„II Consiglio di Zona" ecco un consiglio di cui non abbiamo bisogno Settimanale umoristico deÈ Territorio di Trieste PREZZO Ih TUTTO IL T.L.T, Lire 20. Abb. H Gruppo 22 MAGGIO 1948 M. 24 Balli all’ ebreo DEMOCRAZIA PERBACCO! Dalli all’ebreo! Perchè? Che cosa ha fatto? Mah, chi lo sa! E’ un ebreo, e Quindi Qualcosa deve aver fatto di certo. Questo in sìntesi il ragionamento, se di ragionare sono capaci, che fanno i nostri borghesoi-di, i gagariellì, i «giovani» del Viale e tutta quella categoria di persone che sarebbe molto più utile all’umanità se fosse adibita ai lavori agricoli o dt bonifica. L’antisemitismo è un po’ lo snob di questa gente. Essi sanno soltanto che molti anni fa il «Capo» disse: «dalli all’ebreo», perchè così gli aveva ordinato un tale coi buffetti, e allora continuano a dire «dalli all’ebreo». Avevano letto sul giornale di Giorgio Berti a su quello di Manlio Granbassi che gli ebrei sono ì colpevoli di tutti i nostri mali, e continuano a ripeterlo con la monotonia degna di un disco rotto. Oggi gli ebrei lottano in Palestina contro la aggressione dei signorotti arabi manovrati da oltremanica e oltreoceano. Essi non sanno nemmeno che esistono gli arabi. Sanno si e no che esiste una Palestina. Dei problemi di quei luoghi non hanno la minima idea. (Non conoscono nemmeno quelli di casa propria). Tuttavia fanno il «tifo» per gli arabi. E soltanto perchè gli ebrei hanno sempre torto. Se si trattasse di un conflitto fra arabi e peruviani forse farebbero il «tifo» per i peruviani perchè hanno un nome più simpatico. Gli ebrei hanno sempre torto. Non si sa il perchè. Non sanno spiegarlo. Possono tutt’al più dirti che così diceva il «Capo». E se lo diceva iui qualcosa devono aver combinato questi ebrei. Non si sa nè quando, nè come, nè dove. Ma non ha importanza. Dalli all’ebreo! Qualche volta che ti senti molto paziente, cerchi di spiegar loro che effettivamente gli ebrei hanno fatto qualcosa, hanno dato alla civiltà u-mana, sia come nazione che come uomini eminenti In ogni campo, un contributo grandioso. E sona stati per secoli maltrattati, rinchiusi nei ghetti, oggetto di superstizione, di persecuzione, di massacri. Sono stati torturati, non avevano nessun diritto e lutti i doveri, e infine durante questi ultimi anni sono sati uccisi a milioni, deportali nei campi più bestiali, sottoposti alle più terribili umiliazioni e alle sevizie più crudeli. Ora cercano di rifarsi una patria, di avere urna terra dove raccogliersi e lavorare in pace, di divenire nuovamente popolo e nazione. Cerchi pure di spiegare loro come l’antisemitismo sia sempre stato sfruttato dalle classi dominanti per deviare l’attenzione delle masse popolari da quelle che sono le fondamentali rivendicazioni economiche e sociali per lanciarle contro gli innocenti, a massacrarsi vicendevolmente senza sapere il perchè. Ma non serve a nulla. Il «Capo» ha detto così, e allora gli ebrei hanno sempre torto. Come egli aveva sempre ragione. Non si discute nemmeno, E chi dice il contrario è um traditore della patria, L’< Emancipaz ione della scorsa settimana è Uscita con un magnifico titolo su quattro colonne: Serpi velenose si annidano nelle Amministrazioni Pubbliche. Perfettamente d’accordo signori del P.R.I. d’A. ®d è appunto per questo che noi insistiamo tanto Perchè siano fatte le elezioni. Ed è forse per que-■to che voi non le volete, come non le vogliono Kli altri partiti dei «fronte italiano» e come non 1« vuole il direttore d’orchestra della ex Casa del S’ascio. j VOGLIAMO ELEZIONI A TRIESTE TYOtWKJ i Ieuziow JR!| Perchè fare le elezioni? Se così tutto va per meglio. L’Amministrazione pubblica è completamente nelle nostre mani, noi facciamo e disfacciamo come ci pare e lasciamo che i pupi del Consiglio di Zona o di quello Comunale si gingillino con le loro mozioni e le loro tirate alla D’Annunzio. Quello che conta è tenere lontani dalle arrvmi-Hislrazioni gli operai, i contadini, i piccoli commercianti e artigiani, in una parola il popolo minuto, mentre i fiduciari di Cosulich e gli occuparci si servono delle Amministrazioni per fare 1 loro comodi. In fin dei conti che cosa pretendono questi voratori? Vogliono far parte dell’Amministrazione? Ma benedetti figlioli, come mai Pi è venuta in lesta una simile idea? Da quando in quà gli ope-TQt amministrano qualcosa? Ognuno al proprio Posto; voi a rompervi le ossa nelle officine e noi •‘elle amministrazioni pubbliche a cercare di fre-Waruj in agni maniera. Volete essere rappresentati? Benissimo! Vlrap-Pres caleremo noi. E in fin dei conti come faremmo a vivere se non ci foste voi che lavorate anche Per noi? Voi lavorate per noi da una parte, noi favoriamo per noi dall’altra, come vedete non c’è Nessun sostanziale dissidio fra noi due. In fondo, facciamo la stessa cosa. Perciò non fate i cattivi, non mettetevi in •està delle idee sovversive. A ciascuno il proprio," Per usare una frase cara a mons. San fin. A ciascuno le proprie competenze, a ciascuno vtn lavoro adatto alle proprie capacità. E poiché è indubbio che nessuno può fare t hostrì interessi meglio di noi, lasciateci In pace * non veniteci a rompere le scatole con questa faccenda delle elezioni. Cosa volete mai a perdere tempo con quella faccenda delle schedine, la ma-fa, la crocetta sul sìmbolo del proprio partito, ecc; ecc., tutte quelle complicazioni, dispendio di tempo e quattrini, perdite di voce per andar a Parlare nei comizi, quando tutto va bene lo stesso, 9uando così si tira avanti che è un piacere. E poi come mal avete un cuore così duro? Vor-•’esle che il nostro bravo vescovo così buono e caritatevole debba scomunicare tutte quelle decine ài migliaia di persone che voterebbero per i par-**« popolari? Pensate quanta gente andrebbe allo mferno per la vostra cocciutaggine, e quanti soldi irebbero spendere l’America e il Vaticano per tutte quelle iniziative tese a impedire la vittoria eH Anticristo. E poi il disturbo di dover orga-zzare i brogli E le povere monache che dovrsb-T° uscire dai ritiri e fare lunghi chilomteri a edi per p0teT riuscire a votare in tutte le sedi l‘orali entro una giornata e mezza. No no, non state così malvagi. Lasciate le cose wmt stanno che si sta benone. E giocate piuttosto olla SISAL. Allora, se vi capiterà di diventare milionari, potrete partecipare anche voi all’Amministrazione. Molto più comodo e più simpatico. Non sembra anche a voi? Vedi cara, che bella cosa è la democrazia: permette che il popolo chieda liberamente le elezioni! E quando si faranno? Non si faranno. No, le cose qui non vanno. Tu sai quanto io ami il teatro, Q cinema, gli spe.tacoli in genere. Ma qui a Trieste non riesco più a trascorrere un paio d’ore in una sala di spettacoli, senza che qualche screanzato si metta a disturbare nel bel mezzo delia rappresentazione. Ma voglio portarti degli esempi. L’altro giorno mi stavo godendo un film sul Continente nero, quando all’apparizione di un’appetitosa indigena che si contorceva nella danza del ventre, (ohe tu sai a me piace un frego) un tipo antipatico mi si mette a gridare nell’orecchio; faccetta neera, bella ab...» issine, non lo disse, perchè un mio cazzotto l’aveva interrotto. Ma io finii malconcio in mezzo alla strada, ed i giornali il giorno dopo parlarono di un provocatore espulso da un cinematografo, perchè andava al cinema per inscenare manifestazioni di intolleranza politica. Tu lo sai quanto abbia in uggia la politica, eppure...:. Ma ciò non basta. Il giorno dopo volendo prendermi la rivincita, me ne vado a Teatro a sentirmi l’Aida. Ai «rinoma vincìtor» un gruppo di giovani certamente poco sensibili al fascino musicale, si alza in piedi e si mette a gridare: «Vincitore sì, vincitore sì di quel ... di Tito. Io scatto un’altra volta, ma ancora fresco della lezione del giorno precedente evito di ricorrere alle vie di fatto, ma non riesco a trattenermi dallo spiegare a quei giovani ignoranti che non di Tito doveva tornare vincitore il prode Radames, bensì di Amona-sro, il negus dell’epoca. In quanto a Tito — spiegai — si tratta di un imperatore romano che fece con gli ebrei qualcosa di simile di quanto stanno facendo oggi gli inglesi. Ma quello u l’avessi mai detto! «Tito un imperatore romano? — gridarono — dagli al provocatore, al rinnegato». E ciò dicendo mi si buttarono addosso, e giù botte da orbi. «Il resto — soggiunsero — è per il tuo Togliatti». L’avventura finì come il giorno prima sul selciato della strada, e dire che io Togliatti non so nemmeno chi sia, e cosa c’entrasse con l’Aida, Amonasro e Radames. Spiegami tu, per favore, come devo comportarmi. Qui non si può più vivere, non s* può più andare a teatro, al cinema, in nessun posto. In compenso però si danno spettacoli nella pubblica via: peccato che il programma non cambia. Hanno un repertorio molto limitato: si limitano a fare i «pagliacci» con una piccola variante. Non si presentano mai soli, ma anzi in folta compagnia, e per lo più armati di coltello e di altri oggetti ohe il libretto non indica, per quanto ne sappia io, e cioè il pugno di ferro, le pistole, le bombe a mano. La «cavalleria» invece non la sanno. Insemina è una vergogna ed io che non conosco Togliatti e di politica non me ne intendo, finirò un giorno col «suonare* davvero quei giovani screanzati e sarà un bel spettacolo per chi a-vrà la ventura di assistervi. L’altro giorno ho visto levarsi un fil di fumo, era proprio Pinkerton. Ma le Buterfly locali sembravano giulive, nè si preoccupavano d’essere abbandonate. Ingomma il mondo è cambiato, o son io che non capisco. Aiutami tu, perchè io dispero da quando ho capito che «gli assassini sono fra noi». n tuo desolato lettore (si tratta del nostro unico lettore — N.d.R.) Pare che la democrazia del G. M. non valga molto perchè è molto V. S. A__tal Ancora morti a Tel-Aviv. Tel-Amort A quanto vediamo In giro, con l’aiuto anglo-americano Trieste si trova proprio a cavallo.- di frisi». Dicono che gli anglo-americani a Trieste mantengano l’or, dine. O gli ordini?... di Washington, naturalmente. Come «podestà» il signor Miani non è un gran che™ E' piuttosto un gran co... Gli agìt-pret ci esortano a guardare il cielo, perchè questa è la maniera migliore per non vedere dove vogliono portarci a finire. PERICOLO ROSSO I DISCORSI DI PADRE LOMBARDI SONO STATI TRASMESSI IN 5 CHIESE. II coro del Lombardi. Chissà quante compagnie hanno gli arabi in Terra Santa per combattere contro gli ebrei. Eh parecchie, la più grande è la «Standard OU Company»! V AGIT-PRET lombardi è entrato in Sant'Antonio Nuovo croco DO 0 0 fi o o o 1 li 1114 W > « | j^niii m.lll-MU* SjagrU |)l h UH i» » umero Avanti signori c’è posto per tutti per uomini belli per nomini brutti Avanti signori seguite il sentiero che posto c’è pure per qualche straniero! Udran raccontare dal tonto Vittorio com’è che non™ «vocia» a Montecitorio. c’è posto per tant tromboni sfiatati c’è posto per tanl messèri... trombati, Son sette i caduti col™ cuor sulla ghiaia, ma in fondo i trombati son vario migliato: Udranno che quello che qui fa «scaldare», nel resto del mondo fa sol sbadigliare. Non faccia il ritroso quel caro Miani: ci sono la Gruber, Magrini e Furlani. i «giovani», gli «esuli», beghine, sagristi, «segnore», baldracche, borghesi, fascisti, E forse levando l’occhiai della Lega che Insiste nel trucco ch’apporta ogni bega, vedranno ch’è tempo (almen per gli onesti di mettersi in fila con quelli più desti Non manca Tanasco, Gratton, Paladin, e il degno compare chiamato Santln. 1 fessi dorati, gli idioti d’argento, che parlano d’odio ma càmpano a stente C’è Bartoli Gianni che, mesto e confuso si legge un Vangelo ma Ignora il suo uso. i pàvidi creduli, i molti ingannati, 1 tanti lettori dei vari «comprati». che negano l’odio la falsa distanza he vogliono pace, lavar, fratellanza. Che paura! c’è pericolo che, con le proposte di collaborazione russe, scolpi una terribile pacai 3)on Chiùciotte RICOSTRUZIONE «PAPA’ MANI» •— A lei l'haimo fatto « podestà » perchè è u tecnico? Miani: — No, perchè sono un leccapiedi. (Dii. di Redi Con 1 „boBcouti" > w RUBRICA peri ragazzi dell’Azione Cattolica Questa è stata una settimana carica di avvenimenti per noi giovani dell'Azione Cattolica. S* arrivato, dalla vicina Repubblica Democristiana, Padre Lombardi, per un ciclo <8 comizi nella no- stra città. Tutti i boy-scout» sono stati mobilitati per applaudì ze le sue elucubrazioni mentati. I comizi si sono svolti in chiesa Sant’Antonio Nuovo. Cinque dei nostri «giovani», dopo le prime due mobilitazioni, hanno dovuto essere ricoverati all’ospedale Regina Elana (evviva la monarchia!) per ustioni riportate alle palme delle (mani, ustioni contratte durante j « calorosi applausi». Si aggiungono cosi altri cinque nomi alla già abbondante lista dei nostri fierissimi eroi, combattenti indomiti della nostra filetta crociata per la «Libertà»! Le parole di Padre Lombardi sono scese nel profondo del nostro cuore, l’Apostolo ha detto che... «le vie del Signore sono infinite» una deile quali è via Duca d’Aosta che porta diritto alla sede della Democrazia Cristiana. II primo giorno di comizio »'è stata una ressa immensa nel Tempio, finito di parlare Padre Lombardi i boy-scouts, le monache ed 1 preti che formavano la ressa hanno chiesto a viva voce, dando prova della preparazione spirituale e della sensibilità politica del nostro popolo, la proibizione dell’uso degli abiti di seta a Rita Hayworth, poiché mettono troppo in risalto le sue poppe plutocratiche, e la emanazione di un ordine che Sa costringa, causa le sue forme procaci, a uscire solo nelle ore notturne, senxpredhiè transiti per vicoli deserti e bui, ciò allo scopo di combattere la corruzióne. Al secondo giorno di comizio poi i boy-scouts e gli altri religiosi d’ambo i sessi, avviati ormai a chiedere divieti, chiedono sia proibito alle signore l’uso delle decolltè durante le feste di ballo, auspicando una moda ohe le costringa a ballare con sciarpe di lana attorno al collo ed in/josaan-do pellicce. Al terzo comizi®, quello di Ieri cioè, viene chiesto a Padre Lombardi da una delegazione di «Figlie di Maria» che si obblighi le donne a nascere senza tutte quelle prerogative estetiche che le fanno distinguere dagli uomini, ed inducano gli stessi ad atti impudici, e peccati mortali in genere. Padre Lombardi ha promesso in tutto ciò il suo diretto interessamento presso la. Santa Sede, auspicando fi ribasso delle candele ad uso dei credenti. Per il comizio di questa sera, invece, Don Paolo che oltre a essere un Sant’uomo è anche il nostro capo, ci ha consigliato di a-gitare il problema della restituzione di Trieste allo Stato Vaticano, ed un’amministrazione »fiduciaria» della Santa Sede per Lubiana e Territorio. Noi siamo entusiasti di tutto ciò. solamente Renzino, quel mìo compagno rosso di capelli dice che lui di tutto questo se ne sbatte gli avambracci, ma Ronzino è un cattivo boy-scouts, • io pregherò per lui.,.. .. che finisca sotto ad un’automobile. Amen! MA NON E' UNA COSA SERIA A Trieste manca una polizia citile MIOPE MA NON TANTO L'oculista: — Legga là. *— Imperialismo! (Die. di Red) ma in cambio ce n'ò moltissima di militare Qui si dimostra che i matti hanno sovente ragione. Il mio amico Serafino ad esempio di tanto in tanto crede di essere un qualche personaggio della storia greca, di quelli imparati a scuola, nei lontani anni dell’infanzia, quando ragazzini, i Vigili Urbani ci riconducevano a casa tenendoci per l'orecchio. Strane nostalgìe, ma giustificabili oggi che non c'è più religione, anche se la D. C. e Padre Lombardi dicono il contrario. Ma veniamo a bomba (l’atomica ci perdoni) Serafino dunque qualche giorno fa, preso da una delle sue crisi, si era messo a passeggiare per il Corso con un lanternino in mano. L’occhio provveduto del lettore collega immediatamente Serafino al classico Diogene, senza bisogno che se ne parli più ampiamente. Ma veniamo alla passeggiata del Nostro, che deambulando in tale guisa lanciava di tanto in tanto un grido: «cerco un vigile». Inutile dire che ben presto Serafino fu circondato da un codazzo di gente curiosa e da un nugolo di P. C. che facendosi largo dale, per il benefico effetto 'Ielle carezze, Serafino conti- tra la piccola folla giunse fa- nuava intanto nel suo ritor-cilmente al cospetto dell’insano, e: «Non ci siamo qua cosa ì nello: «cerco un vigile/» noi — dissero — c vuoi?» Ma quello imperterrito: «cerco un vigilel un vigilel un vigile!» Spazientitisi quelli della P, C. passarono allora ai noti metodi persuasivi delle carezze, fedeli al principio che le blandizie inteneriscono i cuori ed i cervelli più duri. Portato d’urgenza all’ospe- TROPPO TARDI — Alzati, Giacomino, stanno par Invernale »1 dare il «Fondo fta soddisfatta e gli viene in-’0r‘trO) — Evviva! Lei è padre di iri bel maschietto, bruno con gli ^chi celesti... IL POVERO CRISTO: — Come eie! LA LEVATRICE: — ...e eoo una Sran voglia di bistecca.» *L POVERO CRISTO: — (guarendo a soffitto) Come me! CALA IL MORALE * terra ài contadini , [La scena rappresenta un sa-?^° nella casa di un ricco ^HARIO. Con lui c’è anche il v»Scovo Discutono). *L VESCOVO: — I contadini Siono la terra. On AORARIO: — Ancora, ma e Porci proprio rinnegano nche Tegualianza? Se lei ha rt •II^SS? tutto per loro il Regno J? Cieli ho ben diritto di tener-611 !» terra no. IL VESCOVO: — (Esce per onxunioare i contadini mentre..) CALA IL BUONSENSO Bagnino che sà LA xcena rappresenta una J^Offva. Ragazze in costume sue-a. 10 fanno vedere gli ombelichi tiinorenni. Le «tardone» vanno ra^j °acc'ia d’imbecilli mentre una Per °*° espande in giro musica tr . tutti i gusti. Tutto ad un Poe ° Si 0