Michele Prandi - Gaston Gross - Cristiana De Santis, La finalità, Strutture concettuali e forme d'espressione in italiano; Biblioteca deIl'«Archivum Romanicum«, Serie II: Lingüistica, 56; Leo S. OIschki Editore 2005; 364 pagine 1. Malgrado l'immensa produzione scientifica odierna, che non consente più una evidenza di tutte le pubblicazioni, il sottoscritto recensente osa constatare di non conoscere altre opere che con uguale competenza e profondità trattino tutti gli argomenti collegati con il concetto di finalità. Una buona parte del volume è stata tradotta dal francese, ad opera di Cristiana De Santis (Introduzione e i capitoli I-V e XI-XII). 2. La struttura del volume è la seguente: dopo la breve Premessa (9-15: le fonti e i collaboratori) si legge l'Introduzione: La finalità nell'espressione e nel pensiero spontaneo (17-28: i limiti délia finalità, la sua espressione e l'estensione dal mondo vegetale all'azione umana). Segue «la parte del leone» del libro, i capitoli (29-338), sui quali ci soffermiamo nel § 3. La Bibliografía occupa le pagg. 339-353 (più di 330 items!) e al termine del volume troviamo tre Indici: degH autori (355-357), degli argomenti (359-362) e dei relatori finali [tutti i mezzi linguistici capaci di partecipare all'espressione délia finalità] (353-364). 3. Succinta rassegna délia materia dei singoli capitoli: I. L'analisi delle relazioni transfrastiche: una scelta di método (29-70): si menziona una serie di concetti e termini, le relazioni transfrastiche, i tipi di subordinazione, il rapporto fra le strutture grammaticali e semantiche, le interpretazioni di strutture giustapposte {bricolage) e vari altri argomenti che sarebbe impossibile enumerare tra la grammatica delle rególe e quella delle opzioni (varie possibilità di esprimere un dato contenuto), e non manca nemmeno uno sguardo diacronico (p. 63). Fondamentale per tutto il libro è il passo a p. 57, che citiamo per intero: L'idea di fondo di questo libro nasce dalla constatazione che una relazione come ilfine ammette centinaia di forme di espressione diverse, perfettamente intercambiabili dal punto di vista délia legalità grammaticale, che il parlante sceglie in funzione dei suoi progetti espressivi e communicativi. Se vediamo bene, si allude alla pragmtica, che del resto permea tutto il volume, e a ragione, dato che la pragmatica è una delle discipline al centro délia lingüistica odierna. - II. Questo capitolo, intitolato Dalla locuzione ai predicati nominali (71-91), analizza le locuzioni e i loro membri costitutivi: le preposizioni, i sostantivi e le loro determinazioni, le forme delle frasi finali, lo statuto sintattico del sostantivo, le forme del predicato, i verbi supporte, altre forme del predicato, lo statuto sintattico délia subordinata, infine la prospettiva comunicativa. Intéressante e importante l'affermazione a p. 87: le finali consistono no di due ma di tre frasi: la principale, la subordinata e «la frase che si nasconde dietro la locuzione congiuntiva e traduce l'idea che l'azione compiuta dal soggetto umano ha come fine desiderato lo stato di fatto rappresentato dalla subordinata». Aile prospettive comunicative (dislocazioni) sono dedicate le pagg. 90-91. - Il cap. III porta il titolo Struttura concettuale délia finalità: causa, motivo, fine (93-127) e si dedica all'analisi, approfondita e dettagliatissima, dei tre concetti che figurano nel titolo e délia differenza 18 lógica necessaria. Il motivo, entità che si situa tra cause ed effetto (fine), spiega l'azione, la causa spiega il fenomeno (96). Vengono esaminati anche i concetti pragmáticamente pertinenti sul piano discorsivo (102). Assai intéressante è il sottocapitolo sul «motivo del dire e del pensare» (114-117), in cui si tratta la frase causale che argomenta una constatazione (ad es. Giovanni è uscito, perché il garage è vuoto; 114). Poi si discutono varie condizioni logiche nelle espressioni di un fine, la frontiera tra previsione e intenzione (119) e determinati altri argomenti logici. - Il capitolo IV porta il titolo L'espressione déliafinalità nella frase complessa (129-150) e consiste nellapresentazione (sottile e molto dettagliata) dei diversi aspetti délia finalità nelle sue sfumature. Le forme finali e causali esprimono in sostanza la stessa struttura: un motivo coincidente con una intenzione (130, nota). Due aspetti della differenza tra causa e fine: orientamento temporale opposto e dosaggio di contenuto (esplicito e implícito). Essenziale è la differenza tra strutture semantiche e concettuali (136, nota). Alia pag. 157 si legge un interessantissimo confronto con certi dipinti (Caravaggio vs. quadri surreali). Alia pag. seguente si discutono i confini della finalità.- Il titolo del V. capitolo è Tipología semántico dei predicati di fine (151-166), il tema sono le possibilité di selezione dei sostantivi (nulla/iperclassi/spettri più ristretti). Dopo uno sguardo su quanto dicono i dizionari e le grammatiche, si citano i predicati appropriati e le propriété comuni a tutti i predicati di fine (con sottili analisi di varie classi e sottoclassi). - Nel VI capitolo (I sostantivi locativi, 167-193) gli autori si occupano dei nomi di luoghi, che per metafora possono esprimere il fine. Essi non denotano necessariamente soggetti umani, e il soggetto della principale non deve essere idéntico a quello della subordinata (dipendenza da verbi causativi). In seguito si citano esempi con scopo (168-176), obiettivo e oggetto (176-181), fine (181-186), finalità (185-189) e altri sostantivi/locativi (189-192). Le conclusioni sono alie pagg. 192-193. Il corpus analizzato è dato dagli esempi della stampa e affini, il che costituisce una sensibile differenza dai capitoli precedenti. - Il cap. VII è dedicato aIpredicati dipercezione (195-205), dunque i predicati appartenenti alia vista. Una distinzione fondamentale è quella fra la percezione volontaria (guardare) e involontaria (vedere). Sono privilegiati i sostantivi che cambiano la percezione visiva con l'organizzazione dello spazio. Vengono analizzati i nomi vista, prospettiva, ottica e mira, e la combinabilità dei sostantivi con verbi ed aggettivi, nonché le strutture esplicite ed implicite. Gli esempi sono desunti in prevalenza dalla prosa recente, ma in certi casi dai testi del XIV secolo. - Relativamente lungo è il cap. VIII (/predicati di intenzione, 207-242), in cui una serie di nomi sono sottoposti all'analisi dai punto di vista della finalità. In queste frasi il soggetto deve essere umano (207), ci sono differenze semantiche (ib.), i sostantivi sono disposti lungo una scala (motivazione, energía), il prototipo essendo beninteso il nome intenzione (208). Anche in questo capitolo l'analisi è accompagnata da considerazioni sintattiche (verbi appropriati, aggettivi). Il riassunto occupa le pagine 241-242. - II cap. IX (I predicati di sentimento, 243-275) inizia con la constatazione che «La finalità puó essere espressa anche da nomi di sentimento» (243), ma i nomi orientati retrospettivamente, tuttavia, non hanno tali possibilité. Il sostantivo è 19 un ponte fra un'azione umana (principale) ed il risultato (subordinata finale). Anche in questa pagina l'analisi dei sostantivi è completata dal solito esame sintattico (preposizioni usate, verbi appropriati, aggettivi, costrutti impliciti/ espliciti). — A Le preposizioni e le congiunzionifinali dell'italiano è dedicato il penúltimo, X capitolo (277-308). Le preposizioni hanno un contenuto semántico autonomo e una funzione relazionale (277), la principale essendo per, che denota uno scopo non ancora realizzato (279). Le altre preposizioni analizzate sono, a, di, da e in. II capitolo si chiude con il solito sguardo riassuntivo. -L'ultimo dei capitoli numerati (309-314) porta il titolo Finalità e artefatti ed esamina - con interessanti commenti sintattici - i concetti attrezzo, strumento, apparecchio e macchina, e aggiunge alcune considerazioni sulla sintassi dei luoghi (distinzione tra luogo e locale), tempi, fini, nonché le differenze tra artefatti astratti, animali e umani. - II capitolo terminale, cioè le Conclusioni, tratta II fine nella categorizzazione dell'azione (315-338). La finalità diventa teología (315), ci sono due ordini di conclusioni sulla libertà (317 sgg.), azione, finalità, interpretazione (319 sgg.), causa e teología (ib.), finalità analítica e finalità sintética (325 sgg.), struttura concettuale dell'agente (327 sgg.), la catena implicativa intenzione —► coscienza—» libertà e responsabilité la sfida del desiderio e dei sentimenti (331-338), (sottocapitolo particolarmente denso di lógica e filosofía). 4. In conclusione, sottolineamo l'enorme ricchezza della materia trattata nel libro recensito; esso è il punto d'incontro della lingüistica odierna (sintassi, semantica e pragmatica; cfr. La miscellanea Pragmantax, pubblicata una diecina d'anni fa in Germania!) con la lógica, la filosofía, la psicología, l'antropologia e le scienze della comunicazione. II versante gráfico è impeccabile, gli errori grafici pochi e innocui; soltanto la formula Si noti (che) con la sua ripetizione crea una certa monotonía. Insomma, La finalità di Michele Prandi, Gaston Gross e Cristiana De Santis è un'opera che fa onore agli autori nonché alla illustre Casa Editrice Leo S. Olschki. D'ora in poi, è un manuale impreteribile in qualsiasi studio della lingüistica generale dei nostri tempi, che non dovrebbe mancare in nessuna bibhoteca dedicata al citato vastissimo dominio scientifico. 20