li- Capodistria 1G Luglio, 1870. - 1 ; <• ' suoi: ri • • ,,■<> : ■ i * - » „ *I i » SUPPLEMENTO !iti-,ìi'i tquK i • /e! rfe •.a..». r C/ » i ■ittvrl *b il*n j ». ! ri, , «iNu fcl.-v,upiH#:> sìiì -.'t ai« tfiq * ALLA „ PROVINCIA" '•> eUmlqq* ..-Hi , PER GLI ITTI DELLA SOCIETÀ AGRARIA ISTRIANA. ■ma» ìfc-»ì'H -v > AVVISO. Essendo diggià scaduto I' obbligo al pagamento del canone pel secondo Semestre di quest' anno, la presidenza invita i signori soci a versarlo con tutta sollecitudine presso i Comizi, e i membri del Comitato sociale o in difetto presso quelle Podestarie che per cortesia se ne volessero assumere l'incasso. Nello sfesso tempo si pregano i molti restan-ziarii a voler corrispondere senz' altro agli obblighi sociali assunti colla loro sottoscrizione versandogli eventuali arretrati di buona entrata e di canoni. . ovendo poi la presidenza chiudere il consuntivo per la fine di luglio, essa si troverebbe, decorso questo termine, nella spiacevole posizione di dover ricorrere a quei mezzi di legale coazione che le furono suggeriti dal Comitato sociale. A quelle Comuni che finora proficuamente e per atto di cortesìa coadjuvarono I' opera sua nonché ai Comizi ed ai membri del Comitato sociale la presidenza porge la preghiera di occuparsi con sollecitudine di questi incassi. Rovigno 8 di luglio 1870. La Presidenza. Ài Comizi agrari di Capodistria, Dignano. Parenzo e Pisino, ed ai Comitati promotori di Monlona e di Visinada. Compiuta la campagna serica di quest'anno la preside n/.a della Società agraria istriana prega quei Comizi, cui venne fatto il dono dei cartoni originali giapponesi, di farle pervenire con tutta sollecitudine una relazione precisa sull'allevamento e sui risultati dello stesso con tutti quei dati e quelle osservazioni che furono loro suggeriti al momento della consegna nel numero 7 di questo supplinrento. Possibilmente pei 25 del corrente mese interessa alla scrivente di avere tutte le relazioni per poter alla sua volta riferire in proposito allo Stabilimento di sericoltura di Gorizia. Rovigno 8 di luglio 1870. La Presidenza. sussidi per viti ed orticoltura. AVVISO. La presidenza della Società agraria istriana ottenne dal Ministero dell' Agricoltura di poter distri- lìfltTre il residuo di f. 420 della sovvenzione dell' an- no decerso per viti ed orticoltura ai Comizi agrari di questa provincia, semprechè dimostrino di aver costruito un orto agrario di almeno 400 clafter quadrati con semenzai e vivai di viti ed orticoltura ed indichino lo scopo preciso, cui dovrebbe servire il sussidio. Quei Comizi agrari ed in difetto quelle Comuni che credessero di poter aspirare ad un sussidio dovranno fare insinuazione alla scrivente sino ai 15 d: agosto p. v. indicando tutti quei dati che ritenessero per poter appoggiare la loro domanda. Domande insinuate dopo decorso questo termine non saranno in nessun caso prese in considerazione. A pari condizioni andranno preferiti i Comizi alle Comuni, come pure quegli orti che ridondano a pubblica utilità e che servono all' istruzione pratica di agricoltura. Coloro che otlerranno un sussidio dovranno documentarne 1' impiego conforme allo scopo della concessione. Rovigno 8 di luglio 1870. La Presidenza. ALLEGATI AL VERBALE DELLA I. SEDUTA DI COMITATO. RELAZIONE sui provvedimenti proposti dalla presidenza per migliorare r allevamento degli animali bovini. Onorevole Comitato! Nel rivolgere la propria attenzione a qileH' importante ramo d'industria agraria, che è 1' allevamento degli animali bovini, la presidenza credette di dovere abbandonare il campo delle incerte esperienze e di tracciare in quella vece una via determinata che col mezzo di provvedimenti ripetuti e costanti la conduca quando che sia ad una meta prefissa e certa. Lo esigono diffatti il bene della nostra agricoltura e la necessità di impiegare i sovvegni delb» Stato in modo più razionale e più produttivo. Une importanti quistioni insorgevano però iti questo riguardo, di cui 1' una rifletteva la meta dà raggiungersi I' altra i mezzi per raggiungerla. A ben vedere due cose esige la nostra provincia a questo ramo d'industria, lavorò e latte, e di due razze di animali bovini quindi 1' Istria ha bisogno. Questa seconda opinione fu acerbamente censurata quasi fosse cosa vuola di senso, coperta dall' appariscente orpello di brillanti locuzioni, ma la presidenza ritiene invece che pensando diversamente essa darebbe di cozzo con quel dogma fondamentale di ogni razionale allevamento di animali bovini che è '■"i specializzazione. Come il sapere enciclopedico dell' uomo significa superficialità e spesso ignoranza, come massimo «attore di lavoro si ritiene la divisione,, egualmente la specializzazione nell' allevamento degli animali bovini è la più importante conquista della industria moderna, è un grandissimo mezzo di riuscita. La specializzazione applicata direttamente a-gli animali bovini ne concentra le capacità fisiologiche su quel dato prodotto che noi vogliamo ottenere, quella determinata funzione cui abbiamo di mira, .sviluppa di preferenza gli organi chiamali a compierla e per una legge di compensazione organica lo fa .sempre a danno di altre funzioni e di altri organi. Ecco perchè l'industria moderna creò allato alle razze naturali o topografiche la razza artificiale, «•he è quella varietà di una specie le cui altitudini :i prestarsi di preferenza ed in grado maggiore ad una speciale produzione sono cosi costanli e fisse da riprodursi colla figliazione. Quando invece si volesse da una sola razza a-vere latte e lavoro, unicamente perchè la vacca da lavoro dà latte, e porche il bove della razza da lai— le saprà tirar 1' aratro ed il carro, si avrà mediocre produzione di latte, e nello stesso tempo da lavoro meschino. Anzi a ben vedere un' attitudine è sempre sviluppata a preferenza di un' altra, sicché mai si po-i ra ottenere compiutamente ambedue questi scopi: inttc e lavoro dalla stezza razza. 31 bove d'ingrasso p. c. il Durhani ha gli arti, la testa ed il collo brevi ed esili ed è quindi un meschino animale da lavoro: l'animale da lavoro è ;tlla sua volta mediocre o cattivo produttore di latte, «ome sono i nostri animali e come contro ogni previsione si dicono da alcuni essere quelli della valle di iYliirz: la buona razza da latte è infine inetta al lavoro, come è quella della Bretagna cui per molti riguardi la anteriore Presidenza avea rivolto i suoi studii. „ Quando le diverse attitudini (dice l'illustre dottor \ntonio ZanclliJ — esistessero contempqraneamcn-)n un solo individuo, non vi potrebbero coesistere se ioni a condizione di essere tutte in grado mediocre « dare per conseguenza un risultato industriale altrettanto mediocre. " La Presidenza ritiene adunque di aver più che non sembrasse necessario dimostrato come per avere molto latte e molto lavoro si richiedano due razze bene distinte, ila lalle 1' una, du lavoro 1' altra. Quanto la razza da lavoro, la Presidenza ritiene che non la si debba cercare altrove, imperocché cosparsi per le nostre campagne abbiamo molli e preziosi materiali con cui essa si potrà creare. Anzi ne accresce il valore di fronte a razze forc-«liere il fatto che i caratteri dei nostri animali cor. rispondono perfettamente alle condizioni naturali e-Merne di clima, di terra c quello che più importa «li pascolo. La razza da latte dovrà invece introdursi in Provincia dal di fuori perchè qui non esiste. Quale razza da latte sia più acconcia la Presidenza at-leude dal vostro autorevole Consiglio di conoscere. Vi deve però la PresiJenza osservare che la razza della valle di Miirz fu proposta ed accettata dall' anteriore Presidenza per unanime coasi-usj del I Comitato sociale e dopo aver inutilmente atteso quei consigli, cui nella provincia avea fatto appello. Passando a parlare dei mezzi, con cui la presidenza intende di ottenere queste due razze, Voi o Signori, li conoscete. L'Esposizione e la Premiazione dei nostri animali da lavoro deve migliorare le attitudini speciali al lavoro, renderle esclusive, e con ciò preparare la via alla selezione e per ultimo alla creazione di un determinato e costante tipo da lavoro Istriano.— Questo fu il concetto del primo programma di esposizione, che fa dalla cessata presidenza comunicato al Ministero dell' Agricoltura come base dell'esposizione di quest'anno. L'attuale Presidenza dovette soltanto stabilire la necessità d'istruzioni per un delegato tecnico, il quale sarà chiamato a premiare unicamente le qualità che distinguono il buon animale da lavoro senza riguardo alcuuo alla bellezza estetica: a mostrare le qualità che resero un animale meritevole di premio: ad indicare quello che difetti agli animali non premiati ed a tracciare infine la via per la quale si possono ottenere le mancanti abitudini, i mancanti caratteri di uu buon tipo da lavoro. Iteli'introduzione di una razza da latte la Presidenza pensa di mantenere ancora il sistema della rivendita di favore legata alle note condizioni, imperocché questo sistema le sembrò bene accetto e per ora unicamente possibile. I mezzi che stanno a disposizione della Presidenza sono fiorini 420 avanzati 1' anno decorso dalla premiazione di tori e di vacche, e fiorini 1117.06 ricavati dalia rivendita degli animali della Valle di Miirz: assieme fiorini 1543:66, ed in aggiunta essa pensa di chiedere all' eccelso Ministero dell' A -gricoltura un ulteriore sussidio di fiorini 31HML Questa somma complessiva di fiorini 4546.66 verrebbe impiegata nel modo seguente: I. Premiazione dei nostri animali da lavoro, come dal programma e dal preventivo già proposti .il Ministero: f. £262:55 II. Aquisto di animali da latte: 2281:11 Se poi malgrado tutti gli sforzi della Presidenza non le r.uscisse di salvare i fiorini 500 che si chiedono per la mostra agraria triestina e che si Vorrebbero detrarre dal nostro sussidio per 1' allevamento di animali, la Presidenza Vi propone di levare i fior. 500 che allora mancherebbero alla somma necessaria per eseguire il nostro programma dal sussidio della Provincia. La Presidenza Vi propone adunque: 1. !)i prendere notizia e di assentire ai proposti provvedimenti per 1' incremento dell' Industria bovina. IL Di pronunciarvi sulla razza da latte che dovrebbe essere introdotta nella nostra Provincia. Ili, Di fissare, le giornate ché riterrete più opportune per 1' esposizione dei nostri animali. Avvertenze circa « tagliare le foglie e le cime del frumentone. Se ben si considera l'importanza che hanno lo foglie nella vita delle piante, si capisce facilmente che nou si dovrebbero mai levare le foglie e le cime alle piante di frumentone. Alle foglie spettano gli uf- fici di assorbire dall'aria principii nutritivi e di mandar fuori quelli che riuscirebbero inetli o superflui alla nutrizione. Oltracciò 1"ufficio più significante c più essenziale, che viene compiuto dalle foglie, consiste nella digestione. Gli umori nutritivi, tanto quelli assorbiti dall'atmosfera qnanto quelli cui le radici suggono dal terreno, bisogna che nell'interno della pianta effettuino la circolazione e si portino alle foglie, dalle quali vengono elaborati e digeriti e ricevono, per cosi dire, vitalità da essere poi diffusa a tutte le parti della pianta. Le foglie, fino dai tempi di Aristotile, furono equiparate ai polmoni degli a-nimali, e come negli animali il sangue riceve l'aura vitale dai polmoni, cosi nelle piante gli umori assumono vitalità dalle foglie e rcndonsi alti alla nutrizione. Per ciò, levando le foglie ad una pianta la si danneggia e si rende malata in maniera poi da portare frutti più scarsi e mal nutriti. Da questa causa derivano anche le molte malattie a cui si veggono i gelsi andare soggetti. Le qui esposte dottrine basterebbero a dissuadere dal levare la cima alle piante del frumentone, per non nuocere all'ingrossarsi ed al sapore del grano, ma vi è inollre da considerare che nel levarle si produce una piaga la quale per parecchi giorni, apporta perdita di molto umore nutritivo, oltre a venir meno quelle che le foglie avrebbero assorbito dall' atmosfera. Quindi è che la scienza si oppone direttamente alla pratica di levate le cime e le toglie alle piante di frumentone prima della completa maturità del grano Laonde quando si voglia pure eseguire l'uso di tagliare, converrà differire a compiere assai lardi questa operazione. È poi assolutili»-lite necessario evitare di effettuarla prima che sia terminata la fioritura, perchè altrimenti non potrebbe il grano perfezionarsi nè giungere a maturità. Il frumentone porta i fiori fecondati nel pennacchio il quale sta in .ilio affinchè la funzione della polvere fecondatrice fosse effettuata, non si potrebbero ottenere semi per-tezionati e maturi. E'quindi regola che si deve impreteribilmente sguire quella di non levare mai le cime alle piante ili frumentone prima che sia avvenuta la fecondazione. Questa apparirà effettuata quando i fiori dei pennacchi trovatisi disseccati e non ci ntengono più alcuna polvere e quando i pistilli delle spiche, i quali dai nostri contadini sono denominati copelli o barbe, divengono avvizziti e cominciano a disseccare Nello accingersi poi all'alto pratico di troncare le cime, la d'uopo avere l'avvertenza di non eseguire questa operazione in troppa vicinanti della spica, impropriamente chiamala dai contadini pannocchia, ma di fare in modo che vi resti ancora sopra un intermedio co'suoi nodi, affinchè più presto la ferita saldare si possa e minor quautità di umore nutritivo si abbia a disperdere. A meglio persuadersi della importanza che àn-nu le esposte avvertenze, si possono istituire questi quattro esperimenti: I. Coltivare alcune piante di frumentone in luogo appartato, e a queste levare le cime prima clic »i apra il pennacchio. II. Nel c#i»po coltivalo a frumentone, levare le cime, prima efce si apra il pennacchio, soltanto alle piante di un filare. III.. Levare le cime e parte delle foglie alle piante di altro filare, dop che è succeduta in loro la fecondazione. IV. Lasciar intanto le piante di altro filare, senza levar loro nè cime, ne loglie. Si otterranno i seguenti risultati: Le piante coltivate in luogo appartato, purché sieno siale tolte le loro cime prima deli'apertura del pennacchio e sien-si trovate lontane da altre coltivazioni di frumentone, in modo che i venti nr n abbiano potuto portarvi sopra polvere fecondatrice derivata da altre piante, non presente anno semi formati, ma abortiti ed av vizziti. Quelle coltivate nel campo, alle quali sonsi levate Itr cime prima dell'apertura del pennacchio, mostreranno grani formati, perchè la polvere delle circonvicine ne ha effettuata la fecondazione, ma le spiche saranno piccole e i grani poco nutriti, ristretti e difettosi, essendo mancato loro t'alimento che avrebbero dovuto procacciarsi colle cime e colle foglie le quali invece vennero levate. Le a tre alle quali sono state tolte k cime e parte delle foglie, dopo compiuta la fecondazione, daranno .spiche e grani mediocri. Finalmente la piante lasciate intatte offriranno il prodotto più bello, perfetto, maturo, abbondante e saporoso. Prof. Paolo Terrachini. sul governo da farsi alle viti PERCOSSI? dalla grandine. Il governo da farsi alle viti che siano state percosse dalla grandine delib'essere regolato per guisi^ diverse, cioè a tenore della maniera di tenuta e potagione delle vili medesime, e secondo la gravezza del d -sastro, cioè, secondo la violenza maggiore o minora colla quale vennero percosse. Moltissimi sono i modi di tenuta delle Viti, essendo questa una pianta che, per la sua natura «armentosa, si acconcia a tutte le foggie alle quali si vuole condurla. Tutti questi modi però possono ridursi a due fondamea-tali, cioè: a bassa ceppaia ed a ceppo alto. In ambidue questi sistemi si possono adJottare due maniere di potagione, cioè: a legno corto o a sproue, ed a legno luogo oppure a sarmento. Quando si segua il primo sistema non è necessario di seguire nessuna altra operazione che quelle cho solitamente si compiono in late coltura, cioè di pizzicare continuamente i nuovi germogli, o polloni, aftinché il tralcio bene si afforzi, : giacché nella successiva poiagione dovendo tornare a due occhi o tre al più sopra del ceppo, il legno del vecchio resta p^r la più parte reciso e la produzione deli' uva è affidata ai nuovi tralci. Il recidere tutto il tralcio fino al ceppo non darebbe luogo che allo sci svolgimento di qualche tralcio succhione, il quale difficilmente nel seguente anno diventerebbe fruttifero. La cosa è allatto diversa quando la potagione sia fatta a legno lungo, cioè a sarmento, come usasi generalmente presso di noi, in quasi tutti i sistemi di tenuta delle vili ad alto ceppo, ed anche a bassa ceppaia. In questo genere di potagioni si tronca a sprone ad ogni anno il tralcio che ha fruttificato, si distende a frutto il tralcio formatosi P anno anteriore, e si provvede alla formazione di un nuovi* tralcio che diventerà fruttifero nel seguente. Lo scopo da prefiggersi in questo genere di potagione si è quello di avere pèr ciascun anno un buon tralcio o sarmento legnoso e maturo, perchè abbia forza di .sviluppare un buon numero di bottoni, che diventino tralci fruttiferi coli'abbondanza maggiore. Ciò premesso vediamo per qual guisa, a nostro parere, debbano essere governate queste viti quando sieno state percosse dalla grandine. Se la grandine sia caduta in stagione un po' tarda cioè a luglio bene inoltrato e più tardi ancora e che perciò abbia trovato i tralci abbastanza resistenti, purché non abbia percosso assai fieramente producendo assai larghe ferite, non crediamo che in tal caso sia da limitarsi ad alcune cure soltanto che valgono a promuovere il meglio possibile la nutrizione del tralcio sarmento per 1' anno venturo. Quando la speranza di oggi frutto non sia allatto perduta crediamo che debbaài aver cura di pizzicare i tralci frutt feri sul primo nodo dopo dell' ultimo grappolo, avendo cura di pizzicare pure tutti i nuovi germogli o polloni che si svolgessero alla ascella delle foglie. Ciò allo scopo di non disperdere inutilmente il succo nutritore consumandolo nella produzione di parti t he nella seguente primavera andranno recise. A questo scopo medesimo crediamo che debbano essere recisi lutti quei tralci che non offrono nessuna speranza ili frutto e che non diverrebbero < he imitilo ingombro ed altrettanti parassiti della pianta. Con questa cura noi portiamo opinione che i tralci-sarmenti quelli cioè riserbati a fruttificare neh' anno successivo, se siano secondati dalla stagione e dall' afflusso della linfa di agosto, potranno assai bene farsi legnosi, rimarginare le ferite e quindi portare alla lor volta buon frutto. A questo effetto anzi di afforzare maggiormente il legno, quando il tralcio-sarmento abbia raggiunto sufficiente , ne» lunghezza perche possa essere legato alla posta vicina, come si usa, riesce opportuno il troncare tutta la parte soverchiamente lunga, e che tronche-rebbesi nella potagione primaverile. Operando invece questo troncamento nell' anno istesso, i succhi si concentrano nella parte che rimane e concorrono validamente ad afforzarla perchè poscia diventi fruttifera. Se poi la grandine è stata devastatrice togliendo ogni speranza di vendemmia e percuotendo e ferendo i tralci-sarmenti, in tal caso noi crediamo che non debbasi esitare ail eseguire come suol dirsi la potagione in verde, cioè in corso di vegetazione come si eseguirebbe alla primavera, cioè troncando i sarmenti a sprone per allevare i nuovi tralci-sarmenti per I' anno successivo. Se questa operazione si fa tosto senza esitare restano ancora oltre a tre mesi utili per una buona vegetazione, e 1' atlusso della linfa di agosto. In questi tre mesi, se la stagione non sia contraria, si possono formare dei buoni tralci-sarmenti abbastanza robusti e sani per porgere un conveniente prodotto nell'anno venturo, figli é assai evidente che se all' atto di eseguire tale opera si trovino dei tralci che siano stati risparmiati dalla grandine, questi si debbono conservare per non procurare un inutile sforzo alla pianta di produrre un nuovo tralcio quando possa servire il già formato. Del resto quale speranza di buon prodotto si potrebbe nutrire laseiando sussistere i tralci sarmenti cosi maltrattati, percossi e feriti dalla grandine ? Noi crediamo che non vi si possa porre nessuna fiducia giacché simile maltrattamento è di per se stesso una malattia che dee necessariamente turbare le funzioni della pianta ed impedire la produzione del frutto. E questa la nostra opinione in tale argomento, che è pur quella di molti pratici viticultori. Quello che deesi fare è però di prendere subito che il flagello ci ha fatalmente colpiti, I' ino o 1' altro partito a fine di non perdere un tempo prezioso. fG. la \ite ed il Vino) VARIET A' giurisprudenza agraria. - commercio di seme bachi. .'!»>« ■., »-'! ■''.< v * l'.tfi it /i ■ .. - La r. Corte di Appello di Torino ha pronunciato di questi giorni una decisione in oggetto di vendita di seme bachi, che per la sua importanza pratica qui riproduciamo: 1. Il venditore, il quale ha garantito, che la sua semente avrebbe dato un prodotto simile al campioni-, in caso di fallita qualità non è ammesso a provare che una qualità diversa, di diversa dimensione, configurazione o colore abbia potuto dare un buon prodotto. 52. Itesta in pari tempo stabilito che il venditore di seme bachi, mentre garant sce un prodotto di bozzoli di una data qualità, non garantisce però un prodotto abbondante o sufficiente, né quindi è tenuto ai danni per fallito raccolto. smelatore a forza centrifuga a buon' mercato. Avendo Ia presidenza della Società agraria, stabilito d' introdurre nella provincia uno o p;ù Sinelutoi riproduciamo dal „ Coltivatore " alcuni cenni intorno allo smelatore de — Hruschka— Brambilla, che ne sembra rimarchevole pel suo tenue prezzo. „ Di quanta importanza sia stata per I' apicoltura 1 applicazione della forza centrifuga all' estrazione del miele dai favi, è tale cosa che nessuno potrà disconoscere e l'illustre apicultore de Hruschka che è l'inventore di cotali smelatori, può a giusto vantarsi d' aver recato un immenso servigio all' a-picultura razionale. Se non che finora non si era pensato che a fare macchine di prezzo elevato, mentre per la massa degli educatori di api si richiedevano invece smelatoi di tenue costo. Questo problema però pare ora affatto risolto, poiché il signor Brambilla Giovanni di Milano ( via San Pietro in Gessato, N. 1 ) per lire 35 costruisce uno smelatolo che secondo quanto leggo nell' ultimo giornale U apicultore di Milano, è assai bene costrutto e dotato di movimento rotatorio abbastanza celere per smelare completamente i favi. (Ottavi Ottavio ) Il Ministero della Guerra accordò anche per quest' anno che durante il tempo del raccolto an determinato numero di soldati per ogni corpo possa ottenere un permesso per prestare nella provincia, in cui si trovano, giornalieri servigi-agli agricoltori, che ne facessero richiesta. ' " ' 7 . TIP. DI GIUSEPPE TONDELLI. NICOLO' de MiDOWZZA RcJattm*