L' ASS0G1AZI0HZ per un anno anticipati f. 4. Le armonie, i canti, le grida di gioia che risuo-narono dovunque, le esultanze di popolo e di plebe, di ricchi e di poveri, di dotti e di idioti, di militi e di fun-zionari, benedette dal sacerdozio, annunciano la gran novella bramata assai vivamente dai buoni, attesa con ansieta, desiderata pero con quella calma, che fu sem-pre propria del popolo triestino anche nei tempi difficili del principio di questo secolo, e del finire del caduto, anche nei tempi di totale sovvertimento di antichi ordi-namenti, allorquando in mezzo ai moti militari di pressoche tutta Europa quando in mezzo a fanatismi eccedenti seppe Trieste ponderare la propria posizione ed uscirne vulnerata bensi, ma sempre piu forte, sempre piu consolidata, ad averne vantaggio materiale non solo, ma altro ancora. La legge sociale che univa i vari popoli aila Impe-riale Časa d'Austria per formare vasto impero, va ad essere cangiata; le leggi sociali peculiari delli singoli stati componenti 1'austriaco impero (meno che 1' Unghe-ria e parti annesse) trasmesseci dai nostri maggiori, ere-ditate dal medio evo, anzi da tempi piu remoti, per il piu delle provincie austriache, legge spesso tradizio-nale anzi che scritta, non sempre chiara per 1' odierna civilta, le leggi sociali piu recenti di alcune provincie, improntate su forme che piu non sono gradite, sia per 1' indole della legge, sia pel modo con cui furono poste ad esecuzione, vanno, come e speranza e desiderio, ad essere cangiate. Iddio benigno inspiri sapienza a quelli cui e fidato il difficilissimo carico di comporre la legge sociale dello impero; e sia tale nei suoi effetti che non s' avveri mai il pensiero, di chi in Trieste profetizzo porto russo, perche se cosi dovesse essere, se le spiaggie orientali deli'Adriatico dovessero far parte di quella colossale potenza, i destini d' Italia sarebbero diversi da quelli che e degna di avere. Noi siamo ben alieni dal trarre argomento di av-versione o di simpatia dalle nazionalita; la storia e no-stra maestra, e dai precetti della esperienza non ci sco-stiamo; fu il medio evo quello che introdusse il qui ex natione mea professus sum, lege vivere per esempio Boioariorum; le ragioni del suolo al quale le gran-di famiglie si attaccano per modo da dipendere dalle condizioni di quello, prevalgono oggidi perche profil-tandone ne viene la prosperita; questa Trieste medesima, opera di sapienza civile di tempi moderni, mostra come genti di varie nazioni possano affratellarsi, ed operare in comune; mostra come gli interessi generali della patria vadano superiori ad ogni altro. Iddio inspiri sapienza a quelli che hanno il carico di comporre legge sociale generale, affinche fatto comune ali' impero, cio che e di essenziale condizione, diremo anzi de gli uomini, non venga tolto alle varie parti di raggiungere per propria attivita cio che le proprie condizioni concedono od esi-gono. Fino da ora la liberta dell'esporre i propri pensa-menti si naturale aH' uomo venne proclamata; venne con-ceduto al popolo il diritto di stare arinato. La censura e abolita; 1' onesta, la rettitudine degli scrittori e ormai 1'unica norma; anche Trieste 1'ha desiderata, non gia per detrarre altrui, ne per farne stro-mento di sovversioni e di disordine, ma siccome mezzo di incivilimento e di pace. La liberta dello scrivere era per Trieste una necessita, perche formatasi questa citta con gente venuta dal di fuori e naturale che ognuno recasse seco i pensamenti propri del suolo natale, e naturale che ognuno credesse di ravvisare nelle condizioni nostre quelle identiche, che sono di altri paesi del tutto diversi e la acquisizione del sapere per la via di orale comunicazione andava unita a tali difficolta da farla se non impossibile, almeno difficile. Ed e percid che fu os-servato essere in Trieste maggiore la conoscenza delle cose d' Inghilterra, di Francia o di Spagna, di quella delle nostre; sapersi meglio 1'operare del municipio di Parigi, di quello che del nostro. E da questo ignorare i fatti nostri assai spesso vennero ire, odi, pregiudizi eco-nomici, trepidazioni fatali, diffuse non per malignita ma per vivace indole dei nostri, accolte con credulita troppo leggera perche il male e facile ad essere creduto. Ora che Ognuno puo francamente esporre e fatti e pen- samenti, la liberta della stampa šara mezzo di pace, di progresso. E desideriamo e speriamo che pubblicamente vengano fatte le discussioni deli' amministrazione in cose qualificate a pubblicita, perche moltissimo giova creare e tenere quella fiducia che e necessari« fra amministrati ed amministratori. Siamo maturi alla onesta e mite liberti? Noi pen-siamo che si; il popolo nostro e tranquillo per indole, la vivacita sua non trabocca, il popolo e sagace, le abi-tudini della vita operosa e mercantile gli danno molta prudenza di affari. Negli stessi giorni decorsi di gran-dissima esaltazione quanto in altre citta, in mezzo ad inevitabili cose 1' ordine pubblico non fu turbato, il ri-spetto alle autorita, agli ordinamenti esistenti non venne meno. Confidiamo che la liberta della stampa non andra disgiunta dal sentimento della dignita, e che non iscen-dera ne alla vile detrazione di cio che fu, ne attentera. Si, Trieste e paese di liberti mite ed onesta; le abitudini mercantili la introdussero da lungo, il convi-vere di persone di varie nazioni ne fecero sentire l'im-portanza ed il bisogno; la liberta religiosa fu qui pro-nunciata mentre altrove duravano gli odi, le repressioni, e se non fu completa, sempre maggiore di quella che le condizioni lo comportassero. E queste pratiche della vita libera fecero sentire la necessita di pubbliche instituzioni piti larghe che altrove; sotto 1' impero di Ferdi-nando, e per di lui volonta, componevasi in Trieste un municipio, una guardia civica; instituzioni che isolate quali erano non poterono portare quei frutti di che sa-rebbero stati capaci. Oggidi la Guardia Nazionale e chiamata meno ad esercitare la forza materiale, di quello che ad esercitare un potere morale, validissimo a mantenere vivo e dura-turo lo spirito di liberta, insieme allo spirito d'ordine. I Cittadini amanti deli' uno e deli' altra sono chiamati per debito d'amore di patria ad inscriversi; il carico in sulle prime gravoso per le difficolt& dei momenti che speriamo brevi, e di gran lunga compensato per il generale vantaggio. Imperciocche nel passaggio da un ordine di cose ad un altro vi e sempre un interstizio, e non sempre disgiunto da pericoli, gli animi agitati non si fa-cilmente convengono ad unita di pensiero, e possibile che i meno maturi alla liberta la scambino colla licenza, ed o per esaltazione o per trepidanza eccedano; la guardia nazionale presidia 1 ordine e la liberta; in questa e onorificenza 1' essere soldato, carico 1' avere comando; in questa tutti si parificano pel comune servigio, tutti si afFratellano per comporre una sola famiglia. La legge sociale nostra, e che in questo foglio mostrammo quale sia oggigiorno (Vedi Istria Anno I) andra certamente a subire modilicazioni, perche do-vra subordinarsi alla legge sociale della monarchia, e se non parificarsi a quella per tutti i municipi dello stato, certamente coordinarsi con questi; forse altre com-binazioni di provincialiti potranno avere luogo; ed in cid pure preghiamo che Dio doni sapienza a quelli che dovranno comporla, a quelli dei nostri che saranno chiamati a presiedervi parte. Imperciocche come piu volte ebbimo occasione di accennare, il nascere, il mantenersi, il crescere di questa citta, non e gia prodotto delle condizioni stabili del suolo; ma prodotto di sapienza che seppe trarre profitto di circostanze che non sono poi eterne. La linea di movimento marittimo e bensi sulle spiag-gie orientali deli'Adriatico, ma altri punti vi possono essere ove questa linea faccia capo, che non Trieste, po-vera di porti, posta in regione ed in clima subalpini; la linea di movimento terrestre e bensi naturale dali' Adriatico alle sponde del Danubio, ma allro capo di questa via pud darsi che non Trieste, alla quale le pendici delle Alpi Giulie portano ostacolo, piuttosto che aprano il varco alle strade di terra. II territorio di Trieste non pud alimentare citta che sia maggiore di sei mila abi-tanti; tutto il di piu e dovulo alle condizioni mercantili, e le condizioni mercantili dipendono dal saggio usare di altre; la saggezza usata e manifestata dalla prosperita materiale crescente o calante. II mantenere questa citta come emporio mercantile delle provincie cisdanubiane, il desiderarlo emporio del centro di Europa. e debito di amore a questa terra, al quale ogni altro e secondario, 6 debito che non puo essere sentito che da quelli i quali oltre alla conoscenza delle nostre condizioni, vi sono attaccati per interessi tali da non potersi trasportare altrove, fosse anche soltanto dali' amore di questo suolo, perche su questo abbiamo veduto la prima luce, dato il primo suono; questo sentimento e proprio anche ai bruti. Nazione e voce che ha doppio significato; essa esprime famiglia della stessa lingua, della stessa razza; essa esprime grande famiglia politica; ma i due signifi-cati non devono essere confusi. La Boemia, la Moravia non sono membri della confederazione Germani^, della , nazione alemanna politica, di quello che altri stati; pure la Boemia, la Moravia non cessano di appartenere alla nazione slava. I Tedeschi del Baltico, i Tedeschi del re-gno proprio di Prussia, non appartengono alla nazione politica alemanna, ma sono eminentemente tedeschi per lingua, per genere, per civilta. Gli Arabi deli' Algeria sono della grande famiglia politica francese, ma non della nazione francese. Non e tolto che una provincia, una citta abbini in se le due diverse nazionalita, la politica, la genetica; e come la nazionalita politica non porta con se la necessita della rinunzia alla nazionalita genetica, cosi que-sta seconda non porta obbligo di rinunziare alla prima: 1' una e 1' altra possono benissimo stare insieme. Gli em-pori, le grandi citta hanno sempre accolto nel proprio seno popolo di piu nazioni; il popolo fu nonostante un solo nel suo complesso formante un corpo sociale; pure le singole genti componenti questo corpo conservarono la propria nazionalita per .lungo ordine di generazioni, senza che il benessere comune patisse detrimento, anzi con mutuo vantaggio, perche le relazioni di nazione gio-varono ad avviare o consolidare relazione di affari. La nazionalita genetica e sacra a tutti, non meno che la religione; il toccarla, lo struggerla in qualunque modo che non sia spontaneo e cosa incomportabile, e che spin-ge I' uomo a reagire; oggidi piu che mai essa deve ve-' nire rispettata, e quella liberta che noi sentiamo dovuta alle religioni, quella stessa liberta deve essere lasciata alle nazioni che vivono in Trieste. Nella quale cittsi gli interessi mercantili essendo la condizione senza la quale non vi e ossibilita di vita, e grandemente a desiderarsi che il desiderio di far prevalere altre condizioni, non porti efFetto di indebolire la nostra esistenza e di di-struggerla. Ai miei amici istriani, Dacche incomincia in si splendido modo ad aver compimento una gran parte dei nostri desideri, delle nostre speranze; dacche uno dei nostri grandi bisogni vien soddisfatto; dacche ci e conceduta la tanto desiderata liberta di manifestare apertamente i nostri pensieri, perche dovrei io rispondere o scrivere ad uno ad uno ed in via privata? Perche non dovrei piuttosto valermi della stampa periodica onde parteciparvi le mie gioie, onde confondere in uno le gioie comuni?— Oh! si, parliamo e parliamoci al cospetto del pubblico; esso ha diritto di aseoltare i nostri diseorsi; noi abbiamo dovere di far-glieli udire. — Sia questo il migliore ringraziamento alla concessione sovrana: sia cosi inaugurata la nuova 6ra tra noi: sia cosi dimostrato che siamo degni delle ac-cordate, e meritevoli delle promesse riforme. — E io scelgo in oggi a tal uopo questo giornale perche parmi che portando esso il nome della provincia, sia debito sacro che non si occupi del solo passato, ma che vi accoppi il presente, che unisca e confonda sulle sue pa-gine cose gia inseparabili e nel cuore deli'uomo e nella storia dei popoli: il passato, il presente e il futuro; le memorie, i fatti e le speranze. Oh! si, si, se dee portare il nome della provincia nostra, divenga esso il punto d' unione dei cuori istriani e la palestra delle patrie in-telligenze; divenga il campo nel quale sieno a diseutersi con dignitosa e forte parola gl' interessi della patria comune; divenga il mezzo pel quale sieno francamente, continuamente, direttamente manifestati al Governo i nostri desideri, i nostri bisogni. — Io incomincio col manifestare le gioie. Gia da qualche giorno era corsa in Albona la nuova degli avveriimenti di Vienna, e si pronunziava con desiderio e speranza, ma non senza incertezze, la voce Costituzione, quando la mattina dei 20 di buonissima ora ne giunse col Manifesto a stampa la notizia uffiziale. — Sarebbe inutile il dirvi che in un attimo, e come per virtu elettrica se ne diffuse la nuova e che per tutto quel giorno e fino a notte inoltrata e i cittadini tutti, e molti contadini accorsi dalle vicine campagne manifesta-rono la loro gioia e la loro esultanza in ogni modo pos-sibile.— Vita Ferdinando I! Viva la Costituzione! erano il grido universale e concorde, erano il saluto fraterno, erano la parola del giorno! La coccarda coi colori nazionali era sul cappello, o sul petto di tutti, la gioia era su tutti i volti dipinta,e in quella gioia, in quel movimento insolito, generale, concorde, spontaneo era facile a leggere un troppo re-presso desiderio adempito, un grande bisogno soddisfatto, una a lungo eoltivata speranza divenuta certezza. =: Suonarono a festa i bronzi saeri, scoppiarono i morta-retti, si canto una Messa solenne in rendimento di gra-zie ali'Altissimo; e dopo la Messa, 1'Inno Ambrosiano e 1' Inno a Ferdinando; fecersi al popolo poveretto distri-buzioni di pane e di vino; s' illuminarono a sera tutte 1 le čase, fu data una testirale rappresentazione dai Dilet-tanti con ingresso franco, ed oflerte spontanee a benefi-cio dei poveri, e nel teatrino stesso si canto una Can-j zone popolare contenente parole di lode all'Ottimo Prin-! cipe, di fratellanza, d' amore, d' eecitamento ai cittadini concordi. E durante la giornata tre altri poetici com-ponimenti furono distribuiti ed affissi, nei quali in vario modo sono espressi e ripetuli i rendimenti di grazie aH'Altissimo, e le lodi al Magnanimo Principe, commiste a qualche lagrima sui martiri di Vienna, a qualche parola di dolore, a qualche accento d' ira contro i codardi e malvagi che tentarono di ritardare con male arti 1' era novella. La Festa e stata chiusa con un banchetto che ci piacque intitolare Costituzionale, al quale presero parte tutti i pubblici funzionari e molti Cittadini senza distin-zione d' ordini o di eta. E la come polete ben credere si rinnovarono, s' iterarono, si moltiplicarono i viva al Principe, alla Costituzione, alla Patria ecc. ecc. Oh! ma ripetiamo amici e fratelli miei, ripetiamo anche noi ad altissima voce e al cospetto del pubblico i viva e gli auguri che sono ormai sulle labbra e nel cuore di tutti. Evviva Ferdinando I Imperatore dell'Austria Costituzionale! Evviva la sua Augusta ConsortefjEvvivano i, membri tutti della Imperiale Famiglia che nella abbon-danza del loro cuore trovarono forza sufficiente per vin-cere gli ostacoli che loro si volevano opporre! Evviva Pio IX I' inauguratore della nuova čra europea, il Pontefice liberale, il Combattitore degli antichi pregiudizi, il Trionfatore dei nemici della veritEi e della giustizia, 1'uomo di Dio, il vero vicario di Cristo! Evvivano le Costituzioni tutte! Evvivano tutti i Principi riformatori! Evvivano tutti i popoli generosi! Evviva la nuova fratellanza delle nazioni »uggellata col sangue! Onore ai grandi agitatori del pensiero, agli scrittori sommi d' ogni lingua che apparecchiarono i popoli alla nuova era di fratellanza e di gloria! Onore e gloria immortale ai generosi, ai magnanimi che la procurarono ai popoli presenti e futuri a prezzo della loro vita, del loro sangue. — Viva Ferdinando I! Viva la Costituzione! Albona 21 maržo 1848. Tomaso Luciani. Cronaca monicipale. Ci proponiamo di dare una cronaca dei movimenti del governo municipale, e pensiamo poter soddisfare al proponimento con tanta maggior conoscenza, quantoche speriamo pubbliche le sedute del Consiglio Municipale; instituzione assai liberale accordata con legge Sovrana del 1838. Gli avvenimenti che si succedono repentinamente non permettono che in questa settimana si enumerino ne molti, ne tutti; ma siccome appartengono questi alla storia dei tempi, dobbiamo diferire di parlarne fino che si abbia agio di raccoglierli e freddezza di giudicarli. II di 17 cominciava 1' arruolamento volontario della guardia cittadina per cura deli'i. r. Magistrato politico nella Sala del Consiglio Municipale convertita a cid. La guardia assumeva tosto il nome di Guardia Nazionale. Lo stesso giorno il corpo degli officiali della Guar-dia Civica. creata con legge Sovrana deli' anno 1836, offeriva ali' i. r. Magistrato politico gli offici suoi, pronta a continuare come 1' obbligo le imponeva il servigio prestato in sussidio alPi.r. Militare per le pattuglie fino a pochi giorni in precedenza; le ofTerta venivano aggra-dite come quelle di altri Cittadini volenterosi. La Guar-dia Civica fraternizza colla Nazionale, dalla quale non variava che di nome, dacche ambedue sono di indole medesima, reorutato il battaglione della prima fra i Cittadini possidenti della campagna, scelti gli officiali per 10 maggior numero fra i possidenti di citta; recrutata la seconda fra i Cittadini urbani. La stessa sora nel palco imperiale il Comandante della Civica e 1'Auditore inchi-nano insieme a due militi della Nazionale al Governatore nel palco imperiale, ed il Governatore presenta i nazionali al pubblico che li saluta con applausi. 18 Maržo. Proclamazione della Costituzione dal verone della Sala del Consiglio Municipale fatta da S. E. il Sig. Algravio de Salm Governatore; assistito da Mons. Vescovo, dali'i. r. Magistrato e dal Consiglio Municipale. II Consiglio Municipale si raduna a seduta propria senza intervento deli' i. r. Magistrato, delibera di dare pubblicita alle sue discussioni, e di chiedere che le ele-zioni dei Consiglieri Municipali sieno fatte dal popolo anzi che dal Consiglio medesimo; porta dinanzi a S. E. 11 Governatore rappresentante di S. M. Imperiale le sue gioie per vedere proclamate con atto generale per lo stato, quelle liberta civili che erano suo desiderio. (Av-venimenti posteriori rendono superfluo lo stampare ora i discorsi tenuti in questo giorno). 19 delto. Rendimento di grazie a Dio per la Costituzione della monarchia. L' i. r. Magistrato inter-viene col Consiglio municipale. La Nazionale guarda la navata, 6 schierata sul piazzale- L' officialita della Civica assiste alla funzione. La Civica invia la propria banda che accompagna la Nazionale nel ritorno in citta. Gli officiali della Civica accompagnano per onorarlo il corpo militare nazionale. II vescovo benedice la Nazionale dal verone della Sala del Consiglio Municipale. 20 detto. La Nazionale provvisoriamente costituita e nei suoi capi provvisori radunata al Magistrato. Si co-noscono pubblicamente i capi Giulio Cav. Grassi, Comandante. Bassi Carlo. Borghetti Antonio. Gazzoletti D.r Antonio. Mauroner D.r Alessandro. de Manziarly Milziade. Morpurgo Salomone, de Ritter Giorgio. Rittmeyer Carlo. Ruttherford Tomaso. Scandella Pietro. de Valentinis Edoardo. Sino dal primo mattino cominciano le rinuncie in-dividuali dei Consiglieri municipali. II Capitano della Guardia Civica G. Buscheck e pro-mosso al rango di Maggiore, Comandante della guardia. II Maggiore Comandante della Civica, gli Officiali tutti si ascrivono alla Nazionale senza rinunciare al carico della Civica, al cui servigio intendono nello stesso giorno per esigenze straordinarie. Si spargono voci allarmanti e di minaccie, la Nazionale e in arme tutta la notte, che passa tranquillissi-ma. La popolazione viene custodita dal Militare e dalla Nazionale. Verso la sera il Preside del Consiglio Municipale, considerando sciolto 1' attuale Corpo Municipale chiede alla Presidenza deli' i. r. Magistrato, la elezione di altro Consiglio eletto dal popolo. 22 detto. Un proclama del Magistrato che si in-titola — II Magistrato Civico — indiretto — ai Cittadini di Trieste — annuncia sciolto il Consiglio per le rinunzie dei membri, annunzia che il Magistrato provve-dera interinalmente ali'esigenze del servigio e dell'j4»t-ministrazione Municipale; e coll' assistenza di Cittadini tratti dalle varie classi principali della popolazione, alla formazione della Rappresentanza Municipale secondo il voto dei Cittadini, in via provvisoria e fino a che i su-premi poteri costituzionali emanino le leggi di organiz-zazione stabile dei Comufii. II quale proclama e memorabile pel titolo Semplice di Magistrato Civico, adottato in luogo di i. r. Magistrato politico economico finora adoperato e per la qua-lificazione di Cittadini la quale non puo essere intesa in altro senso fuor di quello deli' unica legge municipale, dimenticata bensi, ma vigente. Noti che sieno questi Cittadini chiamati ad assistere il Magistrato Civico, daremo i nomi, patria e qualita, siccome la daremo dei Consiglieri Municipali che ver-ranno eletti. La convocazione di altro Consiglio Municipale e cosa di urgenza, perche il Consiglio non sol-tanto provvede alle cose di comune per 1'amministrazio-ne virtuale, ma ha altresi 1' amministrazione materiale del Monte Civico - Commerciale, ed il Consiglio puo essere chiamato a prendere parte ali' opera costituzionale. Nei Consiglieri Municipali sono riposti le sorti di questa pa-patria, non le presenti soltanto, ma altresi le future, per cui preghiamo Dio che alle qualita di persone di vita inte-gra, e di buona fama, uniscano conoscenza delle condizioni di Trieste ed amore a questa patria. 23 detto. Gravissimo pericolo minaccia la tran-quillita pubblica, la Nazionale esce repentinamente rau-nata, e mantiene con mirabile opera la tranquillita II Governatore, il Comandante vengono salutati con giu-bilo visti che furono in mezzo al popolo. 24 detto. La citta e tranquilla. Viene convocato il popolo per la elezione di una Commissione municipale per> provvedere ali' amministrazione, e preparare la formazione provvisoria della Mu-nicipalita.