L' ASS0C1AZI0HE per un anno anticipati f. 4. IV. ANNO. Sabato 14 Luglio 1849. M 33. Antonio Zara Vescovo di Pedena. La famiglia Zara apparteneva aH' ordine della no-bilta ed ebbe distinte persone al servigio di Časa d'Austria nel gabinetto e nella diplomazia, ed ebbe speciale lustro da Girolamo Zara, che servi nella diplomazia Carlo V. e Ferdinando I. Questo Girolamo fu avo del nostro Vescovo, il quale nacque in Aquileja da Antonio Orfeo Zara capitano di quella citta, e da Maria Barozzi, della quale non sapremmo poi dire se fu gentildonna veneta. Orfeo (che piu solitamente chiamossi cosi) ebbe altri cin-que figli che tutti servirono Časa d' Austria; piu illustre di tutti fu tra questi Antonio, il quale nacque nel 1574. Dai sett' anni impoi venne educato sotto la direzione di suo zio Giulio Zara nel palazzo ducale di Gratz, come sembra insieme ali' Arciduca Ferdinando, che poi fu im-peratore II. di questo nome, e col quale fu legato di a-micizia fino dagli anni piu teneri. Ebbe educazione dai Gesuiti, dei quali fu ottimo allievo, senza pero che que-sti adottasse le loro massime ne di filosofta, ne di morale, ne di poiitica. II padre desiderava che imitando le pratiche di famiglia si desse agli impieghi di aula, o di guerra; perd esso volle dedicarsi al servigio di chiesa, ed ebbe dal -1'Arciduca Ferdinando la Prepositura di Pisino la quale era nella contea d'Istria, e soggetta ali'Austria, ma nella diocesi di Parenzo. Vi fu chi disse che fosse stato ca-nonico di Pedena, ma non trovammo in nessuno scritlo confermata tale voce; ned e a credersi si facilmente perche poveri erano quei tre canonicati. Lo stesso Zara narra di se, che Ferdinando gli abbia fatta pensione sui redditi arciducali di Fiume, e secondo la narrazione sua, sembrerebbe che 1' avesse avuta prima della prepositura di Pisino; ma questa pensione poteva ben essere una gra-lificazione senza officio. Rimasto vacante nel decembre 1600 il vescovato di Pedena, Giorgio Rautgartler, per la morte di Ferdinando doveva esercitare quel diritto di nomina che spettava ai conti d'Istria per concessione di Papa Eugenio IV. fatta ali'Imperatore Federico III. nel 1446, ad dies vitae di quest' ultimo, e fatta durevole da Papa Pio II. nel 1459; diritto che si devolse poi col dominio della Contea ai proprietarl di questa, e che per la soppressione della diocesi di Pedena, venne convertito nel diritto dei conti Montecuccoli di nominare il decano della metropolitana di Gorizia. Ferdinando nomino vescovo di Pedena Antonio Zara, sebbene contasse soli 26 anni di eta, sebbene non avesse degli ordini sacri che la sola prima tonsura. Papa Clemente VIII. ad inehiesta deli'Arciduca Io dispenso dal difetto d'eta, e lo confermo vescovo. Nel di 21 aprile 1602 era presente in Pedena, poiche vi tenne la prima ordinazione nella cappella di S. Anna che fu di un Leonardo Bagno figlio di Francesco dottore in legge e Vicario della Contea di Pisino ammesso alla prima tonsura; siccome 1'ultima fu dei 23 settembre del 1618. II Vescovato di Pedena era povero di rendite, ma la condizione economica dei vescovi veniva migliorata coll'unione personale di altri benefizi, con pensioni di liberalita regale, o con cariche bensi titolari, perd unite a qualche provento. Percio e frequente lo seorgere i vescovi di Pedena, contemporaneamente prepositi di Pisino, od arcipreti del Carnio, o dignitari di capitoli, od anche semplici paroehi. Del nostro Zara non sappiamo se conservasse insieme ali' episeopato la prepositura di Pisino (mancando-ci la serie dei prepositi di Pisino); 6 probabile che conservasse anche come vescovo 1'assegno fattogli dali'Arciduca sulle rendite pubbliche di Fiume. Troviamo no-tato di questi tempi, che il convento di S. Maria del Lsgo degli eremiti Pauliiii fosse stato unito alla mensa veseo-vile di assenso di Papa Clemente VIII., e pensiamo che cio fosse avvenuto per meglio dotare il vescovo nostro, il che poteva seguire senza dissesto economico di quei convento. II quale fondato nel 1396 dai fratelli NicoM ed Ermanno Guttenegker baroni di Cosiliaco, ebbe nel 1459 1' abbazia di S. Pietro in Selve per liberalita di Ferdinando III. Imperatore ed assenso di Papa Pio II., con tutte le amplissime appendici nei distretli di due Ca-stelli, di S. Lorenzo, di Coridico e di Montona, Abbazia fondata per liberalita dei conti d'Istria e data origina-riamente aH' ordine benedettino. L' unione di S. Maria del Lago alla Mensa di Pedena sembra essere stata tempo-ranea, od almeno senza togliere i monaci, i quali si ve-dono durare fino alla soppressione di S. Pietro in Selve. Contemporaneamente o poco dopo alla nomina dello Zara a vescovo di Pedena, segui la sua nomina a consi-gliere reale di Ferdinando, unita a pensione, ed ebbe il dominio di Gollogoriza, unito piu tardi, in modo stabile, alla mensa Episcopale. Cosi e spiegabile come il Zara avesse benefizio da Ferdinando, e come potesse lasciare testimonianze di sua liberalita, poiche ristauro il palazzo veseovile, coslrui la porta e 1' atrio, di che rimase me - moria nella lapida. ANTON • ZARA • AOVIIE EPPVS PETIN • ET DNVS GOLLEGOR1TIAE; cinse di muro la citta presso la porta, lascio ai successori un pastorale d' argento, e dono un ostensorio alla cattedrale. Ferdinando aveva in mente di alzarlo a migliori o-nori; cosi di se medesimo narra il Zara = Ergo om-missis omnibus de me tantum disseram, quem tu Ferdinande Arcliidux Serenissime, a teneHs adhue annis semper amasti: quem tu opimis tuis propriis proventibus oppidi S- Viti Fluminis donasti ; guem tu Pisini Prepositura decorasti; guem tu 26 so-lumodo aetatis annum agentem, et prima saltem tonsura insignitum dispensatione a Clemente VIII. Pontifice maximo obtenta nobilissimo Episcopatu tuo Petinensi a Costantino illo Magno ante annos MCCC et amplius fundato sublimasti; guem tu Consiliarium tuum creasti, ac etiam ad majora promovere cogitasti. L'arciduchessa madre, Maria, gli affido la direzione spirituale di un convento di dame da lei fondato (come sembra in Graz) e tenne corrispondenza col vescovo nostro, nei suoi affari, di proprio pugno, e sotto piccolo suggello, il che era segno di grandissima confidenza. Ne dee recare sorpresa che il Zara assumesse la direzione spirituale di una časa religiosa fuori di diocesi, dacche piccola questa e di poco rilievo, poteva facilmente as-sentarsi fra l'anno siccome fecero assai vescovi e prima e dopo di lui; anzi di qualcuno puo dirsi che non rise-desse in Pedena. La vita fu a lui breve, poiche nel di 30 dicembre del 1621 trapasso in Pedena, sepolto nel mezzo del co-ro di quella chiesa cattedrale. Sulla tomba leggesi tut-tora: HIC IACET • ANTONIVS • ZARA AOVILEIENSIS EPISC PETINENSIS. ET INVICTIS CAESARIS FERDINAN DI II GERMANIAE HVNGARIAE ET BOEMIAE REG1S CONSILIARIVS ET DOMINVS GOLLEGORITIAE OBUT ANNO DOMINI M D C X X I DIE XXX DECEMB. Aveva in mente parecchi lavori letterari, troncati da morte che il sorprese in eta di anni 45; poco tempo dopo che Ferdinando II. era asceso al trono imperia-Ie; nel 1615 pubblico per le stampe di Venezia 1'opera "De anatomia inge»iorum„, alla quale precede il ritratto delPAutore, colla leggenda ali'intorno ANTONIVS ZABA EPPVŠ PETENENSIS ANNO AETATIS XL., opera che venne dedicata ali' arciduca Ferdinando. Un esemplare di quest'opera esisteva in Pedena mentre durava il vesco-vato, e chi la vide disse che era in quarto, diviso in ([uattro sezioni, e che in questa aveva il Zara dato sag-gio di grandissima erudizione profana. Di quest' opera registreremo il giudizio dato a' tempi nostri in Germania, e quello da certo G. C. Guhrauer di Breslavia. II vescovo Zara non ha influito grandemente sulla Germania, sebbene amico e consigliere di Federico II, perche fu e duro isolato. L' opera De anatomia ingeniorum e oggidi di-menticata anche dai letterati, pero nel secolo XVII. e nella prima meta del XVIII. fu in certa estimazione, sebbene esterna soltanto. Marhof le da nel suo Polhyistor II. 3 . 1 .3, pošto accanto alla notissima opera dello spagnuo-lo Giovanni Huarte = Scrutinium ingeniorum fatta nota dal Lessing. Lessing non conobbe 1* opera del Zara, poiche nella prefazione alla traduzione deli' opera di Huart dice essere questo lavoro P unico in tale argomento, I' influ-enza del quale. sulla letteratura e incalcolabile. Zara precede I' Huart per ordinato, metodico sistema; 1'idea fi-losofica che Io guidava, riluce meglio; e vi sovrasta per 1' organizzazione interna del sistema delle scienze ed arti; Zara fece la stessa cosa che il celebratissimo cancellie-re d' Inghilterra. Lontani dal cercare nell' opera del vescovo di Zara un paralello istorico con Bacone da Veru-lamio, rimarra memorabile che il filosofo Zara senza a-vere conoscenza di Bacone, si propose di classificare tutte le scienze secondo psicologia, ed egualmente che Bacone, si colloco sullo stesso terreno quanto ali'origine ed all'indole deli'intelletto umano, cioe 1'empirico-realisti-co; dal che ne venne che come Bacone baso 1'unita della scienza sulPunita dello spirito, che divide in im-maginazione, ragione e memoria; ed ogni scibile riporta ad una di queste tre facolta. Nel rimanente Zara senza saperlo e in opposizione con Bacone; vi fa supplemento ed anticipa al suo ope-rare una direttiva che propriamente spetta ai tempi po-steriori. Se cioe Bacone col suo sistema antiscolastico ed antiplatonico si rivolse specialmente alla natura nelle sue appariscenze esteriori, Zara scelse a suo oggetto P uo-mo. Alla quale scelta fu il Zara guidato siccome teo-logo e sacerdote, al quale era debito la salute eterna delPuomo; pero il metodo suo non era quello soltanto di teologo, ma altresi di conoscitore deli' uomo lisico come deli' uomo spirituale. II Guhrauer di Breslavia dice di quest' opera = 11 Zara manifesta dappertutto 1' acutezza e la conseguenza del suo principio antropologico; certa forza e in noi (dice il Zara) che si diffonde in tutte le parti del corpo, per la quale e possibile P assumere il cibo, tenerlo, con-vertirlo e respingerlo. Egli tratta con molto sapere la domanda deli' origine ed indole delle formazioni anoma-li, dei parti mostruosi, e delle influenze climatiche, della chirosofia per la quale dalla formazione delle mani si conchiude allo spirito ; della frenologia ecc. e raccomanda molta attenzione nella scelta delle balie. Zara si limita alla concentrazione metodica deli' intero scibile nello sta-dio in cui allora si trovava. Mentre Bacone dice come dovrebbe essere il sapere, Zara mostra quale allora si fosse; 1'uno avrebbe giovato ali'altro se si fossero conosciuti. Zara ha presentito i tempi moderni, e ripe-tutamente manifesta avversione alla filosofia scolastica; egli intese di scrivere della scienza, absque pigmentis et calamistris nulla servata scolastica dictione. In piu di un passo si mostra Zara superiore al secolo nel quale visse, egli combatte direttamente, e con tutta gra-vita le fantasmagorie letterarie, imperciocche vi ha un'al-chimia della verita come un' alchimia di oggetti materiali, un'alchimia spirituale come un'alchimia fisica; contro di cio si dichiaro il Zara. II secolo XVI. fu generalmente un tempo di rivoluzione di princip! e tendenze demo- cratiche, percid verso la fine ebbe per reazione spiega-tissima tendenza a principi monarchici; di questi era convinto il pubblicista Bodino, seguito dal Zara nelle principalita. La miglior forma di governo, e secondo lui quella che si tiene egualmente lontana dalla democrazia e dalla tirannia, e la rnonarchia basata su giustizia e ben-essere dei popoli; e se la salute del popolo dipende dalla sapienza del Monarca, 1'educazione del Principe dovra forinare un capo principale di politica. II principe deve intendere tulte le arti, tutte le scienze, egli deve imitare in tutto i distinti geografi, i quali dovendo de-scrivere e disegnare monti ed alture, si collocano in valli profonde; e di rincontro quando vogliono esaminare vallate, si collocano sulla cima dei monti. II principe deve avere nella sua residenza un'universitži; non devonsi stampare libri contro la religione, contro la morale, contro il principato, devono quindi instituirsi Inquisitores religionis et status. Zara dice: Secondo Diotimo tre cose sono necessarie al principe, pieta, giustizia, arte di guerra. La religione e la piu solida base del principato ; ques!a altra non essere che la cattolica romana. II principe deve porsi in relazione col clero, e consultar-lo, perche si deve ritenere che i vescovi ed i sacerdoti sieno distinti nella religione, saggi per la molta dottrina, prudenti per la conoscenza del mondo; fedeli e giusti. Zara adduce Pes.empio di Ferdinando ed Isabella. Cio che caratterizza il Zara, e gli torna di gran-dissima lode, e 1'intimo convinciinento dell'idea di giustizia; secondo il suo sistema e questo il secondo punto nel suo sistema del principato; anche agl' infedeli deve essere tenuta fede. Molto s' illudono coloro che giudicano uno stato secondo ricchezza, possanza ed armi; quelli che penetrano piu addentro, con miglior'acume e saggezza- giudicano secondo forme od eccellenti o scadute, secondo leggi, secondo costumi. Zara ha eccellenti considerazioni sulla finanza, sujle imposizioni ed i modi di queste, sui com-mercio, sulle inslituzioni di beneficenza ecc. Egli da gran peso a giusta distribuzione delle imposte, che queste sieno porlate dal nobile e dal licco, e liberato il contadi-no. La chiusa ha tinta religiosa, e dirige all'Eterno. Dalle quali cose, ingiustamente sta il Zara fra gli šcrittori sepolti, cio che e spiegabile soltanto per le vi-cende burrascose di quei tempi. Zara protnise di pub-blicare orazioni latine, poemi e 1'anatonia rerum divi-narum (dunque un sistema di teologia): morte lo per-venne. Zara deve collocarsi fra i migliori latinisti del suo tempo. Fin qui il Guhrauer: Memorie sulla Parocchia di San Vincenti. La Parocchia di San Vincenti e una delle piu antiche deli' Istria. Presentemente ha una popolazione di 2300 anime circa. Essa e composta di varie villette, disperse in giro, di piu o meno čase, tutte abitate da contadini slavi, che si occupano nella coltura delle proprie terre, e nell'allevamento di animali bovini, e lanuti. Egli e percio che le contrade deli' agro di questa comune pren-dono il loro nome o dalle menzionate villette, ovvero da qualche chiesa campestre. I luoghi abitati di cui si compone la comune di S. Vincenti sono i seguenti. S. Vincenti. Capo luogo abitato da circa 100 fa-miglie, che parlano un dialetto italiano, ed uno dei piu purgati deli' Istria. I cognomi delle famiglie dinotano la loro origine. Eccone alquanti. Lupieri, Volpi, Bortoli-ni, Fiorencis, Cerneca, Cioli, Bergamo, Defranceschi, Fa-bris, Manzoni, Galante, Vernier, Gonano, Vorano, Zuliani, Crosilla, Benussi, Manzini, Malusa, Scattaro, Sandri, Veg-giano, Ferrara, Verzino, Masina, Corva ecc. ecc. Un tempo v' erano le famiglie Carminati, Frassoni, Mazzolini, Spinotti, Facchinetti, di cui ancora esistono le loro čase. Sopra la porta della časa Frassoni, ora Bor-tolini, si legge: Done C Venerlt aLtera habltatlo prIMa LaVs ItaqVe el qVI IVstVs est et erlt. Sulla facciata della detta časa vi e una lapide con queste parole: MarCVs FrassonVs CanonICVs VlCarIVs SanClI OfflCII aptaVIt et feCIT. Sopra la porta della časa Carminati, ora Volpi, si legge: Carmenatorum Bergomensium. Su di una pietra rozza incaslrata nel muro della časa Mazzolini sta scritto in lettere rozzamente scolpite : An te (juam e domo exeas, cogita quid tibi agendum erit. Vi esiste ancora P antico castello, ben conservato, e da poehi anni ristaurato a spese della N. famiglia Gri-mani di Venezia. Ignorasi P epoca precisa di sua ere-zione. Sopra il portone d' ingresso vi e P arma gentili-zia, e sotto quella una lapide con la seguente memoria: Castrum hoc fortuito incendio consumtum anno chris. nato. MDLXXXVI., Marinus Grimanus Eques et Divi Marci Procurator restauravit, et in com-modiorem usurn reduxit anno MDLXXXIX. II paese avea quattro portoni, che si chiudevano con saracinesche alla sera, e venivano custoditi da scoite notturne. Dessi corrispondevano ai quattro angoli del castello, essendo regolari le contrade di S. Vincenti, in guisa che potevano essere guardate e difese dalle torri del castello stesso. L'attuale chiesa parocchiale e del secolo XVI. E chiesa collegiata, dedicata a M. V. An-nunziata. L' antica chiesa parocchiale da cui trasse la de-nominazione la parocchia sussiste ancora, ed e dedicata a S. Vicenzo maHire. E situata nel cimitero, a tramon-tana del paese. E tutta fabbricata con pietre quadre spuntate, con finestre ad angoli acuti. E di una sola navala con tre altari. Tre altri altari stati levati, avevano le mense appoggiate sopra un solo pilastrino, il quale conteneva il sepoleretto delle reliquie in capsule di piombo. La Gomune di San Vincenti ha sotto di se altre tre sotto-comuni. La sotto-comune Smogliani, composta delle seguenti villette: (Smogliani. A questa diede il nome la famiglia Smoglian, che piu non esiste. Salambati. Cosi chiamata dalla famiglia Salambat. Rapogni. A questa diede il nome la famiglia Per-covich detto Rapogna. Crancetti. Denominata dalle famiglie Percich dette Crancetto. Vidolini. Abitata dalle famiglie Climan, Vidolin, XivoIich, Percovieh, Carich, Predem, Obrovaz, Camalich, Modrussan, Palisca, Mileticb, Dablanovieh, Portich, Bercan, Climan, Percich ecc. ecc. che sono i cognomi delle 80 famiglie che compongono questa sotto-comune. Sotto-comune Boccordichi, che comprende le se-guenti villette: Boccordichi■ Qui abitano le famiglie Piglian, Mis-san, Suffich ecc. ecc. Pustianzi. Abitata dalle famiglie Pustianaz, Con-dut, Fabaz, Baf ecc. ecc. Radigosa. In questa villa abitano le famiglie Puch, Pustianaz, Bursich, Rudan, Ronich, Paicovich, Mattossich Mazzan, Pust, Spettich ecc. ecc. Folli. Qui hanno la loro dimora le famiglie Xivo-lich detti Foilo. Bricio. Trasse il nome da una chiesa dedicata a questo Santo. E posseduta questa villetta dalle famiglie Vorich, Angelich, Mazzan, Mocorovich, Spettich ecc. ecc. Ferlini, Dimora delle famiglie Ferlin. Podolich. Qui sono accasate le famiglie Pecchiza. Bibbi. Qui stanno li Doblanovich detti Bibba, i Co-culich, i Jurich ecc. ecc. Villette della sotto-comune Stocouzi. Stocouzi. Posseduta dalli Stocovich, Bullessich, Mattias, Zenich, Jugovaz, Ban ecc. ecc. Resanzi. Qui stanno i Razzan, i Bilich, i Petrovich detti Gromnicer, oriundi da Gromniko, i Regolich, i Pa-runich ecc. ecc. Zabronichi. Villa che prese il nome dalla famiglia Zabronich, i Bursich, i Petrovich, i Millovan, i Miloš ecc. ecc. hanno qui le loro čase. _ Cittanova. (Novigrad) E situata ad ostro del Ca-poluogo, tra Valle e Dignano, poco lungi dali'antica strada che andava a Pola- Si scorgono ancora delle vesti-gia di un Castelliero. Pulcieh, Ghilas, Climan ecc. ecc. sono i cognomi delle famiglie di questa villetta. Boscari. Qui dimorano le famiglie Mazzan detle Boscar, Liverich, Vicich. Biasichi. Trasse il nome dalle famiglie Biasich. I lioschi principali di questa comune sono: Sterpet, Fineda, Prostimo. Presecca. Quest' ultimo appartiene alla Signoria. Le chiese della Parocchia tutt' ora esistenti sono: La chiesa maggiore, dedicata alla B. V. annunziata, S. Vicenzo martire, S. Rocco, S. Antonio abate, S. Cate-rina; queste sono nei paese. Nella campagna vi sono ancora due chiese, la B. V. di Saciano detta dei tre con-fini, (perche situata tra i confini di Dignano, Barbana, S. Vincenti e S. Germano. Nei 1786, sono state demolite le chiese di S. Nicolo, S. Matteo, S. Bricio, S. Elena, S. Giovanni Battista, S. Bricio piccolo, SS. Trinita, S. Giovanni Evangelista, Tutte chiese antiche con pitture a fresco sui muri interni, rappresentanti fatti deli' antico e del nuovo testa-mento. — La chiesa di S. Giovanni Battista era tenuta in molta venerazione. Nei giorno 24 giugno, in cui cade la festa del Santo Precursore, tenevasi sagra, a cui da tutte parti deli'Istria concorrevano i divoti. In tal gior-nata in S. Vincenti correvasi la giostra, come si prova col seguente documento, trovato tra le carte del castello. Addi 24 giugno 1713. S. Vincenti. Avendo P illustrissimo ed eccellentissimo padrone destinata la giostra presente con il prezzo di quattro zecchini in una borsa a decoro ed onore delli signori Kavalieri qui sotto nominati i quali averanno da osserva-re i seguenti capitoli, che inviolabilmente dovranno essere osservati. 1.° Che li sig. cavalieri debbano preseniarsi alla banca provisti di buon cavallo, guarnito di sella, briglia, e ferrato da tutti li quattro piedi, pištole in fonda, ed ogni altro fornimento necessario. 2.° Che il sig. cavaliere debba essere provisto di stivali, speroni e spada; ne possa essere admesso verun cavaliere se non fosso nobile, o cittadino di qualche paese. 3.° Che debba il sig. cavaliere nella corsa lasciar la briglia sciolta al cavallo, si che vada con carriera spic-cata, e non debba immaginabilmente trattenerlo nella corsa stessa, e specialmente sotto P anello, il che facendo, s' intendera persa la lotta che facesse. 4.° Che il sig. cavaliere avendo infilzato 1'anello debba portarlo alla banca, e farlo vedere agl' illustrissi-mi signori giudici, che saranno destinati a tal carico; ed uscendoli il piede dalla staffa prima di presentar esso a-nello, o pure cadendoli quello, o altro guarnimento, si intendera persa la botta. 5.° Che cadendo al sig. cavalier il cappello da testa, od altro che, s' intendera persa la botta. 6.° Sara noto al signor cavaliere che filzando 1' a-nello nei buco di mezzo, s' intendera aver fatto tre bot-te; nei buco di sopra P anello, una botta e mezza; nelli due buchi alle parti, una botta per uno; e nei buco di sotto, mezza botta. E chi avra miglior botta, conosciuta giusta dali' Illust. sigg. giudici, sara dichiarato vincitore e gli sara dato fl premio. Cavalieri che corsero li 24 giugno 1713. II Signor Co. Marco Rados. „ „ Bardissera Bonecco. n „ Giovanni Giacomo Toffetti. „ „ Fabiano Marchesi. „ „ Antonio Luciani fu Giovanni. „ „ Marco Bonecco. „ „ Antonio Luciani fu Carlo. „ „ Antonio Bradamante. „ „ Diodato Barater. „ „ Giovanni Francesco Luciani. „ „ Bortolo Francaz. „ „ Giovanni Urbasio. „ Giuseppe Guelis, „ „ Vicenzo Urbasio. „ „ Giov. Battista Comoccini: Un cavaliere ineognito vestito con elmo, a visiera calata, e corrazza di ferro. Riporto il premio il cava- , liere ineognito. (ContinuaJ