I _ Soldi IO al numero. V arretrato soldi 20 L'Associazione è anticipata: annua o semestrale — Franco a domicilio. L'annua, 9 ott. 77 — 25 settem. 78 importa fior. 3 e s. 20 ; La semestrale in proporzione. Fuori idem. Il provento va a benefìcio dell'Asilo d'infanzia "I ANNIVERSARIO Matìerita ii Savoia Regina d'Italia Nou per cortigianeria, ma per leale dovere di patriotta, incomincio questa parte del mio lavoro, ricordando il nome augusto di S. M. la Regina Margherita. Non è molto che un religioso, il quale negli ultimi tempi ha fatto tanto parlare di sè, il padre Curci, con la voce vibrata, che echeggiò per cinquanta anni in quasi ogni chiesa della penisola, la chiamava, entro le mura del Vaticano, la Regina che il mondo civile riconosce per la più virtuosa signora d'Italia. Quando fervevano in Torino le lotte parlamentari, e in ogni volto di cittadino si leggeva l'ansia per i grandi fatti che si andavano compiendo, il pubblico salutava quasi fiducioso il volto ingenuo e sorridente della Principessa Margherita. Affidata fin da fanciulla a una_gentile e colta istitutrice tedesca, manifestò una passione non comune per le lettere, e fece studi severi nella letteratura nostra e francese, in quella tedesca e inglese. I grandi fatti storici svolti nei drammi di Shakespeare e di Schiller formavano oggetto di studi speciali. Ma non minore era la soddisfazione che provò nello studio delle donne di Shakespeare, e nelle poesie di Elisabetta Darret Browning, celebre pei suoi versi a favore d'Italia, e per le opere in cui rivendica alla donna i diritti più ampi sulle opere civili e sociali. E che siffatto studio si adattasse all' indole naturale di queir animo gentile, lo .provano infinite azioni della Regina, dalle quali trasparisce il desiderio costante di sollevare le condizioni della donna in Italia. Di questa suprema necessità parlò più volte con principesse straniere, e con quante signore la avvicinarono. Alcuni versi scritti da S. M. fanno testimonianza della perfetta sua coltura. Sta con amore al corrente di tutte le opere importanti che si pubblicano in Italia, in Francia, in Germania ed in Inghilterra. Coltiva con gusto squisito la musica sì classica che moderna. Dipinge con non comune abilità. Si racconta di lei che essendo ancora fanciulla e leggendo un giorno quel passo nel Mercante di Venezia: "L'uomo che non ama l'armonia è capace di ogni tradimento, e di ogni stratagemma, esclamasse: "Questa è una ingiustizia, la mia famiglia si è curata sempre poco della musica, eppure è tutta brava gente. Anche lo zio non la può soffrire, e tutto il mondo lo chiama il Re galantuomo.» Essa s'intrattiene sempre con speciale amore con la gente colta ed erudita, e ama discutere su ciò che crede di non avere bene compreso. Quanti in Italia e fuori hanno avuto 1' onore di conversar con lei, sanno con quanta modestia la Regina parli talvolta di questioni difficili._ *Dall' Italia Vivente. Studi sociali di Leone Carpi. — Milano, Dott. Francesco Yallardi tip. editore, 1878 (in 8.o pag. 600/ Intorno a lei non è possibile l'udir vani discorsi e pettegolezzi di cose e di persone. Intorno alla sua augusta persona spira una brezza di onestà e di virtù che solleva gli animi e gli educa al bene. Dalla Regina ebbe in Roma il sno maggior splendore la scuola superiore femminile Fusinato alla Palombella; ed a lei Roma è debitrice dell'Istituto dei Ciechi. Il sorriso che le sfiora le labbra non 1' abbandona mai incoraggiando l'augusto consorte nella via tracciata dal gran Re, educando alla virtù il piccino principe, conversando colle molte persone che chiedono l'onore di esserle presentate, incoraggiando le fanciulle nelle scuole, sollevando i miseri negli ospizi, salutando il pubblico per le vie. Quel benevolo sorriso della fanciulla che ispirava la fede nei patriotti che percorrevano scoraggiati le vie della forte Torino, è divenuto oggi un simbolo di forza, di sicurezza e di concordia in quanti lo contemplano per le vie dalla storica città. UNA POESÌA DEL POETA ISTRIANO Jacopo Andrea Contento Frugando un giorno tra le carte di famiglia, rinvenni un foglio stampato, vecchio e lacero, che trovai contenere una poesia di Jacopo Andrea Contento, il distinto - quanto infelice giovane istriano, morto a ventisei anni, nel 1854. È la poesia da lui scritta, mentre tro-vavasi per ragioni di studio a Venezia, sul Monumento a Tiziano Vecellio, che s'inaugurava nell'agosto 1852 nella chiesa di S. Maria dei Frari; poesia stampata una sol volta, a Trieste, coi tipi del Lloyd Austriaco, in foglio volante, ed in così scarso numero d'esemplari che ormai si possono ritenere pressoché tutti smarriti. Ora che in Pieve di Cadore sta per i-naugurarsi la statua di Tiziano, opera del prof. Antonio Dal Zutto di Venezia, non sarà forse fuori di proposito il conoscere come, un quarto di secolo fà, la voce di un patriota istriano applaudisse, unita a molte altre, il tardo onore che i onde vasi al sommo artista. Nè la poesia si merita l'oblìo in cui finora giacque : e una seconda edizione non può che agevolare l'opera di chi vorrà un giorno accingersi a raccogliere le fronde sparse del nostro Contento. Rovigno, Agosto 1878. Giov. Pietro De Franceschi. II monumento a Tiziano Vecellio di Luigi e Pietro Zandomeneghi per munificenza di S. M. ferdinando i eretto nella chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari in Venezia Dalle sfere immortai peregrina Inspirata de' canti Reina, Poesia! — tu nell'alma m'avvampi, D'una fiamma ch'io soffoco invan, Come invan d'Ercolano nei campi _!_ Per le inserzioni d'interesse privato il prezzo è da pattuirsi. Non si restituiscono i manoscritti. Le lettere non affrancate vengono respinte, e le anonime distrutte. M sig. Giorgio de Favento è l'amministratore _ S'agitava occultato il vulcan. A cantar di Vinegia i portenti Tu degl'inni mi desti i concenti, Ma dell'Itala mente sull'ale, Tal sè stessa qui l'arte elevò, Che l'infermo linguaggio mortale Celebrare Vinegia non può! Se l'eterno evocasse a esistenza Uno spirto di ferrea potenza Nel pensier, nel colore, nel suono, Emulante ogni genio che fu. La sua voce — fra gli uomini tuono — Non avrebbe a dir tutto, virtù! Cento e cento universa la terra Torreggianti cittadi disserra Ch'ebber vita gagliarda, operosa, Che ogni gloria educarono in sè; Pur, siccome alla persica rosa Tutti i fiori, esse inchinansi a te! Il presente, il passato si mesce In un grido in cui l'eco s'accresce Della Piata, dol Don, dell'Amore, E t'acclama miranda città! — Pari all'Ilio del greco cantore Sol col mondo il tuo nome morrà. — Fuoco arcano, t'acqueta! — o se tanto Nel desìo mi rapisci d'un canto, A me porgi del genio le penne Che incedendo sui secoli va, E dell'arti diffonde perenno 1 tesori d'etado in età: Sì ch'io canti l'ardirò superno Che nel marmo un aitar levò eterno, Cui Vecellio e il suo spirto rivela Con la possa di dotto scarpel. — Struggi, o Tempo, del Grande ogni tela, Qui t'umiglia un trionfo novel! — Arde, palpita il cor d'esultanza, Neil' augusta, inspirata sembianza Del Pittor cui tributano omaggio J Sofi, artefici, popoli, re. — Come il sol del suo rutilo raggio, Ei corona di gloria si fè. La virtù, la sua possa suprema Leggo sculta entro facile emblema: A Natura levò l'arduo manto È ne bevve il recondito Ver; È Scienza al sinistro suo canto Che il volume gli dà del Saper. Svelte arieggian leggiadre colonne Fra cui sorgon le mistiche Donne Che Parrasio, Vitruvio, Durerò E Canova nell' arti educar; Ne' vegliardi dal volto severo, Col presente, il suo secolo appar. Dei poeti non più solo i carmi, Di sue tele or favellano i marmi! Respiranti dell'Arti la vita I dipinti del Somo stan qui. — Inchinatevi all'anima ardita Che il concetto gigante compì! Con la Vergine è qui Elisabetta Quando dice: — Sia tu benedetta! — È deposto colà dalla Croce L'umanato Divin Salvator. Quella aprì (di tre secoli è voce) Chiuse questa l'arringo al Pittor. i/n i CRONACA CAPODISTRIANA BIMENSILE. si pubblica ai 9 ed ai 25 L'integrità di «n giornale consiste nell'attenersi, con costanea ed energia, al vero, all' equità, alla moderatezza. — Notte 28-29 agosto 1706 — Pietro Mieca accende le polveri — (V. Illustrazione.) Circonfusa d'angeliche schiere Qui la Vergine vola alle sfere; Poi la fede innamora il pensiero In cui forte, il martirio affrontò, Qua sul fuoco Lorenzo, là Piero Cui l'eretico acciai- trucidò. — Ti saluto o bell'opra! — Il desìo Di tre secoli in te si compio; Per te l'arte distende il suo regno, Rinverdisce a Vecellio l'allòr; Oh! t'esalti chi a fervido ingegno Sposò puri gli affetti del cor! — Ora, o Pietro, d'un odio crudele Pieno obblìo dona al critico fele; Contra l'uomo d'ingegno sol reo Se ignoranza e livor congiurò, Fidia il dica, Allighier, Gallileo, Chattertòn, Salomone di Caux. Ma per loro redento s'avvera Il Sapere che a' secoli impera, Che più sempre l'uom agita, affanna, Nell'Amor da cui l'orbe emanò, Che nel nulla increato condanna La materia che il Dio rinnegò! — Pellegrini che al bello aspirate, Qui movete, qui l'arte adorate; Qui nel Tempio del Nume vivente Vi rinfranchi il pensier celestial, Chè lo spirto quaggiù sì potente Ha nel Cielo esistenza immortal. Venezia, il luglio del 1852. Jacopo Andrea Contento UBm M Non possiamo lodare un libro del De Amicis. È uno degli amici di casa, uno degli scrittori famigliari dell'Illustrazione. Non possiamo che annunziarlo; ed egli ha la fortuna che ciò sia abbastanza. Del resto non è un libro nuovo, ma solamente rinnovato. Le sue Novelle, in numero di sei, furono pubblicate nel 1872 dal Le Monnier, e sono esaurite. L'autore ne ha aggiunta una settima; e le altre ha rivedute e corrette. Il De Amicis non sarebbe italiano se per prima cosa nou pensasse alla lingua; ma oltre che a questa, ha badato alla sostanza, e taluna delle sue novelle è rifusa, quasi rifatta. Per esempio la conclusione di Alberto, ch'era parsa ai critici teatrale e quasi puerile, è mutata. Nel racconto Camilla il discorso del parroco a quel contadino che inedita sfuggire alla coscrizione è del tutto variato; e se nou ci mancasse lo spazio vorremmo mettere qui di fronte le due versioni: è un paragone che tutti gli amanti di buone lettere vorranno fare. Certo è che anco quegli che possedono la prima edizione delle Novelle del De Amicis brameranno conoscere questa ristampa, che offre largo campo a curiosi confronti. Del resto, la migliore delle sue Novelle è sempre quel Furio, dove il De Amicis ha ritratto superbamente, a detta dei più severi critici, 1' amore di un ragazzo. A quelli che rimproverano il nostro autore essere sempre dolce, tenero, entusiasta, egli ha mostrato in Fortezza che sa anche dipingere le cose orribili, atroci, e sa spaventare il lettore non meno che commoverlo. Fu detto pure che ne suoi famosi bozzetti ha mostrato soltanto la vita militare solo dal lato ridente; ed ecco vi mostra in Camilla anco il lato doloroso. Ma per non gettare alle considerazioni, — poiché abbiamo promesso un semplice annunzio, — aggiungeremo solo che la nuova edizione reca alcuni graziosi disegni dovuti alla matita di V. Bignami. * Anche Enrico Castelnuovo è una cara conoscenza dei nostri lettori. Qui hanno letto le graziosissimo novelle: „la gamba di Giovannino" e „le confessioni di Doretta", che fanno parte insieme a molto altre del suo nuovo volume intitolato.- Alla finestra. Il Castelnuovo è certo uno dei migliori nostri novellieri, e benché abbia scritto molto e conosciuto poco. *) Dall' Illustrazione Italiana del 18 agosto. — (Riproduzioni autorizate). Forse questa volta l'edizione elzeviriana la farà entrare in grazia del pubblico; e siam certi che le signore e signorine appena piglino a leggere il suo volume, se ne innamorano. Egli ha uua grazia tutta sua nel raccontare, una finezza, un'arguzia, e una semplicità insieme che diletta e commove, fa ridere, o fa pensare com'egli vuole. Ecco un terzo collaboratore nostro, e per lui possiamo essere ancor più discreti, giacché si tratta di una ristampa pura e semplice. Ilbacio della contessa Savina di Antonio Caccianiga, ha già avuto un gran successo nel bel mondo, ed è stato tradotto in francese. È un autore che si gusta anche oltr' alpe ; perchè in questo momento si traduce in francese la sua Villa Ortensia (chez Didier), e la sua Vita campestre. La nuova edizione del Bacio della contessa Savina, è un'edizione economica, a una lira. Ciò introdurrà nelle classi popolari un romanzo, che oltre ad essere interessante, ha il merito di presentare una lettura sana, utile, fortificante. Col Caccianiga ci si diverte, ma si respira altresì un' aria paesaua e salubre. Fra i romanzi del giorno annunziamo pure l'Amore di donna, di una donna, la signora Maria Repetti (2 voi. Milano, tipogr. Agnelli). L'autrice non è alle prime prove. Abbiamo già avuto occasione di lodare il suo primo lavoro, ch'era intitolato: Olga; dopo d'allora il suo nome s'è visto in molte appendici. Nel suo nuovo romanzo c'è ancora un po' di prolissità; ma si vede un progresso evidente nell'arte d'intrecciare la favola. Per quanto la tesi faccia capolino, è un racconto che diverte e tien sospesi i lettori, i quali non chiedono di più. * * * A quelli che chiedono qualcosa di più, — che li distragga sì, ma che sia anche di vital nutrimento, abbiamo qualche buon libro di storia da raccomandare. Prima di tutto, il secondo volume dell'opera capitale di Nicomede Biauclii : Storia della monarchia piemontese dal 1773 sino al 1861 (Torino, Bocca). Questo secondo volume sta da sè, e racconta la caduta della monarchia al tempo della Republica francese. È un racconto circostanziato, pieno di emozioni, che ci fa vedere un mondo scomparso, e coli' aiuto di documenti relativi espone, oltre al lavoro militare, il lavorio diplomatico di quei tempi. Il Bianchi è uno scrittore serio, ma non trascura 1' aneddoto quando è caratteristico, e ci porta in mezzo ai campi e alla Reggia a farci conoscere la vita e il pensiero del tempo. Non è un grande periodo storico che ha preso a trattare il sig. Ernesto Masi, ma ci ha dato uno specchio fedele del secolo passato quando moriva, nella vita di un uomo di cui non resta che il nome: il conte Francesco Albergati Ca-pacelli, senatore bolognese, generale del Re di Polonia, filodrammatico e commediografo appassionato, corrispondente di Voltaire, supposto uxoricida. Con la vita i tempi gli amici di Francesco Albergati (Bologna, Zanichelli), il Masi ci regala una squisita monografia, che regge al paragone di quelle che i Goncourt ci presentano per i personaggi francesi dello stesso secolo. È storia, nient'altro che storia; ma raccontata con quella amenità che le dà tutta 1' aria di romanzo. I personaggi entrano in scena a tempo, fanno cornice al protagonista, parlano, agiscono, vivono. E che personaggi! Voltaire, Casanova, Goldoni, Gozzi, Baretti, Bettinelli, la Tron, il conte Pepoli, uu Re, due papi, e molti amanti. Il secolo tutto rivive colla sua leggerezza, con la facilità del vivere, con la filosofia platonica; il secolo tutto che cammina verso la rivoluzione senza accorgersene. Non c'è romanzo che sia piacevole a leggersi come questa storia ; ed il Masi dev'esserne incoraggiato a fare altri studj di questo generò nel secolo precedente, che è una vera miniera per quella che chiamerei storia drammatica, e per figure originali di cui si è perso lo stampo. Un'altra monografia di un altro letterato del secolo XVI, Giorgio Trissino, ha scritto il signor Leonardo Marsolin (Vicenza tip. Eu-rati). È anche questo un lavoro pregevolissimo, ma non è leggibile da tutti e da tutte come l'altro del Masi. Già, il secolo è più lontano da noi, e la Corte di Leone X ci interessa meno ; e poi il Marsolin è troppo erudito e lo fa vedere. Scommetto che una signora leggerebbe più volentieri 1' Uomo delinquente del prof. Cesare Lombroso (Torino, Bocca), se la mole del volume non la spaventasse. Tutto intero non lo possono leggere che i fisiologi e i cri-minalisti ; ma a scorrerlo qua e là si trovano capitoli curiosissimi, piccanti. Io non accetto punto nè poco le conclusioni, o le deduzioni dol Lombroso. Che tutti i delinquenti sieno matti non lo nego, perchè non nego che del matto n'abbiamo un po' tutti, anche non delinquenti. Ma quando veggo che ormai ogni città ha l'onore di avere la sua donna tagliata a pezzi, e che gli assassini, graziati della vita, assassinano i carcerieri, non arrivo a capire perchè alla ferocia crescente dei delitti si contrapponga la repressione più mite. Il dottissimo autore, con una abbondante descrizione di cranj, e i rispettivi disegui, ci prova che ogni assassino era predestinato ad essere assassino. Credo che ci sia predestinato anche il lupo ; e non vedo la ragione di trattar meglio il lupo uomo che il lupo bestia. Nel bosco come in città è questione di sicurezza personale. Ma non voglio tirarmi addosso le furie di tutti gli umanitarj, capaci di ammazzare uno scrittore che non propenda all'abolizione della pene ai morte; e vi torno a dire che il libro di Lombroso è per una buona metà curiosissimo. Esso apre delle nuove prospettive nel mondo dei delitti. Vi raccomando il capitolo sul tatuaggio che narra cose incredibili, e vi spiega il recente processo nato al Cairo e finito ad Ancona; e l'altro che riferisce le poesie scritte in carcere da scellerati più o meno celebri. * * * Ai lettori che preferiscono i viaggi, non ho bisogno di ricordare lo Stanley, che ogni persona colta deve leggere, nè il Nordau, la cui descrizione di Parigi (Il vero paese dei miliardi) forse troppo satirica, ma così fina, così artistica, così originale, è nelle mani di tutti. Vi presenterò invece il signor Diego Cumbo Calcagno, che trovando forse troppo lungo il suo nome, s'è foggiato un pseudomino ancora più lungo: Ubaldo Cigno - Geccàmo. Cumbo o Cigno che sia, è un imitatore di Verne. Sul modello dei Viaggi straordinarj, lia scritto la Regione degli Alckà (Firenze Barbèra). L'autore non ci ha mai messo il piede ma approfittando di ciò che ne hanno scritto i viaggiatori, attraversa l'Africa in modo molto piacevole e con una quantità di avventure. Il libro non ha che il torto di essere troppo lungo, e gli manca quel filo romanzesco che il Verne sa dipanare con tanta abilità. Ad ogni modo c'è nel Cumbo la stofa di uno scrittore di vaglia, e si può aspettarsene nuovi e buoni lavori. Quanto a viaggi preferisco sempre i viaggi veri, ed aspetto con impazienza quello che il Matteucci sta scrivendo sulla sua vera spedizione in Africa col Gessi. Se il signor Cumbo ha imitato il Verne, il prof. Emanuele Vitale ha preso per esemplare il Macè. Questi non era che un maestro di ragazzine in una cittaduzza d'Alsazia quando scrisse la sua celebre "Storia di un boccone di pane„ ; il signor Vitale dirige una scuola tecnica di una cittaduzza del Friuli, e manda fuori la Storia di un zolfanello. Avrà la stessa fortuna ? Chi sa ! Ma oso dire che ha lo stesso merito : quello d'insegnare con grande esattezza, con grande chiarezza, e con grande piacevolezza. Dallo zolfanello, dal più ovvio fenomeno che noi vediamo compiere chi sa quante volte al giorno, l'autore piglia le mosse per far conoscere ad una ragazza in via di conversazione i primi elementi della scienza della natura, applicati ai bisogni domestici. "Se il mio libercolo ti avesse nojato (egli conclude), di' che non ho saputo compilarlo, accendi pure un solfanèllo, brucia il libro, ed io starò cheto; ma, per carità, non concludere che lo .studio delle scienze naturali sia noioso ed inutile per una donna: chè diresti un'eresia.,, Ma perchè lo metto fra i libri di stagione, fra i libri da portare in campagna? Ecco. Quando i ragazzi e le ragazze pigliano il volo per le vacanze, fauno il giuramento di non pigliar in mano per due o tre mesi un libro di scuola. Babbi e mamme ne sono disperati. Bisogna dunque cercare un compromesso. Fra i racconti di fate e i volumi rosei della Bi-bliothèque rose, si fa passare qualche libro niente scolastico, non grammaticale, non manuali, non corsi ... la storia d' un solfanello per esempio. Lo dia da leggere alla sua ragazza, o piuttosto glielo legga lei, signora mamma; impareranno molto tutt'e due, e non s'an-noieranno punto.__ Scuole e Maestri (Continuazione e fiue V. i N. 16, 18, 19, 20 e 21). Il parlare coi fanciulli e l'essere da loro compresi è cosa più difficile di quello che si possa credere a primo tratto. Questa difficoltà cresce quanto meno sono in essi sviluppate le forze spirituali: da ciò l'enorme fatica di quelli che insegnano di preferenza nelle classi inferiori. E per vero noi non sappiamo darci ragione perchè appunto tali classi si assegnino a maestri meno provetti. È certo ch'essi vi trovano più occasione di fare pratica; ma la praticala fanno con iscapito dell'istruzione, mentre l'istruzione primaria è quella che deve dare le basi su cui tutto l'edifizio abbia a poggiare saldo ed incrollabile. Ma non è da questo lato che noi vogliamo considerare la questione; bensì dal lato che al m aestro per agevolare tale difficoltà si rende necessario uno studio speciale, studio che dapprima gli riuscirà grave, penoso, ma in seguito gli diverrà un dolce sollievo, quando gli sarà dato di coglierne i bei frutti. Infatti, se il maestro ha ben ponderato quello che deve insegnare per ciascun giorno: se ha fatto il suo piano prima d'entrare in iscuola, cercando sempre di mescere all'utile il dilettevole; se ha ordinate le sue idee e rese accessibili alle menti dei fanciulli, vedrà con gioia che per primo suo compenso avrà l'attenzione degli scolari e con essa un felice risultato non mancherà certo. Adunque che il maestro si provveda di libri pedagogici, che conferisca di sovente con altri maestri segnatamente coi più anziani, e che non tralasci di fare uu esame su ciò che deve insegnare giorno per giorno, nè si lasci sfuggire la menoma parola, il più leggero atto degli scolari, che tutto egli osservi e consideri se vuole divenire meritevole del nome di maestro. Ed ora riepilogando le nostre osservazioni per summa capita, diremo ; — Pagate il maestro se volete averlo maestro, ossia se volete che faccia il suo dovere. Questa è la migliore sorveglianza su di loro e il maggior obbligo contratto con lui dalla popolazione. — Non pagate solo il maestro nella sua persona, ma ben anco nella sua condizione di capo di famiglia, perchè egli ha diritto di contrarre matrimonio come qualunque altro impiegato. — Che il maestro trovi l'appoggio de'superiori non solo, ma anehe delle famiglie : in ciò sta la sua autorità morale. — Che il maestro sia d'un contegno sodo ed esemplare tanto in iscuola che fuori : condizione necessaria per essere rispettato. — Ch'egli faccia un continuo studio sulla sua scolaresca: mezzo per insegnare indi con minor fatica e non più sicuro successo. A questi punti, il cui concetto fu da noi svolto come meglio sapemmo, siamo ora tentati d'aggiungerne degli altri non meno importanti nella lusinga che taluno più capace voglia mettersi a svilupparli. E sono : — Sezioni meno che sia possibile: è meglio avere in una stessa classe fanciulli di varia coltura piuttostochè di troppo varia età. — Che al maestro si tolga almeno il fastidioso incarico di dover lottare continuamente perchè gli ecolari sieno provveduti del necessario: ma che vi provveda l'Autorità, e faccia versare dalle rispettive famiglie il denaro speso. Che ogni maestro non possa avere più di 40 allievi; e che questi tutti sieno atti al passaggio alla classe o sezione superiore alla fine d'ogni anno: scolari ripetenti meno che si può. — Che ogni maestro conduca avanti di anno in anno quegli scolari che ricevette la prima volta, fino alla loro uscita. Durante il riposo gli scolari vadano all' aperto. — Infine che le panche della scuola sieno fatte secondo i sistemi recenti, avendo riguardo che gli scolari possano stare comodamente tanto seduti quanto in piedi. G. B. ©Ma (Fswaffldat]® (II Sessione aperta li 27, 28, 29 dicembre 1877 ; quindi sospesa, e poi continuata e chiusa li 2, 6, 7 agosto corrente). Circostanze peculiari ci avevano fatto ommettere di dare a suo tempo relazione sulla prima parte di questa seconda sessione dietale; ed ora, nell'esporre un breve sunto della seconda parte, ci corre, per conseguenza, l'obbligo di sovvenire al difetto. La Dieta nello scorso dicembre era stata convocata innanzi il tempo normale, acciocché nel suo seno venisse messa a partito la massima e la modalità di guarantire col fondo provinciale il mutuo di fiorini 250.000 invocato dalla marina mercantile di Lussinpiccolo (che forma due terzi dell'austriaca a vela), allora danneggiata da numerosi naufragi e da ristagno dei commerci marittimi, che coli' intervento dell'i, r. Governo (il quale in precedenza a-vea respinto la domanda di prestanza direttagli dagli armatori di Lussinpiccolo appoggiati dalla Dieta nella I sessione), essa avrebbe per mezzo di tale guarentigia, stipulato coli' Istituto di credito viennese; e questo fu il principalissimo argomento della sessione, cribrato esaurientemente. Vennero messe ai voti due proposte, entrambi cadute : la prima diceva: "Deplorando che lo Stato non abbia fatto luogo alla domanda di prestito fattagli dagli armatori di Lussinpiccolo appoggiata dalla Dieta provinciale col voto da essa emesso nella VI seduta della sua anteriore sessione, la Dieta provinciale delibera: "1. Viene autorizzata la Giunta provinciale a prestare per conto e nome del fondo provinciale la chiesta garanzia pel mutuo da j contrarsi dal Comune di Lussinpiccolo, per conto di quegli armatori col priv. Stabilimento Austriaco di credito pel commercio ed industria fino all'importo di fior. 250.000.„ "2. Nel far uso di questa autorizzazione la Giunta provinciale si atterrà alle cautele esposte nelle puntazioni della sua relazione ed a quelle ulteriori ch'essa ritenesse di dover prendere a maggiore sicurezza del fondo provinciale.,, L'altra proposta, come dicemmo, egualmente caduta, suonava invece così: "La Dieta provinciale, riconoscendo che la marina mercaufile di Lussinpiccolo forma in gran parte la marina mercantile austriaca a vela, e rappresenta in generale gl'interessi marittimo-commerciali della monarchia, la tutela dei quali incombe per conseguenza allo Stato, non accorda la chiesta garanzia peli' operazione di credito di fior. 250.000 da contrarsi dagli armatori e dal Comune di Lussinpiccolo collo Stabilimento Austriaco di credito per l'industria e commercio, e riferendosi alla deliberazione già presa nella sesta seduta dell'anteriore sessione, ripete il voto che la necessaria sovvenzione sia prestata dall'i, r. Governo., Per tale modo la Dieta respinse la chiestale cauzione. Ed ecco i più importanti deliberati della seconda parte di questa sessione. Fu deciso di continuare 1* emolumento ai maestri e sottomaestri effettivi o provvisorii, nonché agli impiegati provinciali quando vengano chiamati all'esercito, conservandolo intero ai gregarii, anche se graduati, e riducendolo al solo terzo per gli ufficiali. — Ad assessori (vacando due posti; l'uno per rinuncia dell'onor. de Franceschi, l'altro per ritardata elezione) vennero eletti gli onorevoli deputati D.r Campitelli col sostituto D.r Barsan, e marchese Polesini col sostituto D.r Cech. — Approvarono il proggetto di legge modificatore del §. 23 della legge provinciale 3 novembre 1874, e che suona : "Artic. 1. — I § § 23 e 25 della legge provinciale 3 novembre 1874 concernente alcuni cangiamenti delle disposizioni della legge provinciale 30 marzo 1870 intorno la regolazione dei rapporti di diritto del personale insegnante nelle scuole pubbliche popolari, vengono messi fuori di vigore, e suoneranno in appresso come segue: "Tutti i posti di maestro nelle scuole pubbliche popolari vengono divisi in tre classi cioè in posti di prima classe con fior. 600, di seconda classe con fior. 500, e di terza classe con fior. 400 di annuo stipendio. ,Gli emolumenti dei maestri nelle scuole civiche proprie, e nei tre corsi superiori delle scuole civiche di otto classi, vengono divisi in due slassi, la prima con fior. 800, la seconda con fior. 700 di annuo stipendio. "Gli emolumenti del personale insegnante femminile saranno ragguagliati all' 80 per cento di quell'importo aunuo che nella stessa categoria di servizio compete al personale insegnante maschile. "L'emolumento dei sotto maestri viene invariabilmente fissato in fior. 300, e quello delle sottomaestre in fior. 260. "Artic. 2. — La presente legge entra in attività col 1 gennaio 1879., Il conto preventivo del fondo scolastico provinciale pel 1879 fu stabilito con un esito di fior. 115.775, con un introito proprio di f. 34.496 e con uno di fior. 81.279 del fondo provinciale. — Rimase incaricata la Giun. Prov.: "1. Di instare presso il ministero del culto ed istruzione, affinchè il piano d'insegnamento dell'i, r. scuola magistrale maschile di Capodistria e della femminile di Gorizia venga riorganizzato in conformità alle disposizioni dell'ordinanza ministeriale 26 maggio 1874, e che la lingua tedesca in ispecialità non sia impiegata nelle dette scuole come lingua d'insegnamento, ma insegnata soltanto come materia d'obbligo;" "2. di continuare coll'imp. governo nelle pendenti trattative affinchè l'azienda scolastica venga alla perfine ordinata in conformità al diritto di questa provincia, ed ai voti analogamente espressi nelle risoluzioni dietali degli anni 1873, 1874, 1875, 1876 e 1877; ,3. di instare affinchè l'eccelso i. r. ministero del culto ed istruzione, appagando, in vista delle particolari coudizioni climatiche ed economiche dell' Istria, l'analogo voto esternato dalla Dieta nelle due anteriori sessioni, si compiaccia decampare dalla disposizione presa coll'ordinanza26 maggio 1875, ed ordinare che le ferie autunnali delle scuole medie ed istituti parificati nell'Istria abbiano a ricorrere nei mesi di settembre ed ottobre, od almeno dal 15 agosto al 15 ottobre di ogni anno., "4. di insistere presso l'eccelso i. r. ministero del culto ed istruzione, affinchè in conformità delle disposizioni contenute nella legge 1 ottobre 1875, ogni distretto scolastico della nostra provincia venga sollecitamente provveduto dei propri ispettori scolastici distrettuali aventi la legale qualifica nella lingua d'insegnamento delle scuole affidate alla loro ispezione". Il conto preventivo del fondo provinciale pel 1879 venno approvato con una esigenza di fior. 264.017, un introito di fior. 79.290* epperciò con una deficenza di fi.r 184.727 (compreso il contributo al fondo scolastico), da coprirsi questa con una addizionale del 18 per cento su tutte le imposte dirette (compresi gli aumenti straordinari dello Stato) e del 75 per cento sul dazio consumo delle carni, del vino, delle bibite spiritose, e della birra. E ad incassare l'importo di fior. 37.720 voluto dal preventivo 1879 del fondo d'esonero, fu stabilita l'addizionale del IO per cento sulle dirette, comprese le addizionali dello Stato. — Infine fu sollecitato il governo a compiere la regolazione dei libri fondiari ; a disporre che, a tenore delle modificazioni dietali del 1869, l'obbligamento degli istriani al servizio militare non danneggi questa provincia più delle altre; e ad affrettare possibilmente il rimpatrio delle riserve. LE PAGHE DEI MAESTRI Dall'Istria, 9 agosto. Rileviamo con piacere che questa volta la nostra Dieta si è impietosita, ed ha provveduto alla classe peggio retribuita degli impiegati cittadini, vogliamo dire alla classe dei maestri, un miglioramento di paga. E sebbene ciò che fece testé non sia ancora quell'equo compenso a cui essi hanno diritto — piùdella metà dei maestri dell'Istria devono camparsela con soli 400 fior, annui di paga —, tuttavia speriamo nell'assennatezza e nella coscienza dei nostri onorevoli Deputati provinciali, che questo abbia ad essere un primo passo foriero della radicale revisione di tutto il regolamento concernente gli emolumenti. Senonchè taluni sottomaestri, considerando troppo sottilmente la cosa, osarono asserire non ridondare ciò a loro vantaggio, bensì solo avvantaggiarne i maestri della prima categoria — che giungono appena al decimo di tutto il contingente dei mestri dell'Istria — e che essi anzi ne vengono danneggiati, dappoiché verrebbe così tolta loro la solita rimunerazione dei 50 fior, annui, finora goduti. Siffate apprensioni non sono assolutamente giustificate; ed anzi possiamo assicurare i signori sottomaestri, colla logica alla mano, che se la parte più favorita avvantaggia, la meno favorita non deve certo scapitare, ma avvantaggiare nelle eque proporzioni. X. Illustrazione dell' anniversario Siamo al tempo della ostinata e sanguinosa guerra della successione spagnuola. Anche in Piemonte le armi francesi, miserabili strumenti dell'ambizione reale, hanno grandigia; e la notte dal 28 al 29 agosto 1706 alcune centinaia di granatieri francesi passano, protetti dall'oscurità, le trincee della cittadella torinese, la invadono .... ma Torino è salva, perchè nei sotterranei trovasi un eroe, trovasi il soldato minatore Pietro Micca. Induce egli a mettersi in salvo un ufficiale, l'unico suo compagno in quel momento, lo prega di raccomandare i suoi figli al governatore, ( accende le polveri e salva la patria. L'ufficiale e il cadavere dell'eroe trovato sotto le rovine attestarono il fatto.-La memoria di Micca fu onorata con monumenti; nou così quella di Biagio Giuliani da Capodistria, il Micca istriano, dai più ignorato; mentre, per equità, dovreb-besi invece il Micca appellare il Giuliani piemontese. Nel 1645, militando Giuliani sotto il vessillo di S. Marco, e mentre capitanava il forte di S. Teodoro, poco lungi da Canea in Candia, egli (nelle cui vene rubesto scorre il sangue italiano), visti irrompere nella cinta i Turchi, a ignominiosa schiavitù preferisce la morte dei prodi, dà fuoco alle polveri, e sè, compagni e nemici sotto le rovine seppellisce. Di Giuliani parlarono pei primi Nani e Tentori, storici veneti. Prossima pubblicazione. — Nel "Fan- fulla da Lodi„ del 17 agosto, sotto l'appendice intitolata: „Macchiette dell' emigrazione veneta", si legge la seguente nota appostavi dalla redazione: „Un libro facile, ameno, che ricordi gli episodi della nostra epopea nazionale, e specialmente i fasti e nefasti dell'emigrazione veneta tra il 59 e il 66, è sempre un pio desiderio. Ora questo libro si sta compilando, e uscirà forse entro l'anno per cura del preside del nostro Liceo, signor Cav. Coiz, già uno dei membri più attivi del Comitato a Milano in quel tempo, e del prof. Tedeschi che mette in carta gli appunti e i dati storici dell'amico. Per ora si manda in aria un provino, stampando nel Fan-fulla alcune di queste Macchiette, le più brevi e adatte all'indole del nostro giornale". A vescovo di Parenzo-l'ola, colla sovrana risoluzione del 19 luglio, venne nominato il rev.mo D.r Giovanni Giavina, canonico onorario e parroco della Beata Vergine del Soccorso di Trieste. Beneficenza. — La famiglia Vidacovich, in occasione di lutto domestico, elargì giorni fa 25 fior, al civico Ospedale, e altrettanti all'Asilo d'Infanzia. Sprigionamento e perquisizione . — Scrivono dall'Istria all' Indipendente di Trieste: Domenica 18 corr. fu posto a piede libero quel signor Mezzer ch'era stato arrestato e tenuto prigione a Pisino come sospetto di aver preso parte attiva alle dimostrazioni dei primi dì dello scorso giugno. Neil' istesso giorno poi fu praticata una rigorosa perquisizione domiciliare nell'abitazione dell'egregio avv. Dr. Scampicchio in Albona. Per quanto consta non vi fu rinvenuto nulla di compromettente. Concorsi. — Il Municipio di Torino aprì un concorso per un libro di lettura popolare sulla vita di Vittorio Emanuele II, considerato nelle sue relazioni coli'indipendenza e cóli'unità d'Italia. I lavori, colle solite norme, dovranno essere esibiti non più tardi del 31 dicembre 1879 alla segreteria del Municipio di Torino. Al premiato è assegnata una medaglia del valore di L. 4000. Il voto della commissione esaminatrice sarà pubblicato nella Gazetta Ufficiale. — Bartolo da Sassoferrato, e suoi tempi e le sue dottrine. Per la migliore opera sopra questo argomento, che scritta in italiano o in latino dovrà essere inviata al presidente della romana accademia de'Lincei, colle solite norme, il Municipio di Sassoferrato elargisce il premio di lire 5000 (cinquemila), entro il 31 dicembre 1881. — A tutto giugno 1879 è il tempo utile per presentare all'Ateneo di Brescia lo svolgimento del tema: Le piccole industrie adattate ai contadini, massime alle donne ed ai fanciulli, nelle intermittenze dei lavori campestri. Premio: Lire 700. Due università femminili, è intenzionato di fondare il ministero italiano della pubblica istruzione, delle quali una a Roma. Una medica. — Il 19 luglio veniva dichiarata dottora in medicina, chirurgia ed ostetricia, all' Università di Torino, la signorina bolognese Maria Velleda Furnè. Le „Due dame", ultimo lavoro del cav. Paolo Ferrari, ottenne il primo premio di L. 2000 al concorso drammatico governativo. Otto cavaliere sono attualmente le donne insignite dal governo francese della croce della Legione d'Onore: la moglie del sindaco di Oison (dipartimento Cher) per avere difeso l'officio di suo marito contro uomini armati: le suore superiore di quattro ospedali ; la pittrice Rosa Bonheur; un'altra suora di Tolosa per fatti magnanimi durante l'inondazione del 1875; e la signorina Giulia Dodu, che nel settembre 1870 trovandosi telegrafista a Pi-thiviers (dipartimento Loiret), ad onta che il paese e l'officio stesso fossero occupati dal nemico, seppe immaginare un ardito espediente e praticarlo col continuo pericolo di essere fucilata, per mantenersi, sebbene interrotta-mente, in clandestina comunicazione telegrafica coll'esercito francese. La Questura di Bologna impedì in questi giorni la rappresentazione di un dramma del sig. Prado, intitolato Vera Sassulitch „per ragioni d'ordine pubblico,,. Un busto di cadavere umano, pietrificato, giusta la scoperta fatta dal prof. Comi, resterà d'ora in poi esposto pubblicamente a Roma. Teatro Sociale. — Per la seconda metà del prossimo carnovale, cioè dal 1 febbraio al 2 Marzol879, fu scritturata ladrammatica compagnia di Amato Lazzeri, diretta dalla sig.a Leontina Papà. Dal 25 dicembre a. c. al 31 gennaio 1879, questa compagnia occuperà il »Teatro Filod.iammatico„ di Trieste. Patate. — L'i. r. ministero di agricoltura, con dispaccio del 19 luglio, rese noto che per Benzol greggio (il rimedio suggerito per distruggere il »Colorado", l'insetto distruttore delle patate, di cui parlammo nel N.° 16) s'intende la benzina comune ossia ligroine, risultante dal raffinamento del petrolio e degli altri olii minerali, la quale a Vienna costa all'ingrosso circa 22 fior, al centinaio metrico, ma che del resto trovasi in ogni città. E noi avvertiamo i nostri lettori, pel caso che nelle letture avesse loro a capitare sott' occhio la parola »Dorifora", che Colorado e Dorifora sono nomi del medesimo insetto. Libri nuovi. — Storia della letteratura romana dei professori Cesare Tamagni e Francesco D'Ovidio. — Milano, Vallardi, 1878 (in 8.o mass, di pag. XVI-590. L. 23. 75. Storia letteraria moderna dal 1748 ai nostri giorni di Giosuè Carducci. — Milano, Vallardi; in corso di pubblicazione. Sarà un voi. in 8.0 mass, di circa 500 pag. Ohi non fa quando può, spesso quando vuole non può più fare. Non è sufficiente conoscere la virtù, bisogna amarla; nè ciò basta ancora: bisogna possederla Confucio L'intenzione di affliggere un uomo è sempre un peccato; l'azione la più lecita, l'esercizio del diritto il più incontrastabile diventa una colpa se sia diretto a questo orribile fine. Manzoni (Oss. sulla Mor. Catt.) Amor di patria. Metastasio così fa rispondere Temistocle, chiesto che cosa amasse tanto nella Grecia: Tutto, Signor; le ceneri degli avi, Le sacre leggi, i tutelari numi La favella, i costumi, Il sudor che mi costa, Lo splendor che ne trassi, L'aria, i tronchi, il terren, le mnra, i sassi. Alla povertà poche cose mancano: all'avarizia tutte. L'unica avarizia lodabile è quellla del tempo. Morde e giova l'invidia; e non isfronda Il suo soffio l'allor, ma lo feconda. Monti. Non v'ha grande ingegno senza un misto di pazzia. (Nulium magnimi ingenium sine mistura dementiae). Antico ignorato Il piacere più delicato è quello di far piacere agli altri __Bruyere Molto ascolta e parla raro; E sarai pregiato e caro. Stemo saldi in sentimento Chè no vegna el pentimento! (Massima istriana) Pubblico riugraziameu to La sottoscritta adempie un dovere con l'esprimere vive grazie a tutti quei buoni che, nella sventura dalla quale fu colpita per la perdita dell'adorata consorte e madre, le manifestarono sinceri sentimenti di condoglianza ed onorarono la memoria della cani estinta accompagnandone la salma all'ultima dimora. Capodistria, 18 Agosto 1878 Famiglia Vidacovich. Trapassati nel mese di Luglio 1878 5 Luigi Damiani d'anni 76; A. K. d'anni 21 (carcerato) da Pfaffenberg fStiria). — G M. M. (carcerato) d'anni 51 da Nona (Dalmazia)©—Matteo Ruff d'anni 52. — 10 Antonio Lonzar di Francesco d'anni 20. — 14 L. D. (carcerato) d'anni 39 da Stancovaz (Dalmazia). — 18 Maria (Apollonio Ved.a Giovanni d'anni 86 — 19 Paolina Pecchiar ved.a Nazario d'anni 61. — 22 Anna Favento moglie di Marco d'anni 70. — 23 Maria Millich Ved. Gius.e d'anni 61. — 28 N. B. (carcerato) d' anni 52 da Vitaljna (Dalmazia). — 29 G. V. (carcerato) d'anni 68 da Chersicla (Istria). Più dieci fanciulli al di sotto di sette anni. Matrimonii celebrati nel mese di Luglio 7 Nicolò Bonivento - Maria Signorotto — 27 Guglielmo Barbich - Lucia Agacich; Girolamo Verzier - Margherita Marenzi; Nazario Divo - Gel-trude Ivanovich. Corriere dell' Amministrazione (dal 6 a tutto il 22 corr). Milano. Avv. cav. Giorgio de Baseggio (III anno) — Pola Battista Gandini (II sem. del III anno e I sem del IV.)