ACTA HISTRIAE VII. ricevuto: 1997-10-31 UDC 316.343.34(450.361 Trieste) PRESTIGIO E INFLUENZA POLITICA DEL POTERE ECONOMICO A TRIESTE NELLE CARTE DELLA DEPUTAZIONE DI BORSA POI CAMERA DI COMMERCIO Grazia TATO Archivio di Stato di Trieste, IT-34100 Trieste, via La Marmora, 17 SINTESI La storia del ceto mercantile e imprenditoriale triestino, del suo potere e del suo prestigio politico, è legata alla proclamazione della libertà del mare (patente 2 giugno 1717) e alla istituzione del porto franco (patente 18 marzo 1719). Nel-l'ambito del progetto imperiale di modernizzazione e rafforzamento del potere statale, il ceto emergente della borghesia mercantile si sostituí al patriziato cittadino e la Deputazione di Borsa fu lo strumento principale dell'affermazione economica e politica di tale élite mercantile. Organismo principale di espressione e tutela degli interessi commerciali e industriali e interlocutrice privilegiata del governo centrale e dei suoi organismi periferici, la Deputazione dava pareri, presentava proposte e progetti di leggi di grande spessore su tutte le questioni, le nomine e le decisioni che coinvolgevano a vario titolo gli interessi economici; i suoi membri erano inseriti in tutti gli organismi di enti locali e centrali; i suoi uomini influenzavano e orientavano le scelte politiche, ecc. Il potere economico espresso da questo ceto era a tutti gli effetti potere tout court. Il denaro è sempre stato strumento di potere e l'equivalenza ricchezza uguale potere è vera nella stragrande maggioranza dei casi. E' naturale, poi, che potere economico voglia dire anche potere politico, sia perché chi possiede tende a contrallare la politica del governo al fine di non vedere varate leggi che contrastino con i propri interessi, sia perché chi governa ha bisogno del sostegno delle forze eco-nomiche del proprio Paese. La storia del ceto mercantile e imprenditoriale di Trieste, del suo potere e del suo prestigio politico trovano le loro premesse nelle, anche troppo note, vicende che portarono alla proclamazione da parte di Carlo VI d'Asburgo della libertà del mare, con patente del 2 giugno 1717, e poi nella istituzione del porto franco con patente del 18 marzo 1719. Quando Carlo VI si proponeva di individuare quali potessero offrirsi come più 609 ACTA HISTRIAE VII. Grazia TATO: PRESTIGIO E INFLUENZA POLITICA DEL POTERE ECONOMICO A TRIESTE ..., 609-618 idonei tra i centri marittimi del Sinus Venetorum soggetti al dominio asburgico, cioè compresi tra Zaule e Duino, il tratto di Aquileia, la costa croata dal monte Maggiore alla foce della Zermagna, solo Trieste e Fiume parvero adatte ad essere prescelte come centri dei traffici imperiali. Trieste, come Fiume, città dotata di particolare autonomia1 e retta dagli statuti concessi da Ferdinando I, fu cosí dotata del privilegio di portofranco (De Antonellis Martini, 1968, 31-34; Tato, 1996, 181-196). Il privilegio concedeva a tutti, cittadini e stranieri, di esercitare il commercio in regime di libera concorrenza e di approdare in qualsiasi porto dell'Austria Interiore, pre-vedeva agevolazioni per quanti decidessero di stabilirsi a Trieste per svolgervi attività commerciali, sottraeva all'obbligo di rispondere dei debiti contratti all'estero o delle condanne subite per i delitti là commessi. Da ricordare poi che sino al 1766 i privilegi restarono estesi alla sola area portuale: il tratto dal molo San Carlo a Campo Marzio. Nello stesso anno 1719 prendevano l'avvio, intanto, le sfortunate vicende dell'Imperial Privilegiata Compagnia Orientale con sede a Vienna, ma con filiale anche a Trieste. Al momento del fallimento della Compagnia, gli agenti locali tras-sero frutto dall'esperienza fatta e, ottenuta la liquidazione dei capitali, si adoperarono per esercitare in proprio l'attività commerciale. Oltre a questa privilegiata situazione giuridica, incisero sullo sviluppo del porto e sui traffici commerciali i collegamenti stradali e marittimi e la situazione politica. Le misure economiche a favore del porto di Trieste si inserivano in un vasto progetto di modernizzazione e rafforzamento del potere statale esteso al complesso dei possedimenti asburgici e determinarono la progressiva uscita di scena del patri-ziato cittadino, scalzato dal ceto emergente della borghesia mercantile (Cusin, 1932, 101-240). A causa di mancanza di capitali, la vecchia élite non era in grado di co-gliere le nuove opportunità di guadagno offerte dall'intensificarsi dei traffici; la possibilità di un'integrazione nel ceto mercantile le rimase, quindi, preclusa. Data la scarsa redditività dei fondi agricoli nei dintorni della città, che assieme all'estrazione del sale rappresentavano la principale fonte di sostentamento delle famiglie patrizie, esse non disponevano, infatti, di surplus significativi da investire in imprese di tipo commerciale (Cattaruzza, 1996, 57-84). Pero, poiché una ricerca archivistica non puo essere fatta se non partendo dalla conoscenza della storia delle istituzioni operanti nel periodo preso in esame, e dal-l'individuazione degli enti pubblici e privati che operavano nello stesso periodo nel-l'ambito territoriale considerato, in rapporto all'argomento specifico di una deter-minata ricerca bisogna sempre chiedersi quali istituzioni, pubbliche o private, ave-vano funzioni o competenze attinenti a quell'argomento. Un ufficio tratta una questione, e quindi registra l'evento, in rapporto alle finalità, assumendo quegli 1 La citta era "immediata", si trovava cioe sotto la diretta sovranita dell'imperatore e, pur avendo frequenti rapporti con le autorita dell'Austria Interiore, non faceva parte di questa provincia, né di alcun'altra. 610 ACTA HISTRIAE VII. Grazia TATO: PRESTIGIO E INFLUENZA POLITICA DEL POTERE ECONOMICO A TRIESTE ..., 609-618 aspetti del fatto che rientrano tra le proprie competenze. Poiché una stessa funzione puo rientrare tra le competenze di uffici diversi e interessare anche enti privati e persone, notizie relative a quella questione potranno trovarsi in archivi diversi di uffici statali, di enti e di persone e questo è valido per ogni tempo e ogni Paese. Tornando al tema oggetto di questo intervento, l'itinerario di ricerca conduce anche agli organismi statali attivi dalla seconda metà del Settecento alla fine del-l'impero asburgico. In particolare, ricordiamo che nel 1748 veniva costituita la provincia del Litorale austriaco che incorporava i più importanti porti da Aquileia a Carlopago con sede dell'amministrazione centrale, l'Intendenza commerciale (1748-1776),2 a Trieste. La scelta della sede dell'Intendenza era la manifestazione di una precisa volontà imperiale, quella di fare di Trieste il primo porto commerciale dell'Adriatico e da quella vo-lontà scaturiva l'esigenza di disporre in loco di un adeguato apparato amministrativo (Cova, 1988, 203-210), creato allo scopo di dirigere la vita politica, economica e commerciale di tutto il litorale adriatico. Sarebbe stato, peraltro, assai anomalo che Carlo VI volesse fare di Trieste il porto dell'impero ponendosi in posizione di dipendenza da leggi particolari della città. Quindi, proporzionalmente ai provvedimenti economici, vennero dimensionate le prerogative politiche e le onorificenze del patriziato. L'Inten-denza, di cui l'Archivio di Stato di Trieste conserva il fondo archivistico, esercitava funzioni esecutive rispetto al governo centrale, ma anche amministrative e di studio della situazione economico commerciale e delle sue possibilità di sviluppo. Se nel quadro della politica riformatrice teresiana, al municipio di Trieste furono sottratte competenze, quali il potere giudiziario, il processo continuo con Giuseppe II sino a ridurre il consiglio cittadino a sola rappresentanza, né muto rotta nonostante le misure restauratrici di Leopoldo II, restando tale consiglio emarginato dal-l'espansione commerciale dominata da un'élite mercantile. La patente doganale del 18 ottobre 1766 e quella del 27 aprile 1769,3 intanto, avevano ampliato l'area interessata ai privilegi a tutta la città di Trieste, oltre che alle località di "Servola, Longara, Basovizza, Gropada, Padrich, Trebichiam, Opechiena, Proseco, Contovello e Santa Croce, col rispettivo distretto pertinente a ciascheduno de' villaggi medesimi, determinatamente circoscritto dalli confini del Nostro Ducato di Cragno". Veniva, inoltre, concesso alle navi triestine, previo ottenimento di specifica patente, di inalberare la bandiera imperiale, grazie alla quale si garantiva la navigazione nel mare Adriatico e l'utilizzo dei magazzini generali per la durata massima di nove mesi. I trattati commerciali, la vivacità del movimento mercantile marittimo e l'impulso dato dai mercanti provenienti dai più diversi Paesi stavano per fare di Trieste quella 2 Nel 1776 Fiume venne staccata da litorale austriaco e affidata alla corona ungherese. Per un approfondimento sull'evoluzione dell'Intendenza commerciale. Cfr. Faber, 1995. 3 AST, Camera di commercio di Trieste, b. 1, fasc. 1. Cfr. Pavanello, 1996, 5-56. 611 ACTA HISTRIAE VII. Grazia TATO: PRESTIGIO E INFLUENZA POLITICA DEL POTERE ECONOMICO A TRIESTE ..., 609-618 che ripetutamente si è sentita definire come la porta occidentale della Mitteleuropa. Intanto quale organo successore dell'Intendenza commerciale subentrava il cesareo regio Governo per il Litorale in Trieste (1754-1813) con competenza ini-zialmente ristretta al territorio del vecchio comune triestino, quale conseguenza del distacco dal Litorale austriaco di Aquileia, Fiume, Buccari, Portorè, Segna e Car-lopago. Nel 1783 vennero annesse le contee di Gorizia e Gradisca, che nel 1791 riottennero l'autonomia in seguito alla ricostituzione di un capitanato provinciale locale; nel 1804 l'ambito del c. r. Governo fu ampliato in seguito all'acquisizione del territorio dell'Istria ex veneziana. Nel 1797 e nel 1806 l'attività del Governo fu sospesa per le occupazioni francesi e nel 1809, in seguito alla terza occupazione, con la quale Trieste fu inserita nelle Province illiriche, cesso la sua attività. Il c.r. Governo aveva poteri direttivi e di sorveglianza sul commercio locale, sulla navigazione, sull'applicazione delle leggi marittime e sulla marineria e in generale su tutti gli affari dell'amministrazione politica locale (Guida, 1994, 763-765). Nel 1813 il Litorale fu rioccupato dalle truppe austriache e con sovrana riso-luzione del 1814 venne attivato a Trieste l'i.r. Governo del Litorale in Trieste (18141850) con competenza dall'alta valle dell'Isonzo alla Sava; nel 1822 il territorio di Fiume col Litorale ungherese e la Croazia civile tornarono all'Ungheria. I poteri direttivi del Governo coprivano ogni ramo dell'amministrazione politica, oltre che in materia marittima e consolare su tutte la coste austriache dai confini con il Veneto all'Albania. Tale organismo fu sostituito dalla Luogotenenza del Litorale in Trieste (1850-1918) che dipendeva direttamente dal Ministero dell'interno e da altri ministeri viennesi, aveva poteri direttivi e di controllo in materia "publico-politica", nonché in quasi tutte le materie. Dalla Luogotenenza di Trieste dipendeva tutto il Litorale austriaco, cioè Trieste e territorio, l'Istria, Gorizia e Gradisca. Cesso la su attività nel 1918 (Giuda, 1994, 768-769). Altro organismo di grande rilevanza per la vita economica fu il Governo centrale marittimo poi Governo marittimo in Trieste (1850-1923). Presieduto dal luogo-tenente, aveva poteri direttivi e di sorveglianza su tutte le materie marittime mer-cantili e di sanità marittima, con competenza territoriale su tutte le coste adriatiche, dalle foci del Po alle Bocche di Cattaro. Nel 1866 perse la competenza sul Veneto, passato all'Italia, e nel 1870 quelle sul territorio ungherese facente capo a Fiume (Giuda, 1994, 772). Infine, la ricerca va completata negli atti del Tribunale di cambio mercantile e consolato del mare in Trieste poi Tribunale commerciale e marittimo in Trieste (17811923) istituito nel 1722, competente anche in materia fallimentare. Dopo la breve parentesi francese (1812-1814) nella quale l'area di diritto del Tribunale fu allargata all'Isontino e all'Istria, si susseguirono modificazioni di competenza e di giurisdizione sino all'emanazione del codice di commercio del 1862. La sfera di attività del Tribunale era limitata in prima istanza da quella dei Giudizi distrettuali in affari 612 ACTA HISTRIAE VII. Grazia TATO: PRESTIGIO E INFLUENZA POLITICA DEL POTERE ECONOMICO A TRIESTE ..., 609-618 commerciali e marittimi (1873-1923), di cui il Tribunale costituiva la seconda istanza. Fonte principale per la ricerca oggetto di questo intervento sono gli atti della Deputazione di Borsa poi Camera di commercio e industria di Trieste, conservati presso l'Archivio di Stato di Trieste. Da tale documentazione emergono i rapporti tra il prestigioso ceto mercantile triestino ed il potere centrale, ma anche quelli con le Camere di commercio viciniori che spesso le si rivolgevano come ad unprimus ínter pares per chiedere pareri o sostegno alle istanze da loro avanzate al governo perché avessero maggior ascolto. La documentazione relativa al Settecento è purtroppo assai ridotta e la sola serie dei Verbali delle radunanze si presenta continua,4 anche gli atti della prima metà dell'Ottocento presentano vistose lacune, mentre per gli anni successivi la documentazione è ricca e quasi completa. Parallelamente all'esame degli atti, si ritiene possa utile richiamare brevemente i mutamenti istituzionali a questi connessi. Il primo ordinamento della Borsa di Trieste è del 21 giugno 1755; nel 1780 il corpo mercantile ottenne il potere di eleggere una Deputazione di Borsa alla quale nel 1794 furono riconosciuti compiti esecutivi, contabili e di controllo nell'ambito della Borsa. Nel 1811, in periodo napoleonico, la Deputazione fu sostituita dalla Camera di commercio, ma nel 1814, con il ritorno dell'amministrazione austriaca, torno anche la Deputazione. L'ordinanza 26 marzo 1850 del Ministero del commercio (BIA, 88) istitui in Austria le Camere di commercio, ma la Deputazione di Borsa continuo la sua attività come organo esecutivo della Camera (Giuda, 1994, 788). La Borsa fu lo strumento principale dell'autoaffermazione, non solo economica, del ceto mercantile cosmopolita che il potere centrale considerava interlocutore pri-vilegiato al quale rivolgersi per decidere la propria politica commerciale. La Borsa di-pendeva dal maggiore organismo statale in ambito locale, ma spesso veniva diretta-mente consultata anche dagli organismi centrali che ne sollecitavano pareri e ne ascol-tavano proposte e proteste. Inoltre, godeva di un tale livello di autonomia dalle isti-tuzioni cittadine da essere richiesta l'autorizzazione del direttore di Borsa perché il corpo di guardia potesse procedere nel suo edificio ad arresti.5 Della Borsa potevano far parte solo i negozianti all'ingrosso che in esclusiva erano ammesi a partecipare "alle conferenze del corpo mercantile", ma era "permesso l'ingresso alla Borsa ad ogni genere e ceto di persone escluse le donne e il basso e minuto popolo". Inoltre, "Tutti i negozianti cristiani dovranno essere ballottati uno dopo l'altro. I sei soggetti che riporteranno la maggior pluralità de' voti, saranno proposti all'Intendenza. L'Inten-denza prescieglierà i due soggetti ... e nominerà uno Direttore di Borsa" e l'altro vice- 4 In assenza del carteggio, la serie è di grande interesse, perché, sia pure in modo sintetico, consente di seguire l'intera attività della Deputazione. 5 AST, Deputazione di Borsa, serie I, reg. 2, Regolamenti di Borsa, 21 giugno 1755. "art. 41 Che non deva ne possa eseguirsi dalla guardia militare nessun arresto ne' recinti interni della Borsa a meno che non li sia commesso l'arresto dal Direttore della Borsa, il quale per segno avrà la firma del Comandante Intendente". Cfr. De Antonellis Martini, 1968, 66-67. 613 ACTA HISTRIAE VII. Grazia TATO: PRESTIGIO E INFLUENZA POLITICA DEL POTERE ECONOMICO A TRIESTE ..., 609-618 direttore (AST. DB, I, 2).6 L'Istruzione per la Borsa mercantile di Trieste, e per la sua Deputazione del 1794 (AST. DB, I, 2) precisa che i negozianti dovranno preventivamente essere "insinuati" presso il Tribunale di cambio mercantile e disporre di un capitale di almeno 20.000 fiorini. Si tratta di una élite mercantile che esclude i dettaglianti e i piccoli com-mercianti, ma che, contrariamente a quanto previsto dal regolamento del 1755, prevede una totale apertura ai commercianti "di qualunque Nazione o Religione" che potranno essere eletti a far parte anche della Deputazione, composta di sei membri, con compiti di direzione di Borsa. Siamo di fronte ad una scelta pragmatistica che non poteva più tener conto di altro che non fossero ragioni economiche. Alla Deputazione fu affiancata nel 1804 una Consulta di 40 membri "onde non tutti gli affari abbiano da trattarsi in generale radunanza di tutti gli ascritti, o dell'intiero Corpo mercantile". Dopo la definizione di questo nuovo regolamento (AST. DB, I, 1)7 la Borsa assunse funzioni politico - economiche che prima erano state dell'Intendenza commerciale, acquisendo una autorità di tipo pubblico, sino a divenire un'aristocrazia mercantile che si sostituiva al patriziato triestino, godeva di privilegi giuridici e politici e deteneva nuovi poteri, oltretutto non limitati al solo emporio di Trieste. Tale spostamento di potere dal patriziato cittadino all'élite mercantile porto alla cooptazione di commercianti di prestigio nel Consiglio patrizio poi, abolito (1809) durante l'occupazione francese. Con la Restaurazione e l'abolizione di ogni forma di rappresentanza cittadina, accadeva che fosse la Borsa a inviare deputazioni di propri membri a Vienna per udienze imperiali e quando, nel 1838, Trieste riottenne un Consiglio, dei quaranta consiglieri previsti, la maggior parte erano commercianti o industriali in possesso di requisiti patrimoniali uguali a quelli richiesti per l'am-missione in Borsa e, peraltro, i patrizi membri del Consiglio erano provenienti da antiche dinastie mercantili elevate nel 1808 alla condizione patrizia, come de Reyer, Sartorio, Rossetti, Platner (Cattaruzza, 1996, 67-75). Trieste ottenne nel 1850 un ordinamento provinciale per il quale l'elettorato veniva suddiviso in quattro curie di cui tre riservate quasi esclusivamente a com-mercianti, industriali, armatori e contribuenti di diversa entità, ma legati comunque al mondo economico, di cui i grossisti costituivano un'élite affermata. Poiché la città aveva legato i suoi destini al successo economico del suo porto e dei suoi traffici, l'autorevolezza del ceto mercantile non poteva che ritrovarsi es-pressa nelle sue istituzioni e, quindi, anche nel Consiglio municipale che degli interessi preminenti della città doveva essere rappresentante. Organismo principale di espressione e tutela degli interessi mercantili e interlocutrice privilegiata del governo centrale e dei suoi organismi periferici in materia economica restava, comunque, la Borsa. Dall'esame degli atti conservati nel- 6 AST. DB. Regolamenti di Borsa, 21 giugno 1755, artt. 22-25; 49-52. 7 Nuovo regolamento di Borsa mercantile, 1804. 614 ACTA HISTRIAE VII. Grazia TATO: PRESTIGIO E INFLUENZA POLITICA DEL POTERE ECONOMICO A TRIESTE ..., 609-618 l'Archivio di Stato di Trieste emergono diversi filoni di ricerca che consentono di indagare dall'interno i rapporti con Vienna. Regolari erano: • le richieste di pareri sulle nomine di consoli austriaci all'estero e la trasmissione alla Deputazione di Borsa dei rapporti che da tali consoli pervenivano sulla situazione economica, ma anche politica, di quei Paesi; • le richieste di relazioni tecniche e di pareri sui progetti di legge che coin-volgessero a vario titolo gli interessi commerciali, ma anche le proposte legislative di iniziativa mercantile; • i dibattiti vivacissimi, accompagnati da relazioni tecniche circostanziate e seriamente documentate, sul problema dei trasporti di merci e persone, specialmente tramite ferrovia; • i pareri, le proposte e le proteste sul pagamento di dazi e costi dei noli, anche confrontati con quelli praticati altrove; • i pareri sulla stipula di trattati commerciali internazionali; • i pareri, anche tecnici, su grandi opere come il canale di Suez, l'istmo di Corinto e di Panama; • pareri su questioni tecnico-giuridiche o istituzionali; • pareri su decisioni relative ad altre aree; ecc. Anche altre Camere di commercio si rivolgevano a Trieste chiedendole pareri, documentazione, regolamenti da prendere ad esempio per redigere i propri, sostegno presso il governo centrale per le loro iniziative, proposte e proteste, ecc. Inoltre, membri della Camera erano inseriti negli organismi di enti locali e centrali, quali i Magazzini generali, il Consiglio ferroviario statale, il Consiglio industriale agricolo statale, il Consiglio doganale, il Museo commerciale, la Fon-dazione Revoltella, ecc. L'élite economica diventa vera élite quando è anche realizzata in termini di posizione istituzionale, perché sono le istituzioni che danno gli strumenti per esercitare il potere e rendere stabile il prestigio economico e la ricchezza. Una società, come quella triestina, basata soprattutto sul commercio, richiede, dunque, uno studio che parta dall'analisi del suo ceto mercantile in generale e delle singole figure preminenti in particolare. Quindi, nel nostro caso, da una parte c'è il costituirsi, in seguito alla concessione dei privilegi di portofranco e all'apertura nei confronti di gruppi di diversa religione e provenienza di cui si è detto prima, delle opportunità di formazione di un ceto mercantile forte e prestigioso che interviene nella vita istituzionale statale soprattutto attraverso la Deputazione di Borsa poi Camera di commercio, dall'altra ci sono singole figure di uomini di commercio e d'industria, capaci e colti, che emergono nell'ambito di quel ceto e occupano posizioni di potere tali da consentire loro di prendere decisioni in grado di influenzare e orientare le scelte politiche e le decisioni 615 ACTA HISTRIAE VII. Grazia TATO: PRESTIGIO E INFLUENZA POLITICA DEL POTERE ECONOMICO A TRIESTE ..., 609-618 a livello lócale: presidenti, direttori generali, consiglieri d'amministrazione di istituti bancari, assicurativi, economici, industriali; uomini politici alla guida del governo lócale (Millo, 1989) ed anche di quello centrale, come fu per Carlo Lodovico de Bruck, commerciante, assicuratore, armatore, industriale, finanziere e ministro del commercio prima e delle finanze poi. Si ricordano qui, a solo titolo esemplificativo, visto che l'elenco sarebbe troppo lungo e poco significativo: Giovanni Guglielmo Sartorio (1789-1871) socio fondatore delle Assicurazioni generali, primo presidente della sezione di navigazione a vapore del Lloyd austriaco e membro del Consiglio comunale dei Quaranta; Francesco Taddeo de Reyer (1760-1845) deputato di Borsa, titolare di una ditta di importazioni ed esportazioni, presidente del Lloyd dal 1837 al 1845; Elio Morpurgo (1803-1876) promotore dell'Arsenale e di iniziative benefiche, presidente del Lloyd dal 1865 al 1876; Pasquale Revoltella (1795-1869), inquietante figura, partito da condizioni modeste, raggiunse potere economico e posizioni di vicinanza a quello politico, tra i primi finanziatori delle Assicurazioni Generali, deputato di Borsa, fu coinvolto in grandi imprese quali il canale di Suez; ecc. Il prestigio ed il potere raggiunto dal gruppo mercantile imprenditoriale nel-l'Ottocento troveranno il loro momento di crisi nel costituirsi di nuovi gruppi sociali che, sulla spinta di motivazioni politiche e nazionali, avrebbero portato anche alla fine della stessa appartenenza di Trieste all'impero asburgico (Cattaruzza, 1996, 84). Fu la fine di un'epoca, ma non del potere del ceto abbiente che risorge sempre in forme diverse, ma non meno efficaci. UGLED IN POLITIČNI VPLIV GOSPODARSKE OBLASTI V TRSTU V DOKUMENTIH DEPUTACIJE TRGOVINSKE BORZE, KASNEJE TRGOVINSKE ZBORNICE Grazia TATO Državni arhiv Trst, IT-34100 Trst, Via La Marmora 17 POVZETEK Zgodovina tržaškega trgovskega in podjetniškega sloja, njegove politične moči in ugleda je povezana z razglasitvijo svobodne plovbe (patent z dne 2. junija 1717) in ustanovitvijo svobodnega pristanišča (patent z dne 18. marca 1719). V okviru cesarskega načrta posodobitve in ojačanja državne oblasti je nastajajoči sloj trgovskega meščanstva nadomestil mestno plemstvo, Deputacija trgovinske borze pa je postala glavno orodje gospodarskega in političnega uveljavljanja nove trgovske elite. Deputacija trgovinske borze je bila najpomembnejši organ, ki je odražala in ščitila trgovske in industrijske interese, ter je kot priviligirani sogovornik med osrednjo oblastjo in njenimi deželnimi organi izdajalo mnenja, predlagalo imenovanja in sprejemalo odločitve, ki so tako ali drugače zadevale gospodarske 616 ACTA HISTRIAE VII. Grazia TATO: PRESTIGIO E INFLUENZA POLITICA DEL POTERE ECONOMICO A TRIESTE ..., 609-618 interese. Njeni člani so bili vključeni v vse lokalne in osrednje ustanove, vplivali so na politične odločitve, jih usmerjali ipd. Gospodarska moč tega sloja je bila oblast v pravem smislu besede. FONTI E BIBLIOGRAFIA AST. DB - Archivio di Stato di Trieste. 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II. 11 sito della Borsa consistera in una Sala spaziosa, due Camere, ed un Camerino, sitúate in una delle piu frequentate Contrade, III. La Sala servirá per le Radunanze generali; una Camera san destínala per Y Actuario ed Archivio; 1*alera Camera per glTncanti, quale almeno dovrebbe ensere a Pian terreno; il Camerino poi servirá di stazione al Fante. §. IV. Sará di dovére al Corpo mercantile ascritto di ammobiliare tale sito con p-o-prietá e decenza, 5. V. Verra aperto ognigiorno, esclusi li giorni festivi, la mattina alie ore 9 sino Je ore 12; il dopo pranzo, nell'autunno ed invernó, dalle ore 2 sino al tramontar del Solé, enella primavera ed estáte, dalle ore 3 parimenti sino al tramontare del^o^. Archivio di Stato di Trieste. Deputazione di Borsa poi Camera di commercio di Trieste. Statuti e regolamenti, reg. 2. Istruzione per la Borsa mercantile di Trieste, e per la sua Deputazione, 1794. 618