ACTA HISTRIAE VI. ricevuto: 1998-01-14 UDC 327(436):627.2(450.361 Trst)"1945/1950" TRIESTE E AUSTRIA - IL PRIMO LUSTRO DEL SECONDO DOPOGUERRA Karl STUHLPFARRER Institüt für Zeitgeschichte der Universität Wien, AT-1090 Wien, Spitalgasse 2 (Hof 1) SINTESI Nei primi mesi seguiti al ripristino dell'indipendenza austríaca (aprile 1945) il governo di Vienna non diede nessuna priorita alla questione di Trieste, nonostante fossero presenti alcune idee su uno stato centro europeo comune, che avrebbero incluso anche l Austria e Trieste. Il libero accesso al porto di Trieste era oggetto di notevole interesse, per ovvi motivi economici e per il fatto che attraverso Trieste arrivavano in Austria gli aiuti delle Nazioni Unite. Il governo austriaco non voleva schierarsi nel confronto italo-jugoslavo su Trieste, perché da un lato temeva reazioni relative alla questione dellAlto Adige e dall'altro possibili ripercussioni sulle rivendicazioni jugoslave di territori austriaci. Cosí la decisione della Conferenza di pace di Parigi del 1947, sulla fondazione del Territorio Libero di Trieste, sembrava la migliore garanzia per gli interessi del commercio estero austriaco. La situazione cambio pero repentinamente con la presa del potere da parte dei comunisti in Cecoslovacchia e in Ungheria. Il porto di Trieste rimase in ogni modo molto importante per l'Austria, sino alla costruzione dell'oleodotto che da Trieste arrivava in Germania e in Austria. Esso divenne un nuovo importante elemento nei rapporti economici bilaterali. Nei primi giorni del maggio 1945 un gruppo di austriaci si ritiro da Trieste per ritornare nella patria austríaca, fra di loro due nomi di grande fama, anzi infamia: Friedrich Rainer e Odilo Globocnik, per qualche giorno l'uno ancora Gauleiter di Carinzia e Supremo Commissario del Litorale Adriatico, l'altro Capo Superiore della Polizia e delle SS. Con la loro fuga hanno messo anche un ultimo fine ai sogni nazisti di un nuovo ordine europeo, il cui probabilmente avrebbe dovuto includere in uno o in altro modo anche lo stesso Litorale Adriatico, non al vantaggio di tutta la po-polazione slovena, croata e italiana. In questi primi giorni raggianti del maggio 1945 un nuovo governo austriaco a Vienna aveva gia proclamato la rinnovata indipendenza austriaca, ma, a parte che il suo potere non superava molto le dintorni di Vienna in questo primo periodo ancora 253 ACTA HISTRIAE VI. Karl STUHLPFARRER: TRIESTE E AUSTRIA - IL PRIMO LUSTRO DEL SECONDO DOPOGUERRA, 253-260 prima della capitulazione tedesca, aveva ben altri preoccupazioni che il destino del Litorale Adriatico e Trieste, sebbene il primo Cancelliere, Karl Renner, non dimen-tico in un suo discorso tenuto più tardi di accennare metaforicamente anche al Carso (cfr. Mattl, Stuhlpfarrer, 1988, 99-143; cfr. Stuhlpfarrer, 1985, 209-220). Durante questo primo periodo fino al luglio 1945 comunque in tutte le sedute e discussioni del governo della giovane rinnata repubblica austriaca il Litorale Adriatico e Trieste non furono menzionati nemmeno una sola volta (cfr. Enderle-Burcel, 1995). Liberato dalle truppe jugoslave ed angloamericane il Litorale rimase oggetto delle reciproche pretese italiane e jugoslave. Ma non solo per questo fatto il territorio contestato rimase sotto l'occupazione alleata, ella fu leggitimata anche con la necessità di mantenere ed assicurare le linee di communicazione con le truppe d'oc-cupazione in Austria (Wagnleitner, 1975, 268). I primi legami che collegarono di nuovo il destino del Litorale e dell'Austria furono percio le interesse della politica britannica che temeva non solo la imminente bolscevicazzione dell'Italia ma penso che una Trieste jugoslava avrebbe portato tutto il mare adriatico sotto il dominio dell'Unione Sovietica. Già nella Conferenza di Quebec nel agosto 1943 la Gran Bretagna aveva forzato l'idea di una regione formata dalla Baviera e dalll'Austria integrando in un tale blocco anche Trieste e Fiume/ Rijeka. Lo sviluppo di tali programmi non fu cessato neanche dopo che la dichi-arazione di Mosca nell'ottobre/novembre 1943 aveva già puntato sulla ricostruzione dell'Austria. Le programme confederativi integrarono una volta più territorio tedesco, l'altra volta più territorio italiano, sempre pero comprese l'Austria e Trieste (Wagnleitner, 1975, 272, 275; cfr. Wagnleitner, 1975, 25, 35). Possiamo sentire ancora gli ecchi di questi programmi allorquando nel giugno 1946 il Ministro degli Esteri britannico Bevin affermo che niente più avrebbe potuto favorire la pace che la disposizione sovietica di sistemare il problema austriaco assieme e nello stesso tempo con la questione italiana, Perché in questo caso si avrebbe potuto ritirare tutte le truppe d'occupazione dall'intera zona mitteleuropea (KAG, 4. 6. 1946, 773). Le idee di riassicurarsi per Trieste il suo retroterra oppure di riassumere la sua vecchia funzione come porto principale per l'Europa centrale non si limitarono ai ceti politici della Gran Bretagna. Mario Zoli per esempio nel 1946 ha promosso l'idea di uno stato cuscinetto fra l'Italia e la Jugoslavia includendo anche gran parte dell'Austria. E in giugno 1946 nell'"Economist" di Londra Diego De Castro affermo la sua convinzione che un tale stato cuscinetto trilinguale si potrebbe congiungere con una federazione europea centrale, "che servirebbe agli interessi di tutti i popoli di queste zone" (Economist, 15. 6. 1946; Die Furche, 13. 7. 1946). Ma certamente anche in Austria non si é dimenticato che il Litorale e Trieste hanno fatto parte del grande Impero dissoluto soltanto una generazione fa. Un ritorno di Trieste all'Austria esercito il suo fascino non solo nei circoli privati. Un deputato del Partito Popolare, Karl Freytag, all'inizio del 1946 nella rivista ufficiale del suo 254 ACTA HISTRIAE VI. Karl STUHLPFARRER: TRIESTE E AUSTRIA - IL PRIMO LUSTRO DEL SECONDO DOPOGUERRA, 253-260 partito pubblico una sua proposta di rilegare Trieste all'Austria con un corridoio, perche non esistesse soluzione del problema di frontiera che potesse accontentare sufficiente né Italia né Jugoslavia, per tutte le due del resto Trieste non avesse un importanza primordiale come porto. Trieste formando l'accesso austriaco al mare invece sostenesse l'Austria nel diventare di forza propria uno stato indipendente della famiglia dei popoli europei" (Freytag, 1945/46, 184). Ma non si puo dire, che si fosse sviluppato un vero movimento annessionistico in Austria anche sei nel 1948 l'ufficio Esteri a Vienna chiese eccitato piü precisi dettagli su un Comitato Triestino per la riunione con Austria. Ma ben presto si e capito che l'organizzazione fu promossa da un sergente americano a cui avevano suggerito l'idea alcuni tedeschi offrendogli qualche birra in una trattoria (ADR/AA, Kt. 113, Triest 49, 80.470-pol/49). Non meno divertente la lettera di un compositore di New York di un anno dopo e conservato scrupulosamente negli atti che propose al Ministro degli Esteri austriaco, Karl Gruber, di comprare dalla Jugoslavia una striscia di terreno per collegare Trieste con Austria mediante un canale (ADR/AA, II-pol 1949, Kt. 113, Triest 1949, 84.234-pol/49, 26. 5. 1949, 30. 5. 1949).1 L'Ufficio Esteri a Vienna nondimeno rispose cortesemente, che il "piano benevolente per ragioni tecniche e politiche attualmente non puo essere preso in considerazione" (ADR/AA, II-pol 1949, Kt. 113, Triest 1949, 84.234-pol/49, 9. 6. 1949). Ancora nel 1950 un tirolese propose l'integrazione di Trieste in Austria come decimo Bundesland dopo un plebiscito sinceramente favorevole collegandola con una nuova austostrada alla nuova madrepatria (ADR/01, Kt. 149, BMfaA, II-pol 1950, Triest II. pol 1950, Triest 2, 121.135-pol/50, 125.147-pol/50, 21. 6. 1950). Non so perche sono sempre i tirolesi non contenti con nove Bundesländer e richi-edendo un decimo. Ma ancora nei documenti dell'Ufficio Esteri a Vienna possiamo trovare un memoriale non firmato che probabilmente a cavallo fra 1946 e '47 riflette le idee di un gruppo interessato di imprenditori austriaci. Il documento con il titolo "Ricostruzione delle basi per il traffico portuale con Trieste" discuteva sulla base di un'ampia raccolta di fatti e dati siano statistici, siano storico-politici quali potrebbero essere le possibilita per ricostruire le condizioni le piü simili di quelli esistenti prima del 1914. E furono cinque le possibilita messo in considerazione: 1 la creazione di un corridoio austriaco fino a Trieste lungo una linea ferroviaria; oppure 2 l'internazionalizzazione delle ferrovie che collegano Trieste con il suo retroterra; o anche 3 l'istituzione di una associazione Adria di tutte le ferrovie che servono al traffico del porto di Trieste. 1 Non fu la prima e l'ultima di tale proposte (cfr. Tiers, 1953, 20; cfr. Freiheit, 30.3.1946; cfr. Brandl, 1939, 1-5). 255 ACTA HISTRIAE VI. Karl STUHLPFARRER: TRIESTE E AUSTRIA - IL PRIMO LUSTRO DEL SECONDO DOPOGUERRA, 253-260 La quarta e quinta variante discussa si occupava con diverse forme di pagamento di un pedaggio (ADR/AA, Kt. 45, II-pol 1947, Triest 49). Vediamo che per l'Austria fu piü rilevante che pretese territoriali, che riap-parirono qui e la, l'accesso libero al porto, come gia nell'agosto del 1945 un comitato di industriali della Stiria formatosi a Graz aveva proposto l'internazionalizzazione del porto di Trieste, l'instituzione di un concistoro internazionale del porto, l'al-largamento del porto franco e l'instituzione di una zone franca industriale (Ludwig, 1945/46, 478). Piü adeguato alle realta internazionali ed al vero peso politico dell'Austria del tempo anche un memoriale dell'Ufficio Esteri a Vienna del 2 gennaio 1947 non stava sprecando neanche una parola per una soluzione corridoio, affermava invece le necessita die trovare una soluzione chiara sul diritto di transito, un'immediata formazione di un regime tariffario e finalmente lo stabilirsi e assicurarsi di una adeguata posizione di diritto dell'Austria nel Territorio Libero di Trieste. Special-mente su quest'ultimo campo il governo austriaco rifiutava l'istituzione di zone franche riservate per singoli nazioni, richiedeva la partecipazione austriaca in tutte le instituzioni del Territorio Libero di Trieste con previste rappresentanze di altre nazioni come anche il diritto per tutte le istituzioni austriache siano dello stato siano private di aprire uffici a Trieste (ADR/AA, Kt. 45, II-pol 1947, Triest 49, 113.602-pol, 2. 1. 1947). Quanto alla questione di frontiera fra l'Italia e Jugoslavia nel Litorale il governo austriaco si rifiuto di prendere partito. Il suo comportamento strettamente neutrale non risulto pero dal desinteresse, come abbiamo visto, ma dalla situazione austriaca stessa, che con tutti le due delle parti aveva da decidere conflitti di frontiera: con la Jugoslavia le pretese jugoslave sulla parte slovena della Carinzia, con Italia le aspirazioni austriache al Sudtirolo, sebbene dal punto di vista di argomentazione storica sarebbe stato poca differenza nel poter leggitimare anche una pretesa su Trieste. L'Austria non poteva appoggiare le pretese jugoslave sul Litorale, perche la perdita italiana di Trieste avrebbe rafforzato la pressione italiana di non perdere anche il Sudtirolo. E all'altra parte non si poteva neanche appoggiare le pretese italiane, perche non ottendendo gli sloveni parte importante del Litorale sarebbe stato rafforzato la loro volonta di non perdere anche la parte pretesa della Carinzia. Cosí il governo austriaco si rifiuto anche al suggerimento del governo di Belgrado di sostenere la posizione jugoslava nel conflitto sul Litorale, sebbene fu indorato con l'offerta di liberare i prigionieri di guerra di origine austriaca, di riprendere le relazioni diplomatiche e di concedere facilitazioni di transito (Csáky, 1980, 95). Il punto di vista equidistante alle due parti esprime esplicitamente il Ministro degli Esteri austriaco, Karl Gruber, quando il 21 agosto 1946 dichiaro alla Conferenza di pace a Parigi che l'interesse austriaco a Trieste si spiegerebbe per il 256 ACTA HISTRIAE VI. Kari STUHLPFARRER: TRIESTE E AUSTRIA - IL PRIMO LUSTRO DEL SECONDO DOPOGUERRA, 253-260 fatto che stragrande parte del commercio deiia citta si reaiizzi con i'Austria, si limiterebbe nondimeno al libero accesso al porto e alie facilitazioni necessari per il suo commercio oltremare. Per il caso di un'amministrazione internazionale della zona richiese pero una partecipazione austríaca equivalente al rango delle sue interessi commerciali. Detto questo il Ministro austriaco lusinghieramente poteva aggiungere: "Naturalmente noi austriaci non desideriamo niente piü affettuoso che vivere in amicizia e in ottime relazioni economiche con tutti i due popoli che abitano alle sponde del mare adriatico" (Csáky, 1980, 113). L'intenzione del trattato di pace con l'Italia di creare un Libero Territorio di Trieste, in verita il primo tentativo di distendere zone di conflitto in un mondo bipolare creando regioni neutrali e demilitarizzati sotto il controllo del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, non poteva esser miglior risultato che infatti l'Austria avrebbe potuto aspettarsi. Ma fu un tentativo fallito gia prima della realizzazione. Percio negli anni immediatamente dopo la firma del trattato l'Austria aveva da confrontare le questioni principali, come rappresentare l'Austria ufficialmente nel Territorio Libero, e come sviluppare il commercio via Trieste specialmente wuanto al problema del traffico ferroviario. Non di meno importanza osservare le ripercussioni della situazione di Trieste all'Austria e le sue trattative con le quattro grandi potenze. Il commercio austriaco oltremare attraverso Trieste aumento notevolmente e l'Austria sorpasso gia nel 1948 l'Italia e gli Stati Uniti prendendo poi il primo rango nel commercio triestino (Roletto, 1952, 120). Importante l'Austria per Trieste non meno importante Trieste per l'Austria, perche nel 1949 piü di 92% dell'importazione austriaca dall'oltremare passo il porto di Trieste (Tiers, 1953, 31; Hilderbrandt, 1953, 24). Il rappresentante austriaco a Trieste osservo con minuta precisione i problemi della minoranza slovena e rifero scrupulosamente su contatti fra sloveni del Litorale e della Carinzia, dove usavano nei loro discorsi, come si e riferito, ostentativamente lo sloveno. Un memoriale invece diretta al Consiglio di Sicurezza dell'Onu e anche a conoscenza dell'Ufficio Esteri a Vienna il 20 maggio 1950 da un Action Comittee for the Defence of Free Territory of Trieste/Akcijski odbor z obrambo svobodnega tržaškega ozemlja non fu neanche degna di un commentario o di una risposta. Sebbene il rappresentante austriaco a Belgrado, Braunias, non espresse l'opinione ufficiale del governo austriaco e abbastanza significativo come rispose nello stesso maggio 1950 alle domande dell'ambasciatore degli Stati Uniti: "1. Sarebbe interessata l'Austria in una Citta Libera di Trieste? Risposta: Questo sarebbe il nostro ideale, specialmente perche ci spettava in questo caso di partecipare all'amministrazione della citta. Saremmo pero realisti e non crediamo in una durevolezza di una tale soluzione. Risulterebbe da cio con necessita assoluta, che l'Austria vede come consequenza naturale il ritorno di Trieste all' Italia in attesa di certe concessioni nello sfruttamento del porto. 257 ACTA HISTRIAE VI. Karl STUHLPFARRER: TRIESTE E AUSTRIA - IL PRIMO LUSTRO DEL SECONDO DOPOGUERRA, 253-260 2. Da questo punta di vista l'Austria daro importanza al ritorno della zona B all'Italia? Risposta: Una tale necessita per noi non esiste. 3. Sono gli italiani o i jugoslavi piü vicini agli austriaci, con quali paesi le relazioni sono migliori? Risposta: Lo scambio culturale ed economico e stato sempre piü vivace con l'Italia che con la Jugoslavia. Una cooperazione economica di tutti i tre paesi pero sarebbe molto facile perche sono complementari" (ADR, Triest 2, 121.135-pol/50, 12. 6. 1950). Tutto la situazione aveva gia cambiato un po' dopo la svolta communista nella Cecoslovacchia e l'Ungheria, e dopo la rottura fra Stalin e Tito, piü ancora cambiava tutto la guerra in Corea. Gli stati vicini all'est dell'Austria si orientarono sempre di piü alle bisogne dell'economia dell'Unione Sovietica. Gli stessi austriaci volsero i loro sguardi sempre piü intenso ai paesi, in cui gli sembrassero di poter trovare tutti i beni desiderati cosi impetuosamente e di cui si pensasse di riceverli piü veloce e in miglior qualita da Amburgo e da Rotterdam che da Trieste. Dimenticato che si sopravisse dopo la guerra in gran parte con quello che fu stato fornito via Trieste. Che si e detto nel 1945, che l'Austria non potesse sopravvivere senza Trieste, sembro di essere diventato giudizio sbagliato. Ma non passava tanto tempo e un nuovo legame importante si verficho fra Trieste e l'Austria, una nuova arteria essenziale per la vita economica e politico-culturale del paese e la sua moder-nizzazione, che non usava piü ne ferrovie, ne canali - cominciava il permanente flusso del petrolio. TRST IN AVSTRIJA - PRVIH PET LET PO DRUGI SVETOVNI VOJNI Karl STUHLPFARRER Univerza na Dunaju, Zgodovinski inštitut, AT-1090 Wien, Spitalgasse 2 (Hof 1) POVZETEK V prvih nekaj mesecih po obnovljeni avstrijski neodvisnosti (v aprilu leta 1945) avstrijska vlada ni dajala nobenih prednosti tržaškemu vprašanju, pa čeprav je bilo tu in tam slišati zamisli o skupni srednjeveropski državi, ki bi vključevala tudi Avstrijo in Trst. Sicer pa je bil svoboden dostop do tržaškega pristanišča deležen precejšnjega interesa zaradi gospodarskih razlogov in tudi dejstva, da je skozi Trst v Avstrijo prihajala pomoč Združenih narodov. Pač pa avstrijski vladi ni bilo prav nič do tega, da bi se vpletala v boj za Trst med Jugoslavijo in Italijo, ker se je na eni strani bala reakcij na južnotirolsko vprašanje, na drugi strani pa jugoslovanskih zahtev po avstrijskem ozemlju. 258 ACTA HISTRIAE VI. Karl STUHLPFARRER: TRIESTE E AUSTRIA - IL PRIMO LUSTRO DEL SECONDO DOPOGUERRA, 253-260 Tako se je odločitev na Pariški mirovni konferenci leta 1947, da se ustanovi Svobodno tržaško ozemlje, zdela še najboljša garancija za uresničitev interesov avstrijske zunanje trgovine. Toda položaj se je naglo spremenil, ko so komunisti prevzeli oblast na Češkoslovaškem in Madžarskem. Pa vendar je tržaško pristanišče ostalo zelo pomembno za Avstrijo vse do postavitve naftovoda iz Trsta v Nemčijo in Avstrijo, ki je postal nov pomemben element v vzajemnih gospodarskih odnosih. FONTI E BIBLIOGRAFIA ADR/AA - Archiv der Republik/Außenamt, Kt. 45, II-pol 1947, Triest 49, Beilage zu Triest 1947. BKA, AA, 113.602-pol. Memorandum über die Ziele Österreichs im Verkehr mit dem Freistaat Triest. Wien, den 2. Jänner 1947. ADR/AA, Kt. 45, II-pol 1947, Triest 49: Neuaufbau der Grundlagen für den Seehafenverkehr mit Triest; in Umschlagbogen ohne Zahl. ADR/AA Kt. 113, Triest 49, 80.470-pol/49, Triestiner Komitee für die Vereinigung mit Österreich. ADR/AA, II-pol 1949, Kt. 113, Triest 1949, 84.234-pol/49, Edmund Tiersch, an Außenminister Gruber, 26. 5. 1949, 30. 5. 1949. ADR/AA, II-pol 1949, Kt. 113, Triest 1949, 84.234-pol/49, an Tiersch, 9. 6. 1949. ADR/01, Kt. 149, BMfaA, Sektion II-pol 1950, Staatsvertrag (2-4), Triest II. pol 1950, Triest 2, 121.135-pol/50, 125.147-pol/50 Triester Problem, Vorchlag M. Philipp, Steinach am Brenner. M. Philipp an Bundeskanzler Figl, 21. 6. 1950. ADR, Triest 2, 121.135-pol/50, Amtsvermerk, 12. 6. 1950. Brandl, L. (1939): Zusammenschluß der Wasserstraßen Deutschlands und Südosteuropas. Deutsche Wasserwirtschaft, 7. Csáky, E.-M. (1980): Der Weg zu Freiheit und Neutralität. Dokumentation zur österreichischen Außenpolitik 1945-1955. Wien. Die Furche, 13. 7. 1946. Wien. Economist, 15. 6. 1946. Enderle-Burcel, Gertrude (Hg.) (1995): Protokolle des Kabinettsrats der Provisorischen Regierung Karl Renner 1945. Bd 1: 29. 4. 1945-10. 7. 1945. Horn. Freiheit, 30. 3. 1946. Wien. Freytag, K. (1945/46): Zur Triester Frage. Österreichische Monatshefte 1. Hildebrandt, W. (1953): Der Triest-Konflikt und die italienisch-jugoslawische Frage. Göttingen, Tübingen (Forschungsberichte und Untersuchungen zur Zeitgeschichte 15). KAG - Keesing's Archiv der Gegenwart 1946/47. Essen 1950, 4. 6. 1946. Ludwig, E. (1945/46): Triest in der Weltpolitik. Österreichische Monatshefte 1. 259 ACTA HISTRIAE VI. Karl STUHLPFARRER: TRIESTE E AUSTRIA - IL PRIMO LUSTRO DEL SECONDO DOPOGUERRA, 253-260 Mattl, S., Stuhlpfarrer, K. (1988): Come nel Carso dove qua e la dispare un fiume. Gli austriaci sotto il fascismo tedesco. 1938-1945. In: Cazzola, R., Rusconi, G. E. (a cura di): Il "caso Austria". Dall'"Anschluss" all'èra Waldheim. Torino. Stuhlpfarrer, K. (1985): Österreich und Triest nach 1945. In: Altmüller, R. u.a. (Hg.): Festschrift Mélanges Felix Kreissler. Wien, München, Zürich. Tiers, A. (1953): Trieste et l'économie autrichienne. Vienne. Wagnleitner, R. (1975): Großbritannien und die Wiedererrichtung der Republik Österreich. Diss. Salzburg. Roletto, G. (1952): Trieste ed i suoi problemi. Situazione - tendenze - prospettive. Trieste. 260