received: 2008-09-17 UDC 177.74:316.62(73) original scientific article INTERPRETARE L'EMPATIA Maria Pia DI BELLA Centre National de la Recherche Scientifique, Institut de recherche interdisciplinaire sur les enjeux sociaux, Sciences sociales, Politique, Santé, École des hautes études en sciences sociales, F-75006 Paris, 96 boulevard Raspail e-mail: Maria-Pia.Di-Bella@ehess.fr SINTESI La maggioranza delle persone che diventano "vittime" negli Stati Uniti d'America vivono questo evento come une vera conversione, il principio di una nuova vita, che bisogna costantemente reiterare di fronte ad un pubblico sempre nuovo. La messa in atto del suo "essere vittima" e le diverse modalité per commemorare l'essere caro scomparso si fanno in parallelo. Queste narrazioni, e soprattutto questi siti, sembrano porre una domanda fondamentale: "Come capire questi luoghi che parlano delle vittime senza essere, se stessi, una vittima?". Perciô questi nuovi siti (memoriali o musei) progettano di creare, nei visitatori, unesperienza emotiva, un 'empatia con le vittime, tentando in tutti i modi possibili di far loro traversare delle sensazioni suscettibili di far loro penetrare l'evento descritto. La dimensione storica o intellettuale lascia il passo alla dimensione emotiva che oramai primeggia su tutte. Questo slittamento sempre più visibile, e ciô che ricopre, sono al centro del mio saggio. Parole chiave:vittime, narrazioni, memoriali, empatia, Stati Uniti d'America INTERPRETING EMPATHY ABSTRACT The majority of people who become "victims" in the United States of America live this event as a genuine conversion, the beginning of a new life that should constantly be reiterated in front of an always new public. The implementation of one's "being a victim" situation and the various manners of commemorating a loved one who died are performed in parallel. These narrations and these sites in particular seem to pose a fundamental question: "How can one understand the places that talk about victims when one is not a victim oneself?" These new sites (memorials or museums) thus 551 Maria Pia DI BELLA: INTERPRETARE L'EMPATIA, 551-558 intend to stir in the visitors an emotional experience, some kind of empathy with the victims, trying in every possible way to make them feel an emotion that might enable them to penetrate the event described. The historical or intellectual dimension is displaced by the emotional dimension. This increasingly evident shift and what it involves are at the focus of my paper. Key words: victims, narrative, memorials, empathy, United States of America Abbiamo spesso sentito parlare, in questi ultimi quarant'anni, dei numerosi omicidi che hanno luogo negli Stati Uniti d'America, omicidi che avvengono nella sfera privata, o per mano dei famosi "serial killers", o eseguiti da folli che tirano all'impazzata su decine di persone. Di questi ultimi, i più noti sono l'omicidio avvenuto al liceo Columbine, nel 1999, dove perirono dodici allievi e un professore, o quell'altro avvenuto al Virginia Polythechnic State University il 16 aprile 2007 dove uno studente - di nome Seung-Hui Cho - mitraglió trenta due persone, tra studenti, dottorandi e professori, per poi suicidarsi. Oltre agli omicidi, abbiamo anche sentito parlare degli attentati terroristici, per esempio di quello contro un edificio federale ad Oklahoma City nel 1995, dove perirono cento sessantotto persone, o di quegli dell'11 settembre 2001 dove furono invece poco meno di tre mila persone a perire. Ma forse non abbiamo sentito parlare del fatto che, verso la metà degli anni 70, mentre gli Stati Uniti traversano un periodo di grande violenza [all'epoca c'erano 10,1 omicidi per 100.000 persone, mentre nel 2002 si ricade a 6,1 omicidi per 100.000 persone], degli individui cominciano a mobilizzarsi per aiutare le vittime traumatiz-zate e per protestare contro il sistema di giustizia criminale (criminal justice system). Altri individui, la cui famiglia ha subito la perdita di un giovane membro in seguito ad un assassinio o ad un incidente colposo, si mobilizzano per eradicare i delitti contro gli adolescenti o i giovani in generale, mettendo su associazioni di tipo Protect the innocent o Parents of Murderered Children, o si mobilizzano contro gli automobilisti in stato di ubriachezza, con Mothers Against Drunk Driving, o contro la violenza fatta alle donne. Molto presto qualsiasi settore in cui la violenza genera vittime sarà ricoperto da una o più associazioni di vittime che si prenderanno cura delle nuove vittime. Vor-remmo sottolineare prima di continuare che tutti i membri di una famiglia in cui avviene un crimine si considerano "vittime", per cui quando si parla di "vittime" non si designa con ció la sola vittima di un crimine, ma tutta la sua famiglia. Queste as-sociazioni sono state in effetti molto importanti per lo sviluppo del movimento delle vittime di crimine negli Stati Uniti, ma se oggi queste associazioni sono cosi forti ció 552 Maria Pia DI BELLA: INTERPRETARE L'EMPATIA, 551-558 è dovuto soprattutto alla loro penetrazione nel sistema federale. La prima tappa verso una legislazione e un'azione federale in favore delle vittime la troviamo nel voto senatoriale, unanime, al progetto di legge Victim Witness Protection Act presentato dal senatore John Heinz nel 1982. Questo progetto abbordava la questione del trat-tamento equo (fair standards) delle vittime nelle corti federali. La sua adozione ha incoraggiato degli avvocati a far passare, nei cinquanta stati degli Stati Uniti, un Victims' Bill of Rights. Dopodichè, nel 1984, fece seguito il Victims of Crime Act (VOCA) che stabili, a livello federale, l'Office of Victims ofCrime, e il Crime Victims Fund (Young, 1997). Dopo il voto favorevole al progetto di legge Victim Witness Protection Act, le vittime di crimine si fanno sentire in modo sempre più sistematico negli Stati Uniti, finchè vengono incluse, negli anni 90, nell'insieme del sistema di giustizia federale grazie al Victim Rights and Restitution Act. E' facile intuire dalle cose dette che la presenza delle associazioni di vittime di crimine è oggi ben integrata in tutte le fasi del processo penale. Che il loro ruolo a fianco del procuratore è determinante. Ma questo ruolo sembra dipendere dalla posizione che le famiglie di vittime hanno sulla pena di morte. Cio' è dovuto al fatto che, per la maggioranza dei procuratori, le vere vittime sono quelle che aderiscono all'idea della pena di morte; quelle che si op-pongono non sono considerate tali. E' importante a questo punto sottolineare che il movimento delle famiglie di vittime di crimine negli Stati Uniti è diviso in due, uno a favore della pena di morte, l'altro contro. Il primo movimento è molto più forte e molto più visibile del secondo, un lobby oramai difficile da resistere, ma il secondo, nato nel 1976 con il nome di Murder Victims ' Families for Reconciliation, è impiantato in modo capillare in quasi tutti i cinquanta stati grazie al fatto che i suoi membri sono in diverse organizzazioni abolizioniste, a livello locale, nazionale o supra-nazionale, del tipo di Amnesty International, e perciô ha un ascendente più importante di quello che si potrebbe im-maginare (Cushing, Sheffer, 2002; King, 2003; Murder Victims' Families for Reconciliation, 2003). I due movimenti di vittime di crimine si distinguono per un'attitudine molto diversa verso il delinquente, che loro stessi sintetizzano in due parole, "closure" per coloro che richiedono la pena di morte, e "healing" per coloro che la rifiutano. I primi sostengono che solo l'esecuzione del colpevole permetterà loro di "chiudere" con il loro passato, mentre gli altri sostengono che solo il perdono di quest'ultimo permetterà loro di andare avanti nella vita dopo aver vissuto un evento cosí traumatizzante. Ambedue portano avanti questo messaggio andando da città in città, in gruppo o soli, davanti a delle platee in sintonia con il loro discorso. Progressivamente si è visto evolvere queste persone che, in seguito al loro vissuto, si sono scoperte e trasformate davanti alle platee, raccondando loro la propria esperienza. Abbiamo qui, secondo noi, due fattori importanti che fanno capolino: uno è la costruzione della figura 553 Maria Pia DI BELLA: INTERPRETARE L'EMPATIA, 551-558 (Auerbach, 1956) della vittima e l'altra è lo sviluppo della narrazione individuale di un fatto vissuto (self-narration). Ma alla fine degli anni Bö la venuta di una nuova figura riesce ad accapparrare l'attenzione del pubblico facendo obiettivamente contrappeso a quella della vittima. Vogliamo parlare della figura dell'exonerated. Un exonerated è un innocente ac-cusato a torto di violenza sessuale o di crimine, mantenuto in prigione per lunghi anni o peggio nel braccio della morte in attesa di essere giustiziato, che in seguito ad un test di DNA è dichiarato innocente e liberato. Oggi come oggi possiamo dire che sono circa 341 gli exonerated ad essere stati liberati (Cook, 2öö7; Fritz 2öö7; Gris-ham, 2öö6; King, 2öö5; Junkin, 2öö4; Mayer, 2öö6; Prejean, 2öö4; Scheck, Neufel e Dwyer, 2öö1; Vollen, Dave, 2öö5). Questa figura ha attirato l'attenzione degli artisti e dei media, e grazie a loro ha esercitato una grossa influenza sull'opinione pubblica dalla fine degli anni novanta e continua a farlo, malgrado l'impatto degli avvenimenti del'11 settembre. Qualche dettaglio sull'attrazione suscitata dagli exonerated sugli artisti ci aiuteranno ad illustrare il potere che ha oggi l'empatia nelle relazioni sociali. Per prima cosa citeremo il dramma teatrale The Exonerated, scritto da Jessica Blank e Eric Jansen, rappresentato dal 2öö2 al 2öö4 a Nuova York, e dopodichè divenuto un film. Gli autori hanno intervistato 6ö exonerated e mantenuto su scena sei caratteri rappresentativi. La forza di questo lavoro è stata di utilizzare soltante parole veramente pronunziate da questi exonerated, durante l'intervista o durante il processo. Il regista, Bob Balaban, ha sottolineato questo aspetto mettendo davanti ad ogni attore un leggio con sopra una partitura per illustrare il fatto che l'attore segue per filo e per segno il copione. Inoltre, durante i week-end, una delle sei persone rappresentate veniva davanti al pubblico per rispondere alle loro domande. Oltre al reality theatre c'è il cinema - è da ricordare il capolavoro di Errol Morris, The Thin Blue Line (1988), un documentario che racconta in diretta la storia di Randall Dale Adams, imprigionato per l'omicidio mai commesso di un poliziotto di Dallas, e il film con Denzel Washington dal titolo Hurricane Carter (2ööö), in cui interpreta Rubin Carter (Carter, 1974; Hirsch, 2ööö), personaggio diventato per certo tempo un porta bandiera del movimento, grazie anche alla famosa canzone di Bob Dylan, Hurricane (1975). Un ulteriore esempio è quello di un esposizione mostrata a Nuova York dove Taryn Simon ha tentato, tramite la fotografia, di illustare l'innocenza delle quaranta cinque persone fotografate (Contemporary Art Center di NYC, maggio-agosto, 2öö3). Per far ció la Simon ha preso il partito di fotografare V exonerated sia sul posto del suo arresto sia sul luogo del delitto non commesso, ricreando l'istante in cui l' exonerated è passato da uno stato d'innocenza ad uno stato di colpevolezza. 554 Maria Pia DI BELLA: INTERPRETARE LEMPATIA, 551-558 Fig. 1: Mostra 9/11, Cappella di San Paolo, Lower Manhattan, New York, Stati Uniti (foto: Vesna Kamin). Sl. 1: Razstava 9/11, Kapela sv. Pavla, Lower Manhattan, New York, Združene države Amerike (foto: Vesna Kamin). 555 Maria Pia DI BELLA: INTERPRETARE L'EMPATIA, 551-558 Come possiamo notare anche tramite gli esempi dati sulle vittime per o contro la pena di morte che vanno in giro per raccontare pubblicamente il loro calvario, che ovviamente anche gli exonerated fanno - almeno quegli che si esprimono meglio davanti ad una platea o la macchina da presa - ci troviamo davanti ad un movimento che sta diventando sempre piu importante anche nel mondo artistico, cioe quello di riprodurre "storie vere", ripetendo quello che e stato veramente "detto" o veramente "fatto". Di conseguenza, siamo di fronte a dei movimenti sociali in cui l'interpretazione diventa sempre di piu inutile, anzi e percepita come dannosa. In un certo senso lo spettatore non puo piu interpretare quello che sente o vede, dato che quello che sente o vede e la veritá. E questa veritá richiede da parte sua un immedesimarsi, un'empatia che lo porterá progressivamente ad essere come l'altro. Un ulteriore esempio lo troviamo nei musei-memoriali costruiti negli Stati Uniti in onore delle vittime, da quello giá aperto ad Oklahoma City (Linenthal, 2001) a quegli ancora da costruire, a Nuova York, Washington DC e in Pennsylvania. Questi musei sono tutti imbastiti sull'idea che lo spettatore deve diventare a sua volta vittima per poter capire cos'e essere una vittima. E concludere da tutto cio che , nella misura in cui siamo tutti esseri umani, e tramite questa identitá collettiva che dovremmo oramai comunicare. Vorrei ricordare che Clifford Geertz (1973) aveva, giá negli anni settanta, rac-comandato agli antropologi di interessarsi, durante la loro ricerca sul campo, a quello che gli autoctoni pensano, loro stessi, della propria cultura. Secondo lui un'inter-pretazione che non includa la visione che l'altro ha della propria cultura e errata. Il caso presentato ci fa fare un ulteriore passo avanti: la cultura sembra svanire per far posto a degli undividui con cui lo studioso deve empatizzare, senza mai tentare di interpretare le loro azioni. INTERPRETIRATI EMPATIJO María Pia DI BELLA Državni center za znanstveno raziskovanje (CNRS), Inštitut za interdisciplinarno raziskovanje družbenih vprašanj (družbene vede, politika, zdravje), Visoka šola za družbene vede (EHESS), F-75006 Paris, 96 boulevard Raspail e-mail: Maria-Pia.Di-Bella@ehess.fr POVZETEK Večina oseb, ki v Združenih državah Amerike postanejo "žrtve", ta dogodek doživlja kot pravo spreobrnitev, kot začetek novega življenja, ki ga je treba izrekati vedno znova pred vedno novim občinstvom. Vzpostavitev "žrtve" in različni načini spominjanja na dragega pokojnika se dogajajo vzporedno. Zdi se, da te pripovedi in 556 Maria Pia DI BELLA: INTERPRETARE LEMPATIA, 551-558 še posebej ta mesta postavljajo ključno vprašanje: "Kako razumeti mesta, ki govorijo o žrtvah, ne da bi sami bili žrtve?". Zato ta nova mesta (spominska ali muzeji) želijo v obiskovalcih oblikovati čustveno izkušnjo, empatijo z žrtvami, in jim poskušajo na vse načine posredovati občutja, s katerimi bi lahko prodrli v opisani dogodek. Zgodovinska in intelektualna dimenzija se umika prevladujoči čustveni dimenziji. Prispevek se osredotoča na ta vedno opaznejši zdrs in na to, kar prikriva. Ključne besede: žrtve, naracije, memoriali, empatija, Združene države Amerike FONTIE BIBLIOGRAFIA Aa. Vv. (2003): Understanding Capital Punishment. A Guide through the Death Penalty Debate. Washington DC, Death Penalty Information Center. Blank, J., Jensen, E. (2004): The Exonerated. A Play. New York, Faber and Faber. Carter, R. (1974): The Sixteenth Round. From Number 1 Contender to #45472. New York, Penguin Putnam. 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