitabile Caritŕ \ tfemplariffimineUaprofeffimtmmafěica, come nella canŕěŕeZsZ^a d>ottimi cjpjfa&mi, prontinelk Cmfeffěoni ^ inUanc- abili; m> Pulpiti, edtfcipti* ěiatiffěmt Operar] dei Gufo diDw. Sin qui lo icrittore. Ma patěěaim) NoiJa I Dommicani alii Serviti, xiovela hrewiů daelcamminoc'la-vita . 11 Vef covato dvEquilio* Citta gii pdfta alle ipiaggie delt Adriatico lungi éz Vmetia dkci-©tto miglia in circa, che oggi di&mtta gettň le fondamenta di Ieiolo5 fls^ideakiůaGiurifHit-tione in Giuftinopoli lňura un piccolo Monade-ro, colla Chiela dedicata alii San ti Martino, e f^^ t» 1 1 • • r 1 • 1 Chieia Benedetto^ 01 cui iole va pure appoggiamela cura adalcun Sacerdote col titolo di Priore, In qual tempo, ň modo gli pervenifle tal ragione, non fňcosi facile il rinvenirlo. XroraifiČ che 178 Lik i.'Delle Chěefé Secolari, e Regolari. che Gieremia Pola nel mille quattro cento vent» uno le dente nella Cattedra di Giuftmo- poli, inveftl Priore di detto luoco Nazario Marangoni, e gli foftituě Vicario AlmerigOi ambo Sacerdoti di fua Diocefi ; e poi ada altro Nazario Canonico Regolare di Santo Agofti- no impartě la facoltŕ d»abfentarfi dal dettoPrio- Keg. voi* rato. Trovoffi in oltre come il Capitolo Giů-» ub.i.foUz Ł^inOpOjŁtan0godeaanticamenteillusd'uficia- tc nelle maggiori lolennitŕ lafteflaChielŕ. A .tal che per ogni conto e in certo, come tale Giu-rifciittione fi devolvere al Vefcovato d» Equilio. Afpirňal confeguimento di quefto Priorato il Provinciale, e polcia Generale del fa-ero Ordine de* Servě Chriftofbro Torniello, Famiglia antichiffima della Cittŕ di Novara nell* Infubria , e trasferita in quella Capitale dell» Iftria \ E perň anco Novaria egli s» appellň ; Et anfiolb di gratificare colla fua Religione ¦l$t diletta Patria, ed ampliare co»nuovi Con-Vetr%ub.% .ventila fua Provincia, appena ne fčguě lava-ctf.j.foi. Canzaper l»afllintione di Girolamo Lombardo pofleflore di quello al titolo Ecclefiaftico diS. Bartolomeo appreflo Rialto in Venetia, che fŕn'ordi nc^' Anno mille quattro cento cinquanta tré ne de * $er- dal Velcovo ň Equilio A ndrea Buono gratiofa-mentel'ottenne5 Con la rilerva perň ŕquella Mania Epifcopale dell' annuo cenlo, ň fia Cat-v. ._> te- Cap. t. Chiefi, e Conventi de>Dom. ě de Seri). *tedratico> antica contributione del Priorato. In quella guifŕ, che puň dirfi la ftradaregia> perche conducente ali» uficiature d* una Chiela> hebbe facile, e piano 1» ingreflo in Giuftinopolě il fŕcro Ordine de» Servi ; il quale ben tofto fi ricoverň nelle Calč unite, ed attinenti alla Chie-fa dell'accennato Beneficio • II culto delfŕcro Altare, l»a(fiftenza al Coro, la ritiratezza nel Chioftro, la candidezza de* coftumi, 1» efčm-plaritŕ della vita furono di quello i primi paffi > e perň dalla Cittŕ meritamente gradito , eafifet-tuofŕmen te accolto: Se gli accrebbe l»offequio per lafuntione d» un Capitolo Provinciale, qui eh? vi cedue anni dopo felicemente celebrato, ŕcui con capito™ buon numero di Religiofi, tra i molti qualifica- ^ovincia-ti fňggetti, intervenne il preacc ennato Forniel-lo. Intanto la Religione, accioche la permanenza de» fuoiFigli fofle durevole in tutti i tempi , non lafciň d* impetrare dal Sommo Pontefice Nicolo V. ampia facoltŕ al Vefcovo Gabriele jŁ^ft: de» Gabrieli, perche riconofeiuta valida e fuffi-ftentela conceflione riportata dal Prelato d*E- Dai vefc»: quilio > 1» approvafle come Delegato dalla Sede Apoftolica y il che s* effettuň nel fuffeguente cin- Jae] quanta fette. Da principj cosě regolati fempre piů felici pullularono gli euventi* Non puň mancare la vera profferita al virtuofň operare. La Cittŕ infer- Aa yora- nato Lib.iDelle Ghěe fé Secolarhe Regolari, corata č di benevolenza alla Religione in trodot-ta, e d'ofčquio alla Vergine MadrefuaAuvo-tata, conolcen do 1* anguilla della Chiefŕ giŕ ottenuta > benché al quanto diftefŕ, e di molto abbellita , pensň d'erigere alla Vergine Madre altro Tempio di maeftola grandezza > in cui i di *e* Servi godeflero (ignorile fňggiorno. Che fé j' inevitabile fciagura dellvhumane vicende ne inchiodo per piů anni la lpedita elecuttone, fpuntň alla fine tanto piů infigne, quanto piů differita. DaBartolomeo Altonlcafibenedl, e gettň nel mille cinque cento ventuno la prima Pietra; efiperfettionňnegliAnnifůfleguentila Capella maggiore con un terzo della grande Navata, che č della Chieia il Corpo Intero. E quando alla grandezza della ma china Icarfiriu-fcirono i fuflidj, benché larghi de» privati ; la PietŕxlelpublkoConfeglio vi deputň alcuni de* 53ia no « ^°^ Prěmarj Cittadini col titolo di Pro veditori, Fabbrica, perfollecitariie 1? imprela ; albimpulfo de» quali piamente cooperandola generofa Caritŕ de»-Veneti Patrii) Francefco Boldů, &AldTandro Giorgio, Rettori fůccelTlvamente di Gěuftino-poli j nel mille cinqusxentoottant» uno fi compě ilreflěduo della grande , e maeftola Navat^j con che datale 1» ultima mano d'ali» affiftenza ca-E* jrch. ritativa di Marino Gradenigo Rettore non me-t>» •Cowv-noyJvjailte^ che divoto, nelventrottoŕ\Ottobre , Cap. 2. Chieft Secolari della Citta. ift tobre > giornofeftivo de» SS. Simone, e Giuda > lj annomillefeicento fei canfolenne Proceffio-ne, affittita dal Vefcovo Girolamo Contarini co* I*uno* e 1* altro Clero » e con giubilo uni-veriale della Cittŕ, ivi fi trasportarono- dalla f™^ veccliiaChiefŕrAueuftifixmoSacramento^eia .ne,JdSS-? T r T -Tur- CI % delImrnaS^ mrracolola Immagine di Maria : balzano qui nedi Ma- .v At . v f »t XA . i« j ria alla no- piu Altari 5 ma tolto li Maggiore di grandezza „ l p gg g e di ftruttura ben addattato * gli altri non coro-nano!» Opera, fé piunon s» abbelliscono \ come ŕ taluno fi eftefŕ.ultimamente la mano\ Nelre-cmto della Capella Maggiore giace il Cadavere di Leandro Zarotti, e vive la memoria di Sartorio de» SartorJ, ambo Giuftinopolitani, infi-Mem r gni Filolofi » e Medici celeberrimi. L» incKta effiftenu Cittŕ di Venetia* dove effilucceffivamente fio- fa! a rirono, ne fě degna memoria nelle famofefue Cronichev e le principali Vniverfitŕ dell* Europa, dove i loro conlůlti fi venerano, come Oracoli, li decantano per nuovi Galeni > ň Ipo~ era ti. Al di fuori d»efla Capella pende dall* alta Navata uno Stendardo Turcheico rapito alla Capitana nemica dalla Galera Giuftinopolita-na,. di cui y nella Giornata navale del mille cin-e cento iettant» uno , n*era (ňpracomitoGio: ico del Tacco. E dove meglio potea ap-pencerfi quefto gloriolo Trofeo per eternarne kfeli moria 2 Se la feeina Luna ferve di ica- ^ Aa i bello fa Ltb. i. Delle Chěefe Secolari, e Regolari. bello al trionfante piede di Maria, quel VeUěUo tempeftatodi Lune dal valorofň ^accoichiao-date, cornetta ŕ chiunque la Vittoria contro delTurcoottennuta, eia Divotione a Maria profetata. Ma quanto č maeftofŕla Chiefŕ, tanto č deftituto il Convento. Non ha egli di fingolare che la {uŕ antichitŕ \ e quefta confi-ftentein un Dormitorio {ottenuto da un> Ala d*- aPerta Loggia, farebbe giŕ diroccata, fenegl*- ultimi anni non fi fbfie puntellata col principio tafi nftau- -. . . n «i 1 r • i ra.. di nuovo Chioltro j il quale periettionato, che fia, unirŕ con pari comodo, e decoro il picco- Suppreffo Jo Convento alla erande Chieia. Rima{č quefti fi Siacqill- _ - 1 t> 11 T • 1 t ftemiglio pure iuppreflo per la Bolla Innocentiana del mille (ci cento cinquant*otto f ma proficua gli riulcě la caduta, perche rifňrfň copiofb e di famiglia, edjentrata. "Nom cosě gli č {ortitonella defblatione d»Equilio , corrifpondendo tuttavia 1» intero Cattedra rico al Patriarcato di Vene-tia y fucceduto nelle ragioni di quella Menfa Epifcopale. Sě č ben fottrato col equivalenrte compeniodallus di quefto Capitolo dJ uficiare ( come dicemmo ) in certi tempi Cantica Chiefŕ 'T la quale {ufliftenda tutta via intatta porge il comodo di condegno Capitolo, efacroOratq-; ric^a glr ordinarj congrefil del Conventa. Doefingolari qualitŕ, ritoccate dalManzio* } rimangono a dcUncarfi in quefta deierittiqf ne Cap. i.Chkfe.eConcentide^Dom.edeServ. ne de* Serviti 5 e fono la pia divotione della Cittŕ ŕ quefta Chiefa, e 1» efŕtta ofTervan2a de» Re-ligioii in quefto Convento. Quanto alla prima equivagliaŕ molte prove il miracolo ivi fucceilb nelFebrarodel mille fči cento fei. Celebrava la Santa Mefla su l'altare del gloriofňFrancefcodi Paola Giofčppe Albanefč, Sacerdote del noftro Clero y quando appena articolate le parole della Confčcratione, da horribile y & impetuofň Borea vidde rapirli di mano, e follevarfi per l'aria 1» Oftia confecrata. Rintafe attonito, &C al volar di quella per il vado {patio della Navata, egli pure girava per la Chi eia tremante, ŕ fine d'accoglierla nel feno; ma il tutto in vano. Sicché grondante di calde lacrime proftratofi innanzi 1* Auguftifěimo Sacramento, e 1* Immagine della Beatifělma Vergine, burtalmentefop-plicň di rihavere l» Odia coniectata , ^>er compire il dimezzato Sacrificio. A quefti voti .quell*-Oftia volante ( benché impetuofňraddoppiafle, il Vento) confommo giubilo, eftuporedegli Aftanti calň nelle fue mani intatta j ondagli pfoieguě la Santa Me(Tay teflendo lodi perenni digratieŕDio, edŕMaria. EqualiftimoKpiů pungenti per eccitare il Popolo fedele alla divo- ^ r • i • n i->t • r 1 li- n Concoafň tione di quelta Chieia, dove gode di coniolare ^ - polo gli afflitti jfuoi divoti la Vergine addolorata ? pŕrfě aS* Tré volte all'anno fuole fcoprirfi con fňlenne ^T pom- pompa quella fŕcra Immagine,, ma con tanti frequenza del Popolo % che il vallo giro della Chiefŕ č talora incapace ŕ capirlo.. Circa la fč-conda non mancano duplicati i rifcontri. In quefto Chioftro, quali in fiorito Giardino, Jpuntŕ alCielo qual candido Giglio il B. Anto-7Ěkt' nio Martiffa nel mille cinque cento venti* e fot-„„. to il nero manto di quefta Religione > quafi fa de ěuoi Re- chiuia Conchiglia,, fi raflodoqual pretioiaPer-suaii,li lalaB* Giuliana Malgranelli nel mille cinque* B. Auto- • ,. -r> v n -v r nio >tciu- eento cinquant uno. E qual^oflervanza piů elat-1 una * ta y fé giunte ad accreicere il Catalogň de* Beati? Di tempra cosě fina furono 1 preteriti Servi di Maria5; ŕ i quali uniformandoli i prefčnti, nulla diverfi riuiciranno ifuturi. Magia la Face di Domenico ci difcuopre le Ceneri di Francefco, ed i Servi dellaReginadei Cielo e addittano i Minori del Serafino d* Affifi. • C A- CAPITOLO III. Chiefe^ e Conventi di Fran-cejcani* LA Povertŕ Clauftrale, che de'i doniCe-letti č l'inefaufta miniera, fé nell'altre Religioni, fingolarmentemendicanti, fi č refa ammirabile ; nella Serafica del Santo Patriarca Francefco comparifce prodigiofa, Col generato difprezzo di quanto efibifce dirichez-zeterrenneŕfuoifeguaci il Mondo, tuttequel-le felkemen te fi fondarono, e nulla pofledendo di proprio , giunlero conforme ali» Apoftoěico Vaticin io ŕ conseguire il tutto} mentre prosperando Moro poveri progreffiilGielo, fi dilatarono co» numerofi Domicilj nelle parti anco piů rimote dell* Orbe C attolico. Ma la lŕcra Religione di Francefco, come principiata dal gene-rofňfpoglio fatto in fé fteito fino delle proprie Vefti, nonché de* i lucrofi proventi, s»auvan-xňnon jfolo a diftenderfi quafi per ogn'angolo del Criftěanefimo, ma col parto fecondo di nuo- . va prole amplificň la Chiefa > e rnoltěplicň le Fmncefca-medefima inaltri quattro la eri Ordini cosě valli, cJTin ^ě cnumerofi, checiaicunod'eOiconftituiiccuna Or im* propria Religione. Tralaiciando perora molt»* altre i te Libj. Delle Chiefě S ecolar i,e Regolari. altre Riforme, che (č bene militanti fňtto « YeffiUogloriofo dello fteffo Serafino, nonfňnO per veritŕ particolari Religioni, ma pofteriori eiemplari delMnftituto primiero , e dell» antica Oflervanza moderne riftaurationi. Intorno ŕ i iacri Ordini del Serafico, che tuttiaffierae felicitano per la Dio Gratia la Cittŕ di Capo d*-i tutti Ift ria, e fono ( riportandoli qui fecondo 1» an-, tianitŕdelloroingreffo) iMinori Conventuali, gli Oflervanti, i Penitentiarj, ň fiano del terz»-Ordine, ed i Cappucini, ripiglia le lue mofle ia noftra Deferě ttione. Che fé qualunque di loro pregiali dello ftefio Fondatore, Noi per non fč-gregarli ne meno colla penna, tutti gě» uniremo in quefto Capitolo. Il Convento, che tra Serafici č il piů antico d'-erettione in Giuftinopoli, s» intitola di S. Fran-cefeo > Monadica relfidenza des Minori Conventuali . Anfiofi quefti d» accendere anco nell»-Iftriailfŕnto fuoco del Divino Amore, di cui per opera del loro ftimatizato Patriarca, giŕ n>-auvampava il rimanente dell'Italia , anzi del Mondo Criftiano; prima del mille ducentofčŁ fenta drizzaronoŕ quefto Capo della Provincia il cuore, e il piede> onde da Corrado Veicovo di Santo zelo benignamente accolti Ci ricoverarono apprefTo d»una piccola Chiefŕ di ragione Epilcopale, fituata nel lyoco detto il Caprile ; che F Caj>.jě.>Chěe(e>e Conventi de>Francef cioč in quella parte piů alta, e piana della Cittŕ , ove ne» tempi della fua defolatione fole vano pafcolarfi le Capre 5 dal che ella fi denominň anco Capraria . Qui dimorarono per qualche Anno i Minori, intenti folo ad infiammare diCri-ftiana Caritŕ il Popolo colle /acre lor Ceneri ; ** finche nel fufleguente ieffanta tre ottenuro da Aurelia Faliera Abbadefla di San Giacomo della Palude in Murano di Venetia, un> ampio Horto, giŕ pervenuto alle ragioni di quel Monaftero; coi^qS & aggratiati nel feflanta quattro da Gregorio Pa- Ł a/tro Si~ triarca Aquilejefč di larga Piazza ŕ quello conti-gua y finalmente nejljimmediato ieflanta cinque, col benigno gradimento della Cittŕ, e coli' amplifllma conceffione loro impartita dal Prelato Corrado d'incorporare la Chiefa giŕ riportata ad altra , di cui n'havea egli gettata di recente la prima Pietra, ň pure di demolirla,, e prevalerli di quei materiali in altre fabbriche ŕ loro piacere > fi conchiufč la fondanone del nuovo Conven to. A tal che nel breve giro di tre A n- si ni fi fondň quella Machina, la quale oggi pltre d pafTa il lungo tratto di quattro jtčcoli. Vn Horto " difracidi'herbaggi fi cangiň in un Giardino dj-immarcefibili fiori ; Vna Piazza di porto di Gente sfacendata, divenne la Paleftra de i Minori Atleti.5 ed il Caprile, ricovero
  • un de opus incAptum poffint per due ereadperfeatio-nem> & in Civitate Jujiinopolitana Juperfluas Ecclefias habeatnus \ Nos Authoritate Noftr* licentiam eis damus vioUndi, 0* dejlruendi Ec-clefiam, qu^inloco^ ubi nunc habitant, in honorem % Francaci fuerat fabrjcata y tfponendi lapides, (f lignamina Ecclejk iam ditta Edificio Eccleft&jŕm incApuin loco Caprile, cui> ut di- Cap.ě*Chhfe,e Conventi de* Franctf. 189 dixěmus , pofuimus prifbum lapidem, (f in Dormitorio> fětt alijs officinis hontjiis r prň ut eh melius expedire videbitur : Volente s, ut diŁi& Ec± clefuy qH&amb& in honorem^. FrancěfcifundaU fuerant, umantur inunam. In cujus rei tcfii-morimm prafenteslitteras eifdem Fratribus figlili nojlrimunimmededimus roboranŕas. AnnoDo-mině miL ducent%fexag. quinto?, kal. Ianuarij * Volň la fama di quefto nuovo Convento al Sommo Pontefice Clemente IV. il quale udita confommo giubilo 1* ingrandimento di quel (a-cro Ordine il di cui Fondatore svera rimoftrato valevole y e pronto ŕfoftenere co» proprj homeri il Vaticano, quandoniai foflerovinofb, ňdi-> Toccante, con fuo Breve da Vicerbofottoli tre-^ diciOttobre^delmilleducentaleffantafčialVe- vficj da: ^P*a Pr r ^ ii- r \ t - -vi ^P*a Pr lcovo Corrado diretto, non xololonngratio de»-^ Minori beneficj ,. e favori a i Conventuali impartiti, vo. ma lo pregň;ŕ rimoftrarfi verfo gli fleffi vie piů benefico, e favorevole. T)e qtsam fluribtis C barii ai is beneficijs ( tanto s»eftefe il Papa) GuardianOy Łf Fratnbus IuFěinopolitanisOrd, Min. ale pia benigniiate colěalis quatenushu-jufrnodituum pium affé Bum circa diSum Gttar-dianumy & Fratres nonfolůmcontinuans', [ed ; sy eosprc[Apofěolic&Sedrs, (fnoj!r& Bb 2. "Jolttr i/o Lib.s.DclleChiefčSecori^Regolarě ě reverentia propenfěůs habeas commendatos Ma cedano 1» ef prelfioni della lingua ali* opere della mano. di La Chiefŕ architettata dell» altre due Chiefe S.Fracefco. preefjftenti, fčriguardafi al modello in materia de*facriTempj pratticato dall'Arte in quel fé-colo, č riufcita riguardevole \ Ne*altrimenti efler potea > quando il tutto fiegue la natura delle parti y e perň delle due Chiefe nel loro genere buone y perche 1* una compita , e 1*altra almeno fncoata, rifaitň un ben degno compleflo. Si fuuScrut" diftende, e s*allarga in una fola Navata con tre Capelle ŕ fronte fui dilčgno appunto della giŕ defcritta di S. Domenico, benché non tanto va-fta. Il Coro, ŕ cui ferve la Capella dimezzo delle tre riferite , fegregavafi altre volte dalla Navata Maggiore con alto > e maeftofo Altare » Ma parendo oggi piů gradita la foggia della moderna Architettura in piů Bafiliche -, anco intigni , dell'Italia introdotta, di collocare fŕura la facra Menfŕ da piů gradini foftenuta, ň «in maeftofo Tabernacolo di finifltmi marmi, ň un vivo fimulacro d'alcun Santo con grande, e ricchoBaldachinopendente al difopra, &Cŕ lati della Menfa sŕie Porte del Coro, ňfoura de*-Piedeftalli due altre ftatue di pari lavoro ; ŕ u°abbem-" quefta foggia s» č ultimamente ridotto ě* Aitar Maggiore di quefta Chiefŕ, nel cui mezzo s> al- za* no mento. C4p~j. Chiede Conventi dv Francef. ip zano il Tabernacolo del Venerabile, &ŕfěan~ chi ifimulacride>i SS. Serafini , Francefco, ed Antonio. Cosě riportata ad altro fito nelle parti laterali della Navata 1» Ancona primiera, refta quella d* Altari minori piů nobilmente proviftaj tra i quali fingolari campeggiano li due delSan-tiflěmo Crocififlb, e del miracolofň Antonio. In quello 1» Archi ttetura coj l'ingegnofň in treccio di bianchi , e neri marmi forma vago contorno al Santo di Padova, che nell» accogliere tra le lue braccia il Bambino Giesů, rafčmbra di morire per tenerez2a, in faccia della fua Vita : Fattura bella, ma mefta di Pietro Bellotti ; In quello il Reden tore nella Croce trafitto, e morto, s» au vi va dal vivace penello di quel Pittore, che riportata tra fuoi coetanei la Palma > con ragione la rachiudenon folo nel pugno, ma nel Cognome. Anco la Chiefa tutta, piů anni fono, pare gareggi coli» altre Regolari, sě nell1-abbigliarfi di (acre, e ricche fupellettili, ( adob-bi ben douutialla Regia Spofa del Signor della Gloria) come nel celebrare con maggior pompa h ordinarie flxe Fede , fingolarmente quella del gloriofiflimo Antonio . Sa ben» ella doverfi eftraordinarj gl>oiequj ŕ chi č il Miracolo de»-Santi, e il Santo de» miracoli. Ripofŕ in quella Chiefail facro Corpo del B. MonaldodcMo- q naldi Gigftinopolitano di Patria, e di Religio- °^ ne i$z Likz. DelleChěefaSecolarě^Regolari. ne Minoritŕ, di cui ne ripigliaremo cogli altri Beati della Diocefrnella propriasfera, chefŕrŕ {u\ fin e dell* Opera. Qui- pure giace il Cadave, re del Vefcovo PietroManoleflo. La Religione-che in Venetia fůa Patria gli diede nel proprio Convento'la Cuna r qui gli lňmminiftrň la Tomba. Diquello Prelatofiriportň 1> Epitafio illu- nelGatalagode» VefcoviGiuftinopolitani. Qui anco fi confervana le Ceneri di Eilippo ArcilliQ valoroio Capitano Generale perla VenetaRe-publica nelle.guerre dell' Iftria ; e del Prencipe Enrico congiunto di langue alla Reale Corona di Francia, i quali co»lo fplendore; di quefta Chiefa rauvivano le lor Glorie eftinte. Del Con venta poi non- v č molto elle deferě- vcre*. Compari/ce piů: volte dadi aifettuoll i, iuoi-r-igli rappezzato,, e ripulito j: macnicalcu-la la propria etŕ col lungo computo deslecoli, di-ficilmeBte puň nafeonderele vecchie,; e logore fůe vefti. Tiene un* intero GHioftro nel primo ingreflb, & un*altro mezze al di dentro , prc-viftodi Capitolo, des'Dormitorj ,, &Ł altre officine bisognevoli ali* aggiultato ricovero di mo- derataEamiglia. Piů comodň,, perchemoder- no,, e il foggiorno deft ina to alfe Santalnquifi- tionerconttol» Eretica Pra vita ; chefe beneella eftende la GiurilHittione ŕ tutta chioda la r efidenza., Mŕftachiamonoiilpaflbj che lenza lafciare ě Minori, accoppiaremo a i Conventuali gli Of fčrvanti, eiTertiarj, ňfiarigorafŕmentedell'-Terz» Ordine, tuttiFigliben degni del Serafico Frŕcefco. Tato piůche quelli duelnftitutiquafi nelmedefimo tépo , e nello fteffo recinto entrarono in GiuftinopolĚ3 ancorché dijfcordinoli Scrittori, chi di loro fofle nell' ingreflb il primo j concordi peraltro nell»aflerire, che ambo ven-nero {opra il mille cinquecento^ eventi; ilche potrebbe francamente auverarfi^,, ič parliamo dell» ingreffo itinerario^ e in qualitŕ di privato albergo, non giŕ di Canonica permanenza, e di publico Convento. Vn breve rapporto di quanto fi ripefcň dagli Atti dcVefcovi Prede-ceflbri, e dalle Scritture de» i loro Archivj, fof^ {č {velerŕ qualche notitia fin ora occulta. G^ Gflervanti, i quali paiono anteriori nell1-ingreffo, po{ŕrono nej primi giorni in quellabaf-ia pianura , ove oggi verdeggia il loro horto; cioč nell» angolo della Cittŕ appreso Porta Buf iedraga, cin to con le publiclie mura rivolte parte alfčttentrione.,, e parte ..ali* Oriente. Qui alla bafsezza del jfuolo accoppiando il profondo de»-religiofilorfčntimenti, col* erettionedipicco-ia Chie{ŕibtto gli aujfpicj gloriofi della Beatiffi-ma Vergine Maria loggiornarono per il lungo corfňdipiů anni, piacque finalmente al Cielo prň- i?4 Liki.diUeChěefeySccolri, Regolari : provederli di miglior pofto per la fabbrica d* al* diPoftogi*. tro Convento , e d'altra Chiefŕ ; e fu nel Set- oflcrvaon. tembre ^e\ mille quattro cento novanta due, che da Antonio Almerigotto Famiglia perla pietŕ, non meno che per il /ŕngue illuftre, co 1" unani- ... me afsenio della divota Conforte furono gratio- Vetr. hb.z . n • • 1 1 /• C 1 • ili cMf>. 7.foi. iamente inveititi d» altro (ito lui piano dell» eminenza contigua verfo Ponente. Al che cooperando la pia Munificenza del Principe con fůe Ducali nell»Ottobre fulseguente, ingiunfe al FublicoRŕpprefčntante dj aififtere all'opera co»-gli arri piů generofi d^lla Caritŕ Criftiana. Ma perche quefto fito riftringeafi dalla Chieia dedicata al Santo Apoftolo Andrea, allora goduta per Oratorio dalla Confraternitŕ di detto Santo, e da un» Horto di ragione del Vescovato, e del Capitoloconcefso mollarmi prima ŕ iTertiarj ivi dimoranti, colla Chiefiola di Santa Maria Maddalena da effi ŕ proprio comodo eretta-, il 1# Vefcovo Bartolomeo Afsonica col fuo Capitolo nel mille cinque cento, e cinque cede agi* Of iervantilaChieia preaccenata di Santo Andrea col Cimiterio, obligandoli ad erigere nella nuova Chiefŕ uns Altare adhonore di detto Santo, e ŕ beneficio della fua Confraterna -y e coftrinfei Tertiarj ŕ rilafciare anco 1J Horto contiguo da cffifinallorapofsedutoj comeferono, ritiran-dofi apprefsoja propria Chiefŕ di Santa Maria ~ " ' " Mad- Ex Arch Min* ocum, ebr e vanůě* Et ex Rea CapyChiefe,eContVentide>Francef. ip f Maddalena; la quale pure cederono nelfŕfse-gucnte mille cinque cento trenta col girtene af-fattoaltrove, come in appreiso vedremo. Con quefti euventi maneggiati piů dalCielo , che dall'humana induftria, rimale agi3 Osservanti libero, e Ipa tiofo il campo di fabbricarti nel /ita •Almerigotto altra Chiefŕ , ed altro Convento, iqualiappuntoionolaf bbrka, ove attualmente dimorano. Cominciamo ŕ defcriverli nella finto, eh s fono, giŕ che non ci permette il tempo edace , delincarli quali furono . Vnafemplice Navata sul modello di quella Struttura- -. . . v t -v -n /li della loro- de*Serviti, ma alquantopmnitretta , ltende, ed allarga la Struttura di q uefta Chiela. Non hi ella che una Capella giŕ eretta dalla Famiglia Tebea , equeftaŕ fronte della Navata forma il Coro, ed il Presbiterio col tramezzo dell' Altare Maggiore, coniěftente in una- grande Ancona intarlata da piů Quadri bislonghi, elpreffivi di piů, epiůSanti, da dorati cornici franie2Zatir e connellě. A fianchi poi della Navata s>ergono altri fči ben regolati Altari, che le non ricchi di Marmi, almeno pretiofi, di pitture. In piů Quadri dell'Ancona maggiore im piega ronoi loro fa-mofi penelli il Zambellini , ed ilConegliand. Nella Palla del San tiffimo Nome di Giesů colo-rě il VenetoBenetto Carpatio5 ed in quella delle iŕcti Vergini dipinie il Santa Croce. In quella ^ Cc di Liba. Delle Chiefe Secolari,e Regolari ; Didaco Pietro Mera il fčmore; e cosi nell'~ altre ipiůinfi gni , da» quali ŕ noftri giorni s» ani-maffero le Tele ? S» intitolň la Cbiefŕ ne> primi AnniSantŁ Maria ; ma poi dal Volgo fu detta ,' come pur oggi appellati, Sant'Anna; del che forfč diede morivo il Quadro di quella Santa: nell'Ancona Maggiore , tra gli altri intrecciat a vicino ŕ quello della Virginale (uŕ Prole, e Ma-dredi Dio Maria. Trii» altre divotioni > che qui ^ronanonumerofň il Popolo, euviUmmagi- ne in rilievo raffigurante il Corpo morto del Redentore, il quale entro di ricca urna ,da lucidi Criftallichiufa, e da dorati intagli recinta, ra-dolciffc i penofi guai degli afflitti colla fňave ri-fflembranza dell* acerbiflima fua Paflrone. L» at-traono purelra(fidua affiftenza de» ReBgiofi alle Sedie Confeffionali ; l'efŕtta uficiatura del Coro, contra puntata col CantoGregoriano, allora piů gradito, che piů battutoi eia religio-fa ritirateza nel Chiofiro , dal fčcolo tanto piů venerata, quanto meno veduta. Ed eccoci al Convento , degli Operarj di * qpefta miftica Vigna facro ricetto. Che in altri tempi foffe egli di piů vafto circuito y non ha del veriflimile, quanÉdooggi č capaciffimo dell* ordinaria fěia Famiglia piůfnumerofŕ di prima. E Kodema bencerto> che mai comparve di fabbriche cosě fo.Fabbri- raflettatop- cornee di prefente* II Chioftrodě " tut- tCConvintide*francef. iutco punto in piů Ale , ed Archi ripartito la Cifternadi pretiole acque ricolma, le Loggic dominanti ě* ameno degl» Horti, 1» aperto del Mare, e l'erto de* Colli $ i Dormůorj {paleggiati da raddoppiate Celle 9 h Torre della Ghie-lŕ da fondamenti innalzata; In fomma quanto v č di comodo » ň di yenutěo, č manifattura de»-noftri giorni, ed opera de* (uoi, ňdiirefco morti, ň pur viventi Alunni. Ma di pariti pregi non ander^bbe egli fattoio, ie i Tertiarj, cól loro ritiro altrove, seduto, non glihaveflerolijbero, ed aperto quel Campo, in cui giŕ fi fondň, OC ora grandeggia. Vuole dunque l'obligata gratitudine , che anco diquefti R.eligiofi rinveniamo nella Cittŕ 1»ingreflb, la trafinigratione > eh dimora. Su l'eminente pianura del Convento ora de-ferirto, giŕ accennammo i Terjtiafj altre volte dimoranti. Vna Caia del V^efcovato, e del Ca-p itolo con horto, &: altre minute attinenze ŕ loro fervi d'Hofpitio anco molto prima, chegK OiTervanti fortiflero dal pio Almerigotto il fito ŕ quella contiguo; poiché la Chiefŕ di Santa Maria Maddalena ivi ritrovafi eretta daiReli-giofi del terz> Ordine prima del mille quattro-cento (ettanta. Ma come due ic^i non ben ca-pilcono nel giro, ancor che vaftilfimo, d»un Ciclo j anco lofpatio aperto di quel piano 4 C e 2. ioprag- Voltulib, i. fd. 41, Permuta di Sito tra gl'Otfer-vanti, e Totiarj. Si corrobora con Decreto Apoftoli- co. 198 Lib.iDelle Chiefe Secolari^ Regolari, fopraggiungere degl'Oflervanti firefčangufto? ed incapace alla comoda fuffiftenza di due Conventi. Pertanto penarono unanimifegregai'fi con reciproca corrifpondenza . Le Monache Francefcane di Santa* Croce in Venetia pofle-deano in Capo d» Iftria ( ancor s* ignora il modo ) la Chiefa di S. Gregorio provifta di Gimiterio, ed Hofpitio, da cui quefta Menfŕ Episcopale anco prima del mille quattro cento, efigea* come pur efige , l'honorifico cenfo del Cattedratico, Si maneggiarono glj OfTervantii per confeguirela libera ceffione di quefta Cheila, operando commutarla con quella de'Tertiarj 3 e Cosě provedere ŕ quefti di fiflo, e comodo ricovero altrove, e dilatare fé ftefll col» acquifto del fito, e della Chiefa di quelli. Profperň il Cielo i concepiti difegni . Le Monache cederono la Chiefa di S. Gregorio; quefta fi permutňcol»-altradella Maddalena, gě»Offervanti rimafero pofleflbri di tuttala pianura, e iTertiarj provifti d* altro pofto. Ed acciocché il contratto in niun tempofofTe refeindibile , il Sommo Pontefice CI emente fettimo confuo Breve , efibitofotroli diecinove Luglio del mille cinque cento trenta , ingiunfe alla Curia Epiftopale diGiuftinopoli, riconofeiutane la canonica fuffiftenza, corroborarlo con fuo Decreto ; il che dal Vefcovo Fran-cefeo Biondi, come Delegato Apoftolico, pie- namen- C4p.j..'Cbic/e9e Conventi ^ riamente efčguito, il Terz' Ordine inchiodň il paflň appreflo di San Gregorio^ ove attualmente per fifte. Giacequefta Chiefa appreflo le mura di Por- abrade taZubenagarivolta al Settentrione in luocoal- Tertiarj* quanto aperto, e tutto piano . Tra 1» altre de«-Mcndicanti č ella di giro la minore, ma ben capace di lette Altari, il maggiore de»i quali ri-pofto nella Gapella grande ŕ capo della Navata s* adorna con vaga Pittura raffigurante il gloriofo P onteficeGregorio, tra li due Santi Girolamo, e Fran ceico ; che fé non rileva il nome dell» Autore, ne addita I» eccellenza. Soura la Porta maggiore s'alza il Coro ali* ufo antico, dove i Divini Vfficj, come al facro Altare le Mefle, fi recitano nellj idioma Illirico. Se in tutta 1» Iftria, noncheinqueftaDiocen5s»ufano2:liidiomiLa- vficěano . o t11 • • i i 11 i xt • • nell> Ic^° tino, oC lllinco per -comodo delle due N ationi ma niirir Italiana, e Slava, meffecomoranti( come ve- co# draffi altrove ) -y era ben dicevole, che nella loro Uh-6-*t: Metropoli , nell» uno , e h altro linguaggio fi tributaffero i facri Inni al Signor della Gloria. Nell* albergo contiguo alla Chiefŕfbndoflě allora il Convento , il quale coll»aggiunta d'altre Loro Con: fŕbbriche vicine ingrandito, tiene ora un pie- vent0• colo Chioftro alla foggia antica, con Dormitorio, con officine, e con Horti baftevoli al comodo ricetto di mediocre famiglia, I fuoi Reli- giofi, ioo Lib. 2t DelleCbiefeSecolarěfRegplari. giofi, fé non fono Dalmatini di nafcita, bono eflere di lingua , tifandola nelle Sacramentali Confezioni ŕ prň della Plebe Slava, ň dimorante nella Cittŕ, ň fparla nel Territorio ; e fingolarmente della Soldatesca Palmatina permanente nel Porto per fervirio delle Fufte detti-nate alla cuftodia dell» Adriatico Mare. Contro- Chiudiamo la Defcrittione de' Tertiarj colla vwfia di fčntenza definitiva d* una Controverfia civile preceden- ^ ^ . . . . r . 1 Za tra iě tra eiii, ex 1 oerviti, miorta intorno al mille Tertiarj,e . r ^ . • t t^ iě Serviti, cinque cento leflanta quattro in materia di Precedenza. Coftumavano quelli di gire nelle Pro-ceflioni generali fottola Croce degb Oflervan ti. Contigui di refidenza 5 non fapcanodifgiunger-fčgli nel cammino, con che godeano della preminenza foura i Serviti , foliti qui ŕ cedere il luoco piů degno agi3 Oflervanti. Parve 3II1 Ter-tiarj di poter ritenere quello pofto ,quando anco in virtů degli Apoftolici Indulti inalberata ha-veflero la propria Croce. Ma opponendo i Serviti l'inveterato rito di Roma, di Bologna, di Vicenza, ed» altri Luochi, ove i Conventi delle loro Religioni dimorano, che efll tengono il pofto piů degno foura i Tertiarj , quando non vadanoquefti ŕgli Oflervanti, ňŕiConventua-. steiu \i uniti : A^itoflě la Caufa in q uefto Foro Epifco-pale, e ventilate con ogni elatteza le ragioni d*-ambelePartiinyoce, einiicrittodiffufŕmente prň- 101 prodotte* Tomŕfd Stella, Prelato , e per dot-Decifa dai trina, eperintegritŕ egualmente infigne, alii steŁuo due Decembre dell» Anno predetto deffině j Che quando voleflero i Tertiarj camminare lotto la Croce degl* Ofler vanti, fecondo 1*antico loro ftile, godeflero della precedenza loura i Serviti; ma cedeflčro il luogo, quando innalzata ha-veflerola propria Croce • Cosě recifň ogni litigio s'acquietň il terz* Ordine > perfiftendonelpofto antico. Ma pňi alla metŕ del fčcolo cadente parendogli fofTe piů decorofb befsere in alcun genere piů torto capo, e primo, che eftremo &C infimo; inalberata la propria Croce, fcielie, ricolmo d'humiltŕ, Y ultimo luoco, camminando, come pur coftuma, tra le Confraterne, e iCappucini. Appunto ŕ i Cappucini eobliga oraildifcoriň. *? Intepidito , e mancante fembrava a Giufti-nopoliil{uogrande, efervorofooffequioverlb il Serafico Patriarca Franceico, {e oltre i predet" ti lŕ eri Ordini benignamente accolti, nonrr cettava anco quello della piů rigorolŕ aufteritŕ* detto volgarmente i Cappucini. E ben tenero» e fvicerato quell'affetto, che ricovera nel proprio feno tutta la prole , ancor chenumero-ěŕ, difecondiffimo Padre. Gli accollč nel mille fei cento vent» uno, le bene fu piů rimoto di tale introduttione il motivo . IStel lčcolo trafeorfň non Lik udelle Chkfé,Secolari, Regolari1. non una,, ma due, e tre volte incrudelě contra neěhTctŕ. della Cittŕ fieri filma la Pefte > e fu nelP undici, ni. nel cinquanta quattro^ enelfettantatrefopraii mille , e cinque cento. La prima ( per quello-n» accenna ilPetronio ) derivň dallo lcavamen-cap.' 8 'fri to allora-fatto delle con vicine lagune verfo il me-ll7foi.*L riggio. Fugrande lo fpurgo del fango, perche La cittŕ ainmafsato fottole mura della Cittŕ ven ne ŕ for~ t^vagiia- mare la ftrada efteriore,. ora conducente dai pefti.p Porto al Ponte, anzi fino alla Porta d» Ogni Santi y e giovň di molto al comodo accefso delle Galere, edelleNavial Cartello Leone. Mŕi gravofi effčtti de i vapori da quel fangofo lezzo cfalanti, fi refero peftiferi. Il nuovo letto pre-, para to al Mare arreccň alla Cittŕ il cataletto, ň dal fordido loto fi partorě un lagrimofo lutto . L'altra Pefte fu generale, perche baccante per 1?Italia, fcorfe dalFriuli nelUftria. Ma la terza: iuun.mife.ro refi duo delle precedenti 5 poiché intorno ŕ ventanni fňpito , ne maieftinta, fi riaccefe da una fune> qualmiccio mortifero, ri-mafta occulta dietro una Cafsa nello fpurgo di certa Cafa infetta. In quel Canape ftetero per tant» anni auvinti aflieme fenza diftruggerfi ftoppas^ e fuoco. M^ ad un femplice tocco ŕi mano /, quali ultima difpofrtione, s> accefe cosi vallo incendio, che hebbe ad inceri erire tutta 1'-Iftria, nonché la fu^ Metropoli. Fatto ava VetYon lenc' . j. Chiede Conventi de* Francef. 205 grande, che riempě di ftupore i Medici piů elper-ti, tra i quali il celebre Francanzano, che ne re- Yon l giftracomedi cofŕ ftraordinariailfuccefso, per c^I0-quanto ne riporta il Sennerto prodotto dal Pe-tronio. In quefte lagrimevoli fciagure la Cittŕ, che fé bene piena d'horrore, non niaifcemň di di-votione, riccorfč fůpplichevole al valido Patrocinio delta San te Sorelle Marta, e Maria, ac-cioche fi degnafsero impetrare dal pietofoRe-dentore, loro Hotpite Famigliare, al Popolo incadaverito qualche refpiro \ come giŕ alb-eftinto loro Fratello Lazaro , benché fetente, ottennero la vita5 obligandofi coniblenne voto d'erigere ŕ Dio, ŕ loro gloria, e nome un fon-tuolbAltare. Placoffi lo degnato Signore , e ritenneil feveriffimo flagello. Ma la Cittŕ, che da molti difpendj efŕufta non cosě iůbito potč adempire il voto, pensň di rifŕrcire la tardanza , cangiando, col benigno affenfo del fuo Prelato, l'obligo 4elb Altare in una Chiefŕ, e „'"'?. fit Convento, fottogli aufpicj delle ftefle Sante So- 3 J7< rčllej ove foggiornaflTe la rigorola Oflervanza de*Francefcani Cappucini. Quindi fattoli 1% ac-quifto di piů Gafe, ed horti bisognevoli alla pianta dell'ideato Edificio 5 per cominciarne 1» erettione coli' aflěftenza del Cielo, Girolamo Rufca alii venti nove Agofto del mille fei cento Dd venf- Liba. Delle Chiefe Secolari,e Regolari. yent» uno, dopo benedetta nella Cattedrale l'alta Croce, folito Veffillo dell'Inftituto Cap-pucino, fi portň col» uno , e b altro Clero affittito dalla Ci ttŕ divota ŕ benedire la prima pie-prima Pie-tra della nuova Chiefa 5 e colle {olite formalitŕ L la gettň negliicavati fondamenti. Con che fi -principiarono ambe le fabbriche della Chiefa, e _jej Convento, La Pfňvkktvza Divina, di cui ^proprio con forte, «foav.e mane ridurrele fante imprefe agl'in tenti lor fini > or volle nioftrarfi fingóiarmente prodigiofa 5 poiché la fabbrica ¦ coĚVflTiguo apparecchio difcarfi.materiali incominciata , nel termine di tré anni, concorren-rdod»ogni parte copiofi, & inopinati ifuffidj, giunjfč ŕfěatp tale , che vennero ad habitarlai Religiofiinformadi ^Clauftrale Famiglia, e in pochi anni appreflodel tutto fi compě, eperfet-tionň. Vero č> che nulla di Gngolarehŕélla iňr-xito» fé non keflere un*efŕtta, e bčlla Copia dell» altre fabbriche dell» Inftituro Gappucino> il quale infiftendo n^U» unigenea moralitŕ (uoi Eděficj. Nulladimenofč 1» amenitŕ del fito > lapianura del pofto, e gli adiacenti del luoco contribui-fcono ŕ niieliorare i dideeni ancorché invariati, Fabbrica \ 11 • r • ~ r - T» cellarmlcitacon tutta iinietna, evagezza. li kChiefa tanto lucida, che coliuocandorericrea, Brancef. Łoj crea , e tanto vaga che colla fůafchěecezza ina-mora. S1 arricchifTe con le pretiofe Tele d1 eccellenti Pittori, tra i quali il Veronele, & il Fiamingo. Nell a Palla maggiore delle due Ca-pelk veggonfi le Sante Sorelle Marta , e Maddalena, le quali aflfiftite dalli due Serafini, Francesco* e Antonio, Padre, e Figlio, oflferifco-nola Cittŕ alla gran Madre di Dio * Due volte ali* anno honorafi quefta Chiefŕ con publica pro-cefiionc < Nel giorno fčftivo di Santa Marta vi concorono ambo i Cleri colla Cittŕ in adempimento dellxanrico voto ; e per la folennirŕ di San ta Barbara > vi fi portano ad oflequiare le Reliquie delia loro Auvocata i Bombardieri affiftiti dal Magistrato, dalla Nobiltŕ , e dal Popolo/ Et introdottovi ŕ noftrě giorni, in tutti li Ve-nerdidell*Anno, il dolce* efruttuofiffimoefčr-citio lňurala penola Agonia del Redentore Cro-čcfifeo , 4etto volgarmente % La buona morte > gě» Ecclefiaftici, ed i Laici con divota gara v* aC fiftono. Nulla pure di fingolare puň addurfi del Con-vento, che děcemmo^editěcato sůla fimerriadegli altri del fiio Inftituto . Bafta 1* accennarlo struttura proviftodifňbbrica, diLJbraria. d'Horto> ed dd ^on ogn>altro> ^per V ufo condecente de* fuoi Reli-giofě. Ridonda egli in qualclie comodo della Religione, mentrepefl»Auvento, cQuarefi- Dd * ma, vento» ' Lik 2. Delle Chiejč SecotarijRegoUri. ma, qua approdano, come in Porto ficuro > di-verfi de» fuoi Evangelici Operar} fpediti dalla Provincia Ven etŕ ŕ dilseminarela Divina Parola in piů luochi dell» Iftria. Ma anco la Religio^ ne eompenfa lj amore de* Cittadini Go4*amore de» fuoi Figli, ailiftentiindefefii ali» urgenze fpi-rituali Gjognrunoy e fingolarmente degliafflit-» ti languenti. Quando nel trent» uno di quefto iRe: lčcolo re plico i fuoi furori la Pefte crudele r di- verfi di loro col» efporft eenerofi alla cura desii n r " t il- 1 appettati , iacrincaroao al publico bene la propria vita. Seun Voto fatto perfňttrarfidalla Pefte gě» introduce nella Cittŕ ,. non vollero quelli ufcirne, che fňrp refi dalla caritativa affiftenza agli appettati. Gloriofa ufcita, fc coronň d» eternitŕ1» alfettuoie loro fatiche. La degna memoria della fondanone sě del Convento, comedella Chiefŕ,: leggefifcolpi* ta in marmo sůla Porta maggiore diqueftaaldi defětro con tali accenti. Infcnttione D# 0- JM. SS- Martha, (f Maria n Gregorio JLlt Pont. Max. Antonio Tortolo Duce, Uteronymo Rufca Čptfcopo, Marino ^Barbaro Pr&tort Itern.Georgiai gj* Pafcb.Grěm.ConfiL OttTll* Octav.Gnvard.Sind. Ch Cdp.j.iCčitp,e Convmthde'Francef. Civitas RR. P.P. Minonbus Cappucěnis Devotionu ergo. Aw< M* %>- CXXL lllh p Seguě pofcia la Confčcra$Se]^e della ftefsa fe ( accioehe nulla le mancalsedi perfettio-ne anco nelb Ordine de» lacriri ti) per mano di Pietro Morari, Iranno mille fé* cento trenta quattro. Equeftan'čHnlcriitione^ rJ h In honorem S.Martha Ptrg. piefa co; jMorartM Clŕdien. Epifc, lutltoopolit^ XL kat Novemk 16/4. Confeerarvaeum Altare Majwi, Et ejus' Annroerf prtdiě hai ňeptemb. kfohd CAPITOLO aVARTO. Chěefe , e Priori!f de Monaci Mmediltině* Alla divGt&w>tŕ generala pietŕ ňde*Pa-triarchi Aquilejefi % ň de*Vescovi Iftriani introdotta ŕ felicitare la Provincia delMftria ilficro Ordine delgloriofo Patriarca Benedetto» gii riufcě fŕcile coi* efčmpla-re relieix^fitŕ daziaci Fieli la ftenderficonquat-}: tro Monafter j, ŕjůmu Priorati nelle principali tino. Diocefidiquelk,! Parenzo^ Emonia > Triefte» e Giuftinopoli *11 priaiofitu^itdfilomena /piaggia alWncontrň diPŕren^Oj s^intivo^ěS. Nicolo delioScoglio.... L> altro p^lotrŕCaftelVenere y e Buje „ Terra iddla DiocefčEmonienfe > (i denomina S. Pietro del Cario dalla fcofcefŕ pianura di tal nome. Il terzo n e*Suburbj di Triefte scappella de» SS, Marriri dal copiofo numera delle fŕcre:-k>r Offa» che ivi raccoltesi adorano. E il quarto dicefi S. Nicolo d»Oltra > perche gia-ceoltre il Mare in faccia ŕ Giuftinopoli due miglia in circa , nella fertile riviera * detta Ga/ello > che porgeallaCittŕnobile profpetto. Diqueft>~ ultima, pernondeviare dalnoftrofcapo> fin-golarmente divifaremo, toccandofolo per inci-A "- den- denzaalcuna cofa aflbluto Doměnio, e ne godali pieno Beneficié. Oričcia-feuno dixjueftě titoli lŕrebbelufficientiflěmo ad»-Ecclefiaftico rolo, come tutti tre uniti non lo inferiranno nel Ckro Regolare děGiuftěnopo-li ? Prima perň di formarne alcun periodo, conviene ricondtcerlo da?&oi princip). Allora col* limano al Cen tro rettiffitne le linee, che & ira^ gono dalla immediata CirconferenTa. Rifuonajfiel Volgo fěrepitolŕ la Fama, che fegencěola<2iĚ€ÉLdiTriefte, tome Vcfcovo, e q«efta-diGědiinopoliin qualitŕd» Amminlftra-tore> ^r«r Prelato dell'Ordine Benedettino, per gratificare la propria Religione» donacela Ghieěŕ de> San ti Martiri ne^ ifůburbj di Triefte al Monaftero de»Santi- Steflfano > e Giorgio > e quella di San Nicolo dj Oltra in faccia a Giufti-nopoli alt altro Monaftero di San Nicolo dei Lido, ambo4elfůo Intlituto, efj(tenti nelb* inclita Cittŕ di V^B^tk» Cori^he^fčguendol^ par* ' 210 parti, e di Figlio atěEettuofo verfo la Religione f e di Spolo difamorato colla Chiefa., lafciaffein dubbiofefoflč.egli> opiů commendabile per lŕ fvifceratezza alla Madre,, ň piů biafimevole per la difŕpplicatione alla Spofŕ. Nčpare del tutto leggiero quefto comune fčntimento, quando lě auvalora.co 1» antico Regiftro de» Veicovi Trie- ftini riportato dal J^ecronio con quefte Voci. sHCCeifit Henricus deVVMeflain Cermams, sAnno ijS*. Iflc propfer ineptem oeconomiam, ac \ s'de dilapidatiomm bonorum ĚLpifcopalium fuit de-\Td. pofitus ab Epěfcopatu cTergeJěinoi & trandatus \ě^dPainenfem,. HmtQrd.SJĚentJŕttis cui dona- ^uitmulta ionapojttapropčCwiUtem lufiinopolis ctm Ecdtfi* $* NicoUi ditta d*Oltra , & multa prope CtvMatem l'ergenti cum EcclepA SS.Martyrum. Ma oh quanto č fcaltta nelle fue frodi, ŕde-preflěone della Veritŕ^ la sfrontata menzogna l A quefto rapporto eftratto dalt Archivio Trie-fěino, cioč ,ŕ dire dal piů fido ripoftiglio ,de» trafandati auvenimenti di quella Chiefŕ, chi non preftarebbe indubbi tata credenza ? Il precitato Scrittore ŕ pieno lo ammette, efčcolo (ottofcriverefllmo, fé una Bolla d*Aleflŕndro III a Leonardo Abbate diS. Giorgio, et un'Indulto di Valtero Patriarca Aquileiefč al Monaftero di ^Nilo al Lido non ifvelaffero l'orpellato in- gan- priorato de* MonatiUened. tu ganno, Leggefi l'uno ? e l'altro di quelli appref u*l> fň l'Abbate Vghelli, de» quali fé ne riportano '" pochi periodi confacevoli alWntento. Eaprop- ?"Z'.tt ter ( dice il Pontefice Aleffandro all'Abbate, ed t/^ alii Monaci di S. Giorgio ) Ecclefam SS, marty-rumtfuemadmodum eam vobis Narvicusq. Ter-geflinus Epěfcopus curnafienfo Canonicorumfuo-rum, (fP.q. Aquileienfis Patrěarch& rationabi* liter contulit, 0* tatn ěpst, cfuam Succejfor eius Tremarŕusjiunc eiufdem hoci Epifcopus,/cripto authentico roborarunt^ fjjf JPi cumjiafcws, fratis, e ampis , fylvis, nibtks i^Denationibus x &r cunt d culthy 0inctdtis> quoŕadjtis , p S. Nicolat ex In/lrumento Jlnteceflorum rumtollatum effe didicimus, auihoritate q jonfu EccleJU, ~ac naflraet cwrófaramus. Ł ma-nň ,gueft»Ind alto in Vjenetia 1» Anno mille du~ cento 3 e cinque . Dunque , ripigliamo , il luocOvdiS. Nicolo d'Oltra co» gli altri antichi pofleffi della Veneta Atbatia del Lido nell»-Iftriaie gli ^confermň dal Patriarca Valteroun . ičcňloprima .del Regiaiento del Ąefcovo Enrico. Eičcosič, a torto svattribuiice ŕqueftoK aliena rione 4* talluoco. » Con tutto.ciň trattandofi di publica voce tanto fěrepitofa, ^quanto č il Volgo dicace , e ijueftaajccreditata dal fuppoftofpeciofňd' un an-ticoRegiftro Ao* Prelati Trieftini, chetraferit-to dalcandido Petronio dee crederfi con pari fin« .ceritŕ ŕ lui traimeflň., ragion e vuole, che fi ri-levicon piů chiara euvidenzala veritŕ delfucceŁ io; tanto piů, x:he nella conferma Patriarcale noncfprimeii la Chieia di S. Nicolo di Giufti-uopoli, come nella Bolla Pontificia s'individua quel- Cap. 4. Chiede Priorato de» Monacffiened. 21 j quella¦de*S&MartiridiTHriefte, CheEnricodi VValdefiain ičdefle nella Cattedra Trieftina nel mille tre cento ottanta tre» e di lŕpaffaffe alIaChiefadiPedena nel mille trecca tono vanta , Io affermai* Vghelli; mŕcheeglifofledell»-Ordine Benedettino y ň che ŕ MonaiterJ del luo Inftituto egli donaffe alcuit poffeffadell* una > ň deltaltradi dette Chiefč, ne menoperombra foaccenna « Anzi efprefamedte lo afierifleat iuntodalfŕcro Ordine Agoftiniano. NelCa-talogo de* Vefcovi Tricftinf dice egli cosi ; De- ŁŁ. ^ ceffit Angelus ^8j. die 12. Menfis Augufti. Fr. *°6-Enricus hujus Nominis ^ertius y 'Boemus, /he JHoravHsdeFFaldeJlain ex Ordine Eremůarum S. AugufiiniadEcclefiam Petenenfemfmttrans->-&n.fit+i% tattismo. E ne*Prelari Pedenefi replica ; Fr* EnrtcuslScemns Ordinis S. Auguflinipaulo ante Epifcopus Tergejlinus ad hanc tranfitjt Ecclefiam Anno 1390. Da quefta ditfbnanza tanto chiara puň chiunque inferire di qual credito fiali 1»-cftratto dell'aderto Regiftro , fé veridico, ň apocrifo. Che le egli concorda co» 1* Vghelli intorno al millesimo > in cui vifse Enrico > quin-; di maggiormente riisulta l'autentica difuain-fůffiftenza. Se n'attenda la prova. Nonpotea-no alienarli da Enrico i polsefli della Chielŕ Giuftinopolitana > Quando non havea di quefta L* amnriniftratione 5 iinplicando ne* termini > Ee 2 che Lěb. 2. Delle Chiejč SecolariycRegplari. che alcuno dia ad altri ciň, che egli non ha. Intorno al mille trecent» ottanta tre la Chiefa di Giuftinopoli non fi amminiftrň da Enrico > ma Ludovico MoroGni ad elsa afsuato nel mille tre-cento fčfsanta trela refse fino al mille trecenti novanta» nel cjual tempo trasferito alla Catte- dradiModone,- gli fa fěirrogato Giovanni Lo-redano viffiuto fino al mille quattro cento, e un^ dici. Tanta rilevano gli Atri Epifcopali* che quificotifčrvanode^medefimi Prelati. E come Enrico•Vcfcovodi Triefte nel mille tre e ento ottanta tre, e di lŕ rimofsa nellj immediato novanta, donňall» Ordine Benedettina il luoco di S, Nicolo d» Ol tra, fé mai egli ftele la mano su la Chiefa di Giuftinopoli l Piacque fin* ora> che fcorrefse piů oltre la pet>na, per diilipare dalla mente altrui un falfo fěippofto di nonleggiera difeapito ad un Prelato Regolare y e (ingoiar^ menteBenedettino. Ma.tempo č ormai > che righettatala fčlfltat del volgare concetto , efea in campala veritŕ tanto piů fincera , quanto che eftratta daquel profondo > in cui ella giacque fin*ora depret fŕu:iočŕ dire dall'Archivio del Monafterodi S. Nicolo al Lido in Venetia dell'infigge Congrega tioneCalCnefč. E quindi vedrafli,. corneA^ dalgeriojxdetto dall'Vghelli Aldogoria,nel mille fttanta due reggendo la Chiefŕ diTriefte, e ini- Ma natiOfle Cap. ^.Chiefe>eTrioratode>Monacě'Bened. uy miniflrandoqueftadi Giuftinopoli, donň a Zeno Abbate del Monaftero predetto la Chiefadi If ?o(ěoŕě SantoApollinare conle Vigneti» Vlivi,le Terre, ?• Nico!ň i 1 r t • r-n 11 donato a* ed ognj altro iuo diritto confiiteme nella regio- Benedettine di Gafčllo, che č il luococontroverto, orafcovoA-detto S, Nicolo d'Oltra . Eccone il publico In- dalseno* fěromento. In NomineDominiDei y & Salvatori* No/lri le fu Chrifti. Anno ah Incarnatone ejufdem Re-demptoris Nofiri millefimo feptuagefimofecundoy diefecunda menfěsMaf. A&umjn Cavitate Iti-ftmopoli. Ego Adalgertus Santitŕ Sedis Tergefti- Lx Catup. n& Ecclefia Epijcopus per confenfum Remedf J; Presbiteri y &* loannis Advoeati Noftri do, & ff- * dono y atque concedo nbtZeno Abbati de S. Ntco- traEi-lao y & E cele/i^ tua, qua eft pofita in Littore de Por tu Rivo alto de Veneti a, & omnibus fuis fuc-cefioribus Ecclefiam meam dicatamS.Apollinari eJXtartyri Chrifti cum Vineis, (fOlivis, Ł5* T erris aratttijs', cum iniroitu, & exiiujuode proprio y qua eft in loco 9 qui vocatur Ga fello. Ab uno lat ere firmai cum Pinea ioannts Bautitio, Ab alio lat ere firmai m terra , quafuit Amantmide ludice ; A tertto laterefirmat cum l'ima Confra-ternitatisde S. lufěo 5 A quarto quoque laterefirmat in Terra y quafuět Boni de l/altera. Et tnfu-fer dono Vineam cum Olivis, qtňa e fi pofita in loco, qui vocatur Acafelis dieta proprietatis. De ex S. Vi- 2i& LibjiDelleChiedeSecolari^Regolari, • De qua (upradiŁtaEcck(ia\ (^^errts, Vineisy Olivis, 0* de omnibus> qu& (uperius leguntwr y &qitantwncwnque in ipfis designati* latenbus mihipertinety trado Chartam traditionis, těbicfi Zeno Abbati Mona(ierij> (Łomnibustuis fucctf* [ůribusAopote(iatemkabertdi» tenendo fruenŕě, contmutandi> ufqne inperpetuum prň Dei amore > CF* in r emedi wn Anima me a . Sed h&c omniapre-dtft*a ita concede»„ & larghr, utmcEgo> nee alms facceŁjurum meotum » aliquam motefiiamy velaliqmfubmifiaperjona contra hanc noflr* traditionis Cha.rta.rn ire atten~ taverit, aut corrumpere , velmeleUareprtfump-ferit > fět compofuurus libi predtcio Zeno Abbati •SI Nico/ai, Monde ě Tiene ci t\? Tefěis. Ego cBafilĚHs Notarmi hanc tmditionts cha rtam manu mmfcripfě atfyfirmavi. Entrarono fenza dimora i Benedettini a co- ^ gliere i frutti della generofa beneficenza del Ve- m nei con. fcovo Adalgerio* e come qua approdati dal Ve- pfX'ň! netoMonafteradel Lido col titolo de>Religěofx diS. Nicolo* il Volgo idiota cominciňŕdenominare in tal guilŕ anco la Chiefŕ di Santo Apol-linare, col lj aggiunta folo Ŕ%Qltra 5 e ciň Forfč pereffaellafituauoltre ilMare> operdifferen l4ll hf pp tiarla4alla Chiefa dello ftefio Santo nella Git* KcŇiň. * tŕ preefiftente. E con quello geminato titolo veéefi insignita tal Chiefŕ negli Atti publi- *? ci di que»tempi, Inranto il Monaftero colla" fňave fragranza d* illibati coftumi principiň ŕ dilatarfi , incatenando ŕ fuoi ofsequě il Po^ polo con vicino. Quindi la Cittŕ non paga d» haverlo a tutte ore lotto le proprie pu-piUe, fofpkiň piů volte di ftringerfelo aftetuoia^ mente al cuore} ma da inceffantě traverse di mille deplorabili evventi děbbattura, e deprefla, nonl»effetuň che dopo il quarto fecňlo daireret-^ tione děqjaello. PofTedeva ella nella ěěia Porta Petroriola Chiefa della Santěflěma Annunciata con Caia, Horto> Se altdannedi, donativo fattole ŕ pio ufo da Marino della Rocca con Leo-fv^a Madre l'anno mille quattro cento ven-i > e $<ŕtxQborato dall^Epifcopale Referito di Marti- uff* Lih.2. DelleChiefeSecoUri^Regolari. Martino de»Bernardini; egiŕriflbluta deftinar-la alla follecita cuftodia d'alcuna Religione , prefcielfela Benedittina. Pertanto al primo Novembre del mille quattrocento quaranta cinque innanzi l'Aitar Maggiore della Chiefŕ me-defima( fedente in quefta Cattedra Gabriele de Gabrieli ) ne inveiti Giovanni Priore del Veneto Monaftero al Lido ^ in nome dell'Abbate di quello > Bartolomeo di Verona. Ma oggettan-dofi aflěeme l'aumento del Priorato d'Oltra, fi-gilofli il contratto colla claufula irritante^ Che l'Ofpitio dell»Annun eiata forte membro del Priorato predetto/finche quefti andava unito al Veneto Monafterodel Lido; altrimentefč ne annullartela conceflěon e. In quefta guifaHnfigne Congregatione Caflinefe eftefe in fŕccia, e dentro ŕ Giuftinopoli il Priorato di S. Nicolo coi* iňfn cĚc^ Hofpitio della Saatiffima Annuntiata, di cui da a* iftrěa. qUe\ tempo fin*ora ne»ha goduto, e gode paci* fico, e imperturbato il Porteflň. Diflbtterrata dalle fepolte memorie la rimo-tiffima origine delnoftroMonaftero, tempo č ravifarlo da vicino col le fue Chiefč. LaSantif fima Annonciata fi fondň dopo il mille quatro-centoda Antonio della Rocca, Soggetto per l'Armi , per le Lettere, e perla Pietŕ intigne. Non č molto grande di molle, ma ben divota, e da fiioi Religiofi nobilmente cuftodita Piů capace la SS. Annunciata . Cap. 4. Chěefij Priorato de* MonŕciUemd. 219 ce č l'altra de'Santi Apollinare, e Nicolo, vie piů rimodernata, ed abbellita. A'dirimpetto P dell» Altre maggiore, nella cui Ancona s'intree-cNlC0l0 ciano le gloriole Immagini de»iuoi San ti Titolari, con quelle del Patriarca Benedetto, e della Vergine Madre, evvi in un nicchio il Simulacro dello ftertb Apollinare > &C č traditione immemorabile e/Ter il medefimo, il quale adoravafi nella Chiefŕ, quando tanti fčcoli fono ella R cede dal Vefcovo ŔldigerĚQ. La fabbrica del Priorato, ň fia del Monaftero,come volgarmente appellafi,čt0* di moderna ftruttura, compita in parte ŕ noftri giorni. Porge nelfěio ingf eflo un moderato Chio-ftro cinto di Loggie con officine alděflbtto,edi celle con corridori al di iopra. Racchiude piů ap-partamenti, con degna limetria difpofti, e domina da diů parti l'ampio , e maeftofb Teatro $ in cui da un lato il criftallino dal Mare, daltaltro il verdiggiante de»Colli ed ŕ fronte il prolpet-to della Cittŕ sů»l proprio Scoglio eretta, aggruppano quanto di vago, ed ameno fňgliono produrre ň colorire la Natura, e l'Arte. Quěrifiedeil fuo Rettore, da cui pure S'invigila agli altri PoŁ fčdi nelMfěria attinenti all»Abbatia del Lido . Vennero talora ad habitarvi qualificati Soggetti per il luftro della Sacra Mitra 5 e vi concorrono fingolarraente nella Stagione eftiva diverfi Monaci dal Veneto loro Lido > allettati, ň dlK Ff ame- ii 8 Lib.2. Delle ChiefeSfcolarle Regolari. amenitŕ del Sito ň dalla fňlitudine del Luoco, ň dalla fŕlubritŕ del Gielo. Ma altri Cieli sfavillanti di pura luce, perche del tutto illibatti, ŕ fé ci richiamano 5 e fono i venerandi Monafterj delle Sacre Vergini. C A- C A P I T O L O V. Cběeft, e Claufura delle Monache di X Chiara, Oltre i Sacri Chioftri de>Regolari, che Ěqoq la prefcielta Militia del grand1 Iddio de-gl'Eferciti, qui combattente per Giuftinopoli alla conquifta del Cielo ; habbiamo due Mona-ftetj di Sacre Vergini , le quali per accertarfi delle nozze collo Spofo celefte, chiufbl>orrechio alle fallaci lufinghe del Mondo immondo, vivono illibare in perpetua /ma foave Clauiura. Prerogativa (ingoiare della Capitale delMftria, poi-che ŕ niun altra Cittŕ della Provincia finsora impartita . In Parenzo, in Cittŕnova , ed in Pedena non vi fono Monache di forte veruna. Vn fňlo Monaftero de»Vergini Benedettine evviinTrie- Monache in fte, e quefto pure riftretto al numero di trenta Tuefte* Corali, benché nella monadica, e relěgiofa Of-fčrvaaza non ammetta alcun numero. E auell' unico pure, che ritrovafi in Pola, č cosi fcarfb,E in PoIa" di Monache, che dall'inclemenza dell'aria, nonr meno che dalla tenuitŕ delle rendite berfagliato* piaccia al Cielo, che principiato molt'anni fono, giunga alfofpirato aumento. S'intitolano i noftri due di S. Chiara, ediS.Biafio; quello del Sera- Ff ^ fico >io Lib.i&elle Cbiefe Secolari,e Regolari, fico Inftituto dell'iftefla Santa fůa Titolare, e Madre ; quello fotto la foaviflima Regola del gran Padre, e Dottore della Chiefŕ Agoftino . Ambo fono di fondanone antichiffimi, calculan-dociacunod'efli ormai quattro fčcoli; Sono di Famiglia numerofi, alimentandoli, comprefŕ laServitů, e l'Educande, fčfTanta, e piů Vergini per luoco ; e fono nella clauftrale difciplina egualmente commendabili, vivendo con Santa gara fiaccate dal Mondo, e unite ŕ Dio. Ma tralafciando le loro preminenze communi, odanfi le particolari. Giammai fi difeernono piů efattamente gě' oggetti, che quando fi rintracciano i loro cofti tu rivi. Che fé l'anterioritŕ nell'efiereefiftentiale fonda laragione digiufta precedenza, s* incominci dal piů an tico > il qual e di Santa Chiara. *? Nel dolce declivio del piano piů alto della w.nk.1. Citta, ove anticamente, per quello nelcrive il suo dd Manzioli, s* alzava il Publico Palazzo de» Con fůli, detti a noftri giorni li Sindici, giaciona ora diS. Chiara la Chiefŕ, edilChioftro. Chi ne Ibfse il Fondatore, con qual motivo , e in qua! tempo precifamente fi fondafse, h oblivio iŕ antichitŕ non sa ridirlo. Ma un gratiofo Indulto loro imparato ŕ dě quattro Novembre del mille tre centj uno dal Vefcovo Pietro Manolefso porgerŕ qualche certezza dell' incerto. Assunta f che t,e Claufdelle Mon. diS. Chiara. che egli fu dal Sacro Ordine de» i Conventuali ŕ quefta Cattedra di Giuftinopoli, col* afsenfo del fuo Capitolo in nome proprio, ede'fuoi fucceŁ fňri concefse ampia facoltŕ alle Suore della Cella Giuftinopolitana d»incorporarli alMnftitutodi Santa Chiara, condonando loro tutte le ragioni, che egli havea, ň fofse per havere foura la me-defima Cella ; &C efimendo tanto quefta, quanto le perfine in quella habitanti,ň che fofsero per habitarlada qualunque giurifHittione, obligo, ň pefo Epifcopale. Ma vedafi queft» Indulto nell* originaria fua forma diftefo , chenonriu-fcirŕ al noftro incento difutile , ne ali1 altrui cu-riofitŕdifcaro. In illius Nomine le fu Chrifli, ani Carnemfět- r i T7- r J • J 7 ^ • /# delVefco jceptt de Virginali utero mcorruptam. Qutafolet vo m Pontificai 'Benignitas pijs vottěs, 0* honeftispe- > ° ' tentium defideritsfavorem benevolum impartiri J idcirco Nos fr. "Tetrus Manoleffus Dei gratta \l Jufitnopolitanus Epifc. adhumilepetitěoriey&pre- nedeCor J> n& -T A n t n- • ttI r- v««uali. cu mjiatia fororum C elU lujtinop.mtuttH Ptetatts, (2? ůětifericordiŁ,ac Arětm&noftrAr emedio de Prasbyteri Ioannis Archi-diaconi, Prdsbu Aiichaelis , Prtsb. Guarnerijy Pr&sbm Fortis , Pr&sb. lacchi Rubet ; Presb. Guez*oěi, Prtsb. Montani, lanoni, Petrě>f$ Zta- Lihj\ Delle Ghtefe Secolari\>RegolarL Ziani CAfioněcorum predili* Ecclefa, damus, fraděmusy atq: concedtmus per Nos , noftrafqi (ucceffňresy etfdem Jororibus , ear umq.fuc ceffo-ribuSě feu Cellaprediófaplenam, & liberampň-tejěatem> acauthoritatem^ &' licentiam incorpo-randife Ordini Sanata. Clar& \ omma lura tatn temporale , quŕm fpiritualia , qua hujufmodi hahemus y (f deinceps habituri eramtu in dicia Cella\ ipjarn ac Per fonai in eademnunc, 0* fempercommorantetab omnilure Ept[copaliy Ł5* cujuslibet alterius cohditionis obltgatwne y feugra--Jlinopolitan* Eeelefa pntdtóta : pr&fentibus "Tetra Garba, Daminico de Mantua familiaxtbus didt ^Domini Epifcopi, (f atijs vocattstefěibus, (f rogatis, fai Anno Domini millefěmo tre e ente/ima primo y Induzione quarta decima r Die quarta Menfěs Novembrts Ponti-fcatu* Domini lionifa- iofeptimo. Capj.Chiefa, eClmfAelie Mon. di S. Chiara. 12$ Ego (arotus Catenarius de Tlacen- ita Publicus Authoritate Imperiali ' . .,, Notarius, >&nunc dfóiiD. Epif&h Locus Sigilli . _ .. !.«•¦¦ / r Notariatus. fi Scriba pradictis omnibus prajens fui > (f de Mandato ipfius Domini Epifcopiy & dittorum Canonicorum Voluntate hftcfcripfoZf rcboravi&c. Diverie notitie al noftro intento ben accon- eie , ma fingolarmente due infallibili, & dubbiolŕrifaltanoda quefto Privilegio. Dicer- "^editto habbiamo, che le noftre Monache di Santa ^ <*eiu Chiara furono Religiolč clauftrali anco prima delmilletre centuno , fc fin d'allora diconfi Suore della Cella. Queftavoce, Cella, denota propriamente quel nafcondiglio, in cui fi colloca alcuna cofŕ , per confervarla celata all'altrui fguardo. Cosi in Giuftinopóli quel {acro recinto, dove diverte honeft e Donzelle, per celare fé fteffe agl'occhi lufinghieri del Mondo» fŕviamente fi ricoverarono* fu detto la Cella5 e le ftefle Vergini in fraterna caritŕ ivi raccolte s»-appellarono le Suore della Cella . Ne quefta frale, per altro ingegnofa, fu peculiare di Giuftinopóli, quando l'Abbate Palladio del Patriarca AquilejefčGregoriofňtto 1* anno mille ducento leflanta fette fcrive ; Che piantň inCi-fidale la prima Pietra del Mon a lě ero delle Monache della Cella dell* Ordtne di S. Domenico. Né 214 Lŕb. *• Dtlle Chěefě SecoUri,eRegolarě. Né altro titolo che della Cella ritiene ŕ noftri giorni quella religiofŕ adunanza. E certo in oltre , che fino al millefimo predetto foggiacque-Soggette roallagiurifHittioneEpifcopale, fé da quella s' rVdittěonc elentuarono colla facoltŕ d'aggregarli alSerafi-Epifcopa- coinft{tuto di Santa Chiara. Non fi concede il privilegio d'efen tione fé non ŕ chi č ad' altri log-getto. Refta ben in dubbio qualfofle il precedente loro Inftituto , e quant* Anni prima gli daflero il proprio nome. Pare poterfi dire, che fodero Mantella te , ň Pizzochere d'uno delli due Sacri Ordini nella Cittŕ prefiflenti de» Santi ň Domenico, ň Francesco , perche fono quefte veramente Suore ; altrimenti non ha del verifimilehavefleroelle cangiata cosi di leggiero Religione, fé profčflato haveflčro alcun Ordine Regolare. Cosě pure che la loro primiera fondanone precedette di qualche tempo l'accennato millefimo ; che fé fofseftatarecente, forfč vederebbefi inlerta nelle Patentali del Ma-nolefso. Maŕche tali divinationi. In virtů adunque dell' Epilcopale Indulto s»-Saggrcga- arrolaronole Suore della Cella nell'anno mille I3l tre cenfuno, e primo del Manolefso , alglo- riofoVeflillo della Santa Eroina d'Affifi Chiara, afsumendonečlaRegola, ci Nome; benché molt» anni dopo, come recano i publici In-flrumenti, ritennero il primiero titolo della Gel- Cap.s.Chěefa, éClaufJel/e Mon. di S. Chiara. 12j Cella. E nel tempo medefimo il Miniftro Provinciale de» Conventuali nella Dalmatia. ŕcui andň fčmpre unito quefto Convento di S. Fran-cefco, ne intraprefe il monŕdico governo, ingiuntene Pimmediatafovrajntendenza ad un luo Religiofo in grado di Confeflňre. Il che fi profč-gul oltre due Secoli, e mezzo 5 ma fčmpre coli» ordinaria vicendevolezza or dcprolperi, or de1-finiftri evventi. Da maneggio humano non fi col- So^ck>- r * r r • r • t- ě noa vari gonoiragrantiroie lenza pungenti ipine. Jbd»- aventi in vero fu buona forte delMonaftero aggregarti fpenf^ra ad una Religione, qual č la ičrafica, ricca de»- auverfIt " Privilegi, affluente d'Indulgenze, ecopiofa de*-Letterati, e decanti: Mŕěe qualunque degl'Orbi celefti, benche^da pellegrina impreflěone immune, richiede al regolato fuo moto Hntelli-genza affiftente d*un angelo 5 un Chioftro di Sacre Vergini, che e un Cielo terreno alle fůblu-nari emergenze pur tropo {oggetto, potea facilmente (regolarti, appoggiato alla totale diretio-ne d» un f olo Huomo. Miglior vantaggio allo ftef fo Chioftro arreccň la grada di molf efentioni, e privilegi della Santa Sede piů volte conleguita > col'obligoingiuntoŕfuoiLegati, eNunzj dimoranti in Venetia di manfcenegliela intatta : Ma la fěfiŕ permanenza del Miniftro Provinciale in Luoco tanto difcofto, quant» č la Dalmatia da Capo d> Iftria, potea ridondare in non leggiero ,- . " ....... Gg di- ji6 Ljb.2* Delle Chic fi Sudori , Regolari. discapito ; mokiplicandofi alle clauftrali adunanze piů frequenti gě» incontri, che le giornate. Ottimo x e decorofo per il medefimofu il ripiego da LorensoSparafa Miniftro Generale dei Sacro Ordine fŕggiamente prefcielto, quando nel mille trecento trent»otto, efimendo quello dal Provinciale della Dalmatia, lo accolf e fono l» immediata auttoritŕ del fuo Oficio: Mŕco-ftretto egli pure per buon governo dalla iuaile-ligione ad un moto quafi perpetuo, e in ogni luo-codi fua dimora dalHnconftanza del Mare di qua affai difgi unto \ poteano fou vente non cor-riipondereiollecite le provifioni alii di lui zelanti voti. Queftonododi cangianti vicendevolezzedaŁ mille trecent» uno fino al mille cinque cento in varie guifčopauverie, or propitie ritorto tanto s» aggruppň negli Anni fěifleguenti, cVie al fine ftimň ragionevole il VlonaRerodifcioglierfi dalla luperioritŕ dell'Ordine , e legarfi di novo sě fogget- ali* ubbidienza del Prelato . Nel mille cinque tano di j. . . j. i , xr> nuovo ah1- ccntoundici., indi nel cinquanta quattro, eiet-^EpKco" tan ra tre iufleguenti, inviperě la pefte, come ac-Sfr?i.c.3- cenammo contro la Cittŕ; ŕ tal che parvero non tré pefti diverfč, ma una ripartita in tre, ň tré allacciate in una . Non eranfi rimarginate del tutto le piaghe della prima, che sboccarono le cicatrici della feconda} e quefte non per ancogua- rite, Cap ěŁhěefa>c Claufdelle Mon. di S. Chiara. rite* infiftolfronco'gli auvelenan carboni della terza . Non vi fu in Giuftinopoli Cala, ň Famiglia tanto raflodata, ň premunita, che a (coffe cosi gagliarde non fi rilentiffe, e quafi non diro-caife. Ma piů dj ogni altro travagliň il Monade-ro di Santa Chiara ripieno di Vergini, fcarlň di provifioni, e defli rato dell» ordinario Direttore, dapeftiferi carboni, benché coperto di' ceneri, giŕ eftinto. E come potea piů fottenerti fenza foftegno ě come reggerfi in piedi fčn lŕ capo? comeregolarfilenza guida? Fu dunque fag-gia prudenza delle Vergini riftaggiarfi lotto la Motivo di benignaaflěftenzadel Prelato, efůefimiacaritŕ ^ di quello b accoglierle. Si maneggiň l'imprefa intorno al mille cinque cento fčttanta, ledente nel Vaticano il B. Pio V. ed in Giuftinopoli AA driano Valentico; Ma non fňrti l'intero compimento, che nell» immediato fettanta quattro* lotto il pontificato di Gregorio tra Papi del fao Nome XIII. e nel governo d* Antonio Elia, ŕ niuno de' Veicovi fuoi Predeceflori nel merito il fecondo. Qucfto paflaggio da fi giofti motivi originato, e col» unanime artenio efeguito, traile (eco van-fagioli progreilě al Mon attero; e fingolarmente quello delle fabbriche clauftrali, lčnza le quali ogni Monaftkolnftiratole non tracolla, peno-feeknguifee. Quatta Chiefŕ non altro oggi Gg i ritic- , 218 Lib.iDelle Chiefé S ecolar i>e Regolari, '1 ritiene dell» antica3 che la primiera ofěfatura 5 cioč a dire le principali pareti, che formano Ja fua alta, e ben regolata grandezza 5 la Capella maggiore , con un» Altare d'in taglio dorato, con rrč effigie di fimil lavoro raffiguranti S. Chiara, e li duegloriofě Francefco, ed Antonio ŕlati di quella ; SŁ il Coro foura la Porta principale di competente grandezza \ ma quefto non č un fčcolo, che fi chiuie, &C abbellě al di fuori con intagli uniformi all'alto Gelo della Chiefa > Sonopure po-ch» anni, che la Grada maggiore fi cinfe dey-bianchi Marmi, e fi riftrinie coj lavora ti Cancelli. Ed anoftri giorni nella Capella predetta s3 apri il Confeflěonario egualmente comodo, e luminofb , per ufo del Monaftero ; ed all'incontro sbalzň la Sagreftia riftretta si y ma al bilo-gno della Chiefa iufficientemente capace. Qui, pltre cinque nobili, e ricchi Altari r euvi un di-asan-voto ^crafio, che porgendo nella Claufura, Spina. trasfónde (ingoiare divotione al di fuori, eviCt confčrva una delle SantilFime Spine del noftro Redentore > laqualeeilficuroAfilo, ove nelle maggiori urgenze, riccorrendo la Cittŕfuppli-chevole, fi ichermilse avventurata daglunfor-tunj della Terra, e da i fulmini del Cielo. Tra g^ alfri Pr°dig} di quefta fŕcra Reliquia regi-ftrafi, come al primo di Maggio nel mille quattro cento novant1 otto fpuntň sůla fpina medefi- . " aia Memor, CUufJeHe MonacJi S% ma una tenera, e verdeggiarne Foglia. Parve volefle il Gelo geminare alla Cittŕ le gioie, le nel fioritoMaggio fino dalleIpinefanguignefa-cea germogliarle ruggiadofe le verdure. L'intigni Pitture, che quefta Chiefa adornano, fono due Palle d> Altari, animate dall' eccellente pe-nello del Palma, e la volta della predetta Ca-pella colorita ŕ guazzo dal valorolb Prem Triefti-no. Non meno riguarde voli fono le (acre fupel-lettili degl'apparati, e degk argenti, che nobilmente 1» arricchifeono . Qui giaciono 1» Ofla del Velcovo Pietro Antonio Delfino, di cui nel Catalogo de» Prelati fi traferifle lofpiritolbEpi- Lih'uc'5f tafio. Anco il Monaftero nelljin teriore (uŕ fabbrica dei Mei» ha ritratti ŕ noftri giorni non leggieri vantaggi. lU0" Non fono molt'Anni, che per lamoftruofa ftruttura delle Stanze ineguali, de5Corridori angufti^ dell'Officine difňrdinate > fčmbrava piů tofto un* intricato laberin to, che un regolato Chioftro. Ma ora accrefeiutodigiro, aperto inLoggie, diftelo nt> Dormitorj, e diftribui-to in Celle, comincia ŕ gareggiare e di vaghezza, e di comodo colle piů regolate Claufure. Regoliamo noi il paiso, che ormai e tempo, ali» altro Monaftero di S. Biado. CA- CAPITOLO SESTO. Chiefar eClaufara delie Monache jigoBiniane. L A divotione, che nacque gemella col fčfso imbelle, fé nelle Donne cT altre Regioni facilmente annida, nelle Nobili di Gin* ftinopoli profonda le radici, e fublime trionfa . Sogliono quelle altrove, per deludere 1* altrui in-fidie, premunirfidi modeftia, d*erubefcenza, e di ritiratezza, doti alla divotione confedera-nte- Ma qui di proprio genio iolitarie,everecon-Donnele ^e> ^On uicendoin publico, ie non dalla pietŕ Giuitino- coftrette, odali»urbanitŕ violentate, qualora politane. -.- - . .. r ' diicuoprono Perionaggio di veruna foggettto^ ne, ň {e ne fugono t imorofč, ň fi celano guardinghe j di modo che quel tratto modello, che in altre parti forfč biaimarebbeft come rufticitŕ vitiofa, appreflb di noi e virtů raffinata. Or-un-dici di quefte di conditioné* e di genio tutte uniformi ( parendo forfč loro in materia di facro Collegio il numero duodenario infaufto perii cafb dell» Apoftolo divenuto Apoftata, & il de-nario non meno fofpetto , come compofto di Akune fc Vergini la vie, e pazze )(i ricoverarono appreffo ranň tP- la Chěcfa di S, Biafio, rifolute di nafconderfi af- latto Cap. 6. Cbiefk, e CUuf, de Monac. di Sm "Běafo. fatto ŕi Mondo, e vivere iolo ŕ Dio. Paifŕna perla Biafio i» J 1 i" • • r * /T 1 • n qualitŕ di prudenza, e per lo ipmto fra elle la pm provetta* mantella. ičrvě loro nel ritiro di fida fcorta, e n el foggiorno d »affctuofa Madre. Si veftirono d'habito Regola re, ma fčn za preffiggerfi alcun a Regola ;file-g arono in religiofa adunanza, ma fčnzalegami de'Voti; SCaflunfčro il titolo di Suore* ma non di Monache formali. A guiia infňmma di Mantella te , ň di Pinzochere conviflerro lungo tempo dal vincolo della Caritŕ fraterna avvinte . Ma polcia infpirate dal Ciclo ad avvanzarfi per i Sp«gŁ gradi fublimi dell'Evangelica perfettione, in fi- J^0^^ fterono appreffo il Vefcovo Tomafino de»Conta-rini, ^cciochc prefigen doloro la fcaviflěma Regola del gran Patriarca, e Legis latore A gettino, poteflTero vincolarli co Sacri Voti ŕ Dio. Conobbero , che per aflkurare l'Anima dalle frequenti caduteci miglior mezzo fi č prefidiarle co»Voti > e che per trionfar delMnferno č ottimo configlio il far lega col Cielo. Quindi dopo maturo rifleflb piegando ilzelantePrelatoall»humililoro iattanze tra le folennitŕ della Meffa Pontificale il di vent'otto Agofto, giornofeftivo del Santo E1»otten o-Padre, dell'Anno mille trecento diedotto, die-no-4e loro lafňfpirata Regola, e Wnftituě in grado di Monache formali. Ed accioche riufeifle canonica in tutte le parti la {aera fondanone, impartě loro la facoltŕ d'elegger fila nuova Supcriora , che V ijt Lib.2. DelleChiefe Secolari^Regolari, • che fňla fteflaPaifana. Indicoll'unanimeafTen-fodel fůo Capitolo le efčn tuo dalle Collette, ň fiano Decime che in alcun tempo dal Sommo Pontefice, ňdalli fuoi Legati s'imponeflero ŕ quefto Clero. Se ne lega bAtto publico efpreflo in quefte voci. Quemadmodum divina fapientia tejlatur, duas Vitas ejje cognovimus, per quas incedentes boniHomines> in eis Vita curfamfděcěterconfu-mantespojl deviéěum triumfhatumque Aiunŕum^ adperperuas aternitates Ŕltfericordia Omnipo-tentispr&viatranfire m&rentur. H&videltcetfunt Vita attiva > & contemplativa, forma quarum in veteri, novo que Tejlamento multtpltciter de-monflratur. Qjtamquam enim amba adVětamjě-naliter aternam tendant > Contemplativa tamen fupereminere dignofcitur, quodfiguratum tntelli^ gimus in duabus uxorihus Patriarchii Iacob ; licet Lia> perquatn Vita prefiguraiur attiva > mul-thm effetfobolef&ctónda, fcriptum tamen eji 9 quod Ui l [d Rhl S j ffefffp q pifcopa- Uppis erat ocults ; [ed Rachel Sor or ejus typum con-fěituto templat%VA rdprejentans, decora fac/e, & ve-Mona/ ero m^Q ajpe^u^u^ defcrtfatur, quia contemplano quanto magis amori, & dulcedinifm Conditoris inh&ret > tanto magis tllius charitatis ardore , e pulchrnudine decoratur • Sicetiam, utSanffius Evangelica tejlatur 3 Marth& circa frequens mi-nifěerjum occupata, Marta Sorore ejus vacante in Cap j.Cftěefr e Clauf delle Mon. di S .Chiara. 13$ in audientia Verbi Dei 9 dicit Sermo Divtnus / Maria opt imam partem elegit? qu&nonauferetur ab ea . aMartha bonam , [ed Maria meltorem elegerat, qutacontemplationi divina devotiffimč tnhttrenŕojamex ilio ff tritali convivio Aiti]fimi Utabatur, ubi Rex nojlerminijěrabitnobis, €5* tognitionem infunŕet. Hanc autem vitam multi Saniti, tamViri, quamF&min&ŕpopularifre-quentia fegregatě in M.onalěerijs fub Regalar i Di-fciplina eligere voluerunt, quatenus Omnipotenti *Deo cumhumilitate cordis , ac manfuetndine in-fervientes y c&lefti Sponfo jungerentur in Cceloy chjhs amore , ac dejěderio ^Cundum cum tjus concupifcentijs cale averunt : Quorum exemplo* (Sforma tam pie, quŕm falubnterboriata Reli-giofa Domina Sor or Payfana cum plunbus alifs Dominabusde Civitatelufltnopolis in Sanéěopro-fefito(erviendi Deo, fětbhabituRegulari, unam Congregaiionemfeciffet, & abfq.ahcujus Regu-U prň fé(ěionefimul in charttatisumtate ěujtinopoli apudČcclefiam Saniti Ulafiij Longo tempore perjii-tifata demumdivinitůs tnfpirata irtt4te in wirtutem, humiliůr, ac devote a Re'verendifftmo in Cbrifio Patrtry ©* Domino, "D. ^homafino Epifcopo Iuftinopolttano Re-gulam CB. zsěugufiims Doŕtoris Exymij petierunt unammiterfibi tradě, jirmiterproponentes de ce-Uro (uheadem Regula in Obedisntěa, Capute> & . ' ' " Hh fine Lib.2. Delle Chieje Secolari\t 'Regolari. fine proprio, Domino famulart ; Qui Doměni Eptfcopusearum iuflis deftderijs gratum pr&bens afjenjum in diefejiivitatispr&diélt Divi Auguflinf infra Miffarum folernnia yjjuaminDi&arum Do-minarum Ecclejia folemniter celebranti, multi? adJUntibus foro-rtbus MonoJJ&y Honetta, Fornovella, Honeft*> 'Beatrici, Prudenti*, Maria, Vakntina, Gallar-din&> ZfCrupulofčy diófamregulam dedtt > tradi-dit, atqueconce\sit\ &abomnibus, &fmgulis earumdemmanvaliterobedientiam recepiti^ de moluntate earum pr&cepit eěsdem, quoŕ deberent eligere, quarnvellent, prň uno anno t antům, 0* nominare Priorijfam. Qua fupradióiA Sorores om-nesin loco, ubifua negotia trattare confveverunt, ibidem convenientesfůpradi&Am Dominam S oro-rem Payfanam, un a ^voce 9 fSunofpirttuelege-rutprňunoanno tantum>ipfamque elecěam pr&fen-taverunt Domino Domino Eptfcopo con firmar dam. Quam eleéěionem ipfi Dominus Epifcopus (uo Annulo conjjrmaevit, ratificavi Ł5* dpp roba-vu, dansy & concedens etdemSorrori Payfana canonicam adminifirationem ad annum in Alo-nafieno prelibato. Quomamvero adquosltbet Re* guUres a Secularibus negotijs (e abjimere, (f ora-ii bus, vtg tlijs, ac teiunijs vacare, Deoq; defer- vire ; C*ap.$ Chiede Claufdelle Moti, di S. Chiara, vireycavenitiideDominMsEpifcopusdegratiafpe-ciali>accedente ad hoc Ubera voluntate > Qf conferě fu Dominoram Decani > (f Canonicorum fm Cai he-ŕralis y voluět, quodfradicia Sor or e s, & Succedente*, fiveeartitnŔionaJěeriumnonpofsit co giŕ féipfoDommoEpifcopo, €^ Succeflorib us fuis ad folutionem altquarum Cdleclarum impofita m y vel impomnŕam Clero Iuftinopolitano a SurnmoPon-tifice vel Legatis eiufdem &c. AEbum iHjěinof olifuh Anna Dominiti Indi-** elione prima y die 2$. NlenfisAuguftiinEcclefěa, (f Monafterio fapraditto S. Tŕěasij^ prtfentibus Re ligiofs VirěsFratribus T aula de lufiěnopoli, 0* Antonio de Manina Ordinis Pradicatorum > FratribusPetro >(Ł Oftonellade TergeftoOrdtnis sMinorum, Rev. Vira D.Prafbitero lacobo de Placentia Generali Vicarěa Dom'wi Epifcopi, Dommis Canonicis Cathedralis, alijjque Clerici s, Nobilibm Viris » & Topuli ad/lame multitudine copto fa. Et Ego hannesStano^a Diaconusde luftino-poli, autboriiate Imperiali Publicus Notarim, 0* Domini Epifcopi Cancellarms pradiéfis omnibus, ZStfěngulis interfui, a e de Mandata prefati DominiEpiscopiy (5* ŕpr&děBisDominis Sororibus rogatusfcripft, f$iniprvefzntempubltcamfortnam redegi, & Sigillo Epifcopalimunivi* Hh 1 Su>I lib.2. Delle Chiefe Secolari/ Regolari. Su 4 profondo , e mafficcio di [quefto fondamento dalHiumiltŕ (cavato, e dalla di votione eretto drizzoflě il Monafterio edificio delle Vergini di S.Biaiěo; dove le novelle fpofe diChrifto religiofŕmente raccolte vilTera oltre un'intero Secolo con felici, edavventuratiprogrefsi. Ma f opra il mille quattrocento da lagrimevoli {venture or di guerre, ordipefti, ordifŕccheggila Cittŕ rutta mefchinamente devaftata, anco la religiofa adunanza notabilmente fcemŕ 5 né aggregandoli altre Vergini, rimale il Monafěera n defolato, e deferto. Talefempre fu il perioda ^eU'humane vicende. In quabanno prediofuc-cedeflfe cosě grande infortunio, non ci č permeffň tindividuarlo. Potiamo benfi francamente aderire , che fu dopo il mille quattrocento cinquantr-otto, e prima dell»immediato feflantaj poiché fa>\ fine del cinquantjouo il Vefcovo Gabrieli , con iuo mandato penale treno l'audacia di chi inoltravafiŕ (turbare la Claufura di quefte Monache 5 dunque non per anco era dishabitatoil Monafteroj e né primi Meli.dcliufleguenteief^ fŕntail Cardinale Bellarione, loggiornando in . Venetia Legato Apoftolico di Pio II. appreflb la Sereniifima Republica ( donde pai&ň ali3Imperatore Federico Terzo )accioche quefto Santuario, giŕ di^ue Religiofč deftitutoa rovinoio non deca-deffe, lo conferi in qualitŕ d'Ecckfiaftico Beneficio Cap.$.Chěefč,e Claufdelle MonacJi S.Chiara, ficio ŕ Giovanni Zarotti Arcidiacono diquefta ^ Cattedrale 5 Dunque allora era dishabitato, e fcmpuce dalle Monache derelitto. All'avifo perň di questa inopina taprovifione sboccň in dogliofi fufiuri la rozza Plebe, efaggerando, che un publico comodo fi ridacefleinvantaggio privato. Ma poi rifvegliatofi un vivodefiderione^pěů faggi Cittadini, ed in alcune Donne divotte di riaprirlo colla reintegrattione delle Monache primiere, (i maneggiň col Zarotti la libera rinuncia del con-fčguito Beneficio. Nčfuronovaniquefti comuni voti, benché per qualche anno protratti \ poi-che alii dieciotto di Marzo del mille quattrocen- f!de to fcttan taquattro Ci ftipulň il publicoInftrumen-ro della fofpirata ceflione, colla claufula elpret fa5 Chefčnza dimora entrafleroadhabitarvi le Monache del primiero Inftituto. Siche nell»-Ma quello anno medefimo, riaperto il Sacro Chioftro, fi c^f0^t reftituě il prillino decoro alla Cittŕ, la imarrita prole da Agoftino, e il divoto cultoŕ Dio. Ne mai piů ( per quello riportanole memorie, ň tra-ditionianciche)rimaledeftituto; maviepiůnu-merofo, e florido, quale č di predente. Tali fono i rimarcabilifucceflě intorno ali* originaria fon-datione, e fuflfeguente confiftenza del Mona: fiero. Il Petronio perň, la di cui attentione nel rin-UacGiare le recondite notitie della Patria farŕ iem- i} 8 Liba, Delle Chiefe Secolari, Regolari. parere dei fempre memorabile, nel rapporto diquefte Re- Petrorua, ,../-/ 11 1 1 11 • • 1 i-% • che v'en- Itgiole ( nulla toccando della primiera loro Ori-pizzodiere gine ) vuole,. che dopo la defertione del Mona-«vite. ^cro ^ Acceduta nella forma recitata foflero Piz- zochere, ň Ternarie del iacro Ordine de» Servi, qui inftětuite , ed introdotte nell'Anno měnc quattro cento fčiTant' uno dal Generale della ftefla Religione Chriftoforo Tornielli Giu-ftinopolitano. E per auttentica del luoaiterto riporta un gratiolo Reicrittň del Vefcovo Gabrieli , con cui fi teftiftea la prefčntatione fattagli dallo fteflň Generale d'una Bolla Pontificia di Nicolo V. di poter inftituire in ogni' luoco del (ěio Ordine le Religiofe Pizzochere ; Edčillč-guente eftratto dal volume dello fteilň Petronio^ Gabnel Dei > & Apoflolic* Sedis Grada, Epijcopus luliinopolitanus. Vněverfis y & finqulis prafčntes Litte-r4J- , feti pr&fentmm tranjttmpta wfpeciitris; Salutem in Domina fempiternam. Vmverfitaů wjlra notwnfacimus perpr&fentes y quod dumfč-deremiismnojěro Epijeopalt Palatio, compariti* coramnobisRev: inCrifioPater',. QtDominus Crijlophortéide lufiinopoh S. Th. Magifter , & totiusQrdims.Fratrun* ServorumS. diariaPri~ or Generali* y & nobis exhibuit y atquepr&fen-favi* quafdam lineras Apojlolkas Santifimi in CbrifioPatris* tfNoftr^ Domini JSlicolaidi* . Cap.č.ChiefajClauf de MonacAiS^Blapo^ *vina providetia Papa V. buUatas vera Bulla p!u-bea infilěsde ferico croceo, Łfrubeo> more Romana Ecdefuquaslitteras vidimus, Qf dtltgen-terinfpeximustllasjanas efle, atqua tll&fasnon uno ha-vea fortito 1» intento. Né punto giova la prefen-tatione della facoltŕ Pontificia impartita al Generale de* Servi d'iaftituire Ternarie del fuo Ordine ; poiché fé in rigore di buona Dialettica non vale Wllatione dalla potenza ali* atto, deve rimoftrarfeie l'efecutione pratticata in Giufti-nopolij il che non fi legge nelk Teftimoniali del Gabrieli; ň in altra auttenticafcrittura. E quando pure fi concedeflero inftituite nella Citta taliPizzochere, quefte fecondo lo ftile inveterato dell'Italia , faranno ftate nelle proprie Cafč 5 co-me poi feguě della B. Giuliana Malgra- nel- Cap. 6. Chkpif CUtif.de Monac. di S\ cBěafěo . nclli, Pizzochera Servita in Giuftinopoli l'anno mille cinque cento cinquantino j ma non nel Monafterodi S. Biafio, dal feflanta finoalfet-tanta quatrorimafto vuoto. Al piů potrebbe cfle-re, che nel riaprjrfi di queftoper la rinuncia del Zŕrotti, alcuna delle Pizzoehere domeftiche Servite( ičpur ve aerano ) s»arrolafle con altre divore Vergini al di lui primiero Inftituto. Conchiudafěpure, che dal mille trecento dieciotto, il primo di fua Monacale Claufůra, fimo ali* anno corrente fu egli di Vergini Agoftina-tie, uč mai alterň, benché di pochi anni disha-bitato, il fuo effer.e antico. Progrediamo ora ad altre /pecialitŕ in niun modo con troverie, perche euviden ti. La Ghie-fa, antichiffima di fondatione , non č vaftadi SBiaSĚ0-circuito. Stendefi in una fola Nave^ ma capace del Coro ordinario, e di cinque regolati Altari d» intagli, e di Marmi adorni, fňura de»quali S'adorano due lŕcre Immagini della Beati (lima Vergine Madre . Luna di rilievo , prodigiofŕ perle gratie ŕ fuoi di voti impartite j b altra di pittura, ricca d» argento, edoro, de» quali č cinta. Tiene buon numero d'infigni Reliquie, e di pretiofi Arredi; tutti ornamenti condegni di talCfaieia, e Chiela meritevole di tali ornamen- per pěůů-ti. Euvi tra quefti h Oftenforio del Venerabile, Ł«.in§Q" che per 1* argentg ricco, per h oro pretioio, per • li il Lěbj* DelleChěefč Secolari ^ il lavoro raro, e per le circoftanze memorabile efigge un fing^larerapporto. Gonfia egli di cinque Piramidi : la priaia alta quattro palmi incirca, l'ai tre lateraliŕproportione minori, e tutte fňpra d» una retta linea piantate 3 e difpofte. Nel mafficcio,.«iella maggiore campeggia la fa-cra sfera, cinta di raggi, ed oro ; alquanto piů {opra jn un recinto di dorate Colonneicorgefě il penolň martirio del diletto Bemamin o Giovanni entro la Caldaia d» oglio bollante ; e piů alleai to in altro Cancello confimile mirafiMmma-gine dell»immacolata Concettionedi Maria, a cui la cufpide dell» alta Piramide forma degna corona. ;L*altre quattro .fi ripartono in tanti archi perforati ; gl'ultimi de*quali (i riempono co» minuti, e fini/fimi intrecj, ed i piůgrandi s'-adornano colle figure de»SantiKoco, e Sebaftia-no. S'appoggiala mole ad un lodo Piedeftallo tuttod»argento, frnaltatodroro. Quefto piccolo Teforo s'involň dall'Orde Tairtarc ad alcuna Chieia dell» Auftria nel mille fčicento ottanta tré, mentre l'empio Tiranno4e*TurchiMeemet IV. tentň, ma in vano, d»elpugnare, concento cinquanta mille Combattenti, Vienna Cittŕ Capitale di quella, ed Impellerefidenza del Regnante, e piiflěmoLeopoldo. TomaioTar- lia Dragomano, p lia Jmterprete maggiore per la Veneta Republica neliia Reggia Ottamana ( d ran- Cap.6.Chiefa,e Clauf delle Mon. diS. rante allora la pace )lo rifcattň a groflb prezzo di mano d'un Tartaro; e riconofcen non č anguftadi giro y (iero .ona* vedcfi in pia parti ŕfitÉEcknza liiciaKDdeB^ta i ed iů queft'ultioai anni s'ingrandě; co31'5§giunta di nuovo Eclifěcio in (ito affiti capace v éč anni 8t anni fono dalla Publica Berteficonria ortenoitt?^ per la conftruttkme dcconfacti Park^orj. Go-1 ¦ oc, benché Mendicante ,. ilMion^ftico l^ivik- |0[enHélfe gio, daltiiiterrotta ferie de*piůiecoli corrobo»- o rato ^di fagliate confolenne pompa le giŕ velate de Vergini .Non fňvračbondkd*annu?ereruiiter? male conuinedeUlflxia ; Ma cbeiitricca di ClaUr iiraleOflerv&a ^Patrimonio heredi alla faaReligianeda quelt^oftina di teipreggiare ittqueftabaffaTepra fbccorfb de'poveri a»avvanzň ŕfranger loro infi* noi Sacri Vafidell'Altare. Equifianioŕ^U4tó' Luocbi pij » doffde copiofi» traggono ifuffidj dell» Anime ^ e de^ GorpiJi Popoli Fedeli . li i C A^ 144 CAPITOLO SETTIMO. Oratori, Confraterne > /\ e Monte di Pietŕ. A Sfai diflfufň, e poco gradito rfujfcn4e&&*P forfč il ripartire in piů Capitoli il rinia^1 nente de*Luochi pij > in tanto numero* entro!» anguftemura delia Cittŕrachiufi, che fé quefta dalla provida Natura non fi foffe confti-tuita la Metropoli deH'Iftria , acelamarebbefi pertale dalla Religione Cattolica. Sono quefti gliOratorj> le Confraterne , el»HofpitaH dei' Poveri y ed il Monte della Pietŕ , tuttiluochi venerandi, e divoti, ove la Virtů Cbriftiana, or nel culto di Dio , e de» fňoi Santi 5 or nel io-těegnode» languidi s ed infermi; ornelfaffidio1 de^bilognofiy e deftituti* generofŕ fvifcerafe fteffa, efvifceratatrionfa. Eperňfonnandonfe qui un breve epilogo riftringeremo quelle noti-tie, le quali concernenti la ragione Ecclefiafti-1 ca paionaaddattate al nofěroia tentň. Ma come non fi puň degnamente divifare degl^Oratorj allapublica divotioae eretti ( proftergando per orai privati) che non s* in cominci delle Confraterne, le quali cola loro fondatione diedero Capi y.Orat.Conf.Hofpe Moriit di Pietŕ. 24 s (bave impulfňŕll* erettione di quelli, dalle Con» fraterne medefime prendiamo Tefordio. Piůfňrti di pie, e divote Adunanze vegonfi in ^ Giuftinopoli .-Alcune dell» altro feffo ; e Ł quefte col ben ěgno afsenfo de» Prelati, inftitui— te per lo piů dalli Superiori Generali de'facri Ordini Mendicanti, in virtů de* Privilegi da Sommi Pontefici conseguiti -, ed altre difoli huomi-y ni, erette dalli Vefcovi predecelsori colla facol- • tŕ loro ordinaria , ň dalla Santa Sede delegata.' E quelle in oltre fi dividono in alcune, che ve-fěono habito ŕ tutti commune , quafi godano rendere piů palbabile agl^occhi del Mondo la peculiare loro divotione ; ed in altre indoflano il lacco di vario colore , fecondo la varietŕ del proprio Inftituto ; e con quefta gloriofŕ liurea di penitenza celano l'interna compunttione del cuore. Delle Confraterne d* huomini, e di don- * ne qui fiorifcono le piů cofpicue di Santa Chiefŕj come del Santiflěmo Nome di Giesů, del {agra-tiffimo Rofŕrio , dell'immaculata Concettici ne, edellifčtte Dolori della Beatiflěma Vergine Madre d'Iddio. Vi iono pure dell1 habito del Carm-ne, del Cordone di S. Franceico, edr al-treconfimili, tutte affifle ŕ loro proprj Altari. Dell^altre degl'Huomini , mŕienzaSacco, ň Cappa s'accrefee il numero 5 perche euviquek kdel Vcflilio trionfale delta S.CrQce*> cňl-Su1^ -w***^^ ira— fragiodell» Anime purgand^diSLMaxia alla tonda x di S., Nazario noftrq Tutelare ¦ v diSL Giovanni Evangelica „ di S.XjtiacooěQApofto-lo». del S. Pontefice Clemente , delltgjbnofi Martiri Lorenzo, Stellano, cChnHhfovo vcfcllě SLvS Confeflbri Carlo » Francesco v Rocco x Filippo Neri % e di. tatti i Santi 5 cialcima delfe quali trovafi diftribuita „ e dall* al tre diftintafm varie Ghiefň. DellcTerze^ veftite col Sacco ,<* Cappa y fé ne annoverano otto y le quali ( la-r feiando 1»ordina della loro canonica: anzianitŕ); qui fi produranno Łecondo 1» inalterabile pre mi-nenza de» loro glorioii Santi Titolari. Sono quelle dell*Ineifebile Nome d'Iddio,,, e dell^ Augufliflimo Sacramento^ dell'Altare * ambet colla Cappa rofla i Del SantiflimoCrocefifloiir S.Tomafocolla.Cappa.nera; diS.Marianuova ^ colla Cappa^di cavelEno ofeuro V di Santo Andre^ Apertolo colla Cappa di ceruleoioŁcov di San Nicolo Vefcovo cdt-la Cappadicerulcochiaro 5 ediSanto Anconidě Abbate colla Cappa di lana bianca*. pratór> e: Gr quefte, ed: altre delle feconde giŕenm& Sale delle a % i ? < ^>i • r w f ^cfc. melate,oltre gli Altari,. ele_dnele*alieqtialt di votamente afliftóno,, tengono le proprie Sale deftinateagl'^ordinary lorotcongpeffi ; e tab unar gode; anca ii Čegict del Saaw Oratorio ldl O Cap. y.Orat.Cmf.'Hofyit. che era ŕffieme lacro Oratorio, relňqueftorovinofo, merětamente fi rinlčrň. La Confraterna di Santo Antonio Abbate, la quale č delle piů antiche, e celebri della Cittŕ, tiene b Oratorio alla&aSala contiguo, ŕcuiGirolamó Rufca , con(UogratiofňR^. Indulto, 1* anno mille fči cento vent» ňtto, con- '{0 ccffebulodeliŕcro Altare; colla riferv^a perň di Fulminata Gerifura, quando con atti disdicenti fi oltraggia fle la Santitŕ delluoco. Anco la Cori-fraterna del Santiffimo Crocififlb appreflb di S. Tomaio, da che nella medefima Sala fé le un) la fruttuofiffima Congregatione di S.FilippoNeri, tiene ilfuo pc culiareOratorio; dove concorrendo molti divoti, dopo i consueti effercitj del pio Inftituto, fi corona la funtione col Sacrificio in-crucntodell* Altare. Anteriore ad ogni altra nei luftro deli»Oratorio fare bbe k Gonfraterna del lŔb.9. Dille Chiefi Secolari,* Regolari. Ŕuguftiflěmo Sacramento ie intorno al mille Reg. steiu cinque cento cinquanta per inganno diabolico, lT*'f'1' di falfi riti finiftramente imbcuuta, non fi foffe poi da Tomafo Stella jfapprefsa, ed eftinta. La moderna perň, che ael iuiseguentecinquant*-otto dallo ftefso Prelato, sj inftituě, come non mai degenere da fé medefima, con {incera, ed indefeisa pietŕ affitte alle quotidiane funttioni del diviniffimo Sacramento 3. cosě riccorrendo diqueftola lolenne Feftivitŕ fuole condecorare colla Santa Melsa la propria Sala, che č il iuo divoto Oratorio. Riftringafi dunque in un periodo il tutto. Le Confraterne in Giuftinopoli ionoventi fette di numero > delle quali otto in-xlofiano la Cappa 5 le loro Sale nove ; ma gli Oratorj non piů di tre. Numero non mai/cario, (e il moltiplico di quefti farebbe dannofň, non cl\e fuperfluo. A d una Confraterna laicale qual Oratorio piů decente dellas ftefsa Chiefa^ da cui ella trae l'Qrigine, ^d il nóme.. A quefte Confraterne^ pie adunanze de1 divoti Fedeli, sj accoppiano gl'Hofpitali, caritativi ricoveri dejbifognofi languenti : che fé in quelle la Criftiŕna Pietŕ gareggia., inqaeftila .fraterna Caritŕ tripnfa. Due fono gl'JHofpitali dis.pSa-e in Giuftinopoli.; ljuno intitolato di S. Na2ario, ,ario,efuo jf fl d jdel Ponte, cosě denominata dal ltittgQ.Ponte di Pie- . j.Orót.Corf.Hofpit. e Monte di Pietŕ.9 Pietra, che unifce la Cittŕ al continente. Piazza delle migliori dopo quelle del Duomo, fian-cheggiaia da moderni Edificj con ricche bote-ghe$ e perň detta anco la Piazza del Traffico per il maneggio de* mercantili affari, A capo di queftas» erge la mole di marmorea Fontana con ingegnoiň artificio dilpofta ŕ igorgare da piů lati entro d'un gran Vafň ottangolare limpidiflěme acque, per fotteranei condotti tratte lungi dalla Cittŕ quafi due miglia. In qual tempo ella fi nobilitane con quefto publico ornamento, ne meno lo accenna il Petronio. Dall» Inlcrktioni perň, che {colpitele alWntomo, con tettano la degna gratitudine della Com uniti alla folěccim vigilanza de» Veneti Rertori, applicati giŕ ŕ ri-ftaurarla, pare eretta dopo il mille cinque cento 5 quando ŕ Nicolo Salomoni, vigilantiflěmo Rettore, nelfůfleguente cinquantafeis» alcrive in una di quelle il pregio di haverla fatta {gorga-re inaridita. Se bene dopo naolt? altre riftauratio-ni, coftrettoŕ cedere ogni sforzo dell» Arte al naturale corfo dell'Acqua, che č di piombare corae grave al ilio cen tro, e non di falire ali' alto 1 acciocché /concertato il fonte, b acque giŕ da i condotti dif argina te non fvanifTero del tutto» piacque alla Cittŕ raccoglierle altra Conca marmorea fuori delle Mura un mezzo miglio in circa 5 ove quelle sboccano appreffo la publica ftra- Kk da 2jo Libj. Delle Chěefé Secolari > Regolari. da per comodo almeno de* paflaggieri , giŕ che ne fono privi i Cittadini. Tanto piů che non pe-nuriando di acque falubri lo Scoglio inlarga vena fbmminiftrategli č da i Pozzi innefficcabili, e dalle Cifterne indeficienti, riduceafi ad un mero, ^difpendiofo abbellimento. da°naacit- Mŕlafciando Noi di piů illanguidire trŕlefče-tŕ • che, auvanziamofi col difcorfo ali' Hof pitale vi^ cino di San Nazario. Ali* erettione di quefto pio luoco applicň la Cittŕ dopo il fecolo duodecimo di noftra fallite j al che forfč molto contribuě il Paftorale zelo delli due Vefcovi di lunga refi-denza, edi malllccia virtů Aflalone, e Corrado . E come il primo di quefti accolfe i Domenicani , e l'altroi Conventuali j ha del verifi mi-le, che infifte/Iero alla fbndatione dj un cari tati vohofpitio per accoglierei Pellegrini efteri, e S'efentua Per CovyQhirQ ě poveri nationali. Certo č, che l ll d lfl Sefentua P p , dai veico- Corrado nel mille ducento leflanta due, (econ- vo Corra- /*» ' r s-> «i • • d°fdaJsni dandoafliemecolluo Capitolo l*humiliinftan-. ze de» Confoli della Cittŕ, elentuň il luo.cho de-ftinato per il nuovo Hofpitale con tutte le fue ragioni prefen ti, e future da tutti ipefi, oblighi,e diritti, che in alcun tempo foflero per compe-terefňura di quello alla fěia Chiefŕ -, riferbando folo alla GiurifHitione Epifcopale la conferma del Priore, ňfia Rettore del luoco, e la ragione jditenuilCmo cenfo ( oggi pur fedito ŕ contribuir Cap. y.Orat.Conf.Hofp.e Monte di Pietŕ. 2$\ buirfi )alle due Menfe Epifcopale ,. e Capitolare . Se ne legga di tutto ciň 1» atto publico efpret Łb in quelli fčnfi. In Nomine Domini Dei aterni Amen, Anna mille fimo ducentefimo jexagefěim fecundo . lfQ[°%™; Indizione quinta \ oAélum lufiino poli in Ecclefia S. Maria diefeptima exiftentem Menfě Februa-rio. Pr&jentibusD.PetraFacinoy Domino lan* nino Filio q-y D. Marci D * Radulpha de Guivar-ŕoy D. E pone Azjanio, D.hannelěelgramono > Alpino Paduano. Vartento de Lignaga, tfaliis multis . Nos Comadus Dei gratta Epifcopus ěufiinopolitanus > Papo Archidiaconus per fé, & Nomine D. Antuěfi Decani, qui fungebaturvi-ces ipfitts Decaniy qui Decanus dicětur efie "Bono-niainfiudiaLitterarum, & VitalisScolafticus , Pr&sbiter Almericus Artucus\ Prasbtter Vita-lis y Andreas Filtus ZX Leonardi de Vtlŕdrago > Canonici eiufdem Ecclefia y Pniverfs Fide Ca-tholicis pr&Jentes Litteras in(peŁlurts falutem m Domino . Licči ěndigentibus u mverfis aperire te-neamur Vi (e era Cbantatis, illis tamen liberatius y C5* abundantiůs quodamodo debemus libertatis gratiam exhibere a qui cum fmt pauperes fpintiů fatienter [ubeunt onera paupertatis y dum tam-quammhtlhabentes, & omniapofsidentespenu-* riam pati > & ab un dar e didtcermt, fru&ifěcantes copiose paupenbus % (f egenis ; hoc vero quam- Kk i vis zjz Liba. DelleCbiefeSecolari,*'Regolari7 vis multi laudabiliter exequantur tilt tamen ŕem% ajjfeffuofěůs adémpiere qui bofpitalem JVl fwnemcolentesnonfolum recipiunt hofpites > &'0~ flrmos, fed trahunt ad [e 3 illud Propheticttff* imitantesy Frange Panem efurientiy ^egeno^r vagofqtie, induc inl}omum tuam: conftrttendaff* pari ter, Qj? exuheranŕam totis vifcertbus eiabo-rant. Cum autem Confules, & Confdium y & Commune Vmverfum Civitatis lufttnopolis Divina pr-ornotione conjiderantes deffen[ěonixPauperwn univerforum tacentium, & tegumentorum defe-ŁtummlutUQ{iscubiltbus, & inviěr publicts r bofpitalem, Jbianfěonem in ipfňrum circulis Civitatisjuxta Pontem¦ lapideum ,.€?*' viam pti-bltcamfupermare9 quarnvolunt meritň JDomumr jěltifsimi appellariy propenfiks edificare prucu-rent, fupplicantes. JNobis benigne quatenur ad tpius^Loci augmentum*, & ut omnes Uberalěus, Ł5* 'voluntarms. fubmini(irent9 idem Hofpitale cum omnibus bonisy &poffefsionibus u-nfaerfis pr&fen-těbus y &futuris eximeredignaremur ab Eccleftfr nofir&omnibusfamtilatitrus, Qffervitute\ Con-(ěderantes. itaqne ipforumpreces divinitus mifias,} attendentes, quod vere Archimandrita non jolum tnproprějs*, fed in cunBorumteneantur omnium ntilttatibusproviderepradifioHňspitaliyNosme--moratus Epifcopusy ($* Canonici (upradiůti pr fflot-x noJirosqHeSuccepresmrefngerium Pati- Cap.?.Orat. Conf.Hofpit.e Monte di Pietŕ. 2) ? ferum proprii duximus conferendam cum omnibus ^Bonis9 cPo/ftfsěomhusprafentibus-, & futuris Yli-beralem exemptionem ab omni E e de fu noflra Iugoy Famulatibtifque-y. & Servitale. Et infuper cPo~. tejlatesy vel Reffiores y qui prň tempore fuerint ad Refrimen Civitaůs lu(iinopolis liberum arbi-ir min habeant eligendi in Prioretn,fěve ipfius Loci Reciorefeu quoŕprafatu Hcfpitale Nobis Epifeo-po& Succeffiribus NofěrisLibramunam Piperisy &mediam LibramC apittilo EcclefiA Itt/ěwcpolita-n& riamine e enfus teneatur reddere annuatim. In cujusreitefitmonium pr&fens Prianniegli fi fondň, **p. s ufoi. fl erefle, e fi apri. S* applicarono dalla Cittŕ al di lui governa diverfi qualificati foggetti %. da» i quali maneggiato a mifěira de* loro talenti, ň-arTettiiogiacque al fblito incontro di buone,. <> ree vicende . Ma come gli affari comuni: noa fčmpre ioglionoda tutti preferirti ŕ i proprj ; e ioventeil bene publico da tal'uni fi poiponeal privato ( per il che il governo Economico del pioluoco, non fčnza grave dilcapito , infčnfi-bilmentedeteriorando languiva) parvebeneal maggior Confeglio commetterne la piena, e to-talefoura intendenza alla Confraterna di Santo Antonio-Abbate ; Anzi alii beni, epolleffidi quella incorporare tutti glihaveri preteriti, pre-ěLxiib.c*- lenti, e futuri di quello. Cosě che il Rettore* franrfs^ Proveditori,, e i Deputati dell» una foflero anca Anttm foL Ł^t ^q ^ maneggiando dj ambe le ragioni, ed nSo"i:- fpoffcffi, come fé fodero d»un corpofolo. Tan-fencSa- to ^ decretň nell* Aprile del mille quattro cento rkaii g^ cinquanta quattro-j e riportatane dall» innata Pie- » CapjrJOrat. Coqf.Hofpit. e Monte di Pietŕ. Pietŕ del Veneto Doměnio benigniffima l'ap- confrater. provatione , fé ne ftipulň nell»annomedefimo Antonio' il publicolnftrumento. Il motivo perň di fcěe-gliere fra i molti divoti Confortij della Cittŕ quefto di Santo Antonio , non deefcorrerefot-tofilentio, fé lo decanta l'Atto predetto; cioč il fommo zelo , 1»accurata follecitudine , e la commendabile,affiduitŕ .9 co» quali in vigilava al governo di sé fteflb, e de'proprj ha veri. Non puň cosě di facile raffreddarli nel vir tuofo operare, chi tiene al fianco il vivo, e facro fuoco dj-Ŕntoiaio. Ed in vero con quella follecita, e caritativa afliftenza l'Hofpitale notabilmente ac- Con che migliori crefciuto, iomminiftra oggi l'alloggio ŕi Pellegrini, ilfuffidioŕilanguenti, il latte ŕi Bambini, la dote alle Zittelle, e ad ogni altro mifč-rabile il fovvegno . Degno appunto del titolo, anticamente ingiuntogli, di Cafad* Iddio , fé člaTaberna propitiatoria, ove fi fvifcerala ca-xitŕ Chriftiana per follievo ,degli abbattuti mortali. Della fůaChiela dedicata al Santo Vefcovo, e Martire Bado, e privilegiata col fŕcro Fonte per ufo devBambini efpofti, nulla qui diremo per evitare il tedio di replicato racconto. Cosě della fuafabbrica ordinaria sě, ma egualmente tae/Hofpi" comoda, e capace, baita l'accennare, come colreceate acquifto d'alcune Cafo contiguesj- ar- Lih.2< Delle Ghie fé Secolari, Regolari. archittetň d> accogliere amboi feflě in piů [proprj perche fegregati appartamenti. Provifionefan-tiffima, degna del facro fuoco dj Antonio, la cui fiamma accefŕ nella sfera celefte rifcaldafi ; ma fenza incenerire chiunque feleauvicina. di°sPMaer- L> altro Ho/pitale detto di S. Marco giace in co TnViff viananZa di portaZubenaga. Marco Trillano, che nefů ilFondatore, lo dotň co le proprie rendite , e lo infigně col Santo delfuo nome. Rimane ali' olcuro il tempo precifň della fuafonda-tione; né valfč diligenza ŕ porlo in chiaro. Solo da un decreto provifionale fatto in tal genere, fi puň inferire ieguifle non molto prima, ň poco dopo il mille quattro cento . Di quattro Com-miflŕrjdalTriviiano ancor vivente prefcieltida afliftere dopo la fua morte al pioluoco da fé eretto, tre ěv erano uiciti di quefta mortai vitaa»-tempi del Vefcovo Gieremia Pola , cioč a dire tra il mille quattro cento venti, edilfuffeguen-te ventiquattro, breve periodo dellarefidenza di cosě degno Prelato . Di quanto detrimento rifuitaffe tal mancanza Io provň l'Hofpitale, che de'fiioi animati fňftegni deftituto nocabiU mente decade; e lo conobbe il publico Confe-glio, che per fottrarlo da rovine maggiori, ŕ Giacomo Alberti unico iuperftite delli Commif far) preeletti v* aggiunfč il precitato Vefcovo Po-la co* fupi fucceflori prň tempore , e Michele G \ CapjDrat. ConfHofpit. e Monte di Pietŕ. i$y Gavardo, & Ambrofio Lugnano > illofbri Famiglie della Patria. Se dunque nelcodo del ri-ferito quadriennio fňpravivea uno de* CommiC-fŕrj dal Trivifano inftimiti > quando fi mifuri la vita di quello> col periodo non mai lungoV anzi brevitfěmo > dell»humana caducitŕ> facilmente riiulta 1> erettione dell^hofpitale feguita non molt»anni prima j fé pure non dopo l'addotto mille quattro cento . Ma poco farebbe ignorare il tempo della Fondatione* quando fi rifapefle lo ftabile decentrate alTegnategli dal Fondatore. Non erano cosěfcarfč, Łe valevoli ŕfčrvire in tutti i tempi alla riftaurattione del luoco> &alfňftegnode*Pňveri. Anzi che fé l'animo generofo del Fondatore ŕ ciafcuno de*-faoi Commifl&ri teftamentari lafciň il pingue legato di trenta ducati d* oro y il quale al-lora fi. ridufle ŕ cinque marche d* argento ^ Ci puň €X)nchiuidere % che le rendite aflegnate non fofle-ro tanto riftrettey che demeritaffero cosě larga ricognitione . Riveganii in queftogeneregK^^ Atti Epifcopali di Giacomo Valareffo {otto l'anno mille quattro cento novant» uno , e novanta due; e di Bartolomeo'A (Ionica nel mille cinquecento cinque > donde sfavillano jfcintille Ttmf$L 3. tali, che potranno forfč fčrvire un giorno di lu-minofe; faci, per difcoprire la veritŕ tra le denfč ijlbl fin?oraocculta. LI L'an- LěbjiDeUe Chiefe Secolari3e Regolari, Fabbrica L'antica fabbrica di quefto piolaoco confitte dell He- 11 . r \ \ i r» 1A nella Chiela dedicata al S. Evangelilta Marco con un fclo Altare, la di cui Ancona fi diftribui-fee in diverfe pitture de» piů Santi ali» ufo antico tra loro unite con cornici di dorato intaglio. E fabbrica ordinaria, e riftretta . Contiguo alla Chiefa s'apre utvangufto Cortile, con alcune Celle tte ali* intorno > habitate ŕ noftri giorni da povere Donne , ridotta tutta l*hofpitalitŕ del pioluoco al nudo tetto , ove prima fommini-ftravaancoil vitto. Ritiene ilnomed*Holpita-le delle Donne y e puň eflere fofle egli tale anca ne3 primi tempi, non fembrando ragionevole T che tra 1» anguftie delluoco conviveflirol3 uno 5 e l'altrofe/Fo. Ridotto ŕ tanta meschinitŕ queftrHo/pitale , ^HP^quando temeafi potefle foiarrire in fino il nome 9 tale predetta poflente Mano del Signore, ŕ prň de'fuoi Poverelli non mai raccorciata l»hŕ improviiŕmente rauvivato : méntre li due Nobili ConjugatrGia-eomoFini, ed AureliaSereni, emulandola pietŕ di quei Patritij. Romani r che in vece di Figli terreni inftituirorro herede decloro haveri la gran Madre di Dio y colla fabbrica del laera Tempio sů4 Colle Efquilino, hanno intraprefo ŕ riftaurare 1' Hofpitale decaduto, ergendo» nuova fabbrica fopra 1» antica ; equefta aumentando con altra addattata periiiňggiorno > e la- tta- Cap 7. OratConf.Hofp.e Monte di Pietŕ . ftegnodi povere Vergini Nubili, ma Nobili$ onde ricoverate qui,come in ficuro Afilo, lungi dagli artigli degli Auvoltoj impuri, confervino illibato il fiore della loro Virginitŕ, finche adulte fi congiungano in fŕntoHimeneo, ň provette fi ritirino ad un vivere privato. Nonpo-tea meglio impiegarla Caritŕ ingegnofa. Prosperi il Clementiflěmo Signore colle celefti fte Benedittioni queft* Opera grande, deftinataŕ produrre ubertofiflimi frutti d» honeftŕ alle Donzelle, di beneficio alle Famiglie, edimertoŕ i Fondatori, II facro Monte della Pietŕ ( uno de» piů validi fuffidj inventati dalla Caritŕ Criftiana a follie vo degli afflitti Fedeli, e perň con finto zeloap-provato nel Concilio Lateranefe da Leone X.) fieguedifuopiedeŕglihofpitalidefcritti, fedj-ambo 9 ma in modo decorofo, epiloga in le fteflo lequalitŕ piů rimarcabili. La Cittŕ di Giuftino-poli negli atti di Pietŕ ŕ niuna feconda, drizzň quefto pio luoco nel mille cinque cento cin- staů quan ta, afsegnandogli il fito della Piazza mag- "ffů I giore, che fčrviva per Sala d» Armi) al che pure, ftefegratiofala mano l'heroica beneficenza del Veneto Senato . Ma dal fiero Contagio, che nell1 immediato cinquanta quattro abbattč la Cittŕ, anco il pio Monte s»atterrň . Ilradriz-zarlofembravamoralmente imponěbile, LofňP LI i pira- 260 Uh. 2, DeReChkfe Secolari, e Regolari, .„ pirava il1 Publico arTettuofň , ma nonpoteaeič- dora- guirlo efaufto . In quefto frangente parve mi-ň normale accogliere nella Cittŕ col loro baiacoi g gě Ebrei. J4crcan'|ě Łbrci., obligandoli* oltre i confile ti diritti, all'annuo sborfo di condegnafomma* da impiegarfiad arbitriodel Confčglio nelle pu-bliche urgenze. Mŕ-quai danni non partorě in ogni tempo > e liaoco b esecranda ufura, gen e-trkelčconda, dituttiimali* In quarantanni, ň poco piů, che gě» Ebrei qui trafiěcaronoil loro Banco, col iucchiare da i pegnibeforbitantc provecchio di dodici in quindici percento, ri-^ia^nialč la Cittŕ Irnunta , intifichita, e{ŕngue,*E fi.nparajn^^iŕfŕrebbefiincadaverita, féallafinedifcac-?L"«t/« ciati gl'Ebrei, decretato nonhavdle diradriz-fiinop.M*. zare il decaduto Monte di Pietŕ. Nell'anno i4i. 0 2^unc^utm{][c f^icento, e otto col tenue Capitale di ducati mille, parte della Cittŕ , e parte delFontico, ofiapublicoGranajo, fi riaprili chiufoLuocoj e benedicendofi l'opera del Signor Iddio, allora piů prodigiofb, che maneggia il niente, con si debole principio tanto s»au-vanzň, che nello ipatio d'anni venticinque in circa fi ridufle ŕ ftato di poter riparare alle particolari urgenze di tuttala Provincia, non che di Giuftinopoli ; poichéTefiguoCapitaledimil-le Ducati afeeie alla fěimma rilevante di cento milla, e piů lire. Con quelli fortunati progreffi piac- Cap. 7. Orai. Corf. Hofpit. e Monte di Pietŕ. t6i piacque al Cielo rimunerare la divota Cittŕ di Capod'Iftria. Continuaqtieft' Opera pia, né lafcia il Confčglio d'invigilarvi attento co»l'annua nomina di Precidenti1, diCaflleri, ed altri Miniftriaffettuofi, «zelanti; ben che la diabolica perfidia non habbia mancato tal ora d»-arietarlo co>ftoi inopinati inlulti. Mŕnon cosě per poco, ňfi (piantano i Monti, ň la Pietŕ (I atterra. Quella poffen te Caritŕ, chenelriftau-rarlo moftroffi tutta cuore, non Jtŕrŕ fcarlŕ di fpirito in (ottenerlo. Né ad eflb mancheranno l'armi anco materiali per la valida difcfŕ5 fé come accenammo, egli occupa il pofto cedutogli dalle militari Munitioni 5 e quefte non gli fono molto di/giunte, benché fin dalJora ripofte all'eftremo d'ampia ftrada detta, ^Belvedere, perche "dominante la Terra , ed il Mare • Ma giunti Noi alle Mura della Cittŕ, giŕ che qui non piů ci retta d» EccleGaftico, che rinvenire ; bell'incontro habbiamo d» imbarcarli per alcun Luoco della noftra Diocefi , ove appunto ci chiama il terzo Libro • L I- v LIBRO TERZOi De lprimo Vicariato Foraneo detto di Pirano. CAPITOLO PRIMO. fondanone dellaChiefa di Tirano Sua Struttura 9 efolenne Confecratiom. Empo č ormai di porre dalla Cittŕ nella Diocefi il piede, e lafciatain .GiuftitiňpolilaCattedrale finjora co* ^________fuoi.annefli diffafamente defcritta , tirare da quefto centro alla fua circonferenza le linee; cioč ŕ direriconolcere.della noftraDiocefi ilimiti, e dell'Ecclefiaftica fua GiurifBittione ddia děo- i confini, principia xjuefta a Settentrione dalla Chiefa di S. Pietro sů4 Promontorio di Gaiello , detto volgarmente la Punta groffa in vicinanza del Cartello di Muggia ; efcorrendo nell'Adriatico verfo Ponente fotto i Monti intitolati di S.Marco,d'Ifňla diStrugnano,ediPiranocon leloroChiefč, termina all'altro Promontorio ŕ capo delfenoTrieftinojdettoSalvore confinante CO'l Cap. .1 Fondai., Struh e Confecr:della Collega 26j co'lla Terra di Humago .Indi {corredo per ilCar-fň,ŕ Cattel Venere due miglia dalla Terra di Bu-ie,paflaalljOftroper Carcauze,Villanova, Villa di Monte, e Paugnano fino ŕ Coftabona, pofta su gK eftremi della Diocefi Emoniefe 5 e di lŕ gi-randoallOriente per Maref ego, Luparo, Truf che, Pope tra, &C altr ! Luochi, giunge ŕ Sozer-gč non moltolungi dal Cartello di Pinguente ; e qui torcendo ŕ Valmorofa, Figarola, Gracilchie^ Chriftoia,, eCovedo con altre Ville, iale sŕi»* erto Monte d'Ŕntignano, donde alla fine fcea-dendoalla Villa de'Cani, allaCprte di S. Antonio^ ŕ Rifano viene ŕ riunirfi coirAdriatico, da cui ella fpicofii. Quefta č la Diocefi Giuftino-politana in poche linee riftretta. Lafůalungez-za, fé mifurafi per retta linea daS.Quiritiodi ^J^[ Sozerga ě S. Maria siri Carfň, edi miglia ven- |^P2^e ticinque. La larghezza da S. Pietro di Ga{čllo ŕ S. Sabba di Gaftel Venere, che fonoilaterali' fuoi confini, s^eftende a miglia quindici. Il gira poi* che la circonda oltrepafsa miglia fčrtanta> Tratto di Paefe, fenza dubbio piěrangufto, che vaftoj ma tutta fecondo, e fruttifero , da vive fcrgentiinafiěato , d'Ariafalubrearrichito, e di numerofň Popolortutto Cattolico, ripieno. Ella riparte^ in quattro Vicariati Foranei, co-R{partIn.^ me principali fuoi membri, e fono l»uno di Pi-ne^ucli 11 iin 1 i- r^ 1 1 ne Vica" rano. l'altro d'Itola* il terzo di L»ovedo, e f nati Fon- 5 - - - „ . nei, ulti- D*t Prima Vican Foranea, detto dt Tirana. ultimo di Carcauze* intitolandofi ciafcunadal luocopiů riguardevole del fuo recinto. Ogni Vicariato numera le fue Parrochie > e proprie Ville 5. quelle, fono diecifčtte di numero, e ěT clucfte °ltre paflano quaranta . Il Vicariato di Pirano % che tiene tra gir altri il primoltioco* porgerŕ degno argomen to a queftolibro >. in cui defcriveremo quanto d* Ecclefiafěico in eflbrac-chiudefiv comprefa la Terra» edilfuoTerito-rio, finoalla P'arrochiale di S. Giovanniiů»l ricantato Promontorio di Sai vore.. Commciamo-ora ŕ {coprirne la fěiac^rigine,, che č la Fondatio-ne della Chiefa P11^ co^pic«c > e popolate Terre l l h a pp delie dell'Iftria! č Pirano. Il Manzioli la chiama* fe T^erra bonovatay, II Litio* Caflel nchile* il Biondo,. Cittd'y IlPetrorrio* Terrariccat e chi trafeorfŕ tutta la Provincia attento,. la mira> francamente prorompe > che per ragione del Clima, delŁta, della Gente* del Traffico» e del Porto*,. č ella delk; piůialubri\ amene» popolate * doviciofč * e mercantili Terre di quante Ična nelMftria. Giace ella alle fpoi^dc ^ddl^Adriaiticonelfčnodi Trieile ,t econfigura, femickcolare alzandofi sui le falded* eminente Promontorio r chelaipaleggia>> edall>impetuo^ ŁoBoreale ripara 5 porge di ie ftefe all'aperto-Marevago> cnobik Teatro., Rificde traIfola, Se al- Cap. .1 Fondata Struh e Confecr:delta Colteg.26$ eSalvore, in diftanza dall'uno , e dall'altro luoco di cinque miglia; da Giuftinopoli verfň Levante ne conta dieci, e altre tante da Huma-go verfo Ponente. Dalla parte del Monre e cinta d'antiche mura> tramrnezzate da alti Torrioni y e dall' altra del Mare fi rinforza damafficcio Baluardo, eretto appreflo la Porta maritima di S.Clemente, di {ufficiente artiglieria, e di mi titari munitioni provifto. Numera piů Piazze, tra le quali la maggiore s* adorna colle fabbriche del Monte di Pietŕ, delPalazzo Pretorio, della Cancellaria , del Fornico , ed'altri publici, e privati Edificj, egualmente riguardevoli. Rr-partefi in divcrfe ftrade rčndenti dall'alto del Promontorio, e diftefe al baffo della Spiaggia; Ma come tutte cinte di folte habitationi, ŕ mi-fura del numerofo Popolo , riefeono per lo piů angufte. L>ordinariofooPorto, incuiilfluflň, e rifluffo de»TSIavilj emula quello dell'Acque, {correndo quafi per un Canale tra il molo, e la fondamenta riftretto , s'interna lotto d'un Ponte di vivo fa fio * fiancheggiato da due Torrioni, nel cuore della Piazza predetta ; dove portidiPě. Formando delle falfč fůe onde , come un Lago ftagnante, porge ficuro ricovero ŕ i legni minuti. Oltre di quefto Porto ne tiene altro in poca diftanza fbtto la Chiefŕ della Madonna della Rofŕ, da cui trae il nome. E Porto celebre, e * Mm nella rano. i66 Ltk \J)el Trimo Vicar. For detto di Virano* nella CartaNautica con ragione inferito, perche capace di numerofa Claffe. Diiua origine niuno puň meglio divinarne di tiji* Gio:; Battifta Goina x il quale, come oculato de Scrittore dell'Iftria,, finidollň le quidditŕ di Pi-ranofůaPatria, e come eccellenteMedico im- baiiamo co* faoi inchioftri, chi gli diede tenero laio bambino il1 atte. Confeffa l'ingenuo Auttore ůa per nulla di cioeflervi di certo appretto deel'Hifto- cpera degli . . . ,- .. r /r ~ D , . . Aquiicjcfi:, nei antichi, ma pure poterli nconoicere da ivi-flri" cini Aquilejefi. Devaftato, chehebberempio Re degli Vnni Attila , Aquileja, Aitino, Coneordia, Eraclea con altri infigni luochi del Friuli, e dellaMarca Trivilana , molti diquegli habitantiperaflT/curarfidallM'mprovifeincur-fioni de* Barbari 9 che inferivano ftraggi, ove ftendeanoilpaflb, fi ricoverarono ňne» Monti,, ň nell»Ifole, ňlottode» Promontorj. Cosě molti paflarono da Padova a. Rivoalto, da Aitino ŕ Torcello rdalla Concordila Caorle, e da Aquileja a Gra do. E chi potrŕ negare, che alcuni degli Aquilejefi non valicaflero per 1* Adriaticoŕ quefto Promontorio nelMftria , pofto a fronte della defňlata Aquileja, come ricovero,e piů vicino,, perche meno di trenta miglia difeofto, e piůficuro, perche cinto dall'onde, eipalleg-giŕto da monti ? Ne ŕ tal paflaggio pmea loro mancare il comodň vantaggioiň delle Navi j, fč Aqui- Cap. r. Fondati trutte Confěcr: della Colleg. 26 y Aquileja era il dovitiofo Emporio r ove per l'Adriatico approdavano copiotěflime merci dalli due Mari Mediteraneo ,ed Arcipelago. E quando fembra/se ciň in verifimile,: fňggiunge il Goi-na> non fi potrŕ contradire , Pirano edificato dagMftriani. Saccheggiata, chefčl'Iftriadai Gotti, e da i Galli, allor che guidatiquefti da Bucellino, e quelli da Tonila 5 tutta l'inondarono di ferro * e di fuoco , non pochi della Provincia corfero pure a rifuggiarfi ň ne» Monti, ň ne*Scogli. Cosě 1' abbattuta Cittŕ d'Egida, oggiGiuftinopoli, allora refpirň \ difponendo il Cielo > che ilfiore dell' Iftria fi trapiantale in quel terreno, che dovea un giornoconftituire alla Provincia il Capo. E fé cosi č , non farŕ lungi dal vero l'aflerire , che co l'ifteffo oggetto alcuni degl* Iftriani fondaflero la Terra di Pirano ali» ombra felice d'un Promontorio, premunito prima dalla Natura, che dall' Arte con geminato riparo di fcofcefe rupi, e di flutti inon-dan ti. E quando alcuna d i queft» opinioni s» approvi, fčguě la con troverfŕ Fondanone, fecon-^nH do il computo Cronologico calculato dallo ^«.' 3. fd Schonlebcn,ň nel quattro celato cinquanta due, ^ 7* ňnel cinque centoquaranta nove di noftra faiu- na te. Il nome poi, che fino da primi giorni fé gě'-impofe, fu Pirano5 non giŕ dall'indegnoefčr-citiod'infettare l'acque, ňcomePirati, ňCor- ri°- Mm 2 fari; Likf. Ficar: Foraneo, detto di Tirano . fari ;{il che incingerebbe fordida machia ň agli AquilejeG, ň agMfoiani fuoi Fondatori) ma dalla figura piramidale del Promontorio, ŕ cui s* appoggia. Falfifjěmum piane ( conchiude il veridico Goina, e lo rafferma Leandro Alberti ai- (illud conTtantiffiměvaudeoajfěrrnare, quodaiunt ftai,\\nonnulhŕ Piratis denominari\ namaformapo- Uc' tws Pyramidis, quam retěnet Tromontorium, in quoejl conŕitum Pjranum , appellatum indica-mus; ^a fo1*1111^ di quefta nobile Piramide s» in- drizi ora lo fguardo, dove s» alza la n oftra Chiefa ; fé bene anco l'erettione di quella, che per eflereffetto della Cattolica Religione, prefůp- pone ne» fuoi Fondatori il culro della Santa Fé- de, nončcosěfŕcileadindagarfi. Da un» ami-'%9t co Volume confervato nell» Archivio Capitolare fi rileva nel mille cento fettanta tre il Parroco in Pirano ; dunque in que» tempi eravi eretta la Chiefa, fé trovati inftituito il fěio Direttore. Ma molto prima puň dedurfi tal Fondatione, poiché inherendo alle due preaccennate opinioni dell» origine di Pirano, ň fi concede edificato dagli Aquilejefi raminghi per la Patria di-ftrutta , ň dagMftriani fuggitivi per le (Iraggi fňfferte. Se dicefi il primo, fi fondň Pirano, come accennammo, 1» anno quattro cento cinquanta due, che fu il fatale dell'incenerita A- qui- Cap A. Fondai., Strut.eConfecr. della Colleg.i6a quileja; fé poi il fecondo , s*ere(Te nel cinquecento quaranta nove, in cui 1* Iftria da Galli fi ipiumachiň. E come in quefti tempi, sě gli A-quilejefij che gMftriani erano Cattolici, eflen-do Aquileja molto prima Sede venerabile de»-fuoi Patriarchi, e T Iftria giŕ fan tificata con piů Vefcovati, deve conchiuderfi , che i primi Fon- ,: datori di Pirano coltivaffero la Cattolica Reli- primi Anni gione; onde nel!1 uno, ň nell'altro di que*- datěonedi tempi qui inalberato il Veflillogloriofň del Grň- Pirano* cifiiTb, foffe anco eretta la Chiefa. E ciň forfč intefčrogli antichi Piranefi , quando per Gen- sě ricava tilicio Stemma della loro Patria alzarono una ^^o Croce vermiglia in campo d» argento. La San ta stemmi. Croce, firn bolo perenne di raflegnata ubbidienza a i divini voleri, qualora in campo bianco roffeggia, denota urna coftante intrepidezza dell» animo non mai denigrata da finiftro incontro. Dunque Pirano , che in tal guifa perfěio gloriofo Stemma la fpiega, chinň alla Santa Fede ofčquiofo il cuore fin dallora,chebamboleg-giante fucchiava il latte . In corroboratone di quefta veritŕ giova riflettere ad* un fingolare Privilegio dalla Divina Providenza ŕ quefta Terra Eda impartito. E traditione immemorabile, e da ^" niuno de'Scrittori impugnata , che Pirano dal es primo giorno finoal prefčnte di fěia Fondatione, fiafi col fuo Popolo Nationale lenza rimarcabile alte- una ijo Lib^ Vi cari Foraneo, detto di P ir ano: Tetnn.ub.4. alteratione profperamente confervato. Piů vol-foů^je te le Guerre diftruflerol1 Htria, leCareltielade- "Pyr filarono , le Pedi 1»incadaverirono , onde al variarli delle fventure variaronfi anco i di lei Habitanti; MaPiranoqualauventuratoOlimpo da tali impreifioni immune, col luo Popolo illefo, e inalterato fčmpre fi prefčrvň. Orfe oggi la Chiefŕ mirafi dal Popolo Piranefe vie piů ingrandita, conviene afferire, che dal me-defimo non mai nella pietŕ degenere , fino da primi giorni della {uŕ origine ella fi fabbricň. struttura Ma fé forfč tituba la penna nell» aflegnare l'accidia chic certata Erettione di quefta Sacra Mole, s» inoltra animofaŕ difcoprirne lagrande, nobile, e maeftofa Struttura . Confta quefta d'una fola Navata, ma cosě ampia, eftefa, che equivale ě piů d» una. Cingefi ali» intorno da piů Altari, parte de» fini Marmi, e parte di dorati intagli adorni. Tiene a fronte il Presbiterio con Volta malficciaarchitettato, e daifčpolcride'natio-nali Prelati abbellito ; ŕ capo di cui in maeftofa Capella s'allarga il Coro , dove b Aitar Maggiore confčcrato all'invitto Martire San Giorgio , che č della Chiela il Titolo, e della Terra il Tutelare, per le colonne, ftatue, e lavori č uno sformo della Natura , che vi tributňi fini marmi, ed un prodigio dell'Arte, che v impiegň i dotti fcalpelli. Qui pure entro di pretio- fň Cap. i.Fondat., Strut. eConfecr. della Colleg, %yi fo Tabernacolo s'adora il Venerabile. Ma ciň, che rende quefta fabbrica fingolarmen te ftupenr day fič, che (ottenuta da ogni lato co» replicati ordini di fbdiifimi archi foftentati da fmifurati pilaftri, parte de* quali fi fondano nel profondo {lei Mare,. ed altri s> alzano dalle falde del Monete, fé tutta la gran mole non fi mantiene in ari per miracolo , almeno affale con dolce racca-priccio chiunque la mira; fčpurenonlorapilce fuor di fé ftelso per maraviglia. Cosě fňura d» un monte di vivo fafso , giŕ dalla Natura eretto inalzatoti altro monte di vaghe pietre, lavorate dall'Arte, nella montuofa Piramide, quello ferve di piedeftallo, e quefto di corona. Com-j)ifcono il pregio dell* opera la vafta Facciata della Chiefa, incroftata di bianchi marmi Ro-vignefi ě e 1* alta , e fontuofa Torre , con intrecci di colonnati * di cornici * ed' altri ornamenti, in difparte eretta . InfbmmafčPirano peri titoli giŕ addotti non foise delle piů celebri Terre dell» Iftria, baftarebbe. a comprovarla tale la magnificenza di quefta Chiefŕ. Né ŕ cosě nobile Struttura manca il fregio (ou-tahumano della folenne Confčcratione, fegui-tail di venti quattro Aprile del mille trecento quara rě tŕ quattro per mano non d* uno, ň di due, ma di nove relisiofiflěmi Prelati. E furono Mar-coSeraitecolodi Giuftinopoli, Natale di Git- ra / 7 Lib. j. Del Primo Vie. Foran .detto di Tir. tŕnova, Giovanni di Parenzo , Gratia di Po-la , e Stanislao di Pedena, tutti allora Vefcovi nelUftria . V* intervennero pure Andrea di Caorle, su la {piaggia maritima appreflbd* A-quileja* e li Vefcovi Titoli d* Evoli in faccia ŕ Salerno nella Campagna , di Domatiopoli ai, Confini della Cilicia, e di Scarpan to tra Rodi • eCandia. Quefti fecero> come principali mi-niftri, la{ŕcrafuntěone, impiegatoci il primo, come Diocefano, nel confecrarelaChiefii, ed il filo Altaj Maggiore $ e gl'altri fiiffeguenti ne-gl'Altariconneffi, ňfianolaterali. Viconcor-iero parimente, {pargendo affieni e co'ipredet-ti il pretiofň Teforo dellelacre Indulgenze, il BeatoBeltrandoPatriarca d» Aquile/a, Loren-zo Vefcovo di Bofina nella Dalma tia, e Lorenzo Abbate di S. Maria diBarbana appretto Grado in faccia alHftria . Numero fufficientiflěmo alla celebratione|d'un Concilio, non che alla con-fecrationed'una Chiefa. Di tal funtione , fe-guita con la magnificenza douuta alla dignitŕ de* Prelati, ed alla grandezza del Santuario, {č ne legge la Memoria {colpita in una lapida pofta al lato deliro nella facciata della fteflaChiefŕ; e dice cosě. Memoria Anno Doměni i^j. indiBěom XI. Die. 14» Menjěs Aprilis tempore Regtminis Nob. Viri D. ^CiCHdiPjtiPi -^ Cap.i.Fondat., Strul. eConfecr. della Collega J73 h&cEcclefěafmt confecrata per novem Revere n-diffimos Patres, & Epifcopos infrafcriptos . Ł luftinopolitanum, Emonienfem, Parentinum, Polenfčm, Petenenfem > Caprulenfemy Evolo-nenfem ? Domatienfem , Scarpatenfem -> Qui jeptem Alt aria ditta Ecclefa infra[cripta con fé-crarunt \ wdclicet S. Maria , S. Georgi/, J: Maximiani, S.Marci, S.Lucia, S.Canarina 5 & S.Antonij . Qui Episcopi pradisti, & D. Patriarcha Aquělejenfěs > & D. Epifcopus ^ojjenenfis, {$ Abbas S. Mari a deTiarbana > cum auffioritate D. Episcopi lujěinopolitani, ŕederunt indulgentiam unius Anni prň quolibet Epifcopo 9 omnibus, ^fěngulis, qui devote addictam Con fé-grationem venerunt, & quadraginta dierum prň quolibet Epifcopo omnibus, & fěngulis , qui ad dtciamEcclefěam desuete acceferint in Anniversario, &diebusDominicis , ZfalijsFeftivita-tihus folemnioribus in Privilegio contentis. Se bene col progreffo degl» Anni coltrettaŕ cedere la gran Mole alle gagliarde fcofle del Mare, e agHmpetuofifoffij de» Venti che lňtto, e fňprainceflanternente la berfagliano, notabilmente deteriorň ; e giŕ rovinofŕ diroccata farebbe nel fčcolo tralcorfň, le dall» efficaci per-luafionidel Velcovo di Verona, e Votatore Apoftolico nelUftria , e nella Dalmatia, fpe- ditovidaGregorioXHI. Agoftino Valiero.non Nn fi 174 Lib.yVicar Foraneo > detto di Pěrano: hiv. g fo{fe indotto il publico Gonfčeliof nella cuiSa- e)»fd. &- li- • i-i 11 '11 • «'•/. la ala citěque Febraro del mule cinque cent» ot-Refa dai tanta comparve egli col Veicovo Ingenerio ) a v3a fi°' decretare, che per allora Ci riparafle in qualche riedifica. forma Ja cadente Mole, ed in appreflb fi riftau-raffe con la fabbrica di nuova Chieia, la quale forfč fu l'aggiunta della grande , e moderna Na^ vata al Presbiterio , ed al Coro , refidui della prima. Mŕquefta fecondaImprela non G principiň, che alii venri cinque Genaro delěulse-guente novanta due, né fi perfettionňche dopo molfanni con difpendio immenfň fi per il lavoro, che per il fito« Ridotta pojfcia alla moderna ftrutturagiŕ deicritta 5 come che nel materiale fuo efsere, rimaffa da ie medefima del tutto di-wfca- ver^ » fi riconfecrň da Pietro Morari Vefcovo Qra* di Giuftinopoli, nel venti cinque Aprile mille fči cento trenta fette j del che fé ne legge la degna memoria fcolpita in altro marmo pofto nella facciata ali*incontro del primo, conquefte linee. Memoria Veterěs Ecclefmmemoridm pie Leéěor ŕdextris da Conte- hujus &quhlis habet Lapis. tllafiicutisgraruida un- dique fcatens rutnis > fpeótabilis Communitatis Ptetate, Poputtq. devota adhibitamanu, hanc peperitEcclefiam> qu&matern&Dignitatis, 0* TriviltgiorumH&res , ne tant&Gerěetricisdege- neremfeojlenderet Fiiiam 7 tllius'vejlěgia fecuta pul- Cap, ,i V ondai., Struk e Con[icr:della Colleg.2j$ fulchrěorem inŕuit > pulcherimamq. curatfor~ mam. Et quia in fui Confecratione Aiaternarn &mptlarimarwificentiam impoffěbile ŕuxit, ventu* rofponfo occorrere vigilava oleo Confecraiionis de tnmibuslliulěrtffimiy ac ReverenŕijfiměD.Pe-tri ŔiQrarijEpifcopi lufiinopolitani accepto in ha-noremD. O. M, 2. V. M.JubTituloS.Georgij Martyris ŕie 2$. Aprilis ifyj. Indulgentiarum wunereDedicationis Armiverfario eamvifětanti-hus impartito. Quella geminata Confčcratione raddoppiň allaChiefai vantaggi, e gl'honori. Sene palpano gě* effetti nella Sagreftia , e nel Batti-fterio, che fono dj una Chiefŕ Matrice le parti integranti. Non č quella fabbrica di (ingoiare firuttiya, ič non quanto l1 eniinenza del pofto larele ardua, e difpendiofa. E ben riguardevole per la copia1 delle facre Reliquie > de i nobili ^rIiě-* Apparati> e de i pretiofi Argenti. In un» Arca ^ • non meno ricca, che vaga > confervanfibOfia ^lel S. Martire Maffimiliano . Vi fono in oltre gran par te della Mafcella con due denti molari > 8^ altra parte della Tibia del gloriofo Martire S. Giorgio 5 quella in una Teft a, equeftainuna Gamba d'Argento Smaltata d'oro, quivi ripofte dalladivQtionedi Balfamino dePreto, cheag- Roma l'anno mille quattrocento Ex MěhlVt , ne arripW la Patria , ŕ cui jfčrviva Nn ; di dettň ŕěV\rŕnň\ •di Piovano. Vi fi adorano un5 intero Braccio di S. Leone Papa, un Dente di S. Martino Vefco-vo, la Vertebra di Sant» Euifčbio Confefsore; ed altre molte Ofsa decanti Innocenti, di Santa Orfola, e delle invitte Tue Vergini, e delli Quaranta Martiri. Il figlilo perň di cosě grandi Teforifňnodue pretiofč Particelle, unadelfŕ-lutifero Legno della S. Croce , 1* altra delpre-tiofo Velo di Maria. Niente meno nobile čia Batifterb fŕbbrica del Battifterio confiftente in una Chiefŕ nellachie- fc figura ovata, in fito dalla Collegiata difčiun-GiorBat- xo y a cui porgepaccelso una geminata icalŕ demarmi Iftriani. Ella č opera moderna di molt' maeftria, tutta di ioda pietra con tré nobili Altari , de* quali il Maggiore confecrato al S. Pre-curfňre Battifta . Nel cuore di quella s» alza il (acro Fonte, che {č bene d* antico marmo, richiede maggiore abbellimento per la proportk> ne domita tra il continente, ed il contenuto. Allamanutentione della Collegiata, ecfe>~ p«fidenti fuoi annefli iaffiftono(či Cittadini j quattro de»- br^fé quali con titolň de» Prefidenti alla Fabbrica 9 e nraiipEn-' duedc»Proveditori all'Entrate, annualmente trate delia fciekonfi dal Publico Coniedio, ŕqueft'Ope-? ra pia tanto propenlo, che le non mentiicexa Fama, oltreilcaritativo|fuffidiode*diVoti, ha-- verainefla impiegata finora la lůmma di qua* Cap. \.T ondati trutte Cohpcr:delU Colleg. ranta, e piů milla feudi.5 Ali» Vfficia tura poi della medesima affiftono il Capitolo, ed il Cle-i quali porgono degno Tema al Capo ro guente. i .-A CAPITOLO SECONDO. Collegiata di Pirano 9 JuoCapt- tolo, e Perfonaggipiů illuftri. SE la Chiefŕ Matrice di Pirano con lavarla fěia mole corona la fňntuolŕ Piramide, che le ferve d> al,to. piedeftallo ; il Clerofčco-lare con religioĚŁ Sollecitudine ad efla affittente, cilpretiofo Gioiello di cosě nobile Corona. E donde fé non da qyefto trafle ella il decorofo titolo di Collegiata, che nel genere Ecclefiaft ico č il correlativo del Collegio, cioč dj un regolato numero de» Sacerdoti , detto volgarmente Capitolo ě Quando perň accertamewte ciň fč-guifle, ŕ Noi č ignoto j né il tempo, che ci trafugň la precifa memoria come invidioio, sa ora ridirlo come (memorato. Da un* antico Volume Donatěonedi quefta Chiefŕ confta della benigna conceffio-teVd^Sa-nede^Quartefi di Cartel Venere a dě ledici Ge-aieckroerdinaro del mille cen to fčttanta tre fatta da Vernar-do Vefcovodi Triefte , ed Amminiftratore di L i, al Piovano, ed a (uoi Fratelli[er~ Mior.hi. venti nella Chi e [a P ir anele dio. Giorvto. Le qua-5J# li vp^ě,di Piovano, e de* Fratelli fi replicano neU'- fueS^Ŕpňftolico Indulto d» Al'effŕndro UT. corro* boranteladonatione predetta il giorno decimo terzo dell*immediato Aprile. Ne*queftaGle- /Wrf«'<*•«'• ro in alcun» atto publico leggeri infignito co»!** elpreflonome di Capitolo prima del mille tre» centoquaranranove: e fu allora, che il Cardinale Guido Legato Apoftolico nell'Italia di lhědMc%ch Clemente VI. con fue lettere fpedite da Padova li tredici Maggio dell* Anno addotto , delegň ampia facoltŕ ŕ Francefco Querini Vefcovo di Giuftinopoli, di decidere (. udite le ragioni (ě di s Giovanni Vefcovo di Cittŕ nova, e del fůo Ck-ro di Buie , come pure del Capitolo di Pirano) la prete/a, e controveria ri/coffione de»Quartefi di Caftel Venere. Nulladimeno fé 1» affettuofo titolo di Confratelli degnamente s»addatta ŕ i Canonici di qualumque Capitolo ; quando il Vefcovo Vernardo , e Papa Alefsandro decora-rono il Piovano Piranefe , edilfůoClero, con quefta marca di cordiale Fratellanza, almeno findalloraleglideve illuftro di Capitolo, ňdi Collegio. Anziché fé le congetture vogliono fovente ŕ difvelare la verirŕ nafcofta, chi rifrěet-terŕ ad un Patriarca Aquilejefe originario di Pirano ( come in apprefso diremo ) ŕ cui non mancava Auttoritŕ di decorare in tal guifa la Patria, nemododifoftenerla; forle conchiuderŕ piůfčcoli prima dell9 undecimo predettoinfigni- ta zSo Lěb.]. DelPrimo Věe. Foran.detto di Tir. ta la Chiefŕ , ed il Clero Piranefč co» gli accennati fregi di Collegiata, e di Capitolo. Prefuppofta ora queft'erettione, che in alcun tempo de» predetti e irrefragabile; veggafi il Canonici numero dej fuoi Canonici, che fonoiMembri fegiataCoI- diqueftoměftico Corpo, ediMiniftridiquefto terreno Santuario. Che dal primo efordiofofse-roquefti piů di fei* quali fi contarono fino ŕ noftri giorni, non ha del verificnile. Sarebbe feemato, nonaccrefeiuto lo Splendore di quefta Chiefa, rela per altro vi e piů luminofa, e fiammeggiante. AlPiovanato, che č la prima Dimero "S gnitŕtrŕluoi Canonici, incombe l'immediata oWigo. cura ^y Anime5 allo jfcolaftico laIburaintendenza del Coro 5 & ad eiSo cogli altri corre 1J-obligod* a/IIflerein qualitŕ di Coadiutorinellj-amminiftratione dejSantiflimi Sacramenti. A s- aggiun- quello numero fčnario la Comunitŕ nelbau-communi- m^Hto del Culto Divino lčmpre follecita, k-tŕii letti- anno mille fei cento cinquanta due aggiunič il fettimo, che fondato colle ptoprie renditelo no- mina, come fuo Padronato. Rifiedono tutti quelli con tre Man fionarj perpetui, ed altri Sacerdoti, e Chierici in buon numero, all'-Vficiatura della Collegiata y ritraendone i Prebendati la folita ricompenfa delle giŕ ftabilite Diftributioni, e dell'annue rendite pervenute da'Quartefi; ň fono Decime de» Grani, di Vini* Gap.tJFondat., Strut. eCohfecr. della Collega ni, di Saline, di Pefchiere, e d'altri lucrofi proventi. ^ ^ qurifiIit. E qui comincia la GiurifHittione Capitolare capftoio'! confittente in primo luoco nel poffeflb de* Quar-tefi delle Decime Territoriali di CaftelVene- cimali di re, che poi affegnati all'attuale Curato, danese! quefto fi compeniano co I^annuo sborfo d* hone-ftapendone . Dono gratiofo fatto allaChiefŕ, come accenamo , dal Vefcovo Vernardo, e confermatole da Papa AlefTandro III. S» eftende inoltre alla nomina , ed alla prefčntatione del predetto Parroco di Caftel Venere, come pure dell» altro della Chiefŕ di Sai vori, in virtů degb- tare ? Paro-Indulti ad eflbrinovati dalli Vefcovi Giuftino- Sd vene?" politani Ingenerio nel mille cinque cento no- safvoredl vanta due,eRufca nel mille lei cento vem* uno. L1 ifteflb prattica, in virtů di Teftamentarie difpofitioni, delliManfionarj al quotidiano fer- Tom.i.foL vitiodel Coro aftretci, e degl'altri Capellani perpetui nella Collegiata , e nelle figliali fue Chiefe ripartiti. In altri rempi nominava anco Giŕ nomili proprio Piovano, e tal volta 1> effettuň fino al ěHuo pio-mille cinque cento fčttant» otto . Ma conferitoli allora dal Sommo Pontefice Sifto V. ŕ Chrifto-foro Veniero, foggetto di que» fůblimi talenti, coius!tZ\ che ricantano i dotti fuoi ferini, e devolutane la fT piena collatione alla Santa Sede 5 da queftapo- Oo leia „ tSi Lib ^Věc#r\ Tot anco > ctttto di Ptrano. Ma óra fi¦ t ~> provede {^ia (ino ŕ noftri eiorni, le ne fé* la Canonica dalla Data- ,n *-* ria Apotto-pro vinone. / Poco diveria nell'origine, ma ne» progredě, Ekttione e piů n eli» e fi to aitai diicrepante č l'ordinaria de>?'Ca-eěettione de'fěioi Canonici. Se rivoteonfi i Vo- nonicifatta . ,_ # /* /» 11 n or dai Palumi Epiicopali dejiecoli precorfi fino alla meta Ve{covo,Qrd^lloipirante , sveleflero quelli or dal Capito-io. apito lo, or dal Vcicovo, e talora dalla Santa Sede : -Certo č, cheregendola Diocefi Tomaio Stella Rrf. steju ( conchiufo, che fu il fŕcro Concilio di Trento ) =59.377- di quattro, che ne vacarono in un breve cin-397 4I5quennio, de* quali uno per rinuncia, etreper obito 5 fé nsele(Tero uno dal Capitolo, e tre Reg. Mo- dal Prelato. Pietro Morari nella fůa Vifita Ge-fitat.foL7o"neraledi Pirano del mille ieij cento trenta tre, regiftra, come tredici di que* Canonici dal de-corfofei cento fino allora erano (lati eletti, ňdal S?Litf-"Vefcovo, ňdal Papa. Perquefta, ed altre ra-eio* gioniinforfeacre lite tra bifteflb Morari, ed il Capitolo avanzatofi in que* giorni ad altre Elet-tioni; Equellaiopra viffiuta alla di lui Morte, e profčguita dal Vicario Capitolare nella Sede vacante, allora folo fi fopi, che damanofou-rana( trattandofi di temporale Pofleflo) s»in-giunfc ŕ i Litiganti il retrocedere da una lenten-Che «mafe2aGttennuta. e da un» Appella tiene interpola ; ex ^nhtv.come appunto legui. aeaati m quelta iormii LIi'/oi. ftrepitofi diffidj , Francefco Zeno fěibentrato nella nelia Cattedra tanno mille fči cento fčflanta, dopo maturo configlio , ftitnň bene d» arnmet-tere la Nomina-> e Prete n taf ione fatta dal Cfc-*Ł. pkolň de»nuovi. Canonici, coltinfčrtaClau-^1 fula; A^ffiue alio pr&judtcio ěwrium Epifeopa-tium, & Sedts Apoflolk&ě la quale poi pratti-cata da Vkar j in Sede vacante, e da Vefcovi iuc-ceflori, ŕ cjuefto periodo di religiofa quiete (i č ridotta 1>eiettione de»Canonici Piranefi. Efercitoffi in oltre dal Capitolo la Giunfctit-tione Gtudieěariafopra del proprio Clero, qua-lumquefoflero, ňChierici, ňSacerdmi^ňCanonici 3 Ma da Vejfcovi di queMémpi, che fi pretefčrocoftitufti da facri Canoni Giudici ór-ctihar/ inOgni parte della propria Diňcefi, virilmente impugnata , fu la fňrgente de* torbidi (concerti. Se Elfcoppoftro Tomafino Contarini in pugnata t 411 ori ^ daVetcovi. ivel mille tre cento vent» uno3 cioč ne1 pnmi A^ ex mů. ni della pretefa Giurifdittionej Marco Semite- r^i'/o/. colontlfiiffeguente trenta nove \ EFrancefcól6* Querini nel cinquanta nove immediato. Soiten-nero con., pari zelo k proprie ragioni i Prelati lue-ceduti dopo il mille q uŕ t tra cento^ trai quali confta di Gieremia Pola nell^anno venti due » di Fran ceico Biondi nel tren ta tre , edi Giacomo *p ?f* ValareiTo in replicati incontri y rnŕ fingolar- J^ mente nell» ottanta fette, e novanta nove. Prat- «w ůcoifiilmedefimoda i Vefcovi delieguente fé- T.m Oo z colo, Lii <; Ltb. j. Bel Primo Vie. ForanAettodi it,g. jfo»colo, Bartolomeo Aflbnica nel mille cinque-Regraivafcento, tredici, evenfotto; Defendo de Val-¦\lT&'ioůvafori9 nell'immediato trenta quattro5 e Giovanni Ingenerio in piůevventi, ma in particolare nel novanta fette fopra lo fteflb fecolo decimo rjtnh.c*r- quinto. Quindi nel corfo di tant» anni emanare ro>». rono diverte fcntenze, ň foflero Decreti, fi de»-ibujoi.^Giudici Arbitri, come del Foro Metropolita-no. Tuttavia eilendo proprio della Divina Previdenza ridurre ŕ foave armonia i fconcerti,1 quando paiono piů diflonan ti, quefto contrafto> ormai tropolungo , e fcandalofo , fčnz» opera humana fi e infčnfibilmente rifolto $ mentre dall» ultima emergenza fňtto Mngenerio, non .^avanzatoli fin* hora ad altri giudici il Capitolo > dai Capitole Caule di quel Clero fi ventilarono dal Prelato fa. F°mo nel proprio Foro. Conobbero forfč i Canonici del noftro fčcolo tanto inoltrata la malitia hu^ rnana, che fé non e poderofň il braccio, chela sferza, in vece d» emendarfi corretta, baldan-'zofŕ infňlentille. S»auviddero , che tal forte di Giudicio era fovente un Campo d'acuti triboli laceranti piů delle Vefti gli Animi j un Covile di velenofe Vipere fquarciarvti alla propria genitrice il fčno; Vna fcaturigine d'acque torbide infracidanti i Corpi ; ed una Fucina d'ineftin-guibili odi) comburenti i Cuori. E perň fa via-mente fcanfŕndone l» ulteriore miniftero, do- naro- Cap- t.SuaColleg. Cap. e Perfonaggi illu narono una tranquilliffima quiete ŕ se medefě-mi, al Clero, alla Chiela. Ritiene bensě imperturbato 1» antico Ius d'uficiare le Chiefe fčco- yft? delle One-, a. lari dentro, e fuori di Pirano nelle loro corren • ti folennitŕ , elčrcitando la Collegiataverlb d'effe come figliali le partid» aftettuola Madre. Gode per ultimo I» ulň dell* Almotia, ň fia Zan-lŕrda Canonicale , concedagli da Bartolomeo Alsonica 1» anno mille cinque cento venti fette . Che fé con pronta ubbidienza in vigore de» co- „ .. _. mandi Pontine) rilevň a Giacomo Filippo To- /••»/«* ro». mafini Vefcovo di Cittŕ nova , come Delegato "' Apoftolico, 1» immemorabile fua conluetudinej ciň valle ŕ ftabilirfčne pacifico, ed imperturbato il Privilegio. Ma GiurifHittione fňura d* os;n> altra amplii Perfonaggi r -il . °\ j • i illuftri del lima, per cui 1* nuomo giunge a dominare gě'- capitolo^ -Orbi Celefti, non che gě» Enti fublunari > e Qeio!° quelV egregia virtů s di cui arricchiti alcuni de'-fuoi , Ň Tolsero Chierici, ň Canonici, come Perlonaggitrŕ gli altri piůinfigni, meritarono coronarli le TempiecQji lefacreTiare, Lauree immarceflibili di Santa Chiela. Pochi diquefti baderanno per molti, che forfč molti non ugua-gliarebbono quefti pochi. Marciano Cittadino Martiano di Pirano, e di quefta Chiela allievo sJ applicň Patriarca Giovinetto allo ftudio delle lacre Lettere, pre-tiofi ornamenti d»un animo grande 5 e fčcon- dan- tS6 Likj. Del primo Vie Foraneo, di Tirano. dandoli Gelo i di lui fervidi voti, il Patriarca AquilejefeElia, dimorante in Grado per afficu-rarfidall»ijivafionedej Barbari, e fingolarmen-te de»Longobardi, benignamente la accolfe nella fua Corte intorno al cinque cent*ottan ta ; dove riconofciucala fublimitŕdeJ(uoi Talenti lo i9- nobilitň col decoro/o carattere , non giŕdime-roCortigiano, midi predilettoDifcepolo. Il cheieguě con lě felici progredě, che giŕ ammae-ftratolo nelle piů fede y e fané Dottrine contro h empia fetta Manichea allora baccante, lo fteŁ fo Patriarca nel feconda Concilio Provinciale da eflb celebrato in Grado 1» anno cinque cento ottanta quattro in circa > co*I*intervento di yen ti quattro Ve/covi, e moltiPrelati folenne- mente/oinfigni del /aero Ordine Presbirerale. Ali* acquifto della virtů fu fempre acuto fprone la nobiltŕ del Maeftra. E che non ipprefč Mar-tiaaafotto.il' fublime Magiftero djElia> fé alla fine di {colare fčppe eflergli fuccefflbre ?' Poiché mancato di vita il Patriarca Severo* ed indi Giovanni > (ambofub entrati con varj % ed infelici evventi ad Elia ) ottenne Martiananel fči~ cento, e trenta, ň pure immediato trenta tre y come ferě ve il Palladio, la fiera Mitra Aquile- J2t jefč. Feliciflimoriufcinel governo^ edaffiftito dal Ré dej Longobardi Arioaldo fé godere alla vaftafua Diocefi dopo molfanni ddtfecolpdi fcs- dui. . 1S7 ferro quafi tre Luftri dell» etŕ d> oro. Fortunate Republiche, quando la virtů regge Mmpero, Degno d'eterna vita morě nelfči cento quaranta fei, č nella Sala Patriarchale Aquilejefe della Cittŕ d'Vdine forti il feguente Elogio. Martianus magna Graliapolluit Apud Longobardorum R egem Anoaldum, A qtio ad incrementi* Aqnilejenfis Patriarchatus lAulta obtinuit. Vengano ora i Vefcovi Originarj diPirano, che ad'un tanto Patriarca ben devefi la nobile comitiva de» facri mitrati • Sono quefti Bernar-do Veniero, e Giovanni Tagliacozzi, ambo Vefcovi di Chiozza, e Nicolo Petronio de'Con-ti Caldana Vefcovo di Parenzo .Pafsňil Venie-ro dalla Collegiata di Pirano , dove era Cano-nico, alla Cattedrale dě Chiozza, ivideftina-za to Vefcovo da Innocentio Vili l'anno mille quattro cento ottanta fette . Quanto di bene egliarreccaffe ŕ quella Chiefa nel lungo corfň di quarantotto anni, che klicemente la relie, non puňriftringerfi tra 1* anguftia di corte linee. Ancor ivi efala la foa vidima fragranza di fu e rare virtů, ed'illibata integritŕ Scoperta ŕ fuoi giorni in quelle Spiaggie la miracolo!a Immagine della gran Madre di Dio, che oggi č il piů riverito Sacrario di quei Contorni j entro magnifico Tempio dalla Paftorale fůa fňllecitudine eret- s r eretto, con fornaio giubilo de» Cittadini, che vollero perpetuarne la memoria, folennemen-te la collocň. Giŕ decrepito d'Anni, mŕvigo-rofo de* Meriti, impetrata dalla Santa Sede la facoltŕd»alleggerirli delgravofoimpiego, rin-giovenl, principiando il corfo interminabile dell' Eternitŕ . Calcň le veftigia gloriofe del Vcniero materno fuo Zio, Giovanni Tagliacoz- .zi 5 affunto-anch» egli dalla Dignitŕ Canonicale uem K^diPirano all»Epifcopale di Chiozza da Paolo f*T\\'is. III. nel mille cinque cento trenta cinque 5 con queftofolo divario, che fé quello vide nelgo-vernoquarant» otto anni, queftinon oltrepafsň i cinque; ne»quali perň celebrato un Sinodo Diocefano, e compite altre Imprefe ben grandi, compendiň nel giro d»un Luftro il lungo tratto dj un fčcolo. Del Caldana poi ecchegeia Nicolo « „ t j . r li • • 1 ^ Petronio ancor la rama le rare doti, elublimi quanta, che lo abilitarono ŕ trafcorrere co» pafll gigante- nf 1^4° ^^ a^e P^ a^te mete c'c§^> honori, riportati in ogni tempo dalla regia munificenza del Veneto Senato, e del Cefŕreo Impero. SicheAleflŕn-dro VII. prefciegliendolo nel mille fči cento fčf tr.ub. 4. fŕnta quattro alla Sacra Mitra di Parenzo, con- 87Ó. ferl maggiori premj al merito, e decorň di nuove coron e la virtů. Ma tropo momen taneo fu lo fplendore di quelle, mentre appena fcorfi tre anni di refidenza, il Cielo lo rapě a sé, per co • ronar- Cap.i.SuaColleg., Cap. e Perfonag. illuftri. fy ronarlo dell'eternitŕ. Spirň in Pirano ; aldi cuifčpolcronella Collegiata, il Conte Marco Caldana filo degno Nipote nel jfofseguente fčt-tanf uno col» Infcritione di queftiCŕrmilveno il proprio cuore¦• \ Jfia Tjbiy noflra Decus o venerabile Gentis. Gratanimis pofuit debita Sigia Nepos -> JExcipe Vota libens ; ampiexus jimgere vero? Donec ŕet Pietas,. Mors, Amor, Ethra, Detti. Potrebbono proddurfi altri Perlňnaggi di grado inferiori f mi di grido nel loro genere non meno chiari, da i quali ne*tempi trafcorfi lode-volmente fi lňftennero le veci Epifcopalinc Sacri Fori di Verona , di Poh , d'Emonia, e di Giuftinopoli. Ma per non alterare il metodo giŕ prefiffo> rimettendo ad altri il farne particolare memoria, paffiamo ŕ descrivere quel di piůeu vi d» Ecclefiaftico in Pirano. r CAPITOLO TERZO- Cbiefŕ P e Cafa de Filippini, con altre Chiefefecolari in Pirano. INtf eugwaliRegioni puň ripartirfi laTcrra dě Pirano.Carrara č la prima, dove piů ampie le rano npar- ftrade,e piů addattati campeggiano gě* Edifi-Recf,La Puntalo (ia Promontorio, č la feconda » che dall'erta di quefto ftende>sůl* ondofc Elemento il piede$E Marzana č la terza3che sbocca fuori alla Campagna per la ipiaggia del Mare, e per il giogodelCoJle. Inqualumque di cjuefti recintili Clero fčcolarc numera le proprie Cliieie^ In Carrara sbalzano iTempj di Santo Antonia Abbate , di S. Michel Arcangelo , della Madonna della Neve, e di S. Pietro Apoftolo : Nella Punta vi fono quelli di $. Pellegrino, di SantoAndrea, diS-Donato, diS.StefFano^e diS. Clemente: ed in Marzana fi venerano! San tuarj dedicati ŕi gloriofiflěmi Eroi Rocco,, Margarita, Ermagora, Fortunato, e Nicolo. diBari . Con queft*ordine, che fervirŕdifran-* cafeorta , qui s>indrizza la loro Defcrittione j. incomincianda dalla Chiefa.di Santo Antonio Abbate t religioso Holpitio de'Filippini, Preti Seco- .)i Chkfa> e Cafa de Filip. ed altre Chiefetfy fčcolari di nome, ma lodevoli e lari ofleranti ne»fatti ě Lorenzo Caloni degno ŕllivo della Congre- ^ garione dell'Oratorio, cosě dettatkifooSantit tento et fimo Fondatore Filippo Neri, perche indrizza- i taad elevare i Cuori ŕ Dio , che č il concettň f quidditativo dell» Oratione j arreccň nonordi-Oratono* nariobeneficioŕquefta Diocefi, quartdo^ŕC-cěnfead introdurre in Pirano? utilimmofijoln-ftituto. Il zelo dell» Anime, la docilitŕ del Popolo , e la relěgiofitŕ del Clero furono i placidi Zeffiri, che dolcemente ftaccandolodaě Veneto lido > lo conduffero ali* ombroia spiaggia del PromontorioPirar^/ej d#ve benignamente accolto fi ricoverň appretto la fůddertta Chiefe di Santo Antonio, cedendogliene di quefta il Capitolo della Collegiata h ufo quotidiano; con sě ricovera la riferva perň delle ragioni Parrochiŕli, e dell*- xSSrSdi s uficiatura di quella m akunefolennitŕ,ň ptefiffe Antonio• urgenze in fegno dell» alto > e diretto Dominio, che la ftefsa Collegiata n» hebbe in ogni tempo al pari dell' altre figliali foe Chiefe .Seguě tutto ciň intorno al mille lči cento quaranta. EnelHm-mediatoquaranta fette, acciochepiůftabile,e^ r 1 (+ . e \ r \ r> Conaeicen- ňanonica poteise un giorno fondartene la Cofl- deiivefco-gregatione^ Pietro Morart, che giŕ n>havea l°nt fpX approvato l'ingrefso , rilaiciň ilfčguenteln- {tcoelIndul-4 Pp i Nos "1 z jo Lěb.]Delprimo Vie. Foraneo^detto di Tirano. JNos Petrufi Morarius Dei, & Apofldm Sedis Gratta Epifcopus lujěinopolitanus. in**, tim dudum Vener. Filio Laurentio Catoni lkf* Qratorqŕ Ł Phtlippo Nerio mftitutt Alumno věva vqcěs oraculo Oratorium in Terra Pyram no-ftr&lHflinopolitan&T)i&cefěsfuridandi, idemq.iit Ecclejta S. Antonij profequendi concef(ěmus\ Cumq\ diéium Exerchium spirituale valde onu něbus proficuum ejfe comperiverimus > dignnm, (tfcongruumjudicómus, noftrumconfenfum, & licentiam litterarum Te/limonio comprovare \pro ut etiam humili petizione dileéěorum Filiorum loannts Furigoně Eqyětis y 0* fociorum reqmfai fuimus. Quare etfdem Laurentio, Ioanni, & alijsfefein dióěa E cele/la S. ssěntonij congregan-dtfpiritualtter exercendt, Campana ad convo^ candumConfratres ditti Qratorijutendty &om^ niaaliajuxta Infiitutionem ejufdem S. Philipp?, f$ qua legtti me, & canonice in(iitutA Congrega-tiones exercere pojjant, peragendi ( ita tamen ut Divina Officia, (f facrificia Parochtalis Ec^ clefmnonturbenturin ahquo) perprafčntes licentiam, canfenfurn* Qf facuětatem concedimus $ 0* impartimur . In quorum Fidem &c. Dal fofěmopoliinNoJlroEj>ifcopaliPalatio9 die XII. lunij 164.7. Incoraggito da cjuefta gratiofo conceflloneil Cap.}.Chiefd>eCafa de Filěp. ed altre Chiefč. Caloni inchiodň la fua dimora in Pirano; anelante del bene fpirituale dell* Anime, nella Chiefa medefima profčguě indefeflbperilcorfo di piů anni li confueti efercitij del iŕcro Oratorio : ma in qualitŕ piů tofto di Capettano, che di Prepofito, e di privato Sacerdote , che di Puhlico Superiore ; poiché la Conzrefiratione, , d.rr1. » . . . r r¦ iv 1 Si fonda la ěS.Filippo, qui m rigore non li tondo, checongrcgi. nel mule lei cento iettan ta cinque, in cui la pie-uwrio. tŕ del Principe preftň con lue Ducali il benigno aflenfň; ilVefcovoZeno rinovňnel tempome-^-defimo Undulto del Predeceffore MoraH-, ed4 InnocentioXl. d» eterna memoria , con fua Bolla particolare emanata nel/ufléguente iettan ta-fei * ne corroborň ja fondatione 5 Con che ac-crefciuto il numero de* Religiofi, la Santa adunanza fi ftabilě. Che fé poi una , ň due volte per la (carfezza de» {oggetti ( li quali da ogni vo- 7 to difeiolri , non i-nchiodano la dimora, che perfuafi dal proprio volere ) rimafe alquanto fo-pita -9 non perň mai andň fěippreflfa., e molto menoeftinta. Anziŕ noftri giorni profperando il gloriofo Filippo de* fuoi Figli i progredě, con immenfo vantaggio di Pirano felicemente rifor-ge, e rifioriice . E qual iollievo quindi non ritraggono gě' infermi, qual conieglio i důbbiofi, qual guida gl'erranti, qual aflěftenza l'Evangelico Gregge, ie quěi Santi Efercitij, i divóti jvi LikjDel primo Vie. ForamodettoŔi Tirano u Colloquj, i Santiffimi Sacramenti fono i quo- tidiani impieghi. di Al primo afoetto rafembra quefta Chiefa Carrara. . r L r r 1 fabbrica nuova 5 e pure trovah conlecrata nel mille trecento fčttanta quattro adě venti cinque s. Antonio Aprile da Ludovico Morofini Vefcovo di Giů-ftinppoli; e con tanta folennitŕ, chefěŕaffifti-ta da Leonardo di Cittŕ nova > da Gisbertodi Parento, daGuidodiPola^ e da Nicolo di Pe* dena, tutti Prelati Comprovinciali nelMftria • E d»una fola Navata, a giufta mifůra larga, \T. tru^*{ed alta, con cinque Altariben* architettati, ed adorni 5 tra i quali il Maggiore del fuo Santo Titolare forma con la Capella il Presbiterio. Qui S'alzala Cattedra per i fruttuosi colloquj al Popolo* eia Tribuna per il/acro ritiro de» divoti . Soura la Chiefa ( cosě obligando V anguftia del fito) euvi il publico Oratorio in forma decente coftrutto. Superfluo č il numerare le pretiofe fueiupelletili, elacre Reliquie, fčlofplendo-re y eia magnificenza della Chiefa fono proprio - f .. « vanto di queftolnftituto. AneuftopurečilRi- iCafadjei.Fi- i r> 1 • • /* ^ 1 *r i rr n ě ppěni. coverň de» Keligioli, ma l'eflere ben dtlpolto, lo migliora non meno, che fé foise ampio, e vafto., s. Mkhaeie. 1** alfi*e Chiefe in queftoxecinro efiftenti,di* cemmoeffereS. Michele, la Madonna» S.Pie-rro, e S.Giacomo. La prima, che tiene nella Cap.yChiefa, publica ftrada* e nell'Hofpitale Hngrefso, č di figura quadrata con un degno Altare, dove Anni fono fi collocň Mmmagine della Beatilfi-ma Vergine* detta del fůdore> ňfiano lacrime prodigiofamente verfare; del cheripigliarema altrove. Ncgiorni feftivi quŕiogliono tadu- ^.j.^M. narfile Donne ^ eie Fanciulle ingrannumero ad apprenderei fŕcrof&nti MiCterj fdinoftra Fede. L» altra della Madonna, emula nella pulitezza il candore della Neve, che la denomina. Piů lunga 3 che larga tutta fi ricuopre, e fi rivede di Pitture, le quali cinte da dorate cornici» Madonna e falciate da ricchi damafchi porgono vaghezza,del a edinftillanodivotione. Si aumenta lo/plendo-re dall3 alta č luminofa Capella, che a guila di rotonda Tribuna a capo di quellaeretta, gen* tilmente la chiude, e la corona. Nella cultura di quello Santuario fingolarizafiia rdigiofa fol-lecitudine del Canonico Domenico Caldana. La Terza eccedente le predette di grandezza porge nella nuova Piazza del Porto, a cui for- s pietra ma degno profpetto . Dall* aperto piano delia Apolbla* Navata fi fale al Presbiterio per una Scalinata marmorea di piů gradinilo ve s* alza entro d* un niccluěol*Aitar maggiore cinto ŕfianchidadus Statue in rilievo delli gloriofi Apoftoli Pietro, e Paolo, le quali fourad* alti piedeftalligraadeg* giano j cosě le pareti della Chie{ŕ fi veftono d»ec- cel- &. j". Del Primo Vtc.ForanAetto di Tir. cellenti Pitture, ftefe in grandi tele, elpreflive dette gloriole Gefta del Santo > opera del celebre Ventura, che trai Pittori della fua etŕ meritň auventurofŕ la forte d* eflere ammirato per uno de* piůinfigni dell3 Arte. Con la douuta decenza qui fi cuftodifce 1» Ŕuguftiffimo Sacramento», e per comodo degt Infermi y e per di-votione del Popolo», che per efler sŕia foce del o, numerofbla frequenta. Dell* ultima dedicata algloriofo Apoftola S. Giacomo habbia-mo, che contigua al Palazzo Pretorio porge il comodo al Publico Rapprefentanted» ivi aflěfte-re giornalmente al Sacriftcio incruenta dell'Altare . La gen erola divotione della Comun itŕ la provede č di Sacre fopelletili, ed3 a (fiduo Sacerdote • Ed in vero fembra edificata piůper Oratorio, che per Chiefŕ. čia Nulla minori di numero y e {biodi grandez- Puritŕ, za, e di piili tezza ad alcuna delle precedenti paiono difuguali le Chiefe del fecondo riftretto, SPdlesrinodenominatolaPunta, ňfiaPromontorio. Che fcpiůfoavefuolriufGirelofcendere, cheiliak-re, cominciamo dalk piů alta diporto, che č S. Pellegrina. Sbalza quefta su. la fommitŕ del Promontorio dfctrala vafta mole della Colle-giataj maeosě su torlo sbattuta alcfa'fottodal Mare y e fcotroal di fbpra dal Borea, che il con- |wfi ella in piedi fembra, m continuo prodi- i . y. Chiefa, e Cafa de Filip. ed altre Chiefe 2.9 j gio del Santo. Sta fui cadere, e non cade; le niancail terreno > e non traballa , le: č imminente il precipitio, e non precipita. Ben pel* legrina č la Tutela r che ne conferva il fůo Tutelare Pellegrino, il di cui prodigioib Bordone č il mafllccio foftegno, che a prode»fuoi divoti dagK inceflanti infiliti dell'onde y e diventi perpiůičcoli la preferva iflefa. Nello fcender dal monte per il giogo dominante il Mare rs»inr eontralaChiefŕdi Santo Andrea, la quale piů Santo Ar*. tofto grande, che atigufta, forti la foletine rea p° Confčcratione da Tomafino Contarini alii dičr ciotto di Marzo dell» anno mille trecento ventiquattro. Ha unfoěo Al tare ben prň vi&o; e con piů quadri abbellito accrefceioiplendore alSan-tuario, ed eccitala divotione ne»Fedelir Nel piano della Piazza vecchia evvi la Chiefa del Santo Vefcovo, e Martire Donato, dove la Fa-mrglia del fčnoco 1» erettione dj una Capellania perpetua contefta % Popoli la raffinata pietŕ de»-lůoi Antenati. Altra intitolata al S. Proto mar- s'Steffkno tire Steftano non č di qui molto diftante, in cui oltre 1» Altare del Santo, v» e quellodellafelicit fima Annunciation e di Maria, ambo dalla foa Confraternitŕ d> Argenti, e de>fůpelletilino-bil men te provifti. Ali» eftremo della Terra sěvl Mare fi venera quella di tetto bada, e di (ito an- s.ciemeote gufta dedicata al gloriofo Pontefice Clemente, l primo Vie. Foraneo,dctto di P ir ano ove al San to Taumaturgo di Paola Francefco la divotione de» Fedeli gettň le fondamenta d» altro Altare. di Ritorcendo per ultimo ŕ Mar rana, terza Re- g{One di Pirano, ilpaflb.% s* incontrano quattro Chicle , bipartite nel piano, e nell'erto. JLa prima di quelle e o. Rocco, iacrario capace, e ben ordinato coL Altare del Santo Cotto marmorea Tribuna ne*tempi antichi eretta. Vi concorre affiduo il Popolo ad ofequiare con in-ceiTanti Sacrificj ŕ Diolalbmma beneficenza del fuo Protettore» che dal morbo contagio^ in s.Margaritatutt^ * terapi con raro efčmpio la prefčrvň. E l'altra č di S, Margarita con maeftofo Altare di ftucchilumeggiati d'oro, dove ripolŕ il fimula -ero della B. Vergine detta di'S.Marco, perche qua trasferito dalb Altare di quefto Santo efi-ftente nella Collegiata .Delle due sul» alto Poggio , e che in un campo di pacifici Vlivi premu-nifcono quafi iŕcri Baluardi la porta maggiore di Pirano conducente al Territorio, s> in titolala-p alii SS. Tutelari della Provincia Aquile-.jefeErmacora* e Fortunato,, difacriAppara- ti, e di varj Argenti proviftaf e 11 dedica la le* conda al miracololo Santo Nicolo di Bari, la cui infěgne Vita da dotto penello effigiata nelle Tele nobilita ali» intorno le {acre mura . Ma qui compito Wntraprefň giro , fi tronchi il corto. CA- *9? CAPITOLO OVARIO. Chiejč> e Conventi de-Francefianě. Velia Criftiana di votěone, che nel cuo* re di Pirano, fino da primianni inne-ftata, teppe architettare al Clero fč-colare tanteChiefefin» ora defcritte, non fu fcar-fa de» nuovi diffegm per accogliere i principali due Ordini del Sera|ěno d* Affifi.- In faccia dun-tjue alla Chiefŕ diS;Maria della Neve concefle a Minori Conventuali ampio Recinto r ed agl>-Oflčrvanti affegnato poco lungi comodo Hofpi-tio, providde ŕ quefti di piů vafto fito fuori del-lefue Mura per la conftruttione d»un regolato Convento, contefňgli entro la Terra dalla mera anguftia del fito. Noi qui rintracciaremo alcuna delt antiche memorie di quefti Chioftrě, e delle loro Chiefe, fčguendo la norma inalterabile della loro antiana erettione. Pietro Manoleflň, antica Famiglia de» Vene-neti Patrizj, veftito che hebbe tra Minori Conventuali il f acro manto di Francefco, covňfbt-to quelle ceneri un fuoco cosě vivo, e di pietŕ verfňDio, e di benevolenza al proprio Inftitu-to, checolfufiKragio de» fuoi, gran meriti trasferito 2$%LěbjiyelprimoVic.For4iteo>dettňdi]y tratti rito da Bonifajcio Vili, dal Chioftro de»Minori alla Cattedra di Giuftinopoli, avvampň in un vaftiflěmo incendio; poiché giunto alla refiden» za fogettň in Capo d» Iftria ali» auttoritŕ dell» Ordine Minoritŕ le Monache della Cella, dette Minóri ora di S. Chiara 5 ed introduce in Piranolafůa u^StiR^ligio^e,, provedendola di Convento, cŕi inJ^""°rlChiefa. E tutto ci© nelkanno mille trecent»- PCI OUw Iti . - ěe} y?% \ŕtěoy cioč ŕ dire ne» primi mefi delVefcovale Manoleflo -¦* Tiriti** i 1 luo Governo. Il fatto delle Monache altrove L,t'1%CaMiffufŕmentefi deferiffe , l'altro dei Conventuali cosě avvenne. Regeafi nel tempo preac-dennato la Terra di Piranp da Matteo ManoleC fo, ,e fecondando quefti il religiofb genio del Prelato fuo Congiunto, applicň l»animo ad*-erigereunaiňntuofaChiefŕ^ ŕgloriadelSanto PatriarcaFrancefcoj e per ultimare piů fpedx-tamente 1» heroica impreta, con efčmplare pietŕ, prattkata giŕ dal Magno Coftantino nella pietŕ <\n FondationedelleiacreBafilicheLateranenfe, e Rc?torda Vaticana, portň la prima Pietra giŕ dal Vefco-ěo^tb vo benedetta sui proprj homeri, edifůamano chidadis 'a S^^ negl* efeavati fondamenti. Non vi voi-Fivnc.ico.fč di piů per animare il Popolo al meditato difle-gno. Alla vjfta del fěio Rettore non vi fu in Pi-rano., chi p^r la fabbrica del nuovo Santuario non fi caricafle di pietre. Che fc bene al di lui ritomo alla Patria ? compito il Reggimento, il i Cap. 4. Cbicfi ,\tConventi de* F rane ejcani. primiero fervore nell* opera incominciata alquanto s»intepidě] ritornato poi al governo K ifteflb Matteo Iranno mille trecento dieciotto (cosě disponendo la Divina Previdenza adho-noredi Francefco ) immediatamente fipeffet-tionňj ma contale maeftria , e lavoro, che chki\a dopo la Collegiata non hi Pirano Chiefŕ, o piů ^ maeftofŕ, ňpiůvafta. Esůlafacciatadiquefta fcnelegge {colpita nel marmo la feguenteln-fcrittione. Ad Dei, €5* 2; Francifci Nomen EccUfiahficfmt ěnc&pta Anno Domini MCC Ct Sub Nob. Viro Mattheo MŕnolefioPotefl. Py ratti Qui di&& Hafělica primar'mm fundamtntum Stiis humerh ve&um pofuit, Etlocavit proprijs manibus primam petram+ Et Anno Domini JWCCCJCVIll fobeodem Nob. Viro. Tum etěm PoteHate Terra pr&ditta, Extitit protinus confummata DanteClementia SS.Trinitaiis^ Cui lam 9 Ł5* honor. O> Francifce TaterCbrilli qui ftwwata (. A Ccelorum digita re [era no bis prece C Equeftad'una fola Navara col» Aitar Maggiore ŕcapo, il quale nobilmente abbellito chiude il Coro, e tiene ŕ fianchi due eguali Ga-pelle con altri Altari minori diftriňuiti all'in.. tor- \ joo LUf.f. Del primo Vie. Vor Amo y torno della Chiefŕ ; tra quelli il piů moderno, e per i marmi, e per i lavori il piů pretioio č quello del Santo di Padova Antonio. Degli Argenti, efŕcri Arredi non V č che aggiungere, quando 1»aflědua aflěftenza de»diveti vie piů 1»-arrichifee, & aumenta, Accrefce il luftro del-^ la fteflŕ l'immediata loggettione di dueChie-neffi• (Iole, ň fiano Oratorj, confidenti 1» una nel Or miterio detta S. Cattarina, 1» altra nel Chioftro ,Convento edetta S. Giovanni, ambe fŕcri Ritiri delle Con-fFb. fraterne ivi erette folto gli Aufpicj di que» Santi. EcapacelaClaoifiira di moderata Famiglia con Officine ,, e ftan2e condecenti all'alloggio di qualificati Perfňnaggi. Il tutto, Fabbrica moderna , promoffa dall» attenta vigilanza de'Re-ligiofi fu oi Allievi. E ben di qua ufeirono in ogni tempo (oggetti ^I^^Infigni per 1^ fublimitŕ delle Lettere, e celebri Figli. peri3integritŕ de» Goftumi. Il Maeftro Pietro Sardo, chenelmillequattrocentoventifčime-|j;do vS. rito da Martino V.la Tiara Epifcopale di Lecce di Lecce i' ln Terra d» Otranto forti in Piranodejfuoi Na-tali la Cuna, e iucchiň in quello Chioftro della facra Religione il latte. Soggetto invecchiato nelle Cattedre Theologiche dell» Vniverfitŕpiů in%ni> con fommo profittodell*Animefpar- fčda quella di Lecce i facro lanti Dogmi della Cattolica Fede. Figlio pure di quefto Convento / e Conventi de* Francescani. tofůLodovicoTraverfŕriy uno de piafcientia- ^ Tra ti Teologi delfuo-fecolo. Afluntodal preaccena- verfan vei. to Pontefice alla Ghiefa di Segni nella Liburnia anno^z^ l'anno mille quattro cento venti fei, diflufč ě^i^no raggi cosi focofi d'Apoftolico zelo, cheilfuc- I4S7' ceflore Eugenio IV. acciň tanta virtů valevole adilluftrareunMondo, non fi celaffe irŕ i con fini d'anguftaDiocefi, lo trasferě al Vefcovato di Forll nelV Emilia. Lo volle il Pontefice piů vicino aliŕcroEcumenico Concilio eia principia- t , toin Ferrara, e poi eonchiuloin Firenze . E«m* quanto in vero ŕ quelli giovň ě Perdifcuteri Dogmi controversi tra Greci, eLatini, fipre-{cielfčro (hi (oggetti per parte ; & uno de* principali tra Latini fu il Traverfari> il quale trat-tandofi dell' innefl&bile Procefllone dello Spirito Santo dal Padre, e dal Figlio , perorň con tanta profonditŕ, e chiarezza , che giulivi gli applaudirono i Latini > e attonitilo ammirarono i Greci. VeggafiilVadingoriferitodall»V-ghelli. Sin qua il Chioftro Piranefe de* Minori Conventuali. Non meno facile, e felice fu la Fondanone coment» dell'ai rro pergl'Oflfervanti. Che fé non la pro-moffe un Mitrato, ne la maneggiň un Rettore il fervore divoto della Comunitŕ ne fu il faggio e/°^da °' . ^ Giova» Architetto, ed un Perionaggio, ora coronato ni ai e di fŕntitŕ il principale Miniftro. Giovanni di Ca- joj, Ltó.}. DelprěmaVic»Foram<>,dicPěratió. Capiftrano, che č l'Eroe, di cui fi parla9 celebrata che fu in Roma nel, mille quattrocento cinquanta la folenne Canon ization e del glorio-'"'* " fň Bernardino di Siena >non piů difčianni prima ulcito dalle mifčrie di quella vita caduca (funttionein vero prodigiosa, fé anco v»intervennero due altri Santi dello fteflb Ordine allora viventi y perche poi canenizati, Diego di Spagna, eGiovannidi.Capiftrano} Queftidi-co , che in quel tempo ioftenea la gravofa carica di Vicario Generale dell'Offervante Famiglia s'inftradň perBoemia,, ove il Cielodefěi-nateglihavea Palme immarceffibili digloriofč Vittorie eontr© la baccante Erefia f e neliůo paflaggio per Mftria il Popolo diPiranoinftan-temente lo iůpplico ŕ coodefcendere, chejfbtto delle proprie Mura fi fabbrieafTe una Chiefŕ al novello Santo di Siena a 6c un Convento ŕi Re-ligiqfi del fuo Inftituto. L»impetrarne 1» affen-fň,. ebefeguirlofůquafiad'untempoj poiché in pochi mefi s* alzň V intera mole, reftando io-Io darne 1» ultima mano con lo ftatilimenta d'alcune minutie, e con l'introduttione degK ěf S"' Oflfenranti. Ma un'opera tanto¦ affrettata inge-cpmpita fi losipiů d»uno; e creduta meno fufliftenteper «tarda. r j-r i n a n. i • UJ ir mancanza di facoltŕ Apoltolica, che derogaiie all'eipreflb divieto , giŕ ingiunto daBonifacio all'Ordine Minoritŕ d'intraprendere " nuo* Gap, j; Cbiefa, e Cafa de FHip. ed altre Chiefe 303 nuove Fabbriche , ricorfi gě» emuli al braccio Epifcopale, fé ne fňfpele il totale compimento . Fra tanto Nicolo V. con fue particolari let (d d il l * p tere (pedite da Roma il primo Luglio del mille quattrocento cinquanta due dileguň ogn>om- ZZ bra , e disobbligando la Comunitŕ ŕ ricercare f'9U dalCapiftranola facoltŕ Apoftolica per l'incominciata ^erettione ( il che era arduo, dimorante quello tra bellici tumulti della Boemia ) incaricň alVefcovo Gabriele de Gabrieli > che rimoflb ogn» obice de» contraddenti, G perfet-tionaflela fabbrica, e vi s'introduceffe la ^Serafica OfTervanza; come appunto feguěnelb anno pon^ěf medefimo; E lo rileva l'annefla Inicrittione ^aper-ettio" icolpita sů'l prolpetto della Chiefŕ. HancSacram JEdem, & Domum Religtofam Ciues Pyranenfes pjffěmi Sanffo bernardino , €5* Fratribus Minorěbus BedtcarunttM.CCCC.Lll. IlSitoprefcieltoal Sacro edificio, nonpotea suoSiw; defiderarfipiůfŕlubre, nčpiůfpatiofo, né piů ameno . Giace fui piano del Colle efpoftoal Mare, vicino la Chiefa di S. Maria della Rola, e fňura il Porto dello fteflb Nome; laonde domina iě Mare, il Garfo, e lungo tratto di Saline, e Pefchiere, e cingefi tutto ali» intorno da fecondiflěmi Vliveti. Ne il contenuto della fabbrica difeorda dal luo continente, JLa Chie- -: " " ' Rr fa- f04 Lěb$ DelprimVic+Forme&jli * grande, e vaga $*adornaconpiŕ Altari per i marmi, € per le pitture riguardevo- {{, CosHlChioftrO di moderata ffrandeZZa S» al-ttella ,Ch>e Jrx . . r . j ^.^ . r ,. fa. e del 23 ne Dormi torj, li ange d'Ornane > e lio*-un °* lata in borri, e piani3 ch^ formano larcligioiŕ Clauiura.Chiunque drizzaquŕilpiede, lori* codqĚc€ per addattatoioggiornode» Minori Of ičrvanti, che aftretti eftrdtarfi nella vůawn-tqmplativa , ed attiva qui ponno temperare ŕ niaraviglia il rigore delia Qauftrale diiciplina wlioavede'littmrj diporti, Anzi<|uell»annoii), e verdeggiante Pino, che qui dkefi pian ta- sfa» pian. topermanodeliueFondator^Giovanni» co'K tato dal b. * ¦ -ir • r *r i 11 ^ e aftnuacopia de*irutt! pare iuggenicaaeHaoa&-" ta OilčrvanzaiaJuberimi i documenti j poiché ič-di tal forte ŕ> Albero fi aumra, che fruttifica ičnza fiorire> cbesella cima legkrmente offe-iňC iftorililce", e che nel tronco una volta reci-io non pia ripullulai cosě chi trapiantoflěalb-.o.mbra felice diqueftoiacro Chioftro, deve caricarli de* i frutti della Santitŕ lenza i fiori di ieg-gkra apparenza 5 cuftodire illeib il Cuore ŕ Dio^ fenzadi cui non piů fi feconda di celefH virtůij e radicare nella religiofŕOflfervanza, fcv itantiofb alimento dejb eterna vita. Eforie tri-vialefůla virtů fi těfica^ come morale di quei Religiofi 7 che qui in varj tempi degnamente foi Se gě* eroid fatti del Padre fc> no e Conventi de* Francefcanh % altro antico del permanente Romito ,¦ ŕ cui a» piŕlico Torrione ferve di Cafa ; Pofto condegno dmn Romitorio > all^ora piů ficuro, che dal vicinato piů rimota. Ma dal riftrettade'* Chěoftri paffiamo ali* aperto della Campagna .„ dove C'invitano altre Chiefe. no. R r A- ' CAPITOLO aVINTO. Parrochiate di Sa/vore, ed altre Cbiefe nel Territorio Pimnejč. Anta anco il Mare le fůe Valli menoň piů dilatate > e profonde , fecondo 1'-. V alto, o»l baffo de»Monti, e de» Colli, torno ŕ pě- rachiudenti in alcun fenole lallč lue onde. Nel rano. Territorio Piranelč tre le ne contano le principali , denominate Sizziole, Fafŕna, e Stru-gnano . Bell'incontro per rauvilare Ipedita-mente tutte le Chie/č di quello Territorio col t breve traggitto de* fcni predetti. Nella Valle di Sizziole, che larga due miglia , e lunga cinque abbraccia feconde Pelchie-• re, enumerale Saline, s*incontra neltingre-fo ŕ mano dritta verfo Ponente la Parrochiale di w Salvore. Quelli č la Punta, ň fia Promontorio nodi Sai- dove 1* Adriatico dopa bagnata con le lue onde tutta la Spiaggia Iftriana, Icorrendo da Pola, Rovigno, Parenzo, e Cittŕ nova fino ad Vma-go> piega alla delira nel lčno Trieftino -, Edi-cefi forlč Salvore, ň Saivori dal piccolo Porco , chedallkprovida Natura suJl principio del fu a piegareaperto, lčrve louv^ntedifalvoncove-; to Cap.f.Parrocchiat. diSdv.fdaltreCbiefi. roŕtanti minuti Legni, li quali dalbimpetuo-fbfňffio dell» Oftro per l>ondofo Elemento dibattuti, e dalle fpiaggie * dirimpetto efclufi^ quŕfirifuggiano come in afilo dilorofŕlvezza. Inqueft'acquela Veneta Republica, prefciel-ta dalla divina Previdenza a dilatare in ogni tempo la Santa Fede, ed ŕ difenderei» Apodo-lica Sede; con poderofa Clafle combattč, e vinie Ottone Figlio dell» Imperator Federico, dal color del crine, detto il Barbarofla, l'anno mille cento fettanta fette . Dal checoftrettoil.p t\ i n i n • -\^ ? rat°r Bar" Padre a cangiare lo idegno giŕ concepito contro del Sommo Pontefice Alefŕndro III. infčnfi di Criftiana riverenza, fi ftabili in VenetiailfoŁ piratoabboccamento, il qualeeffettuatofieoa reciproca intelligenza, partorě gloria al Senato , quiete al Pontefice , e pace alla Ghiefŕ. Refodaqaefto-profpero auvenimentocelebre, e famofo il Pronaontono , anco la fua Chiefii ŕ comodo de» con vicini prima eretta , notabil-meni te migliorň; poiché lo fteflo Pontefice con grata beneficenza 1»arricchě d*un»Indulgenza sua Plenaria perpetua perla fňlennitŕ di tutti i Santi, |eetua.Per" Anniverlario della gloriola Vittoria 5 e la Comunitŕ di Pirano co* 1» aggiunta di nuove fabbriche l'ingrandě. Ilfuo Parroco ne» primi tempi, e nellecolo fufleguente , fň un Sacerdote della Collegiata * che paflava ad' uficiarla ne.' giorni fcfti- 4 fefti vi y. come membro di quella. Ma ŕfbf& ere* fciutoil mimero derParrochiani > ň diminuita quello del Clera, vis*introdu(fecolK)bEgadi ŕ iTerlfa. && permanenza un Sacerdote Dahnatim* del n'y% Ter* Ordine Francifcana nel mille quattro* cento fčflŕnta nove > il quale pure iKllnmme- fu. aiata ottanta con Patentali del Vefcavo Ingene- novi ftabilěla fua Religione in forma di Con* & Wbto-y fé bene con poca fuffiftenia per varie Tm.i.fif. emergerne . Ripiglioffi dunque la Cara delta mai agli Chieiŕ del Qero fčcolare, che la continuň fina ai. alluffeguenteottanta nove j nelqualtempori-Jfoluta h Comunitŕ, in virtů dell* antico fiio Padronato^ diprcfentareal Vcfcovo ValŕrefibJ* mia Religione Agoftiniana > quefta ne f3inve-ftita da Giovanni degli Amantini in nome del Prelato,. ceden dole il Capitolo ogni firn ragione concernente 1* ufi-eia tura della Chieiŕ. Ver-č> che dell'ingrefio degli Agoftiniani, come pure (č breve y ň lunga folse la torodimora, ae^ ie Scritture di Pirano y ne» gli Annali dell* Or-dinelňregiftrano. Euvi di certo> che coMa pienezza de» tempi vi fi ftabill fo fifsa refidenza d** un SaGerdoteiecolare col titolo^di Gapellano, ň Ai Curato, come ufiifi ŕ noftri giorni * presentandoli dal Capitolo il (oggetto per ^Canonica feveftitura al Prelata. Altra mutatione fin» ora perfiftente č legaita in- intorno ai tempo della fclenne Indulgenza* concefsa da Aleisandro III. La ftaggione corrente nella Feftivitk di tutti i Santi riuici va per lo piů horrida, e diiaflrolŕ ŕ molti, che per vifi-tare la Chiefč. doveano ň tra venti, e procelle valicare il Mare, ňtrŕpioggie, e giteci trapalarci Monti. Il cheda Balfŕmino de Rretoefpofto in nome iůo, e della Comunitŕ Piransfč, di cui era egli Piovano» al Sommo Pontefice PioIV. quefti con U conferma della gratia la trasferě alla feconda Feftadi Pentecofte, fped^oiaeMn-dulto 1» anno mille cinquecento citiquant* otto, e primo deifiio Ponteficato. Non ieggieri vaa-tag-gidiramarono da quefta permuta, mentre %& allettali i Popoli dal tempo propitio ad arric-chirfi del fiero Teforo, numerofi vi concorrono da ogni lato dell» Iftria: La Comunitŕ di Pi-rano aliůo Principe lčmpre offequiola 9 e di vota, per celebrare piů folenne 1» Anniverfario dell» infigne Vittoria qualifica detto giornocon publica Fiera, affittita dal Raprefentante, da f Sindici, e dal Popolo i E laChiefŕ medefima accrefciuta col di voto iůffidio de^ caritativi proventi , fé giŕ cominciň a riedificar^, vie piů fi rinuova. Confifěe ora in tre ampie, &Calte Na-vate, la maggior delle quali porge con piů gra-fat dini al {acro Presbiterio, ove s*alza il maeftofo Altare del fio Santo Titolare Giovanni Evan- 3io Lěb^.T>elprěmoVtc.ForaneOfdiPtrano gelifta, chiudendofi le minori da due altri Altari, dedicatitun©aliigloriofiSanti, Marco* eGiorgio > e l'altro alla B. Vergine, detta della Pietŕ. Numerofcarfň alla vaftitŕ del Tempio, ma eccedente la fcarfčzza del Popolo* Struttura peraltro tutta moderna, in cuifcor-J^onfi d* antico folo due Lapide. L» una profana pofěa ŕ canto della Porta laterale con lettere Romane, che in gran parte corrofe nulla rilevano di fingolare .$ 1» altra fŕcra incaftrataap-preflbla Porta Maggiore con Caratteri Gotici, che accennano alcuna delle cole predette) E Antica me-Per^ C1U^ e^a ^ rĚporta > COme giace. Vktorta113^^ Populi celebrate Locum, quem Tertiusolim preaccena. Poftor Alexanŕer Ŕonis cAeJlibtis auxit. li~ Hocjtenim Pelago VeneU Vietarla CUjfis Defěiper illuxit, ceciditq. fuperběa Magni induptratoris Federici, & reŕditaSanŁl& Ecclefi&pax alma futt, quo tempore mille Septuagtnta dabat centum^ feptemque fapernus fPaciferadveniens ab OYĚgimCarnisamiéě&. Eretta in Parrocchiale quefta Chiefŕ forti il iuo Territorio in quel tratto di Paeie^ che bagnato ŕ Ponente., ed ŕ Seitentrione dal Mare Adriatixěo, ed ŕ Levante dalla Valle di Sizziole dicefi volgarmente il Carlo. Ma prima S progredire? farŕ bene ň informare il Lettore della qualitŕ delCarlňi giacche n ejle Defcrittioni d1- ; a Cap.$ydrrocchialJě SahedaltreChiefe^ěi altre Chiele campeftri ncfeguenti Libri piů volte ne ricadderŕ il difcorlo . Molto piů che le in rigore non č il Carlo proprio dell'Iftria, ŕ pochi de convicini Paefi s'accomuna. In quella Provincia piů montuofa che piana , le bene piů di Colli, che di Monti ripiena, due forti di terreno s» oflervano . L'uno nulla, ňpocofŕf ^f^ fňlo, e perň piů facile alla cultura, e ben fruttifero , di cui s» auverra ciň fcrifle b Ortelio nel fuo Atlante -, Regio Jftria omnis afferŕ eft, & non Atlat Ortel tamAdontibusy quŕmCollibMs adfurgensfficun-dfffimisi e lo replicň 1» Vghelli nella fua Italia^ Tm; lŕ era ; IJěria Regio eji non qutdem plana, fedqua ^ 8-tamenŔ/tontes minime arduos habet, minimeq. infacundos, immňvittbus, otivisy alijfy.pomi-feris arboribus confitosi L'altro Terreno, ňč tutto fŕflb> ňfŕflblň di molto; e perciň ň niente fi coltiva, refiftendo infrangibile ali' aratro, ňfepure ŕ quefto cede, ftritolandofi infeflňfč glebe di colore roflěcie, e di qualitŕ fpongiofč ,f qualora ceflě d'irrigarlo l'Agricoltore co'fěioi (udori, ň il Cielo con fue pioggie, fi diflecca, ed inaridito ifterilifce. Il Terreno della prima conditione, che in piů parti della Provincia, e fingolarmente nel recinto di Giuftinopoli, č frequentiffimo , ritiene il nome generico di Monte, ň Colle, ň Valle, co» l'anneflb fůo individuante^ come Monte Paugnano, Colle Sf Ser: Lib.yDelprimoVěc.ForaneOtdiTěr ero Sennino, Valle Derniga , e cosě degli altri, Ma quello della feconda qualitŕ, che č piů co-piofň verlňi Monti della Vena, fmarriro il nome di Monte, ň Colle, ň Valle, appellali indifferentemente Carfň \ diverfificandofi folo dal Luoco con vicino 3 che variamente lo denomina, come Carfň di fPirano, diPinguente, Donde fi diBuje, ed altri. Chiamali poi Carfň, perche ib?11 ar" č un ritaglio del Monte Carauladio, il quale dal Norico fino ali» Iftriaftendefi con vafta, efmn furata macerie di vivi fallě. Caraufadius eji 'i Mons ille, quem Carfum dicimus, étf cujus lŕ-. tětU(lo in lftriam> fSJupyaIflrěamprotenditur\. fcriveloSchonleben , foggiungendoconTolo^ meo 5 Semperadcrefcens protenditur 9 &děla-. tatur per magnos , (f faxofos Montes , quos IJlriam vocant Venam , 0* pertingit ufque ad JMontem Aiajorem , quifěnm C amar io y [eh Flamaticoimminet. Opure dicefi Carfo, per^ che in fé ritenendo le fŕflofe qualitŕ del Monte predetto, č ragionevole che ne porti anco il nome.; In foni ma per parlare con lingua dj un Moderno, Chi diffe Carfo, dir volfegranSafo» , fi. Diquefto taglio č precinto Parrocchiale di f Salvbre, in cui 1* una, e h altra fňrte di Carfňt alligna. In akum parte tutto fallo nulla produ-^ et; altrove terrenp fŕflňfo , coltivato che fia > benché foavidiquefta: Can- Capj. Pdrrocchial diSah.jdaltre Chiefě. 3i $ Campagna, che s»allarga , ed allunga perii tratto di cinque miglia , come vi fňnodiverfe habitationi per gli fparfi Coloni; cosě per leipi-ritualilofo urgenze s» ergono due Ghiefč, intitolate di S. Lorenzo, e di S. Pietro, ambe Fi- s-Loren-gliali della Parrocchia , e nella Struttura, e negl'ornamenti confimili. Raddolcito in tal guifŕ l'incomodo del difaftrofň cammino, puň follecito accorrere il Curato dalla Pun ta di Sai-vore, fua ordinaria refidenza, alla Spiaggia di Sizziole, fuo ultimo confine. Ritornati alla Valle , donde partimmo, te cofteggiando il Carfň s'avanziamo finoŕcapo di quella, rin veniremo un gruppo di tré Chie-fčconfčcratealli Santi Vldarico Martire, Pie- sco Vidan" tro Apqftolo, e Martino Veftovo . Tutte s>- |^ uguagliano ne» facri ornamenti. Ma la prima e di girol» altre due eccede. Soggia^ ciono ali» immediata direttione della Collegiata benché 1» urgenze Spirituali del Popolo convicino e(igano itovente la pronta uficiarura del Curato di Caftel Venere, dittante in citca due miglia. Anco di quefta Parrocchiale doureb-befiar ora divif, e comefi tuata nel Territorio Pi-ranefč, ma per efler unita nell» Ordine Ecck-fiafticoal Vicariato Foraneo di Carcauze( dove č coftretto il fuo Parrocho alle lolite confereti* ze ) farŕ meglio in elio deicriverla ŕ parte1 •¦--*-¦ Sf ^ za no% 3T4 LěbjDelprimoVk.For4néo>dettodě?ěra. ia violare alcun Ius ň della Comunitŕ di Pirano i ň del Capitolo della Collegiata. ! In tanto ritorcendo Noi amano manca perla Valle il cammino dopo le due Chiefč di S. Croce, e di S. Bartolomeo nel diftretto di quella giacenti, altre fette n'incontriamo ripartite su la Spiaggia Marina della feconda Valle detta di Fafŕna. Infenfibile fu fempre il paflaggio dall'- una ali* altra di quefte Valli > le quali fé per Mare s» accomunano V acque > per Terra s*unifco- nň con folta felva deviivi. Al primo paffo s> in-. con tra quella di S. Maria di Se2Za , tra 1* altre * *una delle piů antiche ,. rinvenendolěfňlenne-mente confčcrata da Tomafino Contarini il giorno quarto decimo d'Aprile del mille tre- cento venti. Vengono appreflňS.Lucia> S. Lo-Tutti i ss- ren2o > Xutti i Santi, S. Giovanni, e S. Marti-i'Mm^o no^ eterininailfettenarionella^Madonnadella L* dejdon" ^^^P1^ d poggio imminente al celebre Porto di tal nome. IL deferivere ŕ parte tutte le Chie-ič enumerate riuscirebbe nojofň, non differen-tiandofiy chenelfito^ ň nel titolo. La Struttura d* una fervi di modello ali* altra > e la provi-fione degl'ornamenti di tutte fu la norma di quanto abbifognň- ŕ ciafeuna. Solo ali» ultima denominata delle Rofč, come di giro piů grande, e di vaghezza migliore T devefitrŕquelleil primato, non mena clic alla Rofŕ trŕfiori. Dalt* Cap.$.TArrechiate* di Safo.ed altre Chiefe. 'Ut Dall» aperto fčno delle due Valli fin qua tra-fcorfč, Sizziole, eFafŕna, efiftenti alfianco finiftro del Promontorio Piranefč, non č permeilo il paflaggio alla terza di Strugnano giacente al lato deftro di quello, le nons^attraverfala frondolalelvad*Vlivi, che li cuopreildorlo, ň non fé li gira ali* intorno ? valicando da Ponen- Łh\ te ŕ Levante. Il viaggio in ogni guifŕ riufei-5trusnanOi rŕ vantaggiofo^ poiché ali» eftremo della Valle al pari dell* altre in feconde Saline diftefŕ, e da ubertofiVHvifpalleggiata( oltre le tre Chiefč di S. Chriftoforo, dello Spirito Santo, e di S. foro ."* Baffo poco trŕfediverfe) sůla punta, cheftrin- ^opirito gendo la Valle porge al Mare, s» alza quella della Beatifllma Vergine , detta volgarmente di ™ ^ Strugnano. Reia quefta memorabile, e veneranda ŕ tutta 1* Iftria dalla prodigiofa Apparitio-ne di Maria, non devefi de fraudare almeno di piů eftelb rapporto • Vegliavano alla cuftodia dell' Vue, che pre-tiofefňgliono raccoglierli da'Vignetifparfiper i Poggi di Strugnano, Pietro Zagabria, e Giovanni Grandi habitanti di Pirano , quando su la mezza notte delli quatordici di Agofto> fb-1U lenne Vigilia della Vergine Affunta, nell» anno mille cinque cento undici, viddero verfo la Porta della Chiefa ivi eretta, ed intitolata allora S. Appariti» Maria della Barcaccia » una nammaauvampan- gioia ai * ¦ L " Maria V. tej j 16 Z/Aj.VelprěmoVěc.Foraneo>diFirmo te 5 ed auvanzato colŕ il parto difcuoprirono una Donna di maeftofo fčmbiante, di candide, yefti ricoperta, la quale lčdente havea proftra-toŕfůoi piedi un venerando Vecchio con una Torcia accefa nelle mani. Ali» artentione dello fguardo accoppiato da e(fi quello dell» udito, parve loro di fen tire la ftefla Donna a querelarli in tali a ccen ti : Mira a quale (iato č ridotta queft& mia C afa* Era forle diroccante quellaChiefa> e perň nona caio detta della Barcaccia , deflun-taJa metafora da tal voce efpreffivadiNave, ň d'alerŕ cofŕ fclrufcita, Sorprefi dal timore non meno che dalla maraviglia li due Cuftodi volarono ŕ Piranof donde trafmeflane la notitia coll> auttentiche depofitioni del prodigio al Fo- roEpifcopale^ d^ordine del Prelato Aflbnica, conioIenneProceflěone, dal Clero, e dal Popolo fi vifitň ilfacro luoco > porgendo vivefup-pliche alla Vergine Madre , acciocché quella fiamma fcintillante fofle Cometa infŕufta a danni dell'Infčrno* e Stella benigna a prň del Cri-fěianefimo ; eche al tuona dell» Angelichefůe Voci cadefse ne*Fedeli 1» Ingratitudine fulminata y e riiforgefse la Pietŕ invigorita. Ed in vero fa cosě > mentre ivi eretta una nuova * e nobile Chiefŕ, intitolata allora S. Maria dell* Appari- tlone> ^poi di Strugnano , č ŕ noftri giorni queUrinfignc Santuario , donde ritraggonoI Fede- Cap. s. Tarrochiate děSa fo.eda Fedelifelice 1» adempimento de? loro voti. E le pefblennizza l'Anniverlario nella Feftivitŕ della ftefia Vergine Afsunta . Confta d»una fola Navata con degna fimetria lunga, e larga, raŕ ttňn molto alta , vietandolo 1» erto del Colle * berfagliato da Venti. Ha tre Altari, uno nella' CapellaMaggiore, dove fi mira da eccellente Pennello auvivata 1> Apparinone giŕ defcrittay ed altri due laterali ŕ fronte della Nave, tutti di ricchi argenti, e di pretiofi addobbi nobilmente provifti. Ma ornamento fňura d» ogni altro riguardevole fono 1» in numerabili Tabelle de>-Voti, d» ogni intorno appefč in atteftato delle gratie qui diluviate dall» immenia Beneficenza di Maria'ŕ fuoi .divoti. Non ha la Provincia, non che la Diocefi, facrario ň di maggior divo-tione, ňdipiůconcorfo; ŕ titolo di cui la Valle di Strugnano vanta foura lj altre due il pregio* e la corona. Prima perň di {cendere da quello Monte al piano, farŕ forfč bene dileguare dalla mente del Lettore qualch'ombra di maraviglia . Nella {piaggia di quefte tre Valli tutte efpofte al Mare, e folo da un lato cinte dal Continen te, pare ecceda il numero delle Chiefe defcritre. Il contiguo Terreno non s»eftende che ŕfči, ňfette Miglia y e come vi fi moltiplicanofčdici Chiefe ? Ecconelapotiffima ragione. Le rendite e piů «*r* fran- 318 Capi: Chiefa, e Cafa de Filip.ed altre Chiefč* franche, piů pingui di Pirano fono 1» Oglio, ed _ ', che il fŕle. Quello, che fi trafme tte in grolsa copia Vani fi* nelFriuli, ed altri Paefi vicini. Quefto, che SnEchfc. annualmente fi rileva a largo prezzo dalla gene-fc* rofŕ Beneficenza del Principe. Quindi e, che laPlebe, fé non affidua, almeno frequente, in piů ftagioni dell' anno s* inchioda in alcuna delle tre Valli alla cura degh'Vliveti, ň al lavoro delle faline; Ed acciocché ali» arricchirfi de»-fangofi provecchi il Corpo, non haveffe ad impoverire dctefori celefti lo Spirito, tralcuranod d'afliftere frequente alla Chiefŕ , delle gratie Divinedovitiolaminiera; quefto fŕntó rifleflb di Chriftiana pietŕ fu il Promotore , e l'Architetto dimoltiplicarne tanto numero in cosě an-gufto giro • ' ' CA- CAPITOLO SESTO. Confraternite, Ho/pitale, e Monte di Pietŕ in Pirano. NVovi argomenti di raffinata Pietŕ difcuo-pronfi in Pirano 5 e fono leConfrater-* ne al culto delle proprie Chiefe afcritte, 1» Hofpitale per follievo de» poveri Pellegrini 9 ň infermi edificato, ed il (acro Monte di Pietŕ per fu(fidiode»neceffitofl Cittadini eretto. Veroč; che nel primo punto s'accomuna al rimanente della Provincia , dove l»ufo delle di vote adunanze č frequentiamo . Ma negli altri due fin-golarizza le fteflb tra l'altre Terre dell'Iftria, emulando in ciň la Caritŕ di Giuftinopoli, che nel pregio di tali Luochi, fé oggi non e 1» unica Cittŕ nella Provincia, tu almenoňla prima 3 q delle prime ad eccitare b altre col proprio efem-pio. A quefti tré capi s» auvanza la Defcrittio-he, per figillare con ellě ogni ecdefiaftica ragione di quefta Terra , e delluoTerritorio. Delle Confraternite, ňfŕcri Confňrzi de»di-voti redelinonu puň elattamentediviiareien- ro numero za la foli ta riparti tion e, ň di celare le ftefleall»-altruifguardocol lacco, ň di comparirefvelate Tt f ciň- Lib-yDelprirnoVic.Foraneo, lčnza fŕcco. Il numero di quefte feconde č affai copiofň, perche fi moltiplicano al computo delle Ghiefč, anzi degli Altari moltiplicati in alcuna Chiefa. Le prime pofcia tutte efiftenti iti Pirano, e che non eccedono il numero ternario qui fi riportano fecondo la loro antianitŕ ne» pu-blici Congreffi. S» intitola la prima dell» Augu-ftiffimo Sacramento con Cappa rofla , degna liureadi quel Signore, che grondante diSan^ gue imporporň de»fěioi Candidati le lacre Stole ; e rifiede nella Collegiata copiofiffima de»-Gonfratelli. L» altra di S. Gio: Battifta vefte 1»-habito bianco ; né meglio potea con tettare la propria divptione verfň il Santo Precurfore iuo Titolare : che fé quefti prima anco di nafcere riportň dalla Grafia Divina i candori dj illibata innocenza, e nato vifle cosi puro, che meritň tingere coli» acque Battifmali, chi col fangue lavň delle fue macchie il Mondo j ben conveniva anco ŕfuoi divoti rimoftrare ne glihabiti efterio-rila puritŕ del proprio Cuore ; foggiorna nella fteffa Chiefa di S»Gio: Battifta, dovedicemmo coničrvarfiillacro Fonte della Collegiata. La terza afcritta al Gonfalone del Santiflěmo Croci-fillodi Roma, indpfla lavefte^iera, quaficon quell» ofcure gramaglie adombri l'immenfo duolo, con cui compiange h acerba morte del no- . 6* Con/rat- Hofp. tsMonte di Pietŕ. 321 .nofěro Redentore\ e sě ricovera nella Chiefŕ del Santo Proto martire Steffano. Ma fé il fňuvenire ŕ mendici, ň il vifi tare gě*-- Hofpiuie, infermi fqho virtuoG elercizj della Criftiana [u^^^ rcompaffione alle Confraternite fpecialmente Uggenti ,non e* aggravi il breve paflaggiofčn^-ufeire di Pirano, al preaCGennato Hofpitale. Sorge quefto appreflb le due Chiefč della Ma-;4o^nadella Neve> e di S, Francefco de*Gon-eventuali. Fabbrica di mediocre grandezza con ^ueCorridori f uůo dirozzato> lj alttň compi-to, ed alcune ftanze coli* ordinarie officine ,. iufficiente alloggio de> Pellegrini, e caritativo ricovero deyXanguenti. Vedefi eretto prima del mille cinquecento,, per un pio Legato la-filatogli da Giorgio Veniero > celebre Canoni-fta, e Vicario Generale del Vefcovato Verone -Je,- in cui lo chiama Hofpitale nuovo . Scarte nondimeno fono ly an nue lue r e n dite, forfč di-.minuite dalle -{olite vicende de* tempi. Non manca perň di ripararle h fňllecita vigilanza de*-fěioi Proveditori dal publico Coničglio annualmente prefcelti. Quinullaipicca di moderno, fé non un iuccefso degno da imprimer fi; ne»-Cuoride» Pofleri y non che di figurarfi in quefti g . Pendea molfanni prima dalle Pareti dyuna delle ftanze prede ite un'Immagine della Vergi- Tt * ' ne P'rňděgixifc Lěb.3. DclprimoFic. Foraneo» diPirano ne fyladre, da greco Pennello colorita in una tavola , groffa un dito, larga due palmi in circa , e lunga poco meno di tre. Campeggia nel mezzo di qucfta la Vergine col fuo Ba mbino in grembo, che veftito nel Corpo, e ne» piedi ignudo ftringe nella deftra un Vafetto da bere, qui detto volgarmente , ^ettifiai e la ftefsa Madre, che colla deftra lo annoda , gli porge con la fi-niftrŕun»Fiore. Il ceruleo Manto ehecuopre della Madre il dorfň, s»alza ŕ velarle anco il Capo» ŕcuiunjaureo Diadema , foftenutoda due Angioli veftitiin vezzofň fčmbiante y ferve di ricca Corona. Il contorno poi di tutta la Pittura e un Arco (ottenuto da due Colonne di finto iafsov Ornel fine di Maggio del mille feicenro novanta due auvenne, che una Famiglia d* Heretici Calvinifti , giŕ convertiti alla Santa Fede, giunta di paffaggio ŕ Pirano alloggio ŕfňrte nella ftanza predetta \ edimminen-do il tempo della partenza y la mogliedel Capo diffe alla Priora del Pio Luoco ds ha ver due volte veduto a fudare 1» Immagine efiftente nella Camera da effii habitata . Ingelofita la Priora, che fodero quefti hami artificiofi dalla figacitŕ inelcati percattivarfi benevolenza y non le pre-ftň piena fede. Tutta via piů giorni dopo co» l'incontro d> un hofpi te Eremita, portatali nella ftanza medefima notň nel petto dellaficralm- magi- Cap. 6. ConfraLHofp. č Monte di Pietŕ 3*3 magine una goccia di fudore, con fimile di grandezza ad un» acinodi Melo granato. Alfcňallo-ra tremante ella la voce, 8c accorfňvi lo fteflb Eremita co gě* altri fčco dimoranti, fi moltipllcarono nel Petto, e nel Collodella (aera immagine piůgoccie d* ordinario fudore > cinque delle quali di grandezza, e di candorefcmbravano grofle Perle • Né qui s* arreftň il Prodigio, rinovatopiů volte ne»Mefi fufleguen ti di Giugno 5 e di Luglio con molte goccie or nel Braccio, or nel Volto, ed or in altre parti. Tralmeflbne di tutto ciň il minutoauvifoalla Curia Epifcopalein Giuftinopoli dal fěioVicario Foraneo il Dortor Tomaio Gregolim dignif--lěmo Piovano, e Canonico della Collegiata, fé gě» ingiunfe di far racchiudere tra fode Tavole la fŕcraImmagine, epofeia da giurate depofitio-nirilevarne delbaflerco (udore laverŕ foffifter*-za. Il che liquidatofi co* gě» unanimi rifeontri de* piŕTeftimonjtrŕiqualiCanonici, Chierici, e Laici per qualitŕ, e conditione degni di piQitf-fima fede, dalla realtŕ del fatto fi pafsňad inda-garne4aTera Caufŕ. Quindi alla prefenza del -Prelato, affittito dal Clero, e da due ecceller ti Medici eftratta dal iuo ripoftielio laiŕcralm-magine, ed attentamente riconolciuta, parve sacra che 1* emanato fudore non poteffe ragion e voi- masi mente attribuirli ň all'umiditŕ dellegnoben afeiu- masinc afciutň, anzi tarlato 5/0 alla freddezza della ftan-za da raggi meridionali ripercofla; ň ad altro ma-litiofo artificio > non rilevandoiene di quello alcun vefěiggio^ Per il che infittendo la Comunitŕ , ; jche s* efpňnefie alla publicaadoratione , per impetrare dalla divina Clemenza > che fi can-giafieroqueftifčgni in profperi eurenti; ordě» nodi una, Comunione generale da farfi dopo divoto digiuno y e da terminarfi con {bienne Pro- ceffione 5 come s* effettuň alii (ei Gennarodell*-anno fůfseguentie con tutti gě» atxi d*efteri<9re dd Prodi- compun tione y. {oliti dettarfi in cali fimili dalla Pietŕ Criftiana., Si collocň k {aera Immagine su 1» /Utar MaggioreinS+ Michele r Chicfa propria dell* Hojfpitale „ dove poi chiu/a con porri-eelle d'argento,, e anta di nobile lavoro y decentemente fi conferva >. concorrendo numero-{b il Popolo ad appenderle votive Tabelle » e ad offerirle ofequiofi i Cuori. In queffa goila volfe il Signor Iddio pro{perare il Popolo di Pirano ed accrejfcere la ftima dell'antico , Hofpitale^ Piacele al Gelo irrigare con {ite feconde Be- fa; nedittioni anco 1» altro Holpif ale ^dettoilMon- te di Pietŕ, {čnzailcuiiollecito, eprontofuf-fi-dio piů dj uno per altro bene ftante jfoccombe-rebbea»colpiinopinatid»auverfaFortuna. Alii venti Decembre del mille fei cento trenta quattro* ottenutofi il benigno reicritto del Principe i Cap.é.Confrat.HoJp. č MontedirPietŕ. 115 agi» atti di pietŕ non mai ritrolb, p alzň di que fto la (aera mole ; al che la Comunitŕ di pingui rendite prň veduta non mancň 3i ftenderegcnerola la mano col fifso afsegnamento d» alcuni proventi. Mŕfiafiňla calamětofŕ infelicitŕ de» tempi, ň 1» opportuna facilitŕ di decorrere ad altri Monti nelle Regioni vicine eretti, ( e ciň forfč con qualche rifparmio del tafsato difpendio ) non č per anco pervenuta al fofpirato accrefeimento. Queft» improvifa ufeita da Parano, e dal fůo Territorio porta Noi pure a deferě ver e il con finan te Vicariato della Terra d* Ifbla, L I- 32.6 LIBRO QVARTO. Del fecondo Vicariato Foraneo, detto d»Iiola. CAPITO LO PRIMO. Fondanone della Chiefa in I/o la, Sua Struttura , e Conje-cratione. PEr difcendere dall'erto de» Monti al piano delle Valli, come č leggiero ogni grave, cosě ogn»impulfo č gravofo. Accelera, non ritarda lo fcendere quella gravezza, la qua-Ěeappendel»^liŕ piedi, e rende il mobile tanto piůleggiei;bal corfb , quanto piů lo carica di pelo. Trattenuti fin* ora intorno ali* Ecclefiafti-co Promontorio di Pirano, dellanoftraDiocefi primo Vicariato Foraneo, eccoci in un baleno nella Valle , &C allo fcoglio d> Ilola, altro Vicariato di quella. Abbraccia quefti tutte le Chie-fčlecolari, e Regolari, Luochi pij , & altre (acre Giurifděttioni iparfč , e riftrette nella ftei- Cap.ě.Fon.]eStrui,>tCon. dellaChěéf. lŕ Terra, enelfuo Territorio ; le quali porgen- r>mr«w doadequato argomento al prefčnte Libro, ci^ portano ŕ rintracciare in primo luoco la Fonda-tione della Matrice fila Ghiefŕ. A.mezzo il viaggio marinino da*Giuftino-poli ŕPirano di miglia dieci, ^s'iocontranoduc Promontorj, che pari d» altezza, porgono anco eguale nelt Adriatico il piede . Quefti tra etti difcofti intorno ŕ tre miglia, ftringono co*-fianchi, efpalleggianoco'Montiun'ampia, e ipatiola Valle, ^che tutta {čminatad'Vlivi, e de* Vili., ed* altrixfquifniffttiii frutti porge ricreo provento ŕ chi ia pofliede ¦* e delitiofň pro-fpettoŕchi la mira. Alle falde di quefta Valle lambite dalle ialfe onde, s» alza entro del mare in mezzo alii due Promontorj uno fcoglio di figura quali ovata, e di giro un lungo miglio, il quale ferve di bafč alla Terra , deiKMTunata Ife- jŁ la dal fito iiolato,, in .cui (cn giace. Chi ne fofle^1-*^ahi. roiprimif©ndatori, driverfamente neicrivo^o gl'.Hiftorki .Leandro Alberti 1Jattribuisce agi»- g^ar[^ Iftriani; allorché intorno al cinquecentocin-quanta la Provincia da gl'Hunni mifčramente defňlata, molti di quelli fi riduflero alloicoglio diGiuftinopňli, e riedificarono «Egida.diftrut-.ta; ricorfero altri al Promontoriodi Pirano, e principiarono la fabbrica diquella Terra 5 &C al- *pe. CoPPus cuni vennero ŕ quello • Scoglio , e vi fabbrica- ^[Ge9Sr* V u rono . Del fec. Fic. Far. \ det. d> IjoU. pg la Terra d'Ifola. Pietro Coppo Cofmo^- feq-uieié grafa, e CittadinoIfolane, vuole> che s* edili-caffč dargli Aquilejefr, quando alcuni di quelli intorno al quattrocento cinquanta >per fňttrarfi dal!» efčcranda barbarie d^Attifa, fi riffuggiaro-Rofourad'un Monte da quello jfcoglio tre miglia->uit dittante , detto volgarmente, Cafěelhero ; e fyl> 8/8- daj Latini perla fua grande altezza, Caftrumac— rmm. E che pofcia reftituttp ali» Itlria qualche ripofň icendeirčro ŕ>ioggiornare in quefto fco-glio, come didima lalubre , di politura comodo x e di fito vantaggiofo . Crederei poterfi au-verrareň 1* uno> Ňl*altro di quefti pareri sů»l ri-M-Łtt che quella Terra ne3 fůoi primi giorni (I denominň». AlktQ*y come riportano guanachi Inftroaienti y ed una delle fue prime Chiefe oggi pure fi chiama S. Maria d'Alieto-. LvAquila ,. di cui Ł fecondň Plinio ) fono diverfe le fpecie ňrifiedesul'alte crmede'montij e dicefi,Me-> nealetay ň foggiorna ne* baffi lidi def" Mare, e chiamali >- Alieto\ h tal che ň gě-- Iftriani rifug-giati in quefto fcoglio y ň glv Aqiiilejcfi ad elio , fcefidal Mónte poterono col habitarlo ^ impor- De! che fi -..,._ -\ ai • v \ t a -t • ¦ tintracců gli il Nome Q^JUtetOy cioč o a* Aquila nominata Alieto * ň d^huomini habitanti alLitto. Se-puregnon fi diceffč ,.. né farŕ fuori di propofitcp-chechiamofl] la nuova Terra Alietodalla voce. r, che fignifica Pefcaggione 5 ondeilir-. ' bri > Cap i. Fonda, Str ut., e Conf. della Chi fa j^ bri, ň fiano Opere fopra la natura de» Pefci portano l'erudita Inferi ttione , Alieutica, E che talefofle il primieroefčrcitio de»Fondatori d» Iiň-la, pare lo dimoftri la fěia {piaggia ben» addatta-ta alla Pefcaggione. Ma fiafi in qualumque forma , certo č, che la Terra giŕ intitolata Alieto, oggi dicefi Jfola j perche ora da sé ftefla piůdi-verfa di conditione di quello fofle giŕ di nome. Depriviamolafěiccintamente quale ora č, e riconofcerafll almeno per obliquo quale antica-mente fu. Tiene ella ŕ fronte il Mare aperto, che le forma fodiflěmo Baluardo conlafuainco-flanza : Si premunifee il fianco tiniftro col Porto, e col Molo, fabbricati nel mille tre cento venti fi per fěio decoro.* come pure perfuadifrc-ia, eaflicurafi glihomeri non meno che il lato <3eftro con alte Mura., framifehiate da varie Tor- Exllb< ri, erette nel mille quattro cento undici; riparň ordinario delle Terre antiche. Nel mezzo poi delle fue Mura fpalanca una porta da alto Torrione diffefa, e nel tempo predetto edificata, la quale per un Ponte di pietra porge ficurol'ac-ceflo al Continente. Tra quelli confini riftret-ta,, s'allarga primieramente in una Piazza moderata, dal Palazzo Pretorio, dalFontico pubblico, e * da altre fabbriche private recinta ? indi diramasi in varie Strade da fa eri, e profani edifici degnamente fiancheggiate. Sichefvanito Vvi del Lik 4. Delfic. Vie. Fora., detto d*I/o. del tutto bantico nome d> Alieto, oggi č pura- iěb. 4 .^enie Ifňla. Volli dire Terra allegra, viftofa f 9, foi comoda, popolata, e civile, come ne ferivano Manderai il Pe tronio, $Ł ilManzioli, che fonone delle pri-iftr.foi. i9. me delHftria ¦, alle feconde di quefte contendo meritamene© il primato. Nci*mille trecenf ottanta, chela: clafleGenovefčdevaftň Giuftirio-poli^occorfe per quantol&publica vocerifuona^ ^aiu^f^che nel partirftne quella faperba, & altiera di-cheporgead rizzale prore verfb 1» Ifbla,per caricarfi di nove ma- Spoglie. Malpiccatafi dalla Ghiela diS. Mauro-una candida colomba, allň jfůolŕz-zare di queftŕ ^ .r -abbarfiaronfiiLig-uridiniodň, che precorren-* «naCoiom-do ienz'auvedcrM della preda vicina r andarono^5 bagiianoai d^luff ^ e 1* I/olŕ TĚmafcillc&. Alche rifle tendo il iquo" " Popolo dinoto-, volle prepararne il prodigio col* affumere per Gentilitio Stemala Colomba eŕ un ramo di Vlivorin bocca j'rimoftrando-, che fe Noe alh^comparfŕ di quelluafitcuroffi del ceffŕ-to Diluvio-, ella pure fňttoi felici Auipicj deF Santo fůo Protettore Mauro, fpera3eome giŕdall' invafione hoftile-, godere in tutti i tempi una tranquiěliflěma e-alma.E quefba ó la Selenita foli- ! ta cclebrarfi ogn5 anno inlfolaaděvemitré«Ottobre col titolo della Vittoria di S. Mauro. E come tale: měrafi nella palla -maggior e-ddlo fteflb^ Santo animata da viui colori. Eteccovifenz^auvederfčne alla primiera ettion- Cap. i. Fon.y Strut., eCon- della Chic. ettione dellafoa Chieia. E quatta antichi(Ikna>e fé concedali la fondatione della terra in una del-^' le due maniere accennate y quella appena nata. ¦ e > . ' \. ^ Z z an fu accolta itigrembodella.ChieiajňpurelaChie- lua fa-k apprettň la cuna ; mentre fi gě» Aquileiefi r °n comegls Iftriani di que*tempi fěippongonfi certamente Cattolici. Due Chiefč qui gareggiano (^antichitŕ : l>una di S^Mauro porta alla fponda dello fcoglio verlo il mare > 1» altra di S. Maria a capo della terra nello sbarcare dalPorto.Pareche qu-eftafialapiů antica , ritenendo la primiera, denominatione d»Alieto ma, il ritrovarti ella vi* ftaurata nel mille cinquecento cinquanta tré, e quella riedificatane! mille cinquecento quaranta fette j da taf e anterioritŕ, benché breve puň dedurfi non so quale difugualianza nella primiera loro fondatione. Prima perň d-innoltrarii nelle fingola rogativG detta Chiefa * vega&ne la materiale finltura* che nonriufcirŕl^oprainfruttuoiŕ , né diipiacevole. Lo Scolio d'Iiola per altro tutta piano j s» alquanta in una competente largazza dalla parte di Tramontana * efpofta al mare Irt quefta eminente pianura s'erge la Chiela predetta/ riedificata, come accennammoljanno mille cinquecento quaran taf ette ; Se eden do i-folatoil fitolungidaogn»altro edificio,riefcela lacramolleŕmaraviglia,lucida, vaga, ernaef; toia. 3 )2 Li. 4. delpc. Vie. Fan det. d> Ifola. tofa . Dividefi in tré Navate , con me todica proportione alte ? lunghe, e larghe . Quella di mezzo da piů archi fopra quattorde-ci Colonne di fino marmo foftenuta, termina con la Capella grande dell* Aitar maggiore, con degna maeftrial» anno mille cinquecento fčflantaiei eretta. Si fale ŕquefta per una {cala rotonda, pofta nel me zzo della Nave tra due Balauftri di lina pietra, le quali gentilmente la chiudano. Serve quella Capella anco di coro col-,e Sedie, e Scabelli drizzatevi dalla devota pietŕ di Tomafo Ettoreo,uno dejpiů qualificati Cittadini neir affetto alla Patria, e nella fvifeerat-tczza alla Chiefa. A capo del Coro , eh» č il fine della Capella, s'erge b Aitar maggiore > con-fecrato al Sanco Sacerdote, e martire Mauro. La pittura non puň efler piů pretiofa, ma il contorno, di legno sě j ma abbellito di intagli, elu-meŁ2Ěatod'Oro con colonne . &C archi corrif-pondenti, č punto diidicevole. Gli Altari minori, cheipallegiano haltre due Navate, veg-gon(ě ŕ iufficienza adorni, (Ingolarmente di rare pitture; quali fono del Redentore , e della Vergine madre 5 Opere infigni del Palma : &S altre colorite dallo Spilimbergo, dal Santa Croce, e dal Ventura, tutti celeberimi Pittori di* quelfecolo: Vi fono pure al di dentro su la porta principale un Organo maeftro, fabbricato nel Cap.r. Ton.Strut., e Con/'della Chi fa. 5 > ? nel mille cinquecento lettantaiei 5 & al di fuori un'altro, e grande Campanile, perfettionato T anno mille cinquecento ottanta cinque . Tutte prove palpabili dell3 incedante divotion e del Popolo Ifolano, propenfo a fuifcerarfi per l'ingrandimento della Chiefa / Compitane di quefta la materiale ftruttura fofpiravafi nuovo Prelato nella Cattedra Giufti- ů nopolitanain que» tempi defilata, e (convolta , per decorarla coli» Ecclefiaftico compimento della folenne Confecratione. E vi riparň propi-tioilCielo, poicheTomafo ftella, quŕdeflina-to dalla Providenza Divina ŕ riftaurare la Dio-cefi abbatruta tra l'altre lue paftorali imprefe , non ommife di confacrarla colle preferětte Cere-monie il giorno decimo d* Agofto dell'anno mille cinquecento cinquanta tré. Esula Porta laterale fé ne legge la memoria in quefte voci. Thomas Stella Epifcopus hijlinopolttanus Ecclefiam hanc In Honorem S. Ŕdauri Afart. Die X. AuguftiM. D. LUI. Cumjolitis Indulcentijs Confecravit : Nuovi fregi fé le accrebbero damolteSacre Reliquie anco Infigni in vafi decentiifimi ripof-te} che fingolarmente la nobilitano . Alla custodia- 3 Lih.4. Delfecm Vie. For. det. d> lfo. dell* annue iue rendite, confiftenti in Decime dj oglio, Centi .ed altri iuffidii affif tono due Cittadini col titolo di Camerieri . Ma veniamo al fecondo Capitolo , e Clero, vivi ornamenti del Santuario.. C A- CAPITOLO SECONDO. Collegiata d'Ifola, JhoCap itolo, eFAffinaggipiů illufirě. Retta die fó nella Terra d'Ifolala Chic- ŁŁ$Ł fa, m ittico Gelo, dove benefico 1raco.m™ef: fiammeggia il Sole Eterno , non cosi tol^Ca-fěibito fi decorň col titolo di Parrochia, e molto meno col luftro di Collegiata . Eriterto Vefcovo di Triefte > ed Amminiftratore della Gliela di Giuftinopoli, per rimoftrarealCa- Ł*X Ifota. Battifterio, che e il corollario d'una Chiefa Parrocchiale . Né pare altriijienti efigeffe la qualitŕ del Luoco tanto fcarfo allora di Popolo , che Eriberto nel fuo Indulto lj individua col titolo non di Terra, ma ŕi Villa. Tuttavia migliorň di conditipae interno al s* uficia mille ducento dodici, nel qual tempo com-chif if ffitti ll lb ri d dii parifee affittita colla cčlebratióne de» divini Sefo? Vficj da proprj Chierici, Pietro Prefetto della Scuola * e del Coro/ č Giovanni Prete. Il Loc'cibid°1' che havendo loro interdetto il Capitolo Giů-ftinopolitano, come diftruttivo delle proprie ragioni, quefti unanimi lo fupplicarono ad Mě. infor- appagarli degl»interi Quartefi del grano, e tane con- 11 • 1 1 ^ • J_* r W C noverfu, del vino y coglvaltn proventi anneu alialo-2ompone. lennitŕ de* San ti Protettori d»Ifola* Mauro > Sifto,e Donatole cosi cederead eflil'uficiata*. rB interdetta col refiduD de» quotidiani diritti della ftefla Chiefŕ »Al che benignamente con-defeendendo il Capitolo fé ne ftipulň il publi-fee hVaě. co Inftrumento. Pare che allora la Chiefŕ d»r rochiaiem jQa ^j fl-a{)ilif^e in Parrochiale , con la fffla uficiatura del proprio Clero, e colla permanente erettione del Battifterio. Alteroffi non- ventione delia Co- dimeno q uelto concordato da altra enbitione /Capitolo latta poi dalla Comunitŕ al Capitolo di corri-ffl! fpondergli annualmente quattordici marche d1 Argento in vece de Quartefi predetti 5 coli»- afso- Cap. 2. Sua Valleg. Capii* PtrfonagMlufir. 3 s 7 ŕlToluta rilčrva d*o fidare la Ghiefŕ nellafo-knnitŕ del Santo Protettore Mauro . Chele; bene la fteffa Comunitŕ nel mille tre cent» tft-tanfotto preteft ^fimerfi dal cenfň^iŕ patut-to, fu corretta ŕ continuarlo ( comeftilaal giorno prefčn te) in virmdireplicatefčnten-1^^ 2e definitive, corroborate ancodapiói Duca^ li del pij (limo Principe. - J'*''*' - - Gónftituitain Parrochiale la noftraChie-ar veggali eretta m Collegiata col iuo Capi-tolo, e co»fuoi Canonici. Dalbaccennato8^' Inftromento ŕ* aiTěichevole compofitione» •proggettata alla Cattedrale dalli due Preti Ifň-lani Pietro , e Giovanni 3 potrebbe tal» uno inferire, che fino daranno mille tre cent» otto ella forte Collegiata, perche affittita da un Maeftro , ň fia Prefetto della &uňlaV.c:4d>*j Choro, che č 1» impiego proprio dello Sc&-lafticato, in motte Cattedrali trŕkdignitŕ, non che tra Canonici, aferitto. Ma non con-ftando in quel tempo d* alcun altro fůo Colléga Canonico ; da un folo y che e principio di numero, non fi puň fondatamente rilevare il Collegio, ň il Capitolo, che e un compleflň di piů Canonici i Vero č , che quefto fi vede introdotto, e moltipllcato ne*{ecolifěifleguen-ti5 e da i Regiftri Epifdopali di Capo d» Iftria ne rifluitano palpabili iriifeontri. Ballerŕ pro- Xx 2 dur- 30' 33* ffi p*h durnealcuni equivalenti ŕ molti; Gieremia d l ll f q is. pda nel mille quattro cento vent* uno conferě un Canonicato nella Chiefa Patrocinale, e Collegiata d> Ifcla ŕ Francesco d* Antonio > ingiungendo al Piovano, a i Canonici, ed a! Capitolo di quella il riceverlo. Con quelli termini formali parla nella fua Patentate il preci- to tat°Vefcovor il quale neE» anno fůfleguente ricchiamň alla refidenza li due Canonici d*-Ifola Giovanni Teutonico* e Martino d* An-drea., lungo tempo dalla Chiefi abfčnti. Cosi pure Giacomo Valareflb nel mille quattro-cen t» ottanta qua ttro con fuo penale Editto ci- tň alla refidenzan ella ftefla Collegiata Dome^ *fit 96Ě nico diLuciano Parroco^eliduc Canonici Giŕ corno Salerno 9 e Domenico Mauric}. Nei Si^ . /./!nodi poscia Diocefani diBartolorneo Ŕflbnica. r del mille cinque cento cinque r ediTomafo Stella piů volte celebrati prima y e dopo il mille cinque cento fňflanta, comparifceil Ro-lo del Capitolo. Iiňlano col fěio Parroco^ e fiioi Canonia • JLa ifteflb pare fi- replica nel mille cinque centro ttanta,, ledente nella Cattedra Giovanni Ingeneri© „ EnegL* Atti de»-VeicoviContarmi, Rufca, Morarir Boni-facio, e Zeno> die fono i precipui del fecola cadente y fi leggono frequentiUnveftiture dŕidIiól ^ Sicché none recea- te Cŕp. 2, Sua Colleg. Capii, e Perjonag. Ittujtr. 319 te la Collegiata, fé confta di fůa duratione protefŕ ŕ piů fčcoli ; ed il fuo Capitolo, fé non per il numero de»Miniftri, almeno per l'antichitŕ e venerabile. Puňe(Tere( per non occultare quanto riporta Hftorica veritŕ ) che prima del mille cinque cent* ottanta quattro per difetto di fifle Prebende follerň i Canonicati meno fuffiftenti $ dal che forfč fi fparfe ilfalfb grido della nuova erettionedi quellal Ma da che in quel tempo la Comunitŕ ŕfuoi vantaggi fpirituali attentiffima li fondamenta co» gli ftabili , e durevoli proventi, confti-tuendoliy mercé bAffenfň Epifcopale, fůo Ius padronato, col farne la Nomin a al Prelato 9 che gWnfiituifce , ed inve&e, fvanlogni dubbio della Parrochiale giŕ eretta in Collegiata . Confta dunque il Capitolo d* Ifoladi qu^t- suo tro Canonici y comprefo il Piovano, che n» č il Capo. Eguale corre ad eflě l»obligo della refidenzaperl'amminiftrationede'Santiffimi Sacramenti, e per 1» Vficiatura del facro Altare, e del Coro. Alla cura dell'Anime aflt-fěono a vicenda , e per giro , precorrendo fempreil Piovano come Capo, fuorché nelle maggiori urgenze comuni a tutti; ed al fčrvido del Coro coopera in non poco numero il refiduodel Clero ; poiché fianiiňSacerdoti, oCnie- .¦ Lib.jL.Delfecondo Me. For.dtttod'lfiU.' o Chierici, fecondo 1» antico > e lodevole ufo y jfervoncr neygiomi Feftivi la Crielŕ, a cui furono aferitti. Delle rendite Capitolari, fňlite rittrarfidall'Oglio, dal Vino, edaal-trifrutri,. fčoe fa una mafiacornane, la quale in egualf porrioni ripartita y conftituifceě -e Canonici la propria; PreBendav GodelaGiu- r^^tÉi°ne immeifioraBile diiolfennizarc cor-Diviwi Vficj le correnti Feftivitŕ dell» altre GhiefčSecolari dentro» efuorid*Ifbla, rico-nofeiute dalla Collegiata in grado di Figliali. Dilpdne pure d* alcune Capellanieperpetue,. con altre firnili |rremin enze. -j* Illuftrarono quefto Capitolo, e Clero di* p verfi qualificati Soggetti, refi cofpicuifc non toioe:cie- dallo fplendore della Mitra, dall'eminenza della virtů . Alcuni de» quali con impililo di raffinata divotiene abbandonato colla Patria. l'Ordine Clericale , corfero ŕ rinlerarfi ne3-Sacri Chioftri. Tale fu fionaventura di Ta- mar tra Minori Offervanti Riformati, dove accoppiando allo ftudia dellefcienze quello dell» Oratione y meritň d»e(Ter ammirato nella finsrolaritadj un» intejrerrimn vita ; e lafciň ŕ. Pofteri 1» Opera miftica di fommo4 profitto a divoti, intitolata , Acqua della' odorofe Viole. Noničmpre tutti gMionori s»addattano ŕ tutti . Addattiamo noi lo ftile ad altre linee con-faren trai noftro intento. C A- k n lŕb^DelfecVicJor detto IfoU. CAPITOLO TERZO. Cbiefč Secolari in Ifola. LA Collegiata dvlfbla, che di quefto ico glio e il luminofň Fanale , di quefta Terra la Sacra Torre, e di quefto Popolo il ficuro Prefidio, e pur la Madre affet-tuofa di tante Figlie, quante d» intorno fé 1» innalzano Chiefe. Madre certamente feconda, ie nell'angufto circuito d* un miglio fi molti-plicano fino a dieci; ŕ tal che fono per cosi dire piů Chiefč che ftrade j né aggirafi il piede, che non inciampi in alcuna Chiela, Eelice inciampo, fé erge gloriofi i trofei alla DiVotio-nelfňlana. Diquefte Chiefč( trattandoper ora fňlo delle Secolari) cade in acconcio il di-(corfň col ripartirle in due Claffi : cioč altre contigue al Porto del Mare, ed altre anneflč alla Porta di Terra. nei La Chiefŕ di S. Maria d» Alieto, che fra 1»- ltre per titolo eia piů antica, per a bňrica la dů f d p p , p ĚĚS>. piů grande, e per divotione la piů cofpicua, s'incontra pochi paffi in diftanza del Porto, ove fa ella nobile progetto alla publica Piazza; Fu altre volte Parrochiale , Schoggine ritiene i privilegj colla cuftodia del Santiflimo Sacramento, e col godimento del Fonte Bat- iŁ Cap.^.Chiefe Secolari in IjoU. 34.3 tifmale e d'una fňla Navata compita, &C altra incoata, le quali fi fiancheggiano da piů Altari a fufficienza adorni. Frequentali con rara pietŕ per 1»antico Simulacro in rilievo della Vergine Madre : molto piů, che nelle Domeniche fra l'anno quiv^s'adunano le Donne, e le Fanciulle ad apprendere gě» erudimenti di noftra Santa Fede. In quefto recinto del Porto drizzanfi altre quattro Chiefe di mole, di (bruttura, ed» ornamenti tra loro non molto diverfe .La prima dedicata al Santo Apoftolo Bartolomeo gran- imo*"* °" deggia foura d» un Arco ? che forfč fui» antica Porta della Terra , efpofta al Mare, quando oggi domina b aperta Piazza del Porto . Qui i Marinari, dejquali non č minuto il numero, tengono fida l'ordinaria loro adunanza. L'altra č di Santo Antonio Abbate tutta ali'intor- s. Antonia nocolorita d'antiche pitture del Santo -, oltre Abbate le quali campeggia quella della Beatiffima Vergine Annunciata dall'Angelo Madre di Dio,ŕ cui v» accorre con ofequiofŕ frequenza il Popolo divoto. La terza č di San Gio: Battifta. s. gěo: La Confraternitŕ del Santiffimo Crocififfo, Battlfta-che qui rifiede, per imprimere nel Cuore de»-fůoi Sodali le ftnguinole Piaghe del Redentore trafitto, non ŕ caio preicielfe per Tutelare il precursore decollato. Non č gioito vaita ma T ' ~ " Yy di 3.44 Lěb. 4. Del fecondo Vie, Fck detto ŕ> lfola. di girownŕ di lacre Sappellethli^e di ricchi ar-gentiŕ Sufficienza ingrandita. Seneleggela lňlenneConfčcratione per mano di Gabriele de* Gabrieli alii dieciotto Aprile del mille quatro cento cinquanta nove h> ultima č di s.pjetro. g pjetro> |a qaa]e con diverfi vaghi Quadri dalla Famiglia Vidali tutta abbellita, riefee un delitiofo, e divoto Santuario. Fianeheg-giafib Aitar del Santo da due piccoli laterali egualmente adorni. Quivi contiguo giace lj-maorb° ordinario alloggio, ň fia Romitorio d* un permanente Religiofo. Min ori di numero, perche non piů di tre, fonoleChiefe fparfe nell» altra Regione della chiefe nei Terra, dettala Porta; rimettendo le due de«-ddiatopor- Regolari al Capofeguente ; ma di conditione c* alla prima nulla inferiori. Su la Porta ftefla, che dicemmo conducente con un Ponte di pietra dallo fcoglio al continente, s» alzala Chie-Santo An- fedeli» Apoftolo Santo Andrea , che de Pe-katon divoti benegniffimo Auvocato , qui colla valida fůa Prottetione ne felicita il loro numerofo Conforti©. La fingolardivotione di Giovanni Loredano la conlŕcró ildiietti-mo d» Ottobre del mille quattro cento > e tra l'altre Reliquie nel fŕcro Altare rinchiulč, vene poleuna dello fteflb §anto. Non molto lungi da quella Porta, ič iv alzano altre due, Cap.s.Chěefe SecoUrtmlfola, ?45 due, le quali li riguardano con mutuo pra-ipetto. VnadiS. Maria della Neve , di cui f ne intrapre/e fingolar cura la pietŕ di Dome- ve* nico Morati, col provederla di Palla, difu-pellettili, e dj altri fŕcri Ornamenti ; e 1» altra di S. Marina Vergine 9 do ve la Famiglia Pa- s. Marina rentina, col legato di perpetua Capellania ha con tettata a Pofteri de* fůoi Predefunti la viva divotione. AllaCuftodia diquefte, edaltre Chiefe ennumerate vegliano le loro Confraternite; che fe bene fcarfa taV una di terreni proventi, copiofŕ di Criftiani affetti, non trafcuradi tributare ad effe quanto fi defidera al proprio foftegno, ed aumento. . CAPITOLO QVARTO. l Chiefe^ e Conventi de Serviti e de Franeejfcani nella Terra d Ifola. Giammai S'appaga dell» ordinarie^ůe im-prcfcla vera divotione. A queftft che č una facile, e Sollecita prontezza nei promovere i rilevanti intereffi dello Spi ito, pare difar nulla, fé non s> innoltra ŕ fatti mag-i gěori, conducenti alla Gloria del Signore, ed f ¦¦' Yy z alla 3 4-6 Lib. 4. Del fecondo Vie. For. detto d> ěfola. alla Salute de'Fedeli. Il Popolo Ifňlano, da cui fucchioflě quefta Santa V ir tu col latte, non pago dj haver aperte nell* angufto filo feno al Clero fčcolare piů Chiefe* per arredato dell'adulta fua pietŕ, volle aggiungerne due defti- ¦ nate al Claustrale Inftituto. Sonoqueftedi S- Cattarina, dove oggi rifiedono i Servi di _ Maria, e diS.Francelco, fňggiornode»Minori Conventuali. Per deltnearle con ordine da ogni querimonia immune, l»antianitŕfor-tita dalWftefle Religioni nell» ingreflo in Ifola, regolarŕ al folito il rozzo diflegno Pofledeafi qui dal Sacro Ordine Caffinefč de1 Bene- un piccolo Hospitěo , detto di S. Canarina dal titolo della propria Chiefa. Quando prin-cipiafle quefta Monadica Giurisdittione rimane fčpolto nell» oblio. Puňfolo conniet-turarli feguita dopo la donatione fatta da Ver-nardo Vefcovo di Triefte, ed Amminiftrato-*•*' re di Giuftinopoli ali' Abbate, ed al Monaf-tero di S. Giorgio maggiore di Venetia, della Chiefa > e della Villa di S. Maria di Monte di quefta Diocefi, 1» anno mille cento cinquanta dug. Hŕdelverifimile, che peri» affiften-2a della Chiefa di Monte , e manutentione dellefůe rendite s» ergefle dal!* Abbatia predetta queft» efiguo Albergo in Ifola * dalla Villa di Monte diftante folo intorno ŕ due mi- Cdp.4\(jhie(ele Conv.de> Francef.in Ifola. s 4^ glia ? E ben certo, che quello poffeflň in Ilbla continuň fino al mille quattrocento ventinove , nel qual anno il Vefcovo Francefco Biondi con paftorale zelo tentň di frenare dalb im-provifa partenza dal governo di quefta Chiefŕ un tale Antonio di Sarzana 5 ed appunto la lunga abfenza del Superiore tracollň 1» Hofpi-tio, ňfofleMonaftero» Ecomepotearegger-fi in piedi fčnza Capo ? Quindi incorporato d Pfi ffi l p p Q da Martino V. Pontefice Maffimo alla Sa^yiigion Religione dej Cavalieri Gierofblimitani, e dl Malta* da quefta conferito poi in Commenda al Ca-valier Demenico Pavanello Patritio Padovano, quefti, che nodriva fčntimenti proprij d' un» animo Religioio, conoifcendo quanto per la fuaab/enzadeterioraflero il culto della Chiefŕ^ele rendite del Priorato, rifňlfč fgra-varfene colla libera ceffione5all'Ordine de'- ^q^ Servě-, e concorrendovi 1> affenfo Pontificio ,fede> Sevvi-ne ftipulň ilfolenne inftrumento alii fette d^ Ottobre del mille quatrocdnto fčttanta trčA Chi di quefti Religiofi cooperafle ŕ tal rinun^ tia, nemeno confta. Pare doverfi attribuire allafollecita vigilanza di Criftoforo Torniel-lo > il quale come in quč tempi introdufěe la fua Religione in CapodJftria, cosěl*eftendeŁ (č in Ifbla. E perň negli Annali dell'Ordine Servita ad efěos>afeive la gloria djuna Provincia 3 48 Ltb.4-.Dei fecondo Vie. Fcr. detto d> IfoU. eia fondata nelMftria, m^reč altri Conventi aperti in Mon tona, Rovigno, Vmago, ed altri Luochi. Introdotti in talguifa i Serviti al godimen-viti toc^ quefto Priorato l'hanno foccefiivamen-te foftenuto, con quel capitale di Monadica LoroChie virtů, che e la vita delle Religioni, e l'anima ventoC°n" ^e> Chioftri. La Chiefŕčpiůvaga, che grande, e meno ricca, che adorna. Vi concorre frequente il Popolo ŕrirrarne gaudj Spirituali dalla conpaflěonevole rimembranza della Vergine addolorata. Corrilponde alla Chiefail Convento, la cui fabbrica nftabilita fčmbra piů recente, chevetufta. E'proviftod'habi-tatione,capace di icarfa Famiglia , a mifura delle tenui lue rendite; e vanta tra gli altri 1.1 b Amo comodi una Cifterna di faiubri , e copiofe «iu Priore acque. Riporta la Fama, che il B. An tonio »0 quC o. Q^uQ.^n0p0jjtano ^W^ FamigliaFedola Marti/sa , ňpure d'Orfb , come altri vogliono, reggette in qualche tempo Priore quefto Convento; e lo rileva una publica Scrittura del mille cinquecento dieciotto. Vi fiorirono p*t,.iib.A. altriqualiiěcatiSoggeti, trai quali Giovanni, ffi ^ Lelio, ambo-della Famiglia Contegni delle piů illuftri della Patria. Queftoičcondo, che fu Difcepolo , e Nipote del primo » riufeě celebre Teologo, ed infigne Predicatore. La Cit- Cap.^.Chie fe>e Conv.de? Trance fin Ifola. Cittŕ di Verona, Ferrara, e Mantova, con altre piůcofpicue dell'Italia, ancorammirano TApoftolico fao Zelo, eia rara dottrina Fufcielto dalla propria Religione alla riforma degliStudj, ed al Governo della Marca Tre-vifana con appoggiargli ljarduo impiego di Vicario Generale. Giunta la Fama di tanta Virtů n ella Regia Corte di Polonia il Re Ca-fěmiro lo dichiarň fuo Teologo, e Configgerň. Carico d' anni, ma piů di meriti, perche ove quelli giungevano al numero d'ottanta cinque , quefti oltre pattavano ogni numero, morě nel fuo Convento di Padova l'anno mille fei cento fčflanta fei, per rinafcere immortale all'altra vita. Poco difCmile di fŕbbrica, ma di fonda tio-ne molto diverto, č h altro Con vento de* Mi- r°ne dc' nori Conventuali lňtto gli Aulpicj delS. Pa- tualL triarca Francefco. Se ne deve 1» Origine alla *viva divňtione d^l Maeftro Fermo Olmo Venero, il quale efčrcitando in Giuftinopoli nell* anno mille cinque cento cinquanta nove illaboriofominiftero d» Inquifitore Apoftoli-co contro l'Eretica pravitŕ, adocchiata in I(ň- -la la fpatioia pianura dello Scoglio verio il Mare die troia Collegiata , e parlagli otuma per la coftrutrione d» un fa ero Chioftro, come fo-litaria, e da popolari tumulti fegregata, vi- vamen- 3 5 o Ł&. 4. Del fecondo Vie. For. detto & fola. vamente ič n'invaghě. Né valle ŕdiftorlola fua parten za dalb Iftria , coftretto paffarfene altrove dall* addoflato impiego . Ma vi e piů infittendo ,, benché lontano, alii quindici Luglio del mille cinque cento fectantalei for-Sito adeffi ti dalla Comunitŕ il benigno affenlň colla ceŁ cwccflb. /Ione del richiedo fito, e qualche provificne de* materiali per la nuova Struttura. Parvelň-lo ie gě» op ponefle la fiera Pefte allora baccante in piů parti dell'Italia, e nelMftria: ma egli Fermo piů di Fatti, che di Nome > in Ve-netia, dove dimorava , s> obligň con voto lň-lenneriaffumerefervorofo l'incominciata Im-prefa , quando fi fofle compiacciutala divina Clemenza prelervare dalla ftragge comune la Terra d'Ifola > e con quella la fua Perfona. Non andarono ŕ vuoto quelli religiofiflimi Voti .Quindi appena ceflato il flagello con ric<-ca lňmma d» elemofine dalla generola pietŕ de'Veneti Patrizj , ed altri Fedeli divoti raccolte , s» accinfč alla fabbrica giŕ ideata, e nel mille cinque cent» ottanta due gettatali la sě fondala prima pietra dal Veicovo Valareflň benedetta deiaCoS felicemente la fondň . In fomma i diffegni della Divina Providenza furono lempre alF humanointendimento impercettibili. Qual mezzo piů ftravolto per ergere un Santuario della Pefte, {olita colle fue ftraggi atterrare vento pkfae Conv.de> France], in Ifola. i s * le Cittŕ, non che gě* Edificj ? E pure quella agevolň Wmprefa, riducendola allottato, in cui iě mira. Su la Porta della Chiefa me-defima leggefi la prodigiofa fondanone efpreP (ainqueftelinee Exvotifponfěone, dumVenetijs Peflefavella] Vt nobis Deus ěnprecibus>& opatisoccurveret^ Et hfularnm Opid.Jingulariprtfiděo tueretur, Hoc ŕelubrium, Ccenobiumcp ProprU cum eleemojfynis conflata pecunia, Fr. Firmus Fimus Venet. 'Theologus Minoritŕ HIJoU> tŕ aperto per ricovero de* Predicatori d» altre Religioni nella Quaresima, ň nell» Auvento; Ricovero e que'due Romitorj del continuohabitatida ti. oml" divoti Penitenti, li quali ftanchidegli ftrepi-tofi tumulti del Mondo , fi ritirano nella foli-tudine per apprendere le vere maflěme della Criftiana perfettione . In ciafeuno di quefti euvi fabbrica capace d» uno, ň di piů Romiti. Giace il primo appreffo la Chiefa di S. Pietro ŕ capo lo Scoglio nell'ambito della Terra verfň Levante j e l'altro vicino alla Chiefa della Vergine Lauretana fuori d'Ifbla fňura un miglio . Magia ufeiti in Campagna, ripigliamo il cammino in forma piů acconciaci noftro intento. CAPITOLO QVINTO. Chiefe Secolari nel Territorio ¦a Ijola. VN breve ; e delitiofň cammino a invita dalla Terra d» Ilola al fuo Territorio ,• per riconolcere il refiduo di quelle Chiefe , che fé bene ultime nell'ordine, devono connetterli nella De/erittione alle prime. Breve cammino diiTi, perche il Territorio Cap.$.Chiefe,e Conv. de* France fin I/ala. 3 5 3 rio Molano non eccede cinque miglia di lunghezza, quattro di larghezza, e fči digiro. ^tóM V» aeeiunfi delitiofo , perche difecondi Vii-deI TerFĚ- . °P. , «. -r» -1 n 1 ¦ -r 1 r- toriollols- vi, di delicate Ribolle , e d'ogmlorted'ei- no. quifiti frutti ripieno , fčmbra non tanto un vagoGiardino, come lochiamoli Manzioli, ™^M*1' ma un mi(ta artificiofo d'Horto , di Giardino, ediPomieror Tanto egli e da ogni lato ameno, fruttifero» ed ubertolo, Seinalcune parti delHftria per mancanza d» acque fi languiice, qui in faccia alla Porta delMfola-to Scoglio , ne igorga un criftallino fonte, del pari falubre , e indeficiente. Scorre in óltre poco fopra un Torrente * che accrefeiu-to da pia tigagni, fcaturienfida vicini Colli, parve al Goina connumerarlo trai limpidi fiumi , denominandolo,/'Acqua viva. lnttrG/m*Ě0 utrumq; ( cosi Ieri ve egli ) Aqua viva nitidus Fluwvius. Puň effere fofle tale ŕfuoitempi, ma oeei che lolo (corre ali* innondare delle ro-vinolč Pioggie, non ritiene di Fiume he»l'apparenza, ne il nome Euvi bensě vicino un Minerale di finiflimó argento, ma queftQ pure per atteftato del Petronio in cosěfeariŕco-^'-f* pia, che lo icavarlo non porta il prezzo dell*- ss*, opera ; e perň da molti ň feonofeiuto, ň negletto. Ł ciň -deriva f dice egli) dal zulfureo bitume, che abbruccia la minerale materia, Zz 1 a cui 354 Lftr.j.DelfecondoFic.For. dettoci fila. a cui fi framifchia 5 e cosi rimanendo quella in-digefta , nell* eftratte zolle > facili ŕ ftritto-ěarficome polve, appena vi fi trovano d'argento minuti globi, e fottiliffime fila. Ma alle Chiefč di quefto Territorio fi drizzili cor-io, che il riconofcerle riuscirŕ al noftro in ten- *¦ to per altri titoli fruttuofň. Nelb ingreflbdell» aperta pianura pofta tra chěcfe la Porta della Terra» ed il Fonte preaccenna- ipariepir N /* «n. 1 r>L* rii' ^ il Temto- to, s» alza z mano liniltra la tjhiela dedicata a S Rocco, il quale fé in ogn» angolo del Cri-. fl-ěanc(jmo efčrcita le parti di validiffimo Protettorecon troie mortifere Peftilenze, quivi ritenendoli fuo beato loggionio contiguo alle Mura, edalla Porta della Terra^ pare vi fo-ftenga anco quella di pofTente, ed oculato Cu-ftodeda ogni (iniftro alfalto, &infuLto. E perň la divotionedel. Popolo , che trapafla di lungi la moderata grandezza della Chiefa, oltre Fhaverlad*ogni intorno di molte pitture abbellita, e di non pochi argenti provifta, ha inftillatone» luoi Cittadini illanto, e lodevole 1» ufo di non ritorcere dalla fbrefta ŕ proprj; tettiil piede, che affacciandoli ŕqueitoSan-tuarioi"kon tributino al iuo Santo Tutelare alcun děvoto oiequio. Amore non hi pariglia piů grata degli atti d» Amore. Nella iŕlita poi-dei vicino Monte,, che con altri in giro ci la Gap, y. Chic [e,Se col nelTerrět. d> Ifila .1$$ la Terra di verdeggiante corona, fi difcuoprQ al primo paflb la Chiefa del Santo Vefcovo, e Martire Donato, ind i q uella del glor ioio A pň- s. dolo S. Giacomo ; e per fine quella della San- m ta Vergine, e Martire Fofca. A queft»ultima ormairovinofŕ, fé non vi porge (labilefofte-gno la pietŕ fedele , rilvegliando nella fua Confraternita la fňpita divotione, pocofůp-pliranno 1^ altre due ben provifte, e meglio regolate . La prima di S. Donato vedefi edificata piů volte 5 perche fi confčcrň dal Vefcovo Buono Azone, ň Popone alii dodici Novembre del mille ducento fettanta tre , e da Gabriele de» Gabrieli alii fei Agofto del mille quattro cento cinquan ta due. Profčfsň in ogni tempo la Terra d'Ifňla peculiare veneratione ŕqueftoSanto, che anticamente Io arrolň tra fuoi gloriofi Protettori > e per tale oggi lo rico-nofce nelfuo dě fedivo con (olenne Proceffio-ne. Che fé fuori delle mura giace la fua Chie-iŕ > incorporandofi ŕ quella altro Altare del Santo nella Collegiata eretto, riefcecomodo al Popolo 1» adorarlo, ňnell'uno, ň nell'altro luoco. Dell'altra Chiefa di S. Giacomo nulla s> aggiunge , non racchiudendo qualitŕ di iěngolar rifleflb. Il paflaggio oltre di quefto Monte , ov^ poliamo ora il piede, e i Fondatori d'Ifola, quafě x's°' j 5 6 tw. ^.těeffecondo Vie. For. detto d*(bla '. quafi Aquile generofč pofero ne» primi tempi fi nido ( donde poi calando alloicogliol'in-giunfero il nome d» Alieto , e vi rimafe il moderno, benché corrotto di Salieto) ci portai Corte d*Ifola : luoco fňggetta alla Giurildit-tione temporale d'Ifola ; e in appreflb alla Valle Derniga, co sě denominata dal piccolo Torrente, che trafeorfŕla Valle sbocca adin-grofTarela Dragogna:. Della Chiefŕ di Corte , che e Parrochia nel!» Ecclefiaftico al Vi- cariato di Carcauze annefla , nulla qui dire» inoperdivifarne piů diffufoŕfuo luoco. Dell*-; al tra'di Derniga bafterŕ accennare, comedi Balfamino Manzioli , Cittadino,, e Sacerdote Iiofanó, fideftinňal Signor Iddio /otto i fe-liei A ufpicj della Vifitatione impartita da' Maria Vergine alla fua Santa Cognata Eli(a- betta, ed havendone gettata la Pietra fonda-mentalenel centrň dj un fuo Podere > col fruttifero capitale di quello la dotň, coftituendo-la tus padronato di fěia antica Famiglia j il che approvatoli da Giacomo Valareflo le impartě colla lolita pompa la folenne confecratione a di tette Giugno del mille quattro cenf ottanta fette. E Chiefa dj una fola Navata, d'un moderno Altare, edifacre fěipelletili provifta ; e dalla Collegiata, che ne tiene la fpirimale ¦ - • • # fou- C'apj.CbiefeSecoL.nelTerrit.d*Ifola. 357 foura intendenza, fi deftina il Gapellano per 1* ordinaria uficiatura. ;. A quello Santuario di Maria vifitan:e Eli-* LaMadon. iŕbetta jňpragiunge l'altro dell» habitatione rneatodi Lo" della fteflŕ Vergine t rafigurante la Santa Cala da lei habitata in Nazaret, 'quando dall* Arcangelo Gabriele .sy annunciň Madre di Dio. Decanta la fama^, e le fanno eccho (onoro varj Auttorij che quefto iacro Albergo fi traportaflesůlvali Angeliche da Nazaret della Gallilea al Monte Terfaco nella ScHa-vonia ali'Iftria confinante 5 e che dilŕdopo -qualche tempo pafla.(lc con- pari prodigio sů4 Colle Lauretano nel Piceno, dove oggi li confčrva, &C adora. Or di q-iiefto beato Santuario prefone da Loreto il piů efat ěfoU. del Principe ftefč gratiofŕ la mano, fé ne fta-bilě l'erettione alii dieci nove Gennaro del mille fči cen to trenta, colle clauftle fčgiěen-ti. Che la nuova Chiefa (i fabbrichi su b efatta modello della Cafa Virginale di Maria con fermata in Loreto \ Che fi doti coglifiabili fruttiferi della Famiglia di Life \ Che (la lus padronato perpetuo di quetta, e de* fuoi legttimi Difcen^ denti \ Cheaqueflo "Beneficio nonfia elegibile, chi č, ňfojfe incorporato al Capitolo della Collegiata . Eche ilSacerdotepro tempore eletto, (f invelěito, governi la Chiefa, e maneggile [uč rendite fen\^ trtgeren&a del rondatore > ofuot Difendenti : Con tutto ciň la disegnata fŕbbrica , dall* infortunio di lagrimevole Pefte nelMftria, e nelle vicine Regioni allora baccante , fi differě fino alii ven t» otto Giugno del fěifleguente trenta tre, in cui Pietro Morari deceduto nella Sede al predefunto Rufca, benedetta, e gettata negli Icavatti fondamenti la prima pietra r diede principio , e compimento ali» opera 5 poiché con iommo giubilo d^Iiolain breve tempo fi perfettionň. Eriu-feita, quale fi fofpirava , efŕtta copia della Santa Cafŕ Lauretana ; in ciň folo diveriŕ, che qui per ricovero de* Paflaggieri fi e riparato con alto Portico 1» ingreflo maggiore, e per comodo de* Sacerdoti Ci č aperta dietro l'Altare Capj. Cběefe Secolari nelTerrit. d> Ijola .359 tare ampia Sagreftia. Qua concorrono in tutti i tempi numeroli i Fedeltŕ render gratie alla Vergine Laurctana de riportati beneficj; e ben ne parlano le votive Tabelle appefč alle lŕ-cre mura; ma fingolarmente alii dieci d»-Agofto* giornofňlennedifua Confecrationč fatta dal precitato Morari l'anno mille lei cen-to trenta quattro. h le ne legge la memoria 4<>. nelk ftefla Chi eia cosě efprelsa. Ecckfěamhanc 9 A* loaJine de Life ereéěam , fjf datatami Vetrus Morarius Epifcop. Iujlinop. Ad honorem Heaůffim* Virginis Lauretan& Ł>u X: Augufti Ann. M. D. C. XXXIV: Solemni powpa Canfecravit. Rimangono tre altre Chěelč fituate in vicinanza del Mare per compire del Territorio il giro. S. Pelagio Diacono č la prima, S. Simo-ne Apoftolo la feconda , e S. Lorenzo Levita la terza. Ne gli Ecclefiaftici requifiti al deco^ rofbfoftegnod*una Chiefŕ poco tra loro fidi-verfificano ; Ibno ben rimarcabili le loro adiacenze. Alla cuflodia di S. Pelagio vegliala s. Pelagio Confraternitŕ de' Battuti efiftente nella Collegiata 9 e come propenla al Divin Culto non la defrauda per lo piů de gl'ornamenti douuti, ApprefsodiS. Simoneal balso piano del Mare SSimQne euvi un varfto lčno, gii celebre Porto nella Aaa Car- "5 6o Łjb. 4.. Del fecondo Věe. For. detto d> IJňU Carta Nautica lotto tal nome inferito. Qualora (lagnano limpide l'acque, e riluce fereno Ifndco ^ Cielo, fcorgonfi oggi pure le veftigia d» un Aio porto, grande Molo cegroffi annelli di ferro, che forfč fervivano ad afficurare i Navilj nel Porto. Vi fi ra vifano pure alcun e piccole ftanze, ň fianoCamerettecollaftrico ŕMolaico, ňaltro fimile intreccio, che forfč erano StuUe, ň Bagni,* e talora V4 fi ripefcano fragmenti di Piombo, od» Ottone, oltre le molte Medaglie eftrattene di pretiofi metalli. Intorno ŕ 2O.Loien"S. Lorenzo giŕ di vafta, ed ora di moderata grandezza vi fi rinvenironoSchinchi braccia , Tefchi, ed altre Ofla d» infblita grandezza , chelčmbravanojd' huomini di ftatura Gigantefca. Ma fé il vaticinare dell» Offa fi ri-ferva dal Cielo allo fpirito de» Santi Profeti, quando il Porto, da cui quella Chiefŕ non č molto difgiunta, č (imbolo di permanente ri-pofň, queft» offa di qualumque fianfi, rimangano per Noi intatte, ed altrove drizzi la penna il volo. CA- 3.6* CAPITOLO SESTO, Confraternite', etHofpitak ' I/ňfa. T "^Ropporiftretta ncfuoi valli, mŕreli-giofi difčgni farebbe la pietŕ Griftia-na, fé turta fi coartale alla ftruttiwra materiale delle Chiefe. Ella, eh» č un Proteo non favolofo, sa molto bene aflumere mille forme, quando fi tratta conteftare al Cielo lafvifeeratezza del proprio Cuore. S> auvan-2a oltre le Chiefe a fabbricare Chioftri perii foggiorno de* Regolari, ed ergere Tugurj per ricovero de*Romiti > ad aprire fcuole per di-fciplina de' Confratelli, ed a fondar Hofpita-li per alloggio de» Pellegrini, e d'Infermi. Che fé tal una di quefte imprefe rielce in alcuna parte efigua, ňfearfe, allo fguardo perň purgatiffimodiDio, folito a bilanciar ifatti, non dalla grandezza dell' opera 3 ma dalF affetto dell» operante , come parti d* un Cuore di voto, fono egualmente degne , e grandi. Nella Terra d» Ifola, giache oltre le Chiefe ri-conofeemmo piů Conventi, e Romitorj, rc-ftanooraa rintracciarfi ( e faranno il compi- Aaa ^ men- i *z Lěb. 4*. Del fecondo Vie. For. detto d> Ifota. mento dell»Opera), le Confraternite , e 1»-Ho/pitale. Quanto alle Confraternite fono in tanta co- pi^> chenumerandofi quafi al pari degl'Alta* r^ a quali s* arrotano, come quefti eccedono il numero delle Chiefč, cosi quelle non pon-no meglio calcularfi che col computo degl»Altari . Tra le militanti fňtto gli Aufpicj gloriofi della Beatiflěma Vergine Madre, niuna fi defi-deradelle principali, come delRofario, del-IaCintura, de*iSette Dolori, edelCarmi-ne. Dell» altre intitolate al valido Patrocinio di divertě Santi, vi fono dell»ArcangeloMi-chiele, de» i Glorio fi Apoftoli Andrea, Giacomo, e Bartolomeo , del S. Patriarca Gio-fčffo, de»Santi Mauro , Donato, Antonio, Rocco, ed altri. Ma (č nel Choro delle Virtů Teologiche, e Cardinali impugnala Caritŕ lo icettro, perche di tutte quelle Regina y la ContratéVna denominata laCaritŕ , porta fourad»ogn*altra di quefte la Corona. Ago-ftino Vallerň Vefcovo di Verona, eVificato- re Apoftolico nell'Iftria, di cui altrove dicemmo, ritrovandofiin Vifita in quella Ter- ranelGennaro del mille cinquecent»ottanta per Su", ta , fu 1» Inftitutore di quefto Sacro Confňr-! rio, confidente in un Priore, un Caffiero^ e iei Prendenti, coll'obligatione di vifitare gl'In-* j. e. r. Cap.6>Confratermte,tt Hofphale d> IfoU. 36 5 gě» Infermi > ed altri mifčrabili > fommini-llrando loro fecondo le forze della Confraternitŕ temporali faflědj per riparo del Corpo, ed aiuti fpirituali per falute dell* Anima. Opera grande, e del pari proficua , e pia5 degno parto della Carica Chriftiana. Oltre di quefta, ^dŕltre Confraternite addotte , tutte nelb-efterno confimili ( non indorando veruna forte di facco ) fé ne contano tre per piů titoli fingolari. Vna del Santiffěmo Sacramento, veftita di Cappa rolla ; Altra della Beata Vergine, detta de»Battuti, coli»habitobianco; E la terza di S. Gio: Battifta, col manto néro; ciaf cuna delle quali copiofa de» Confratelli ri-conofce il proprio Oratorio per i foli ti eferci-z j y e congreffi s con che la divotione del Po-p 0I0 alla maggior gloria del Signore gareggia, e trionfa. Dell» Hofpitale poi per i poVeri Pellegrini 9 p ň languenti aperto , nulla confta di certo tir-cniola-ca il tempo della fůa fondatione. Solorilevafi da una fcrittura di carattere Gotico, come nel mille cinque cento cinquanta 1» entrate di quefto pio Luoco s'incorporarono alla Confraternitŕ del venerabile Sacramento -, col'- obiigo precifo a quefta di fomminiftrarglife-condo h urgenze de Poveri concorrenti il nec-ceflario fouvenimento. Forfč per la poca af t0? --- fiften- Lěb. 4. Del fecondo Vie. For. detto d* Ifola l fiftenzade'fuoi Proveditori decadendol»Ho-fpitale, parve bene appoggiarne la piena fou-ra intendenza al Confortio giŕ ftabilito del 1*-Auguftiffimo Sacramento. Anco la Cittŕ di Capo d'Iftria in cafo confirnile riparň al Tuo p.7. giŕ cadente Hofpitale di S. Nazario col darne il maneggio alla Confraterna di Santo Antonio nel mille quattro cento cinquanta quattro . Sicché di tal provinone Capo d* Iftria né fu la Maeftra 3 ed 1» Ifola n » apprefč la copia. Nel recinto di quella fabbrica tiene il Tuo pii- poftola fcuola publica della Gioventů Ifola-Ica ' na, che fotto la fňllecita vigilanza d* un Precettore, per lo piů Sacerdote fecolare, dalla Comunitŕ ftipendiato , s' ammaeftra nelle /cienze humane, e Divine^ poicheipiůmi-nuti accoppiando ŕi rudimenti Grammaticali i Sacri dogmi del Vangelo, affiliiti dal proprio Precettore, ne dano faggio di quefti con le publiche difpute, tutte le Domeniche fra l'anno nella Chiefŕ Maggiore. Ma ritornati al 1-uoco, donde partimmo , queftochenefů il principio, fia anco la meta del noftro corfo, e del Libro. LI- LIBRO Q VINTO Del Ter&o Vicariato Foraneo , detto diCovedo. CAPITOLO PRIMO. Tarrochiale di Covedo, efue Ville i Onfoggiace ad errori quell'Artefice, che nel progreflb del Ilio lavoro s'attiene accorto alle regole inalterabili dell'Arte. Il rozzo modello della noftra Ec-clefiaftica Defcrittione , or che fiamo nella Diocefi j č la ripartione di quefta in quattro Vicariati Foranei. Dunque le li due precedenti Libri cobligarono ŕ divifŕre dell'una, e dell'altra Collegiata), Piranefe, &Ifolana, queftidue ultimi ci trafportano dalle Chiefč Collegiate alle Parrochie campeftri, fůben-trando alla feconda di quelle ', che č la Terra d'Ifňla, la primadi quefte, chj č il Cartello di Covedoj con che 1» Argomento proprio di pue- • 3 66 Libj.Del'Ter&oVic.'For.detto dě Pievi dd quefto Libro {ara il Terzo Vicariato. Abbraccio Vl" eia quefti diverfe Pievi, e fingolarmente Co-vedo, SozergaTrufche, Marefegho, Santo Antonio, Antignano, Villa de Cani, e Rifano, con molte Ville , e Chiefe ad effe annefTe, e da individuarli ŕfuoiLuochi. Co-GiroeDi_ mincia il fuo giro dalla parte della Cittŕ verfň ftucěio di Tramontana , e fcorrendo ŕ dirittura fino ŕ Gafello palTa per le Scoffie fotto di Muggia ; sjinnoltraali1 Oriente appretto d* Ofpo, Be-fovizza > e Lonche, indi piega al Meriggio ŕ Pinguente, e Sdregna, ed auvanzando verfň 1* Occafo ŕ i Monti di Gafone é di S. Marco ritorna alle mura di Giuftinopoli. Queft'č il circuito del Terzo Vicariato , alla cui facra Defcrittione la Pieve di Covcdo , una delle {ůe principali, porge orai» efňrdio, come giŕ gli diede il nome. tV AcaP°della Valle detta volgarmente di Muggia >( perche fcorrendo tra i Monti di S. Servalo alla deftra, e di An tignano alla fini-ftra sbocca ŕ piedi della Terra di tal nome, 'fit.ua ta sul» eftremQ del Golfo Trieftino, grandeggia fourad1 un Monte piů erto che alta, e freno0 de' piufeticofoche vafto, ilCaftellodiCovcŕoy Pirati, quivi eretto da i primi Habitanti delHftóa perfrenarelelicentiofčicorreriede'Picati, " li ; quali per il piano della detta Valle s» interna- va- tuu Cap.x.Tarrochiak diCo Popecchi, tanto celebre per la rara eiquifitezza de' fuoi liquori, che Cap. i. JParrochiate di Covcdo, ejue Ville. 3 6 9 che col titolo ampullofo di Vino da* Re> fi dif- e fidioar ferentiano da gli altri Vini \ Poia ellasů'l dor- Safe fň di piccolo poggio 9 donde cinta d'intorno ia-di alte mura fignoreggia il piano fpatiofň dell'aperta Valle. Neli»incur(ioni inferite anticamente ali* Iftria per via della Carniola, Cri-fěojafii iovente il berfaglio de* militari difle-gni. Qua fé non ferirono i primi fulmini, almeno doppiarono i primi tuoni. Dell'attinenze, giurifdittione, erediti di quello Cartello fé n'impadroni nel mille cinque cen t»ot-tanta uno Leandro Zarotti, venerato dall'Ac~ ^ cademie di quel iecolo qual nuovo Stagirita 7" tra Filofbfi, e qual redivivo Galeno tra Medici ; e lo fé co io sborio di pretiolo contante alii Signori di Neans , ňfiaNeauier, che n'erano i PoiTeifori. Di tal acquiftofč nelegge (colpita la memoria su la publica Porta di Cri-ftoja. Né altri da quel tempo fnv ora ne goderono , e godono 1> ordinaria'Giuriflicenza, chegrilluftrifuoi Diicendenti. Quědueiňno le Chieič > L» una intitolata la-Santiflěma Tri- La s nitŕ appena fuori della Porta tra i confini dell'- A™ antico, ma oggi diroccato iuo recinto . E fabbrica di Gotica, e nobile Struttura con tre Navate in volta di tutta pietra, con cinque Altari, parte di clorato intaglio , e parte di antiche pitture, e col Cielo , e fue pareti da Bbb 1 capo* 170 Libj. DelTerZjO Vie. F or Jet so di Cave do i Capo a piedi anticamente dipinte. La Diocefi non ha altra Chiefŕ di modello , ed'ordine ŕ queftapari, ň consěmile* machina degna d'una Cittŕ, non che d»un Caftello. L'altra 5. Macoli quanto difcofta č confčqrata ŕ S. Marco d'una fčmpliceV ed angufta Navata, dove sj alzano tre Altari in una medefima linea; San Marco nel mezzo, e le Sante Vergini Canarina, e Marina da ambo i lati. DaBaldaflare Bonifŕcio fi conlecrarono rutti tre nel giorno fecondo di Giugno del mille fei cento cin~ quant^otto, da cui per ouviare ad ogni irriverenza fi vietň la fimultanea celebratione in e(Ti da piů Sacerdoti. Ha inoltre la Parrochia le due Ville Gracifchia, e Vilh dolo. Quella č Villa piccola, ma unita , fcarfaderfuochi, ma copiofŕ d'affetto ; e perň alla fua Chiefŕ innalzata al Santo Precurfbre Giovanni, nulla manca del bifognevole , anzi vi č piů sj au-p'atdfb lamenta. Quella*fituata nella Valle conducen-yiiiadoio. teŕFigarola e di piů Cafe , che chiudono la propria Chiefa lotto gli aufpicj del Santo Ve-s. měco1ň^covoNicolo , con due Altari d'intaglio, e in Graci- J, oro cosj vagamente adorni , che lčnza iat-tanza rafembrano due Gioielli d^un piccolo Santuario. Ciafcuna delle Chiefepreaccennate numera le particolari fueConfraternite, deftinate ali» ordinario lorofbuvenimento. Il Cap. i Tdrrochěde děCňvedo,ejtii Villt. 5 7, numerarle ad1 una, ad una riufcicebbe troppo lungo, e non meno nojofo il trafcorrerle. Gode per ultimo la Pieve diCovedouna g privilegiata GiurifHittione nella Chiefŕ ,\ión"de5a intitolatala Madonnaŕcapo di Rifano, bert- lievc* chenella Pieve di Lonche, Diocefi Trieftina„ In vicinanza di Befňvizza, dove incriftallina venaigorgaimpetuofoilRilano detto anticamente Formione, fi diicoprě ne'tempi andati un'Immagine miracolofa della Bcatifsima Vergine, che é il Fonte inefaufto delle Gratie Divine . Divolgata per l'lttria la felice nuova v» accorsero con atti di Criftiana pietŕ i Popoli divoti, tra i quali non fu degl'ultimi il Comune di Covedo $ anzi anelante ŕi vivere piů auvinto all'ofequio della Sacra Immagine , con una fua Confraternitŕ giŕ inftkuita s»-incorporň ali» altra eretta in Befovizza. Ma quindi inforfe litigio di giuriiclittione (opra la Chiefa, da ambe le dette Confratern e cufto- Łon^vj[ir~ dita • trŕli due Comuni, e refpettivamente i ^iovaf di 1 t\ -%• r- ITTI 1 Covedo ,i e loro Piovano di Co vedo, e di Lonche 5 che pe- h rň col previo affenfo de1 loro Prelati Giovanni Ingenerio di Giuftinopoli, e Nicolo Coretdi Triefte, preientatefile PartiinCapod'Iftria al Vifitatore Apoftolico Agoftino Vallerň^ Vefcovo allora di Verona, e polcia Cardinale di Santa Chiefŕ, ŕ dě venti Febraro del mille cin- Libj. DelTer&o Vie. Fot. detto di Covedo. cinque cent*ottanta nefčguě laientenzadefi-nitiva; Che nella Chiefa diBefňvizza, benché della Diocefi Trieftina , perfifleflero tra loro unite, ed incorporate le due Confraterne (otto la cura deproprj Gaftaldi 5 e che al Piovano di Covedo fi confervafle illibato il Ius dj ivi celebrare al pari di quello di Lon che, ri~ traendocon eflo eguale 1» emolumento. Vo-lumus> quodsmba Confratemitates, qua in difŕa EccleJIa injlttutA funt > ibidem perm potrebbe dirfi Villa fra le Terre, e Terra fra le Ville * Allo Icrivere dellŕggio Petronio ella e un refiduo riforto dalle rovine della Terra di San Siro, donata dal Marchelč dell' Iftria alla Chiefŕ Patriarcale d* Aquileja l»anno mille cent'unoj fé bene nellememo- ' rie della Menlŕ Epilcopale di Giuftinopoli fi rinviene intorno al mille cinque cento quaranta intitolata San Sirico, chepoiforlecon linguaggio piů corrotto fi cangiň in Sozerga j Giace ella nel centro della Valle conducente 5ua Deno dal Caftello di Covedo alla Rocca di Pin- ™!!.« guen- 5 ~4 Ltb.j.Del incontrare altra preda, che cieche tenebre ,fritorfe perii regreffo il piede Vn bivio perň in quel buio, non auvertito, mi-feramente lo inviluppň 3 porche battuto un Sentiero peri» altro, mentre cammina con paŁ fň franco, gli manca di fotto il terreno, econ effoil piede , piombando nell'alto profondo eh una grotta. Allora sě che il diletto della cacciagione roverfeiň-ŕ danni del Cacciatore:Ri-maiepreda il Predatore, e in veced*attrappiti y ňuccifi Sai vaticini, cadde egli fepolto prima che morfdv Con.tuito ciň dal.Gielo pie-tofo preiervatovivo, alrihaverfi tramortita, tentň ognj arte, e molle ogai pietra per lortir-nel'ufeita: Mŕin vano, poiché la Grotta nel ěuo ingreffb riftretta, fi dilatava al didentro in unafinilui'ata grandezza , e quefta ricoperta da un Gelo di vivo»fallňv con langlii, e gro(fi macigni pendenti ali» ingiůŕ guiia di lambica-ti criftalli impofibilitava l'egreffofenza 1* altrui aiuto. Non mancň lo sfortunato di riempire la Cavernad* alte grida, tramifehiateda dogliofi fofpiri : Ma da q.uel Gelo inlaflěta non ritraeva al piů che un flebile eccho. Eie pure al di fuori ne rimbonbava il lliono, lungi "¦¦ "'" """¦ daL- Cap.i.P arrochiate diCovedojjueVille. 377 dalla ftrada battuta ,*niuno S'impieto(ivaŕ; {occorrerlo. In fomma in quel!» ofeuro iepol-cro vivea femivivo, e al moltiplicarfi de'giorni moltiplicandofčgli le miferie piů tormentosa della Morte gli riufeiva la vita. ¦¦ - In tanto da Cantiano il Padre, non meno che da Valmorafŕ, non vedendoti ŕ comparire dopo mille diligenze u(a te, addocchiofli in capo ad» altro Concitadino il capello folito portarli dal Figlio finarrito; e prň tettando quegli ha verlo ritrovato a forte sul Carlo, andň il Genitore con altri ŕ rifeontrarne il luoco. Lŕ' bocca della Grotta appena veduta fuggerě ŕ piů d'uno l'innopinato evento . Da quella dunque chiamatoli il Giovine col proprio nome, e dalla replica dello fteflb riconofeiuro vivo, s'impiegarono tanto feftofi ŕredimer-lo,quanto afflitti lo deploravano morto. Per tanto illuminata con accefe facelle la tenebro-fa Grotta dalls alto, e profondo di quefta con groffe, elunghe funi fi trafle alla luce il me-{chino ivi fepolro vivo. Ma qui principia la maraviglia , ove l'infortunio finifee* Nel giorno vigefimofecondo di Decembre piombň Bartolomeo entro la Grotta, e nel vigefimo delfuffeguente Gennaro fortunatamente n»uicě: Sicché vi dimorň lo fpatio di venti nove giorni in teri i e conti- Ccc ^ nua- 37* Likj. DetTtrfyWc. FcrdettoMC'evedo. Mmti* Č con qual iňrte ŕi cibo alimentoffi* tantotentpo, privo d'ogni humanofuffidio^ JDiffeeglialloraŕ chi lo ricercň, j&l'Mrepli-catoŕlěJbčjdi recente; some una dilla d'acqua cadente ě goccia ŕ goccia dal Gelo della Grotta, edaeflb raccoltaoTsůlelabra, orsů i^, in tutto il tempo di fiia dimora fu K edil totale fua-diinctite.. Quellaiem-p ftilla , che ad effe paeve giungeffe alk .quantitŕ d'wna mezza Caraffail giorno^, lifo-miniftrň č la bevanda, e il ciba. Qtiěfilam-bichirto l'ingegno i Fifici^ fčkifčmpliceac-«qua vaglia ŕ ibftentare" per piů giorni ad uŕ nuomo la vita. Queftione che meritňgl» ing©-? gnofi rifleffi d'Alberto Magnay degno Moc^ ftro dell* Angelo delle icuolc ' Sbrigati felicemente dalle Grotte pericolo- ledi quefto Garfb, ripigliamo ora la ftrada verfo Valmoraiŕ, fi tuam alle radici dell' alto Valle di vai-Monte; benché forfč fi denomini Valmorafe fito/edik!. dalla fůa Valle d'ottimo terreno per allignare 1' utiliflima pianta del Moro * EVilla^rande premunita sul Monte davalto Torrione j e piů lunga che larga, di Cafň d e di Popolo non č \ fori e inferiore ŕSoz erga, a cui per altro cede nell'efteriore apparenza • Qlti fono ouattro Chiefetrŕloro ordinate fecondo il lungo tratto della Villa. La maggiore negl' ultimi anni riftau- p, ParrccUatt di Comedoyefue Ville. jiftaurata. s'intitola ai glonofo Principe ^11 ApcSoli, con altro Altare dedicato al .Santo Protettore:Rocco: La ičcondae dell»_s.piefr<, ifrvittňMirtire Giorgia, col'Akareannello i Santi lieviti Stefano,, e lioreiizo *,i La rz&delfa graia Madre di Dio, Maria ,^^e s» con moka* frequenza la divotiffin>a G Immagine, eindifparte iLvenerando.Simur lacro della SantxPenitente Maddalena quarta allnnvitta Vergine C&ttarina¦ accoppia 1> Altare dellaSantifllma:Croce, p gno, e trofeo .ddMiumana JRedentione* 'Chiefč tutte di grandezza ordinarie* vdi fteta^tt fara confimilf$ come Protettricel* auventurata,"H0fpite s Maria del Redentore Maria Maddalena, al cui aitar, Maddalena Maggiore s'alzano laterali li due della SantiŁ fima Triniti^, e del Santo Abbate Antonio. Quanta fňrte in ogni ternpo la divotione dě quella Chiefŕ puň dedurfi dalla fuariedifica-tione, ičnzala quale nonfŕrebbeficonlčcra-;ta due volte, come ičgul, nel mille quattrocento venti due allivent» otto Ottobre da Gie-remiaPola, e nel mille fei cento Kčflŕnta cinque 3 8O Db'.s. DelcTerz>o Vie. For. detto di Covedv. que alii quindici Novembre da FrancefcoZe-w. »no. Non fu mai triviale quella divotione, che s'auvanzňŕ riedificare al fěio Signore li decaduti, ň diroccanti Santuarj. La terza Villa allaParrochialefoggettačTrebeflo. Amifěi- ra dell» Habirato piů de eli altri riftretto, cor-niponde anguita la Cniela dedicato aloanto Vefcovo Martino, ma in qualitŕ di caritativo Soldato. Non poteano gli Antenati di Tre-beflbfcieglierepersé fteffi> e loro pofteri Protettore piů acconciň di chi impattato di com-paflione, {pogliň sé fteflb della Clamide militare per ammantare un mefchinello ignudo. Con tutto ciň qui non manca il piofňftegno della Confraternitŕ laicale , e molto meno nelle Chieič dell* altre Ville fin» ora ennume-rate. . j* x.:l, : ¦ .. ¦ i; -, ;/^ Ali» incontro di Sozerga s» alzano ŕLevane tePinguente, ed al MeriggioSdregna, miglia cinque per luoco ; ŕ Tramontana Cove-do, ed ŕ Ponente Trufche, ambo miglia quattro 5 ove ora ci richiama il dilcorfo. C A- CAPITOLOTERZO. Parrochitile di Trufcbe, eJheFille. ' ¦ ¦ ¦ ¦ ¦ ATrufche detto ahticamente Cerufchie, ŕ ragione fé non di Grado almeno di fi to, devefi tra le Pievi di quefto Vicariato il terzo luoco . E Villa diftante dalla Cittŕ otto miglia, ma molto piů da se divifŕ , come che diftefa, e ripartita per le balze, parte fa (fole , e parte fiorite di fette, e piů Colli; tra i quali il maggiore si per il circuito, come per l'eminenza ritiene il nome primiero di Trufthe vecchio. Su l»erto giogo di quefto, che porgendo nell'ampia, e lunga Valle del-la . Dragogna , fignoreggia un vaftoPaefč, gettň i primi tuoi fon da menti la Chiefa Parrň- ^Hai^ chiale. Ma al Popolo crefciuto di numero, e ldrf ^ruf in varie parti della Pieve dilatato riufcendo il vecchioc/ porto troppo di(aftrofo, e dilcofto, parve bene a i zelantiflimi Veicovi Predeceffori trasferire la Chiefa Matrice fbura dj altro Colle piů adagiato, e che forte nel cuore di tutta la Pieve, s Quindi collocoffi foura del Monacello, ove al " prefenteripofa, denominato S. Cantianodal C titolo gloriofo della Chiefa, ivi pofcia eretta > Efenza dubbio č il Colle tra gli adiacenti il piů *t* €*ib& BclTennoFic. For. detto di Covedol comodo per 1» acceflfo del Popolo al proprio Parroco; tenendo al lato deftro la preaccennata Villa diTrufčhe vecchio*, a fronte le tre Ville diBoft\ di Gemme, e di Laverŕ > ed al fian- unite co finiftror altre quattro di Terfecco, diZa-iCV*' ba via,-dě Papetrar, e di tuparo ^ Ville tutte foggettealgoverno fpiritruale diquefta Pieve Orla Chiefa moderna\ ,ie puň dirfi tale, annoverando piů lecoli ai fěia fondatione, č i ntirolata , mvtxc accennammo, ali* in vi tifli-jnoMartire Cantiano. E fabbrica d» una iňla Navata ychiufŕ dal nicchio dell'Aitar Maggiore, dove s* adorai» Effigie del Saato. Opera moderna, e di fino intaglio corriipondeate al vagoiuo contorno : Né le mancatola uexxi-na di quanto richiedefi ad una regolata Parrň- -chiale;. Rivolgiamo ora il paflb alle Chiefe delle Ville giŕ prodotte ', per reftringerle tuttein-poeHo linee ,• giache tra eflč nort molto discordano*, qualora prefeindatě dal" materiale loro fětoi La-CHiefa di Trufche vecchio Łen-2a dubbio piůanticadiqueftadi S. Cantiano,, ancor g^ce sů lŕ fonimitŕ ,del .praprio Colle ^ott° ^ Aufpicj della Beatiffima Vergine^ Madre il di cui gloriofo Simulacro auVviva non ordinaria divotioneneiPqpoli convicini > clie numerofi ^accorrono , fingolŕrmente alii Cap^.JParrochialeděTruJche^epieVělle'. \U alii venticinque di Marzo. Boft ha la jfua de- i,i dicataŕS. Rocco, e ne fé la (bienne Conte- 5l Rocce" cratione Defendo de»Valvafori il vigefimo quarto d'Agotto del mille cinquecento trenta quattro. La Palla del Santo e fattura moderna, e vaga. In Gemme altra Villa premuně-in ta fino da primi tempi djalta Torre, la Chie- ve^Sc! ia per altro antichiflěma, fi e di recente ingrandita; riufeendo incapace del numerofo Popolo 3 concorrente ad ofequiare la gran Vergine Madre, che ne tiene d'efia il Titolo, e la Tutela. In Laverŕ, terza Villa di quefta In LaYinj lěnea, fi venera nella Chiela la memoriaim-piortaledel Santo Vefcovo di Turone Marti- nň.ait" «o, con li due gloriofi Martiri Sebaftiano , e Valent/no negli Altari minori. Non fono quefte Ville molto copiofč dej fuochi, e pure ardono d»una ianta emulatione per il iacrolu-ftro des proprj Santuarj. Nelle quattro Ville porte al fianco finiftro della Pieve fi diftribuiicono cinque Chiefe, e iono in Terfčcco di S. Bririda, accrelciuta di *j? ^^ "7 v ' Tot Teilec- condecente Ancona ; In Zahavia diS. Lucia co s. bw-confčcrata 1» ultimo d' xAgofto del mille cin- dě zai-a-quecento ottanta nove da Giovanni Ingene- čia. ' d d l ^ q rio y In Pope tra di Santo Andrea Apoftolo; Ed in Luparo, come Villa dell» altre maggio piiupar re , una del Santo Martire Ruflfo , e h altra s- RlIfio Ddd dell- IMart. e S. 3 H Lih.j. DelTer^oVic, Fcr detto di Ceveó.o. dell'invitto Campione Giorgio. Della penultima di quefte dobbiamo ritoccare quello ne decanta la Fama, e lo regiftrano unanimi il 54- Manzioli, ed il Petronio : cicé che Luuaro ai> «p. *.fti. preftafle al Danto Martire Rufto e lacuna, e > ' la tomba 5 e che da quella lua Chieda, ove giacque per lungo tratto d» anni , alcuni de! Popolo , confentiente il proprio Parroco, ŕ tempi , che da Gcnovefi s» involarono ŕ Giuflino-p.olilefpoglie beate de'iuoi Protettori Naza-rio, edAleflandro , furtivamenrelotrafpor-taflero nella Chiefa campeftre di S. Nicolo, lui Territorio di Momiano, (rimandolo ivi da ogni rapina piů ficuro , perche piů rimoto; Txt cosi facile a rinvenir/I da tutti 9 Cc lungi dalle ftrade baratte nel Zeno di folti Bofchi; e che poi dj lŕ fi collocale nella ParrochialediMo-miano, ove attualmente s* adora. Sin qua del uh.6.c.6. Santo Martire Ruffo, per ripigliarne con piů itelo periodo al proprio luoco. Ne?qui terminano di quefta Parrochialei Santuarj, mentre sů'l Colle pofto tra quello AitrcChěc ^l ^°^ » e<^ ^ ¦'UO^* Truiche vj é la Chiefa del te deu Santo Protettore Nazario, di moltafrequen-s. kza-* za per le ceneri ivi giacenti de» predefFuntife- rio , e t\ ji-T-»i* >n • • 11 ci eli; h nel piano a se con vicino v»e l'altra Pieno ^e^' A portolo S. Pietro, benché di mole, e d'ornamenti efigua. Ma ciň che in quefta Pieve me- merita peculiare rifleCTo , fi č che nelle fue singolari-Ghiefe fin qua prodotte, le qualiafcendono al ^J^ numero di dodici, e fi ripartono ( come dicemmo) in fette Villaggi, vi fi contano dieci otto Confraternite . Non e cosě facile rinvenire altra Pieve rurale nell» Iftria, dove il Popolo, ancorché di quello piů copioiň , militi al Di-vin culto diftribuito in tante pie adunanze. RiguardafiTrufche all'Oriente daSozer-Ła in diftanza di mielia quattro ? all'Occafo rfuoiCo»-eia Capo d'Urna miglia otto; al Settentrione da Covedo miglia quattro j ed al Meriggio da; Topolovaz miglia tre ., CAPITOLO QVARTCX F arrochitili di Marefego y e di Sani Antonio. On devono fegregarfi co'geminati Capitoli quelle Pievi, le cui Ville ne^co-muni doni della Naturafingolarmen-te fi concatenano. Sono quelle Marefč^oy e sito confi. C A . r • / 1 ° • nille dl oanto Antonio , giacenti su l'eminente pia- Marefego, nura didue Poggi, nella piacevolezza delfito> Antoni. nella feconditŕ del fěrola, e nella falubritŕ ia poco * ň forfč nulla tra effi ineguali, Ddd l S-al- 3 *6 Libj. DeĚTer&o Vie. For. detto di Covedo. S> allargano dalla Cittŕ in pari diftanza di cin-, que> infeimiglia, ed ambo s»eftendono a dominarla con lungo tratto di Mare. In fino nell'ordine difordinato delle Caie s5 uniformano, parche quefte intorno ŕ cinquanta perluoco giacciono difunite, e difeminate per le falde de» proprj Colli. E perň pofpofto il titolo piů generico di Villa, vantano egualmente quello di Corte , ň di Curia > dedotto dal? adunanza ivi lolita farfi nelle comuni urgenze dej-loro Coloni. La maggior diferepanza riducefi alle ftefle Pievi nel formale del lacroinftituto uniformi, ma nel materiale delle proprie Chie-ie diicordi. -Nulladimenoriconolciute quefte con qualeh*ordine, diftin to ne Seguirŕ il rapporto. . . ¦ Sujl piů alto, ma piano, del proprio Colle po{a la Parrochiale dě Marefego, confecrata Panochia- a^a Santiflěma Croce , Veffillo gloriolo del ffo1^" Redentore Trionfante . Si-Treggia di cinque sa°ota Cro: Altari con degna fimeftria dilpofti, e di vaghi con torni abbelliti. Il maggiore, ove campeggia la compatfionevole Immagine del Crocifil-fo, ha la propria Capella edificata con archi di vivo fallň la quale ferve pure di Presbiterio ; e gli altri (ě diftribuifeono a lati della Navata, formandole d'intorno degna corona S'aggiunge ŕ qaeft; cinque il fčfto dedicato allůneffabi- le fa fego,e di S.Antonio. 1*7 le Nome di Dio ove nel mille fčicento venti-quatro da Girolamo Rufca fi fondň il pio Con- % dčca° fňrtio, ň Zia Fratellanza de'Parrochi Foranei dmo* cos l'obligo reciproco tra gli altri, ( fčguendo 1» obito d'alcuno ) di fůfrragarfi con numero convenevole d'incruenti Sacrifici); coficche ciafcuno de'Confratelěi veniva ŕ raccogliere defifunto i copiofi frutti di quella fraterna Caritŕ, chefantamento coltivň vivo. Inftituto veramente falubre , e lanto 5 fé eccita i Popoli ŕ procacciare ancor viventi i fpirituali fůflědj ali* An ima , ad efčmpio de» proprj Parrochi > ed afTicuraquefti dique» Suflragj dopo Morte , cheiogliono per lo piů prometterfi, non effet-tuarfi da disamorati Congiunti. Fiorě quefto divoro Coniortio per qualche ferie d'Anni a e lo riportano diverle Tabelle pendenti allo ftef lo Altare; Ma al girarfi dell'humane vicende viepiů fugaci, quefto nodo caritativo li difciol-ie . Piacque nondimeno ragrupparlo due anni fono, e perche riufcifle piů ěndiflblubile fi é EP,^ri« eitefo, e riftretto alii foli Parrochi del Vicariato di Covedo, e ciň in qualitŕ di publici Curati, non di particolari Sacerdoti, coftituendo-iene Wfteflň Prelato Direttore, e Capo. Cosě parve potefle piů francamente perpetuarfiad onta dell'Inferno 3 infidiatoreinvidiofod'ogni vero bene. * ' Ai- Lifrj.DelTer.Fic. For. detto dě Co vedo i Altre dueChiefčgodonfi da quefta Parrň" iňtle. Sul Poggio detto de^Babichi, ha qui-ě4'" *a decanti Giovanni, e Paolo, colla Capel-la maggiore di viva pietra,, con fimile all'altra della Matrice¦ , dove fono l'Effigie de'fůoi Santi incile nel legno, e frnaltate d» oro, con altro Altare di S., Rocco di pittura „ e di con- cn- tornomediocre ^ SŮ4 Colle pofcia di Cen torŕ ali» eftremo del piano tiene lvaltra {biennemente confecrata alla gran Madre di Dio dal Santo zelo di Pietro Morari adě fette Giugno? del mille fči cento tretTta fette : Fabbrica dě nonmolrogiro ŕ proportione dellofcarfonumero del Popolo convicino . Allr ufo dell» altre Pievi nelle Chief e, ed Altari defcritti affi-{tonorle proprie Confraternite , dalle quali opportunamente fi cuftodifeono, e preveggo- no. Ma ali» Altare di Santa Croce, titolo del-Comune, la Parrochia, v> č la Confraterna detta del Comune x perche ad ogni capo di Cafŕ incombe aferiverfi ad efTa in qualitŕ di Confratello. Degno, efalubre Inftituto. Non fi puň meglio* reggere la propria Cafeche coli» effica ce prefi-dio della S. Croce, miftica Verga di quel gran Padre di famiglia ^ che č dell" Vniverio il Direttore fuprema, Chiudefi Marefego al fettentrionc di'Rifa- nainlontananza di miglia qua ttro 5 al Meriggio p.diMare[ego,e eliS. Antonio. gio daTrufche miglia tre; all'Occafoda Pau-gnano pur miglia tre 5 ed ali' Oriente due miglia in circa da Santo Antonio, II Colle appunto di Santo Antonio alla cui sj^ deftra placidoicorre il FiumeRifano, edalla tooi<> : fěniftra impetuofň precipita ilTorrenteDra-gogna, come s'alza quafi infenfibile con fiorito, ed ameno Poggio, cosě nella piana {uŕ fommitŕ tiene la Parrochiale denominata dal Santo del proprio nome, In altri tempi andň quefta annefla alla cura fpirituale di Govedo : ma al notabile accrefeimento del Comune di quefto Monte S'accrebbe altresě la necceffitŕ d5 edere piů da vicino a/Iěft ita da altro Parroco; «1 che volendo riparare il Veicovo Giovanni Ingenerio di/membro quefta portione di Popolo dalla Matrice predetta ; e riedificata in piů ampia forma la Chiefa primiera dello fteě- Smembra: /" r 1 1 1 y-x ' ta da Cove io Santo Abbate, d* un piccolo Oratorio ne do Vergei» r \ ¦ . n 1 . in Parrochia. formo uiv ampia Parrochia ; concorrendo a quell'Opera anta co» loroaftettuofifoccorfiil Popolo, e le fcuole efiftenti nellamedefima Chiefa. Fortunata divifione ? feliciflimodi-(laccamento? fé dovea ridondare in maggior culto d'Iddio, in vantaggio dell» Anime, e in decoro della Chiefa 5 non cedendo oggi di pulitezza ŕ molte delle Chiefe urbane , non che campeftri > Seguě quefta feparatione l1 anno .A animate di pio fervore dal vi-fuoco del Santo loro Titolare. Eee Ri- 39- Lnb.y DelTertyVic. For Jet/o di Ceueio. Riconofcequefta Pieve per fuoi termini al Levante Sozerga miglia cinque 5 ali3 Occidente Rifano miglia tre ; al Mezzo giorno Marefčgo miglia due; ed ŕ Tramontana An-tignano miglia quattro ; alla cui voltafpicca orala penna il volo. CAPITOLO QVINTO. Parrochiale d, Antignano P e della Pilla de Cani , Affiamo dalla Pieve di Santo Antonio a quallad'Antignano, cioč adire dalla fiorita iomxnitŕ d»un Colle, all'erto icoicefo d'un Monte. Ma Monte non difprez-zevole, fc quindi quafi da pretiofa miniera Girolamo Mutio , fplendore di Giuftinopoli, ed Ornamento del Parnafň, eftrafie una pretiofa favola per altro ferio Poema intitolato , l'Egida in cui gentilmente decanta le fingolari prerogative della Cittŕ, e del Territorio di Capod'Iftria , fila Patria . Finge egli, che nel celebrarli le Fette di Pallade apprettň del fůo Tempio giŕ da Gentili in Egida eretto un tal Giano di nome ha vendo ofatoinfidiareb honcfta d'una Donzella, Hercole appena av-Vedutofi con un colpo della ferrata fua Clava - lo lo frantuipň ; ed accioche non s'occultafle il caftigoalla Cittŕ, e al Territorio, ŕqualiera giŕ noto l'eccedo T lo fčpelě fotto la rovonofa macerie di quefto Monte, che per la fila alta politura fi difcuopreda ogni angolo di quefta parte fuperiore dell'Iftria. E cosě il Monte ri-conoiciuto per condegno Sepolcro d'un'infň-Iente Giano comincio a denominarfi Antigia- Nomina no, epofciacorrottamente Antignano. Sin qua il Saggio Mutio < no Non potendo efprimerfi con piůingegnofo artificio sě l'occulta origine del nome, come___ le varie condě tioni del nominato. Certo é , quell° che quefto Monte a un compleflb di prolperi, e difaftrofi evven ti poiché qui ftagionate TV ve da cocenti raggi (ohri, (1 raccolgono pretiofi Vini; mŕfcarfeggianoleBiadeper la petrofita del Svolo. Qui la Primavera dall'Eftate in-divifa né rabbiofi latrati della Canicola co* placidi Zeftěri ricrea; ma l'Auttuno piovofo in un gelido Inverno declina. Qui non s>alza-nodenfe nebbie, né regnano noiofe, caligini , ma quali in propria Reggia foffiano impe-tuofi l'Oftro, e il Borea. Che fé poi fi bilanciano lo ftento della falita el'amenitŕ della veduta; l'empito decenti, e la fŕlubritŕ dell'Aria; ia rozezza del Suolo, e l'efquifitezza de»liquori; deve confeflarfi per un mifto di Eee 2 Tea- 3 94 Lib. y Dei^er. Vie. Fon detto di Co vedo. fcambievolivicende, parteavverfe> e parte propitie. E perň ingegnofŕmente adombrate, quelle nel uecifo, e fčpolto Giano, quelle nella publica denuncia delPinflitto caftigofed ambo nel nome dall'unanime volgo al Monte impofto d»Antigiano, ň pure Antignano. Ma fc proftergando le favole , vogliamo difot-terarnela veritŕ, traifconvolti(affidi quefto Monte forfč fčpolta, s^offervi come in faccia appreflo ŕLevante sbalzano in diftanzad'unměl gl'io piů Monti, che ftefi poi con altri (ino al ¦Quarnero formano la linea diviforia del Qjo-minio Arciducale dal Veneto,ediconfiiMonti della Vena. Or quefti Monti ŕ noi contra* pofěi-, come chiudono i Confini della Camion la, cosě aprono la Porta, per cui la Germania entra nell'Italia . Dunque il noftro Monte , che le (la ŕ dirirnpetto , ed e fituato, quafi tAnte lanuam ň Ante lanum, con ragione fi oa* denomina, Anteianum 5 ň 6a corrottamente Antignano; in qtiella guifŕ che Antivari giŕ celebre Cittŕ dell'Albania, perche giace ali* incontro di Bari, oltre l'Adriatico nella Puglia , čkcCi da'latini, Antibarěum . Ma fi tronchino gli accidenti del nome, per non pregiudicare alla foftanza del fatto . dS?o6neSŁ" s" la fbmmitŕdi quefto Monte giacelaVil-b villa. Iadaeflb denominata An tignano • Villa giŕ ecce- Cap. j. Var&Antign.e della Villa de» Carii. 395 eccedente tófanta Fuochi, ma oggi per 1» ia-ceflante empito de» Venti molto diminuita. Quelfbffio, che dilata altrove le fiamme, qui le riftringe j e {compaginando le fabbriche, ipegne i Fuochi. Pare perň alquanto migliori, riedificandofi in fitomenoefpofto. Nélafua Parrochiale, nel mezzo delle Cafeeretta, la-chěefaM rebbefi prefčrvata per piů fecoli illefŕ, comeS." l tuttavia fi mantiene , fé non le copriflero gK homeri alcune mura, benché diroccanti, d*-«n Torrione, ň fofle piccola Rocca dirizzato giŕ su l'eminenza del giogo. Cosě pure pre* munita a fronte con la Torre dcfŕcri Bronzi, adonta de^Ventiqual pietra fida, edincon-cufsaperfevera3e confifte. Eelladigiro, ed»-alrezza moderata, colla Sagreftia antica, e tre Altari nobilmente riftaurati ; il maggiore de>-quali nella propria Capella s'intitola ali»Arcangelo S. Michele j e lě due laterali al Sacra- . mentato Signore, ed al Santo Abbate Antonio . Oltre gě'ordinar) Apparati all'ufo del Santuario prefcritti, vi fono piů vali dj argento , ed alcune fŕcre Reliquie in fini criftalli decentemente racchiufč 5 quafi che 1» eminenza delfitoinftilli negli habitanti fenfi di piů elevata applicatione allo fplendore della Chiefŕ, Nello fcendere d» A n tignano alla Valle . j. Par. d> Anti^n.della Villa de Cani. 197 batti b accennare , che riguarda all'Oriente Popechio; al Meriggio Co vedo, edŕPonen-te Capo d'Iftriain eguale diftanza di cinque miglia perluoco; Ed ŕSettentrione Trierte miglia fei. AllajVilla de»Cani, pofta alle radici del Monte ora sbozzato , fpedita fcorrelamano, Cam quanto velocefeende il piede. Suqueftodolce Poggio da ogni lato fruttifero, con due linee di Cafčŕ guifadi protenfo Borgo ftendeii la Villa; la quale fé nelMngreffo fofle riiTer-rata , fčmbrarebbe piů tofto Caftello , che Villa. Porta il titolo de» Cani dalla nobile Famiglia di tal Cognome ,e Stemma,come rimo- f ftranodiverfi marmi efiftenti nella Cattedra- ™-Je, edin S. Domenico 5 E quefta per lungo tempo dominandola le imparti il proprio nome . A nzi s'č vero quello accen na 1» ingen uo Petroněo > che 1J ultimo degli aftertuofi Tuoi ^\ Padroni, fcorgendo giŕ irreparabile lareci- 77i* ¦fionediluaftirpe, le condonň generofoogn'-obligo di Decime , di Praude, ed' ogn» altra Regalia ; quefto titolo-de*Cani farŕ fempre gloriole», ed honorifico alla Villa , mentre con erto, quafi con una marca d'indelebile Gratitudine, viene ŕ perpetuare la viva memoria delfuo Padrone eftinto. Ł ben s»addat ¦ taanco ŕ gě5 ifteflě Coloni, che in tal guifa de- 3 92 Lib.DelTer&o Vic.FcY.dtttcňŔCoitdo guarnente coltivano del Cane la commendabile fedeltŕ, ed il fedele amore, l- Affi»* A capo delle Cale , ove sgorga copiola v°s^a Ma'Fontana di frefchiffime Acque, s» erge la Par-trKe" rochiale, intitolatala AfluntionealCielodella Beatiffima Vergine . Godea qui la Villa l'antica lua Chiela > mŕriuŁcendofor/č,ňmeno convenevole al culto Divino , ň incapace del tfai Popň Popolo numerolb, rilolle riftaurarla con altra dotata?'epi^ decente, e maggiore . Quindi compita _ Tr ; quella, e dal Comune di convenevole dote Ifeg. Val. 1 to'ki.fii proveduta, il Velcovo Valareflň nel decimo sL' Fab- giorno di Novembre, caduto in DomenicaK brica. .11 / r anno mule quattro cento novanta tre, co» la-eri Cnlmi biennemente la dedicň. Non po-tea qui drizzarli fabbrica piů degna , malfic-eia, lucida, e in tutti numeri riguardevole. Il Vicariato non ne ha altra eguale -, e la Dio-cefi la ripone nella clafle delle prime* S'allunga con moderata Capella di Gottica Architettura , dalla cui Volta di vivo laflo pendono i Nobili Stemmi dello fteffo ValarelTo> ed altre famiglie, forlč concorle co»generofifuffi-djallafondation^ di quella ; e tiene ŕ fianco la Sagreftiadi confinale lavoro. Qui s1 innalza l'Aitar Maggiore, di (odo intaglio riccamente dorato, col Simulacro della Vergine Alsun-ta tra li Santi Precurlor? Battilta , e X Apofto- lo loAndrea . Corrifponde alla facramenfŕvago frontifpicio, perfetionato di recente, colla fealinata di bianco marmo in piů gradini ripartita > Nel corpo dell»4mpi^ Navata dal Presbiterio con alto colonnato divifa 9 vi fono quattro Altari 5 ali* Auguftiffimo Sacramento, ali» immaculata Concettione , ali» invitto Martire Sebaftiano, ed al Santo pellegrin ante Rocco y Protettori preiciélti dal Popolo nell» emergenze de» trafcorfi contagi, ň altri infbrtunj. Nulla le m$inca di quanto xichie-defi al culto, ed al decoro di nobile Chiefŕ 5 Non cedendo ŕ piů d»una dell» urbane ne» Re-liquiarj,negl»Oftenfňrj,aelle Lampada,nella Croci, edinaltri Vafi di ricco.argento. In diftanza d» un miglio allaiponda del fiu-me Rifano fotto R.ofŕriolo , pofliede ella altra Chiefŕ di fůa antichiffima ragione detta Santa Domenicano ve la Nobile Famigliadelf li Conti Borifi pochi anni fono ^ fé» riipknde-re la fňlita fěia pierŕ, allungandola nella parte fuperiore, e rialzandone alquanto il tetto in miglior forma # Nella Palla d'accreditata Pittura li Santi Andrea, e Leonardo leggiadramente fňftentano la fanguinofŕ Croce delhu-manato Redentore. Dal che fi denomina la Chiefa Santa Domenica. Ma lalciamo d» abufarci di termini prelentanei, ormai improprj j Fff fé mtnica Libj. DelTerZjO Vie. For. detto di Comedo. fé inopinata fventura, accaduta a quefta Ghie-fa il di vigefimofčfto d'Ottobre dell'anno mille {ti cento novant» otto, h ha riddotta al non eflere, ň al piů nella ferie degli enti preteriti, pradava ad efsa il Capellano nel giorno c^dir°c"predetto, per celebrarvi la Santa Mefsa; quando in breve diftanzala vidde ŕ diroccarfe-ne rovinofa al fuolo. Forfč non tan to la fragile conditione des materiali, ň la mifera incuria degl» artefici, mŕpiů 1» empito de» Venti Sir-rocali, e il diluvio delle pioggie inondanti, che per piů fetiraane furiofŕmente la berfa-gliarono, diedero l'ultimo crollo al lagrimofo infortunip. Ma Santa Domenica, feftalapiů frequente, che nel giro dell» anno fi celebra dal Popolo fedele, faprŕ eccitare in quefto la di-votione di rifŕrcire con nuova fabbrica la grave perdita, e di rialzare in miglior forma la diroccata Chiefa. E^ceftofi- Al governo fpirituale di quefta Pieve iog-viiia del %^c^ono anco i Coloni della picciola, mŕp.n-gue Grancia del Cartufiano Monaftero di Valgiojofa nel Territorio Labacenfe 5 Come pure quelli della Scoffia di mezzo , feconda delle tre Ville , dette le Scoffie, perche gia- centi ne* fondi del Vefco va to. Confini delia pie- Termina quella Pieve al Settentrione con ve Muggia miglia quatrom, AH' Oriente con An- ti- Confini eli ve '¦ Cap.j.ParJ* Antěgn. della Villa de' Cani. 401 tignano.due 5 al Meriggio con Covedo quatto, ed ali1 Occafb con Rifŕno due. CAPITOLO SEXTO. P arrochiate di Rifatto con fue Chiefe. olarono piů Secoli, che la Pieve di Ri-fano, qual minuto granello dell'Evangelico Senape, perniano della Gratia Divina fi feminň alle placide Sponde di quel Fiume, che le da il nome; dove pofcia felicemente nata, e toflo crefciuta in un miftico Albero d'eterna Vita, fi diftefč co vafti, edan-nofi rami fino alle mura della Cittŕ 9 ed agi» eftremi de^fuburbij caricandofi per il lungo corfo di quattro miglia da un lato del Fiume, e di fei dall'altro 9 di tanti pretiofi frutti, quanti fé gli aferěvono Fedeli 5 oltre il moltiplico di fopra venti arbofcelli, che tali ponno dirfi le figliali fue Chiefe, A talché fé un Fiume terreno colle criftalline fue acque l'accolle, e la ften de 5 il Torrente celefte colle feconde tue benedittionirirrigň, eWnnondaGon quefta placida e favorevole piena di tante acque farŕ facile il ftrafeorere dell'uno, e dell'altro Ri- Fff ^ fano, . LikjMelTer.Wc. For. detto dě Cove do /ano, .cioč del Fiume-* e della Pieve, le pia notabili conditioni. Penuria r- Deplorali dalMftria la mancanza d'acque Ac^iroViorgčnti K e fŕlubti fingolarntente nelle parti genti, inferiori, cominciando dal Cariň d'Humago (iridai Promontorio di Pola> dove l»arficcio y e fpongiofň terreno é piů acconccio a fucchia-re l'acque, che a difenderle . Che (č beneficio il Cielo non lafcia d'irrigarlo con larghe pioggie, raccólfequefteinangufti, egrotef chi'fčmfacilmente infracidifconai vi ftagnanti. perr°ňvid^ Tuttavia la Natura, giammai yerfň de'fůoi fi-Parci cruda Madrigna, laprovidde diquat-trol'impidi, e cogoli Fiumi. Elonol'Ania, che uicito dal Lagadi Gosliacoiotto d'Albona entratici Seno Fanatico, ňfia Carnario, det-tooggiC!Jaarnero; II"N'auporto>- ňfiaQuie- -to ,. chfc dai Monti (opra Pinguen te , dove Zampilla, fcorre nelUŔdriatico tra Cittano-va, eParenzoj IIFormione^, cheigorga nel fčno Trieftino in vicinanzadiGiuftinopoli, e volgarmente s'intitola Rifano 5 Ed iiTimavo,. che fcaturendo da nove Fonti appreflo Ovino, sbocca copiolo nell'Adriatico tra Aqůilčěa, e Triefte. '¦ r:m\fu ; Comincia il Rifano (nulla ritoccaHdň^é^li-altrf afěai rimotidal noftro affunto)apjp*effcMa: Chiela della Madonna di Befovizza nella Va 1^ le: Cap. <;éPar. diRifano, e fneChiefe: 40j lediLonchein faccia ŕ covedo, la quale č il termine diviforio delle due Diocefi Giuftino-politana, eTrieftina. Qui dalfčno di pochi, ma afpri Saffi, sboccano le fue acque con un rigoglio cosi furiofň, che pare egli nafca bollendo, ň bolla nafcendo. None, per cosi dire, ancor narro* che di rabbiofo furore vomita dalla bocca la fpiuma, e fé ne riempe il feno y e da quell'empito di fůa eftuante fcatu- Donde fa • • r /* 1 • 1 • \ 1 • 1 • r» • detto For- ngine torte gli derivň l»anticonome di Formio- mione. ne > in quella guifa che la Patria de'Leftrigoni, Popoli impattati d'impetuofa fierezza, e di rabbiofo furore imbevuti, dicefi Formia , ň fia ISlormia, dalla voce Greca Formis> ň pure, Hormis 9 efpreflěva , fecondo Servio, dell» empito nario dique'Popoli, onde effi pure da Formia, Cittŕ nella Campagna, Formtani, e Formioni fi denominarono, come li diflero Ti'- L'IV- n • • 9 liuto* fi, 14"< Tito Livio e Carlo Si gonio* Quindi anco il s*°"-j**t Golfo di Gaeta, perche giŕ confinante alla det- R°m>lib- j ta Formia, chiamati ŕ noftrigiorni Sinus For-mianus. Che poi quello Fiume dagbeftuanti bollori di fua fcaturigine deto Formione, s» intitoli anco Rifano, cioč, perche la foce, dove egli sbocca, chiamoffi anticamente Cifla- e perche no. Forměonis Flwvii ofliaCifianus \ fcrive nelle fua Geografia Tolomeo , onde pofcia commutata la lettera C in R. con piůfoave ^ Pr°- s. VelTer&o Vie. Far. dettň ŕi Comedo pronuncia, CiJJano, fi cangiň in Rifimo. Ma perche intitolarli Cifsano la bocca del Formio-w*> "ne ? E certo , che Ciffa Fluvius eli Cappado-cU apudColchědis fines in Euxinum Mareinflu-ens. Dunque i Colchi venuti dal Mare Eufi-no ŕ foggiornare nelHftria, dove fondarono Egida , oggi Capod»Iftria 3 puň eflere, che alla forgente del Formione ingiungeflero il nome di Ciflano, venendo ŕrinovar nelHftria la memoria del Fiume Ciffa, daefliabbandonato ŕ i nativi confini di Coleo. Molto piů che allo ftenderfi degli fteffi Colchi alle fpiaggie maritime delHftria verfo d3Oftro , erreflero poche migli di qua (opra la Punta di Sai vore un Cartello con lorteflfo nome di Ciffŕ* detto ŕ U° perche forfč qui chiů-Ruota ai defi lardine de'Molini, ed aprefi il varco alla navigatione Memorabile per piů titoli č quefta Chiefa. Qui an ni fono celebravafi ricca Fiera denominata di Rifŕno, coll'interven-to della Cittŕ, edelfcxoMagiftrato; la quale poi fi trafportň in Giuftinopoli, dove tuttavia fi continua per l'annua Dedicatione della Cat' Frequenta- tedrale. Piů celebre fi rende dall' incettante tadaFede- . il divotionede*Popoli, li quali da piů parti vi concorrono con publiche Proceflioni . Ma celeberrima fi č per le molte gratie, e miraco- e copiofali dalla Divina Clemenza ŕ prň dejFedeli per ^de Prodl-me22o di quefta facra Immagine copiofŕmen-te oprati; trai quali infigne č il fatto occorfň ReX.*RHfc*nel mille feicento ventidue, quando da un * '"Marinaroproveniente da Rovignoperlama-cinade'Grani, fveltafi una pietra dallefacre pareti della Chiefa, la barca giŕ aleftita al cor- fo, Tom Cap.c%Par.diRifano\efueChkfe: 407 io , nell» auvicinarfi alla ripa della Chiefa a galla dell» ac^ue s'arenň, rimanendo immobile , affai piů che le arredata Miaveflero ň forti canapi, ň ancore tenaci -, né mai ftaccof-fi finche il Padrone , accortoli del fallo com-meflo, con atti d'humiliiUmo rauvedimento non portň ŕ piedi dellaiŕcra Immagine il rapito faffo. Non č fabbrica di vafta grandezza, e folo negl* ultimi anni s» alzň ŕ proporzione il baffo fuo Tetto. Di qua auvanzando il tratto dellaftefla Pieve su'l Monte vicino delle Scoffic( fono queft^ tr>c Ville , come dicemmo , ne» fondi della Menfŕ Episcopale dirizzate , che coltivano il Monte, reiňormai tutto fecondo ad onta del fŕfso) habbiamo la Chiefa delSantoApofto- Chěef* dě lo, edEvangelifta Matteo , nell» anno mille aia l fei cento fčttanta tré dalla divotione di quegli habitanti eretta « e dalla pietŕ diFrancefco Zeno confecrata . S* allunga quefto Monte con infčnfibile altezza , ma co» nomi diverfi ^ fino al capo dell'Adriatico , detto la Punta grofsa, pofto ŕ dirimpetto della Cittŕ. Qui svergono piů Chiefe. In primo luoco quella di .dannano; mi apprelsol altra dio.Canari- no. naj efieguono a Gafello le duediS Girola- ia mo, e di S. Pietro in poca diftanza dal Cadel-k) di Muggia. Ritorcendo pofcia per la ipiag- Ggg giŕ ) 4o 8 Lib. $. Del^er.Vic. Fňr. detto dě Cave de. giŕ marina verfo lo ftefso Rifano il cammino, sůT altrafponjda di quello ŕ fronte della Pieve sy incontra il Mon te Sennino,an ticofondo in gran parte del Veicovato , e dell» Abbatta dě S. Cipriano, ora incorporata-ai VénetoSemn nario Patriarcale. Alla falda diquefto.. Mon-te.bagnata dal fiume v č b antica fabbrica, ma La Ma- °g§i rovinofk della Chiefŕ intitolata la Ma-1a Rofael* donna della.Rofa { alle Rofc terrene poco gio-ai nume. va y perche non isfrondino, la vicind. corrente dell'* Acque ) e su la fommitŕ del Monte s»~ e s Gior- alza quella di S. Giorgio nel mezzo d» Vlivi, giosůi ser d e*Viti., e de*Frutti, de*quali efsendo tutto il Morite ricoperto rafčmbra ilfňggiorno non fevolofe diPomona. Non cirincrefeain fcnQ cosi amenapoiare un tantino il paiso. Vuole il Manzioli, e con eSoilPetronior Breve di- ct>fesu4gěogoi di quefto Monticellogiacelse la T' ricantata GixtŕdiNefattio;, echeilRifi.nofia quel Fiume, che dal Confňle Claudio in altra alveorivolto, portňfeco 1*aequifto non tanto dell» assediata Metropoli, con la morte d^E pu- fe&° Signore., e Ré degUftri, ma anco delle due Cittŕ, Mutila, eFaveria, econquefte dituttalaProvincia al Ro manoJmpero. IJĚria lěv. tota ( riportali il fatto da Tito Livio ) trium oppidorum excidio > & morte Regts pacata eB.\ omnefy mděqiůJ?apuli> obfidibus datis, in di- tio- 4lvtI1' f. ParidiRifatto ^ tfke Cbiefe. 40* tionem venerunt. Ma fé ciň foflč ; con qual fondamentodi veritŕ Tolomeo nella fuaTa- ?lfcc!T,r dante dalli Ąola Geografica deli Italia ennuinerando i luochi piů cofpicui dell* Iftria, fecondo l'ordi-dine del loro fito, rollocarebbe Nefattio oltre Pola appreffo il Fiume Arfia ? iftru{ dice cgli)poj}flexfimintimi jddniaticiSinus, Ter-geftum Colonia, Łonrn>nisfhvifofiia, Paren-těum , Pota Nefaŕium finis Italia . Al che aggiunge Michele Vill&novanosielk'fue di&f-te Annotationi. VltrahocGpp'tŔuminmanu- S {cripto Italico Codice Arfia Fluvimfinis It*lk jr ŕefcrtbitwr* Veritŕ ricandiciuta an co da Plinio, ^ il quale prima di Tolomeo fcrifse. Opida iftrĚM vlimm /;fc ^ CwiumRomanorum Egida > TarzntwmyCo- "?• r8-Ionia Tolay qu&nunc Pietas lidia ale fiŕ^er^ gč fio ctntummille paffus. Mox Oppidum Ne-faéěium ? €§* mene finis Italia Fluvius Arfia. Ali1 euvidenti auttoritŕ di quéfti gravi Geografi fé non cede vinto il Petronio, alme- t no fi fchenmiice ingegnofo> geniMiandoiěelK nňiUNéfŁ Iftria i Nelactif.. Vno ali» Arfia oltre Pola* l?0^v* comeafferiicono Plinio, e Tolomeo, zkdl-L!bi^ tro sů'l Sermino apprefso Rifaiio, di cui s» au- M «*• vertil» Iftc»*icoracconto di Tito Livio. Biztat-ro ripiego.1 Ma come di ciň egli non produce mallevadore alcuno, cerchiamolo Noi tr ŕgli Scrittori. Tré fé ne rinvengono decidi pie- na Ctuu. hai. cap. z i - 4*o LěbjDel Terz,. Vie Tor. detto di Comedo nafede, che forfč fono fingolari nel ritoccare4 tal materia. Sono quefti il Cluverio con Abramo Or telio nel fěio Atlante; II Ferrari nel luo Lefllcon; E lo Sehonleben né fuoi Annali. Odaficome eflě ne parlano . Dice il primo; Patet dilucidrffimčfuiffč ex Livio Nefattiwn in noviffimojine Itali a , ideftad Ofiium $Arfi& Fin* minis dextera ripa * quanunc^ Cajielnovoy eonfpicitnr Oppidmn « Pia chiara il Secondo) Nejaitium, NefaBum Ptobmeo, Nefaótiwn . v. Lvvio> Ca/iel nůvó^cflc JyjgroJJtppidnm lftrh, nu confinia, interPolam[eptemdecimy & Al- vonarn qnatuor mille pajfm. Ed il terzo ; Pro- *JĚnn!tm, confd Manlius \Ulrortitn oppidis exercitum Ton<ě yrb' ddmovtty obftdiorztcingit y hodičCaflelnovo^ foi. 90. ' quo Regern Ifirornm migrajfč cognoverat. E del Confole Claudio ripiglia \ Hieobfědionemcon- tinttat e? Amnem prater labentem ( sArfia e fi } multorum dkrum opere exceptum nova ahsa _. . avertit. Dunque il Nefattio conauiftato da*- giacque Romam perla rivolta del vicino fiume , e da sui Strmi. Livio defcritto- non giacque sul Sennino, ed apprefioilRifŕnor ma fopraděPolaalFiume Arda. Chiefe proftergando 1» accreditataaut- toritŕdi quefti degni Scrittori, fi perfifta nelli due Nefŕttij nel modo preindicato , rendonfi quelli fuppoftitij per i conseguenti affurdi, : • " " " Pii- Cap* ff.Pdr. di Rěfano, ejue Cbieje : 4* * Plinio, eTolomeofcrivonolňlo del Nefŕttia di lŕ di Pola al Fiume Affla, e nulla accennano dell'altro sul Sermino al Rifallo ?• e come non $> incolperanno di Geografi trafciiratiSaldando nell* oblio una- Cittŕy ch^era la Capitale della Provincia y eia Reggia del Re dominante, quando riportano Pinguente, Albana , ed altri Luoehi piů minuti l Cosě Livio dourŕ tacciarli d» Iftorico, le non infido almeno confufo nel rapporto d» un fatto cosě me1-morabik, €ome fu l^acquifto della Capitale col dominio di tutta k Provincia fenza contra-tradiftingucre 1»una dall»altro Ne{ŕttk)5 ove && il fato accentatamente fegul. Dopo ftefo l^.l/ quello mio debole fentimento , lorinvengo auvaiornto dalMftorico di Triefte. Tale fi č della veritŕ la poflčnte virtů, che infinuandofi nelle menti bumane y per altro dilcrepanti>le feconda fovente d'uniformi concetti. Mŕdo-ve piů lungamente c'inchioda il vano defide-rio di rintracciare cofŕ del tutto, e profana, e diftrutta ? Siafi di Nelŕttio ciňdifpofč il Cie-lo; alfacro, e permanenterefiduodella no-ftra Pieve riaffumafi dal Sermino il corlo, e con piů celere moto fi compenfi il tempo fin» ora perduto. Al fianco finiftro di quefta , sy ergono;iAk Colli egualmente fruttiferi > de9 Pobeghi, e fé di d ^. $w,d?lto di Comedo de»Sertoohi , alla fceěa d^qmali li ragruppa' GIo un nodo di cinque Ctaiefč; e fono di S.Gio tifta in Battifta in Prade , lus padrona-to della Farni-gliaijrraviie , inltituitoi anno vaiile cmque¦• rlm. ifil'. ccmo cinquanta feidalk pietŕ ŕi Gio: Battifta Nobile germoglio di -quella, e ton folenne pompa confecrata da Tomafo Stella ŕ dě venti-{ci GeTinarodeliůfieguente feflant* uno; di S. s Mxheie Michkle Arcangelo in Ariolo,* diS.Tomafň SaoTo^na- Apoftolon^llaGqbtradadiqueftonome, pur iOi confecrata alii tredici Ottobre del mille trecento včnti cinque da Tomafino Contarmi ; - di S VbaUo nelPoggio intitolato dal medefi- moSanto ; e di San Sebaftiano fui Colle di rf ribano. Anco tě giro alla Cittŕ piů vicino, come cingeiě da v^rie Colline, cosi eiemina-to ciipiů Chi-eie » A piedi di Ganzano s» erge a cima- quella del Santo Protettore Nazario ultima-zkT. a r#en te riftaurata, eda Noi il decimo nono d»-Ottobre del decorfomillefeicemonovant»ot-toco'facri Crifmi infignita 5 aflegna'PKloleil folenne Anniveriarió la Domenica in Albis. a Barbana Su lefŕlde -di Barbala quella di S. Pietro col &o San Pietro. _, . j^ • i mi • annego, edantiC© Romitorio, -nelmillean- que cento trenta oiftq-ae riedificata da Antonio Sereni, e da Gio: Battifta Grifoni, fé-^ . detite nella Cattedra il Valvafori. Epiůoltre ° quella di S. Margarita, e di SantoSteffano de- nomi- Cap.č.Par.di Rifano> e fueChiefe. 4*$ nominanti quei fruttiferi Colli. Nelienopoi delle predette fi dilata in ampio quadro l'aperta pianura , detta Campo Martio , la quale i« e alla florida Gioventů fervi giŕ di Pakftraper1J efercitarfi ne* militari divertimenti r ad ufo ŁŁr del Campo Martio* ň fiaTarquiniodiRoma,739> e danoflritempičil pofto,dovela miliria Vf-banas'agguerifee nel maneggio debellici ftro-menti. Ali5 eftremo di quetta pianura fi mirano le veftigia della Chieiŕ giŕ intitolata S. Rocco, dove in altri tempi fi tumularono ica- s-daveridegl^infelici dallapefteconfunti. SŮ4 dorfo pure d'altri due Colli contigui denomi-n atr daiTitolari delle ftefle Chiek, veggonli S. Vittore, e S. Marco, fé ben e quella quafi e's. diroccante, e quella da Mare Antonio Bianconi riftaurata. Anco in Villifana eu vi quella di S< Croce * ed in Prove altra della Vergine Madre. Finalmente neVColle, che porge ali'-na Adriatico , e s*intitolaSemedella , giace la Chieft di Santa Maria delle Grafie, ň fia della Salute. Ed appunto pietofiflěma Madre di Sa-Iute verfb bagonizante Cittŕ dimoftroflTf Maria, liberandola dal peftifero morbo, che nel mille fči cento trenta approdato ŕ quefto ^ Porto entro un Navilio infetto, nel breve giro <*/-. W-d' unannofedel tutto nonl'eflinfe, lalafciň ^i% meno che fčmiviva . Di cinque milla habi- ~ tan- 4*4- Lib$. Delter&oVie: Voraneodeto Covido. tanti, sů'l fine dell» anno fěiffeguente , fé ne fiitt^daiia contarono fuperftiri Colo miUe cinquecento. Feiie. Guaiŕ Giuftmopoli, fc alle precidi Maria non Ci mitigava il rigore delloidegno Divino. E ben le n'auviddequefto publico Confčglio, che con Voto federine allora s8 obligň d» erigere ,r .,. nel Duoino un maeftofň Altare alla eran Ma- Voto della . . O cittě d'eri- dre iua benigna liberatrice . Ma come ritarda- «eie un'- ..v -i i • ě i %r Aitare. to per pvuannil' ad-erxipimento del Voto, parve bene compenfarlo co» 1* crettione d» una •Starnuta Cliieianel luoco fteffe , ove s»erariofčpoltii tioud'una defifanti appettati, che fu apunto alle radici di Semedelia. ApprovoSiJa pia, € grata per-mtica dal Velcovo Morari, il quale compito il ub.Bet,efic materiale della Chi eia , adi ventiquattro Aprile del milte fei cento quaranta affiftito ^lal Clero, dalla Cittŕ, e dal Popolo biennemente la benedě, iuftragandofi in appreflb con pompofč Efčquie l'Anime degl»eilinti. S» aggiunfč in oltre h obligo di portarfi an-Fi ualmen te con foienne Procefllone alla Chie-li de» Minori Conventuali nel giorno feftivo dellummaculataConcettionedi Maria, memorabile per il iňllievo dalla Pefte j e di vifita-re nella Domenica feconda dopo Pafqua la ftelfa Chieiŕ di Semedelia ; il che con inalterabile religiofitŕ tutta via s» oflerva . fin qua il giro della Pieve, e eoa p 6m Par. di Rifano, e pie Chěefč : 415 efso il rapporto delle molte fůe Chicle 1 mi come di quefte fi ravisň il fi to , e non lo ftato'j fi difle ove giacciono, e non quali fiano j ac-cioche rielea l'opera meno mancante, s»ac-Fabbrica, ceniiino almeno la loro fabbrica , la marni- Manuttn- . m tiene, ed tenzione, epvficiatura. Gonfiano tutte ali»- vficiamr* ufo delle Chiele campeftri, che loro appre- fé predette* ftarono il modello, d» una lemplice Navata, grande piů, ň meno ŕ mifůra del fito, e con uno, ň piů Altari, come dettň la pietŕ de*--Fedeli. Affiftono al quotidiano loro loftegno » ň diverfe Famiglie della Patria pofleditriciin vicinanza di quelle d» alcun fruttifero Podere, ň varie Confraternire laicali, che fi ricoverano lňtto la tutela de que» Santi Titolari ; E fi fŕntificano colla celebratione dell'incruento Sacrificio da piů Capellani > Iňftituiti nelle forme prelcritte ŕ lňftenere le veci del Parroco attuale. Tiene quefta Pieve per fuoi confini all'Oriente la Corte di Santo Antonio; edall»-Occafň la Cittŕ] di Giuftinopoli in diftanza di Confini tre miglia per luoco; al Settentrione la Terra c iere# diMuggiaj ed al Meriggio il Monte diPau-gnano con eguale lontananza di quattro miglia. " " " Hhh LI- L } B R 0 SES T CX ultimo y*csriéUo Foraneo ? Vka" fi A PITOLO PRIM Q. TmrochiaU diC*rcauzje, e fa Ville,. Inoltra felice ali? eftreme foc lmeel^idea-ta Deaerittione , «quando ŕsciarapife il quarto? ed ultimo Vicariato della Diocefi. S'intitola <|oe(lidiGarcauze, non che 1» honorifico Carattere di Vicario Foraneo, dipendente fňlo dal faggio arbitrio del Predato > vada anneifo al Parroco di tal Pieve > tiiŕ come quefta, tra le Parrochiali di fůa sfera , e delie piů coipicue, cosě conveniva qua-lificafle il Vicariato col proprio nome Co- lincia quefti dal Colle di Cafone, difcofto ^aCapo d* Iftria tre miglia 5 e girando verfo Tramontana nelle attinenze di Valderniga, e d'Ifola tocca Sizziole 9 ,ed il Carlo di Bujeŕ Ponente 5 fcorreappreflblaDragognaalMe-ii e /otto Laverŕ, e Gemme ŕ Levante ccm Cfp.t. PjrrwhůilediCarcau&e, e fise Vtlle. 4-1 f compHce ilfůocammino. Le Pievi in eflb rac-chiafe,. fono Hftcflb Carcŕuzc , la Villa di Monte ,- Paugnano , Coffabona , Caftel Venere ? e Corte d*Ifbla ; poche di numero, ma perle Chiefe rparfenelle Ville loro annef fč^quivakntiŕ j-nólte. Eecofrelata, e ripartitala materia dell» ultimň libro 3 a cui per totale compimento fiiov e de* precedenti s»ěag-giungerŕ un»Iftorico raguaglio delP origine, e della Religione prňfeflkta; dagli Habitanti nella Cittŕ , e nella Diocefi y ed uri minuta epilogo de*fuof Fedeli, che coltivando le maffinicEvangeliche in grado erňico, di qua poggiarono feliceniente all'Empireo. Cosi dal Lettore maggformente cňmprtnderaffr Io flato della Chi eia GiuffiriopoKtanar, ciifeer-ne ndofe rimarcŕbili conditioni del fuo Gregge j: epiamente egli;afferirŕ non eflervi angolo coslriffretto' dell*O^be Cattolico, dove la: divina, Gratia non operi alcuna de^fuoi maggiori prodigj. Avvan^iamňci Noi traenda dalla prima Pieve il dilcorfb., E Carcaute Caffello atntichiffimo traGiur- Po fliinopoli^ ed Emonia: > ň'piud'apprefFotrŕ Hňfay eBuje. Il Cňlle r e perň quello ŕ ffanchr, e al dorfň fi premimi kllnatura di feerfeed dirupi3 ed ŕ fronte, facile riufeirebbe lj accedo , sy^fficnro Hhh i dall- Lib.éDell* ultěmoVicJEor.dettoCarcauzje. dall» humana induftria con una cortina d'alte mura. Se bene al rivolgerfi degli anni corro-Łč quefte dalla voracitŕ del tempo, ormai cadono , ed infenfibilmente diroccano . Ma giammai scilinguerŕ la gloriofa memoria d'ha ver egli piů volte ne» primi tempi, fňftenu-to, e frenato l'empito delle icorrerie nemi-**]." che * Scrive il Petronio , che il Patriarca A-quilejefe Volchero, allorché dominava 1»-Iftria col titolo di Marchefŕto , commife la ibura intendenza di quefto Cartello ŕGavar-do Gavardi nobile Giuftinopolitano intorna al mille ducento dieci non tanto per rimunerare il militare valore del prode Duce, fčgna-latofi nella Battaglia contro Lodovico Duca di Baviera , quanto per ailicurare al propria governo la rilevante manutentione del Pofto. iib. 3. Ed aggiunge lo ftefto Scrittore, che la Vene-taRepublica^ fbttoildicuifoave, epoflen-te impero s» era giŕ ricoverata la Provincia, fé»-un generofň donativo nel mille quattro cento cinquanta di quefto Caftello, co» 1» altro vicino di S. Pietro d» Amata y ŕ Buono della nobile Famiglia Vittori, in riguardo delle glorio-r feImprefčdae(Tooperatenell'aisedio>enell'- acquifto di Crema > refŕfi al Veneto Dominio nel Settembre dell'anno antecedente . Sic cheŕCarcauze pure riuJcifse piů fruttuolŕla Guerra che la Pace , fe trŕlefcofse di quella egli pA. P arro chiale di Carcau&e, ejue Ville .419 egli r ifiorě, e nell» otto di quella illanguidifce. Ilfuo recinto, benché non molto vafto, fi riempe di Caie, e d» Habi tanti, v ŕ t quali benigno il Gielo tra gli altri comodi temporali comparte un Fonte di criftalline, e frefchiflě--me acque , fgorganti fotto il Cartello in lar^ ga vena. Au venturata 1» Iftria 9 fé in tutte le1 fůeTerre» almeno piů infigm, zampilaflercf acque cosělimpide , efŕlubri. Anco rigirar^ devolenelfoo genere e il Territorio, che oltre gl> Vlivi fi feconda d'ogni latod» elquilětc Viti, dette Terrene, ottime peri1 ufo quotidiano delle meilfč Signorili. ě^el Cuňre di Carcauze fifiede la fila Par-rochiale, Chiefŕ ben regolata con piů Altari, de* quali il maggipre fi dedicň al gloriofiffimo Duce della Militi a Celeftc 1» Arcŕngelo S. Michele; affiftito dalli due invitti Campioni, e nobili Fratelli Giovanni ; e Paolo. "Nonpo-^ tea qui feieglierfi Tutelare piů poflente,ne> piů addattato . Cinge il fěio ingreflfo col proprio Campanile giŕ ridotto in alta Torre, eficuo-pre il dorfb con decenteSagreftia, aggiuntavi dueannifňno dopo piůfecoli. Numera di fůaGiurifdittione tre Chiefč * che erettele Sue d'in torno pare la ftringano nel proprio fčno, ed altre fei ripartite in tre Ville , che piů da lungi la fiancheggiano .Le prime fono di iSanto Steftano Protomartire alle fponde del- |^ la s 4 2 o Lit& s. Mauro la Dragognsu di S. Mauro Abbate swl Colle ^S a fronte del Caft elio ,> ediS.SteflSnoPapa, e m. Martire sŕia ffrada di Puzzole: Quefc ultima, eia prima s*uniformano di grandezza, noa uguagliando perň la feconda > eccedente di giro la fteflk Parrochiale ... Ha ella tre Altari č fronte in buona , e larga pofitura> né quali dimezza la facra Immagine del prodigiofň Mauro,% al lato deftra cavi quella della Santa Imperatrice Elena con la Beata Riftauratrice delCarmeloTereiŕ 5 ed al finiftro quella di Sant* Orfbla col numeroio ftuolodelMn viete fue Vergini., Dalla pittura che adoma la facciata interiore dellailefla Ghiefa, eleggefi delineata nel mille tre cent*ottanta/ette, chia--raxncnte rileva/1 la di lei conftruttione almeno^ in quel tempo,, fé noa prima. Euviancordi notabile cornei» quefta, e nella contigua deL S.PapaStefl&novi furono giŕdue. Qiiericati j equeftinori del tutto tenui y mentreibftenea-no l'ordinario pelo delle Decime Apoftoli-che. Le tré Ville, dove dicemmo eUftentialtre il- &ěQhi^Łcr fi deniCHiiinano S: Pietrod* Ama--e ta, Villanova y ePadena. SaaPěetrod»A- mata, altre volte Cŕfě:ello ěiumerofb di quaranta, epiůfuochi^foggiaceoggiallecomu-ně feiagure alquanto diminuito . Non perň* fcemalafoapriilina divotioneallaChiefaqui dedi- l dedicata al gloriofň Principe degli Apoftoli Pietro 9 e la Chiefŕconfč- fp crata alii dieci nove Maggio delmille lei cen-5antO to trenta tre dal Vescovo Morari allo Spirito Santole vent? anni prima conftrutta dalla di-votione di Benedetto Marinaz. Villa nova, detta anco Valmorafina , fireftringeallaiola Chiefa delSantiflěmo Rofario con doppio Al- In vi: tare. Prima, che da fiera pelle fi delčrtafle donna da la Villa j vi fi coněčrvň h Aaguftiffimo Sacra- °ai10' mento .E bealoricbicdea il Popolo afcenden-te allora ŕ quaranta, e piů fuochi. Qaěpure v> era un Chiericato della conditone delli due predetti, ma pari adeilěneleflčre, non fůlorodifugualenelloimarrirfi. Padena pari-3n Padena mente deplora la ridutrione de» i fuoi Habi-tanti da quaranta fuochi, che erano ŕ venti. Perfiftono tuttavia le fůe tre Chiefedi SBiafio s.Biaffo: a capo della Villa, degno ricovero del Venerabile; diS. Sabba fuori dell'habitato, conia s>5abba# riferva del Cimiterio; e diS. Cattarina piů ol- s- Cattane tre eguale all'altre di circuito, ma degl'Ec-clefiaftici ornamenti alquanto inferiore. Confinano Carcauze, € laiua Pieve ŕLe- Confini vante con Coftabona ; al Meriggio con Mo- Vc.a miano; a Ponente con Caftel Venere; edŕ Settentrione con Corte d'Iiola. E la diftanza da **Ł Likó.Belb ^ fo qualunque di quefti luochi e di tre miglia CAPITOLO SECONDO. Parrochiate della Fitta (li Monte. Er fŕlire ficuri, lungi da ogni inciampo, su l'erta cima del Monte > che da il nome, e ferve di bafe alla Pieve, di cui qui fi tratta5 giova rimovere una difficoltŕ, che nctempi trafŕndatifů la pietra dello fcan-dolo i eccitando tra il Monaftero di S. Giorgio eli Venetia, ed il Capitolo della Cattedrale , indi col Vefcovo di Giuftinopoli, un»acre, e noiofo litigio. Vernando Vefcovo della Chiefa Trieftina, Su»chre- e^ Amminiftratore della Giuftinopolitana ', di'rirt ŕ"^ con Prcvi° affenfb di Pelegrino Patriarca Giorgio Aquileife donň nel mille cento cinquanta due Maggiore r. S} r s A t i 11 1 . S n di Veneti», a Palquale Abbate del predetto Monaltero 1 diritti delle Calč, della Chiefa , della Villa , Kcg. Paia e ^elTerritorio di S. Maria di Monte nell'att- tutn. X.fol* }*•<*" fi* nenzedi Capod»Iftria. Il Capitolo per indeni nitŕ propria > e della Sede allora vacante, virilmente s»oppofčj e perfiftendo nel fuo primiero pofleflo dopo varj accidenti usň maggiormente delle fue ragioni^ mentre nel mille ot- tan- ne ' Cap. z.Pdrrocb/aledi Monte, e (ite Ville. 41$ tanto quattro ritenutofi il Ius Spirituale della Chiefa invertě ncdiritti del Territorio predetto Leone di Gieremia, e la dě lui discendenza coljannuo cenfc d'una Marca tTArgen ? xo, ed altre minute Regalie. In quefta guifa ravvivate dal Capitolo le proprie ragioni, 1>-anticalite nella Nuntiatura Apoftolica di Ve- Lite&Capitulum curahunt %*'€f*u^ fdeliter, & operam totam dabunt, quod Do-rninus Epifcopns venturus ^mhoriz^abit con-trattum , & ornnia fingala in eo contenta. Claulula di tal natura , che fopl la lite, ma nonl'eftinfč ; fé per allora addormentň il Monaftero rifvegliň in apprelo contro di elio il Vefcovato ; poiché ne» Vitale jaflunto alla Non s>.a?- / x ¦ f piova dai , Sede nelmille ducento novantjuno, ne Pie- Vf tro Manoleflb nelmille trecenfuno, né TomafinoContarmi nel mille trecento die-, né alcun altro de* Vefcovi Succeflori Iii autto- s r 42.4- Lib. 6. Dell ultimo Věe.Ter .detto Carcauzjs auttorizň lo ftabilito contratto. Sicchériac-cefalalite s'eftinfe folo col generofb rilalcio fatto dal Monaftero al Vefcovato delle fue fóhqcefapret€feragioni. Quindič, chel'ifteffoMo-¦c^cfŕd.elIa naftero ne' piů efige dal Territorio > ň dalla Villa di Monte alcuna pendóne, né piů paga con cenfo veruno al Capitolo . Ali* incontro quella Meniŕ Episcopale > oltre la libera, ed aflolu.ta inftitutione di quel Parroco, rilcuote dallamedefima Villa l'annuo dirittodejluoi Focolari , e Mafě; e sborla annualmente al fůo Capitolo la giŕ patuita Marca d'Argento* Tanto fi pratticaal giorno d» oggi, e da i giornali del Vefcovaro vedefi pratticatoperilcor-io interrotto de» piůlčcoli. Rimoiso 1*inciampo^ che fin*ora ci diver-sio/ciia ti fagliamo alla cima del Monte , che ripieno d1 Alberi fruttiferi , e di pretiofi Mofcati ci apreun dolce, e foavecammino. Sůquefro giogo, piůlungo, che largo, giace la Villa numeroia di molte Cale, diftribuite in piů ftrade con alta Torre alWngreflo, (ěcuro prefi-diodaimprovifčincurfioni. Nel centro delK Pairochia- habitato ss eregge la Parrochiale lotto gli Au-La Concet- fpicj feliciffimi dell' Immaculata Concettione M.nY.dl della gran Madre di Dio. E Chiefa di cinque Altari ben difpofti , ma non egualmente abbelliti, e dal Vefcovo AfTalonc di fama memoria jtiel mille ducento venti due {biennemente fi con- Cap. 6. T arrochiate di Monte, efue Ville. 4*i fi confecrň. Neirifteffa Villa habbiamodue altreChěefč, efonodi S-Biafio, ediSantoSt Biafio"; Antonio Abbate, quefta č cosě detta dal Volgo , ma il voto fatto dal Popolo fu d'erigerla a gloria de» Santi Giacomo Maggiore, Anto- & Antonio •ais \ * «Tv/rii i r 1 Abbate do: mo Aboate , e Maria Maddalena, lotto gě»- tata dai ' auipicj dei quali dallo ftedo anco dotata forti k iolenne Coniecratione per mano del Ve- l icovo Valareflb alii venti due di Giugno del mille quattrocento ottantanno. Anco la prima, detta San Biafio, trovafi decorata della Criimale ontione da Giovanni Vefcovo di Cittŕ Nova nel vigefěmo quinto d»Aprile del mille trecento quaranta nove ; e ciň col benigno aflenft> della $ede Giuftinopolitana , riempita nel trigefimo del Marzo precedente immediato da FrancefcoQuerini, inluocod' OrfoDel fino, afl'unto nel medefimogiorno alla Metropolitana di Candia. Poco fuori su la Strada maeftra, che guida alla fua metropoli tutta Hftria inferiore, evui altra dedicata alfanguinofo Vefftllodel Crocefiflb Signo-rej Chiefa di molto concorfň* e di grande divotione ne» {aerati Venerdi di Mario. Il Comune, cheparimentil'erefle, oggi pure la cuftodifee. S» humiiia al governo di quefta Parrochia la V illa di Cafone, Colle ameno, e copiofň d>-Vlivi, e di Viti> dalle quali colgonfi efqui-c Iii r fite 42-* Likó.Delkultěmo Vic.Tor:detto Carcau^e. fitetVue, dette Pinelle, e non meno pre-tiofiiMofcari. Fu ella altre volte piů popolata y e facoltofŕ diquello fiaft al preferite, la cui maggior dovi tia non oltrepofTa la propria Chiefa. S'edifico quefta dal Comune pocfv-anni prima del mille quattrocento fčttanfot-to, come riportano le Patentali del Vefcovo dcGabrieli, che nel vigefimo quarto di Luglio dell'anno predetto con folenne rito la confecrň ad honore de*Santi Apoftoli Pietro ? e Paolo. Nel Mediocre Tuo circuito nobilmente campeggia la Capella maggiore con un'Altare piů degl'altri colpicuo r fi per il contorno d'antico intaglio dorato, come per l'eccellente pittura del Santo VicariQ di Chriffo cfegli ha bici Pontificali veftito\ Vbbidifce pure alla " Pieve di Monte la piccola Villa di Cauriago pao- G0}]a f^a (^hiefŕ degl'inviti Eroi, e Germani Giovanni r ePŕdioentro della fua Valle, ňj fia folta Selva di fecondi Vlivi. Prefcrivonoi limiti della Parrochiale all'Oriente Paugnano; al Meriggio Coftabona migliadue per luoco. E da Ponente Carcauze,* ŕ Tramontana. Capodlftria,. in egualediftan-ŕi miglia tre. CA- CAPITOLO TERZO. Parrochiate di Saugnano, e di Co & abona ? DŔlla Villa di Monte, ove pofammcr finora il piede, ripigliando verfo d'Oriente il cammino, un afpro piů che lungo fčnderň ci guida all'altro monte denominato Poniamo dalle molte piante > ň de* Pomi, ň d'altri frutti, che alle Tue falde allignano ; fé bene il fuo nome piů trito > e forfč piů antico č Paugnano, Noncirincrefcaftlir-Q^ dii lo, poiché arrichito in piů parti d»efquifite ^nano-Viti, e d'ubertofi Vliviin fé racchiude barne-nitŕ d'un fruttifero Colle ; ne altro ritiene di Montey cheVapparen^atedilnome. Equan- r do pure ci riufcifle gravofŕ la^falita, non farŕ ricompenfŕ leggiera il godere della fěia bella , e dilettevole veduta • Di qua difcuopronfinon fňlo l'Adriatico dall»unaall'altra fponda, ma come il piů alto de'Monti, che coronano da vicina Giuftinopoliy fi domina ŕ minuto la. Cittŕ, e diftintaniente fi vagheggia La Villa/ sua viik; a cai egli porge col proprio dorfo la bafč, e ingiunge il nome, č oggi una piccola- parte di lkhfů, ridotta da cento cinquanta Fuo- S 4*8 Ltb.GDelb ultimo Vic.Bor. j chi ŕ poco piů di trenta. Tanto riportano le. memorie della nobile Famiglia Verzi, invčf tita delle decime di quefto Monte dal B. Afla-lone Vefcovo di Giuftinopoli, fino dall' anno mille ducenKindici. E puň anco congiet-turarli dalla macerie de'faffě (con volti, che ivi fi mirano di Caie diroccate mifčri avanzi. Né fTa ftupore > poiché nenempi che Hffria fu infettata dagli Sciti > e da i Vandali, gMftriani diquefti contorni fi ricoverarono nellofcoglio d'Egida, ave ora č Giuftinopoli y e la Contali ieovero dinanza piů rimota (ali ad habitare i Monti, tra ^ftě- i quali raugnano non tu degrultimi, come alla Cittŕ piů vicino . Mŕiottrattafi poi la Pro-; vineia dall'armi hoftili, rimafero quelli nella Cittŕ rihabitata my e Icelero quefti ŕ coltivare le pianure, ň altri Colli. Sicché crefeiuto ŕi itheiiriH gente il Territorio, Paugnano fi deferto d3-^'d' ěiabitanti-. Ifiri ( parla deprimi il Sabellio ) JeUvonio incurfu č Scijbta (erriti, ex continenti in jnfelamtrafierunt y cui Capraria tana fuětnomen\ ibique Opperam fibi conděderunt.. Ededi altri fcrivc Enrico Palladio. M'ali* Wjě. Torini. p . ; . . . > m-u-.foi. s. aftideosopptda, 4HěHoc a muro e meta, ubiusus popofceritfi, &r fortuna* faasineludunt. E forte gl'inp'etuofi Boreali , edi noiofi 5irocchi , che ŕ vicenda sul giogo di Paugnanoimperver-lŕno> diedero ŕ quefta loro ritirata l'ultima: "ipinta.' Non deve perň celare l'attuali moki- "pi. Cap. 3. Par. di P augnanoy e di (ojiabona. 42-9 plico d'Habitantisiila colla di quefto Monte Deteriora verfola Cittŕ nel luoco detto Manzana, che af vS puň dirfi la nuova giunta alla vecchia Villa.Mŕ che piů diffonderti neiKftorico racconto di Paugnanofenza difcuoprire la {uŕ Pieve, clv-c la metŕ del noftro cammino • Nell» eftremo piů eminente della Villa in-. Ch;e.,-a F naiza la Chiefŕ parrochiale cinta d» antiche ™.:hKIe mua , le quali fčmbrano fofferod» una Rocca , ň d» un Gattello, (e fi, riflette al contiguo Portone, percuifcendefi alla Corte di Mare-fego, e ad altri Villaggi. E dedicata al S-Martire Giorgio, il cui AltarMaggiore fianchegr giafi dalli due dell* Augufti(fimo Sacramento alla deftra, e de gloriofi Sebaftiano, e Rocr co alla finiftra. Gareggiano tutti tre ne gě» ornamenti di recente riftaurati. Dietro il Coro s> edificň pure due anni fono la nuova Sagre-ftia, con che la Chieiŕ refta e migliorata, e ingrandita. Dal fanto zelo del Vef covo Aisa-lonefolennemente fi confecrň alii ledici Aprile del mille ducento venti due. Oltre la Matrice tiene Paugnano due Chieie di fua ragione . Nel primo ingrefso dell» habi tato s'incontra quella della Beatiffi-ma Vergine, dove come ŕ fi curo propugnacolo ricorre con viva fiducia il Popolo divoto. • Non č fabbrica vafta , ma ben capace di tre degni Altari. Al lato deftro s» adora S. Va- len~ % Dell'ultěmoVic.For.detto Carcauz, e. lentino,, pittura moderna , cinta da dorato contorno, al finiftro il Congreflo de»dodici Apoiěoli, dipinti in atto di fepararfi* peran-dartene ad evangelizare al Mondo i Mifteri della S, Croce 9 la quale rimirano al di lopra * {ottenuta dalla gloriofa Imperatrice Eleria e dall'invitto Apoftolo Andrea: In treccio vago, ed ingegnofo. Altra Chfefa euvi nello feendere dal Monte al S* Proto martire Steffa- s. Sterno. no ^ con un ^o ^tare, raffigurante la Vergine Madre, tra il Santo Titolare, edilgrande Abbate Antonio . Con piů Confraternite afflile alla cura di quefte Chiefč il Popolo, il quale le icarfčggia di numero > non perciň fee-madidivotione. Sortě Paugnano per fůoi termini Carcauzc Si;oěConfi, ŕ Ponente miglia tre; Capo d» Iftria ŕTramontana quattro > Marefc^o ŕ Levante due ; cosě Leu Coftabona nel Meriggio tré. daip.opůo Ne|i0 fcenc]er dunque da Paugnano fcuo- , prefi ŕ dirittura Coftabona , ň fia Caffeina- O pire dal1 , ,. n^r- • t t • c-Aěciodiěiay altrarievedi quelto Vicariato. lodirei chiamarfi CoHabona dal (ito , chelacofteg- giŕ, efpofto a raggi Meridionali, d'ariafalu- bre, e di terreno in gran parte buono ; Ma *Ł\%? meglio il Petronio, colla icorta dell'erudito 166. Prelato di Cittŕ nova Giacomo Filippo To- mafini, afferma dirfi Cofta , ňCaftelBona, . quafi Cajěrum 'jBova, Dea de/ Gentili, ŕ cui ilo- Lib. é. Dellultimo Vie. For. detto CarcanZ. 431 i loroinfermi, ň languenti feioccamenteri-correano con vana fperanza di ricuperare la perduta fŕnitŕs Eche pereffenriquě un Tempio ŕ quella eretto9 il ki©co fi otio della pace Y ha refo rovinofo, e ormai cadérne . La fabbrica , che nobilita quella Patr:a ňd Villa, e la rende piů celebre delle ricantate B*Elio-Villedel Tufculano , č la ruftica Cafuccia> ove hebbe la cuna il Beato ConfefsoreElio, Dilcepolo di Santo Ermagora, Apoftolo, e Protettore di Giuftinopoli, di cui giŕ fi fcrifse, ^6[%'!č, efiripiglierŕalfinedi queftolibro. Grandi, e folti Bofchi rachiudonfi nel iuoTerritorio, ne quali talora C\ vidderoOrfi, Cinghiali^ e Gatti pardi . A canto di quefti Bofchi ve il PilodiRoveredo, ň fia Monte diBriz? ipet- K k k tan- 43* Ltb&'DelbultěmoVicJor>dettoCarcatile tante ŕ queftaMenfŕ Epifcopale, che va ridu-cendofi in fruttiferi campi , e prati. Copiofe pofcia, efŕlubrifono 1* acque % chefgorgano da due Fontane, 1* una apprefso Santo Steffa- F; no nello fcendere alla Valle, e b altra poco di-fcofta, fervendo ambe non tanto a Coftabona, ma alle due Ville di Puzzole 9 e di Plagnave ' Sola il terreno in alcuna parte Icarfčggiameno fecondo 9 perche fallo, (cosi 1'efpnmono quej Coloni) benché colla piůefŕttacultura diviene al pari dell'altro fruttifero . E perň non ŕ cafň fi difle in gran parte buono. Ritorniamo ora a Coftabona, Al terminarfi delle Cafč, fbggiorno degli huornini, principiala Parrochiale, Gafadi e iefaMa- Dio. La fola vifta efteriore di quefta Chiefa comprova di quanto ftudio, ed» efattezza fof-{čro i lavori degli antichi Fabricieri nelK Iftria: tanto bene fono profilati, econneffi que vivi falli. Corrifponde ali3 efteriorer interno abbellimento. Oltre la vaghezza di tré Alteri , trai quali il maggiore dedicatoall'-ApoftoloSanto Andrea* giacente nella pro- s. Andre?. Pr^a Capella, con palla, e lavoro dj intaglio dorato; e li due laterali al Sacramentato Signore, ed alla Vergine Madre decentemen-teadorni : tutta la Chiefa da capo ŕ piedi é ben regolata, e degnamente difpofta. Il letto di tutto punto nftaurato, il foffitto di piano lavo- Cap. ó.^arrochialédiMonte,é[heVtlte. 433 lavoro conneflo, il Pavimento di bianchi, e rofll mattoni laftricato, la Sagreftia da fon-damenti eretta , fono| opere tutte moderne, che le diedero lj ultimo compimento. Ma ciň, che foura d> ognj altro fregio, 1» abbellifce, e qual degna Spofa del Redentore meritamene tei*ingioiella, čladivotione, ilfilentio, e la modeftia, co» quali gli Habitanti v affilia. % no. Chi non fenza ftupore 1» ammirň, 1» at- ^r;tia de tribuě ŕ gratia fpecialiflěma , dal Beato Elio b.eiěo. impetrata, al Popolo dimorante nella fěia. Patria. Nell'aperta pianura, corriipondentealla Porta di Coftabona T euvi la Chiefa giŕ accennata de»i SS. Co/ma, e Damiano 5 non ha il chěe'ŕ de* Vicariatoaltra Chiefa> ňpiůvaga, ňpiůva-fta. E alta y larga, e lunga ŕ giufta propor-tione,, e per ogni conto maetlofŕ-. Nella Capella maggiore {allevata con piů gradini dal corpo della Navata ( e ferve di (acro Presbiterio) rifplendono su 1* Altare 9 cinto di lavoro lumeggiato .d'oro Mmmagini della Vergine Madre ,. e delli due SS.Titolari. Dei-quattro Altari minori, che cingono le facre. pareti,, li due moderni , e piů vaghi, ficon-lacrano alla S.Martire Lucia^ed alBea to Con-feirore Elio> degni parti- di donuta gratitudi-me-jf. ŕ quella come preičrvatrice da i malori delle pupille, ed ŕ queflro come Padrer G: Kkk r Proc- 434 Capii.TdrrochJiPatign.ediCoJěabona. Protettore della Patria. Anni fono, che in angufto nicchio aperto al di fuori della di lui t'cii-Čiio Cala paterna, oggi commutata in Sala d'una pia Confraternita fi collocň la fua effigie: ma inluoco piů cofpicuo di Coftabona feglido-vea il proprio Altare•* II concorfo de'Popoli anco piů rimoti ŕ queftaSacro Tempio in tut-tii tempiéquafi indicibile.. Sa benda Contadinanza Iftriana,. peraltro, rozza e idiotaT quanta prodigiofa fiafi la ponente Virtů di coietti Proto medici Célefti, valevole ŕ rav vi-vare i morti,, non che anfanare ivi vi 5 e perň Frequenza ad'ognileggiero dolore di capo r ň tocco-di fé- dei Popň- {jre volano fupplichevoli a fondere preci, e porgere voti ŕqueftoloro Santuario.. Altre tre Chiefe di minor rilievo s'ergono all'intorno di Coffabona 5 e fono del Santo «io- na1'Anacoreta Leonardo, dove gě infelici, dalla fchiavitudine per interceifione del Santo fot-trattiy depofitano gli avvanzi lagrimofi dcloro-5.Eiena :- ceppi,, e catene5 della Santa Imperatrice Elena, dove ncsbozzi dell'antiche pitturemirafi delineata la divotione de'Fedeli 5 E de'Santi no Fes'cb"a- Martiri Fabiano, eSebaftiano, doveriluco-no la pietŕ di Coftabona, che coll'aflegna-mento di congrua dote l'erefle nel mille cin-dai quecento, ed il zelo del Valareflo, che alii Popolo. ventifčtte Settembre dell'anno medefimo co facri Grifini l'imbalfaniň. Soggiace pure alla cura LibjsTŕelbultěmoFic.ForJettoCarcau&e. 435 cura di quella Pieve la Villa di puzzole, forfč cosi detta dalla facilitŕ d'incontrarci» acque al- KW'/f--troveioipirate nello icavamento de» Pozzi. ň espiine dalla roflěccia arena del luolo >(ěmile nell'apparenza alla Puzzolana del Latioj non perň Iterile, ň infecondo č il. terreno* anzi alla cultura delle Viti ottimo. Al poco numero ^ dciuoi Fuochi fupplifce la copiola divozione-na deglihabitanti verlo la propria Chieia, piccola di fito 3 dedicata alla Vergine Madre, ma grande di pulitezza r e per piů capi commendabile. Anco la Villa di Plagnave , pofta ŕ dirimpetto fňura d'altro Colle, venera quefta vnia ŕ\ Parrochia ,. come fůa Matrice 1 Ma non ha-vendo ella Chiejfa di rimarco nel proprio recinto, fi termini il Capo colla Geometrica pofitura della Pieve.. I Confini di Coftabona fono Marefego ŕ Levante , e Berda ŕ mezzo giorno , ambo miglia due; Capo d'Iftria ŕTramontana, e Caftel Venereŕ Ponente T dal!»uno, eTaltro luocomrglia cinque. C 43 6 CAPITOLO OyARTO. Parrochiate di Corte <3t I/o/a , e diCaftel Venere, V Sciti giŕ da Coftabona , e con celerň volo di penna giunti al fecondo Colle diPadena, fcopriamo sů'l Monte fi-tuato ŕ dirimpetta verfo Settentrione altra Parrochiale del Vicariato, denominata della Corte > ň fia Curia dj Iiola. La Terra di que (lo nome giacente su fcoglio dell» Adriatico, fi tuato ŕ mezzo il viaggio tra Capo d» Iftria, e Pirano, fi ftende ad abbracciare ne*confini nel fruttifero jfiio Territorio quel Monte fri glialcri, che piantale radici nella Valle Der-diga» ed alza la fronte in faccia della Villa predetta diPadena» Allefalde, e per le balze di queftoMonte giaciono diverle Cafe ymk in maggior numero foura del fuo giogo aL-quanta piano ; dove regolate quefte in una lunga fěrada ŕ guifa appunto di piccolo Borgo,, vengono a conftituire una competente Villa , numerofŕ di venti cinque in trenta Fuochi, ŕ mifura del piano giro del giogo, piů tolto ri-ft retto che vafto. E perche i Coloni di quella Villa nell'urgenze di piů efatta Giuftitia fčn- •\ Cap.f.Par. di Corte d>lfe di Caft. Venere .437 (fčnza le cui inalterate bilancie niuna Adunanza, benché efigua, puň preservarli tranquilla, edintatta( accoftuinarono riccorre-re, come ŕ loro Giudice ordinario al Tribunale della Terra d'Ifňla, e da quefto ali3 incontro indrizzarfiŕ imedefimi perlegiuridi-che efecutioni^li proprj Curiali, e Miniftri ě la ftefla Villa fňrti volgarmente il titolo di _ . v ° r Denorai- Cuna, o pur anco di Gorte d* Ilola. Se pure tmione di nonladiceflěmo denominata tale dall» Ŕdu- foia. nanza ivi introdottafi da e(fi, come dagli Ha-bitanticonvicini per difeutere i loro comuni affari, chečilrigorolofignificatodiGuria, ň l^ di Corte; ma col» aggiunta d'Ilňla perche de1 i887> Popoli Territoriali di tal Terra . Quindi č, cheilpublko Rapprefentante , eRettoredi quella, iuoleancoŕ noftrigiorniportarficolŕ ognj anno al principio di Maggio di Comitiva de» fuoi Curiali per affiftere alljclettione del nuovo Tuo Capo immediato, detto da effi in linguaggio Scia vonico, il Zuppano. Male l'urgenza ň d»efatto governo, ňdi publico interefle la coftituě Corte, ň Curia, ancol'obligo rilevante di procacciare l'eterna faivezza dell» Anime > piů facilmentel'in-dufle ŕ trapiantare nel ilio circuito la Santa Chiefa ; ed introdottovi il Sacro Miniftro, erigerla in Parrochiale. E fu precifa necefsitŕ, non che fŕseia prudenza drizzarla non allera- dici, 4 3 8 Ł& Ł Or//» #///V«0 Vie.Fcr.detto Carcauzj dici, mŕsůlafňmmitŕ delfuoMonte. Mentre al roverfeiare delle pioggie da efio, e da altri Colli contigui, le Valli adiacenti inondano di modo, che la ftefla Corte rimane propriamente in Ifola. Or quella Chiefadime-Santo An- ^i°cre grandezza, e quali su'l fine dell' habi-ionio Ab. tato, s'intitola al Santo Abbate Antonio, •te - cň l'Aitar Maggiore entro d>un nicchio; e con due altri laterali5 confecrato l'uno alla Regina dell» Empireo Maria trai*Immagini dei gloriofi Sebaftiano, eRocco*, e l'altro ŕ S- Margarita alsieme col miracolo de Santi, Antonio di Padova . Non capilcono altra Chiela gli angufti Confini di quefta Parrň-chiale, fé non che al parroco s'ingiunge per lo piů 1» ordinaria uflciatura di quella della Ufitiatun Vifitatione di Maria alla fua Santa Cognata ia ŕ?sĚeh' Elifabetta , polla al baflb della Valle, ed at-iibetw tinente alla Collegiata dj Mňla, comealtrove fi notň. Il Popolo benché fcarlo di numero, e s! '4' ap* piů di proventi, affi (le con geminate Confraternite alla fua Chiela, ne puň meglio arri-chirla che di pretioia divotione. La Figura Geometrica di Corte d'Ilolac confini dei-cosě difpofta. Guardarŕmezzo dě Padenami- In PiC \'C glio uno, ŕ Tramontana la Terra d'Ifola quattro; ŕ Levante Capo d'Iftria quattro 5 ŕPo-nente Caftel Venere cinque. Il Paflaggio perň a quello Caftello dalla Cor- s y Caj?. j-Par. di Corte dnfolade di Ca(l}Ven. 4 3 9 Corte deferětta e piů diiaitrofň che breve, fi per l'ertadifceifodi queftanella Valle, come per 1» arduafŕlita di qua ali» alto Monte. Tuttavia eccoci alle fponde della rinomata Dra-gogna, Torrente , di cui 1» Iftria non ha il Torrente maggiore ; e dicefi Dragogna , perche in- rag°sna: groflatodall'acque de* Monti fouraGiuftino-poli, dove s* aduna, foorre per il tratto di piů miglia, cosě rapido, ed impetuofň, che atterra gli alberi, ed atterrifee gli huomini, quafi fiero Dragone . Se bene sboccato nella Valle di Sizziole, ove ftagna il furore, com-penfŕ con qualche lucro gě» inferiti danni, ier-vendo al comodo di piůmolini. Pafsata quefl:»-A equa Ziaino alle radici dell» alto Monte, fň-vra di cui rifiede 1» antica Rocca,oggi pure denominata Caftel Venere -, forfč perche quindi caTa vč-fi denomina il piů fpatiofo del Mare, dalle cui ^onde fi acque fangofč fingefi abortita quell'impura; denotmnx ň perche sůquefto Monte s» adorň da» Gentili ildileifalfo, e mentito fimulacro. Comunque fiafi, non manca ŕ quefta Venere il fuo Marte 5 perche ella e Rocca prefidiata dalla sit0 deir natura co'fafsofi diruppi, e cinta dall» Arte iftcffa* con alte mura; e come tale parve inftillafle finoda primi tempi neliuo Popolofpiriti mar-tiali, e guerrieri. Dalle fuperrtitimemorie della Santa Chiefa Aquilejefč fihŕ( élonota il Petroniache il Patriarca Raimondo nel mil- LI1 le ^c. For. dettoCarcaul^e .m. %. le ducento trenta due incaricň ŕ ciafcuno degli fcl- HabitantidiGaftel Venere doverfiadunfuo lt.f'l>i67. ccnno prefentare armato ŕ Cavallo con altro ibldato ŕ fianco, lotto pena di decadere dalla (uaGratia, e da proprj baveri. Certo č, che la Rocca per la fua anguftia non fu mai capace di molte habitationi, ed oggi oltre quella eretta daa i Conti Furigoni di Pirano, che dalla Veneta munificenza ne fortirono ilI? cadale Dominio , ed altra del Piovano piů ri-ftretta , non vi fono che quattro in cinque piccoli Tugurj ; onde per Habitanti della Rocca forfč fi iuppofero quelli, ň che foggior-navano nell'adiacente Territorio, ň erano afcritti ai militare fuoRolo. Fuori del Caftello nel piano piů al baflos*- erge la Parrochiale . Ne» potca drizzarfi in ino piů addattato alliberň acceffo del Popolo * c , neceflitofoŕtuttel1 ore deliuoGurato; mol- S. Sabba. -/i i • t t i • • \ rr ¦ • to piů che gli Habitanti ad etia annoverati Suo suo. v^vono citsgfunti, efparfě in piů parti del Cario, pqrdove fi dilata la Piev^. EGhi'efacon piů Altari, de* quali il Maggiore 3 intitolato al Santo Abbate Sabba, e li;due minori alla Beatiflěma Vergine 3 ed al Santo Confeflore Rocco. Qui non mancano 1»ordinariefupel-lettili, quando vi fi ^ontano replicati vafi di ^JJJ^.rricco argento. Pochi anniiňnos» allungň con iqměnofŕ S.agreftia; e m queib uinmi s».é inalzata / Cap.4.Par\Ł Corte d>lf.edi Cafl. Venere. 441 zata ŕfronte con nobile ingreffo > recinta ali*-intorno con iodo muro ; e nobilitato il Cimi-terio co* ferrati, e marmorei lavori. Manifattura degna, e decorola alla Caia di Dio. Due fole Chiefe fcggiacciono alla fpirituale fua; Cura. L> uha poco dilcofta ; ed č di fua piena ragione fotto i felici aufpicj dell» Arcangelo S. Michele, edelli Santi Campioni Gio- SM;cheI^ Vanni, e Paolo; e l'altra ŕi confini del Car-fo quattro miglia difcofta, apprettoHumago$ naě ed in rigore e della Collegiata Piranefe 5 Ma °' il Parroco di Caftel Venere n» efercita la cura 5 ed i Con vicini ad e(To riccorononellvurgenze fpirituali, come ŕ loro proprio Parroco. La diftanza di Caftel Venere da Buie verfo Ponente č di due miglia 5 daMomiano nel ^lh meriggio miglia tré ; da piranoin Tramontana cinque , da Capo d» Iftria in Levante otto. CAPITOLO QUINTO Origine, e R elisione degli Habitantinella Cttta \ e nella Diocefidi Capsd'IJlria. lunti ŕi Confini dellaDiocefi, che tali fono le Pievi forenfi finquŕdefcritte, potreffimo rimovere dal foglio la ma-no ultimando l»intraprefa defcrittione ; Ma le il miftico Gregge cieiia Santa Chiefa Giudi- Lll z nopo- 442- Lib% nopolicana, efigua portionedel facro Dominicale Ovile, confta in gran parte del Popolo commorante nella Cittŕ, enellafuaDiocefi (Gregge r č cui fervono di Paftore il Prelato, de? Cbftodi i Parrochi y de> Tutori i Sacerdoti , eleChieie, gbOratorj , e quanto fi ri-€ono55e;d»ecclefiaftico, gli porgonofranco ricovero* ) rfmarrebbe 1» Opera diminuita y quando nonr^s'aggiungefle qualche linea, ef-preffiva del&Origine , e della Religione di quello, che col natio linguaggio palelandoft miftodi piů Nationi,. ŕfufficienzanoadifve-lai* uniformitŕ della fua Fede. Non che qui s* habbi ŕ teflere urv proliffo Catalogo delle nobili, ň plebee fůe Famiglie ň ŕ formare un minuto fquitinio de*fůoifedeli andamenti^ ma foto indagare ne» termini aniveriali, da qualNatione egli tragga ^Origine,- ediqual Religione egli profefsi la Fede • Due maflěme d* incontraftabile veritŕ devono qui fupporfi , dalle quali dedotto il di-fcorfo collimerŕ alfěio centrocon rettiffima li- nea. Laprimafič, cheUftria, č Provincia dell'Italia .dell* Italia • Nelprefigere ŕ queftanobiliffima Regione dell' Europa i confini, impiegaronfi la Natura , ed il Popolo Romana. Quella come antica, e ftifčerataMacfre delle Natio-ni, equeftocome Domatore gloriofo di gran partedel Mondo, inchinatofi aldiluilmpc- ro . r Capj.Origine,e Religione>deyl> Hahttanti. 443 ro. La Natura le affegnň per termini il Mare > e l'Alpi 5 giŕ che quello la feconda colle fue acque, e quelle la pr emunifeono co» fěioi dirupi . Il Mare , che ali» Oriente la bagna co*~ tlftria, col Friuli, e con Venetia, čl»A-fe/' driaticoj e l'Alpi, che ai Settentrione colle U0Ě% dette Provinciela cingono, fňnoleCarniche, flefč ( feconda Tolomeo ) ne» Monti Car- * di quello fianfiilFriuli, e Venetia. Italiaomnis( Scrive il Sigonio ) duobus abinitio efifinibus terminata, uno Natura , altero \uris . Natura < fine* Mare? (5'Alpes dedit, quibusprAierce-teros Ligures etiam , Ł5* Gallos9 ^Venetos, (f Carnos comprehendět. La legge poi del Popolo Vincitore preferifle alUtalia per termini i Fiumi ,• li quali anco variň al variarfi de» tempi* Confini di poca fufiiftenza; fé incapaci d» accogliere i precipitosi torrenti de» Barbari, da queftialla fine rimaie T Italia inondata, ed il Romano Impero eftinto. Al bel principio lariftrinfe tra il Rubicone , e l'Arno; indi la ftefe fino al Formione,, oggiRifano; e fi- nal- V44 C*p: i.Parrockdi Patign.e diCofiabona nalmente regnante Tiberio Augufto nel fčco lo djoro j per la nafcita al Monda allora {č-guita del Redentore, la dilatň fino ali» A rfia* che sbocca nel Fanatico > ň fia Quarnero; ed č il Fiume"diviforio delMftria dall* Illirico, Italiam ufque ad Polam , \firicum Opptdum (attefta Strabene Scrittore coetaneo ad Au-V.1 ¦/^"3'gufto( qui nunc^. funt Principes produxere. Epiůelpreffamente Plinio: VltraTergefium fex militapajjunm Formio amnis, antiqu& au-Łt& Italia terniinus , nunc qpii cum \taliamab Augufto in regione/ ttndecim dtftrtbutam prň-dat in decima Venetos* (fCarnoscumlfiris, utjam ab Augufio Italia attributěs enumerai. Dunque per ogni conto Hftria č Provincia delHtalia: Che fé dalla Patria, come da radice fecort^ da, dirama di chiunque la piů accertata origine, conchiudafiche nella Cittŕ, e nella Dio-cefi di Giuftinopoli tanti fonagli Habitanti Tta- f Cap-j. Orěgine>e Religione] ŕeghHabitanti. 44/ Italiani, quanti gě'Originar) delMftria. Di adi v i-i . r ' . Italiani. marca cosi nobile pregiami con ragione tutte le Cittŕ, e le Terre della Provincia, ma molto piů Giuftinopoli , Pirano, edlfola ? Quella che njc la Capitale, e quefte che.fono della iua Diocefi le due Terre piů cofpicue. La gravita del portamento, la foggia del veftito, la norma de»codiimi, e la pronuncia del linguaggio , che fono i caratteri piů indicanti delle Nationi, conteftano per Italiani quanti vi foggiornano. Ne occorre diffonderli in altre qualitŕpiů proprie degli Habitanti de i tré luochi predetti, mentre cialcuno d' effi epilogando in (e le piů nobili qualitŕ d> un vero Italiano, reftano ŕ diffidenza tutte deferitte, col dirli femplicemente Originar] d'una Provincia delMtalia. j rLj altra veritŕ non meno certa e , che li Schiavoni, qui detti volgarmente Schiavi, ed jaltrove con piů dolce pronuncia Slavi, qualora icefero a devaftareMftria , vi fi fermarono ad habitarla in buon numero, divenendone d'aflalitori, difenfori. Sono i Schiavi Popoli di Natioae Vandali, ň fianoVendi, ň Sthiavl* Vindi, i quali ne priaiiiccoli del Mondo redento ufeiti dall'eftrema Sarraatia , che e la Ruffia Settentrionale, inondarono ŕ danni dell* Europa, e fingolarmente delvRomano Impero. 11 nome di Schiavonc > ň Schiavo non 44 . Dell» ultimo Vie. non e loro ingenito, ma auventitioj edeflě ne furono in gran parte gl'Inventori, allorché intorno al cinque cent? ottanta calati ŕ depredare la Dalmatia, e fuccedendo loro il Soggiogare con molta profferita quei Popoli ňfpenfierati, ň fprovifti, effi col capQgonfio d* una vana Gloria , piů che il pugno di ricca preda, daqueftavoce. Slava, che nel loro linguaggio tuona, Gloria* prefero il fopra-nomediSlavoni, ňSlavi, cioéGloriofi, che pofeia corrottamente furono detti Schiavoni, *m. e Schiavij SlavorumEpithetoni fcriveAda- '* mo Borritio citato djallo Schonleben ) rebus preclaregeflis Gemi huic obttgtt \ Nŕm Slava nofirěshominibm Gloriam fignificat. HincSU-«j>/, quafilaudabiles, celebres, Q?'claridicun-tur. E con queft»allufione , ŕ quel tratto di Paefe nella Dalmatia da loro devaftato, ri- mafe il nome di Slavonia, ň fia Sclavonia, che oggi dagl'Italiani dicefi Schiavonia, e dai Latini Illiride, ň Illirico. Ma ie il nome di Schiavo e cosě gloriofoche dicemmo dalla Gloria deflěinto, come poi li Nome di - « ~ ~ — r Schiavo dalla Glo j r ~ j • ' • -l 11 eiecranda ignominia , s'accomuna nel!»- Nome di -. v -, r r ^ Schiavo tanto degenero, che quali folle un concreto IccomTna" idioma Italiano ŕ quej Servi, che col titolo di tě1! ňtěanň Schiavo, ň fia mancipios» elprimono emanci-Cattivi. pati ŕi piů vili, ed abietti efercitij ? Ecco il ter-•mine della Gloria mendicata dal mondo. Quc- J Cap.$. Orig. e Relig-degtHabitanti della Cittŕ . 46 7 Quefta, che in fbftanza e un fumo ombratile, ° unfuono vocale,fvaporaali*ultimo nell'abietto impiegod»uno Schiavo tra i fervi fuoi pari il piů vile.Mŕfen» attenda il mondo.Da piů partě dell'Europa, ovegiŕ s'erano annidati verio il fine del lčftoSecolo, ftaccaronfi i Vandali ŕdannideila Dalmatia, e fingolarmente della Servia, pofta tra la Bofina,ela Bulgaria,dove effifoggiornavanoin maggior numero. E perciň dalla Servia medefi-ma, detta da» Greci Serbila, ň Serbia> come fé fof-fčro originar) di quella, ne tf afferň la denomina-tione di Serbli, ň Serbi, che noi diciamo Servi t S*-aggiunfč,che molti degl'ifteflě Vandali dalla Servia ufeiti, furono prefi da' Rorlěani allora domi-nan ti nella Dalmatice condotti per loro Servi. E cosě confufi affieme li nomi de Servi di Natione,e de Servi d» impiego con quello de' Schiavi, anco qutfto s» accomunň a quelli, e l'eflere Schiavo di Gloria s* a vili allo Schiavo^' Ignominia . SlavoSy quiDalmatiamoccuparmi> SerblosdiéfosŕGra-cis conftat. A Romanis vero ad viliafervitia con-ŕutěi ex fimilitudine vocum Serbli servi focati /&tf/:Efentimentoquefto di Lucio Scrittore Dal-matino,prodotto dallo Schonleben con queft» aggiunta 5 Ex affittitale nominisSerbli, & Servi > quodeftgentile>ortume(t> qmdquěferroirent> Slavi appellar? C4perint*> eum Serbli Gente Sciavi ef fent. Malafciando la queftionedinome, riaffu-^^fi il fatto. Mmm l'c 4Lib. 6. Dell* ultimo Vie.For. detto Carcauzj De vaftata che fu da gli antichi Vandalice nuovi Schiavila Dalmatia , ed in vilefehiavitudine piů che in gloriola Schiavonia ridotta, quelli me-defimi confederati cogli Avari, prima dello lpira-redelfčfto Secolo paflŕrono lotto le regali Inle-gne de» Longobardi ad inondare 1» Ktria dilan-sue,e fuocojfirorumfiws ěnqreffd feriva compaP GeJě. nona ndo il calo Paolo Diacono) uMVeriatambus, ^-}.«/.;:a.]i dalUftria come nemici, diverfi di lňrovisjin-itim.no ad chiodarono in qualitŕ d'Habitanti; e quefli allo Scrivere dello^SchonleUen 3lono quelli, che nell»-anno lei cento trenta fette con buon numero di Navi veleggiarono nella Puglia contro il Duca di • Benevento Aio 3 fé bene con efito per loro infeli-• ce, coftretti ŕ retrocedere con fanguinňfa ftragge neiriftria, dondehaveanoprele le molle ,ed era il loro log giorno. Sla reme-antibus 5 conchiude lo Scrittore. Tanto avvenne de*Schiavi accafati nellj Iftria ne»fecolitralcorfi; veggafi ora quello fia.de»loro difendenti ŕnortri giorni. Da due lati entrarono i primi Schiavi nellj Iftria. Altri dalla parte del Quieto, che č 1» antico Nauporto tra Cittŕ nova, e Parenzos e quefti fi dilararono perle Colline,e Pianure,pnncrpiando da Humago fino agi' ft Caf? j.Ortg. degb Haůit.neiUCittayeDiocefi. mi di Pola. Et altri calaronoin vicinanza del For-mione, oggi Rifano,e fi ftefčro in tutto il Territorio di Gii-rftinopoli, e in altre Ville ad elio adiacenti , Quelli del Quieto non fňrtirono lunga quiete; perche ň per Y inclemenza dell* aria,ň per 1» infalubritŕ dell1 acque -fi fono iničnfibilmente ciifperfi>econfonti\ Quindi i moderni Coloni di quelle Ville, come oriondi parte dalla Libirrnia, e dalla Dalmatia, e parte da altri luochi dal tirannico giogo Turchefco opprefll, diconfi volgar-mtntt>Habitanti nuovhtŕ una di quelle Ville tra 1» altre s» intitola, Habitantbia. Incontro piů felice hebberogli altri Schiavi ? venuti ad habitare queft» altra parte dell3 Iftria, come quella che per 1* aria e per l'acque, per il iuolo > e per il clima > č di eran lunga piů ubertofa ,e ialubre ; poiché per- ^ petuatiline'lorqdiicenderěti tutta via vi lopra vi- denti di vono. E chi fono ŕ noftri giorni i Coloni di quefti g"c ™? Poderi,gli Agricoltori c&quefte Campagne, gli "Sěc Habitanti diquefte Ville/e non i^ofteri moder-CŁfane * nide gli Schiavi antichi ě Crocerŕ Corpora 3 [alt* fjri*.Jf--ŕriajaboribus afiueta> qmferme folaJBpeéěus difql- jw«'. w.« *vit ; Egregiamente li delcrive Enrico?Pall'adio. Cosi e Robufti di forze, forzuti di compieffione, ^.^ ^ e. complelsi dj o^atura paiono nati ad incallire nel- condiiioai i r • r A ' i - ti • r r r Ioro pr0" la iaticoiajeoltura derterreni> e nplla cura ěndetel- pne. fa deg^i^Armenti. Infinole Donne, nelle fatiche PQ^i meno mafchilir maneggiano i Bovi, guidano iCarri > e portano quej gravofi pefi sul capo 3 che Mmra r noa 4?o Lěb.ó.Delh ultimo Vie.For detto Carcauz* non fi reggono dagl* Huominf sul» dorfo. Se il vino , quan to piů generofbtanto piů da loro gradi* to,non gli aflalifse fovente con ardenti febri,pun-genti pleuritidi, e focofe refipole, non v>efaticay che li (nervi, ne* ftento che gli atterri. Veftono una Giubba di lana grifŕ^ftefa quafi al ginocchio; ufano un Capello con falda rivolta ŕ foggia di Be-rettone, ed armano la deftra d*unJ Hafta cinque, ň fči palmi lunga, e ferrata nella cufpide ň con tagliente feure , ň con acuminato martello, detta daimedefimi,Picco. Anco le Donneindofiana una vefte di pelo grifo 1* Inverno, e di filo bianca 1J Efě^ite, ftela dal collo (ino alla metŕ della gambale quella dinanzi tutto allungo aperta san crocciale ftringe folo ŕ i lombi con una cinta larga piů dita f fa/ciano pofeia il capo con un panno di candido lino T ňfiaiciugatoio, che loro cuopre tutti i capelli, edinfino b orrecchie ŕ guifa di grande Celatalo di piccolo Turbante; di cui nonsj allege-rifeono in alcuiftempo ň luoto} ne comparifeono per l'ordinario colle mani vuote , fc^iteŕ maneggiare un Caneftrino chiufo^e teffiuto di Vimini ^ Finalmenteillorolinguaggio»che č u'n diiTonari'-teconcertodi (Ircpitoie conioiianti, édalMta-liano tanto diverěo r che fé non fono Schiavi Łu-burbani auvezzi ŕftroppiare T uno cblne^[t*dlifo-* no da effi capiti.Tale čia contadinanza ,liabitŕ^te. nelle Ville Dioceianedi Giuftinopoli, Ma Cdp j. Origine>e Religióne» degl* Hai itami .wi Ma fé d> origine, dicoftumi>djandamenti> e di linguaggio tanto fra loro fi diverfificano i Popoli qui habitanti; nel principale, chečquello della Religione pienamente con vengonojpoiche tutti aflieme Italiani,e Schiavi profeflanolavera* e Cattolica Fede. Non ha bilogno quefta veritŕ di prolisso difcorfo, autenticata giornalmente dall» efperienza. La difficoltŕ fi riduce nello (labi-lire il tempo della Religione da e(fi profetata. toii Degl» Iraliani, che fi diflero (aggiornanti in Capo ub d> Iftria,in Pirano^edin Ilbla,giŕfčne trattone»-proprj luochi. La Cittŕ fi rimoftrň fedele, e Cattolica nel cinquanta fei della noftra Redenzione per opera del B. Elio,lpedito dati Santo AqUrleje-ic Ermagora alla converfione dell» Iftria. Allora fu che abiurato il falfo Nume di Pallade chinň oflequiofe il cwore^alCroccfiflb . Cosrdellelue ^ Terre, Pirano, ed Ifola fu dettofoffero Cattolicte'; fino ne'primi anni-di'loX fondanone , : mentre^ quefta fčguě ň neUqaatfsro centQ cinquanta due per opera degli Ŕquilejefi rifugiati al Bromonto-\: rio Piranele, ň allo fcoglio Ifňlano ,deyaftata che fu la loro Patria 5 ň nel cinque cento quaranta rěo^ t<^p Ve de» i medefin>rlftriani> che per fňtcrarfi dalle itaiiam q«ě irequenti it>ancoquefteTerre appena nate bagnarono coli* acque battilmali la fronte. De i Schiavi pofcfa, come diverfamente parla-nogli Auttori in qual tempo generalmente ab-1 bracciaflčroii Santo Evangelo, cosě non efacile prefigere, quando nella Diocefi syunirono-agl'Italiani nel culto'della Cattolica Religione. Vero e, che intorno al fefto Secolo^ealarono( come fi notň ) nell3 Iftria, onde vennero in Paefe molta prima Criftiano, e videro co» Criftiani, ma non perciň li molti qui rimafti immediatamente ii confecraronoalxulto del vero Iddio; auverran-dofi ŕi loro, ciňicrifle loSchonlebeniňtto 1» anno ^ fd cen to q uararita. Nojěrij)er Carnioliam, & Ca-• rtnthiam9Cavfum, Liburniam^ &IJěriamdtffufi Slavi, Ifcet pr&mixtiCkriJiianis tidolorum nibilo-minůs cultuěaddiffiěcraqt. Ne cosětoftosjauvid~ ,. ^dero doloro ciechi errori, aggiungendol»¦ Aut-: l'Imperatore Carlo Magnp, per effetto snfeCamŕ r ricercň il Prelato diSalis- *.BiifgoArponene co* fuoi miniftri a follecitare la. -**;*'BiifgoArponenelfettecent'ottant'otto, accioc sjtegfl fi iifti a follecitare l i ; . ; pnvéFljpne di quegli alla Santa^ede,come in ap-- «'^réfld^gtiě. Eriporta il Ferrari nčrfuoLefficon reogfaficOy che ad efčmpiode»Bu] 30 era tifi al Crňcififlb Signore dopo!' ottavo c"c anco* ě schiavi nedi anni leeuen ti, abiura ti. gl'i-ais..Evan doii^ (f dichiararono Cattolicr. Slavi Chrijtia- nam (ap. $ .Origine, e Religione degl> Hab stanti 47 3 tiam Religionemexemplolěulgarommvannofalutis 807. [umpferunt. A quefto computo, anco nelle Ville della Diocefi Giuftinopolif ana i Schiavi ha-bitanti 3 devono fupporfě almeno in que' tempi Cattolici; fé pure antecedentemente non avvenne perla (illecita vigilanza della Cattedrale, del fuoPrelato, e del Clero tutti intentigli'eterna ialvezza de* Popoli commoranti tra loro confini. Siunifcono dunque le duenŕtioni nella Cittŕ, e nella Diocefi efiftenti, Italiana, cSchiava, nel pio culto dell' unica* fŕnta^ Cattňlica Religione; e come ljuna, e l'altra d» efsevanra per ragione d'origine (piriti generofi, e grandi ň perche pieni di •Gloria ( con quella analogia, thč puň rinvenirli tra il Colono,edil Padrone) nel maggior oflequio, e (plendore di quellaian tamentdgareggiano .Se ^5^ eChiefe in Capo d» Iftria. in Plrano, e in I(ola nei .CLho erette, o riitaurate ? ed ivvoniorzj ěvitondati, o ^ accrefeiuti ^nri(\yjěT\\ dp^ ntŁi^i*^j'«^*J^^' j nelle VjJJ^^"^ " 1 Altari 474 Lib.6. Dtllultimo Vie. Tor. detto Carcante che nonfblo Prediche, ma Vficjy Mefle, Sagra-menti,e quanto puň defiderarfi da un buon Fedele, lifomminiftranoin linguaggio Schiavo, loro proprio, e congenito. Oquanto piů allacciano b-huomo le voci del materno idioma, e quan to piů ferifeonoil cuore gli accenti inftillati collatte! Auventurata Chiefa GiufHnopolitana , che di Nationi tanto diverfe coaduna nel culto divino oflequiofi i Fedeli .Chele non cquefto privilegio del tutto fuo prňprio, e fingolare ; ne meno s» accomuna ŕ molfe Cattedrali anco piůinfignidel Ciftifi^ ' i / SES'tO. ěkiftretto dv Santi, e de3 "Beati della Chiefa Giulěinopolitana. rj, glodevoliartificj, proprj della ' ritoccare lum-rafi- r^ ^ ?z A