Risultati preliminari di una ricerca geomineraria nelle Alpi Carniche (Val d' Aupa e Val Pesarina) Giovanni Battista Carulli, Giambattista Feruglio, Giorgio Longo Salvador e Dario Stolfa Premessa Nellfestate 1970 sano state condotte nelle Alpi Carniche delle ricerche geominerarie sotto la direzione del prof. Dino di Colbertaldo nel-1'ambitoi del contratto di ricerche stipulato fra il C. N. R. e la Cattedra di Giacimenti Minerari dell'Universita degli Studi di Milano con la collaborazione dell'Istituto di Mineralogia e Petrografia deH'Universita di Trieste diretto dal prof. Sergio Morgante. Fra i terreni regionali maggiormente indiziati dal punto di vista giacimentologico, da indagarsi in fasi successive, hanno costituito oggetto delle prime ricerche il Ladinico-Raibliano del fianco sinistro dell'alta Val dAupa e 1'Anisico-Ladinioo del fianco sinistro della media e alta Val Pesarina. Nel fianco destro della Val d'Aupa, da tempo sono note manifestazioni a blenda-galena-fluorite; la Val Pesarina dista pochi chilometri dal giaci-mento piombo-zincifero di Salafossa e da tracce di mineralizzazione ancor piu vicine. Poiche queste mineralizzazioni si manifestano per lo piu nelle scogliere calcareo-dolomitiche anisiche e ladiniche, la nostra maggior attenzione e stata dedicata a questi terreni. II rilevamento geologico, di carattere preliminare, e stato effettuato in scala 1: 10 000. Oltre alla raccolta di campioni per 1'esame microscopico e stata eseguita una sistematica campionatura a fini geochimici con prelevamento ogni 100 m in numero di 94 campioni per la Val d'Aupa e di 101 per la Val Pesarina. Val d'Aupa: cenni geologici e indizi di mineralizzazione La Val d'Aupa, situata ad occidente di Pontebba, prende origine presso Sella di Cereschiatis (1066 m) e confluisce, dopo 16 km circa, nel Canal del Ferro poco a valle del paese di Moggio Udinese. Le indagini sono state condotte nel tratto iniziale (Sella di Cereschiatis-Dordolla) e spinte verso E fino al Rio Gravon di Gleriis. Le basse pendici dell'alta Val d'Aupa, impostate su litotipi vari della «formazione di Buchenstein», tendono a lasciarsi modellare in morbidi dossi e sono ricoperte da una rigogliosa vegetazione. Al di sopra si innal-zano, con ripide pareti, le massicce scogliere calcareo^dolomitiche della ^formazione dello Schlern» e della «Dolomia principale«, separate dall'as-sise raibliana prevalentemente calcarea. La letteratura geologica sulla Val d'Aupa e alquanto scarsa. Brevi cenni si trovano in T. Taramelli (1868), M. Gortani-A. Desio (1927) e R. Seli i (1963). Un dettagliato rilievo geominerario dell'area mineralizzata si deve a D. di Colbertaldo (1955), mentre e di Ph. L a g n y (1965) una brevissima nota a carattere stratigrafico-giacimento-logico. Le unita geologiche affioranti nell'alta Val d'Aupa sono (Fig. 1): Ladinico: Comprende le seguenti formazioni: 1. Formazione di Buchenstein, che costituisce il basamento dell'alta Val d'Aupa caratterizzata da alternanze di calcari, calcari piu o meno marnosi o dolomitici, marne, a cuii si associano calcari arenacei o selciferi, arenarie e «rocce verdi», tutti fittamente stratificati. Questa formazione affiora largamente lungo il fianco sinistro della valle mentre manca ne! settore orientale dell'area considerata. Interessanti affioramenti si osservano lungo le incisioni vallive dei rii Broili, Confine e Valeri, dove sono diffuse marne ricche in Daonella tara-mellii, frustoli vegetali e granuletti di pirite. Lembi di «rocce verdi» («breccia d'esplosione acida a carattere por-firico», D. di Colbertaldo, 1955) sono stati osservati, allineati secondo una direzione NE—SO, lungo il Rio Broili, in prossimita di Čase Gravons e di fronte a Galizzis, perfettamente intercalate agli altri termini della serie. Nella zona di Sella di Cereschiatis, nella parte sommitale di questa formazione e presente un orizzonte, pofente poche decine di metri, di calcari stratificati di colore nocciola o bruno, contenenti diffuse plaghe e vene di calcite bianca o grigia. 2. Formazione dello Schlern (= Dolomia metallifera): scogliera cal-careo-dolomitica che affiora senza soluzione di continuita dai pressi di Dordolla fino alPorigine del Rio Gravon di Gleriis, delineando neH'in-sieme una «fascia» disposta a semicerchio. Essa appare ben cristallizzata e debolmente stratificata nella parte basale, massiccia nella parte intermedia e sommitale; e potente da un centinaio a piu centinaia di metri nella parte piu settentrionale. A NE di Cima Valeri e presente una potente breccia eterogenea ad elementi prevalentemente calcarei o dolomitici, di colore bruno, grigio o roseo, spigolosi, cementati da dolomite spatica bianca. Raibliano: Alternanza di strati calcareo-dolomitici, talora marnosi od arenacei, potenti in media 2—5 dm, prevalentemente grigi, giallastri o bruni, e strati marno-argillosi, piu sottili, di colore cenere o verde. Questa unita affiora largamente ned pressi di Dordolla, a NE del Monte Forchiadice, Cuel Brusat, Casera Valeri alta, arrivando fino aH'origine Fig. 1. Schema geologico preliminare del versante sinistro della Val d'Aupa con 1'ubicazione dei campioni geochimici del Rio Gravon di Gleriis. Potente oltre 250 m, si presenta in genere piu fittamente stratificata nella parte basale e sommitale, mentre nella parte intermedia compaiono, per una potenza di 20—30 m, 1—-2 strati massicci. Norico: Tipica facies della Dolomia principale, di colore grigio chiaro, non stratificata od in grossi banchi; costituisce la parte sommitale delle piu alte cime della zona (M. Forchiadice, Cima Valeri, M. Gleris). Quaternario: Sottili manti di detrito di falda (per lo piu al piede delle scogliere), coni di deiezione, detrito di falda misto a sfasciume morenico. Dal punto di vista tettonico 1'area considerata si trova poco a S della grande piega-faglia Alta Fella-Alta Sava. I terreni della formazione di Buchenstein, a comportamento neU'insieme plastico, appaiono variamente ripiegati e fratturati per cui si hanno continue variazioni di giacitura; piu di frequente immergono verso S e SE. La campagine raibliana, e soprattutto quelle biohermali del Ladinico e Norico, a tipico comportamento rigido, sono interessate da un fitto sistema di diaclasi e faglie. Tra le zone maggiormente disturbate (rii Broili, Valeri, Gravon di Gleriis, ecc.) molto evidente risulta quella a N di Cima Valeri, per una serie di faglie a direzione prevalente da NO—SE fino' E—O, inclinazione variabile dai 65° alla verticalita, e rigetto- vario. Queste suddividono la scogliera ladinica in numerosi blocchi o «cunei», variamente dislbcati uno rispetto< all'altro, ed in parte scivolati ed infossati entro la sottostante plastica formazione di Buchenstein. La serie triassica esaminata si trova nelTinsieme in posizione strati-grafica normale e, almeno nelle linee generali, presenta direzione prevalente da E—O a NE—SO, immersione verso S e SE ed inclinazione media di 35°—65°. Gli indizi di mineralizzazione riscontrati possono cosi venire riassunti: — lungo il Rio Broili, entro calcari marnosi della formazione di Buchenstein sovrastanti «rocce verdi», per una potenza di circa 1 m, diffusa marcasite e pirite in cristalli cubici o venette, associate talora a venette di calcite spatica. — lungo il sentiero Dordolla—M. Forchiadice, in prossimita di q. 713, entro calcari arenacei sottilmente stratificati, a diretto contatto Buchen-stein-Schlern, pirite e marcasite in cristallini, plaghette e venette, e in tessitura framboidale, piu o meno goethitizzate, quarzo euedrale e in gra-nuli, rari granuletti di blenda e plaghe di dolomite spatica. — nel settore NE dell'area esaminata, entro la Dolomia metallifera (in partieolare nelle faglie che scendono da q. 1500) diffuse patine rossicce e giallastre e venette di idrossidi di ferro e goethite pseudomorfa su pirite. — patine giallastre e rossicce in corrispondenza di una faglia NE—SO nella Dolomia metallifera lungo il fianco destro del Rio Broili; presso q. 1300 a N di Cima Valeri; sui fianco sinistro del Rio Colan nella gola che scende da q. 1439. Per inquadrare meglio la situazione geologica della valle sono state fatte delle escursioni anche sui fianco destro, aH di fuori dei limiti della zona assegnata. In queste occasioni sono stati riscontrati nella dolomia ladinica due affioramenti di galena: uno, in localita Čase Stalldn del Nanghet sotto forma di minuta e rada impregnazione, l'altro, molto piu importante, sulle pendici meridionali del M. Flop con diffusi cristalli cubici ed ottaedrici, associati a blenda talora alterata in idrozincite entro frattura in zona di breccia. Val Pesarina: cenni geologici e indizi di mineralizzazione La Val Pesarina ha arigine nei pressi di Forcella Lavardet (m 1542), decorso W—E e termine, dopo circa 24 km, a quota 516 nella Val! Degano presso Comeglians. La sua morfologia, influenzata dalla diversa erodibilita dei terreni mostra pendii dolci e ricoperti da vegetazione in corrispondenza delle quote piu basse (ove affiorano gessi, dolomie cariate, arenarie, ecc.), pareti ripide e nude alle quote piu alte in corrispondenza degli affioramenti di scogliere dolomitiche. M.CIM0N-I.I2 . Passo di J —Entralais- CRETON DI CLAP 1*87 1000 m dell'alta • Campioni di detrito grossolano • Campioni di terriccio QUATERNARIO- Detritl di falda LADINICO SUP -Dolomia metall/fera (=Dolomia dello Schlern): dolomie e calcari dolomitici massicci LADINICO INF-Formazione di Wengen:alternanze di arenarie, calcari marnosi e marne ANISICO- Dolomia del Serla dolomie e calcari dolomitici massici _^ /"Faglie principali ( J Zone indiziate e media Val Pesarina con 1'ubicazione dei campioni geochimici «20. CRETE DI Fig. 2. Schema geologico preliminare del versante sinistro Passo.,'" M. CRETA F0RATA- Studi geologici sulla valle sono dovuti a P. Vinassa de Regny (1911, 1912). Accenni alla zona, eompresa in una trattazione regionale, sono fatti da M. G o r t a n i (1925, 1933), R. S e 11 i (1963) e B. W. V i n k (1968). Piu in dettaglio ne trattano C. E 1 m i e A. Monesi (1967) in un lavoro limitato alla porzione centrale della valle. Le unita geologiche, oggetto del nostro studio, sono le seguenti (Fig. 2): Anisico: «dolomia del Serla», di colore bruniccio, massiccia, talora a tendenza calcareo-dolomitica specie la dove compaiono accenni di stratifi-cazione, altrimenti assente; potenza complessiva superiore al migliaio di metri. Essa e diffusa prevalentemente a E del Passo Siera e costituisce i gruppi della Creta Forata e del M. Cimon. Ladinico: comprende le seguenti formazioni: 1. Formazione di Wengen data da alternanze di arenarie, mame e calcari marnosi nettamente stratificati (10—30 cm), separati da livelli argillosi nerastri. II colore dominante e il grigio giallognolo1, con tipica alterazione in giallo-chiaro e patine carboniose; frequenti vene di calcite bianca e noduli di pirite (fino* a 4—5 cm di lunghezza) di solito alterata in limonite. A tetto, specie ad occidente, compaiono calcari neri reticolati, spessi da 30 a 70 cm, con estese patine rossastre. La formazione si estende dal Passo Mimoias al Rio Siera sulle medie pendici della valle. Piccoli lembi si trovano, piu ad oriente, «strizzati» nella faglia Rio Siera-Forcella di Creta Forata. 2. Formazione dello Schlern: dolomie e calcari dolomitici di scogliera, grigi, brunicci o bianco-rosati, per lo piu ben cristallini e massicci. Local-mente appaiono cenni di stratificazione a prevalente direzione E—W ed immersione a N. Essi poggiano in concordanza sulla formazione di Wengen specie nella parte occidentale dell'area, mentre ad oriente vengono a contatto tettonico con essa e, ancor piu, con la dolomia anisica. Si sviluppa ad occidente della Forcella di Creta Forata e costituisce i gruppi del M. Siera, le pendici meridionali del Creton di Clap Grande e la Cresta Alta di Mimoias. Quaternario: una fascia di detrito di falda, piu o meno continua, accom-pagna il piede delle pareti dolomitiche e spesso maschera il contatto con i terreni sottostanti. Detriti abbondanti si trovano, sulla dolomia, in cor-rispondenza di aree intensamente fagliate. Specialmente la degradabile formazione di Wengen e coperta da esteso sfatticcio superficiale. Rari i depositi morenici, in corrispondenza delle selle piu basse. Dal punto di vista tettonico l'area esaminata si trova immediatamente a N della «linea Val Piova—Mimoias—Col Pesarina» (Selli, 1963), sovrascorrimento a S dell'Anisico-Ladinico. II disturbo maggiore e, verso oriente, la faglia della Creta Forata che mette a contatto la dolomia anisica con quella ladinica. Porzioni di questa faglia, dislocate da faglie minori perpendicolari ad essa, si prolungano ad occidente mettendo a contatto la dolomia ladinica con la formazione di Wengen a tipico com- portamento plastico. Faglie minori, a prevalente direzione N—S interes-sano un po' ovunque le rigide scogliere dolomitiche. Gli indizi di mineralizzazione piu evidenti sono dati da: — masserelle spugnose rossastre di limonite, goethite e tracce di idrozincite, sulle pareti sud-orientali della Crete Brusade, in dolomia ladinica. — cristalli di quarzo idiomorfi in matrice dolomitica, poco piu ad occidente. — patine rossastre di prodotti di alterazione in corrispondenza delle aree fagliate e delle parti alte dei rii Pradibosco, Bianco, Siera e Tesis. — tracce di pirite e marcasite e di goethite pseudomorfa su pirite, assieme a limonite, alla base della dolomia anisica, sulle pendici setten-trionali del Cret dal Laris. Indagini geochimiche Circa 200 campioni del materiale raccolto sistematicamente durante la campagna di prospezione sono stati analizzati allo scopo di individuare nei terreni considerati la presenza di eventuali anomalie geochimiche come obbiettivo di successive piu dettagliate ricerche. I dati geochimici qui riportati riguardano essenzialmente la ricerca dello zinco sul fianco sinistro delle due valli. Le determinazioni dello zinco sono state eseguite mediante spettro-fotometria di assorbimento atomico sulle soluzioni derivanti dalPattacco dei campioni con acido nitrico, essendo tale metodo risultato adeguato alle esigenze di una tale ricerca e gia in uso presso altri labcratori (D a 1 -1' A g 1 i o, Gragnani, Visibelli, 1968; Ward, Nakagawa, H a r m s , VanSickle, 1969). Nella preparazione per 1'analisi i campioni sono stati trattati come di seguito specificato. Tutto il materiale raccolto e stato lasciato essiccare alParia, a temperatura ambiente, in laboratorio. I campioni costituiti da terriccio, dopo even-tuale frantumazione, sono- stati passati al setaccio con maglie da 125 u. Della frazione inferiore, previa omogeneizzazione ed inquartamento, sono stati prelevati circa 5 g successivamente macinati in mortaio d'agata. Anche dai campioni costituiti da detrito grossolano, dopo- la frantumazione ed una prima macinazione del materiale, previa omogeneizzazione ed inquartamento, sono- stati prelevati circa 5 g per la macinazione finale in mortaio d'agata fino a dimensioni inferiori a 150 mesh. Su 0,5 g circa del materiale cosi macinato e stato quindi effettuato 1'attacco dei campioni mediante 5 ml di HNOa dil. 1:1, riscaldando per 1 ora a 100° C su bagno a sabbia. Dopo 1'aggiunta di 5 ml di H.O distillata e raffreddamento 1'eventuale residuo insolubile e stato separato e successivamente lavato con acqua distillata mediante centrifugazione. La soluzione e stata infine portata a 20 ml per 1'analisi. Le determinazioni dello zinco sono state eseguite mediante un appa-recchio Perkin-Elmer Mod. 303, con bruciatore di tipo- normale, fiamma ad aria-acetilene, lampada a catodo cavo del tipo Intensitron, usando la riga di risonanza a 2138 A, nelle condizioni di lavoro consigliate dal manuale d'uso della Perkin-Elmer. In queste condizioni la sensibilita e risultata di circa 0,04 mg/l di Zn per 1 °/o di assorbimento, la riproducibilita non peg-giore del 7 %. Sulla base di quanto suggerito da Hawkes e Webb (1962) e dal-l'analisi dei dati disponibili, come valori piu significativi per il fondo e rispettivamente la soglia dello Zn, si sono presi i seguenti valori: Val d'Aupa fondo: 28,5 ppm soglia: 72,5 ppm Val Pesarina fondo: 31,5 ppm soglia: 58,5 ppm I risultati analitici sono rappresentati graficamente in fig. 3a e 3b, dove si pud osservare che i valori anomali piu interessanti in genere non si presentano isolati ma accompagnati da anomalie minori contigue, in-dividuando favorevolmente delle aree. Da questa indagine preliminare risulta che sia la Val d'Aupa che la Val Pesarina presentano zone di interesse per un ulteriore ricerca. Sono in corso di completamento anche le analisi del Pb: i primi risultati dimostrano che per lo piu i valori maggiori del Pb (in genere inferiori a quelli dello Zn) si presentano in corrispondenza delle anomalie per lo Zn, confermandole indirettamente. Conclusioni La sistematica ricerca di campagna sul fianco sinistro della Val d'Aupa e della Val Pesarina non ha consentito di rintracciare, almeno finora, alcuna manifestazione metallifera superficiale di vero interesse; ha pero permesso 1'individuazione di vari, anche se limitati, indizi di mineralizzazione mai segnalati in precedenza. Un importante ritrovamento a galena e stato fatto sul fianco destro della Val d'Aupa. La ricerca geochimica condotta rapprefenta la prima prospezione sistematica dello zinco, ad intervalli di 100 m, nelle scogliere dolomitiche delle due valli. Essa ha confermato le osservazioni sul terreno e ha individuato nuove zone indiziate. Queste, sulla base delle anomalie geochimiche sono le seguenti. Val d'Aupa: a NE del gruppo di Cima Valeri (278 ppm Zn) in corrispondenza di una zona alquanto fagliata e caratterizzata da abbondante dolomite spatica. Val Pesarina: pareti sud-orientali della Crete Brusade (5384 ppm Zn); pareti settentrionali delle Crete di Mimoias (148 ppm Zn); pareti nord-occidentali del Cret dal Laris (2104 ppm Zn). Tutte le zone presentanti anomalie saranno oggetto di ulteriori in-dagini piu dettagliate. Bibliografia Colbertaldo, D. di 1955, Le manifestazioni a fluorite, blenda e galena della Val d'Aupa nelle Alpi Carniche. Atti 1» Conv. Friul. Sc. Nat., p. 92—128, Udine. Soglia 1 2 3 4 5 6 7 8 0 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 a) Campioni della Val d'Aupa Soglia 50 Crste di Mimoias Crate Brusada C nt dal Lani 2104-s , M 44 4 5 46 4 7 48 49 5 0 51 52 53 54 5 5 56 5 7 4 3 42 16 15 18 14 19 58 5 9 81 20 12 60 62 21 22 23 24 25 26 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 41 40 39 38 37 36 33 32 31 30 29 28 27 85 86 73 87 100 89 71 88 70 91 92 93 94 95 96 97 98 99 69 68 67 66 65 64 63 V7 V6 V5 V4 V3 V2 V1 84 83 82 81 80 79 78 77 76 75 74 wsw b) Campioni della Val Pesarina ENE Fig- 3. Valori dello Zn in ppm dei campioni della Val d'Aupa e Val Pesarina DalTAglio, M., Gragnani, L. e Visibelli, D. 1968, Determina-zioni di piombo, rame e zinco nei campioni di alluvioni e di rocce. Confronto tra spettrografia ottica di emissione e spettrofotometria di assorbimento atomico. Rend. Soc. It. Min. e Petr., v. 24, 2, p. 189—216. Elmi, C. e Monesi, A. 1967, Ricerche geologiche nella tav. Prato Carnico. Giorn. Geol. (2), v. 34-1966. G o r t a n i, M. 1925, Ricerche geologiche nelle Alpi Carniche (estate 1925). Boli. Soc. Geol. It., v. 44, p. 213—222. Gortani, M. e Desio, A. 1927, Carta geologica delle Tre Venezie, Foglio 14, Pontebba. Uff. Idrogr. Magistr. Acque, Venezia. Gortani, M., De Toni, A. e Zenari, S. 1933, Carta geologica dello Tre Venezie, Foglio 13, Ampezzo. Uff. Idrogr. Magistr. Acque, Venezia. H a w k e s , H. E. and W e b b , J. S. 1962, Geochemistry in Mineral Explora-tion. Harper & Row, New York and Evanston. L a g n y , Ph. 1965, La position stratigraphique des mineralisations a fluo-rine, blende, galene dans le Ladinien du haut Val d'Aupa (Alpes Carniques orientales. Italie). C. R. Somm. S. G. F., v. 3. S e 11 i, R. 1963, Schema geologico delle Alpi Carniche e Giulie occidentali. Giorn. Geol. (2), v. 30, 1962, p. 1—121. Taramelli, T. 1968, Osservazioni stratigrafiche sulle valli dell'Aupa e del Fella. Ann. sc. R. Ist. Tecn. 2, p. 43—68. Udine. Vinassa de Regny, P. 1911, Rilevamento nelle tavolette di Paluzza e Prato Carnico (Alpi Venete). Boli. R. Com. Geol. It., v. 42, p. 213—232. Vinassa de Regny, P. 1912, Studi nelle Alpi Venete, Foglio 13 (tav. Prato Carnico). Boli. R. Com. Geol. It., v. 43, p. 85—87. Vinassa de R e g n y, P. 1912, Rilevamento dell'Avanza e della Val Pesarina, Boli. R. Com. Geol. It., v. 43, p. 364—370. V i n k, B. W. 1968, Gravity tectonics in eastern Cadore and western Carnia. Geol. Ultraiect., n° 15. W a r d, F. N., Nakagawa, H. M., Harms, T. F. and VanSickle, G. H. 1969, Atomic-Absorption Methods of Analysis Useful in Geochemical Exploration. Geol. Survey Buli. 1289, U. S. G. printing office, Washington. Preliminary Report on a Prospecting for Zn in the Carnic Alps (Aupa and Pesarina Valleys) G. B. Carulli, Gb. Feruglio, G. Longo Salvador, D. Stolja SUMMARY Preliminary results of systematic mining, geological and geochemical researches undertaken in the Italian Eastern Alps and started on the Schlern dolomite along the left sides of Pesarina and Aupa Valleys are report ed. In Aupa Valley the Schlern dolomite overlies limestone and mar! of the Buchenstein formation and is covered by Camic limestone; in Pesarina Valley it is in contact at the bottom with well stratified marl and marly limestone of the Wengen formation. In Aupa Valley, on the left side, suspected areas pointed out by the occurrence of yellowish and reddish coatings from weathered iron minerals have been observed along Rio Broili and Rio Colan, north of Casera Valeri alta, west of the Forchiadice Mount and in the north-eastern part of the area examined. The microscopic observation of these materials has shown in general the occurrence of pyrite and marcasite often weathered 26 — Geologija 15 401 to limonite and goethite, and besides these some sphalerite grains on the western side of the Forchiadice Mount. New very interesting galena occurrences have been found on the right side of Aupa Valley. In Pesarina Valley, on the Crete Brusade Mount, has been noted a suspected area showing reddish-brown coatings consisting mainly of limonite and goethite with some traces of hydrozincite. At Rio Pradibosco, Rio Bianco, Rio Tesis, Rio Siera and on the north-western side of Cret dal Laris Mount, some minor amounts of weathering products have also been identified. Processes of secondary dolomitization in association with the above mentioned weathering products, occurring especially in faulted areas, have ben noticed in either valley. Sampling for geochemical prospecting purposes has been carried out mainly along the base of the Schlern dolomite, systematically about every 100 m. Some 200 samples were analyzed for Zn by atomic absorption spectrophotometry. The results of the preliminary geochemical prospecting can be sum-marized as follows: — in Aupa Valley the greatest geochemical anomaly for Zn (278 ppm) occurs on the north-eastern side of Cima Valeri. — in Pesarina Valley the highest geochemical anomaly for Zn (5384 ppm) has been found on the Crete Brusade Mount. Other interesting anomalies are present along the Schlern dolomite on the northern side of the Crete di Mimoias Mount and along the Anisian dolomite on the north-western slopes of the Cret dal Laris Mount. Ali these areas, indicated as possibly mineralized, will be investigated further on. DISCUSSION Dessau: Ritengo che per i campioni della Val d'Aupa sarebbe stato interessante determinare anche il fluoro. Stolfa: Certamente, ma dato il carattere preliminare di questo lavoro abbiamo ritenuto opportuno non farlo in questa fase della ricerca. Pre-vediamo tuttavia di farlo in futuro. Perna: 1. I campioni sono stati prelevati nelle alluvioni 0' in roccia? 2. La campionatura e stata fatta in corrispondenza dei contatti strati-grafici? 3. Perche non si e estesa la ricerca anche nei sedimenti permiani che e ben noto, costituiscono uno dei possibili orizzonti mineralizzati? Carulli: 1. II prelevamento dei campioni e stato fatto- in corrispondenza del materiale detritico, 20—30 cm circa al di sotto della superficie e con-sisteva, nella stragrande maggioranza, di detrito di falda avente granulo-metria attorno a qualche centimetro. 2. La campionatura, per la maggior parte, e stata fatta effettivamente in corrispondenza del contatto stratigrafico, tranne che nella parte piu orientale della zona, nella dolomia anisica, dove la ripidissima morfologia ha impedito di applicare sempre questo criterio. 3. E' nostra intenzione, nelle l'asi successive della ricerca, estendere lo studio e la campionatura anche alle basse pendici della valle, specie in corrispondenza della Formazione a Bellerophon. Dessau: II Permiano e molto diffuso nella zona? Carulli: Si, abbastanza. E' rappresentato dalle classiche arenarie di Val Gardena e dai vari litotipi (gessi, dolomie cariate, calcari neri) della Formazione a Bellerophon. Valera: Nella preparazione dei campioni per 1'analisi con l'A. A. S., me-diante semplice attacco nitrico, non pensate di poter perdere una frazione di solfuri eventualmente legata a quarzo? Stolfa: Premesso che il metodo e in uso presso i servizi geologici di diversi paesi e che e stato oggetto di una pubblicazione da parte del U. S. Geological Survey nel 1969, e del C. N. E. N. in Italia nel 1968 (che mi sembra lo usi tuttora), da esperienze nostre ed altrui si e visto che, per rocce essenzialmente carbonatiche, la differenza tra i valori ottenuti con questo tipo di attacco e quello «completo» e minima e trascurabile. Natu-ralmente la differenza puo diventare piu importante se si tratta di rocce non carbonatiche, ma ancora, in definitiva, nella gran parte dei časi il metodo e ritenuto valido a scopo di prospezione. Ovviamente il caso della prospezione e ben diverso da quello di uno studio sull' abbondanza e la distribuzione degli elementi cercati. Nel nostro caso si tratta di rocce carbonatiche per cui, a maggio-r ragione, abbiamo ritenuto di poter appli-care il semplice attacco nitrico. Valera: Ma se la mineralizzazione e legata ad una piccola venula o a clasti di quarzo, pur essendo la matrice tutta carbonatica, nell'analisi si perderebbe tutto il minerale legato al quarzo'. Stolfa: Come gia precisato, di quarzo nel nostro caso ce n'era pochissimo o punto. Questo e risultato sia dall'osservazione microscopica preliminare dei campioni che dallo studio dell'eventuale residuo insolubile. Comunque gran parte di questo inconveniente si elimina o si riduce di molto con una opportuna macinazione. Si tratta eventualmente di aumentare i tempi di macinazione su base sperimentale.