ANNO VII—N. 19. •>:. ' - ~ • ' /i.i :■ •■■■■-. Sabbato 8 Maggio 1852 Esce una volta per settimana il Sàbbàto. — Prezzò anticipalo d'abbonamento annui fiorini 5. Semestrejn proporzione.— • L'abbonamento non va pagato nd altri che alla Redazione. f AliCUHII PODESTÀ* TESETI . DI KOI IQI'Ò '„ ED ALCUNE MEMORIE PATRIE CONTEMPORANEE. (Continuazione). Al 1645. Avendo scoperto la med.ma Carica di Capodistria che circa li danari degli Aggionti, spettanti al pubblico, e riscossi dai Podestà, non era tenuta buona regola nelle raspe, emanava nel giorno medesimo (23 maggio) la Terminazione, con la quale i Camerlenghi dei Comuni della Provincia dovevano in seguito riscuoterli unitamente a quelli delle condanne, con annotazione nelle raspe dell'incasso e del pagamento agli stessi Aggionti, e contarli di tre mesi in tre mesi in mano dei Podestà verso ricevuta; in pena di pagare gli Aggionti medesimi, e di più D.ti 25 a favore del Comune. (V. altra simile per Umago nella Raccolta Paruta a c.te 63 lib. 4.) 1649. . • . . Prezzi delle Carni, in che modo si pagavano, ed altri ordini ci'ca il Dazio delle Beccarie, estratti dal Libro Dazii del 1649. 1. Che il Conduttore, e beccaj non potessero ammazzare se non nella pubblica beccaria, di giorno, e non di notte, in pena di 1. 50, e della perdita delle carni altrimenti facendo. 2. Che dovessero vender le carni ai seguenti prezzi, e non altrimenti a più prezzi, sotto le medesime pene; cioè : La carne di La carne di vacca La carne di castrato alla libra soldi . 4 » 5) r> 3 5 Le carni di ca^ra, pecora, tori, inoltoni, e becco alla libra soldi 3, La coradella di castrato con la zeveda soldi 12. Senza zeveda soldi 10.. La coradella di pecora, capra, molton, e becco con la zeveda soldi 10. Senza zeveda soldi 8. La carne di capretto e agnello fino il giorno di S Giorgio alla libra soldi 6. E da S. Giorgio in dietro alla libra soldi 5. . testa, coradella, piedi, mula di capretto e di a-gnello soldi 16. La testa di capra con li piedi soldi 6. La testa di manzo soldi 20. :La testa di vacca soldi 16. La lesta di castrato soldi 8. ■ » I piedi di manzo soldi '2'/«, l' uno. I piedi di Vacca soldi 2 l'uno. La trippa di castrato soldi'5. La trippa di pecora, e di capra soldi 4. La testa di vitello con la lingua soldi 24. 3. Che il Conduttore di detto dazio, e gli altri che vendessero carne, potessero vendere il vitello a soldi 5, e a soldi 6 alla libra, Secondo sarebbe stato limitato dal Podestà e dagli Agenti. 4. Che il Conduttore, e vendenti carni, che ammazzassero manzi che passassero più di libre 100 di peso, non li potessero vendere più di soldi 4 la libra, ed essendo di peso inferiore, a soldi 5, se però carni grasse. 5. Che il Conduttore, e vendenti carni non potessero ammazzare senza previa licenza del Podestà, e in sua assenza degli Agenti, sotto le antedette pene. 6. Che non potesse alcuno ammazzar animali vacchini, pecorini, e caprini dal giorno di Pasqua di resurrezione sino il 1. di Settembre senza espressa licenza come sopra, sotto le antedette pene di 1. tO. 7. Che non dovesse detto Conduttore e beccaj ammazzare animali vacchini, peccorini, e caprini, se non fossero prima visti dagli Agenti con la saputa del Podestà sotto le sud.e pene di 1. 50. Ora è obbligo dell'Arrenda per Contratto col Comune dei 7 gennaio 1851, duraturo sino a tutto Dicembre 1852 di vendere le carni in dettaglio ai prezzi seguenti : Bove buono e grasso al funto peso di Vienna cr. 10 Castrato „ „ „ 9 Carne tressa di bove e di vacca idem. . „ 9 Animali minuti, cioè castrali non grassi, capra, pecora, becco, zappo-castrato idem . . .. „ 8 con tre lotti di giunta al funto,,e questi prezzi in Note di. Banco, con varietà di un carantano ogni 15 carantani di aumento, secondo il disaggio della Carta. Però in moneta fina di convenzione: car. Bove buono e grasso a . . • ■ • Castrato idem. ........ „ 8 Carne tressa di bove e vacca a . . . n 8 Le altre carni come sopra a • • . . . s 7 Giunta degli animali grossi, piedi, testa, trippa nctla, manica e budel-gentH soltanto. Quella degli animali minuti: testa e piedi soltanto. ' Quattro banche di vendita nei posti comunali fuori il Ponte ab I. usq. V— vietate altre località. Per le carni tresse il posto Sottomuro, od altri, se ciò trovato opportuno dal Comune. In caso di mescolanza di carni tresse colle buone, pena f. IO a benefizio del Comune, e le carni confiscate per i poveri. Ogni giorno compreso il venerdì e sabato, provedute le banche di carni buone e grasse di bue e castrato, in pena di f. 25 per la prima, di 50 per la seconda, e di 100 per la terza volta in caso di mancanza. — 11 castrato però soltanto da luglio sino dicembre inclusivi. Proibiti prezzi maggiori, anche d' accordo coi compratori, in pena di f. 5 per volta a favor del Comune. Per i due anni di Arrenda, privativa per essa. Però vendita libera di vitelli, majali, agnelli e capretti, senza limite di prezzo: ma col 24 giugno gli agnelli e capretti, perchè già fatti adulti, di dirilto dell'Arrenda, la quale inoltre obbligata a vendere due vitelli di otto in otto giorni da novembre sino marzoK Proibite le vendite fuori dell'Arrenda, in pena ai trasgressori di f. 5 per bove, e di f. 1 per animale minuto per il Comune. Peraltro obbligata a macellare e vendere bovi di lavoro dei possidenti, però non più di due bovi per settimana, verso il compenso di f. 2 per testa, e dell'abbuono del 4u/a sul peso della carne; della tassa macello di car. 11 '/2 per animale grosso, e di quella di car. 3 per la visita sanitaria. Fatta la macellazione di qualunque animale al macello, e di giorno, in pena altrimenti df f.- 5 pel Comune. Esposti in vendita nei posti i quarti con tutta la rognolata, sotto pena altrimenti come sopra. Incaricata la Commissione Annonaria della sorveglianza delle carni: e il chirurgo comunale della visita degli animali prima della macellazione, sotto pena di f. 5 per il Comune. L'Arrenda in compenso del macello e dei cinque posti di vendita ricevuti gratis dal Comune paga f. 2000 all' anno al Comune medesimo. ^ a) Queste sono ottime condizioni e previdenze scritte, alle quali avrebbesi potuto scrivere in aggiunta quella inoltre, che i tagliatori sapessero distribuire equamente la polpa e gli ossi. ; 1666.....Stante le confusioni ed equivoci che da lungo tempo erano presi nella intelligenza di molte Terminazioni sopra la materia ed interesse di questo Fondaco nella distribuzione dei frumenti, la Carica di Raspo Andrea Yalier, incaricata dal Senato con Ducale 14 agosto 1666 a stabilire un ordine in proposito, ordinava con Terminazione 22 settembre di quell'anno, approvata dalla Ducale Domenico Contarini 16 susseguente ottobre che in avvenire tutti i frumenti, comprati per conto Fondaco dovessero quelli da vendersi a peso esser consegnati a peso al Fondaco, e quelli comprati a misura consegnati a misura, restando sempre, fermo allo stesso l'utile dei- sei soldi per staro, netti di spese, che il Fon-dacchiere dei frumenti similmente a peso - od a misura dovesse consegnare i frumenti al Fóndacchiére delle farine, sempre però con l'intervento personale dei due scontri sì nel levarlo dal granrjo, come dal luogo della crivellazione, con nota del peso o misura, onde togliere ogni possibile fraude, e che i frumenti comprati fossero tenuti separati, quelli a misura da quelli a peso, doven- dosi pure dal Quadernier tenere separate le Ditte, onde in ogni tempo si vedesse la divisione. Al 1668. Prezzo del pesce, estratto dal Libro Camerlengo del 1668. 1. Che dal giorno di S. Giorgio in dietro sino tutto il mese di luglio dovessero i pescatori vendere il pesce. bianco a soldi 5 la libbra, il pesce negro a soldi 4, e il pesce matto e anguelle a soldi tre. 2. Che dal 1. agosto sino a S. "Andrea potessero vendore il pesce bianco a soldi 6 la libbra, il pesce negro a soldi 5, e il pesce multo e anguelle a soldi quattro. 3. Che da S. Andrea sino a S. Giorgio potessero vendere il pesce bianco a soldi 8 la libbra, il pesce negro a soldi 6, e il pesce matto e anguelle a soldi quattro. 4. Dichiarando, che nel numero del pesce biotico sono i varioli, orade, dentali, riboni, cievoli, barboni, anguille, mormora; e che nel numero del pesce negro sono caramalli, angosigole, sargo, scarpena, sparo, boba, suro, occhiada, tenca. a) Ora i pescatori vendono i pesci come vogliono, ed io penso, che Un genere pigliato con tanto stento e da gente cotanto povera e non necessario, possa godere della libertà del prezzo; tanto più per venire in grado di poter contribuire alla Cassa di risparmio proposta per la suddetta classe indigente dal Rappresentante comunale Sig. Giuseppe Dr. Costantini, ed assentita in massima dal municipio in una Seduta di novembre 1851. 1697. Carlo Zane. 4 Al 1707-08. (V. Periodico 27 del 1851) dopo la seconda memoria, cassando l'altra riportata ai sudd.i mili.mi nel Periodico 41 dell' anno sudd.o (la quale però si trasporta al 1730-31-32 e dopo il N. .4.) aggiungasi"! Questa ristrettiva massima fu ritrattata nel 1709 con .positivo decreto della Carica di Capodistria-Aurelio Contarini, che levò l'esclusione, ed in conseguenza fu aperta l'introduzione dei vini, che continuò fino l'anno 1754; come rilevasi da informazione nell' argomento della Carica sud.a Pasqual Cigogna 20 giugno 1755. (V. questo mill.o) Palazzo dei Podestà in Pirano. Corre tradizione in Pirano che tre palazzi di podestà si succedessero l'uno all'altro nella, serie, dei temp:, dei quali il più antico fosse stato alla punta non discosto dalla chieaa di S. Clemente, l'altro sulla piazza detta la vecchia, ed il terzo quello che in oggi, pericolante, mostra nelle fessure e nei strapiombi delle mu^aglio ■ 1! età di settecento sessanta anni. Noi dubitiamo che quello di punta fosse palazzo comunale,: piuttosto di altra carica, del gastaido cioè; del secondo sappiamo soltanto che era di stile quale il si usava: nell'XI secolo, e durava ancora non sono molti anni. Il terzo fu alzato, a' tempi del Governo Veneto, nell'anno 1291 come è segnato nella lapida tutt'or esistente. ( 'v, ., ■, •j. SIT • T1BI • CHRISTE DATA • HAEC • DOMVS • INITIATA PRESENTI • DIE • SEPTIMO • INTROEVNTE . MARCIO AN '• M • C C * NONAGESIMO • PRIAMO 1 -DICTIONE ■ IIII • HEC • DOMVS • VTILITER • FACTA TEMPORE • POTESTAT S • TIRI • NOBILITATA MATIIEI • MENOLESSI • Q • FECIT • HVNC • LA PIDEM ■ SCRIBI • ET • DE • PRECEPTO • EIVS % EGO • PAVl.VS • NOIE • EGO • PAVLVS • SCRIPSI Il palazzo che fu l'ultimo, poggiava alle mura che separavano Porta Campo da Porta Mediana o Misana, col quale nome di porta intendevasi quartiere di città; la facciala principale ove aveva l'unico ingresso stava versola piazzetta di campo, che è fra il palazzo e la loggia; una scala esterna di pietra metteva al piano superiore; la facciala che ora è la precipua stava allora sul mare, sul mandracchio o porlo interno; la terza facciata sulla piazzetta della pesc.>ria era decorata; all'angolo sinistro dell' odierna facciata principale alzavasi una torre, della quale dura la parte inferiore, torre che non era a difesa, ma a segno di alta giurisdizione, e certamente vi stavano sopra campane per convocare il consiglio, e l'arengo o concione generale del popolo. II corpo principale del palazzo, aveva nel centro, sottoportico lungo forse come tutto 1'edifizio, da un lato del quale v'era dapprima un locale per cancellerie, poi l'ingresso da mare, poi altro stanzone; dall'altro lato altri tre luoghi, per repositori o per carceri. Il piano superiore aveva presso alla scalea, una sala, o piuttosto stanzone, poi a diritta ed a sinistra stanze, lasciando luogo in mezzo ad allro salone; presso alla torre v'era un liagò od altana coperta, ma non chiusa, pochi sebbene grandiosi locali ; un corridojo coperto che dicono oggidì liagò metteva alla loggia o sala di giustizia, sovrapposta agli Archivi (l'odierno casino) e ad una cappella intitolata S. Giacomo sovrapposta a porla di città. Dietro al palazzo stavano la cisterna, e come pensiamo le scuderie pei cavalli da sella, gli alloggi pel famulizio. In tempi posteriori alla costruzione si collocarono stemmi, busti, inscrizioni in onore di podestà veneti, le inscrizioni furono cancellale al cadere del governo veneto, e non sono leggibili. Dura intatto un busto in marmo, ed il leone alato, bello quest' ultimo di forme sebbene guasto dal tempo. A piedi della scalea durano le misure di capacità, scavate in pietra; quelle lineari stanno su due pilastri i quali non erano già dove oggi si veggono, l'uno dedicato a S. Marco, l'altro a S. Giorgio, ma fra la chiesa di S. Pietro ed il Palazzo. Oltre il palazzo del Podestà vi erano in Pirano altri palazzi pubblici pel servizio di categoria inferiore. Vi era legge durata lungamente che certi stromentidi alienazione dovessero stridarsi nelle parte, cioè nei quartieri della città, e fu disposte che le pubblicazioni seguissero in porta Campo al palazzo del podestà con effetto per le porte di Campo e di Mosana, o mediana, nella porta dor- no, alla piazza detta la.vecchia, nel sito dell'antico palazzo podestariale ed in porla di Muggia, locchè pensiamo seguisse nella piazzetta ove vedemmo e sussiste palazzo pubblico sul quale campeggiano le insegne di un Contarmi, stalo podestà, e vi era sulla piazzetta pozzo pubblico, del quale vedemmo l'ipogeo ottagono, stato poi levato. Famiglia triestina degli Argento. La famiglia antica degli Argento già nota per il Sar-dio dell'Argento del 1295 che si pretese d'origine ro-( mana, s'estinse (dopo divisasi in due rami) nel 1795 quello di nobili e nel 1820 quello di Baroni. Lo spoglio dei monumenti genealogici di essa famiglia (le di cui memorie incerte dalla aggregazione di essa nel 1246 alla cosidetta Congregazione di Nobili delle 13 Casade Patrizie nel Convento dei Minori fino al 1382 appena da questo tempo cominciano ad aversi continuatamente fino a' giorni nostri) che Pietro, Vitale e Francesco Ttipiti di 3 diversi linee, diedero a Trieste 465 (individui d' ambi i sessi, dei quali : MASCHI N. 300. Di maschi vissero al secolo . . . . N. 197 dei quali ammogliati........ 115 celibi 60 e religiosi 11...... 71 Assieme N. 186 Più fra essi Militari .'..•..„ 10 e fanciulli morti in tenera età ... „ 104 Totale N. 300_ ~ FEMMINE N. 165. Delle femmine andarono maritate . . N. 75 vissero nubili. ... » 35 andarono Monache . . „ 2 e morirono fanciulle. . » 53 Assieme N. 165 Li soggetti dati al Sacerdozio furono: 1 Vescovo, 1 Vicario generale, 3 Canonici, 3 Sacerdoti, 1 Gesuita, 1 Carmelitano, 1 Chierico, e la fama che fosse stato di tal Casato un Cardinale, è erronea per mal intesa lezione di epigrafe, contradetta da severissimo esame fattosene. Allo Stalo diede 6 Militari, 1 Segretario aulico di guerra, 1 Registratore aulico, 1 Capitano di Provincia, 1 Consigliere aulico e Locotenente, 1 Cancelliere Cesareo, 1 Poeta Cesareo (però di titolo). Alla Patria 2 Oratori Cesarei per la stessa, 1 Preside Magistratuale, 7 Notaj dal 1677 impoi, 8 Dottori di legge, senza computare nel numero dei suddetti 186 individui, oltre gli antenati, che vennero ascritti nel Libro di Consigli della Patria, e che occuparono da padre in figlio le primarie cariche paesane di Giudici e Rettori, Provisori, Procuratori generali del Comune. Yicedomi Questa Casa dell'Argento s'imparentò eolie primarie famiglie nobili paesane, ed aquestri (segnando quesl' ultime con *); cioè collà Massaldi.—- Basile» 0 Basegio.— ^Giuliani. — Bonomo.— Cigotti.— Mirissa, *Coraducci ^Wassermann.—Padovino.—^Walspergher.-1- Spada.—Burlo.— Jurco.— Giabocchetti.— *Saurer.— Bajardi.— Mar-cheselti.— Montanelli.— Malgranello — Cella.— *Peter-lin.— Morello.— *Kupferschein— Rodolfi.— Mirez — Tiepolo.— Sino.— Francol— *della Rovere.— Quirini.— *bar. Lazzarini.— Pettazzi.— *bar. Marenzi.— Kauner.— Cergna.— Siinonetti. — ^Bottoni,— *Budigna. — *Posarel-li.— *Ustia.— Bernardini. — *conti Herberstein.— Conti.— *Leo.— ( hiccliio.— Calò.— Stella.— Tristano.— *bar. Dorimberg.— < amnik.— Tomizza.— Isolano.— Novelli. ecc. ecc. Questa famiglia di prima origine ebbe molti beni e stabili. In Boedo sotto Barcola ebbe le grisa bosco e vigne che si denominava l'Argentizia, e con ("asali annessi, poi ebbe terreni in S. Croce, in Grignano, Campi e Molino a Zaule, Campi e Molino a S. Pelagio, Prati in Zaule, Vigne in Chiarbola interiore, in Chiarpisson, Beni e terreni in Cernical sotto il Castello di S. Servolo, Campo in Chiadino, Campo in contrada della Fontana del lavare, Casa ed Orto qui in via di Pozzachera, Casa a Riborgo N. 459—460, Bosco in jRozzol, Casa dominicale, portante oggidì il N. 58-59 dietro la Chiesa del Rosario, dietro quella fu Civrani N. 50, altra Casa in confine tra l'una e l'altra fu Wassermann N. 84, altra Casa in Gu-sion N. attuale 114?, altra Casa al'Malcanton N. 90 fu Barbo, nonché Beni in Pisino e Fiume, oltre altri beni che nelle fazioni vennero confiscati e dati o passati in altre famiglie. . ■ Di lei conservansi memorie in lapidi scritte, cioè in tre lapidi sepolcrali eh' esistevono nella Cattedrale ; in quella eh' esisteva nella Chiesa della Madonna del Soccorso dei Frati Minori la quale andò perduta la leggenda, non conservandosi che il pezzo che tiene lo stemma traslocato alle pareti di S. Giusto colle altre Suddette. Vi ha un ritratto del Carmelitano Scalzo, ora in famiglia cittadina in Servola; Vedesi il di lei stemma sulla casa N. 90 in via delle Beccarle, ed altro piccolo di marmo sulla parete della mensa dell' altare laterale di S. Giusto da un lato, e dall'altro quello di famiglia Budigua,'i quali stemmi indicano le famiglie! che presero parte col loco peculio a quell'o-pera. ; nih «nini e! '> • \ i | , .. t'ultima Casa Argento' fu quella-ch'-era del vescovo Piccardi al Nv 280 in Androna Aldraga ed in contrada dei Capitelli, la quale dopo la;'morte! delle figlie nubili delL'ultimo rampollo passò; ad altre mani.in forza di-lascito delle'medesime!, e vendute poi; ai giorni nostri. ! .< • • L. de Jeuner. M ' . ,''.<■'■ ' ■ ; . ' ' v.--i ■ ; .'■ ;"t".'/ifi IN; Vii. i '■. '< rili»!. !!■ DIPLOMI PIRA1IESI Due diplomi piranesi daremo in appendice al foglio, nei quali l'uno non per altro e memorabile se non per ] sst;re anteriore di quattro anni alla dedizione di Pirano ! in pieno dominio del Principe Veneto, e contiene la raccomandazione che fa il Dòge Jacopo Contarini al Podestà I di t irano bensì fedele a lui, ma non de suo mandato, il ! veneziano Jacopo Rampino che aveva lite con certo Inono j abitatore di Pirano e questo diploma 'è dell' anno | 1279. L'altro diploma è dell'anno 1312 e riguarda il Ca-! stello di Sipar il quale sarebbe stato venduto da uno di Trieste al comune di Pirano, ma sul quale Castello il Comune di Capodistria vantava pretese. Sipar era castello alle spiaggie del mare fra Umago e Salvore, abbinato fino da tempi più remoti, e forse dipendente da Umago, delle rovine del quale ci è accaduto altravolta di parlare in questo giornale. Nel 929 Re Ugo d'Italia aveva fatto dono ar Yescovi di Trieste così di Umago come di Sipar. Umago fii tenuto direttamente dai Vescovi, e per essere comune non potè da loro darsi in feudo, però di Sipar non potrebbe dirsi altrettanto, e dovrebbe credersi che lo avessero dato a qualche loro fedele. Prima del 1300 erano feudatari di Sipar i Brati di Capodistria, ma per cause ignote scaddero dal feudo il quale fu dato a Zanino e Zilino di Hubeco parente o fa-miliarei del Vescovo Pedranzani di Trieste che era nativo da Robecco nel Cremonese. Questi senza l'assenso del Vescovo alt i Signore avevano venduto Sipar a Giusto de Ternis o de Trina da Trieste, e Tommaso Dandolo i quali nel 1312 l'avevano venduto al Comune di Pirano. I Brati reclamarono Sipar, ma indarno, perché rimasti soccombenti in Giudizio, ed è certamente in difesa dei Brati che Capodistria reclamava al Principe Veneto contro l'acquisto di Sipar fatt > dal Comune di Pirano. I Vescovi di Trieste erano poi in questione con Pirano, non già perchè possedevano Sipar, ma perchè non volevano corrispondere cosa alcuna al Vescovo ed alla chiesa triestina Nel 1313 si vuole che il Vescovo Pédrazzani ottenesse d^l Senato Veneto sentenza favorevole, ma sembra sènza effetto se nel 1329 il Vescovo Guglielmo Franchi non volendo per delicatezza essere giudice, come il diritto Io portava, fece per altri decidere la questione, e Pirano fu non solo condannato ma anche scomunicato. Nel 1333 Fra Face da Vedano vescovo di Trieste investiva di Sipar Andrea Dandolo, lo scrittore della Cronaca veneta, stato podestà di Trieste poi divenuto Doge, che giurò fedeltà al Vescovo salva-quella dovuta all'Imperatore ed al Doge; Più. tardi altre questioni nacquero in pregiudizio delle ragioni Vescovili se nel 1343 fu invocato e dato ordine dal Santo Padre di restituire Sipar ai Vescovi. Figurano poi i Brati novellamente vassalli, di Sipar> per quale modo noi sappiamo. ____ !.. ! rVnM '•> ■ i*> oicUul 1- :. Ili Vi '.<■> Tipogritfia (fèt Lloyd Austriaco. Redattore Ur. Maudter Anno 1312. Die XVIII. Junii Indictione X. Venetiis. Doge Giovanni Soranzo commette al podestà di Pirano di riferire sull'ac quisto di Sipar fatto dal Comune di Pirano. (Da Autografo dell'Archivio Municipale di Pirano). Joannes Superanicus Dei gratia Veneciarum, Dalmatie atque Cliroatie Dux Dominus quarte partis et dimidie tocius Imperii Romanie. Nobili et sapienti viro Nicolao de Pesaro de suo mandato potestati Pirani fìdeli di- lectc salutem et dilectionis aflectum. Venerunt ad presenciam nostrani ambaxiatores potestatis et co-munis Jnstinopolis fidelium nostrorum dicentes et conquerentes quod vos prò comuni pyrani emistis a quodam de Tergesto juras ville Sypari pertinencia ut asserunt comuni Justinopoli in dicti Comunis pre-judicium et gravamen, quod si ita foret nobis displacet non modicum, cum velimus ut fideles nostros sibi invicem favent pocius quam nocent, et ideo Yolentes super hiis expositione maximae partium a- gnoscere veritatem, providencie veslre........ per nos et nostra Consilia minorum Rogatorum et XL pre_ cipiendo mandamus quatenus de facto praedicto suprasedere debeatis et nullam ulteriorem facere no-vitatem, et ad nos quam cicius potestis vestrum et comunis Pyrani syndicum vestris institutum juribus destinare in negocio prelibato ut intellectis juribus parcium inde quod justum et conveniens fuerit prò utraque parte providere merito valeamus. Data in nostro Ducali palatio die Decimo Octavo. Junii Decima Indict. Anno 1466. 22 Agosto, Ind. IX. Venezia. Doge Cristoforo Moro, insiste che il Comune di Pirano paghi le restanze di pasinatico per la tangente imposta a lui sollevando il Comune di Montona. (Da Autografo dell' Arohiv. Municipale di Pirano). Christophorus Mauro dei gratia Dux Venetiarum