ANNO V. — M 16. Sabbato 20 Aprile 1850. Esce una volta per settimana il Sabbato. — Prezzo anticipato d'abbonaniento annui fiorini S>. Semestre in proporzione._ L' abbonamento non va pagato ad altri che alla Redazione. D I C SI A I O VI. \/ Confraterne, Processioni, ed altre funzioni di chiesa. • Qnis nescil primam esse Hisloriae legem ne qnid fatsi dieere au-deal? deinde ne quid veri non audeal ? ne <{ua suspicio gratiae sit in scribendo? ne qua si-mnllatis? Cicero. De Obat. I. II. CXV. Scrivo sempre col medesimo intendimento d' illu-strare la mia terra natale, e di lasciar memorie anche presso altri di ci<> ch' era ed e in questa, comunque sa-ranno intesi li miei scrilti, perche disadorno, senza studio, in via confidenziale, e forse con noiosa minuziosita e il loro dettato. Pure se cosi prima si avesae fallo, ora non sareb-besi al buio, ne vaghe voci passerebbero di bocca in bocca, e di eta in eta. Quando pero il tempo edace avra cancellate le memorie tutte od in parte, i piu tardi postori troveranno in qualche luogo alcunche ricordantele ad essi per cui loro sembrera di vedere cogli occhi e toccare con mano. Piu erano le confraterne ch' esistevano nell' anno 1807, in cui furono soppresse, ed avvocati i loro capi-tali a quel ramo deli' amministrazione dello stato, che con francese neologia fu detto Demanio, e Boerio nel Di-zionario del dialetto Veneziano dice Regio patrimonio. Delle chiese esterne quest' erano, di S. Martino di Mi-digliano (Midian), S. Antonio abbate, S. Fosca, S. Michele di Panzago, S. Lucia, S. Pietro, S. Giacomo del Monte, S. Simone; delle suburbane, della Beata Vergine della Traversa e di S. Rocco; delle interne di Santa Croce, S. Martino e S. Giacomo delle Trisiere; della paroc-chiale con altari propri, cioč della Beata Vergine del Rosario, Beata Vergine della Carita, di S. Giovanni Bat-tista, e S. Girolamo, e del Santissimo Crocefisso. Degli avvocati loro capituli, come sopra, dal governo illirico-francese nel 1811, fu accordata 1'affrancazione col be-neficio d'un terzo, e molti di ci6 approfittarono. II suc-so governo austriaco ottenne P affrancazione integrale di falti al'1"!. Infine, quando dietro al sovrano rescritto no J832, fu al .juspatrono comune, per conto della pa-iale, consegnata quest amministrazione nel settembre 46, risulto di poco oltre a fiorini 200 la somma dei capitali tuttora esistenti, e venne instituito un capitale frut- tante il 4% a carico dello stato nella somma di fiorini 6000. Ouattro sole pero distinguevansi nelle processioni, con quest' ordine che sembra derivare dal tempo vario di loro instituzione. Prima quella del Santissimo Crocefisso, la d i cui Bolla pontificia, concedente le indulgenze ai confratelli, porta la dala 1686 7 luglio, poi P altra della Beata Vergine delCarmine che, nell' Istria (a I, n. 43-44, pag. 177, col. 2.da lin. 42) dissi, da indubbi docnmenti appa-rire costituila circa P anno 1630; terza quella cosi detta di S. Giovanni Battista, nel proemio delli di cui capitoli da osservarsi si legge, "L. D. S. 1638, 30 agosto. „Compagnia e Societa delli Battudi instituita sotto la bona „ memoria deli' illustrissimo e reverendissimo mons. Cor-„ nelio Sosomino vescovo di Pola, et bora dali' illustris-;,simo, et reverendissimo mons. Giulio Saraceno vescovo „ di detta citta aggregata ali' arciconfraternita deli' Imma-„colata Concezione nell'alma citta di Roma com'appar il „Breve spedito 1'anno suddetto 1638 li 5 giugno„, ed i capitoli colle indulgenze concesse sono sottoscritti da mons. Saraceno; ultima quella del Santissimo Sacramento, la di cui instituzione, fui assicurato da uno che fu capo di essa riscontrarsi in un registro, fra i libri parocchiali esistente che rimontava a 300 e piu anni dal 1827, in cui assieme colle altre fu rimessa. Migliori ne maggiori notizie ho potuto procurarmi, per quanto abbia ricercato. A ineglio illustrare P epoca indicata nel proemio di quella di S. Giovanni Battista, diro solo, che tanto^da monsig. Tommasini QArch. Triest., vol. IV, pag. 479), quanto nello Stato del clero della diocesi di Parenzo e Pola sta indicato per vescovo di Pola 1583, Claudio Sozomeno, di cui per errore fu nel proemio suddetto cambialo il nome, e nella stessa serie di quei vescovi (Tommasini, ibid.), 1Q27, Giulio Saraceno mori assai vecchio, che lo Stato etc. dice..... di Fi- cenza, cui nel 1641 successe Marino Badoero. Colla scorta di tali date sembra che io non abbia errato su quanto scrissi nell' Istria (luogo precitato) riguardo alla fondazione e consacrazione della chiesa del Carmine. Ognuna di queste confraternite tiene il vessillo proprio. Della prima e Gesu confitto su di un tronco noc-chieruto in cima del quale il pellicano; della seconda e una specie di labaro in quadrilatero oblungo di tabi or-nato di frange d! oro, avente nel mezzo P effigie della Madre Santissima e del divin Figlio col santo scapolare appeso alle mani, fisso questo labaro ad un' asta nella di cui vetla st& la croce d' argento; della terza il Re-dentore pendente da pesante croce di legno noče; della quarta un gruppo di legno dorato coll' emblema eucari-stico e due angeli ginocchioni che lo incensano, infisso su d' un' asta. II vestito pubblico dei confratelli, prima della soppressione seguita nell' anno 1807, sotlo il regime italo-francese, era una tonaca, detta cappa, fino ai piedi, stretta ai fianchi con cordiglio di simil tolore, e con cappuccio lungo che nelle visite dei santi sepolcri al duomo, S. Giuseppe e Madonna Traversa copriva tutto il viso e solo aveva due fori per la vista. Ouelli di S. Giovanni Battista avevano la tonaca con un buco grande rotondo nella schiena, ed un mazzo di funicelle al fianco, indizio che nei tempi anteriori si disciplinavano, come anehe sta scritto nei loro capitoli summenzionati, donde Discipli-nanti, Flagellanti, Battuti chiamavansi, e dal volgo in dialetto Battoudi anehe quelli delle altre confraterne si appellano. Le tonache erano di tela ordinaria e colorcta, in rosso per la confraterna del Santissimo Sacramento, tane per 1'altra della Beata Vergine del Carmine, bianca per quella di S. Giovanni Battista, e nera per 1' altra del Santissimo Crocefisso. Ouando furono ripristinate nell' anno 1827 mese di maržo si adottč, tonaca bianca per tutte, distinzione colla mantellina e cordiglio del rispettivo antico colore, e cappuccio che fosse solo per coprire il capo, a guisa dei minori conventuali, anehe per allontanare le rimarche politiche. A quella di S. Giovanni Battista ch' era tutta di bianco, fu assegnata la mantellina di colore cilestro, come analogo all'acqua del Giordano. La sola confraterna del Carmine si uniform6 interamente a tale disposizione. Ouelle del Santissimo Sacramento e di S. Giovanni Battista ripristinarono li cappucci lunghi, e 1' altra del Santissimo Crocefisso non volle cambiare il suo vestito, che tuttora conserva, ne in forma ne in colore, coll'addurre che portando la morte per insegna, e particolare suo do-vere essendo il sulfragio dei morli, non poteva adottare la tonaca bianca, quantunque 1'insegna stessa e la mantellina, come le altre, deli'antico colore nero Pavreb-bero distinta. L' insegna e di forma ovale in cartone coperto con tela sulla quale sta dipinta, in uniformita al vessillo per i confratelli del Santissimo Sacramento e- del Carmine, per quelli di S. Giovanni Battista la cerimonia del bat-tesimo fatta dal Precursore sul Messia, e per quella del Santissimo Crocefisso I' emblema della morte, cioe un tesehio scarnato fra e sostenuto da due ossa incrociate, ed ognuno di essi la porla attaccata alla mantellina dalla parte sinistra. Un confratello, quale cerimoniere, cammina in mezzo della bina schiera de' suoi con mazza in mano avente in cima il rispettivo spgno come sopra; deila morte senza omamento; la ststuetta della Beata Vergine eol Bambino in legno ad intaglio e dorato, avente nelle mani lo sca-polare di argento con catenella pari; S. Giovanni Battista e Gesu nell'atto della cerimonia; 1'emblema eucari-stico, di ambo queste ultime tutto pure in legno ad intaglio e dorato. I vessilli sono accompagnati da quattro fanali chiusi e dipinti a giallo-nero con croce in vetta in quella del Santissimo Crocefisso, da due torcie nell' altra della Beata Vergine del Carmine, da due aste con candelabri dorati per ognuna in quelle del santissimo Sacramento e di S. Giovanni Battista. Oueste quattro confraternite fanno di se bella moslra per la varieta del colore nei loro vestiti, dei loro vessilli, delle loro insegne, e delle loro mazze, e per il cero che ognuno dei confratelli e consorelle tiene in mano a spese della rispettiva cassa fraternale proveduto. Le consorelle vanno coperte di cappa (Tommasini, ibid. pag. 65) di lana del colore simile a quello della mantellina dei confratelli nelle due del Santissimo Sacramento e del Carmine, ed alla tonaca in quella del Santissimo Crocefisso. L' altra di S. Giovanni Battista non ammette consorelle. Pero, nel vecchio, perche primo ed unico registro che le sia rimasto, si leggono i nomi delle donne seritte nella confraternita della Concett. del Stellario nella terra di Dignano, la qual serie non si conosce quando comincia, ma finisce, in quello almeno, eol di 29 dicembre IT94. Ecco perche sulPaltare di quella confraterna fu conservata la statuetta di Maria Santissimo.... collo Stellario (Istria, a. IV, n. 57-58, pag. 227, eol. 2.da lin. 51-53.) Prima della soppressione avevano tutte i loro ca-pitali, che del Santissimo Crocefisso e di S. Giovanni Battista furono 8Wocati al neologico demanio, come dissi qui innanzi, del Santissimo Sacramento passarono esclusivamente ali'amministrazione della parocchiale, e del Carminfi furono rispettati, quale scuola laica (Istria, a. I, n. 43-44, pag. 177, eol. 2.da lin. 53.) I confratelli dunque di queste tre prime hanno una piccola contribu-zione mensile colla quale mantengono il decoro in cere ed addobbi de' rispattivi tre altari nella parocchiale e-sistenti, e per le cere nelle processioni, nonehe un' altra alla morte di alcuno di essi, che s' impiega a sulfragio dell'anima del defunto e per le cere del suo accompa-gnamento. S mile ne aveva pure quella del Carmine, per cere nelle processioni, per il secondo oggetto delle altre, per la paga del suo cappellano ch' assisteva ali' offizio della Beata Vergine, il quale si recitava otto volte al-1'anno nelle sue festivita, celebrava in quelle la santa messa per essi, li accompagnava quando processional-mente portavansi alla visita del Venerabile esposto nelle quaranta ore, e del santo Sepolcro nei tre* ultimi giorni della settimana santa, alle processioni del venerdi santo e del Corpus Domini, ed alPaccompagnamento delli fra-telli morti. I confratelli del Santissimo Crocefisso e di S. Giovanni Battista portano essi medesimi i cadaveri dei de-funti ch'erano del loro numero, e questi, di ognuna delle confraterne, vanno al sepolcro coperti del rispettivo vestito pubblico che la distingue. Ouelli di S. Giovanni Battista li lasciano a piedi nudi che loro legano, come le mani, con canape non filato, e con una pietra so capo, come usavano sempre di fare. I vessilli di tutte quattro intervengono, dietr vito, al funerale di chiunque altro estraneo ad essp. paga va nella cassa fraternale, la cera agli assistenti. Oltre alle processioni accennate nell' Istria (a. I n. 41-42, pag. 166,appiedi della col. l.ma e seguenti, e n. 43-44, pag. 176, nel mezzo della col. 2.da e seguenti), due altre maggiori si fanno coirOstia Sacrosanla. Una e del Corpus Domini, 1' altra del venerdi santo. La prima in quel giorno di augusta commemorazione e solennita proourero di descrivere, come meglio sapro, trovandosi qualche cosa di nuovo ed altro di rinovato ne piu comune come per il passato. Questa processione, che se non pud mettersi a petto per la sua magnificenza con quella d'altri luoghi piu po-polosi e piu doviziosi deli'Istria, pure non e tra le ul-time per concorso di popolo e per decenza, viene per solito cosi formata. Con un Crocefisso, fanciullescamente ma divotamente addobbato di nastri, fiori, ed altri ornamenti aurei ed ar-gentei, alla testa d' ognuna delle quattro classi in cui e divisa, precede la scolaresca maschile e femminile del-1' elementare minore, accompagnata e sorvegliata dai rispettivi maeslri ed assistenti al fianco della bina sua schiera. Seguono separati gli altri fanciulli maschi non frequentanti I'elementare, e i quattro stendardi accennati nelt' Istria (a. I, n. 41-42, pag. 168, col. l.nra nel fine e seconda). A questi succedono le confraterne coIP ordine pre-indicato aventlo le rispettive consorelle prima dei con-fratelli, e subito dopo il vessillo. E da notarsi che, non per 1' ordine consueto ma per combinazione della gior-nata, fra le confraterne di S. Giovanni Battista e del San-tissimo Sacramento stanno, 1' insegna della Beata Vergine del Rosario accompagnata da due aste con candelabri dorati ed un crocefisso ereditato dai reverendi padri cap-puccini. La prima e formata, d'un gruppo dipinto e do-rato in legno, composto dali' immagine di Maria Santis-sima col Divin figlio in braccio tenente fra mani il rosario in mezzo alle altre di S. Domenico e di Santa Chiara, e diun cerchio quasi elitlico che chiude il gruppo e co-pre quale ghirlanda le immagini stesse. II secondo e in-vero una semplice croce di legno su cui pende 1' augusta vittima, fornita di cartoni dalle braccia al tronco tutti a disegno posti. Questi cartoni impiastricciati di glutine restano coperti da una quantita di fiori campestri vario-pinti con vaga simmetria disposti, e formanti quasi tri-plice naturale ghirlanda ad arte solo ridotta. E sulle braccia e sui tronco e negliangoli del disegno o pen-denti od ergentisi od orizzontali vi sono mazzetti di fiori di giardino che T appariscenza ne accrescono assieme con tre palme d'altarfe infisse, due orizzontalmente nell'estremita delle braccia, ed una verticalmente in vetta del tronco. La vaghezza di questo semplice apparato lenisce, e quasi direi, cangia in gaudio, il dolore e la compunzione de-stati dalla vista e dal pensiero deli' immenso sacrifizio che fu per noi consumato daIl'agnello innocente che impor-pord le zolte dal suo sublime altare. (Manzoni, Inno sulle Pentecoste.) L'insegna del rosario e i candelabri che Paccompagnano sono porlati da tre vestiti dell'antica tonaca (cappa) di tela ordinaria colorata in rosso, anzi di quelle che assumevano i fattoiani i quali soli aveva-no nei tempi scorsi il diritto di tenere le torcie a fianco del baldacchino ed innanzi 1'altare nelle solennita. II vago (mi si permetta P aggetlivo) Crocefisso e portato da se- colare coperto di camice stretto ai fianchi da cordiglio pur bianco, ed accoinpagnato da due fanciulli con can-delieri di legno inargentati. Dali'anno 1846 impoi, avendo avuto principio ap-pena nel novembre 1845, dopo la confraterna del San-tissimo Sacramento viene la banda dei nostri filarmonici. Ouesti sono privati, che col proprio pagano P istruttore, ogn' altra spesa comune, e 1' importo del rispettivo istru-mento ottenuto pei priftii da Praga nell' aprile 1846. Nell'anno corrente perd, attesa la loro riunione alla guardia nazionale, furono aiutati da una corrisponsione della cassa comunale, da quella della parocchiale, e da offerte private, e cosi in seguito. Un drappello del diverso corpo militare qui stazionato, quando trovasi in numero convoniente, coinandato da un 1. r. signor ufficiale, viene dietro ai filarmonici. In quest' anno pero e nel decorso tale drappello era di guardia nazionale comandato da un primo tenente di essa. A questo drappello segue la croce, non piti capi-tolare come dissi nell' Istria, (a. I, n. 41-42, pag. 168, col. 2.da lin. 6 e seg.), accompagnata da due giovanetti con candelieri inargentati i quali con abito da chierici, che tali erano nei tempi passati, adempiono agli uffici di quelli. Precede questa ora immediatamente quasi il baldacchino, da cui era prima divisa per lunga e bina schiera di sacerdoti. Stanno sotto a questo, il celebrante e due assistenti cooperatori, che prima erano canonici insigniti del gufo. Le sue mazze sono sostenute da quattro persone civili con uniforme vestito conveniente alla cerimonia ed al tempo. Tale uso nelle funzioni della settimana santa e del Corpus Domini, nelle quali adoprasi il baldacchino in efuori della chiesa, fu introdotto nel 1815 dal podesta di allora che primo anche ne diede P esempio con altri im-piegati commissariali e comunali. 11 cerimoniere sacerdote, con mazza avente la sgor-bia e la testa di argento, su cui, pure di argento, la sta-tuetta del martire titolare S. Biagio, sorveglia e dirige la processione nel suo interno ed esterno. Dei secolari in doppia fila accompagnano nel canto i sacerdoti. Talvolta fu usato che dodici fanciulle della scuola elementare, tutte vestite di bianco, aventi i capelli in-trecciati con nastri e fiori, ghirlande sui capo e sui braccio, spargessero innanzi al baldacchino petali spic-ciolati di fiori campestri e di giardino. Dinanzi al celebrante si vedono due incensieri agi-tati da due giovinetti che adempiono alle funzioni di chierici, ed altri due portano le navicelle contenenti gli aromi per ardere in quelli. Le tre farmacie, innanzi a due delle quali passa replicatamente la processione, riem-piono ogni volta queste navicelle di aromi, oltre quelli che ardono in appositi vasi sulle loro finestre respicienti la pubblica via. Ad ognuno dei due lati del baldacchino, ch' e quelIo indicato nell' Istria (a. IV, n. 57-58, pag. 228, col. 2.da lin. 47), dei secolari portano due fanali grandi dorati (ibid. col. l.ma lin. 28) e sette torcie. Un drappello di cernide (Arch. Triest., pag. 486 nel fine) fino ch' esiste-vano accompagnava il Venerabile stando ai fianchi del baldacchino stesso. A queste successe la guardia na-zionale italo-francese. Poi, o la guardia comunale, od il militare, fra questo specialmente di bassi uffiziali soltanto composto, come nell' anno passato e nel corrente lo era da quelli della guardia nazionale con un sergente alla testa. Immediatamente dietro stanno sempre i capi d« rispettivi corpi morali qui esistenti seguiti dai loro sub-alterni, i quali tutti separa dal*popo!o altro drappello deli'i. r. militare, ed in quest'anno e nel decorso di guardia nazionale, pure comandato da altro dei suoi primi tenenti, come anteriormente si ha detto. In bina e lunghissima schiera d'uomini prima, e poi di donne va composto queslo popolo, nella maggior parte con ceri in mano somministrati dali'amministrazione della chiesa. In toda degli uomini di Dignano stanno i vil-lici di Rbveria pure parocchiani, poscia le loro donne in testa delle Dignanesi, alle quali contendono sempre la preminenza, come accennai nell'Istria (a. I, n. 41-42, pag. 170, col. 2.da nel fine). Fra le nostre poi le piu giovani ed eleganti compariscono nella loro gran gala, che non mi faro qui a descrivere perche cio avra luogo in qual-che articolo successivo. Diro solo che queste vanno co-perte puramente il capo e le spalle, restando Ubere e visibili le braccia fino al petto dove le tengono ferme ed aperte col pollice ed indice d'ambo le mani, da fazzo-letti bianchi di lino o cotone ricainati, e nella maggior parte trasparenti qual velo; le maritate fra esse fornite le mani di aurei cerchietti ed anelli prominenti; tutte le altre decentemente e senza sfarzo ad uso loro vestite, avvolte in una specie di accappatoio ([cappa se nera, Arch. Triest., vol. IV, pag. 65; tdvagiol, pescaneizza, se di altro colore, specialmente verde, in dialetto) che le copre tutte dal capo ai fianchi. Le finestre guardanti sulle piazze, piazzette, e slrade solite a percorrersi sono fornite di tappezzerie ecc. come indica mons. Tommasini (ibid., pag. 79) usarsi nei luoglii piu cospicui deli'Istria, e come sempre qui usavasi, anzi sembra che ora vada diminuendo questa usanza, forse perche non adoprandosi piu alcuni di tali arredi e con-sumandosi i vecchi, non si trova decente apparato per tanta cerimonia quello di altra sorta di robe. Anche i mazzi (proti in dialetto) di erbe odorifere in copia ve-donsi coprire il suolo delle strade, portati dalla sola Roveria, ma usati anco dalle donne volgari del luogo (ibidem). Questi vengono stesi su tappeti di lana del paese, e perche li calpesti il solo sacerdote che porta 1' ostensorio in cui sta racchiusa 1' Ostia sacrosanta. Guai se un secolare, non tanto altro sacerdote, calpesta l'e-stremita appena di quei mazzi 1 Finita la messa solenne circa alle ore 40T/a anti-meridiane, finche il celebrante ed assistenti passano nella sacrestia per mutare i sacri loro paramenti, comincia a sfilare la processione dalla chiesa coll'ordine sumento-vato. Al tocco del campanello che avverte tutto essere pronto, sortendo i sacerdoti di sacrestia, dall'orchestra deli' organo che li accompagna, dove sono situati i fi- larmonici, suonano una marcia fino che viene intuonato il l'ange lingua in cesolfaut a due voci, durante il canto della prima strofa del quale discendono, e vanno a col-locarsi al loro pošto suindicato nella processione. Ilrit-mo di quest' inno si osserva solo in tale occasione e nell' esposižione del Venerabile, che si fa in ogni dopo pra nzo cominciando da questo per otto giorni, nell'ultimo dei quali si rinuova la processione, come diro in seguito. Ad ogni strofa deli' inno suddetto, che si canta durante la processione, succede la suonata dei filarmonici ed a questa quella del tamburo o militare o nazionale, ripi-giiandosi a suo termine il canto di altra strofa deli' inno stesso. Sortita la processione dalla parocchiale, traversa la piazza dinanzi a quella esistente, ed entra nella con-trada Portardl, percorsa la quale giunge aH' imboccatura della piazza maggiore da quella parte, prima detta zutta al Castel in dialetto, perche nel mezzo di questa, che e tutta piazza, vi stava I' antico castello descritto nel-1' Istria (a. IV, n. 54-55, pag. 214, col. 2.da e 115, col. l.ma e 2.da). Lungo alle čase tenendosi a mano destra passa innanzi al corpo di guardia, dove giunto il baldacchino si arresta con tutta la processione, ed il sacerdote coll' ostensorio che porta da la benedizione ai soldali che cola trovansi, mentre in ginocchiati e sco-perti prestano il loro omaggio al re dei re. Tale omag-gio pur prestasi dalla milizia che trovasi in tre ordini schierata sulla piazza quando la guarnigione e in numero sufficiente, ed anco questa in modo simile viene bene-detta. Data la benedizione prosegue nella direzione stessa, e passata la piazza entra nella contrada Forno grande e nella piazzelta di S. Eufemia allo sbocco per le contrade Pian e Santa Caterina, sta uno degli allari C Arch. Triest., pag. 77.) Nell' anno 1842 appena furono qui fissali nei siti dove ancor prima si usava col Venerabile benedire le campagne verso i quattro venti cardinali. Sono formati di legno, coperii ed addobbati con gusto, di dama-schi, tappezzerie, tappeti, pannilini, bambagine, drappi, tutto di qualita e colori diversi. Collocato P ostensorio sul seggio di apposito trono, si canta 1' evangelio, indi, durante il canto della strofa Tantum ergo, vien data la benedizione alla quale segue una salva della moschette-ria dei drappelli su menzionati, ed a questa il suono dei filarmonici. Dopo cio riprende la processione il suo cammino per la contrada delVaceto, dove piegando a sinistra verso settentrione gia entra la sua parte prece-dente il baldacchino. Sertita da questa contrada, e giunta nel sito detto Crociera, piega sulla mano dritta verso levante, e lungo le čase alla mano stessa percorre la Calle nuova, al di cui termine sta eretto il secondo altare, dove si pratica la stessa cerimonia che al primoH (Continua).