ORGANO DELL’UNIONE SOCIALISTA DEI LAVORATORI Anno VII. No. 355 Redazione e Amministrazione : CAPODISTRIA ,Via Santorio 26 - tei. 128 GLI SFASATI La conferenza stampa di Draskovic e un commento della "Jugopres,, della storia Inattuale l'ingresso dell'Italia nell'alleanza dei 3Paesi balcanici Roma potrebbe essere chiamata a far parte del Patto balcanico soltanto dopo aver cambiato radicalmente la sua posizione nei confronti della Jugoslavia La catena delle omertà è definitivamente saldata, ugni maschera sia cadendo, mentre si precisano le responsaDiuta. Lo sciovinismo tne. stmo, gravitante attorno a Bartoli e Viuan, ha mobilitato ogni residua torza nell estremo tentativo di impedire una soluzione realistica ael proolema triestino (ancne se non ideale e soddisfacente, ma pur sempre un contributo efficace alla creazione di un'atmosfera migliore in questa parte del mondo ) che da lungni anni sta avvelenando i rapporti ira uud paesi confinanti, m particolare, e i rapporti internazionali in genere. Il fronte sciovinista, dagli irredentisti ai comiformisti, si agita disperatameli te, seooene invano, per fermare il progresso delle trattative su Trieste e impedire un accordo ragionevole. Il subbuglio nel clan sciovinista triestino è perfettamente comprensibile, com e comprensibile che là si stia perdendo la testa. Non altrimenti, infatti, si Può spiegare che invece di appoggiare gli sforzi tesi alla ricerca di una base di ac-, corno pacifico e ragionevole fra Jugoslavia e Italia nell’interesse reciproco e della pace, il pittoresco e rumoroso fronte sciovinista di Trieste è partito, lancia in resta, contro ogni sagg-,0 proposito ai togliere dall’agenda delle controversie internazionali un problema non meno pericoloso degni altri alla causa della collaborazione fra i popoli e della pace. Nemmeno di un’ultimo sprazzo di resipiscenza si è voluto approfittare, magari per la sola opportunità politica e il sacro egoismo di non autosqua-hficarsi di fronte al mondo intero. Si vede proprio che le esperienze del passato non hanno insegnato nulla, che quanto successo negli anni prima, l’8 ottobre scorso e dopo non ha lasciato segno alcuno nelle menti malate dei fomentatori dell’odio. E’ proprio il caso di dire come s’espresse in pieno Risorgimento italiano il ministro degli esteri nel gabinetto La-marmora, Mancini: «... ad ascol. tare gli irredentisti e seguire la loro logica, bisognerebbe fare la guerra a mezzo mondo»! Ora gridano a si agitano per i «fratelli della zona B», contro il riconoscimento dei diritti jugoslavi a Trieste, contro il riconoscimento dei diritti agli Sloveni in Italia, contro tutto ciò che costituisce una sana premessa ad un accordo operante. Si va tanto lontano che persino la stampa quotata della Penisola si sente in dovere di dar loro una tirata d’orecchi. Sono dei , poveri sognatori, sfasati della storia, che non vogliono riconoscere pur rendendosene conto, la propria sconfitta. Si accontenterebbero magari dello «status quo» che conserverebbe loro ■ cadreghini attorno alla mangiatoia patriottarda, benché lo stesso vicepresidente del Governo italiano, Saragat abbia escluso ai loro rappresentanti — precipitatisi in questi giorni a Roma per cercare di salvare almeno la capra da mungere — una tale e-ventualità. Sono andati così lontano da sventolare in faccia al «patrio governo» lo spauracchio della decadenza economica di Trieste (ma non hanno sempre sostenuto che soltanto una Trieste congiunta alla «Grande Madre» può prosperare?). Non hanno mancato di speculare sui disgraziati «esuli» delia fona B, questi supersfasati della storia, mettendo loro in bocca le vecchie e assurde pretese non solo su questo territorio, ma addirittura sui tradizionali obiettivi espansionisti dell’imperialismo italiano nei Balcani; Chiedono fa riapertura dei blocchi per poter spillare altri Milioni al popolo italiano da intascare nella maggior parte e. continuare, con il resto, a ditribuire elemosine in zona B a quei piccoli individui, illusi a senza carattere 'he. sebbene pochi, sono rimasti incora tra noi, cullandosi nel sogno di un grande ritorno sciovinista agli anni della grassa. Chiedono insomma tuttociò che mai otterranno, continuano a mentire a se stessi per abbindolare qualche gonzo e non desisterebbero, se lo Potessero, dal far qualcosa di peggio. Ma la ruota della storia cammina in senso diametralmente oppo-!* 1 sto ai loro aspici e li lascia sempre P>ù indietro, finché un giorno si k ^troveranno inevitabimente a non Poter rimontare la piena che sta travolgendo i loro rottami e. con luesti, tutti coloro che si lasciano ‘Mpigliare nel loro vischio a Trieste e qui da noi. Inesorabilmente, com’era giusto e logico avvenisse Per legge naturale nei rapporti internazionali nel secolo ventesimo, lo sciovinismo sta incassando uno dei colpi più duri della sua carriera di Punta di diamante dell’imperiali-smo straccione. E’ vero, riconosciamo, che il colpo è duro, che la pillola da inghiottire è amarissima e che non s0rà tanto facile digerirla. Ma aitine, volenti o nolenti, oggi o domani,, dovranno pur farlo, come lo stanno facendo altri non meno colpevoli di loro per averli foraggiati e viziati. (Segne in IV. pagina) ir Alla conferenza stampa, tenutasi venerdì a Belgrado, il rappresentante del Sottosegretariato agli Esteri, Branko Drašković ha confermato che i tre Ministri degli Esteri balcanici si riuniranno a Bled il giorno 18 e che la firma dell’Alleanza avrà luogo, probailmente, alla data annunziata da Stefanopulos, cioè il 21 luglio. La conferenza stampa si è accentrata quasi esclusivamente sulla possibilità di una futura adesione dell’Italia all’Alleanza balcanica. Drašković, interrogato in proposito dai giornalisti, ha citato la risposta data dal Maresciallo Tito a Sulzberger a una domanda dello stesso genere, e cioè: «Nel caso che la questione triestina venga risolta, la Jugoslavia sarebbe pronta ad invitare l’Italia ad aderire al Patto balcanico?» «Non è solo questo — ebbe a rispondere il compagno Tito — la Jugoslavia è pronta, una volta risolta la questione triestina, a cominciare a risolvere tutti i problemi in sospeso con l’Italia e a stringere un accordo bilaterale con questo Paese. Ma finché esistono gli attuali antagonismi, non esistono ragioni perchè l’Italia entri nell’Alleanza balcanica; al contrario, questo sarebbe dannoso.» Drašković, dal canto suo, ha soggiunto: «L’attuale comportamento dell’Italia, nei confronti degli sforzi da noi fatti per la stabilizzazione della pace nei Balcani, è tale da rendere per ora inattuale un simile problema». Quanto scrivono i giornali «Paese sera« e «La Gazzetta del popolo», informando che palazzo Chigi starebbe esaminando la possibilità dell’ingresso dell’Italia nell’Alleanza balcanica, ha sollevato grande stupore nel nostro Paese. Già da tempo, infatti, la rivista ufficiale «Esteri», edita dal Ministero italiano de- gli Esteri, si è pronunciata negativa-mente nei confronti dell’Alleanza balcanica, esprimendo dei dubbi sulla sua utilità e legalità. Se la rivista «Esteri» esprimeva il pensiero dei circoli ufficiali italiani, com’è pacifico, quanto scrivono i giornali precitati potrebbe significare nel migliore dei casi che palazzo Chigi rigetta la politica finora seguita dal Governo italiano e anzi assume una posizione del tutto opposta. E’ difficile capire in base a quale logica l’Alleanza balcanica è divenuta improvvisamente, nelle interpretazioni italiane, la- «base della difesa dell’Europa sud-orientale», quando fino a ieri proprio a questa alleanza si negava un qualsiasi ruolo di importanza in questo senso. Per quanto riguarda l’ingresso del-lTtalia nell’Alleanza balcanica, questo solleverebbe tutta una serie di problemi politici, tecnici e procedurali, specialnjente in questo momento nel quale l’alleanza non è ancora firmata nè entrata in vigore. Essa-minando questa eventualità, l’agenzia «Jugopres» così la commenta: «Considerato l’attuale momento politico, l’ingresso dell’Italia nell’Alleanza balcanica potrebbe avvenire soltanto se questo Paese cambiasse radicalmente i suoi rapporti attuali verso la Jugoslavia. E’ comprensibile che le trattative intorno a Trieste non possono da sole testimoniare di un autentico cambiamento della politica italiana nei confronti della Jugoslavia. «L’accettazione da parte italiana di una soluzione provvisoria per il TLT non significa che Roma voglia prendere una posizione, costruttiva verso il nostro Paese, Simile soluzione del problema di Trieste non garantisce che l’Ifalia rinuncierebbe per il futuro alla sue rivendicazioni. Di conseguènza bisogna che la Jugoslavia si assicuri sino in fondò delle buone: intenzioni italiane prima che Ro- ma passa entrare nell’Alleanza balcanica. Tultte le ciircotstairaze legate ial- problema rii Trieste e in genere 'Pattinale posizione deillItalia nei confronti della Jugoslavia, non indicano certo sostanziali mutamenti deH’atteggiamento tradizionale dei circoli ufficiali italiani. «Gli attuali rapporti tra l’Italia e la Jugoslavia sono da Roma resi tali che, perdurando, dall’eventuale partecipazione dellltalia all’Alleanza balcanica non potrebbe attendersi una fattiva e profonda collaborazione. E’ che in questo caso sarebbe impossibile evitare che i contrasti esistenti tra l’Italia e la Jugoslavia si trasferissero in seno all’Alleanza balcanica impedendone il normale funzionamento.» Fascista la magisiraiura.. «Ora è venuto il caso Masetti, imputato di «attività antinazionale del cittadino all’estero». Uno degli estremi essenziali di questo reato è appunto che il cittadino «si trovi fuori del territorio dello Stato e quivi svolga l’attività antinazionale prevista dall’art. 269.». Ma il Masetti si trovava nella provincia di Terni e quivi aveva inciso il «disco» incriminato, che fu poi trasmesso da una radio all’estero. Ciò nonostante, la Corte d’Assise di Temi lo ha condannato, argomentando i he il Masetti «si trovò certamente all’estero con la sua voce ed il suo pensiero»; ed ha poi ritenuto necessario aggiungere che «la norma dell’Art. 269 venne introdotta nella legislazione penale per colpire e reprimere la piaga del fuoriscitismo. Cioè l’attività di coloro che, emigrati all’estero dopo la instaurazione in Italia del regime fascista, infangavano ed infamavano la propria patria, resi audaci e sicuri dalla impunità che ad essi derivava dalla circostanza di trovarsi fuori, delle frontiere dello stato. «In questo caso, l’estensore della sentenza, fingendo di voler chiarire la portata dell’Art 269, si giova del riparo delle sue funzioni per consacrare in un documento intestato alla repubblica — nata dalla Resistenza al fascismo — gli apprezzamenti ed il linguaggio caratteristico del regime fascista, e per additare al disprezzo degli italiani gli esuli antifascisti che si batterono per la libertà.» (Da «Il Mondo» -dell’8 giugno se). Duole migliore e più esplicita prova che i rappresentanti dèlia magistratura italiana sono tuttora permeati e pervasi da queU’acceso e criminale spirito fascista che h ha indotti, per meglio servire la causa del loro padrone, a condannare, attraverso il «presidio e la difesa della rivoluzione» il Tribunale speciale — le cui sentenze avevano anche effetto retroattivo — le intenzioni? dei siciliani, allora, per rendere possibile la comprensione fra i giudici italiani e le parti siciliane, fungeva da intreprete un maresciallo dei carabinieri. Dalla rievocazione dello storico precedente appare dimostrato che se in quell’epoca i giudici di Firenze nulla trovarono da obiettare contro i siciliani che ignoravano, benché riscattati all’Italia dai «Mille di Marsala» l’idioma di Dan*e, ora i giudici della Corte d’Assise di Alessandria accolgono con compiacenti sorrisi l’omaggio reso loro dal teste siciliano col «solenne saluto romano» accompagnato dal «sec'ì sbattine di talloni» che. ha immortalato nella storia il generale Baistrocchi il qua— le con quel «militaresco saluto» e col «passo romano», ha portato il regio esercito italiano alla conquista dell’impero di Giuda. Per due volte consecutive nella scorsa settimana i rappresentanti dei partiti irredentisti triestini si sono incontrati a Roma con i segretari politici deLquattro partiti della maggioranza parlamentare. In entrambe le riunioni, che sembra siano durate molto a lungo, i rappresentanti irredentisti, come scritto dallo stesso «Giornale di. Trieste»- «hanno in sostanza chiesto il mantenimento dello status quo, esprimendosi contro rettifiche dell’attuale linea di demarcazione» ... e «hanno richiamato l’attenzione degli organi Centrali dei loro partiti sulla grave situazione economica di Trieste». Ma ‘non solo; essi hanno anche detto che «i disoccupati sono attualmente 20 mila: ad essi si aggiungerebbero numerosi dipendenti del GMA...» e «.., i dipendenti della polizia civile». Naturalmente essi non hanno mancato di opporsi nel modo più risoluto a qualsiasi concessione alla Jugoslavia nel porto di Trieste. I maggiorenti dell’irredentismo triestino, con una improntitudine più unica che rara, hanno pienamente sconfessato se stessi. Infatti fino a qualche settimana addietro essi hanno sempre ribadito che la crisi economica triestina era dovuta alla separazione di Trieste dall’Italia, alla mancata attuazione della dichiarazione anglo-americana dell’8 ottobre. Ora invece essi si recano «in corpore» a Roma a perorare che venga matenuto lo status quo, quella situazione cioè nella quale essi vedevano la causa principale di tutti i mali di Trieste. Fanno presenti a Roma le tristi condizioni economiche di Trieste e dimenticano di aver fatto morire della gente per le strade perchè la decisione dell’8 ottobre venisse immediatamente attuata. Dove è andato a finire il loro svicerato amor di patria ora che un’atteggiamento più realistico sembra farsi strada nella politica dei circoli governativi italiani? Dove va a finire d’altro canto il loro amore sviscerato per Trieste se non vogliono concessioni alla Jugoslavia nel porto sebbene sia a tutti noto che una benché minima forma di internazionalizzazione potrebbe dare incremento alla vita economica della città? Essi vogliono lo status quo! Manifestano ipocriti timori per un peggioramento della situazione economica qualora si addivenisse ad un accordo italo-jugoslavo, mentre è proprio la situazione di incertezza determinatasi dopo T8 ottobre a Celebrato il decennale £deir Unione Italiani Il 10 c. m. ricorreva il decennale della costituzione, nel villaggio di Čamporovići (distretto di Albona), dell’Unione degli Italiani per l’Istria e Fiume che, in seguito, durante la Lotta di liberazione e dopo nell’edificazione del socialismo, divenne la più importante istituzione culturale e politica dei nostri connazionali in Jugoslavia. La ricorrenza viene festeggiata con una serie di celebrazioni e rappresentazioni culturali in tutte le località dove vivono gli Italiani \Una delegazione Meri’Li mone ha deposto domenica sul monumento dedicato a Vid Švalba che in rappresentanza dei Croati partecipò alla assemblea costitutiva e cadde in combattimento ritornando dalla missione. Nej quadro della manifestazione centrale, che avrà luogo entro quest’anno a Rovigno, sarà aperto un Museo, dedicato in notevole parte alla vita degli Italiani in Jugoslavia e alla loro partecipazione aria Lotta dt libera- e il saluto «Il teste scatta, davanti al presidente* d’Arienzo, in un solenne saluto romano, accompagnato da un secco sbattere di talloni. Poi lo strano personaggio narra, con stretta pronuncia siciliana, che in prigione l’Olmo dava l’impressione di essere contento e cantava sovente. Con un altro militaresco saluto a braccio teso che suscita i mormorii della folla ed . sorrisi dei giudici, il Cozza si congeda». (Dal «Corriere della Sera» del 6 con.). Nel 1935 — ossia in piena era fascista, quando i giudici siciliani vituperavano e minacciavano di gravi sanzioni qui da noi le persone slovene e croate che non si esprimevano nell’italica favella — celebrandosi presso la Corte d’Assise di Firenze, città natale di Dante Alighieri, un processo in cui figuravano come imputati, testi e parti lese Gii occhi e le speranze dell’opinione pubblica mondiale in questa settimana puntano su Ginevra, da dove dovrebbe giungere la parola definitiva sulla pace o sulla guerra in Indocina. Il che, nella attuale situazione internazionale, significa: pace o guerra m Asia. IMenaès France persegue tenacemente il suo obbiettivo di una tregua con il Viet Minh e, per ottenerla, non risparmia nè colloqui, nè sforzi nè buona volontà per giungere ad una soluzione che, senza essere una capitolazione della Francia, ponga la parola fine ad uno dei più tristi episodi del colonialismo in Asia. U realismo del primo ministro francese riscuote la simpatia tacita della diplomazia britannica e la fiducia degli uomini amanti della pace. Che Mendès France riesca — e questo è l’augurio comune — o meno, =1 suo esperimento doveva essere tentato nell’interesse della Francia e delle possibilità che restano di una reciproca comprensione tra il mondo occidentale e le aspirazioni di indipendenza e di sviluppo sociale che pervadono l’Asia. In questo senso a Ginevra, e da Ginevra, possono partire le premesse fondamentali per l’avvenire del mondo, che non è fatto soltanto dei mercanteggiamenti di Mosca e della politica dello struzzo perseguita in questo periodo, nei confronti dell’Asia, dal dipartimento di stato americano. Molotov è presente a Ginevra e non mancherà di tentare di trarre dalle contingenze politiche attuali tutto il profitto possibile sia per ampliare le divergenze nella politi- ca asiatica ai Londra, Parigi e Washington sia per mercanteggiare, dietro le quinte, il destino dei popoli asiatici, assumendo a scena aperta la parte del difensore delle aspirazioni di questi popoli. Foster Dulles è invece assente da Ginevra e sembra voler dare ostentatamente a questa assenza il. carattere ai una opposizione ai principio contro ogni concezione francese, europea od asiatica di un «apeasement» nell’Asia sud orientale e nell’Estremo Oriente in genere. Non è infatile osservare che, generalmente, gli assenti volontari han sempre torto e che nulla autorizza a credere che in questa occasione la regola possa fare una eccezione per il dipartimento ai stato. La politica dello struzzo può, al massimo,, rappresentare uno stratagemma che può però portare anche all’isolamento di chi chiude gl'i occhi per non vedere una realtà ostica. Realtà che, a Ginevra ed in Asia, è rappresentata anche — se non precipuamente — dai successi politici a diplomatici di Chu En Lay che caratterizzano una realtà storica in movimento nel mondo asiatico. Bizantineggiare su presunti cavilli giuridici circa l’ammissione di Pekino all’ONU, fingere sdegnosamente di ignorare ciò che accade in Asia può avere come risultato di offrire a Foster Dulles le sole simpatie incondizionate dei vari Chang Kay Schefc e Sing Man Rhee in Asia e dei Franco in Europa. Troppa poca cosa In verità per la politica di un grande paese, quale gli Stati Uniti, la cui funzione ed il cui peso nel mondo potrebbero essere determi- nanti se alla politica dello struzzo a Ginevra ed in Asia sostituisse quella che il suo passato, la sua storia ed • suoi grandi uomini — da Giorgio Washington fino a Roosevelt, attraverso Lincoln e Jefferson — sembrerebbero assegnargli nella lotta contro il colonialismo di ogni specie e colore, in ogni parte del mondo. Il periodo del colonalismo è ormai spirato — particolarmente per l’Asia — e deve considerarsi spirato con lui anche il colonialismo che è rappresentato dall’imperialismo economico nel cui nome interessi monopolistici e finanziari dettano spesso linee di politica estera che portano alle prese di posizione più retrive od alla politica dello struzzo che, nascondendo la testa sotto le ali, crede — perchè si rifiuta di vedere — che l’unica difesa consista nelle sue piume più o meno impenetrabili alla luce realistica del sole. Nel quadro di questa metafora diremo che mentre Molotov cerca di far sentire la sua presenza — non certo nell’interesse disinteressato dei popoli indocinesi ed asiatici —: a Ginevra ed in Asia, Dulles preferisce essere assente, rendendo così un pessimo servizio alla stessa causa del suo paese oltreché a quella della pace. I risultati di questo «struzzismo» e di questo assenteismo sono evidenti, così come sono evidenti le ragioni per le quali Mosca non intende essere assente nè a Ginevra nè in Asia dove si stanno ponendo le condizioni politiche e diplomatiche di una forza anticolonialista che abbraccia popoli che rappresentano — in un punto strategico cruciale della politica interna- Prezzo 10 din — 20 lire ABBONAMENTI : T.L.T. Zona Jugoslava e R.FJP.J.: annuo din. 420, semestrale din. 220, trimestrale din. 110 Spedizione in c.c. p. SCONFESSANO SE STESSI gli irredentisti triestini 7 GIORNI I grandi cantieri navali «Scoglio Olivi» di Pela, ricostruiti e ingranditi dopo la guerra che vi, aveva portato smantellamenti e distruzioni, hanno ricevuto di recente commesse di notevole portata. Il lavoro vi si svolge ora a un ritmo miai visto, aggiungendo nuovi successi a quelli, chiarissimi, colti dalla Libe razione in poi. I cantieri «Scoglio Olivi» sono un obbiettivo importan te per la nostra marina, che vi ordina parte del nuovo naviglio e in parte ve lo riporta per le riparazioni. Nella folto: un grande locale, fra gli ultimi costruiti, per le nuove officine rendere sempre più grave la situazione economica. Nei primi cinque mesi del corrente anno la produzione di prodotti petroliferi lavorati fu inferiore di circa 400 mila quintali a quella dello stesso periodo del 1953. Il mercato al dettaglio ha continuato a mantenere una tendenza al peggioramento, le vendite sono risultante alquanto fiacche, lenta nel complesso è la rotazione delle merci. Il gettito complessivo delle tasse ed. imposte è diminuito dal gennaio al maggio di quest’anno di oltre 49 milioni di Lire rispetto al 1953. In maggio furono dichiarati sei fallimenti, rispetto ai tre dello stesso mese dello scorso anno. Al venti maggio i disoccupati iscritti ammontavano a 19 mila 577 con un aumento di 977 unità, pari al 5, 2 % sul mese precedente. Rispetto al maggio del 1953 l’aumento è del 6,33 °/o. Come si vede nessun accenno ad un risveglio economico. E ì signori irredentisti insìstono perchè venga mantenuta l’attuale atmosfera di incertezza e di instabilità. La verità è che oggi come ieri ai dirigenti irredentisti non sta affatto a cuore il rifioriménto economico di Trieste. Essi vogliono lo status quo perchè il più adatto alle speculazioni politiche della grossa borghesia imperialistica italiana nelle cui mani si trova ora T80 % delTeconomia della città e della quale essi, agevolati in pieno dai capoccia cominfor-misti, sono un semplice strumento. Strumento per impedire un accordo fra i due paesi, strumento per mantenere vivi sogni anacronistici di penetrazioni nei Balcani. La via però verso una distensione in questo settore, la via di un accordo nell’interesse di Trieste, di entrambi i paesi e della pace non passa ner quei sogni: essa passa attraverso il realismo politico e l’onestà. Qualifiche queste delle quali i dirigenti dell’irredentismo non potranno mai vantarsi. Mentre la campana suona a morte per SI colonialism e LA POLITICA DELLO STRUZZO zionale di oggi — più della metà dell’umanità. Molotov non vuole essere assente nella definizione dei problemi asiatici perchè il Cremlino sà quanto ha da perdere da un accordo di non aggressione, amicizia e collaborazione fra Nuova Delhi, Rangoon e Pekino, in quanto ciò può rappresentare la base di una politica asiatica indipendente che renderebbe inoperante ogni «fraterna» tutela di Mosca su Pekino ed e-scluderebbe il nuovo imperialismo sovietico dall’Asia sud orientale e dall’Estremo Oriente, più di quanto potrebbe farlo qualsiasi patto militare partorito nelle cancellerie occidentali. Dulles preferisce, invece mantenersi ai margini dell’Asia e di Ginevra con il risultato di vedere l’India, la Birmania ed altri stati asa-tici perdere ogni fiducia in quella politica cosidetta occidentale che preferisce, per esempio, buttare nella fornace della guerra indocinese contro i ìnaipenaenqa aei popoli asiatici quelle centinaia di milioni, e miliardi, di dollari che servirebbero invece la causa della pace e del progresso, se impiegati negli aiuti tecnici ai popoli dell’mmensa Asia per aiutarli nel loro cammino storico che può essere solo attraverso l’eliminazione del colonialismo e l’applicazione di forme sociali che creino la base per l’indipendenza nazionale e la costruzione economica di un mondo che non può essere ignorato se si vuole che la sua forza non venga sfruttata da chi, come Mosca, vuole essere presente in Asia ed a Ginevra per interessi che non sono certo quelli dei popoli asiatici. Vecchia ruggine I colloqui di Churchill e Eden begli USA hanno avuto immediata ; eco nell’Europa occidentale con un brusco, quanto prevedibile, irrigidimento reciproco di Parigi e Bonn. L’avvio è stato dato dal Cancelliere . tedesco, Adenauer con la nota dichiarazione sulla CED e sul riarmo t< disco, interpretata in Fnnei.i come una specie di «ultimatum». Il governo francese ha' reagito, sospendendo il già progettato viaggio del segretario di Mendès France, Beaumont nella Germania occiden- : tale. Nel contempo a Londra ha iniziato i lavori la commissione mista angloamericana, incaricata di elaborare i punti programmatici degli accordi di Washington: il ritorno alla sovranità della Germania occidentale, sia neH’ambito della CED, sia al di fuori di questa. La Francia, compartecipa degli USA e Gran Bretagna all’occupazione della Germania, è stata esclusa dalle consultazioni di Londra e sarà informata, soltanto a conclusione dei lavori, dei risultati raggiunti dalla commissione. Questo fatto ha influito logicamente sull’attuale posizione della Francia nei suoi rapporti verso il problema del riarmo tedesco, tanto più che, ora, Parigi è impegnata ä fondo nel tentativo di risolvere il conflitto indocinese e «veva chiesto perciò che il problema della CED fosse passato per il momento in secondo piano. Il malumore dell’opinione pubblica francese per l’iniziativa angloamericana traspare anche negli ambienti governativi responsabili, i quali, per bocca del segretario alla presidenza del governo, Beaumont hanno dichiarato che «è esclusa qualsiasi pratica soluzione del problema tedesco senza la partecipazione della Francia».- Di fronte alle reazioni di Parigi, è difficile prevedere quali saranno gli sviluppi del dissidio franco-germanico, ora approfonditosi per l’interferenza di Londra e Wishington. Essi dipendono da molti fattori contingenti della politica intemazionale e, in primo luogo, -dai risultati della conferenza di Ginevra e dalle conclusioni della commissione mista angloamericana di Londra. La vecchia ruggine tra Francia è Germania non è facile a cancellarsi con un semplice colpo di spugna diplomatica. Essa ha le sue radici nelle vicende della storia dei rapporti fran-cogermanici che hanno insegnato aifrancesi — e non solo ad èssi — ad essere prudenti. Pace al Guatemala Nel Guatemala è tornata la pace. La carceri rigurgitano di detenuti e i nuovi arrestati non possono più trovar posto, sicché le autorità vanno alla ricerca affannosa di altri locali da adibire a prigioni. Accompagnato dall’ambasciatore americano, John Peurifoy è giunto nella capitale «liberata» il capo dei «rivoluzionari», Armas quando già alcune centinaia di cittadini eràno stati passati per le armi. Tuttavia ha creduto opportuno rincarare la dose pronunciando un discorso intimidatorio contro i «ribelli» che osassero opporsi alla giunta militare. Gli ha fatto immediatamente eco l’arcivescovo del Guatemala, mons. Are-laona con una pastorale in cui porgendo la sua benedizione ai «liberatori», si augura che «i senza Dio mai rimettano piede nel paese». La «rivoluzione» è già operante: bloccata la riforma agraria, gli analfabeti privati del diritto di voto (la popolazione è per il 75% analfabeta!), coloro che, invece, sanno leggere e scrivere (il resto!) sono obb^-gati a votare, epurazioni nell’appa-rato statale e nell’esercito, ecc. ecc. «Ma che bella democrazia, ma che bella democrazia!», gridano a passo di danza (al suono del . . . piombo!) i guatemaltechi, tutti felici di ridare la terra, e relative banane, alla «United Fruits»! Naturalmente sono giunti anche i primi riconoscimenti ufficiali al nuovo «oapataz», da parte (ma guarda un po’ il caso!) della Cina di Ciang Kai Shek, delle repubblichet-te di San Domingo, San Salvador, Costarica, Venezuela — tutti,, «gusci di noce» del sacco americano — e, dulcis in fundo, non poteva mancare (indovinate chi?) l’Italia, ossia il vassallo della Città del Vaticano. Figurarsi che persino l’Honduras, che apertamente appoggiò l’invasione, mettendo a disposizione degli armati e degli apparecchi di Armas il proprio territorio ha avuto tanto tatto diplomatico da non essere il primo della classe. Se tutto ciò non fosse tragico, ci sarebbe da crepare dal ridere! America e Cina L’uscita della Cina popolare sull’arena internazionale quale elemento costruttivo, a Ginevra e nell’Asia sud orientale, e specialmente i risultati di queste prime prese di contatto fra Pechino e il resto-del mondo, che con gravita nell’orbita sovietica, preoccupano seriamente i politici statunitesi. In America, infatti, più di ogni altro problema di politica intemazionale, si parla oggi della Ci na e del suo colpo di gomiti nel mondo occidentale, che ha fatto progredire rapidamente le possibilità di una sua prossima ammissione al-l’ONU. E’ ciò che spaventa alcuni americani e le reazioni non si sono fatte attendere. Lo stesso Presiden-(Segue in IV.’pagina) L’ASSEMBLEA DEL C.P.D. DI CAPODISTRIA PROGRAMMI D'INVESTIMENTO D'ORDINARIA AMMINISTRAZIONE Rinviato l'esame dei problemi scolastici e della "Salvetti,, In margine alla rassegna dei Circoli Italiani di Cultnrn ad Isola LA MATERIA GREZZA CE’ ma bisogna perfezionarla SI è celebrata in concomitanza anche la Festa comunale isolana I PREPARATIVI AL"22 LUGLIO Venerdì scorso ha avuto luogo la seduta comune delle due Camere del Comitato popolare distrettuale. Questa seduta è stata tra le più brevi poiché all’ordine del giorno c’erano esclusivamente problemi d’ordinaria amministrazione. Per la verità, un certo interesse era rivolto al secondo punto del-l’o. d. g. che contemplava la relazione della commissione di revisione sulla situazione dell’impresa «Salvetti», ma dopo che l’Assemble-va rimandava ad altra seduta l’esame della relazione in quèstione, i lavori sono proseguiti senza eccessivi dibattimenti. Va tuttavia notato che su singole voci del programma d’investimenti ci sono stati pareri discordi. Così per quanto riguarda la strada Portorose—Tirano si è voluto far notare che l’assegnazione di 8 milioni non è sufficiente ad assicurare i necessari lavori che diano garanzia di durata. Per costruirla ex novo, d’altro canto, occorrono circa 120 milioni di dinari che il bilancio non può erogare. Posta in questa alternativa, se così si può dire, l’Assemblea ha votato per l’impiego degli 8 milioni nei lavori di riparazione già in corso. Anche la proposta di assegnare 7 milioni di dinari per i lavori costieri ad Isola e Pirano, nonché per la ricostruzione della riva a Capodistria e del molo a Portorose è stata oggetto di discussione. Il compagno Mario Santin ha detto di vedere più utile, o perlomeno più urgente, la sistemazione della canalizzazione a Bossadraga. Il com-pagqp Zaharia ha invece fatto notare che 7 milioni di dinari per i lavori di cui sopra sono una somma irrisoria. La proposta originaria è tuttavia passata. Vivace discussione ha richiamato la proposta per la costruzione di una scuola a Pomiano. Intervenendo per primo nella discussione, il compagno Sokol ha detto di non ritenerla necessaria, e in un successivo intervento ha chiarito di non vedére l’utilità della costruzione di un grande edificio, consentendo sull’opportunità di laprire dei locali più modesti. Polemizzando con lui, il compagno Benčič ha detto che i ragazzi di Pomiano sono costretti attualmente a recarsi a scuola a Šmarje, cioè a percorrere, fa l’andata e il ritorno, circa 9 chilometri a piedi. Quindi ha preso la parola il compagno Abram, pronunciandosi perula costruzione della scuola. Altri oratori si sono schierati pro e contro il progetto, il quale messo ai voti è stato approvato. Su pronosta del Consiglio per l’economia, l’Assemblea ha deliberato di concedere la garanzia all’impresa «Slavica» per un credito a breve scadenza di 30 milioni di dinari. Uguale garanzia è stata votata per l’azienda «Zarja», ma solo dell’im-porto di 3,012.600 dinari, necessari al funzionamento di questo collettivo che aveva consumato il proprio credito in banca negli investimenti. Le due Camere hanno inoltre votato la garanzia che assicura il 60% delle paghe all’«Azienda alberghieria cittadina» e alla «Vino» in questo periodo che vede il movimento delle due imprese a un livello molto basso. E’ una contrazione momentanea, destinata a migliorare rapidamente. L’Assemblea ha poi proceduto alla nomina di numerose commissioni ed ha votato altre questioni minori. La relazione del Consiglio per l’istruzione, prevista alla fine deliri, d. g., è stata tenuta dal compagno Abram. Essa però comprendeva solo i risultati dell’anno scolastico, peraltro ottimi di cui tratteremo nel prossimo numero. I problemi della scuola verranno affrontati nella prossima seduta. Lettere in redaz ione NON AVEVA 5 DINARI Abbiamo ricevuto e pubblichiamo: Sabato, 3 c. m. viaggiavo con l’autobus dell’ «Adria» .(probabilmente della «Slavnik», n. d. r.) da Umaga a Juricani. «Senza biglietto ...!» sj sentì ad un tratto la solita nenia di tutti i fattorini, e i viaggiatori in cominciarono a fornirsi di quegli indispensabili requisiti. Dai portafogli sgusciarono le banconote, qualcuna di maggior -taglio, poiché non sempre si può sapere in anticipo quanto costerà il viaggio per procurarsi tanti spiccioli da comporre l’importo esatto. E il fattorino restituiva il resto con l’immancabile: «non ho cinque dinari...» che il viaggiatore comprende benissimo o, se non comprende, vi si adatta ormai per abitudine. Da Umago a Juricani il fottorino si ripetè nientemeno che sei volte. E dire che quel tratto è forse appena un terzo del tragitto da Umago a Capodistria, per cui è lecito suppore che dopo Juricani ci sarà stato qualcun altro a contare quante volte il fattorino avrà ripetuto quel «non ho cinque dinari». Chissà poi quant’altre volte questa frase sarà ricorsa l’indomani, il dopodomani e quante volte in un mese! Non sarebbe un male che i responsabili dell’azisnda si preoccupassero di raccomandare ai loro fattorini di rifornirsi prima della partenza dal capolinea di moneta spicciola presso qualsiasi locale pubblico, o presso le filiali della banca, tanto più che tempo a disposizione fra l’arrivo e la partenza ce nè fin che si vuole. E i viaggiatori potrebbero essere liberati dalla noia di sentirsi ripetere fino alta nausea il solito ritornello dei cinque dinari che non si trovano. Ciò sarebbe giusto anche perchè, se per il fattorino vade la regola «cinque più cinque uguale a dieci, dieci più dieci uguale a venti, ecc.» per i viaggiatori può benissimo andar bene il vecchio detto: «sasso a sasso, cresce il palazzo». La Mostra stabile di Carne (promesso, ritorniamo a parlare un po’ più idettagllatamente della Mostra economica, inaugurata sabato 3 c. m. a Portorose Indetta per popolarizzara i risultati attenuti dalla produzione, in particolare da quella d’esportazione, essa ospita in un locale relativamente modesto un campionario di prodotti di prima qualità delle maggiori aziende del distretto. E, pur non abbracciando tutti i rami della economia, dimostra il notevole progresso compiuto negli ultimi anni, in particolare nel miglioramento della qualità e delBassonti-mento dei prodotti. Inltdresis,anitei isppwatlutto $ prodotti dell’inidusitria conserviera, presentati dalla «Delamaris»: filetti d’acciuga distesi e arrotolati, sardine, scombri, filetti di scombro, tonno, antipasto di .pesce e un prodotto nuovo: il concentrato dii pomodoro. Buono il campionario della «Začimba» e vario quello ideila «Salvetti», con alcuni tipi di sapone da bucato, toeletta, barba e in polvere, soda, lucido per pa-vimenti e per scarpe. Una collezione di pennelli di ogni dimensione, scope e spazzole dell’«Istra» dicono del buon progresso di quella produzione, mentre una lieta sorpresa costituiscono gli articoli, delia frabbrica lucchetti e serrature «Lama» e, ancor più, il carbone' ■della Miniera di Sicciole, che già. si estrae in notevoli quantità. La «Ruda» di Isola presenta mattoni e piastre forate, foratoni, 'tegole e mattoni comuni di ottima qualità, e le Saline di Pirano offrono un campionario di tre tipi di sale : da. mangime, dia cucina e industriale. Alquanto pittoresco il reparto della «Vino» con le varietà dei vini. (Refosco, Merlot, Terrano d’Istria, Barbera, Cabernet, Malvasia, Moscato rosso e Borgogna) e della-«Basseggio» con i liquori (Cognac, cioccolato e maraschino all’uovo, Millefiori, Amaro Istria, Pelinkovec, Amaro Felsima, Cherry Brandy, Prunella, Elixir .Rabarbaro, Cognac, ecc.). Figura bene .anche la-«Meccanoteonica» con alcuni tipi di meccano. La «Fructus», oltre a e- In cancomiitanza della festa comunale, celebratasi in occasione dei 48. anniversario della Casa'sindacale e del 10. anniversario deil-Pinsurrezione nella città, si è svolta domenica scorsa a Isola la rassegna dei Circoli italiani di cultura popolare. In mattinata, dopo un breve comizio poditiod, è .iniziata la consultazione dei C.I.C., durante Ila quale sono «stati toccati tutti i problemi, riguardanti il loro sviluppo e la loro importanza nella vita dalla minoranza italiana. .Nella sua relazione politica il comp. Pl'inio To-masin ha passato in rassegna i compiti e l'attività pratica dei sbrigali circoli e dell’Unione, degli italiani nell’insieme. Accennando alle nuove forme -della vita sociale e economica (autogestione operaia, la Comune, ecc.) Foratore ha sottolineato i diritti che godono gli Italiani. Passato poi alla questione della scuola che, con un numero complessivo di 700 alunni nelle inferiori e 100 nelle superiori, ha ottenuto buoni risultati nonostante alcuni insegnanti .abbiano, abbandonato i loro posti, ha ribadito quindi la necessità che gl’insegnanti corrispondano alle esigenze della nuova società. I Circoli di cultura non hanno ottenuto successi degni idi nata per ragioni più o meno giustificabili. (Perciò bisogna -che il loro lavoro si basi più sulle masse operaie. Certi successi ha ottenuto invece la compagnia idi prosa del teatro di Capadistria, la quale dovrebbe però collaborare con le sezioni filodrammatiche dei circoli per non ostacolare il loro lavoro, contribuendo cosi al libero- sviluppo della cultura nazionale di contenuto socialista. Si dovrà inoltre provvedere al maggior sviluppo della vita culturale nelle località finora trascurate come, ad esempio, succiole. Il relatore ha osservato altresì che .riinflusso della propaganda reazionaria ha nuociuto agli Italiani impedendo loro, una più larga partecipazione alla vita pubblica. Anche nella discussione, cui presero parte diversi, sono stati toccati i più 'impartanti problemi e tracciate le linee per il futuro. Colsi si è ravvisata la necessità che gii Italiani partecipino più largamente alla viltà politica ed eoo-pomiica, perchè il socialismo non si edifica solo per gli appa.rtene.nti a un1 popolo solo1, ma indifferentemente- per tutti. 'Questo hanno conseguito Sloveni e Italiani combat-ite.ndo insieme nella lotta di liberazione. Bisogna sopratutto avere Ila coscienza di vivere in un paese socialista, dove ad ogni cittadino è (dato ogni diritto. Si tratta pertanto di usufruire ‘di tali diritti. La (coscienza e la fierezza nazionale idi essere l’unico nucleo- degli italiani che edifica il socialismo, debbono darci l’impulso per una più intensa attività nella vita pubblica. Ha salutato quindi la conferenza p augurato maggüMli ‘successi il comp. Beltram Julij. Il comp. (Gobbo ha rilevato pai la necessità economica Portorose sporre prodotti già affermatisi (marimeli)a|ba milita solida, varie conserve -di frutta, concentrato idi pomodoro e distillato di ginepro) presenta pure frutta fresca e verdura da esportazione. Del reparto turismo diremo che, forse, è un pò troppo modesto, e non .può offrire ai visitatore l’impressione esatta dei pregi .turistici del distretto. E’ sera tardi. Piove. Il passante frettoloso, imbaccuccato nel soprabito, attraversa la strada. — Accidenti — esclama ad un tratto, saltando scompostamente — maledette le buche! Auuh!... Poveretto è finito in un’altra vicina e piena d’acqua, che gli ha inzuppato anche l’altro piede! Mezzogiorno. Uno qualsiasi cammina sul marciapiedi (pieno di buche anche quello) pensando che fa un caldo cane. Rombo di motore e un grosso veicolo a tutta velocità lo incrocia. Nemmeno nel Sahara durante il «ghibli» avrebbe mangiato tanta polvere. Filosoficamente ne prende la sua parte, con qualche piccante commento, e prosegue. Duecento metri più avanti, idem: stessa scena, stessi moccoli. Pola, cari lettori, uno straniero l’ha battezzata «città della polvere». Poveretto, andandosene di polvere ne aveva dappertutto« fra i cappelli, sul viso, nei vestiti e persino nella tasche. Comunque avrebbe dovuto rimanere soddisfatto poiché se fosse stata una giornata di pioggia, se ne sarebbe andato bagnato sino alla midolla per l’abbondanza delle pozzanghere, insidiosi trabocchetti, disseminate abbondantemente per le strade nella città dell’Arena. Orbene, ritengo che il palese abbia più diritto di chiamarla così che non il forestiero, poiché lui ci abita, ed è a Pola che ogni giorno fa o un’indigestione di polvere a un pediluvio. ★ Bruno Suttil è un uomo dinami- dell’educazione politica degli Italiani per eliminare l’influenza della propaganda reazionaria. L’educazione e l’instaurazione dei rapporti Socialisti deve costituire compito costante dell’Unione degli Italiani. Rafforzatisi una volta i rapporti e lo spirito socialista nelle aziende, e nelle fabbriche, tutte le questioni meno importanti verranno automaticamente risolte. E’ sitato, inoltre sottolineato il bisogno di .approfondire iq lavoro politico accanto a quello culturale, costiituen-dio circoli operai dii cultura. Altri diiscutanti hanno rilevato la necessità dello studio della lingua slovena ohe sarà d’utilità pratica nella vita pubblica -anche agli Italiani. La discussione sii è protratta ancora sulle questioni dei circoli e delle scuole, dopodiché si è giunti -alle conclusioni. Fra l’altro è stato sottolineato che il problema fondamentale dei C.I.C. è quello della educazione politica. Per lo studio della lingua slovena si è convenuto di istituire corsi, mentre è stata proposta l’intro'diuz’ione dello studio dello sloveno a eomindiare dalla terza elementare. Quanto- agli insegnanti bisogna curare che essi .abbiano qualità politiche e morali ineccepibili. Nei circoli si deve prestare attenzione sopiratutito ai -nuovi quadri. Così bisognerà regolare anche i rapporti fra il Teatro e le sezioni filodrammatiche, eoe. Infine sono stati approvati i telegrammi da-.inaiare ai coimp. Tito e Miha Marinko. ★ Nel pomeriggio, oltre .alle manifestazioni politiche, -ha avuto luogo una rassegna delle sezioni dei Circoli 'dii .Cultura di Isola, Capo-diistriia, Pirano e Siccicile con un programma vario (gruppi bandlislti-ci, mandoklniisitici,corali,eoe.). Buono sopra-tut'to 11 complesso bandistico, mentre per gli altri si è Visto che la materia grezza c’è, ma Ad Umago, questa cittadina che si rinnova con un ritmo impressionante offrendo di settimana in settimana nuovi aspetti di questo sviluppo che la farà diventare ito breve un modernissimo centro, avranno inizio entro q mese i lavori per il più grande obbiettivo cui si è finora messo maino : il cementificio-. I primi lavori, in una zona immediatamente a sud dèi centro di Umago, saranno una preparazione alla costruzione vera e propria della nuova industria. Verranno aperte delle strade fino al cantiere di costruzione, che dovrà essere altresì (collegato con le condutture per l’acqua e l’energia elettrica. Poi -avrà inizio l’opera alle fondamenta. Stando -alle -dichiarazioni idei tecnici, il cementificio sarà grande' quanto tutte le case ideila vecchia Umago messe ‘insieme. li salone principale avrà da solo le proporzioni di 250 metri per SO. In questo obbiettivo andranno investiti un miliardo e 800 milioni di dinari, dei quali 600 milioni salo per il carpo edilizio. Il resto è destinata alile apparecchiature tecniche e al macchinario. II macchinario verrà fornito dal-Irifficina «Djuro Djakovic» idi Slavonski Brtìd, tramine una minima co. Di statura media, magro, asciutto in volto, lavora come uri dannato. Ha un posto che iron gli da tregua. Giudicatelo voi: dirige un’impresa, la «Put», per i lavori stradali. Lo potete incontrare dovunque e se lo trovate in ufficio, immancabilmente sarà intento a discutere con il tecnico, che è un buon ragazzo, molto conosciuto a Pola, anche per le sue battute pungenti, oltre che per le sue capacità di lavoratore. Da costoro ho appreso che la pavimentazione stradale verrà curata, almeno in parte, con i trentacinque milioni stanziati dal Comitato comunale. La cifra è molto lontana dai 130 milioni che occorrerebbero per mettere a posto la rete stradale cittadina, tuttavia ventiseimila metri quadrati di asfalto saranno stesi durante la stagione in corso. Poco, ma meglio che niente. Bruno Suttil mi ha fatto vedere anche circa 50 mila piastrelle per marciapiedi che continueranno a giacere' in magazzino per il semplice fatto che nessun stanziamento è stato previsto nel bilancio comunale di quest’anno per la loro messa a posto. E’ un vero peccato! ★ Provenienti dall’Inghilterra, sono giunti giorni fa a Pola quattro mastodontici autobus per il servizio autotrasporti cittadino. Sono proprio grandi e imponenti. Allineati nel garage, sembrano degli «Sherman» o dei «Patton» a confronto con gli agili «Leoncino». La cabina del conducente è collocata per metà bisogna lavorarla e perfezionarla. Non basta solo la buona intenzione. In serata è stato presentato, poi dalla compagnia di prosa dei Teatro di Qapodistria «Il Famaretlto di Venezia», di F. DaJil’Ongaro. BREVI DAL BU1ESE INIZIATA LA TREBBIATURA La mietitura nel distretto di Buie è agli sgoccioli. In alcune località si è passati già alla trebbiatura, che sì prevede raggiungerà l’apice verso la fine della corrente settimana. Le previsioni sulla resa del prodotto sono ottimistiche poiché si ritiene che raggiungerà i 1.400 kg per ettaro, media notevolmente superiore a quella degli anni precedenti. NUOVI DANNI DELLA GRANDINE Negli ultimi tempi la grandine, mista a pioggia, ha fatto frequenti apparizioni nel distretto di ,Buie, specialmente nella fascia costiera. Lo scorso numero abbiamo riferito sui danni arrecati dalle tempeste ab-batutesi sulla zona di Umago negli ultimi giorni del giugno scorso. Il 3 e l’8 c. m. la zona di Umago, fino a Buie, è stata nuovamente colpita. I danni alle viti e alle colture in genere vengono valutati al 10% del raccolto. AI PRIMI DI AGOSTO L’AGROSERVIS A BUIE Il Servizio agricolo della Federazione cooperativistica del distretto di Buie, tanto atteso fra gli agricoltori, inizierà a funzionare ai primi dell’agosto prossimo in appositi locali, riservati nella Casa del lavoratore di Buie, sotto la direzione di esperti economici. Per un suo sollecito e efficace funzionamento, il C. P. D. ha assegnato alla Federazione cooperativistica un aiuto finanziario, ammontante a 600 mila din. dinari, dia acquistarsi all’estero. La .produzione prevista si aggira intorno .alle 150 mila tonnellate annue. Questa cifra è imponente, e va ancora 'notato -che in questo caso specifico la quantità è .dirottamente condizionata alla qualità. Una qualità media risulterà infatti, con lo stesso impiego di mezzi e di -tempo, quantiitivamente superiore a una qualità più pregiata. Il nuovo cementificio avrà una produzione più forte di cemento superiore, destinato àll’esportaziione. e circa 70 mila tonnellate del tipo «500» per il consumo interno. Ecco quindi ohe 150 mila tonnellate di produzione 'annua significamo qualcosa di più di quanto materialmente la cifra non indichi. Questa nuova industria, la più 'grande e la più moderna del genere in Jugoslavia, potrà, grazie appunto 'alia sua alta meccanizzazione, operare sui mercati intemazionali senza tema idi concorrenza sia per quanto riguarda i prosai che per la qualità del cemento. Un obbiettivo così impomemte non avrebbe ragione di esistere qualora non gli fossero assicurati i 'necessari trasporti e collegamenti. E poiché il cementificio sorgerà distante dall’aittuale porticciolo, del, resto inadeguaito, è prevista la costruzione di un molo industriale. sopra il motore ed ha il vantaggio di essere chiusa al passeggierò, dimodoché nessuno potrà più scocciare l’autista. L’interno della carrozza è spazioso e comodo. Unico inconveniente, se così si può dire, è costituito dal fatto che di entrate ce nè una sola e, per giunta, a sinistra. I tecnici dovranno trovare una soluzione per questo guaio, altrimenti si dovrà invertire il senso del traffico. Così, oltre a possedere l’Arena e le strade più malconce, noi, di Pola saremo i primi ad adottare nel nostro paese il regolamento stradale della terra d’Albione. A proposito di regolamenti stradali, sarebbe il caso di chiedete dove sono i nostri militi, quando certi automezzi, ciclisti, veicoli ippotrainati ed altri, attraversano le vie del centro senza curarsi dei divieti. ★ Il grande palazzo, in costruzione dinanzi ai «Giardini», si sta spogliando delle impalcature. Si libera il lato della passeggiata dirimpetto dal materiale edilizio, per spostarlo un centinaio di metri più in su, dietro la banca, in un recinto chiuso, dove fra poco si inizieranno gli scavi delle fondamenta per un palazzo di cinque piani. Siccome proprio là esiste ora un bel giardino, alcuni brontoloni mormorano: prima spendono i soldi per fare il parco e, finito questo, lo si distrugge pei costruire un edificio. Non si poteva pensare prima per non spendere inutilmente denaro? C. B. Fervono nelle organizzazioni del distretto di Capodistria « preparativi per i festeggiamenti del 22 luglio: Giornata dell’insurrezione popolare in Slovenia. I vari comitati coordinatori formati nell’ambito comunale, hanno elaborato i programmi delle manifestazioni celebrative che si svolgeranno in quell’occasione. A Corte d’isola, a Ma-resego e S. Antonio verranno organizzate marce di pattuglie parti-giane. Contemporaneamente in varie località verranno scoperte lapidi alla memoria dei Caduti nella Lotta popolare di liberazione. A Cen-tur verrà scoperta il 18 luglio una lapide in memoria di sette Partigiani caduti. Particolare importanza avrà la manifestazione a S. Antonio, poiché essa coinciderà con il 48.mo anniversario della costituzione del Circolo di Cultura «Svoboda». Per l’occasione verrà organizzata una manifestazione settoriale con l’intervento dei migliori complessi artistico-culturali dei comuni di Capodistria e Dekani. Partenze dei bimbi per le colonie estive Dal distretto di Capodistria è partito alla volta delle colonie estive di Kamnik e Crni Vrh, il primo scaglione, ou|i farà pegjuiilto, verso la fine di luglio, il secondo. Oltre 450 bambini trascorreranno così le vancanze dn quelle salubri località, mentre altri 120 figli di invalidi di guerra verranno ospitati 'nei centri climatici riservati dall’organizzazione degli invaldi di guerra della Jugoslavia. Nelle colonie marine di Capadistria, Isola, Piran'o, S. Lucia ed .altrove saranno ospitate invece alcune centinaia di bimbi dell’interno. 45 bambini del distretto 'di Buie soggiorneranno a Salvare, e altri 20 a Banski Dvori, natia località climatica. Corso-perfezionamento per insegnanti .Per interessamento della filiale sindacale degli insegnanti elemen- Quecbo si aprirà davanti ai cementificio, con 7 metih di profondità, tale cioè da consentire illaJt-fcracco di navi di qualsiasi stazza. Gru e trasportatori meccanici lo colleglleranno dirèttamente alla fabbrica. Come si vede, Umago si appresta ad affrontare una nuova 'tappa dei suo grande sviluppo. Nuovo lavoro per le nostre braccia, nuove forze e fonti di ricchezza si aggiungono a quanto da anni stiamo erigendo con successo. Comizi di elettori nel Comune di Pirano In questi giorni, dall’ll al 14 c. m., hanno luogo a Pirano, nelle organizzazioni periferiche dell’Umio-ne .Socialista dei Lavoratori, i comizi degli etótori, nei quali si discute sul’attività svolta dal C.P.C. nel primo semestre dell’anno in corso e su altri problemi di carattere comunale. Rappresentazione a Capodistria Giovedì il complesso artistico di Radio Belgrado, in collaborazione con alcuni solisti di Radio Skopje, Zagabria, Lubiana e Fiume, darà una rappresentazione artistico culturale a Capodistria. Lo spettacolo avrà luogo alle ore 20,30 in piazza Tito. Verrà presentato un programma scelto di canzoni e danze popolari nei caratteristici costumi nazionali. Decentramento della alberghiera Umaghese .Nei prossimi .giorni a Umago. verrà effettuata la decentralizzazione della rete turistico-alberghiera. Verranno costituite due imprese, una delle quali amministrerà gli alberghi della zana di Punta, e l’altra Che .gestirà I buffet cittadini di Umago e l’albergo «SOCA». Consultazioni di esperti in agricoltura a Umago Nel quadro della discussione sul materiale del III. Congresso della Lega dei Comunisti della Croazia, si è svolta il 5. c. m. a Umago una consultazione fra esperti in agricoltura del distretto di Buie. La relazione è stata svolta dal-l’ing. Brusio Jakov. Dopo un’esauriente discussione sulle forme e sui metodi da adottare nella politica agraria in base alle decisioni del III. Congresso, il comp. Vanja Vranjican, segretario del Comitato distrettuale della Lega dei Comunisti, ha fatto presente le necessità e ■ compiti che riguardano la economia agricola del distretto. 99 tari del distretto, di Capadistria, ha avuto inizio, il 5 luglio a Pirano un corso di lavoro manuale per insegnanti elementari. La scopo del carso è di dare agli insegnanti una migliore preparazione nell’imsegnamento del lavoro manuale nelle scuole elementari. Nella prima settimana sono state tenute lezioni pratiche di rilega-tura di libri e plastica. E’ stato insegnato pure l’uso del gesso e il modo di riparare strumenti elettrici di uso comune nell’economia domestica. Nella seconda settimana, dal 12 al 18 luglio, le lezioni verteranno sui temi dì lavoro a maglia e ricamo. P. B. CONCORSO IN REATO Nei giorni ‘scorsi, presso il Tribunale Popolare Circcmidairiale di Ca-podistria è sitato celebrato il procedimento penale nei confronti di Kolega Dinko, pescatore, e Verhek Ada, infermiera presso l’Ospedale 'di Pirano. I due erano accusati di concorso in reato di spionaggio. Il Kolega aveva un fratello di nome Zdravko, il quale a suo tempo riparò a Trieste, ove venne accolto nei campo profughi di S. Sabba. Colà il Kolega Zdravko entrò in contatto, unitamente a certo Ma-tesič Sime, con agenti del servizio d’informazioni straniero. La Verhek, recatasi un giorno a Trieste, venne pregata dal Kolega Dinko, suo amanite, di andar a visitare il fratello. Costui il’incaricò di fornirgli dati sulla dislocazione e Parma-manta delle unità dell’A.P.J,. di > stanza nella nostra Zona e nell’I-stria, nonché dati di carattere politico ed economico, tra cui un p sino del Cantiere «3 Maggia» di F.u-me. . Durante jl periodo dei suoi contatiti ccn il Kolega ad il Matesić, la Verhek venne a conoscenza che costoro, par incarico dei SIM, si occupavano di far da guida ai Clandestini attraverso il confine, ricevendo per ogni persona 30.000 dinari. In laltra occasione essa conobbe certo IRcdellia, da Fiume, che ricevette 300 dollari per aver accompagnato un gruppo di 5 clandestini a Trieste. I giudici hanno condannato la Ver'heik a 18 ed il Kolega a 8 mesi di reclusione. ASSOLTO IN APPELLO Tale Djurđjevič Marcello, di Martino, autista da Grisignana n. 4, Venne condannato tre mesi far per appropriazione indebita di una porta di ferro .a danno di Castro Lidia, nata V-atta, da Croce Bianca, a due mesi, d’arresto con la condizionale. Ricorso in appello, lil Djurdjevič Marcello è stato ara assolto dal Tribunale popolare circondariale di Capodiistria per non avere commesso il fatto. ILLEGALI OLTRE LA MORGAN Presso il Tribunale Popolare Distrettuale di Pirano sono stati condannati a 5 .mesi di reclusione ciascuno, per aver tentato di passare illegalmente la linea ,di demarcazione, tali Lukin Pava, Lukin Vlatko, Sarin Veljko e Kolega Krsto, tutti camerieri delle imprese turistiche di P'ortoroise. ASSOLTO Qualche tempo fà era stato tratto .in arresto tale Zanon Mauro, da Isola, accusato di furto 'di biciclet-ta. Durante lo svolgimento del processo i giudici assordarono che il Zanon non aveva commesso il reato attribuitogli, per cui è stato assolto. SMARRIMENTO Il primo luglio scorso, nel tratto di strada tra Isola © .Strugnano è stata smarrita una carta di identità intestata a Tuzzi Marcello, . abitante a Croce Bianca 307 (Por- f torose). H rinvenitare è pregato di 's far pervenire il documento presso la nostra redazione o di darne no tizia. CmhacUeiU \ ISOLA Decessi: Kiyela Srečko di anni 63, Jerman ved. Sau Ivana di anni 67. CAPODISTRIA Nati: Hiti Srečka di Stanislav e Kumar Vukoslava, Koterle Marjan di Esperio e (Muženič Bruna, Cergol Stavo di Milan e Sever Albina, Marsič Mario di Jožef e Levac Maria. Matrimoni: Krmac Libero di anni 21, agricoltore, con Gandusio Luigia di anni 18, casalinga; Sodnik Guerrino di anni 31, operaio, con Rožič Bogomira, di anni 29, -impiegata; Rodo'ja Milenko di an- ' ni 28, ufficiale della A.P.J. con Jaz-bar Angela dì anni 24, impiegata. BUIE Nati: Stifainič Jadranka di Ivan e Sorgo Dragica, Maurić Fiorella di Alberto e Federici Maria, Benčič Sergio di Rosalia, Arčon Liliana di Stefano e žgur Rosa, Peroša Albin di Antun e Milujić Maria, Marke-žić Ferruccio idi Libero e Grižanič Maria, Benčič Guido di Edoardo e Ritoša Clementina, Benčič Ester di Josip e Zubin Maria, Perič Mario di Josip e Codiglia Ude, Sinkovič Aurelio di Elviro e Sain Virginia, Stipančič Liliana di Josp e Matjašič Angela, škrlić Flavio di Pasquale © Vergan Erminia. Matrimoni : Biloslav Bruno di anni 20, agricoltore, con Richter Augusta di anni 18, casalinga. Perhat Dušan — luricani, 4 parte, del valore di 150 milioni di ASTERISCHI POLESI Nuove fonti di ricchezza per la nostra economia IL CEMENTIFICIO DI UMAGO sarà il più moderno del Paese Investimenti per 1 miliardo e 800 milioni - Produzione annuale: 150 mila tonnellate Una _ visitina al Museo della Lotta d: i liberazione nazionale a Belgrado RIVIV 0N0 Al L 1 SAI ■EMEGDJ IN le glo rie d Iella Rivoluzione Tutto parla della storia di popoli che, forse più d’ogni altro in Europa, hanno sofferto delle guerre, ma che per una /orzo quasi mirecdc io hanno sapute ricostruire sempre la loro Patria, più bella e feconda (NOSTRA CORRISPONDENZA ) BELGRADO, luglio — Le (belle (giornate idi taglio, pie- somma più della metà sarà impiegata per l’erezione dì case, in quanto Fiume ha tutte le possibilità di ampliarsi e di aumentare numericamente. Imponenti sono le opere in progetto, che daranno a Fiume un aspetto di città moderna di porto dotato di tutte le attrezzature occorrenti per facilitare il traffico portuale e ferroviario. La riva sarà abbellita con piante, illuminata al neon; verrà costruito un padiglione-bar dove, oltre alla vendita di biglietti per i viaggi via mare, i turisti potranno ristorarsi al primo piano. Adesso è sulla via di inziare la costruzione del marciapiedi dell’ Autostrada che va da Cantrida a Mlacóa. A tale proposito merita segnalato il pieno appoggio offerto dai collettivi di lavoro «3 Maggio», raffineria «Kidrič» e «Torpedo». Altri lavori? Acquedotto e gasometro. Antiquati tutti e due, tanto da superare insieme i cent’anni, dovranno andare al più presto in... pensione. Della ''cosa, posta nel piano decennale, siamo certi si interesseranno gli organi competenti a tempo, per far definitivamente cancellare tali spinosi problemi dal programma. Dopo Mlacca, si stanno portando a termine i lavori su quello che presto sarà il nuovo cavalcavia. Una volta inaugurato, verrà fatta una diramazione che collegherà la raffineria con un binano proprio, in maniera da agevolare il servizio trasporti. Con riferimento alle case in progetto di costruzione, rileveremo che sono previste abitazioni moderne, dotate dj aiuole attorno all’edificio. Si tende, insomma, ad abolire la prassi del passato e a costruire abitazioni a quattro — cinque stanze o meno ancora, ma di maggior ampiezza. C. B. PARASSITISMO Per timore di crisi che — con la svalutazione degli impianti, in cui sono stati investiti decine di miliardi — possono travolgere l’econo-mia di intere regioni, e per paura dei licenziamenti massicci, ohe fanno nascere difficilissimi problemi di pubblica assistenza e di ordine pubblico, il governo è sempre più costretto a intervenire per sostenere i colossi che, per canto loro, non riuscirebbero a reggersi in piedi. Invece di produrre per consumare, per accrescere la soddisfazione dei bisogni, si consuma allora per produrre, per mantenere in movimento gli uomini e le macchine delle grandi industrie ; i consumatori vengono allora considerati come canali di smaltimento per la buona digestione ideile grandi industrie; canali che il governo deve continuamente allargare e approfondire, a spese della collettività. Così si rinuncia ai benefici del progresso, si consoli,dano tutte le posizioni parassitari©, si fanno rinascere dalie ceneri delle corporazioni medioevali le divisioni della, società ina caste più o meno privilegiate, si accrescono le forze, reazionarie e si trasforma la democrazia in plutocrazia. U. A. MARIA PIRO e ALESSANDRO DAMIANI in una sequenza di «Avventuriera in amore» RALF WANKA uno degli 'interpreti personaggio che stava interpretando. ★ Nella breve pausa, seguita ella ripresa della scena, potei parlarle. Hilde Krahl è una donna simpaticissima: la sua voce, dal tono un po’ maschile, ha qualcosa di esotico che ia rende vieppiù interessante. Seppi così che è tornata fra noi dopo una lunga assenza e, pertanto, ha perso un po’ di pratica ne] parlare il croato. Hilde Krahl è nativa, infatti, di Slavonski Brod, dove ancor oggi ha parenti. Giovanetta, si stabilì con i genitori a Vienna, dove compì gli studi. Ogni anno ritornava però nella natia Slavonski Brod a passare le vacanze. Per il film lavora già da anni ed ha raggiunto grande notorietà nel mondo cinematografico. E’ madre di una bambina di neve anni. Negli ultimi anni ha vissuto ad Amburgo, ma ora intende trasferire la sua residenza a Vienna. Non ha mancato an. che di dirmi che è felicissima d! aver potuto rivedere il nostro paese, verso il quale è legata da vincoli di sangue e dai ricordi dell’infanzia. Del ruolo che interpreta in «Avventuriera in amore», è molto soddisfatta poiché, dice lei, le offre la possibilità di esprimere pienamente la sua arte. Praticamente .sostiene quattro parti differenti nei singoli episodi del film. MAVIL Mon c'è rimedio! Le mogli non dovrebbero la-mentainsi se i mariti russano,. In generale, garantiscono! gli esperti medici riuniti a congresso .a Glasgow, effettivamente ‘si lamentano meno di quanto facciano i mariti quando sono invece le mogli ■a russare, cosa meno frequente, ma non rara. Ad oigni modo,, non sembra che ci sia rimedio contro quesito difetto, che spesso è causa di perdita di sonno, di litigi e di separazioni. IMMINENTE L'INIZIO DEL GIRO) SPELLA SLOVENIA E CROAZIA BOBET E GIÀ MAGLIA GIALLA SZKSÄKSS Finora Hugo Koblet rimane il favorito numero uno del Giro La 41. edizione del Tour de France è partita giovedì da Amsterdam forte di undici squadre, composte da dieci corridori. Fra i nonri più noti del ciclismo mondiale mancano solo duelli italiani, rimasti quest’anno a casa per colpa del presidente Rodoni, che ha vietato loro di partecipare a corse ciclistiche all’estero. Mancando di Coppi, Magni, For-nara e delle giovani speranze del ciclismo italiano, il Tour è imperniato nella lotta fra i quattro colossi Bobet, Koblet, Kubier e Ockers, favoriti dai tecnici quali unici concorrenti per la vittoria finale. Bobet, il vincitore dell’ultima edizione, non si è messo per niente in vista nelle corse di quest’anno, sebbene i critici sono del parere che egli ha curato solo la preparazione al Tour, come ha fatto pure il secondo K svizzero e Ockers, i quali non hanno preso il via al Giro d’Italia. Queste considerazioni dei tecnici sembrano veritiere e vengono confermate dopo le prime quattre tappe disputatesi sino a ieri. Incontro di qualificazione per la Lega lepubbihžiia sloiena Stil-Tabor 1:3 j(l:l) La Stil ha dovuto cedere, domenica scorsa, sul proprio campo, all’undici di Sesana in un’incontro valevole per la qualificazione al girone occidentale della Lega repubblicana slovena. Con questa sconfitta le speranze, in partenza buone, per la promozione della squadra ca-podistriana alla serie superiore sono svanite. Sull’incontro c’è ben poco da dire. Esso è stato caratterizzato da un gioco alla praticona da ambe le parti; solo il Tabor ha saputo sfruttare il vantaggio della maggiore prestanza fisica e del maggior fiato dei suoi giocatori, eliminando così, la leggera superiorità tecnica dei ca-podistriani. Il risultato rispecchia, comunque, l’andamento dell’incontro. Partiti decisi all’attacco, gli avanti della Stil riuscivano a portarsi in vantaggio già durante i primi minuti di gioco sorprendendo con un bel tiro il portiere del Tabor. I rossi del Sesana non mostravano di risentire dello scacco, e premevano poi nell’area capodsstriana, ma senza poter concludere. Era grazie a un rigore che ristabilivano le sorti in breve. La fine del primo tempo trovava ancora i due contendenti in parità. Dopo il riposo, il Tabor mostrava subito i denti e invadeva la metà campo della Stil, che risentiva il peso della fatica. Dopo' una serie di attacchi e dopo alcune favorevoli occasioni perdute per precipitazione, il Tabor andava in vantaggio con una rete imparabile, dovuta a un errore del reparto difensivo sinistro capodistriano. La Stil tentava poi qualche sprazzo per rimontare lo svantaggio, ma la difesa e la mediana del Tabor respingevano ogni minaccia rilanciando di continuo i suoi avanti. In verità la Stil è stata un pò sfortunata: una staffilata, da circa 20 metri, di un suo avanti andava a stamparsi sulla traversa a portiere ormai battuto. Sino alla fine il Tabor attaccava e concretizzava que (ta superiorità territoriale con la terza rete, segnata su un’uscita a vuoto del portiere capodistriano. cajic. L’incontro si è svolto alia presenza di 400 spettatori ed è stato diretto dall'ainbiitro Nedalikov-ski di Skoplje. Siccome l’incontro precedente era stato vinto dallo Zenica per 4 a 0, la squadra del centro siderurgico si è qualificata per 'ili campionato della II Lega. A Zagabria invece, lili Metalac ha restituito pan per focaccia alla «Pobjeda» di Prilep, battendola per 4 a 1 (1-0). Con questa vittoria il Metalac, sconfitto nella partita di andata per 0 a 2, si è assicura^ to il posto in II Lega. Il Metalac, migliore senza dubbio in fatto di tecnica, passava in vantaggio appena al 27’ con un tiro imparabile di Zofoic. La rete subita non scoraggiava i macedoni che attaccavano senza tregua. Subito dopo l’inizio della ripresa, Atana-sovski portava la sua squadra al pareggio. Sfuriata del Metalac che portava a segno altre 3 marcature. A Catturo, il Bokelj, presenti 4.000 spettatori, ha piegato il Lubiana per 2a 0 (2-0). L’incontro precedente era terminato in parità (0-0), per cui il Bokelj sarà ammesso alla II Lega. Le reti sono state segnate da Janjali e Ivanovič. Infatti, al contrario di quanto visto al Giro d’Italia, gli assi si sono dati battaglia già nelle prime tappe sui percorsi pianeggianti di Olanda, Belgio e Francia settentrionale cosicché, dopo sole quattro tappe, la classifica ha già un assetto da finale con il francese Bobet in maglia gialla, seguito a soli 51 secondi da Koblet. Due dei favoriti, Ockers e Kubier, sono, almeno per il momento, tagliati fuori dalia lotta per la maglia gialla. Due forature nei momenti cruciali sono state per loro decisive r gli effetti della classifica. Kubier, nella prima tappa Amsterdam - Brasschaat di km 216, stava forse già pregustando la possibilità di una sua vittoria in volata, essendosi trovato nella fuga decisiva con tutti i migliori quando, a meno di 40 km dal traguardo, veniva appiedato da una foratura. Per colmo di disgrazia, al seguito non si trovava in quel momento il suo direttore sportivo Burten, cosicché ha cambiato da solo la gomma. In testa intanto si iniziava la bagarre finale, cosicché il distacco -all arri-vo era di quasi nove minuti. L’Olandese Wagmans, vincitore di due tappe del giro d’Italia, vinceva la volata finale e vestiva la maglia gialla, mentre nella sua scia terminavano tutti i favoriti, Bobet e Koblet compresi. La sorte toccata a Kubier, colpiva Ockers nella seconda tappa con lo stesso esito. Alla fine i minuti di distacco erano, invece di nove, sei abbondanti. Bastavano così due sole tappe oer togliere dalle prime posizioni della classifica due dei presunti vincitori del Tour. Nella seconda tappa gli assi non sono stati inattivi e sono giunti soli al traguardo, dove si imponeva Louison Bobet, che precedeva Kubier e Koblet. Da notare, dopo le prime due tappe, i forti ritardi del vincitore del giro d’Italia, Clerici e degli outsider Geminiami e Goul. Nella terza tappa, Lille - Rouen, di km 219, gli assi hanno badato solo, a sorvegliarsi, lasciando alle solite mezze figure il compito di darsi battaglia. Ha vinto Dussault della squadra Sud - ovest, davanti a Meu-mer e Van Genechten. Domenica le qualità dei singoli sono venute a galla nella prima parte della quarta tappa sui circuito di Essart nella prova di 'cronometro a squadre. Come era previsto, ha vinto nettamente le forte squadra svizzera con pochi secondi di vantaggio su quella irancese. La tappa ha servito a Louison Bobet, per togliere ia maglia gialla all olandese wagtmans. Dietro a lui, a soli 51’, viene Koblet. Nel pomerigio, altra volata con vittoria dei «non pericolosi». Van Est, della squadra olandese, tagliava primo il traguardo di Caen davanti al lussemburgese Goul. Nulla di mutato in classifica generale. Dopo quattro tappe, tutte piane e scorrevoli, i corridori hanno percorso 628 dei 4.862 ki del Tour. Sino a domenica prossima le tappe non presentano diriiooltà di grande rilievo ed è probabile che la classifica, almeno per quanto riguarda i favoriti, non abbia a subire mutamenti. Il primo assestamento generale dovrebbe avverarsi dopo le tappe dei Pirenei, che si disputeranno lunedi e martedì 19. e 20. luglio sul percorso Baiona - Pau e Pau -Luchon, la prima di 241 km, la seconda di 161 km. Dopo aver rilevato la prudenza dei favoriti nelle prime tappe, perchè non disposti a farsi giocare qualche brutto tiro, simile a quello del Giro d’Italia, possiamo concludere che qualsiasi sorpresa è sin d’ora esclusa. Sulle montagne dei Pirenei i favoriti del giro: Koblet e Bobet dovranno vedersela con i temibili Ockers, Kubier, Robič, Lau-redi e Geminiami, gli unici in grado di dare dei seri grattacapi ai più noti scalatori. Fra una settimana, dunque, il Tour riceverà -il primo netto assestamento in classifica generale, in attesa di giungere alle Alpi, dove, come ogni anno, troverà quello definitivo. Riusciranno a parare Koblet e Bobet la coalizione dei forti avversari? Aspettiamo ancora un poco e vedremo. La "Proleter,, parteciperà con una compagine ringiovanita légenda: — TT CflPOTRPPfl “ (^) '* TOPPA (5) TAPPE IriTfcgMgPlF O 'flt-TRE (.ocftMTH" ___, pR.S&l POLA 25. VII. I Tappa ZAGREB-FIUME 195 Km 26. Vii. 1 «1 FIUME.CRIKVENICA. 36 km CRIKVENICA- ABBAZIA 54 - 90 • 27. VII. 1. II ABBAZIA-POLA 93“ 28. VII POLA- KOPAR 112 - 205 » E. II KOPAR-NOVA GORICA 116“ NOVA GORICA-BOVEC »• 189 « 29. VII. ODMOR-REPOS 30. VII. 7. II BOVEC-UUBUANA 133 « 31. V«. E. il L3UBL3ANA-MARIBOR 138 “ 1. Vili. ffl. '« MARIBOR-ZAGREB 148 » UKUPNO ÌUWTim IL TRACCIATO DEL PERCORSO Concluso il Torneo internazionale giovanile di Calcio ARRIVATO SINO IN FINALE IL RIJEKA HA CEDUTO IL PASSO Regate istriane nelle acque di Pola Organizzata dal Club velioo di Pola, si è svolta domenica scorsa nelle acque di quella cittadina la terza regata Velica, riservata per tutte le categorie d’imbarcazioni. Nella categoria beccaccini hanno presso il via anche cinque imbarcazioni del Club «Jadro» di Capodistria, che nell’edizione dello scorso anno aveva conquistato la coppa transitoria per la propria categoria. Anche quest’anno la maestria dei capodistriani, nella manovra della scotta e del timone, ha avuto modo di farsi valere e il beccaccino di Zetto Mario ha per primo oltrepassato le boe d’arrivo. Al secondo posto si è piazzato il beccaccino con al timone Bussani Fausto, mentre terzo è giunto i! beccaccino pilotato ' da Genso. Anche quest’anno, dunque i capodistriani hanno ottenuto la coppa transitoria. Squadre promosse alla seconda Lega ARANDJELOVAC, — Si è svolto .ieri ad Arandjelovac rincontro di qualificazione per la II Lega tra il locale club šumadija e lo «Zenica» di Zenica. La vittoria è andato al šumadija per 2 reti a zero, reti segnate da Njegovanovic .e Sko- Con una netta vittoria della Crvena Zvezda si è concluso il torneo intemazionale giovanile di calcio. Domenica allo stadio di Cantrida è convenuta una folla imponente che sperava in una affermazione della locale Rijeka, ma che ha dovuto allontanarsi a bocca asciutta di fronte a degli avversari superiori per tecnica. Anche se i giocatori fiumani non hanno dato quanto era nelle loro possibilità, tuttavia l’undici belgradese ha vinto pienamente, sfoggiando una bellezza di gioco veramente encomiabile. La Crvena Zvezda è una squadra veramente completa: solida e decisa, però mai dura, in difesa duttile nella mediana tecnica e veloce all’attacco, della perfetta intesa tra tutti i suoi giocatori, fa la sua arma migliore. Appunto in questa fusione tra tecnica e volontà sta il segreto delle loro affermazioni in campo nazionale ed estero. Passiamo ora alla pagina di cronaca di questo bell’incontro finale. Il Rijeka inizia subito ad attaccare. Al 6’ registriamo una bella triangolazione di Zidarich - Lipovac -Persich che manca l’intervento di mu a portiere battuto.- Al 10’ Zidarich scende in area e serve ottimamente Persich. che, nella precipitazione, mette fuori. Al 13’ tempestiva parata di Superina, su stangata di Mladenovič. Al 28’ Sencich sostituisce l’infortunato Radaković. Dopo fasi alterne, giungiamo al 30’ quando a conclusione di una splendida azione di Zidarič e Lipovac, Persich sfolgora in rete. Al 32’ Superina para una foete ed accorta punizione di Rasković. Nella ripresa, la Crvena Zvezda passa al contrattacco ed in quattro minuti capovolge il risultato: rete di Sekularac al 2’, dopo una mischia in area, e gol di Naumović al 4’, segnato con un gran tiro che manda la palla ad insaccarsi nell’ango-lirio alto, alla s'nistra di Superina. Al 10’ Gaković entra in area a toc- Gli sfasati della storia (Continua dalla I. pagina) Noi, sopratutto noi Italiani che viviamo in Jugoslavia e partecipiamo all’edificazione della patria socialista in comunità fraterna con i popo» al cui nanco abbiamo combattuto e vinto le forze del regresso sociale, impersonate appun-to nello sciovinismo irredentista, abbiamo già da lungo risolto il problema della pacifica convivenza fra le genti nel reciproco rispetto dei diritti. E poiché abbiamo a cuore la causa della collaborazione e dell’amicizia fra i popoli d’Italia e di Jugoslavia, poiché a questa causa intendiamo servire anche nel futuro, salutiamo la voce della ra- gione, che vuole risolto, magari soltanto provvisoriamente e soltanto in parte per ciò che riguarda le nostre aspirazioni, un problema che finora ha impedito il colloquio di popoli che la natura ha destinato a vivere l’uno accanto all’altro. Salutiamo ogni più piccolo senso di realismo politico non solo perchè ciò corrisponde, almeno in parte, alle nostre aspirazioni, ma anche perchè dalla storia di questa nostra bella Istria e di questa nostra gente operosa abbiamo tratto esperienze e insegnamenti che altri non hanno voluto e non vogliono apprenderò. * * * ca la palla a Rasković che mette in rete. Poi la partita si trascina con fasi alterne sino alla fine, ma sono ancora i belgradesi che tessono le azioni più pericolose. Agli ordini del’arbitro Podupski di Zagabria, le squadre sono scese in campo nelle seguenti formazioni. CRVENA ZVEZDA: Curcic, Po-padič, Babič, Gaković, Petkovič, Sti-pić, Rasković, Popovič, Popovič II, Naumovič, Mladenovič. RIJEKA: Superina, Perusič, Traven, Mihovilovič, Vlah, Cattaro, Lipovec, Radaković, Zidarič, Dra-skulič, Peršič. Disputata questa finale, la classifica risulta la seguente: 1) Crvena Zvezda; 2) Rijeka; 3) Vojvodina; 4; BSK; 5) Rapid; 6) Dinamo; 7) Austria; 8; Hajduk; 9) Orient; 10) Partizan; 11) Vienna; 12) Bellinzona; 13) Bronshoy; 14) Scoglio Olivi; 15) Kladivar; 16; AIK. Ed ecco ora in breve l’incontro per il terzo e quarto posto, disputatosi tra le squadre della Vojvodina e del BSK: VOJVODINA — BSK 4:1 Il BSK, perduta la semifinale con la Crvena Zvezda, si è presentato alla partita col Vojvodina alquanto sfiduciato. E’ stato ben lungi dall’essere quell’undici che abbiamo visto all’opera nella partita con l’Haj-duk. Una squadra quasi senza spina dorsale, priva di iniziativa e completamente sfuocata nelle azioni offensive. Il Vojvodina invece ha manovrato con scioltezza, velocità e anche buon gioco. E’ sembrata, quella di Novi Sad, una squadra che avesse iniziato appena ieri il torneo. E questa freschezza è stata determinante per il risultato che rispecchia abbastanza chiaramente le cose viste sul terreno di gioco. Era riuscito il BSK a pareggiare il gol iniziale del Vojvodina ma è stato, più che altro, un fuoco di paglia perchè subito dopo il Vojvodina ha ripreso in mano le redini del gioco riuscendo non solo a vincere per quattro a uno, ma anche, in taluni periodi, ad umiliare il BSK con una lezione di bel gioco. La partita ha avuto i' momenti più interessanti durante il primo tempo. Nella ripresa invece il gioco è ristagnato, anche perchè il Vojvodina non voleva spingere a fondo e soprattutto perchè il BSK non aveva più cartucce da sparare. Gol del Vojvodina al 2’ dopo una punizione battuta da Zoric con palla deviata in rete da un difensore del BSK. Tre minuti più tardi, riuscita fuga di Sovrovič e pallone dietro alle spalle di Gajič: lai. Uscita intempestiva di Ducić al 9’ e seconda segnatura del Vojvodina per merito di Svinparević. Insiste il Vojvodina all’attacco e al 12’ Belič pianta in asso i difensori avversari e mette in rete. Altra e ultima rete del Vojvodina al 26’ ancora autore Belič. Col risultato di 4 a 1 si chiude il primo tempo. Non cambierà il risultato nella ripresa anche se agli attaccanti si presenteranno favorevoli occasioni. I migliori in campo sono stati: Svinparević, Belič e Blažič del Vojvodina mentre del BSK si è salvato il solo Ognjanovič. Ha diretto bene Brane Glazar. Le squadre: Vojvodina: Gajin, Sepinski, Delibasič, Lukas, Gajino-vič, Nikolič, Svinparević, Zorič, Belič, Damijanovič, Blažič. BSK: Ducić, Kostič, Milkovič, Kradjarovski, Tanaskovič, Ognjanovič, Stepanovič, Petrovič, Sovrovič, Krancič. Il Giro della Croazia e Slovenia è entrato nella sua fase organizzativa culminante. Mancano infatti solamente dodici giorni dalla partenza, che verrà data il 25. luglio in piazza della Repubblica a Zagabria. Come abbiamo già pubblicato, il Giro farà tappa pure quest’anno a Capodistria, a conclusione della terza e dura tappa Abbazia—'Pola—Capodistria di martedì 27. luglio. La partecipazione staniera di quest’anno si presenta quanto mai numerosa, tecnicamente forte e decisa ad imporre la sua classe a conferma di tutte le brillanti prestazioni di questo dopoguerra. Una novità è costituita dalla partecipazione di una squadra italiana, che avrà quale capitano nientepo-podimeno che l’ex campione del mondo Ghidini, affiancato da Lo-renzotti, Massocco, Guerrini e Baratti. La formazione italiana parte con i favori del pronostico sia per la vittoria di squadra, che per quella individuale, che dovrebbe andare a Ghidini. Gli avversari più pericolosi per gli italiani si presentano i belgi, che hanno iscritto i loro cinque migliori dilettanti. Forte pure la composizione della squadra tedesca, che con Fischer, Hinschütz, Löder e Zehe tenterà di ripetere la prodezza della passsata edizione, nella quale si impose meritatamente 0 tedesco Franz Reitz. Reitz è passato quest’anno nelle file dei professionisti e si è comportato in modo egregio nel giro d’Italia, nel quale è stato il miglior corridore" tedesco. Il Lussemburgo ha iscritto la vecchia conoscenza Ludwig, il quale sarà fiancheggiato da Kayser, La-mesch, Roller e Simon. Si aspettano ancora i nomi dei componenti le rapresentative di Francia, Svizzera e Olanda, mentre, stando alle voci, l’Austria manderà una rappresentativa composta dai corridori della Carinzia. A noi interessa sapere senza dubbio la composizione delle due squadre nazionali della Jugoslavia. A quanto è dato sinora di sapere, nella prima squadra verranno inclusi Petrovič, Viđali ed il neo campione jugoslavo Silverio Dellasanta, mentre per i rimanenti, i tecnici non hanno preso ancora una decisione definitiva. i due giovani Cimoroni e Miklavčič, i quali affronteranno per la prima volta una garà di tanto impegno, non riescano a darci qualche gradita sorpresa. La Proleter di Capodistria, in qualità di aiuto organizzatore, manderà una propria squadra, composta da Lonzarić Pietro, Brajnik Oreste, Bonin Vittorio, Javornik Giorgio, Cimoroni Roberto e Miklavčič Mirko. Inutile dire che causa l’assenza di Dellasanta, numero uno di diritto della Proleter, la squadra si troverà indebolita. Però non è escluso che La Proleter parte cosciente delle -moorie possibilità e senza mire troppo ambiziose, ma con il proponimento di dare ai propri tifosi le soddisfazioni di sempre. Martedì ventisette luglio, alle 17 pomeridiane i primi ciclisti passeranno il traguardo, che verrà posto dinanzi alla nuova pescheria. Gli abitanti della città e del circondario non mancheranno certamente di intervenire a questa grande manifestazione ciclistica internazionale, che Capodistria per la quarta volta avrà 1 onore di ospitare. Sette giorni (Continua dalla I. pagina) AMERICA E CINA te Eisenhower ha dichiarato ufficialmente che gli USA sono e saranno contrari all’ammissione della Cina di Mao Tze Tung al massimo consesso delle Nazioni. Il segretario di stato agli esteri, Foster Dulles ha minacciato persino l’uso del veto. E’ facilmente prevedibile, pertanto che gli USA si opporranno con tutti i mezzi. E se non riuscissero a frenare lo sviluppo degli eventi? Allora, alcuni pensano con faciloneria in America, gli USA saranno costretti a ritirarsi dall’ONU. Il governo di Washington non si pronuncia su tale eventualità. In altri paesi occidentali, quelli che naturalmente non sono sempli- .................................................................i............................tmrnmniimii.... ...........................................................................iiimimiiiim ci agenzie americane, si pensa, invece, che la Cina, con i suoi 600 milioni di abitanti, sarebbe meno pericolosa se membro dell’ONU di quanto possa esserlo fuori, obbligatoriamente legata a doppio filo con Mosca. E’ indubbio che tale posizione è molto realistica, in quanto non si può pensare di cancellare dalla carta geografica un quarto dell’umanità (tanti sono i cinesi in rapporto alla popolazione del mondo!) sol perchè il regime vigente in quel paese a molti (o a pochi) non aggrada. Aggrada a quei pochi (o molti) il regime corrotto di Ciang Kai Shek, che si arroga ancor oggi il diritto di rappresentare la Nazione cinese, pur essendo stato cacciato da queli popoli a sonori calcioni nelle ben note circostanze? MIA MOGLI Una novella per restate HA IL MAL DI TESTA —■ — DI GABRIELLA RICH E RI- ^ Giulio e Verniero si incontrarono alle sette, al solito bar. Compilarono insieme la schedina del Totocalcio, bevvero l’aperitivo, poi si avviarono verso casa. «Stasera, trippe alla genovese», disse soddisfatto Veniero quando giunse davanti al suo portone. L’amico sorrise. «Sì? Anche a me piacciono, le trippe». «Oh, ma poi come le sia fare l’Adalgisa, credimi, sono una ghiottoneria ...» Dopo aver detto questo, Veniero aveva salutato iln fretta l’amico, lasciandogli in bocca Tac. quolina. Arrivato a casa, Giulio annusò uri odorino di lasso' che non lo soddisfece per niente. «Sai», fece alla moglie quando isedetteiro a tavola, «Verniero mangiava la trippa stasera, figurati. Non è indigenato-». «Beh», fece Lilì, con molta serietà, «secondo gli Stomaci. Se vuoi, domani la preparo». «Davvero?». Giulio si illuminò in viso, poi ci pensò e 'azzardò timidamente: «Ma vedi, l’Adalgisa è genovese puro sangue, e Veniero assicura che meglio di lei...». Lilì parve molto offesa. «Scusa», cercò di rimediare Guido, «l’ho detto così, per non farti ammattire su quel coso, come si chiama?, il libro delle ricette». «E credi che io non sappia fare la trippa, Che valga meno di Adal- gisa?», ribattè seccata Lilì. «Non dico questo. Se ti piace cucinarla, fa pure. E tante grazie». L’indomani sera, al solito bar, Giulio disse a Veniero: «Anche da me stasera, c’è la trippa». Verniero di certo l’aveva riferito a sua moglie, perchè il giorno dopo Lilì e Giulio furono invitati a mangiare le trippe in casa di Veniero. Erano proprio squisite. Tornando a casa, Giulio però disse alla moglie: «Squisite, si: ma le tue «ano fatte proprio così, avevano un sapore così: bravissima». Lilì ne fu molto lusingata e iar sciò passare due o tre giorni, poi invitò Veniero e l’Adalgisa a mangiarle in casa sua. Erano squisite anche queste. Quando uscirono, Veniero disse a sua moglie: «Anche Lilì è un’ottima cuoca; le sue trippe avevano lo Stesso pregio di quelle che cucini tu». Lili e Adalgisa una sera si trovarono per via. «Scusa se ti la<-scia», disse Lilì tendendo la mano ad Adialgisa, «ma devo fare una scappata fino a via Dante». «Toh, ci vado anch’io», rispose Adalgisa. Lilì parve oltremodo seccata ma non osò ribattere, chiese solo : «Dove sei diretta?». «Mah, dovevo comperare delle calze...». i «Già, e io dei sapone. Ciao». «Ciao». Una svoltò all’angolo, l’altra fece qualche passo poi entrò in una trattoria. Sulla porta, sbarrò gli occhi vedendo che c’era anche l’altra; come lei, stava sfasciando un tegame. «Tu?», disse Adalgisa impallidendo. «Tu!», la apostrofò Lilì sbiancando. «Anche a lei due porzioni di trippe alla genovese?», urlò una donnona con un grembiule arrotolato sui fianchi. Acciuffò tutti e due i tegaimi e li riempì di trippa, cucinata a regola d’arte: alla genovese. Lilì, credo che tu sia abbastanza discreta per... sai, a Veniero piacciono tanto, le trippe...». «E tu, Adalgisa...», pregò Lilì che aveva quasi le lacrime agli occhi, «spero che non vorrai tradirmi; anche a Giulio piacciono, lo sai». Uscirono apparentemente sollevate e molto cortesi l’una verso l’altra ma, da buone amiche quali erano, non si fidarono più a cucinare le trippe a quel modo, per i loro rispettivi mariti. I quali ima sera ne parlarono. «Hai mai più mangiato trippe, Veniero?», si decìse a chieder* . Giulio. «Io no, neanche tu?», rispose tristemente Veniero. «Valle a capire, le donne ! Ti ricordi, un mese fa? Una sera sì e una no». «Sai», propose Giulio, «nei pressi di casa 'mia c’è una trattoria che le fa come piacciono a noi». «Ohe idea!», fece Veniero, battendo sulla spalla dell’amico. «Credi che le nostre mogli se n’avranno a male?». «Prova a combinare per domani sera. Porteremo anche loro, se ne hanno voglia». L’indomani sera, a quella famosa trattoria si trovarano Veniero e Giulio, soli. «Tua moglie?». «Mal di testa». «Curioso, »anche la mia». Venne una donna grassa col grembiule arrotolato in vita. «Trippe per due!», ordinò Veniero, spiegando il tovagliolo. «Però, eh?, lascia andare», fece poi quando ebbe davanlti il piatto fumante, «ma di trippe così, né tu né io ne abbiamo mai mangiato a casa nostra ! ». Direttore LEO FUSILLI Vicedirettore responsabile MARIO BARAK Stampato presso lo stabil, tipograf. «JADRAN» Capodlstria Pubblicartene anterinata