Damir Tulic, Rijeka PER UN CATALOGO DELLE OPERE VENEZIANE DI GIACOMO PIAZZETTA, SCULTORE IN LEGNO E MARMO I recenti studi di Paola Rossi, Monica De Vincenti e Simone Guerriero sulla scultura lignea veneziana del Sei e Settecento rivestono notevolissima importanza per la ricostruzione e l'analisi dell'ampia produzione plastica negli ultimi due secoli che precedono la caduta della Serenissima.1 Va aggiunto peraltro che lo studio della scultura lignea, proprio a causa delle caratteristiche del materiale facilmente deperibile e suscettibile di successivi rimaneggiamenti e manipolazioni, e un compito estremamente impegnativo e meticoloso. I nomi di molti scultori e intagliatori sono noti grazie alle fonti d'archivio, ma le loro opere non sono identificabili, oppure se ne e conservato un numero esiguo. Giacomo Piazzetta (Pederoba 1640 ca - Venezia 1705) occupa una posizione di rilievo tra gli scultori del marmo e del legno attivi nella seconda meta del Seicento.2 L'artista dopo l'arrivo in Laguna nel 1666 lavora presso la bottega di Sante Pianta.3 Tuttavia, la sua forza creativa e l'eccezionale capacita di modellare i volumi, sia nelle opere marmoree che in quelle lignee, indicano che il maggiore influsso e stato quello di Giusto Le Court, il piu celebre scultore attivo in quel periodo a Venezia. A tal proposito Andrea Bacchi afferma giustamente che propio il Piazzetta e "uno dei piu brillanti fra i seguaci di Giusto". 4 1 Paola Rossi, L'intaglio e la scultura lignea a Venezia nel Seicento, Con il legno e con l' oro, la Venezia artigiana degli intagliatori, battiloro e dora-tori (ed. Giovanni Caniato), Verona 2009, pp. 69-93; Monica De Vincenti, Simone GuERRIERO, Intagliatori e scultura lignea nel Settecento a Venezia, ibidem, pp. 121-159. 2 Per una breve biografia dell'artista e il catalogo delle sue opere si veda Susanna Zanuso, Giacomo Piazzetta, La scultura a Venezia dal Sanso-vino a Canova (edd. Andrea Bacchi, Susanna Zanuso), Milano 2000, pp. 775-776. 3 Ettore Merkel, La scultura lignea barocca a Venezia, Scultura lignea barocca nel Veneto (ed. Anna Maria Spiazzi), Milano 1997, pp. 71-72. 4 Andrea Bacchi , "Le cose piu belle e principali nelle chiese di Venezia sono opere sue": Giusto Le Court a Santa Maria delle Salute (e altrove), Nuovi Studi, Xl/12, 2006, p. 154: n. 64. 1. L'organo,chiesa di San Pietro, San Pietro in Volta (Lido di Pellestrina, Venezia) Anche se il primo periodo di attivita di Giacomo Piazzetta a Venezia non e conosciuto nei suoi dettagli, e possibile accostare ipoteticamente al suo catalogo le quattro sculture lignee di telamoni e i quattro mascheroni sottostanti, che si trovano nella chiesa di San Pietro a San Pietro in Volta sull'isola di Pellestrina (Venezia) (fig. 1). Le quattro monumentali e massicce figure di telamoni ora sono poste sull'organo di Gaetano Callido realizzato per la chiesa alla fine del Settecento.5 Esse sono state eseguite guardando alle opere coeve di Giusto Le Court, come quelle per il Monumento a Giovanni Pesaro dei Frari (1665-1670), oppure i quattro telamoni della facciata della 5 Marina Stefani Mantovanelli, Pellestrina, La Laguna, storia e arte (ed. Camillo Semenzato), II, Venezia 1992, p. 652. L'autrice cita solo l'organo di Gaetano Callido. chiesa dell'Ospedaletto (1670-1674).6 I telamoni di San Pietro in Volta presentano una nota espressiva brutale, specie sui volti, come nel movimento convulso e irrequieto delle membra e del corpo che regge a fatica il peso sovrastante (figg. 2, 4). Una simile caratterizzazione psicologica dei volti si ritrova nei bozzetti di telamoni-eretici del Piazzetta per la biblioteca domenicana del convento veneziano dei Santi Giovanni e Paolo e che attualmente si trovano presso musei di Venezia, Berlino e Ottawa7 (fig. 3). I bozzetti erano stati eseguiti per il ciclo di 28 grandi sculture lignee di telamoni raffiguranti Gli eretici vinti dalla dottrina domenicana che ornavano gli armadi della biblioteca domenicana e che sono andati dispersi nel 1807 durante l'amministrazione napoleonica. Se l'autore delle figure di San Pietro in Volta e Giacomo Piazzetta, allora la loro collocazione cronologica dovrebbe essere anteriore a quella del ciclo per il convento dei Santi Giovanni e Paolo realizzato tra il 1676 e il 1683.8 A Venezia nel corso degli ultimi due decenni del Seicento sono state ricostruite molte chiese e tra esse quelle di Santa Maria del Giglio e di San Marziale. Accanto ai celebri scultori, quali Giusto Le Court, Enrico Merengo e Giovanni Comin che lavorarono per la rinnovata chiesa del Giglio, va citato anche Giacomo Piazzetta. Nel 6 Martina Frank, Baldassare Longhena, Venezia 2004, pp. 390-397, cat. 72. In entrambi i casi il progetto e di Baldassare Longhena. Va peraltro menzionato che anche gli scultori Domenico Negri e Marco Beltrame hanno altresi realizzato figure di telamoni. Al primo si devono i due telamoni che reggono il pulpito nel duomo di Chioggia (1677), al secondo quelli che ornano il Monumento a Caterino Cornaro nella Basilica del Santo a Padova (1673). 7 Zanuso 2000, cit. n. 2, p. 775. 8 Il ciclo di telamoni della biblioteca del convento dei Santi Giovanni e Paolo e andato perduto, mentre per quanto riguarda i bozzetti se ne sono conservati solo una parte, pertanto la possibility che i telamoni di San Pietro in Volta possano aver fatto parte del ciclo domenicano e esigua. Tuttavia tale ipotesi andrebbe comunque approfondita anche in realzione alla tradizione orale secondo cui l'organo, ossia il suo ornamento plasti-co, sia stato portato a Pellestrina da Venezia. Francesco Negri Arnoldi , I modelli dei telamoni di Giacomo Piazzetta per la Biblioteca domenicana di San Zanipolo, Scultura e arredo in legno fra Marche e Umbria. Atti del primo Convegno (Pergola, 24/25 ottobre 1997, ed. Giovan Battista Fidan-za), Pergola 1999, p. 131, n. 2, riferisce che i telamoni lignei sono stati portati in Inghilterra. 2. Giacomo Piazzetta (?), Telamone, chie-sa di San Pietro, San Pietro in Volta (Lido di Pellestrina, Venezia) 3. Giacomo Piazzetta, Telamone - eretico (bozzetto), Staatliche Museen, Berlino 1690 venne realizzata nell'edificio sacro la sontuosa decorazione a stucco della nuova cappella del battistero in cui venne posto un antico fonte battesimale con un coperchio ligneo dorato recante la scultura di San Giovanni Battista (fig. 5).9 Nella lunga storia di questa chiesa il 9 L'iscrizione "MATRI/CIS/ S. M. I." e l'anno "MDC/L/XXXX" sono collocati entro due cartigli a stucco uno di fronte all'altro sotto la volta della cappella. Sulle pareti laterali si trovano anche due ovali con il ritratto 4. Giacomo Piazzetta (?), Telamon, chie-sa di San Pietro, San Pietro in Volta (Lido di Pellestrina, Venezia) battistero ha rivestito un ruolo molto importante. Santa Maria del Giglio, assieme ad altre quattro chiese veneziane, si fregiava dell'antico titolo di "Matrice", ossia vi si celebrava la solenne cerimonia del battesimo del Beato Gregorio Barbarigo (1625-1697), beatificato nel 1771, e quello di suo nipote Giovanni Francesco Barbarigo (1658-1730), divenuto cardinale nel 1719. Entram^i erano stati battezzati proprio in questa chiesa come attestano le iscrizioni poste sui due dipinti, che evidentemente sono stati messi nella cappella successivamente alla sua realizzazione. Sui due personaggi dei ritratti si veda http://www2.fiu.edu/ mirandas/bios1719. htm#Barbarigo [31. 8. 2010]. 5. Battistero, Santa Maria del Giglio, Venezia dei catecumeni, e su di essa gravitavano ben tredici chiese limitrofe.10 I testi antichi indicano in Domenico Paterno l'autore del battistero,11 ma 10 Mario Brunetti, S. Maria del Giglio vulgo Zobenigo nell'Arte e nell' Storia, Venezia 1952, pp. 10-14. 11 Domenico Martinelli, Il Ritratto overo le cose piu' notabili di Venezia, Venetia 1705, p. 33. 7. Giacomo Piazzetta, San Giovanni Bat-tista, chiesa di Santa Maria del Giglio, Ve-nezia, particolare 6. Giacomo Piazzetta, San Giovanni Batti-sta, Santa Maria del Giglio, Venezia in realta egli realizzo solo le decorazioni a stucco.12 La pregevole statua di San Giovanni Battista del coperchio del fonte battesimale e stata collegata allo scultore Antonio Corradini,13 ma andrebbe riconosciuta come opera autografa di Giacomo Piazzetta (fig. 6). La studiata resa anatomica, caratterizzata da una modellazione morbida, e il busto leggermente inclinato verso l'osservatore sono prossimi ai citati bozzetti di telamoni-eretici per la biblioteca dei padri domenicati, come pure ai telamoni che intervallano i pannelli del dossale con le Storie di Maria e 12 Brunetti 1952, cit. n. 10, p. 22. 13 Giovanni Mariacher, Arte a Venezia, catalogo deUa mostra, Venezia 1971, pp. 294, 296; Merkel 1997, cit. n. 3, p. 180. dell'infanzia di Cristo della Scuola Grande della Carita e che attualmente si trova neHa cappella del Rosario della chiesa dei Santi Giovanni e Paolo.14 In particolare spicca eccellente qualita esecutiva del volto di san Giovanni Battista e della sua espressione pacata e malinconica (fig. 7), come pure il panneggio che cinge i fianchi con il riconoscibile intreccio di pieghe arrotondate. Anche se presenta una minore attenzione ai dettagli descrittivi, il San Giovanni Battista del Giglio e prossimo all'atletica raffigurazione del medesimo soggetto in marmo di poco posteriore (1697) che si trova sull'acquasantiera della chiesa veneziana dei Santi Apostoli. Pertanto ora emerge in primo piano la sobrieta del temperamento psicologico del personaggio simile a quella messa in atto dal Piazzetta nella scultura lignea policroma dell'Immacolata del 1692 della chiesa di San Francesco a Pergola La copertura del fonte battesimale presenta una foggia a conchiglia abilmente ideata con quattro teste di cherubini che ripetono simili soluzioni di fisionomie infantili. Opere del Piazzetta risalenti all'ultimo decennio del Seicento si trovano anche in un altro edificio sacro veneziano: si tratta dell'arredo plastico della chiesa di San Marziale, che era stata appena ricostruita dalle fondamenta. I lavori iniziati da Giuseppe Pasquini, parroco dal 1687 al 1734, durarono dal 1693 al 1714, ma gia nei primi anni del Settecento l'edificio era in parte completato, in quanto il campanile era finito e all'interno vi erano quattro dei sette altari previsti.15 Il secondo altare destro venne intitolato a san Marziale e su di esso fu posta la pala raffigurante San Marziale vescovo e i santi Pietro e Paolo del Tintoretto risalente al 1548-1549 originariamente collocata sull'altare maggiore del precedente edificio (fig. 8). Il manufatto venne costruito con i legati raccolti nel 1694 e nel 1697 e venne terminato prima del 1704, quando venne giudicato in modo assai critico "esempio sugli errori degli architetti."16 Tale affermazione si riferisce molto verosimilmente al fatto che l'altare venne concepito come una sontuosa cornice per il dipinto del Tintoretto, dove il ricco ornamento plastico annulla gli elementi architettonici classici dell'impianto compositivo. L'arredo 14 De Vincenti, Gurriero 2009, cit. n. 1, pp. 121-122. 15 Giuliano Pavon, Notizie sulla Chiesa di San Marziale a Venezia, Venezia 1992, pp. 27-28. 16 Pavon 1992, cit. n 15, p. 28-32. scultoreo e composto dal paliotto con il rilievo del Miracolo di san Marziale (fig. 11), da due grandi statue raffiguranti Sant'Austricliano e Santa Valeria (figg. 9, 10), e dalla cimasa ad arco con la lunetta a forma di conchiglia in cui e allogato un angelo ligneo, mentre in alto trovano posto due allegorie in finto marmo dipinto, una della Chiesa, la seconda molto probabilmente della Fede. I due santi poggianti sulla mensa sono stati attribuiti da Camillo Semenzato a Tommaso Rues. Lo studioso sottolinea in proposito analogie con le opere di Giusto Le Court.17 Tuttavia le statue di Sant'Austricliano e Santa Valeria, come pure le altre decorazioni marmoree e lignee e forse anche il progetto dell'altare possono essere ascritti a Giacomo Piazzetta.18 In particolare il Sant'Austricliano puo essere confrontato con il gruppo marmoreo raffigurante San Romualdoportato in cielo da due angeli posto sull'altare che egli stesso progetto secondo una concezione prettamente scultorea nel 1699 per la chiesa veneziana di San Michele in Isola, oppure con il San Giuseppe con il Bambino, risalente al 1703 circa, che si trova sull'altare magiore dell'oratorio di Villa Bellati nei pressi di Feltre in localita Vignui.19 Esso, inoltre, risente dell'influsso degli Apostoli e dei Dottori della chiesa di Giusto Le Court nel presbietrio di Santa Maria della Salute, anche se il Piazzetta attenua la veemenza e la forza espressiva, realizzando cosi un'opera allo stesso tempo monumentale e compatta (fig. 12). La figura aggraziata e un poco "vereconda" di Santa Valeria rimanda alla citata Immacolata di Pergola (fig. 13), mentre le massicce figure delle due allegorie e l'angelo mosso e gesticolante della lunetta, presentano tutte le caratteristiche dello stile di Giacomo Piazzetta. Va inoltre evidenziato l'impianto scenico dell'altare pensato in modo tale che l'impostazione e i gesti di Sant'Austricliano, discepolo di san Marziale, e di Santa Valeria comunichino con il santo vescovo raffigurato nella pala del Tintoretto. Al Piazzetta va ascritta anche la decorazione lignea della cimasa composta da tre angeli-putti che reggono un drappeggio con un 17 Camillo Semenzato, La scultura veneta del seicento e del settecento, Venezia 1966, p. 89. 18 Alle medesime conclusioni e giunto anche Simone Guerriero che sta preparando uno studio dedicato a questo altare e ad altre nuove opere marmoree di Giacomo Piazzetta. Tale pubblicazione chiarira e valorizzera ulteriormente il lavoro dell'artista di Pederoba. 19 Zanuso 2000, cit. n. 2, p. 775. . Altare di San Marziale, chiesa di San Marziale, Venezia 9. Giacomo Piazzetta, Sant'Austricliano, chiesa di San Marziale, Venezia 10. Giacomo Piazzetta, Santa Valeria, chi-esa di San Marziale, Venezia cartiglio e che si trova sul terzo altare destro sempre nella chiesa di San Marziale (fig. 14).20 In origine questo altare era intitolato, secondo le volonta testamentarie di Francesco Bassini del 1695, a Sant'Agnese.21 Gli angeli-putti presentano tutte le caratteristiche della fisionomia e della muscolatura peculiari del Piazzeta, simili a quelle dei putti che 20 Nel cartiglio in legno si legge la seguente iscrizione: Prodiga Cole/ Christi/ Sponsi, Pueri, Crucifixi. 21 Pavon 1992, cit. n 15, p. 32. Sull'altare venne in seguito posta la pala di Antonio Zanchi firmata e datata 1712, che originariamente si trovava sul primo altare sinistro. 11. Giacomo Piazzetta, Rilievo del Miracolo di San Marziale, San Marziale, Venezia 12. Giacomo Piazzetta, Sant'Austricliano, chiesa di San Marziale, Venezia, partico-lare 14. Giacomo Piazzetta, Angelo sulla cima-sa dell'altare di Santa Agnesa, chiesa San Marziale, Venezia 13. Giacomo Piazzetta, L'Immacolata, chiesa di San Francesco, Pergola accompagnano l'allegoria della Carita, che ornava un armadio della Scuola Grande della Carita e che ora si trova nella sacrestia del duomo di Adria, ma anche a quelle del Bambino sorretto da san Giuseppe dell'oratorio di Villa Bellati.22 Allo stesso periodo vano fatti risalire anche i due pregevoli busti raffiguranti la Madonna e San Simeone Stock colorati a finto marmo che fiancheggiano l'altare della cappella al piano terra della 22 Per le sculture di Adria si veda Enrico NoE, Giacomo Piazzetta, La sacrestia di Adria riconsiderata, Rivista dell'Instituto nazionale di archeo-logia e storia dell'arte, X, 1987, pp. 225-255. 15. Giacomo Piazzetta, San Simeone Stock, Scuola Grande dei Crmini, Vene-zia, particolare 16. Giacomo Piazzetta, Telamone, Santi Giovanni e Paolo, Venezia 17. Giacomo Piazzetta e bottega, Madonna del Rosario, Ufficio parrochiale, Kraljevi-ca/Porto Re 18. Giacomo Piazzetta e bottega, Crocefisso, San Sebastiano, Venezia Scuola Grande dei Carmini a Venezia.23 Infatti, gia da una prima analisi risulta evidente che il busto della Madonna ricorda VImmacolata del Piazzetta di Pergola, specie per quanto attiene il volto pacato e 23 Questa proposta attributiva e stata fatta per la prima volta da chi scrive al Convegno Internazionale di Studi: Patrimonio culturale veneziano sull' alto Adriatico: Contatti artistici fra Terraferma, Istria e Dalmazia nel Sei e Settecento, Isola, 9-11 ottobre 2009, nella relazione intitolata Scultori di marmo - scultori di legno: Giuseppe Toretti e Giovanni Marchiori. In quell'occasione Simone Guerriero mi ha comunicato di essere giunto alle medesime conclusioni e di averle esposte in un testo riguardante proprio tali opere allora in fase di stampa. Cfr. Simone GuERRIERO, Per Giacomo Piazzetta scultore in legno, L' impegno e la conosenza, Studi di storia dell'arte in onore di Egidio Martini (edd. Filippo Pedrocco, Alberto Craie-vich), Verona 2009, pp. 185-189, n. 14. arrotondato e l'impostazione delle mani giunte in preghiera, come pure il drappeggio morbido e voluminoso che le ricopre il capo. Soluzioni molto simili si ritrovano anche nei telamoni della Cappella del Rosario, specie se si guarda a quello imberbe con la testa avvolta in un drappo, collocato al centro della porzione sinistra del dossale. La figura di San Simeone Stock (fig. 15) puo essere confrontata, per l'espressione del volto caratterizzata da una particolare attenzione ai dettagli ritrattistici con gli occhi rivolti all'osservatore e le labbra leggermente dischiuse, con il telamone posto accanto all'altare nella porzione destra del citato dossale dei Santi Giovanni e Paolo (fig. 16). Risulta peraltro interessante il fatto che dal 1690 al 1712 entrambi i busti non vengono citati negli inventari della Scuola Grande e si puo quindi ipotizzare che siano entrati in possesso della distinta confraternita in epoca successiva.24 A Giacomo Piazzetta, ossia piu probabilmente alla sua bottega, e possibile accostare ancora due opere. La prima e una scultura di piccole dimensioni raffigurante la Madonna del Rosario conservata nella canonica di Porto Re (Kraljevica) presso Fiume (Rijeka) in Croazia, che, nonostante la pesante ridipintura e taluni danni, presenta caratteristiche di stile che rimandano chiaramente alla bottega dello scultore di Pederoba (fig. 17).25 Basti qui ricordare la Madonna del Rosario del Museo Diocesano di Feltre o la pregevole scultura recentemente pubblicata di medesimo soggetto della chiesa di San Lazzaro di Treviso26, per concludere che quella di Porto Re ne e una replica di minori dimensioni. Un giudizio piu compiuto su quest'opera sara pero possibile solo dopo il restauro e la rimozione della grossolana ridipintura che ne impedisce una precisa analisi stilistica. 24 Archivio di Stato di Venezia, busta, Scuole Grande, S Maria Del Carmine , N 6: Inventario delli Argenti e Ori Come de Altri Mobili della Scola della Beata Vergine del Carmine MDCLXXI LAUS DEO 1690, pag 62b: Un Soler con la B. V. Che sta sopra il bancho in Chiesa.... no..1 / Un detto simile d' legno dorato et figure sta in scola dabasso / Due Angioli di legno dorati sta sopra il bancho in Chiesa / Due Cirij di legno dorati sta app.o l' Altar in Scola dabasso. L'inventario del 1695. (ibid., p. 70a) menziona gli stessi oggetti, aggiungendo solo Due detti (angioli) picoli sop.a l'Altar in Scola da basso. Gli inventari del 1709 e del 1712 ripetono quanto gia elencato in quello del 1695. 25 Non e nota la provenienza di questa scultura che misura 59 cm di altezza. 26 Guerriero 2009, cit. n. 23., pp. 186-187. La seconda opera prossima alla maniera del Piazzetta e un notevole Crocefisso ligneo che si trova nella chiesa di San Sebastiano a Venezia (fig. 18).27 Esso e posto contro il pilastro di destra all'entrata della chiesa. La modellazione del corpo del Cristo risulta di minore qualita rispetto al Crocefisso che Piazzetta ha realizzato nel 1703 per la chiesa di San Domenico a Zara e oggi conservato presso la raccolta del convento domenicano di Stari Grad sull'isola di Lesina (Hvar). Tuttavia il volto dolente del Cristo di Venezia, reso con abilita, e simile a quello del Crocefisso di Lesina o persino a quello del San Giovanni Battista della chiesa dei Santi Apostoli. Elemento indicativo della maniera del Piazzetta e costituito anche dal perizoma che avvolge il corpo di Cristo con pieghe voluminose e pesanti e il loro svolazzo laterale. L'accostamento dell'opera della chiesa di San Sebastiano a Giacomo Piazzetta e solo un piccolo passo nella sistemazione, non ancora compiuta, dell'ampio catalogo di Crocefissi veneziani e quindi del loro collegamento con i rispettivi autori.28 Traduzione dal croato di Rosalba Molesi. 27 Lina Salerni, Repertorio delle opere d'arte e dell'arredo delle chiese e delle scuole di Venezia, I, Vicenza, 1994, p. 146, attribuisce il Crocefisso ad Andrea Brustolon. 28 Nell'ambito dello studio sui Crocefissi veneziani del Sei e Settecento, che chi scrive sta preparando, alcune opere che presentano una prege-vole resa qualitativa possono essere attribuiti ad artisti coevi o alle loro botteghe. E molto probabile che il Crocefisso di ottima fattura della chiesa di Sant'Antonio a Pellestrina e quello della chiesa di San Felice a Venezia siano opera di Giuseppe Torretti, mentre il Cristo in finto ebano posto su una croce rivestita di tartaruga con un pellicano in argento posto sulla cima della croce, della Basilica di San Marco puo essere collegato al cata-logo di Francesco Cabianca. UKD 73(450):929Piazzetta G. izvirni znanstveni članek - original scientific paper prispevki k beneškemu opusu giacoma piazzette, kiparja v lesu in marmorju Povzetek Kipar Giacomo Piazzetta (Pedreoba, ok. 1640 - Benetke, 1705) je eden od protagonistov beneškega kiparstva zadnje četrtine sedemnajstega stoletja. »eprav je bil znan predvsem kot izvrsten rezbar in je le malo delal v marmorju, mu v članku pripisujemo nova dela v obeh omenjenih materialih. Z najzgodnejšim doslej znanim mojstrovim delovanjem v osmem desetletju bi hipotetično lahko povezali lesene kipe telamonov, ki so bili naknadno postavljeni na orgle v cerkvi San Pietro v mestu San Pietro in Volta (Lido di Pellestrina, Benetke). Nekoliko pozneje, leta 1690, je kipar izdelal odličen pozlačeni leseni kip Sv. Janeza Krstnika, ter pokrov krstilnice v beneški cerkvi Santa Maria del Giglio in verjetno malo zatem še dve leseni poprsji Matere Božje in sv. Simona Stocka v Scuoli Grande dei Carmini. Opus našega kiparja v marmorju se dopolnjuje s kiparsko dekoracijo oltarja titularnih svetnikov v beneški cerkvi San Marziale. Tu je kipar pod močnim vplivom Le Courta izdelal odlična kipa sv. Austricliniana in Valerije, kot tudi antependij z upodobitvami čudežov sv. Mar-cijala. Prav tako lahko na istem oltarju kot Piazzettovo delo prepoznamo atiko z lesenimi alegoričnimi kipi, nazadnje pa lahko s kiparjem oziroma njegovo delavnico povežemo tudi manjši kipec Madonne del Rosario iz Kraljevice in leseno razpelo v beneški cerkvi San Sebastiano. Slikovno gradivo: 1. Orgle, cerkev San Pietro, San Pietro in Volta (Lido di Pellestrina, Benetke) 2. Giacomo Piazzetta (?), Telamon, cerkev San Pietro, San Pietro in Volta (Lido di Pellestrina, Benetke) 3. Giacomo Piazzetta (?), Telamon - krivoverec (skica), Staatliche Museen, Berlin 4. Giacomo Piazzetta, Telamon, cerkev San Pietro, San Pietro in Volta (Lido di Pellestrina, Benetke) 5. Baptisterij, Santa Maria del Giglio, Benetke 6. Giacomo Piazzetta, Sv. Janez Krstnik, Santa Maria del Giglio, Benetke 7. Giacomo Piazzetta, Sv. Janez Krstnik, Santa Maria del Giglio, Benetke, detajl 8. Oltar sv. Marcijala, cerkev San Marziale, Benetke 9. Giacomo Piazzetta, Sv. Austriclinian, cerkev San Marziale, Benetke 10. Giacomo Piazzetta, Sv. Valerija, cerkev San Marziale, Benetke 11. Giacomo Piazzetta, Relief s Čudežem sv. Marcijala, cerkev San Marziale, Benetke 12. Giacomo Piazzetta, Sv. Austriclinian, cerkev San Marziale, Benetke, detajl 13. Giacomo Piazzetta, Brezmadežna, cerkev San Francesco, Pergola 14. Giacomo Piazzetta, angel na zidcu oltarja sv. Neže, cerkev San Marziale, Benetke 15. Giacomo Piazzetta, Sv. Simon Stock, Scuola Grande dei Carmini, Benetke, detajl 16. Giacomo Piazzetta, Telamon, cerkev Santi Giovanni e Paolo, Benetke 17. Giacomo Piazzetta in delavnica, Madonna del Rosario, župnijski urad, Kraljevica, Reka 18. Giacomo Piazzetta in delavnica, Križanje, cerkev San Sebastiano, Benetke