// ANNO PDBBIilorlW (prezzl per mm d'altezza, larghezza 1 colomia): oommerclall Ii. 150 — flnanzlari, legall, cronaoa L. 2.50 — CJoncesslonarla escluslva XJNIONE PÜBBLICrrA ITALIANA S. A. LUBIANA, Via Selenburg n. 1 — Tel. 24 83 Lubiana, 1 maggio 1943-XXI SI PUBBLICA OSNI SABATO ABBONAMENTI: Annuo L. 25 — Semestrale L. 13 — Sostenltore L. 1000 Spedizione in abbonamento postale n» Gruppo — UN NUMERO CENT. 60 DIREZIONE — REDAZIONE: LUBIANA, VIA WOLPOVA 12 — Tel. 2196 iDERHITA E [AIT La marina, la grande silenziosa, in difesa dei convogli che alimentano la battaglia africana 5 vnatj^^iO' Sono trascorsi due anni da quando Lubiana per volere del Re Imperatore e del Du-ce uni le sue sorti a quelle deiritalia fascista. II Regio Decreto, che san-zionö con la regale benevo-lenza quanto il valore delle armi compi in pochi giorni, non 6 soltanto un atto legislative di ordinaria ammini-strazione, ma acquista oggi nella lotta contro il banditi-smo partigiano una luce de-gna delle tradizioni giuridi-che della Roma dei Cesari. L'annessione della provin-cia di Lubiana al Regno d'lta-lia apporta un notevole contribute di vitalitä, in senso giuridico, alle teorie degli organismi territoriali che vengono a fare parte inte-grante di stati giä giuridica-mente ben definiti. E' la piü sana tradizione che, sulle orme di Roma eter-na, viene estrinsecata attra-verso il rispetto delle leggi del focolare e della convi-venza civile intesa sullo stes-so piano dei diritti e dei do-veri. II sangue e I'ldea si fondono in un'unica espressione di saggezza. Non tracotanza di conquistatori che disperdono, sommergono e passano oltre, ma sollecitudine di legislato-ri che si soffermano e prov-vedono. Alia violenza sappiamo ri-spondere con la violenza, ma al civile convivere rispondia-mo con la giustizia e la pace romana. Niente dunque illu-sicni (e il popolo sano non se ne fa), ma rispetto alle leggi con i doveri poich^ i diritti non saranno, come non sono stati mai, negati. Lubiana si aifianca da due anni a Roma e da Roma soltanto viene la luce. * VIO LEIN Z A Non abbiamo cerlo la pretesa di scoprire I'America se diciamo che il momenta che ailraversiamo e di una estrema durezza e scabrosila, e lale da chiedere da parle di tulti, indistinlamenle, uomini e donne, soidati e cittadini, un impegno, una siorzo, un impiego di volonta senza coniini e limitazioni. Ma se lorniamo volenlieri su di un laslo che la nostra passione e la nostra lede ci suggeriscono di batlere con inesausta lena, gli e perche uria e quasi stomaca la nostra sensibilita d'italiani e di ia-scisti il negativa atteggiamenio di laluni che si dimostrano reirattari a quelVenergica richiamo: bipedi piotti, amorii, privi di midollo spinale, rassegnati persino alia scon-lit ta pur che la guerra abbia termine, pur di sentirsi riconsegnati a quella tranquillita di vita che tanto solletica i loro istinti di gen-te, per abitudine mentale e per «veste» morale, a/fetta da un «bor-ghesismo» alio stadia acuta. F contro castoro che bisogna energicamente reagire, che occor-re ergersi in tutta la nostra statura di italiani e di fascisli, cansape-voli appieno dell'ora critica nei conironti della quale la nostra da-nazione deve essere senza ambra alcuna, pura, assoluta, specchian-te; ma decisi anche, ma votati non solo ad un'opera lineare e coslan-le di persuasione e convincimento, sibbene ad una violenza pure intesa nella sua necessarieta d'azio-ne intelligente e tempestiva, tale quindi da riscuotere non una tac-ciu di prepotenza o comunque una critica dannosa, ma un'adesione spontanea, rna un plausa di cuore, ma un consentimento sincero; violenza dunque che piü ancora che in una materiale estrinsecazione (come potrebbe essere il cetione, sc Santo») si manifesta in una contrappasiziane di spiriti, di co-scienze, di mentalita, capace nei migliari — per il potere penetrante delle idee impugnate con la stesso lervore col quale il com-battente di razza impugna il terra aliidatogli — di iar salda e tenace presa, di avvirighiare quasi la parte in diietto — pericolante e dub-biosa, se nan propria contraria — per ridurla ad una «positivitä» e maturazione di pensiero politico vaievole a larle comprendere ed acceitare il nostra stesso tormen-10, la nostra volonta di durare di Ironte a qualsivoglia ostacalo, a qualunque sacrificio, a tuttl gli episodi avversi che nei quadro del gigantesco conllitto hanno un valore ed una portata puramente relativi e contingenti se conlron-tati con I'obbiettiva ultimo da raggiungere: la salvazione della civilta occidentale (civiltä crlslla-na) dal demone del bolscevismo. Una violenza la nostra, si in-tende, che in prima luago deve rivolgersi contra noi stessi, contro la nostra tragilitä di uomini espo-sti a tutte le tentazioni, a tutte le lusinghe di un monda in cuj la carruzione cerca di prendere d'in-iilata e di smantellare pur le piü munite e spesse roccaJarti: per non cadere, vittime noi stessi, un bel giorna, di quei di/etti e di quelle manchevolezze che vagliamo sa-nare negli altri, per non Sard sarprendere da nessun elemento esterno che possa anche minima-mente incrinare la nostra compatta struttura di uomini che intendono in ogni ara della loro laticosa giornata restar ledeli alia canse-gna ricevuta, anche quando — tanto piü quando — un lancinante dolore preme le parte del nostra sensibile cuore. NeU'ara che volge — ara deci-siva per il nostra destina di Na-zione e di Popalo — non possia-mo, non dobbiamo assolutamente tallerare che, alia nostra presenza almeno, vengano lata quei discor-si disiattisti che I'eco ci conduce con una insistenza che varremmo vedere diminuita di tono e d'inten-sita, vengano presi quegli atteg-giamenti rinunciatari che si passano riassumere nella bestemmia vine a chi vuole, cara alle sudice labbra di chi, nella sua be-stiale ignoranza, non s'avvede nep-pure di consegnare la Patria — la Patria lettori miei! — in mano all'anti-Roma: a Mosca! Ebbene, gridiama forte a costa-ra, fuar dai denti: «Dove tendete? Che cosa sperate? Farse d'aver salva la vostra sporca pellaccia di ret-tilf dalla generoslta nemica per la prudente condotta che oggi avrtc seel to a vostra non Itallaiui ban-dieraf Poveri ilhisll C/n^ non nolo le nostre rnartorlalv nalinf ptissc-rebbcro allora per le nostre rfcso- £ dato spesso, ad. una ricerca slorica, scorgere che il divienire dei mondi individuali e nazio-nali, culturali e poILticl si svol-ge con ima dialeltica che pare dovere l'oäsenza di sua vita ad una distruaione proparatrice di altri fondamenti; eppure nei cangiare dei mondi qualoosa di ben saldo resiste al teniix), oiide quella dialettica sembra rtiaturarsi neirämbito e non contro i principi che non niuoio-no. C'e dunque un'eternita di idee e d i senlimen ti che per questo lore rarattere non senti-reinmo di definire prodotto sto-rico, nia esigenza conuine a ogni tempo. Questa immortale qualifica noi ritrcviamo nella religione cristiana. Tornarvi da chi se ne sia allontanato, superare la speculazione dell'Ottocento, i suoi atei egocentrismi, le sue sintesi a priori negatrici di va-lori alia natura come realta antitetica deWo spirito che la pensa, tutto insoniina il pensiero tedesco da Hegel a Marx, !lfi-llo Strauss a Nietzsche, e in-formare a quel ritorno la realtii politica della nuova Europa per una fraternita d'unione che sia soi)rattutto sul piano religiose e rassunto del recente articolo di Oresteno apparso su «Gerar-ehia>. E sia bene. Ma sul signi-ficato di quel ritorno bisogna intrattener«!. Al facile riguardare di tulti appare evidente che la religione cristiana, come ogni altra fede, innalza il sno edificio sto-rico e sentinifinlale, cioe inte-riore agli individui, su di una sisteniatica speculaliva, diretto prodotto del pensiiero della Patristica e della Scolastica, uniia ad una personale veduta delle cose e un adeguato adat-tamento dell'etica. Ora, a parer nostro, I'immor-talita cristiana si affida intera-meiite a quell'etica che Cristo insegno e la parola evangelica commise alia tradizione; I'elica, intendiamo, che predica I'amo-re, il perdono, la fratellanza degli uomini. La sua immorta-Htä e fuori della storia, immune dal divenire dei tempi, in- late contrade, ma purtroppo anche le vostre carogne. E se diciamo purtroppo gli e unicamente perche saremmo costretti ad ac-cettare -una campagnia che sempre abbiamo riiiutato, che sempre ri-iiuteremo vita natural durante!» Ouesta va detto, questo va fatto capire al sordi ed agli ottusi di pmfessione. Fuori da questo dilemma non ve speranza, nan c'e salvezza. O vince I'ltalia e con essa vin-cono le forze sane d'Europa e d'Asia, a passiamo fin d'ara reel-tare il «De profundis». Mo n'avanza, perdio, ancora del tempo prima d'arrivare a tanto. Avanza cioe tutta il tempo ne-cessario per una ripresa vittoriosa, che s'annuncia can le ventate pri-maverili. Purche i migliari, f piü (ittrczzati e pronti ad innalzarsi (I'una Intera statura sull'altrul me-(llocritu, sappiano voler questo di-spcratamente, tenacemente, con una volonta che solo 11 metro dl-vino sia in grada di calcolarel A. Peda'etica cristiana, di sua natura trascendentale, non paga dell'immanenza di un agire, morale per il solo fatto di essere azione, doveva sorpassare la relativita di un carattere normalivo di vita e impegnarsi in un orientamento filosofico. Da questa esigenza nacque il pensiero della Patristica e della Scolastica il quale, se e im-mutabile nelle veritii essenziali (Dio, la natura, lo spirito uma-no), si inserisce nei tempo per i suoi sviluppi si>eculativi e qui ha la dignitä slorica di ogni altro sistema. Ciö vuol dire che Ja filosofia cattolica non iniö aspirare ad immobile vita o arrestarsi in una solitudi-ne sdeguosa di progress©, ma deve riconoscere e proseguire la tradizione; porsi sul piano della storia e dalle antilesi e contrarieta di un verbo futuro, frarre il modo per nuove espe-rienze; dar.e- in fondo a noi, ehe crediamo in Dio. im pensiero moderno che permetla di contrastare con parita di armi a chi non crede. liu Ben sappiamo che questo problema ne involge un altro piü generale iB' meno puntuai-lizzato, se esista cioe inia veri-tä assoluta di cui parrebbe far-ci fede I'enciclica «Aeterni Patris> di Leone XIII procla--mante la dottrina di San Toni-maso filosofia delle scuole cat-toliche, o se la verita sia concetto immanente al div,eiiire stesso, per un contributo che ogni sistema porta con se, anche se mal fondato, essendo evidente che pur in questo caso stimolerebbe una reazione di pill puro pensare, una ripresa di motivi diversi; sar^bbe unmale che da probabiliitä al bene,-futuro. Diciamo subito che, contra-riamente al eoiiservatorisnio della Chiesa, l'umanitä del nostro sentire, coinvolta nella lotta e nei perfezioiiamento anziehe ferma in una stalica po-sizione di passato, il senso dl una resjwnsabilitä milleuaria: ■9 il dato di fatto del travaglio speculativo cite non vuole e non puo appagarsi, il riconoscimento di quel che gli uomini .soffrirono e pen.sarono dopo' la Scolastica e che non puö cre-dersi regresso, nia insofferenza di antecedeiiti e desiderio df s-usseguenti, l'incertezza di ognf vittoria o sconfitla ehe solo si-accerta nei diisegno piü vastO' di storia costrnttrice ci spingo-no a credere nei passato, ma non ad astenerci dai suol sviluppi. Tanto e vero che la fede-nei progresso, che e avanza-mento |)er il solo fatto di pro-cedere eol tempo .e superare dialetticamente le posizioni aequisite, ei proviene da quel-l'idealismo che non accettiamo. £ evidente eosi che un ritorno al pensiero caUolico non deve signifieare acc-ettazione indiscussa d i un pajssato, ri-ealco geometrico o ricorso vi-ehianamente inteso, si bene processo di veritä eterne. N& dal concetto storicista delle an-titesi giustificabili conie Tioiie-s-sere che dia possibilitä di pros-sima combiinazione* sintetica puö mettersi molto lontano il pensiero cattolico, se voglia spiegare la coesislenza di Dio col male della terra. Puö la Prov-videnza permettere il male — ed e qui l'errore del domma-tismo antiromaiiista di Agosti-no — solo hello sguardo jiiii lato di vita ntorica. Rinnovarsi allora in quelle ehe di razionale e non domma-tico il cattolicesimo porta con sč; rinnovarsi facendo propria la legittiniitä di certe richieste, per poter piü francamente superare il sistema in cui queUe richieste sd compiono, ma so-prattutto aver«! il eoraggio di-riconoscere che un'esperienza filosofica, anche se eterna in' una veritä, e legata col corso della storia. Noi lo vediamo: ogni realtä politica, socialev umana, visibiln>ente accertata. si accompagna a un pensiero che la genera o vi si ispira, oon un circolo di causa ed ef-fetto che non & dato scindere per porre im prima e un poi. y^fna tinea SABATO, 1 MAGGIO 1943-XXl T.'idealisiiio stesso teorizzo la reazione delle libertä conlro i l>rinci.pi reslaurati. Del resto lu prova pill evidente di questo partecipare deila filosofia al t'orso storicQ ce la dii I'oiiesta .l icerca sul juissato quando alle fonti pill conuini, qiiali un alio di {>olitica interna o un'a!-leanza niilitare,. aggiunge altie jneno scolastiche, nia inii>orlan-lissinie, come la fioritura del pensiero e la jnoduzione lette-raria, e tutte ripensa con iin lavoro di critica die ravvivi una troi)po seni|)licistica regi-alrazione di fatti. Se diMUiiie e vero che il ])en-■siero non sr aslrae nia parte-•cipa, ed ö dei piii i)iofoiidi jiconvolginienti fattore essenzia-lle, qiiella nnitabilitii progressiva che nessnno disconosce alia storia non piio neninieno di-5conoscersi alia filosofia. K va-na in effetti risulla I'opera dL proclainare ufficialniente un credo finale, chfe il piii fedele dei pensatoiü non sa sottrarsi al libero arricchire della cu!-Uira, ne lo convince I'assicura-■zioue caltedratJca di un gralui- to acquisto di veritii. * <11 miracolo che la storia do-nianda alia O.eTniania: vincere non solUinto la guerra, ma se stessa» (per riprendere le parole di Ores'laho) e un po' il miracolo che noi chiediamo alia Chiesa; con la differenza che la ci sarebbe il dolore della rinuncia, qua la bellez/^i di un progresso. Se questo non fosae possibile. e sembra testimoniarlo I'enci-olica Pascendi» del 1907 che condannava il cosidetto moder-nismo, gioverti ricordare che la nostra tradizione di i)ensiero ronnessa alU) cultura e alia ^^toria italiane prosegue oltre la Cliiesa scolastica e tomista, e si chiama Rinascimento die ha la sua Filosofia, a cul Vico innesta e si innestano le •graiidi voci del Rosmini e del '(iioberli. Avviarsi al nuovo umanesiino (lelle genti italiane, oontinuare la tradizione, storicizzarla. di-rei, e per (|uesto non riduria fra i confini di qualche pietra miliare e un diritto di superio-l itii e im dovere di aiuto a chi si sia smarrito. Ma soprattutto un far fede ai vjvi che combattono e ai morti 'die attendono. Marcello Taddei PROBLEMI BALCANICI TALIA E CROAZIA Molto opportunamente Al- ra dell'Italia nella composi- della Macedonia che furono, fredo Schiaffini nella prefa- zione storica della vicina zione di un volume dello Croazia non vogliamo certo stessQ titolo di questo arti- indulgere alia «boria delle colo, edito dalla Reale Acca- nazioni» ma diamo ancora demia d'ltalia ammonisce: prova della nostra schietta <.Poiche ogni- nazione, in simpatia intellettuale per un quanto creazione eminente- popolo con il quale abbiamo mente spirituale, deriva i percorso tanto cammino in propri tratti tipici e incon- comune: e traiamo anche fondibili dal confluire nel auspici per I'altro cammino suo presente di tutta una che ci resta da compiere in-somma di esperienze e di sieme». tradizioni secolari, indigene ed esterne, rievocando I'ope- E' giä nella preistoria che troviamo i primi addentellati I'una e le altre, basi di una avanzata verso il Danubio il cui raggiungimento segno, col riflusso aU'interno verso la Drava e la Sava, il defini-tivo estendersi della romani-tä in quelle terre che oggi costituiscono il Regno di Croazia. Cosicche, quando i Croati sospinti dagli Avari giunsero al litorale del mare Adriatico e si estesero a tutto il retro-terra dalmato essi si imbat- Monito ai nemici della Patria — per un awicinamento tra valleria di S. Giorgio, con 1 I'elemento etnico delle due suoi metodi corruttori, trova opposte sponde adriatiche, il piii propizio terreno. jpiu fitto e costante verso il Ci interessa di piii il la- settore meridionale del baci-tente conflitto fra le suddette ' no anziehe a settentrione, grandi potienze: un conflitto csclusivamente anglo - russo-amei'icano, al quale, una volta tanto, I'Asse non parteci-pa. Mascherano questa loro guerra — quel signori — con le armi piii subdole. Gli in-glesi preparano una Federa-zione di Stati arabi o venti-lano luia Conferenza econo- cioe pill prodotto di una intercomunicazione stabilita per via marittima anziehe per il confine terrestre. Che anzi, se possiamo ammettere I'ipotesi di una talassocrazia iapigia prima e liburnica poi nei secoli X—VIII a. Cr. chiaramente ci appare come giä agli albori della storia la mica di tutti r paesi medio- Dalmazia, da cui queste gen- ORIZZONTI IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIMIIIIII' Stiamo facendo collezione fdi quesiti insolubili sui pto-biemi del Medio Oriente ed •abbiamo giä raccolti una vcu-lira almeno di punti in'/erro-"gativi. £ una zona di frlzione storica tra gli interessi ingle-si e quelli russi fra i quali si sono venuti ad insinuare spa-^■aldamente gli american'.. Ciö non 6 tutto. La Turchia, nel la sarabanda, fa il suo gioco di vecchia e consumatissima volpe; negli altri staterelU difficile distinguere i perso-naggi Che conducono una po-litica indlpendente dalla mas-sa dei pretesi esponenti che da buoni orientali pensano, con raffinato senso di oppor-tunismo, di puntare sul ca-vallo Vincente o semplicemon-te di trarre a riva il vello ■d'oro second© la tradizione giasonica che 6 propria dl «quelle sponde. Un risultato fe che quelle disgraziate popolazioni mordono il freno. Noi, iperö, ci guarderemo bene dall'appro-Xondlre o dal prendere sul serio tutto ciö che si aglta dalla Palestina alia Tran-sgiordania dall'Iraq all'Islam: tin marcio mondo alio state di decomposizione; una sentina di mondo. Non abbiamo nessuna fiducla nelle xeazlonl locall influenzate, decisivamente, dalla politica e, piü ancora, dall'oro delle grandi Potenze, sicchfe la ca- orientali per contrastare il passo all'invadenza americana. Imperturbabili, gli ame-ricani continuano a mandare una dietro I'altra le loro com-missioni industriali e com-merciali dall'Egitto all'India; tali commissioni hanno il compito di accaparrare tutti gli affari del dopoguerra, quanto significa sostituirsi agli inglesi. II gioco della Russia š un altro: essa lavora col suo sistema di sobillazione politica; essa tende a minare le im-palcature plutocratiche semi-nando lo scontento e traen-done profitto a buon mercato e al momento giusto; la mis-sione del bolscevismo, mitica e sognatrice, puö trova re no-tevoli appigli fra gli orientali, soprattutto se convali-data da una congrua valuta; e meglio ancora se la valuta reca le effigi pregiate delle due monete in lizza: il dollaro e la sterlina, perchfe, in fondo in fondo, il quesito dei quesiti 6 proprio questo: vin-cerä il dollaro o la sterlina? In questo interrogativo dob-biamo accontentarci per ora di vedere un motive di piii perchfe quel signori si rom-pano reciprocamente le cor-na. In altri settori del mondo si svo^ la stessa lotta intestina fra i tre imperialismi che vorrebbero sommergere il mondo con i loro sistemi pri-vi di qualsiasl idealitä; nel paesi orientali la lotta sta prendendo piii consistenza che altrove; nuovl orizzonti Im--previsti si spalancano davan-ti ai nostri occhi... H. i. ti e pressoche certo proveni-vano, non riesca avulsa dal resto d'ltalia. L'opera di Roma completö questa comunanza di vita e di destini con quella originale manovra avvolgente che ebbe per fulcro I'attivissima colonia di Aquileia e le colonic militari e commerciali terono nei segni imperituri di Roma, nei suoi monumenti e nelle sue genti, ed anche se, per I'affievolirsi della luce di Roma, essi in un primo tempo piegarono verso Bi-sanzio nei secoli VII e VIII d. Cr., giä nel secolo IX sot-to la decisiva influenza del restaurato Sacro Romano Impero I'orientamento dei Croati verso Roma puö rite-nersi definitivo. Contrariamente a quanto avvenne non solo in Italia ma nella stessa Gallia e nel-riberia, dove la popolazione latina o latinizzata ebbe ra-gione del numero degli in-vasori, nella Balcania I'uno 0 I'altro elemento si separo: 1 latini si rinchiusero nelle cittä della costa e sulle isole e gli slavi, e fra loro i Croati, si sparsero per la campagna. Fuori delle mura di Zara, di Trail, di Budua mai espugna- te, dal palazzo di Diocleziano dove si raccolsero i Saloni-tani, dalle torri di Ragusa fondata dai superstiti di Epi-dauro, oltre le rupi allora boscose di Cattaro la civiltä latina trapelö nella lingua e nel costume aprendo al popolo croato I'animo a un mondo nuovo. Ne diversamente filtrava attraverso le Dinariche la civiltä di Roma che, se inne-gabili furono specie nel nord gli influssi germanici e lungo la Drava quelli magiari, non meno importanti, anzi ben piü decisivi furono quelli di Roma che vi si affermarono sia attraverso la parola delle antiche colonie che nella re-ligione cattolica. Ed e assai significativo infatti il ritro-vare accomunati in questi ri-cordi Aquileia e Spalato e vedere come i primi agglo-merati urbani croati si fer-mino appunto dove piü si e affermato il nome di Roma: cosi a Nona, come a Belgrade, a Scardona come a Tenin. Urti tra I'un popolo e I'altro non mancarono e, anche se da altri interessi generali, oggi vi possiamo scorgere una preponderante ragipne razziale, non mai I'uno defi-nitivamente sovrapponendo-si aH'altro quasi il destine volesse conservare distinte le due nazionalitä. Ecco infatti verse il secolo X avan-zare Venezia col suo lin-guaggio e le sue genti, pene-Irare profendamente e per-meare del suo spirito le aree latine della costa, spingersi aU'interne coi suoi mercanti si che il create popolare appare da allora pervase da parole di sicura provenienza veneta ossia di forme e di pensiero ed elementi di cultura derivanli dall'Ilalia. E a tal punte I'influsso della civiltä ilalica pete operare suU'elemento croato che le prime e piü significative opere della letteratura di queste genti sersero appunto nei centri di piü attivo in-flusso italice, come Ragusa, tanto che nel secolo XIX i crealori del Risorgimente let-lerario create si ritecero a questi testi per giustificare e cenferlare i lere ideali. Cosi che anche la controriforma seguila agli scarsi successi della riforma imporlala dal-relemente germanico e ma-giaro non falicö molte a con-seguire una definiliva villo-ria, benefice successo che chiari ancora una volta ai Croati di varia Stirpe la loro fendamentale unitä, si che a pace a peco si venne proprio in quell'epeca codifi-cando la lingua e le forme letterarie della letteratura croata, irradiando I'arte ba-rocca oltre i limiti teccali da quella rinascimentale, spin-gendola fine a Zagabria e alia Drava. A queste progressive ce-nientarsi di una coscienza croata concorre, non in pic-cola misura, da un late la Casa degli Asburgo coll'in-cerperazione e la cense-guente stabilizzazione di quel confini verso I'lmpero ottomane che Eugenie di Saveia aveva consolidate attraverso cento batlaglie e daR'altro quell'affermarsi attraverso I'SOO delle idee di nazionalitä filtrate di rimbalzo da Vienna e dalla Germania, provenienti da Parigi e sta-bilizzatesi a Zagabria divenuta centre del nazionalisme create. Quest'ultima fu certo una triste parentesi nei rapporti tra Italia e Croazia, ima parentesi chiusa per sempre e che dimoströ l'inutililä di voler procedere su due vie distinte e divergent! quando i migliori anni e i piü fio-renti successi il popolo croato, e prevate, li ebbe cammi-nande a fiance di Roma: una esperienza amara ma neces-saria che oggi invece ci ga-rantisce un canmiino comune. Oian Luiqi Ga^ii DEUTTI COMUMISTI NEI BALC4MI 1942. 11 viaggio fu inizialo a piedi. Quando ebbero percorso una piccola parte del cammino si udi un colpo di fucile. Mileva vacillo, colpita al petto e si abbatte per terra tra i sassi e le spine. Essa, imma-ginando che il colpo fosse stato tirato da estranei alia piccola comitiva, con un filo di voce, disse: Salvatevi, compagni, altrimenti anche voi correrete pericolo di es-sere colpiti. Quelli non si mossero. Non vi era pericolo che i due falsi garanti venis-sero fucilati perche nessuno al di fuori di essi aveva spa-rato. Anzi altri colpi partiro-no dalle loro armi fino a quando la donna che si con- A C. (Balcani) viveva-no insieme Mileva R. gio-vane donna di ventidue anni ed il marito Draghiscia I. Vicino alia loro casa era un comando comunista diretto dallo stesso marito. Ma due particolari turba-vano la vita familiare degli I.: primo, il padre della sposa era contrario al mo-vimento comunista; secondo, il marito aveva intimitä con un'altra ragazza che lo se-condava. Mileva aveva quin-di gravi preoccupazioni per tutte e due le faccende. E di questa situazione si ebbero presto le conseguenze. 11 comando comunista, con il con-senso del consorte, dette or-dine alia R. di contribui-re alia causa comunista uc-cidendo il proprio padre che era stato tenente colon-nello dell'esercito jugosla-vo. Era umano che una figlia si rifiutasse di acconsentire a questa atroce imposizione che non venne eseguita. Ne nacque un odio terribile da torceva in atroci dolori in mezzo ad una pozzanghera di sangue non ebbe finita la sua esistenza, crivellata dalle pal-lottole. Eseguito il delitto i due partigiani si caricarono la vittima sulle spalle e la por-tarono vicino al marito che tranquillamente ordino che si facessero i funerali. Questi avvennero all'indo-mani. Si vide allora lo I. illu-strare con un dignitoso di-scorso la gloriosa fine della moglie che partendo per una missione comunista aveva trovato privilegiata fine prima di portarla a termine. Leonardo Paradiso parte del marito che si era indotto a quella fredda di-spozione perche nessun gegame sentimentale lo strin-geva alia sposa ed il fastidio che essa suscitava in lui era maggiore in quanto la giova-ne donna era prossima a divenire madre. L'odio politico per la mancata riuscita della uccisione del suocero accom-pagnato dal proponimento di congiungersi stabilmente alia amante fece maturare nel-I'animo immorale dello I. il proponimento di disfarsi della moglie. Fu cosi che alia Mileva giunse un or-dine che doveva avere im-mediata esecuzione: essa doveva recarsi subito in un vicino villaggio per fare propaganda tra le donne. Date le sue condizioni di avanzata gravidanza ella apprese mal-volentieri la notizia, ma non poteva rifiutarsi e parti al-I'indomani assieme a due compagni che dovevano star-le vicini per ragioni «di ga-ranzia». Era il 22 Febbraio Ludovico Baragu Lubiana-Grattacielo Macchine da scrivere - acces-8orl - Penne stflografiche ecc. V, Tatti gli oggettl di cancelleria — Carta O silt Lit O 2 L dtadito pat dotnmatcLo a? ^Dndusttia L U B I A N A Via Prešeren 50 Tuffe le operazioni d i banco su fuffe le pi a zze d'If alia V. CacU Maglierie — Cotonerie — ßiancAeria per signer», signori » ftgmAini. LA /r yy 1 fidanzali salirono sul se-rondo gradino, innanzi al quale era infisso il cuore di legno, si presero piü slretti a braccetto, poi, volgendo i visi in dentio, abbozzarono ;in sorriso. '; posizione che tende forzata-mente al facile successo per- \ sonale mediante opere e teti notoriamente «sicuri^. I Ma Contini, I'umile pazien-te fattivo Contini e li pronto con un sano suytjerimen-1 to, lonta.no tanto dalla borio-1 so impudenza dei qiovani, quanto dal piü tKifjo sospetto di retorica. Vale a dire «il dm o tiroci-nio delki f/avetta». Proprio cost: «il duro tirocinio della f/avetta-». E per spiegarsi mefjlio suguerisce ai giovani registi una lunga jyratica al fianco di persone esperte on-de imparare tutte quelle cose che nelle Accademie non si imparano: le qualita fonda-mentali del regista (Uascen-dente sugli attori, la pra-tica della. scena e, soprattut-to, «il saper recitare cosi bene da poter suggerire ad ogni attore 1'intonazione gin-sta d I ogni battuta.»). E se ci fosse, putacaso, un piccolo equivoco? Dall'inter-pretazione continiana del regista (ma cosa mai ci ricor-da? Ah ecco: il direttore artist ico di pavloviana e vene-rata memoria) seguono nella. prassi due sole ipotesi: o questi bra.vi giovani si sotto-mettono cantando all'assen-nata guida di un esperto (con una elegante simbiosi tra il trovarobe e la segretaria di edizione cinematografica) o facciano pure le loro prove nei Teatriguf e nei teatrini (chissa perche) d'eccezione. Solo un pazzo — certo — potrebbe rifiutare una simile prospettiva: ma nella pra-tica? Pensiamo che, nel pin-mo caso, I'apprendista regista non dovrebbe limitarsi ad osservare cid che il maestro conipie sulla scerui (temiamo che I'amministratore della compagnia finirebbe con il guardurli sospettosamente). 0 allora? Dovra forse colla-borare alia regia del maestro (Signore Iddio rispar-niiaci almeno la regia di col-laborazione). 0 dovra di qtiando in quando^ a primerazione. La mano sa-piente del regista si awertc in tutte le scene, insolitamente leggera e vibratile nei passaggi sentimental i e possente, come di con-sueto, nelle crisi psicologiche ri-solutive. Notevole poi, oltre alia sua abituale parsimonia nel ri-trai-re gli sfondi naturali ed ambientali, un affiorante senso del coniico (le scene sulla corriera, ottimamente contrappuntate dalla musica di Masetti) che BlasetH aveva finora trascurato. La guida illuminata del regista dev'essersi affermata anche nella condotta della recitazicne, che mai prijna d'ora Cervi aveva offerto un sag-gio interpretativo cosi valido, intelligente e commosso e mai la Benetti era apparsa cosi sensibile e sciolta, quasi maturata dall'in-tima pena cui doveva prestare viso e gesti e parole. Altrettanto si dica per il Molteni, la cui im-pacciata malizia ben s'attaglia a quel genere di figure che richie-dono, pur nella loro apparente semplicita, un'estrema cautela in-terpretativa. In conclusione I'esperimento nuo-vo di Blasetti e riuscito, e lieti, gliene rendiamo merite. Molti cri-tici hanno pero proclamato che la via su cui si e messo Blasetti con quest'ultimo film 6 Tunica ve-ramente degna di lui. Di questo non ne siamo completamente certi, poiche, checche ne dica la critica togata, Blasetti «in panni curiali» era — pur frammezzo ai ricono-scibilissimi errori — sempre Blasetti, cioe I'unico regista suscetti-bile, oggi, in Italia di darci un'ope-ra cinematografica adeguata al tempo eroico che si matura. In fondo il nostro cinema, come ha necessity della sua epopea (speria-mo vicina e realizzabile) ha necessity del suo poeta epico. Ma se anche Blasetti si scrolla di dosso la polvere eroica, a chi vi rivolgerä d'ora iniianzi la nostra speranza? Dovremo proprio incanutire con I'unica risorsa di un secondo o millesimo «Scipione I'.Africano»? GENTE DELL'ARIA Film di buone intenzioni, svisa-to pero nella realizzazione, perche personaggi o situazioni risentono pesantemente di una stilizzazione eccessiva, di una supiiia obbedien-za ai canoni di uno schema pre-ordinato che, appunto per questa sua prevedibilita, atrofizza gli slanci fantastici, riducendo la materia a una copiatura uii po' semplicistica di trame consimili. L'intento di celebrare degna-mente I'Arma Azzurra era senza dubbio nobilissimo: e anche il film, nelle parti che s'innestano sulla materia viva della guerra, si solleva dalla media della ripre-sa stereotipa (di cui si fa invece grande spreco nella prima parte: ah! quella gita sul lago, retorica e manierata quant'altre mai) per avvicinarsi almeno in parte al-1'ideale di concisa bellezza che doveva aver tentato la mente del soggettista. Indubbiamente le scene migliori — per incisivita di linguaggio ed ottimi'risultati foto-grafici — sono racchiuse nelle se-quenze del naufragio, in cui, oltre a Ccrvi come al solito misurato ed officace, abbiamo visto con piace-re rivelarsi le doti di fotogenia del giovane Indi'accolo e soprattutto la sorprendente interpreta-zione di Centa, che si awicina alia coiiquista di uno stile intelli-gentcmente personale. La Benetti invece e scaduta di molto dal li-vello dell'interpretaz'ione di «yual-tro passi fra le nuvole». In una particina retorica ed anemica di ragazzetta moderna persino i suoi grandi occhi rivelatori si sono an-nebbiati di noia. E, sinceramente, e stato un peccato. ROSSINI Avrei voluto redimermi dalle accuse brucianti che lanciai a Bonnard a proposito della «Gor-gonar. Ma questo suo ultimo «Rossini» incitereblie, oltre che alia pertinacia, alia vendetta. Mai infatti soggetto cinematografico fu elaborato piü teatralmente, mai le trovate comiche fecero piü miseranda fine (quel dialetto bo-lognese in bocca a Rossini pesare-se, che delizioso equivoco! Lo dob-biamo alia feconda vena di Ghe-rardi?), mai la trascuratezza la retorica i luoghi comuni ebbero piü insigne glorificazione. Gli spettatori, con le mascelle slogate, si tonnentavano nell'am-Istico dubbio se fosse il «Don Gio-vajini» di Falconi o il «Rossini« di Bonnard il piü brutto film dell'anno. Ninia Aniossi Mosfre d'Arfe Alia Galleria d'Aite Cairo-la espone molti disegni Fabrizio Clerici. In questa mostra e evidente la sua simpatia per De Chirico e per Savinio, aiizi diremmo che Savinio gli ha fatto scuola. II Clerici e un po' troppo legato a questi due ai-tisti e finisce per perdere ogni originalitä. Anche I'idea, oltre la tecnica, non e sua. Tante volte ci do-mandiamo perche molti ar-tisti giovani non sappiano mettere da parte gli insegna-menti avuti per dare libero sfogo alia loro vena e alia loro intelligenza. Del Clerici preferiamo i piccoli disegni delle «Danze macabre» perche qui sola-mente troviamo la volonta di allontanarsi dalle imitazioni. Ed infatti sono piü profondi; il segno e vibrante e non sen-te di nessima forma di sur-ealismo saviniano o france-se. I suoi acquarelli del «Teatro anatomico» non ci piac-ciono perche hanno 11 gusto dei vecchi figurini colorati. * • ♦ Ci sembra che Umberto Montini ne abbia fatte poche di mostre personali. Abbiamo visto sue opere alle Mostre Sindacali, ma sola-mente ora possiamo farci un'idea delle sue capacita, guardando le trentun opere che egli espone alia Galleria Meridiana. II Montini e fedele alia tradizione lombarda, pur avendovi aggiunto un pizzico di modeiTiita. I Egli e paesaggista di un gusto che oggi difficilmente si puo trovare in un artista. Infatti egli ha I'amore per il colore e dipinge le sue nevi-icate, le sue campagne e le 'sue case coloniche con reli-|gione. Egli accarezza con il jpennello i suoi paesi e sa farli vivere con maestria. Insomma la sua pittura e buona pittura. t: tradizione, pur essendo moderna, e viva ed e arte. II Montini'non ha un caso di coscienza o un problema psicologico da risolvere: egli dipinge con serenita e since-ritä. * » » Alia Galleria dell'Annunciata 6 stata allestita la mostra del pitto-re Armando Baldinelli e dello scultore Cleto Tomba. Per essere precisi diremo che questa esposizione non e molto interessante anche se il Baldinelli si presenta con un'opera che ri-teniamo di gran lunga superiore alle altre. Quesfopera e un pro-filo di donna trattato con larga pennellata e irradiante una luce irreale che fa del quadro un'opera veramente significativa. Questa testa e umana senza essere «gra-ziosa» come qualche altra tela del Baldinelli. Essa si regge sulla in-terpretazione e denota le larghe possibilita che il pittore ha a sua disposizione. Di Cleto Tomba notiamo il par-ticolare gusto per le cere; peccato che ancora in nessuna delle opere esposte si possano vedere chiara-mente i segnl delle qualitä del Tomba, perche egli e troppo legato specialmente a Manzu. Co-munque dobbiamo rilevare che egli possiede un buon mestiere che vorremmo vedere applicato in opere di maggiore impegno. Walter Pozzi PER VOI SOLDATI COWCORSI A PREMI PER LA GIORMATA DEL SOLDATO L'Ufficio Comhnitinti ha intlet-to, per Ui ricin retiza tlel 9 maggio, van coricorsi a premiu ili ctti ri-imrliiimo piii nutto lo schi ma. Con cid »i (' volni o collina 6 c) montagna 7 Poderi a coltura mista senza stalla o con carico bestiame ridotto: a) pianura 7 b) collina 8 ci montagna 9 CINENATOGRAFI di L U B I A i A Rappresentazioni: giorni feslivi alle ore 10.00, 13.30, 15.30 e 17.30 - giorni ferlali alle ore 14.00 e 17.30 SLOGA Pittoreschi e inovimentati con-trasti di vita ungherese nel film ,IL DOTTOR KOVIICS' Attori: Antiil Pager, Julia Toth, Ersi Simor MATICA Carlu del Hojjj^lo — Leonardo Corli'si* ~ il pill giovune, il piü simputico htnomio di'l cinema ncl film ..INCONTRI DI NOnE" Rappresentazioni giornalniente alle ore 17.0« e 'lit.1.5. tlonicniea alle ore lii.OO. 17.00 e 19.!.i Alle l.'i.oo niorni feriall e alle 10.30 do-menira Hans Moser e Theo Linizen in ..SANGUE VIENNESE" UNION Una vicenda il'amore esituazioni paradossali nel film ,.LA SIGNORINA" Ottinii attori: Nino Besozzi, Laura Nucei, Paolo Stoppa Rappresentazioni: {{torni feriali alle ore ],=>..'«), I7.:we 19.30; giorni festivi alle ore 10.30. 1.-I.30. 17.:« e 19.:I0. MOSTE Un grande successo Ui DORIS DUR.VNTI nel film „CARMELA" .Vitriuno Rimoldi e Clara Calaniai in nna storia d'amore ..LE VIE DEL CUORE" KODELJEVO CirandioKo film storico direlto dii Miirio Came rill i „I PROMESSI SPOSI'- Gino Cervi, Dina Sassoli. Carlo N'inehi Una brillante commedia ,.IN CERCA DI GUAI" ^ei Feäsci in Tpincreci IL FEDERALE VISITA i gioriosi feriti In occasione della ricorrenza delle feste pasquali il Segre-tario Federale, accompagna-to dalla Fiduciaria dei Fasci Femminlli, si e recato presso gli ospedali militari della pro-vincia ove ha portato, con I'affettuoso salute e augurio dei fascisti in prima linea, numerosl pacchi-dono che sono stati distribuiti ai valo-rosi degenti. Durante le visite, Che hanno avuto termine all'ospedale di Lubiana nei giorno di Pasqua, il Gerarca ha potuto ascoltare dalla viva voce dei combattenti feriti respressione della loro fiera volontä di ritornare a com-battere per la potenza della Patria su queste terre, e in-sieme la commossa gratitudi-ne con cui hanno dimostrato di altameaite apprezzare la cameratesca assistenza che il Partite svoige. a loro favore e di cui giernalmente ricevo-ne tangibili prove. IN PROVINCIA La celebrazione del Natale di Roma A Grosuplje Ii signtficato del Natale di Roma 6 state illustrate ai laverateri del luege dai came-rata Renclii, Capo dell'Ispet-torato provlncia, espressa-mente incaricate dalla Fede-razione. Alia cerimonia hanno pre-senziato tutte le Auteritä civil! e militari e numeroso pubblice di operai e di impie-gati. Depo brevi parole prenun-ciate dal Segretario del Centre del P. N. F., il camera ta Ronchi ha rievocato la ste-rica data, esaltandone il si-gnificate e iilustrande I'im-pertanza delle previdenze sedali volute dai Regime a favore delle classi lavoratrici. Sene stati quindi distribuiti tre premi di operositä per un imperto complessive di L. 1000.—, fatti pervenire dalla Federazione dei Fasci di Combattimente. La cerimonia si 6 chiusa con il salute al Duce. Nella stessa giornata il Segretario del Centre del P. N. F. ha recato ai combattenti degenti nei locale ospedale da campo il salute delle Ca-micle Nere, distribuende in seguite novanta pacchi-dono inviati dalla Federazione del Fascl. A Longatico La data del 21 api'ile fe sta-ta ricerdata nella sede del Fascie, alia presenza delle maggiori Auteritä, dal Segretario politico 11 quale, depo aver illustrate ai numerosl laverateri intei-venuti il si-gnificate della ricerrenza, ha procedute alia distribuziene di alcuni premi messi a di-spoßizione dalla Federazione per gli operai piü meritevoll. A Črnomelj Nella ricerrenza del 21 aprile il camerata Emilie Cassa-nege, CemmLssarie civile e Ispettore di Zona del P. N. F., ha commentate a tuttl i laverateri di Cmemelj il mes-saggio inviate dal Segretario Federale alia pepelaziene slo-vena. Ordinate il salute al Duce, il camerata Cassanege ha illustrate il significate della Festa del Lavoro. sintetizzan-de la situaziene jKJlltica anteriore aU'awente del Fa-scisme e le innumereveli prov-videnze corporative attuate, per erdine del Duce, nell'in-tente di andai-e incentre al popole. Dopo aver esaminato le caratteristiche della ditta-tura bolscevica, I'eratore ha concluso riepilogande le opere compiute dal Fascismo nella provlncia di Lubiana. Presenziavano alia manife-stazione il Segretario del Fascie e il Comandante la Te-nenza dei RR. CC. Al termine della cerimonia I'Ispettore di Zcina ha dlstribulto agli operai sloveni piü meritevoli premi in denai'o messi a dl-spesiziene dall'Alte Cemmis-sarie e dal Segretario Federale. Con la distribuziene del messaggie del Federale a tuttl gli intervenuti e con il salute al Duce ha avuto termine la celebrazione. L'll u. s. si 6 tenuta ima riuniene cui hanno parteci-pato, accompagnati ed in-quadi-ati dai lore dirigenti, tuttl i laverateri dell'indu-stria dl Cmemelj. L'Ispettore di Zona, camerata Cassanego, ha parlate alle maestranze Slovene, ri-cordande la serie di lavori pubblici e di prevvidenze di-rette ai laverateri, effettuate anche nella nueva Provincia secende il comandamento del Duce. La riuniene si 6 chiusa col salute al Duce. Da Vrhnika II 22 u. s. il Vice Comandante Federale della G.I.L.L. Cassani, jaccempaglnate dal-rispettore della I" Zona Maf-fei e dal. Capo Assistenza e Sanitä della G. LL.L. di Lubiana, ha ispezionato il nue-vo stabile che dev'essere adi-bito a locale «Casa della G. I. L. L.». 11 Vice Comandante Federale 6 stato accelto dal Segretario del Centre del P. N. F. e dal Vice Comandante Comimale della G. I. L. L., cui ha impartito le direttive per le diverse installazioni e i lavori eccerrenti per la per-fetta efficienza del nuove stabile. In seguite gli espiti hanno fatto una visita al Centre, dove I'Ispettore di Zona si č interessate dei problemi Lne-renti all'erganizzaziene. Da Gradec II locale Centre del P. N. F. svelge regelarmente la sua attivitä in tutti i campi. La refeziene scolastica cen-tinua ad accegliere quotidia-namente gli scelarl indigenti. Nelle scuele i cersi di lingua Italiana sene assiduamente frequentati e seguiti col mas-sime Interesse. II Comitate cemunale di assistenza prov-vede a soccerrere le famiglie piü bdsegnese, venende lere in aiute con bueni-viveri e generi varl. II Centre Infine esplica la sua attivitä anche nei riguardl del militari, che ivi cenvengene per ottenere infermazieni riguardanti le lore famiglie. Operai al lavoro, negli ultimi tocchi aU'ermai ultimata Casa del Soldato mnirsolÄTÖ A vedere ora il cortile ingombro di assi e punteggiato di buche, i pavimenti macchiati di calcina, i vetri appan-nati, pare impossibile pensare che tutte ciö fra dieci giorni scomparira. E invece il 9 maggio, puntualmente, i pavimenti saranno lucidati di fresco, i vetri lucciche-ranno tersissimi e non ci sarebbe da raeravigliarsi se al posto delle buche vedessimo anche qualche aiuola col primi miscoscepici timidi steli. Fra dieci giorni i soidati in sosta alia staziene di Lubiana non avranne piü bi-sogno di stiparei, rumerosi e cordiali, nei microscopice locale di fortuna del posto di conforto, a ridosse del piccolo banco, aggruppati gomite a gomite per sorbire una be-vanda o comprare una boc-cetta di brillantina. Tra dieci gierni vedremo uscire a fiot-ti questa moltitudine di uomini che ritornano e vanno alia guerra, incolonnati li vedremo sboccare dal cancello d'uscita e dirigersi a passe improvvisamente piü franco (anche la guerra sembra un mite soave quando sai che ad attenderti saranno una tazza ristoratrice e un pa-gliericcie che non ha nulla in cemune con la terra fangosa o lo zaino affardellate setto la nuca morsa dalla stan-chezza) verso I'ormai effi- fatte: «sembra d'essere a casa». E allora quelli che Hanno volute, prepesto, preget-tate queste Villaggio, 11 Cor-po d'Amiata e il Partite, le maestranze italiane e Slovene che I'hanne costruito matto-ne per mattone, tirandone sü i muri con giernaliera amo-rosita, tutti quelli che hanno laverate senza miraggio di ricompensa, saranno premia-ti da questo pensiero non detto, da questo pensiero di fratello che ha ritrovato quattro mura che gli ricor-dano quelle di casa. Allora: cioe fra dieci giorni, a ceminciare esattamente dal 9 maggio. Ma ora lo sforze p6r indovinare quelle che sarä non e indifferente, anche se giä le costruzioni sono tei-minate, linear! nel-I'annonica semplicita, con-chise e affratellate in un quadrangolo sapiente. La facciata del Villaggio del Soldato che sarä inaugurate 11 9 maggio ciente «Villaggio del Soldato». E uno correra in camerata, buttandosi supine sulla branda, finalmente disteso in tutti i muscoli infiammati («Die, come e soffice qui») e un altro riprendera a can-tare setto il solletico della doccia, felice nei ritrevare il proprio corpe obbediente alia reazione del get;te diac-cio («finalmente un bagne complete, dope tanto tempo») e un altro inzuppera religie-samente la sua fetta di pane nei caffe calde o scolerä cen non dimenticata veluttä il bicchierino di liquore («e proprio bueno!») e un altro ancora, nen tiranneggiate da nessuno stimele inipellente, quiete e serene ai fermerä sulla seglia e, scrutande in giro egni cesa quasi a suc-chiame il ricordo, s'accen-tenterä di respirare soddis- Per era infatti tutte ciö che sarä rifinitura, elegan-za, conforto e ancora rac-chiuso nelle mani abbronza-te di questi operai che s'av-vicendano frettelesi tra pile di assi e secchi di calcina. II Gerarca che m'accom-pagna, e che e anche il pro-gettista e direttore dei lavori, sembra non accorgersi di queste panorama incomplete; si mueve abihnente tra mucchi buche utensili da lavoro come se, invece che su un terrene artificialmen-te accidentate, camminasse in un cortile lastricate con cura: probabilmente per lui il Villaggio e giä pronto, nei sue cervelle sene fissati a priori con matematica esattezza i particolari che lo cemplete-ranno. La stessa calma preci-sione neU'enumeranni i leca- li, descrivei-mene I'ubicazione, magnificarmene i pregi. ž strano: egli dice semplice-mente «questo e I'ingresso coperte (foi-se non molto estetico ma comedo, perche i soidati potranno sestare set-to la tettoia, all'entrata, nei gionii di pioggia), questa e la sala cinemategrafica con una capienza di trecento posti, questa la cucina, questo il salone di ritrevo con due banchi di mescita, questa la saletta dei giochi, questa la stanza di ritrevo per gli uffi-ciali, questa la lore camera con tre cuccette, queste il corridoio, questo il deposit© per i bagagli»; e io vedo, dice vedo, con pittoresca evi-denza, immediatamente egni cosa: e il magazzino 4n cui i soidati deporranno le'valigie con un tonfo, magari accom-pagnato da un'imprecazione per la serratura che non chiude o lo spago che s'e rotte; e il lunge corridoio bianco; e le tre cuccette occu-pate da ufficiali che dormi-ranno o scriveranno cartoli-ne con le gambe penzoloni e la sigaretta aH'angolo della bocca; e il salone di ritrovo, con i soidati seduti in cerchio 0 in piedi, i gomiti sull'orlo del banco e I'occhio al fondo del bicchiere scolato; e la cucina col lavandino di matto-nelle blanche e i pentoloni modernissimi; e la sala dei giochi, disseminate le carte sui tavolini, buttate rabbio-samente I'una sull'altra nei facili momenti d'ira per uno spariglio sbagliato; e la grande sala di proiezione, buia e e silenziosa (soltanto qualche respirone sentimentale alle sequenze piü intense!) e I'ingresso coperto «forse non molto estetico ma comedo per i giorni di pioggia». M' immedesimo tal-mente nella visiene che po-trei prevedere telepaticamen-te persino i discorsi dei soidati, immobili contro il cielo cinerognolo, e le loro battute: «ah! in Montenegro» ... «pero quand'ere in Russia»... «e io allora che durante il disgelo» ... E qui I'impreca-zione saporosa, di pranmia-tica, contro le strade di Russia o le delizie del disgelo. Oso formulare qualche ti-niido accenno di dubbio sulla possibilita che tra dieci gierni questi marciapiedi siano finiti, questi muri imbianca-ti, le buche livellate, i pen-noni alzati. Ma la risposta e inequivocabile: «si deve» fi-nire e perciö tra dieci giorni tutto sarä tenninato, le pa-reti intonacate e fors'anche affrescate, le porte dipinte, 1 mobili a posto, i vetri tersissimi, persino le bottiglie in bella mostra nelle scansie e i mazzi di carte nuove sui tavoli. Un residue di scetti-cismo mi pei-mane nei cei^vel-lo riguardo al cortile. Possi-bile che si possa renderlo li-scie e pulito come una strada battuta? Possibile. E fora'an-che giä lastricate, aggiunge un addette alia soi-veglianza dei lavori. Di fronte a gente cosi che. adepera con tanta francescana fiducia il verbo dovere e I'aggettive possibile, cade anche la mia ultima incredulitä. Anzi confesse che ei-a non mi meraviglierei affatto se vedessi, il giome dell'inaugurazione, in un angele spuntare giä una micro-scopica aiuola con 1 primi timidi tentativi di steli: nostalgia di qualche vecchio eperaio campagnele che avrä frugato nei suoi ricerdi per trovare, inconscio sentimentale, un simbole poetice di benvenuto. n. a. It DofiMauaca Col prolungarsi deH'altuale conflitto qualcuno si e chiesto se il Dojwlavoro, che col 30 aprile conipie i suoi 18 anni di vita, avesse ragione di esislere anche nei duro clinia di guerra. Questo qualcuno evidente-niente considerava il Dopola-v<,ro unicamente qualo organ:/.-ziUore di feste, scampiignate. divertimenti, spettacoli, mani-festazioini escursionistiche e siwrtive mentre I'organizzazio-ne, voluta dai Duce per assi-stere il lavoratore anche durante le ore di riix>so, ha una funzione non soltanto di svago e di divertimento ma soprat-tutto i>olitica e sociale che proprio nell'ora attuale ha potuto far valere la sua necessitä neU'organisnw della nazione. Questo compito 6 stato piena-mente assolto; d'altro lato 6 stato proprio il Dopolavoro a far rivivere o rifiorire tutte le tradizioni folcloristiche italiane, cciicorrendo anche per ciö a rinforzare il sentimento nazio-nale. Soprattutto in queste dure ore di lotta il Dopolavoro ha ri-velato la bontii della sua opera integrando le forme ricreative e culturali con quelle assisten-ziali e valorizzando sempre piü tutte quelle provvidenze sociali che gli competono e che anno-veraiio, nei settore assistenzia-le le Mense aziendali e le Colonie, nei settore famUiare li Corsi di economia domesti-ca e gli orti di guerra, nei settore sjwrtivo i Cainpionati nazionali e le gare provinciali uumerosissinie, nei settore arti-stico e dello spettacolo i «Carri di Tespi>, i «Saibati teatrali>, i concorsi filodrammatici e poe-tid. Ecco perche il Doijolavore ha lK)tuto confermare ooi fatti quella solidarieta umana che e imo dei postulati del Regime fascista e che oggi nell'assistenza ai camerati alle armi ha avuto modo di estrinsecarsi coi risul-tati niigliori. 11 conibattente che riceve quei generi di couiforto, che gli vengono distribuiti spesso sin sulla linea di combattimento, sa che non riceve soltanto una ma-nifestaziione materiale' di assistenza ma soprattutto sente at-traverso quel gesto che anche il fronte interno gli e vicino nei momenti piü duri per esprimer-gli la gratitudine e la i>artecipa-zione alle sue ansie ,e' alle sue speranze. L'attivita svolta in questa zona d'operazioni dai Dopolavoro delle Forze Armate e sinteticainente risi^ecchiata dai quadro seguente: sono stati distribuiti ai militari, dal maggio 1941 ad oggi, 36.720 pacchi-dono, offerti 1860 pran-zi, 2120 premi in denaro, 49.000 pac«hetti di sigarette; coniples-sivamente 1.230.873 oggetti tra libri', giochi, quadri, tavole geo-grafiche, cartoline, carta da iettera ecc. Nei campo artistico-culturale il Dopolavoro per le Forze Armate di Lubiana ha orgamizzato 47 concerti, 305 ma-nifesitazioni d'arte varia, 816 spettacoli dnematografici, 23 cersi vari, 11 opere teatrali ecc. Infine il numero deii militari assistiti a paganiento al Posto di Ristoro, dal 29 ottobre 1941 ad oggi, ascende a 696.902. Questo complesso di provvidenze, iniziiative, manifestazio-ni che sono all'attivo del Dopolavoro della nuova Provincia, testimonia oon I'eloquenza delle cifre e la chiarezza dei con-suntivi il fervore di opere che anima anche questo centre in prima linea, fascisticamente pronto agli ordini del Duce. Treno armato della R. Marina per la difesa costiera RUSSO-POLACCA Mentre alla Casa Bianca si, sono avute le laboriose conver-; sazioni di Eden con Roosevelt e complici, vien piü che naturale per noi porre in giusta luce, affinche ne sia tratto insegna-mento da coloro che ne sono interessati, i termini della ver-tenza In atto tra il governo-fantasma polacco e quello so-vietico. fi ovvio notare perö, come premessa, che la situazione stra-tegico-politica della guerra in Europa, anche dopo gli avveni-menti invernali dell'Est. non da alla vertenza stessa quei fonda-menti di necessaria realtä, tali da giustificare in qualunque modo un nostro diretto interesse: i territori ex polacchi sono in saldissima mano tedesca e le diatribe Sikorski-Stalin sono ri-dicolizzate appunto dal fatto inequivocabile che il futuro as-sestament'O polacco non seguirä 1 loro piani, piü che prematuri, ma bensi sarä regolato soltanto attraverso quel nuovo ordine eu-ropeo che le nazioni dell'Asse tendono a comporre con il sa-crificio dei propri figli e con la forza delle loro armi. Avuto riguardo di tale dato, e possibile scernere dal grovi-glio di notizie, che la stampa nemica e neutrale ammannisce giornalmente ai propri lettori, qualche cosa di positive che va opportunamente sottolinea-to, anche se gli eventi futuri potrarmo eventualmente con-trapporre alla nostra argamen-tazione un accordo di massima, che scaturirä essenzialmente dalle necessitä politiche del momento, e che rimarrä, evi-dentemente, lettera morta nella deprecabile ed insussistente pro-babilitä — ammissibile solo in sede polemica — d'una vittoria russa. Governo nominale polacco e governo russo non sono d'accor-do sui confini da assegnare, se- condo i modi della tanto van-tata «Carta Atlantica», alla fu-tui-a Polonia (sempre che ci sia modo di effettuare Tapplicazio-ne della Carta!). La Russia, anzi, ha chiarito piü volte attraverso la propria stampa e le dichiarazioni di membri del governo che non intende assoluta-mente declinare quel diritto ai territori polacchi che l'accordo intervenuto a suo tempo con la Germania sembrava sancire. In poche pai-ole, Timperialismo russo, ammantato volta a volta di messianismo marxista, di pan-slavismo ecc. non recede dai suoi fini — che sono I'asser-vimento dell'intera Europa — neanche in una discussione teo-rica come questa. II corollario di notizie dira-mate al riguardo della vertenza e enorme, com'e enorme e visi-bilissimo l'affanno delle demo-crazie, impotenti a risolvere coe-rentemente ai loro programmi cartacei il dissidio sorto. Solo in quest'ultimo tempo ed a poca distanza si sono avute: dichiarazioni radiofoniche del prof. Green Uscher sulle aspirazioni pclacche all'Ucraina occidenta-le», aspirazioni che «non sai'an-no mai appoggiate dall'Ameri-ca» (il Green sembra sia sta to ispirato dalla Casa Bianca); dimissioni dal governo nominale polacco residente a Londra del prof. Stanislao Stronskl, mini-stro delle informazioni (segno evidente del disagio profondo provocato fra i polacchi emigra-ti dall'atteggiamento assunto nei riguardi della questione dai Governi inglese e amerlcano); divieto d'emigrazione al polacchi profughi in Russia (essi era-no prima awiati, attraverso riran e l'Irak, nella Palestina e nelle colonle inglesi dell'Ugan-da); offerta precipitosa di me-diazione del governo nominale ceco, presieduto da Beneš, che ha interposto i suoi servigi per Tra sterpi e sassi nella loUa al banditismo comunista il componimento della contro-versia, ponendo in evidenza la necessitä di una bnmediata sua eliminazione (le illusioni politiche del signor Beneš sono or-mai proverbiali); l'attacco mos-so dairambasciatore a Washington del governo nominale polacco contro il giomale «La libera Polonia» pubbllcato a Mo-sca, giomale che viene sowe-nuto coi fondi dello Stato sovie-tico e che si e espresso contro le rivendicazioni polacche sulla Polonia Orientale; infine la nomina del giomalista ucraino Korneiciuk a Vicecommissario agli Esteri dell'Unione Sovietica. 11 Korneiciuk, noto per il suo fanatismo bolscevlco, da poco tempo ha pubblicato sulla «Pravda» un fortissimo articolo polemic© in cui si scaglia feroce-mente contro le macchinazioni della crlcca polacca di Londra, affermando che «un ulteriore appoggio inglese verso le prete-se polacche sui territori ucraini avrebbe sinistramente pregiudi-cato i rajpporti anglo-sovietici» (e incluso che i rapporti russo-polacchi avrebbero segulto la stessa sorte!). chiaro, dunque, che la Russia sovietica non intende tollerare una ulteriore sopravviven-za della Polonia nell'Europa bol-scevica di domani. Questo ap-pare evidente per ora nel di-battito: quello che non potreb-be subito parere, e che e invece piü importante, e questo; la Russia ha definitivamente e tangibilmente levato la masche-ra al suo mai sopito imperia-lismo, lasciando intravedere cliiaramente ancora una volta i suoi fini di guerra, premedi-tati nell'ombra oscura del Krem-lino. Nessun nazionalismo, ami-co o nemico, poträ reggersi di fronte all'ondata bolscevlca se questa non vei-rä arrestata in tempo; nessuna promessa, piü 0 meno sancita da trattati o da dichiarazioni governative, poträ al riguardo essere consi-derata altro che una promessa, destinata a mantenersi tale finche Stalin lo crederä opportune ai propri fini, che riman-gono sempre quelli del comu-nismo antinazionalista italiano. Per il Fascismo ed il Nazismo la cosa e perfettamente ovvia e del tutto coerente all'intera po-litica bolscevica, ma la stupidi-tä delle democrazie anglosasso-ni, pm- cercando costantemente di buttare negli occlii il fumo d'un «pacifismo russo» non ha preveduto il fatto polacco, e Londra e Washington hanno dovuto — in un momento cosi critico per la propaganda cedere completamente aU'Impe-ratore rosso, lasciando in asso il marionettista governo polacco, che cerca invano di puntare 1 piedi davanti ai propri protettori, impotenti ormai a proteg-gere alcunche. La farsa e proprio di tiuelle del «tutto da ridere» ed anche noi, in momenti d'ozio e di oal-ma, potremmo rallegrarci di fronte all'avvenimento -le, vici-no, non avessimo ancora dei cosi detti «partigiani nazionali-sti» che vanno predicando l'av-vento d'mia grande nazione slava-comunista, protetta dalla Russia bolscevica! Noi domandiamo solo che si guardi ai fatti: le teorie possono anche non contare, i nostri discorsi potrebbero parere anche interessati (almeno per gli sciocchi), ma la seconda lezio-ne polacca noi crediamo debba insegnare effettivamente qualche Cosa ai superillusi che si divertono bambinescamente o malvagiamente col fuoco. Ž; possibile che non si siano ancora accorti che Stalin Ii ciurla nel manico e Ii ritiene pure e sem-lici pedine per 11 suo inquall-ficabile gioco, che non ha nulla a che vedere con la prosperitä ed il benessere dei popoli bal-canici? Aiache coloro che al suono d'una polacca chopiniana pian-gono languidamente sulle sven-ture d'una Polonia dlstrutta, dovrebbero una volta tanto leggere piü attentamente la cro-naca politica quotidiana. e dopo un esame, anche frettoloso, dire sinceramente a chi sta piü a cuore l'awenire della Polonia, ristretta ai suoi natural! confini: se a noi, oppure alle democrazie ed- al bolscevismo. L'attuale questione russo-po-lacca insegna proprio qualche cosa! Luciano Frassinelli RutiUo, storico romano, fu costretto ad affermare: «.La questione ebraica e un'ulcera che fu mal curata dagli eser-C'iti di Pompeo e di Tito, ma che si estende e ovunque porta il contagio: la nazione vin-ta preme sulla vincitrice.-» Dopo tanti secoli queste parole non hanno perso nulla della loro attualita. Oggi gli ebrei comandano in molti Stati occupandone i posti diretti-vi, indirizzandone la politica estera e finanziaria secondo i calcoli e gli interessi delle loro banche. Basta pensare che gli esponenti politici del-l'Inghilterra, delVAmerica e della Russia sono uomini di paglia dominati dalla masso-neria e conseguentemente dagli ebrei, che di essa sono ge-stori e garanti nello stesso tempo. Nessuno pud poi nascon-dersi che la colpa della rovi-na del popolo francese e da attribuirsi in gran parte alla nefasta influenza giudaica. Giä l'Algeria era diventata una colonia in cui gli ebrei avevano praticamente sop-piantato i francesi, ed in cid va cercata la ragione per cui 10 sbarco e l'occupazione anglo-americana furono tanto facilitate: in compenso gli ebrei hanno avuto via libera alle loro speculazioni, di cui le prime a soffrirne gli effet-ti sono State le popolazioni indigene. Ed e proprio presso i f rancesi, che da secoli vanta-no un'incorruttibilitä parti-colare del loro onore, che tro-viamo i piü recenti e scanda-losi esempi della penetrazio-ne giudaica. E' noto infatti che generali e ammiragli francesi era no ebrei o filo-ebrei, ossia legati a giro dop-pio alle spire della massone-ria. Massoneria significa tra-dimento ai doveri sociali che ogni buon cittadino crede invece di dover rispettare; ed 11 tradimento e venuto. Ora, si potrebbe anche credere che il vegliardo Petain sia realmente uomo d'onore, ma certamente appare come una debolezza che egli conti-nui a covarsi in seno certe serpi. Se tradimenti vi sono stati cid significa che ebrei e mas-soni sono tuttora nei settori piu delicati della vita politica francese. Ed e dietro quest'al-tro esempio che noi assioma-ticamente affermiamo che gli ey.-massoni, camuffati sotto qualsiasi spoglia, come i loro fratelli francesi, fatalmente f inirann 0 col tradire la causa europea, a qualsiasi paese essi appartengano. Basterä che il soffio di un rabbino ravvivi le fiamme del candeliere a sette braccia per-che essi si sveglino dal letar-go: proprio come le serpi... t'aniisemila UNA PROPOSTA «DECORAZIONISULCAMPO» In questi tempi i giornali dänno spesso rannuncio della decorazione sui campo di quei militari distintisi per azioni di valore. Ciö e perfettamente aderente alla realtä in quanto gli eroi vengono pre-miati proprio «sui campo di battaglia», quando trattasi di truppe terrestri e «sui campo d'aviazione» se sono aviatori, mentre e owio il controsenso quando i decorati sono ma-rinai. A quale campo si vuoi alludere parlando di mare e di navi? Come esiste una differenza di nomenclatura fra medaglite d'oro al Valoi'e Militare, al Valore Aeronautico e al Valore di Marina, perche non si fa distinzione nei tei-mini che designano le tre cerimonie? Non sarebbe piü appro-priata ed anche — perche no? — piü poetica la deno-minazione: «a bordo», per le decorazioni degli equipaggi? marinaio Euro Orciani COLORI asciuttl - ad olio - smalti - vernici a smalto - pennelli e tutti gli ntensili per pittori - stucco pervetrai - ecc. — polete acqui-stare a prezzi vantaggiosi presso: Fr. MEDIC FABBRICA Olli - SMALTi - COLORI Resljeva cesta 1 - LUBIANA MODIANO .i CARTC DA GIUOCO DI F; r-1 O M D I A L t - LIBRERIA. IG. KLHÜFED. BAiERG -ILJ Soc.og.l. - Miklolre«»a 16 Tutte le novitö llbrarie In Italiano - sloveno - tedesco. NuovI testi scolastici per tutte le scuole dl ogni ordl-ne e grado. 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