Soldi IO al numero. L'arretrato soldi 20 Associazione anticipata pel I, II e III trimestre 1875: fior. 2 e s. 40 ; fuori idem. Un trimestre in proporzione. Il provento va a beneficio dell'Asilo d'infanzia T\I0\K CRONACA CAPODISTRIANA BIMENSILE. i si pubblica ai 9 ed ai 25 Per le inserzioni d'interesse privato il prezzo è da pattuirsi. Non si restituiscono i manoscritti. Le lettere non affrancate vengono respinte, e le anonime distrutte. Il sig. Giorgio de Favento è l'amministratore I L'integrità di un giornale consiste nell'attenersi, con costanza ed energia, al vero, all' equità, alla moderatezza. ANNIVERSARIO — 11 Luglio 1504 — Viene ucciso Paiuloiib Collennccio — (V. Illustrazione). I Ci I E A E (Cont. Vedi N. 13, 14, 15, 16 17 e 18) Le radici Le radici si dividono in legnose e molli. Le prime non servono a cibo alcuno, si usano dai farmacisti, come p. e. il rabarbaro, che tutti conoscono. Delle radici molli e mangiereccie menzioneremo quelle che più s'usano nelle nostre cucine. La barbabietola, o bieta rossa (erbetta rossa) è molto nutritiva e rinfrescante, quindi molto salubre. La rapa maschio o rotonda ed il navone, rapa femmina od oblunga, se colte immature hanno un sapore amaro che non riesce però disgustoso. Sono poco nutrienti, ma rinfrescano e favoriscono la orina; solo che bisogna scegliere le rapi ben nutrite, il che ordinariamente si conosce dai filamenti di radici che sono lunghi. La rapa del Limosino (verza rava) contiene una polpa dolce, tenera e facilmente digeribili; non ha peraltro la virtù diuretica della rapa comuue. Il rafano (ravanel) ha un sapor acre che sta nella corteccia, e per cui lo si usa. È poco nutritivo ed alquanto diuretico. Più acre, meno nutritivo e più indigesto è il ramolaccio (ravano), nè si deve mangiarlo che con moderazione. L'appio o sedano (seleno) contiene una certa quantità di sostanza nutritiva ed è molto diuretico. Crudo riesce pesante per essere difficile a masticarsi in modo da venire ridotto a pasta; cotto nell'acqua diventa più tenero e più salubre : eccita l'appetito ed a-juta la digestione. Molto nutritiva per lo zucchero che contiene è la carota (merletta). Essa somministra un cibo leggero, non punto flautoleuto, raddolcente e diuretico. APPENDICE. LA VENDETTA DI GUY NEWTON racconto di Mary Ceeil Bay Traduzione dall'inglese di ANNA P- Levai lo sguardo su Guy, sempre grave e severo, ma nei suoi occhi balenava un lampo di gioia selvaggia. Eliot avanzava senza paura, lentamente però e con precauzione sul palco fino sull'orlo, ove a così dire, si trovò sospeso sopra l'immenso abisso. Girò uno sguardo freddo tutt' attorno a sè e lo fissò poscia sulle signore che lo guardavano con terrore. Di noi non pareva essersi accorto. Quando una o due di esse gli fecero ad altavoce l'elogio del suo ardire, rispose con un sorriso e con un inchino. Poi accingendosi a rifare i suoi passi, gettò un'occhiata sotto di sè (cosa fatale), mentre aveva bisogno di conservare la sua testa fredda ed il suo passo fermo e sicuro. Sull'istante conobbi che quel-1' occhiata nell' abisso, spalancato ai suoi piedi, era una chiamata della morte. Vidi, che un terribile spavento paralizzava tutte le sue forze e faceva girare il suo capo. Non era più I tuberi ed i bulbi I tuberi ed i bulbi non sono radici, ma son fusti che si sviluppano sotto terra. Dei tuberi abbiamo le patate, le quali pel molto amito che contengono sono molto nutritive. Atte a mangiarsi senza condimento ed a prepararsi in svariatissime maniere, si confanno al povero egualmente che al ricco e formano quasi il solo cibo di alcuni popoli. Mangiabili sono anche i tuberi del Topinambur e della Dalia. II Topinambur o pero di terra, appartiene alla famiglia dei girasoli, e produce tuberi oblunghi il di cui gusto s'assomiglia a quello dei carducci, o germogli del carciofo. La Dalia o Giorgina somministra tuberi mangiabili, ma con poco gusto. In ogni modo fatene la prova, chè de gustibus non est disputandum. Ai bulbi appartengono le cipolle e gli agli. La cipolla ed il porro contengono un po' di materia nutritiva, provocano le orine e favoriscono il sudore. Sono dunque un cibo sano, se in poca dose, ed insalubre per chi ne mangia molte, a meno che l'abitudine non ne moderi gli effetti. L'aglio è più acre ed aumenta ancora più la secrezione dell'umore perspirabile, per il che, chi ne mangia molto, si fa molesto ai vicini per l'odore che spira dalla pelle. L'aglio era carissimo agli Egiziani, veniva aborrito dai Greci e disprezzato dai Romani ; anche a' dì nostri v' ha chi mangia saporitamente i teneri bulbetti, e perfino i bulbi maturi dell' aglio, e chi lo trova fetido e nauseante. Usatene come di condimento, ma con parsimonia, non tanto peli' aglio stesso, quanto per l'avversione che molti ne provano. Preparazione e condimenti. La salubrità dei cibi non dipende soia- che una questione di momenti, non poteva resistere alla vertigine; doveva cadere in quello spazio che lo aifascinava irresistibilmente, e fracassarsi su quel selciato di marmo tanto lontano, ove le figure di coloro che vi passavano sopra ci comparivano come tajìtfi mosche. I forestieri ristettero torcendosi le mani e gridandogli di fare piano. Mi trascinai fino a loro, scongiurandoli sommessamente di stare zitti se non volevano sollecitare la sua caduta. Poi impotente ed inorridito stetti io pure aspettando la fine. Il cielo sa che in quel momento non avrei esitato ad arrischiare la mia propria vita, se avessi avuto il minimo barlume di speranza di salvar quell'uomo che con tanta spensieratezza e spavalderia si era esposto a questa terribile morte. Ma debole, nervoso e zoppo come sono, che cosa poteva fare? Quei pochi istanti di orribile sospensione e dico quasi di tremenda certezza sulla fine fatale, furono interrotti da un grido che partiva da una vecchia signora francese, la quale spaventata mi afferrò pel braccio. — Guardate, egli sta per cadere, guardate la sua faccia. Ah, mon Dieu! e' est trop tard ! mente dal cibo stesso, ma pure, e spesso in gran parte dalla maniera di prepararlo e di condirlo. Le carni arrostite sono le più nutrienti e le più sane. Badate però che non sieno arrostite di troppo, o a fuoco troppo violento, nel qual caso si forma una crosta durissima ai denti e più dura allo stomaco, e l'interno resta poco meno che crudo. Le carni arrostite nel forno, e meglio, se lo si può in un forno di campagna, riescono molto succolente e molto morbide, e sono perciò assai nutritive e di facile digestione. Il peggior modo di preparare le carni è quello di tagliarle, impastarle con ova e pane gratuggiato e ridurle in pallottole, vulgo pol-pete onde servirle poi fritte nel butirro od a-lesse nel brodo. Le carni preparate così non subiscono la masticazione, entrano nello stomaco in piccoli pezzetti non imbevuti di saliva e si digeriscono male. La carne allessa perde una parte del suo sugo, ma la perdita viene compensata dal brodo con cui fate la minestra. (Cont.) _ G. F.—A. Il mercato dei bozzoli Le tristi previsioni che si facevano sin dal principio della primavera sulla campagna bacologica, sia per il ritardo della vegetazione del gelso, sia per l'instabilità della temperatura, che nel giorno 25 aprile era precisamente invernale, si dissiparono colle prime giornate di maggio rallegrate da un bel sole di primavera. I gelsi vegetarono vigorosi, vestendosi di bellissima foglia, ed i ba-colini progredirono con rapidità favoriti da una temperatura sempre migliore. Molte partite procedettero con straordinaria prestezza, guadagnando il bosco in meno di 30 giorni. Al nostro mercato furono pesati in com- Misi le mani sugli occhi ; 1' ansia angosciosa e mortale colla quale fissava Eliot, oscurò la mia vista. — Adesso, guardate ! Queste parole partivano come un singhiozzo da molte labbra, ed alzai ancora una volta lo sguardo su quell' uomo che stava sempre lì sospeso sali' abisso, aspettando la morte, colla faccia pallida e sfigurata e gli occhi istupiditi dal terrore. Ma vedevo proprio bene? non m'ingannavano i miei occhi ? Guy passando con piede fermo, sicuro ed intrepido sull' armatura sporgente si avvicinava a colui, che immobile, paralizzato, fissava sempre ancora quel tremendo vuoto softo di lui, mentre le tenebre s'impadronivano già della sua mente. Agli spettatori che non sapevano nulla, Guy sembrava bravo ed ardito, e mormorarono parole interrotte di plauso e di ammirazione. Ma io che sapeva tutto, sentii battere il cuore da spezzarmi il seno, a misura che inorridito seguivo collo sguardo i movimenti dell' amico. Ancora due passi e Guy ha raggiunto il suo nemico e quand' anche Guy non lo toccasse, la sola sua vista sarà il segnale della morte dell' altro. Questa morte era così certa, era così vicina che Guy per quanto aspettasse plesso funti 295562.12 di bozzoli, divisi in funti 18675.9 di qualità gialla nostrana, fa. 9703. Il giapponese riprodotta, e funti 1173.24 inferiore in genere, e si ritirarono innoltre circa fuuti 2000 dall'interno della provincia, separatamente contrattati. Parve strano che il numero, per solito abbondante di compratori al mercato, si limitasse quest'anno ad un solo (e nostro concittadino) il quale però, a lode del vero, si condusse nella sua eccezionale posizione con rara onestà, praticando prezzi sempre pari e qualche volta maggiori delle altre piazze. Molti vollero che vi fosse un patto fra i compratori litorani ed i maggiori speculatori del vicino Regno, per tenere le cose in uu prefìsso limite a loro comune vantaggio. Non vogliamo azzardare un'opinione in questo riguardo, ma ci sembrano assai improbabili, colle idee e coli'andamento dei commerci in giornata, l'organazione d'un monopolio e la possibilità di mantenerlo assicurato. Riteniamo piuttosto che anche in quest'industria come le altre (e questa con maggior probabilità) subisca i tristi effetti dell'attuai crisi commurciale. Agli ultimi, di giugno si presentarono al mercato altri compratori ; troppo tardi però per fare provviste di qualche importanza e dar nuova vita ai prezzi, che per tutta la stagione subirono un piccolo ma continuato ribasso. In questa serotiua concorrenza molti credettero d'intravvedere una fìnta mossa per dissipare i sospetti sulla pretesa lega. A Gorizia le cose non procedettero meglio ad onta v'intervenissero alcuni compratori dalla Lombardia, e lo stesso indirizzo prevalse sugli altri mercati della nostra provincia. Dalle informazioni finora avute, la quantità allevata quest'anno da noi fu d'un terzo minore dell'anno passato, e purtroppo dall'attuale infiacchimento poco di buono si può preconizzare per il futuro. Anche il merito relativo dei bozzoli fu inferiore all'anno scorso, e ciò trova spiegazione nel rapido sviluppo del baco e nel fortuito difetto di nutrizione. Come scorgesi dal quantitativo della pubblica pesa, tenne qui il primo posto la qualità nostrana, ed in questa specie s'ebbero partite di non comune bellezza che furon pagate anche a fior. 1.15 il funto (560 grammi)*). Abbiamo notato fra le migliori alcune partite del seme confezionato dal solerte signor Sottocorona; e per finezza di grana, bozzolo perfettamente giallo e d'una consistenza unica, notammo quelle partite provenienti dal seme preparato dal nostro distinto bacologo marchese Andrea Gravisi. Peccato che questi per la sua grave età e più ancora per la sua soverchia scrupolosità non possa occuparsi con quella solerzia richiesta in tali facendo. Veniamo per altro assicurati, che coli'aiuto di personal provetta nel maneggio del microscopio, il prelodato signor Gravisi potrà quest' anno confezionare una maggior quantità di semenza. I meschini prezzi dei bozzoli giapponesi, e qualche guasto manifestatosi nell' allevamento anche in partite di seme originale, reclamano maggior incremento di buon seme nostrano, nel quale solamente è riposta la generazione di questo potente ramo d'industria. Speriamo che i futuri Osservatorii bacologici faran buona prova, ma frattanto interessa sollecitare chi può e sa all' allestimento di buon seme secondo i metodi più razionali, ed in proporzioni relativamente abbondanti. Ed infatti riteniamo che un solo industriante nel confezionamento di seme col sistema cellulare per quanto solerte esso sia (come lo è in realtà il bravissimo signor Sottocorona) debba trovarsi soverchiamente affollato dalle domande dell'intiera provincia, e sarebbe perciò di vantaggio generale che trovasse imitatori i quali l'aiutassero nell'utile opera. E vero che la bachicultura in provincia segna un esercizio assai limitato, ma è altresì statisticamente provato, che nell'allevamento complessivo il seme forestiero occupa un terzo e più, lacuna questa che, sopra ogni altra cosa, urge coprire. C—l. *) Il prezzo medio al funto della nostrana fu di s. 86; della giapponese riprodotta s. 63 «ito; della inferiore in genere s. 43 8l10. Rimase aperto il mercato dal 13 giugno al 2 luglio. FAKEItE intorno al progetto di sistemazione del torrente Fiumicino La valle del Fiumicino giace a sud-est della città di Capodistria. Angusta alle sue origini, va mano mano allargandosi a seconda che discende verso il mare, ed ampliata a destra e a sinistra da piccole convalli, termina sboccando sulle saline che giacciono a tergo della città suddetta. Occupa il fondo di questa valle una ristretta pianura, formata da terreni di alluvione, lungo la quale scorre il Fiumicino o Cornalunga che, non alimentato da perenni sorgenti di considerevole portata, presenta la vera natura del torrente. Asciutto quasi interamente nei tempi di siccità. gonfia, repentinamente nei momenti di pioggia, ed ingrossato dai torrentelli che scendono, a destra e a sinistra della valle, dai vari burroni, e dalle piccole convalli più sopra menzionate, raggiunge talvolta notevoli portate. Nei grandi acquazzoni poi e nelle continuate pioggie il suo corpo d'acqua si aumenta in tale misura, che, non potendosi mantenere racchiuso nel ristretto alveo, o trascina gli argini o li squarcia, e genera cosi delle allagazioni che invadono tutta o gran parte della circostante pianura. Quale detrimento si arrechi per tale stato di cose ai fondi, che costituiscono la pianura suddetta, apparisce facilmente da sè senza bisogno di molte parole. I prodotti sempre incerti, spesso distrutti dalle acque ; i terreni sovvertiti dalle rotte, e colmati da materie sterilizzanti; le singole proprietà obbligate a costosi lavori per prevenire o togliere almeno in parte i danni delle allagazioni, sono fatti che par- ed agognasse da un anno questo punto, non poteva volerla affrettare. L'eternità è così lunga, lo spazio di quest' ultimo momento tanto breve! Guy fece un passo rapido e fermo avanti. Aveva ora raggiunto l'uomo che odiava ed alzava la mano per precipitarlo : il momento della sua vendetta era venuto. Rimembrai con quale truce minaccia mi aveva detto che voleva vendicare la morte della fanciulla sua; lo vidi risoluto, tutta la sua forza concentrata nella sua mano ... poi tutto il vasto edilìzio mi girò davanti gli occhi e caddi svenuto contro il parapetto. — Bravo ecco un beli' atto ! Già non è che uu inglese che ardisca fare un tanto! — Queste parole mi richiamarono in me. Che c'è? domandai timido alla vecchia signora francese, la quale nel suo spavento aveva afferrato il mio braccio ed ora mi faceva fresco col suo ventaglio, parlando frettolosamente con me e nello stesso tempo coi suoi compagni. Non so come venne a capo a raccontarmi l'accaduto poiché la pesta dei vegnenti rendeva quasi inintelligibili le sue parole; ma riuscii finalmente a capire che Guy in faccia al sommo ed imminente pericolo aveva salvato il suo nemico e con difficoltà grandissima trat- to lo avea con mano ferrea e destra dall'armatura sulla galleria di pietra; lo aveva deposto là sano e salvo, e se ne era partito con tutta fretta. Vidi un gruppo di persone circondare il capitano Eliot, che era bianco come uu cencio ed affatto abbandonato dalle sue forze. Anch' io, debole, malfermo in gambe, col capo che mi doleva, scesi e mi trascinai fuori della chiesa. Arrischiando la propria vita Guy ha riscattato da morte certa, orrenda, sfidata per folle vanità, l'uomo di cui seguiva da un anno le pedate col fermo proposito di ucciderlo ! Nel momento supremo egli ha salvata quella vita che da un anno agognava di togliere! Andava ripetendomi questo, meravigliando e consolandomene, mentre facevo ritorno al mio albergo, desideroso di rivedere il mio vecchio amico e di parlare con lui. Divorato dalla brama di vederlo lo aspettai tutta la sera nella mia stanza, finché finalmente vennero dirmi, che il signor inglese, quello che era stato così bravo (la storia del coraggio e del sangue freddo di Guy veniva raccontata almeno in una dozzina di lingue per tutta la città) era subito dopo il suo ritorno nell' albergo partito da Roma. Quella stessa sera lano abbastanza eloquentemente, ed attestano la gravità della situazione. Ond'è che gli interessati reclamarono in ogni tempo efficaci prowedimenti a togliere tanta jattura ; e fino dal 1853 1' Autorità comunale con solerte cura fece elaborare all'uopo dal-l'ing. sig. Vallon un apposito progetto. Chiamato da codesto onorevole Municipio a pronunciare il mio parere nella importante questione mi accingo con grato animo a disimpegnare l'onorifico incarico. Ed entrando, senza ulteriori preamboli, nel merito della questione dirò che da un lato la visita superlocale da me eseguita nel prossimo passato luglio in concorso degli egregi ingegneri signori de Rin e de Madonizza mi convinse pienamente della gravità del male. Dall'altro l'attento esame del citato progetto mi persuase in massima della opportunità delle opere divisate per porvi rimedio, intorno alle quali io farò solo alcune osservazioni concernenti i tre capi seguenti, cioè 1. La progettata rettificazione delle tre risvolte fra le sezioni LL'-PP', LM-RS, P'Q,-TU'. 2. I provvedimenti, che per avventura potranno riuscir necessari oli le sistemare i principali torrentelli, che sboccano a destra e a sinistra del Fiumicino, 3. L'ampiezza e forma della sezione assegnata in progetto all'alveo del torrente principale. La progettata rettificazione delle tre risvolte menzionate più sopra non è a mio avviso opera atta a dare favorevoli risultati. Egli è ben vero che lo accorciamento della estesa e la dirittura dell'andamento topografico nei fiumi e canali di piccola pendenza presenta quasi sempre considerevoli vantaggi, poiché accelera il corso delle acque, ed impedisce colla deposizione delle torbide il rialzamento del fondo. Altrettanto però non può dirsi quando trattisi, come nel caso presente, di terreni. In tal caso la estesa più lunga, quando sono pari le altre condizioni, è sempre da preferirsi alla più breve; conciossiacchè la più lunga attenua la pendenza unitaria del pelo, e con ciò diminuisce la rapidità sempre eccessiva del corso nei momenti di piena. Essa poi rallenta innoltre la protrazione delle ghiaje, che trascinate dall'impeto della corrente producono sempre un più o meno rapido rialzamento del fondo. Io concorro perciò pienamente nelle conclusioni emesse in argomento dall' egregio conta Carli nel suo pregevole scritto del 30 settembre 1800, sebbene non divida del tutto il suo parere per ciò che concerne i motivi. E credo quindi doversi confermare come opportunissima la deliberazione presa in proposito da possidenti della valle del Fiumicino nella ioro adunanza del 2 ottobre 1856. La quale deliberazione, al vantaggio di tutelar meglio il buon regime futuro del torrente regolato, aggiunge anche l'altro non ispregevole di acconsentire una maggiore economia nella spesa. Ritenuto di dover mantenere invariato 1' attuale andamento topografico del torrente anche lungo le accennate risvolte, sarà però sempre necessario che si studi di renderne più che sia possibile dolci le curvature dei gomiti allo scopo di meglio garautire le sponde dalle corrosioni. Passando ora al secondo argomento che concerne la eventuale sistematone degli influenti del Fiumicino, è chiaro innanzi tatto che dove il torrente principale scorre fra argini, anche gli influenti devono essere arginati per un tratto più o meno esteso a seconda della minore o maggiore pendenza trasversale della valle. Sarà quindi da vedere se le arginature attuali degli influenti possano essere bastantemente elevate per coordinarsi alle nuove arginature del recipiente, ed in caso contrario supplirvi colle necessarie opere di rialzamento, onde impedire che le acque di piena del torrente, sebbene contenute dai propri argini, non abbiano a trovare un varco per allargare parzialmente i terreni, rimontando su per qualche influente. ebbi una visita del capitano Eliot. Saputo che Mr. Newton era stato con me, egli aveva con-chiuso essere io suo amico e veniva ad esprimermi la sua gratitudine. Malgrado lo sdegno mio contro di lui, primieramente pel suo giuoco criminoso e crudele a Rosslyn e poi per la sua vanità e spavalderia quel giorno in San Pietro, non potei difendermi da una certa commozione vedendo la sua brama ansiosa di testimouiare la sua riconoscenza al cugino, ed il sentimento annichilante del male irreparabile eh' egli da parte sua gli aveva cagionato. L' indomaiii mattina ricevetti da Guy questa lettera; „ Quando verrete in Inghilterra, Hai, venite a trovarmi. Se sarà possibile torneremo a vivere come per lo passato. La mia opera è compiuta, ed ora, come ve l'ho detto, me ne ritorno a casa. „ Mi era imposto un compito e, venuto il momento di eseguirlo, indietreggiai ; ma ciò non ostante nou sento più brama di vendetta. „ Come mai potremo misurare gli uni agli altri gioje e sofferenze e ben equilibrare la bilancia ? Quello che la fanciulla mia ha sofferto nel momento della sua morte là nella | torre, quello che ho sofferto per un anno in- Né questo sarebbe, a inio avviso, il solo lato dal quale gli influenti suddetti possono per avventura, manifestar bisogno di qualche opera di adattamento. Difatti devesi considerare che taluno dei medesimi nello sboccare dalle piccole convalli, in cui ha la sua origine, trascina seco una quantità più o meno notevole di ghiaja. Tale materia se rimane chiusa fra le sponde o gli argini dell'influente, avanzandosi mano mano pel ripetersi delle piene, deve finire col raggiungere 1' alveo del torrente principale, e generare nel medesimo più o meno rilevanti alzamenti di fondo. A togliere del tutto o ad attenuare almeno in parte un tale inconveniente potrà servire utilmente la erezione di briglie attraversanti l'alveo degli influenti. Le quali briglie o traverse, interrompendo la continuità del fondo dell'alveo, avranno per effetto di rat-tenere sopracorrente una parte delle ghiaje che discendono dall' alto. Moderando poi la pendenza nel tronco superiore daranno anche l'altro risultato di rallentare e diminuire tanto la discesa che l'avanzamento di quelle, che non potranno essere arrestate dalla briglie stesse. Il sito più opportuno da scegliersi per la costruzione di tali traverse sarà generalmente presso lo sbocco delle piccole convalli nella vallata principale, e più precisamente là dove è più pronunciato il cambiamento di pendenza nel fondo dell'influente, fatto però il debito conto anche delle condizioni topografiche del sito. Impiegando nella erezione di tali briglie murature a secco formate coi materiali del luogo, il loro costo dovrebbe riuscire abbastanza modico. Ad ogni modo sarà da bilanciare, con un sommario computo nei signoli casi, se non gi"VÌ meglio in linea economica assoggettarsi ad una maggiore spesa di manutenzione, ommet-tendo la costruzione delle briglie dove lo avanzamento delle ghiaje è di poca rilevanza, oppure se non sia più vantaggioso sostenere la prima spesa di costruzione della briglia, quando la copia delle ghiaje convogliate dall' influente possa indurre in considerevoli aumenti nella spesa di manutenzione. Venendo in fine a trattare del terzo argomento osserverò che i progettati allargamenti ed approfon-damenti dell' alveo del Fiumicino sono tali da inspirare fondata lusinga che, sistemato il torrente con quelle dimensioni, potrà essere atto in ogni stato di piena, a contenere perfettamente incassate le proprie acque. Tuttavia essendo questo il punto più vitale della questione, e quello da cui dipende in principalità buon esito dell' impresa, io credo che sarà prudente consiglio l'accertarsi pienamente della sufficienza della progettata sezione procedendo ad una diretta rilevazione. A tal uopo colto il momento di qualche grossa piena del torrente se ne determinerà con bastevole esattezza la portata, misurando l'acqua fluente in opportuno sito, pel quale essa sia obbligata tutta a passare, e tenendo conto con sufficiente approssimazione della quantità d' acqua innondante i terreni. Per tal modo si avrà la misura della portata di piena del torrente i elativa al tronco inferiore, nel quale vanno a raccogliersi tutte le acque della valle. Divisa tutta la lunghezza del torrente in due o più tronchi, i quali pel diverso numero ed entità degli influenti presentino notevoli differenze nella portata, sarà agevole determinare la misura di questa per ognuno di quelli. E a tal uopo basterà istituire la proporzione fra le portate stesse e l'area dei rispettivi bacini versanti, la quale potrà dedursi con sufficienti) approssimazione da una buona carta topografica. Note le portate dei varii tronchi, note le rispettive pendenze di fondo assegnate in progetto ai medesimi, colla scorta delle formule idromBtricbe relative al moto uniforme dell' acqua negli alvei regolati, sarà agevole riconoscere la sufficienza della proposta sezione. Intorno alla forma della quale mi sia lecito di fare un'ultima osservazione. Se mal non ho rilevato dai tipi che mi vennero rimessi, la pendenza assegnata in pregetto alle scarpe tero, mi pareva un nulla in confronto di quei minuti durante i quali egli stette là, faccia a faccia colla morte, colla viva memoria della sua colpa, che lo opprimeva e che col suo peso lo traeva nell'abisso. Mi pareva vedere i rimorsi, quei nemici invisibili che lo incalzavano da tutte le parti. Ebbene egli vive ed io non so se la mia vendetta sia mandata a vuoto o compiuta, ma in ogni caso il mio compito è finito ed io ritorno a casa. „ Venite raggiungermi là, quanto più presto potete, vecchio amico. „ Scrivo questo racconto nella stanza di Guy. Egli è il più bello Squire inglese, dal cuore caldo e generoso, che sia mai andato a caccia di volpi, ma ha una cert'aria pensierosa e talvolta mesta che coloro i quali non conoscono la storia del suo amore, e la ragione perchè fino che vive Guy il vecchio maniere non avrà mai una padrona, trovano inesplicabile. La sua è proprio la casa di un celibe ed il gabinetto di studio, che è considerato come di mio esclusivo uso , una fedele copia della mia vecchia stanza di Oxford, ove egli ed io, solevamo essere altre volte così felici ed allegri. Fine delle nuove arginature, come pure in qualche caso a quelle della sponda regolata dal basso alveo sarebbe inferiore all'uno di base per uno di altezza. Ora per quanto possa essere tenace la materia colla quale de-vonsi formare le arginature e le sponde suddette, quella pendenza sarebbe, a mio avviso, in ogni caso troppo piccola. Nè valga a prova del contrai-io l'osservazione che presentemente le scarpe tanto degli argini quanto del letto sono in molti siti ripidissime, perchè lo stato presente dell' alveo è uno stato completamente disordinato ed anormale, e più ancora perchè, rinserrate che sieno una volta tutte le acque della valle nel-l'alveo del torrente, esse non potranno a meno di acquistare una molto maggior forza di escavazione e di corrosione, alla quale sarà necessario opporre per difesa una congrua pendenza nelle scarpe. Io credo pertanto che tale pendenza non dovrà riuscir inferiore all'uno e mezzo di base per uno di altezza. E vista la qualità delle terre dominanti nella valle, credo ancora che la pendenza stessa ridotta a tale misura potrà essere in tutti i casi sufficiente, tanto per impedire i naturali smottamenti del terreno, quanto per prevenire, per quanto è possibile, le corrosioni delle sponde. Le considerazioni esposte fin qui avranno naturalmente per effetto di generare nel loro complesso un qua che aumento nella spesa preventivata per la regolazione del Fiumicino. 10 credo però tanta 1* utilità di questa opera da poter compensare largamente anche il maggior dispendio. Verona, li 30 giugno 1873 Ing. S. O. Fannia. Un* ora di cattivo umore. I Io sono, sai, devoto alla bellezza Più che a Maria l'ingenua verginella: Con la mano, con l'occhio di sorella Fin ne' sogni continuo m' accarezza, Per me quaggiuso è il fiore che più olezza, La più ridente e luminosa stella, 11 solo Dio che limpido favella In mille modi della sua grandezza. Plasmata in te la veggo, in te l'adoro: Sperno il resto; la gloria è una parola, Follia l'ebbrezza, il plauso che dà l'oro; È la forza che move questa polve, Il genio che la suscita e consola, Che tutto infiamma quanto a lui si voi ve. II Si, tu brami saper, io l'indovino. Il mio nome, la fede, la mia spene; Se qui sia giunto come peregrino, Quanti mari varcando, e selve e arene, Più non ti dico: libero cammino Fra i mille servi dalle curve schiene, Solo del giusto al santo aitar in' inchino, Amo chi meco sospirando viene. All'usignolo chiedi perchè in cima Del bianco spino flebile soletto Fino alle nubi il canto suo sublima? Ei canta per cantar. Così, fanciulla, Sposo io alla cetra il verso poveretto: Non ti lusinga, non domando nulla. Ili Verbo d'amor non chiedo, no un sospiro: Quanto costino al cuore, all'alma quanto De' miei verd'anni nel dolce deliro, Oh! duramente lo provai col pianto. Se fiuor foschi i giorni mi fuggirò, Vaneggiando su 'n cippo in camposanto, Su impromesse che gelide mentirò, Saggio divento alfin, rompo l'incanto. Amor? Lo chieda il baldo giovanetto Novello ancora al gioco della vita, Ei che lo cerca con la febbre in petto. Ove una testa splendida balena lo volgo i lumi: sol beltà m'addita Oggi la via che al paradiso mena .... Trieste, giugno 1875 Dr. Fragiacomo. Cenno bibliografico La Grammatichetta del Vascotti uscita testé all' ombra di non sinistri auspicii fu già annunziata nell'ultimo numero di questo periodico, e ne parlarono anche con vantaggio parecchi organi della stampa triestina. Noi con la scorta di quei principii pedagogici che lo studio e l'esperienza soltanto possono somministrare, diremo spassionatamente il prò e il contra del libretto in discorso, sicuri di far cosa utile in generale al non lieve compito dell'istruzione popolare in ciò che riguardano i mezzi ed i metodi da usarsi nello insegnamento della lingua materna, e grata particolarmente all'autore che I con tanta modestia e deferenza ci ebbe a presentare il suo non ispregevole lavoro. Già l'idea di comporre una grammatica è di per se stessa un compito, cui le spalle di qualunque non potrebbero sobbarcarsi. Dopo che la filologia è salita al grado di scienza, e la linguistica procede allo scioglimento de' suoi più intricati problemi col metodo storico-comparativo, nessuno che fosse digiuno degli studii fatti in queste campo potrebbe oggidì con successo intraprendere la compilazione, in generale parlando, d'una grammatica sia delle lingue antiche come delle moderne. Ma ogni regola ha la sua eccezione. Il Vascotri, come appare dall'introduzione che fe' precedere alla sua grammatichetta, avvisando ad una pur generalmente sentita deficienza, in materia di istruzione principalissima, com' è quella della lingua materna, ed informatosi alle esigenze del piano d'insegnamento per le scuole popolari, facendo tesoro delle cognizioni che possiede come maestro e dell'esperienza acquistata in più anni d'insegnamento, si studiò di fornire questo ramo d'istruzione d' un libretto, * che riempisse il vuoto finora esistito. Ora ha egli raggiunto lo scopo che si è prefisso e come? Non si può negare che il libretto, eccellente pel metodo adottato, non abbia i suoi pregi, ma lascia però alcun poco a desiderare nei particolari. Avremmo desiderato che l'autore, senza pretendere a novità, si fosse attenuto nella definizione del verbo a quella più ovvia che danno le migliori grammatiche, come quella che individua la natura di siffatta parola e riesce di gran lunga più facile all'apprensiva del giovanetto, al quale il docente deve studiarsi di comunicare le sue idee con quella maniera di linguaggio che gli è più famigliare. Egli è certo che il dire ad un fanciullo della seconda classe delle scuole popolari che il verbo è uu'apparteuenza del soggetto con indicazione di tempo, oltre che tale definizione involva una generalità possibile a comprendersi solamente dalle menti di scolari che attendono allo studio della propedeutica, manca nel lato pratico di quelle note che devono rendere intuitivi gli oggetti alle tenere intelligenze dei ragazzetti delle scuole popolari. Dunque nell'interesse dell'istruzione l'autore farà cosa buona ed utile di attenersi alla definizione più ovvia, oppure, qualora egli sia da tanto, ne formoli una tale che scolpisca con tratti vivissimi l'idea, acciocché la mente de' teneri discenti vi assenta senza sforzo. Altra parte che presenta delle mende non lievi, è l'uso dei tempi rispetto alla loro successione, perchè anche in ciò devesi sempre aver riguardo alla logica, dirò così, volgare, per non riuscire nuovi od incongruenti, trattandosi sempre nel compito che ha il docente delle scuole popolari, di correggere l'espressione non corretta, senza scemare l'attività del discente e senza perder di vista il lato grammaticale. Anche gli esempi e proposizioucelle collocati a render evidente l'uso dei detti tempi non sono sempre opportunamente scelti, dovendo essi togliersi, secondo il nostro avviso, dalla sfera d'idee in cui vive chi apprende, affinchè l'aridità della teorica scomparisca all'atteggiarsi eloquente della materia. Finalmente una toccatina leggiera allo stile dei modelli di lettura si renderebbe pure indispensabile, perchè il maestro non ha solo il compito di rendere corretta l'espressione volgare, dal lato della grammatica, ma anche di sostituirvi per avventura quella che è propria del linguaggio materno col modo di esternarsi consentaneo al pensiero che lo informa. In generale l'operetta del Vascotti che ha il merito della novità e quello di servire di sprone a' suoi colleglli si presenta a prima vista favorevolmente; non ci nascondiamo però che porta l'impronta di quelle produzioni che per circostanze particolari fecero loro consigliatrice la fretta ignare dell' oraziano : "nonum prematur in annum.,. Cionuonostaute sappia egli fare suo pio' dei suggerimenti e degli appunti, crediamo ragionevoli, che gli siamo venuti facendo; attenda pure a quelli che gli potessero pervenire da persone autorevoli per istudio ed esperienza, nè si scoraggi punto se da qualche parte la critica fosse per usare modi severi, perchè, dopo tutto, dall'attrito delle idee scintilla la verità, sola guida al vero docente. C. M. Illustrazione dell' anniversario Il letterato, storico e giureconsulto Collenuc-cio nacque a Pesaro nella seconda metà del quattrocento (s'ignora l'anno), e parecchie città di seguito 10 vollero supremo magistrato. La sua opera principale è il Compendio della storia del regno di Napoli, che dai primi tempi giunge sino al 1459. Voltò in terza rima l'anfitrione di Plauto (254-184 a. C.), e scrisse in latino un Trattato sulla vipera e una Apologia di Plinio (il vecchio) onde difendere l'antico naturalista dalle accuse mossegli da Leocetiio (illustre medico vicentino, 1428-1524) di avere in più luoghi errato. Altri poi sorsero dopo in difesa di Leocetiio. Caduta Pesaro in potere di Cesare Borgia (duca Valentino), Col-lennccio gli diresse un'epistola allo scopo di procacciarsi la sua benevolenza, i-accontando le disgrazie sofferte sotto la tirannica dominazione di Giovanni Sforza, allora scacciato; ma, al suo ritorno, Giovanni Sforza un po' pel fatto dell' epistola, un po' perchè gli veniva soffiato negli orecchi essere il Cdlenuccio suo nemico segreto e congiurato, lo fece incarcerare, e nel giorno che citammo il povero uomo venne strangolato. La sua innocenza venne poscia pienamente confermata tra gli altri anche da Giulio Perticar! (1779-1822J, il quale avendo rovistato nell'archivio pesarese, fu in grado di dimostrarla colla nota Intorno la morte di Pandolfo Collenuccin, pubblicata nel Iti. — Giace Pesaro, alla foce del fiume Foglia, sull'Adriatico tra Rimini e Ancona. E città leggiadra e regolare con deliziosi contorni: ha circa 20,000 abitanti. Possiede una ricca biblioteca, un museo ed un medagliere, nelle chiese preziosi dipinti, e non poche industrie, come p. e. quella del vetro, del ferro, delle concie, delle terraglie ecc. Commercia con Venezia e colle nostre coste. Pesaro va cospicua per aver dato i natali a parecchi illustri nostri connazionali tanto nelle scienze, nelle lettere, che nelle arti belle: per brevità citeremo i principali contemporanei, cioè Perticari, 11 conte Cassi *) ( il rinomato traduttore della Far-saglia); Gioacchino Rossini (1792-1868); Terenzio Ma-miani (n. 1800). *) Lettera scritta dal Cassi nel 1827 al Podestà di Capodistria. Veneratissimo signore Che fra le rare virtù, onde va fornita la Sig.a Vostra, non sia seconda ad alcuna la bontà del cuore, me ne fa chiaro il singolarissimo favore a me compartito, concedendo ch'io potessi onorare dell'illustre suo nome la mia associazione del volgarizzamento di Lucano. Nello spedirsi quindi a lei il primo fascicolo ora venuto alle stampe, vorrei significamele la mia gratitudine; ma temendo che le parole non valgano ad adempiere questo dover mio secondo il mio desiderio, prego la Sig.a Vostra a voler esserne piuttosto interprete. E la Sua medesima bontà mentre mi assicura ch'Ella si degni accogliere benignamente queste mie sincere proteste, mi fa considerare che voglia pur continuare la sua protezione alla mia impresa. La quale a Lei raccomandando, me le offerisco per sempre Di Lei veneratissimo Signore Di Pesaro a' 6 di Aprile 1827 dev.mo ob.nio Servidore Francesco Cassi Sig.r Conte Pietro Kota Podestà di Capodistria Il nuovo vescovo. — Monsignor Giorgio Dobrilla, di Antignana presso Pisino, nato nel 1812, che dal 57 sedeva sulla cattedra di Parenzo-Pola, venne nominato vescovo di Trieste - Capodistria colla risoluzione sovrana del 29 maggio decorso. Sonetto bilingue d'incerto autore, inedito forse e certamente raro, che può servir di bella ed evidente prova contro l'opinione di alcuni stranieri che la lingua italiana nulla o poco serbi dell' antica e maestosa sua madre. (Dall' Eco, giornale milanese del 1828, n. 143). AD BEATAM VIRG1NEM Vivo in acerba poena, in moesto horrore Quando te non invoco, in te non spero Purissima Maria, et in sincero Te non adoro et in divino amore. Et oh ! vita beata, et anni, et horae Quando, contra me armato odio severo Te Maria colo ì et in te gaudio vero Vivere spero amando in vivo ardore! In te sola Maria, in te confido, In tua materna cura respirando, Quasi columba in suo beato nido. Non amo te, Regina Augusta, quando Non vivo in pace et in silentio fido; Non amo te quando non vivo amando. ALLA BEATA VERGINE Vivo in acerba pena, in mesto orrore Quando te non invoco, in te non spero Purissima Maria, ed in sincero Te non adoro, ed in divino amore. Ed oh! vita beata, ed anni, ed ore Quanio contra me armato odio severo Te Maria colo! ed in te gaudio vero Vivere spero, amando in vivo ardore ! Ili te sola Maria, in te confido, In tua materna cura respirando Quasi colomba in suo beato nido. Non amo te, Regina Augusta, quando Non vivo in pace ed in silenzio fido ; Non amo te, quando non vivo amando. Monumento a Goldoni (1707-93). — Qui e nella provincia circola il seguente foglio di soscrizione : è un'occasione di più offerta agli Istriani di concorrere a soddisfare un debito di riconoscenza e di omaggio nazionali. Monumento a Carlo Goldoni Un'accolta d'illustri persone si è testé costituita in Venezia qual Comitato per l'erezione colà di un monumento al maggior comico dell'Italia il terzo per ragione di tempo, fra quanti ci rimasero di tutti i popoli della terra, a Carlo Goldoni, padre della commedia morata, riformatore del nostro teatro e correttore eziandio del teatro francese, il quale, per testimonianza di Voltaire, va a lui debitore dell'avergli ridonato il gusto della buona commedia depravato dalla stranezza del comico piagnoloso. A raggiungere sì bell'intento il Comitato veneziano, oltrecchè su coloro che sanno apprezzare il bene apportato all'arte dal sommo maestro, più glorioso che fortunato, fa capitale su tutti quelli che furono da lui divertiti e commossi, nè mal s' appose avvegnacchè per quanto modeste sieno per essere le offerte, queste, non è a dubitarne, sovrabbonderanno al pronto compimento dell'opera. Trieste, la quale ha in ogni tempo piuttosto idolatrato che ammirato quel sovrano pittore della vita domestica, ed ha sempre avidamente fruito dei sereni e istruttivi diletti, onde sono e saranno feconde le sue immortali commedie, Trieste non sarà certo meno pronta di qualsivoglia altra città italiana a mostrarsene riconoscente, epperò in questa ferma convinzione i sottoscritti costituitisi in sub-Comitato volgono appello ad ogni classe dei loro concittadini perchè colgano l'occasione di corrispondere alle ingenite disposizioni del generoso loro animo, e nel tempo stesso alle ben locate aspettative del Comitato promotore. IL SOTTO-COMITATO TRIESTINO Francesco Cameroni presidente Augusto Rosseger cass. G. Lorenzo Bartoli segr. D'Angeli Dr. Massimiliano podestà di Trieste — Hermet Francesco 1° vice-presidente del Consiglio comunale — Pellegrini Lucca pres. della Società filarmonico-drammatica — Forti Angelo pres. della Società filodrammatica "Talia,, —Hortis Dr. Arrigo avvocato — Sogliani Ugo direttore del "Tergesteo„ — Gossleth Emilio cav. di Werkstàtten — Paderni Dr. Riccardo avvocato — Boccardi Alberto. Terme. — Lo stabilimento istriano di S. Stefano, riaperto il 13 giugno verrà chiuso il 30 settembre p. v. Il suo proprietario e direttore promette di appagare pienamente i concorrenti. Le nostre saline quest'anno furono a-perte ai 12 di maggio. La limitazione è la seguente: sale bianco a s. 45 »li« per cent. — Cent. 124.206.77 „ „ „ 35 «H» „ „ - „ 20.220.-„ grigio „ „ 31 silo „ „ _ „ 14.442.67 _„ 158.869.44 I proprietà™ sono 62, e i salinaroli (maschi e femmine) circa 620. — Serragli 76; Fondamenti 218; Cavedini 3726. — L'area di tutte le saline misura K. q. 709.134, che corrispondono a mq. 2.550.981 ossia ettari 255 e 981 mq. Chi desidera di conoscere il metodo della fabbricazione, e un po' di storia delle saline istriane, veda la Porta Orientale, strenna per l'anno 1858, di C. A. Combi (Fiume tip. Rezza). la tombola di beneficenza che non potè essere giuocata il 29 decorso, nè domenica 4 corr. a causa della pioggia, venne stabilita perdoman l'altro 11: in caso che il tempo la impossibilitasse ancora, verrà protratta alla successiva domenica 18, e così di seguito se l'ostacolo avesse a ripetersi. Ommissione. — Una lettera dalla provincia, pervenutaci ai 27 del decorso, e la conseguente informazione da noi attinta, ci porgono il gradito incarico d' annunciare che tra quelli che ottennero l'attestato n. 1 (v. 1' limone del 9 giugno, 4.ta pag.) fu anche il sig. Stefano Craglietto, maestro ass. a Cittanova. Novità postale. — Specifichiamo le principali norme del trattato intemazionale conchiuso a Berna il 9 ottobre 1874, tra i seguenti stati: Monarchia Austro-Ungarica, Regno d' Italia, Belgio, Egitto, Svizzera, Russia, Danimarca, Inghilterra, Svezia, Paesi Bassi, Portogallo, Rumenia, Grecia, Stati Uniti dell' America Settentrionale, Spagna, Turchia, e che andò in vigore col 1 luglio corr. 1. Il francobollo per una lettera è di 10 soldi ogni 15 grammi (peso massimo di una lettera ordinaria). 2. La cartolina (" carta da corrispondenza _), che ora si potrà spedire in tutti i suddetti stati, costa 5 soldi. 3. Gli stampati (cioè libri, giornali, circolari, annunzii, bozze, prezzi correnti ecc.), le carte d'affari (cioè qualsisia documento d'autorità o privato, e musica, sieno manoscritti o stampati, con o senza bollo), e i campioni richiedono 3 soldi ogni 50 grammi. Notate che una spedizione di stampati o di carte d' affari non deve oltrepassare il peso di un chilogrammo, e una spedizione di campioni quello di 250 grammi. 4. Per raccomandare tutti gli oggetti sinora citati (1, 2, 3,) bisogna aggiungere 10 soldi. 5. La ricevuta di ritorno è tassata 10 soldi. 6. Qualunque degli oggetti sopra detti (1, 2, 3) che non fossero affrancati o lo fossero insufficientemente, saranno tassati come non affrancati, cioè con 20 soldi ogni 15 grammi; ma peraltro nel riscuotere la tassa di porto la parziale affrancazione viene conteggiata. 7. Non si innoltreranno gli stampati e le cartoline senza francobollo o con francobollo insufficiente. In Ercole in gonnella. — La compagnia equestre Ciotti, ora a Nancy (ab. 50.000), ha patteggiato con una donna meravigliosa di nome Morilla; ella alza coi denti un peso di 100 chilogrammi (178 funti viennesi); si pone sulle spalle un cannone e fa fuoco senza traballare. Bollettino statistico municipale . di giugno. Anagrafe. Nati (battezzati) 27 ; maschi 12 ; femmine 15. — Trapassati 28 ; maschi 8 (dei quali carcerati 2) ; femmine 6, fanciulli 5, fanciulle 9 ; — Matrimonii 3. Polizia. Arresti per eccessi notturni 9; per insulti 3 ; per vagabondaggio notturno 2. — Denunzie per maliziosi danneggiamenti a cose pubbliche 1 ; per difettosa illuminazione 1 ; per minaccie e percosse 1 ; per oggetto igienico 4 ; per furto 1 ; per apertura di birraria oltre l'ora permessa 2; per guasti arrecati alle campagne dai soldati del presidio 4 ; per minaccia d'incendio 2; per vendita di carne non inspezionata 3; per pesca con metodo proibito 2. — Sfrattati 11. — Usciti dall'i, r. carcere 11, dei quali 3 dalmati, 2 triestini, 1 trentino, 4 istriani, 1 regnicolo. Permessi di fabbrica 1 — Licenze industriali 2. — Permessi per concerti musicali 2. — Permessi di ballo nel territorio 1. Permessi di vendita di vino al minuto a possidenti 14 — per Em. 411. - Prezzo al boccale soldi 52- — Certificati per spedizione di Vino 79, — Emeri 186, hoc. 20; — di pesce Salato 6, — barili 40, U. 3180 (pesolordo) — (li olio 16, recipienti 42, t(. 7533 (peso lordo). Animali macellati. Bovi 58 del peso di ti. 24479, con ti. 1926 di sego — Vacche 9 del peso di U. 2440 con U. 225 di sego — Vitelli 53 — Agnelli 273 — Castrati 40. • tO Corriere dell' Amministrazione (dal 22 p. p. a tutto il 6 corr.) I seguenti signori associati hanno paga-1' associazione come segue : Cherso. Prospero Mancich (I. II trim 75); Avv. Nicolò Dr. Petris (III trim. 75) — Trieste. Enrico Biscontini (III, IV trim. 75); Luigi Bullo (IV, trim. 74 e I, II 75); Ab. Angelo Marsich (II. trim. 75); Avv. Antonio Dr. Vidacovich (II, III trini. 75); Avv. Girolamo Dr. Vidacovich (idem); Francesco Michele Werk i. r. Cons. del T. P. (III, IV trim. 75). — Venezia. Pietro nob. Venier (III trim. 75). Libertà e Lavoro giornale premiato all' Esposizione Triestina del 1871. Si pubblica a Trieste il IO ed il 25 d'ogni mese. Prezzo d' abbonamento : per Trieste un anno f. 3, sei mesi f. 1.50. Per i paesi soggetti alla Monarchia austriaca : un anno f. 3.30, sei mesi f. 1.75. Un numero separato soldi 20, arretrato soldi_30. Pel Regno abbonamento annuo L. 10 KB. "L'Egida,, continua l'orario del 25 maggio (Vedi il Num. 16).