/A. •>•1 i fj*. \ AJiiXO VI« « 3r z! f. xV v^'-i-i^V Capotisi ri», atlili 9 Febbraio 388« I Soldi IO al numero. L'arretrato soldi 20 L'Associazione è anticipata: annua o semestrale - Franco a domicilio. L'annua, 9 ott. 79 — 25 settem. 80 importa fior. 3 e s 20 ; La semestrale in proporzione. Fuori idem. Il provento va a beneficio dell'Asilo d'infanzia I CRONACA CAPO DISTRI ANA BIMENSILE si pubblica ai 9 ed ai 25 Sf. 9. Per le inserzioni d'interesse privato il prezzo è da pattuirsi. Non si restituiscono i manoscritti. Le lettere non affrancate vengono respinte, e le anonime distrutte. Il sig. Giorgio de Favento è l'amministratore U integrità di un giornale consiste nell' attenersi, con costami ed energia, al vero, ali1 equità, alla moderatezza. ANNIVERSARIO febbraio 1874 M ss or« a Torino Homeuie© Promis (V. Illustrazione). v a s ir k 3 a negli scrittori antichi greci e latini ( V. il N° 17 dell' anno V e seguenti). 86. DISTANZA PER MARE. ISOLE. [Lo stesso : Itinerario marittimol). p. 241, 254]. Dell' Istria. Da Polii a ladro in Dalmazia . . . stadi 2) 450 Fra la Dalmazia e l'Istria isole Assoro Brattia 3) Soìenzia 4) Issa Lissa 5) Corcira 6) Melta 7). 1) "Quai luoghi tu debba toccare se abbia cominciato a navigare dalla provincia d' Achea toccando Sicilia fino in Africa.,, Segue ne' codici all' altro, è pure attribuito ad Antonino, e consta di tre parti : distanze delle città alla costa ; porti ; isole. — 2) Sempre le distanze per mare sono date in istadi. V. N. prec. nota 7. — 3) Brazza. — 4j Solta. — 5) [.issa. — 5) Lissa (sec. Lapie), Uglian (sec. Reichard). - ;0) — Camola. 7) Helide, Meleda. V. N. 50 nota 10. 87. QUINDI 1) COMINCIA L'ITALIA. [Itinerario Gerosolimitano2) p. 265]. città d'Aquilea.....miglia 11 fanno da Milano ad Aquilea miglia 251, mute 3) 24, fermate 9. muta a Undecimo 4) . . . miglia 11 muta a Foinolo 5) ... miglia 12 muta a Castri 6) . . . . miglia 12 quindi sono le Alpi Giulie. APPENDICE. Lettera Orittografica (Cont. V. N.ro prec.) Finalmente una spezie di diaspro opaco, ignobile, privo d' ogni lucentezza, trovasi stratificata presso Cornial, questo è tutto madroso, e nelle cavità tinto d'ocra marziale color di ruggine. Questa pietra pel suo abito esteriore non sarebbe agevolmente distinguibile dalle altra di pasta calcaria; ma la quantità di scintille, che manda fuori percossa coll'acciaio, e il giudizio degli acidi, co' quali non fa efferviscenza veruna, somministrano caratteri decisivi. Contiene una gran quantità di corpi marini, 0 per meglio dire i nuclei di essi in due differenti stati ; alcuni sono incorporati nella pietra medesima occupando tutto il luogo, in cui stava il testaceo, del quale rappresentano la figura intera, mentre la materia lapidosa non erasi peraucbe rassodata; altri sono nuclei vuoti affatto per entro, e da una sottilissima crosticina quarzosa formati, che probabilmente ebbe origine dalle particole più fine del testaceo già scomposto, e per una arcana operazione della natura cangiato in 1) da Susa. — 2j Fu composto nell' anno 333 d. C. da uom cristiano per comodo di chi da Burdi-gala (Bordeaux) nella rimota Aquitania avesse desiderato recarsi a Gerusalemme. Contiene la più antica descrizione che abbiamo de' luoghi santi. — Segue, nel volume che ò sotto gli occhi, agli altri due: però ci ò guardato dentro. — 3) Chiamo a questo modo l'Azione del mutare i cavalli; e non saprei come altrimenti: il latino dice mutazioni. — 4) Vicino a Palma Nova (sec. Muchar), Monfalcone (sec. Lapie). - - 5) Presso Gorizia (sec. Much.), Comen (sec. Lap.). — 6) Vippaco. 88. L'ASSEDIO DJ AQUILEA PER MASSIMINO. I SOLDATI GLI TAGLIANO LA TESTA SOTTO ALLE MURA. (principio dell'a. 238 fino all'aprile)1). [Er odiano (v. c. 170-240 d. C.): Dalla morte del Divo Marco 2) libri otto Vili 1-8. Ed. E. Behher, Lipsia 1855], A. Oltre alle Alpi. Descrizione delle medesime. Le imprese di Massimino dopo la morte di Gordiano e'1 suo anivp, in Italia e la ribellione della Libia non cbe'l dissidio a Roma fra soldati e popolo son cose narrate ne' capitoli precedenti a questi 3). Massimino giunto che fu a' confini 4) mandò innanzi esploratori a scovrire non ci fossero agguati ne' baratri de' monti 0 in fondo alle macchie. Egli in persona ridusse 1' esercito in pianura ed ordinò le legioni de' fanti in quadrati, di maggiore ampiezza che profondità, perchè occupassero della pianura il massimo spazio ; messi i bagagli tutti, animali da soma e carri, nel mezzo, seguiva egli co' suoi pretoriani e copriva il retroguardo. sostanza salicea, indi ricombinate dall'acqua filtrantesi versole interiori cavità della pietra, secondo le leggi di sua tendenza delle quali vediamo simili esempj, benché differentemente modificati in quasi tutte le pietre d'origine, 0 formazione acquea. Silex rudis, inacqualis, ochrà martiali interne inquinatus anucleis solidis bivalvium, et turbinatorum partim solidis, partim intus vacuis refertus. I bivalvi ch'io ci ho riconosciuto appartengono alla famiglia de'mituli; gli univalvi sono per lo più Turbinites longitudinaliter, et trans-versim striatus, tuberculosus. I varj strati delle sopraccennate pietre composte affettano peli' ordinario una giacitura orizzontale, e per tal modo disposti si trovano sulle piane altezze dei monti dove però talvolta si veggono anche naturalmente un poco inclinati. Il crudele governo che gli anni e le meteore hanno fatto degli strati più esposti alle intemperie non può a meno di invitare a pensarvi sopra seriamente gli Orittografi. Le vaste pianure ignude quasi affatto d'alberi, e di terra vegetabile non hanno altro suolo generalmente parlando in vetta del Carso che gli strati medesimi petrosi. Ma questi sono ben lontani dalla continuità loro primitiva ! Invece di formare un solido tutto d'un pezzo i Correvano a' fianchi le squadre de' cavalieri corazzati i lancieri maurusi 5) e gli arcieri orientali. Inoltre conduceva seco buon numero di cavalieri germani come alleati; perocché costoro poneva specialmente di fronte, affinchè sostenessero i primi assalti nemici, sendo essi al principio della battaglia animosi e audaci, ma quando si tratti di esporsi al pericolo, vili come barbari. Poiché lo esercito ebbe percorso tutta la pianura con bell'ordine e disciplinatezza, arrivò alla prima città d'Italia cui gì' indigeni chiamano Emà 6) : ella giace all' estremo lembo dolla pianura a' piedi delle Alpi. Qui s'incontrarono in Massimino le sentinelle avanzate e gli annunziarono che la città era vuota di abitanti, eh' erano tutti fuggiti dopo di avere appiccato fuoco alle porte de' templi e delle case, che aveau parte trascinato seco parte bruciato tutto quello che trovavasi nella città 0 nei campi, e che nè per gli animali da tiro nè per gli uomini rimaneano viveri di sorta. Massimino si compiacque invero della fuga improvvisa degli Italioti, sperando che gli abitanti di tutte le città avrebbero fatto così senz'aspettare il suo arrivo; ma l'esercito si cruciava molestato coni' era subito al principio dalla fame. Pernottarono adunque gli uni nella città in case senza porte e sprovviste d'ogni cosa, gli altri sul piano all'aperto, e insieme col levar del sole si avviarono solleciti verso le Alpi; catena lunghissima di monti cui natura elevò quasi baluardo d'Italia, d'un' altezza che oltrepassa le nubi, di sì estesa latitudine, che tutta Italia abbracciando si distende a destra fino al mar Tirreno, fino al seno Ionio a sinistra. E coperta di fitti boschi 1' uno accanto all' altro, come lo avranno formato una volta, sono essi divisi verticalmente in innnmerabili massi irregolari aderenti 1' uno all' altro pella base comune, ma superiormente divisi dalla erosione distruggitrice. Sembra che il mare gli abbia così traforati e corrosi : ma io non oserei di darne all'acque marine la colpa, quantunque le aguzze punte, le taglienti costole, e le traforature di quei sassi somigliano a quelle che si osservano talvolta lungo i lidi petrosi del mare. Mi sembra più probabile, che le pioggie, il sole, le nevi, i venti, i diacci congiurati abbiano lentamente lavorato su quegli strati, scomponendone a poco a poco le parti meno aderenti, e rispettando quelle che per essere state più intimamente compenetrate dalla deposizione delle acque petrificauti godono di maggiore continuità e compattezza. Ma se così fosse la cosa, qual serie di secoli si richiederebbe per operare una tal distruzione? Forse qualehe contrada dell' Arabia Petrea somiglierà alle ignude montagne e alle aspre pianure che trovansi al confine della Carniola; lo sconnettimento, la corrosione, lo squallore, la nudezza di questo tratto di paese fa orrore ; e somiglia alle descrizioni che i viaggiatori ci danne di quei deserti. {Continua) "Perchè del mondo alla pietà indiscreta Svelar quel nome che nel cuor mi suona ? Basti saper ch'ella mi fe' poeta. Idolo prima e poi real persona. » E mesto, soggiungeva quindi : "Tutto è sogno quaggiù; ma se v'è cosa Che ad un mondo miglior levi il desio, E il raggio d'una schietta alma amorosa,,, Ma ella è morta, continua, ed io contemplo lagrimaudo il suo sepolcro, e prego. Risposta fu questa degna del poeta e dell'arte; — di quell'arte nobile, sana, educatrice, che rifugge pudica, senza il manto della ipocrisia, dalle stracche lascivie del realismo moderno. Nel decennio 1837-1848 il Dall'Ongaro visse continuatamente a Trieste, nella quale città istruiva giovani delle più cospicue famiglie, e scrisse molte di quelle opere per le quali andò celebrato il suo nome in tutta Italia. In quel tempo a Trieste, centro naturale dell'Istria intera, fra i nascenti commerci che andavano popolando ed abbellendo questa novella regina dell'Adria, fiorivano i buoni stu-dj : Trie.-te mandava nel 1842 venti scienziati fra i 514 del Congresso di Padova, ed in quello dì Venezia del 1847 figurarono pure parecchi distinti istriani. 4) E mentre da un parte coltivavano i gravi studj di archeologia e storia Rossetti, il fondatore dell' Archeografo Triestino, Kohen, Kandler, Stancovich, Lugnani, dall' altra i cultori dell'amena letteratura sbizzarrivano il vario ingegno nelle colonne del periodico La Favilla, del quale il Dall'On — 5) Di Mauritania nell'Africa. — per Euiona (Lubiana). •4) Vulgo Emà e i passi di lei sono stretti e difficili a superare sia per dirupi scoscesi profondissimi sia per la scabrosità delle roccie: sono a vero dire sentieri fatti dalla mano dell' uomo, a gran fatica aperti dai prischi Italioti. Con grave ansia passò quindi 1' esercito, aspettando a ora a ora di vedersi occupate le alture e chiusi i passi ad impedirgli la marcia. E la preoccupazione e '1 timore erano fondati, quaudo pren-deauo a considerare la natura de' luoghi. 1) Situaeione: — Assassinato dalle legioni d'Illiria l'imperatore (222-235) Alessandro Severo, in quel giorno stesso, 19 marzo, fu da loro nominato a succedergli C. Giulio Vero Massimino, un barbaro, pastore di Tracia, di grande corporatura; il quale a sua volta nominò a Cesare (principe ereditario) suo figlio L. Giulio Vero Massimo. Massimino fatto entrare in senato da Aless. Severo, avea felicemente combattuto contro Persi ed Alemanni, onde i soldati lo amavano. La sua nomina fu riconosciuta perciò anche dal senato e dal popolo, perchè si temeva dell' esecito. Ma ne odiavano tutti la selvaggia crudeltà e l'immane avarizia. — Due anni dopo questi fatti, nel 237, viene proclamato imperatore Gordiano I, proconsole d'Africa e lo conferma il senato il 27 maggio ; ma battuto da Capeliano, comandante di Mauretania, si uccide. II figlio di lui, Gordiano II, cade in battaglia. — Al tempo stesso il malcontento contro la reggenza di Massimino fa che scoppi rivoluzione a Roma. Il senato elegge a imperatori i senatori Clodio Pupieno Massimo e Celio Balbino. Ma al popolo l'elezione non piace e costringe il senato a nominar Cesare il nipote di Gordiano I, poi Gordiano III. C'è terribile guerra civile fra pretoriani e popolo; parte di Roma va in fiamme. L'imperatore Massimo muove contro Massimino destituito dal senato. — Quindi quest' ultimo che al Reno combatteva con fortuna e valore contro i Germani marcia col proprio esercito verso l'Italia. — Di qui prende (e mosse la narrazione di Erodiano. — 2) Aurelio Antonino il Filosofo (v. 121-180, regnò dal 161 d. C.). „arn f„ ,ìnn fArljnf • - , , x La presente storia va fino a Gordiano III. V. nota gEU° « UD°, t , ™.ndaton> 6 chft durò dlecl preced. e 1'ultima a G. — Erodiano fu contemporaneo | ai?nl' na0 al Dicembre 1846 Questa Fa-ed anche partecipe agli avvenimenti ch'ei narra. — ! villa, colla Strenna Triestina di Francesco La sua esposizione è semplice e bella; ma per ciò Caineroni e coli' Archeoarafo del Rossetti KlS^S d^^Š era.H della letteratura periodica d'allora; — 3) Qualmente si è veduto nella uota 1. — 4) D'Italia. ceutro modesto di modesti lavoratori dell'intelletto, stringeva in piccola ma agguerrita falange i migliori ingegni del Veneto, del Friuli, dell'Istria5); vi collaboravano Carrer, Somma, Gazzoletti, Dall'Ongaro, Valussi, la Percoto, e fra gl' Istriani Orlandini, Antonio Madonizza, Francesco Combi, Besenghi, Fachinetti ed altri, scrivendo di morale, di patrie tradizioni e costumanze, di viaggi, di critica d' arte e d'artisti, novelle o bozzetti, ballate, odi, sonetti, canzoni. In questa stessa "Favilla il Dall'Ongaro incominciava la sua lunga via di giornalista, illustrando la sua provincia adottiva; fra le tante pagine di vario argomento, vi scrisse il Viaggetto nell' Istria, la Grotta di Corniate, la Gita sulle Alpi Giulie, 1' Arco di Riccardo 6); — mentre nelle ballate L' origine della bora, Il tiglio di Rojano, L arco di Riccardo, La Torre della Madonna del mare Il Solitario di Grigliano, cantava le leggende di Trieste e del suo territorio. 7) Ei scrisse ancora sulla provincia nostra le Tradizioni dell'Istria: il pozzo d'amore, ed il berretto di'pel di lupo, bozzetto quest' ultimo in cui descrive la uota sagra di Semedella presso Capodistria. 8) (Continua) Istria, 1880. G. P. De Franceschi. 4) Vedi gli opuscoli del Lugnani : Degli scienziati del Litorale al Congresso di Padova nel 1842 — e — Della partecipazione del Litorale nel Congresso scientifico di Venezia del 1847, 5) Ugo Sogliani, Tre precursori (Trieste, 1875). 6) Bibliografia istriana di C. A. Combi fCa-podistria, 1864). 7) La Memoria, strenna della "Favilla, (Trieste, 1844). 8) Tradizioni italiane, opera diretta da Angelo Brofferio (Torino, Fontana, 1847-50), vol. IV. Scrittori istriani viventi (Cont. V. i N.i 15 e 19 dell'anno V e 2 del VI). Ive (Dr. Antonio), scrittore istriano, nato a Rovigno nel 1851, fece i primi studii in *) Dal Dizionario Biografico in corso di stampa a Firenze, che viene pubblicato daf prof. De Gubernatis. — Riproduzioni autorizzate. DALL'ONGARO IN ISTRIA Quest'Istria, della quale fu già ospite Dante Allighieri e dove Petrarca invitava l'amico suo Boccaccio a goderne il dolcissimo clima, annovera fra coloro che la elessero a lor dimora, non breve, un uomo che lasciò incancellabile impronta nella letteratura del nostro secolo : Francesco Dall' Ongaro. Ei vi giunse nel modesto ufficio di precettore, giovane di ventisei auni, nel 1834, in cui lo troviamo a Parenzo, nella famiglia dei Marchesi Polesiui; e indossava allora l'abito del saserdote che più tardi svestì. Di questa sua dimoia a Parenzo, ove passava molte delle ore libere nella ricca biblioteca vescovile, egli stesso ci lasciò memoria in alcuni appunti autobiografici pubblicati dal De Gubernatis 1), ne' quali narra, fra 1' altro, col maggior laconismo, uua sua escursione nel piccolo villaggio di San Giovanni di Sterna. E il De Gubernatis 2) pubblicò pure alcune interessanti lettere che da Parenzo il Dall'Ongaro scrisse alla sua nobile amica, la Contessa Giulia moglie del Conte Tullio Dandolo di Venezia. Nel tempo che Dall'Ongaro visse a Parenzo, che fu dall'anno 1834 fino al 1837, egli visitò in lungo e in largo la nostra provincia ; e si spinse, più tardi sin sull'Alpe Giulia, dalle cui vette salutava il nativo Friuli. Capodistria lo ebbe ospite nel dicembre del 1834. Ne' primi auni della sua dimora in Istria egli provò tutte le gioje e i dolori di un puro amore. A questo amore vagamente alludeva in uu sonetto al Dall'Ongaro quel gentile e melanconico poeta che fu l'istriano Michele Fachinetti, chiedendogli se ideale o reale fosse statala donna cantata nella prima giovinezza 3). E il Dall'Ongaro, confessando all'amico un affetto vero e fortemente sentito, gli rispondeva: 1) F. Dall'Ongaro e il suo epistolario. Ricordi e spogli di Angelo De Gubernatis (Firenze, 1875). 2) Op. cit. 3) Poesie e Prose di Michele Fachinetti. Capodistria, 1865). patria sotto la direzione dell' abate Antonio Sponza. Nel 1869, compito il corso liceale a Capodistria, passò all'università di .Vienna, ove si dedicò, guidato dal Mussafia, alle classiche discipline, senza però trascurare lo studio della lingua materna, a cui accoppiò quello delle altre liugue neo-latine. Ottenuta nel 1875 la lacoltà d' insegnare l'italiano, il latino, ed il greco, si recò quale docente al Ginnasio-Liceo di Capodistria, ma non vi si trattenne che un anno, dacché alla fine del 1876 gli fu conferito uno stipendio di viaggio all' uopo di visitare le principali università estere, e fare tesoro di utili cognizioni, specialmente nel campo della filologia neo-latina. In Italia studiò successivamente presso 1' Ascoli, il Fle-chia, il Monaci, il Comparetti, il D' Aucona|: a Parigi fu allievo del Paris, del Meyer e del Darmesteter. Il primo suo saggio fu uua "Memoria sulla nobile famiglia Dalla Zouca, aggiuntivi alcuni Saggi della parlata di Dignano in Istria, (Milano, 1877). Sue ulteriori pubblicazioni: "Canti popolari istriani raccolti a Rovigno e annotati, (Torino, Loescher, 1877). Formano il quinto volume della "Raccolta di Canti e Racconti del Popolo italiano pubblicata dai professori Comparetti e D'Ancona; „Novelline popolari roviguesi,, (Vienna 1877); "Fiabe popolari roviguesi, (Ivi, 1878). In questo anno, 1879, il dottor Ive scoperse nella Biblioteca Nazionale di Parigi uu importante Manoscritto napoletano del secolo XIV, il Romanzo del Fioravante. Tale scoperta destò 1' attenzione de' dotti in modo che nel "Rap-port sur la Section des Sciences historiques et philologiques à 1' Eeole pratique des hautes Etudes,,, se ne fece cenno con queste parole (pag. 24, fine): "Il faut aussi citer le D.r „Ive, savant italien très-distinguè èlève de M. „Mussafia, qui est venu à Paris, et, qui du „premier coup a fait à la Bibliothèque Nazionale de Paris la dècouverte d' un Manu-,scrit italien fort important pour 1' histoire „de notre littèrature èpique en Italie; c'est „le Roman de FioravauLe.,, Presentemente egli ha in preparazione una "Raccolta di Proverbi istriani., — Ferrovia Trieste - Capodistria Non è da oggi che si parla della possibilità d' una congiuuzione ferroviaria della nostra città con Trieste. Tempo addietro correva voce d'un consorzio costituito coll'intendimento di studiare il progetto d'una ferrovia che con-giungesse Isola, Capodistria e Trieste, poscia d'altro tra Capodistria, Muggia e Trieste, oggi infine tra qui e Trieste. Questa volta, alla notizia portata dai giornali, tenne dietro il fatto degli studi di tracciamento, eseguiti lo scorso decembre da alcuni ingegneri delegati da un consorzio, a quanto dicesi forestiero. In una nostra passeggiata fino alla valle del Risano abbiamo veduto le guide del tracciato, le quali partendo dal punto del nostro vecchio castello vicino alle porte della città, fiancheggiano la strada postale, con una leggera variante verso le basse della collina di San Canziano, fino alle falde del monte di San Michele, e da colà (secondo quanto ci veniva riferito dalla gente di quei contorni, che frequenta giornalmente la strada di Trieste) le guide stesse prendono una doppia diramazione, per vincere in due modi l'erta delle Scoffie, scendono poscia nella cosidetta valle dei Zingari, attraversano quella di Zaule, e per le falde della collina di S. Andrea mettono capo al Campo Marzio. Vari sono gli apprezzamenti che si fanno sulla possibilità dell'attivazione pratica di questa linea, alcuni a suo favore, altri in contrario ; e fra questi, il più importante, quello della difficoltà di sostenere la concorrenza colla via di mare, dove un buon vaporetto ci porta in un ora a sbarcare nel più bel sito di Trieste. Tuttavia noi non disperiamo di veder attivata anche questa linea, che offrirà ad un largo tratto di territorio agricolo, un nuovo mezzo di sollecita, comoda e sicura comunicazione con un centro com' è Trieste, perchè in fatto di buone strade 1 risultati pratici hanno superato sempre le migliori previsioni. Ne sia prova, il rapido sviluppo di movimento per la via di mare con Trieste, iniziata nel 1868 con un piccolo vaporetto, affidato a malincuore, dopo ripetute istanze, dallo Stabilimento Tecnico Triestino al nostro capitano Guccione, ed ognuno ricorda come iu brevi giorni al piccolo fuma-juolo, ne tenne dietro un secondo più grande, e poi un terzo più grande, e poi un quarto più grande ancora, il quale, come oggi si trova, fa sempre buonissimi affari, ed iu certe epoche dell'anno, ai momenti delle raccolte campestri e delle belle giornate d' estate e d' autunno, corre su e giù stracarico di passeggieri. Che vi sieno da vincere molte difficoltà nella concorrenza con una via di mare, è un fatto incontrastabile; ma nel caso nostro bisogna pensare, che nel vasto territorio tra le due città non siamo noi i soli che giornalmente per vari bisogni concorriamo in quel provvido centro d'attività. Qualora la nuova strada ferrata ci portasse coli'eguale sollecitudine e senza maggior spesa, iu un buon punto di Trieste, noi riteniamo che coloro (e non son pochi, i quali non vanno a fidanza coi capricci del mare, muoverebbero auche da qui colla nuova strada, offrendo così ad essa (senza grave scapito del vaporetto) un primo contingente, il quale s'ingrosserebbe per via nelle varie stazioni. Nella valle del Risano convengono con facilità gli abitanti di parecchi villaggi, quali p. e. Cesari, Pobeghi, Bertocchi, De Cani, S. Antonio, Covedo, Antignano, Maresego, Tru-sche, Boste, Rosariolo, Cristoglie, Villadol, ed altri ancora. Da queste località, e dalle circostanti campagne, muovono ogni giorno per Trieste molte persone, le quali per accedere ora al nostro vaporetto devono fare ben maggior tratto di strada a piedi, ed approfitterebbero certamente (anche con una leggera spesa in più) della via, di terra, quando questa offrisse loro risparmio di tempo e di fatica. Neil' opposto versante il contingente (costretto oggi di recarsi a piedi a Trieste (verrebbe acresciuto con maggior probabilità coli' affluenza dalla dozzina di piccole borgate ; e più in là ancora nella valle di Zaule, discosta una buona ora a piedi da Trieste, non mancherebbero nuovi passeggeri dai non pochi villaggi che guardano quel versante, I calcoli che oggi si basano sul movimento di questi luoghi con Trieste, sarebbero certamente raddoppiati col fatto di una più comoda e rapida comunicazione, la quale d' altronde godrebbe (dopo 1' abolizione del porto franco di Trieste) di confronto alla via di mare, l'inapprezzabile vantaggio del libero scambio. Tra le favorevoli ipotesi, non va dimenticata la necessità in avvenire d' un maggior sviluppo industriale per Trieste; ed ognuno sa che il miglior fattore per una più facile produzione industriale è la forza motrice gratuita dell' acqua, la quale (con una rapida congiunzione ferroviaria) Trieste troverebbe si ! può dire alle sue porte nel nostro Risano. Ab- j biamo già in oggi la prova della convenienza j che trovano alcuue case di Trieste nel far: macinare granaglie ed altri materiali nei nostri j molini, facendole trasportare per la via di mare fino qui, e poi al Risano col mezzo lento e dispendioso del carriaggio coi buoi. E facile immaginare il progresso di questo lavoro, quando una diretta comunicazione diminuirebbe le spese di trasporto, con grande risparmio di tempo, e senza inceppamento del controllo doganale. E siccome all'utile va unito anche il dilettevole, non dobbiamo dimenticare che Trieste per la sua posizione topografica, chiusa a settentrione da alte e rocciose montagne che la separano per un lungo tratto di via dalle villeggiature del Friuli, troverebbe a preferenza pei necessari conforti della sua laboriosa po- polazione, aperto a due passi con un mezzo di comunicazione rapido e sicuro il nostro territorio sparso di ridenti colline, di bellissime campagne, dove non fa difetto per tutti i gusti e buon ria e acqua purissima e frutta prelibate e viuoaeccellente. Senza contare le altre molteplici combinazioni di movimento, che potrebbe attirare la nuova via anche dai siti più discosti, abbiamo voluto (tanto per tener desto l'argomento) enumerare i principali fattori che concorrebbero ad alimentarla; e chiudiamo facendo voti per la sua attivazione, dispiacenti soltanto di vedere queste imprese, che possono essere fonte di larghi guadagni (come ad esempio il vaporetto) cadere in mano di speculatori forestieri. Ma (lacchè il parlare qui di possibili associazioni potrebbe forse destare il sarcasmo del positivi, amiamo meglio darci in braccio all' incognito, lasciando che la poesia degli altri raccolga, more solito, i frutti delle migliori speculazioni nostrane. Comunque avvenga, noi saluteremo con giubilo quel giorno che una nuova comunicazione valga a stringere ognor più quei preziosi vincoli che ci legano alla nostra simpatica vicina. C—l. DI POESIE PER FANCIULLI. Necessità dell'aiuto divino. Chi senza Dio lavora, Fabbrica in su l'arena; L'opra è compiuta appena, Ed ecco si disfà. In ogni tuo lavoro Prega che Dio ti guidi; Egli, se a lui t'affidi, Propizio assisterà. Prima dello stadio. Alla mente bambina Che anela a bel sapere Infondi dalle spere 11 lume tuo, Signor: Fa ch'io conosca ed ami Il vero, il bello, il buono, Che quant'io posso e sono, Tutto consacri a lor. La Provvidenza. Coll'amorosa cura Di una tenera madre Veglia il celeste Padre D'accanto ai figli ognor. Numera i nostri passi, Considera i dolori, Le lotte interiori, Le angustie d'ogni cor; Ed avvicenda iu guisa La tempesta e il sereno Che l'uom non venga meno Per lungo sofferir. E le svariate fila Onde la vita ei tesse, Dirige a tal che in esse Lo avremo a benedir. *) G. Bennati. *) Si ha da taluni un'idea molto gretta della Provvidenza. La fanno consistere nella cura di somministrare all'uomo il nutrimento e il vestito, quasi non avessimo interessi più nobili degl' interessi del fiumento, o quasi il Signore non se ne desse pensiero, e la bisogna procedesse di tal maniera, sarebbe vero l'epigramma o, se si vuole, epifonema : F 6 «........... Gli Dei Sono gli spettator, la terra è scena, E noi siamo i buffon di chi essa è piena. „ IP g 69 8 (I g GU ( V. il N.ro 1 dell' anno VI e seg.) Sta connaturato nell'uomo il desiderio di piacere, e dovunque trovi un sorriso, lo ac- cetta per ricrearsi. Ma il suo amore puro sentito, resta inconcusso, anzi s'infiamma di più se nelle altrui leggerezze trovi un mezzo da far viemmaggiormente brillare la virtù del suo amore. — Si taccia di fiacco colui che non sa vincere le dure prove. Sta bene l'incoraggiante contumelia; ma non dimandereste per avventura con questo la dissimulazione del dolore? Se riuscirò a dissimularlo cesserò per questo di averlo? — Sarà l'orgoglio, sarà la vergogna di farmi vedere debole, che mi farà ridere anziché piangere, ma il dolore lo avrò sempre, col di più che mi sentirò prostrato dallo sforzo del violentare la natura.-- L'uomo nello stato di natura è disprezzato da tutti, perchè nou conosce l'arte di nasconde-e l'istinto. E sì che i più grandi filosofi coi loro sistemi volevano 1' uomo ridotto alla primiera semplicità! Lo facevano per convinzione, o per voglia che noi parlassimo di loio? Col progresso siamo giunti ad allontanaci tanto da queste massime, che ora le si leggono come i "Reali di Francia,. — Sovente nutrendo affetto per una persona la si taccia d' ingratitudine qualora la si scorga mancante di certe attenzioni, nè mai vi ha la ragionevolezza d'immedesimarsi nelle sue circostanze, per giudicare il suo procedere con giustizia. Da ciò si scorge che male armonizzano i ragionamenti conia voce del cuore.--L'amico è la persona più rispettabile. L'incivile non può essere un amico, perchè non ha essere ne rispettabile, ne rispettoso. — Chi sa amare la donna perdonandole i difetti, ha cuor generoso e feconda immaginazione ; ma guai all' incauto che non sa starne distante. — L' uomo che non sa trar partito da tutte le circostanze della vita, quali esse si sieno, e far suo prò delle lezioni della virtù e del vizio, non sarà mai capace d'un sano giudizio. — Guardatevi da quella specie di farisei che non sanno apprezzarvi che bugiardi, — Ecco il mistero dell'umano destino: La forza, la scaltrezza, 1' orgoglio, il despotismo cozzano per emergere a danno del debole. L'arte ed il potere vestono i fatti d'un interesse appariscente che orpella la brutta realtà. Intanto chi soffre nell' impotenza di reagire, finisce per convincersi che la causa di tanto male sia una potenza cieca, ineluttabile alla quale si sommettouo rassegnati. — Quanto più uno è infelice tanto più è conculcato. — L'egoista non sa far calcolo di nessun affetto? sopraffatto dal suo istinto non s'avvede di recar dispiacere a chi per sentimento d' amicizia gli prodiga attenzioni. Con la stessa avidità con che si procura interesse, rifiuta la gentilezza che non gli frutti vantaggio, e sempre ne invertisce il senso. — La donna che vuole medicare i tratti di sua leggerezza con simulata ingenuità, è uu essere dal quale potete aspettarvi le più veleuose ferite. — (Continua). AD ELDA. GIANELLI POETESSA TRIESTINA Delfica Progne, il carme tuo mi scosse Più ancor che di ammiranza, di paura. .. Ah, non sai quante Invidia abbia percosse Occulte ognor contro alma ingenua e pura? Dante, Torquato, Galileo qual fosse, Colombo, Romagnosi ... e qual tortura Dai coevi soffrir, noi sai ? . . Tue posse Va scardinando or fede, ahi, mal sicura! Qui '1 mio cor t'aprirei ... se quasi spento Non lo avesser !.. ma te vorrei regina Di quel fatai che insidiati sgomento. Deh, il credi, non ha il suol più alta rovina (Dopo il delitto) dell' orrenda arpia, Che addimandar sogliam Melancolia! Faremo, gennaio 1880. Prof. Angelo Monfalco». "Comitato rti beneficenza a vantaggio dei poveri di Trieste e dell'Istria,, (F. l'Appello nel N.ro prec.) Oggi abbiamo il piacere (toltoci l'altra volta per sbaglio d'impaginatura) di registrare nella Cronaca i nomi di quegli egregi Triestini che compongono tale Comitato ; li registriamo a notizia di chi desiderasse contribuire, perchè ciascuno di essi ha facoltà di ricevere offerte, ed allo scopo di indicarli alla riconoscenza dei beneficati. Sono i signori: Giorgio Afendulì; Filippo Artel li; Giuseppe Burgstaller; Luigi Borghi; Edoardo Boisde-Chesne; Giuseppe Basevi ; Cav. Ignazio de Bruii; Cav. Achille Carcassone; Cav. Dr. Romolo Calabi; Comm. Rosario Curro; Giorgio Covacevich; Buonaventura Cornas ; Cesare de Cpmbi ; Giuseppe Caprin ; Carlo Chiozza; Dr. Bartolomeo De Rin; Costantino A. Di Demetrio ; Federico Deseppi ; Francesco Dimmer; Cav. G. A. Economo; Giacomo de Eisner: Cav. Giacomo Fano; Alessandro Genel; Carlo F. Ganzoni-Guèbhard; Oscar Gentilomo; Carlo Girardelli; Francesco Glanz-maiin; Cav. Lodovico de Gutmannsthal Benvenuti ; Lodovico Herrmannstorfer; Cav. Carlo Hiitterot; Giacomo Jacchia di M. ; Francesco Kalister ; Konow Tonnes; Dr. Lorenzo Lorenzutti; Dr. Carlo I. Levy; Cav. Giuseppe M. Mauser de Marquardo; Baldassare Mimbelii; Comm. Marco Mor purgo de Nilma;Comm. Giuseppe Mulatti; Dr. Antonio Merli; Dr. Emilio Bar. Murpurgo; Cav. Felice Machlig; Dr. Alessandro de Trasferimenti. — Il 21 die. p.p. vennero | franca fino alla morte di Vittorio Emanuele, da Trieste trasferiti nell' i. r. Carcere di Gra- | edita e compilata dal Dr. Nestore Brnnori e disca i signori Alessandro Ragazzini e Sigi- Leopoldo Pozzesi. (L. Pozzesi edit. smondo Stella, condannati a due anni di carcere duro per reato politico — Dalla stessa città nella stessa carcere e per lo stesso motivo condussero nelle prime ore del 30 gennaio il sig. Attilio Morterra, condannato a 15 mesi di carcere duro. Censura teatrale. — (Indipendente. Trieste 27 gennaio). Rileviamo che 1' ufficio di revisione ha tagliato quattro versi al Messaggio del Cameroni, che verrà declamato questa sera al teatro Armonia, per onorare la memoria del compianto poeta drammatico. I versi condannati suonano : A sta scoverta, ho dito trami: perdona Cate! Semo fìoi d' una mare, latai da un stesso late, Anzi, se mal no zudico, semo più che fradei, Semo nassudi a un parto, semo fradei zemei. L' Aurora, il noto giornale triestino, fu sospeso iuterinalinente dall' i. r. Tribunale Provinciale con decreto del 28 gennaio u. d. Teatro Sociale. — Parecchi eccellenti lavori nazionali costituirono il repertorio della compagnia Piazza-, ma esso non iu tutto ambra: ne udimmo qualcuno d'oltre Cenisio, poco istruttivo e nulla castigato, perchè zeppo di allusioni, reticenze e conclusioni sfacciate. Certe nauseose lepidezze di quel teatro guasto, che tuttavia sfumano negli ambienti vasti, nel nostro teatrino invece — picciolino a Poggi-Sieua), Pag. 560 in 16° bonsi, circondario di classico. L. 5. Storia della letteratura italiana di Adolfo Bartoli. È pubblicato il II voi.: La poesia italiana nel periodo delle origini. !— Questo volume è dedicato: „A Carlo Combi di Capodistria"; (Firenze 6. C. Sansoni, editore). Fede, speranza e carità di Luigi Chierici, con prefazione di B. E. Maineri. (Roma, tip. del Senato). Scacchi. — (V. il N. prec.) Ecco la soluzione del Problema : la rechiamo per esteso, affinchè possano dilettarsi anche i principianti. Manussi; Alessio Paris; Giov. Batt de Preschern ; I tallt° da ,avere le Proporzioni di una sala da ' r>Anrnr00 7i Ann r\ r» r» 1 mmln il » J„1 Cav. Luca Pellegrini; Paolo Bar. de Halli ; Comm. Carlo Reinett; Costantino G. Ruchpani.; Edgardo Ra-scovich; Enrico Renner; Comm. Carlo da Rittmeyer; Cristoforo Scuglievich ; Cav. Carlo Marziale de Stalitz; Dr. Giov. Batt. Bar. de Schrinzi; Cav. Giorgio StrudthofF; Vittorio Saleui; Pietro Scaramangà; Adolfo Schwach-hofer; Camillo de Tiirk ; Dr. Giacomo Tonicelii ; Salvatore Ventura; Giorgio Voelkl; Dr. Felice Venezian; Angelo Venezian fu Felice; Leopoldo Vianello; Dr. Antonio de Volpi ; Felice Vivante ; Dr. Antonio Vi-dacovich. Illustrazione dell' anniversario (Almanacco Istorilo di M. Macchi — Anno 1875). Domenico Promis, uomo di tempra antica; culto modesto, ritroso, e conservatore nel senso più nobile della parola Fu bibliotecario del Re a Torino; membro dell'Accademia delle scienze; vicepresidente della Commissione reale dell' istoria nazionale. Avrebbe potuto avere anche altri officii, che gli vennero offerti dal governo o dalla elezione popolare; ma li rifiutò tutti con singolare fermezza. Quattro anni or sono ebbe dall'Istituto di Francia un premio assai invidiato per le pregevoli sue opere di numismatica. A lui devesi quella ricca raccolta di cose antiche che for-mossi a Torino sin dai tempi di Re Carlo Alberto. Il Promis morì in tarda età nella sua Torino, nei primi di febbraio. (1874) Trieste-Roma. — Cominciando da oggi, 9 febbraio, la corsa fra queste due città sarà abbreviata col seguente orario : Trieste, partenza: 4.15 1 C f 8-d 7 2 D g 6-e 6 + 3 T m. in e o T d4—d 3: R pr. D o A pr. D o R. pr. T B 2 T e 4-e 5: Gorizia arrivo: Udine „ Venezia „ Firenze „ Roma „ Udine al mare. pom. 6.27 „ 7.42 „ 11.35 „ 7.15 aut. 3.40 pom. — In questi giorni il consiglio superiore del Genio Civile a Roma in massima ha approvato il progetto di una ferrovia provinciale da Udine al mare. Scarcerati. — Il giorno 30 gennaio uscirono dalla locale i. r. Carcere i due giovarti Binder e Rezzini i quali per reato politico commesso a Trieste erano stati condannati a 14 mesi di carcere duro, dopo 6 mesi di detenzione preventiva. In aiuto delle loro famiglie e di quella del Meneghini (che tuttora sconta la pena pel medesimo e contemporaneo reato) vennero raccolti a Trieste fior. 1520. conversazione, e nel quale il pennacchio del carabiniere sorpasserebbe non poco il davanzale dei primi palchetti — tornano di grande tedio alle signore, tanto più a motivo delle irriverenti occhiate, che parte della platea lancia loro durante la fragorosa risata. Non è certo cavalleresco, e nemmeuo equo, il lasciare che ad una metà del pubblico-« alla più gentile, venga turbato il divertimento. Se 1' autorità politica ommette di praticare i dovuti tagli, eserciti una censura per conto proprio la società teatrale. A noi d'altronde, oltre che quali pro-prietarii del teatro, anche quali cittadini corre 1 obbligo di essere rigorosi in tale bisogna, poiché ospitiamo tanti giovanetti studiosi, che tra noi vengono a passare il periodo più delicato della loro vita. — Gli attori di maggiore importanza, nominati l'altra volta, continuano a J zelare. Alcuni di essi ebbero meglio ancora palesare doti artistiche. La signorina Zangheri, per esempio, riuscì egregiamente pure nelle parti drammatiche più ardue ; il Piazza ebbe dei momenti sublimi; la signora Bossi - Villa fu molto applaudita anche nel giocoso. Oggi poi, in esito alle recite successive, dobbiamo aggiungere la signorina Manetta Bossi, giovane generica graziosissima. — Sonarauo a vicenda Bandisti e Filarmonici, gli uui e gli altri j applauditi. Insieme ad alcuni pezzi della banda { cittadina (la quale durante il carnovale suonò ' varie volte all' aperto) pezzi composti dal suo valente maestro ravennate Gaetano Montanari, raccolse speciali applausi la bella marcia guerresca intitolata „Alpi Giulie", lavoro dell'altro maestro Montanari (Angelo) di Bologna, bau-dito dall' Austria, del quale si conserva qui memoria dolcissima. — E domani il così detto Carnovale darà gli ultimi tratti; ma iu mezzo alla comune tristezza, naturale effetto del malessere che ci opprime da tanti anni. — Ai nostri carissimi artisti, ora in procinto di abbandonarci, un addio di cuore. D c2 —d 3 : unica C 1 2 C d 7-b6 -j- 3 D c 2-e 2 unica o h 2 0 C h 6-g 4 0 1 2 D pr. T + 3 C ni. in f 6 D m. in e 5 3 T m. in c.5 D ni. in d6 D m. in e 5 T pr. T unica La Guida pei principianti noi degli scacchi di A. Seghieri, uscirà a Livorno verso la fiue del mese corr. giuoco J*ubl»lici ringraziamenti Il sottoscritto, a nome pure della famiglia, porge le più vive grazie a quei cortesi che nell'acerba sciagura a lui toccata colla perdita dell'amata consorte LUIGIA, gli procurarono conforto onorando di accompagnamento la di lei Salma. Capodistria, 3 febbraio 1880. Giorgio de Baseggio fu Bortolo. La dolente firmata famiglia, conipenetrata da ibbero occasione di viva gratitudine, ringrazia di sentito cuore, tutti quegli le loro particolari , gent<'' Signori, che si compiacquero di accompa-rinn ZnMnhori no,- gU!"'e all'ultima dimora la salma dell'amato ed indimenticabile fratello, cognato e zio Luigi de Posarelii nobile de Mersperch Capodistria, li 4 febbraio 1880. Giuseppe ed Anna de Posarelii e figlie. LIBRI RECENTI Bacconti di Achille Astori. (Genova, tipografia dei Sordo-Muti). I personaggi dei racconti sono maestri elementari; e vi sono nozioni di pedagogia pratica. La storia antica in Oriente e in Grecia Nuove conferenze di Ruggero Bonghi. (Milano. Tre ves). Storia d'Italia dalla pace di Trapassati nel mese di Gennaio 1880 1. L T. (carcerato) d'anni 44 da Tribali (Dalmazia) — 2. G. G. (carcerato) d'anni 64 da Paugnano (Istria). — 4 Apollonia Micalich d'anni 25 da Ocisla (Istria). -- ti Giuseppe Covacich fu Andrea, d' anni 73, da Trieste. — 8 Elisabetta Lonzar moglie di Giulio d'anni 34. — 14 G. B. (carcerato) d'anni 23 da Bao (Istria). 15 Maria Steffè di Giovanni d'anni 53. — 23 N. L. (carcerato) d'anni 37 di Ristagno (Dalmazia); Nazario Marsich di Giorgio d'anni 42. — 24 Giovanni Medizza d'anni 60 da Lazzeretto. — 25 F. G. (carcerato) d'anni 40 da UmljanovÌ9 (Dalmazia). 28 C. S. (carcerato) d'anni 33 da Bilis-sana (Dalmazia). Più 15 fanciulli sotto 7 i anni. Matrimonii celebrati nel mese suddetto 7 Matteo Rasman e Auna Flego. — 12 Stefano Lonzar e Domenica Minca. — 17 Giuseppe Minca e Angela Cepich. — 21 Nazario Parovel e Maria Viola. — 24 Pietro Steffè e Anna Minca. — Antonio Pellegrini e Lucia Verginella. Corriere dell' Amministrazione (dal 22 p.p. a tutto il 6 febbraio corr.) Antignana. Felice Depiera (V e VI anno). — Trieste. Guglielmo Ceredoni (VI anno). Emendamento. — V. il N.ro prec., IV j pagina, I colonna, prime righe : non Giovanni Villa- ' Brutti, ma Giovanni Bratti.