——-—g»——■————i—— -—-g—— ^————ga Esce una volta per settimana il Sabbato. — Prezzo anticipato d'abbonamento annui fiorini S. Semestrein proporzione.— L'abbonamento non va pagato ad «Uriche alla Redazione. SPIEGAZIONE d* una. antica iscrizione TB0VATA A SCARDOLA IN DALMAZIA L'ANNO MDCCL. (Continuazione e fine. V. N. 49 e 50). Alla pagina 236 riferisce una tavola di marmo ritrovata in Roma in una vigna del Card. Carpense. • GERMANICO NEROiVI DRVSO CAESARI GERMANICI CAESARIS F . . . . IVS OB HON AVGVST D D e alla pag. 354 n. 7 trascrive questa base di marmo esistente in Capua O- ANNIO IANVARIO EXACTORI OPERVM PVR ET........... MENTIS HVIC ORDO DECVRIONVM OB MERITA EIVS HONOREM AYGVSTALITATIS GRATVITVM DECREYIT VIXIT ANN LXX VIYOS SIBI FECIT POSTERISQ' SYORYM In due maniere si conseguivano nelle Colonie, e ne' Municipj gli onori tutti, e le dignità tanto Sacerdotali, quanto Civili, cioè gratuitamente, e ad oggetto solo de' propri meriti, ovvero qualche cosa contribuendo. L' autorità del Muratori "(in novo Thesauro pag. 199. 2) ce ne additerà la maniera. "Ex non paucis lapidibus„, die'Egli, "constat, hunores in Municipio, & Coloniis non „sine pretio, certe non sine multis impensis, puta Epuli, „ Sportularum etc. acquisitos fuisse. Propterea qui ad De-„ curionatum, aut Augustalitatem gratis atque impensis ob ,eorum merita remissis, consequebantur, honoris causa „ hoc adnotatum in suis Elogiis volebant.....In seguenti Inscriptione habes:„ C. Iulium Sevirum Augustalem ,, Gratuitum. In Gruteriano Lapide pag. 1073. n. 6. le-„gimus: Pecunia soluta ob honorem Seviratus. Supra „ quoque vidimus: Sacerdotem Graluitum„. Or ciò supposto io tengo per fermo che il nostro C. Petronio non abbia conseguita l'Augustalità gratuitamente, ma che in ricompensa d'averla ottenuta abbia eretta questa memoria al Genio del Municipio Flavio di Scardona. LDDD cioè * Locus datus decreto Decurionumn. Nel Tesoro del Muratori p. 48. n. 7. si legge LOCVS DATVS DD. in questa forma interpretano queste lettere Valerio Probo Antico Grammatico presso il Nicolai de Siglis Ye-terum Cap. 6. p. 35. e Serlorio Orsato de nolis Roma-norum p. 264 della Padovana edizione. Tutta la Lapida può in tal maniera interpretarsi al Genio del Municipio Flavio -di Scardona Cajo Petronio Fermo per 1' onore della (conseguita) Augustalità (questo monumento consagra) essendo stato dato il luogo per decreto de'Decurioni. INSCRIZIONE NELLA CHIESA DI PIEMONTE INSIGIIA PETRI FNING... HVIVS-CONDITOR-OP VSC VLI : NOBILIS • FIIN... • EXTITIT • PETRVS • ANNO.CVRENTE • DOMINI • M * CCCC • LXXIIII : QVI • NATIVVS -FVIT- EX • IN CLITO- PORTVGALIE REGNO : SVA • DENIQVEFIDELITATE : HIC • DIV • PRO- DIVO MERVIT. FRIDERICO-PRESIDEM FORE : INSIGNEMQVE-SVSANAM - DE SAVRAV • DVXIT-LEGITIMAM Leggenda nella chiesa di Piemonte Castello al Quieto alla quale è sovrapposto uno stemma gentilizio che è di tre teste bendate in triangolo col cimiero di un cavallo rampante. Questo Pietro Finees, marito di Susana Sau-rau, Portoghese di nascita, era Capitano di Piemonte per l'Imperatore Federico III, a cui è sopravissuto. Piemonte venne in potere del Principe Veneto al tempo delle guerre con Massimiliano. Finees costrusse la cappella di S. Fabiano e Sebastiano nella chiesa madre di Pingnente, e vi fondò mansioneria dotala di sufficienti terre. TAVOLA GENEALOGICA DEI CONTI DI GORIZIA da Alberto impoi Csecondo il Conte Rodolfo Coronini). ALBERTO Conte di Gorizia del Tirolo e d'Istria f 1304 Suo Sposo Eufemia, figlia di Corrado duca di Gloggau, 1266. Eufemia, figlia di Ermanno Conte di Ortenburg, 1275. I ENRICO Conte di Gorizia e d'Istria f 1323 in Treviso sue spose: Beatrico figlia di Gerardo da Camino, 1297. Beatrice f. di Stefano Duca di Baviera, 1321. ALBERTO + 1327 Fidanzata: Una figlia di Ulrico Conte di Heunburg, 1283 Spose : Elisabetta figlia di Enrico Landgravio di Assia, 1299 Eufemia Utilda diMaetscli, 1327. I MAINARDO suo spose: N. N. figlia di Paolo Bano di Croazia, 1300. N. N. figlia di Rodolfo Palatino, 1314 GIOVANNI ENRICO nato 1322 f 1338 Fidanzata: Beatrice figlia di Pietro Re di Sicilia, 1335. Sposa : Anna figlia ENRICO f 1363 Sua sposa: Ziliola figlia di Giacopo il grande da Carrara. 1350 ALBERTO Conte d'Istria f 1374 sua sposa: Caterina figlia di Federico Conte di Cilli 1353: sposata poi a Giovanni Truchses do Waldburg 1377. Ultimo dei Conti d'Istria ; la Contea passa alla Casa d'Austria MAINARDO f 1385 Sua sposa: Caterina figlia di Ulrico di Fannenberg, 1347. Utilde figlia di Udalrico Conte di Maetsch GIOVANNI f 1462 Fidanzata o sposa: Elisabetta figli di Ulrico di Cilli LODOVICO f 1456 ENRICO f 1454 sue spose: Elisabetta figlia di Leopoldo il probo d'Austria, 1382. Elisabetta figlia di Ermanno da Cilli, 1400. Caterina, 1443. GIOV. MEINARDO f 1430 sue spose: Maddalena figlia del Duca di Baviera, 1405. Agnese sorella di Federico di Peltau ENRICO LEONARDO f 1500 ultimo della stirpe, sue spose: N. N. figlia di Nicolò Re di Bosnia 1475 Paola figlia di Lodovico III di Gonzaga, 1477. La Contea passa alla Casa d'Austria. AliCtJlilI PODESTÀ' VENETI DI ROVIGNO ED ALCUNE MEMORIE PATRIE CONTEMPORANEE. (Continuazione). 1733-34. Zuanne Bon q. Zorzi. (Suo ingresso ai 18 giugno 1733). Paragrafo d' Dispaccio scritto al Senato dalla Carica di Capodistria li 20 giugno 1733). " Peraltro la detta Terra di Rovigno si è la più in-dustre e la più popolata della Provincia; la sua educazione merita un riflesso particolare, e fuori delle comuni attenzioni. Ella può rendersi molto accetta a V. Serenità, et a'?suoi ben regolati instituti, perchè atta più d'ogni altra di corrispondere a' pubblici riguardi,. 2.° L'Arcivescovo Mazzoleni di Parenzo con Editto 7 febbraio 1734 comandava a ciascun Capitolo e Parroco della sua Diocesi, di non far nessuna preghiera per pioggia o serenità di tempo, o per motivi di peste, infermità, carestia, guerra, e simili flagelli, se pria non fosse notiziato, per attender da lui di volta in volta il metodo di contenersi, e gli ordini per le funzioni sacre da farsi, e specialmente per pubbliche Processioni, verso comminatoria a chiunque commettesse trasgressione, di essere sospeso dall'esercizio dei suoi ordini per tre mesi; e dichiarando abuso e corruttela tutto ciò che potesse derogare a questo comando. Contro tal Editto questi Capitolo e Comune ricorsero al Principe, e lo stesso Diocesano presentò Memoriale in sostegno di quanto avea prescritto ; ed il Senato in Prepadi, intese le informazioni dei Consultori in jure, con Decreto 11 settembre 1731 licenziava il Capitolo ed il Comune, riconoscendo dover i Canonici ed il popolo, oltre la permissione dei pubblici Rappresentanti, ricercare quella del Vescovo, e la Carica di Capodistria nell'accompagnare a questo Podestà il suddetto Decreto con Lett.a 15 detto, ordinavagli ammonire seriamente i Canonici di dover obbedire all'Editto del loro Diocesano. Non consta, che fosse rivocato quest'Ordine dai successori del Mazzoleni; ma fatto è, che a ricerca del Comune sopra istanza del popolo da grandissimo tempo si fanno pubbliche preghiere si per la pioggia, che per la serenità del tempo, anche con processioni da questo Capitolo. 3.° Il Magistrato alla sanità di Venezia con Lett.a 21 maggio 1734 significava a questo Podestà, che approdando bastimenti con bandiera francese, il loro Nunzio, che soggiornava da molto tempo in Rovigno, fosse in libertà di abboccarsi coi Capitani, però nelle debite distanze per riguardi di sanità, ed a vista d* una guardia, dalla quale si potesse vedere ogni succedibile inconveniente, ma non già ascoltare i loro discorsi, onde restasse cosi invulnerata la materia, e tolta ogn'indebita ed incivile soggezione. 4." Il Consiglio municipale nella Seduta dei 14 giugno 1731 deliberava, di levar dal Fondaco lire 30,000 per esibirne 18,000 al Principe in dono, affinchè fossero da lui disposte nelle moleste insorgenze d'Italia di allora, e per passare l'altre 12,000 in graziosa concessione nella Cassa della nuova fabbrica della Chiesa, onde aju-tare P erezione della medesima. Ed il Senato con Ducale 23 detto, ne approvava con aggradimento il lievo. 5.° Nel menzionato Libro della fabbrica è fatta memoria, come nel giorno 1. agosto 1734 don Giovanni Zuccato Canonico e Vicario generale di Parenzo eseguiva la benedizione della Navata vers'ostro, e degli altari della B. V. del Rosario, di S. Francesco, di S. Pietro a-postolo, e di S. Michiele arcangelo. 6.° Onde togliere qualunque pretesto, che potesse frastornare od impedire la pronta e dovuta esazione del soldo della Carratnda, destinato per le condotte del pubblico legname; e purché il getto, che qui si faceva della stessa, non fosse più eseguito sproporzionatamente fra i contribuenti, ma in ragguaglio dello stato di ciascuno, Mattio Pizzamano Capitanio di Raspo comandava con Terminazione 26 agosto 1734, che in seguito al getto della Carrafada intervenir dovessero a maggior sicurezza oltre li tre Giudici, anche li due Capi attuali del popolo con li due usciti, in pena tanto al Sindaco quanto ai Capi, mancando d'intervenirvi, di D.ti 50 per ciascuno, d'applicarsi alla Cassa della Curro tada. o) Questo Dee. m'induce a cangiar d'opinione sulla etimologia della parola Carratada, scrtta con doppia r e semplice t, prolungata da carrata, e derrivata da carro, perchè non era tassa personale o testatico (V. 1713. 14.), ma una tassa, col cui soldo veniva pagato il trasporto mediante carri del legname da qualunque bosco dell'Istria sì pubblico che privato ai siti destinati alla imbarcazione dello stesso per l'Arsenale di Yenezia. 7. Nel medesimo Libro della nuova fabbrica della Chiesa è pure fatta memoria, che la sera di Domenica 24 ottobre 1734 diede alle due di notte con tempo piovoso e pessimo un fulmine nel Campanile sotto la lapide che teneva la statua di S. Euffeinia, il quale incenerì tutti li travi e ferri, che sostenevano la cima dello stesso, del che essendosi accorti la mattina seguente, per il fumo che usciva da un foro, fu subito dal popolo, dietro consiglio del Dozzi, portata una quantità di rovi-nazzo, e posto sopra il tavolato dov'erano le campane; e che poscia, gettata buona parte d'acqua, fu con lande lunghe e schioppettate a pallini tirato giù il fuoco, e smorzato in capo a tre ore, e che poi fu nuovamente rimesso ciò eh' era conveniente per Io stabilimenti della cupola. ^ C Così termina incompiuto il sudd.o Libro della fabbrica della nuova Chiesa, prestatomi gentilmente, come anche il brano stampato dello Statuto (V. 1719-20-21) dalsig. Valerio Quarantotto Aggiunto a questo 1. R. Giudizio Distrettuale, del che gliene rendo pubbliche grazie. (Continua) Tipografia del Llojd Austriaco. Redattore Or. Handler.