INNO VI. Capodistria, 16 maggio 1872. N. 10.. GIORNALE DEGLI INTERESSI CIVILI, ECONOMICI, AIIINISTRlTlfl BELI' ISTRIA, ed orgi^'o ufficiale per gli atti della società agraria istriana. Esce il 1 ed il i'6. d'ogni nwse. ISSOCf AZIONE per un anno f.ni 3; semestre e quadri-«tre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente; gli altri, e nell'ottava pagina soltanto, a soldi 5-per linea. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. diligente ed onesto li UFFICIALI DELLA SOCIETÀ AGRARIA. 210- CoisiILzìobbì ! quali la società agraria istriana lega la consone gratuita di tori privati di razza istriana lavoro per risanguare le- razze di uno scom-lìmento con mimali introdotti da un nitro. §. 1. In quegli scompartimenti, nei quali in seguito lativi rilievi trovisi opportuno di risanguare la esis-razza bovina con animali introdotti da distretti ìori, verrà dalla Società agraria istriana consegnato litamente un toro della razza da lavoro ad un aliete privato che sia in l'ama di atore e sia proposto o da un comizio to dal rispettivo comune. > 2. L'allevatore, cui il toro viene consegnato in rietà, ha l'obbligo di tenerlo ed alimentarlo nella Italia a proprie spese e di curare perchè sia eoamente mantenuto ed assistito in modo corrispon-allo scopo cui deve servire. 3. II. detentore ha il diritto di riscuotere a parzia-iprimento delle spese di alimentazione per ogni ac-iameuto riuscito una tassa di soldi 50;dai posses-di vacche del distretto giudiziario, ih cui egli dimoili fiorini uno pei possessori di. vacche dimoranti dello stesso. j. 4. Il detentore del toro ha l'obbligo di mantenerlo per un anno e mezzo 6' di destinarlo durante to periodo di tempo alla, riproduzione, concedendo-accoppiamento a vacche dello stesso distretto giurò o dei distretti limitrofi-. on è però obbligato di concedere tal numero di ac-iamenti da indebolire il toro. :. 5. A fornire le basi per sciogliere- eventuali con-rsie che insorger potessero tra; il detentore ed i ietarì di vacche ed a rendere facile il, controllo eservanza degli obblighi impostili, dovrà il detentore un registro, in cui annoterà la- data d'ogni ac-amento, il nome del proprietario della vacca, il di dimora, eventuali cenni sulla, vacca ed in ispe-se sia stata premiata ad una esposizione, luesto registro dovrà essere esibito ad ogni richie-ella presidenza e di. chi fosse incaricato della sor-jiza. Dovrà inoltre il detentore rilasciare per ogni accoppia1--mento riuscito un viglietto di riconoscimento. Tanto i registri che i viglietti di riconoscimento saranno; forniti dalla Società agraria istriana. §. 6. L'immediata sorveglianza viene affidata alla Comune o al Comizio presso cui dimora il detentore. §. 7. La presidenza della Società agraria, istriana dovrà inoltre far visitare tre volte il toro da persona, esperta, da cui ritirerà assieme a speciale relazione anche una copia del registro di monta.. §. 8. Qualora risultasse che il detentore abbia mancato alle condizioni assunte o che il toro per difetto di cure o cattivo trattamento si trovi in cattivo stato, la Società agraria istriana avrà il diritto di togliere al detentore il toro senza che quegli possa aspirare ad indennizzo alcuno; §. 9. Qualora il toro avesse per colpa del detentore a mancare, perire o non più corrispondere allo scopo della riproduzione, dovrà il detentore rifondere alla Società agraria istriana tutte le spese sia d'acquisto che d'altro genere da essa sostenute.. 10. Qualora al Comune o al Comizio potesse essere ascritta.una colpa per difetto di sorveglianza, risponderà esso solidariamente col detentore. §. 11. In caso che il toro si ammalasse dovrà esser invocato- immediatamente l'ajuto del veterinario più vicino e frattanto provveduto nel miglior modo possibile. §. 12. Qualora risultasse- che la malattia non va a-seritta. a colpo del detentore, la società sopporterà le spese occorrenti! per l'intervento del veterinario. §.13. Morendo il detentore si riterrà sciolto il contratto,. riservato alla presidenza di rinnovarlo cogli eredi sino al compimento del termine contrattuale o in caso diverso di riconoscere in altro modo l'opera del detentore.. & 14. Compiuto il termine fissato ad 3 dovrà essere visitato il toro da uno o più delegati della Società, e qualora dal loro rapporto o dall' esame del registro di monta abbia a risultare la fedele osservanza delle presenti condizioni, il toro resterà- di proprietà dell'allevatore ed avrà questi inoltre il diritto di aspirare ad un premio di fior. 50, che in casi meritevoli di speciale riguardo potrà essere elevato a fior. 100. §. 15. La monta non dovrà aver luogo che guidata a mano. §. 16. In casi di urgenza potrà l'immediato sorve-gliatore accordare il permesso di castrazione; salvo pe- rò allora alla presidenza della Società agraria istria ma di regolare in via di equità i rapporti di interesse. §. 17. Tutti gli obblighi e le comminatorie contemplate dalle presenti condizioni saranno da liquidarsi e realizzarsi in sede politica. Rovigno, 25 gennaio 1873. LA PRESIDENZA della Società agraria istriana 1ST. 221. AVVISO, L'esposizione di tori e vacche, che dovea aver luogo a Pisino il giorno 30 corr. venne rimessa al giorno successivo. Rovigno, 8 maggio 1872. La Presidenza. N. 207. Istruzione pei' la premiazione «li tori e vae-clse delle razze da lavoro istriane. L La premiazione avrà luogo secondo le norme del regolamento di esposizione, di cui è raccomandata la più esatta osservanza. 2. Le qualità che unicamente danno diritto ài premio sono quelle che distinguono la buona razza da lavoro, prescindendo affatto da ogni riguardo per la bellezza estetica, nè si dovranno premiare animali per difetto di concorso o unicamente perchè sono i migliori tra quelli che yen-nero esposti. Non la bontà relativa di un animale, ma l'assoluta ; non la estetica, ma l'industriale dovranno quindi essere regolo di premiazione. 3. Oltre ciò dovrassi considerare se nei singoli distretti di premiazione debbasi preferire T a-nimale a mantello grigio a quello a pelo bianco lavato, al rossiccio e sopratutto al bovino pezzato. Quantunque in varj scompartimenti la varietà a pelo grigio sia prevalente in numero, accoppi in maggior grado la robustezza e la poca esigenza, sia più rustica e più resistente al lavoro, abbia carattere più indigeno, e possa infine condurre ad un tipo uniforme, pure la preferenza della stessa non è stabilita come regola generale, ma è lasciato all'apprezzamento dei giurì di esposizione di adottarla, ove le condizioni dello scompartimento lo consiglino. 4. Nello stesso tempo ogni giurì vorrà rispondere al quesito se per un determinato scompartimento sia giunto il momento di applicare due contemporanei provvedimenti all' incremento ed alla fissazione della nostra razza da lavoro, cioè la premiazione e nello stesso tempo l'introduzio- ne di buoni esemplari da altro scompartimenti per consegnarli colle norme del regolamento 2! gennajo 1870 N. 210 gratuitamente a privati farne stazioni di monta. 5. Interessando infine di ottenere un quadri complessivo degli animali esposti nei singoli scom partimenti, con breve indicazione di quei moment che ne costituiscono il carattere, va unita ali presenti istruzioni una tabella, che riempita e fumata dal giurì accompagnerà la documentata re lazione finale del §. 33 del Regolamento di espo sizione. Rovigno, 25 gennajo 1872. Il line da lavoro. (Dalle lezioni d'agricoltura del prof. Antonio Zanetti) La conformazione esteriore assume una speciali importanza nel bue da lavoro; essa è come la struttura di una macchina, le cui parti vogliono tulle esse re conformate all'uso, e proporzionate alla resistenti che se ne deve trarre. 5 II tipo del bue da lavoro, come l'atleta della sta tuaria, deve essere scevro di difetti e sproporzion nella statura e nella forma; quindi anzi tutto ben prò porzjonato e compiuto in ogni sua parte, sicuro < franco nell'incedere, alacre, vivace e libero in tutti movimenti. La testa vuol essere corta, non pesante, la fronti larga, le narici ampie, e l'occliio vivace e fiero, senza essere torvo nè minaccioso, la cervice spaziosa 1 P incollatura alquanto più rafforzata e muscolosa chi nel bue da macello, perchè essa è indizio dell'intea sviluppo muscolare : la gio^aja sia ricca e discende»; te fra le ginocchia. L'ampiezza del torace e dell sterno vuol essere eguale in ambo i casi, ma nel buda lavoro gli arti anteriori vogliono essere robusti as sai e diritti a piombo, maggiore lo sviluppo dell, spalla e l'altezza del garrese. La postura diritta de piedi è pure di grande importanza, e devesi ritener per difetto nel bue da lavoro qualunque divergenti all'infuori del zoccolo, e così pure la deficienza dell parte cornea dell' unna, la tumidezza della pastoia del tallone: e più di tutto l'aprirsi dell'unghia l'ess nell'incedere, come fa il camello, poiché lo zoccoli deve poggiare fortemente senza aprirsi a modo deg! ovini. Le costole devono essere rotonde e regolar mente arcuate dietro ia scapula, in modo non vi ri manga yuoto 0 depressione; parimente non deve es sere piegata la spina dorsale, bensì diritta e piana, riquadrato il busto, non pendente, nè troppo sviluppi to il ventre;' deve offrire a prima vista l'aspetto c una possibile alacrità e prontezza dell'apparato lo comotore. Anche le cosce posteriori devono esser muscolose e discendenti, ben foggiati gli stinchi, for ti le ugne, e sicuro e misurato l'incesso. Notisi per che una maggiore ampiezza delle r.nche e del trei posteriore è piuttosto una conformazione apprezzai) le nelle razze da latte, ed è impropriamente ricercai da molti anche nei buoi da lavoro, nei quali è piutti sto indizio di pesantezza, che di forza. It manto bianco o bianco-grigio è preferibile ad ;ni altro del bue da lavoro, per l'azione che è pro-iti di questo colore a mitigare gli effetti della cai-ira durante i lavori estivi e nelle ore di sole; cre-tsi però che il bianco lavato eon ciglia e sopraciglia snche o rosee o eoi fiocco caudale pure bianco sia ilizio di fiacchezza al tiro; il manto oscuro o nerar-ro è per la stessa ragione il meno proprio e ricerto. 11 cuoio vuoi essere in ogni caso sottile e fine od pparentemente largo sulle costole; lo stesso dicasi I pelo che,, quando è lucido e corto, è indizio di sale; di robustezza, di regolare nutrizione ed anche vivacità nel lavoro. Altri segni di robustezza e di sislenza al lavoro sono 'a se io Itera a e la conipostcz-inel camminare col portamento del capo alto e dillo, il movimento libero e trasmesso senza fatica dal eno anteriore al posteriore, e, vogliono anche, una aggiore resistenza opposta dai muscoli abbassa tari >Ila coda. Oneste forme, che avvicinano alquanto il .bue da ivoro al cavallo da firn, in ispecie per la facilità e curezza dei movimenti, sono naturalmente anche ielle che si convengono al riproduttore delle razze bovini che hanno, questa destinazione di lavorare; esperienza ha poi provato che la statura molto alta, sopratutto un grande sviluppo in lunghezza delle embra, non è sempre un indizio di forza nè di resi-lenza, e tutto al più il bue che ha molta gamba e carna, ed unghia sufficiente,.resiste più che altri al ervizio di lunghi trasporti; ma il bue più conveniente ilavori dell'azienda agricola poco importa se non molto leggero, nè lesto nei movimenti, poiché la orpulenza è un requisito prezioso per la sua desti— azione finale, che è 'l'ingrassamene Influenza elei venti marini sulla riuscita «lei Ubaci*! Qualunque proposito che non ha con se F appoggio e la sanzione dell'esperienza cade naturalmente di'oblio. Io però qui non accenno a proposta alcu-i3 solo a congliietture probabili sugli esperimenti da irsi in proposito. Da quando più che mai infierisce i malattia nei bachi fu mia cura di tener conto del-1 relazioni d'allevamenti fatti con seme di Brianza «ifezionato col metodo ordinario di Sardegna. Quali sonpre relazioni che provenivano dalla Lombardia tdal Piemonte erano affatto sfavorevoli, mentre quelle d'alti-, parti si della media che della bassa Italia aciennavato un più o meno felice risultato. Tenendo («ito dei si»goli paesi d'onde procedevano le rclazio-ai e vedendo cjie queste erano favorevoli quando si traila va d'un piese non molto lontano, dal mare, mi. tenne subito in nente che i venti marini avessero u-ia qualche influenti contrariale la malattia e che il seme prodotto nelle isole o nei paesi del litorale non lesse prova del pari buona, allevata nel continente interno come sarebbe 3a Lombardia. Si sa che il clima continentale differisce moltissimo da qnello insulare e dei paesi marittimi. Le molteplici differenze di condizioni climatologiche tra un paese del litorale ed uno interno sono più che digitili a determinarsi completamente. Tralasciando una temperatura media più bassa, una maggiore e forse più regolata distribuzione di pi-oggie, una frequenza di venti che rinnovano costantemente gli strati dell'aria ed altre molte condizioni vantaggiose che hanno i paesi marittimi a fronte dell'interni, condizioni tutte che potentemente debbono influire sulla riuscita più o meno felice dei Bachi, vogliamo solo far menzione della diversità di composizione chimica dell'atmosfera fra gli uni e gli altri. Tra i principi che esistono non costantemente nell'atmosfera, come amoniaca, acido nitrico, ozono, ma-t'-riaìi terrosi trasportati dai venti, joduri ecc. che sono in rapporto diretto coli'economia animale, vogliamo ricordare la presenza del cloruro di sodio nell'aria recata dai venti marini. Come ognun sa questa trascinata meccanicamente dall'acqua nell'evaporarsi e quindi spinto dalle correnti aeree va a gittarsi nel mare atmosferico dei paesi marittimi. Appunto perchè manchiamo di prova sull'influenza più o meuo marcata che debbono avere i principi! or ora accennati non possiamo che vagamente conghiet; turare l'influenza del cloruro di sodio sulla vita del nostro prezioso insetto. Se volete,, abbiamo a dir vero troppo ardito ad esternare le nostre conghietture su questo solo principio fra tanti che ne abbiamo indicati; ma ciò fu; perchè negli altri non scorgiamo quella diretta influenza che a travederla fa d' uopo di studi speciali. È provato quali vantaggi produca il cloruro dr. sodio somministrato agli animali superiori. Posto ciò, osservando che non per la conservazione dell' acqua del mare la natura ci deve aver dato' questa sterni ir nata quantità di sale tde da equivalere a 5 volte il volume delle alpi, ne deduciamo che qualche cosa di più gran momento ha motivato la sua esistenza..D'altra parte vedendo che la natura, non opera a- salti,, uè per via d'eccezione ci è permesso dedurre che la stessa influenza che questo sale ha sugli animali su» periori la debba avere sugli animali di grado meno elevato. Ammessa per analogia questa eguaglianza di effetti, vediamo il modo con cui la natura arriva ni suo scopo. Naturalmente un baco, come un animale qualsiasi, immerso in un'atmosfera ricca di principi! salini li respiiierà suo malgrado e questi influiranno a seconda della. loro natura sull'organismo dell'animale. Se il Baco come gli animali superiori si risente dell'influenza dei cloruro di sodio, benché introdotto in diverso modo nell' organismo permettetemi, di trarne una conseguenza finale. I parassiti, di qualunque sorta essi sieno, non fissano mai la loro dimora sul corpo d' un animale allo stato normale, di cui tutli gli organi funzionino re-golarmante, d'un animale inline il cui organismo sia nella sua piena attività, ma al contrario si svilupperanno facilmente ed a preferenza su quell'individui in cui è avvenuto un qualsiasi disquilibrio fisiologico, su quell'individui che presentano le così dette condizioni predisponenti di una malatttia. Ora se ci è lecito ammettere che il cloruro di sodio operi su tutti gli animali indistintamente non ei si vorrà ascrivere ad illusione il dedurne la conseguenza che questo sale abbia un' influenza sullo sviluppo dèi parassiti del baco.. Per ultimo siccome le teorie emesse a nulla giovano ove la pratica non le diffonda, sarebbe bene fare degli esperimenti in proposito. Uno tra gli gli altri consisterebbe nell'aspergere la Coglia con acqua sala-e quindi asciugata cogli asciuga-foglia somministrarla ai Bachi e studiare gli effetti di questo trattamento. Sarebbe anche del caso, massime in giornate calde e secche, d'innaffiare i cameroni dove sono i bachi, con acqua salata in luogo d'acqua ordinaria. Ci dispiace di non essere in grado di eseguire questi ed altri analoghi esperimenti; ne lasciamo quindi la cura a chi avrà volontà, tempo ed occasione. Raimondo Garau. E 1 C !l c o delle offerte per S'acquisto dei manoscritti Siandler, conforme al programma pubblicato nel n. 4, a. c. della Provincia. Riporto v. n.° 9, f. 626.15 Spettabile Municipio di Albona . . . f. 50.— Sig.ri fratelli Baroni Lazzarini Albona n 35.— » 10.— » 10.— » 10.— » 5.— „ 2.— » 2.— » 2.-2.— Sig. Depangher Vincenzo . Sig.ri fratelli Scampicchio . . Sig. ìsacinovich Giacomo . . » Luciani D.r Giuseppe, Avv.* „ Millevoj D.r Pietro » . „ Nouveiìler D.r Stefano „ Lucas Antonio fu Valentino Sig.ri fratelli Dragogna . . . Sig. Agapito Antonio . . . » Tujach Antonio .... n Souczek Francesco . . . n Sindelar Antonio . . . * Bruii Antonio .... n Mauser Silvestro . . . v Vogel Ferdinando . . . yi Cernich Giovanni . . . v Permè Don Giovanni . . n Rismondo Don Olivo . . n Lucas Don Giacomo . . m Lius Giacomo .... i) Calioni Ferdinando . . . n Luciani Antonio .... » » 2.- « 1.- » 2.- « 1'.- * 1.- „ 1.— » 1.- » 1.- „ 2.- » 1.- » 1.— » 1.— * 1.— » 1.— Somma f. 771.15 Le nostre strade. Seguita a farsi sentire il grido d'allarme per la rovina in cui incorrono le nostre strade. Ci dicono che gì' istituiti Comitati stradali scusano la 'oro inazione, accagionandone i Capitanati distret- tuali, i quali non hanno ancora fatta la eonsegn regolare delle strade e dei fondi relativi ohe pri ma della nuova legge erano tenuti da loro in ani ministrazione. Per carità, che ciò segua al più presto, altri menti noi andiamo incontro a tre malanni: perdi ta di una ricchezza già fatta; dispendio notabile poscia, per rifarla; interruzione conseguente d comode comunicazioni. — Invochiamo a prender le più pronte ed energiche misure in proposito li Giunta provinciale, la Camera di commercio e< industria, e la Società agraria. Stilili e scritti di Pietro Kandler. (Continuazione, vedi n. 8.) I'. Kandler pubblica nel (846 il giornale Istria. — Dà ali. stampe la Storia dei tre Vescovati di Trieste. Cittanova, Parenzo — È consultato ne' nuovi studi da personaggi alto locati. — Race* glie carte, leggi, pubblicazioni riguardanti li Comune triestino in 2( volumi. Altra sua raccolta denominata Collezione Conti. — Suoi Atti dei Can cellieri del comune dal Xill al XV secolo. Suoi studi sulle famiglie toscane esulale iuTrieste ai tempi dell'Alighieri. Ne! 1848 incominciò la pubblicazione del suo giornaletto ebdomadario intitolato V Istria, periodico che doveva secondo il suo intendimento, servire di magazzino e repertorio isterico-geografico - areheo-grafico-statistico e letterario per tutte le notizie relative a Trieste e all' Istria, desunte da opere poco note o non mai stampate. Durò questo giornale selle anii di seguito ; poi a suo grande dolore dovette sospenderne la pubblicazione. All'occasione che Monsignor Legat saliva nell' anno 1847 la Cattedra Vescovile Trieste-Capodi-stria, egii, il Kandler, affranto da atroci dolori e tenutovi sul letio da terribile lombaggine unita a sciatica, diede alle stampe non pertanto un volume in quarto contenente la storia deì tre Vescovati Tric-ste-Cittanova, Pedena, spettanti all'antichissima Dìo-cesi Tergestina. Alla venuta in quel torno a Trieste del Conte Stadion come Governatore del Litorale, conoscati da questo i meriti lettcrarj e la dottrina del Kardlef, 10 chiamò a sè e seppe apprezzare e l'un* c gli altri, tanto che ben presto divenne l'au»co ed il consigliere più assiduo del Conte. Chiam«valo spessissimo a consiglio intrattenendosi se") 'u' s'n» a notte molto inoltrata, e non pochi e'A'io i mattini, quando non ancora suonate le sette, u> faceva chiamare per trattare di nuovo su oggetti importanti. Le misure più liberali adottate Jal Conte Stadion ed applicate in Provincia, furoto inspirate, suggerite e dirette dal Kandler. ed /t merito di quelle va in gran parte devoluto alla sua memoria. Mai intraprese il Conte Stadion gita alcuna in Istria senza condurre seco il Kandler, eu io eh' ebbi piii volte 1' onore di essere ammesso in loro compagnia a quelle gite, posso testificare dell* stima ed amicizia che 11 Governatore Conte, accordava al letterato cittadi- no. Non è già che il Kandler non fosse stato consultato anche dai predecessori o successori dello Sin-dion, principiando dal Principe Porcia, nella cui famiglia fu seniore trattalo come amico e persona di casa. Ma nessuno di essi ebbe il talento ed il patere dello Stadion, per cui molte cose dette e suggerite dal Kandler agli altri Governatori, non ebbero effetto alcuno, tranne quello di inimicarlo con chi, o non sentrvasi accarezzato nelle proprie idee, o veniva contrariato ne'propri divisamenli. Per lunghi anni fece parte ei pure del Consiglio della Città, live portò i suoi lumi e la sua dottrina sulle condizione del Comune, e certo non fuvvi cittadino di lui più zelante nel promuovere il benessere degli amministrati, nel propugnarne i diritti, nel cooperare al lustro, al decoro della città. Durante quaranta e più anni di sua esistenza letteraria, raccolse quantità straordinaria di carte, ili leggi? di pubblicazioni d'ogni genera antiche e moderne. risguardanti il Comune di Trieste, le quali ordinate per serie cronologica e distribuite in volumi lascia ora in una Collezione di XXVI volumi, colle rispettive dissertazioni e commentazioni manoscritte che le completano, ed -il cui Ìndice va per le stampe. Da questa immensa farragine di carte trasse la così da lui denominata Collezione Conti, in onore del Podestà nobile Stefano dei Conti. Raccolta di leggi speciali risguardanti il Comune, la cui pubblicazione rimase sospesa al cessare la Podestaria Conti. Uscirono per le stampe soltanto il primo volume composto di quattro quaderni suddivisi in varie puntate con speciale intitolazione, 1861, 4.°; ed altro contenente V Emporio e il Porlo franco, 1862, 4. v. 1. Nè minori furono le sue indagini ed investigazioni nel campo della Storia. A migliaja raccolse, trascrisse documenti istorici e spogliò carte e manoscritti antichi, tra quali i moltissimi volumi degli Alti dei Cancellieri del Comune dal XlII al XV secolo, da lui ricuperati da sicura perdita; che poscia depositò nell'Archivio. Da questi trasse importanti notìzie per la storia patria, tra altre le singolarissime sulle cinquanta e più famiglie esuli toscane qui riparate a' tempi di Dante, molte -delle quali presero ferma stanza e si fecero cittadini di Trieste, co me gli Agolanti che vivevano in Riborgo e possedevano molti campi nella valle di Zaule, a Bogliu-no, a Dolina; gli Angioleri, i Baschicra, i Bitinr, i Copa, il cui nome dura ancora nella via di Copa, dove avevano le case, e che il Kandler voleva si denominasse Pia dei Copa, ciò che non gli fn concesso; i Scolari, i Bardi, i Soldoneri, gli Ugolini, j Villani, i Giudici, gii Onorati, (per legato di Pietro Onorati profugo Sanese, si distrusse da suo figlio nel 1IÌG7 la cappella di San Pietro or ora de-molitaj, i Bruni, i Cancellieri, i Rossi, gli Argenti, i Botegi. i Bandelli, (il cui casato dura nella vedova del Kandler), i Bagno, tutti mercanti, gabellieri o banchieri, che tenevano i loro banchi o negozj Bella piazzetta del Rosario, chiamata allora dei Mercanti, — In Trieste aveva stanza pure il Malaspina amico personale di Dante. — Mantennero gli altri molti la loro cittadinanza estera, e buona parte di essi ripatriarono in Toscana appena verso la fine del 1300, ragion per cui il Petrarca che qui soggiorni! ripetutamente alla metà del secolo, invitava il Boccaccio a visitare Trieste e Capodistria. Porta a compimento il Codice Diplomatico Istriano. -*• Pubblica le Indicazioni per riconoscere le condizioni del Litorale — le Inscrizioni romane dell'Istria — i Carrai latini del Zoven:oni. — L'Austriade poema latiuo di Hocco Boni.. — Le Memorie sopra E-nea Silvio Piccolomini. — Le Memorie di Andrea Rapicio. — Quelle di Rinaldo Scarlirchio. -- Le notizie sopra Antonio Turrini primo stampatore in Trieste. Quelle sopra Giovanraaria Petreuli (Mosca-rutta ) storico triestino. Fece frugare nelle Biblioteche e negli Archivi di Germania e d'Italia, e fino anche di Spagna, facendo tesoro di quanto veniva pubblicalo su tale materia dai dotti dell'una dell'altra nazione. Con questi preziosi materiali potè portare a compimento il Codice Diplomatico Istriano dai tempi di Roma fino al 1520, anno col quale chiudeva il Medio Evo: opera già stampata e che meritò il favore dei dotti di Germania e d'Italia. Ad in'ervalli pubblicava altre opere; Indicazioni per riconoscere le condizioni del Litorale, contenenti gli Annali di Trieste e dell'Istria, lavoro chequadru-plicò di mole dopo la prima edizione, 1855, 4," v. 1, e 1 Inscrizioni Romane dell'Istria, in oggi più che raddoppiate di numero, manoscritto pronto per la stampa di una seconda edizione, la cui nuova distribuzione ed illustrazione puossi vedere nella Provincia N. 20 dell'anno Ì868. I Carmi latini del Zovenzoni. letterato e poeta triestino, dei quali fe" trarre copia da un Codice della Biblioteca di S. Marco. — V Austriade, poema latino di Roco Bonii. con notizie storico-biografiche del l'uno e dell'altro autore, 1862, 8.°, 1 v. Le Memorie sopra Enea Silvio Piccolomini segretario dell' Imperatore Federico II!, poscia vescovo di Trieste, indi papa, col nome di Pio II —Quelle di Andrea Rapido triestino, colto poeta latino, autore del poemetto Histria già nominato, lui pure vescovo di Trieste, e quelle di altro vescovo, Rinaldo Scarlicchio, luogotenente deli' Austria inferiore, 1862, 4.°, v. i. — Notizie storiche di. Trieste e guida per la città, raccolte da Gi ivan-nina Bandelli Triestina, 1850,16.°, v.l, la prima e-dizione; 1851, :16.°, v. i, la seconda edizione. Notizie che servirono poi al Lowenthal per la sua traduzione tedesca, edita in Vienna in due volumetti. _ Memorie e notizie su Antonio Turrini primo stampatore in Trieste, e su Giovanni Maria Petreuli detto Manarntta, primo scrittore delle storie di Trieste, 1860, 8.° v. 1. Stampa una dissertazione sopra un' Iscrizione romana del IV sec. dell' E. V. -- Un'altra intitolata Aquileja Romana. - Un'esercitazione sullo stato materiale dell'antica Aquileja. - Sopra il limavo. - Manoscritto intorno all' Alpe Giulia. Discorso sulle condizioni d'Aquileja antica. -- Opuscolo sull' Istro Adriaco. -- Altro sui vari nomi assunti dalla città di Capodistria. -- Altro sulla strada ferrata progettata pel varco Pinciano. - Altro sopre Trieste nell' epoca della fondazione del casino vecchio. —-L'Inscrizione Romaìia del IV secolo dell'Era cristiana, tratta da vecchi ruderi in Veglia; dottissima dissertazione sull'antica Liburnia, con carte geografiche autografate dallo stesso Kandler, 1861, 4.° v. 1. Altra dissertazioncella intitolata di Aquileja Romana, del Conservatore Imperiale, con tavola colorata della pianta della città romana e dei dintorni, tratta dalla grande pianta disegnata dallo stesso Kandler, dissertazione che venne inserita nel II." fascicolo del ì.° volume della nuova serie dell' Archeo- grafo Triestino^ edito per cura della Società di Minerva, 1869, 8.°. — Già nel 1805 12.°, voi. 1. a-veva il Kandler pubblicato altro opuscolo sullo stesso soggetto intitolato: Indagini sullo stato materiale dell' antica Aquileja. Esercitazione del Conservatore pel Litorale P. Dr. Kandler. Il Timavo. scritto per occasione di nozze Guastalla-Levi, dedicato alla sposa, figlia al carissimo suo amico Dr. Augusto Guastalla. Opuscoletto dettato con intendimento speciale, perchè facesse parte un dì di altra opera grandiosa che avea ideata e che anelava vedere effettuata sull' Alpe Giulia. Avrebbe questa dovuto contenere la parte geodetica, geologica, orografica, botanica, storica e militare^ raccogliendo e riunendo in apsa in un solo corpo quanto fosse alto a darne una'completa descrizione scientifica di quella. Perchè, ifceva, non esservi in tutta Europa catena di montagne dell' importanza storica di questa. Lasciò un breve manoscritto intitolato ali"' Alpe Giulia,, frutto di osservazioni fatte ed impressioni provate nella escursioni che su quell'Alpe andava facendo di sovente. Vi prepose un'invocazione ed evocazione storica ispirato in quel solenne momento a guisa del Petrarca, al suo ritorno per la prima volta dalla Francia in Italia, quando dalla cima del Gebenno dettava quei bellissimi versi. . . . Te laetus ab alto Italiani video frondentis colle Gebenae Salve, pulchra parens, terrarum gloria, salve ! coi quali la salutava da lunge qual figlio amoroso che a braccia aperte corre al seno della madre che sospirosa l'attende; e dei quali versi, il Rossetti, scriveva: chi leggendo questa affettuosa espansione, non sente pari affetto, non ha cuore italiano. E qui giova ricordare, come il Kandler essendo stato or sono parecchi anni invitato al sig Lit-trow, in quel tempo direttore di quest'Accademia di Commercio e di Nautica, a far parte esso pure, di alcune serate letterarie da tenersi nella maggiore di quella, con pubblico pagante, il cui ricavato sarebbe stato devoluto a benefizio di due poveri allievi di quell'lst tuto;—egli, vi si prestasse già nella prima sera con un discorso che improvvisò, sulle Condizioni dell'antica Aquileja, la cui gran carta colorata della pianta della citlà antica e de'suoi d' intorni, portò seco alla vista del pubblico, — lo a-prisse colla descrizione di un trionfo di un Cesare che tornava vincitore dall'avere sconfitto i barbari al Danubio, — lo dipingesse con tale verità di accento, con tanta poesia di espressione da strappare continui e replicati applausi non solo dagli uomini, ma anche dalle dame che vi assistevano assidue a quelle lezioni serali date dai migliori ingegni di allora. Con eguale felicità d'inspirazione dipinse l'Aquileja dei Patriarchi, nella seconda parte del suo discorso, e lo fece in guisa da parere una descrizione alla Scott, nè romanziere alcuno avrebbe potuto immaginare con miglior effetto quelle scene militari e religiose del Medio Evo. Ma quando alla chiusa del suo discorso narrò la triste vicenda della distrinone della città, avvenuta per opera di Attila, più d'un ciglio si inumidì, e furono lagrime strappate dal labbro eloquente di quel dicitore ispirato, che piangendo c lamentando la miserrima fine di quell'opu- lenta città, della quale ormai non poteva più dirsi. ,«e non: QnLsur.se un dì, la rivale della città dei Cesarsi! sapeva infondere nell'atiiuio dè'suoi uditori la p:età pegli atroci casi carrai'. Scrisse altri due opuscoletti per occasione nuziale, l'uno per nozze Guastalla-Ara, in omaggio alla figlia secondogenita allo stesso Dr. Guastalla, sull'Isiro Adriaco: l'altro, sui varj nomi assunti disila città di Capodistria, perle nozze Cappelletti - Tùrk, omaggio alla figlia dell'amico suo, di colui, del quale tutti deploriamo la recentissima perdita. Altro, sulla Strada (errata progettata pel varco Pincianò (Predici) rese pure di pubblica ragione. Peli'anniversario secolare 1 ^63, della fondazione del Casino vecchio, anticamente chiamato de'Nobili, raccolse i« un volumetto notizie peregrine della Tiieste di que' tempi. (Continua)' Nuovo Negozio eli Antichità — Trieste, Còsa fu Stratti — dirimpetto alla Luogotenenza. Con questo nuovo Negozio il signor T. Bolaffìo aperse da non. molto preziosissima collezione di curiosità antiche; come quadri, bronzi, monete, terraglie, armature, vetrami, smalti, intagli, ceselli, mosaici, cammei, merli di Venezia,, di Spagna, di Francia ecc. ecc. L'ottima scelta ed il untissimo prezzo è arra sicura del numeroso concorso degli intelligenti amatori; e noi tanto più raccomandiamo il nuovo Negozio in quanto che sappiamo che il signor Bolaffìo ne fa ricerca tra noi e paga gli oggetti da coscienzioso ed esperto antiquario. ]Pii3>l>licsizione. Pietro Kandler. — È un nuovo opuscolo scritto dall'egregio Tomaso Luciani, in cui rivela peregrine notizie intorno alla vita ed agli scritti di quell'illustre Istriano. — Fu desso estratto dallo Archivio Veneto, Tomo, III, parte i". Veneziani 872 — tipografia del commercio. Notizie. Una circolare del ministro austriaco di agricoltura mette in avvertenza i viticultari dei danni recati ai vigneti, in molti dipartimenti della Francia, dall' insetto Phijloxera vastatrix, e consiglia di astenersi dall' importare sia barbatelle sia rttóo-1], non solo dalla Francia ma anche dagli statii limitrofi. Furono dati simili consigli e presi rigorosi provvedimenti ai confini, anche dal ministero di agricoltura del Regno, ancora l'anno scorso; nè iccorrono parole per raccomandare 1' osservanza scrupolosa dei suggerimenti. Presunto rimedio contro la Phillossera. Da una lettera del sig. Rogier, sindaco di Poiilx (dipart. del Gard) al sig. Enrico Marès, corrispondente dell'Accademia delle scienze e segretario generale della società agraria dell'Hérault (Francia) ricaviamo l'importante notizia che la tuli ghie sarebbe un eccellente agente distruttore fella micidiale phillossera. Una vigna invasa dalla phillossera fu liberata in un mese dal terribile parassita coli'uso della caligine, mentre la vigna attigua perì in quel tempo per mancanza delle stesse cure. Questa prova indusse il sig. Rogier a fare esperienze comparative dalle quali potè convincersi che le vigne curate colla caligine vanno esenti dal flagello del parassita, mentre le altre ne sono invase. Ecco come si procede pel rimedio. » Dopo aver scopernto il ceppo vi si sparge al piede un mezzo chilogramma circa di caligine, ohe si ricopre d'uno strato leggero di terra con un solo colpo di vanga, e >ciò per impedire lo sperpero della caligine; si può altressì e lo consiglia il Rosier, praticare tre fori con un palo intorno al piede del ceppo e riempirli di caligine per essere più sicuri del risultato, nei punti dove l'invasione è più marcata. v Dopo alcuni giorni si sviluppa un odore tanto penetrante che riesce sensibile a una certa distanza, e ne impregna il suolo intorno al ceppo. Se piove, l'acqua affluisce nella cavità lasciata al piede del ceppo, attraversa lo strato di caligine, si appropria le parti solubili eh' essa gli abbandona, e seguendo le radici come una fognatura naturale, va portando i prineipii di cui è satura sino alle infime radici. v L'azione della caligine è di lunga durata, poiché l'diirio seguente emana ancora un odore abbastanza forte sotto il lavorio della zappa. » 'Non ci sarebbe da stupire che la caligine dovesse essere pella phillossera ciò che lo zolfo è per l'oidiutn. •n Da lungo tempo se ne consiglia l'uso contro miriadi d'insetti che distruggono le seminazioni dei giardini, e se ne fa uso con maggiore o minoro successo, secondo che la pioggia o gli inaffia-menti più o meno generosi ne facilitano l'azione benefica». ri La caligine contiene il 66 0[0 di materie solubili nelP acqua, e non produce effetto utile senza la soluzione di queste materie, simile allo zolfo che non produce i suoi benefici effetti che sotto l'influenza del calore solare che ne favorisce l'evaporazione. Ma la caligine dovrebbe essere u-sata in dose abbondante (mezzo chilogramma per ceppo) e la produzione ne è limitata. n Non la si trova mica come lo zolfo, in natura nel suolo; ma solamente nell'interno dei cantini. Converrà quindi cercare il suo equivalente chimico o un altro mezzo di produrla naturalmente. Il sig. Rogier prevede l'obbiezione e respinge in questi termini. n L'idea già espressa che questo insetticida possa mancarci egli la crede priva di fondamento poiché è persuaso che rincarendo un tantino il prezzo di questo prodotto, il commercio non tarderebbe a inviare le caligini dell' Europa tutta nelle nostre regioni e grazie a Dio non sarà mai il caso di farne un tale consumo. » Ciò posto, proviamo e vedremo. Regiona.ee, Agricola, Industriale e dì Belle Akii che avrà luogo in Treviso nel 1872. PROGRAMMA Art. 1. L'Esposizione si aprirà il Sabato 5. ottobre e sarà chiusa il 1. novembre. Quella di orticultura a-vrà luogo nei giorni 13, 14 e 15 ottobre, e quella degli Animali nei giorni 21 e 22 stesso. Art. 2. A questa Esposizione potranno concorrere tutte le Provincie venete, nonché quelle della Monarchia Austro-Ungarica (Trentino, Gorizia, Trieste, Istria, Dalmazia, ecc.;) coi prodotti del loro suolo e coi lavori dei loro abitanti. Si ammetteranno puro gli oggetti provenienti dalle altre Provincie d'Italia, che si distinguino per la loro specialità. Art. 3. 11 locale concesso dal Municipio è il fabbricato di proprietà comunale presso la Barriera Vittorio Emanuele col piazzale attiguo. Art. 4. Gli oggetti ammessi saranno ripartiti nello seguenti Sezioni, Gruppi e Classi: SEZIONE I. AGRICOLA ED INDUSTRIE ATTINENTI i. 1 lavori del suolo: Riduzioni 'agricole: irrigazioni, prosciugamenti; fognature; introduzione ed uso di nuove macchine ; metodi di coltura, avvicendamenti ed avviamenti agricoli, iniziati o compiuti durante !' "-timo decennio. II. PRODOTTI NATURALI : 2 Cereali: frumento, segala, avena, riso, granoturco, orzo, miglio, ecc 3 Legumi, tuberi e frutta secche: fagiuoli, lenti, cè-ei, fave, patate, aglio, cipolle : legumi ed erbaggi conservati: noci, castagne, fichi secchi, ecc. 4 Foraggi secchi. 5 Piante e fibre testili, fruttt e semi eleosi: canape, inlo, ecc.; olive, ricino, colza 6 Uve. 7 Albericoltura: prodotti dei vivai. 8 Prodotti forestali: collezioni xilologiche, campioni di specie forestali. III. trodotti dell'industria agricola: 9 Farine, semolini, fecule, ecc. 10 Bevande fermentate: vini, sidri, birre, alcoli, a-quavite, rosoli, ecc. 11 Corpi grassi alimentari e latticini: olii grassi commestibili e formaggi, burro, ecc. 12 Prodotti di piante tessili; canape, lino, ecc; sparto, radici da spazzole ; paglie da cappelli.. 13 Prodotti delfornajo, del vermicellajo del pasticciere e del confettiere : pani diversi, biscotti ; vermicelli, maccheroni, tagliatelle, ecc ; focaccie e pasticcerie in sorte ; senape, aceto, salse; cioccolate; confetti, mandorlato, mostarde, conserve, frutta candite, ecc. 14 Lavori dei prodotti forestali: legn ami da lavoro, doghe, cerchi, fusi, zoccoli, scatole; lavori di botta-jo e panierajo; carboni, corteccie e sostanze tintorie. 15 Carni e pesci: carni fresche e salace, salsicpie, prosciutti, ecc.; pesci salati, affumicati ed in olio, eòe. 16 Terre e materie fertilizzanti : letami, guani artificiali; terre per l'orticoltura. IjV. meccanica agraria j 17 Strumenti e macchine per la lavorazione del suolo: aratri, erpici, rulli estirpatori, zappo - cavallo, ecc. attrezzi, come vanghe, badili, zappe, ecc. 18 Macchine ed apparecchi per la concimatura e la semina; apparati per spargere letame e bottino ; apparati e macchi! e da semina. 19 Macchine per la raccolta e la preparazione dei prodotti: falciatrici, mietrici, raccattafieno, ecc. sgrana-toje, tarare,, vagli, ecc.;: tagliapaglia, trincia - tuberi, frantoi, eco. 20 Motori ed arnesi da trasporto: maneggi a cavalli, argani, molinelli, ecc.; carruole, barocci, carri ecc. 21 Apparati e macchine per diversi usi agricoli trombe per alzar 1' acqua, ruote idrovore, ecc.; strettoi, maciulle, zangole, apparati per la vinificazione, ecc. V. bachicoltura ed apicoltura: 22 Bachicoltura: seme di bachi, bozzoli ed apparati e materiali por l'allevamento de' bachi da seta. 23 Apicoltura: api, arnie, favi, miele, cera; apparati, per l'allevamento delle api. . vi. orticoltura: 24 Erb'ami, legumi, frutta fresche, ecc. 25 Piante d'or namento e fiori. VII. animali: 26 Animali bovini: bovi, vacche, vitelli, tori. 2T « equini: cavalli asini, muli. 28 « ovini: montoni, pecore, capre, ecc. 29 Porci, conigli, cani, ecc. 30 Volatili domestici. ( ìontinua). Varietà. Staiisifca moiulialc. Giusta i migliori e più esatti dati storici e statistici la terra conta sulla sua superficie 1288'. milioni d'individui, di cui 369 milioni di razza del Caucaso; 552' milioni di razza mongola; 19© milioni di razza etiopica; 1 milione di razza indo-americana; 176 milioni di razza malese. Tutte queste razze parlano 3612 lingue differenti, e professano 1000 religioni diverse. Il totale dei morti in un anno ascende a 333,333,333, ovverossia a 91,554 al giorno, 3730 all'ora, 60 al minuto. Laonde ciascuna delle nostre battute di polso segna il decesso di una creatura umana. Questa perdita è compensata da un numero proporzionato di nascite. Sul nostro pianeta la durata media della vita è di 33 anni. La professione esercita una grando influenza sulla longevità. Così sopra 1000 individui, giungono a 70 anni : 42 preti, 4€ agricoltori, 33 negozianti ed operai, 32 soldati od impiegati, 29 avvocati o ingegneri, 25 professori o maestri, 24 medici. Gaso strano che i medici i quali passano la loro vita a prolungare quella degli altri, siano precisamente quelli che muoiono più giovani. Nell'occasione del 25." anniversario della installazione di S. E. Bartolomeo Legat nella Sede vescovile Trieste -- Capodistria, e precisamente, dei giorno del suo ingresso qui, il due di maggio, si recava a felicitare la E. I. in Trieste, il Podestà di Capodistria con due Consiglieri, una rappresentanza della Amministrazione della Chiesa, concattedra le, una d.el Ginnasio, ed una del pio Istituto Grisoni. Tir. DI GIUSEPPE TOiNDELLI. ìnicolo' da ÌIADOMZZA Redattore