gradivo IJD K 56(497.13 Istra) DINOSAUR! iN ISTRiA Flavio FORLAN! rtcercatore e giornaitsta, Radio Koper - Capodistria, 66000 Capodistria, Via OF 15, SL O raziskovalec in novinar. Radio Koper - Capodistria, 66000 Koper, U l O F 1 S, SLO SINOSSI L'apparizione del film "Jurassic Park" dell'americano Steven Spielberg; ha scaturito h scors o anno una vera e propria esplosione di testi, libri, vidéocassette e programmi televisivi sulia tematica dei dinosauri. In questo contesto I'autore ha voluto rendere a conoscenza anche la ricca presenza di testimoníame délia presenza di dinosauri nella penisola istriana. Dal 1925, anno de! primo ritrovamento su/le isole Brioni, ad oggi sono state scoperte dieci localita lungo la costa occidentale dell'istria (quella geológicamente piu vecchia). L'ultima scoperta e anche la piu importante, il ritrovamento nei fondali maríni presso Valle, único ritrovamentofínoradi ossa fossili di quest's enormi bestioni in tutto il hacino Mediterráneo. Risaigono a 135 milioni di anni fa e coníermano definitivamente che g/a in qull'epoca l'istria era una terra emersa e faceva parte del continente. 1NTRODUZIONE Quando si paria di dinosauri, si pensa súbito a terre lonlane, a!!' Africa, o all' America, esdudendo giá al' !nizío la possibiíita di testimonianze che indichino la loro presenza suS suolo del nostro continente. Non é cosí invece, anzi, come vedrete, grazie alie ultime scoperte I' istria puó venir considerata una deüe zone piü ricche di tracce che confermino la presenza di dinosauri in Euro-pa. LE TRACCE ISTRIANE Anaüzzando I' época paleolítica si puó notare come }a costa adriatica e !a penisola istriana inizíalmente for­tnavano la costa occidentale dei Mari di Tetide. in quel periodo si sommerse e riemerse per due volte e di conseguenza si pensava che non contenesse reperti importanti, tanto che non attiró I' attenzione degli stu­diosi, convinti anzi che in quel período I' Istria non esisteva. Soitanto all' inrzio del nostro secolo vennero svolte le prime ricerche geologiche. Nel 19121' austríaco Schubert dichiaró che la parte piü meridionale della penisola, da Pola a Punta Promontore era "geológica­mente poco interessante" (Bacbofen-Echt 1925). Una ricerca piü detagliata e costante della "bássa Istria" ebbe inizio dai 1956 e sment) súbito le dichiarazioni dello Schubert. Venne infatti constatata la continiiitá delle rocceftn dal periodo Aptiano del Cretácico inferiore. Lo studio piü importante di questo periodo stato fatto dal prof. Ante Polsak dell' Universitá di Zagabria nel 1964 e sí !ntitoia "Geología dell' Istria meridionale con partico­iare riferimento alia biostratigrafia del Cretácico". Oggi a distanza di trent' anni, la cartina piii esatta e completa (non definitiva, naturalmente, tn quanto nuove scoperte possono sorprenderci) quella raffigurata dalla cartina (fig.1). La prima scoperta di fossili animali sul suolo istriano va attribuita atl' austríaco Bach che nel 1908 descrive il ritrovamento di ossa di rinoceronte nei din­torni di Pola. La prima testirnonianza della presenza deí dinosauri ín istria, invece, va attribuita all'austríaco Adolf 8achofen-Echt che nel 1924 scopri delle impronte di dinosauri in localitá Capo Rocca (oggi Rt Ploce) sutl' Isola Maggiore dell' arcipelago Brioni (Bachofen-Echt 1925). Nel 1974 invece i! biologo sloveno, dott Matija Cogala scopri quasi per caso le tracce di dinosauri sull' isolotto di Fenoiega, a poche centinaia di metri da Punta Pro­montore, la punta piü estrema della penisola istriana (Gogala 1971). Alcuni anni prima invece !' ingegnere minerario sioveno Bozidar Godec di Celje scopri I' impronte di dinosauri suíía costa della penisola di Veru­della(presso Pola), sufl' isola di Vanga dell' arcipelago Brioni e nella penisola di Mariera presso Medoltno, nonché súll' antistante isolotto di Levan (Gogala & Pav­fovec, 1978), Tutte queste scoperte pero riguardano solamente le impronte che, nonostante i' ímportanza deí Flavío FORLANt: DIHOSAUR ! IN !STRIA, 209-214 a rtmucA Fig. 7. Carte dell' !stria secondo l'eta dei calcari cretacei. ritrovamento, rendono difficilissimo !I lavoro di identifi­cazione e ciassifícazione dell' animaie ai quaie sono apparteriute. I paleontologi per azzardare un parere hanno bisogno di prove piü concrete, di ossa tunghe, o ancora meglio di denti o parti del cranio. Per questo motivo la scoperta piü recente assume importanza eccezionale a liveüo mondiale. Si tratta di un ritrovamento di ossa di dinosauri su i fondali antistanti la costa istriana di Valle, !n localitá "Colonne", rinvenute quasi per caso dal sub monfaiconese Darío Boscaroili nel 1984 {Anonymus 1993). Sono i primi, e per oragli unicí ritrovamenti di resti ossei di dinosauri rinvenuti neil' area delle piattaforme periadriatiche mesozoiche e contri­buiscono in maniera essenziale a nuove prospettive di ricerca neil' area istriana. Facciamo quindi questo per­corso i siria no dei dinosauri secondo I' ordine cronologi­co dei ritrovamenti e delle segnalazioní, paitendo dalle prime impronte scoperte quelle di Brioni perarrivare all'ultimatestimonianza, la piü importante esensaziona­le, quella di Valle, appunto. L' arcipelago di Brioni É I' area con la maggior concentrazione di impronte. Attualmente se ne conoscono quattro. Tre si trovano suíl' Isola Maggiore ed una sutl' Isola di vanga. Cli altri piccoli isolotti dell' arcipelago non sono stati oggetto di sopral­luoghi da parte degli espeíti de! settore per cui possono ancora rivelare altre preziose testimonianze. Come detto sopra, il primo ad aver scoperto orme di dinosauri stato I' austríaco Adolf Bachofen-Echt in un Fig. 2. Impronte di dinosauri a Punta Barbara (Isola,Maggiore - Brioni). Flavio FORLANI : D1NOSAURII N ISTRIA, 209-214 sopralluogo del 1924 dandone pubblica notizia al suo rientro a Vienna (Bachoíen-Echt 1925). Un anno dopo, ad una leztone di scienze matematiche e natural!, !I Bachofen presentó un lavoro dal titolo "La scoperta di impronte di Iguanodonte nel Neocomiano dell' (sola di Brioni" del quale riporto alcuni passi: "...Un lastrone, ampiamente scoperto particolarmente ricco di queste impronte che d' altronde sono fortemente corrose dail' azione del triare, ma che fanno ancora chiaramente riconoscere andatura e ampiezza del passo. La serie megiio conservata é constituita da cinque orme, che si sono potute misurare esattamente e attribulre ad un individuo di media stazza. Il piede é tridattiSo con il dito medio e quello estemo liberi, mentre il secondofino alia sua punta appare chiaramente collegato al medio di una membrana. La lunghezza del piede é di 26 cm, la larghezza di 19 cm. La lunghezza del passo ammonta a 96 cm. Le singóle orme stanno pratticamente su una retta e i diti medidel piede sporgono lateralmente tnfuori solo di pochi centimetri rispetto all' asse di marcia; il talione é profondamente impresso. Quasi paraifelamente a queste ormesisviluppa unatraccia nettamente evidente di cinque orme appartenenti ad un anímale piü piccolo. L' ultimo individuo si puó rintracciare pochi metri piú mmmmmWsmmPmi msmmimimmmSWmiim : : SsíÉítílll RiMÍSKÍ SëtlB Fig. 3. Impronte a Punta Barbana (Brioni). oltre verso sud in direzione opposta. Sullo stesso lastro­ne, ánchese molto sbiadite acausadell' azione de! mare, si possono individuare un gran numero di orme, che appartengono almeno a cinque, forse sette diversi indi­vidus di dimensioni diverse..." (Bachofen-Echt 1925). Sono passati sellant' an ni dalla scoperta del 8achofen -Echte le orme da lui descritte hanno subito un ulteriorë erosione tanto da essere quasi irriconoscibili. Ciononos­tante possiamo individuare alcuni errori fatti ailora dal professore austríaco. Prima di tutto attribuisce i caîcari lastroidi dell' isola al periodo Neocomiano, mentre oggi sappiamo con certezza che la costituzione del le rocce dell' Isola Maggtore appartiene ai periodi Barremiano, Aptiano e Albiano. !n secondo luogo, basandosi sola­mente sulle impronte le confronta con quelle rinvenute in inghilterrae in Belgio attribuendole agli Iguanodonti. Dalla misurazione del passo e dalla sequenza delle impronte potrebbero invece appartenere piuttosto a dei teropodi carnivori. lo azzarderei trattarsi di un animale délia famiglia dei Megalosauri (genere Sarcosaurus op­pure Protoceratosaurus). Ma senza la testimonianza di ossa fossili I' identificazione rimane solamente supposi­tiva. Le altre impronte descritte da Bachofen-Echt (1925), quelle che presentano I' impressione di cinque j/* •y' fM siRi í h. ' . flavío FORtANI : D1NOSAUR! !H [STRIA, 209-214 îr.riiCi,.;,, , ffP»P »ai; 4 f w ' '' /^LV^Vj 'îS-iS E!,» ,,11 •«I l »»pSiS i wmmEEEm Ig » Fig. 4. Vertebra cervicale (Valle). unghioni e sulle quaii non si pronuncia, appartengono senza dubbio ad un dinosauro quadrupede dell' ordine degli Ornitischi {potrebbe trattarsi di una specie de! genere Stegosaurus oppure de! genere Anchilosaurus). Il Bachofen-Echt moito probabîlmente non compi ii giro deil' Isola Maggiore, altrimentiavrebbescoperto una localité con impronte molto piu nitide e ben conservate. Si traita di Punta Barbana, situata nella parte settentri­onale del!' isola e descritta per la prima volta dai prof. Polsak nel 1963. Si tratta di 33 orme tridattili che si estendono su una superficie di 128 mq di calcan creta­cici di piattaforma del Barremiano, quindi di una quin­dicina di milioni di anni piu vecchie di quelle tróvate a Capo Rocca (Polsak 1964). Per forma e dimension! vanno divise in tre gruppi come si vede nella cartina (fig. 2). Il primo gruppo (contrasegnato dal n. 3) conta tre impronte, le uniche che hanno una prosecuzione con un passo di 140 cm tra un orma e !' altra. Il dito esterno e ieggermente ail infuori il che fa suppore con una certa sicurezza che fossero appartenute ad un iguanodonte. Il secondo gruppo (contrasegnato da! n.1) conta sei impro­nte delle quale sono visibili soltanto i segni delle tre dita. Le impronte sono sottili e lunghe dai 10 ai 33 cm con la distanza interna tra un dito e I aitro di circa 15-16 cm. Queste caratteristichefanno pensare ad un animale délia famigiia dei Celuridi, probabîlmente un Ornithofestes. il terzo gruppo (contrasegnato dal n.2) equeilo piu nume­roso e conta 24 impronte delle quaii quattro sono in sequenza regolare con un passo di 130 cm. Sono impro­nte con tre dita etallone lunghe dai 30da4 5 cm e larghe dai 24 ai 36 cm. Appartengono ai iguanodonti adulti. Suli' isoia di Vanga (che non aperta al pubblico dai tempi délia residenza di Tito), i' ingegnere sloveno Božidar Godec (1900-1976) scopri centi naia di impronte tridat­tili appartenenti ad iguanodonti dandone pubblica noti­zia in una corrispondenza alia rivista scientifica Proteus (Gogala & Pavlovec, 1978). Punta Verudelia Anche questo ritrovamento va attribuito ai!' ingegne­re Godec. Le orme (oggi purtroppo distrutte, o megiio coperte da uno spesso strato di cemento voluto dalia direzione deil' albergo Park per offrire una spiaggia piu confortevole ai propri ospitii) si presentavano come grossi incavi semicircolari un' po schiacciati ai poli e profondi da 5 a 7 cm. L' impronta piu grande aveva un diámetro di 80 cm, ed avrebbe potuto appartenere ad un animale quadrupede di notevoie stazza, probabi!­mente un Triceratops. Fenolega Queste impronte sono state scoperte dal biologo sloveno Matija Gogala, che ne! 1974 le rinvenne quasi per caso. Ne dette pubblica notizia in un articoio sulla rivista specîalizzata Proteus (Gogala 1975, Pavlovec 1992). Su! lato sud de!l' isoiotto si trovano le impronte di due tipi di animali. Nella parte rivolta verso I' interno si trovano quattro serie di impronte tridattili (cf. cit., 1978) contrassegnate dalle lettere D, E, F e G, con un passo lungo circa 145 cm e la larghezza tra i! piede destro e queilo sinistro piu piccola, quasi 20 cm. Sono tracce di Flavio FORLANI : DîNOSAUR I !N ISTRIA, 209-214 fig. 5. Vertebra cervicale (Valle). un dinosauro bípede délia famiglia degli Ornitopodi, probablímente un Ornithomimus. Lealtre, contrassegna­te dalle íettere A, B e C, appartengono ad un animale quadrupede di notevoli dimension! (Leghissa & Leonar­di, 1990, Pavlovec 1992}. La pista (A) Sunga 20 metri comprende una sequenza di 33 orme. Il passo doppio mîsura 120 cm, la iarghezza interna tra il piede destro e quello sinistro invece di 50 cm. D a queste misura­zioni,paragonate a quelle scoperte in altre localita d'Europa e del!' Africa (Portogallo e Marocco}, si puo dedurrechesi tratti di un dinosauro di medie dimensioni îungo dai 5 ai 8 metri con circa una tonnellata e mezza di peso, appartenente alla famiglia dei Sauropodi. Pot­rebbe essere un essemplare di Camasaurus (Leghissa & Leonardi, 1990}. Porto Cervera Un' altra zona istriana negli ultimi anni ha dato alla luce delie orme di dinosauri, Si tratta di Porto Cervera presso Parenzo. Queste sono state scoperte dai triestîno Alceo Tariao. Si tratta di una piattaforma calcarea de! diámetro di una cínquantina di metri comprendente un centinaiodi impronte spesso anche sovrastanti ecomun­que molto fitte. Appartengono a dinosauri quadrupedi e posono venir datate sugli 80 milioni di anni fa. Essendo di recente ritrovamento non sono ancora state studiate afondodagli esperti equindi nonsappíamoconcertezza a quale tipo di dinosauro appartenessero. La forma e la profondita delle impronte assomigliano a quelle di un Stegosaurus, ma lasciamo agît esperti I' esatta attribu­zione. Valle Ed eccoci aíl' ultimo ritrovamento in ordine di tempo, quello piu importante. Non esito a definirlo' "la scoperta del secolo", il rinvenimento di ossafossili di dinosauri a Porto Colonne presso Valle (Anonymus 1993). Scoperta del secolo per due motivi di estrema importanza per la paleontología e per gli studi geología dell' Istria. in primo luogo perché si tratta del primo ritrovamento di ossa fossíli di dinosauro in lutta I' area del bacino mediterrá­neo dall' Italia alia Grecia e alie coste de!}' Africa, !n secondo luogo perché appartengono ad un periodo ancora piu lontano. Sono del periodo Hauteriviano del Cretácico interiore, quindi tra i 125 e i 135 milioni di anni fa. Le ossa sono state scoperte per caso da! sub monfalconese Darío Boscarolli, membro délia locale societa speleologica. Pórtate le ossa nel laboratorio di Monfalcone, sono state pulite e prepárate per dar modo di studiarle dai paleóntologo Fabio Dalia Vecchia deil' Universita di Modena. Dopo alcunt anni di studi accu­rati, il Dalla Vecchia confermo trattarsi di ossa di dino­sauro (fig, 4-5). Non soitanto, ma dichiarô che le ossa appartenevano a due essemplari. Uno di questi e il Brachiosaurus (uno dei dinosauri piu grandi che vissero sulla terra). Secondo un frammento di vertebra questo essemplare poteva avere una lunghezza di 20-25 metri con un eolio alto dai 10 ai 15 metri. Per il secondo animale invece, le ossa a disposizione non permettono un' esatta identificazione, ma secondo Ü Dalla Vecchia, potrebberô appartenere addirittura ad una specie nuova, mai trovata finora in altre parti della Terra. La Flavto FO R LANI: DINOSAUR ! IN [STRIA, 209-214 presenza di piu animalí fa supporre che i! sito possa esser stato un ci m itero di dinosauri e le ricerche che stanno per iniziaresotto la direzineeiatutela de! Ministerodelie scienze délia Croazia risoiveranno ne! giro dipochi anni tutti questi interrogativi. CONCLUSIONE La penisola istriana quindi come si vede, aveva gia una sua configurazione nel Cretácico e faceva sicura­mente parte de! continente. Prova ne sono tutte queste scoperte. Mi sonosoffermatosulle iocalitafinorascoper­te, masicuramentece ne sono moite aitre che attendono di venir alla luce. L'Istria e perciô da considerarsi la "terra promessa" per i paleontologi europei e internazionaîi, visto che tante testimonianze sono apparse alla luce senza che mai sia stata organizzata in passato una qualche spedizione scientifica. POVZETEK Film "jurassic Park" amerièana Stevena Spieiberga je lansko leto sprožil pravi plaz najrazliènejših èlankov, knjig, videokaset in televizijski oddaj o dinozavrih. Navezujoè se na to tematiko je želel avtor prièujoèega èlanka opozoriti na bogata najdišèa, ki prièajo o življenju dinozavrov tudi na istrskem polotoku. Od leta 7 925, ko je prišlo do prvih najdb na brionskih otokih, je bilo odkritih deset obmoèij vzdolž zahodne obale Istre (ki je geološko najstarejša). Poslednje pa tudi doslej najpomembnejše odkritje kosti dinozavrov je bih na morskem dnu v bližini kraja Bale. Gre za edino tovrstno najdbo fosilnih kosti v celotnem sredozemskem bazenu. Najdeni ostanki teh velikanskih živali iz pradavnine so stari 135 milijonov let in dokonèno dokazujejo, da je bila že takrat Istra del kopnega. BIBLiOGRAFIA Anonymus. (1993) Natura nascosta, prima segnatazione Gogala, M. & Pavlovec, R. (1978) Še enkrat o sledovih di resti di dinosauro nei calcari Hauteriviani di piattafor-dinozavrov. Proteus 40(5):192-193, Ljubljana. ma dell' Istria méridionale. Gruppo speleologico mon- Leghissa, S. & G. Leonardi (1990) Sauropodi in istria. falconese. Monfaicone. Centro d i cultura giulianodalmata. Bachofen-Echt, A. (1925) Die Entdeckung von Iguano-Pavlovec, R. (1992) Na novo odkrite dinozavrove stopi­dontenfahrten in Neokom der Insel Brioni. Sitzungsatz nje na otoku Fenoliga. Proteus 55:110-112, Ljubljana. Akad.Wiss., Wien. Poljšak, A. (1964) Geologija južne Istre s osobitim obzi-Gogala, M. (1971) Sledi iz davnine na jugu istre. Proteus rom na biostratigrafiju krednih naslaga. Geol. vjesnik 37(5):229-232, Ljubljana. 18:415-509.