ANNALES 3/'93 izvirno znanstveno delo UDK/UDC 805.0-085-3(497.13 lstra):582.28 MICONIMI ISTRIOTI Luisa PUNIS prof. it. jezika na Italijanski gimnaziji v Pulju, 52000 Pulj, C R O prof., Ginnasio Italiano, 52000 Pola, C R O SINOSSI Con il presente lavoro abbiamo tentato di riportare alia luce le denominazioni relative a tredici specie fungine1 le quali, secondo il parère di vari micologi consultâti, risultano essere tipiche délia fascia méridionale dell'lstria. Ed è questa la fascia entro la quale si muove ¡'idioma istrioto ed entro la quale (tratteggiando un ipotetico triangolo i cui vertid toccano Rovigno Albona Pola) risiedono pure l'istroveneto, il croato (ciacavo) e il montenegrino, idiomi, i cui miconimi verranno presi in considerazione onde poter dare maggiore forza aile proposte etimologiche riguardanti i miconimi istrioti. Abbiamo visitato vend paesi dei quali i primi sei sono inerend alla padata istriota: Sissano, Fasana, Gallesano, Dignano, Valle, Rovigno, mentre Promontore, Medolino, Lisignano, Šikid, Pola, Peroj, Golas, Juršid, Rovinjsko Selo, San Vincenti, Gimino, Visignana, Barbana, Albona per riferimento agli altri idiomi. Ed è grazie a questo fatto che abbiamo avuto modo di fare delle supposizioni o chiarire almeno in parte l'origine e la provenienza delle denominazioni tróvate, corne pure di proporre delle conclusioni linguistiche con le quali abbiamo tentato di creare una certa tipología dei miconimi e di spiegarne la motivazione e l'origine. 1. ELENCO DEI MICONIMI Tutte le specie fungine di nostro interesse apparten- gono alla classe dei Basidiomiceti, la classe più evoluta la quale annovera più di venticinquemila specie sud- divise in cinquecento generi circa. Noi qui ci limitiamo a riportare, oltre alla denominazione istriota délia specie, quella scientifica latina ed italiana. I AGARICUS ARVENSIS - Prataiolo prataiol, -/ô/ ( Dignano, Gallesano, Sissano) II AGARICUS CAMPESTRIS - Agárico campestre prataiàl, -iài (Dignano, Gallesano, Rovigno, Sissano) III AGARICUS GEOTROPUS - Agárico geotropo 1 D a tener presente che i segni prosodia non hanno lo stesso valore per tutti gli idiomi istriani: vengono riportati cosí com e si usa nei lavori scientifici per ogni singólo idioma. 0.1. Per facilitare la lettura del testo abbiamo adottato un único tipo di grafía per tutte le paríate, quella che si usa normalmente nei testi di questo tipo. L'accento viene segnato regolarmente nei elenco dei miconimi, mentre nella parte etimológica parecchie vol- te viene ommesso, nella maggioranza dei casi quando abbiamo delle forme che si differenziano soltanto dal -t punto di vista prosódico. 0.2 Nonostante tutte le specie fungine abbiano i loro corrispondenti nomi scientifici (sia latini che italiani e croati), la maggior parte dei miconimi riportati in queste pagine sono di origine popolare e raramente si puó trovare un nesso tra la forma scientifica e quella da noi trovata. Spesso le denominazioni per una stessa specie fungina sono differenti anche tra due paesi vicini; supponiamo ció sia dovuto al fatto che nonostante esis- tano contaminazioni linguistiche in un gran numero di campi, la terminología dei miconimi, fitonimi, zoonimi, ornitonimi difícilmente viene modificata, appartiene al gergo proprio di un dato paese. 285 ANNALES 3/'93 Luisa PUN IS: M IC O N IM I ISTRIOTI, 285-292 fànzo de San Martin (Gallesano), fônzo de zanèvaro (Valle), fànzo de zanèvero (Sissano), fùnzo de zanèvar (Rovigno), sfônzo de samartèin (Dignano) IV AGARICUS INFUNDIBULIFORMIS - Imbutino fônzo de San Martin (Gallesano), fànzo de zanèvaro (Valle), fànzo de zanèvero (Sissano), fùnzo de zanèvar (Rovigno), sfànzo de samartèin (Dignano). V AGARICUS MACROSPORUS - Prataiolo prataiàl, -iài (Dignano, Gallesano, Rovigno, Valle, Sis­ sano). VI AMANITA CAESAREA - Ovolo buono fùnzo reàle (Gallesano, Rovigno), sfànzo reàle (Dig­ nano), ziordàna (Sissano), ziordàn (Valle) VII AMANITA OVOIDEA - Farinaccio farinàso (Gallesano), ôvo/o (Dignano) VIII ARMILLARIELLA MELLEA - Chiodino codin, -ini (Gallesano, Sissano), cuodin, -ini (Rovigno, Sissano), kiodin, -ini (Dignano), siodin, -ini (Fasana) IX BOLETUS EDULIS - Porcino porcin, -ini (Gallesano), porcin, -ini (Dignano), pors/n, -ini (Fasana, Sissano, Valle) X CANTHARELLUS CIBARIUS - Gallinaccio galèto (Gallesano),galéto (Sissano),garitola (Dignano), merlèto (Sissano), zalèto (Fasana), zjalèto (Rovigno) XI CLAVARIA FLAVA - Ditola ditul i (Sissano), mancóla (Gallesano). XII LEPIOTA PROCERA - Mazza da tamburo parasàl, -sái (Sissano), umbréo (Fasana), vombrèl, -éi (Sissano) XIII LYCOPERDON PERLATUM - Vescia gemmata fumaràl, iài (Valle), fumér (Rovigno, Sissano), fuméra (Gallesano). 2. SPIEGAZIONI ETIMOLOGICHE 2.1. I PRATAIOLI (Agaricus arvensis, campestris et macrosporus) Nonostante si riscontrino delle differenze morfolo- giche tra l'Agaricus arvensis, campestris et macrosporus, nelle paríate romanze tutte e tre le specie vengono accomunate nel miconimo di prataiólo, probabilmente ció é dovuto dal fatto che in natura tali specie sono realmente molto simili, specialmente da giovani. Negli idiomi istrioti si usa dovunque prataiól, -idi­ la stessa forma vale per l'istroveneto. II Boerio (p. 550) sotto ¡I lemma pradariól riporta "Sorta di fungo assai buono, cosí detto perché per lo piü fa nei prati". Nel friulano abbiamopradarul (PIRONA 802). Secondo la realtá biológica, soltanto l'Agaricus ar­ vensis dovrebbe riportare ¡I nome di prataiólo (derivato in -iólo dal ven., it. prato < PRATUM "prato", REW 6732) - campestris (derivato dal lat. CAMPUS "campo", REW 1563) e macrosporus (gr. makro, "grande" + gr. sporon, "spore"). Lo sloveno standard invece distingue gli agarici con travniški kukmak, poljski kukmak, e ve- likotrosni kukmak (STROPNIK, pp. 239, 243, 244).2 L'idioma ciacavo invece riporta i tre agarici come grkalj , kostiš, kustiš, kračun o pečurka . Riteniamo sia interessante il miconimo grkalj. Si po- trebbe pensare al ciacavo grk "amaro" (SKOK 1/591, gorjeti) che pero escludiamo súbito siccome né il sapore né l'odore sono amarotici. Invece sosteniamo derivi dalle forme che designavano le popolazioni greche con il significato di "gigante": "(...) II senso di 'gigante' é comune in tutta la letteratura popolare neogreca (...) ed é diffusa anche presso altre popolazioni dei Balcani (p. es. gli Arumeni dell'Epiro e della Tessaglia ...) e giunge anzi fino agli Sloveni della Carniola dove il ter­ mine Grk (= Greco) vale 'gigante'..." (TAGLIAVIN1162). In realtá si tratta di una specie fungina "gigante" rispetto alle altre.3 2.2. L'IMBUTINO E L'AGARICO GEOTROPO (Agaricus infundibuliformis et geotropus) Si tratta di due specie molto simili con la differenza che l'lmbutino (Agaricus infundibuliformis) é di gran- dezza inferiore all'Agaricus geotropus tanto che entram- bi, in linea di massima, portano lo stesso nome il quale é per Piv. fungo de San Martin, per il croato martinčica, martinčič (l'ultima forma anche per il montenegrino) e per l'istrioto fónzo de samartéin, oppure fónzo de zanévar. 2 La stessa struttura semántica si riflette anche nel miconimo tedesco Wiesenpilz (SAN SO N I, p. 540) e tráncese psalliote du champ - champignon, si riferisce ai funghi coltivati - (SANLAR, p. 886). Sia Wiesen che champ significano "campo". Cfr. anche l'ingl. fieldmushroom “id." 3 Forse anche il m iconimo inglese horse mushroom (LESELY, p. 291) - horse "cavallo" H A Z O N , p. 466 ; mushroom "fungo" (H A Z O N , p. 634) - potrebbe avere la stessa motivazione. 286 ANNALES 3/'93 Luisa PUN IS: M IC O N IM I ISTRIOTI, 285-292 Si puô pensare che tutti i miconimi eccetto l'ultimo siano dovuti alla loro "vera e sicura" apparizione dell'11 novembre, quando ricorre la celebrazione di San Mar- tino. I termini romanzi sono sintagmi di tipo iv. fungo, ROSAMANI 411 (< FUNGUS, REW 3588) / istrioto (s)fonzo (fànsso, CERNECCA 48) + de + san + Mart(e)in (< SANCTUS, REW 7569 + MARTINUS, REW 5381). L'ultimo elemento del secondo sintagma istrioto zanèvar "ginepro" (iv. zenevro, ROSAMANI 1250; zenestra, RO­ SAMANI, 1249; ginepro, ROSAMANI 436) deriva dal lat. JENIPERUS, REW 4624. Il fungo deve il nome al fatto che cresca in prossimità dei ginepro. Siccome nelle zone limítrofe (Italia, Slovenia) non troviamo miconimi dello stesso tipo (imbutino, rjavkasta livka - CETTO 1/225; STROPNIK, p. 232), si potrebbe dedurre che le nostre forme siano tipiche délia penisola istriana. 2.3. OVOLO BUONO (Amanita caesarea) Ci sono due differenti denominazioni per tale specie. Il primo tipo è il sintagmasfonzo/funzo reale (< REGALIS, REW 7166; per il primo elemento v. sopra) che nelle paríate istriote viene detto "dei Cesari, impériale, reale" (questa specie è una tra le più pregiate per la sua co- mmestibilità)4 Il secondo tipo sono i nomi istrioti z(z)iordan(a) ed i nomi iv. tipo dordana. I nomi croati e quello mon­ tenegrino sono dello stesso tipo, prestiti dagli idiomi romanzi. I repertori in nostro possesso non riportano i miconimi di questo tipo. Nei friulano abbiamo ceredàn di bosc "Amanita caesarea" (PIRONA 116) e zaradàn "fungo" (PIRONA1302). L'analisi formale ci permette di pensare che le nostre forme siano dei prestiti friulani. Potrebbe trattarsi délia riduzione del sintagma friulano ceredàn {zaradàn) di bosc oppure il nome genérico friulano com- incia ad inserirsi in Istria assumendo il significato délia nostra specie.5 Potrebbe anche trattarsi di un prestito preveneto in Istria. 2.4. VESCIA GEMMATA (Lycoperdon perlatum) II Lycoperdon perlatum è alquanto caratteristico per­ ché privo di gambo; è commestibile soltanto da giovane, quando ha il cappello bianco. Da maturo diventa mar- roncino, se calpestato fuoriescono le spore a forma di fumo. Nell'istrioto viene detto fumèra, derivato in -era dal lat. FUMUS "fumo" (REW 3572). La stessa specie, sia nell'iv. che nei croato riporta pazdàc. Qui la de- nominazione sembra chiara: in croato si dice "oganj pazdè" per indicare la legna che non brucia bene perché bagnata o umida e produce soltanto del fumo. Inoltre 10 sloveno riporta il miconimo di prašnica (STROPNIK, p. 346), perché produce polvere - sl. prah "polvere" (SSKJ III/953). A quanto pare sono stati attribuiti i miconimi inerenti una certa spécificité del fungo, ossia "la produzione di fumo".6 2.5. MAZZE DA TAMBURO (Lepiota procera) La Lepiota procera presenta svariati miconimi i quali, corne vedremo, sono dovuti alla sua realtà biológica. Si tratta infatti di una specie che puo raggiungere il mezzo metro di altezza il cui cappello grigiastro-mar- roncino è sorretto da un gambo cilindrico e affusolato che in sommité porta un anello tanto da poterlo as- sociare ad un ombrello, ad un parasole, oppure ad una "mazza da tamburo". Nell'istrioto la specie ha le denominazioni di umbrèo, vombrèl, -e/ oppure parasàl. Le prime due forme de- rivano dal lat. UMBRELLA, REW 9049. Il secondo mi­ conimo è una parola composta : para (da parare < PARARE, REW 6229) + sol (< SOL, REW 8059). Nell'iv., oltre alla forma màsa de tambùro, un sin­ tagma composto da màsa "mazza" (< MATTEA, REW 5425) + de + tamburo (< it. tamburo < portoghese tambor < TANBUR, REW 8512a-voce d'origine araba), troviamo sùndca, un prestito croato in -čica dal cr. sunce "sole" (SKOK 111/361). Oltre alla suddetta forma, 11 croato riporta anche snčanica, derivato in -ica dall. agg. süncan di sunce e kisobrânara, un derivato in -ara dal corn posto kišobran "ombrello" (SKOK II/84, kisjeti). I termini croati e romanzi di questo tipo sono di origine indipendente, esprimono semplicemente la stessa realté con la stessa metafora. Il montenegrino usa la denominazione di parazàl che è un prestito romanzo.7 Troviamo pressoché intéressante il miconimo usato dagli sloveni, vale a dire mare/a "ombrello" (JURANČIČ, p. 499; BEZLAJ 11/167), oppure orjaški dežnik - dežnik 4 Cfr. sloveno karželj ( JU R A N Č IČ , p. 383) < ted. Keiserling "Cesare" e knez (STRO PN IK, p. 218) - significato originario "duca" ed ingl. Caesar's Mushroom (LESELY. p. 94). 5 II tipo di denom inazione non é raro nell'ornitonimia. P. es. a Šmarje presso Capodistria, la rondine ed il rondone vengono chiamati tička (= uccellino); a Betina (Murtero) il passero porta il nome di t ič (= uccello) - dati secondo le interviste di G . Filipi. 6 Cfr. anche il tedesco Staubpilz (SAN SO N I, p. 726) dove Staub sta per "polvere". 7 Cfr. anche Fingiese standard parasol (LESELY, pag. 55) con lo stesso significato. 287 ANNALES 3/'93 Luisa PUN IS: M IC O N IM I ISTRIOTI, 285-292 "ombrello", orjaški "gigante" (STROPNIK, p. 257). 2.6. FARINACCIO (Amanita ovoidea) Si tratta di una delle specie piú pregiate, ricercate e conosciute, "é un fungo di notevole taglia con il cap- pello a forma emisferica, bianco e leggermente beige (...). II gambo cilindrico porta su tutta la superficie f¡- occositá bianche piuttosto grasse, che alia fine si dissolvono in una spolveratura farinosa che lo ricopre completamente." (CETTO/1, p. 32). La suddetta citazione potrebbe chiarire la forma is- triota fari naso (derivato in -aso da fariña < FARIÑA, REW 3197).8 L'istrioto inoltre conosce pure la forma óvo/o, uguale a quella dell'iv. (derivato di ovo "uovo" in -o/o < OVUM, REW 6128). Per ció che concerne il miconimo ovo/o, ci permet- tiamo di supporre si tratti di una certa confusione e/o fusione lingüistica dovuta al sostrato croato. Si da il caso che l'is. e l'iv. intendano per ovo/o l'Amanita ovo­ idea perché, come troviamo sul DELI, p. 255: "ovo/o s.m. oggetto di forma simile ad un piccolo uovo. Fungo dal cappello superiormente giallo aranciato e con la- melle giallo uovo, edule e pregiato. (crusca; 1612-1813 Targioni Tozzetti, cit. da Gher. 'II nome di uovolo, ovolo e coceo 'che cosí chiamano i bambini l'uovo', gli con­ viene assai bene; poiché, quando non é uscito dalla volva, che é bianca, pare un uovo." Tale spiegazione vale pero per l'Amanita caesarea che, ricordiamo, ha la denominazione di (z)žjordana o dordana negli idiomi romanzi e slavi ed ha l'equivalente nome scientifico ovolo. La denominazione croata é jajasta muhara, un sin­ tagma nel quale jajasta significa "ovale, oviforme" (JER­ NEJ, 245) - derivato di jaje "uovo" (SKOK I/749) in -asta e muhara "specie velenose del genere Amanita" - de­ rivato in -ara dal cr. muha "mosca" (SKOK II/476). Qui abbiamo a che fare con un caso di duplice confusione: a) la denominazione popolare, che corrisponde al nome scientifico croato muhara "Amanita muscaria", si riferisce, come giá detto alie specie del genere Amanita velenose mortali.9 b) il miconimo usato nelle paríate croate é jajasta muhara per riferimento all'Amanita ovoidea, mentre con zmijska glijiva - sintagma zmijska (derivato in -ska dal cr. zmija "vípera" - SKOK III/657, zmaj) + gljiva "fungo" (SKOK I/569, glina), bjesnjača (derivato dal cr. bijes "spirito maligno", SKOK 1/149)10 si intende l'Amnita muscaria cosí detta per l'alto contenuto di muscarina che é un alcaloide altamente tossico, frequente in molte specie fungine. c) il nome scientifico italiano per l'Amanita muscaria é ovolo maléfico (cfr. il miconimo cr. bjesnjaca, sopra), mentre con ovolo buono si intende l'Amanita caesarea che, ripetiamo, ha assunto altri nomi. 2.7. CHIODINO (Armillariella mellea) II fungo in questione viene detto c(u)odin, kiodin, siodin nelle paríate istriote, mentre per l'istroveneto vale la forma codin. Ci pare owio sostenere che la denominazione sia dovuta alie caratteristiche morfo- logiche del fungo, e come riporta Cetto (l/p. 60): "Ha il cappello a forma di chiodo nel fungo gioavane, conico, arrotondato al margine poi si apre con un umbone piu o meno pronunciato al centro". Sul DELI (p. 233) troviamo: "dal lat. clavum "chiodo", probabilmente da una radice che significa "battere", con il passaggio di av - {-au) ad o e la successiva epentesi di v che ha portato alia forma antica chiovo; la sovrapposizione seguente di chiodo é dovuta alia sovrapposizione di "chiudere". Dalla forma di chiodo, in cui il cappello ricorda la capocchia, trae la sua denominazione anche il Fungo chiodino." REW 1984 riporta CLAVUS. La forma croata codin a Promontore é un prestito romanzo. 2.8. PORCINO (Boletus edulis) "Si presenta con il cappello emisferico, carnoso, piü o meno aperto. La superficie é un po' grinzosa, spe- cialmente verso il margine e il colore va dal bruno chiaro-nocciola al bruno scuro. (...) II gambo é molto grosso, carnoso, generalmente ingrossato dall'alto verso il basso. (...)" CETTO/1, p. 65. II fungo in questione viene detto nell'is. porsin, porcin e porcin; quest'ultima denominazione vale anche per l'iv. Sul DELI 128, sotto il lemma porcino troviamo: "agg. di 'porco', lat. porcum, di origine indoeuropea, por- cellum (dim.) eporcinum, agg. Fungo commestibile delle Boletaceae (...). Non si riesce a spiegare la provenienza del nome." Pero, il lat. porcina indica "la carne suina" (REW 6663), tanto che se prendiamo in considerazione che la specie in questione nella sua realtá biológica é "paf- futella", carnosa e in sezione la polpa é bianchissima, cosí come lo é anche il grasso suino, non dovrebbe 8 Cfr. friul. farinéle, farinúz "Chenopodium álbum" - erba annua (P IRO N A , p. 297). 9 Cfr. il tedesco íliegenpilz (SAN SO N I, p. 221), dove Fliege significa "mosca", mentre pilz equivale a "fungo". 10 Cfr. it. satanasso con lo stesso significato. 288 ANNALES 3/'93 Galižana / Gallesano. Cerkev Sv. Jožefa / Chiesa di S. Giuseppe (Foto: G. Filipi, 1993). sembrare strano il fatto che tale denominazione sia attribuita alia riostra specie. 2.9. GALLINACCIO (Cantharellus cibarius) Si tratta di un fungo molto comune e conosciuto che "si presenta con la sua caratteristica forma a cappello irregolare, lobato e grinzoso, giallo. Le lamelle gialle sono simili a nervature biforcantisi e decorrenti sul gam­ bo, pure giallo (...), la carne è pure gialla e si presenta con una consistenza piuttosto fibrosa." (CETTO/1, p. 151). Nell'istrioto esistono varie denominazioni per la sp­ ecie in questione. Abbiamo cosí segnatogaléto egarítola, nonché zalèto e zjaléto. Le prime due forme che de- rivano dal lat. GALLINA, REW 3661, corrispondono agli ornitonimi istriani, la prima a quelli di tipo garigola che indicano uccelli délia famiglia Rallidae, la seconda invece in molti paesi in Istria indica la specie Upupa Epops.11 Le ultime due sembrano esprimere ¡I color giallo (v. sopra) della specie fungina (< lat. GALBINUS, REW 3646); piü plausibile pero pensare si tratti di un'etimologia popolare che parte dal galéto (derivato in -eto dal lat. GALLUS, REW 3664). Alio stesso paradig­ ma va incluso anche il miconimo merleto, dim. di merlo "Turdus merula" (< MERULA, REW 5534). Potrebbe pero anche trattarsi di merulus, REW 5534a dove si fa riferimento al merlo - pizzo, poiché il vappello del fungo si presenta "arricciato". In realtá tale ipotesi non regge; sta di fatto che negli idiomi romanzi e non12, la specie fungina presenta denominazioni derívate dal sema "fatto di canto o colore" (possiamo intendere il giallo come il becco del merlo? O come il piumaggio delle galline?) Inoltre in francese usano il termine chan- tarelle (SANLAR, p. 181), un derivato dal v. chanter "cantare". In realtá, il fungo in natura puó, a prima vista, venir associato anche alie trombette. Le denominazioni dell'iv. sono daléto (vedi sopra), lisicica e lisicarka. Le ultime due sono prestiti dal croato 11 Cfr. FILIPI, p. 7. 12 Cfr. il m iconimo tedesco Pfifferling "id." (SAN SO N I, p. 555), dove Pfiff vale "fischio". 289 ANNALES 3/'93 Luisa PUN IS: M IC O N IM I ISTRIOTI, 285-292 e si tratta dei derivad di lisica "volpe" (SKOK 11/306) rispettivamente in -cica ed -arka. Supponiamo che anche in questo caso i miconimi siano dovuti al colore caratterisdco del fungo, ossia al fulvo soprattutto perché mentre il Cetto parla di "giallo" (vedi sopra), il Bozac sosdene che i gallinacci siano "(...) od zute do narancaste s bjelkasdm tonom." (p. 288). Una certa varietá nel colore é dovuta spesso al- l'habitat naturale della specie fungina. 2.10. DITOLA (Clavaria flava) "Si presenta con carpofori giallastri costituiti da un insieme di rami che escono da un único ceppo di sólito massiccio e carnoso" (CETTO/1, p. 166), tanto da se­ mbrare una moltitudine di ditola, oppure possono far associare perla loro realtá biológica ai coralli. Tale strana e curiosa specie é detta nell'is. dituli (pl.) o mancóla; la prima denominazione é un derivato in -ul(o) dal lat. DIGITUS "dito", REW 2638, mentre la seconda é un derivato in -cola dal lat. MANUS "mano", REW 5339. Nell'iv. si sono riscontrati i nomi di ditola e prstá(é)ci, un prestito dal croato, derivato in -a(e)ci da prst "dito" (SKOK III/57) - i nomi romanzi e croad semplicemente esprimono la stessa realtá con la stessa metáfora. Ab- biamo segnato nel cr. anche capica (dim. di capa "zam­ pa", SKOK 1/251, a sua volta un prestito veneto nelle paríate croate) da poter collegare a mancóla dell'istrioto. 3. Desiderando quindi risalire alia motivazione della forme popolari o chiarire almeno in parte il perché di una certa denominazione, abbiamo dedotto che nel nostro campo di interesse entrerebbero a far parte quat- tro gruppi di miconimi secondo ¡a motivazione. a) miconimi di natura metafórica Intendiamo le specie che per la loro realtá biológica (carattaristiche morfologiche particolari del cappello e gambo) hanno dato origine a denominazioni metafo- riche. Ne sono esempio: fuñiera, vombrél, parasol, óvo- lo, codin, porcin, dituli, e mancóla. Tutte le suddette forme hanno lo stesso termine me­ tafórico anche nelle altre paríate e lingue. Per essere piú precisi, facciamo riferimento a fumera (si. prasnica, ted. Staubpilz, cr. pazdac); mancóla (cr. capica); dituli (it. ditola, cr. prsteci); vombrél e parasol (cr. kisobranara, ingl. parasol, si. mareta e orjaški dežnik), ovo/o (uguale nella forma scientifica italiana) e čodin ( nome scientifico italiano chiodino), come pure porsin (nome scientifico it. porcino). Questo potrebbe anche significare che una vasta parte di genti usa le stesse forme metaforiche per le succitate denominazioni e che queste vengano úsate di preferenza nella terminología di questo tipo. b) miconimi dovuti all'habitat naturaie: II motivo di una data denominazione é anche dovuto all'ambiente di crescita del fungo. Ne sono esempio il prataiól e il fónzo de zanévar. c) miconimi dovuti al colore del cappello: In certi casi ¡I nome della specie fungina é dovuto al colore del cappello, colore che di preferenza viene associato al pelo o al piumaggio di qualche anímale pressoché comune. Abbiamo cosí l'esempio di galéto, žjaleto, merléto. d) miconimi derivati da nomi di persona In questo caso facciamo l'esempio del fónzo de samartéin (iv. fungo de San Martin), derivato appunto dalla celebrazione di San Martino che pero potrebbe essere anche ¡nerente al periodo di crescita della specie fungina. 4. ORIGINE DEI MICONIMI Nelle paríate neolatine prevalgono le denominazioni d'origine romanza e invece in quelle slave d'origine slava. Tra queste forme non abbiamo riscontrato dei caichi, pero dei prestid si, e ció sia nell'iv. che nel čakavo. Per es. romanzo - slavo: dordána14, čodine, parazól; slavo - romanzo: lisičica, prstaci, sunčica. Da rilevare che i suddetti prestid sono inerenti alia direzione istroveneto - croato — istroveneto, e, da quan- to c¡ risulta, prestid di questo tipo non si sono manifestad nelle denominazioni istriote. Forse si puó parlare di prestito dall'istroveneto all'istrioto per quanto riguarda il miconimo prataiól che ha appunto una maggiore estensione, oppure il miconimo fónzo de sanmartéin, sempre dall'iv. fungo de San Martin. 13 Diciam o "strana e curiosa" perché viene raccolta e consumata con gran entusiasmo anche dai "non provetti intenditori di funghi", nonostante si tratti di una specie poco pregiata e, com e dice il Božac: "Jestiva, budite oprezni, (...) m lade su u večini slučajeva jestive, ali stare i razm očene od kiša izazivaju teške probavne smetnje (...), vrlo brzo mjenja boju, tako da je mogučnost zam jene (sc. con quelle tossiche) dosta velika." (B O Ž A C , p. 347). 14 Potrebbe trattarsi di un prestito preveneto in Istria. 290 ANNALES 3/'93 Luisa PUN IS: M IC O N IM I ISTRIOTI, 285-292 POVZETEK Pričujoča razprava o istriotski mikonimiji je nastala na podlagi gradiva, ki smo ga zbrali v 20 vaseh južne Istre za štiri istrske govore (istriotščina, istrobeneščina, hrvaški govori in črnogorski idiom v Peroju). Zbrali smo več kot 300 imen za gobe. Mikonime poskušamo s pomočjo primerjalne metode povezati z imeni iz okoliških idiomov ¡n na ta način določiti denominad¡ski tip in etimologijo. .CW10 BIBLIOGRAFIA: BEZLAJ: F. Bezlaj, Etimološki slovar slovenskega jezika, l-ll (A-O), SAZU, Lubiana, 1977, 1982 BOERIO: G. Boerio, Dizionario del dialetto veneziano, Venezia 1856 BOŽAC: R. Božac, Cljive naših krajeva, Grafički zavod Hrvatske, Zagabria, 1989 CERNECCA: D. Cernecca, Dizionario del dialetto di Valle d'lstria, Trieste, 1986 CETTO I, II: B. Cetto, I funghi dal vero, vol.l e II, Saturnia, Trento, 1983 CETTO 1,2,3,4: B. 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