Esce trna volta per settimana il Sabbato. — Prezzo anticipato (Tabbonamento amnii fiorini S. Semestre in proporzione.— L'abbonamento non va pagato ad altri che alla Redazione. i\sckizio\e a.vticl. II sig. Valentino Wassermann di Pola nel maržo di quest'anno ebbe a scoprire nelle prossimila di Leme, pietra sospetta, che tolta dalla macerie e pulita a sua di-ligenza si manifesto per pietra scritta. II sig.Rismondo di Rovigno (Matteo come crediamo) ricuperatala, a tutto suo dispendio la faceva trasportare nel Museo Polense di antichita. Le quali cose accenniamo qui, per far noto il luogo di scoperta, e per rendere grazie a quelli che ricuperandola, hanno mostrato 1'amore loro alle memo-rie di provincia, che veramente puo dirsi classica, e che schiarite che abbia aneor poehe lacune, puo mostrare i materiali di sua storia si abbondanti in ogni genere, da due secoli prima deli' era eristiana fino a' tempi nostri, che ben poehe altre provincie possono vantarsi di al-trettanto. E necessario aneor tempo fino a che tutti i singoli monumenti vengano purgati dalla polvere che li annebbiava; ma quando cio sia fatto, e la pazienza degli investigatori non pieghi alla fatica, ed alle derisioni del volgo sorgera spontaneo qualehe intelletto che coi segni e le parole della lingua scritta, manifesti quei fatti che i monumenti attestano con segni non da tutti com-presi, e nei monumenti trovi testimonianza di quelle vi-cende che i racconti spesso travisano, o non compren-dono. Piccola pietra e quella rinvenuta, di poco mo-mento, pure con granelli di sabbia, con ischeggie riQu-tati si compongono muraglie, con questi edifizi, nei quali P impronla del bello non e deturpata dalle scheggie, dai quali viene decoro ed onore alla famiglia che seppe volerli. t • Ami T • L CALLIO V • S • L • M. Diremo della leggenda, che dessa ricordava un voto sciolto da persona aifrancata a divinita, il nome della quale manca per rottura di pietra. Forse fu divinita romana, forse fu divinita celtica, delle quali abbiamo esempi in ICA EIA — BLAVDIA — forse fu divinita affatto locale, siccome e della Bora menzionata in lapida Polense. Memorabile e la persona che sciolse il voto, la quale in condirione servile della gente Annia od Anneia Cehe il marmo e imperfetto) conservo dopo aifrancata il nomo di CALLIO, che riteniamo celtico, e significante qualcosa di bianco. In lapida ora esistente in Buje si ha un C. VALERIVS • C • F CALLVS; il nome di CALLA di donna fu letto in pietra trovatasi nel 1843 in Pomiano di Capodistria, ora perduta; CALVS in medico di Pola che verosimilmente fu schiavo. Ai quali nomi di persona concordano i nomi di luoghi, Calisedo nei cui dintorni venne appunto trovata la pietra, Callum presso Albona, della quale in antica carta si dice, che i latini chiamavano Curte Alba; Calliniana o Gallignana, che vedemmo in pitture di tempi tardi distinta per colore bianco, che tro-viamo detta anehe Gallenach, e Galliana. Testimonianze queste che vanno ad accrescere le tante sulla presenza di antichi Celti nell' Istria interna, i quali durarono per secoli dopo i tempi romani. La lapida trovata in Leme, sarebbe in vero su terra, che tennero i Celti. alcijni podesta" veneti di rovig11io, Ed alcune memorie patrie contemporanee. RIEMPITURA dei precedenii millesimi. 1439. (Alla memoria sotto questo millesimo aggiungasi tra Evangelista ed ormaž) f4ta da mons. Domenico vescovo di Pola in luogo e con autorita di mons. Angelo vescovo di Parenzo; chiesetta. 1442. Pretendesi che giungesse in Rovigno a quest' e-poca S. Giovanni di Capistrano, e che sulle istanze del popolo avesse fondato nell' Ospizio dei monaci Beneaettini sullo scoglio di S. Andrea, che apparte-neva ali'Abbazia di S. Maria di Ravenna, il Convento dei pp. mm. di S. Francesco, al cui Ordine egli apparteneva, dilatando eolle largizioni il locale e la chiesa. D' allora i pp. oo. di S. Andrea in rico-gnizione deli'antico dominio, mandavano un annuo tributo di cera ali' Abbazia di S. Maria di Ravenna. Si črede eziandio, che lo stesso S. Giovanni fosse stato il primo Guardiano di quel Convento, d'onde poi se ne partisse per recarsi in Ungheria conmis-sione del sommo Pontefice a promuovere Pimpresa generale dei eristiani contro i turchi. Cessd questo convento sotto il governo francese, essendo stati quei padri uniti ai religiosi di S. Anna in Capodistria. Lo scoglio poi fu incamerato, ed e ora di privata ragione. 1451. Lorenzo Zorzi. Non avendo voluto questo Podesta acconsentire con alcuni cittadini alla colla-zione del canonicato del prete Andrea da Parenzo, perche intendevasi di conferirlo ad altro sacerdote contro 1' onore e la giurisdizione del diocesano; Francesco Foscari con ducale 1. maržo gli coman-dava, che non si manomettesse nell'affar della sud-detta collazione come in nessun' altra cosa spet-tante alla giurisdizione episcopale, e di consuetudine ecclesiastica. 1483. Zanolo Calbo. 4531. 32. Leonardo Malipiero. 13 dicemb. 1531. Due atti di fideiussione di Duc. 50 giusta la forma legale; 1'uno per il notariato del prete Cristoforo Cattena, e 1'altro per quello del canonico Giovanni Malusžl. 1540. 41. Znane Delfin. 1541. Giacomo Gisi. Per Terminazione di questo podesta 21 maržo fu ammesso nel numero dei notai di Rovigno dietro di lui istanza Giov. Matteo Bonazza, gia notaio de auctoritate imperiali mediante lo spett. Sig. Pietro nobile Petronio di Capodistria in forza di privilegio concesso al di lui padre da sua Imp. Maesta. 1563. (Alla memoria sotto questo millesimo aggiungasi) Fu pošto questo millesimo sull' architrave deli' arco toscano della torre in citta a ricordo forse d'in-grandimento della torre medesima. (V. i miei cenni sopra Rovigno ai N. di questo Foglio 39-40 del 1849, i quali su questo punto rettifiehero a suo tempo). Esisteva un' altra torre in campagna e sopra un monte di romano lavoro, della quale tuttora sussi-stono alcuni pezzi di mura. Le sue alle muraglie, quantunque da piti d' un lato diroccate aneora nel 1781 (da una memoria di quell'epoca traggo le presenti nozioni) si scorgevano dai naviganti verso 1'Istria assai da Iontano. Anticamente il Consiglio dei Cittadini eleggeva una persona per la custodia della torre medesima. Fosse pur stata conservata una tale usanza per conservare appunto un' opera ineritevole di riguardo per la sua antichita, che il tempo e molto piti la mano di gente spensierata non avrebbero eolle ruine e coi sassi per passatem-po introdotti occupato e sepolto P ingresso che con-duceva nel luoghi sotterranei del monte. Ora quella rimanenza di torre fin dal 1839 e di privata ragione, perche da cui spettavasi non s' impedi la perturba-zione del possesso, ed il comune fu contro ogni buon senso obbligato a battere la via civile, nella quale soccombette. A' piedi del monte vi 6 una chiesetta con Ioggia, dedicata alla Visitazione di Maria Vergine, ossia la Madonna della Torre, che prese come il monte il nome dalla torre medesima. La Ioggia fu rislaurata nel 1772, e Ia chiesa era mantenuta da una scuola la piti ricca di tutte, tranne quella della B. V. di Pietž, la quale nel 1782 dono alla Collegiata le due bellissime pillele di marmo bianco per 1' acqua santa, con le statue nel mezzo di S. Giorgio e di S. Eu-femia, che costarono due mila lire in moneta veneta, e che furono poste in opera alla porta maggiore, come si veggono, il giorno 29 nov. di queli'anno. 1578. .... Considerando il benefizio che ne sarebbe seguito alla citta di Venezia dalla eoltivazione non solo di tutta 1'Istria, ma particolarmente del territorio di Pola, il Senato decretava ai 20 nov.bre che fossero osservate a favore di Francesco Calergi nobile famagostano, autor di quella impresa e capo di 50 famiglie cipriotte e di altrettante napoletane con pari numero di lavoratori malvasioti, le relative anteriori deliberazioni in proposito, abilitando quei poveri emigrali di ridurre a eoltura nel termine di cinque anni i terreni deli' Istria, che loro venissero concessi da un Proveditore, che andavasi per la prima volta ad instituire in provincia, in quella quan-tita bastante alle forze di ciascuno, e di altri abitanti in seguito, affinehe con facilita si avesse po-tuto appunto ridurre a eoltura quella maggior quan-tita era possibile. 1592. 93. (Stante seguito sbaglio, rettifico il punto in proposito del nocchio'). Fu arrendato ai 16 maržo Jei suddetto anno 1593 il dazio dei due Torchi comunali delle olive, deno-minati Vecchio e Nuovo, eolle condizioni che il Dazier non avesse del nocchio (sansa) utile d i sorta alcuna, ma che quanto sopravanzasse al bisogno della caldaja, ed a quel che ognuno era in liberta di prendere per suo uso, e non per vendere, pas-sasse a benefizio del comune. (In seguito come nel precedente sino a Ciocche; indi). Del resto sarebbe molto opportuno nelle strettezze in cui versa ora il comune la riattivazione col nuovo statuto quando che sia della suddetta legge 16 maržo 1593 modi-ficandola perd che, soddisfatto al bisogno della caldaja, potesse soltanto il proprietario servirsene del nocchio unicamente per suo uso e non per commercio: il rimanente al comune. II proveditore generale in golfo Almord Tiepolo, dietro reclamo del P. guardiano del monastero di S. Andrea, datava dalla sua galera in Arbe Ii 17 giugno 1593, che per Pavvenire nessuno piu si az-zardasse di pescar nelle valli e pesehiere della giurisdizione di quel monastero, sotto pena di bando o di galera ad arbitrio di esso proveditore. 1597. Girolamo Zane. II senato veneto con ducale 30 agosto accordava al comune D.ti 300 della signoria, per lo rifacimento delle muraglie di questa Terra, ed armi e provigioni, onde potersi difendere dalle insolenze degli Uscochi; obbligato il Comune pero di dare al pubblico Monicioner D.ti 24 ali'anno per la buona tenuta delle armi. ([Continuazione 1605.....Nell' oratorio dedicato alla Madonna dei selle dolori istituivasi in quest'anno la confra-ternita di iS. Filippo Neri, sancita li 14 maggio dal diocesano mons. Lippomano, ed e aggregata all'Ar-ciconfraternita della Madonna del pianto in Roma. Questo luogo, ch' e di jus palronalo del vescovo, viene uffiziato dai confratelli in un al proprio cap-pellano, ed ha molte e varie indulgenze, e 1' altar privilegiato fin dali'anno 1780. Del resto 1'istitu-zione della confraternita seguiva ad oggetto di pro-muovere l' istruzione religiosa, e con obbligo del-1'insegnamento in unione al clero della dottrina eristiana. Peraltro essendo anche questa confrater- nita snervata per la sua vecchiezza in modo, che 1' attuale veseovo dovette con decreto 23 ottobre 1843 N. 766 richiamarla ali'adempimento de'suoi obblighi, dovrebbe alfin soggiacere alla sorte delle altre che furono insieme a questa soppresse ancora dal governo francese. 1612.....La confraternita di S. Francesco d'As- sisi fu in quest'anno ai 6 gennaio eretta in Rovigno, confermata da mons. Tritonio vesc. di Parenzo li 26 susseguente febbraio, ed aggregata alla pia e venerabile arciconfraternita delle sacre stimate di S. Francesco di Roma li 7 aprile 1656. Stante Ia primitiva sua poverta fu esentata nel 1688 dalle contribuzioni ai propri precettore e serivano. Main seguito pote avere e proprie sepolture in chiesa e fuori, e propri sulTragi, e costruire nel 1779 bellis-simo altare di marmo nel Duomo con lodevole pala del Serafico, e mantener decorosamente il culto nella chiesa di S. Tomaso ap. dopo che da quella di S. Giuseppe perche piccola si trasportd in questa, che alla stessa dietro istanza delle due confrater-nite, cioe di S. Francesco e di S. Tomaso, che in allora era quasi estinta, venne conceduta in jus pa-tronato, e queste abbinate e ridotte in una sola sotto i nomi dei due santi con Terminazione della carica di Capodistria 9 maržo 1777. Ouesta confraternita, nurnerosissima una volta, di castigate discipline, di edificazione nelle processioni, nelle quali dispiegava i simboli della passione di Cristo, la piu importante ed esemplare, dopo la soppressione ando sensibilmente stremandosi e de-cadendo dallo scopo di sua instituzione per modo, che ora puo dirsi veramente estinta a fronte che si sforza di sostenersi, sempre pero abusivamente, senza scopo od importanza. 1619. Cesare Balbi. Onde toglier 1' abuso notabilissimo dei Fondacchieri, che non osservavano alcun ordine nel dispensar le ricevute farine, confondendo li eolti per modo, che ve n'erano piu a mano, e cio per non render conto di eolto in eolto, convertendo quel ' danaro in uso particolare proibiva sotto pene severe con terminazione 22 ottobre di non piu confon-dere i eolli, dovendo proceder questi con ordine in guisa, che finitone uno fosse portato subito il danaro nello serigno sotto chiave. Per impedire qualunque pregiudizio, che dal ma-v neggio del danaro di un anno poteva derivare al comune, il general da mar Francesco Erizzo decre-tava li 27 nov., che 1' elezione del Fondacchiere fosse per sei mesi solamente, spirati i quali con rendi-conto, non potess'egli per modo alcuno ri-tornar nel detto off.o prima d' un anno. 1622. Giacomo Barbaro. Volendo consolare questi poveri abilanti di necessario sovvegno al vitto loro, com' e 1' olio, ordind con Terminazione del 21 nov., che fossero levati ogni anno daila florida cassa fon-daco D.ti 300 per essere impiegati in acquisto di olio terriere e forastiere a comodo e sovvegno ap-punto della classe povera della popolazione. II capitano di Raspo giudicejlelegato, sentitoil comune di Parenzo e queIIo di Rovigno e i loro di-fensori, litiganti per P acque del porto di Orsara e le seguenti sino a Femina morta, veduto il sito contenzioso, tutte le scritture presentate dali'una e dali'altra parte; invocato il nome di Dio, senten-ziava il 10 maržo, essere le suddette acque di ragione del Comun di Parenzo. 1630.....Peste in Rovigno nella famiglia di A- quilante Greco, composta di piu di cinque persone, tutte morte di quel male, per il che fu ordinata ai 24 novembre di quell'anno Paccensione in per-petuo della lampada innanzi 1' altare di S. Rocco in questo Duomo. 1636. Alvise Zane. 1643. Francesco Marin. Avendo osservato che nel girar la scrittura dei pagamenti di debitori di danari a questo comune accadevano molte confusioni e molti inconvenienti, mentre Io stesso danaro era dispen-sato da piu persone senza passar per cassa del Camerlingo, la Carica di Capodistria in visita a Rovigno comandava con terminazione deil4giugno, pubblicata nel vescovato, che per 1' avvenire tutti i dazieri e gli altri debitori di qualunque materia do-vevano fare i pagamenti soltanto a mani del camerlingo del comune, il quale non poteva contar danaro, nč fare alcun esborso se non con bollettale-vata dal cancelliere dello stesso comune, sottoscritta dal podesta, e da uno almeno dei giudici o sindaci, sotto pena a trasgressori di D.ti 25 a ciascuno, e per ciascuna volta. Avendo Domenico di Vescovi, Vendrame, Sponza, ed Andrea Pešce giudici, e Marco Cadenazzo sin-daco del Comune, scoperto, che Ia carica di Cancelliere dello stesso comune non poteva essere eser-citata da una sola persona, perche obbligata a tutte le funzioni del comune, del fondaco, e della sacristia di S. Eufemia, con grave pregiudizio le piu volte si del pubblico come del privato, essendoche trovavasi nello stesso tempo occupata a girar partite deli' u-na e deli'altra ragione, per il che spesso non po-teva assistere alla pesa dei frumenti che di continuo si mandavano a molino, e delle farine che ritorna-vano, beneh' era questa la maggior sua incombenza, e cosi ritardavasi la spedizione delle barche, restan-do per tal modo di frequente il fondaco senza farine a danno della numerosa popolazione, che di continuo si accresceva proposero a perpetua memoria nel giorno 6 settembre la parte in consiglio, dal quale fu adottata, che per P avvenire, principiando col prossimo ottobre, fossero eletti due individui, P uno con titolo di cancelliere del comun per le funzioni a queilo inerenti, custodia dei protocolli dei notaj passati, e per estendere le fedi di Sanita, col consueto salario di 1. 434 de piccoli ali'anno, oltre gli utili incerti, obbligato eziandio al servigio gra-tuito della sacristia di S. Eufemia; al qual carico pero potess' essere elelto chiunque, anehe non cittadino, purche fosse pubblico notajo, 1' altro con titolo di Quaderniere (ragionato) per girar le partite del fondaco, pesar fruraenti e farine che andavano e venivano dal molino, estraer li debitori e i libretti alfabetati dei suddetti generi, che annualmente so-levansi dispensare a comodo dei vicini; ed i terra-tici ancora, e fare qualunque altra bisogna del fondaco stesso, col solito salario di 1. 310 aH' anno, oltre ogni altro utile straordinario; il qual pošto perd potess' essere occupato anche da chi non fosse cittadino, ne notajo, purche persona sufficiente, il loro incarico duraturo un anno, ne rieleggibili al-l'uno o ali'altro che dopo un anno, esclusa la pa-rentela fino al terzo grado e Ia stessa famiglia tra il cancelliere, il sindaco, ed il camerlingo, come pure tra i Fondacchieri ed il Quaderniere. 1645. Giov. Paolo Balbi. Avendo la carica di Capodistria in visita nella revisione dei libri del fondaco e del comune riconosciuto correr alcuni abusi ed incon-venienti nella cassa del fondaco medesimo, che veniva tenuta nelle čase dei particolari, ordinava li 23 maggio, cho Ia detta cassa per 1'avvenire fosse ri-posta nel palazzo pretorio nella camera delle udienze, con tre chiavi, da tenersi una dal podesta, 1'altra da un giudice, e Ia terza dal fondacchiere. Onde ripararef agl' inconvenienti che potevano de-rivare dali' uso che aveano i notaj di ritenere presso di loro lungamente, ed eziandio dopo la morte dei testatori le disposizioni di ultima volonta, la carica di Capodistria comandava con terminazione 24 maggio che i notai per l'avvenire dovessero riponere i testamenti iinmediatamente nella cancellaria del comune in una cassa apposita, e cio alla presenza di due giudici, cadaun dei quali ne tenesse una chiave, e la terza il cancelliere, in pena ai contralfacenti della privazione del loro ministero, e di essere i-noltre processati criminalmente. Per riparare a varii disordini ed inconvenienti nel maneggio del danaro e nell'esercizio di altri inte-ressi di queste scuole e confraternite, ordinava il Podesta con terminazione 11 novembre, che i Ga-staldi, finita la carica, dovessero render conto della loro amministrazione ai successori in presenza di esso lui: che annualmente si procedesse alla elezione dei medesimi, i quali non potessero durare in carica che un anno, che alcuno non potesse essere ballottato prima deli'eta di venti anni, e che dal ballottare fossero esclusi quei che non fossero giunti ai sedici anni, sotto comminatoria ai contralfacenti di prestabilite pene pecuniarie. 1647......La carica di Capodistria in sinda- cato a Rovigno proibiva li 26 maržo ai fondacchieri di piu somministrare frumenti e farine ai debitori del fondaco, onde non difficultare la soddisfazionc coll' aggregaro debito a debito, sotto pene pecunia- rie, o di pagare inoltre col proprio la reintegrazi one del debito. Come pure nel giorno susseguente proibivalllper sempre agli stessi di dar danari a prestito a chisi-sia sotto qual si voglia pretesto, in pena della re-integrazione, e di D.ti 100; ed ordinava, che que-sti abitanti non fossero aggravati della pena di nes-sun interesse per la prorogazione concessa al paga-mento delle ricevute farine, in vista della loro poverta e miseria; che i frumenti fossero consegnati con quell' ordine istesso ch' erano comperati, cioe se a peso od a inisura, e che dei comperati a peso dovessero tener una chiave i presidenti del fondaco. 1650.....Intorno a quest'epoca da mons. To~ masini vescovo di Cittanova fu trovata in Rovigno una delle due lapidi di due tempii, dedicati 1' uno alla Fortuna, e 1'altro ali 'Istria. (V. i miei cenni sopra Rovigno ai N. di questo Foglio 39-40 del 1849). 1651.....Stante diversi disordini nell* elezione del predicatore per la quaresima, dietro istanza dei giudici e sindaco, l'inquisitore Girolamo Bragadin con terminazione 28 maggio precettava il modo da tenersi in proposito per l'avvenire, cioe che i suddetti giudici ed il podesta nella prima riunione del con-siglio dopo le feste di Pasqua dovessero proporre uno o piu predicatori per la susseguente quaresima abbracciando quello che avesse riportato piu voti. 1654. Nicold Bembo. Per aver li fratelli Francesco e Domenico Costantini, e nipote figlio del fu Zuane loro fratello, riparato al fallimento di questo comune col-Passumersi il pagamento di tutti i debiti dello stesso, verso Passegnazione del dazio del vinojilcon-siglio municipale, considerata cosi benefica oblazione come sollievo e ristaurazione totale del comune m< desimo, adotto la suddetta parte 2 luglio, aggri-gando in aggiunta per dovuta ricognizione i suddetti tre individui e loro discendenti al numero dei cittadini, con tutti i privilegi ed immuuita goduti da cadaun del consiglio medesimo. Ia quest'anno comincio la fabbrica del campanile. V. il suddetto foglio ai miei cenni sopra la chiesa). (Continua ). ERRATA-CORRIGE Pag. 285, col. 2.da, linea 21 in luogo di Frommen, leggi: frsmmenti.