ANNALES ■ Ser. hist. sociol. ■ 28 ■ 2018 ■ 4 original scientific article DOI 10.19233/ASHS.2018.43 received: 2018-10-28 PAESAGGI TERRAZZATI DELL'ITALIA MERIDIONALE: UN'ANALISI COMPARATIVA TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO Giorgia DE PASQUALE Università degli Studi di Roma Tre, Dipartimento di Architettura, Largo Giovanni Battista Marzi 10, 00153 Roma, Italia e-mail: giorgiadepasquale@gmail.com SINTESI Sull'intero territorio nazionale italiano, migliaia di chilometri di muri costruiti in pietra a secco realizzano un mosaico affascinante di paesaggi terrazzati che si differenziano in forme, colori e agricolture al variare delle condizioni climatiche, orografiche, sociali e naturali del contesto. Tutte le zone caratterizzate da un'imponente presenza di terrazzamenti condividono bellezza, nostalgia, solitudine e paura del futuro. L'abbandono di queste terre - causato dallo svuotamento delle aree interne e dalla crisi dell'agricoltura familiare che fino agli anni Sessanta ha rappresenta-to l'ossatura portante del paese - ha conseguenze importanti ed estremamente negative, legate al rischio idrogeolo-gico, alla biodiversità, alla qualità del cibo, alla conservazione del patrimonio culturale nazionale. Questo contributo riassume i risultati di tre ricerche portate avanti dall'autore dal 2016, ricerche che hanno come oggetto alcuni dei paesaggi terrazzati più rappresentativi del centro-sud Italia: gli uliveti terrazzati di Vallecorsa (FR), il paesaggio rurale dei limoneti d'Amalfi (SA), il paesaggio della pietra a secco delllsola di Pantelleria (TP). Lo studio di questi paesaggi è stato affrontato con un approccio olistico da molteplici punti di vista - storico, economico, sociale, visuale, compositivo - e permette di identificare dei dati comuni, in termini di potenzialità e vulnerabilità dei sistemi terrazzati. Parole chiave: paesaggi culturali, terrazzamenti, Pantelleria, Amalfi, Vallecorsa TERASIRANE POKRAJINE JUŽNE ITALIJE: PRIMERJALNA ANALIZA MED PRETEKLOSTJO, SEDANJOSTJO IN PRIHODNOSTJO IZVLEČEK Na tisoče kilometrov suhozidov, ki se vijejo po celotnem italijanskem nacionalnem ozemlju, tvori zanimiv mozaik terasiranih pokrajin, ki se s spreminjanjem podnebnih, orografskih, družbenih in naravnih pogojev med seboj razlikujejo po obliki, barvi in načinih kmetovanja. Vsa območja, za katera je značilna izrazita prisotnost teras, zaznamujejo lepota, nostalgija, samotnost in strah pred prihodnostjo. Njihovo zapuščanje - zaradi izseljevanja iz notranjosti dežele in krize družinskega kmetovanja, ki je do šestdesetih let prejšnjega stoletja predstavljalo hrbtenico države - ima pomembne in skrajno negativne posledice, povezane s hidrogeološkimi tveganji, biotsko raznovrstnostjo, kakovostjo hrane in ohranjanjem nacionalne kulturne dediščine. Pričujoči prispevek povzema izsledke treh raziskav, ki jih je avtorica izvajala od leta 2016, in so obravnavale nekatere izmed najbolj reprezentativnih terasiranih pokrajin osrednje in južne Italije: terasirane oljčnike v Vallecorsi (pokrajina Frosinone), kmetijsko pokrajino nasadov limonov-cev v Amalfiju (pokrajina Salerno) in pokrajino suhozidov na otoku Pantelleria (v pokrajini Trapani). Avtorica je za preučevanje teh območij uporabila celovit pristop, temelječ na več različnih vidikih - zgodovinskem, gospodarskem, družbenem, vizualnem in kompozicijskem -, ki je omogočil prepoznavanje skupnih lastnosti z ozirom na potencial in ranljivost terasiranih sistemov. Ključne besede: kulturna krajina, terasiranje, Pantelleria, Amalfi, Vallecorsa 709 ANNALES ■ Ser. hist. sociol. ■ 28 ■ 2018 ■ 4 Giorgia DE PASQUALE: PAESAGGI TERRAZZATI DELL'ITALIA MERIDIONALE: UN'ANALISI COMPARATIVA TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO, 709-724 INTRODUZIONE L'intera area mediterránea è caratterizzata da un pa-esaggio rurale fortemente antropizzato, in cui è spesso impossibile distinguere il confine tra opera dell'uomo e natura, sfumato nei secoli da centinaia di pratiche agricole, tradizionalmente adeguate alle condizioni climati-che, orografiche, culturali dei luoghi. Fernand Braudel ricorda spesso come, in principio, il Mediterraneo non sia stato un "paradiso offerto gratuitamente al diletto dell'umanità" e come i caratteri pa-esaggistici più connotativi delle terre che si affacciano sul bacino siano diretta conseguenza dell'uso centenario "disperato e implacabile" della terra. Un paesaggio di tale fattezze, che nel corso dei secoli, ha assunto un valore universale estetico e culturale (Rodewald, Liechti, 2016, 26; Rodewald, 2011; Ambroise, Frapa, Giorgis, 1989) rappresenta oggi un patrimonio ad alta vulnerabilità: [...] colture a terrazza, muretti che devono essere ricostruiti continuamente, pietre che devono essere portate su a dorso d'asino prima di essere sistemate e consolídate, terra che bisogna trasportare in alto per accumularla alle spalle dei bastioni. Un'ulteriore difficoltà è costituita dal fatto che né traini, né car-retti possono risalire le ripide chine: la raccolta delle olive e la vendemmia si fanno a mano, ed il prodotto viene portato a valle a forza di braccia. Tutto questo provoca oggi il progressivo abbandono di tale spa-zio agricolo delpassato (Braudel, 1977, 21). I paesaggi terrazzati italiani, modellati su di una fitta rete di muri di piccole dimensioni costruiti in pietra a secco, hanno mantenuto le proprie forme e tramandato pratiche agricole tradizionali fino alla metà del Nove-cento. Dall'ultimo dopoguerra in poi, i sistemi di pro-duzione agricola hanno subito delle drastiche trasfor-mazioni, i processi di intensificazione produttiva hanno perseguito la semplificazione genetica, agronomica ed eco-sistemica, determinando la "scomparsa della luc-ciole" pasoliniane, la crisi delle "cento agricolture" e l'abbandono di gran parte degli spazi rurali. Tale fenomeno risulta amplificato nelle aree agricole terrazzate, dove la produttività e la redditività è bassa a causa dei fattori ambientali sfavorevoli all'industrializzazione delle produzioni. In queste aree, la morte o l'emigrazione del coltivatore spesso portano all'abbandono dei campi e dei manufatti a servizio di questi (Istat, 2017; Paliaga, Giostrella, Faccini, 2016; Agnoletti et al., 2011; Agno-letti, 2010; Barbera, Cullotta, Rossi-Doria, Rühl, 2009) mettendo a rischio l'integrità idrogeologica dei territori e l'identità delle comunità che vi risiedono. Fig. 1: Pantelleria, 1970 (Foto: Gabriella Giuntoli). 710 ANNALES ■ Ser. hist. sociol. ■ 28 ■ 2018 ■ 4 Giorgia DE PASQUALE: PAESAGGI TERRAZZATI DELL'ITALIA MERIDIONALE: UN'ANALISI COMPARATIVA TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO, 709-724 Fig. 2: Area di studio per il paesaggio rurale tradizionale di Amalfi (Fonte: Immagine tratta dal dossier di candidatura al Registro Nazionale dei Paesaggi rurali storici del Ministero delle Politiche Agricole Agroalimentari Forestali e del Turismo). I paesaggi terrazzati rappresentano un patrimonio da tutelare con urgenza, baluardi di un sistema agricolo soste-nibile, serbatoi di biodiversita, localizzati prevalentemente nei territori di montagna, nelle aree di margine, sui versanti scoscesi lungo le coste irraggiungibili se non a piedi. Il valore di questi spazi agricoli, per la societa contemporanea, trascende l'attivita produttiva e si alloca nella loro funzio-ne culturale - in quanto espressione formale delle risorse e dell'orografia locale, di antichi saperi, testimonianza di divisioni fondiarie, usi, costumi e riti, tracce viventi delle articolazioni delle societa del passato - e nella loro funzio-ne manutentiva, di protezione del territorio dal degrado, dagli incendi, dagli allagamenti, dalle frane. A partire dalla constatazione della necessita di una strategia nazionale specifica delle aree terrazzate, que-sto contributo presenta una comparazione di tre aree dell'Italia centromeridionale che hanno in comune una diffusa presenza di terrazzamenti nel loro territorio, tanto che l'andamento a terrazze diviene in tutti i casi la struttura portante del paesaggio, sia esso inteso in termini sociali che estetici o economici. SIGNIFICATIVITÁ DEI PAESAGGI TERRAZZATI: AMALFI, PANTELLERIA E VALLECORSA A CONFRONTO. In questo contributo si vogliono sintetizzare gli esiti di tre ricerche, condotte tra il 2016 e il 2018 da un grup-po di ricerca del Dipartimento di Architettura dell'Uni-versita di Roma Tre e coordinate dall'autrice, aventi ad oggetto tre paesaggi terrazzati dell'Italia centro meridionale: i limoneti di Amalfi (SA - Campania), le coltiva-zioni dell'Isola di Pantelleria (TP - Sicilia) e gli uliveti di Vallecorsa (FR - Lazio)1. 1 Hanno fatto parte del gruppo di lavoro per Amalfi: Antonietta Amatruda, Giorgia De Pasquale, Ermelinda Di Lietp, Gioacchino Di Martino, Pietro Fico, Giuseppe Gargano, Michele Inserra, Emanuela Marrocco, Lorenzo Nofroni, Serena Savelli. Per Pantelleria: Giorgia De Pasquale, Giancarlo Gallicano, Amedeo Ganciu, Graziella Pavia, Francesca Lotta, Lorenzo Nofroni, Serena Savelli. Per Vallecorsa: Ilenia Bravo, Giorgia De Pasquale, Antonella Di Fonzo, Giuseppe Francazi, Amedeo Ganciu, Anita Mallozzi, Ernesto Migliori, Andrea Pizzotti, Serena Savelli, Sara Spognardi. 711 ANNALES ■ Ser. hist. sociol. ■ 28 ■ 2018 ■ 4 Giorgia DE PASQUALE: PAESAGGI TERRAZZATI DELL'ITALIA MERIDIONALE: UN'ANALISI COMPARATIVA TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO, 709-724 Fig. 3: Area di studio per il paesaggio rurale tradizionale di Pantelleria (Fonte: Immagine tratta dal dossier di candidatura al Registro Nazionale dei Paesaggi rurali storici del Ministero delle Politiche Agricole Agroalimentari Forestali e del Turismo). Le aree prese ad esame corrispondono alle superfici iscritte al Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali Storici, uno strumento creato dal Ministero delle Politiche Ali-mentari Agroalimentari e Forestali che ha l'obiettivo di censire i paesaggi rurali italiani che hanno mantenuto nei secoli un'alta permanenza di forme e usi del suolo (Agnoletti, 2010). In particolare, la porzione di paesaggio terrazza-to di Amalfi (figura 2) si estende per 474 ettari, rico-prendo l'84% circa della superficie comunale. Essa rappresenta un tratto significativo del sistema paesag-gistico della Costiera: un mosaico complesso di aree seminaturali ed agricole con castagneti da frutto alle quote più elevate, oliveti, vigneti, agrumeti, orti ar- 712 ANNALES ■ Ser. hist. sociol. ■ 28 ■ 2018 ■ 4 Fig. 4: Area di studio per il paesaggio rurale tradizionale di Vallecorsa (Fonte: Immagine tratta dal dossier di candidatura al Registro Nazionale dei Paesaggi rurali storici del Ministero delle Politiche Agricole Agroalimentari Forestali e del Turismo). borati e colture foraggere piu in basso. Il perímetro dell'area esclude, rispetto al territorio comunale, un primo tratto di costa, la citta storica e le sue espan-sioni recenti, mentre comprende le frazioni rurali dei casali di Amalfi, tutta la fascia agrumicola terrazzata e, piu in alto, la fascia boscata funzionalmente con-nessa alla limonicoltura. Nel caso di Pantelleria (figura 3) e stata presa in con-siderazione un'area piu vasta, 2200 ettari tra vigneti, uliveti, cappereti e piccoli insediamenti rurali compresi in una fascia intermedia tra la costa e la montagna, dove l'uso turistico e le relative trasformazioni hanno assunto dimensioni contenute, conservando fortemente integri i caratteri del paesaggio rurale storico. 713 ANNALES ■ Ser. hist. sociol. ■ 28 ■ 2018 ■ 4 Giorgia DE PASQUALE: PAESAGGI TERRAZZATI DELL'ITALIA MERIDIONALE: UN'ANALISI COMPARATIVA TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO, 709-724 Per gli uliveti terrazzati di Vallecorsa (figura 4), inve-ce, sono state selezionate due aree all'interno della più ampia unità paesaggistica della valle, per un totale di 717 ettari di superficie, occupata interamente da oliveti e strade bianche. I tre paesaggi oggetto di studio si caratterizzano per un'alta significatività, data da un'immagine identita-ria largamente riconosciuta dalla popolazione locale. Dall'indagine sulla percezione sociale dei paesaggi, eseguita attraverso interviste agli abitanti, si evince che, in tali contesti, gli uomini si riconoscono nelle forme del proprio territorio - "il vallecorsano ha plasmato la valle ma è anche stato plasmato nel carattere da questo ambiente: anche lui è duro come la pietra" (S., 2016); "ad Amalfi teniamo sempre un piede nella vigna e uno sulla barca" (G., 2018) - ed esprimono un rapporto familiare con le caratteristiche della pietra del luogo. II valore culturale dei paesaggi terrazzati è collega-to alla trasversalità storica che li contraddistingue, al tema dell'eternità - "anche quando io non ci sarô più, e neanche tu ci sarai più, questo muretto ci sarà, rimar-rà solo lui" [A., Pantelleria] -, alla capacità di tenere insieme passato e presente. L'origine delle sistemazioni su terrazze, infatti, risale ad epoche remote: nel caso di Pantelleria alcune ricerche archeologiche (Cattani, Tusa, 2012; Orsi, 1899) hanno ipotizzato che un lavoro di spietramento e di costruzione di terrazzamenti tramite pietra sia stato avviato sull'isola già in epoca del Bron-zo, parallelamente allo sviluppo del villaggio protosto-rico di Mursia. Ad avvalorare tale ipotesi è la posizione dell'abitato, collocato a 30 metri s.l.m., sul ciglio della colata lavica del Gelkhamar, in un sito decisamente ino-spitale e caratterizzato da grandi massi impervi di lava. Tale scelta suggerisce che la collocazione del villaggio fosse funzionale al massimo sfruttamento agricolo dei territori a nord dell'abitato, caratterizzati da un anfiteatro con lieve pendenza e formato dai sedimenti allu-vionali portati dai drenaggi che scendono dal monte. Inoltre, la presenza di terrazzamenti e il loro utilizzo per le attività agricole spiegherebbe la fioritura di Mursia, la numerosa presenza di unità abitative del villaggio e la ripartizione delle tombe monumentali in gruppi, che sta a indicare quel grado di specializzazione del lavoro e di articolazione della società per il quale è conditio sine qua non l'agricoltura e l'accumulo di risorse (Cattani, Tusa, 2012). Il quadro economico dell'insediamento primitivo mostra, infatti, un notevole sviluppo che permette di accertare l'avvenuto passaggio da una forma di attività agricola di sola sussistenza ad un'agricoltura estesa in ampie aree, necessariamente terrazzate, nella fase contemporanea al villaggio dell'età del Bronzo. Nel caso della costiera amalfitana, si sono rintrac-ciate le prime prove dell'esistenza dei terrazzamenti in epoca romana: la "Lex Parieti faciendo Puteolana" è una lapide che risale al 105 a.C., trovata a Pozzuoli e conservata nel Museo Archeologico di Napoli, che det- ta le norme per la costruzione delle murature (Formica, 2010), realizzate a secco o in opus caementicium. Successivamente alle indagini preistoriche e antiche riguardanti le prime tracce di terrazzamenti, le fonti me-dievali ci aiutano a quantificare l'estensione dei coltivi, e di conseguenza, in presenza di orografie complesse ed elevate pendenze, anche dei terrazzamenti. A Vallecorsa, negli Statuti concessi dalla famiglia Cattanei nel 1327, si trova esplicito riferimento (Sacchetti, 2005, 446-448) alle coltivazioni di ulivo che appaiono oggi racchiuse in piccoli filari sostenuti da muri a secco o, talvolta, coltivati in piccole vasche scavate nella roccia: 19 - De colligentibus oleas alienas. Item si quis oleas alienas tam in terra quam in arbore quocumun-que tempore colligeret [teneatur] ad poneam duca-torum trium pro medietate, et pro medietate vicario, et emendet, damnum; et hoc etiam intelligatur de olivis coliitiis sine licentia patroni ad penam predi-ctam et nihilominus teneatur dare oleas quas legit patrono olivarum. [...] 44 - De portando ligna aliena olivae. Item si quis ligna olivae portaverit, et ne-sciret demonstrare in suo loco fecisse, solvat baiulo et vicario, inter ambos, carolenos quinque qualibet vice, et emendet damnum, et quilibet possit accusa-re, et habeat tertiam partem poenae, nec non nemo audeat plantare plantas olivae sine licentia come-stabilium, quibus teneatur dicere, aut ostedere ubi, quot et quomodo fecit et ubi voulerit plantare ad poneam predictam. [trad. Se uno porta legna di ulivo e non sa dimostrare di averla fatta nel suo, paghi al ballio e al vicario, tra entrambi, cinque carlini ogni volta, e ripari il danno; ognuno pud accusarlo ed abbia un terzo della pena. Nessuno poi osi piantare piante di ulivo senza il permesso dei comestabili, ai quali e tenuto a dire o a mostrare dove, quante e in che modo le ha fatte, e dove ha deciso di piantarle, sotto la predetta pena]. La presenza di un sistema di regole ben strutturato avente ad oggetto gli uliveti mostra una presenza consistente di tale coltivazione in epoca medievale, coltia-zione che doveva avvalersi necessariamente di terrazzamenti date le condizioni orografiche della Vallis Cursae. Analogamente, ad Amalfi, lo sviluppo della produ-zione agricola (e dunque l'estensione dei terrazzamenti) e dimostrata da un'accelerazione degli scambi com-merciali gia dal XII secolo. La presenza degli agrumeti e confermata da alcune schede notarili che riportano norme su condotte d'irrigazione, manutenzione, diritti e doveri dei singoli padroni dei giardini di limoni (Giu-liano, 2001). Numerosi contratti di commercio eviden-ziano come l'esportazione dei limoni dalla Costa d'A-malfi si spingesse ben oltre il porto di Napoli, in tutta Italia, raggiungendo i porti del sud della Spagna e della Francia. In alcuni atti riportati del 1531, si evince che i commercianti locali trasportavano tra i propri prodotti 714 ANNALES ■ Ser. hist. sociol. ■ 28 ■ 2018 ■ 4 Giorgia DE PASQUALE: PAESAGGI TERRAZZATI DELL'ITALIA MERIDIONALE: UN'ANALISI COMPARATIVA TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO, 709-724 "limoncellorum de India, nostrati, et cetrangulae et li-moncellarum" (Giuliano, 2001, 49) diretti ai mercati di Roma, Napoli, Livorno, Calabria e Sicilia. Un bando, datato 23 gennaio 1589 dispone e definisce il prezzo di esazione che si doveva pagare per ogni "cofano barca-segno e per ogni cesta o cantaro di agrumi che nascono a Maiori come sono lemongelle, cetre et cetrangole et altre agrumi, e prevede una penale in caso di contrav-venzione" (Giuliano, 2001, 49). In generale si puo affermare che i paesaggi terrazzati dell'Italia centrale e meridionale attraversano sono sem-pre presenti nelle diverse epoche e dominazioni, con un periodo di massimo sviluppo collocato temporalmente tra il XIX e il XX secolo. In questa epoca si raggiungo-no le massime estensioni delle aree coltivate grazie ad alcune condizioni concomitanti: un incremento demografico senza eguali che costrinse la popolazione a col-tivare versanti sempre piu scoscesi (Sereni, 1961), l'am-pliamento della geografia dei commerci, la fine della pirateria, l'abolizione del feudo e dello scioglimento dei diritti promiscui. Tutte le piu significative descrizioni dei versanti terrazzati risalgono a questo periodo, grazie anche alla diffusione della pratica del viaggio e alla pub-blicazione di molti diari. Di Pantelleria un viaggiatore del Settecento scrive: È talmente sassosa e alpestre che per ridursi a col-tura vi hanno, si puô dire, sudato sangue què poveri abitatori. Egli è uno stupore vedere a' monti ed alle scoscese colline tolto il loro declivio ed alpestre e per mezzo come sarebbe di tanti gradi formati e resi stabili con ritegni e trincere di pietre scavate in abbondanza dal medesimo sassoso terreno, resi i poderi in piano e sentirsi cos/ dalla pioggia, che si ferma tanto che produchi gli ef-fetti delle sue beneficienze...Par giusto di vedere quello che ne dicono i viaggiatori della Cina dove nel consimile modo le montagne son ridotte in pianura (Broggia, 1857, 390). Di Amalfi, e della costiera in generale Matteo Camera scrive nel 1836: La bellezza del paesaggio della Costiera è superi-ore a qualunque paragone e a qualunque descri-zione. [...] fertili vigneti e giardini si alternano e si confondono insieme [...] l'agricoltura è molto florida, avendo saputo i suoi abitanti rendere fertili le più sterili montagne che si veggiono coperte di vigneti, di piante di ulivi, di castagni e d'ogni sorta di frutta squisite [...] Le donne sono complesse, 715 ANNALES ■ Ser. hist. sociol. ■ 28 ■ 2018 ■ 4 fresche e vermiglie come gli aurati pomi della loro terra [...] Ilsuolo ivi è generalmente leggiero e pi-etroso, molto acconcio alla coltivazione dell'olivo e del carrubo de' quali abbonda. Ciô non ostan-te la mano dell'uomo ha saputo ammansire la ferocia di questi terreni che veggonsi coperti di vigneti fatti a scaglione da' quali ottengonsi de' buoni vini e scelte frutta. La penuria delle acque, massimamente nella state è uno de' principali danni che soffrono gli abitanti di questa contrada occidentale, i quali generalmente son provveduti di cisterne (Camera, 1860, 349). Ad Amalfi l'estensione della superficie terrazzata raggiunge il suo apice nel periodo dal 1875 al 1890 "ma continua anche negli anni successivi: nel 1908 gli ettari di agrumenti sono diventati 481" (Giuliano, 2001, 55); a Pantelleria il Catasto del 1929 censisce una superficie coltivata (e terrazzata) che copre l'84% della superficie totale dell'Isola. Le forme del paesaggio sono rimaste integre per tutta la prima parte del Novecento. Lo testimoniamo alcune fonti letterarie degli anni Cinquanta che de-scrivono terrazzamenti ancora vissuti, come nel caso di Vallecorsa: Noi vedevamo benissimo tutta la valle di Fondi sparsa di aranceti scuri e di case bianche e poi, a destra, dalla parte di Sperlonga, la striscia del mare e sapevamo che in quel mare c'era l'isola di Ponza che, infatti qualche volta, col tempo chiaro si vedeva e sapevamo pure che a Ponza c'erano gli inglesi ossia la libertà. Ma in-tanto, nonostante questa vastità del paesaggio, continuavamo a vivere e muoverci e aspettare sulla macera lunga e stretta, cosí angusta che se si facevano quattro passi avanti si rischiava di cadere di sotto, in un'altra macera uguale. [...] Si godeva una vista veramente bella e per-sino io, che delle bellezze naturali non so che farmene, forse perché sono nata in montagna e la conosco troppo bene, persino io, dico la verità, la prima volta che ci fui, rimasi a bocca aperta dall'ammirazione. Da una parte l'occhio piombava giù per il pendio maesto so, tutto macère, simile ad una scalinata immensa, fino alla valle e più lontano fino alla striscia azzurra e scintillante della marina; dall'altra non si ve-devano che montagne e montagne, quelle della Ciociara, alcune spruzzate di neve o addirittura bianche, altre brulle e grigie (Moravia, 1957, 123). Oltre alla letteratura, la consultazione di foto d'e-poca consente di identificare gli anni in cui si rendono visibili le prime trasformazioni del paesaggio rurale (nei tre casi studio si datano tra la fine degli Sessanta e l'inizio degli anni Settanta), caratterizzate principalmente da una rinaturalizzazione nei suoi sta-di iniziali dei campi precedentemente coltivati. La permanenza nel corso della storia delle forme del paesaggio e delle tradizioni dell'uomo provoca un'eccezionale immedesimazione tra popolazione e terrazzamenti. Sulle pietre dei muri a secco si scarica l'affetto per i propri padri, per gli antenati, come se quei semplici gesti atti a costruire, per sovrapposizio-ne e attrito, un muro a secco possano ridurre la distanza tra le generazioni, ingannare il tempo. I muri in pietra a secco, laddove modellano il paesaggio, diventano iconemi (Turri, 1998, 2014), rife-rimenti identitari per la popolazione. Nelle interviste fatte agli abitanti, nel descrivere i tre paesaggi oggetto di studio, nessun intervistato omette di citare i terrazzamenti: "questi segni di pietra orizzontali sui versanti della valle" (V., 2016); "queste trame orizzontali che attraversano un paesaggio verticale" (L., 2016). I muri a secco sono guardati con compiacimento e commo-zione, socialmente percepiti nella piena consapevo-lezza del loro grande valore storico, ecosistemico, identitario e monumentale. VALUTAZIONE DELL'INTEGRITÀ Si è proceduto ad un confronto diacronico tra gli usi del suolo degli anni Cinquanta e quelli attuali 716 ANNALES ■ Ser. hist. sociol. ■ 28 ■ 2018 ■ 4 Giorgia DE PASQUALE: PAESAGGI TERRAZZATI DELL'ITALIA MERIDIONALE: UN'ANALISI COMPARATIVA TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO, 709-724 per valutare l'integrità dei tre paesaggi utilizzando la metodología VASA (Valutazione Storico Ambientale) che calcola il livello di trasformazione confrontando il mosaico paesaggistico rilevato alla data del 19541955 (data volo GAI) con la conformazione rilevata al 2012-2016. L'uso del suolo dei due periodi di riferi-mento è stato estrapolato tramite foto-interpretazione del volo aereo GAE 1954-1955 per il primo, mentre per la definizione dell'attuale assetto territoriale è sta-ta utilizzata la banca dati Corine Land Cover 2012, ag-giornata tramite foto-interpretazione sulla foto aerea più recente. La digitalizzazione delle informazioni e le successive analisi sono state processate in ambiente GIS open source QGis®. L'analisi è stata eseguita su un'unità minima cartografabile di mq. 500, che consente (rispetto alla Corine Land Cover) un livello di dettaglio tale da favorire letture e interpretazioni delle trasformazioni sensibili alle specifiche caratteristiche del paesaggio mediterraneo, che si contraddistingue per un'elevata caratterizzazione antropica, una forte pressione insediativa diffusa e un mosaico territoriale estremamente minuto ed eterogeneo. Nel caso di Vallecorsa (Gráfica 1), l'analisi rileva nell'area in esame (717 ettari) che gli uliveti terrazzati rappresentano ancora l'uso del suolo prevalente, seb-bene dei 620 ettari presenti nel 1954 oggi permangono 423 ettari coltivati (-32%), circa 90 ettari versano in vari gradi di abbandono pur non essendo tuttavia ancora perduti e circa 50 ettari dopo l'abbandono sono stati ricolonizzati da successioni secondarie che hanno portato al ritorno del bosco (dai 2 ettari del 1954 ai 52 ettari del 2012). Infine le aree urbanizzate sono passate da 8 ettari a 21. Anche l'analisi delle trasformazioni sull'Isola di Pantelleria (Gráfica 2) mostrano nell'area di studio (2.200 ettari) una riduzione del -28,96% delle de-stinazioni agricole su terrazzamenti: dei 1600 ettari coltivati su terrazze oggi ne rimangono circa 1000 mentre i 600 ettari perduti si sono trasformati in aree rinaturalizzate da macchia boschiva. Minime invece le trasformazioni dovute all'edificazione in aree rurali. Infine, ad Amalfi (Gráfica 3), si evidenzia nell'area considerata (417 ettari) una perdita di superficie coltivata ad agrumeti su terrazzamenti, che passano dai 72 ettari del 1955 ai 48 ettari del 2015 (-33%) mentre i boschi di latifoglie aumentano del 38,89%, i boschi di latifoglie del 45,4% e le aree urbanizzate del 10,7%. La sovrapposizione delle due cartografie di Uso dei Suoli, quella di epoca postbellica e quella attuale, consente di identificare la trasformazione delle tes-sere in termini di perimetro e area, e generare all'in-terno del data base, una colonna di dati nella quale si associa ad ogni geometria l'uso del suolo presente al 1954-1955 e l'uso del suolo rilevato nella foto aerea più recente. A seconda del cambiamento dell'uso del suolo originario, viene associata al polígono una classe di trasformazione (invariato, intensivizzazione, estensivizzazione, forestazione, coniferamento, defo-restazione, urbanizzazione) (Gráfica 4) che esprime la dinamica registrata nel confronto diacronico. Per ciascun caso, sono stati sintetizzati in una tabella i risultati in termini quantitativi, riportando nell'ultima riga e nell'ultima colonna le quantità complessive, in termini di ettari, dei vari usi del suolo storici e attuali. Ogni riga contiene i dati di trasformazione e perma-nenza di uno specifico uso del suolo, ogni colonna permette di visualizzare la quantità di ogni uso del suolo rilevato al 1954 che si è spostata (transizione) 0 è rimasta (permanenza) negli usi del suolo attuali. 1 numeri riportati all'interno della griglia corrispon-dono al valore in ettari delle superfici di determinate trasformazioni di uso del suolo, dall'uso riportato nella corrispondente colonna, a quello riportato nella corrispondente riga. Per facilitare la lettura di sintesi attraverso le classi di permanenza e trasformazione, ogni cella della matrice è stata evidenziata con un colore corrispondente ad una dinamica di trasformazione. Attraverso l'uso delle dinamiche e la valutazione della permanenza degli usi del suolo si individua anche l'integrità dei terrazzamenti, essendo la con-tinuità delle colture l'unica garanzia possibile per il mantenimento del paesaggio costruito. ANALISI DEI DATI La comparazione dei dati risultanti dall'analisi delle tre aree, pur nella eccezionale singolarità e di-versità dei contesti presi ad esame, consente di trat-teggiare lo stato di salute attuale dei paesaggi terrazzati del Centro-Sud Italia. La scomparsa dei paesaggi terrazzati puo essere assimilata a un processo di erosione, attivo su due fronti: quello dell'urbanizzazione, con la realizza-zione di una nuova rete di infrastrutture prevalente-mente carrabili e la proliferazione di insediamenti a bassa densità che si propagano dai margini dei centri abitati e lungo le arterie di comunicazione, e quello dell'abbandono delle coltivazioni tradizionali con conseguente rinaturalizzazione delle aree rurali. Diversamente dalla percezione comune del fenomeno che tende ad attribuire principalmente le responsabi-lità della perdita di superficie agricola alla cementifi-cazione e all'avanzamento della città, tra i due fenomeni, nel caso delle aree terrazzate, è l'abbandono ad essere il prevalente. Tale dato è confermato anche a livello generale dall'indagine Popolus, commis-sionata dal MiPAAF per quantificare i cambiamenti nell'uso del suolo fra il 2004 e il 2009, che mette in evidenza come la variazione principale registrata in Italia riguarda le aree agricole che si sono trasformate in area naturale, mentre minore è la percentuale di 717 ANNALES ■ Ser. hist. sociol. ■ 28 ■ 2018 ■ 4 Giorgia DE PASQUALE: PAESAGGI TERRAZZATI DELL'ITALIA MERIDIONALE: UN'ANALISI COMPARATIVA TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO, 709-724 Gráfica 1: Cross tabulation sul paesaggio rurale storico di Vallecorsa. VALLECORSA Acquidocci e sentieri Aree rade Bosco di conifere Bosco di latifoglie Fabbricati e strade Seminativo Uliveti terrazzati Ex coltivo Totale al 1954 Acquidocci e sentieri 9.5 0.4 0.1 0.5 2 0.1 6.9 1.2 20.8 Aree rade 0.3 17.8 7.7 0.8 0 5.4 0.8 53.8 Bosco di latifoglie 0.4 0 0 0 0.4 0.4 2.2 Fabbricati e strade 0.2 0.1 0 0.1 5.3 0.1 2.8 0.2 8.8 Seminativo 0 0.8 0 0.6 0.4 0.8 5.7 0.8 9.9 Uliveti terrazzati 6.1 5.2 0.9 42.4 12.9 1.9 463.3 87.2 620.6 Totale al 2015 16.1 27.3 18.8 52.3 21.4 2.9 484.5 716.3 Gráfica 2: Cross tabulation sul paesaggio rurale storico di Pantelleria. PANTELLERIA Coltivazioni su terrazze Edificazione Ex coltivo Formazione boschiva Macchia mediterranea Seminativo Serre Sistema colturale complesso Strada asfaltata Strada sterrata Totale al 1954 Coltivazioni su terrazzamenti 941.3 13.0 446.7 112.4 24.7 9.4 1.2 45.6 0 13.9 1608.3 Edificazione 0.1 37.1 0.2 0 0 0 0 0.1 0 0 37.5 Ex coltivo 0 0 0.2 0 0 0 0 0 0 0 0.2 Formazione boschiva 7.5 0.2 13.6 151.3 25.1 0 0 0.7 0 0.1 198.5 Macchia mediterranea 5.9 0.1 17.8 41.9 67.3 0 0 0 0 0 133.0 Seminativo 2.3 0.1 0.6 0 3.2 42.2 0 1.1 0 0 49.5 Serre 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Sistema colturale complesso 15.6 3.7 41.4 16.5 5.7 0.1 0 40.8 0 1.3 125.0 Strada asfaltata 0 0 0 0 0 0 0 0 13.6 0 13.6 Strada sterrata 0.1 H1 0.1 0.1 0.1 0 0 0 0 27.0 29.0 Totale al 2015 972.8 520.7 322.1 126.1 51.7 1.2 88.3 13.6 Gráfica 3: Cross tabulation sul paesaggio rurale storico di Amalfi. AMALFI Aree urbanizzate Agrumeti Orti Vigneti Oliveti Seminativi arborati Seminativo con oliveto Seminativo con vigna Boschi di latifoglie Rimboschime nto di conifere Arbusteti Aree rade Totale al 1954 Aree urbanizzate 44.2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 44.2 Agrumeti 20.9 31.5 0.9 1.4 0.8 5.7 3.2 0 10.4 0.2 4.6 0.3 79.9 Orti 4.6 0 8.1 1 62 1 0 1.9 1.6 0 2.1 0 5.4 Ô" 30.2 Vigneti 3.6 1.8 1.0 4.4 0 1.3 0 0 2.0 0 8.6 0" 22.8 Oliveti 0.7 0 0.5 0 0 0.9 0.3 0 0 0 1.0 0" 3.4 Seminativi arborati 1.8 4.1 0.1 2.3 0.7 1.5 0.3 0 8.8 0.1 3.6 0" 23.5 Seminativo con oliveto 3.9 0.8 0 0.6 0.8 0 0.5 0 0.2 0 1.9 0.1 8.7 Seminativo con vigna 0 0 0 0 0 0 0.3 0 2.5 0 1.6 0" 4.5 Boschi di latifoglie 0.6 0.1 0.6 0 0 0.8 0.2 0 149.5 0 55.8 0 207.6 Rimboschimento di conifere 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Arbusteti 6.1 2.3 2.3 1.1 0.1 0.6 0.1 0.1 48.0 1.3 75.9 0.7 ■ma Aree rade 1.4 0.8 0.8 0.1 0 0 0 0 1.1 0 0.8 3.7 Totale al 2015 88.0 4a.4 13.8 16.1 2.5 12.7 6.6 0.1 224.7 1.7 lUiiniig 571.4 Urbanizzazione Intensivizzazione Estensivizzazione Deforestazione Coniferamento 718 ANNALES ■ Ser. hist. sociol. ■ 28 ■ 2018 ■ 4 Giorgia DE PASQUALE: PAESAGGI TERRAZZATI DELL'ITALIA MERIDIONALE: UN'ANALISI COMPARATIVA TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO, 709-724 aree agricole che si sono trasformate in aree artificia-li. Abbiamo perduto e continuiamo a perdere paesag-gi terrazzati a vantaggio di una vegetazione boschiva derivante da processi di ricolonizzazione di specie pioniere arbustive ed arboree forestali. Una seconda valutazione riguarda, invece, l'aspet-to economico e amministrativo. Risulta, infatti, sem-pre presente una significativa differenza tra gli ettari di superficie coltivata censita dai censimenti dell'a-gricoltura degli ultimi anni e la superficie coltivata in-dividuata tramite fotointerpretazione delle foto aeree, risultando significativamente minore la prima rispet-to alla seconda. Il motivo di tale discordanza trova le sue ragioni nella scarsa redditività delle pratiche agricole su terrazzamenti che hanno nel corso degli anni trasformato l'agricoltura da attività principale (e dunque censibile) ad attività secondaria, quasi un'a-gricoltura part-time da praticare a livello familiare. In questo caso le terre coltivate sfuggono al sistema degli incentivi e dei fondi dei Piani di Sviluppo Rurale regionali, i loro prodotti restano lontani dai mercati e si utilizzano per il solo uso domestico o comunitario. L'agricoltura su terrazzamenti è oggi in larga parte praticata in Italia come attività svolta a titolo di sola integrazione del reddito da persone dell'ambito familiare, occupate lavorativamente altrove, nell'industria o nel terziario. Tale fenomeno sociale comporta una drastica riduzione del tempo da poter dedicare alla manutenzione delle terre e dei muri in pietra a secco, che iniziano pian piano a cedere nella solidità e sta-bilità, perdendo componenti, fino a crollare. DETERMINAZIONE E COMPARAZIONE DELLE VULNERABILITÀ I tre territori presi in esame hanno subito dagli anni Cinquanta dello scorso secolo in poi un rilevante pro-cesso di marginalizzazione, derivante prevalentemen-te dai processi di de-antropizzazione postbellici che hanno visto l'aumento repentino della popolazione urbana e una parallela riduzione e senilizzazione di quella rurale. Questa condizione, nel corso dei decen-ni successivi, ha accelerato una riduzione significativa della capacità occupazionale e dell'offerta locale di servizi pubblici, privati e collettivi, che definiscono la qualità della vita delle popolazioni residenti nei pae-saggi terrazzati e, parallelamente, un allentamento del presidio dell'uomo sul territorio. Indicativo in questo senso è il calo del numero di aziende in ciascuno dei territori analizzati (Valle-corsa: da 754 nel 1 9292 a 516 del 20003; Pantelle-ria -66%: 2418 aziende nel 1982, 900 aziende nel 20104; STR 17 - Amalfi -62%: 6.275 aziende nel superficie 1700 1750 1800 1850 1900 1950 200Q 2050 Fig. 7: Grafico della superficie coltivata a vite (barre) e numero di abitanti (linea) di Pantelleria (Fonte: Aggior-namento di RÜHL, 2003 con dati Istat 2011). 2010, 1 6.673 aziende nel 20005) e l'eta della popo-lazione occupata nel settore primario sulle aree ter-razzate (a Vallecorsa su 502 aziende, 334 hanno un capoazienda che supera i 60 anni di eta; a Pantelleria su 900 aziende, 600 hanno un capoazienda che supera i 60 anni di eta). Altro elemento di fragilita comune ai tre territori appare una tendenza contraria al sistema nazionale, ovvero la piccola dimensione delle aziende agricole presenti sul territorio. Permangono le piccole aziende agricole, aziende individuali, con basse capacita di persistenza. STRATEGIE PER LA TUTELA E LA PERMANENZA DEI PAESAGGI TERRAZZATI Lo studio dei paesaggi di Amalfi, Pantelleria e Vallecorsa mostra un'alta vulnerabilita dei sistemi pae-saggistici terrazzati e un processo di erosione in atto dagli anni Settanta del Novecento, che si traduce in un avanzamento del bosco spontaneo e una riduzione significativa della superficie coltivata su tutto il territorio nazionale. Al fine di identificare le strategie piu adatte per fermare tale processo degenerativo, si e cercato di analizzare l'impatto di alcune azioni, messe in pratica dalle Amministrazioni locali o dalle imprese agricole, in grado di avviare percorsi virtuosi atti a proteggere le aree terrazzate. Tali azioni si sviluppano attorno a tre temi: lo studio delle specificita territoriali, la verifica della sostenibilita economica delle produzioni e la promozione di un turismo rurale consapevole. 2 Istituto Centrale di Statistica del Regno D'Italia (1929). 3 Camera di Commercio di Frosinone (2000). 4 ISTAT (2010): 6° Censimento Generale dell'Agricoltura. 5 ISTAT (2010): 6° Censimento dell'Agricoltura della Regione Campania. 719 ANNALES ■ Ser. hist. sociol. ■ 28 ■ 2018 ■ 4 Giorgia DE PASQUALE: PAESAGGI TERRAZZATI DELL'ITALIA MERIDIONALE: UN'ANALISI COMPARATIVA TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO, 709-724 Nel primo insieme ricadono tutte le iniziative volte alla conoscenza, alla promozione e al riconoscimento del paesaggio terrazzato come bene collettivo, di cui molti beneficiano ma che, al contrario, è salvaguarda-to dal lavoro di pochi (i contadini), che ne sopportano il costo e la fatica. Per aumentare la consapevolezza del valore del proprio territorio, sia nella popolazione residente, sia nei visitatori, le Amministrazioni dei tre paesaggi presi in esame hanno deciso di candidare i propri territori al Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali Storici del Ministero delle Politiche Agricole Agroalimentari e Forestali, ottenendo l'iscrizione nel 2016 (Vallecorsa), 2017 (Pantelleria) e 2018 (Amal-fi). Tale riconoscimento ha aumentato la visibilità e la riconoscibilità del territorio a livello nazionale, per-mettendo anche di creare un binomio paesaggio-pro-dotto tipico (limoni sfusati-terrazzamenti; uva zibib-bo-terrazzamenti; oliva vallecorsana-terrazzamenti). Sempre al fine di diffondere la consapevolezza delle regole che sorreggono l'intero paesaggio, si censi-scono alcune iniziative didattiche promosse da enti privati o cooperative agricole: corsi di costruzione e manutenzione di muri in pietra a secco, congressi, incontri annuali si alternano e susseguono periodicamente nei versanti terrazzati presi ad esame, con un diffusione ancora troppo limitata agli appassionati e agli addetti ai lavori. Un secondo aspetto riguarda la sostenibilità economica delle produzioni: il mantenimento delle forme caratteristiche del paesaggio è, infatti, strettamente legato alla permanenza di un'agricoltura praticata sia a livello imprenditoriale che familiare. Tale permanenza è vincolata alla redditività delle coltivazioni su terrazze, caratterizzate da costi di produzione e lavo-razione più alti, che andrebbero compensati con ade-guati prezzi di vendita dei prodotti finali. Un secondo tipo di azioni qui censite sono quindi finalizzate ad aumentare il prezzo del prodotto tipico, utilizzando la bellezza dei paesaggi terrazzati per aumentarne la capacità di inserimento nelle fasce più alte del merca-to. In tal senso si rileva una diffusa aspettativa nei tre luoghi oggetto di analisi per il marchio di qualità "Paesaggio rurale storico", commissionato dal MiPAAF per i paesaggi iscritti nel Registro, perché quest'ulti-mo, posizionato sulle etichette di ogni prodotto colti-vato all'interno dei paesaggi rurali storici, permetterà di trasformare il paesaggio, e il suo valore in termini storici ed estetici, in un valore aggiunto, un valore non riproducibile dalla concorrenza (Agnoletti, 2010; Marson, 2008). Per aumentare la redditività delle coltivazioni tradizionali, si sono inoltre dimostrate utili alcune iniziative volte al potenziamento della filiera corta (Carrosio, 2004, 78-93; Calori, 2009) - come avviene, ad esempio, ad Amalfi, tramite un mercato contadino organizzato dall'amministrazione comuna-le a cui possono partecipare i coltivatori locali, anche con piccole produzioni - e alcune forme di retro-in- novazione (Marsden, Banks, Bristow, 2002, 809-825; Cassimatis, Terranova, 1998, 879-898) - sul model- 10 delle teleferiche di Amalfi, che trasportano da un terrazzamento all'altro cesti di limoni sfusati o delle monorotaie presenti nel Parco delle Cinque terre, o ancora l'utilizzo di minitrattori a Pantelleria - che permettono di ridurre notevolmente i costi di lavora-zione e di raccolta. Vi è, infine, un'ultima categoria di azioni, orientate ad amplificare la capacità di un territorio di accoglie-re un turismo culturale interessato agli aspetti rurali più autentici, attraverso il quale è possibile veicolare 11 successo di alcune produzioni tipiche e un proces-so di riqualificazione del paesaggio. Nonostante i tre casi studio siano caratterizzati da paesaggi unici e di altissimo valore estetico naturalistico, si è riscontrato una scarsa presenza di multifunzionalità nelle imprese agricole esistenti e, in particolare ad Amalfi e Pantelleria, il grande successo turistico influenza solo mar-ginalmente il settore agricolo. Sull'ultima categoria di azioni appare importante, dunque, soffermarsi, perché si evidenza la necessità di questi spazi rurali, affasci-nanti e decadenti al tempo stesso, di una progettazio-ne su varie scale, che possa facilitare un'infrastruttu-razione leggera, la creazione di una rete organica di percorsi (itinerari culturali, enogastronomici, natura-listici) che permettano di attraversare, comprendere e orientarsi dentro il paesaggio. Gli stessi Piani di Sviluppo Rurale regionali pro-muovono interventi su varie scale: dalla riqualificazione dei tessuti insediativi dei borghi e delle frazioni rurali, alla creazione di itinerari tematici, alla siste-mazione dei spazi pubblici e spazi di sosta, al recupero del patrimonio storico dell'edilizia rurale, sino anche alla realizzazione di strutture e servizi cultu-rali, quali ecomusei, reti di musei o spazi espositivi. Un'esperienza in tal senso, in corso di realizzazione, è la "Strada della vite ad alberello di Pantelleria", un itinerario didattico composto da numerose tappe, attraverso il quale il visitatore puo comprendere le rela-zioni tra le forme del paesaggio, la storia, la geologia e l'agricoltura dell'Isola. Al progetto su larga scala, si accompagnano interventi puntuali, progetti di valorizzazione e restauro dei beni culturali che vengono trasformati in musei (vedi il Museo Civico Demo Etno Antropologico aper-to al pubblico nel 2002 dal Comune di Vallecorsa presso i locali del convento di Sant'Antonio), progetti di nuovi spazi che fanno da cassa di risonanza alla cultura rurale dei luoghi. Si censiscono anche delle iniziative private che hanno accelerato l'uso e la permeabilità dello spa-zio rurale terrazzato da parte di un numero sempre crescente di persone, come ad esempio l'apertura al pubblico del giardino pantesco donato al FAI dall'a-zienda agricola DonnaFugata o il lemon tour organiz-zato dall'impresa agricola familiare di Gigino Aceto, 720 ANNALES ■ Ser. hist. sociol. ■ 28 ■ 2018 ■ 4 Giorgia DE PASQUALE: PAESAGGI TERRAZZATI DELL'ITALIA MERIDIONALE: UN'ANALISI COMPARATIVA TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO, 709-724 Figura 8: La strada della vite ad alberello. L'itinerario carrabile è lungo circa 30 km e ha inizio al Castello. Dal paese si addentra nelle zone più interne dell'lsola, attraversando la Strada panoramica e la suggestiva macchia mediterranea sulla colata lavica più recente che accompagna il visitatore fino al Belvedere di Grazia. Si prosegue per tutte le aree a maggiore vocazione vitivinicola: Bukkuram, la piana di Sibà, la piana di Monastero, contrada Serraglio, la piana di Ghir-landa, Mueggen. Passando per le contrada Khamma, la Strada si ricongiunge alla perimetrale fino a Cala Tramontana, dove si conclude il percorso traguardando il mare con la medesima prospettiva dello zibibbo che li, in quella stessa cala, prendeva il largo sui velieri alla volta della terraferma. Lungo i percorsi sono previsti dei punti di sosta, dove sarà possibile ricevere informazioni o semplicemente sedersi tra i vigneti e il silenzio, osservando terrazzamenti e campi coltivati ad alberello. L'itinerario è stato anche progettato in modo tale che, percorrendolo, si possano ammirare tutte le specie vegetazionali presenti sull'lsola (il bosco sempreverde, la macchia mediterranea, steppa e gariga) e si possano riconoscere le diverse nature geologiche dei terreni. Sarà cosí possibile confrontare i colori che la pietra assume nei diversi versanti dell'lsola, le tecniche costruttive dei muri a secco, la topografía dei luoghi, la loro storia, le scelte legate alla viticoltura. La Strada della vite ad alberello è un progetto a basso impatto ambientale e paesaggistico che prevede un uso moderato di segnaletica verticale e pochi punti informativi in acciaio cortèn in prossimità dei punti di sosta e del Castello. Per tutte le altre informazioni è prevista la messa in rete di una piattaforma digitale interattiva (sito web+App) in cui sia visibile l'itinerario su varie scale, la propria posizione lungo il percorso e vari temi di approfondimento anche a mezzo di QRcode stampato sulla segnaletica. In alcuni punti saranno per esempio disponibili sul proprio cellulare le foto storiche che ritraggono lo stesso paesaggio che si sta osservando negli anni /60, dando cosí la possibilità all'os-servatore di confrontare i paesaggi a 50 anni di distanza, capire le modifiche del territorio agricolo intercorse (Fonte: elaborazione dell'autore). 721 ANNALES ■ Ser. hist. sociol. ■ 28 ■ 2018 ■ 4 Giorgia DE PASQUALE: PAESAGGI TERRAZZATI DELL'ITALIA MERIDIONALE: UN'ANALISI COMPARATIVA TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO, 709-724 che ha portato centinaia di turisti, stranieri e italiani, a camminare, cucinare, mangiare, rinfrescarsi sui limo-neti terrazzati amalfitani. Questo tipo di esperienze, sia pubbliche che private, dimostra come i paesaggi terrazzati possono trasformarsi in un fattore di crescita economica importante, per cui la loro tutela si trasforma di volta in volta in opportunita per creare valore, ricchezza e occupazione sul territorio. Le specificita di ogni paesaggio terrazzato possono essere considerate le risorse su cui costruire un processo di rinnovamento sociale ed economico, indirizzando meglio alcune risorse del Piano Strategico Nazionale per lo Svilup-po Rurali ai paesaggi rurali storici, superando il di-vario novecentesco tra processi di sviluppo e istanze di protezione del territorio, tentando di conciliare un passato ricco di storia e di bellezza con un futuro che mira alla sostenibilità ecosistemica, alla sicurez-za idrogeologica, alla garanzia alimentare. 724 ANNALES ■ Ser. hist. sociol. ■ 28 ■ 2018 ■ 4 Giorgia DE PASQUALE: PAESAGGI TERRAZZATI DELL'ITALIA MERIDIONALE: UN'ANALISI COMPARATIVA TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO, 709-724 TERRACED LANDSCAPES IN SOUTHERN ITALY: COMPARATIVE ANAYISIS BETWEEN THE PAST, PRESENT AND FUTURE Giorgia DE PASQUALE Roma Tre University, Department of Architecture, Largo Giovanni Battista Marzi 10, 00153 Rome, Italy e-mail: giorgiadepasquale@gmail.com SUMMARY In Italy, many kilometres of dry stonewalls describe a big area of cultural landscapes, changing colours and forms depending on local orographic, social and natural data. They all share beautiful, loneliness and fear of the future. The abandonment of terraced agricultural areas is a vast problem that, besides increasing geological risk, also introduces consequences such as losses in productive land, damage to bio-diversity and to cultural heritage. Since 2016, the Department of Architecture at the University of Roma Tre has been supporting communities that want to protect their landscape heritage, looking for contextual saving-strategies. This text summarizes the results of three researches that worked on some of the most representative terraced landscapes of central and southern Italy: the terraced olive groves of Vallecorsa (FR), the rural landscape of the lemon groves of Amalfi (SA) and the historical rural landscape of Pantelleria Island (TP). The study of these landscapes has been tackled with a holistic approach, including historical, economic, social, visual information. This kind of comparison allows to identify common data in terms of potential and vulnerability of Italian terraced systems. Keywords: cultural landscape, terracing, Pantelleria, Amalfi, Vallecorsa 145 ANNALES ■ Ser. hist. sociol. ■ 28 ■ 2018 ■ 4 Giorgia DE PASQUALE: PAESAGGI TERRAZZATI DELL'ITALIA MERIDIONALE: UN'ANALISI COMPARATIVA TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO, 709-724 SOURCES AND BIBLIOGRAPHY Agnoletti, M. (2010): Paesaggi Rurali Storici. Per un Catalogo Nazionale. Roma, Editori Laterza. Agnoletti, M., Cargnello, G., Gardin, L., Santoro, A., Baz-zoffi, P., Sansone, L., Pezza, L. & N. Belfiore (2011): Traditional Landscape and Rural Development: Comparative Study in Three Terraced Areas in Northern, Central and Southern Italy to Evaluate the Efficacy of GAEC standard 4.4 of Cross Compliance. Italian Journal of Agronomy, 6, 1, 121-139. Ambroise, R., Frapa, P. & S. Giorgis (1989): Paysages de terrasses. Aix-en-provence, Edisud, La Calade. 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