ANNUARIO DEL GlHHUSIO [OMONÄLE SOPERIORE Dl TRIESTE pubblicato alla fine dell’anno scolastico 1909-1910 ANNO QUARANTESIMOSETTIMO TROSTE Stabilimento Artistico Tipografico O. Caprin 1910 ANNUARIO DEL GlHNUSIO COMUHAIE SOPERIORE Dl TRIESTE pubblicato alla fine dell’anno scolastico 1909-1910 ANNO QUARANTESIMOSETTIMO TRIESTE Stabilimento Artistico Tipografico O. Caprin 1910 EDITRICE LA DIREZIONE DELLA SCUOLA IJUDtti GJ M J. BACCIO 2ILIOTTO GIOVANNI BATTISTA GOINEO medico ed umanista piranese I. La famiglia e i primi anni. — II. II Goineo a Bologna. La scuola dell'Amaseo. La Defensio. — III. Dopo la De/ensio. - IV. II Paradosso in difesa della lingua latina. — V. II Goineo a Padova. Suoi maestri e suoi scritti di medicina. — VI. Dialogo della preminenza delle lettere sulla milizia. — VII. Gli amici padovani e 1 ’ Ecloga in morte di Paolo Orsato. — Vlil. II Goineo a Pirano e i suoi amici piranesi. — IX. II Goineo accusato d'eresia. Sua fuga e condanna. X. Viaggi. II De situ Istriae. — XI. Sua morte. Caratteristica deli’ opera sua. i ■< Chi studi i documenti piranesi dal secolo XIII ai nostri giorni, coglie subito un aspetto caratteristico della, storia di quella terra nell’ostinato persistere degli stessi casati attraverso i se-coli: indice sicuro di un acre sentimento della municipalitä che tiene coerenti le famiglie paesane e all’invadenza delle genti straniere oppone una compagine ben salda di vicendevoli pa-rentele. Fra questi casati va collocato quello dei Goyna o Goineo, il cui nome rispunta frequente nelle carte di Pirano a testimoniare che essi ebbero parte attiva in molti fatti salienti della vita cittadina. Un Enrico apre la serie in un documento del 1238; *) e sarä quel medesimo che nel 1245 riceveva in feudo da Vosalco conte di Momiano e podestä di Pirano, i redditi di Luzzano, Castignol, la valie di Sicciole, Paresago e Cellula.2) Nel 1262 Giovanni Goineo, forse perche sospettato di macchinazioni contro la sua cittä, e gravemente punito dal comune, che lo fa arrestare, gli confisca le arnii, le masserizie, gli vuota la cantina e appicca il fuoco alla casa; ma egli riesce a riparare a Capodistria, la quäle per fare atto ostile a Pirano lo protegge e gli conferisce autoritä di risarcirsi dei danni sofferti col far rappresaglia contro i Piranesi.a) In pro della patria s’adoprano invece Walter e suo figlio Garofolo: essi sono tra i firmatari di una carta che porta la data del 5 marzo 1270 ed e documento singolarissimo di una rigogliosa primavera di libertä municipali che preannuncia il prossimo maturare del libero comune, poiche in essa carta la comunitä limita i diritti del Patriarca d’Aquileia e marchese d’Istria su Pirano: fra quattr’anni la cittä istriana codificherä le sue leggi e fra i sapientes o siano gli statutari chiamerä Walter G oineo. 4) Intorno al 1485 i Goineo sono anche a Trieste, che di quell’anno appunto e una patente con la quäle Federico III esenta Giovanni Goineo dalla giurisdizione di qualunque giudice civico in ricompensa de’ suoi meriti.5) Durante la guerra della Repubblica con Massimiliano, Francesco Goina e tra i quattro ambasciatori inviati pubblicamente a Venezia per chiedere al doge che alla comunitä piranese sia ceduta la terra di Mo-miano in premio dei suoi fedeli servigi.1') Per ben altri motivi e invitato a recarsi a Venezia nel 1514 Cristoforo Goineo: doveva cioe difendersi dall’accusa di omicidio proditorio consumato sulla persona di Adamantin de Preto; che se il reo cercasse di sot-trarsi alla caus«, lo si bandiva da tutte le terre e navigli della Repubblica, con una taglia di 500 lire per chi lo consegnasse vivo e di 300 per chi lo uccidesse sui confini.7) Giovanni Battista Goineo nacque circa il 15148) di un Francesco,”) quello stesso forse che abbiamo incontrato amba-sciatore a Venezia. Ebbe i primi rudimenti del sapere dal suo concittadino Giovanni Antonio Petronio ch’ era bene addentro negli studi umanistici. II Goineo lo ricordö poi con lode nella sua operetta De situ Istriae,10) Assecondando lo spirito del tempo piii che ai classici italiani, da lui tuttavia non trascurati, il nostro attese a coltivare le lettere latine e fors' anco giä allora le greche. Nel 1529, quando il maestro piranese si trasferi a Trieste,11) e gli succedette nel governo dei giovani piranesi quel Florio che Andrea Rapicio ricorda quäle poeta,12) il Goineo doveva avere assolto il corso inferiore degli studi. Che altrimenti non si potrebbe spiegare com’egli, memore sempre di tutti i suoi maestri, del Florio non abbia fatto parola. II. Molto per tempo il Goineo si trasferi a Bologna, ove attese agli studi umanistici sotto la guida del celebre latinista e grecista Romolo Amaseo, dalla scuola del quäle uscirono ottimi allievi d’ogni nazione: «tanquam ex equo Troiano defluxerunt» dice il nostro con una immagine cara agli umanisti. Molti giovani animati da grande fervore di studi e legati da affetto filiale al loro maestro si stringevano allora intorno all’Amaseo e il Goineo si cattivö ben presto I’amicizia dei migliori, ch’egli ricorda tene-ramente nella sua Defensio onde discorreremo in breve: Priamo Polano, nobile di Treviso, che vantavasi discendere dai Sergi, antichi signori di Pola,ia) era sui diciannove anni e si faceva notare per il grande acume e per la sete di sapere; per co-gnizione di molte lingue, vasta erudizione e buon intuito di critico era lodato il tedesco Arnoldo Arlenio che poi divenne libraio famoso; giä allora il Goineo ricorreva a lui per libri e da lettere di Celio Calcagnini sappiamo che intorno al 1536 il Tedesco di libri forniva gran numero di letterati italiani; Cosimo de Medici lo chiamerä poi a dirigere la stamperia da lui fondata in Firenze;“1) un terzo condiscepolo del Piranese meravigliava tutti con la precocitä del suo ingegno, onde, poco piii che ventenne, poetava disinvolto ed elegante si in latino che in greco e trattava in abbondevole prosa umanistica le piii ardue questioni: era costui Francesco Robortelli udinese, e poich’esso negli anni maturi occupa posto si cospicuo tra gli umanisti, tanto quäle maestro allo studio di Padova e a quello di Bologna, quanto come edi-tore ed illustratore della Poetica d’ Aristotile e delle tragedie di Eschilo e come erudito polemista, giova riportare integro il giudizio che allora ne dava il Goineo: «Quibus praeconiis eum extollam, quando in illo adolescente tam miraculosa literarum graecarum peritia, tanta in omni carminum genere graecorum latinorumque facilitas, tanta in soluta oratione dicendi ubertas et copia, tarn grave et acutum iudicium, tantum intelligendi et intellecta caeteris declarandi studium appareat, ut illum audeam cum quocunque conferre, qui aetate eum non solum aequet, sed superet etiam longo intervallo.» Ma la maggiore ammirazione, e meritatamente, il Goineo tributa a un altro suo condiscepolo ed amico, Pier Angelio da Barga, al quäle 1’avvenire serbava un posto eminente fra tutti i poeti latini del Cinquecento. Da vari indizi m’ e lecito congetturare che durante il suo soggiorno a Bologna il Goineo praticasse pure la casa del col-tissimo piacentino Bassiano Landi, dove convenivano tra altri 1’Arlenio e Francesco Florido Sabino. Quest’ultimo, študente a Bologna fra il 1533 e il 1539, oltre queste amicizie ebbe in comune col Goineo molti aspetti del suo carattere, che tutti e due erano giovani ardenti, aggressivi, innamorati della veritä, simpatici. Acceso dal geniale consor2io di questi spiriti eletti e dagli amorevoli avviamenti dell’Amaseo, il Goineo si immerse tutto nel gran mare degli studi: conobbe quasi tutti i grandi scrittori deli’ antichitä con buona parte dei minori, e piti profondamente investigö le opere di Cicerone, di Platone e di Galeno. Non poco gli giovö la familiaritä dell’Arlenio che liberalmente gli prestava ogni sorta di libri. Alla vastitä delle sue letture accenna anche Francesco Benellio in quest’epigramma: Quod latia, hetrusca, graeca scis scribere lingua, Sive cupis prosam, carmina sive cupis, Hoc ego non miror, iuvenis doctissime, miror Omnia quod legeris iam monumenta patrum. Ma il G oineo ricercö pure le opere dei piti insigni umanisti, soffermandosi con piti curioso interesse a quelle scaturite dal cozzo di due opposte tendenze nella lotta pro e contro il Ci-ceronianismo. Sicche quando ei si trovö a dover scendere in lizza contro Sebastiano Corrado, avversario del Ciceronianismo, egli ebbe pronte fra mano armi bene temprate e bene affilate: uno spirito vivace di polemista; una prosa elegante e corretta, ma insieme agile, varia, spesso arguta e frizzante, come quella che sul terso specchio deli’imitazione ciceroniana fa guizzare i mobili riflessi della prosa de’ piti abili schermidori umanistici; una sicura padronanza della materia e su tutto un giovanile calore di con-vinzione e un sincero attaccamento al suo maestro e a’ suoi condiscepoli colpiti dal Corrado. II quäle nella introduzione della sua In M. Tullio Cicerone Quaestura, pubblicata nel 1537 quäle prodromo di opera maggiore,18) viene a discorrere dell’Amaseo e della sua scuola: concede ehe la gran farna del primo e la venerazione ehe n’ha la dotta Bologna sono meritate, ma mette in dubbio i vantaggi della seconda per la grettezza dei suoi allievi non italiani: «de peregrinis loquor». Costoro, illudendosi d’imitar con ciö Cicerone, vanno affannosamente e pedantesca-mente alla caccia delle sue parole, da ciechi bandendo ogni altro serittore latino: «Imitari credunt esse, selecta quaedam verba sectari, nec ullum recipere, quod non sit a Cicerone saepius, minimum bis usurpatum; quasi latina non sint, quae sunt a caeteris scripta» ; e peggio ancora, allo studio della forma sacrificano del tutto quello della contenenza: «cum deligendis verbis totum tempus terant, nec dent operam, ut vel plane explicent, quod scribunt, vel prorsus intellegant, quod legunt. Facilius enim tibi dicent, quoties uno verbo sit usus Cicero, quam, quae idem scripsit, exponent." ‘‘) A queste accuse G. B. Goineo contrappone la sua passio-nata Defensio pro Romuli Amasaei auditoribus. Egli dimenticö che il biasimo del Corrado toccava solo gli stranieri e generosamente assunse le difese di tutta la scuola. Anzi, se dobbiamo credere alle sue parole, benche non ancora ventitreenne egli fu deputato a ciö dai suoi cinquanta colleghi, perche ogni altro si sarebbe sentito umiliato di dover misurarsi col Corrado. Comincia il Goineo dal deplorare queste male arti degli umanisti, per le quali si lacerano a vicenda come fiere selvagge. Ora e la volta del Corrado che con 1’ invilire i discepoli mira alla detrazione del maestro. Ma le sue sono calunnie, che in pochi giorni di sua dimora a Bologna non ha potuto conoscerli neanche di vista.lh) Quanto al consiglio cheil Corrado da agli uditori dell’Amaseo, di applicarsi cioe allo studio delle cose anziche a una super-stiziosa e vuota imitazione delle parole, il Goineo, come non riconosce all’ avversario autoritä alcuna per ammaestrare sia pure 1’ultimo suo condiscepolo, cosl dichiara superfluo e pre-tensioso il suggerimento, poiche tutti erano persuasi giä prima: «eloquentiam sine scientia esse verborum volubilitatem inanem, scientiam sine eloquentia mutae et infanti statuae similem prope videri.» Ma a nessuno sfuggirä quanto sia necessario di conoscere la accezione delle parole, chi voglia comunicare distintamente i propri pensieri. Certo essi attingono alla pura fonte ciceroniana anzi che ai torbidi rigagnoli degli altri latini; ma quando Cicerone non fornisce 1’espressione voluta, non isdegnano di ricorrere agli altri autori: come dunque il loro Ciceronianismo non e su-perstizioso, ma saggiamente temperato e pieghevole alle esigenze del pensiero, cosi d’altronde essi non accolgono un eclettismo atto solo a crear mostri e chimere stilistiche; ma poiche il gio-vane polemista s’avvede di rivangare una questione dibattuta e lumeggiata per ogni verso da piii decenni, egli rimanda il Corrado a quanto pro e contro ne discussero il Cortesi e il Poliziano, Erasmo, il Budeo e il Doleto, Pietro Bembo e Gian-francesco Pico, il Vives e il Nizolio. Dice poscia deli’ Amaseo, ricordando con gran lode i suo< famosi discorsi tenuti alla presenza di Carlo V e del pontefice Clemente VII, le sue opere, la sua attivitä politica e pedagogica; e insiste nella dimostrazione che l’eloquenza deli’Amaseo non somiglia punto a quella di aleuni minutuli Ciceroniani, loquaci come anitroccoli o vecchi rimbambiniti, ma essa si identifica con 1’intelligenza stessa delle cose; ne sa il Corrado ehe 1’Amaseo dalla cattedra profonde tesori di dottrina per illustrare non le parole, ma il pensiero di Cicerone. E qui la polemica sarebbe chiusa, sennonche il Goineo, a persuadere anche meglio del suo torto il Corrado, vuole acco-darle un suo trattatello De rerum cognitione cum dicendi exer-citatione copulanda, ch’egli aveva divisato da tempo e ehe ora cade proprio in acconcio. Nel tempo che Francesco della Mirandola dimorava a Bologna (1529?), il Piranese e molti altri giovani ne frequentavano la casa e pendevano dalle labbra di quell’ uomo meraviglioso, il quäle narrava loro che da piccino veniva spesso condotto dal padre presso lo zio Giovanni Pico, ch’ ei trovava sempre occupato negli studi e nelle geniali conversazioni. Cosi un giorno assistette al filosofico dibattito accesosi fra il Pico, Angelo Poliziano e Marsilio Ficino intorno alle relazioni ehe corrono fra il contenuto e la forma, fra la scienza e 1’ eloquenza. Discussione ch’e ampiamente svolta in forma dialogica dal Goineo. I tre interlocutori vi sostengono principi conformi a quelli disseminati nelle loro opere; il Goineo li raccoglie in una e li contrappone in una logica successione. Dalla parte cospicua ehe lo serittore da nel dialogo al Poliziano, parrebbe ch’egli s'accosti alle idee di questo; ma non se n’ha prova decisiva. II dialogo si nell’ incorniciatura ehe nei procedimenti e di sapore ciceroniano. III. L’ animosa difesa del Goineo che all’avversario non ri-sparmiava ne la severitä dei rimbrotti ne 1’asprezza del sarcasmo e dava esempio d’una cavalleria veramente italiana in quel pa-trocinare la causa degli študenti stranieri ospiti a Bologna, levo grande rumore. L’Amaseo, spirito malinconico e nulla affatto battagliero, ne fu un po’ sconcertato e pregö il suo pugnace discepolo di sopprimere lo scritto. Ma oramai era tardi e giä i partigiani del Corrado bersagliavano il Piranese di satire e di lettere anonime promettendogli un buon carico di legnate e fin anco minacciandogli la morte. Ma non si turbö il Goineo, come era francheggiato dal consentimento de’ suoi colleghi. II Bargeo gli indirizzö una saffica latina"°) ehe movendo dalle Iodi del suo ardimento e del suo alto ingegno, passa a deserivere il giubilo e la gratitudine dei difesi e lo sgomento degli avversari ed esorta l’Istriano a pubblicare il suo lavoro: Debet hoc ergo tibi, doeta debet Felsina, ac omnes iuvenum cohortes lmpigrae, quae nune venerantur almae Palladis artes, Nam vident hostem trepidare, ceu sub Cespite imbellem leporem, aut sub altis Rupibus damas, cane persequente in Antra, nemusque:.... Ede iam foetum tenebras perosum, En vides traeto ut pavidum mucrone, Et venenatis pharetra sagittis Teireat Kostem? Cernite Kunc omnes bene dimicantem, Vindicem nobis Goynaeus ille, lile Musarum pater, ac alumnus Edidit ore. Rumor hic ergo iuvenes senesque Excitat, pro quo, tibi pollicentur Nomen aeternum, maris unda donec Littus habebit. E il Robortelli in una lunga elegia greca —ch’ e una delle sei composizioni sue in questa lingua a noi pervenute 2l) — im-magina che il Goineo, angustiato dalle avverse minacce vada a consultare Apollo e le Muse se possa pubblicare il suo volume: "Apr1, jjtsv (I); fJ>Tßosv Fouvatc? ßißXi'sv, vjes y.«\ Msicra; Tiicx:, /spcriv srijXQs
.v isTjxi [htvjsav Msüsa1. ’.|J.5J5svtz /:pdv.
Ma io in difesa del suo onore ho scritto questo libro:
'I’üija'jXsv üvsiSuši, 7.ai aÖTo; ßi£a(oc -mut«
Tyjv T’.rj.yjv aj-(T) Z&5Zv sswjä ','pžoiov.
Sennonche ora le Furie mi eccitano contro molti avversari».
Apollo allora lo incuora ed esorta a pubblicare il suo lavoro; egli frattanto colpirä gli invidiosi de’ suoi dardi. Le Muse plau-dono e si rallegrano di quell’opera:
Xzlpz’. -/.xi (l‘oT|j;c y.y). Moü«t( cpwnv
’Ev Tcawiv K5/>!3t; ’si;i7:ts'js|/iv3c;
Kat to 9povr)|j.5e Xiyi'j' xt xsasu; c;o!r(v 7’ epaTstv^v IlaTža; =/_£'.v, y/.i-pvjv vcavra -?.p yjv.
Non minori eccitamenti il Goineo s’ebbe dal Polano e dallo Arlenio: al primo egli indirizzö la lettera che fa da prefazione alla Defensio, al secondo dedicö 1'operetta medesima : generoso pensiero questo di farla comparire tra il pubblico sotto gli auspici di un tedesco, di un «peregrinus».
11 Corrado poi si meravigliö d’aver sollevato si grande vespaio col suo giudizio e quantunque non potesse esimersi dal riconoscere la grande erudizione del Goineo, si considerö da lui calunniato. E per vero il Piranese, trascinato dall’ardore della polemica, esagerö la portata delle accuse del Corrado e pare che qualche anno appresso s’accorgesse egli stesso d’essere stato eccessivo. Fu a questa sua onestä ch’egli dove la ricon-ciliazione con l’avversario, il quäle l’ebbe poi fra gli amici. “2)
Ai piü curiosi indagatori della passata cultura istriana importerä anche apprendere che il Consiglio di Capodistria, per la favorevole impressione riportata dali’opera del Corrado, invitö questo a dirigere la scuola umanistica capodistriana. Ma il Corrado, per quanto l’onorifico invito. Io lusingasse, non accettö l’offerta per non discostarsi dai maggiori centri di studi.2:i)
IV.
All’influenza dell’Amaseo deve ricondursi un’altra operetta del Goineo, il Paradoxum quod latino poiius quam vulgari sermone scribendum sit, nel quäle veniva a dibattere una qui-stione che lucidamente presentita e pregiudicata da Dante, fu generata dal Petrarca col noto giudizio ch’ei diede delle sue opere volgari. Col rinascere degli studi classici e l’aspro inveire degli umanisti contro il volgare, la causa del latino poteva considerarsi vinta; quando Leon Battista Alberti puntellava con l’autoritä del suo ingegno universale il combattuto volgare, ri-conoscendogli diritti uguali al latino. Ma per trovare chi lo ponga al di sopra del latino, dovremo discendere alle Prose della vulgär lingua del Bembo (1525). Ognuno penserebbe che allora gli umanisti non dovessero nutrire piü alcuna fiducia di frenare con la lingua del Lazio la superba fiumana della letteratura italiana; molti di essi invece, o rettoricamente insinceri, o ciecamente illusi, le opponevano gli argini delle loro affermazioni teoriche intese a dimostrare la maggiore nobiltä e utilitä del latino. La fiumana non s’arrestö perche pochi intransigenti negavano o non vedevano la forza irresistibile della corrente. II massimo assertore della superioritä del latino fu allora Romolo Amaseo con le due orazioni De linguae latinae usu retinendo pronunciate solenne-mente quattro anni dopo le Prose del Bembo al cospetto di Carlo V e di Clemente Vil; e su queste due orazioni s’impernia d’ora in poi la polemica. Perche ognun veda in quäle misura il Goineo si rifaccia ad esse, gioverä riferirne il contenuto:
«ll volgare — ragiona I'Amaseo — e la corruzione del latino; questo non e, coine taluni obiettano, superfluo, poiche con esso possiamo conseguire una maggior comoditä dei Romani stessi, i quali possedevano una sola lingua, mentre noi potremmo
possederne due, una per i dotti, l’altra per gli incolti. Anzi, le due lingue si risolvono in una sola: questa e la corruzione di quella, la latina e lingua nostra quanto la volgare, ed e da pre-ferirsi in grazia della sua maggior perfezione e della maggiore utilitä, si per l’antica sapienza pratica di cui e depositaria, si per la sua diffusione in tutto il mondo civile, mentre la volgare e ristretta entro i confini d' Italia, dove non e nemmeno sempre la medesima.»a4)
Per questa via segnata dall’Amaseo si misero dal piii al meno tutti ilatinisti; cosi uno dei discepoli su ricordati, il Bargeo, che «arringö pubblicamente nello Studio di Pisa contra la lingua volgare asprissimamente e con molta eloquenza»; 25) cosi quel Francesco Florido che conoscemmo a Bologna, in una Apologia contro i calunniatori della lingua latina, e Celio Calcagnini fer-rarese in un suo trattato deli’Imitazione, e Bartolomeo Riccio nel secondo dei libri ch’egli serisse su quest’istesso argomento.20)
Nella schiera di costoro venne a porsi il Goineo. Nel citato suo Paradosso comincia dal deplorare che in Italia si trascuri il latino ch’ e iri tanto onore oltralpe ed e di tanto superiore all’italiano: quello e puro, schietto, elegante; questo impuro, corrotto, barbaro, perche — insegnano gli storici e gli umanisti piü recenti — il volgare e un miscuglio di latino, di provenzale e di molte lingue barbariche. Ora per sentenza d’ Aristotele da elementi disparati non puö riuscire un’ unitä perfetta. A chi opponga ehe come i Greci e i Latini serivevano nella loro lingua cosi noi dobbiamo serivere nella nostra, il Goineo risponde ehe quelle erano lingue perfette e copiose, mentre dell’italiano si deve affermare tutto l’opposto; piü: ricordisi ehe molti antichi, quali Quintiliano, Lucano, Seneca, Giovenale e piii tardi Agostino, Apuleio, Cipriano e Gerolamo rinunciarono ai loro dialetti per serivere in latino; e in etä piii recente il Gaza, il Musuro, il Moscopulo e il Lascaris analogamente rivestirono le loro opere del greco antico piuttosto ehe del greco imbarbarito del loro tempo. Ristretti sono i confini entro i quali si parla e si com-prende l’italiano, larghissimi quelli del latino; ne aleuno opponga che il Petrarca e il Boccaccio si leggono fino in Ispagna e in Francia: chi se ne occupa? Non giä i piü insigni eruditi, ma «aulici quidam molliculi et delicatuli, qui omni luxus et delitiarum
genere liquescunt et fluunt.» Le opere di qualche gravitä inoltre non s’hanno a scrivere nella lingua del volgo, perche i profani non devono accostarsi ad esse. Ne anche e legittima l’affer-mazione che I’italiano sia piü armonioso del latino: tutto al contrario! Ancora: chi scrive tende al vantaggio di chi legge; ma questo sarä tanto piü diffuso, quanto piü numerosi saranno i lettori; scrivasi pertanto in latino, ch’e inteso da tutto il mondo e non si consenta che gli stranieri, quali un Giovanni Sturm, contendano il vanto dell’ eloquenza latina agli Italiani. Vada l’esortazione specialmente ai giovani, dai quali l’ Italia puö sperare ancora molto; e tra essi siano nominati in primo luogo Priamo Sergio (Polano) trivigiano, Antonio Fiordibello modenese, Francesco Robortelli, Francesco Florido, Bassiano Lando, Paolo Manuzio, Paolo Orsato e Leandro Zarotti da Capodistria.27)
II trattatello del nostro non passö inosservato. Nell’ Ercolano il conte Cesare rimprovera a Benedetto Varchi ch’ egli pur essendo «de’ maggioringhi deli’Accademia Infiammata di Padova», soffrisse che messer Giambattista Goineo in quel suo paradosso latino conciasse si male la lingua italiana «e dicesse che ella non era lingua, se non da certi cortigianuzzi effeminati e tutti cascanti di vezzi.» E il Varchi a difendersi: «A pena era io de’ minoringhi; poi cotesto non fu a mio tempo; oltra che quel paradosso fu composto da lui in villa; per ischifare, come die’egli medesimo, il caldo; non recitato nell’Accademia: e anco non si debbe vietare nessuno, ne impedirlo che egli non componga
o per esercitarsi, o per pubblicare il parer suo; e ben vero che coloro, i quali compongono, piü che per altro, per fuggir mattana, in vece d’onore e loda, ne riportano le piü volte dalle piü genti vergogna e biasimo. E il torre a lodare o biasimare alcuna cosa non e mica una buccia di porro, ne impresa, come disse Dante, da pigliare a gabbo; ma egli non le fece quel male ne che voi credete, ne che egli avrebbe potuto farle, volendo scrivere ora-toriamente. Ma molto piü largo campo avrebbe avuto egli, e avrä sempre e molto piü commendabile, chiunque torrä a lodarla.» M)
V.
Gettate solide basi alla sua cultura letteraria in Bologna, Giambattista Goineo si trasferi a Padova per dedicarsi agli
studi della medicina. Ebbe a maestri Marco Antonio lanua e Francesco Frigimelica padovano, ai quali volle testimoniare piü tardi la sua gratitudine dedicando loro il dialogo Quodphilosophi ecc. di cui diremo piü avanti. Nel giugno del 1543 si laureö in arti e medicina.2il)
Credo di non discostarmi dalla veritä se suppongo ehe a quel modo nel campo delle lettere egli fu sensibile agli avvia-menti deli’ Amaseo, cosi le sue opere mediche nascessero per impulsi e direttive del Frigirrtelica; che di fatto troppo e con-forme il soggetto della Pathologia parva, in qua methodus Ga/eni practica explicatur, opera del maestro, e quello del Medici enchiridion ad quotidianam medendi exercitationem ex Ga/eno excerptum, opera del discepolo, perche se ne possa escludere un nesso qualunque. II manualetto del Goineo nella prima parte da le norme generali per la diagnosi delle malattie, nella seconda discorre dei tre mezzi di cura: cavar sangue, medicine e dieta. Del primo mezzo il medico umanista piranese e convinto fautore, si ch’egli pone i suoi colleghi di opinione contraria, gli oäpoipsßoi, piü presto fra i carnefici ehe tra i medici: «dignum mehercule genus hominum, quod inter carnifices potius quam inter medicos censeatur;» riconosce perö quanto uno debba andar cauto nel-l' applicarlo.
II Goineo e nemico deli’empirismo; della missione del medico ha un alto, nobilissimo concetto: lo vuole onestissimo, serupoloso, disereto, disinteressato, colto nelle scienze del trivio e del quadrivio, studiosissimo di Galeno e di Ippocrate: ehe il medico avido solo di lucro e la rovina della gente e merita di essere messo in croce. Dell’alta stima in ehe aveva la sua arte e prova anche nell’accennata operetta Dialogus, quod philosophi et medici dogmatici iurisconsultos dignitate praecedant. Questione oziosa per noi, ma gli umanisti combattevano si fatti duelli con ineredibile calore. Gli interlocutori di questo dialogo sono il bolognese Lodovico Boccadiferro, professore di filosofia nella sua cittä natale, tenuto in conto del primo filosofo de’ suoi tempi; Benedetto Vettori faentino, medico celebre si per le sue opere che per la sua perizia medica e Girolamo Prividelli reggiano, giureconsulto de’ piü famosi: insegnanti Tuno e l’ altro allo studio bolognese.ao) Immagina il nostro ehe essi conversando in
S. Petronio di vari argomenti si fermino alla sopra detta quistione; Ciascuno naturalmente difende l’eccellenza de’ suoi studi: il Boccadiferro sostenendo che la filosofia e piü nobile della giu-risprudenza che ne e appena una piccola parte ed ha per oggetto l’uomo, meno nobile di altri oggetti della filosofia, quali Dio, il cielo, gli astri e via dicendo. II Prividelli, poiche s’accorge di essere soccombente, s’aggrappa all’ironia e all’autoritä di Cicerone il quäle dichiarö che le leggi delle Xll tavole superano in valore tutte le biblioteche dei filosofi; ma il Boccadiferro non riconosce autoritä alcuna al di sopra della ragione umana. A questo punto interviene il Vettori per difendere i medici contro i sacrasmi del Prividelli che li chiama ora mendicos ed ora merdicos. La loro nobiltä gli par dimostrabile con ragioni estrinseche ed in-trinsiche: fra queste e dato il primo posto al fatto che i medici fanno bene al corpo e allo spirito insieme, i giureconsulti allo spirito solamente; tra quelle ben curiosamente sono addotte le lodi che della medicina fecero Gesii ed Omero; piü ancora: Gesü
ed Apollo non isdegnarono d’essere medici, mentre un dio
giureconsulto non s’e mai avuto! 0 che forse in quello stesso tempo Giacomo Wimpheling non avvalorava con ben maggiore serietä la sua asserzione della preminenza del clero secolare con un elenco di tutti i santi che non avevano appartenuto a verun ordine religioso, fra i quali erano messi in prima linea Mose e Cristo?31) L’ umanesimo aveva fatto rinverdire anche la sofistica.
VI.
Altrettanto oziosa la tesi Quod nobiliora sint literarum studia rei militaris peritia. Gli argomenti messi innanzi a riprova di essa possono riassumersi brevemente cosi: gli studi letterari sono piü nobili deli’ arte militare perche quelü sono guidati dal-l’ingegno, questa dalla sorte; le lettere sono una funzione dello spirito, la milizia del corpo; le attivitä intese al diletto e al vantaggio del prossimo sono piü nobili di quelle intese alla sua infelicitä; i fatti d’arme hanno fama dalle lettere, queste da se medesime; la guerra e una pratica, le lettere una scienza; la
guerra e contraria alla natura ehe opera sempre per la conser-vazione dell’uomo. II paradosso si chiude con un’invettiva contro gli uomini d’arme che riflettono la natura delle belve feroci.
VII.
L’Accademia padovana degli Infiammati accolse tra i suoi membri il Goineo ehe nella sua nuova residenza, pur mantenendo le antiche, contrasse novelle amicizie e annodö altre relazioni letterarie. Con Paolo Manuzio ebbe carteggio e qualche sua lettera e a stampa;3a) conobbe 1’editore delle epistole del Sadoleto, Antonio Fiordibello, ehe visse a Padova appunto fra il 1538 e il 1541; da Paolo Orsato, patrizio padovano, ebbe ogni sorta di dimostrazioni affettuose:!3) che il Piranese ricordö con animo grato alla morte del suo amico. Inviö allora da Venezia al suo Arnoldo Arlenio un' Ecloga piscatoria in nobilissimi viri M. Ursati, Patritii patavini obitum. II pescatore Filone, va poe-tando il Goineo, mentre stende al sole le reti, sente gracchiare un corvo da un cespuglio vicino: e il tristo presagio della morte del Padovano:
acerbum
Fama tulit velox Ursati nuncia fatmn:
Divini Ursati, quo non praestantior alter Civis in antiqua Patavi consederat urbe.
II pescatore, sotto il quäle naturalmente si nasconde il Goineo, si da a piangere sulla spiaggia:
O deeus, o patriae lumen, nunc maxima divum Gloria, nos miseram sine te traducere vitam Posse putas igitur? nos inquam Marce carentes Virtute et morum probitate et lumine tanto?
Tutta la natura e mesta per quella morte. Giungono altri pescatori ehe inalzano un tumulo al defunto e intonano le sue lodi con un canto amebeo.
VIII.
Tra la fine del Quattro e i primi anni del Cinquecento s’era andata formando a Pirano una societä non aliena dagli studi e dalle nuove idee ehe si agitavano in dotti conversari. In questa atmosfera il Goineo respirö a suo agio quando, finiti gli studi, fu eletto a medico della sua cittä natale. Vi divenne facilmente centro d’ogni attivitä Ietteraria e filosofica in grazia alla sua vasta cultura e al suo inestinguibile amore del vero. Gli si strinsero intorno i concittadini Giovanni Antonio Apollonio, Marco Petronio, Marco Antonio Venier, Ambrogio Febeo, Pietro e Nicolö Rosignol, suo fratello Nicolö Goineo, e forse quel maestro Pietro Grineo di cui dissi altra volta pubblicandone aleuni versi latini. '4) II Goineo loda in piii occasioni 1’Apollonio per la sua scienza medica; ne vanta 1’ amicizia a tutta prova e gli dediča il suo manualetto medico, al quäle 1’Apollonio a sua volta premette il seguente epigramma laudativo, ch’ e per noi buon indizio della sua cultura:
Si veterum inspicias, leetor, si scripta novorum,
Quaeque docent Diti subtrahere arte animas,
Forte sub oscura nosces haec tradita nube,
Clara Goynaei dum monumenta leges.
Sic etenim doeuit qua sit ratione medendum,
Ut nullum invenias huic (mihi črede) parem.
Omnigenos ergo cupiens depellere morbos,
Hune eme: et in gremio noete diesque fove.
II Petronio si dedicava allo studio dei libri sacri qhe lo portö ad una accusa di eresia; nel Venier il nostro vanta 1’acu-tezza dell’ingegno e l’eloquenza; il Febeo, maestro a piii riprese si a Capodistria che a Trieste, lasciö un trattatello De virtute aquirenda ac eius fructu (1505), nel quäle si risente 1’influenza deli’opera pedagogica di P. P. Vergerio il Vecchio; 31>) Nicolö Rosignol, al quäle il Goineo indirizzö il suo paradosso sulla lingua latina, era zelante studioso di Platone e degli autori sacri; Nicolö Goineo messosi con meno ingegno'sulle orme del fratello, riusci fiero seguace delle idee luterane e fini anche lui con 1’essere accusato al Santo Uffizio.
IX.
Perocche aleggiava allora in tutta 1’Istria lo spirito dei tempi nuovi:- le idee agitate da Martin Lutero penetravano fra noi con impeto trionfale e conquistavano non pure le capaci cittä marinare, ma anche le rozze borgate sperdute tra i monti, non pure gli intellettuali, ma — caso unico in tutta l’Italia30) — i piü bassi strati della popolazione. I Piranesi furono tra i piü caldi fautori della Riforma: «uscita da Trieste — scriveva nel 1534 Pier Paolo Vergerio non ancora eretico — questa peste e attaccata molto bene a un castello nominato Piran, dove pub-blicamente alcuni ribaldi andavano contaminando gli animi delle semplici persone;» e proseguiva nella sua lettera al Carnesecchi: «Monsignor, io conosco la natura del paese, perche ivi e la mia patria. Se tra quelle singolaritä d'intelletti penetra la setta luteristica, Vostra Signoria vedrä presto (sed Deus omen avertat) tutte le circumvicine provincie e regioni infette e corrotte. Io so bene che alcuni di quei scellerati di Pirano sono stati chiamati a Venezia per questa causa, ma so eziandio che piü severitä vi si dovria usare che non si usa.»:!7) Fra questi «scellerati» erano in prima linea il Petronio e il Venier nominati; ma i Lu-terani crebbero d’assai, quando il Vergerio stesso, passato nel Ioro campo, iniziö una attiva propaganda nella sua casa posta sul monte Zuccole a circa sei miglia da Pirano, dove molti Piranesi, fra i quali Giambattista Goineo, si radunavano ad udirne gl' insegnamenti e a discutere/18) In breve gli eretici passarono
i trenta: il Santo Uffizio corse ai ripari e dall’inchiesta avviata emerse che uno dei piü forti propagandisti era il nostro medico umanista. II quäle discuteva sulla pubblica piazza in mezzo a crocchi di popolani, o in segreto nel circolo dei soliti amici o nei conventi; e nel calore della discussione — stando alle accuse — si lasciava facilmente andare a parole grosse contro preti e frati. 11 9 gennaio 1550 egli fu invitato a comparire entro dieci giorni dinanzi alla Inquisizione nella cappella di S. Todaro a Venezia per iscolparsi delle «heresie per lui tenute, ditte et publicate», se non voleva essere condannato in contumacia.8") Ma era destinato che 1’accusato non dovesse presentarsi entro
il termine prescritto; che il podestä di Pirano attestava agli Inquisitori essere molto pericoloso che il medico abbandonasse la sua cittä, dove molti infermi avevano bisogno delle sue eure illuminate. E quantunque il medico stesso poco stante insistesse per avere una licenza di pochi giorni, il podestä gliela rifiutö si per riguardo ai molti ammalati, si per suo particolare interesse: che avendo la moglie prossima a divenir madre, non poteva rinunciare ali’ assistenza preziosa del Goineo. Levato anche questo impedimento, ecco che il padre di Giambattista si riduce in fin di vita e l’affettuoso figliuolo ottiene l’intercessione del vescovo di Capodistria perche il processo si differisca ancora. Cosi si giunge al 6 maggio e Giambattista Goineo si presenta ai «Deputati sopra Heresie», che volendo usargli riguardo, in luogo del carcere gli assegnano fino alla sentenza la casa di suo fratello dottor Nicolö, con l’obbligo di mai uscirne. Nel frattempo il Podestä piranese comunicava agli Inquisitori che il Goineo «per le bone anci optime sue qualificationi» era stato ricondotto medico con onorevolissima ballottazione accompagnata dai voti di tutta cittä che il medico fosse prosciolto d’ ogni accusa.
La prima udienza fu tenuta il 28 maggio 1550. All’accusato si imputava d’avere sostenuto: I che Cristo aveva promesso la chiave a Pietro e non gliela aveva data, II che sacerdoti e se-colari dovevansi comunicare sotto ambidue le specie, III che anche un laico poteva somministrare il Sacramento della co-munione, IV che non esiste il purgatorio, V che i sacerdoti in peccato mortale non possono assolvere, VI che le sole opere non sono ne necessarie ne meritorie, VII che non c’e libero arbitrio, VIII che il voto di castitä non e possibile osservarlo, IX che i Santi non sono ne nel paradiso ne neU’inferno, X che la Chiesa errö nella scelta dei cibi come in molte altre cose; potersi perciö mangiare carne nei giorni proibiti. E a mangiarla il Goineo avrebbe indotto anche altri.
II Piranese dichiarö che la prima, la settima e la nona imputazione erano scaturite da malintesi, sia ch’egli nelle dispute avesse affermato proprio tutto l’opposto, sia che semplicemente avesse addotto, senza abbracciarle, le opinioni di Agostino, Lattanzio, Ireneo; ammise la veritä di tutte le altre imputazioni, ma dichiarö di non considerarle una colpa: anzi con mirabile
coraggio difese le sue tesi avvalorandole deli’autoritä dei Vangeli, di Agostino e di piii recenti trattatisti punto eretici; se poi mangiö čarne nei giorni proibiti e consigliö altrui a mangiarla, non volle dare scandalo e offendere i decreti della Santa Chiesa, ma ubbidi liberamente ai decreti della scienza medica.
Alla seconda udienza il Goineo non comparve, ma per mezzo del fratel suo Nicolö inviö ai Padri Inquisitori una lettera ehe serve a completare mirabilmente la figura di quest’ uomo innamorato della veritä, inflessibile nei suoi principi, pronto a sacrificare tutto se stesso, piuttosto ehe mentire innanzi alla terribile maestä della Sacra Inquisizione. Non negherä egli dunque d’essersi intrattenuto piti volte a discutere delle sacre scritture — «come che per me negar non si possa ne debbia» — ma neanche puö soffrire di essere condannato sulle deposizioni di uomini nemici o imbecilli che non vollero o non seppero intendere: «Laonde se per sventura mia vi si sono trovati a tali dispu-tationi et ragionamenti huomini idioti et materiali ch’ a guisa di pecore si cacciano sempre innanzi ad udire dove meno dovrebbono, et hanno, come anco sono fatti, alla rovescia intese et inter-pretate le mie parole, dovrö adunque io patire della petulantia et grossezza loro la pena sanza ch’io potrei provare con verissimi testimonii, gran numero di quegli essermi nemici capitali et mas-simamente sacerdoti per haver talhora rimproverate loro la ignoranza et scandalosa vita?» Egli non invoca dagli Inquisitori che un po’ di clemenza — quella clemenza che Dio non nega mai — e s’impegna di rinunciare per sempre al gusto delle dispute teologiche, «labirinti» pericolosi, ne utili, ne onorevoli.
II Goineo pertanto non nega ne rinnega le sue convinzioni: promette solo di tenerle per se e invoca clemenza. Ma poi, pensando forse che la clemenza non era virtü di quei fanatici e non volendo ne fare la fine del suo conterraneo Baldo Lupetino a cui fu tomba il placido specchio della laguna, ne cantar la palinodia per Ie vie di Pirano con atti d’ estrema umiltä, sotto gli occhi di tutta la popolazione: morte fisica la prima, morte civile la seconda, fuggi da Venezia e andö incontro all’oscuro esiglio, lasciando dietro a se la patria, la famiglia, gli amici, gli agi.
II 15 giugno un banditore proclamö sulle scale pubbliche di S. Marco e di Riaito dovere il Goineo costituir.si entro otto
giorni, se voleva evitare una condanna in contumacia; il 5 luglio con altro bando ripetuto anche a Pirano proclamavasi Giambattista Goineo «heretico notorio» stante la sua contumacia e le sue ampie ed «ostinate» confessioni; e come tale veniva bandito «perpetualmente di questa terra de Venezia, et de tutte terre et luoghi deli’Illustrissimo Dominio Veneto, si da parte de terra come da parte de mare, navilij armati et disarmati» con ciö che se rompesse il bando, fosse incarcerato e chi riuscisse ad ar-restarlo avesse lire 500 sui suoi beni a Pirano, «li quali a questo effetto restino hipotecati.» Se perö egli si presentasse fra quindici giorni al conspetto dei giudici, gli sarebbe levato il bando e rifatto il processo.
Ma il Goineo di tanta bontä non crede opportuno di pro-fittare.
X.
Nella prefazione alla sua operetta De situ Istriae il Goineo ci informa ch’egli viaggiö 1’Austria, la Svizzera, la Germania e il Belgio. Quando compi queste peregrinazioni? Benche l’operetta stessa appaia composta fra il 1540 e il 1548 per le giuste con-siderazioni del Fontanini,40) tuttavia io credo che i viaggi accennati siano posteriori alla fuga da Venezia, una conseguenza di essa. E a togliere ogni difficoltä di date, basta ammettere che la prefazione con la quäle accompagna l’ operetta all’Accademia dei giovani piranesi sia scritta dall’esiglio. Spira di fatto in essa un innegabile soffio di nostalgia: dal confronto fatto coi paesi percorsi, la sua terra apparisce all’esule la piü bella di tutte; egli si spiega psicologicamente la cosa coi versi dell’esule Ovidio:
Nescio qua natale solum dulccdine cunctos Ducit et immemorem non sinit esse sui,
e con l’esempio del ramingo Ulisse; spera che la sua operetta, frutto dell’amor di patria, sia accolta con favore dai giovani, dei quali fu un tempo esortatore agli studi: «studiorum aliquando etiam adiutore».
L’operetta e di grande interesse, la piü ampia e la meglio vagliata criticamente di quante fino allora s’erano scritte sull’Istria.
Giä Pier Paolo Vergerio il Vecchio (1370-1444) aveva illustrato parte dell’Istria con l’ opuscolo De situ Justinopolis, ch’ e forse un frammento di opera maggiore la quäle doveva comprendere tutta l’Istria;'11) nel 1474 Flavio Biondo da Forli dedicava alla nostra regione un capitolo della sua Italia illustrata, riassumendo in complesso le notizie degli antichi geografi; nel 1528 Pietro Coppo veneziano, il quäle passö quasi tutta la sua vita ad Isola d’Istria, stampö un Portolano deli' Adriatico, nel quäle naturalmente si discorre anche dell’Istria. Ma il Coppo diede anche piü alla sua patria elettiva, pubblicando nel 1540 a Venezia l’operetta Del sito deli' Istria, scevra bensi di critica, ma esatta nella descrizione dei luoghi, interessante per le notizie sull'ubi-cazione di antichitä e fornita d’una carta geografica lodata dal Kandier per la sua precisione. 12) Nello stesso anno il padovano Palladio Fusco (Negri) dava alla luce in Roma due libri De situ orae Illyrici, alla compilazione dei quali molto giovö a questo antico commentatore di Catullo43) 1’ essere stato maestro a Capodistria.
Tutte queste opere, eccettuata la prima, il Goineo mostra di conoscere, che ora le cita a conforto delle sue asserzioni, ora le confuta in quello che contengono d’erroneo. Del valore dell’operetta non aggiungerö nulla a quanto giä ne dissero lo-dandola il Fontanini e il Kandier; noterö solo che un’utile e feconda novitä e il capitolo sugli ingegni deli’Istria, dei quäle ci siamo valsi qua e lä nel nostro lavoro, e che una grande veritä di cui deve tener conto chiunque si ponga a studiare la cultura istriana e contenuta nell’affermazione da cui esso capitolo prende le mosse: che gli Istriani cioe avrebbero potuto profittare molto piü nelle lettere, se la povertä non avesse tarpato loro le ali: «ad literas vero a natura quasi facti videntur Istri, et nisi paupertas ipsa obstaret, maxima et excellentissima ex eadem quotidie prodirent ingenia.» Circa a quel tempo il Rapicio cantava nella sua Histria con notevole accordo:
Felix ingenio haec regio, si quae altera tota Ausonia est, sed enim paupertas invida, et ipsa Res angusta domi cupidis conatibus obstat,
Et facit, ut juvene8 studiorum culmina nunquam Pertingant, mediis revocati e cursibus illi. 4‘)
E un secolo pivi tardi Monsignor Tommasini, 1’autore del Petrarca redivivus, deplorava che «gl’Istriani non vanno fuori a studiare e non possono coltivare i loro talenti ed ingegni per la tenuitä delle loro fortune.»
Oggi queste cause persistono in gran parte: possa l’in-vocata Universitä italiana a Trieste rimuoverne del tutto i tristi effetti.
XI.
11 nome di Giambattista Goineo apparisce per 1’ ultima volta nella relazione sui sospetti di eresia a Pirano fatta da Apollonio Apollonio al Santo Uffizio nel 1579. In essa e tutta una serie di accuse spaventose contro Nicolö Goineo e fra le altre gli e fatto carico di persistere nelle idee eretiche incul-categli dal fratello e di tener presso di se i libri eretici da questo ereditati «doppo la sua morte seguita in terra todescha ove vivete un pezzo bandito fra heretici».45) Quello che in tutti questi anni
il Goineo facesse in Germania ci e completamente ignoto; di altri suoi scritti non abbiamo traccia, benche egli nel De situ Istriae si proponga di riparlare in altra occasione di Antonio Elio, il vescovo capodistriano, di Alvise Correr e di Ambrogio Lusco e benche preannunci un suo scritto sui pesci dell’ Adriatico: «de quibus (piscibus) etiam aliquando paucula annotata in manus hominum proferemus».
Fermiamoci dunque a considerare gli scritti a noi pervenuti. Da tutti traluce lo studio costante della forma. Cresciuto alla scuola dell’Amaseo, il Piranese cercö d’accostarsi il piü che per lui si potesse allo stile di Cicerone; innamorato senza riserve della lingua del Lazio, combatte per il suo trionfo una battaglia ch’e forse l’ultima nella storia della letteratura d’Italia e additö alla generazione novella, affinche ne imitasse l’ esempio, Giovanni Sturm, il pedagogista germanico che nel campo dell’umanesimo raccolse l’ereditä dei Ciceroniani d’Italia. Altre spiccate carat-teristiche dell’umanista sono nel Goineo: la suggestione classica che Io costringe a prendere la via attraverso a Galeno ed Ippocrate per giungere alla pratica medica, attraverso agli storici e ai geografi antichi per formulare giudizi sulle nazioni moderne;
e in lui 1’ inclinaziorie ad indagare le veritä cristiane e il conato di conciliare paganesimo e religione ehe gli prepara la via ad abbracciare la Riforma; e in lui uno spirito di critico e una ar-denza di polemista, e una viva coscienza della romanitä e un vigile amore di patria; onde nel De situ Istriae, se ad errori ingenui egli fa le sue obbiezioni con pacato animo di studioso, la sua indole battagliera si manifesta nel linguaggio ehe usa contro Francesco Irenico, Giacomo Wimpheling ed Erasmo da Rotterdam; dei quali il primo, con metodi non estranei a certi storici poli-ticanti d’ oggidi, nella sua Exegesis rerum germanicarum affer-mava ehe 1’ Istria e una colonia germanica perche trarrebbe il nome dali’Istro, fiume germanico: e il Goineo giustamente gli da del pazzo; il secondo, nel suo gretto e sprezzante patriottismo tedesco41’), voleva gabellare per germanico S. Gerolamo: e il Goineo, che per opinione diffusa e durata fino a poco fa, riteneva ehe il gran padre della chiesa fosse nativo di Sdregna nell’Istria, volentieri avrebbe prešo a scudisciate il Wimpheling, che la sua gli sembrava «digna mehercule flagris dementia»; e di Erasmo,
il quäle sosteneva ehe il Santo fosse dalmata, disse eh’egli faceva come la volpe scodata, desideroso ehe tutti diventassero barbari perch'era barbaro lui; «ita ipse qui inter barbaros natus fuit, Dalmatam potius quam Italum optabas esse Hieronymum».
NOTE.
') Notizia inedita favoritami gentilmente dali' amico Camillo de Franceschi.
2) Morteani: Notizie storiche della cittä di Pirano, in Archeogr. Trie-stino XI 195, nota 20.
3) Codice Diplom, /striano, anno 1262 ; Morteani 1. c. 201.
*) Codice Dipl. Istr. 1270, 5 marzo ; 1274, 8 luglio.
5) Ivi, 1485, 30 marzo.
°) Morteani 1. c. 248 e in Pirano per Venezia, Trieste, Caprin 1906, p. 32.
7) Atti e Mem. Soc. /str. IX 96.
s) Sia detto qui una volta per tutte che le notizie non altramente do-cumentate io 1’ho desunte dalle opere del Goineo, che sono:
I. Io. Baptistae | Goynaei Pyrrhanensis | Defensio pro Romuli | Amasaei auditoribus | adversus Sebastian! | Corradi calumnias.
Addita Disputatio de coniungenda sapientia \ cum eloqucntia, et enumeratio Audito | rum Romuli, qui ex priori et po \ steriori schola pro \ dierunt.
£ un elegante volumetto di sessantasei pagine non numeratc ; gli otto quaderni segnati con le Iettere A—H. Süll'ultimo foglio si legge: Excudebatur opusculum | hoc, Bononiae, in officina Vin \ centii Bonardi Parmensis, <8 Mar. An \ tonii Carpen. Kal. Septembris \ M.D.XXXVII.
II. Medici enckiri | dion ad quotidianam \ medendi exercitationem \ ex Galeno excerptum loanne Baptista Goynaeo | Pyrrhanensi, Academico inßammato, au | thore. Ad Ioannem Antonium Apol \ lonium concivem suum \ Eiusdem de situ Istriae ad Pyrrhanensium adolescen | tum Academian liber unus. | Euisdem Dialogus, quod philosophi et Medici \ dogmatici iuricon-sultos dignitate praecedant. Ad \ M. Antonium lanuam et Franciscum Frizimelicam praeceptores. | Paradoxum etiam, quod latino potuis quam vulgari sermone scribendum sit. Ad Nicolaum | Rossignolum concivem suum. | Aliud Paradoxum quod nobiliora sint literarum studia rei militaris peritia. Ad Priamum Polanum. \ Postremo Ecloga piscatoria in nobilis-simi vi | ri Marci drsati Patricij Patauini obitum. Ad \ Arnoldum Arlenium Peraxylum.
£ un piccolo volumetto in ottavo. Quaderni A —E. Non reca alcuna indicazione deli’ editore o data. 11 Vander Linden nella sua opera De scriptis medicis libri duo (Amsterdam, 1662), p. 324 lo dice stampato a Venezia nel 1582. Se I’ indicazione e esatta, o 1’ edizione e postuma, o non e la prima.
I due volumi, rarissimi, li ebbi a prestito dalla Biblioteca provinciale deli’ Istria e presentemente figurano nella Mostra letteraria della Prima Espo-sizione Provinciale Istriana di Capodistria.
Del De situ Istriae fu curata una cdiziono a parte da monsignor Giusto Fontanini (Lugduni Batavorum, sumptibus Petris Van der Aa, 1722), il quäle vi premise una prefazione breve, succosa e quasi in tutto esatta, ma limitata a pochi fatti della vita del Goineo. Prefazione e testo furono poi riprodotte dali’ Archeografo triestino, lil 45 sgg. Lo Stancovich, Biografie degli uomirti distinti deli' Istria, (Trieste, 1828-29) ne ricavč un capitoletto sul Goineo, ch’ e la piii miserabile cosa ehe si possa immaginare.
”) Costa : Študenti f oroiuliensi orientali, triestini ed istriani ali' univ. di Padova, in Archeogr. triest. XX 363.
10) “In humanioribus... studiis mirum est quantum excellat... loannes Antonius Petronius praeceptor meus, a quo tanquam a purissimo fonte, Iite-rarum latices hausi.»
") cf. 1 'Istria del Kandier I 93. e La Provincia dali’Istria XXIII (1889) pag. 155.
lz) cf. G. Quarantotto: L’ Istria di A. Rapicio ecc. Parenzo, 1906, pp. 19 e 28.
Ia) Ci5 e ricordato dal Goineo nel De situ Istriae ed e oggi assicu-rato per vero dagli storici moderni, cf. Camillo De Franceschi : II comune polese e la signoria dei Castropola, Parenzo 1905, p. 205 sgg.
'*) Goineo: De/ensio ; Tiraboschi: St. d. lett. ital. Milano 1833, III 389. 15) Per il primo vedasi R. Sabbadini : Vita e opere di F. Florido Sabino, in Giorn. stor. d. lett. it. VIII 333 sgg. Cf. specialmente pp. 334 e 343.
10) Di questo prodromo o «saggio» come diremmo oggi, ignorano 1 esi-stenza tanto il Fontanini, 1. c., quanto il Liruti : Letterati del Friuli nella vita deli’ Amaseo, essendone tratti di conseguenza a deduzioni del tutto erronee. Cosi il Liruti II 362 sg.: «E quantunque non avesse questi (il Corrado) mandata a luce 1’ opera sua (1), vi fu pero tra gli scolari di Romolo il suddetto G. B. Goineo di Pirano, ehe ben provveduto di talento e di sufficiente dottrina deliberö di prendere le difese del Maestro... Fu quest’ opera del Goineo cosi convincente, ed a cosi sodi fondamenti appoggiata, ehe il Corrado non solo non fece allora aleuna repplica; ma levö inoltre dalla sua Quaestura tutto cid ehe aveva seritto contro di Romolo (I!), anzi avendola poi data alle stampe per la prima volta (!) 1’anno 1555, tentö di dar a credere ehe falsamente 1’a-vesse imputato il Goineo (!!). Per quanto m’ e noto, cosi terminö questa lette-raria contesa, in cui Romolo non ebbe aleuna parte.»
n) Sebastiani Corradi Quaestura, ecc. Lipsia 1754, p. 305 sg. ls) «Nam vix unum aut alterum diem Bononiae est commoratus.» 11 Corrado aveva confessato p. 305: «paucos menses Bononiae sum commoratus«.
lu) Da questa saggia posizione di faccia a Cicerone si spiega come il Goineo possa essere pieno di ammirazione per quell’ Erasmo che pure ha creato la piii spietata caricatura dei Ciceroniani.
!0) Quest' ode non fu accolta poi dal Bargeo nell’ edizione delle sue poesie, per quanto almeno risulta da W. Riidiger: P. Angelius Bargaeus, in Neue Jahrb. f. d. Klass. Altert., Lipsia 1898. al) Liruti 1. c. II 481.
22) Nella seconda Quaestura pubblicata nel 1555 il Corrado ricorda la polemica e conclude (I. c. pag. 6) : “Qui (Goineus) postquam vere cognovit, me alium esse, atque ipse si bi finxerat, nihil habuit antiquius, quam ut meam sibi gratiam per comtnunes amicos conciliaret. Itaque nunc mihi est, ut qui maxime, charus.»
2') Quaestura p. 6.
■') Sabbadini : Storia del Ciceronianismo, ecc. Torino 1886, p. 129.
25) Varchi, Ercolano, Trieste 1859, p. 160 II.
20) Di tutti discorre ampiamente il Varchi, 1. c.
27) La scelta di questi nomi e evidentemente dettata dali' amicizia per-
sonale.
’") Varchi, Ercolano, 1. c. p. 161 II.
2U) Costa, Študenti ecc. I. c.
30) Cf. Tiraboschi, 1. c. vol. III 477, 557, 585.
31) Cf. Geiger : Rinascimento e umanismo in Italia e in Germania, Milano — p. 475.
32) Nella Nova Coltectio Epistolarum Virorum Illustrium, Venezia, 1574, lib. IV pag. 120, cit. dal Fontanini, 1. c. p. 51. Non ho potuto consultarla.
33) ...et incredibili humanitate liberalitateque (dum viveret) nos semper esset amplexus.
34) Distici inediti di un umanista piranese, in Pagine istriane II 181 sgg.
:ii) Cf. Ziliotto : Un trattatello morale di Ambrogio Febeo piranese,
in Pagine istriane V, 105 — 113.
31) Cf. E. Masi: La Riforma in Italia, in La Vita ital. nel 500, Milano 1901, p. 55.
37) Cantii: Italiani lllustri, pag. 345.
:ls) Morteani, in Archeogr. Triest, op. c. Vedasi il Docum. G. vol. XIII, pag. 44.
39) Per quanto si narra intorno a questo processo si vedano i docu-menti pubblicati dal Morteani 1. c. e quelli editi negli Atti e Memorie soc. istr. II 188-211.
40) Archeogr. Triest. 1. c. p. 50.
*') Combi: Epistole di P. P. Vergerio seniore da Capodistria, Venezia 1887, p. XVII.
*2) Archeogr. Triest. II p. 17.
*3) Fulin: Docum. per servire alla storia della tipografia veneziana in Arch. Ven. XXIII, p. 122.
4‘) Versi 415 sgg. in Atti deli’ i. r. Ginn. sup. di Capodistria, 1871. p. 37.
45) Arch. Triest. XIII, p. 45.
*6) Geiger, 1. c. 478.
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NOTIZIE SCOLASTICHE
COMPILATE DAL DIRETTORE.
CORPO INSEGNANTE
Direttore:
1. Riccardo Adami, dal gennaio in poi insegnö latino in 111 c
— ore settimanali 8, nel 2° sem. anche greco in VI b — ore settimanali 11.
Professori:
2. Emilio Bidoli, capoclasse nella VIIIA — insegnö italiano in Via, tedesco in IIb e dalla VII« alla VIIIb — ore settimanali 19.
3. Dott. Enrico Brol, capoclasse nella Ilc — insegnö latino in Ilc, italiano in Ilc e Vi — ore settimanali 15; dal gennaio in poi italiano anche in III c — ore settimanali 19.
4. Guido Costantini, capoclasse nella VI b — insegnö nel 1° sem. greco in VI b, geografia in Ic e \d, geografia e storia in V a e VI b — ore settimanali 18; nel 2° sem., invece del greco in VIA, storia e geografia nella Vlila e b — ore settimanali 19.
5. Casimiro Crepaz, custode del gabinetto di fisica, capoclasse nella VIIZ» — insegnö matematica in IVa, in Vila e in VIIÄ e fisica in III c, in VIII a e b — ore settimanali nel V’ sem. 17, nel 2° sem. 19.
6. Ottone Crusiz, custode del gabinetto di storia naturale — insegnö matematica in IIb e storia naturale in Ib, Ic, Id,
II b, Ilc, V a, V b e Via — ore settimanali 21.
7- Attilio Gentille, bibliotecario, capoclasse nella IV a — insegnö latino in IVa, italiano in IVa e in Vlila e 4 — ore settimanali 16, e dal gennaio in poi anche italiano in Vila e A — ore settimanali 22.
8. Pietro Giurco, capoclasse della III a — insegnö latino in lila e in Via, greco in III a — ore settimanali 17.
9. Mario Gius, capoclasse nella Via — insegnö italiano in III a, tedesco in IV a, V A, VI a e b — ore settimanali 17.
10. Luigi Granello, capoclasse nella I d — insegnö latino in Id e in VIA, italiano in Id e IIIb — ore settimanali 20.
11. Dott. Carlo Gratzer, custode del gabinetto artistico ar-cheologico — insegnö nel 1° semetre geografia in II b e c, geografia e storia in III b, IV a, VIII a e b — ore settimanali 19.
12. Marino Graziussi, capoclasse nella III b — insegnö latino in IIIA, greco in 111 b e Via — ore settimanali 16.
13. Dott. Fabio Lettich, capoclasse nella II b —insegnö latino e italiano in IIb, greco in Va e psicologia in VIIIa — ore settimanali 18.
14. Dott. Riccardo de Luyk, custode del gabinetto di geografia
— insegnö nel 1° semestre geografia nella la, geografia e storia nella Ilc e III c, storia in V b e in Via — ore settimanali 19; nel 2° semestre insegnö geografia e storia nella IVa invece ehe nella Ilc.
15. Ernesto Marini, insegnö tedesco in la, II a, III A, IVA e Va
— ore settimanali 19.
16. Riccardo Micks, — insegnö nel 1° semestre matematica in VIb, Vlila e b, fisica in Vila e b — ore settimanali 15; nel 2° semestre matematica in Via e b, Vlila e b e fisica in IIIa, Vila e b — ore settimanali 20.
17. Saverio Niccolini, capoclasse nella Vila — insegnö latino in V b, greco in IVA, Vila e A — ore settimanali 20.
18 Dott. Arnaldo Polacco, capoclasse nella IA — insegnö italiano in IA, IVA, VIA, latino in 1A — ore settimanali 18.
19. Artemio Ramponi, — insegnö geografia in I A, geografia e storia in IIa, lila, IVA, storia in Vila e A; dal 15 maržo in poi, geografia e storia in 111A invece che in II a — ore settimanali 20
20. Salvatore Sabbadini, curatore della biblioteca giovanile, capoclasse nella I a — insegnö latino in I a, VII a e b, italiano in I a — ore settimanali 21.
21. Gino Saraval, capoclasse nella V b — insegnö latino in VIII a e b, greco in V b, tedesco in I c — ore settimanali 19.
22. Rodolfo Scarizza, capoclasse nell’VIII a — insegnö latino in IV b, greco in IV a e VIII a e b — ore settimanali 20.
23. Don Giusto Tamaro, catechista, conservatore della biblio-theca pauperum, esortatore per il ginnasio superiore — insegnö religione in II a, III a e dalla IV fino all’VIII — ore settimanali 24.
24. Steno Tedeschi, capoclasse nella IV a — insegnö matema-tica in I a, III a e IV b, storia naturale in la, II o e VI b, fisica in IV b e propedeutica filosofica in VIII b — ore settimanali 20.
25. Dott. Umberto Vittori, capoclasse nella III c — insegnö latino in III c, italiano in III c, VII c e b — ore settimanali 18; insegnö fino al 31 dicembre 1909.
26. Baccio Ziliotto, capoclasse nella II a — insegnö latino in
II a e V o, italiano in II a — ore settimanali 17.
Professori supplenti:
27. Remigio BallocK, capoclasse nella I c — insegnö latino in
I c, italiano in I c e V a, tedesco in II c — ore settimanali 19.
28. Giovanni Brusin, capoclasse nella III c — insegnö greco in
III c, tedesco in I b e d e III a e c — ore settimanali 21.
29. Don Giovanni Ianossevich, catechista sussidiario, esortatore per il Ginnasio inferiore — insegnö religione in I a, b, c, d,
II b e c, III b e c — ore settimanali 16.
30. Edoardo Iurizza, assistente effettivo per il disegno — insegnö disegno e calligrafia in I a, b, c, d, — ore settimanali 13.
Candidati di prova.
31. Alberto de Brosenbach, insegnö dal 15 maggio sino alla chiusa dell’anno geografia e storia in II a c — ore settimanali 8.
32. Luigi Tarabochia, insegnö nel \bc, Ilc e IIIc — ore settimanali 12;
33. Guido dott. Vogkera, insegnö dal 15 febbraio in poi in
III a e mat. in Via — ore settimanali 5.
34. Eugenio Zencovich, insegnö dal 15 febbraio in poi geografia e storia in II b — ore settimanali 4.
Insegnanti incaricati:
Remigio Balloch, insegnö stenografia — ore settimanali 4.
35. Tullio Cordon, insegnö ginnastica — ore settimanali 2.
36. Gino Farolfi, professore effettivo alla civica scuola reale
— insegnö francese — ore settimanali 6.
— Edoardo Iurizza, insegnö disegno come materia facoltativa — ore settimanali 6.
37. Eugenio Paulin, insegnö ginnastica — ore settimanali 8.
38. Romedio Romagna, insegnö ginnastica — ore settimanali 2.
39. Emilio Schreiber, dirigente della scuola popolare della co-munitä israelitica — insegnö religione israelitica in tutte le classi — ore settimanali 8.
PIANO DELLE LEZIONI
svolto nell’ anno scolastico 1909-1910 STUDIO D’OBBLIGO.
CLASSE 1 [A, B, C, D, (tipo A)\.
Religione, 2 ore per settimana.
I Sem. Fede. Simbolo apostolico, feste principali.
II Sem. Grazia. Sacramenti e loro cerimonie.
Lingua latina, 7 ore per settimana, 6 ore nel tipo A.
Grammatica. Morfologia regolare: le cinque declinazioni; aggettivi, avverbi e loro comparizione; numerali, cardi-nali e ordinali, i pivi importanti pronomi; coniugazione regolare; alcune delle piü importanti preposizioni e con-giunzioni. Elementi della sintassi.
Lettura. I brani corrispondenti scelti dal testo.
Compiti, dalla 2a meta di novembre, secondo il piano.
Lingua italiana, 4 ore per settimana.
Grammatica. Le parti del discorso. Nozioni elementari di morfologia. Sintassi della proposizione semplice e com-plessa. Spiegazione ed esercizi pratici della coordinazione e della subordinazione. Regole ed esercizi di ortografia.
Lettura. Spiegazione e ripetizione libera di vari brani di prosa e di poesia scelti dal testo, dei quali alcuni furono mandati a memoria e recitati.
Compiti, secondo il piano. Argomento dei componimenti: riproduzione di sempiici e brevi racconti, prima narrati
o letti dali’insegnante, descrizione di cose vedute.
Lingua tedesca, 4 ore per settimana.
Esercizi. §§ 1-33 e N.ri 1-36 con la grammatica corrispon-dente.
Compiti, II sem. secondo il piano.
Geografia, 2 ore per settimana.
Elementi di geografia astronomica, fisica e politica. Lettura di carte geografiche; i piü semplici rilievi cartografici. Matematica, 3 ore per settimana.
Aritmetica. II sistema decadico. Numeri romani. Le quattro operazioni con numeri astratti e concreti, interi e decimali. Numeri complessi, risoluzione e riduzione all’unitä. Sistema metrico di pesi e misure. Esercizi preparatori per il calcolo delle frazioni.
Geometria (alternata con I’ aritmetica). Punti, linee, superficie e corpi (cubo e sfera). Segmenti, angoli, triangoli. Rette e piani paralleli e normali alle superficie e ai corpi. Superficie del quadrato e del rettangolo, volume del cubo, prisma quadrangolare retto.
Compiti, 3 scolastici al semestre.
Storia naturale, 2 ore per settimana.
I sem., Zoologia: mammiferi e uccelli.
II sem., primo mese Zoologia: uccelli; negli altri quattro mesi Botanica. Tanto nella Zoologia che nella Botanica istruzione intuitiva, e descrizione delle specie piü impor-tanti, con riguardo ai caratteri dei singoli gruppi.
Disegno, 2 ore per settimana, 3 ore nel tipo A. Semplici motivi ornamentali derivati da forme geometriche; foglie dal vero. Calligrafia, 1 ora per settimana; caratteri inglese e tedesco.
CLASSE II (A, B, C).
Religione, 2 ore per settimana.
I semestre: Catechismo grande: seconda parte (speranza) e terza parte (caritä) esclusi i precetti, culto: divozioni, processioni, pellegrinaggi, reliquie ecc.
II semestre: Precetti, S. Messa, quinta parte (Novissimi). Culto: Cerimonie della S. Messa, paramenti, colori, libri,
canto ecc.
Lingua latina, 7 ore per settimana.
Grammatica. Ripetizione e completamento della morfologia regolare; le piü importanti irregolaritä nella declinazione, nel genere, nella coniugazione; i pronomi e numerali non trattati nella 1, avverbi, preposizioni, congiunzioni, inte-riezioni. Accusativo c. inf., abl. assol. e occasionalmente alcune altre regole piü importanti della sintassi.
Lettura e traduzione degli esercizi corrispondenti offerti dal testo.
Compiii, secondo il piano.
Lingua italiana, 4 ore per settimana.
Grammatica. Ripetizione della materia della I, completamento della morfologia, amplificazione della teoria della proposizione composta, spiegazione particolareggiata e
corrispondente esercizio della coordinazione.
Lettura. Come in 1, mirando ad arricchire la copia verborum col trar profitto anche della terminologia delle altre ma-terie studiate nella classe. Esercizi di memoria e di recitazione. Lettura privata: Giallino e Gialletto.
Compiti, secondo il piano.
Lingua tedesca, 4 ore per settimana.
Esercizi §§ 34-57 ossia N.ri 37-71, con la grammatica corrispondente. Alcuni brani mandati a memoria.
Compiti, secondo il piano.
Geografia e storia, 4 ore per settimana.
Geograßa, 2 ore. L’ Asia, I’ Africa, 1’ Europa meridionale,
la gran Bretagna: sguardo oro-idrografico e politico. Esercizi cartografici.
Storia 2 ore. Miti e leggende antiche, cenni sui perso-naggi e sugli avvenimenti piii importanti della storia greca e romana.
Matematica, 3 ore per settimana (alternando aritinetica e geo-metria).
Aritmetica. Operazioni con le frazioni. Massimo comune divisore e minimo comune multiplo. Frazioni decimali periodiche. Calcolo di conclusione con due e piü specie
di numeri. Rapporti diretti e indiretti. Calcolo degli inte-ressi semplici. Esercizi progressivi con numeri concreti.
Geometria. Simmetria delle figure piane e dei corpi. Co-struibilitä de’ triangoli e poligoni (quadrilateri). Costru-zioni. Cerchio. Prisma, piramide, cilindro, conosfera (in unione all’insegnamento della geografia). Elementi va-riabili.
Compiti, 3 scolastici per semestre.
Storia naturale, 2 ore per settimana.
I sem. Zoologia: alcuni rettili, anfibi, pešci e insetti.
II sem. primo mese. Zoologia: invertebrati inferiori; negli altri quattro mesi Botanica: nozioni generali e descrizione delle piante fanerogame piü comuni e di alcune crittogame, con riguardo ai caratteri delle relative famiglie.
CLASSE III (A, B, C).
Religione, 2 ore per settimana
I semestre: Ripetizione generale del culto cattolico.
II semestre: Storia sacra dell’antico Testamento.
Lingua latina, 6 ore per settimana.
Grammatica: 3 ore. Dottrina delle concordanze e dei casi, uso e significato delle preposizioni.
Lettura, 3 ore. Cornelio Nipote, introduzione; analisi gram-maticale, traduzione e spiegazione di alcune vite. Curzio Rufo: alcuni brani dali’antologia.
Compiti, secondo il piano.
Lingua greca, 5 ore per settimana.
Grammatica. Morfologia regolare sino all'aoristo passivo.
Lettura. Analisi e versione dei relativi esercizi.
Compiti, secondo il piano.
Lingua italiana, 4 ore per settimana.
Grammatica. Sintassi della proposizione complessa e del periodo. Esercizi di analisi logica.
Lettura. Analisi e commento illustrativo di brani scelti di prosa e di poesia con riguardo speciale all’ordine e al collegamento dei pensieri e alle particolaritä linguistiche.
Alcuni cenni sugli autori letti. Esercizi di memoria e di recitazione.
Compiti. Quattro scolastici e due domestici al semestre; descrizioni di oggetti ben noti allo scolaro, raffronti ovvii, versioni in prosa di poesie narrative, ristretti di letture alquanto ampie.
Lingua tedesca, 4 ore per settimana.
Lettura. Defant, II ediz. I §§ 58-82 ossia N.ri 72-116, alcuni racconti scelti e frequenti esercizi orali.
Compiti, secondo il piano.
Storia e geografia, 4 ore per settimana.
Storia, 2 ore. Avvenimenti principali del medio evo e del evo moderno fino alla pace di Vestfalia (1648), con par-ticolare riguardo alla storia della Monarchia austro-ungarica.
Geografia, 2. ore Gli stati d’Europa tranne l’Austria-Un-gheria; l’America, l’Oceania.
Matematica, 3 ore per settimana (alternando aritmetica e geo-metria).
Aritmetica generale: Le quattro operazioni coi numeri generali. Numeri algebrici in forma semplice. Quadrato e cubo e relative radici e rappr. graf. Elem. delle equaz. nelle applicazioni geometriche.
Geometria: Equivalenza e calcolo delle superficie. Teorema di Pitagora. Superficie e volumi dei corpi piti importanti. Intuizione della dipendenza delle superficie e dei volumi dai dati ehe li determinano.
Compiti. 3 scolastici al semestre.
Fisica, 2 ore per settimana.
Estensione e stato d’aggregazione dei corpi. Calore. Ma-gnetismo. Elettricitä statica egalvanismo. Acustica. Ottica. Elementi di geografia astronomica.
CLASSE IV (A, B).
Religione, 2 ore per settimana.
Storia sacra del Nuovo Testamento.
Lingua latina, 6 ore per settimana.
Grammatica. Teoria dell’uso dei tempi e dei modi.
Lettura. Cesare, de bello Gallico, I, IV e parte del VII.
Compiti, secondo il piano.
Lingua greca, 4 ore per settimana.
Grammatica. Ripetizione e completamento della coniuga-zione dei verbi in — S. Giacomo.
Quelli della I b e della II c coi proff. Brol e Tarabochia andarono a Miramar e a Grignano.
Quelli della I d e della II b coi proff. Lettich e Granello, andati a Muggia colla ferrovia, arrivarono a piedi a Capodistria dove visitarono 1’ Esposizione provinciale: da qui, col vaporino, fecero ritorno a Trieste.
Quelli della III a col capoclasse Giurco furono pure a Muggia e poi in Valle d' Oltra: e da qui col vapore a Capodistria (Esposizione).
La III b e la III c coi capiclasse proff. Graziussi e Brusin visitarono Cividale.
Una comitiva di scolari della IV a, accompagnati dal diret-tore, dal prof. Micks e dal capoclasse prof. Gentille, si reca-rono per mare a Parenzo, dove ricevettero le piii ospitali acco-glienze dal podesta Angelo Danelon, dali’ assessore provinciale Francesco Salata, e da altri egregi cittadini. I giovani si inte-ressarono molto alle antichitä romane ed ai monumenti d’ arte, soprattutto alla basilica eufrasiana, che visitarono sotto la dotta e cortese guida del dott. Pogatschnig; ma non meno mostrarono di apprezzare il rifiorimento delle opere nuove, che ora si com-piono con grande alacritä a Parenzo, ed ammirarono intimamente il bei paesaggio, incantevole specialmente sull’isola di S. Nicolö, alla quäle poterono sbarcare per gentile concessione del mar-chese Benedetto Polesini. II dott. G. B. Cucovich offerse cortese ospitalitä per la notte nel Convitto dell’istituto agrario provinciale, da lui diretto, e guidö i giovani nella visita, tanto interessante, degli impianti enologici ed agrari dell’Istituto. 11 ritorno si compi la domenica col piroscafo delle Societä Istria-Trieste
la quäle concesse ai gitanti notevoli facilitazioni.
La IV b accompagnata dal prof. Tedeschi, capoclasse, fu il 7 e 1’8 a Pola, dove, tra l’altro, visitö la Specola.
II prof. Marini compi colla V a il giro: S. Daniele del
Carso, Valle del Rassa, Slorie, Sesana, Opcina.
Gli scolari della V b col capoclasse Saraval e col prof. Marussig si recarono col vapore a Muggia, di li a piedi per Dečani a Capodislria, dove visitarono essi pure 1' Esposizione.
II prof. Gius fu colla sua VI a sul Monte Nanos.
II prof. Polacco colla VI b a Venezia (il 7 e 1’8) a visitare la Biennale.
II prof. Scarizza il 6 e il 7 condusse le due VIII sul
Monte Maggiore, ritornando per Laurana e Fiume.
Varie altre gite ed escursioni si fecero, oltre alla maggiolata, durante l’anno scolastico.
Nell’ ottobre la VII a coi proff. Niccolini e Ramponi sali sul Monte Taiano.
Nel gennaio e nel febbraio il prof. Polacco con un niani-polo di scolari della IV b e della VI b fece due gite fotografiche, la prima a Prosecco, la seconda sulla collina di Barcola.
Nel maržo alcuni scolari della V b col loro capoclasse Saraval si recarono a Opicina e a Prosecco, e nello stesso mese alcuni scolari della stessa classe accompagnati anche dal prof. Marussig andarono al Cacciatore.
La 111 b nell’ aprile andö col prof. Marussig a Prosecco, la V A collo stesso professore a Opcina; alcuni scolari della VI b nell’aprile intrapresero col prof. Granello una gita ciclistica a Gorizia.
11 sabato precedente a Pentecoste (14 maggio) il direttore coi proff. Brol e Gentille accompagnarono ali' Esposizione di Capodistria gli scolari delle classi II c, III c e IV a.
II prof. Gentille accompagnö un gruppo di scolari della classe VIII a visitare la biblioteca civica. In questa, per la cor-tesia degli impiegati Antonio Brumati e Camillo De Franceschi, i giovani poterono osservare le collezioni di autografi, la rac-colta patria, la raccolta Bodoniana, i codici, gli incunaboli, le opere d’arte della Petrarchesca.
ELENCO DEGLI SCOLARI CLASSIFICATI
nell' anno 1909-1910.
(L' astcrisco contrasscgna quclli ehe furono dicliiarati idouci con distinzionc)
Albertini Ferruccio Albertini Giulio AndTeicic Giorgio Apollonio Bruno Avanzini Mario Baldini Amedeo Banelli Settimio *Barbich Scbastiano Barich Dante Benussi Andrea Beros Francesco Binetti Aristide Bitisnig Silvio Bomtti Mario Bradaschia Mario
CLASSE 1 a).
Brischik Luigi Busich Giampaolo Caldara Vittoiio Calucci Pietro Cernovich Vittorio Chiandussi Luciano Cipolla Ezio (Joen Giuseppe Comar Giuseppe Costantinides Aless. Contento Ernesto Corona Gaetano Crivicich Giuseppe Cumin Manlio D’ Aniore Genuaro
Debegnak Renato Decorti Guido Degrassi Mario Dionisio Dan. Gali. Dusatti Carlo Elefante Pietro Ercolessi Adolfo Fabbro Alb rto Fegitz Vittorio Fernandelli Enrico *Desilla Caterina Fabbro Maria Morpurgo Marcella Sencovich Vanda *Stadtherr Maria
Ficich Giuseppe Fidora Giovanni Franca Franco *Frizzi Oscar Garghetta Antonio Gentilli Vittorio Glassovich Carmclo Gollmayr Egone Gongachi Leonida *Gratton Giulio Grego Leopoldo Gregorctti Adriano Gregorich Lodovico Grioni Bruno Iacopich Aristide
CLASSE I b).
lanni Giuseppe lellersitz Mario Iencich Giulio Illincich Enrico Iona Corrado *Ivancich Enrico Kesich Giovanni Krammer Antonio Lang Paolo Larice Renato Lenarduzzi Alberto Lengerke Giorgio Levi Giulio Licht enstern-Friedsc Galeazzo
Linassi Tullio Loser Benvenuto Luzzatto Giusto Mahorzhizh Giorgio Marchesini Renato Micks Paolo Mioni Oreste M usi n a Oreste Ostrogovicn Vittore Paulin Riccardo Persich Giovanni Peruzzi Marcello Polacco Ezio Poli Orione Poliak Bruno
CLASSE I c).
Polonio Valerio Pozzo Balbi Latnb. Presca Romeo Quarantotto Angelo Rebek Luciano de Renaldy Giovanni Ricci Bruno Ritossa Pio ' Rizzardi Giorgio Robba Egidio Robba Giorgio Rosa Bruno Rola co. Massimiliano Rovis Alberto
Salvatori Mario Sandri Pietro Sanzin Casimiro Saridachi Giorgio Seberich Enrico Siberna Renato Sillich Oreste Škrinjar Vitt‘>rio Smerchinich Pietro Stabile Pietro Stanflin Cesare Tempesta Paolo Tevini Ettore Trevisan Attilio
Trevisan Italo Trojer Oliviero " Umek Ermanno Vigini Pietro Visentini Giordano de Volpi Carlo Waiz Basilio Walmarin Guido
* Willitschitsch Oreste de Zadro Antonio Zanuttig Ferruccio Zuech Sisinio
Almagiä Giuseppe Aprile Romano Bidussi Guido Blank Nicolö Buchbinder Egone Bussi Vittorio Cameiini Oscar Cappello Bruno Carbonaro Manlio Carniel Publio Cattai Pasquale Codrig Serg:o Comel Bruno CoraZza Bruno D’Aquino Carlo
Arnerrytsch Arrigo Barzilai Attilio Basilio Pilade Bencich Mario Berlam Aldo Borri Od.illo Borruso Antonio Borruso Pietro Bozzini Egone Bracchetti Mario Bragato Leone Brischik Erancesco
CLASSE I d).
Dardi Mario Delzotto Mario Demai Vittorio Derossi Luciano Dusatti Oscar Gattegno Silvio Gomezel Zoran
* Grassi Ferruccio " lellersitz Carlo Kovacich Stefano Laurinsich Alessandro Lazzarich Carlo Marämaldi Aldo Miloch Enrico Monti Leopoldo
CLASSE II a).
Brocchi Aganippo Bruna Gracco Bruneti Gastone Buchberger Alberto Bullang Rnggero Calabrö Mario Camerini Gino Cavazzani Aldo Cergna Sergio Cerne Edoardo Cherubini Antonio Cividin Luigi
Novelli Carlo Palanch Gtialtiero Pellegrini Einesto Polla Mario Prezioso Lucio Rizzi Bruno Rusca Gino Segre Salvatore Selva Oliviero Sersa Antonio "Spitzer Giorgio Tabouret Gastone Triscoli Mario Trojan Giuseppe Usiglio Guido
Covacich Francesco
* Cuizza Tito Czerny Lodovico Dall’Oglio Gastone Deffar Alessandro Degiovanni Demetrio Demartini Edoardo " De Rosa Vittorio Dessilla Michele Fermeglia Bruno ‘ Finzi Lionello Finzi Renato
CLASSE II b).
Fonda Bartolomco Franzoni Lucio Furlan Vincenzo Gandusio Eugenio Gherbetz Bruno Ghezzo Giordano Gollja Luigi Grioni Guido
* Gustiucich Giuseppe Herrmanstorfer Luigi 'Iacopicli Giulio Iangachis Costantino Karoschitz Carlo
Kraljevich Mirando Lazari Paolo Löwenthal Mario Lonzar Aldo Macarol Eugenio Marcon Arturo Marcovich Pietro Mauro Giovanni Mihalich Mario "Millevoi Pietro Mioni Gastone Morpurgo Alberto Müller Leopoldo
Norsa Ettore Orbanich Giuseppe Orlandini Ferruccio
* Pauli Arrigo Perco Basilio
* Pitacco Mario
* Polonio Arrigo Protegdico Paolo Quarantotto Adriano Rapo!ec Carlo Dante Rencel Mario
CLASSE II c).
*GIass Gaddo Levi Alessandro *Levi Teodoro *Marcus Paolo Nordio Aurelio *Polacco Paolo Polonio Giovanni Pri ste r Bruno Raffaelli Giovanni Retta Enrico Rizzoli Riccardo Rosa Giuseppe
Rusca Mario de Scaglia bar. Paolo Scala Rodolfo Scarpa Lionello Schekuri Michele Sedmak Giorgio Segalla Giuseppe 8igon Ettore Siskovich Guido Slataper Guido Slavich Valdemaro Smerchinich Francesco
Ströll Nataniele Suhor Carlo Taccheo Ferruccio Tamaro Umberto Tivoli Carlo Vascotto Ennio *Vidali Domenico *Viezzoli Massimiliano Vragnizan Franco Windspach Daniele Windspach Gastone Znidersich Rodolfo
CLASSE III a).
Agapito Girolamo Almagiii Adolfo Arbanassich Ezio Artico Gottardo Badessich Agostino Basso Ferruccio Battagliarini Luigi Besso Sabino Blank Giuseppe Blatt Egone Boccasini Flavio
Brunner Giorgio Cink Giovanni *Cobez Ugo Contin Paolo Coradin Umberto Crivicich Giovanni Danelon Marco Davanzo Arduino Dellavenezia Mario *Dudan Iginio Dusatti Carlo
Fassetta Carlo Felice Attilio Finzi Bruno Grego Oscar Illincich Ugo Iona Guglielmo *Loly Solone de Luyk Ennio Luzzato Livio Marcolin Attilio
CLASSE III b).
Filippi Filippo Franca Leo Fronz Ettore Furian Egone Gasser Edoardo Geritilii Alberto *Germanis Eugenio Giacomuzzi Giovanni Giani Virgilio Gorza Guido Grossmann Ottavio Kaffau Bruno
Legat Irmo Lucatelli Angelo Maestro Marcello *Marchig Giovanni Marconetti Arrigo de Marini Giuseppe Marsilli Giovanni Merii Paolo Micalich Valerio Mlazh Attilio Moro Mar'o de Morpurgo bar. Paolo
Morpurgo Silvio Nitsche Arrigo Nordio Fabio Oblasciak Silvio Orbanich Francesco Pellarini Luigi Polacco Edoardo *Polli Alberto Sclnvarz Oscarre Segre Bruno
CLASSE III c).
*Pellis Giovanni Poduje Galliano Pogatschnig Giuseppe Polonio Ugo Retta Massimo Rossit Leopardo Rusconi Antonio Rutter-Custrin Filippo Salvatori Silvio Sansa Andrea
Sbisä Bruno Sbisä Sebastiano Scalia Natale Sebitsch (,’scar Stafller Leandro *Stossich Bruno Streinz Giorgio Tagliaferro Giuseppe Tolloy Giusto Trojan Ferdinando
*Urbani Augusto Vascotto Giuseppe Verginella Carlo Vertovec Mario de Volpi Nicolo Zencovich Mario *Zeni Giov. Bat' Zoldan Bruno Zuccolo Lodovico
*Abba Antonio Antonig Carlo Apollonio Giovanni Barich Giovanni Baroni Bruno Bastianich Mario Benussi Bernardo Bitisnig Guido Bittanga Alfonso Capuzzi Oscarre Catolla Ettore Cociancig Guido Constantinides Gior
CLASSE IV a).
*Contumas Leon *Costantini Fabio Danielli Giorgio *Decorti Attilio Desenibus Mario Devescovi Antonio Drucker Alberto *Filinich Antonio Finzi Arrigo de Fontana Aless. Fulignot Mario Furian Bruno ) Graovaz Gilberto
Grego Attilio Hlusik Melchiorre Iambor Luigi Ivancich Luigi Kern Giorgio Kollinan Giuseppe Kraljevich Roberto Krischan Alfonso Lang Alberto Leva Oscar Levi Alberto Lucatelli Carmelor > Maurig Mario
CLASSE IV h).
Fecondo Gennaro Hayek Guido de Lengerke I. E. Luzzatti Alfredo Malutta Umberto Martinelli Mario Merluzzi Gastone Miacola Bruno Michelini Gasparo Mladineo Oscar Morpurgo Aldo Morteani Vittorio Müller Edoardo
Musetich Edoardo Nicolich Giorgio Olivo Oliviero Pachor Giuseppe Petronio Andrea Pincherle Bruno *Pretz Giulio *Ritscher Enrico Rusconi Alberto Rutter Silvio Scarel Marcello Schram Giusto *Siberna Pietro
Stanicich Rodolfo *Streinz Giovanni Suppan Renato Tivoli Vittorio Trojan Giovanni Veit Enrico Viezzoli Lodovico Viezzoli Paolo Walmarin F'erruccio Zaratin Ferruccio Zink Ezio
Albertani Alberto Aitico Giuseppe Babuder Oreste *de Beden Riccardo Bertoli Giorgio Borri Bruno Borri Guido Borroni Ruggero Boso Ruggero Brazzanovich Gregorio Brigiaco Costantino Bussi Marino
CLASSE V a).
Calligaris Roberto Castellana Aurelio Chersich Antonio Colombis Giorgio Cossaro Demetrio Cozzi Paolo Cuzzi Paolo Danielli Riccardo Declich Fausto di Demetrio Antonio de Domini co. Enrico Fonda Antonio
Oattorno Muzio Ghersa Marcello Herrmanstorfer Lod. Ius Luigi Kervisar Luigi Mandruzzato Priamo Martinolich Ettore Martinolich Paolo Menegazzi Emilio Mianich Kreole • Mizzan Lucio Novello Antonio
Baruch Silvio de Gironcoli Ugo Hirsch Giorgio Kutschera Gualtiero Majonica Renato Marconetti Carlo Morgernstern Riccard *Padoa Aldo Patrizi Vittorio Pattay Roberto Pellegrini Bruno
CLASSE V b).
Pessi Giunio Petronio Bartolomeo Pretz Stelio Pieri Pietro Pogliaco Marco *Pototschnig Alfredo
o Pozzetto Angelo Reis Willy Retta Luigi Rizzi Manlio Rossi Giorgio
Rossi Riccardo Scociai Mario *de Settomini Paolo *Stuparich Carlo Tassini Ferruccio Terni Giorgio Tschernatsch Guido Valenzini Gino Vascotto Giovanni Visintini Remigio *Zanetti Guido
CLASSE VI a).
Ambrosini Guglielmo *Angeli Giorgio de Angelini Franco Angelini Guido Apollonio Attitio Balestra Egidio. Benussi Lodovico Bidoti Marino
Bonivento Renato Bracchetti Giovanni Cociancich Bruno *Devescovi Sergio Diena Leone Dobner Riccardo Dudan Mario *Ferlan Vladimiro
*Ferlettig Paolo Gattegno Marino Hesky Giusto Hi 1 ty Attilio less Luciano *Kenich Giuseppe Krall Paolo *Lauther Carlo
CLASSE VI b).
*Lemesich Giacomo Levi Italo *Lieblein Krvino Liebmann Roberto *Luzzatti Giuseppe Luzzatto Aldo Marcocchia deMarcaini Donienico
Nasso Aldo Newrly Leo
Nordio Federico Ostrogovich Oreste Petronio Emilio Pfleger Renato Poduje Raniero Politzer Renato Preschern Antonio Ramponi Ezio R zzi Francesco Sain Lodovico
Sbisä Francesco Segher Bruno Siega Angelo Silvestri Luigi Smerchinich Giovanni Stener Giuseppe Vascotto Pietro Willitschitsch Guido Zay Livio
CLASSE VII a).
Amodeo Pio Bonifacio Vittorio Carmelich Guido Colombis Giuseppe *Costantini Gino Costilich Alberto Cuder Vittorio Curto Carlo
Delzotto Oliviero de Domini co. Gian Folkel Alfredo Fölkel Carlo Fonda Aldo Gabrielli Franco Gerin Pietro Gortan Giorgio
Gorup Mario Gregoris Vitaliano Iellusig Giuseppe Levi Federico Lion Bruno Marni Luciano Marsich Giorgio Muzzati Girolatlio
V.
Nasso Giovanni Nigriui Ervino Nordio Augosto Piazza Guido Pincherle Giuseppe Pollonio Bruno Porzia Paolo
CLASSE VII b)
Schober! Luigi ^Streinz Antonio *Suppan Guido Tamaro Vittorio Vascotto Plinio Venezian Giuseppe Viterbo Oscarre
Vorano Dante *Vouk Mario *Wohl Ugo Zampiero Vittorio Zebochin Oscarre Zulmin Guido
*di Demetrio Hermes di Lenardo Ferruccio Diminich Guido Gattorno Alfredo *Gerussi Luigi Gilardini Enrico Giurco Giorgio Grego Ferruccio Hirn Guido Kosher Carlo
Lonschar Aldo Luzzatto Pietro Megaris Cristo Morpurgo Bruno Niederkorn Ferruccio *Nitsc!ie Rodolfo Nordio Umberto Polacco Giuseppe
de Almerigotti Carlo Baroni Riccardo Besso Maurizio Boghessich Giovanni Cargnelli Alessio Gattai Ciuseppe *Costantini Bruno Crusiz Gastone Deelich Antonio *L)e Rin Nicolö
Paulovick Ernesto Pissäch Vittorio Polonio Giovanni *Pototschnig Giorgio *Prebil Maria Rocco Giuseppe Sallustio Agide
CLASSE VIII a).
CLASSE VIII b).
Seunig Giulio Siderich Giuseppe ^Silvestri Mario Simonato Antonio Solett' Raoul Spaini Alberto *Stuparich Giovanni
Ti m e us Ruggero Trauner Giorgio Turco Silio Vecchi Giampaolo Zay Tullio
XII
LIBRI Dl TESTO
per 1’ anno scolastico 1909-1910
Cr.ASSK
ClASSK
Classr
Cl.ASSE
Oi.asse
Cr.ASSK
Cr.AssB
Classr
Classr
Ci.assi
ClaSse
Cr.ASSE
1. Religione cattolica.
I: Catechismo gtande della religione cattolica, Trento 1899 (Monauni) (d. m., 29. V. 99, N. 6274).
II: D. V. Monti, Compendio di liturgia (se verrä approvato).
III: Panholzcr, Storia sacra del V. e N. T. trad. Benetti, Trento, Monauni. (d. m. 31 ottobre 1907, N. 44111).
IV: Panholzer, Storia sacra, come sopra.
V: Endrizzi, Trattato di religione cattolica P. I. Roveroto 1906, (Ver. Bl. 190Ü, pag. 4*>1).
VI: Endrizzi, Trattato di religione cattolica P. II. Rovereto 1908, (Ver. BI. 1908, pag. 700).
VII: Endrizzi, Tiattato di religione cattolica P. III (se verra approvato).
VIII: Zieger, Compendio di Storia eccl.
2. Religione israeUtica.
1: Sidilr k6l Iaiialibv, Formulario di preči all’uso scolastico. Vienna, Schlesinger 1901. Ehrmann, Storia degli Israeliti, trad. Mclli p. I, ed. III, 1909. Camerini, Breve compendio dolla fede, della morale e dei riti ad uso dei giovanetti ebrei.
II e III: Sidilr k6l Iaiiakbv, Formulario di preči, come sopra; Ehrmann, come sopra
IV: Pentateuco ebraico ed. Letteris, Vienna 1885. Tedesehi: Rescid dafiad: Avviamento allo studio della Bibbia, II ed. Trieste, C. Coen 1872.
V. Bibbia ebraica, ed. Letteris, Vienna 1885. Breuer : Della Fede.
Classi VI: Bibbia c. s. S. D. hizzatto: Lezioni di teologia morale israelitica, Padova 1862.
Classb V1I-VIII: Bibbia c. s Ehrmann: Storia degli Israel iti trad. Melli p. II,
II ed. coi-r. 1887.
3. Lingua lat In a.
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GlaSse I: Seheindler A. trad. e rid. Iillg-Dalpiaz, Libro di lettura e di
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Classb II: Id. per la seconda classe. Trento 1891 (d. in. 17. IV. 91, N. 82021,
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Classe IV: C. Tulit Caesaris Comment. de bello Gallico, ed. Defant, Vienua
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Classb V: T. Livii ab urbe condit.a, lib. l-III, ed. Teubner.
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Clarsk VI: C. Sallustii Crispi, Catilina et Iugurtba, ed. Heussner (Teubn.).
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Casagrande, come in V.
Classe VII: M. T. Ciceronis Orationes selectae, P. If, ed. Müller (Teubner).
Casagrande, come in V. P. Vergilii Maronis, come in VI. Classe VIII: Gandino, la sintassi latina ecc. Torino 1888 (V. B. 1884 p. 254) P. Horatii Carmina, ed. Müller, ed. min. (Teubner).
C. Cornelii Taciti Opera, P. I: annales, ed. Halm. (Teubner).
4. Lingua greca.
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Classi III IV: Sehenkl-Weigel, Esercizi greci trad. Defant-Briani, Trento 1909, (se verrä appi-ovato). ■ '. t
Classe V: Homeri Iliadis Epitome, ed. Hochegger-Scheindler, p. I. (d. m. 4. IV. 97. N. 7800).
Arriano, Anabasi, ed. Teubner.
Ci,assk VI: Homeri Iliadis Epitome, ed. Hochegger-Scheindler, p. 1 e II Vienna 1897.
Herodoti De bello Persico epitome, ed. Wilhelm-Lauczizky, Vienna 1897 (d. m. 21. IX. 97, N. 23731).
Arriano, conie in V.
C1-A88E VII: Demostnenis Orationes, (Teubner). Platone, EutitVone ecc. Teubner.
Homeri Odysseae epitoine, ed. Paul-Wotke, Vienna 1S89. Ci.assic VIII: Platonis Euthyphro (Treubner) come in VII.
Homeri Odysseae epitoine, ed. Pauly-Wotke Sophocles Edi po re (Tempsky).
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Ci-asse VII: „ , „ „ p. III „ „
Ci.abbe VIII: „ „ „ „ p-IV „ „ „
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6. Lingua tedesca.
Classi MII: Defnnt O. Corso di lingua tedesca, P I, 2a ed. Trento 1898
(d. m. 16 XII. 02. N. 39006).
Ci.assi IV: Defnnt G. Corso di lingua tedesca, P. II, 3» ed. Trento 1894 (d. m. 25. V. 94, N. 10104).
Ci.assi V e VI: Noe E. Antologia tedesca, P. I, Vienna 1892 (d: m. 3lJ X. 92, N. 23069).
Classi VII e VIII: Noe E. Antologia tedesca, P. II, Vienna 1898 (d m. 2U I. 00, N. 584).
Willomitzer Deutsche Grammatik, Vienna 1907 (per il Ginnasio Superiore). (V. B. 1907 pag. 123).
7. Storia e geografia.
Classi I-III Kozenn D. Atlante geografico, edizione italiana a cura del prof. dott. M. Stelltet, Vienna, Hözl, 1901 (d. m. 8. VI, 01 N. 19829).
Ci,assi IV-VIIli Trampier H., Mittelschulatlas, kl. Ausg., Vienna 1900 (d m. 18, X. 99, N. 27701).
Classi II-VIII: Putzger F W, Histor. Schulatlas., Vienna 1899 (d. in. L XI
00, N. 29941).
Classk I: Dr. Gratzer, Testo di geografia per le scuole medie, Partei,
Trento, (Ver. Bl. 1905, pag. 590).
Classe II: I). Gratzer. Testo di geografia per le scuole medie, P. II,
Trento, 1908 (se verrii approvato).
Mayer F. trad. lteich, Manuale di storia per le classi inferior!, P. I, Vienna 1898 (d. m. 19 X. 98, N. 26702).
Classe III: D. Gratzer, come in II.
Mayer F. tradi lteich, ld. P. II, Vienna 1898 (d. m. 11. VI. 97, N. 12442).
Classe IV: Ü. Gratzer, P. III Geografia della Monarchia austro-ung. per
la quarta classe. Trento, 1910 (se verrii approvata).
Mayer F. trad. Reich. Id. P. III, Vienna 1895 (d. m. 2ü. VIII N. 18150.
Trampier R. Physikalisch-politischer Atlas d. oest. ung. Monarchie (d. m. 18. X. 99, N. 27704).
Classk V: Zeehe A. Manuale di sloria per le classi superiori delle
Scuole medie. Parte I; Evo Antico, trad. dal prof. A. B.,
Trento, 1906.
Classe VI: Zeehe A. Manuale di storia per le classi superiori delle
Scuole medie. Parte I; Evo Antico, trad. dal prof. A. B.,
Trento, 1906, e P. II (se verrii approvata).
Classi VII-VIII: Gindely A, tomo III, Torino e Praga 1895 (d. m. 18. IX. 95 N 21895).
Classe VIII: D. Gratzer, Compendio di storia, geografia e statistica della Monarchia austro-ungar., Trento 1910 (se verrii approvato).
8. Matemattca.
Ci.asse I: Aritmetica, Jacob-Schiffner-Marussig (so verrii approvata). Geometria, C. Crepaz (se verrä approvata).
i). Storia naturale.
Oi.assi I-1I: Schnell-Largaiolll: Storia naturale del regno animale, Trieste 1909.
Pokorni), Storia illustrata del regno vegetale, Torino 1891 (d. m. 14. I. 92, N. 2Ü964 ex 91).
Classk IV: Bisching A. trad. Girardi. Elementi di mineralogia per le classi inferior! delie scuole medie, Vienna 1885 (d. m. 30. IX, 84, N. 1867*.
Ci.ASSit V: Scharizer- Valentini. Manuale di mineralogia e geologia. Trento, Monauni, 1901 (d. m. 28. IX. 01, N. 25028).
Burgerstein A. trad. Stossieh. Elementi di botanica per le classi superiori delle scuole medie, Vienna 1895 (d. m. 26. VIK. 95, N. 16483).
Cr.AssK VI: Graber-Mik, trad. Gerosa. Elementi di zoologia ad uso delle classi superiori delle scuole medie, Vienna e Praga 1896 (d. m. 22. XI. 95, N. 27581).
10. Fistca.
Classi III o IV: Krist G. trad. Poslet. Elementi di fisica per le classi in-feriori delle scuole medie, Edizione per i Ginnasi, Trento 1894 (d. m. 3. VI. 94, N. 10726)
xrn.
AV V I S O
per 1’ anno scolastico 1910-1911
A) Ammissione (tila I classe.
I/esame d’ ammissione alla pri m a «lasse fii dato, per il periodo estivo, nei giorni 27, 28 e 29 giugno; per il periodo autunnale sarči comunicato mediante i giornalt.
Gli scolari obe domandano di ens re ammessi alla I, devono essere accom-pagnati dai genitori o dai loro rappresentanti ed esibire i seguenti documenti:
1. la fedc di nascita deliitamente bollata, dalla quäle risulti ehe hanno giä compiti i 10 anni di eta o li compiranno entro l’anno solare 1910; 2. V attestato di vaccinazione; 3. una dichiaraziotie medica — p r gli scolari eh« vengono da altre scuole, basta anclie quella della Uirezione — da cui si rilevi avere essi gli occhi immuni da oftalmia; e 1. il Certificato di frequentazione, per quelli che vengeno da una scuola popolare.
L/esame di ammissione riguarda i segiienti oggetti:
a) Religione. Si riehiedono quelle cognizioni ehe in questa mate ria si ap prendono nella scuola popolare; e reBtano dispensati da tale esame gli scolari provenienti