BOtl &Ktioife — r mJhnè mMm "Fw*m*4m% Settimanale umoristico dei Territorio di Trieste PRESENTACI - Permettete? ttlcigg. Bciilgtà. * 7a niente, piacele lottefoo! PREZZO Ih TUTTO IL T.L.T, Lire 20. 6 MARZO 1948 - h. 13 Tassa postale pagata - Abb. H Gruppo Numero 1 Nel mondo girane fatti importanti. Molti curiosi si fanno avanti: «Ehi, della cronaca qual novità?»: «In terra greca c’è la riscossa, l’aria d’Italia Si fa più mossa, a Praga sventola bandiera rossa! Notizie ottime, dispacci lieti da Cina vengono, lammisti a peti di Ciang che firma patti segreti. L’Italia attende. A mezzo aprile molto probabile cade n «servile»: già qualche abbaio vien dal canile Schuster che strèpita con tutta forza. Alcide freme ma non lo smorza. Va bene al Fronte che si rafforza. Ma ovunque,ovunque c’è un’aria tesa; fl proletario ' pronto a difesa sta all’erta e vigila; niente sorpresa! Trieste? E’ semplice: tutto appianato se «quelli» vanno, quest’6 accertato; se «quelli» restano, tutto... spianato! dulcineo SGOMENTO ~ Santo cielo! Benes deve essere diventato matto; figuratevi che anche lui vuole la libertà del popolo cecoslovacco! ifclmòtel frega Ee Qaùpe’d D lungo, magro, ossuto Cardinale che cura il gregge in quel di Lombardia, travolto un dì da ilio i a fobia dirama una biliosa Pastorale. La manda ai dipendenti suoi diretti e poscia aspetta per veder gli effetti L’attesa è breve. Nasce un guazzabuglio. Negato il contenuto religioso, la Pastoral del porporato coso mette l'Italia tutta in gran subbuglio. Perchè, per quan'o tarda sia una mente, la puzza di politica la sente! Il gesto del prelato è assai sleale, _ per non dir peggio. Ma chi l’ha soffiato s’accorge tardi quanto sia sbagliato, quanto meschino, misero, banale. L’effetto è questo: eh; tenti) l'inganno, si tiene - con le beffe . pure il danno. E suda freddo il nero Cancelliere per questo colpo che gli vien dai suoi, nè chiudere la stalla può se i buoi sono scappati: Incerti del mestiere! Con astio. Alcide, non guardar Milano: rivolgiti piuttosto al Vaticano! O dove credi, presso oppur distante, o dentro l’Alpe o un po' al di là del mare, da chi ti paga ma ti fa sudare perchè ti vuole solo mestierante. Ma av-ndo un «:d»ìti" così servile sai che succede? Un bel 18 Aprile! Pillili 81 „SUMIDH yy POVERA CECOSLOVACCHIA! Povera Cecoslovacch'a! Ha perduto la libertà ed ha visto morire la democrazia. Ha un governo di bruti, che vogliono la nazionalizzazione delle imprese con più d. 50 dipendenti e la spartizione dei poderi maggiori di 50 ettari. Inoltre esso intende svolgere un piano quinquennale che porti a’, rinnovamento della struttura economica del paese, dotandolo d’una potente grande industria. Povera Cecoslovacch a! In Grecia, non passa giorno che degli operai, dei contadini o degli intellettuali non vengano messi al muro e fucilati. S tratta perlopiù di gente che ha combattuto contro 1 tedeschi. Nel paese stazionano in gran numero t baldi soldati di Sua Maestà Britann ca. La fame e la disoccupazione infuriano. I cittadini di libero pensiero e libera fede, abbandonano le proprie case, si procurano un’arma e vanno in montagna II Governo fa scogliere il Parlamento per avere mano libera. Al Plreo e a Salonicco, le snelle «Victory» sbarcano cannoni, e generi di lusso per i borsari neri. Povera Cecoslovacchia! Nell’Indonesia gli olandes bruciano i Villaggi degli ’ndigenti I soldati della simpaticamente o-besa Guglielm na vi afluiscono n gran numero. C’è stagno, gomma, petrolio e 60 melloni di indonesiani de far coltivare nei vampi le merci preg ate che raggiungeranno Amsterdam. Nell’Indocina la stessa operazione viene compiuta' al suono della Marsigliese. Povera Cecoslovacchia! In Spagna, Franco tiene nelle prigioni decine di m gliaia di lavoratori. Anche qui esecuzioni a catena. Anche qui, chi vuole vivere libero deve darsi alla macchia. La Commiss one agli Esteri del Senato americano d'ee che la partecipazione della Spagne al Plano Marshall sarebbe «utile». Povera Cecoslovacchia! In Palestina gli inglesi ci sono da più di 30 anni. Non passa giorno che non ci sia qualche morte violenta. Molto spesso succedono dei veri e propri massacri. Una lotta senza quartiere infuria fra due popoli di antica tradizione e antica civiltà. Sotto la porta di Damasco, 1 figli di Albione ass -stono ind fferenti alla sparatoria. Nella vicina Cipro decine di mi- gliaia di ebrei ripetono Vespe« rier.za di Buchenwald. Povera Cecoslovacchia! Nell’Inda, in Cina, in Egitto^ nel Madagascar, a Trieste, Deh, lasciamo andare... Povera Cecoslovacchia! RONZINANTE I iBiieiieiimieiieii*ueiieuBaeiiBiietiBiieueiieai»iun«»*e Sapete la differenza che passa tra il Piano Marshall e De Gasperi. Il Piano Marshall porta la disoccupazione in massa. De Gasperi invece vorrebbe portare la disoccupazione in» messa! Tra i manifesti elettorali per le prossime eiezioni in Italia, si vede una cucchiaia da muratore fatta con io scudo crociato della D. C. Che cazzuola significa?. La stampa di destra dice che al processo del direttore del «Lavoratore», il signor «Gašperini è stato perdonato dal maggiore Bayliss». Perdonato di essere antifasci« sta. , Dopo le varie paure che pro-4 vocano a Wall Street gli avvenimenti internazionali delle ultime settimane, 1 signori di Wall Street hanno aggiornato il loro «paternostro». „.«Dacci oggi il nostro panico quotidiano!» AUGI jwi fatti di Praga se ne son dette di tutti i colori: che è stata una rivoluzione «rientrata», che è stato un «colpo di stato» secondo la tecnica leniniana (nella presentazio-di Curzio Suckert-Mala- gna e abbondanti conti in banca... Vediamo, ancora un po'. U nuovo governo, quello del «soffocamento», non ha forse ancora rappresentanti degli stessi partiti di prima (socia- co. — - Mala- fati' radicali, cattolici)? Si? E parte), che sono state «soffo- auora non c’$ stata rivoluzio-cate nella stretta mortale del ne (ancfoe se «rientrala») o bolscevismo tutte le libertà» „colpo di stato...». e via dùcorre/ido. Insegna sì la Cecoslovac- Troppe se ne son detle, e » l’avnlirazione di tutte senza fondamento logi- ^ ^ Ma non lapphcazmne^ , , .______ • a ' qualcosa di più profondo e di Perchè ad esempio non si i ph} $m-0 F[nora sj sem- tenuto a mente, pr /ire gridato che il partilo, o snocciolare trasi «a sensation» , r i „ a Aà aimivtr/1 coalizione, che avesse avuto che i due partiti di sinistra, • par]nmenw insieme detenevano una mag- \11 ver cento ai l artameni gioranza del 51 per cento tet iva il diritto ai regolare la ultra) e che, secondo i detta- "cosa pubb ira» a suo piacimi dell'elettoralismo borghe- /mento. .4/ 49 per cento ava se tutto era posto? Si dice che restava che fare dell opposizio-qualche lira di scempiaggine j ne e aspettare tempi mi-faccia sempre comodo a que-1 gliori per diventare a sua cristo mondo. E va bene, ma i ta maggioranza e continuare giornalisti «gialli», andando j nel givOchetto. Tutto andava di questo passo, avranno in per il meglio dato che il go-brece. ville, donne, sciampa- verno e opposizione erano tut- ti e due partiti borghesi e che i partiti del popolo contavano poco, ci si accorge In alto loco che le cose non vanne più bene. L’ingranaggio cigola e denti su denti si rompono, la percentuale dei partiti popolari aumenta visibilmente, i sindacati diventano semr/re piu «prepotenti», la piazza è sempre più di dominio delle manifestazioni di massa Bisogna correre ai "•ipori: leggi eccezionali, illegalità di questo e di quest’aUrn, fascismo, terrore, campi di concenti amento e... percentuale qualificata. Cìngvantun per cento? si dice. Ma è poco pochissimo. Come volete che si arrivi a tule'a.re gli interessi sacrissimi del 49 cento? Suvvia, per avere una vera maggioranza bisogna rappresentarne almeno i dite terzi Ma sì, avete un bel dire, sapete bene che votano anche I FABBRICANTI Di TEMPESTA i contadini che sono analfabeti e pretendete, colla metà prù uno di gòvernare. Ma è assurdo. E così, dal cinquantuno ai due terzi, dai due terzi ai tre quarti, dai tre quarti ai quattro quinti... si tende all’intero senza mai raggiungerlo. E siccome in un qualsiasi paese vi sarà sempre almeno uno scontento, uno soltanto su alcuni milioni, bisognerà «tutelare» quell’unico per nor farlo, chissà — sommergere dalla tremenda ondata Uvei lalrice della civiltà meccano bolscevo-atea —. Gli argo menti fantasiosi però non mancherebbero neppure in questo caso, si può stare sicuri. Dunque? Dunque, lasciamo che ciancino di apocalittiche vicende cecoslovacche e pensiamo alla salute. MAMBR1NO — Hai letto? La stampa americana dice che a Trieste aleggia ttr.a calma foriera di tempesta, — Si vede che l’America prepara una grandinata! (Dh dl Valteri ( ! Umi Chisciotte v.. V W,\' LB STRANE RISPOSTE DEL COL. GARDNER — Prima di affermare che ormai è l’ora di derequisire il «Circolo Rinaldi», bisogna specificare se si tratta di ora solare o ora legale! (Dia. di Red) GRECIA, INDONESIA, PALESTINA, ECC. ECC. — Ma come, non lo sai che gli anglo-americani tutelane la pace mondiale? (Dia. di Lucas) PREOCCUPAZIONE DI C. P. —- Sono peroccupato: se il Governo Militare ha veramente intenzione di combattere ogni illegalità, va a finire che Saranno costretti a sciogliere il nostro corpo. (Dia'di W‘liter) COMINCIA AD ANDAR MEGLIO — Evviva! Finalmente hanno epurato il corpo della P. C, non c’è più uno della X Mas; tutti brigate nere! (Dia di Walter) i \ Triesti ! illuiùtìata I I. o „ La ». C e66 1 — Ce ne freghiamo un di della galera....!! — Alcide tu sei tutti noi! — Dalle sue parole credo di capire che lei è un democristiano. — Si, lo sono. —- Potrei domandarle che cosa ne pensa dell’antifascismo, — Si immag ni; secondo me lo antifscismo difende il progresso, il benessere, e la cultura; il fascismo l’ignoranza e la povertà. — Mi fa piacere conoscere un democristiano nettamente antifascista... — E chi lo dice che io sono antifascista? — Perchè lei non ha forse fatto l’elogio dell’antifascismo? E’ un atto d’accusa contro il fascismo il suo. — Si, è vero, ma lei dimentica che sono un buon cristiano. — Lo credo, ma non dice la religione che bisogna aiutare i poveri? / — Infatti, io li aiuto facendo propaganda per il fascismo. — Mi scusi, ma non la capisco. Non ha detto poco fa che il fascismo favorisce la povertà t la ignoranza? — L'ho detto e lo confermo. Le faccio notare, però, che io scopo degli uomini non deve essere quello di vivere bene tn questa vita, ma di farvi penitenza, per guadagnarsi il regno dei cieli. Dunque, tanto più un regime è pessimo tanto più le persone che lo sopportano diventano mature per il paradiso. Che coso sì è detto?... Beoti 1 poveri di spirito, poiché per loro sarà il Regno dei Cieli. Lei ammetterà che nessuno meglio del fascismo ha favorito Uz povertà dello spirito. Che cosa ha inoltre detto il buon Dio?™ E’ più facile che un cammello possi per la cruna di un ago che un ricco per il regno dei Cieli... — E con questo? — Con questo, poiché, di solilo, il fascismo accentrava le ricchezze nelmani dei pochi, aumenterò il numero della gente a cui rendeva facile la via del paradiso. Se si consdera che gli uomini stanno sulla terra, per salvare la loro anima, lei deve ammettere che con il fascismo l'umanità avrebbe la possibilità di salvarsi molto p ù agevolmente — si, è vero. Comunque la religione dica che i poveri vanno sollevati. — Lo dice, ma » poveri vanno sollevati non solo per eliminare le loro sofferenze, ma anche per permettere ai ricchi di fare qualche opera di bontà... Vorrà ammettere che anche i ricchi hanno il diritto di fare qualche cosa per tentare di guadagnarsi il paradiso? Se non c> fossero j poveri come farebbero i ricchi a coltivare quei sentimenti di bontà e di carità che sono il migliore armamento di un’anima? — Parole sante? — Parole divine/ — Salutate in De Casperf il fondatore dell’italclero! AUGI GALLERIA — ...E questo è il defunto presidente Roosevelt Truman: — Roosevelt...? Mal sentito nominare™ (Dia. di Red) 'pensierini dal RECLAME Radio Trieste, alla sera, afferma che il dentifricio Clorodond è il più igienico; che il formaggino tutti lo vogliono; che da Ziliotto si fanno gli sconti speciali; che 11 Piano Marshall è l'unica salvezza per gli europei; che chi non compera da Upim è matto, e tante tante altre cose del genere che ormai hanno riempito le tasche a tutti 1 radio ascoltatori. —che gli americani quando affermano che in America esiste la libertà, vogliono alludere la famosa statua™. GARDNER Pensate ha detto il col, Gardner «diciotto persone che hanno a disposizione una sola stanza!» Vero, vero. Però noi sappiamo anche di una sola persona che possiede diciotto stanze! FONDO INVERNALE «Cosa farà quando riceverà il danaro dal Fondo Invernale?» abbiamo chiesto a un pensionato. «Mi comprerò un paio di mutandine da bagno», ci ha risposto. Ai colleghi dell' "Osservatore Romano,, D rivolgerai al colleghi deU' « Osservatore Romano » per discutere ancora sulla già discotis sima pastorale che j£ Cardinale Idelfonso Schuster, Arcivescovo di Milano ha rivolto al Clero, denoterebbe scarso senso cavalle reaco in quanto tutta la stampa, ad eccezione di quella democrii Mana e liberale, ha deplorato la Intromissione di un’autorità eccl esiastica nella fucina della rotta elettorale; intromissione che cad e sotto le sanzioni dell’art. 71 della Legge elettorale che tra 1' altro dice: « E Ministro di qualsiasi cui to che... abusando delle proprie attribuzioni e nell’esercizio di esse si adoperi... a vincolare i suffragi degli elettori a favore od In pregiudizio di determinate liste o di determinati candidati è punito con la reclusione a 6 mes' a 3 anni». Ma poiché V« Osservatore R ornano, per diminuire la portata della lettera-circolare, tende i farla scivolare nel campo ideologico e spirituale, noi, onde rendergli meno dure il già durissimo esercizio acrobatico, riportiamo, sempre per non esulare dal « campo ideologico e spirituale» un pensiero del Fichte: « Nell'ordine regolare delle case la vita terrena deve essere vita vera, di cui si possa rallegrarsene ed anche godere, pur nell’aspettativa di una più alta; e benché sia vero che la religione offre un conforto allo schiavo ingiustamente oppresso, tuttavia H sentimento religioso richiede anzitutto che et si opponga fortemente alla schiavitù, e, per quanto è possibile, s’impedisca che la religione si riduca ad essere H solo conforto del prigionieri ». Parole sante, colleglli, credete: moralmente e spirituali mente. E, purché non sia la morale, co me dice il Nietzsche, un’Invenzione del debole per frenare e sbigottire il forte, siamo indotti a sperare che lo stato di servaggio medievale cui oggi è soggetta la classe lavoratrice sarà quanto prima, per diretto interessamento del Clero, totalmente elim inato. Di tale benevolo interessarne nto ce ne hanno dato prova il Governo De GašperI e la recente pastorale -del -Cardinale Schuster. Evidentemente De Gaspari ol tré che servirsi dell’arma del Nietzsche, si serve anche di qu ella del Rousseau che suona: « La legge è un’invenzione dei forti per sottomettere e governare 1 deboli », non senza condi videre con lo Stlrner, logicamente, V affermazione: « Un pu gno di potere vale più che un sacco di diritti ». Ora, dopo esserci destreggia ti nel « campo Ideologico e spirituale » non ci rimane che rivolg ere ai cdlleghl dell’« Osservatore » una domanda: « In Italia chi è il più forte? » Ma soprattutto non dimentichiamo, Galleghi del campo spirituale, che in nome della religione troppi sono i soprusi perpetrati che la storia e l’evoluzione sociale non si arrestano con anatemi-, che non c’è Principe della Chiesa autorizzato da Dio a condannar« chi lotta per quella stessa vita che Dio ha dato. ELGAR 'Pensierini dal LIBERTA* Nel Paese dove la libertà regna sovrana, e cioè negli Stati uniti, i comunisti sono considerati dei fuori-legge. Beh, sarà questione di antipatie personali, ma 1 socialisti la godranno in pieno questa sospirata libertà? No. Nemmeno loro perchè potrebbero essere veramente socialisti e sono note le loro affinità con i comunisti. Allora i laburisti si troveranno in America come rondini a maggio? No. Cosa fanno i laburisti quando sono onesti? Curano gli interessi degli operai, come i comunisti, come i socialisti, perciò niente laburisti. Rimangano gli operai. Forse gli operai non hanno bisogno di tutta questa brava gente: si sentono liberi e forti e se qualcosa non va, visto che non hanno propri rap presentanti al Governo, usano l’unica arma a loro disposizione: lo sciopero. No. E’ proibito lo sciopero. Ma allora chi gode questa benedetta libertà? Mah! Andatelo a domandare a Radio Franz™ «Notizie da tutto D mondo» ci mostra la partenza da Livorno di un forte scaglione di soldati americani che rientrano in patria. Sulla banchina trenta persone facilmente riconoscibili per familiari delle se-gnorine, partenti anche loro assieme al loro cari amanti... Però ci a-spettavamo più folla » salutare tale partenza™ LANDÒ Alcuni giornali dipendenti dal Comin* form e dal Cremlino, commentando i recenti avvenimenti in Cecoslovacchia hanno, nel loro sistematico falsare la verità, raggiunto il colmo delia spudoratezza. Dicono infatti questi libelli che il Presidente Benes, di fronte al fatto che il Governo proposto da Gottvvald a-veva l’appoggio della maggioranza parlamentare (114 comunisti, 39 socialdemocratici, 22 popolari e 19 socialnazionali, totale 194 su 300) e quel che più conta del paese, ha fatto nè più nè meno di ciò che ogni presidente democratico avrebbe fatto; ossia ha accolto le dimissioni dei vecchi ministri ed ha approvato la lista sottopostagli da Gottwald. Tutto questo naturai- Qimpm mente 6 detto per far credere che la legalità parlamentare e democratica è stata rispettata. Ma noi sappiamo che non è vero. Le nostre a-genzie, ottimamente informate, hanno appurato senza tema di smentita che il Presidente Benes è stato costretto con la violenza ad accettare il nuovo Governo e che egli è costante-mente sorvegliato da parte della polizia segreta sovietica, un battaglione della quale è giunto appositamente a Praga da Mosca, non fidandosi il Cremlino nemmeno della polizia segreta cecoslovacca. 31i sgherri della Ghe-peù sono stati cosi ab- bondantemente scaglionati In tutte le parti citila sua casa, nascon-dandosi nei luoghi più impensati: sopra il letto, davanti a un armadio, sotto un lampadario e così via, in modo da sorvegliare il Presidente in tutte le sue a-zioni e sbucare improvvisamente dal nascondiglio armati di mitra, per costringerlo a™ rigare diritto, ogni qualvolta e-gli accennasse a fare qualcosa di non autorizzato. In questo modo Benes è stato costretto ad accettare le dimissioni dei vecchi Ministri, a nominare 1 nuovi, a tenere loro li discorsetto di prammatica e a fare tutto ciò che il Cremlino voleva da lui. Ed o-ra il povero Benes vive in un continuo incubo; aguzzini col mitra spianato dappertutto, nella insalata, sotto il cuscino, appollaiati sulla penna stilografica e nascosti nel sapone da barba. Ora egli non è più libero di fare alcun movimento: è stato costretto a recarsi nella sua residenza privata di U-manovo e sarà costretto a fare chissà quali altre terribili e stranissime cose. A proposito del suo recente abbandono della capitale i giornali del Cominform hanno detto che egli si è recato nel suo castello di Umanovo In compagnia della mo- glie; nulla di più falso. Slamo in grado di assicurare I lettori che ti povero Presidente era invece accompagnato dal comandante della Ghe-peù addetta alla sua persona, travestitosi per l’occasione da moglie. Come vedete ormai bisogna attendersele tutte, e ormai cari lettori, bisogna che vi convinciate che qualsiasi movimento farà il Presidente, lo farà sempre perchè costretto. Che mangi una pasta asciutta o che faccia un viaggio in Polonia o in America, che corteggi una bella ragazza o che discuta di pittura con un vecchio signore, lo farà soltanto perchè costretto, lo farà unicamente perchè avrà sempre davanti a se il mitra delia Ghepeù. Povero Benes! COCO’ — Figlio — disse il signor Giacinto a suo figlia — i comunisti sono cattivi. — Si avvicinò alla finestra e la chiuse. Poi, dopo aver origliato per qualche attimo alla porta, gridò: Anzi, tono del porci! £ cosi dicendo. Giacinto, per dare maggior rilievo alle sue parole ai mise a camminare a quattro zampe imitando l’andatura del maiale. « — Figlio, guarda cosa tono i comunisti. Senti come puzza H loro grugno. Il figlio lo annusò; suo padre puzzava sul serio. Poi, stancatosi Giacinto di puzzare, si alzò. Posò una mano sulla spalla di suo tiglio e, con voce accorata disse: — I comunisti vogliono i nostri soldi. Ci vogliono derubare. Vogliono il nostro denaro per dividerlo fra tutti gli abitanti della terra! Sono banditi che spadroneggiano, fumano e sputano! E Giacinto travestitosi rapidamente da pericoloso bandito cominciò a spadroneggiare per "a stanza, sputando a destra « a sinistra. Imbavagliò e legò suo figlio come una mummia minacciandolo con un coltello. — Ti piacciono i comunisti? — gli chiese insinuante. R figlio fece cenno di no con la testa. — Bene — disse Giacinto — adesso li slego perchè sono tuo padre, che se fossi comunista li lascierei morire. Appena slegato il figlio ringra* zio suo padre. — Niente — disse Giacinto. — Pensa piuttosto che qua. porci di banditi vorrebbero dividere le nostre quarantamila lire in altre due miliardi di pasti! Giac nto vedendo che l’espressione del figlio non denotava fora ] tissimo sgomento, s’infuriò — Disgraziato non comprendi la gravità della cosa? Penìa giovane ignorante: Quaranta™ la diviso per due miliardi! Sai quanto fanno? Te lo dirò io! — gridò Giacinto prendendo carta e matita. Dopo qualche minuto <1- complicati conteggi, Giacinto rise beffardo. — Ascolta, pecorella, apri bene le orecchie: Vorrebbero toglierci le nostre quarantamila 'ire per darci in cambio duecentomille-simi di lira a testa! Giacinto era rosso di collera. Prese una lira e la tagliò in centomila parti. Po% prese due df queste parti le consegnò a sud figlio. — Ecco qui la tua pari—, «a 4 comperarti risotto e mobilia! Il figlio piangeva e G acinto rideva. — Cos’è di più quarantamila lire o due centomillesimi parti di una lira? — chiese Giacinto tronfio. — Quarantamila — rispose fl figliolo fra le lacrime. Allora Giacinto per confortarlo si trasformò in corteo de-mo-crìst ano e sfilò davanti al figliolo cantando felice inni antirivoluzionari. LANDÒ GLI ETERNI RESPONSABILI ‘ — Maltrattami maliarda, m almenaml, bistrattami, strapazzami, seviziami, uccidimi | tanto poi si dirà che sono stati gli slave-eomunisti! (Di* di Walter) Q)m Ckibciotte A Trieste c’è qualche cosa che non va. Che job è che non va? Mah, veramente noi proprio non sappiamo che si trattenga dai dirlo, non sappiamo neanche perchè Ci si trattenga dai d rio se non lo sappiamo chi ci trattenga; facciam o cosi brava gente: se voi lo sapete ditecelo, ma piano p.ano, sottovoce, senza larvi sentire dal maggiore Bayliss. Sapete .’om’e, tino quando c1 prende l’ebitud ne...! Se dovessimo Pagare cinquanta m ia lire di multa anche noi, poter come siamo, dovremmo venderci i pantaloni, j E dovete convenire che vedere dei giomal’sri sen- ; ta pantaloni, anche trattandosi di bei ragazzi come noi, n.m * eccessivamente decoroso Specie se non tutti hanno la possibilità d. possedere mutande. Perciò segue la vignetta «se continuano ie multe»: NOI VIVI — Beh, chi li ha conciati così? — Hanno voluto dire che cos’è che non va. A GRANDE RICHIESTA A Roma, dopo il successone del Processo Graziosi» vero e proprio romanzo d’appendice per Gran-d’Hotel, a grande richiesta si è ripetuto un presunto uxorie dio a fumetti ntitolato «Il caso De Giorgi». La solita moglie assassinata ed il solito marito sospetto. i Occasione meravigliosa per riaccendere le polemiche sul divorzio, nuova affluenza di turisti. Que- | Kta volta però il presunto assassino non è un mae-®tro di musica ma un avvocato. Nonostante le prove schioccanti non si può en-mira assicurare se l’avvocato De Giorgi sia colpe-v°le. In tutti i oasi la vignetta che andiamo a presentare è sacrosanta. VIGNETTA SACROSANTA ~~ In Italia per fortuna il divorzio è sostituito *rreOiamente.... — Dalla separazione legulei Nò, dall’uxoricidiol I RAGAZZI DELLE FOLLIE Mentre alcun; studenti triestini lanciano un •mhmosso appello al mondo per la presunta uccisone di due studenti cecoslovacchi, uccisione che *n seguito veniva smentita, facendo fare a questi . eri goliardi una pessima figuragli studenti di onaco lanciavano una fiera protesta elle autorità unlcipaij dj Monaco perchè era stato vietato stesse autorità «la polca dal bacio». Lancio un Più allegro del primo. però quella di lanciare deve essere una minia studenti, non vi pare? VIGNETTA GOLIARDICA — Siamo in ribasso; prima lanciavamo bombe j i cortei degli operai, adesso invece cj dobbiamo "«tare a lanciare appelli e proteste! , ABANDERADO c, t>a quando il Santo Padre Ps celli ha dichiarato t ®: "La Spagna cattolica è una barriera control’a-3 smo dilagante». Il crim naie Francisco Franco è daTentato Un mezzo santo anche lui. Infatti guar-6 °he cosa vi andiamo raccontando, noi matti, clero spagnolo: IN SPAGNA COSP Fer ordine del Papa ora le preghiere si fanno ji "Ih no' FTanco!». c - vi uct f-upa ora te s" egutere si jannu to nome del Padre, del Figliolo e dello Spiri- ^ .J^opadichè, aspettando tranquillamente l’arrivo 1 ^comunica, vi passiamo a saiutare. Llao sovversivi. ELICI uxùti Al/As&0/Jò Ai/Àtyterì/jiv III GIORNO MI FUCILERANNO per tentata evasione? Fingo di dormire mentre l’Ispettore continua a spiarmi attraverso la grata. Sento il suo respiro farsi sempre più profondo. Ora tossicchia; è chiaro: vuole attirare la mia attenzione per poter gridare: «Ah! Maledetto sabaudo filo: la commedia è finita: t’ho preso finalmente! Ah! ah!» x : Ma il suo gioco non riuscirà, lo prometto solennemente. Mai tradirò gli amici monarchici. dovesse costarmi la vita. «Ehi!» Ha detto «dhfi» «Tu!» No, mi sono sbagliato: non ha detto «ehi!», ma «tu!» Non è prudente voltarsi a guardare. «Amico, avvicinati». Amico? Ha detto amico? Che sia ritornato l’amico travestito da carceriere, quello del primo giorno? Ma perchè Q temente s'è allontanato? Dunque, gli amid vediti da carceriere, da sergente e da tenente delle carceri non sanno di essere venuti da me tutti e tre assieme? Forse non si conoscono e si temono l’un l’altro? «Ohè, pomicione! Se non la pianti di fingere di dormire me ne vado. Alò, avvicinati, fai svelto: sento dei passi». A queste parole non può non dissiparsi ogni dubbio. Non può essere che l’amico del pri- mo giorno. Gioia! Finalmente avrò ti messaggio del Blocco Monarchico. Ma ecco che, mentre stò per aprire gli occhi odo molti passi nel corridoio. Non sono i passi di una persona sola, ma di sei, otto, dieci o più persone. Che fare? Apro o non apro gli occhi? I passi sono vicini. Ahimeè, sono finito. Dev’essere il plotone d’esecuzione venuto a prelevarmi per mettermi al muro. Si sono ferinati dietro la porta. Due uomini parlano ad alta voce. Che dicono? «Buon giorno. Comandante. Controllo?» «Si capisce. Quando un Comandante si ferma davanti alla porta di un carcerato cosa vuoi che faccia? «Mah. forse concorrenza...» «Intendi dire: Ume e messaggi?» «Io non intendo proprio niente. Tuttavia, la concorrenza si può farla benissimo anche con le armi. Mi spiego?» «Ma via, non essere ambizioso. Quelli sono affari che vanno bene per Regina Coeli. Qui da noi, più di...» «Prego, Comandante, abbiamo degli ospiti...» «Scusatemi, signori». «Prego, prego, dissero due uomini; e un terzo per distinguersi; «Per carità. Comandante sono cose che succedono...» «Grazie mille, signori». Può essere vero tutto ciò? Può essere vero che davanti alla cella di un detenuto politico si facciano simili chiacchiere? No, non può essere vero. E’ tutto una farsa per prendermi in trappola. Da questo momento la mia parola d’ordine è: Diffidare! Una chiave gira nella toppa. Aperta la porta entrano tre individui, seguiti dal tizio che io credevo un amico monarchico travestito da carceriere, e dal Comandante il carcere, un capitano. Un dubbio atroce mi assilla: se il sergente e il tenente non fossero degli amici monarchici ma dei semplici, autentici carcerieri? Mi hanno chiamato, però, ed hanno detto di volermi dare qualcosa. Ora, che cosa, dico io, può interessare a un monarchico di provata fede, qual io sono, più di un messaggio o dii un cifrario segreto? No, no. Il sergente e il tenente sono degli amici. Di loro posso fidarmi. .Ma da si profondo meditazioni vengo distolto. «Buon giorno» mi dicono i tre condannati entrando. «Come si trova qua?» mi dice il Comandante, e così dicendo, sottomano, mi da un pacchettino. «Ehi, ehi!» protesta il carceriere il quale, furbissimo, stava spiando tutte le mosse del Comandante. «Niente, niente» risponde quello facendo un vagò gesto con le mani e supplicandomi con gli occhi di salvarlo. Ma il carceriere: «Si può vedere?» «Andiamo, via!» intervengono in coro i tre nuovi «Lei sa che la curiosità è femmina?» «Dite sul serio?» dice il carceriere arrossendo. «Altroché, caro mio! Ed ora che lo sa, siamo ansiosi di sapere quale sarà il suo comportamento». «Non fraintendiamo, signori: io sono un uomo onorato: ho moglie e figli». «E con questo?» ribattono quelli. «Con questo—, con questo...» balbetta il poverino confuso. «Se veramente lei ha moglie e figli significa che è un uomo...» «Lo giuro». «Non interrompa. Dunque, essendo uomo non può essere donna; e siccome la donna è femmina, lei, non essendo donna non può essere femmina, e non essendo femmina non può essere curioso come le femmine. Concludendo, a lei non importa un corno del pacchettino che il Comandante ha dato al signore». «Avete vinto voi» bisbiglia tristemente il guardiano guardandoci tutti, «non voglio vedere che cosa c’è nel pacchettino perchè sono un uomo onorato». E rivolto al Comandante: «Eh, birbone, ma l’ha fatta! Andiamo?» «Andiamo risponde il Comandante fissandomi negli occhi e portandosi l’indice al naso come per suggerirmi di mantenere il segreto. «Non tema. Comandante, al-l’infuori di noi due nessuno saprà cosa c’ò nel pacchetto» gli dico. Dopo avemti vivamente ringraziato il Comandante esce. E il carceriere: «Che ore sono?» ’ «Le 17.30», risponde quello che vuole distinguersi dagli altri due. «Allora ritornerò alle 18 per liberarla». «Alle 17.50, prego» ribatte prontamente con una certa signorilità nei modi e nella voce. «Non cominciamo coi ragionamenti, veh!» dice il carceriere stizzito uscendo e chiudendo la porta a doppio giro di chiave. (continua) ELGAB 7 giorni a Trieste Il traviato Il dottore: — F grave: 11 «fondo soccorso invernale» non gli accorda che poche ore. (Dis. di Zergol) Tribunali Militari FERRAU* (Bologna). No, caro signora, et dispiace darle una delusione, ma non è cosL Lei magari nella nostra redazione non potrebbe entrarci, non perchè non è un « commissario del popolo » ma perchè noi riceviamo solamente le persone educate. In quanto al saluto le assicuro che non c’è bisogno di dire: « Buon giorno compagni » ma un buon « Salve » o « Buon giorno signori » è più che sufficiente. Saluto al quale noi rispondiamo semplicemente « Buon giorno » o « ciao asino » come al caso suo. M. B. (Trieste). Gli spunti locali d interessano sempre, purché svolti In maniera satirica • senza volgarità. PIERO TENZI (Fiume). Come di solito, la stampa umoristica si dimostra più seria della stampa seria, ed evita per esemp.o molte delle fregnacce sulle quali i quotidiani ai gettano avidamente. La sua lunga lettera meriterebbe una lunga risposta, ma sul nostro giornale purtroppo non c'è una rubrica dedicata a ciò, e con lo spazio che abbiamo a disposizione non possiamo darle che un piccolo accenno. Scriva ancora, le risponderemo privatamente. BIS (Monfalcone). Non ti spieghi come mai il costo della vita è aumentato 47 volte dal 1938? Ma è semplicissimo: 47 morto che parla. E non siamo noi oggi dei morti (di lame) che parlano? Ciaol — Adesso parlerà il magg. Bayliss, 11 prima che si mette a ridere lo caccio fuori! (Dis. di Zergol) L’ ACEGAT Gente ! segnalateci le edicole sprovviste del ..Don Chisciotte" __ E’ qui che Tanno scorse avete chiamate l'elettricista? (Dis. di Zergol) Stampa di destra m Vittorio Furlani: — Da oggi in poi tatti 1 nostri articoli li pubblicheremo doppi, perchè i nostri lettori ci credono soltanto la metà (Dis. di Zergol) memento homo m : “ v..> 'L I m B B m B flr : W. B B B fi/ m ■ «^7 B*** m — . ... ’ ■.■■■ ■ ’ ' -■ v ... - - - .. ^©licitiamoci, agrimensore, felicitiamoci! Una relazio-ùfficiale della Camera dei Rappresentanti americani di-cne gl) US d’America non solo spezzeremo le reni alla ani i ma metteranno in posizione orizzontale tutti m dedi di al vizio e allacra-pula. , , (DU. di Erio) i fa- Non siete mai stati a Braddock in Pensilva-nia? Allora non avete mal visto l’erba che nasce sui colli oltre il fiume; vi sono gli alberi di prugne bianchi di fiori, e c’è John Anzald seminudo che va al lavoro nei forni ogni mattina; egli aggioga i suoi buoi al carro. John Anzald vorrebbe essere un uomo libero; non va al lavoro in automobile come gli altri. E s’avvicina a Braddock, ode i colpi, i lugubri colpi del maglio. E-gli pensa ai seni di sua moglie, a come ride il suo bambino, ma aumentano 1 colpi del maglio e John Anzald vorrebbe ubbriacarsi per non sentirli, «farò la lavandaia dice» ma i miei bambini non lavoreranno nella fonderia d’acciaio. John Anzald è solo coll'inferno dei colpi. E-glj pensa ai cinema grandi come palazzi che ha visti nelle illusi razioni pensa ai manichini di cera nelle vetrine, rensa Una storia d’America a Beaufort nella Carolina de’l Sud e alla spiaggia formicolante, a tutte le strade levigate, lunghe e bianche e a tutte le macchine che vi rotolano sopra. E pensa a se stesso, John Anzald, e si vede circondato dall’acciaio fuso, e Faccaio fuso rompe ogni riparo, ecco, gli cola addosso, lo investe! lo investe! Cinque tonnellate, e l’hanno inghiottito. John Anzald va al suo carretto a buoi e vorrebbe tirare l’aratro lui, al posto delle bestie, nei campi al di là del fiume, ma non andare alla fonderia. là dove è duro anche lui come l’acciaio, e passa il rombo sul suo capo, passa il rombo dell’acciaio sul capo di John Anzald, morto nell’acciaio. morto nel rombo dell’acciaio. Questo è Braddock. Là dove gli uomini sono miseri; e sono poveri perchè a Braddock sono schiavi dell’acciaio. E c’è forse maggiore povertà? Io ho conosciuto degli uomini ricchi e fortunati nella povera America. Avevo un amico, un certo Nazar: yiveva in una buca in una collina, usciva di sera a cercare il cibo e tornava nella sua tana. Vi teneva un pipistrello come un gatto, un pipistrello domestico. Un giorno andai a trovarlo. «Ma è un vampiro!» dissi quando vidi la bestiola. Nazar mi rispose con un pallido sorriso: «Si e con' questo? Succhia così bene il sangue!» Io lo capii, egli sopportava, rassegnato, tutto; la vita per lui e-ra questo; sopportare tutto, ma vivere libero. Nazar non è cristiano: 1 cristiani non si fanno mordere dai vampiri. Nazar è felice, egli accarezza il suo vampiro sulla testa. Ne conoscevo un’altro. Jan Dorset, che amava i proverbi e i fiori. S’accontentava di poco, Jan Dorset. Viveva al 76.o piano in una grande città. La città scorreva ribollendo sotto di lui. ma lui niente. Lni andava alla finestra e sputava nel vuoto. Poi contava i secondi. Ecco è arrivato» pensava. E si immaginava lo sputo che colpiva il tetto di un auto e con la velocità di 76 piani lo forava, entrando nella cabina. Chissà, forse u-na donna avrebbe detto: «Ecco la lacrima di un angelo». Jan Dorset viveva così, di fantasia, ma era un uomo preciso. In a-gosto non riconosceva più la moglie: quella ti- ščiva di casa a fare la spesa, suonava e Jan andava ad aprire. «Desidera?» chiedeva. «Ma Jan. non fare io stupido» diceva sua moglie, «fammi entrare, che ho fretta e 1 pacchi pesano». Ma Jan sbatteva la porta in faccia alla moglie e se quella infuriata si metteva a pestarla con calci e pugni. Jan l’apriva urlando che era una indecenza e che lui telefonava alla polizia, e la moglie andava a dormire all’albergo. In settembre tornava a casa. Tutto questo perchè Jan diceva: «Agosto moglie mia non ti conosco». Jàn Dorset è un uomo preciso. Questi sono gli uomini ricchi nella povera A-merica, gli uomini che non lavorano nella fonderia d'acciaio, ma vivono così di sogni e di manie innocenti. E invece, udite è il maglio. Ma sono ricchi quelli di Braddock solo perchè vanno al lavoro in automobile? BER. FEDE POLITICA — Io veto per la Democrazia Cristiana, mi assolverà dai tanti peccati? altrimenti ohi (Dis. di Eriol L. P pSd « ri - , *' ' ' teLl:.:«l mps: ftWìST1 jig praaBR&ri s?!i$2Sp#«r»*F>^w ■ Ji >r: vprt "■ ■ ■ GLI ATTACCHINI 5(i/z Ch&ciotie ENULTIME NOTIZIE ■— Francamente ti confesso, quando mi avevano detto che avrei messo al muro questo qui, avevo pensato a qualcosa di diverso. (D s di Serre) PROPAGANDA PSICOLOGICA JCN SMITH: — Creda a me, in Cecoslovacchia c’è stato un colpo la prova: cominciamo già a dare la terra ai conladini. COLLOQUI RIBALTA AMERICANA Il magg. Lissbay era furi- | — E perchè le hai condona- bondo. Camminava cono-tato te? per la stanza, sferzando conti- | __ Chi ti dice che me le han- nuamente l’aria col frustino. — E’ una vergogna! — gridò ad un tratto. — E’ una vergogna! — ripetè il suo amico cap. Ninglean che era venuto a fargli visita. — Ora passo per fesso. — disse ancora Lissbay. — Certamente... — Certamente un corno! Se non avessi agito così impulsivamente... Ho fatto male! — Sicuro, bai fatto male... — Non è vero, bestia! Un’oc-cas'one simile non capata tanto spesso... 50.000 lire così ben ap-di staio! Eccone nioppat-! Ah che faccia aveva (Dw. di Red) I quel Nirbpaga! no ordinate? — ...Ho detto condonate... — Ho capito male. Comunque, almeno tu d:vi credere che nessuno mi ha ordinato niente: nè la sentenza, nè ij condono. — Puoi contarci... almeno io ti credo! — Non mi lascio influenzare da nessuno, io... — Sicuro! — Però resta il fatto che passo per fesso. — L’hai già detto... — E’ una vergogna, no?... direi! — rio... direi. Cioè, sì... direi! Una voce dal pubblico: — Bottegai Questo prestigiatore con la scusa di divertirci ha fatto sparire la democrazia di Roosevelt ed ora fa «li tutto per nca ridarcela! (Dn. di dei) BUONSENSO IN PARADISO Morto che parla I morti, non avendo proprio cosa fare al camposanto, sì scervellano (è figurato, intendiamo ci), sulla schedina S1SAL, nel nobilìss mo intento di fregare l’erario, per dare ai parenti poveri che deambulano ancora sulla terra la fatidica colonnina dei milioni. O almeno 1 numeri del lotto: Questa è opinione diffusa fra i probi vecchietti e le arzille ve-gliarde che continuano a credere, imperterriti, ai morti che parla no. 47. Dico questo dopo il fatterello che mi è accaduto quìndici giorni fa e che ora vi racconterà. Io sono un povero diavolo, di quelli poveri così. I miei articoli, sembra quasi impossibile (per lo meno tale è la mia convinzione), non riescono a trarre il classico ragno dal buco MegVo, pii! propriamente, l’agognato bi allettino da cento dalla cassa di quei fetenti signori che amministrano i giornali. Cosicché, quando Intravvedo una possibilità dì raggranellare quattro soldi mi getto a pesce balenottera. Stavo prospettando tale mia situazione alla donna che mi vie ne a mettere in sesto quel po’ di roba che non ha preso ancora residenza stabile al Monte di Pietà, quando la vidi sussultare c Tutto qua? » — chiese. « Si » risposi. « Tutto qua ». « Oh, ma allora è semplicisti mo » continuò. »Sogna mal, lei?* « Sì », dissi, « cambiali che stanno per scadere, padroni di casa che esigono l’affitto da tempo immemora bile, redattori capi (maledetti) che rifiutano i miei pezzulli ...» « No. intendo dire____i morti li sogna mai, lei ?» « Beh. qualche volta sogno di mìo cugino Carletto, ma che c’entra? » „{Don Chiù ciotte" Responsabile: REMIGIO PAVENTO Redazione e amministrazione: CAPODISTRIA. via Cesare Battisti n. 301 Concessionaria esclusiva per la distribuzione In Italia e all'estero: MESSAGERIE ITALIANE S. p. A. via Paolo Lomaz-zo N. 52 — MILANO « Allora è affare fatto », disse, « si faccia dare da questo suo cugino i numeri del lotto ». Due giorni dopo, manco a farlo apposta, sognai di mio cugino Mi apparve e mi disse: « Limpo, sai che cosa c’è in quell'armadio? » < No. » dissi, « ammenoché tu no-n voglia alludere alle c mici che vi si annidano da generaz onl... » « No, » disse mio cugino Car letto, « ci sono tre aringhe ». Poi scomparve. Alla mattina fui sollecito ad andare a guardare nell’armadio. Le colonie dì cimici. Null’altro. Raccontai il fatto alla donna che mi viene a mettere in sesto ecc. « Ih, » urlò, « ma lei è fortunatoff » E mi spiegò che dovevo giocare subito 47 (morto che parla), 18 (armadio). 67 (aringa) < 77 (le gambe delle donnette). Chiesi che cosa c’entrasse il 77 e mi rispose che le gambe delle donnette stavano sempre bene. Venne il giorno dell’estrazione e uscirono i numeri 50 (ombrello aperto), 21 (struzzo), 90 (paura) e 46 (vestiti). Questo me lo spiegò la donna e si affrettò ad agg ungere che io dovevo proprio essere picchiato in testa per dirle una cosa per l’altra, poiché, asserì decisamente, mio cugino Carletto mi aveva sicuramente parlato di struzzi paurosi che si vestono da cristiani ed escono per istrada con l’ombrello aperto. E questo, ve l’assicuro proprio, mio cugino Carletto non me lo disse Proprio no. li giorno che sognerò nuovamente di lui non mancherò di dirgli: « Senti Carletto, o tu .mi dici chiaramente i numeri che devo giocare e poi magari, se non li vuoi proprie scrivere su un pezzo di carta, mi dai uno scossone e mi svegli, oppure trattene via e non venirmi più a scocciare l’anima. E lascia pure ch’io continui a sognare di cam bìali che stanno per scadere, di padroni di casa che esìgono l’affitto da tempo immemorabile, e di redattori capi (maledett ) che mi cestinano gli articoli con sadismo. Come questo qui, ad esempio ». Tutto dò dirò a mio cugino Carletto non appena avrà il coraggio di rìpresentarsi nuova mente nei miei sogni. LIMPO a irotte, nelle ombre nere, avvolte da indument scuri attraversavano di tratto in tratto la piazza San Venceslao, immersa nelle tenebre della notte. No. non impressionatevi, non è un resoconto del «colpo di stato» di Praga. E’ soltanto quanto trasmetteva la «Reuter» di qualche (Torno fa, a propos tó delle coppie. reduci dai locai: notturni, nelle notti del «putsch». Ma, niente da fare, la rr’sl governativa cecoslovacca doveva ad o-gni costo assumere l’aspetto d un 48 in m'n'atura.' E cosi fu ad onta delle coppie mondane. Perchè in Cecoslovacchia e con Gottwald non poteva esserci una soluzione parlamentare della crisi Le cris parlamentari. che volete, sono a disposiz'o-ne dei Governi in numero limitato, ed una volta assegnate a Ge Gašper, a Schumann, a Maximos, 1] mercato non è in grado d’accontentare una Cecoslovacchia. Piagnistei sulla sorte dejle «Vittime del Tiranno del Krem’.ino» invece sono re-per bilissimi sulla piazza, tan-t è che se n’è fatto gran uso. uui a ireste per esempio se Potuto avere a prezzo d’occasione una bella messa per i «martiri» di Praga. Cosi almeno li ha definiti una parte della stampa Ice la fate ad ndovina re quale?) senza d rc; il loro nome. «Martiri», anonimi ma martiri. Non vj pare che basti? La cosa assoniigp a un pò a quanto è avvenuto in Spagna dove si sono svolt-: con grande solennità i funerali di Alfonso Nili. Sembra che questa moda delle cerimonie senza morto, st a attaccando. Gli un cl a non darsene per intesi sono i giocatori dii tresette che continuano ad adoperare 11 morto. Poverini, sono ndietro coi tempi. Anche «minacce del dittatore rosso contro p céoli Paesi, sprovveduti ed 'ingenui» sono facilmente rinvenibili sulla piazza. In questi ultimi giorni c’è stata un’autentica svendita di tale articolo a proposito della Filandia, la quale è troppo piccola e d sarmata per firmare un’alleanza con l’U. R. S. S. Paesi di tale fatta possono firmare alleanze soltanto eoa gn u. o. a., m quanto questi ultimi provvedono immediatamente a fornire loro le arm perchè non siano disarmati. Così per esempio in Grec a, dove però la cosa non sembra aver successo. Quei volgaroni di «andartes» non ci vogliono credere che Pesere te governativo s’a armatissimo e cont'nuano a svolgere azioni di guerrìglia E’ soltanto per questo che ’-l Governo li mette in cast go contro un muro e poi.. pum, pum... Due. st* morti però fanno eccezione alla regola #e così i fucilati di Spagna) ed allora niente p£a-gn'stei, niente cerimonie, in fin dei conti si tratta, di gente indisciplinata messa in castigo. In Italia, li cast go viene riservato ai comunisti anche v'vi dal Cardinale Schuster, il quale nega loro l’assoluaione e minaccia la. scomun ca, indirizzandoli, qualora volessero ricredersi, al part’to «competente». Questa della competenza è un’altra simpatica faccenda, che sfugge all’intelletto umano e necessita di un pizzico d spirito santo. Quello in dotazione alla Demo- crazia unsnana, la quale si preoccupa di interpretare le storie d streghe, di fantasmi e vorrebbe esorcizzare pers no le urne elettorali. A proposito poi di ìntelte-tuali, quelli del «Fronte» non sono nemeno più esorcizzateli. Sono divenuti «imbelli» ed « m-becilli». Pare persino che l’A zione Cattolica abbia in mente di organizzare una scuola per nsegnare loro a leggere il «Popolo» ed a scrivere «Cristo o morte». Ma quelli, duri, non ce la fanno proprio ad apprendere. S: dice che uno di questi intellettuali, mvitato a comporre un piccolo saggio, a’*>ia sottoposto al parroco del suo paese un breve componimento del seguente tenore: «democristiano chi legge». E’ stato scomunicato con procedura sommar a e con Intervento della Celere. Augurandovi di non fare brutti incontri con quest’uÌliima. vi saluto agnosticamente, riservandomi d farvi quattro chiac-chere la prossima settimana. L’INVIATO SPECIALE CAMPAGNA ELETTORALE ... nottetempo S. Pietro: — Come crede andranno le votazioni In Giugno per noi, Santo Padre? Padreterno: — Bene certamente! S. Pietro: — Vincerà la Democrazia Cristiana? Padreterno: — No, il «Fronte popolare»! (D s. di Serse) Zoofilìa Gualtiero Io vorrei essere un giornalista e scrivere, scrivere, scrivere; ma come posso con Gualtiero alle costole? Stamattina mi sono detto: ogg scriverò un articolo sulla tregua elettorale. Beh, niente da fare. Appena adattata la carta alla macchina da scrivere è capitata mia madre e: «Guardalo, il tuo Gualtiero, poverino, non ha appetito e mi pare che abbia la febbre». Ho toccato il nasino a Gualtiero, gl ho guardato in bocca e poi mi sono disinfettato uno sgraffio che Gualtiero mi ha fatto sul labbro. «Non ha la febbre» ho detto a mia madre, «se stesse male non it. avrebbe graffiato». Mia madre, ripreso Gualtiero, se ne andò, come fa sempre ■è .- l. r - '7 con me, senza hhtdere la porta. , Dopo qualche minuto, proprio quar.dp ero giunto col pensiero ad un punto interessante del ragionamento, ecco riapparire Gualtiero sulla mia porta. Mi fissa, s’avvic na lentamente, e con un balzo raggiunge la mia libreria. «Gualtiero!» grido «via di lì!» Macché. Gualtiero annusa i libri, li graffia ripetutamente come volesse scavarvi uno buca e poi si mette in una strana positura con la coda ben alta. Mi allarmo; ma quando raggiungo la libreria Gualtiero è già lontano, nascosto chissà dove. Porca miser a! Nessuno si è mai pensato di insegnare i’edu-cazione ai gatti? Chiudo la porta e mi metto a sedere. Le idee con tanta fatica elaborate si sono rich use nella più cupa nebulosità; devo ricominciare. Il labbro, intanto, mi si è gonfiato e mi bruc a. Dietro la porta Gualtiero miagola. Apro. Gualtiero entra con la velocità del fulmine e sparisce sotto l’armadio. «Gualtiero, Gualtiero» lo chiamo. Ma Gualt ero non risponde. Dopo, quando comincio a battere le prime lettere, ecco Gualtiero uscire dal nascondiglio e fissarmi con quei suoi occhi gialli e terribili. Fingo di non vederlo per non fargli credere di prestarmi al spo gioco. Lo guardo con la roda dell’occhio. Gualtiero, evidentemente accortosi, mi salta mila schiena, e, mentre si t ene ben saldò con le zampe posteriori, con quelle anteriori mi schiaffeggia. Grido, minaccio; ma Gua sterò sembra impazzito. Urla come u-na belva nferocita. Mi alzo < afferratolo per le zampe lo strappo da me. Fugge, quel vigliacco! Lo inscguo ver vendicare la mia meditazione interrotto e la mìa dignità di giornalista calpestato. Ma ’nseguire Gualtiero è umanamente impossibile: spicca balzi altissimi e, come nulla fosse, vola et -> alla stanza, ad una altezza che si aggira sui due metri e mezzo, come una rondinella. Visto V'mpossibilltà di r'fferrarlo mi siedo Gualtiero precipita su un va-o dn fiori che si ! frantuma sul pavimento. Allora arriva mia madre; mi dice che fare molto meglio a scrivere invece di rompere vasi da fiori. Gualtiero, da vero vigliacco, non si nasconde, ma si avvicina a mia madre e le si a.ppogg a alle gambe. «Se fosse stato lui» aggiunge Indicando Gualtiero (si sarebbe nascosto». Mi siedo nuovamente alla macchina da scrivere e Gualtiero, rum pago delle umltozionl inflittemi, entra nella mia stanza attraverso le mie gambe e. «I va a ficcare sotto la libreria. Decisa a buttarlo fuori m accovaccio sul pavimento e allungo il braccio in direzione del bruto. Ma Gualtiero non risponde. Che non sia li sotto? Guardo. Appena abbassato Iti teda Gualtiero m mette ’e zampe attorno al collo, e approfittando della mia tmpossibi'ità di difendermi, tenendomi stretto con gli artigli, avvcina il suo brutto muso al mio viso e mi morde il naso, le guance, le o-recchie, i labbri. Alle mie grida disperate accorre mia madre che per mettere ’n fuga Gualtiero si serve della scopa tanto maldestramente da rovesciarmi sulla testa un busto di gesso raffigurante Dante Ali- , ghierì. E così niente articolo rulla tregua elettorale. Mi r, prometto di scriverlo, però, non appena Gualtiero sarà morto dì vecchiaia. Io, intanto, aspet-o che passino le due settimane che il medico ha giudicato indispensabili per la mia completa guarigione. USA