(TASSA POSTALE PAGATA EDIZIONE DEL MERCOLEDÌ la nostra lotta ORGANO DELL* U.A.I.S. DEL CIRCONDARIO ISTRIANO . TERRITORIO TRIESTE Realizzando i piani di lavoro onoreremo nella ma" niera migliore il II Congresso del P.C. TLT DIREZIONE — REDAZIONE — AMMINISTRAZIONE: Riva Castelleone 2 — C APODI STRI A, tele!. 138 ABBONAMENTI: Zolla B e Jugoslavia anno: Diri. 180, semestre Dia. 90, trimestre Diri. 50. — Zoria Aj anno L. 1400, semestre L. 740, trimeitre L. 380. DINARI 2. - LIRE 10. Conto con. nella Banca Istriana AL PROCESSO DI BUDAPEST Un castello di carta demolito da Vukmanovic Venerdì 16 corr. si è iniziato a Budapest il processo contro il membro dell’Ufficio politico del Partito operaio Ungherese Lazslo Rajk. Nella prima giornata del processo tendevano a compromettere ganizzatori di questo mostruoso processo tenedevano a compromettere la Jugoslavia ed i dirigenti del PC.J di quello stato, ed a tale scopo hanno inventato un castello di false accuse. All’assemblea degli ex combattenti jugosl. in Spagna vennero smascherate le asserzioni dell’atto di accusa sui «contatti» del Rajk con il comp. Mrazovic. Gli organizzatori escogitano poi altre «confes-cioni» del Rajk ed altri contatti con dirigenti del PCJ e dello stato e cioè con Kosta Nagy, Milic e Vukmanovic detto «Tempo». Il Rajk infatti dichiara di avere avuto contatti con un esponente del «Deuxìe-me Burea» francese presso il quale vide una lista di nomi jugoslavi, fra i quali quelli surx-iferiti. Il Rajk si sarebbe convinto che dette persone lavorassero alle dipendenze del «Deuxieme Bureau». Inoltre nell’anno 1941, parlò con un maggiore tedesco il quale gli mostrò pure una lista di 150 nomi fra i quali Kosta Nagy, Vukmanovic, che dovevano essere inviati in Jugoslavia. Un collaboratore della «Borba», ha intervistato il comp. Vukmanovic il quale ha dato le seguenti risposte alle domande fattegli: «Dall’atto di accusa e dallo svolgimento del processo, è evidente che tutta la faccenda dei collega-menti con la Jugoslavia e con gli elementi dirigenti il nostro stato, è stata male imbastita presso il Ministero Affari Esteri a Mosca ed a Budapest. Se avessero faticato un pò di più non avrebbero commesso cosi marchiani errori in tutta la regia, come dimostrato dal valore delle accuse, quali quella della mia presenza nei campi di concentramento francesi ed in Spagna. Prima della guerra in non sono mai espatriato dalia Jugoslavia e dunque non potevo essere stato nemmeno in Spagna, oppure nei campi di concentramanto della Francia, e, men che meno, ho potuto conoscere Lazslo Rajk, che, a dire il vero, non lo mai visto in vita mia. Durante la guerra sono stato all’estero e precisamente in Grecia, Albania e Bulgaria, neìl’anno 1948, invece, attraversando la Romania sono andato nell’URSS. Questa è stata tutta la mia permanenza fuori dalla Jugoslavia. L’anno 1935, sino alla metà dell’anno 1936, ho lavorato nella organizzazione del Partito a Belgrado. Indi sono stato chiamato militare e nell’anno 1937 sono stato tradotto in carcere nel Montenegro — sempre come soldato — e là venni rinchiuso nel famoso carcere «Crnogorsko provalo» nel quale allora erano detenuti circa 300 montenegrini i quali sanno che allora mi trovavo anche io colà. Dopo il rilascio dal carcere, nell’anno 1937, ho lavorato per il partito nei cinrcondarii di Niksic e Borskem. Tutti i comunisti di là mi conoscono e ricordano la mia permanenza in quel periodo in Montenegro. Negli anni dal 1938 al 1941 ho lavorato come militante illegale del Partito, ricercato dalla polizia, nella Serbia, Montenegro e Macedonia. I membri del Partito e moltissimi lavoratori di Skoplje, Kuma-novo, Veles, Prilep, Bitolj, Lesko-vac, Niš, Zaječar, Jagodina, Kragujevac, Cačak, Užice, Valjevo e Belgrado mi conoscono da quel tempo. Lo pseudonimo di «Tempo» lo ricevutti nell’autunno del 1940. Questo nella V conferenza del Partito, avvenuta nel mese di ottobre. Come delegato della organizzazione di Partito della Serbia, ho parlato dell’acceleramento del tempo del lavoro di Partito. Il comp. Tito è stato d’accordo con me e poiché allora eravamo tutti nell’ille-galità e poiché non sapeva il mio nome ha detto che è d’accordo con quello che ha dichiarato il comp. «Tempo». Cosi mi rimase questo pseudonimo». Alla domanda che cosa ne pensa del processo, il comp. Vukmanovic ha risposto: «Sulla base di ciò ed altre cose, chiaro appare che il processo sla stato inscenato dal servizio informazioni sovietico ed unghex-ese, per tentare di compromettere davanti all’opinione pubblica democratica e nell’interesse dei piaqi oscuri dei lorò padroni, la Jugoslavia socialista e la sua direzione, nonché per giustificare, in tal modo, i loro piani antidemocratici e poco puliti, il loro atteggiamento verso il nostro stato. Questo particolare relativo al mio nome, che ad essi è sfuggito, dimostra abbastanza chiaramente il valore di tutta l’accusa e delle «ammissioni» in udienza, come anche i metodi usati dagli organizzatori di questo processo. DOLLARO BATTE STERLINA Londra — La sorpresa ed un vago senso di inquietudine sono stamane le due impressioni dominanti dell’inglese medio che ha Udito ieri sera alla radio sir Stefford Cripps annunciare eh jla sterlina ha perduto ii 30 per cento del suo valore. Per lui tale misura si concreterà in un aumento a breve scadenza del prezzo del pane. La maggior parte dei quotidiani conservatori dichiarano che la svalutaione non è affatto un rimedio e reclamano una riduzione delle spese governative, nonché dei costi di produzione, facendo prevedere una nuova corsa fra salari e prezzi. Il tasso 2,80 fissato in rapporto al dollaro viene conside- rato troppo basso da parecchi di guesti giornali mentre due di essi,-il «Daily Expres» sono dell’opinio-iio che sarebbe stato meglio lasciare che la sterlina «trovasse liberamente il suo corso». Boris Leont.ev osservatore diplomatico della radio sovietica, ha dichiarato: Ora solamente si è compreso il vero risultato delle conversazioni anglo-canado-americane di Washington. Nonostante le asserzioni dei leaders laburisti, il Governo britannico è capitolato di fronte agli Stati Uniti. Questi ultimi hanno raggiunto il loro scopo: la svalutazione delle monete europee. Il dollaro costerà portanto più caro. LA PODEROSA RASSEGNA ECONOMICA DI ZAGABRIA LOS SVILUPPO DELLO PRODUZIONE DEMOLISCE LE ACCUSE fflESCHIHE LO «STAND» DEL TdT ZONA JUGOSLAVA Sabato 17 mese corr. è stata a-perta la Fiera Internazionale di Zagabria per il 1949. Alla cerimonia hanno presenziato numerosissime personalità di primo piano della RFPJ, come Blagoje Neskovic, Marko Bujacic, i ministri Blazevic, Ze-cevic e Milentije Popovič, oltre a rappresentanti delle repubbliche popolari, ambasciatori e rappresentanti diplomatici dei paesi stranieri. Per primo ha parlato il presidente del Comitato Popolare Cittadino di Zagabria, Miha Šiljak, al quale ha fatto seguito il ministro per il commercio estero Milentije Popovič. Nel suo discorso il ministro del commercio esterno ha messo in evidenza due importantissimi motivi. Il primo di questi è caratterizzato dal fatto che nella Jugoslavia la lotta per il socialismo stà sviluppandosi con la massima intensità. Il secondo motivo è invece caratterizzato dal fatto che il Cominform, in questo momento particolare, sta intensificando tutti i suoi sforzi per impedire la costruzione del socialismo nella nuova Jugoslavia. Nel sua .discorso. Milentije Popovič ha messo altresi in evidenza il fatto che alla Fiera di Zagabi ia, la quale testimonia i grandiosi sforzi compiuti dalla Jugoslavia (sforzi che non trovano riscontro in altri paesi alla Democrazia Popolare) non è dato di vedere esposti i prodotti dei paesi a democrazia popolare e dell’URSS. Dopo il discorso di Milentije Popovič, il pres. del Comitato Popolare Cittadino di Zagabria, ha dichiarato aperta la Fiera e tutti gli ospiti si sono riversati negli ampi padiglioni della Fiera. _ —O— Un autista di piazza, che a Zagabria vive da più di vent’anni, ci ha detto queste testuali parole: «L’odierna Fiera di Zagabria rappresenta un enorme progresso rispetto a quella dell’anno scorso. Nel 1948 alla nostra Fiera esponevano in prevalenza i sovietici, i cecoslovacchi, gli ungheresi, ecc. I nostri prodotti invece occupavano un posto di secondo piano. Quest’anno invece i sovietici, i cecoslovacchi, gli ungheresi, non ci sono. Non certo per colpa nostra, perchè noi avremmo voluto confrontare ciò che in questo periodo di tempo si-è fatto da noi e da loro, Ad ogni modo, quest'anno, alla Fiera di Zagabria domina incontrastato lo sforzo pro- duttivo dei popoli Jugoslavi». Abbiamo voluto sincerarsi di quanto un semplice lavoratore ci a-veva detto. La Fiera di Zagabria non è certamente una disillusione per tutti coloro che seguono da vicino la grande battaglia di rinnovamento economico, sociale, politico e culturale dei popoli Jugoslavi. Alla Fiera sono esposti circa 500 nuovi prodotti, che la vecchia Jugoslavia dei Karageorgevic non e-ra nemmeno sognata di produrre. Come giustamente hanno rilevato gli oratori in occasione della apertura, tuttociò testimonia una trasformazione, non soltanto quantitativa, ma anche qualitativa dell’industria Jugoslava. Ciò dimostra che , la Jugoslavia si stà trasformando d apaese arretrato prevalentemen- diglionì ove sono esposti i prodotti dell’industria pesante, delle miniere, dell’elettrotecnica, della chimica ecc. In una parola, tutti questi settori dell’economia nazionale che, un giorno, rappresentavano la cenerentola della vita economica dei popoli Jugoslavi. Che cosa ci offre il padiglione dell’industria pesante? Passiamo accanto ammirati agli autocarri «Pr-venac» e «Pionir» che ormai si producono in serie. Accanto ad essi stanno tre tipi di trattori: l’«Udar-nik», il «Zadrugar» ed un altro, costruiti a tempo di primato a Rakovica e che nel prossimo anno verranno fabbricati in serie. Lunga è la sala che contiene tutti questi prodotti della nuova grande industria Jugoslava. Tutto d’intorno si snodano gli stands dei vari settori: L’industria dell’alluminio e del rame, la ferriera di Jesenice, le acciaierie di Zenica e la ferriera di Guštanj, Smederovo ecc. ecc. In mezzo all’amia sala troneggiano i collossi dell’industria elettrotecnica, della fabbrica dei mezzi di riproduzione di Rakovica. Ecco là il gigantesco «statore» prodotto dalla «Rade Končar» di Zagabria per il Mariborski otok. Sono tre granduT-si segmenti (è stato impossibile trasportarli tutti insieme). Essi, installati assieme al rotore, produrranno un’energia di 35.000 HP. «E’ stato molto difficile produrre i primi tipi di questi turbogeneratori — ci dice un ingegnere della Končar — ma ora, fatta l’esperienza si comincia ad andare molto bene». Nel- pWMìa __ ■ ■■ H IL NUOVO AUTOPULMAN JUGOSLAVO «PIONIR» te agricolo, in paese industrialmente evoluto. Facendo una rapida scorsa attraverso i vari padiglioni dell’esposizione jugoslava, si puù forse, rapidamente formarsi un concetto chiaro e preciso di quel che questa Fiera presenta? Non certamente. Forzatamente bisogna limitare la nostra attenzione ad alcuni aspetti che meglio di tutti gli altri riescono a caratterizzare la realtà della nuova Jugoslavia. Quali sono questi aspetti? Senza tema di sbagliare, si può affermare che essi prevalentemente si identificano nei pa- ne vicinanze osserviamo un martello pneumatico, di alta potenza, che, preciso come un orologio, lavora docile sotto il comando di un operaio. Là intorno vi sono numerosissime altre macchine, torni, frese, perforatrici e, sopra di esse, troneggia una grandiosa macchina a vapore che è forse, l’oggetto di maggior mole esposto alla Fiera. L’attenzione dei visitatori viene però attratta all’ingresso dallo chassis di. un camion, dove il relativo motore, opportunatamente sezionato, mostra tutti i movimenti ed il meccanismo di propulsione. Davanti al IMPRESSIONI DI UN ITALIANO GIUNTO NELLA NOSTRA ZONA Ho visto lo slancio del vero popolo «Il prezzo I del tradimento» — «L’artiglieria jugoslava cannoneggia i democratici greci» — «L’Albania verrà spartita tra Atene e Belgrado» — «La Jugoslavia implora aiuti agli americani» — «Il popolo jugoslavo geme sotto la tirannia». Questi e altri ancora sono i titoli degli articoli che si leggono nei giornali italiani, riguardo al governo jugoslavo e la sua politica. Ouesti articoli si possono leggere sui fogli reazionari in genere, pseudo-indipendenti, sulla stampa atlantica e -— cosa questa dolorosa per un sincero democratico — più ancora sui giornali di sinistra, in specie su quelli obbedienti alle «informazioni» del noto Ufficio dei partiti comunisti europei. Menzogne. Basse calunnie. Questo lo posso affermare ora che ho toccato, come si suol dire, con mano la realtà politica della situazione. Sono venuto qui già preparato da spoche, frammenta.! rie letture obbiettive sulla Jugoslavia e in specie sulla zona, sottoposta all’amministrazione i del-l’Ar-mata Jugoslava, del Territorio Libero di Trieste. In Italia si ciarla delle «tristi condizioni», delle «persecuzioni contro gli italiani della Zona Istriana», ma io rispondo a quei cari signori fegatosi, ai topi delle re- dazioni reazionarie e fasciste, che cambino i titoli e i riferiménti dei loro velenosi «servizi», redatti naturalmente a tavolino. Cambino i titoli e allora i loro brillanti articoli illustreranno dettigliatamente le condizioni del popolo italiano, sotto il pontificato di Pacelli papa. Non potranno così più essere tacciati, questi dattilografi dei mercanti di cannoni, questi «reggi-ampolle» dei vari padre Gemelli, padre Morlion, Schuster, Ascalesi, come calunniatori, come falsificatori della realtà. Essi, quando parleranno degli sfratti, si riferiranno allora ai lavoratori italiani disoccupati cacciati dalle loro abitazioni perchè non versano il prezzo degli alti affitti ai proprietari (e non spezzeranno le loro lance pen i conti o baronetti istriani, i quali si ostinano a non lavorare, per poter sabotare con più comodo il Potere Popolare). Quando essi si sdegneranno per ia «miseria», ne troveranno finalmente di ogni specie in ogni angolo del suolo italiano: milioni di tubercolotici, decine di milioni di poveretti che vivono di stenti, milioni di disoccupati, mentre tra il lusso sfrenato poche centinaia di sfruttatori godono i loro turpi guadagni, benedetti dai notabili in rocchétto e stola. E ancora: fabbriche smobilitate per far posto ai prodotti d’oltre oceano, ondate di suicidi impressionanti, causati dalla fame, dalla disoccupazione, dalla disperazione di una vita senza speranza. Se vorranno togliere poi dai loro archivi gli articoli illustranti pretese violazioni delle libertà del-l’individujc^ cervellotiche persecuzioni . sugli abitanti italiani del litorale istriano, con poche variai zioni delle località, potranno ancora usarli — e chissà per quanto! — per documentare le autentiche persecuzioni di Sceiba, della Celere contro i lavoratori, contro tutti i sinceri democratici. Diranno cosi di un Luigi Russo esonerato dal Rettorato della Normale di Pisa, mentre un fascista tipo Val- . lauri ritorna al G. Ferraris di Torino; di centinaia di operai, di braccianti, di mondine, uccisi a maggior gloria del Vicario, non di Cristo, ma del Dollaro, figlio del Capitale e dello Sfruttamento. Di esempi documentabili ve ne sono a migliaia per tutti i gusti. Che diritto hanno i fascisti triestini e giuliani di blaterare di «patria», se essi sono stati i primi a tradirla formando la pattuglia di punta nelle fughe, nel piegare la schiena e le ginocchia davanti ai tedesci .leccando ora le scarpe agii alleati? Questi fascisti, che negarono il diritto alla nazionalità alle minoranze slovene, insultano adesso i fratelli jugoslavi, i quali han- no teso la mano alla popolazione dellTs'tria e dèi litorale Dalmata. Ebbene, costo vorrebbero che anche qui, sulla libera Istria, sanata finalmente dalla peste fascista, sciolta definitivamente dallo sfruttamento, ricadesse la pesante tonaca nera di De Gasperi. Per giungere ai loro scopi, accecati dal più criminale sciovinismo, essi si inginocchiano dinanzi a S, M. il Gòverantore della zona A, implorandolo di »intervenire« perchè il suolo patrio è attaccato (sì, attaccato), perchè bisogna liberare, liberare gli istriani. Ma da cosa liberarli, di grazia? Ah, forse della vita, con qualche elargizione straordinaria di bom-bette atomiche. Per questo i fascisti affiancati anche in quest’occasione dai democristiani e da tutti gli altri politicanti, non esclusi gli avventurieri vidalisti (non gli onesti proletari: troveranno essi chi aprirà loro gli occhi e capiranno qual’e la linea giusta) agitarsi smodatamente presi dà fregole bel liciste. Poveretti! Hanno la coda di paglia! Non mancano neppure di accusare il Potere Popolare di fascismo, (non c’è da stupirsi: è la loro dottrina) — proprio il popolo dell’Istria, che sta edificando il socialismo — accecati come sono di odio verso tutto quanto è democratico .tutto quanto è socialista. Questi sono i metodi di coloro che calunniano ii Potere Popolare, che negano lo sforzo di tutto il Popolo nell’edificazione del Socialismo, che rigettano, come «montatura politica», il legame fraterno che unisce italiani, sloveni e croati in questa magnifica marcia verso il domani. Ripeto ancora, per me, giunto qui saturo di notizie, informazioni, rivelazioni sulla situazone in Istria e nelle Repubbliche Jugoslave, quanto ho visto e constatato è stata un’autentica «rivelazione». Qui non vi sono disoccupati, non c’è miseria: si avora, e sul serio. Il popolo è lanciato verso gli obbiettivi che si è prefisso. Nessuno lesina le ore di lavoro volontario. Perchè un impiegato non può sentirsi a posto con la sua coscienza se svolge soltanto la sua attività; così l’operaio, il dirigente, tutti. Ci sono ponti da gettare, canali da scavare, fognature da rifare, strade da sistemare, autostrade, stadi, officine, scuole, ospedali, case da costruire. Contro tutti gli oppositori, contro tutti i calunniatori, in barba a tutti i sabotatori, i popoli affratellati, in quest’Istria laboriosa e felice .realizzeranno il socialismo. E io sarò con loro. MARCO LOMBARDI IL REPARTO DELL’INDUSTRIA PESANTE DELLA RPFJ padiglione dell’industria pesante, è invece esposto un autobus di recente produzione, che, costruito in serie, potrà servire principalmente alle cooperative di produzione a-gricola. Davanti a questo autobus ci siamo soffermati a lungo e alla mente ci tornavano tutte le accuse insulse del Cominform, di radio Budapest e dei vari giornali che si sforzavano di dimostrare che la Jugoslavia si incammina sulla strada del capitalismo. Nel momento in cui queste menzogne e calunnie si fanno più intense, ecco che la giovane industria Jugoslava stà producendo trattori, macchine agricole, autocarri, autobus di cui verranno dotate le cooperative di produzione. Significa forse questo rafforzare l’elemento Kulak nella campagna? Se cosi fosse, bisognerebbe dedurre che ogni criterio di valutazione di cui dispone l’umanità ha cessato di avere qualsiasi valore e che nori_è più” la realtà' quella che conta, ma soltanto l’opinione soggettiva di alcuni. Ci si riannoda dunque alle varie teorie borghesi e piccolo borghesi della conoscenza. Ma passiamo oltre a questa campagna meschina, che non riesce a penetrare nella realtà delle cose, passiamo oltre e soffermiamoci davanti alla grande scavatrice a doppia rotazione che è capace d'incidere nel terreno un canale di 5 metri di larghezza e di 1 metro di profondità. Da sola compie il lavoro di 500 operai. Là accanto un’altra dotata di rotore anch’essa imponente materializzazione degli sforzi che i pòpoli jugoslavi compiono in ogni campo della loro attività. Accanto stanno i prodotti della nuova industria Jugoslava nel campo delle costruzioni ferroviarie: vagoni letto, vagoni ristorante, vagoni di II e di II classe, carri merci ecc. ecc. Tutte costruzioni solide, snelle ed eleganti nelle loro linee. Poi ci sono le costruzioni navali, il settore della elettrotecnica, il padiglione dell’industria del legno, dell’industria tessile, dell’industria dei prodotti di strumenti medico chirurgici ecc. ecc. Si potrebbe passare e ripassare attraverso questi padiglioni ed a ogni passo ci si troverebbe davanti ad un cartello: «Questo prodotto è stato fabbricato per la prima volta in Jugoslavia». Di questi cartelli ce ne sono centinaia. Abbiamo dimenticato un settore molto importante. Il prodotto in parola si trovava là in disparte, quasi nascosto. L’industria jugoslava ha incominciato a produrre, quasi alla chetichella, i cuscinetti a sfere. Crediamo che ciò basti. Accanto al padiglione dell’industria pesante, c’è quello delle miniere. Di fronte all’entrata si erge la figura grandiosa e possente di un minatore. Sotto cè la fotografia di Alija Sirotanović, l’iniziatore dell’emulazione socialista nelle miniere Jugoslave. Tutt'intorno sono e-sposti i campioni dei minerali, taluni dei quali preziosissimi dal punto di vista della metallurgia e della siderurgia. Osservando questo settore, comprendiamo appieno tutti gli sforzi del Governo Federale per elevare la produzione delle miniere, del carbone, del ferro ecc. Si tratta delle posizioni chiave del socialismo in Jugoslavia. (Nostro Servizio particolare) GOME SI PREPARA LA RETE ATLANTICA Dall’isteria bellica alla Repubblichetta di Bonn «Parlando della stampa americana — scrisse a suo tempo la germanica NEUE ZEIT, organo dell’Unione Democristiana orientale — non si può fare a meno di riferirsi mentalmente a Giano Bifronte. All’infuori della solita, vieta quanto nota retorica ufficiale, esistono infatti in America due verità: una ad uso interno (l’America forte, invincìbile) e la seconda ad uso esterno (l’America debole e minacciata)». La situazione, ammettiamoilo, è piuttosto difficile da sostenere, poiché gli imprevisti e le brusche svelte che si presentano sono innumerevoli. Tuttavia, i grandi quotidiani d’oltreoceano, le grandi trasmittenti del nuovo continente, riescono a barcamenarsi abbastanza bene, pur cadendo spesso in gaffes madornali, pescate con la massima disinvoltura sotto gli occhi ormai assuefatti del grosso pubblico. E’ questo il caso dell’autorevolissima COLUMBIA BROADCASTING Co., la quale, pochi giorni dopo i brillanti commenti dei vari Lipp-man ed Alsop sul «soddisfacente sviluppo della situazione economica» è costretta a render publiche le. catastrofiche statistiche del Federai Reserve Board, secondo i cui modestissimi calcoli, il commercio statunitense ha subito, nel solo mese di luglio, cadute che vanno dal 10,2 al 26 per cento a seconda dei settori. Ma, tornando alla stampa, il nostro sguardo si ferma su qualcosa di ben più grave e sintomatico. Nessuno ignora la campagna promossa, con zelo e accanimento degni di miglior causa, dal Dipartimento di Stato per la creazione di uno stato generale d’isteria bellica. Mai nel passato, tuttavia, gli organi della propaganda atlantica hanno proceduto in modo tanto aperto e sfacciato, quanto dopo la dichiarazione di John Foster Dul- les del 12 luglio scorso. Il governo di Washington si è assegnato scientemente il compito di suscitare artificialmente unjat-mosfera d’allarme. Da queste parole dello! statista americano, giungiamo d’un balzo a quanto scrive, in uno dei suoi recentissimi numeri, la rivista UNITED STATES NEWS: «Quest’anno sarà più difficile che l’anno scorso realizzare il programma d’aiuto agli altri Paesi. E’ necessario scatenare di nuovo una campagna d’isteria bellica per) ottenere l’appoggio al programma d’armamenti destinato alle altre nazioni. I rumori sollevati deliberatamente a proposito della guerra sono una turlupinatura (sic!), ma si considerano indispensàbili per eccitare a sufficienza il Congresso ed ottenere così il numero di voti necessario in favore del programma di armamenti stesso». Come morale, non c’e male davvero. Resterà a vedere, poi, cosa ne pensano i turlupinati. Il neonato di Bonn vagisce. Q, meglio, strilla a pieni polmoni, illudendosi così di giustificare la sua malaugurata nascita, di dare al piccolo Reich renano una ragione di esistere, di illudere la popolazione di Trizonesia sull’utilità di una politica inaugurata, dopo tutte le note tergiversazioni, su ordine diretto dei «protettori» anglo-americani. Il nazionalismo più sfrenato riappare, sotto veste «socialista» e cristiana, sulla tumultuosa scena tedesca. Riappare a preparare le masse disilluse ed apatiche alla prossima crociata anticomunista, riappare a porre tra il popolo germanico e la politica d’indiscriminati smantellamenti — la velenosa cortina del supernazionalismo. nazista. PETER KOLOSIMO La Nostra Lotta DUE MESI DI BILANCIO FATTIVO FORZE GIOVANILI IN GARA per la costruzione sociale L'ARRIVO DELLA BRIG. „B. BABIC" A CAPODISTRIA E’ arrivata la brigata «Branko Babič» dall’Autostrada Belgrado— Zagabria. Sono arrivati i migliori figli del nostro Circondario, i figli dei nostri operai e contadini, di quelli che con le loro fatiche costruiscono il socialismo nella nostra zona. Grande era l’entusiasmo di Capodistria domenica 18 u. s. quando dalla Muda, incollonnata con le bandiere tricolori delle tre nazionalità, la brigata ha raggiunto la piazza Maresciallo Tito ove per lo occasione era stato preparato un palco imbandierato. La musica di Maresego, in testa, suonava gli inni dei lavoratori e della lotta di liberazione. Delle compagne cospargevano di fiori il cammino della brigata. Era veramente uno spettacolo superbo la visione di questi 200 giovani costruttori del socialismo che, con passo marziale e cadenzato, facevano ritorno a Capodistria da dove, circa due mesi fa, erano partiti con gli auguri di tutto il popolo lavoratore. I loro giovani volti, seri ed abbronzati, dall’espressione decisa di uomini già fatti, erano la prova più lampante di come la mlova gioventù si sappia mettere d’impegno nell’opera di ricostruzione della nuova società. In piazza Tito la brigata si dispose in quadrato davanti al palco sul quale avevano preso posto i rappresentanti delle organizzazioni democratiche ed un ufficiale della Armata Jugoslava. Il rappresentante dell’AJ ha avuto brevi parole all’indirizzo della gloriosa brigata, quindi si sono susseguiti altri rappresentanti delle organizzazioni democratiche che hanno avuto loro pure espressioni di elogio e di profonda riconoscenza. Si è avvicinato quindi al microfono il compagno Gino Gobbo che ha pronunciato, a nome del Comitato Circondariale del PC del TLT il discorso di benvenuto. Il comp. Gobbo, rivolto ai giovani ha detto tra l’altro: «Alla partenza vi è stato affidato il compito di tener alto l’onore del nostro Partito e questo compito è stato assolto in pieno. I compagni jugoslavi ora hanno le prove concrete, grazie al vostro lavoro infaticabile, di come viene allevata la gioventù dal Potere Popolare. Il fascismo, un tempo, inviava la gioventù italiana in Jugoslavia per spargere terrore e sangue, ora la gioventù italiana costruisce in Jugoslavia il socialismo.» Continuando il suo discorso, il compagno precisa ai giovani il loro dovere che è di infondere il loro slancio lavorativo a tutta la popolazione della nostra zona e di dimostrare così il carattere profondamente classista del nuovo Potere conquistato dal popolo. Lunghe acclamazioni da parte dei giovani della brigata e dei convenuti chiudono le ultime parole dell’oratore. Il compagno Diminič, vice co-* mandante della brigata, elenca quindi tutti i superbi risultati conseguiti nel lavoro all’Autostrada. La brigata è arrivata fra noi con l’ambito titolo di quattro volte «d’Assalto» e 3 volte elogiata, questi successi l’hanno posta ai primi posti fra le migliori di tutta la Autostrada. I più grandi successi sono stati raggiunti quando i nostri giovani hanno addottato il nuovo metodo di lavoro di Alja Sirotanović, dividendosi in squadre di 5 lavoratori. Il comp. Diminič ha quindi ci marcato il fatto che nelle brigata pur essendo composta da giovani italiani, croati e sloveni, sempre ha regnato lai più grande unione e fratellanza, dando con ciò prova dei grandi passi fatti nel campo del concreto e sincero internazionalismo che regna tra le nostre genti. Avvicinando giovani della brigata essi parlano entusiasticamente "del lavoro fatto. Per i meriti acquisiti 78 componenti la brigata sono stati proclamati «lavoratore dàssalto» e 69 elogiati. II viaggio della brigata attraverso la Jugoslavia e precisamente: a Belgrado, a Zagabria, Lubiana e Bled è l’argomento principale dei loro racconti. La gioventù della grandiosa fabbrica «Rado Končar» di Zagabria ha donato alla brigata un motorino elettrico che è stato montato i 2 ore. Il Comitato Centrale della Gioventù Popolare na donato una statua in bronzo raffigurante un giovane che si libera dalle catene della schiavitù capitalista. Numerosi sono gli altri doni ricevuti dai nostri bravi giovani. Interessante è risultato rincontro con i giovani triestini che in numero di sette hanno fatto parte della brigata. «Tre di noi sono Stati dichiarati lavoratori d’assalto — dicono con orgoglio — ed altri tre elogiati particolarmente. Siamo molto soddisfatti di quello che abbiamo potuto constatare in Jugoslavia. Di tutta il veleno che i cominformisti hanno a Trieste tentato di iniettarci nelle vene, non resta più nemmeno una goccia. Le loro meschine menzogne ci fanno ora ridere. Compagni — concludono con serietà — possiamo assicurarvi che in Jugoslavia si costruisce il socialismo.» Finita la manifestazione, i giovani, con i camions a loro disposizione, hanno raggiunto Umago, dove tutta la popolazione ha tributato una ardente dimostrazione di simpatia. Molte mamme abbracciavano i loro fgli, ritornati dopo la loro assenza. La brigata è quindi in giornata partita per la -Valle del Quieto dove darà la sua opera nei lavori di bonifica per alcuni giorni. Continua ad oltranza la gara precongressuale FEDE E VOLONTÀ' DI TUTTI I SETTORI In tutto il circondario prosegue con crescente fervore il lavoro costruttivo per la gara precongressuale d’emulazione. Le relazioni che pervengono giornalmente dai vari settori, sono le più chiare documentazioni dello sforzo lavorativo e dell’attaccamento al PC del nostro popolo lavoratore, pienamente cosciente di lavorare per se e per gli altri in armonia di unità e di fratellanza. Il progresso che giornalmente si registra sui vari obiettivi in opera è la conferma di ciò. Le blaterazioni dei vari «internazionalisti» triestini e nostrani, tendenti a passivizzare la massa, le manovre della reazione e degli imperialisti e dei loro seguaci lo- £a casa Cmpsmtim di Tflatteiada Con la copertura del sorpassata la prima tetto meta Con una semplice cerimonia svoltasi nella serata del sabato 17 sett, è stata festeggiata le copertura della prima parte della casa del cooperatore a Matterada, alla presenza della popolazione locale, dei vari invitati delle autorità, del Comitato Popolare Distrettuale di Buie, del C. Distrettuale del PC TLT di Buie e delle organizzazioni di massa. Per l’occasione ha parlato il compagno Buić, che si è congratulato per i successi raggiunti dalla popolazione lavoratrice di Matterada ed i compagni Gorian, Velie, Coslovic Ottaviano ed altri. Sono stati quindi distribuiti i premi in denaro ai lavoratori distintisi nella costruzione. Ha fatto seguito la festa popolare con il concorso della musica locale. La nuova costruzione, adornata con l’emblema dei lavoratori e con le bandiere rosso stellate, ha le seguenti dimensioni: 32 m di lunghezza, 11 m di larghezza e"14 di'alteT-za. Nel complesso dei locali ci sarà la sala per gli spettacoli cine- Risultati della gara Si è riunita il giorno 16. 9. 1949 la commissione di emulazione del Comitato Circondariale dell’UAIS per la zona «B» del TLT onde discutere i problemi tecnico-organizzativi per il prolungamento della gara di emulazione «Per la ricostruzione e le case cooperativistiche» fino all’8-9-10 ottobre, data della convocozione del II. Congresso del PC TLT. La Commissione di emulazione, in base ai dati ricevuti fino al giorno 15. 9., ha constatato il buon andamento della gara stessa e gli importanti risultati ottenuti fino al giorno 12. 9. 1949, data di scadenza del piano trimestrale prima totali per la trimestrali ricostruzione del suo prolungamento fino al Congresso. Nonostante che i dati non siano completi ed il fatto che alcune basi siano rimaste in arretrato con i lavori prefissi pen irreale calcolo del piano di lavoro, sono stati raggiunti importanti risultati. Le sole ore di lavoro volontario ammontano a 224.279 per un ’valore in Dinari di 4,073.022. La commissione prevede ancora maggiori risultati fino alla apertura del Congresso, data l’aumentata intensità di lavoro in onore del Congresso stesso. Invita pertanto tutte le organizzazioni di base dell’UAiS a gareggiare per il migliore adempimento del piano di lavoro in onore del II. Congresso del TLT, nel contempo comunica che i premi verranno assegnati in base ai risultati di fine gara. CtanacLe. SfunUue OFFERTE Pubblichiamo l’alenco degli enti e ditte che hanno effettuato versamenti pro Casa del pionieri di Capodistria. Com. Circondariale UGA din 6.000 Ditta «Omnia» .... din 1.500 Filiale sindacale Cultur. din 375 VUJA ..................din 30.000 Raccolta UDAIS . . . din 11.000 Com. Citt. Capodistria, Sez. Aff. Comunali . . din 20.000 Turist Hotel...........din 600 Com. Pop. Distrett. Capodistria, sez. cultura din 30.000 Filiale Sin. Tribunale din 1600 Filiale Sindacale LIPA din 854 C. P. Circondariale per l’Istria ............din 3.000 Filiale bagno «S. Nicolo» .................din Filiale Sind. Taverna e Loggia ................. Com. Citt. Capodistria 1.035 e Mlit. 193 din 1.170 din 20.000 Totale din 127.134 Totale Mlit. 193 LA PRIMA GIORNATA DEL CAMPIONATO •S. Giacomo — Isola Montebello — Umago Aurora — Ponzianina Pirano — Medusa Verteneglio — Opicina Gorizia — Nuova Gorizia Riposano: S. Giovanni ed X La prima giornata si presenta quanto mai promettente. Vedremo infatti l’Isola che lotterà ai ferri corti con il S. Giacomo, dovendo riscattare la brutta sorpresa della Coppa Trieste Sport. Per i S. Gia-comini ci sarà poco da fare. Il segnale rosso dunque ad Isola. Il Montebello ha dalla sua il fattore campo che vuol dir molto nel suo incontro con l’Umago. Facile vittoria dell’Aurora sulla Ponzianina. Pirano - Medusa? I ragazzi del Medusa si presentano in una formazione inedita e . . . chissà, chissà? Verteneglio - Opicina, anche qui il fattore campo dovrebbe dire la sua. Gorizia - Nuova Gorizia si presenta invece come una incognita, il fattore campanilistico farà si che gli spettatori gusteranno una partita scintillante. In ogni caso per domenica 25 sett, ci rivedremo sui campi soprtivi per animare le pro- prie squadre, per il trionfo dello sport popolare. DOMENICA 25 SETT. INIZIO DEL CAMPIONATO DI CALCIO DEL TERRITORIO LIBERO DI TRIESTE Sui campi sportivi di Trieste e territorio domenica 25 verrà dato il via al campionato di calcio del TLT, al quale parteciperanno 14 squadre. Questo campionato rappresenta una grande incognita per noi, dato che in esso vedremo scendere in lizza squadre sinora non note sui nostri campi e cioè: La Ponzianina, il Gorizia, il Nuova Gorizia, il S. Giovanni ed altre. In ogni caso una probabilità di vittoria l’ha l’Aurora di Capodistria già detentrice del titolo per l’annata sportiva 1948-49. Segue l’Isola che ha messo in campo sinora un undici quadrato, che sarà difficile battere. Anche le squadre neopromosse potranno dire la loro. L’Opicina e il Verteneglio hanno favorevolmente impressionato gli sportivi. Per il Gorizia ed il Nuova Gorizia non ci pronunciamo non conoscendo il valore delle squadre, in ogni caso i primi incontri ci daranno certamente una visuale che ci consentc-rà un giudizio. matografici e culturali, capace di oltre 400 posti a sedere e, al di sotto, la capace cantina per il vino della cooperativa. Cantina di cui la popolazione del luogo sente l’assoluto bisogno. Essa avrà una capacità di oltre 5000 hi di vino che sarà conservato in 14 vasche di cemento e vetro. Terminata questa prima parte, vengono ora iniziati i lavori per la costruzione del restante grande e-dificio cooperativistico. La popolazione ed il collettivo di lavoro hanno assolto alcuni giorni prima del termine fissato l’impegno per la gara precongressuale del Partito. O-ra sono assunti nuovi impegni che prevedono la scavatura delle fonda-menta di tutto l’edificio e l’elevamento dei muri maestri. Siamo certi che, con lo spirito di sacrificio e con lo slancio emulativo sinora emergenti in quel di Matterada, la popolazione porterà a termine i nuovi compiti contribuendo al potenziamento della nostra economia. COOPERATIVA a Pomiano 10 settembre 1949 — data davvero storica per la popolazione di Pomiano, che in tal giorno ha costituito la sua cooperativa agricola di produzzione. Pomiano ha fama di paese rivoluzionario e con questa sua iniziativa ha voluto far sapere a tutti che anch’esso marcia sulla via del progresso. Al continuo arumento delle cooperative a-gricole di produzione nel circondario si aggiunge ora una nuova unità .uella dei contadini democratici di Pomiano. Sabato 10 settembre si è tenuta nel paese l’assemblea preparatoria dei soci del collettivo, nella quale sono stati conclusi tutti i preparativi per la costituzione della cooperativa agricola di produzione. Hanno aderito inizialmente alla formazione del collettivo 12 famiglie con 60 membri. La cooperativa avrà da- principio una estensione di 50 ettari di terra, la metà dei quali di terreno coltivabile, 12 ettari di vigneti ed il resto di pascoli. Il bestiame che viene messo in collettivo consta di 20 bovini e 30 maialini. Per il momento il collettivo non dispone di stalle, magazzini, cantine, ecc., ma uno dei suoi obiettivi principali sarà quello di costruirle al più presto per sopperire al bisogno. Ai nuovi collettivisti il comp. Bencic Francesco ha illustrato la grande importanza delle cooperative agricole e della collettivizzazione della campagna per la nostra economia. Ha quindi messo in evidenza come la lotta di liberazione ed una delle sue importanti conquiste — la riforma agraria — hanno trasformato radicalmente la situazione dei. contadini i quali ora hanno assicurata l’indipendenza e-conomica. Il Potere Popolare, e-spressione della volontà delle masse degli operai e contadini e del popolo tutto, aiuta, nei limiti del possibile, lo sviluppo delle cooperative di produzione, poiché queste sono la garanzia della trasformazione progressiva della nostra campagna. Dichiara infine che i collettivisti di Pomiano dovranno lavorare duramente e lottare contro i kulak cali — che operano fianco a fianco coi vidaliani — no fanno altro che aumentare lo slancio lavorativo dei nostri operai, i quali, con il loro lavoro concreto, danno la miglior risposta alle calunnie a getto continuo lanciate dalla stampa co-minform - reazionaria. Le seguenti cifre sono la più chiara documentazione. SETT, di VERTENEGLIO. Riparazione strade — nei giorni 13 e 14 sett, hanno lavorato 97 persone che hanno effettuato 437 ore lavorative. SETT, di UMAGO. Planno dato'la loro opera il giorno 14 settembre 147 operai, fra i quali 84 della fabbrica Arrigoni; ore di lavoro eseguito 266. SETT, di BUIE. Giorno 13-9 partecipanti al lavoro 26 persone, ore eseguite 184. SETT, di CITTANOVA. Giorno 13-9 — presenti 9 persone, ore eseguite 60. SETT. PORTOROSE. 33 iscritte all’ UAIS, fra le quali le mogli degli ufficiali dell’armata J. ivi di mento dei parchi cittadini. Ore di stanza, hanno lavorato all'abbelli-lavoro eseguite 83. SETT, di MONTE di CAPODISTRIA. 75 presenti al lavoro nei giorni 13 14 — 9; ore eseguite 300. 30 donne, capeggiate della 75 enne compagna Hervatin Maria, hanno lavorato per la casa del pioniere. SETT, di CESARI - POBEGHI. Il giorno 14-9 hanno lavorato 12 comp. alla costruzione della casa del cooperatore. Ore effettuate 60. GRISIGNANA. Nei giorni 12-14-9 hanno lavorato 13 compagni per la casa del cooperatore: ore effettuate 86. La compagna Bankovic Santina ha trasportato il giorno 12 oltre 5 hi di acqua. MATTERADA. Alla costruzione della casa del cooperatore hanno lavorato 18 compagni che hanno dato 180 ore lavorative nei giorni 13, 14 9. SETT, di MARUSSICI: Presenti ai lavori 6 compagni; ore eseguite 22. SCOFFIE, il giorno 8 e 9, per la costruzione della casa cooperativistica, hanno lavorato oltre 100 compagni; ore eseguite 300. S. ANTONIO. Alla costruzione della casa del cooperatore hanno lavorato nei giorni 9 e 13 sett. 61 compagni e compagne che hanno dato 350 ore lavorative. STRUGNANO. L’obiettivo locale è la costruzione di un grande magazzino per la cooperativa agricola locale. Su questo obiettivo hanno lavorato il giorno 11 34 compagni che effettuarono 170 ore. * Il SICCIOLE. Alla sistemazione del letto del torrente S. Odorico hanno lavorato d’assalto il giorno 11-9 32 compagni che hanno dato 160 ore di lavoro. SETT, di VANGANELLO, il giorno 12-9 hanno lavorato 25 donne per la casa del cooperatore, effettuando 125 ore lavorative. Il bilancio di questi due giorni di lavoro ci dà dunque la partecipazione di 688 compagni — fra i quali un alta percentuale di donne — che hanno effettuato, complessivamente 2.783 ore lavorative d’assalto. Agli increduli, a coloro che in buona fede, danno credito alle menzogne della stampa delle due reazioni, diciamo: «Venite in zona B e vedrete con i vostri occhi ciò che si fà qui da noi ove jl popolo ama e segue il Potere Popolare nella via tracciata per la costruzione del socialismo». BREYI ISTRIANE VIAGGI A SORPRESA Fra i tanti reclami sul disservizio delle autocorriere pervenutici e che possiamo formulare per esperienza nostra, pubblichiamo il seguente: Il «servizio a sorpresa delle au-tcjcorr-iere» costituisce una dell'e ultime novità del nostro circondario. Dipende dalla arbitraria volontà dell’autista il partire più presto o più tardi, senza che sia ammeso sindacato alcuno al riguardo. Lunedi 5 corr. la corriera che fa servizio sulla linea Umago—Trieste subiva un ritardo di ben mezza ora nella partenza dai1 Umago, perchè «fuori sede», dal motivo accampato ma che, in realtà, era’la sveglia in ritardo.» Al contrario lunedì 18 ccrr. ha voluto ricuperare il tempo perduto con un anticipo di 15 minuti. Quindi sul ritardo precedente rimane da ricuperare altrettanto tempo. Ma l’autista non si è limitato a questo. Evidentemente aveva affari personali urgenti, poiché ha lanciato la macchina ad una velocità pazzesca da far venire le vertigini a tutti i passeggeri, benché mancassero quelli di Pe- trovia e Giurizzani che hanno assistito al suo passaggio fulmineo. Ci limitiamo a chiedere se questi servizi devono o meno osservare l’orario, oppure se occorre dormire in corriera per essere sicuri di partire. Ora anche i bigliettai non si preoccupano più delle frazioni di dinari .domandano l’arrotondamento e non hanno mai il resto da dare, cosicché il loro stipendio è raddoppiato. Narciso. ARRIGONI — UMAGO — SCARICATORI VOLONTARI PREMIATI -unq nun oSnuifi ip tuocTJjy oj -uaunpqB^s ojjau ej aueunyias ca di prodotti finiti aspettava di venire scaricata e caricata, gli scaricatori del porto erano impegnati su altri obbiettivi di lavoro e la merce correva il rischio di rimanere in sosta. I nostri bravi lavoratori però non permisero che ciò accadesse e 12 si offersero volontariamente per o scarico dei prodotti. Il lavoro fu eseguito in tempo di record ed i lavoratori volontari, oltre li elogi di tutti i presenti hanno ricevuto un premio dalla filiale sindacale. L ARMATA JUGOSLAVA IL POPOL STRETTI DEL FRRTERNO LAVORO verso un luminoso avvenire Il popolo della nostra zona nel corso della sua storia, travagliata da tante occupazioni, non ha mai conosciuto un esercito il cui comportamento potesse neanche lontanamente essere paragonato a quello dell’Armata liberatrice della Jugoslavia Socialista. Questo esercito, formato da operai e contadini, reduci da una delle più sanguinose guerre che il mondo abbia mai conosciuto, è animato da uno spirito nuovo, da uno spirito che dimostra la sua naturale essenza, la sua composizione popolare, che va dal semplice militare all’ufficiale di Stato Maggiore. Questa Armata che ha fatti suoi i principi marxisti, i quali inseganno che lo stato socialista deve difendere le conquiste dei lavoratori ed aiutarli ad edificare una nuova società basata su nuovi concetti di giustizia e libertà, mette in pratica questi postulati aiutando giornalmente i lavoratori hella nostra zona nella loro opera di ricostruzione. D’altronde l’amore e la riconoscenza della popolazione per la sua Armata, si esprimie in mille modi che stringono ancor più i reciproci legami, che fondono in una sola unità il popolo lavoratore ed i migliori figli della Nuova Jugoslavia. Per convalidare quanto .detto citeremo alcuni dati che documentano l’apporto delTArmata Jugoslava per l’edificazione del socialismo nella nostra zona e l’aiuto dato alla popolazione nel campo della sanità pubblica: Per onorare il II. Congresso del P. C. del T. L. T, i militari dell’Armata Jugoslava hanno contribuito alla costruzione delle case cooperativistiche, alla costruzione delle strade, alle bonifiche ed in vari altri lavori, con 10.600 ore di lavoro volontario. Altre 537 ore lavorative sono state effettuate con i carri delTArmata, per trasportare materiale vario, come sabbia, pietre ecc., necessari per la costruzione. Per lo stesso scopo sono state realizzate 350 ore con i camion delTArmata. Complessivamente, dunque, 11.457 ore di lavoro volontario impiegato in breve ìempo dai militari dell’Arm ita .Jugoslava per l'eleva-nenia delle condizioni di vita in questo territorio. -nin aiduie ajpp snjpiadns ouog stiazioni ulteriori quandi le nude oltre ci dicono che nel periodo dal niese di marzo 1048 all’ agosto 1949, 1 ospedale militare delTArmata Jugoslava di Portorose ha eseguito gratuitamente per la popolazione del circondario dell’Istria: 3,317 visite ambulatorio, 1225 visite mediche a domicila-, 601 osservazioni Roentgen, 27 fotografie Roentgen, Nello steso periodo sono state eseguite, dal laboratorio dell’Ospedale militare di Portorose, 922 analisi del sangue, 697 analisi dell’urina, 193 analisi degl; escrementi, 67 analisi sputi e 7 iniezioni lombari. Sono state inoltre portate a termine con successo 69 operazioni, applicati 17 pneumotoraci artificiali, eseguite 32 riposizioni e gessature, 217 fas dature ecc. Nelle esposte cifre non sono comprese le innumeravoli visite mediche, operazioni e fasciature prodigate agli studenti della scuola tecnica marittima e, del ginna-nasio, ai ragazzi delle scuole ele-tmentari ed a .uelli dell’istituto dei sordomuti. La riconoscenza della popolazione ed il suo affetto per l’Armata Jugoslava si manifestano, dalT<: o canto, in mille maniere. Sono frequenti le delegazioni popolari, le quali offrono all’Armata Jugoslava vari omaggi e sono interpreti dei Jslalluti della popolazione di questi giorni una delegazione di donne di Vanganello ha donato alla guarnigione di stanza a Capodistria 150 kg di uva, portando i saluti affettuosi della popolazione. Pure le donne di Matiniana hanno visitato in questi giorni l’Armata Jugoslava esprimendo i saluti del proprio paese. Questi sono due casi citati fra le tante dimostrazioni d’affetto e di amore popolare verso l’Armata. Chi non è rimasto convinto dalla maniera decisa con la quale la popolazione del Circondario ha reagito ai vili fatti di Buie? Innumerevoli sono state le manifesta- zioni di solidarietà, di amore ed attaccamento popolare verso l’Armata. Manifestazioni, che hanno chiaramente dimostrato a tutto il -mondo, che qui, nella nostra zona, Armata e popolo sono inseparabili. Donne al lavoro Seguendo l’esempio delle donne antifasciste del distretto di Buie, le donne del Capodistriano lavorano assiduamente per il II Congresso del PC TLT. Anzi in questi ultimi tempi è stato notato un progressivo aumento della partecipazione delle donne al lavoro volontario. Su vari obiettivi in costruzione le donne danno l’esempio a tutti per la loro dedizione e per il loro spirito di sacrificio. Il giorno 15. corr. a S. Antonio le donne hanno partecipato alla costruzione della casa del cooperatore effettuando 42 ore di lavoro. A Cesari le donne hanno preparato una scritta luminosa in onore al congresso e scritte murali. A Po-beghi hanno preparato un arco ed alcune scritte, nonché effetuato 73 ore di lavoro volontario. Ad Anca-rano le donne hanno effettuato 315 ore di lavoro volontario e raccolto 5000 dinari per il II Congresso. A Portorose hanno visitato l’ospedale militare e due volte i bambini nel-ne colonie; ore di lavoro volontario date 43. Hanno anche preparato striscioni con scritte inneggianti al Congresso. ©FIERE FUiRUeiHIi Strade e bonifiche