BANCA DI CREDITO DI TRIESTE TR2ASKA KREDITNA BANKA FILIALA ČEDAD Ul. Carlo Alberto, 17 MOJA BANKA novi tednik Slovencev videmske pokrajine ČEDAD / CIVIDALE • Ul. Ristori 28 • Tel. (0432)731190 • Fax 0432/730462 • Poštni predal / casella postale 92 • Poštnina plačana v gotovini / abbonamento postale gruppo 2/70% • Tednik / settimanale • Cena 1200 lir št. 45 (594) • Čedad, četrtek, 19. decembra 1991 bčIkb BANCA Dl CREDITO Dl TRIESTE TR2ASKA KREDITNA BANKA FILIALE Dl CIVIDALE Via Carlo Alberto, 17 MOJA BANKA CELEBRATI DOMENICA A S. PIETRO I 25 ANNI DEL QUINDICINALE CATTOLICO DOM Un passo avanti per due Biasutti e Peterle a confronto su minoranze e collaborazione Il quindicinale cattolico bilingue Dom ha festeggiato domenica a S. Pietro i suoi venticinque anni. Non un'autocelebrazione, saggiamente, ma l'occasione per un confronto su due temi di straordinaria rilevanza per la nostra zona di confine: la tutela delle minoranze e le prospettive di collaborazione tra Slovenia e Friuli-Venezia Giulia. Più che un convegno od una tavola rotonda, si é trattato di un vero e proprio "faccia a faccia" tra i principali protagonisti del nuovo dialogo: il presidente del governo sloveno Lojze Peterle ed il presidente della Regione Adriano Biasutti. E' stato un confronto aperto, senza timori e preconcetti. Biasutti ha definito necessaria la legge di tutela degli sloveni in Italia (come quella degli italiani in Slovenia e Croazia), chiedendo gradualità e realismo riguardo la differenziazione di tutela per la provincia di Udine. Nessuna discussione sui confini - ha detto poi -ma rinegoziazione dei vecchi trattati con la Jugoslavia, che non esiste più. Peterle si é espresso sulla stessa lunghezza d'onda, definendo però ingiusta la diversità di tutela. Riguardo la collaborazione tra Slovenia e Friuli il più incisivo é stato Biasutti, che ha spronato il governo sloveno a creare le condizioni economiche per porsi in sintonia con l'Occidente. Prima di questo incontro mons. Marino Qualizza ha celebrato nella chiesetta di S. Quirino una messa in sloveno. E’ stata anche deposta una corona d'alloro in onore dei caduti delle guerre. Un gruppetto di una trentina di fascisti ha manifestato davanti al municipio di S. Pietro, inneggiando all'italianità delle Valli. Per loro poche parole: che tristezza, signori, che tristezza, (mo) leggi a pag .2 /•Tdnhro naših I I * * 7, Vesel Božič ! Buon N Un momento dell'incontro tra Peterle e Biasutti, ai centro del tavolo dei relatori La nostra brava Cener Spero di non rendermi troppo noioso ai lettori se torno ancora sull'argomento della scuola bilingue di S. Pietro al Natisone. Cerco di giustificarmi con il fatto che per la nostra importante istituzione non è stato, il 1991, un anno di "routine ", di normale amministrazione, ma un anno molto produttivo per il futuro della scuola, per vari aspetti non solo di carattere interno, ma aspetti che hanno portato un grosso problema della minoranza slovena nelle sedi istituzionali di alto livello. Riferisco sinceramente: 1 anno 1991 si era aperto su uno scenario particolarmente oscuro, perchè su molti problemi gravavano non pochi interrogativi di ordine funzio- enečanski kulturni dnevi peter - Občinska dvorana etek 20. decembra - ob 18. r. Matjaž Kmecl, literarni godovinar, redni profesor a Univerzi v Ljubljani, član redsedstva republike Slo-enije literatura v NASTAJANJU SLOVENSKEGA NARODA Študijski center Nediža naie, finanziario e di vario ordine. Nel corso del 1991, lo constatiamo oggi, si sono sciolti nodi alquanto intricati. Per questo l'anno che sta per finire ha portato ottimi frutti. Voglio prima di tutto ricordare 10 stato di semilegalità della scuola materna bilingue a causa del diniego della presa d’atto (premessa all'ottenimento delle sovvenzioni pubbliche) da parte del provveditorato agli studi. Il ricorso contro il decreto del Provveditore rivolto al Presidente della Repubblica dal nostro istituto aveva oltrettutto lo scopo di evitare provvedimenti amministrativi contro il proseguimento dell'attività didattica. Invece il Consiglio di Stato ha riconosciuto in pieno la leggittimità del funzionamento della nostra scuola e dell'istruzione slovena nella nostra provincia. 11 Presidente della Repubblica ha firmato il decreto, che dava torto al provveditorato agli studi di Udine e ragione a noi. Questa é stata la necessaria premessa a quanto è seguito ed una garanzia per l'attività del centro. Ogni altra sollecitazione non avrebbe avuto seguito senza il pezzo di carta firmato dal presidente Cossiga. Nel gennaio 1991 è stata approvata la legge sulle aree di confi- Paolo Petriclg segue a pagina 6 : UNA RIFORMA PER LE ORGANIZZAZIONI SLOVENE DELLA PROVINCIA DI UDINE Perché Zveza Slovencev? Prišel je čas, da vsi Slovenci iz Benečije, Rezije, Terskih in Nediških dolin, ki smo sprejeli predlog o ustanovitvi Zveze Slovencev videmske pokrajine, stopimo na dan in se udeležimo prvih volitev po novem sistemu. Kot ste bili informirani na sejah po društvih in organizacijah se bo glasovalo prihodnji teden vse do konca leta. beri na strani 8 L'associazionismo sloveno nella provincia di Udine non é di ieri. E' un dato che appartiene alla storia recente della Slavia friulana: risale più o meno all'ultimo quarto di secolo, a parte il circolo “Ivan Trinko" che ha una storia quasi quarantennale. Alla fine degli anni Sessanta e all'inizio di quelli Settanta vi fu quella che venne definita la fioritura culturale con altri sviluppi successivi. Al circolo culturale “Ivan Trinko" va il merito di aver portato avanti con successo, nel pieno della lunga campagna antislovena, numerosi programmi della minoranza. Da queste premesse intrapresero il loro cammino nuovi circoli, associazioni, organizzazioni economiche e degli emigranti con una attività che si dispiegò in tutto il territorio. Paolo Petricig segue a pagina 8 Čas da Rezijani dobijo svojo slovnico je dozorel Mednarodni posvet, ki sta ga v Reziji od 11. do 13. decembra v Rozajanski kulturski hiši pripravila občinska uprava in Videmska pokrajina pod pokroviteljstvom Predsedstva Dežele Furlanije-Julijske krajine, je potrdil, da so časi zreli za sestavo rezijanskega pravopisa. Posegi uglednih in priznanih strokovnjakov na tem področju so v bistvu uresničili željo prirediteljev, predvsem samih Rezijanov, da bi dobili svoj pravopis in s tem nekako uzakonili svojo govorico. Rezijanski župan Luigi Paletti je v svojem uvodnem posegu seznanil goste in same strokovnjake s pobudami, ki so jih doslej pripravili v želji, da bi ohranili pri življenju domač jezik, ki ga danes govori nad 80 odstotkov previbalstva, razume pa ga nad 90 odstotkov Rezijanov. Tudi ti podatki so vzpodbudili Občino in šolske oblasti, da so začeli z uvedbo rezijanščine v šolah, kar mislijo tudi nadaljevati. Po anketi, ki so jo izvedli med 29. učenci, so izvedeli, da kar 20 beri na strani 3 I Priznanje Slovenije Evropska skupnost se je vendarle odločila. Slovenijo in Hrvaško bo namreč priznala 15. januarja prihodnjega leta. Točneje povedano, na ta dan bo priznala vse tiste republike bivše Jugoslavije, ki bodo to zaprosile in do 23. decembra tudi se zavzele, da bodo spoštovale celo vrsto notranjih demokratičnih načel in mednarodna določila. Do 15. januarja bo posebna arbitražna komisija, ki jo bo imenovala Evropska skupnost, ocenila te prošnje in predvsem ugotovila, če prosilci bodo iz beri na strani 6 novi matajur PER I 25 ANNI DEL DOM UN CONFRONTO TRA BIASUTTI E PETERLE SU MINORANZE E COLLABORAZIONE Un passo avanti per due Monsignor Qualizza lo ha definito un incontro "storico". Anche usando le virgolette, non si può non dare la dovuta rilevanza all'incontro tenutosi domenica nella sala consiliare di S. Pietro tra Lojze Peterle e Adriano Biasutti in occasione della celebrazione dei 25 anni del quindicinale Dom. "Sentiamo che la nostra sopravvivenza é in pericolo - ha detto mons. Qualizza, direttore del periodico, nel suo intervento introduttivo - ma contiamo sull'apporto di forze nostre amiche". Un appello che fino a pochi anni fa non avrebbe trovato risposta, e che invece é stato raccolto da entrambi i presidenti: con le parole, per ora, ma anche con la seria intenzione di farle diventare presto realtà. Sul problema delle minoranze Biasutti ha detto che "é il momento di far lavorare i rispettivi parlamenti, evitando però parallelismi sul grado di tutela, che deve riferirsi al proprio modello costituzionale". La minoranza slovena necessita di una legge di tutela perché "ha bisogno dell'uso della lingua, della valorizzazione della propria cultura ", e cosi per la minoranza italiana in Slovenia e Croazia. "Non vanno posti in discussione i confini - ha poi affermato - ma rinegoziati i vecchi trattati internazionali sottoscritti con la Jugoslavia, che non esiste più". Sulla diversità di trattamento tra la provincia di Udine e quelle di Trieste e Gorizia, Biasutti ha detto che "occorre procedere con gradualità e realismo". "Gli italianissimi - ha continuato riferendosi alla manifestazione fascista che si stava svolgendo fuori dalla sala consiliare - con la logica abituale dell'insulto dimenticano che se i loro padri non avessero prodotto quella guerra inaudita, non sarebbe esistita neanche la Jugoslavia di ieri, che ancora oggi genera morti". Sul riconoscimento di Slovenia e Croazia, Biasutti ha detto di non capire il no di quegli Stati che si sono sempre battuti per la libertà e democrazia. Secondo il presidente del governo sloveno Peterle il problema delle minoranze si potrebbe risolvere semplicemente, solo se esistesse rispetto per le lingue, per le differenze. "Tutte le tensioni - ha detto - sono invece legate alle ideologie. Questi luoghi hanno vissuto due tipi di totalitarismo, quello fascista e quello comunista, ed é molto difficile eliminare spettri che durano da 50 anni". Sul grado di tutela per gli Sloveni in Italia, Peterle si é detto contrario ad una diversificazione. "Le differenze non esisterebbero - ha affermato - se tutti gli Sloveni avessero avuto pari possibilità di sviluppo". Dalla considerazione del presidente sloveno che "lo status delle minoranze sarà un elemento che darà tono ai rapporti tra i due Paesi" si é passati alle riflessioni sui rapporti economici tra Slovenia e Friuli. Biasutti ha spronato i vicini a creare infrastrutture, servizi, mentalità e cultura per creare una produttività a livello europeo. "Dopo la recente guerra - ha affermato - la Slovenia é tornata agli anni '70, ma saprà recuperare". Ecco la fattiva collaborazione: "Dovremo costruire insieme strade, autostrade, ferrovie, telematica, integrare i porti. La Slovenia deve creare le condizioni per far crescere una società in cui chi ha in mano le leve della produzione sia il cittadino che diventa imprenditore". A questo prò, secondo Biasutti, saranno utili la legge sulle aree di confine, "se la Cee non continuerà a dimostrarsi miope", e la legge sulla cooperazione nel Centro-Europa, con la possibilità di nuove joint-ventures. Peterle ha illustrato l'attuale momento economico in Slovenia: "Introdotta da due mesi la nuova moneta, riteniamo che in gennaio l'inflazione possa scendere sotto il 10%. Stiamo preparando la legge sulla privatizzazione, mentre a fine gennaio saranno pronte le nuove norme sul regime doganale. Sarà il sperato riconoscimento a fornire le condizioni formali - ha continuato - per la collaborazione con i Paesi vicini". Tra questi, ovviamente, il Friuli, in cui esistono partners corretti. "In questa nuova tappa - ha concluso Peterle - sarà privilegiato chi conoscerà entrambe le lingue". Un mezzo sorriso, una risposta a tanta ignoranza. Michele Obit Una parte del pubblico Intervenuto alla tavola rotonda Monsignor Qualizza ed il premier sloveno Peterle Predsednik Kučan gost KD Gorica Predsednik Predsedstva Republike Slovenije Milan Kučan je bil v soboto popoldne na Goriškem. Uglednega gosta so najprej sprejeli profesorji in dijaki novega šolskega centra v Gorici, kasneje pa slovenski župani, ki so se z njim srečali v Sovodnjah. Zastopstvo Slovencev v Italiji je gosta seznanilo z vrsto odprtih vprašanj naše narodnostne skupnosti. V odgovor na izstavljene argumente je Milan Kučan podprl prizadevanja za zakonsko zaščito naše manjšine ter se obenem zavzel, naj bi tudi italijanska skupnost v Sloveniji uživala vse pravice, ki ji pritičejo po mednarodnih dogovorih in sami slovenski ustavi. Svoj obisk na Goriškem je predsednik Kučan sklenil v Kulturnem domu, kjer je prisostvoval koncertu orkestra RTV Slovenije ob 10-letnici odrptja tega kulturno-športnega središča v mestu. Ob tej priložnosti je izrekel priznanje usmerjevalcem dejavnosti v domu in vsem goriš-kim občanom, ki so znali ustvariti kulturo medsebojnega spoštovanja in sodelovanja. Ta kultura, je bil še mnenja Milan Kučan, je značilnost in odlika Gorice. Udeležence slavnostnega večera v Kulturnem domu so pozdravili še njegova predsednica Nada Komjanc, župan Gorice Antonio Scarano in predsednik Slovenske kulturno-gospodarske zveze Klavdij Palčič. Za to priložnost je uprava KD izdala tudi priložnostno brošuro o goriškem središču ter informativni bilten, ki priča o bogati dejavnosti, ki se je v teh letih razvila. Manjšinska tematika na seji SKGZ v Špetru V špetrski občinski dvorani so se v ponedeljek zvečer zbrali člani Glavnega odbora Slovenske kulturno-gospodarske zveze. Ob zadovoljivi udeležbi je predsednik Klavdij Palčič v svojem poročilu ocenil najpomembnejše trenutke, ki so karakterizirali dogajanje zadnjih mesecev. Med temi sodi prizadevanje za dosego zaščitnega zakona, ki je in ostane primarni cilj naše skupnosti. S tem v zvezi se je Klavdij Palčič dotaknil tudi zakona za obmejna področja, ki zagotavlja slovenskim kulturnim institucijam določeno finančno pomoč. Predsednik SKGZ je spregovoril tudi o vprašanjih, ki zadevajo sodelovanje in dogovarjanje z drugimi zamejskimi organizacijami ter samo notranjo reorganizacijo. Pred samo razpravo je glavni urednik Primorskega dnevnika Dušan Udovič poročal o težavah znotraj ZTT, ki so prisilile vodstvo, da je šlo na pot odpustov tako v vrstah novinarjev kakor tudi v drugih delavskih sektorjih. V sami razpravi je bil dan poudarek vprašanju porazdelitve sredstev iz zakona za obmejna območja, ki po mnenju nekaterih ni upošteval realne stvarnosti predvsem v ljubiteljski kulturi. Beseda je tekla tudi o zakonu za Kras ter o prizadevanjih za uveljavljanje slovenske besede v javnih organizmih. V sklepnem delu razprave pa so se prisotni seznanili z vprašanjem reorganizacije znotraj SKGZ. O tem bo govora na naslednjem Glavnem odboru, ki bo februarja meseca prihodnjega leta. Na sliki: z zasedanja Glavnega odbora SKGZ v Spetru Vlečni konji slovenskega gospodarstva? Nova Gorica, 16. decembra. Pravzaprav je kar velika sreča, da Slovenija še nima tržnega sistema, da je delničarstvo v povojih in da je ljubljanska borza bolj simbolične narave. Si predstavljate, koliko bi bilo sicer v teh dneh "črnih petkov", kakšne nenadne sunke bi beležile delnice zaradi en dan trdnih zagotovil o predbožičnim priznanjem Slovenije s strani večine evropskih držav, drugi dan zaradi priprave resolucije OZN, ki dejansko izobčuje države, ki bi Slovenijo (in Hrvaško) priznale, tretji dan pa se sprejme resolucijo, ki sicer ni najbolj stroga, vendar dovolj nenaklonjena Sloveniji, da bi se ljudje delnic prej hoteli znebiti kot da bi jih iskali. Ko sem se še pred dobrim letom pogovarjal z bolj izkušeni- mi na področju financ o vlečnih konjih slovenskega gospodarstva so vsakomur prišla na misel vsaj tri podjetja: Elan, Zdravilišče Rogaška slatina in Pivovarna Laško. Takrat bi bili tudi vsi pripravljeni vlagati svoj denar v delnice teh podjetij. Kmalu za tem se je Elan sesul: na trgu je resda dobro stal, toda za podobo uspešnega podjetja so kovali osebni dobiček preštevilni špekulanti in tako spravili na kolena firmo, ki je bila dejansko pomemben del slovenskega nacionalnega ponosa. Elan so bile zmage v svetovni smučarski areni, je bil Stenmark in Križaj, Jure Franko in Mateja Svet. Z Elanom še vedno ni vse jasno, razen tega, da letos noben tekmovalec ne zmaguje več z Elanovimi smučmi, da tekmovalci celo prehajajo z novih smuči na starejše modele. Prejšnji teden se je odvila še nepojasnjena afera, pripor stečajnega upravitelja Elana Trillerja in verjetno bi sedaj težko našli uravnovešenega delničarja, ki bi stikal za Elanovimi delnicami. Drugi slovenski nekdanji narodni ponos, čigar delnice bi bilo danes vredne manj kot piškavi orehi, so slovenska "krila", Adria Aviopromet. Slovensko letalsko podjetje je boleč opomin, da ima zvezna vlada še vedno dovolj moči, da lahko stre vse poskuse Slovenije, da bi samostojno poletela v mednarodni prostor. To velja dobesedno v primeru našega zračnega prevoznika, žal pa tudi v prenesenem pomenu, kar nam dokazujejo resolucije OZN. Edini člen prevozniške verige, ki bi trenutno dobro kotiral, je koprska Luka. Novembrski pretovor je bil končno večji od pretovora v lanskem mesecu. Kopru se po padcu pretovora v začetku leta sedaj obetajo tudi večji pretovori v bližnji prihodnosti. Po vsej verjetnosti bo prav preko morskih zvez Slovenija lahko nekaj časa trgovala z Bosno in Hercegovino in Makedonijo, ob zaprtju vojvodinske žitnice za nekdanje jugoslovanske republike pa lahko pričakujemo tudi večji uvoz žitaric iz prekomorskih držav in sploh več stikov z ostalim svetom kot doslej. Koprska Luka je tudi edini otipljiv dokaz, da nas vsaj mednarodni ladijski zavarovalniški svet ne jemlje več za območje vojaških operacij, saj so se višine zavarovalnih premij normalizirale. Usoda večine ostalih podietij oziroma njihovih poslov pa je tako ali drugače vezana z vprašanjem ureditve mednarodnega statusa Slovenije. Sedanji položaj vodi v stagnacijo. Grožnja z možnostjo ustavitve dobave nafte paralizira, še bolj pa paralizira občutek, da plačujemo za nekaj, česar nimamo oziroma nismo storili. Sindrom ponižanega in razžaljenega je pregloboko zakoreninjen v slovensko dušo, da bi- na kak zvi-torepni način prinesli svet naokrog, da bi si s kožo zmagovalca izsilili svoj košček prostora pod soncem. V dilemi med makiavelizmom in "cali-merizmom" (... perchè io sono piccolo e nero) se žal vse prevečkrat odločamo za slednjega. Upravičeno in tudi ne. Toni Gomišček ,.i ■ 22mk-3sì novi S TRIDNEVNEGA MEDNARODNEGA POSVETA V ROZAJANSKI KULTURSKI HIŠI Rezijanščina živ jezik s prve strani otrok govori rezijanščino, od teh 5 pa ne pozna drugih jezikov (vsi so iz Osojan). Giovanni Rota iz občinskega matičnega urada je prisotnim postregel z nekaterimi važnimi podatki. Danes v Reziji živi 1360 oseb, v začetku stoletja se je število sukalo okoli 4 tisoč. Od teh veliko večino predstavljajo starejši. Zanimivo je tudi, da kar 98 odstotkov porok je sklenjenih med domačim prebivalstvom. O uporabi rezijanščine pri bogoslužju je na posvetu spregovoril župnik Maurizio Ridolfi, ki je omenil nekaj najpomembnejših cerkvenih praznikov in drugih priložnosti, ko je rezijanščina še v uporabi. O izkušnjah pouka rezijanščine v šolah pa je poročala učiteljica Dorina Di Lenardo. V nadaljevanju posveta so specifično o vprašanjih rezijanskega narečja ter njegovi pravopisni uzakonitvi spregovorili Ben Groen in Williem Vermeer (oba iz leidenske univerze), Gunter Spiess (član projekta "Jezikovne manjšine v Srednji Evropi"), Eric Hamp (univerza iz Chicaga), Aleksander Duličenko (univerza iz Tartuja — njegov poseg so prebrali), Han Steen-wijk (univerza iz Leidena), Pavle Merkù ter Milko Matičetov. Slednja, ki sta odlična poznavalca Rezije in njene stvarnosti, smo vprašali za mnenje o posvetu. Takole sta nama dejala. PAVLE MERKU’: "Časi dozorevajo, dozorevajo Rezijani, dozorevamo mi. Mislim, da se Rezijani danes jasneje zavedajo svojih kulturnih dolžnosti in možnosti, ki jih imajo, da organizirajo take prireditve in da vabijo določene ljudi, od katerih vejo, kaj lahko pričakujejo. Znanstveniki, ki se ukvarjajo z dialektologijo, etnografijo in problemi pisave in praktične oživitve rezijanske kulture za vsakdanjo rabo, so boljše razumeli kakor v preteklosti Rezijane same in njihove potrebe. Mi-silm, da je zato čas, da končno odločimo, to lahko že takoj, za enoten način pisave, za enotno slovnico, za neke vrste knjižne rabe domačega narečja v praktične namene. Brez tveganja, ali bomo za to privilegirali obliko enega rezijanskega govora rajši od drugega, bomo dosegli cilj. Zdaj je vsem jasno, kot kdaj koli prej, za kaj gre, kakšne so potrebe, kašne so dolžnosti in kakšne so meje tega dela". MILKO MATIČETOV: V primerjavi s prvim posvetom, ki je bil leta 1980, bi rekel, da je tokratni dosti boljše pripravljen in da bo imel svojo težko, ker bodo ti prispevki, ki smo jih prinesli, objavljeni. Nekateri izmed njih so res dragonceni, posebno tisti od nizozemskih avtorjev in Aleksandra Duličenka. Sicer človek mora sedaj v miru prebaviti vse te informacije, ki smo jih dobili na rezijanskem posvetu. Na prvi pogled namreč ne občutiš velikega bogastva, ki ga to srečanje predstavlja. Mislim, da je takšno krešanje mnenj in pogledov povsem pozitivno, čeprav se še bijejo razne teze o posameznih niansah rezijanskega narečja". Rudi Pavšič Pavle Merkù Milko Matičetov Jadranski koledar 1992 Založništvo tržaškega tiska je tudi letos poskrbelo za izid Jadranskega koledarja. Zbornik vsebuje najpomembnejše dogodke, ki zadevajo našo narodnostno skupnost. V 220. straneh obsegajoči knjigi bo bralec našel marsikaj zanimivega in poučnega. Sooblikovalca letošnje izdaje JK sta tudi Michele Obit in Pavel Petricig. Zbirka ob zborniku ponuja še tri knjige in namizni koledar. Izpod peresa Toneta Vraberja je nastalo delo "Sto znamenitih rastlin na Slovenskem". Gre za slikovito in vsebinsko bogat priročnik o rastlinah, ki uspevajo na Slovenskem. Režiser Sergej Verč se je lotil svojega prvega romana. "Rolandov steber" je kriminalka, ki opisuje napete dogodke iz naših krajev: na Krasu in v tržaškem mestu, vojno zlato, tihotapstvo mamil, nežna čustva in trdo nasilje. Tretja knjiga pa je nastala izpod peresa pred kratko preminulega gledališčnik Danila Turka. Njen naslov je "Moje stoletje". Jadranski koledar je v prodaji za ceno 52 tisoč lir. Zbirko se da dobiti na uredništvu našega tednika, Ul. Ristori 28 (tel. 731190) ali v špetrski knjigarni Francesca Cernetig (tel. 727536). D Mittelfest ’92 firmato Tabori Si torna a parlare del Mittelfest, il festival del teatro mitteleuropeo. Martedì é stato presentato a Cividale, presso il Caffè Longobardo, il direttore artistico per l'edizione 1992. Si tratta dell'austriaco di origine ungherese George Tabori, 77 anni, uno dei più noti registi teatrali europei. Introdotto dal direttore generale della manifestazione Cesare Tomasetig, Tabori ha sottolineato l'importanza del Mittelfest, il suo contenuto morale e culturale. “Il teatro - ha detto tra l'altro - é uno dei media che maggiormente sanno esprimere l'unità tra i popoli". Tabori ha poi illustrato il tema da lui scelto per la prossima edizione: Franz Kakfa. "Mi sembra il personaggio mitteleuropeo per eccellenza, l'unico scrittore mitteleuropeo conosciuto in tutto il mondo. L'integrità e l'ossessione di Kakfa, la sua ricerca di verità, é ciò di cui il teatro ha bisogno" ha spiegato. Come modelli Tabori ha raccontato brevemente due storie di Kakfa, da leggere in chiave metaforica: quella del digiunatore (un personaggio del circo itinerante, che si rifiuta di mangiare perché non ha mai trovato-•una pietanza che gli piaccia) quella del trapezista che non scende mai dal trapezio. Alla presentazione é intervenuto anche un altro membro della direzione artistica, Jovan Cirilov, attuale condirettore del Festival Teatrale Internazionale di Belgrado. Inevitabile un riferimento alla guerra: "Continuiamo a produrre teatro, a costruire ponti culturali, nonostante il conflitto. Gli artisti di Belgrado fanno parte del movimento pacifista. Stiamo protestando contro la distruzione di Dubrovnik, contro Miloševič. Speriamo che di qui a luglio le cose migliorino". Il prossimo Mittelfest, sotto l'egida di quella che si chiamava prima Pentagonale, poi Esagonale, ed ora é l'Iniziativa centro-europea, si terrà dal 18 al 31 luglio, ovviamente a Cividale. Rispetto alla passata edizione si aggiungerà una nazione la Polonia, il cui direttore artistico dovrebbe essere il regista Kieslowski.(mo) George Tabori Un momento dell'Incontro: al centro Tomasetig, Cirilov e Tabori ______60 - LA PROIBIZIONE DELLA LINGUA SLOVENA NELLA VITA RELIGIOSA DELLA SLAVIA FRIULANA_ Da sette mesi non si recita il rosario: troppa confusione Nogara, positivamente impressionato da tanta foga lealista, prende le sue difese: "Per la verità aggiungerò che quando, parecchi anni or sono, egli cominciò a predicare in lingua italiana, da chi era suo superiore e oggi è portato in palma come segnacolo di italianità, gli fu ordinato che o predicasse in lingua slovena o si astenesse dal predicare'(l). Il Prefetto però rinfaccia a Nogara che il neofita, suo protetto, lascia che i fedeli recitino il rosario in sloveno e si è rifiutato di venire spontaneamente in Questura, per cui fu necessario accompagnarlo. Non firmò la diffida, anche se corretta secondo sua richiesta, con la scusa del beneplacito del Vescovo. Ha tenuto infine un contegno irrispettoso verso le autorità (2). Nei riguardi del Cuffolo invece il Prefetto tenterà di scavalcare il Vescovo, rivolgendosi direttamente all’ottimo collaboratore curiale, mons, Quargnassi. "Costui, riferisce don Cuffolo, gli comunicherà di tenersi pronto perchè l’Arcivescovo aveva stabilito di trasferirlo a vicario di Platischis, suo paese natio. Il Cappellano mangiò la foglia:... una contromisura per l'espulsione dei due sacerdoti fascisti! Il Cappellano mostrò la lettera all'Arcivescovo che cadde dalle nuvole e si irritò con il suo Vicario. Il colpo era stato ordito tra Nelusco Zorzi e mons. Quar-gnassi”(3). C’è da chiedersi quanto fosse sincera l’irritazione di Nogara, se qualche mese dopo otterrà da mons. Alessio, pievano di Nimis, il benestare per la nomina del Cuffolo a Platischis (4). Nella zona tuttavia vi è un interessante cambiamento di atmosfera popolare: "La notizia delle intenzioni della Questura era trapelata alle orecchie della gente... Tutti i fascisti della cappellania di Antro e Lasiz stesero proteste personali contro la persecuzione dei loro due cappellani e le mandarono alla Questura "(5). Nelle mire della Questura rientrava anche il Cramaro, la complessa personalità del quale ha di nuovo modo di manifestarsi. Nogara chiede informazioni su di lui nientemeno che al Segretario politico di zona, Nelusco Zorzi, direttore dell'Istituto Orfani di Guerra di Cividale. Questi risponde: ”11 Prefetto ebbe a comunicar- mi della possibilità di un trasferimento di don Cramaro... Poiché don Cramaro più volte ebbe a manifestarmi il suo vivo desiderio di poter ottenere un incarico dove dimostrare le sue qualità di patriota, così ebbi a dirgli che probabilmente questo sue desiderio sarebbe stato esaudito”(6). Come tutto il clero della Slavia, un pò per amore e un pò per forza, anche lui aveva un solo problema cruciale: quello della lingua. Nei confronti delle organizzazioni fasciste e delle attività cosidette promozionali del regime, non si discostavano dall'atteggiamento comune del clero e del popolo italiani. Cramaro è per di più uno zelante e quella specie di zelo non ha pazienza di attendere tempi e modi più adatti per manifestarsi. Così lo vediamo chiedere al Vescovo di produrre domanda all'autorità militare per essere assunto quale volontario in una delle specialità dell'arma combattente in caso di mobilitazione, anche se il motivo che adduce è perfettamente comprensibile, data l’esperienza infelice della prima guerra mondiale: "sarebbe destinato all’immediato internamento!’’, per i suoi trascorsi (7). Subito dopo dovrà scusarsi per l’ennesima volta per le solite infrazioni, con mons. Nogara, che lo supplica "di astenersene per non suscitare nuovi guai e risparmiare a me seccature: bisogna fare di necessità virtù ad evitanda mala maiora" (8). "Ho spiegato cioè, si scusa il Cramaro, ilsignificato di qualche parola o concetto inaces-sibile alla mentalità dei fanciulli e se ciò costituisce reato o colpa, obbedirò immediatamente a V. Ecc.za, che mi prega di astenermene per risparmiarle seccature! V. Ecc.za sarà tanto cortese da modificare le disposizioni date". Aggiunge che è da sette mesi che non si recita il Rosario, "poiché, avendo io incominciato a dirlo in latino, mi sentivo rispondere dai fanciulli in latino, dall’altra gente in sloveno, con quale confusione devota Lei può facilmente immaginare". Esige che Nogara s’informi sulla firma apposta alle denunce; diversamente succederà che tutti coloro che vogliono atteggiarsi a salvatori della patria e desiderano acquistarsi meriti, decorazioni e medaglie, troveranno utile il metodo di lanciare la facile calunnia contro il clero impo- tente e odiato". Descrive poi la sua attività "per l'elevazione morale e materiale della gente... che se anche si dicesse qualche Pater, Ave in sloveno, non è minacciata nè l’unità della Chiesa, nè la sicurezza della Patria... Si abbia, Ecc.za, i miei più profondi ossequi e la promessa della preghiera, benché da diverso tempo la mia sia una preghiera di poco valore" (9). Faustino Nazzi Note: 1 - Ivi, lettera del 31-5-1935 2 - Ivi, lettera del 1-6-1935 3 - Libro storico di Lasiz, ed. corretta, 8-1-1935. Nell'edizione originale il Cuffolo non avrebbe potuto dire "sacerdoti fascisti”, in quanto fascisti si sentivano onestamente tutti! 4 - ACAU, Platischis, lettera di Alessio a Nogara del 9-10-1935. 5 - Libro storico di Lasiz, ed. corretta, 3-3—1935. Può darsi che le proteste, come al solito, fossero dei parrocchiani che, per il caso, non potevano non essere anche fascisti. 6 - ACAU, Lingua Slava, lettera del 20-7-1935. 7 - Ivi, Sac. Def. Cramaro don Giuseppe, lettera del 12-4-1935. 8 - Ivi, Antro, lettera del 15-10-1935. 9 - Ivi, Lingua Slava, lettera del 19-10-1935. vestàhnftFm wpfnnnnvrt ttfHÌ*ta&*itgiiiit«' ftiikfrkM&#&■>& fMt™ kinkki'ìakkkik☆ '4 Trte?ÀÀteTte?.tT t> fi A&terterÀ À ÀÀterÀtete ☆☆.☆ S Ài?? e.«01 -•- x Ì..1X!? '-- r-r — S T V'À v V àV "te *T iW >»4 ,"'v y\ tìT MERCERIE ELETTRODOMESTICI FERRAMENTA CASALINGHI GUBANE Acconciature Ricci & Capricci di Marinig Viviana & Carlig Marinella Cividale del Friuli Via Silvio Pellico, 3 Telefono 0432 - 700935 33049 S. 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Prosim, nič naj mi na zamjerjejo tisti ki so bli željel' mjet adne bukva pisane po gosposko. Potlè vam porečem, de me je mudila pisat ljubezen do vaših ljepih pobožnih navad. Sadale pa, ko se parbliža cajt moje ločitve z te mene drage fare, ljubezen še buj me sili na pisanje. Zdi se mi kukar de b' se odmevale okuole menè besjede, ki jih je jau Ježuš apostolom potem jo je s čudežam nasitu pet taužent ljudi u puščavi: »Poberite koščiče, ki so ostali, de se ne verderbajo.« Kaj dragih an svetih starin jih je nardilo že konec tle par nas, ali skuoze prešernost ali skuoze nemarnost! Če se zgubi še kar je ostalo od tistega svetega zaklada, ki smo ga pouerbali od naših tih rančih, smo sami krivi." Tako je leta 1966 zapisal v predgovor svoji knjigi Devetici božični duhovnik Angelo Cracina, ki je v tem spisu zbral cerkvene molitve, ki so jih po slovensko na domovih in med mašo recitirali beneški ljudje. V času, ko je zapuščal župnijo v Sv. Lenartu in ko je dobro vedel, da zapisana beseda bo ostala, je vsaki družini razdelil svojo Devetico božično. Tako je delal in se obnašal naš ' Čedermac drugega tisočletja ", "Ljubezen do slovenstva in skrb, da bi našim preprostim ljudem bil za vzgled, me je gnala, da sem se toliko prizadeval za to stvarnost. Tudi knjige, ki sem jih napisal, so želele biti jasen in trajni dokaz, da je Benečija slovenska in da našim rojakom se Ce ancora tanto fervore, tanta voglia di giustizia e di uguaglianza nelle parole di monsignor Angelo Cracina. E c'é la religiosità vera, quella che porta a non volere del male a nessuno, e poi un pizzico di speranza e ottimismo per il futuro. C’é soprattutto il ricordo, che come spesso accade per le persone di una certa età é tanto più nitido quanto più lontano. Soltanto per un attimo, nel lungo racconto della sua vita che abbiamo ascoltato qualche giorno fa, monsignor Cracina si ferma alla ricerca di una data nella propria memoria. Ma poi... Era il 16 maggio 1945. La gente di S. Leonardo si era raccolta, dopo un segnale convenuto, sotto la mia canonica. In tanti, uomini, donne e bambini, armati di bastoni, cominciarono ad urlare: Torna in Jugoslavia, da Tito. Bieš proč, fardamana krota". E' un episodio che può considerarsi il simbolo dell'intera sua vita. Cracina nasce a Raschiacco, nel comune di Faedis, nel 1909 da madre friulana e padre di Montemaggiore-Brezje, nel comune di Taipana. (Ora sta scrivendo la storia dei Cracina. Il primo di cui si ha memoria abitò in Istria nel 1595. In quella regione esistono ancora oggi due paesi che si chiamano Stara Cracina e Nova Cracina). Ordinato sacerdote nel 1933, diventa prima cappellano di Paularo, in Carnia, e poi arciprete a Gemono. Nell'ottobre del 1939 l'arcivescovo lo nomina parroco a S. Leonardo, dove rimarrà per molti anni, fino al 1966. Impara lo sloveno (cui aggiungerà la conoscenza di russo, tedesco, francese e inglese) in un periodo in cui il fascismo già osteggia o impedisce l'uso di questa lingua nelle chiese e nelle scuole. "Il governo - ricorda - non ti dava alcun aiuto se non parlavi in italiano e non ti dichiaravi tale. Non é vero, dicevo io, in Italia si può parlare qualsiasi lingua ". Molti episodi della sua vita, soprattutto quelli legati all'impegno per la salvaguardia della lingua slovena, Cracina li ha già descritti in numerose publicazioni. Nel 1985, ad esempio, fa stampare un pamphlet tratto dagli atti di un convegno sui cattolici e la questione slovena in provincia di Udine in cui rievoca le varie fasi della proibizione dello sloveno in chiesa nella forania di S. Pietro al Natisone. Un capitolo é dedicato alla vicenda delle querele sporte a quattro giornali rei di averlo accusato ingiustamente di far parte "di quel gruppetto di antiitaliani che da anni operano per l'annessione delle Valli del Natisone alla Jugoslavia". E' un altro episodio che Cracina ricorda con assoluta lucidità e con l'orgoglio sottile di chi, alla fine, ha ottenuto dalla giustizia ciò che era giusto ottenesse. Ai confratelli sacerdoti delle Valli del Natisone dedica un libretto contenente antiche preghiere popolari slovene del Santuario di Castelmonte. E' la trascrizione del famoso "Starogorski rokopis", tratta da un volume manoscritto risalente alla fine del Quattrocento scoperto nell'archivio capitolare di Cividale nel quale si trovano scritte alcune preghiere tradizionali in lingua slava. Importantissimo é il valore di questo documento dal punto di vista linguistico: apre infatti una nuova pagina nella storia della Benecia. Prima di lasciare le Valli del Natisone Cracina trascrive fedelmente le preghiere della "Develi- ca", la novena di Natale, il rito religioso tradizionale che sempre con minore intensità viene purtroppo celebrato nei nostri paesi. Probabilmente proprio per queste ed altre pubblicazioni - è lui stesso a dirlo - viene destinato ad altra sede dal vescovo di allora, monsignor Zaffonato. Prima a S. Giorgio di Nogaro e poi a Nimis deve fare i conti con l'ostracismo di chi non lo desidera perché "jugoslavo ". Giunge infine a Buia. "Atù so me imiel radi" ricorda con piacere, parlando di gente aperta e disponibile, di donne croate mogli di buiesi con cui discorreva tranquillamente nella loro lingua. Il flusso dei ricordi si interrompe. Dal 1982 monsignor Cracina é canonico a dividale. "Mi dispiace non poter stare più in mezzo alla gente" dice rimpiangendo i tempi in cui era parroco. Il suo più diretto contatto con i cristiani si svolge ora nel confessionale del Duomo di Cividale. Grazie alla sua conoscenza delle lingue, confessa spesso i turisti che vengono a visitare la città dall'estero. Per tenersi in esercizio ogni settimana legge qualche pagina della Bibbia in sloveno, russo, tedesco e francese. Ed il domani? Cracina guarda al futuro con abbastanza ottimismo. 1 problemi - dice - sono tutti nell'ignoranza di certa gente che ha ancora paura degli Sloveni. Vede il recente documento approvato dalla Provincia a favore della tutela della minoranza slovena come "un segno che la politica e l'opinione pubblica non sono contro di noi". Ma soprattutto si nota nel suo volto e nelle sue parole un misto di orgoglio e soddisfazione quando sente nominare la scuola bilingue di S. Pietro. "Sono più felice che mai: se non c'é la scuola non c'é neanche la possibilità di mantenere in vita la lingua e la cultura slovena ". Michele Obit ni treba sramovati svojega jezika, svoje kulture." Časa, da bi z Miho zastavljala 82-letnemu, čilavemu sogovorniku kakšno dodatno vprašanje, ni bilo. Ko je zvedel za vsebino najinega obiska, nama je takoj začel pripovedovati o dogodkih, ki so ostali zabeleženi v njegovem spominu in predstavljajo del zgodovine Beneške Sloveni-je. Emblematičen in jasen dokument o stanju, ki je vladalo takoj po vojni v teh krajih nam ga je Angelo Cracina takole obrazložil: "Konec vojne sem dočakal kot župnik v Sv. Lenartu. Boj za ohranjevanje slovenskega jezika je bil neizprosen. Takratne oblasti so z vsemi možnimi sredstvi ščuvale ljudi, naj ne spregovorijo po slovensko, saj bodo drugače ob službo. Nekateri pa so šli tako daleč, da so našim preprostim ljudem grozili, da bi Slovenska Benečija pomenila lahek plen za teritorialne zahteve Tita in Stalina. Mene pa so označevali kot posrednika takšnega načrta in me psovali. Večkrat so me na dom obiskali farani in me rotili, naj neham s slo- venskimi pridigami in podobnim. Tako daleč je šla gonja proti meni, da so nekega majskega popoldneva pripravili celo protestni sprevod vseh vaščanov. »Biež proč fardamana krota«, »Naj te redi Tito«, so mi pravili in pozabljali, da sem jih prav jaz med vojno reševal pred vojaki. Človeška ihta je prešla vsako mejo, da so vdrli v stanovanje in pretepli mojo sestro. O dogodku so takra pisali tudi časopisi, seveda meni v škodo. Odločil sem se, da ne bom dovolil takšnega nepoštenega poročanja in sodnim oblastem prijavil časopise Corriere della Sera, Messaggero Veneto, Friuli Liberale in L’Arena di Pola. Kljub številnim pritiskom pa sem le zmagal. Sodniki v Padovi, Vidmu in Trstu so v bistvu dali meni prav in podprli moje prizadevanje, da se v cerkvi lahko mašuje in pridiga po slovensko." To so bili časi hudega pritiska nad Slovenci v videmski pokrajini. To so bili časi organizacije O, Gladia in podobnih paramili-tarističnih skupin, o katerih prav v tem času odkrivamo vso zakulisno resnico. V takšnih po- gojih je deloval dušni pastir, etnograf, pisec in zgodovinar Angelo Cracina. Rodil se je 16. aprila 1909 v kraju Campeglio. Oče je bil Slovenec iz Brezja v Tipani, mati pa Furlanka. Dušnopastirsko službo je najprej začel v Karniji in potem celih trideset let deloval v Benečiji. Kasneje, od leta 1966, je bil petnajst let v Buji, leta 1982 pa je postal stalni kanonik v Čedadu. Za naše kraje je Angelo Cracina zaslužen tudi kot zgodovinar. Objavil je skoraj dvajset brošur, v katerih je zbral dragocene verske in narodnostne podatke. skupnost. Na srečo pa je teh sil vedno manj." Pred dvema tednoma je videmska Pokrajina izglasovala pomemben dokument v korist naše skupnosti. Kako ga ocenjujete? "Menim, da je ta dokument dokaz več, da se stvari spreminjajo in da smo na pravi poti. Odnos do naše skupnosti se spreminja, tako v cerkvenih kot v političnih krogih. Morate namreč vedeti, da svoj čas tudi uradna cerkev nam je bila nenaklonjena. Svoje osebne izkušnje govorijo v to smer in sama moja premestitev iz Benečije v San Giorgio di Nogaro, Neme in Bujo je sad moje naklonjenosti slovenski stvari." Samozavest beneškega človeka postaja iz dneva v dan močnejša. Vse več je slovenskih organizacij, ki se uveljavljajo v tem prostoru. Cvetlico v gumbnici pa gotovo predstavlja špetrska dvojezična šola. Mar ne? "Ne morem opisati veselja, ki ga imam v srcu, ko vem, da se šola uveljavlja in jo danes obiskuje že osemdeset otrok. Šolanje je osnova za kulturni obstoj slehernega naroda. S šolanjem v materinem jeziku dobi otrok tisto ninfo, ki je bistvena pri utrjevanju njegove osebnosti in odnosa do svojega naroda. Zato je Na Lateranski univerzi v Rimu je objavil doktorsko tezo z naslovom 'Slovenci v Nadiških dolinah. Vernost in pastoralni problemi". Največ uspeha pa je msgr. Cracina dosegel z odkritjem listine o Starogorskem spomeniku. Dokument je izrednega pomena, saj je v njem osnova slovenstva teh krajev. V dokumentu, ki je iz 15. stoletja, so v slovenščini zapisani Oče naš, češčena si Marija in Apostolska vera, kar dokazuje prisotnost Slovencev v teh krajih. Gospod Cracina, Vi ste v prvi osebi doživeli zgodovino beneškega človeka v tem stoletju. Žaloval zaradi dvajsetletne nadvlade fašizma, ospo-raval protislovensko gonjo v povojnem času, sodeloval pri utrjevanju slovenstva v teh krajih. Kakšna bodočnost se piše Slovencem v videmski pokrajini? "Dogodki zadnjih mesecev me silijo, da sem optimist in da z večjim pričakovanjem gledam na bodočnost. Vedite pa, da brez težav ne bo šlo, tudi za našo narodnostno skupnost. Obstajajo še sile, ki bi nas hotele črtati kot skrb vseh nas, da to šolo ohranimo in zanjo skrbimo." Gospod Cracina, vi ste napisal veliko knjig in priročnikov. Kaj Vas je gnalo k temu? "Če je šola primarnega pomena, potem so knjige v materinščini njeno najpomembnejše orodje. Knjiga je od vedno odigrala v stvarnosti Beneške Slovenije posebno vlogo. Moj mali prispevek k temu je zrastel prav na osnovi teh ugotovitev." Vi ste član uredniškega odbora petnajstdnevnika Dom, ki prav v tem času praznuje svojo 25-letnico. Kaj bi k temu povedali? ' Ob tej priložnosti bi se rad zahvalil vsem, ki neutrudno sodelujejo, da ta slovenski glasnik izhaja in ga berejo v naših družinah. Dom in Novi Matajur pomenita veliko v življenju Beneške Slovenije zato jima kličem še na mnoga leta!" Spoštovani Angelo Craclna, bližajo se božični in novoletni prazniki. Kaj bi voščili vašim beneškim ljudem? "Naj nadaljujejo po začrtani poti in naj se ne ustrašijo morebitnih ovir. Naj verjamejo, da so na pravi poti, ki jih bo prej ali slej nagradila. To bi jim rekel" Gospod Cracina, dovolite, da Vam tudi mi čestitamo in Vam želimo, da bi še dolga leta nadaljeval na poti, ki ste jo ubrali in ki je našim beneškim rojakom bila v veliko pomoč in uteho. Srečne praznike gospod Cracina! Rudi Pavšič RESOCONTO Dl UN ANNO PRODUTTIVO PER LA SCUOLA BILINGUE DI S. PIETRO AL NATISONE La nostra Cenerentola dalla prima pagina ne, con una specifica dotazione per la minoranza slovena in Italia. In nessuna parte tuttavia stava scritto che parte di quella dotazione sarebbe stata assegnata al nostro istituto. Dobbiamo riconoscere ancora una volta che c'è stato un concorso favorevole di voti, auspici e decisione della Regione, del mondo politico e di quello culturale perchè il centro bilingue potesse essere inserito fra le cinque organizzazioni più importanti della minoranza slovena e di qui potesse conseguire un fondo di 400 milioni annui per il funzionamento della scuola materna. Da parte nostra, direzione e consiglio d'amministrazione, abbiamo provveduto a far sì che la decisione della Giunta e del Consiglio regionale trovassero le carte in regola sotto ogni aspetto amministrativo e burocratico. Non sarà fuori luogo ricordare che la scuola è vissuta in buona parte grazie a prestiti bancari che andranno restituiti. A questo punto, comunque, l'istituto per l'istruzione slovena é l'organizzazione slovena con maggiore partecipazione di finanziamento pubblico nella provincia di Udine. Va aggiunto ancora qualcosa. Recentemente, dopo una storia che dura da buoni tre anni, è alla firma della Regione la variante urbanistica che permetterà l'utilizzo di un'area in cui trasferire, se la minoranza slovena ce la farà, un nuovo centro scolastico. Lì sarà possibile l'espansione del servizio di istruzione primaria bilingue in risposta alla crescente domanda delle famiglie. Provvisoriamente il problema è stato risolto con lavori di adeguamento degli spazi attuali. Alla condizione di una limitazione delle iscrizioni il centro può dunque funzio- nare: in pratica una forma di numero chiuso. Perciò rimangono in lista d'attesa una dozzina di'bam-bini che aspirano all'iscrizione alla scuola materna. Il 7 dicembre 1991 è stata finalmente firmata la sospirata "presa d'atto" da parte della direttrice didattica di S. Leonardo. Con ciò il centro prescolastico bilingue entra a pieno titolo nell'ordinamento della scuola italiana come scuola privata. Con l'abilitazione dei locali, dopo le modifiche suggeriteci dagli organi sanitari, dovremmo avere in breve anche il riconoscimento della scuola elementare. Rispetto all'estensione dell’istruzione slovena in altri centri della provincia, è sicuramente possibile un passo avanti: la domanda delile famiglie c'è, locali adattabili anche, personale dispo- nibile pure. Un programma del genere, vista l'esperienza acquisita, non è campato in aria. Per quanto si riferisce al corso sperimentale di sloveno presso la scuola media di S. Pietro al Nati-sone, dobbiamo registrare un insuccesso non previsto, ma sottolineare ancora una volta gli impacci della scuola pubblica dovuti alle disposizioni assolutamente sfavorevoli nelle aree di bassa popolazione scolastica. Tuttavia presso la scuola media di S. Pietro è stato attivato un corso di sloveno a carattere privato a carico del nostro istituto. Un primo passo? Speriamo che sia così. Mi accorgo di essere andato oltre i risultati del 1991, facendo già cenno al programma che ci aspetta e soprattutto alle grosse difficoltà che ci stanno davanti. Di questo parlerò in un prossimo articolo. Sintetizzo il risultato: una elevata considerazione dell'istituto per l'istruzione slovena presso le famiglie e presso le sedi istituzionali a partire dal Comune per arrivare alla Provincia ed alla Regione, un quasi completo assetto giuridico della scuola, una buona base per lo sviluppo futuro dell'istruzione slovena, un consistente fondo pubblico. Tutto questo sembra sia stato sottolineato dal voto quasi unanime del consiglio provinciale di Udine del 27 novembre 1991 su un ordine del giorno che, tra molte cose giustissime, ha anche chiesto al governo nazionale il riconoscimento ed il sostegno per la nostra scuola, non più cenerentola come lo era solo un anno fa. Paolo Petricig I bambini della scuola materna bilingue di S. Pietro con le maestre Il “Centro” in Comunità a Tolmezzo La legge sulle aree di confine prevede anche l’istituzione di un Centro di studi internazionale sul plurilinguismo e questa è ormai cosa nota, infatti ne hanno scritto tutti i giornali compreso il Novi Matajur. Per accoglierlo si erano candidati diversi paesi e cittadine del Friuli, fra queste, ricorderemo, anche San Pietro al Natisone (fra le motivazioni portate a sostegno della candidatura come sede ideale del Centro il fatto che il comune sia bilingue, dove accanto all'italiano si parla pure 10 sloveno). Dopo mesi di riunioni ed anche polemiche, si è giunti alla decisione finale: la sede del Centro sarà a Tolmezzo. Così ha deciso il Senato accademico dell'Università di Udine. Infatti Tolmezzo nel chiederne la sede, garantiva spazi adeguati, nonché la copertura finanziaria per 11 funzionamento. Ed è di questi giorni la notizia che il Centro per il plurilinguismo avrà la sua sede presso la Comunità montana di quella cittadina dell’alto Friuli completamente rimessa a nuovo: 300 metri quadri già pronti per essere occupati. C'è proprio tutto, anche i telefoni e dal primo gennaio sarà agibile. Oltre a questo, la Comunità montana ha stipulato anche un accordo con i padri Salesiani (la loro sede è vicinissima al Centro per il plurilinguismo) che prevede l'utilizzazione di stanzette, mensa ed altri servizi, da parte di professori, studenti ed eventuali partecipanti ai convegni. Manca ancora qualcosa? Si, solamente la targa esterna. DR. BREDA POGORELEC NA BENEČANSKIH KULTURNIH DNEVIH Vpliv jezika na narod "Slovenski jezik in slovenska samobitnost" to je bila tema drugega predavanja letošnjega ciklusa "Benečanskih kulturnih dnevov", ki je posvečen kot je znano razvoju slovenske nacionalne ideje. Zanimivo problematiko je obravnavala dr. Breda Pogorelec, stara prijateljica Benečije, kot je v svojem uvodu Scuola della 3. età con una nuova sede La sezione di Cividale dell’Università della Terza età “Città di Udine” ha risolto uno dei suoi problemi più importanti: verrà infatti inaugurata venerdì 20 dicembre, alle ore 18, la nuova sede sita invia IX Agosto 12, dove verranno tenute d'ora in poi le lezioni. povedala prof. Živa Gruden, saj je bila med prvimi predavatelji BKD, obenem pa je bila med tistimi, ki so strokovno pomagali in sugerirali, kaj v določenem trenutku ponuditi na kulturnem in jezikovnem področju Beneškim Slovencem, da okrepijo svojo zavest. Tako kot za zgodovinski okvir, ki ga je na prvem srečanju podal Boris Gombač, velja tudi za izčrpen in zanimiv zgodovinski pregled procesa uveljavljanja slovenskega jezika, da gre za zahtevna predavanja, ki zaslužijo večjo pozornost. Se enkrat izražamo torej željo, da bi študijski center Nediža, ki BKD prireja, čimprej prispevke objavil. V svojem izčrpnem predavanju, ki je precej trajalo tudi zaradi prevajanja v italijanščino, je Breda Pogorelec v bistvu preho- dila vso pot slovenskega jezika od naselitve Slovencev v 6. stoletju vse do današnji dni. To zgodovino slovenskega jezika, mesto ki ga je dobival v družbi, njegovo funkcijsko postopno razširitev, zavest o lastnem jeziku, ki se je oblikovala v stiku z drugače govorečimi, z nastajanjem ljudske umetnosti in s kulturnim ustvarjanjem je predstavila s poudarkom na tri glavna poglavja: obdobje do prvega spomenika; 16. stoletje; obdobje od 18. stoletja do danes, ki je bilo razčlenjeno še na tri sklope in sicer leto 1848, razvoj po letu 1918 in po letu 1945 vse do osamosvojitvenega procesa. Prikaz razvoja slovenske nacionalne ideje bo jutri sklenil literarni zgodovinar dr. Matjaž Kmecl, ki bo obravnaval vprašanje literature v nastajanju slovenskega naroda. CAFFÈ' LONGOBARDO piazza Paolo Diacono, 2 - CIVIDALE - tel. 0432/730160 augura all’affezionata clientela Buon Natale e felice Anno Nuovo Slovenija in Hrvaška priznani 15. januarja s prve strani polnili vse pogoje, ki so jih postavili. Po tem bodo vse države dvanajsterice odločile, če in katere bivše jugoslovanske republike priznati. Zasedanje v Bruslju je bilo mestoma precej zapleteno in razgreto, saj v začetku ni bilo skupnega načrta, kar zadeva priznanja bivših jugoslovanskih republik. Nemčija je namreč vztrajala za takojšnje priznanje, Italija je nihala in se potegovala za skupne poteze, nekatere druge države pa so se obračale na načela OZN in se zavzele za daljšo čakalno dobo. Posredovalna spretnost predvsem italijanskega ministra Gi-annija De Michelisa pa je uspela najti skupni imenovalec, tako da so zunanji ministri dvanajsterice le sprejeli francosko-nemški dokument in se domenili o datumu. V zvezi s tem sporazumom pa obstaja odprtih nekaj vprašanj. Najvažnejše je povezano s tem, kakšno težo bo imelo mnenje arbitražne komisije o demokratičnosti posameznih republik. Posredno na to je v bistvu že odgovorila Nemčija, ki bo na vladni seji prav danes priznala Slovenijo in Hrvaško. Priznanje, v skladu z dogovorom znotraj ES, pa bo začelo veljati 15. januarja. Pri tem se zastavlja vprašanje Srbije. Teden dni časa imajo namreč Miloševič in tovariši, da se odločijo in zaprosijo za priznanje. V obratnem primeru pa se bodo sami dali v mednarodno izolacijo. Po povratku iz Bruslja je bil slovenski zunanji minister Dimitrij Rupel očitno zadovoljen z razpletom in sklepi Evropske skupnosti. Ob tem, ko je ugotovil, da bo proces priznanja dolgotrajno dejanje, je dodal, da tudi za evropsko politiko Jugoslavije ni več. To je pomembno dejstvo za nadaljni proces republiškega osamosvajanja v nekdanji federaciji, (r. p.) Primorske novice - Radio Koper/Capodistria - TV Koper/Capodistria -Novi Matajur - Primorski dnevnik - Radio Trst A - ZSŠDI NAŠ ŠPORTNIK '91 Zaključna prireditev ob izboru najboljših športnikov Primorske in zamejstva DANES, 19. DECEMBRA OB 17. URI V DISKOTEKI ODEON V NOVI GORICI MNENJA O DOKUMENTU, KI GA JE Z VELIKO VEČINO IZGLASOVALA VIDEMSKA POKRAJINSKA UPRAVA Priznanje videmskim Slovencem Videmska pokrajinska uprava je pred nedavnim z veliko večino glasov izglasovala dokument, v katerem poziva parlament, naj čimprej uresniči večletne zahteve slovenske narodnostne skupnosti po zaščitnem zakonu. Za mnenje o političnem pomenu tega dokumenta in za posledice, ki jih lahko ima, smo vprašali nekatere upravitelje in predsednika videmske SKGZ. PAOLO CUDRIG (pokrajinski svetovalec, župan Občine So-vodnje, demokristjan)-. "Najprej bi rad povedal, da se ne strinjam s postopkom, ki ga je pokrajinski svet izbral za odobritev du-kumenta. O njegovi vsebini smo namreč nekateri svetovalci izvedeli le na seji pokrajinskega sveta. Ne glede na to pa menim, da je dokument politično pomemben in zato je tudi prav, da ga je velika večina svetovalcev tudi podprla. Mislim, da lahko dnevni red, ki smo ga podprli na Pokrajini, služi kot izhodišče v prizadevanju, da bi vendarle zakonsko uredili vprašanje narodnostne skupnosti. Dvomim pa, da bo ta dokument pomenil bistveni premik glede dokončnega izglasovanja zaščitnega zakona. To vprašanje je v rimskem parlamentu že veliko let na dnevnem redu, o njem pa ni še stekla razprava in dokončno izglasovanje. Če se povrnem na vsebino dnevnega reda bi povedal, da se mi zdi odstavek, ki predvideva pomoč izkjljučno dvojezični špetrski šoli delno restriktiven. Menim namreč, da bi moralo to poglavje biti širše zastavljeno. Sicer je to malenkost spričo politične pomembnosti dokumenta." FIRMINO MARINIG (župan Občine Špeter, socialist): "Osebno mislim, da je ta dokument izredne politične važnosti za Slovence, ki prebivajo na Videmskem. Pokrajinska uprava je namreč skoraj soglasno sprejela teze, ki jih mi že veliko časa zagovarjamo in ki so osnova za nadaljni razvoj naše skupnosti. Pri vsem tem pa me zaskrblja dejstvo, da tudi ta dokument, ki bi lahko veliko prispeval k splošnemu reševanju zakonske zaščite, se bo izjalovil zaradi bližajočih se parlamentarnih volitev, tako da ne bo časa za njeno udejanjenje. Ne glede na to pa smatramo, da je dokument tolikšne važnosti, da ga bomo vsebinsko podobnega predlagali tudi na prihodnji seji špetrskega občinskega sveta." ALDO MAZZOLA (pokrajinski odbornik, socialist): "Najprej bi povedal, da to ni prvi doku-met, ki ga Videmska Pokrajina izglasuje v korist slovenske narodnostne skupnosti. Kolikšnega vpliva bo imel pri stvarnem reševanju globalnega problema, je težko reči. Mislim pa, da predstavlja kapljico, ki bo prispevala, da se napolni že itak skoraj poln vrč. Drugo vprašanje, ki si ga lahko zastavimo, je namenjeno Krščanski demokraciji. Bodo predstavniki KD v naših dolinah po tem dokumentu spremenili svoj pogled do slovenske stvarnosti, ali bo še naprej ostalo med njimi diferencirano gledanje, ki je prav na lokalni ravni najbolj negativno. Ob tem pa mislim, da bo v naših dolinah ta problematika drugačno in pozitivneje obravnavana takrat, ko bo prišlo do generacijskih sprememb v samih strankah. Starejši so namreč še vedno prehudo zgodovinsko obremenjeni, da bi lahko spremenili svoja gledanja." ELVIO RUFFINO (pokrajinski svetovalec, deželni tajnik Demokratične stranke levice): "Dnevni red Videmske Pokrajine predstavlja pomembno novost. Zahteva po zakonski zaščiti, ki enakovredno obravnava Slovenbce v treh pokrajinah, pomeni zanikanje dosedanjih te- ženj, češ da na Videmskem ne živijo Slovenci, marveč potomci slovanskega plemena. Kot skupina smo smatrali take ocene povsem nesmiselne in zunaj vsake stvarnosti, še posebno po zgodovinskih spremembah, ki smo jim bili priča na Vzhodu." VILJEM ČERNO (predsednik pokrajinskega odbora SKGZ za Videmsko): "S tem dokumentom smo uradno dobili potrdilo, da je naša skupnost živa in da soustvarja prostor na Videmskem, kjer živijo tudi Italijani in Furlani. Kot živ in s svojo specifiko obogaten element pa potrebuje tudi zakonsko normativo, ki ga zaščiti in mu daje možnosti za nadaljno rast. Istočasno pa je to opozorilo vsem tistim nazadnjaškim silam v naših dolinah, naj zamenjajo njihovo strategijo, ki je postala-povsem anahronistična in v nasprotju s stvarnostjo." Rudi Pavšič Finnino Marinlg Aido Mazzola Elvio Ruffino m * * Vesel Božič in srečno Novo leto HRANILNICA IN POSOJILNICA V SOVODNJAH • HRANILNICA IN POSOJILNICA OPČINE NABREŽINI • KMEČKO OBRTNA HRANILNICA DOBERDOB • KMEČKA BANKA GORICA Paolo Cudrig Viljem Černo novi COME RISOLVERE IL PROBLEMA DELLA PRODUZIONE E DEL COMMERCIO Le nostre care mele... Mi ha colpito la pubblicità che l'Alto Adige sta facendo sui principali giornali italiani per favorire la vendita delle mele. "IN ALTO ADIGE ANCHE QUEST'ANNO 3.000.000.000 DI ECOLOGISTE" è lo slogan stampato vicino ad una bella mela con la sua etichetta marchiata sempre Alto Adige. La pubblicità elenca poi minuziosamente i pregi delle mele tedesche (lo chiamano il decalogo!): varietà, vivai, cura del terreno, difesa antiparassitaria integrata, massimo distanziamento di ogni trattamento dal momento del raccolto, divieto di trattamento chimico di conservazione, obbligo di registrazione di ogni operazione, controlli da parte della Provincia autonoma di Bolzano, ed infine esclusione delle aziende che non rispettano il programma del Consorzio. Questo è il metodo da seguire se si vuole che le mele della Slavia friulana abbiano un futuro. Le condizioni ambientali, e di mercato, ci sono tutte perchè questo tipo di produzione possa avere successo. Oggi però il problema principale non è tanto la produzione, che in ogni caso e dovunque deve essere qualitativamente come il mercato la richiede, ma la commercializzazione. Produzione, marchio e pubblicità. Seguendo l'esempio dei tedeschi i produttori dovrebbero dotarsi di una struttura tecnica di buon livello. Singolarmente, da soli, i produttori non possono acquisire le tecnologie necessarie. Perchè sono costose. L’unica via da seguire è la cooperazione tra i privati interessati. La cooperazione non deve essere distorta da interventi degli enti pubblici che generalmente badano troppo agli aspetti elettorali. Sostegno sì, ma su decisioni e programmi presentati e studiati dai produttori. Il marchio: oggi è indispensabile se non si vuole cadere nella commercializzazione di prodotti ultraeconomici e di basso margine. Infine la pubblicità. Come tutti sanno, oggi è l'anima del commercio. Solo investendo (perchè la pubblicità è un investimento come tutti gli altri) si potrà arrivare sul mercato. Nella nostra area l'ente pubblico, penso alle Comunità montane, ha una grossa responsabilità. Incentivare le iniziative che portano reali, cioè oggettivi, vantaggi alla zona. Praticamente un appoggio concreto alle associazioni di produttori, senza interferire con direttive che possono scaturire da pressioni esterne, ma principalmente con sostegno alle campagne pubblicitarie e con la creazione di zone di produzione DOC. Per queste il negativo esempio della gubana (zona tipica) avrebbe dovuto insegnare molto. ing. Fabio Bonini, presidente SDGZ-Unione regionale economica slovena - Cividale Gtrtnm v -mùYVi Mele esposte alla mostra mercato d’ottobre Gubanca dobrà še po zakonu! Jajca, maslo, oriehi, liešniki, suho grozlje, pinoli... Duo na pozna gubance tle par nas? Odkar se zmislemo so jo gaspodinje pekle za vsak guorš cerkveni ali pa družinski praznik. Za senjam so se žene po vaseh klade zago-da na dielo za de so se lahko pohvalile z dobrimi gubancami. An še donas, ki smo vsega sit an presit, nam na nič manjka, pa vseglih radi snemo an kos gubance, še posebno, če je tan doma nareta. Gubanca pride reč duom, mama al pa nona, družina, v adni besiedi naša Benečija. V zadnjih lietih pride reč tudi za-služak, dielo tan doma, saj je vič peku žačelo runat an predajat buj na velicim našo tipično gu-banco. An tala iniciativa je bla dobro sparieta, jo lepuo prodajajo povsierode. An ražon je. Pomislita, de je našo gubanco pokušu že papež Gregorio VII, kadar so mu jo ponudli Čedajci lieta 1409. Že tenčas očitno je bila puno štieta. An če se je ob-daržala do donas, vič al manj le s tisto riceto, pride reč, de je uri-edna. Zàtuo sada je paršla na dan nova proposta, de bi bila, takuo ki že valja za kvalitetna an dobra vina, tudi naša gubanca zaščitena, de ratala DOC (z zaščitenim poreklom). Dva furlanska parlamentarca, Danilo Bertoli an Martino Scovacricchi, sta podpisala an prežentala v Rimu zakonski predlog, proposto, zatuo de gubanca rata DOC. Ražon je očiten, takuo ki sta poviedala za časopise: branit an varvat tipičnost an kvaliteto gubance, ki se je rodila an ima nje duom v Na-diških dolinah. Z njo se želi branit an dielo tistih pekarjev an produtorjev, ki od telega žive. Mimo ekonomskega aspekta tole priznanje, rikonosciment pride reč an pohvalit an podpri-et vse tiste iniciative, ki so tes-nuo povezane s teritorjam an z njega kulturo. V zakonskem predlogu je med drugim napisano tudi, kje se je rodila an se šele diela gubanca. Teritorij je jasno začartan an je tisti, ki ga je objeu v njega statut Konzorcij za zaščito gubance, ki se je rodiu lieta 1990 tudi z željo da se povežeta oba prejšnja konzorcija. UNA RIFORMA PER LA MINORANZA SLOVENA DELLA PROVINCIA DI UDINE Perché l’Unione degli sloveni? segue dalla prima Un’ex cava da restauro Dopo essere stato distrutto per diversi danni da una cava dell'I-talcementi, uno dei più importanti insediamenti paleontologici della nostra regione, a Vernasso di S. Pietro al Natisone, versa oggi in uno stato di completo abbandono. Lo denunciano i consiglieri regionali Giorgio Cavallo (VA), Federico Rossi e Andrea Wehrenfenning (LV), che in una interpellanza riprendono il contenuto di una delibera del Consorzio per lo sviluppo industriale del Friuli orientale (Sifo). Già nel 1978 il Piano urbanistico regionale aveva destinato l’area ad "Ambito di tutela ambientale" raccomandando l'istituzione di una "riserva naturale ecologica" a tutela dell'immenso patrimonio paleontologico. Fino a qualche anno fa, però, il sito veniva progressivamente distrutto da una cava di marna dell'Italcemen-ti. La cava è ormai chiusa definitivamente ma, nonostante i solleciti dei comuni di S. Pietro e di Cividale, ntalcementi non ha mai provveduto al ripristino ambientale, come prescrivono le norme regionali sulle attività estrattive. Da aggiungere che il sito viene saccheggiato anche da numerosi cercatori dilettanti di fossili. I consiglieri verdi sottolineano che già nel 1987 il comune di S.Pietro al Natisone aveva chiesto invano la messa in ripristino del-l’ex-cava, e chiedono alla Regione, competente al rilascio delle autorizzazioni per le attività estrattive, in base a quali condizioni l ltalcementi sia stata autorizzata a coltivare la cava di Vernasso e se esistano progetti per la valorizzazione dell ' Ambito di tutela ambientale" in un'ottica di sviluppo culturale, turistico ed economico. Su questo tema anche il consigliere regionale dei Verdi Margherita Vivian ha presentato un'interrogazione al presidente della Giunta regionale ed agli assessori all'Ambiente e all'Industria, chiedendo il ripristino della cava. Non mancò un punto di riferimento comune per tutti: l'Unione culturale economica slovena, la quale, rispettando l'autonomia di ogni circolo, ne coordinò le idee, definendo così una politica complessiva nei confronti delle amministrazioni pubbliche, i rapporti con gli Sloveni di Trieste e Gorizia e con la Slovenia. Questi ultimi, bisogna dirlo, sono stati resi difficili dalla asimmetria dei due diversi regimi. Oggi tutti esultano per la ritrovata consonanza dei due Paesi, di modo che molti pregiudizi e timori non trovano più ragione di essere. Resi tutti più liberi e sicuri, oggi parliamo di una riforma nell'ambito della minoranza slovena e, sono lieto di segnalarlo, proprio gli Sloveni della nostra provincia hanno compiuto il cammino più rapido su questa strada: é stato elaborato non solo un disegno di riforma, ma uno statuto, un regolamento elettorale, delle norme transitorie e tutto quanto porterà al compimento e all'attuazione del progetto, fra qualche giorno. Giungeremo così ad una fase di transizione, alla conclusione della quale avremo una Unione degli Sloveni, nata dal consenso e l'adesione ed il coordinamento di tutti i circoli culturali sloveni della provincia di Udine. Ogni sloveno potrà essere socio dell'Unione ed ognuno potrà concorrere, nelle forme statutarie previste, a realizzare i suoi programmi e la sua direzione. FIACCOLATA DELLA PACE L'appuntamento è presso la chiesa di S. Pietro con partenza libera tra le ore 21 e le ore 24 del 24 dicembre. Indispensabili torcia elettrica e tenuta da montagna. La fiaccolata, sul Monte Ròba, avrà luogo in qualsiasi condizione di tempo. CAI - Sezione "Val Natisone" Da parte mia vedo nel progetto che si sta attuando un atto di grande fiducia nella maturità e nel nuovo raggiunto livello di coscienza etnica dei nostri Sloveni e nella nuova organizzazione un fatto di maggiore democrazia per compiere nuovi passi avanti, senza pregiudizi nei confronti di nessuno. Si pensi al momento elettorale su cui il giornale ha dato e dà un'ampia informazione. Oggi c'é una fondamentale differenza del prossimo voto rispetto a quello passato, voto che si dava su lista unica e bloccata di delegati, solo in parte usciti dalle indicazioni delle organizzazioni. L’altra parte degli eletti era il risultato di dosature, compromessi e cooptazioni. Era quello il segno dei tempi, una organizzazione che nella nostra provincia era ancora più chiusa. Non mi illudo che il metodo cambi da un giorno all'altro le cose e voglio anche riconoscere che anche con il vecchio metodo ci sono stati risultati importanti. Tuttavia il nuovo metodo, basato sull'esplicito confronto di programmi, idee e progetti, favorirà, a mio giudizio, nuovi risultati, politici, culturali ed economici. La preoccupazione della nostra direzione é stata quella di non essere in grado di stare al passo delle odierne esigenze, di non poter compiere il vero salto di qualità attraverso una rappresentanza eletta dal basso, e riconoscibile anche all'esterno, un'investitura democratica da parte di quanti desiderano portare il proprio contributo, di scegliere, di organizzare il consenso. Questo giorni perciò si voterà su più liste, anche concorrenti, che ciascuno avrà il diritto di presentare e sostenere. Come non vedere la giustezza di questa scelta? Non voglio nascondere l'intento di realizzare una reale autonomia rispetto alle maggiori organizzazioni regionali della minoranza slovena e rispetto alle altre pro- vincie nella realizzazione del programma che ci daremo. Perché l'autonomia? Ecco: il nostro modo di essere sloveni non é inferiori a quello degli altri e sentiamo di essere non solo in grado di carni-nare sulle nostre gambe, ma anche di insegnare agli altri, nella nostra proverbiale modestia, qualcosa agli altri Sloveni che hanno intrapreso su nostra iniziativa i primi passi. E ci serve più che mai andare avanti con la nostra immagine chiara. Tutti contenti? Questo no. Da parte di persone con cui abbiamo lavorato e lavoreremo si esprimono valutazioni negative. Molto brevemente dirò che si é trattato esclusivamente di veti e di scarsi argomenti, da parte di una minoranza che non ha voluto discutere, né fare proposte, e nemmeno ascoltare le nostre. In ogni momento la discussione sarebbe stata possibile ed io di persona, per quello che conto, ho cercato un dialogo. Non c'é stato. Ma ciò non può essere da freno ad un rinnovamento così sentito nei nostri circoli. E i partiti? Abbiamo sempre loro offerto tutto il nostro rispetto, meritato o immeritato che fosse. E rispetto ci sarà ancora, ma il voto dovranno meritarselo coi fatti, rimanendo il consenso una decisione del tutto personale. Assicuriamo che l'Unione degli Sloveni non é e non sarà un nuovo partito o formazione elettorale; non parteciperà quindi alle competizioni elettorali. Le elezioni di questi giorni sono esclusivamente un fatto di democrazia interna. Paolo Petricig Povežimo se v Zvezo s prve strani Kandidate za izvolitev pokrajinskega sveta Zveze Slovencev videmske pokrajine so predlagali predstavniki posameznih društev in skupin na sejah, ki so se v teh dneh vrstile po vseh naših dolinah. Naša dolžnost je povedati, da se je skupina 8 članov sedanjega glavnega odbora SKGZ iz videmske pokrajine distancirala od tega predloga "reforme ". Volitve vsekakor, kot je bilo napovedano, bodo potekale po posameznih društvih, v tistih dnevih in krajih, ki jih bodo v različnih okoljih določili. Da bodo volitve potekale brez vsakršnih zastojev in nepravilnosti so odgovorni predsednik društva in društvena volilna komisija. Vsako društvo je tudi pripravilo listo volilcev in to na osnovi svojih članov. Vsak Slovenec iz naše pokrajine, ki je član društva, pevskega zvora ali druge organizacije ima pravico sodelovati na volitvah. Vsak od vas naj preveri, če je v seznamu. Imajo možnost sodelovati na volitvah in se vključiti v naše življenje tudi Slovenci z Videmskega, ki niso doselj sodelovali v nobeni od obstoječih organizacij. Lahko se vpišejo v Čedadu, na našem sedežu v Ul. IX Agosto, 8. Le tja naj se vsak obrne za podrobnejše informacije, tako glede postopkov kot glede informacij. Sodelujte na volitvah. Vič nas bo, več moči bomo imeli. mi! Minimi ; 111 UČENCI DVOJEZIČNE ŠUOLE IZ ŠPIETRA SO ŠLI GLEDAT OTROKE, PROFUGHE IZ DUBROVNIKA, KI SO V LINJANU Brez družine an brez domovine Turistični Lignano je v nenavadni zimski oblieki sparjeu skupinico otruok an učiteljic špietarske dvojezične šuole, ki so an tiedan od tega šli obiskat pribežnike, profughe iz Dubrovnika, tiste saruote, ki so jih spar-jel v koloniji ODA. Pridružiu sem se špietarski skupini, pruzapru sem jo čaku kar v Lignanu. Ker sem v turistično miesto paršu pred cajtam, sem z avtomobilom pripelju do kolonije. Na robu cieste me je majhen otrok z nasmieham po-zdravlju an mahu z roko. Z okornostjo, ki je tipična za odrasle v takih momentih, sem mu na pu skrito varnu pozdrav an se pri-pravu na parkiranje. Za hišno kolono je radoviedno pokukala svetlolasa, biondasta glava le tistega otroka, ki je z bistrimi očmi gledu, kaj dielam. Delovna "dužnuost" me je peljala v urade kolonije, kjer sem od upravitelja Davida Giganteja dobiu prve podatke o profugih iz Dubrovnika. Vsega kupe je tle 158 oseb, od katerih je velika večina otruok. Kar 81 so sirote, saruote, brez očeta an matere an so živiel v domu Iva Vukošiča v Dubrovniku. Bombardiranje brez prestanka je nardilo veliko škodo tistemu duomu, takuo da so se odločili ga zapustit. S temi otroki je tudi 25 učiteljic in drugih pomočnic. Tle so mladi do 17. lieta. Starejšim pa zvezni jugoslovanski vojaki niso pustili iti. V skupini so 4 dojenčki, komaj rojeni otroci. Adan je z mamo, ostali trije so pa sirote, brez staršev. Prava maskota lignanskega začasnega zatočišča je 1-letni Nikša, za katerega skarbijo prav vsi. Skoraj dvajset pa je sirot, ki niso še dopolnile 6. lieta starosti. Usoda, destin, se včasih huduo an cinično poigrava z ljudmi. Te je že močnuo kaznovala, prizadi-ela, ko jim je odvzela toplino družine, objem in sladke besie-de mame. Pomislu sem na konsekvence, ki jih bojo tel otroci nosili še dost liet zavoj o brutalnosti življenja. Sirotišče (orfanotrofio) v Dubrovniku jim je nudilo hišo, če že ne doma, in je spledlo med njimi parjateljstvo, v parvi varsti solidarnost, ki jo znajo ustvariti takšni otroci, ki muorajo dan za dnem sebe an drugim dokazovat, da obstajajo vrednote (valori), ki jim jih no-bedan ne bo zbrisu. V tajšni situaciji pa so hrvaške sirote doživiele vojno. Zaradi Sede na valižah čakajo, de jih pejejo v drugo kolonijo le v Linjanu večkratnega bombardiranja zavoda so se muorali vičkrat v tami, strahu an mrazu skrivati v kleti. Jokali so an zastonj klicali mamo ali očeta na pomuoč. "Za svojega 4-letnega brata bom odsada skarbeu jaz", mi je zaupu 12-letni mladenič, ko je svoje an bratove plastične torbe stlaču na kombi. Ko bi ne biu takuo sentimentalno neroden, bi ga najraje objeu an ga pohvalu za njega držo, njega ponos. Medtem je pripelju kombi učencev 4. razreda iz Spietra, ki je parkiru pred stavbo, iz katere so se dubrovniški profughi ravno prekladal v druge, sosednje prostore. Cajta za kašne posebne formalnosti ni bluo, odložil so zabojčke z zvezki, pisalnimi potrebščinami in oblačili. Vandi Blašič, ženi iz Istrie, ki je že od prvega dne priskočila na pomuoč otrokom, pa so izročili pisma, ki so jih učenci dvojezične šuole napisali svojim manj srečnim varstnikom, hrvaškim otrokam. V njih so vsa solidnarnost an razumevanje, prijateljstvo, tisto, ki ga znajo zapisati le otroci, tisto, ki prihaja iz srca. Ko so blaguo arzkladal iz kombija se je med nami radoviedno potiepu malček, ki sem ga Tudi Liviana je nesla nje darila Učenci in direktorca Dvojezične špetrske šuole v Linjanu novno odpeljali v Dubrovnik. Še zadnjič se mi je s suzami, ki so mu tekle po obrazu, nasmejau, stisnu njega krokodila pod paz-ko an se zgubu za deblam visokih smriek. "Konec tedna bomo začeli s šolskim poukom", mi je povedala spremljevalka Dubravka. Pred dnevi so iz Hrvaške dobili šolske knjige an druge pedagoške pripomočke. Težkuo je reč, koliko časa bojo otroc ostal tle. Upravitelji kolonije se že pripravljajo na božične in novoletne praznike, pripravljajo se z upanjem, da bi otroci v čim manjši meri občutili oddaljenost od svojega Dubrovnika. V uradu kolonije je biu kup igrač an vabljivih iger, norčiji. Mednje pa ni bilo tiste, za katero bi naši prijatelji zamenjali vse, s čimer jih je obdarila solidarnost Lignana an okolice. Med kompjuterčki, živobarvnimi avtomobilčki an punčkami (bambolcami) je naš Ivane zastonj iskau, gledu njemu najbolj ljubo, drago an čudežno reč, ki ji pri nas an tudi v Dubrovniku pravimo mama. Rudi Pavšič spoznu ob prihodu. V rokah je imeu velikega krokodila iz gume an mi je poviedu, da se imenuje Ivane. Njega živahnost pa je vse tu an žlah pretargu jok, ko so ga starejši otroci postavili na kombi, da bi se peju v sosednjo stavbo. Zbežau je, ute-ku an se po stezici podau par nogah, peš. Zviedel smo, da se je bau, da bi ga s kombijem po- Na robu cieste me je majhan otrok gledu Profuga 74 liet od tega Otuberja lieta 1917 so muorli naš judje uteč pred Niemci Ka' jim ostane v pamet od te-lih nasrečnih dni vsiem tistim otrokam, ki so muorli utec taz Hervaške an ki so kot "profughi" v Istrii, v Linjane al pa drugod? Ka’ jim ostane od tiste hude ujske, ki za nje nie vič sa-muo 'na igra, pač pa huda an žalostna resnica? Tle par nas imamo že kajšne-ga, ki nam more tuole poviedat. Maria Scoreancig uduova Pagon, nona Marjuta za nje družino, se je rodila lieta 1903. Je imiela 12 liet, kar je začela parva svetovna ujska. Ona, nje mama - Lucia Trinco - an nje tata - Giobatta Pagon - so živiel v njih hiši v Sauodnji. Nje brat je muoru iti pa v ujsko an v uj-ski je zgubu življenje. V lietu 1917 je začela za naše doline prava tragedija. Niemci so paršli do Kolovrata, duon do Kobarida an dol po naših dolinah... Nona, vi an vaša družina sta muorli uteč... Ja, je bluo zadnje dni otuberja. Gor zad je vse gorielo an je vse margolielo sudatu. Je paršu an Taljan, an ufičjal an jau: Andate via, andate via... . Moja mama mu je odguorila, de na more, de ima kruh v peči. Non importa, dovete scappare, i Tedeschi hanno già fatto saltare il ponte a Cepletischis, stanno per arrivare giù... • Smo tiel uzet ki, pa nam nie pustu. Ist v ročicah sam imiela no pleteničico...Nie bluo ki, smo muorli iti an pustit vse... Al vas je bluo puno? Ja, tle s Sauodnjega, goz Bare. Vse je letalo. Kajšan je ostu, smo se troštal, de na bo takuo huduo. Smo se pobral an šli duon, dol pruot Ažli. Dol kjer se križajo poti, smo se srečal s tistim taz Rečanja. Saruote smo ble, smo šli an niesmo viedli kam. Na žena taz Rečanja je daržala tu naruoče otročiča, anta an konj ji ga je popeštu. Vsakoantarkaj smo se obarnil gor pruot, vse je gorielo. Za prit dol do Ažle smo diel nih 8 ur. Od moje vasi, od moje hiše niesam imiela nič vič, samuo tisto pleteničico, ki sam v ročic daržala. Muoj tata an nieš-ni druz, so se varnil gor uon za rešit kieki, rivù je vzet samuo no mantelinco. Niemci so bli že v Sauodnji. Ponoč smo prespal v Ažli."Kam puodemo?" smo se vsi prašal. Zjutra, že pred dnem smo se pobral dol pruot Čedadu. Smo paršli na štacjon an atu sta bla dva trena, adan za iti v Kobarid, te drug dol pruot Italiji. Linja za Kobarid je goriela. Adan ufičjal je jau "Andate su quel trenino e cercate di salvare qualche cosa". Muoj tata je uzeu an žakjac kafe an an žakjac cukerja. Potlè smo vsi šli na tradotto, vse se je tlač- lo. "Kam gremo an kuo plačamo?" je vprašu muoj tata. "Niente pagare, niente pagare" so nam jal. Takuo smo šli an niesmo viedli ka' bo z nam. Antà, kam so vas pejal? Tri dni an tri noči smo se vozil. Taljani so nas partii, takuo de an vagon je šu na nin kraj, drug na drug an takuo napri. Midruz smo paršli v Macerato. Tam z no koriero so nas pejal pa po vaseh, kjer so nas že čakal an je bluo že vse parpravjeno za nas sparjet. Moja družina an drugi tle od nas smo šli v San Genesio, je biu an konvent, pa na viem če od mundiji al mani-hu. Vsaka družina je imiela no štančico. Vsak je sam za se kuhu, kar je rivu kupit s tistim frankam, ki so nam dajal na dan; ja, an frank na dan. Se zmislem no rieč, parvi dan ki smo paršli če. Smo bli nomalo uoz vasi, tan blizu je biu an malin anta so jal adnemu od naših, naj gre kupavat ne dva kila moke, de nardimo pulento. Ja, mlinar ga je vprašu, če jo če presjano. "La desidera setacciata?". On je jau de ne. So začel kuhat telo moko anta je bla vsa puna šporkarje. "Ma ka' si kupu?" so ga uprašal. "Ja, ist sam mu jau, de čem moko, kar me je vprašu niesan zastopu, san mislu de bo kieki dragega. San jau de ne." Obedan nie sniedu tiste zaželjene pulentice. Kuo sta preživiel tiste dni? Niesmo viedli ki dielat, niesmo bli tan doma...Čez dan smo hodil okuole, smo gledal narest kieki... Antà je paršla nieka epidemija an puno naših judi je pomario... an moja mama. Kuo so vas sparjel judje? Ja, judje so nas lepuo sparjel. So nas imiel radi an so nam pomagal, pa le malo, sa' so bli an oni saruote. Tekrat smo bli vsi saruote. Smo študieral na duom, niesmo viedli nič,., vsak dan smo se zbudil s troštam, de kajšan nam povij e, de se moremo varnit damu. Dost cajta sta bli tam? 'No lieto potlè je paršla liepa novica, de moremo se varnit damu. Kako veseje! Kar sta paršli spet damu, ka' sta ušafal? Nič...Ja, naša hiša je bla na nogah, pa notar je bluo vse zasuto, zažgal so mobilne... Smo muorli začet od niča, ma smo bli doma, na našim duomu, je biu naš ajar, naš sviet... Nona, veste de seda je ujska tu Jugoslaviji an de je puno profugu, ki so dol otduot utekli tle h nam, ka' jim želte? Njih domovino, njih duom, njih oči an mater. Če imaš tiste, preneseš vse. Kuo jim moremo pomagat? Jih imiet radi, pokazat de nie-so sami. Antà če se more, jim tu sude pomagat... Nona, vi ki ste pravala, al se more pozabit veliko tarplienje ujske? Tisti judje, tisti otroc al bojo mogli napri živiet, al jim pusti vse tuole kajšan sanjau? (Nona Marjuta pomuči nomalo, gleda pruot oknu...) Mah...Buoh jim pomagi prenest vse...Buoh jim pomagi... h ir tì li Tt sir ifr Tr fr, ? ? GUBANA DELLA NONNA JgL Durfavlg 1® Lina S. PIETRO AL NATISONE (UD) VIA AZZIDA 15 - TEL. 0432/727234 È BUONA - È NOSTRANA - È LA VERA GUBANA . AUGURANDO BUONE FESTE RICORDA CHE SI TROVANO ANCHE CONFEZIONI REGALO ORIGINALI S. PIETRO AL NATISONE (Udine) - Telefono (0432) 727231 ZONA INDUSTRIALE Augura Buone Feste Zeli vesele praznike za oglase na tedniku dalle valli del Natisone di \cn X Rosy ) pokličite št. 0481/536602 Abbigliamento casual Oblačila • Darila Articoli da regalo Drobnarije - Parfumi Mercerie - Profumeria Okrasni izdelki Confezioni su misura Konfekcije po meri Riparazioni Popravki CIVIDALE DEL FRIULI (UD) Tel. 0432/730236-730537 S. PIETRO AL NATISONE SPETER TEL. 727221 Panificio - Pekarna OVALIZZA CLAUDIO Merso di Sopra 21 S. Leonardo Tel. (0432) 723009 LOCANDA gli annunci sono stati preparati da AL GIARDINO di Novello Loredana Via S. Pietro, 113 Tel. (0432) 727019 S. PIETRO AL NATISONE AD WORK STUDIO GORIZIA tel. 0481/536602 fax 0481/536603 CONFEZIONI KONFEKCIJE CIVIDALE - ČEDAD Piazza Picco Tel. 730051 - 730052 Stringher gioielli ČEDAD - CIVIDALE tessuti - arredamento - pellicceria - sport tkanine - opreme - krzna - šport Via/Ulica Manzoni 11 Tel. — fax 0432/731168 S SS IMPORT - EXPORT - RAPPRESENTANZE PHEN/X-SOLE/L assicurazioni - UVOZ - IZVOZ TRST — VIDEM — GORICA Sedež: 34135 TRST — Scala Belvedere 1 Tel. (040) 43713-43714-411826-411827 Telex 460319 FRIEX — Telefax (040) 43073 Filiali: 34170 GORICA — Ul. Morelli 38 Tel. (0481) 535855 — Telefax (0431) 536012 33100 VIDEM — Ul. Roma 36 Tel. (0432) 502424 — Telefax (0432) 503780 GRUPPO GAN 33043 CIVIDALE DEL FRIULI VIA EUROPA (cond. EUROPA) TEL. (0432) 732112 Francesco Iussig Agente Generale ICIVIDALEl I .SEHWCf I JJfeasjs Zbuogam Cordaro Je biu bardak miedih V poliklinike v Vidme je zavojo hude boliezni umaru Matteo Cordaro. Biu je še mlad mož, sa’ je imeu samuo 61 liet. V žalost je pustu ženo, hčere, zete, navuode an vso drugo žlahto. Matteo Cordaro se je ro-diu dol v Siciliji, v Katani, pa že od nimar je biu za mi-ediha tle v Čedade an v Mojmaze. Vsi smo ga lepuo poznal, saj tudi iz naših dolin smo se hodil zdravit Čeh njemu. Kar se je kajšan polamentu, de ga kje boli smo naglo jal: Bieš dol h Cordaru", an vič-krat smo čul pravt: Ja, san ozdraveu potlè, ki sam šu dol h Cordaru". Biu je bardak miedih, gentil z vsiemi, je znu poslušat svoje paciente an jih potroš-tat. Pred njega ambulator-jam tle v Čedade je bla nimar duga varsta judi iz vsi-eh kraju. On je odperju ob deveti, pe že ob sedmi so bli judje tan uone an ga čakal. Miedih Cordaro bo zaries puno manjku. Na njega pogrebu, ki je biu v četartak 12. dičember-ja v čedajskem duomune se je zbralo zaries puno judi tle z Čedada an bližnjih vasi, pa tudi iz naših dolin an s tuo-lim so vsi še ankrat pokazal, ki dost je biu parjubjen an spoštovan. CARROZZERIA V šuoli je meštra dala otrokam za napisat an tema: Nedieja. Vsi otroc so naglo začel pisat. Žvol-giment od šuolarja Peri-naca je biu tel: “V nediejo sem šu z mojo družino na Starogo-ro. Smo šli prosit Marijo, de naj da muoč mojmu ku-njadu za narest adnega otroka, ker moja sestra ta stariš ki je že pet liet oženjena, saldu buj želi ratat mama. Za bit uslišani smo par-žgal vsak svojo kandelo pred Marijo, an za bit buj šigurni smo vargli tudi nomalo sudu zluodju an Svetemu Mihielu. Potle smo šli jest tja v klin, kjer je bluo takuo starmuo, de mojmu kunja-du so se jajca potočile, an vsi so se ustrašli al smo zastonj molil. Nono, ki mu niso ušeč jajca, je sniedu celo šku-dielo graha, anta j' začelo takuo garmiet, de smo se hitro pobral pruot duomu pred dažam, čeglih je bluo vse jasno. Nomalo smo se odpočil dol par Pikone za pikona-te ešternat predsedniku Košigu, an kar sonce je zahajalo za brieg, smo bli že doma. Ist ne viem al smo slabo molil, al se nismo zastopil z Marijo na Starigor, al smo premalo sudu vargli zluodju; fatošta ki namest bit uslišana moja sestra ta stariš, je začeu trebuh rast moji ti mlajši sestri, ki nie njanka oženjena!!! Prispevki za pulmin Še ankrat napišemo o pulmi-nu dvojezične Suole, sa’ nie še vas plačan. Manjka še nomalo... tele dni je parskočila na pomuoč Romilda Gariup iz Tapoluovega, ki je dala 50.000. Ce želta dat kieki an vi, lahko gresta dajat vaš prispevek na Zavod za slovensko izobraževanje v Špietre (kjer je dvojezična šuola). MATAJUR S. Pietro al Natisone Ponte S. Quirino Tel. 727419 augura alla gentile clientela buone feste Liep popudan za naše none v Škratovem Se bliža Božič an vsi študiera-mo na otroke, ka jim kupit za jim luošt ta pod božično drevuo. Študieramo na otroke, ki par-pravjajo feštine ta po šuolah za veseje mame, tat an nonu... An pru za veseje nonu naših dolin bo še na druga feština, samuo za nje. "Čakimo Božič z našimi te starimi”, takuo je napisano na vo-lantine. Fešto sta jo organizala Gorska skupnost Nediških dolin an "Gruppo volontari" iz Svetega Lienarta. Srečanje bo v Škru-tovem v saboto 21. dičemberja ob 14. ur v prestorih sriednje Suole. Za veseje vsieh bo piela an plesala folklorna skupina iz Tolmina. Potlè bojo še igre an puno dobrih reči za pod zob. Nona Leopolda an vesele novice Petelin v paražone Kake čudne stvari se gcijajo v Sauodnji! Duš je ’na liepa vasica, ki stoji gor na briegu, gor nad Jeroniš-čah... Tle, miez hiš an klancu se more še videt kakuoša an peteli-ne pikat med kamani... An dan po nieki poti gre an nunac, nič manj ku an kavalier, petelin ga zagleda an... ga začne lovit. Al je navošljiv, zak tistega nunca so ga nardil za kavalierja?! Za us-tavt petelina parleti njega gas-podinja... "Oh tele babe!!!" poštu-diera petelin, ki je ostu nomalo od zad ku pamet "Bodita tan doma, tele so moške reči...”. Pa gaspodinja mu na da meru. "Oh hudič, tele žene so garš ku kakuoša..." Petelin skoče gor ku...petelin an jo pikne vičkrat v nogo, ki začne karvaviet. Kar petelin vide kri, se nomalo us-traše an izik se mu začne zalie-tat, namest kikiriki pieje "Ki kri, ki kri, o ki karve..." Pride miedih, pride veterinar, gospo peje-jo v špitau. An petelin? Po kratkem pročešu ga pejejo v para-žon. Ja, pru takuo, deset dni šti-je so mu dal. MIEZ PARJATELJI NOVEGA MATAJURJA JE TUDI PUNO OTRUOK Vičkrat naš judje, tisti, ki žive po sviete, kar nam pošjajo sude za plačat naročnino, abonament, nam napišejo an par riji za nas pozdravit, za nam želiet lepe reči an tuole nas zlo veseli. Tudi telekrat se je takuo zgodilo, pa v busti smo ušafal tudi "no lepo fotografijo frišnega puobčja. Če četa viedet kieki vič, preberita pismo tle zdol! ‘...Zahvalimo se vam, ki nam tednik redno pošiljate. Za nas je važen vez z domačim krajem, ga vedno radi beremo. Tudi vam pošljem eno sliko našega prvega vnuka, ki se je rodil 27. junija tukaj v Montrealu. Imenuje se Fabrice Jeroncig -Blanchette. Naša hčer je poroče- na z enem francoskim kanadča-nom. Nono je pa Jeroncig Giovanni iz Preserja, ki je že več kot 43 let, ki je šel po svet. Bodite pozdravljeni in obenem vam želima vsem skupaj vesele Božične praznike in srečno novo leto 1992. Leopolda in Giovanni Jeroncig Draga Leopolda in Giovanni, vaz zahvalemo za vaše lepe be-siede. Tudi mi vam želmo vse dobre v letu 1992. Vašemu malemu vnuku, ki je prav zares an liep puobič, iz sarca želmo, kar se želi vsakemu otroku: zdravje, srečo an veseje! "Ali je treba da vam rečem, za nas je posebenUT' pravi nona Leopolda Od parvega ženarja novega lieta,"litorina", vlak ki uoze iz Čedada v Vidam an nazaj gor, bo imiela nov urnik. Priet je bluo zadost lahko se zmislit na urnike, saj je litorina hodila vsako uro (ob 8.05, 9.05 an takuo napri iz Čedada v Vidam, iz Vidma v Čedad pa ob 8.30, 9.30...). Seda za na zgrešit, za na zgubit litorine, vam konveni odriezat nove urni- ke, ki vam jih tle zdol napišemo. Iz Čedada v Videm bo hodila ob 5.55, 6.45, 7.25, 8.10, 8.55, 10, 10.55, 11.50, 12.30, 13.10, 13.50, 14.30, 15.50, 16.45, 17.35, 18.15, 19.10, 20.10. Iz Vidma v Čedad pa ob 6.20, 7.05, 7.45, 8.30, 9.30, 10.30, 11.30, 12.10, 12.50, 13.30, 14.10, 14.50, 16.25, 17.15, 17.55, 18.40, 19.40, 22.40. Federico "Ka" me dišturbavata, ka" me tarkaj fotografavata... ben nu, naj bo, vam šenkam še an nasmieh anta pustita me par mieru! Ka" na videta, de muorem pisat na kom-puter?!" An ka" je napisu mali puobič? Preberimo: "Se kličem Federico, imam malomanj osam mi-escu, sa" sam se rodiu 29. obrila, živim v Čedade z mojo mamo, Danila Cencig iz Čarnegavarha, an z mojim tatam, Giuseppe Gri-oni, ki je taz Milana. Hodem po-gostu tle na Novi Matajur, kjer me vsi takuo težkuo čakajo, se jim storem smejat, pravejo de san liep an šimpatik...", Kar je mali puobič napisu (!) je prava resnica! Federico, ničku takuo napri, vsi mi ti želmo puno sreče an veseja, pru takuo de bi dajau puno sodisfacjonu toji mami an tojmu tatu. jena dobri pot! Litorina iz Čedada bo imiela nov umik Nelle “Čita rinasce la cultura ri ri fi M inimataj 1 1 ur 1 Slavi da assimilare GIORNALE DI UDINE POLITICO - QUOTIDIANO Limolalo pogll AUI (ludl/Url ad ammlnlatratlvl (lolla l'i-ovlnola dui l-Viuli. La ragione prevalente dell'astio del clero cattolico nei riguardi dello Stato italiano era dovuta all'insanabile contrasto fra il governo italiano e la Santa Sede. Per il clero sloveno si aggiunse una seconda ragione: il programma di assimilazione della comunità slovena in Italia, posto in atto dagli organi dello Stato subito dopo l'annessione della Slavia. Il programma di assimilazione corrispose alla fase storica del risveglio culturale delle regioni slovene austriache, risveglio che si avvertì anche nella Slavia italiana fra i sacerdoti come Pietro Podrecca. Ci fu allora un momento di delusione: in Austria cresceva la coscienza nazionale slovena e si registravano alcuni importanti successi, in Italia la cultura slovena era negata e la lingua addirittura proibita. Si suole indicare il momento preciso in cui il programma di assimilazione giunse alla sua definizione e passò alla fase operativa: l'uscita di un articolo del "Giornale di Udine" pubblicato il 22 novembre 1866. Il giornale, di orientamento filogovernativo ed "ufficiale per gli atti giudiziari ed amministrativi per la provincia del Friuli" dichiarava il programma ed i mezzi adatti all'eliminazione della comunità slovena nell'articolo di fondo intitolato "Gli Slavi in Italia". Vari commentatori hanno indicato come tesi centrale dell'articolo la frase "Questi Slavi bisogna eliminarli". Una attenta lettura mostra che la frase, in senso letterale, non si riferisce agli Slavi in Italia, ma a quelli di oltre confine - dell lstria, di Gorizia e di Trieste - su cui cominciavano ad appuntarsi le mire territoriali italiane. Il concetto di fondo, tuttavia, rimane. Il programma di eliminazione degli Sloveni (azione che può essere accelerata da cure particolari, era scritto nell'articolo) indicò due campi di intervento: a) l'istruzione e la diffusione della cultura italiana e la contemporanea soppressione della slovena anche oltre confine, nella valle dell'Isonzo non soltanto sulla sponda dritta, ma anche sulla sponda sinistra, precisava il "Giornale di Udine"; b) il progresso economico e sociale. Anche qui si fece cenno all'Istria oltrecché. al Friuli: perciò bisognava camminare a file serrate alla conquista dei confini della propria nazionalità. Non faremo però nessuna violenza - garantiva il "Giornale di Udine" -ma adopreremo la lingua e la cultura di una civiltà prevalente quale é quella italiana per italianizzare gli Slavi in Italia, useremo speciali premure per migliorare le loro sorti economiche e sociali per educarli, per attirarli a questa civiltà italiana, che deve brillare ai confini, tra quegli stessi che sono piuttosto ospiti nostri. Bisogna insomma che coll'agricoltura, coll’istruzione delle scuole e de' libri, con ogni mezzo più adattato trasformiamo queste poche popolazioni. Gli Slavi più agiati e 23 - SCHEDA STORICA più colti, insieme agli italiani de' paesi vicini, bisogna che assegnino a sé medesimi questa missione di civiltà, che sarà poscia la più valida difesa dei nostri confini - concludeva il giornale. Lasciamo al lettore la riflessione, riga per riga, del brano riportato. L’articolo chiarisce che la Slavia, trasformata nelle sue caratteristiche linguistiche e culturali avrebbe potuto costituire il trampolino per la conquista di nuovi territori, sui quali esercitare la medesima azione di snazionalizzazione. Per un ulteriore ragionamento possiamo indicare i gruppi sociali presenti all'epoca in cui prese avvio il programma di assimilazione. Il primo gruppo era quello del ceto agiato e colto individuato dall'articolo, di orientamento liberal-democrati-co, prosecutore dello spirito risorgimentale, privilegiato dalla nuova situazione politica, gruppo dirigente nelle amministrazioni, nelle istituzioni e negli incarichi pubblici, composto da professionisti, uomini di studio, di scuola e della piccola borghesia locale. Un secondo gruppo, più ristretto ma molto influente nei paesi, era quello dei sacerdoti sloveni, devoti alla propria cultura e sensibili ai messaggi che provenivano dai centri propulsivi del risveglio culturale nella Slovenia austriaca. I sacerdoti si espressero per un convinto lealismo verso l’Italia (come era stato nel 1848), ma manifestarono aperta opposizione al programma di assimilazione in atto. Fra i due gruppi stava la massa della popolazione, spesso ignara dei programmi che si facevano sul suo conto. Il suo profondo rispetto per la religione ed i suoi rappresentanti ed il naturale, istintivo attaccamento alla lingua ed alle tradizioni locali, non sembrò in contraddizione con l’idea italiana ed il i tm u. minai iti fimi ranni j. fimi COMUNE DI SATOGNA mm di mmw A tutto £1 Mi ■ corr. è aperto H concorro ai ««guanti poati: uj di Maestro della scuola dementare in Savogna coll' annuo stipendio di Lire 500: 00. t) di Maestro dela scuola mista dela frazione di Tercimonte col’ annuo stipendio di Lire àaO .étO. *) di Moostra dwlb scuota «fomentare delta frazione di Monlemag-giore coT annuo stipendk) di Ur« 500; 00 - stipendi pagabl» In rate trimestrali postecipate. CT insegnanti oltre agl obblighi inerenti, sono tenuti alla scuola serale e festiva per gli adulti. Le istanze corredate dai documenti a norme delle vigenti leggi, si produrranno a questo Municipio. La nomina ò di competenza del Consiglio Comunale, salvo l'approvazione del Consiglio Scolastico e seguirà in via cf esperimento per unrono. - ft--,. .» ~.yw. l Savogna, U 4 IWi- SINDACO Avviso di concorso per 3 posti di maestro in comune di Savogna (1873). Da notare la postilla a penna "ed i concorrenti devono conoscere la lingua slava" proverbiale rispetto per l'autorità costituita. Fu per questo che i cittadini di S. Pietro degli Slavi lasciarono passare il cambiamento, voluto dai notabili liberali del comune e del distretto, dell'antico e storico nome del centro della Slavia. Abbiamo già detto molte cose circa il progresso economico e sociale, che fu molto lento e faticoso, e che gravò pesantemente sulle risorse familiari. Un esempio ne sono le strade. L’impegno maggiore riguardò l'istruzione che si orientò verso quella monolingue, come in qualsiasi regione italiana. La base di partenza fu la legge Casati del 13 novembre 1859, estesa poi a tutte le regioni annesse. A quella seguì la legge Coppino del 15 luglio 1877: essa insistette molto sull'obbligo scolastico. Le leggi sulla scuola costituirono per il nuovo Stato uno sforzo senza precedenti nella lotta contro l'analfabetismo, lotta ostacolata da fattori geografici, sociali, linguistici ed economici. Le leggi sulla scuola, che dovevano essere applicate allo stesso modo in tutto il territorio del regno, incontrarono particolari difficoltà presso le comunità alloglotte (di lingua diversa). Così nella Slavia, come si può osservare nel prospetto qui accanto. L’inadempienza dell'obbligo scolastico riguardò in modo particolare le bambine ed alcuni comuni come Grimacco, dove nel 1877 fu del 100%! Un grave ostacolo all'efficacia dell'insegnamento fu il fattore linguistico, dovuto all'incomunicabilità delle parlate regionali e dei vari dialetti fra loro e con la lingua italiana per la limitatezza della comunicazione di massa riservata solo alla stampa. Le difficoltà per i maestri furono insormontabili: solo l'insegnante che sapeva lo sloveno era in grado di avviare il dialogo con gli alunni. Le autorità intervennero per impedire l'uso dello sloveno sia pure al fine di insegnare l’italiano. Ci furono delle vere e proprie intimidazioni, come si può leggere nella circolare che riportiamo: tuttavia i sindaci ritennero di dover aggiungere ai bandi di concorso per l'assunzione dei maestri una postilla in cui si richiedeva la conoscenza dello sloveno. Per preparare le maestre del luogo che avrebbero dovuto insegnare con qualche risultato si giunse alla istituzione di una scuola magistrale a S. Pietro al Natisone. La circolare sopra citata documenta un certo nervosismo delle autorità per gli insuccessi nel campo scolastico e per il sospetto che qualcuno ostacolasse il programma di assimilazione. Come responsabili principali furono indicati i preti. MP Un ruolo originalissimo per il risveglio culturale sloveno ebbero le "čitalnice" (centri di lettura). La prima di esse sorse a Trieste nel 1861. Aveva la sua sede nella Galleria Tergesteo in piazza della Borsa, con il nome di Slovanska čitalnica (Centro slavo di lettura) che raggiunse i 230 soci nel primo anno di vita. Le čitalnice si diffusero a Maribor, Lubiana, Celje, ed altrove con ritmo sempre più rapido. Nella Kranjska ce ne furono 16, nella Goriška 16, a Trieste 8, nella Štajerska 13, in Istria 2, nella Koroška 2, diffondendosi prima nelle città, poi nei centri minori con migliaia di soci. Nelle čitalnice si riunivano intellettuali impegnati sul piano nazionale, personaggi della borghesia, uomini influenti e talvolta contadini. Vi si organizzavano le "besede", cioè letture, recite, canti, concerti e conferenze, che si concludevano con feste e bal- li. Vi si svolgevano anche corsi di musica, canto. In sede erano disponibili riviste, giornali e libri. Si trattava insomma di centri di vita culturale, dove il ceto colto si adoperava per sostituire al tedesco la lingua slovena. L’ambiente era permeato di en- Fu l'anno 1889 quello cruciale per la costruzione della strada di Vernassino, in comune di S. Pietro al Natisone, e furono i consiglieri comunali della frazione a rifare la cronistoria della strada, del progetto e dei lavori. L'ex sindaco Antonio Strazzolini, quando era ancora in carica, l'aveva definita opera colossale, ed era stato lui nel 1877 a volerla far includere, giustamente, nell'elenco delle strade obbligatorie ai sensi della legge 30 agosto 1866. Dopo di ciò la pratica relativa divenne competenza della prefettura e lo Stato garantiva prestiti e mutui. Ora, nel 1889, i consiglieri Andrea Cer-noja e Giuseppe Birtig accusarono Strazzolini di non voler far interrompere i lavori sulla strada di Vernassino per favorire la costruzione di quella del Klancic. Strazzolini faceva presente la necessità di far il punto sui costi, che erano gravi e pesavano sulle casse del Comune. La strada era stata appaltata il 27 novembre 1883, mentre già il 25 maggio 1879 il Comune aveva deliberato uno stanziamento annuo di 3.000 lire a partire dal 1881 per un totale di 67.000 lire alla data odierna, più 35.000 di prestito dello Stato. Venne anche appurato che le modifiche dei lavori in corso avrebbero portato ad un aumento di spesa dalle 34 alle 70.000 tusiasmo per la slovenità senza badare troppo alla qualità artistica delle innumerevoli composizioni di prosa o di poesia. Ogni scritto era apprezzato ed applaudito, per quanto avvolto in una fraseologia retorica ed altisonante. Ci torna alla mente, a questo proposito, il successo di Pietro Podrecca a Kobarid, con la sua Slavjanka. Le iniziative si moltiplicarono, come i "Sokoli" (Falchi), di ispirazione ceka, che organizzavano attività sportive, escursioni e gite, la "Slovenska matica" con edizioni di studio, il "Dramatično društvo", società filodrammatica, e via dicendo. Una funzione particolarmente importante fu quella della stampa, che sostenne posizioni spesso diverse, come fu per in campo politico. Le Novice, il Naprej, la Zedinjena Slovenija, lo Slovenec. Chi metteva l’accento sulle questioni politiche, chi su quelle religiose, chi sul progresso, chi sull'unità della Slovenia e sul federalismo. Una delle divisioni politiche fu quella che contrappose i Staroslovenci ed i Mladoslovenci, in maggioranza conservatori i primi, liberali i secondi. lire. Non solo: per legge erano prescritte prestazioni obbligatorie in natura, le famigerate rabuote. Quattro giornate di lavoro non retribuito per individuo e per animale da lavoro. Risalendo nel tempo Cernoja e Birtig ricordarono al consiglio che l’elenco delle strade obbligatorie di S. Pietro risaliva al 1870, che la deliberazione dei progetti per le strade di Vernassino, Biarzo e Vernasso era avvenuta lo stesso anno e che tutte le strade del comune, Vernasso, Azzida, Sorzento e Ponteacco era state realizzate nel 1871. Era stata trascurata solo quella, l'opera colossale di Vernassino. Si ebbero poi ricorsi, sollecitazioni prefettizie, contrasti sull'incasso dei mutui e tentativi di derubricare la carreggiabile di Vernassino a semplice mulattiera. Se fosse venuto meno l’intervento d'autorità la strada, allora, non si sarebbe fatta perché l'abilissimo Strazzolini riuscì sempre a guadagnarsi la maggioranza. Non ci é dato di sapere dai verbali del consiglio comunale il finale della cronistoria. Fra progetti, battaglie consiliari e ricorsi, la strada, avviata nell870, nel 1891 non era ancora stata costruita: erano intanto passati vent'anni. (Archivio comunale di S. Pietro al Natisone) DISTRETTO DI SAN PIETRO AL NATISONE Frequenza alunni nell’anno scolastico 1875-76 COMUNI Obbl. alla Se. Frequentanti Mancanti Totale Pop. comune Fraz. M. F. M. F. M. F. Obb. Freq. Man. S. Pietro 113 80 63 42 50 38 193 105 88 2.810 7 Drenchia 30 38 12 3 18 35 68 15 53 1.036 6 Grimacco 29 39 — — 29 39 68 — 68 1.234 18 Rodda 41 30 38 23 3 7 71 61 10 1.427 3 Savogna 53 57 26 2 27 55 HO 28 82 1.820 16 S. Leonardo 68 59 17 8 51 51 127 25 102 2.188 7 Stregna 51 39 14 — 37 39 90 14 76 1.616 4 Tarcetta 39 35 26 9 13 26 74 35 39 1.289 6 Totali 424 377 196 87 228 290 801 283 518 14.051 67 Percentuali 46% 23% 54% 77% 35% 65% (Da Cent'anni dell'Istituto Magistrale di S. Pietro al Natisone) Un’opera colossale lunga ben vent’anni novi matajur IZ SPOMINOV NA OTROŠKE DNI AN PRAZNIČNE DNEVE PRED BOŽIČEM ŠENKAM BRAUCEM NOVEGA MATAJURJA Zlat fingret od Reziianke Je bla ankrat na mikana vas tuk Ježuš, kar se je rodiu, nie meu druzega diela, ku na slamci počivat za veseje vsieh tistih, ki su teškuo čakal tist dan. Ob vsieh svečeniku samuo sv. Miklovž, na parve dni dičem-berja ponoč, je napunu mikane otročje košpe z mandarinmi, ro-žičmi an s kajšnim koščičam mandorlata. Od tist°qa dne na-pri za ga zahvalit . ^si je zače-lu veliku dielu za vse lepuo na-pravt za Sveto nuoč. Otroc s cajnmi su hodil če za malin po mah an taz ne hiše ču to drugo gledat ker prežepjo je buj velik an buj liep. Če pa nie bluo smrieke vsi go po briegu za ušafat te narlieuš brienje. Stari an mladi su tukli oriehe za napravt gubančanje, ubival kakuoša za župu, čedli, brisal an frigal ku deb zaries Ježuš se meu rodit u njih hiš, an para an led na oknah su skrival svetu tistu veliku čakanje. Se zmislim, de nu lietu, glih na vilju Božiča, kar smo ustal snieg se je že medu. Vse je bluo bielu an mernuo dok otroc nies-mo uon veletiel an cieu dan, mokri ol ne, nie bluo moč v hišo parklicat. Pod nočjo snieg se je potalažu an vsi kupe smu runal veliku babu na sred vasi, kar tu mraku, dol po bielim puoju, smu vidli nu ženil teškuo hodit pruot vasi. Žena je miela velik pez na ra-manah an je teškuo peštala fre-žak snieg. U pamet je paršla su-bitu Befana tut če nie biu še nie cajt an u naši vasi je nje še mai bluo. Mislim, de tut te druz su kiek takega miei u glavi zak usi merni smu gledal Čudnu Ženu, ki je hodila pruot nas, dok adan nie zaueku: Rezijanka. Pustil smu babu na sred vasi an letiel vsi kupe pruot Rezijan-ki, ki smu lepuo poznal, zak ankrat ol dvakrat na lieto je hodila ona ču vas an je nudla po hišah vsake sorte stvari, ke potrebuje- jo v nji družin. "Rezijanka, Rezijanka", ona se je posmejala, an mi pred njo an za njo do vasi an po vasi smu le veselu uekal: ' Je paršla Rezijanka". Kar smu bli tan u našin duorje pred hišo Rezijanka je potampa-la z debelimi čaruojmi za otrest snieg, dok nona nie paršla na urata. • - Oh Buoh vas previd, kuo j’ tuo ste nazaj tle? - Za uoj snega. O pudan se je le medu an jest san misinla, dej’ bluo buojš tle se uarnit, kier damu nie bluo moč iti. Hitro usi ta za njo čju hišu, ma Rezijanka nie venesla nič uoz nie koša, zak u vasi je bla že tist dan priet an je pravla, de za Božič bo doma. Smu gledal nie koš pokrit z velikim facuolam na tleh ta za urat an kar smu vidli, de žena se je usedinla gor za kot smu letiel nazaj za našin dielam oku babe na sred vasi. Rezijanka je bla na modra an čista nuna an kar je paršla u našu vas je nimar par nas spala an jedla; ne ku petjarji v pest ma z nam, ta za mizo, an nie molila za nas an za te dušice ma je guorila z vsiem. Je pravla ob vsieh vasi, je nosila novice od žlahte an parjatelju, ki že dugu niesmu bli vidli. Je pravla ob mestu, ki samuo te stari su poznal an vsi smu ju radi poslušal. Tisto vičer miza je bla lieuš par-pravjena ku po navadi. Sladki štrukjaci su bli kuhani an Rezijanka je bla za mizo. Ma je mutala. Po vičer ji su paršli parjatelji, možje su ostal za mizo, žene su zluožle an začele njih diela ta za napo: adna je šivala, druga je pledlà, Rezijanka je pomala adni vuno zavijat. Mi otroc niesmo tiel iti spat zak smu tiel za te velicmi iti h maš o punoči. Jest niesam še mai šla u tolu mašo an san se bla pru luožla za iti. San viedela, de kar teta bo žekč Quest'Illustrazione dl Alessandra D'Este è tratta dalla “Favola Invernale" scritta da Mjuta Povasnica e pubblicata dall'EST-ZTT nel 1990 šivala začne pravce pravt; tu nu urcu vsi te buj mali bomo zaspani an nas počas počas poneseju gu pastieje, takuo san usegà uganjala za je na poslušat. Mama me je kregala, nona me je pošijala spat, Rezijanka me je parklicala h nji an me je prašala, zaki san takuo dušpietna. Neč-jen spat zak čen iti u mašo opu-noči. Èenà me je obečjala de pu-odemo usi kupe an usi su potar-diel, de ja. Takuo jest usa vesela san letiela po moj è čaruoje za se napravt. - S tistimi čaruojmi se na more iti po sniegu! - me su subit usi jal. - Ma kuo pa se more iti u ci-erku za Božič, s košpmi? - Vsi su pravli, de po sniegu do cierkve se muore iti samuo s košpmi ma za me je biu zaries an velik gri-eh an špot iti s košpmi u špietar-sko cierku za Božič. Takuo de kar j in niesan vič znala stat pruot san začela jokat. Rezijanka me je nazaj h nji poklicala an me je jala: - Vieš, kuo nardmo. Puodemo s košpmi do cierkve an ponesemo za nam čaruoje. At se preo-bujemu an skrijemo košpe an jih denemo nazaj za prit damu. -Tuole me se je zdielo takuo pametno, de san se potalažla. San se h nji usednila an takuo san začela z njo ražonat. - Vaše čičice ja ki su srečne miet takuo pametno mamu an ki ma tarkaj lepih reči, ki po vsien nosite an vsien ponujate -. Gor na tolu so se ji napunle oči suzi, mama jo je slavu gledala an vsi su mučal dok ona me nie jala: - Če nečješ spat, zaki na pomagaš toji teti šivat? - Na morem, podplat su debel an igla me bode tu parst! - san odguorila. - Sa te navaden jest. - je jala. Je ustala an je šla če na hišo po nje koš, je vzela dol velik facu an gleda, an gleda dok na uza-me uon no škatlicu hlodovo puno fingretu. Pregleda use, ve-bere te narbuj mal an me dije: - Buoh te je dou mikane roke ma an pamet za viedet, kuo jih ohranit. Den’ gor fingret an boš vidla, de igla na bode vič.- Me je diela fingret na parst an tut če je biu nu malu velik an me je stou ko an zlat zuončič je biu te narlieuš fingret, ki sam bla mai vidla. Gor na varh je meu mikane jamce an blizu robčiča no girlandu rož, se je laščeu še buj ku zlatuo an jest san hitru upra-šala: - Al bo muoj tel fingret? - Rezijanka me je kuštno gledala. - Jest te šenkan fingret, če me obečjaš, de mai vič na porčeš "na morem", zak samuo griehe se na more runat. An kar u življenju boš miela take težave, de te pride na usta ' na morem" boš muorala hitro s pametjo ušafat an tajšan fingret, de vse boš mogla predriet an uon use ve-nest -. Nona je začela molit rožar, žene su diele u krilu dielu an odguorjale, jest san se usedinla mam čju naruočje an kar su "častito" puojli jih niesan čula zak san že tarduo spala. Drug dan san se zbudila z fingretam u pest an šele sa, kar življenje je pretarduo, nucan s pametjo fingret od Rezijanke. An viertame je ratalu, de san se an ubodla ma skor nimar nuca. Za tuole san misinla lietos za-Božič šenkat usien van, ki prebi-erata Novi Matajur fingret od Rezijanke. Bruna Dorbolò Feste con Vasco L’Unicef alza la voce Un drammatico appello é stato lanciato nel giorni scorsi dal-l'Unicef a tutti gli italiani, nel tentativo di salvare le vittime innocenti della guerra in Croazia, in primo luogo i bambini. Secondo l'organizzazione, che opera in quasi tutte le zone colpite dalla guerra con personale che collabora con gli altri organismi internazionali presenti, gli sfollati sono ormai oltre 500 mila e c'é quindi bisogno di me- dicinali, attrezzature mediche e materiale specialistico per bambini e neonati. L'Unicef ha stanziato circa sette miliardi di lire che serviranno per coprire le spese di medicinali e vaccini e per la fornitura di integratori alimentari (per i neonati e le donne in gravidanza), impianti igienici, indumenti invernali e mezzi di trasporto. Questo però non basta, non é affatto sufficiente per avviare nelle prossime settimane l’intero programma previsto e per affrontare grossi disagi ed i rigori dell'inverno. Chi vuole rispondere all'appello dell'Unicef può versare il proprio contributo, specificando "a favore dei bambini jugoslavi e delle loro madri” sul conto corrente n. 745000 intestato a Unicef Roma. "Natale con i tuoi", questa la mostra di disegni di Vasco Pe-tricig che si inaugurerà sabato 21 dicembre alle 17.30 presso la Beneška galerija di S. Pietro al Natisone. Abbiamo già avuto modo di ammirare i lavori di Vasco in diverse collettive, questa, invece, è la sua prima personale presso la Beneška galerija. La mostra rimarrà aperta fino a sabato 11 qennaio (orario 17/19). avevo sei anni “Pod lipo” za Božič Pieu bo tudi “Matajur” taz Klenja - Predstavitev kasete Glasbena šola vabi na Božični koncert Pevski zbor Pod lipo nas vabi na Božični koncert, ki bo v saboto 21. dičemberja ob 20.30 uri v cierkvi v Špietre. Za telo par-ložnost bo pieu tudi moški zbor "Matajur" taz Klenja. Le tisto vičer, na koncertu, predstavijo kaseto "Christmas carols ", ki jo je napravu Valter Colle in pri kateri je tudi bar-naški zbor sodeloval. V teli kaseti so zbrane božične piesmi iz dažel, ki sestavljajo Mittelevro-po. Pa nie vse tle. "Pod lipo" nas kliče tudi v Landarko jamo, kjer na sveto nuoč, na maši ki bo o punoči, bo pieu božične an cerkvene piesmi. Je že tradicija, da za Božič špetrska Glasbena šola, katero obiskuje več kot sto mladih, organizira Božični koncert. Tako bo tudi letos. Koncert bo v soboto 21. decembra ob 16. uri v občinski dvorani v Špetru. Gost bo mladi Sebastijan Zorza iz Tavor-jane. * * * Come vuole la tradizione, anche quest’anno la Scuola di musica di S. Pietro, frequentata da oltre 100 ragazzi, organizza il Concerto di Natale, che avrà luogo presso la sala consiliare di S. Pietro sabato 21 dicembre alle ore 16. Ospite d'onore il giovane Sebastian Zorza. Non mancate! Marco Domenls ^uiXeootu J>€*£i*%i':. PIŠE PETAR MATAJURAC “Eh vino, vino te je vozilo!” m L’abbonamento al Novi Matajur per l'anno 1992 ammonta a 32.000 lire Naročnina Novega Matajurja za leto 1992 stane 32.000 lir Dežurne lekarne Farmacie di turno OD 23. DO 29. DECEMBRA Sv. Lenart tel. 723008 S. Giovanni al Nat. tel. 756035 OD 21. DO 27. DECEMBRA Čedad (Fornasaro) tel. 731264 Ob nediejah in praznikah so odparte samuo zjutra, za ostali čas in za ponoč se more klicat samuo, če ričeta ima napisano »urgente«. "Zgodilo se je, da me je potem še parkrat vozilo, pa ne vič takuo strašnuo, cielo nuoč, kot se je bluo zgodilo parvikrat", nam je pravu Tona Podopokar-ju. Pa kaj je bluo tisto, ki je vozilo? Adni so pravli, da so bli hudobni duhovi. Drugi so pravli, da so bli domači štrioni, ki so te na tisto vižo štrafal za kajšno pomanjkljivost, al pa nevšečnost, ki so jo imiel od tebe. Treč ji so pravli pa, da jih je vozu sam hudič. Te mladi so odperjali oči svetu, svet pa je njim odperju oči. Takuo nieso vsega vierval, kar so jim te stari pravli. "Ste se ga napiu, potem vas je vozilo, pa ne strah, pač pa vino!' To je bla velika žaliteu, za tistega, ki ga je vozilo. Užaljeno so odgovarjali: "Ti želim, da bi se ti ne nikdar kaj podobnega zgodilo!’ Tisti, ki so bli buj jezni, pa so poprosili: "Buhateu, da bi te vozilo že naco, tole nuoč!' V tistih starih cajtih so pardi-elal puno vina po naših vaseh. Puno rebule, še vič pa cividina. Tuole zadnje vino, čisto in bie-lo, je posebno mešalo glave od naših te starih rajnkih. S cividi-nam je povezano puno naše zgodovine, veliko naših zgodb in zdaj so vinjike tega čudovitega vina izginile. Še en par jih je ostalo v Gorenjem Barnasu an Kuosti. Škoda. Bi jih bluo trieba rešit an razšerit, ne zatuo, de nam bo cividin zmešavu glave, pač pa zatuo, ker bi bluo tiste vino zaries vriedno posebne zaščite (kot naša manjšina), kar poznamo ime, po italijansko, pod označbo "D.O.C." Nu, sada pa pridimo na zgodbo od rajnkega Tonina Štefanovega iz Gorenjega Barda. Biu je družine Gorenjih Štefanov. Tonina je vičkrat vozilo, pa ni bluo nikdar takuo huduo, kot na tisto Sveto noč. Bla je vilja božična. Od vasi do vasi je šele dišalo po zažganih žegnanih rožah, s katerimi smo ob tisti parložnost kadili in požegnovali naše hrame. Bluo je parbližno okuole punoči, ko se je rodiu v Betlehemu naš Odrešenik Jezus Kristus Nazarenski. Luna je bla puna. Na jasnem nebu je sijala takuo lepuo, da se je videlo letat te duje zajce po puoju in senožetih. V teli liepi, čudoviti Sveti noči, se je vračal iz Platea proti domu, v Gorenje Bardo, Ernesto Štefanu, iz Te dolenje Štefanove družine. On je navuod od sada rajnkega Tonina. Bluo je takuo. Kadar je paršu Ernesto na plaš-ki brieg, je začu upijoči glas, ki je odmevu v dolino, pa se je tudi uzdigavu do Prevala an do svetega Martina. Ernesto je spo-znu tisti glas. Biu je glas od strica Tonina. Tonin je klicu: "Parjatelji na pomuoč, parjatelji na pomuoč!' Navuod se je prestrašu in hi-teu proti domu za iti stricu na pomuoč. Kadar je paršu do njega, je šele arju: "Parjatelji na pomuoč!' Stric Tonin je biu zvezan s pašam h drevu, h stari češpi. "Sam Buog te je parnesu" je jau navuod, kadar ga je odvezu. 'Ja, ma kduo te je zvezu h či-ešpi?" ga vpraša navuod. "Zvezu sem se sam. Vozilo me je ure in ure. Sem trudan, vas razspraskan po rokah in obrazu. Tale čiešpa je bla moja rešitev. Kadar sem jo objeu, sem se s pašam z njo zvezu. Sem mu odkrito zar ju: od tle me ne peješ vič naprej!' “Kamu si takuo zarju?" "Gor na arbid se mi je sme-jau, ne blejau, smejau an debeu kozù, ki je imeu roge kot velike sable. Biu je hudič pretvorjen v kozlà. On me je vozu!' Drugi dan je biu Tonin ries ves razpraskan, po obrazu in rokah, pa gorje tistim, ki bi mu ne bli vierval, da ga je vozilo. Vas pozdravja Vaš Petar Matajurac BČlKB BANCA Dl CREDITO Dl TRIESTE TRŽAŠKA KREDITNA BANKA FILIALA ČEDAD Tel. (0432) 730314- 730388 UL Carlo Alberto, 17 FILIALE DI CIVIDALE Fax (0432) 730352 Via Carlo Alberto, 17 HRANILNA PISMA/CERTIFICATI DI DEPOSITO Tržaške kreditne banke predstavljajo možnost varčevanja; posebno ugodne obrestne mere in različni vezani roki omogočajo, da si vsakdo izbere pogoje, ki mu bolj ustrezajo. Varčevanje do 100 milijonov lir Mesečno Obrestna zapadlost______________ mera 6 12 19 10,625% 11,00 % 11,00 % Varčevanje preko 100 milijonov lir Mesečno Obrestna zapadlost mera 3 10,75% 6 11,00% 12 11,25% 19 11,00% I CERTIFICATI DI DEPOSITO emessi dalla banca di Credito di Trieste SpA rappresentano un'interessante opportunità d' investimento. I tassi d'interesse particolarmente vantaggiosi, nonché le diverse scadenze previste, offrono ampie possibilità di scelta ai sottoscrittori. Investimenti fino a 100 milioni Scadenza rendimento mesi lordo - 6 12 19 10,625% 11,00 % 11,00 % Investimenti oltre i 100 milioni scadenza rendimento mesi lordo 3 6 12 19 10,75% 11,00% 11,25% 11,00%