f ANNO XXIII. Capodistria, 16 Ottobre 1889. N. 20 LA PROVINO DELL'ISTRIA Esce il 1° ed il 1G d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per nn anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Ognuno a, cstsa- sua (Continuazione vedi numero G e seg.) Gli altri artisti. 4. Di Andrea Antico omettiamo il cenno recatoci dal K. perchè esso non è altro, che la ripetizione della biografia dataci dal nostro buon canonico di Barbana. Infatti è anche 1' unica fonte citata dal K. stesso (Vedi Stancovich, edizione del 1888 pag. 414). In questa recente ristampa però il merito artistico del celebre istriano riesce in parte scemato, a cagione di uno studio del chiaro Albino Zenatti, il quale attribuisce la prima invenzione della stampa in legno delle note musicali ad Ottaviano Petrucci. Resta però inalterata la fama del nostro montonese siccome distinto compositore di musica, e quale uno dei primi privilegiati stampatori del canto figurato. Taluno avrebbe potuto pretendere dal K., che almeno una volta in tante avesse stampato il nome del valente istriano colla corretta ortografia italiana. Ma è abbastanza erculeo lo sforzo eli' egli fa, 1' abnegazione di presentarcelo coll'Anticho ed Antiquo. CT eran tante seduzioni per plasmarci un beli1 Antich (é), da sapergli grado della presente generosità. A prendersi però la sua brava rivincita nazionale, gli si offrì la favorevole occasione portagli dal luogo di origine del musicista, nato a — Matavun — specie di — lana intorta, delle cui brevi insidie si liberò tempo fa il Comune della simpatica Montona con sufficiente prontezza e disinvoltura. 5. Segue Simeone Battistella, architetto, da Ro-vigno. Pure traduzione crobatica dallo Stancovich (ora a pag. 446). 6. Bergant o Vergant Fortunato, pittore, di nascita dal litorale croato od istriano ; vivea alla metà del secolo XVIII nella Croazia e nella Carniola. Nelle sue firme usa il glagolitico, e talora si segna in francese (peint par F. Wergant). Delle conosciute sue pitture, eccellenti per disegno e coloritura, ne sono descritte dieci. Ecco : è il caso di restituire il regalo di questo artista, sino alla prova del contrario ed in omaggio al titolo dei nostri spogli, tanto alla Croazia che al Cragno, dove esistono le sue pitture, al cui merito perciò nulla aggiungiamo, nulla togliamo. È un diniego a priori, ri- Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. tenendosi, fra le altre, che 1' artista, se veramente istriano, e di quei genuini, non si sarebbe mai sognato di firmarsi come fece, quando gli tornava ben più comodo e spontaneo di approfittare del proprio italiano. Circa la generosità, che qui si usò, forse n' è dato di rintracciare il movente primo, eli' è quello di adombrare il "litorale istriano, (in piena colleganza al "croato,) coi terribili caratteri glagolitici della rammentata segnatura. Le marine istriane, propriamente dette, non temono però simili ed anche più pericolosi e gratuiti dubbi. Il nome dell' artista è poi piuttosto lontano dal ricordarci qualche antica, originaria e nota famiglia nostrana, dai dirupi di Duino a quelli del Flanatico. Siamo intesi, e a messer K. tante grazie pel dono da noi respinto, almeno pel momento. Alla larga da certe comunelle di razze diverse ! E. Dr. N. -------- LE FESTE POPOLARI ISTRIANE Chi sul luogo componesse un libro — Feste istriane — come la Renier per T antica Dominante, farebbe opera di buon patriotta, e risponderebbe ad un nostro bisogno. Certo nell' Istria non è a parlare di feste officiali, solenni con grande apparato; ma di semplici feste popolari nelle quali si palesa l'indole della nostra gente, e che saranno state più frequenti un tempo che al giorno d'oggi. Fu un bisogno questo sempre sentito; le feste entravano coi tre effe perfino nel programma del re di Napoli di rimbombante memoria. Rammentare le feste popolari antiche, e conservare il colore locale alle poche che tuttora si usano, ecco il compito dello scrittore e dei reggitori della pubblica cosa. Badino, ho detto feste popolari : con le regate dei canottieri, con le feste ginnastiche ecc. si può dare realmente un grato spettacolo al popolo, ma il popolo vi rimane passivo, o meglio non vi prende parte che limitatamente. Con le feste veramente popolari due scopi si raggiungono oggi: unire le varie classi sociali, togliendo l'antagonismo tra popolani, e i siori; e tenere vivo per mezzo del sentimento municipale 1' altro più largo, nazionale, in opposizione ai conati di parte slava, e ai Tabor rurali. Questi pensieri mi vennero spontanei alla mente leggendo nell' Istria la descrizione della Festa della Brenta a Rovigno; festa veramente tipica, e riuscita in ogni sua parte, ad eccezione del ritorno in carrozza, ritorno un po' volgaruccio, ed in cui si ebbe lo spettacolo comico di due Magnifici che si lasciarono, a questi lumi di luna, trascinare in carrozza come i tenori e le prime donne dai più baldi ammiratori prima del quarantotto. Oh quel prato di Santa Brigida, quel mar, quegli olivi, le rustiche boccalette, la Brenta, i maccheroni rovignesi (miele e mandorle ecc. fritte nell' olio, con molti ecc. ecc. poi) tutto tutto mi fa ressa in mente con un vivo dispiacere di non aver potuto prender parte al divertimento. Di feste così tipiche, come questa di Rovigno, non credo ce ne siano in Istria. Perciò di questa e di tutte le altre, che ancora altrove si usassero, occorre mantenere viva 1' usanza per combattere le fittizie manifestazioni di gioja bacchica dell'elemento straniero. Mi rammento per esempio di avere assistito ad Isola per San Donato alla festa del supplizio dell' oca. Si sopprima la barbarie dell' oca viva ; ma la si conservi morta in forma di cuccagna. E così si faccia in tutte le altre cittadelle, e gli usi vecchi si conservino, per combattere il nuovo, 0 almeno almeno si mandino ai fogli istriani descrizioni delle vecchie feste, affinchè non ne vada perduta la memoria, e se ne possa giovare un qualche scrittore di là da venire per compilare il desiderato libro — Feste istriane. L' argomento è ottimo ; ed io spero che qualche giovane di buona volontà abboccherà all' amo. Invece di romanzi e novelle (ce ne sono già tante) con istile a saltacchioni, o con le passate romanticherie, o le moderne scollacciature, si dedichino 1 giovani ad illustrare il paese, come il Caprin ha fatto coi Nostri Nonni e con le Marine istriane. S'intende che da un libro sulle feste popolari, non si hanno ad escludere le strettameate religiose. Anche di queste si conservi più che possibile inalterata l'usanza: l'astenersi dei siori da tali feste, specie quando il loro intervento è tradizionale, mette in sospetto il popolo anche contro la civiltà rappresentata dalla parte colta, e contro tante cose : m'intendo io nelle mie devozioni. In queste feste religiose poi così è schiettamente meridionale l'entusiasmo, e gli usi così veneti, che il metterle in dileggio è anche offesa di lesa nazionalità. Lasciate al popolo spiegar gonfaloni e reggere barcollando enormi torcie ed aste; sulle bandiere dai vivaci colori, sui ricchi baldacchini splende il sole del mezzodì ; non così vanno i Pope nella sospirata Russia a benedire pel capo d'anno la Neva gelata a Pietroburgo. Tra le feste religiose di Trieste, io triestino ricordo la luminaria splendida, e tutta veueziaua della Madonna del porto sotto il vetusto torrione in Piazza Grande al 15 Agosto. Bella anche la festa per San Servolo a Buje. Ed è nei paesi interni, Bnje, Grisignana, Montona, dove più preme poi mantenere queste feste per imporsi con la magnificenza nostra alla grettezza rurale. Bene adunque fecero i Rovignesi a celebrare la festa della Brenta. Un mirallegro di cuore all' amico Campitelli. Si assicuri che se io fossi stato presente, fino a tirare dinanzi, proprio, proprio non ci sarei arrivato : però, prendendo parte all'entusiasmo comune, e con quel Deus in nobis della Brenta, da buon patriotta avrei anch' io aiutato la baracca dietro il mantice con un' amica spinterella. P. T. --—•——--- UOTIZIE sullo stato della pubblica istruzione in Istria durante il dominio DELLA REPUBBLICA VENETA Al dottor Pietro Madonizza in Capodistria Sfogliando a' passati dì alcune mi© vecchie memorie per dannare al fuoco tutto quello che potrebbe presto divenire inutile ingombro, m' è capitato tra mano un manipoletto di Note relative a Precettori pubblici e a pubbliche scuole in Istria durante il dominio della Repubblica veneta. Coteste Note io le ho compilate or sono parecchi anni per corrispondere a richieste ufficiose della Giunta provinciale dell Istria e a conseguenti incarichi avuti dalla Direzione dell'Archivio di Stato in Venezia. È probabile quindi che quanto v'ha in esse di più sostanziale sia stato utilizzato per qualche Relazione o altro Atto d' ufficio della Giunta stessa, che a tal uopo appunto ne aveva fatto richiesta. Ora conoscendo a prova che molti e importanti elaborati dei pubblici Uffici i giacciono spesso ingiustamente dimenticati e sono per i più lettera morta, e parendomi che portate esse Note a conoscenza del pubblico mediante la stampa, potrebbero tornare di qualche utilità, (dando per lo meno occasione ed impulso a ricerche e studii ulteriori sopra argomento così interessante per la storia della civiltà istriana), ho chiesto e ottenuto il permesso di cederle alla vostra Provincia. Se voi dividete il mio parere, pubblicatele incominciando collo spoglio del carteggio seguito intorno lo stesso argomento, nel secolo scorso, fra i benemeriti Marchesi Girolamo e Giuseppe Gravisi di Capodistria, il Doglioni Lucio di Belluno, e l'illustre Apostolo Zeno. In ogni caso aggradite la mia buona intenzione e credetemi ancora e sempre alle cose patrie ed a voi affezionatissimo Tomaso Luciani Venezia settembre 1889 Precettori pubblici in Capodistria dal 1468 al 1540. Notizie estratte dalle Lettere ili Apostolo Zeno (2. ediz. voi. VI). Dalla lettera n. 1262, diretta al sig. Marchese Giuseppe Gravisi a Capodistria, colla data di Venezia 4 novembre 1747 risulta, ■■— che il M.se Gravisi gli aveva mandato autentiche memorie de'soggetti che hanno insegnato umanità e belle lettere nella nobilissima città di Capodistria dall'anno 1468 sino al 1540. Lo Zeno rispondendo prosegue : „Molti di essi mi sono noti per fama e per opere stampate: fra questi Raffaello Zovenzoni Triestino fu buon Poeta Latino, e de' suoi versi molti ne sono alle stampe, e assai più nei Codici del suo tempo. — Di Francesco Zambeccari Bolognese mi è nota la famiglia, non la persona. — La ricondotta di Cristoforo Muzio e il dolore che si ebbe per la sua morte, danno a conoscere la stima del pubblico, e '1 sapere del personaggio, e a me fanno prova della cagione per cui nel 1514 il figliuolo Girolamo venne qui per terminare i suoi studj sotto altri Maestri. — Di Marcantonio Grineo ho notata qualche cosa, ma il dove non mi sovviene. — Di Palladio Fusco e d' una sua opera istorica, ho parlato in utf Tomo del mio Giornale d'Italia. — Ambrogio Febeo (la Pirano fu Oratore eccellente, e del suo qualche Orazione è alle stampe. — Di Bernardino Donato Veronese, uno de'più dotti uomini del suo tempo, famoso per opere Greche e Latine da lui pubblicate, non si può dire abbastanza. Egli è quello di cui scrive il Bembo e fa istanza a uno de' Riformatori dello Studio di Padova, acciocché fosse chiamato dalla scuola di Capodistria a una Cattedra, come anche seguì, di quella Università. — Tralasciando gli altri finisco in Gio: Giustiniano di Candia, men- tovato con lode nell' Epistole dell'Aretino e presso altri autori, a cagione delle molte sue opere Latine e Italiane, alcune delle quali si veggono registrate nell'Eloquenza Italiana del Fontanini, e da me nelle Annotazioni . . . . La continuazione di questo catalogo di pubblici Maestri mi sarà cara." In altra lettera N. 1272 degli 8 Aprile 1748, diretta allo stesso Marchese Giuseppe Gravisi, lo Zeno dice: — „Dallo Storico Padovano Bernardino Scardeone e dal medesimo Vossio ricavo, che Palladio Fosco, già pubblico Precettore di Umanità in Giustinopoli, morì improvvisamente di apoplessia, leggendo e insegnando in cattedra, riportato in sua casa da' suoi discepoli con le proprie lor braccia. Gli autori non ne citano il tempo, ma dalle memorie, che ella mi ha comunicate, ricavo, che il funesto accidente avvenne nel 1520, poiché nella ricondotta che fu fatta li 24 di Ottobre di Ambrogio Febeo Piranese, si legge ciò farsi oh mortem Excel-lentissimi Viri Domini Palladii Fusci nuper defuncti. Se fosse possibile rinvenire il preciso giorno di tal morte, mi sarebbe carissimo ; come pure il venire in cognizione della Chiesa dove esso Fosco, o sia Negri, fu seppellito, e se con iscrizione, o senza. Mi raccomando alla sua attenzione, e al suo amore, e col maggiore ossequio mi affermo ..." A compimento e illustrazione delle fin qui riportate notizie, giova riprodurre per intiero la lettera 1258 che lo Zeno scrisse da Venezia il dì 31 Agosto 1747, al più lodato Gravisi March. Giuseppe. „Non posso abbastanza significarle il contento, che mi ha recato la notizia da lei avanzatami, che Cristoforo Nuzio padre del nostro Girolamo sia stato eletto e condotto pubblico Maestro di cotesta sua patria con si onorevole assegnamento, per un intero triennio nel 1504. Da questa notizia si vengono a ricavare più cose, che non si sapevano. I. Che il detto Cristoforo, il quale era in Padova nel tempo che gli nacque esso Girolamo era uomo di molte lettere, e che stette lontano dalla patria, sinché vi tornò per l'invito generoso e onorevole, che gli fu fatto. II. Che vi condusse il figliuolo, e che egli gli diede i primi elementi della Grammatica, e anche della Rettorica nella sua scuola : ed è da stupirsi, che Girolamo non l'abbia mai rammemorato ne' suoi scritti, come suo precettore, ma solo abbia fatto menzione di quelli che lo ammaestrarono dopo la prima sua andata a Venezia. III. Che suo padre non si cognominava Muzio, ma conforme i suoi antenati solamente Nuzio, e che Girolamo fu il primo a mutarsi il casato in quello di Muzio. IV. Che la casa Metelli stabilita poi in Capodistria, era oriunda Vicentina, e che del 1538, fu aggregata quivi alla nobiltà. Non so poi, che il detto Metello abbia scritto un Poema, di cui ella mi fa menzione : so bene che un Vincenzo Metelli Giusti-nopolitano, che fiorì molti anni dopo nello stesso secolo, diede alle stampe un Poema, in IV canti diviso, intitolato il Marte, ove descrive la Guerra di Cipro, stampata in Venezia nel 1582 in 4.0. Se il Poema del Metelli posseduto da lei è cosa diversa, la prego a darmene conto per mia istruzione. Nelle lettere del Bembo cercherò il passo, che ella mi accenna, intorno al Maestro di umanità, che all' ora era in Capodistria, da lui proposto ai nostri Signori, perchè lo promovessero alla Lettura di umane lettere per l'Università di Padova." Capodistria In principio del secolo XVI furono Precettori di umane lettere a Capodistria — Nuzio Cristoforo padre di Girolamo Muzio. — Metello Metelli e Donato Bernardino tutti tre maestri di Ottoniello Vida. Prima metà del secolo XVI Pirano Tra i Maestri pubblici di Pirano è da annoverarsi — Petronio Gio. Antonio, del quale Gio. Batta Goineo nell' opera — De situ Istriae, — Cap. Y De Ingeniis Istriae dice : Praeceptor meus, a quo, tamquam a purissimo fonte, literarum latiees liausi. Vedi Biografia degli uomini distinti dell'Istria del Canonico Pietro Stancovich (ediz. 2a pag. 423 e seg.) e Lettera 25 Luglio 1769 del Marchese Girolamo Gravisi di Capodistria a M. Lucio Doglioni di Belluno — nella Raccolta Ferrarese di Opuscoli scientifici e letterarii di chiari autori italiani (v. XXII (1779) e seg.). L'opera del Goineo — De Situ Istriae — ad Pyrranen-sium adolescentum Accademiam — può vedersi nel Thesaurus Graevii (Lugd. Batav. 1722 T. VI P. IV) e nell,uArcheografo„ Triestino,,, I Serie, voi. II, pag. 45 a 71. ----- Seminario o Collegio ài Capodistria (Continuazione vedi N. 7 e seg.) Adi 19 Agosto 1708 Fu portata la suddetta parte al Consiglio ballottata hebbe P. 144. C. 34. — Copia di Chirografo tratta dall' originale mandato al Reu.mo Padre Gregorio di Santa Teresa Assistente Generale de' Chierici Regolari delle scuole Pie dal suo Reu.mo Padre Gio. Grisostomo di San Paolo, Io. Grisostomus à Sancto Paulo C. R. Pauper. M.ris Dei Scolar. Piar. Praep.us Generalis tibi P.ri Gregorio à Saucta Theresa in nostra Relig.e Sacerdoti Professo, et ad praesens nostro Gemali Assistenti Salutem in D.no qui est uera solus. Praesenti n.ro Chirografo ad forman publici lustramenti ualituro, de Consilio et assensù aliorum Pa-trum nobis Assistentium coustituimus Te P. Gregorium à Sancta Theresa unum ex nostris Assistentibus Pro-eurantem atque Actorum prò parte Religionis nostrae ad periicendam fundationem Instituti nostri in Ciuitate Iustiuopolitana, aliasque ubicumque locorum pertrattan-das ; quamobrem damus tibi omuem necessariam et oportunam facultatem ad effectum predictae fundationis exequemdum et conseguendum agendi tractandi et con-traliendi, stipulandi, obligandi et quoscumque tractatus seruatis seruandis etiam solemniter faciendi et celebrandis cum conditionibus tamen nullo modo instituto nostro contrariis. In quorum fidam praesentibus hisce nostro Sigillo munitis subscripsimus Romae in Aedibus nostris Scholarum Pianini Sancti Pantaleonis die 14 Iulii 1708 A ....x lo. Chrisostomus à Sancto (locus Sigilli) Paul0 Prep us G nalis Reg. fog. 99 a terzo Philippus Maria à S.to Matheo ass.is Gen.is Adi 25 Agosto 1708 Capodistria nella Cancelleria del Sindicato. Constituito personalmente alla presenza di me Notaro e Testimonii infrascritti il Reu.mo Padre Gregorio di Santa Teresa Assistente Generale de Chierici Regolari delle Scuole Pie, et instò annotarsi come tenendo egli dal suo Reu.mo Padre Generale Gio. Grisostomo di San Paolo, ordine commissione e facoltà, come appar foglio 14 luglio 1708 sottoscritto di pugno dal detto Reu.mo Padre Generale fatto in Roma da me Notaro ueduto, letto e copiato qui à dietro di trattare e stabilire in nome della Religione qualunque maneggio in materia di una fondatione e spetialmente in questa Città e formare qualsisia atto correlatiuo al medesimo, prontamente accetta 1' obligationi espresse nella parte presa da questo Conseglio sotto li 19 corrente con la cessione di esso Seminario delle entrate proprie del medesimo e sue ragioni e con quelle obligationi e con-ditioni tutte che si comprendono nei Capitoli ad essa Parte annessi, pronta la Religione in ogni tempo di mantener et osseruar quel tanto si contiene nella Parte medesima. Sic. P.ti li Nobili Sig.i Marco Bratti q.m. Sig. Caual-lier Barnaba et Alessandro Gauardo q.m Sig. Cap. Giov. Frane, o Testimonij Ego Franciscus Veeelli Publicus Veneta auctorir tate Notarius prò fide Rogatus subscrissi et signaui Adi 14 9.bre 1710 Radunato il Sp. Coll.o del Seminario nel ordinaria Sala del Palazzo oue compresa la persona di S. E. in-teruenero Coli.ti n. 10. Ul.mo et Ecc.mo S. Pod.a e Cap.o 111.mi SS. Sindici e Deputati Mons.or Ul.mo e Reu.mo n.ro Vescouo col benigno gradimento di Sua Ser.tà hà eretto et aperto in questi giorni il Seminario de Chierici; opera che puoi risultare non solo in beneficio della Chiesa ma anco della Città. Medita Sua Sign.a 111.ma che li Chierici di d.o Seminario uadano ad aprender le lettere e buone arti liberali (carte 54) nel publico Colleggio già anni sono da questa Città eretto e però noi Procuratori e Deputati per l'ammini-stratioue del Seminario Clericale supplichiamo V. Ecc.za e le Sig.ie V.re 111.me à promettere che tutti i Chierici che sono e saranno ne tempi futuri nel Seminario Clericale bora aperto godano liberamente il beneficio delle Scuole del Colleggio della Città come se fossero Cittadini, o nationali di Capodistria. G.tie. P.ntata dalli Reuerend.mi SS. Canonici Ambrosio de Belli Arcidiacono e D. Giovanni del Tacco Scolastico, Procuratori e Deputati del Seminario Episcopale Ballottata hebbe P. 10 C. — fù presa. Adi 2 Sette 1731. Radunato il Sp.le Mag.r. Cons.o ut moris est et interuennero Votanti compresa la persona di S. E. Pod.à, e Cap.o n. 145. Et illieo fu andato scrott.o p. P Elet-tione de Deputati al Seminario, e furono eletti li seguenti, e rimasti li segnati 5 x S. Dr. Elio Belgramoni P. 122 C. 12 2 x S. Agostin Fini P. 107 C. 24 4 x S. Dr. Pietro Grisoni P. 120 C. 9 5 X S. Giac.mo de Belli P. 104 C. 21 4 X S. Alessandro Gauardo P. 84 C. 42 1 X S. Audrian Iugaldeo P. 77 C. 49 5 S. Aluise Belgramoni P. 92 C. 25 5 X S. Gio. Batta Manzioli P 98 C. 26 4 X S. Gabriel Grisoni P. 99 C. 28 Aloysius Mocenico Dei Gratia Dux Venetiarura, Nobili et Sapienti Viro Andreae Capello de suo mandato Potestati, et Capitaneo Iustinopolis Fideli dilecto salutem et dilectionis aft'ectum. Formiamo risposta a tre mani di Nostre lettere. Contenendo quelle in data 3 Agosto caduto 1' estate, e diligenti informazioni Nostre sopra due ricorsi prodotti dalla Comunità di Pola ed il primo per esser solleuate quelle Scuole Laiche, e suo Distretto dalla contribuzione di Ducati ottanta uerso il Seminario di Cotesta Città sopra la quale rimarcandosi li riflessi Vostri, e le molte raggioni per le quali restò anche con le Ducali 25 maggio 1704 fissata la detta contribuzione per la sussistenza del Seminario medesimo, trouiamo perciò conferente di non alterare le deliberazioni seguite nel proposito ommissis Datura in Nostro Ducali Palatio die XV 7mbris Ind.ne X. 1731 Pietro Gradenigo Seg.io /carte 55) adi 2 X.bre 1737 Ill.mo et Ecc.mo Sig. Pod.à, e Cap.nio Sp.le Coll.o Radunato il Sp.le Coll.o del Seminario ut moris est compresa la Persona di S. E. Pod.à e Cap.nio al il. di 8 fu posta la seguente supplica Bramoso io Pre Zacaria Zacaria, um.mo Ser. dell' Ecc.a Vostra e di codesto Sp.le Coll.o di far godere nella straordinaria presente confluenza di SS.ri Conuitori in codesto Seminario anche a mio nipote Marco d' età d' anni 15 i frutti delle Virtù, tanto scientifiche, che morali sotto la disciplina di sì eruditi ed esemplari Maestri; Perciò imploro umilm.te dalla Grazia di V. E. e del Sp.le Coll.o la benigna permissione Grazie Ball.ta la sud.a Supplica hebbe P. 8 C. — però fa presa. (carte 56) Nel Nome del Nostro Sig. Giesù Christo Amen ; T anno della sua Natiuità mille seicento settantasie, nell' Inditione X.ma 4.ta giorno di lunedì p.mo del mese di Giugno ; Fatto in Capod'Istria nella Sala del Palazzo Pretoreo, Presenti il S. Giacomo Fin, et il Capo Gasparo Albertini, testimonj etc. Alla presenza dell' Ill.mo et Ecc.mo Sig. Gio. Ca-Tjriel Contarmi Pod.à e Cap.o di questa Città sotto i i cui auspici benigni si spera ogni bene per l'incaminam.to e perfetione del Coll.o decretato dalla mano Pub.ca del Ser.mo Prencipe. Doue Mattio Ciggian, et Donna Aurelia sua Moglie, come tutrice, e gouernatrice de suoi figli procreati in p.mo noto con il q.m Zuanne Bobot qui preseuti uni-tam.te et insolidum hanno cesso, uenduto, et alienato alii Sig.i Cap. Carlo Vergerio e Cau. Oratio Fini Sindici, et alii Sig.i Cau. Olimpo Gauardo, Gou. Ant.o Brutti, Dottor Andrea Tarsia, absente il S. D.r Agostin Vida, deputati dal Spettabil Maggior Conseglio alla Fa-brica del Collegio, qui presenti, e p. nome di d.o Coll.o compranti, et acquistanti p. l'eretione del medesimo Coll.o Una Casa soleuata, coperta de Coppi, posta in questa Città nella Contrà de Porta Ogni Santi, confina in leuante con la Piazzeta Consortal, in mezzogiorno et in Sol à monte con le ragioni della Confraternita di S. Maria Noua, et in Tramontana con le ragioni della Casa della Confraternita di Sant'Antonio Abbate, hora goduta da Antonio Furlan, Saluis etc. (Continua) ------------—- o tizi e Il giorno 10 corrente si è aperta la dieta provinciale in Parenzo, ed oramai il resoconto di quella prima seduta, atteso con ansia, pubblicato nell'Isaia di sabato scorso, è già noto in tutta la provincia, e da per tutto ha suscitato le stesse impressioni, di plauso alle parole pronunciate dal capitano provinciale, e di biasimo per il contegno del vice-presidente, per il solo fatto che quest' ultimo pronunciava un discorso in lingua slava ; cosa abbia voluto dire, ancora tutti noi lo ignoriamo. Il commissario governativo obbedì agli ordini impartitigli, interpolando alcune parole in lingua slava al suo discorso in lingua italiana ! Eppure tutto ciò non ci è riuscito nuovo. Dell'onorevole Campitelli non ci attendevamo di méno delle parole vibrate con cui fece appello alla concordia, con cui invocò 1' uso del linguaggio che è solo da tutti inteso e parlato. La nomina stessa dell' onorevole Dukich a vice presidente della Dieta, significava chiaramente la concessione latta, col pretesto delle povere plebi rurali dell' Istria, al grande partito slavo dell' impero ; e 1' o-norevole nominato, forse suo malgrado, e non senza che gli tremasse sulle labbra la parola, dovette usare la lingua slava ; in conseguenza il contegno del commissario governativo, il quale per sei intieri periodi legislativi aveva adoperato sempre la lingua italiana. Sarebbesi forse convertita allo slavismo la nostra, provincia in questi giorni ? ed appena oggi se ne sarebbe accorto l'imperiale governo ? — Quante domande, e quante risposte sarebbero pronte, se si volesse analizzare per la centesima volta questa situazione fittizia ; si potrebbe perfino dimostrare, senza tema di essere smentiti, quante querele secolari delle foreste di Dia-kovar si sono dovute abbattere per arrivare a così strani avvenimenti ! Ma di tutto ciò non ci dobbiamo meravigliare, nè dobbiamo perdere il nostro sangue freddo. Se noi non. abbiamo forza di reagire fino a ridurre al silenzio quelli che offendono i più sacri nostri diritti nazionali, meno forte di noi è lo stesso i. r. governo, il quale deve cedere oggi, con quanta avvedutezza lo saprà lui, alla prepotenza di popoli sui quali tenta, costretto, basare la sua potenza ; e mentre qui in un paese di civiltà prettamente italiana ci viene imposto ascoltare l'idioma di Zagabria, gli organi più liberali tedeschi dell'impero, si associano a noi per combattere le prepotenze slave, e inneggiano a noi italiani ! — Si è mai veduta situazione più strana nell'impero? e non abbiamo forse ragione, valutato tutto ciò, di non meravigliarci se nell'aula di S. Francesco, in Parenzo, il rappresentante dell'i, r. governo parla in una lingua ignota a quanti possedono qualche coltura nell'Istria, e perfino agli stessi contadini di varie stirpi di origine slava ? Non inconsulte dimostrazioni, ma conserviamo la nostra calma, sicuri del nostro buon diritto: abbiamo noi la maggioranza e la conserveremo; ed il governo della provincia resterà per tal modo nelle nostre mani fino a tanto che passi questo momento funesto nella storia del nostro paese, e sempre. "Nelle ultime elezioni dietali Fon. Dr. Andrea de Petris declinò assolutamente la candidatura di deputato che l'antico suo collegio aveva in animo di riconfermargli, deciso di ritirarsi fra le pareti della pace domestica. Erano ben ventidue anni che l'ottimo Dr. Andrea avea servito il paese con rara intelligenza, con grande cuore, con sommo disinteresse, — e come deputato e come Assessore prov. Eletto la prima volta a deputato nel periodo elettorale iniziatosi col 2 febbraio 1867, dall' inallora esistente (poi modificato) collegio di Pisino, con Yolosca, Castua, Lovrana e Moschienizze, fu subito nominato Assessore prov. dai deputati della Curia dei comuni foresi. La Giunta era allora composta oltreché dal prelodato, dagli on. Dr. Campitelli, ora Capitano prov., Dr. Amoroso e Crist. Tromba. Nel seguente periodo elettorale, iniziatosi col 20 agosto 1870, il Dr. Petris fu eletto a deputato dal riconfermato collegio delle città di Cherso e Veglia ; quindi dal grande possesso nel successivo periodo ; e finalmente ancora dalle predette due città nel periodo elettorale ultimo cessato. In pari tempo il Dr. Andrea fu sempre eletto Assessore prov. da una o altra delle curie dietali. Col ritiro del Dr. Amoroso egli fu nominato dal Dr. Vidulich sostituto-capitano prov. nella direzione della Giunta, e, morto il Dr. Vidulich, fu Capo della Giunta stessa fino a questi ultimi giorni. Come si vede, dunque, egli ebbe parte a tutte quelle innovazioni e riforme lodatissime, che nell'ultimo ventennio si sono effettuate. Collega d'altronde carissimo e reputatissimo ; superiore più che amato venerato ; cittadino sempre ambito e rispettato ; egli lascia colla sua dipartenza a Parenzo proprio un vuoto ; che la bontà del suo animo, la mitezza del suo cuore, la franca e non intromettente scioltezza dei suoi modi, la sperimen- tata fermezza e lealtà dei suoi sentimenti, gli avevano accaparrato con la simpatia la benevolenza di tutti. Era perciò ben naturale che i signori della Giunta prov. unitamente all'on. Podestà ed ai Capi o presidi delle associazioni liberali del paese attestassero in qualche modo codesti affetti verso il Dr. Petris. E fu organizzato un banchetto di 20 coperti nella sala maggiore dell'albergo «Alla città di Trieste" elegantemente decorata.» Z' Istria, dalla quale riportiamo questa notizia, descrive il banchetto tutto allegria e ripete i brindisi affettuosi; noi per mancanza di spazio, nostro malgrado-dobbiamo riportarci alla chiusa, alla quale aggiungiamo i nostri cordiali e rispettosi saluti e i più fervidi auguri all' egregio comprovinciale. "A noi pure ci sia concesso, da ultimo di fare un. augurio all'on. dott. de Petris ed alla gentilissima sua siguora che è quello eh' essi possano per lunghi anni godere la prosperità, la pace ed il ben meritato riposo.» Registriamo con la più viva compiacenza il brillante successo ottenuto dal comprovinciale Antonio Sma-reglia, con la rappresentazione della sua nuova opera „I1 Vassallo di Szigeth", nel teatro di corte di Vienna, la sera del 4 ottobre p. p. Le più vive congratulazioni al bravo maestro. L' eudiometro Pizzarello. — Così si chiama a-desso in Italia e in Germania l'istrumento ideato dal nostro egregio comprovinciale dott. Antonio Pizzarello di Capodistria, il quale da venti anni è professore al R. I ùceo di Macerata. Con tale apparato, ingegnosissima ] aggiunta a quello che serve per la sola legge di Ma- j riotte-Boyle (già modificato dal Roiti, (lall'Eccher e dal Feilitsch) si possono fare numerosi esperimenti fisici e 1 chimici, dei quali parecchi sono possibili anche con altri apparati ma non così precisamente e con grande perdita di tempo. È già accolto in diversi laboratori. Coi tipi Mancini di Macerata il nostro professore ha pubblicato ; ad illustrazione del suo apparato un libro in 16.° di oltre cento pagine, dedicandolo al Blaserna e al Paterno; ' e di fresco un'Aggiunta (pag. 48). Illustri stranieri,, come l'Amagat, lo Hirn e il Berthellot hanno avuto pel Pizzarello parole di approvazione, e parecchi scienziati connazionali vollero seco lui congratularsi. L'eudiometro è stato pure lodato dal LXI Congresso dei Naturalisti e Medici tedeschi, tenuto a Colonia sul Reno. In breve ci sarà un' edizione tedesca del libro sopra menzionato, con prefazione del celebre A. Weinhold. Noi ci congratuliamo vivamente col nostro egregio comprovinciale, che, come si vede e come si attendevamo, appartiene alla schiera più distinta dei Goriziani, Triestini fe Istriani, i quali nel vicino Regno recano onore alle loro tre prò-vincette native. (Dall' Istria) ■--------J Bollettino statistico municipale di Settembre 1889 Anagrafe nati (battezzati): 23, maschi 9 e femmine 14, morti 20; maschi 11 (dei quali 6 carcerati) femmine 1. fanciulli 3 e fanciulle 5 al di sotto di 7 anni. — Trapassati 4. G. L. (carcerato) da Noveselio di Pastrovicchio in Dalmazia d'anni 75, 8. IC. F. (carcerato) da Coline in Dalmazia d'anni 64, 9. O. S. (carcerato) da Zara in Dalmazia d'anni 25, 10. Mecchia Luigi fu Antonio da Umago d'anni 54, 17. R. G. (carcerato) da PÌocic» ; i Dalmazia d' anni 37, Gandusio Matteo fu Bartolameo d' anni 5, 24. Prodan Giuseppe ili. d'anni 25, 25. Deponte Virginia fu rancesco d'anni 51, 27. M. M. (carcerato) da Planjane in Dalmazia d'anni 24, 28. K. F. (carceri giudiziali) da Senotetsch i'anni 36, 29. Luis Michele fu Biagio d'anni 83, 30. Lonzar Eiovanni fu Giovanni d'anni 83; più fanciulli 2 e fanciulle 5 al ii sotto di 7 anni. — Matrimoni: 1. Antonio Funcich — Gio-ianna Vattovaz di Cosmo; 2. Pietro Opara — Giustina Zucca di Intonio; 8. Antonio de Gavardo — Anna Chitter di Valentino; 5. Eugenio Crismanich — Maria-Angela Gianelli fu Antonio. — 'olizia : Denuncie per danni maliziosi 1, Sfrattati 9; usciti dal-'i. r. Casa di pena 12 dei quali dalmati 4, istriani 4, triestini I, italiani 1. — Licenze d'uccellazione 4. — Certificati per spe-Kzioni di vino 4 per ettolitri 15,34, per spedizioni di sardelle alate 5, per barilli 80 del peso di chilogr. 3340; di sardoni saiti 14 per mastelle 546 del peso di chilog. 10488; di salamoja ! per colli 10 del peso di chilog. 830 ; di fagiuoli 1 per colli 7 lei peso di chilog. 750 e di patate 1 per colli 12 del peso di ìhilog. 923. — Passaporti per bestiame 12 per capi 18. Nnlla ista per permesso di porto d'armi 1; per permesso di viaggio parittimo 2; per rinnovazione del permesso di viaggio marittimo I; libretti di lavoro 7. — Animali macellati: buoi 42 del peso li chil. 10259 con chil. 397 di sego; vacche 26 del peso di chil. (154. con chil. 197 di sego; vitelli 50 e castrati 154. — Licenze industriali: per caffetteria 1; per vendita vino (osteria) 1. Bollettino mensile delle malattie zimotiche Capodistria: Vajoloide casi 1, degente all'Ospitale sussi-liario. — Lazzaretto : Nulla. I—-—-----«38=3*----- Appunti bibliografici Elda Gianelli. Riflessi. Poesie. Trieste Tipografia Balestra. 1889. Un elegante volume di pagine 113. Prezzo fiorini due pari a lire it. quattro. Motus in fine velocior. E per vero il genio dell'arte italiana, compiuto il volo per la bella penisola, giunto ai piedi dell'Alpe orientale, anziché raccogliere i vanni, pare goda a librarsi sulle nostre colline, sul nostro mare, reso più attivo ed ardito nell' urto e nella lotta con le giovani forze della Slavia e della pensosa Germania. E non è a farne le maraviglie ; nella lotta è vita, nella vita amore « poesia. Il sentimento nazionale poi, sempre vigile « fresco, giova a guardare i poeti istriani dalle intemperanze o dalle fiacche lascivie. Ecco fra tanti libercoli ed elzeviri due libri di poeti da Trieste, capitale dell'Istria, di poeti veri che si affermano gagliardamente, e con una spiccata individualità : il Pitteri e la Gianelli, per tacere di altri che già hanno conquistato il loro posto nel Parnaso italiano. La signorina Gianelli, già nota per altre sue composizioni lodate, ha intitolato questo nuovo volarne di versi Riflessi. E perchè ? Ce lo dirà l'autrice stessa. Voi siete i fiori de l'anima mia, Anima triste, fior' senza colore ; Pallidi raggi della poesia, Superba luce de 1' umano core. Di quella blanda poesia eh'è amore, Ch' è del bello immortai la nostalgia : E ha una carezza per ciascun dolore Ed "Ave, dice a ogni parvenza pia. Si, ne' suoi versi la gentile poetessa riflette le malinconie della sua anima, i desideri, gli ardimenti, le false promesse, i sogni ; il disinganno però non 1' abbatte ; benché donna ha la tempra virile, riflette, medita, s'alza "nelle gelide altezze» col forte pensiero. E lo spettacolo dell' universo, le mille voci delle cose, non 1' attraggono tanto fuori di sè, che non senta sempre se stessa : più che intuire, ragiona, commenta, analizza ; ritorce le immagini nella mente, e pare goda a torturarsi con quelle. Con questi intendimenti comprende la natura, e ne descrive i vari fenomeni. Così in — Miraggio — Sole — Algore — Pensiero d'inverno ecc.... Ho detto che la poetessa perpetua a sè il tormento dei passati disinganni ; non solo, anche gode di fingere intorno a sè tutti gli uomini nelle stesse condizioni di spirito, perchè „la vita è amara a quanti han seno e core" ; e pensatrice e poetessa vera qual è, sa trovare la nota giusta a rilevare agli altri la vita del sentimento, e a suggerire loro le parole più opportune a manifestarla, prendendole a prestito dalla viva natura. Ma quale è poi questo segreto affanno che le lima la vita ? si domanderà. Amore deluso risponderà qualche indiscreto ; ecco la nota dominante. Non la sola però ; allo spirito suo parlarono di ideali fulgidi .... Ed ei suo sogno fece la conquista del ver Arrivare alla luce de l'ideal su l'ali ! Saper ! E il vano orgoglio affondò nel mister. La sete della scienza, le profonde malinconie del vero : ecco il dolore del poeta. Non è il Welt-schmerz ; non lo si creda un' imitazione del grande Leopardi, nè del nichilismo dello Schopenhauer; la gentile poetessa non ha perduto la fede nella scienza, nell' amore, nella virtù : aspira solo al pieno possesso di quei beni, senza poterlo raggiungere; quindi la nota malinconica, il pensier dominante. Aggiungo però subito che troppo insiste sulla medesima corda, dimentica dell' antico precetto. Le variazioni sono però ingegnose, il motivo è mascherato con sempre nuove e maestrevoli combinazioni di note, pure torna troppo spesso all' orecchio. Una maggiore oggettività crescerà valore a' suoi versi quando la niente sarà alquanto riposata, e potrà guardare con pia indulgenza all'errore lontano. Ed allora non ci essendo pili bisogno di sforzare la mente a trovare nuove combinazioni sul medesimo tema il pensiero le uscirà netto, la sintassi sarà sciolta senza qualche contorcimento ; specie nei pochi, fortunatamente pochi, versi barbari ; nè il lettore, sarà obbligato a rileg- gere più volte qualche strofa oscura per rilevarne il senso. Non si creda però alla lettera che la Gianelli tocchi sempre la medesima corda. I suoi sonetti — Marine Istriane, — Ecatacombe — e qualche altro sono splendide eccezioni. Ai morti di Dogali ha dedicato buone strofe, e fra queste la seguente bellissima : Ma la greca virtù de le Termopili Contendeva la patria all' invasore. — De i macellati su le sabbie d' Africa Scrive la storia : morti per 1' onore. Se non che in sul più bello desinit in piscem ; e la Gianelli, come un giornalista dell'opposizione, domanda : qual lucro o vanto ne verrà da quel sangue all'Italia? „Ai posteri, ai posteri, 1'ardua sentenza" risponde il Manzoni. Non tante disquisizioni, non tanti ragionamenti ; più impeto lirico, più scatto. Non riflessi, ina semplicemente poesia : così potrà toccare le più alte cime del monte. Le raccomando quindi d'inspirarsi più di sovente agli affetti di famiglia; come ha fatto nei due sonetti intitolati appunto Famiglia e che sono bellissimi tra i belli. Trascrivo il primo a comodo del lettore, ed anche per gustarne meglio con la trascrizione la mesta dolcezza. Famiglia. Quando a noi presso, ne le dolci sere, Siedo, adorati, e ha larve d' allegria 11 picciolo tinello : e volan via Nel mio vario chiacchierar 1' ore leggiere, Io giurerei che è tutta una bugia Questa iudomabil febbre del pensiere, Che si ribella al freno del volere, E ha tanta parte ne la vita mia. Giurerei che fnr tutti una carezza Gli anni fuggiti, e vana ombra il dolore Onde il mio verseggiar fu sol tristezza. Tal de 1' affetto per soave errore Si piuge l'ineffabile dolcezza La vita umana a quanti han senno e core. Anche giova rilevare a tutta lode della poetessa, che se per trovar variazioni sul tema stesso, qualche rara volta apparisce lo sforzo, spesso invece le immagini vengono spontanee, nuove, le similitudini fresche, senza passare pel lambicco del grande maestro citato in prima pagina. E quanta delicatezza di sentimento da per tutto, ma specialmente in — Fiori olezzanti — soavissimi ; n&W Angelo della fede — nel sonetto. — In chiesa nel dì dei morti, che ci dimostra anche la fina analisi, e un realismo di Mona lega!_ La lingua è ottima: farei solo qualche raro» appunto per poche locuzioni ardite come palpito igneo (pag. 8) ; e per la sintassi arruffata della Musa amica troppo barbara. La tecnica del verso, commendevole; non mi piace però il novenario — 0 fusto piccino di reseda. Trattandosi di voce latina e di scienza bisogna proprio leggere piano — resèda. Altre osservazioni potranno essere fatte da rigidi linguai; ina io trascinato dall'onda del verso, e vinto dalla mesta dolcezza che viene all'anima da questi canti, altro non vedo, e solo sento. Un voto ancora. Disse già l'antico sapiente — Et cognovi quod non esset bonum nisi laetari et facere bona in vita stia. — ..Pensa e ripensa, ho conosciuto non esservi miglior cosa al mondo che godere e praticare il bene". — La pace della casa, la carità della patria, l'amore della virtù;, daranno alla gentile poetessa un caro riposo, e accresceranno varietà e potenza a' suoi carmi. Racconti istriani di Domenico Manzoni. Capodistria Cobol-Priora 1889. Un fascicolo di pag. S2. Sono due raccontini scritti in un italiano del tibi soli, e che hanno anche il merito di rendere molto bene il colore locale. I dialoghi in vernacolo vengono pure opportuni quale saggio dei nostri dialetti, oggi che tanto si studiano i dotti d'investigarne l'origine. Una sola cosa raccomando al bravo Manzoni: non tante salse e più arrosto; vale a dire non tante osservazioni, commenti e noiose digressioni, e uno-svolgimento più ricco e rapido della favola. Le di: gressioni alla Guerrazzi, e secondo i romanzi della prima maniera del Barifli, erano insopportabili sempre e più che mai oggi che il rispettabile ha fretta, e vuol andare dritto, magari a dare la testa in un cattivo muro. p. T. «Il sentimento nazionale degli Istriani studiato nella storia» del prof. P. Tedeschi. — Editrice la Gioventù di Capodistria. Tre edizioni di 3000 copie per la distribuzione gratuita. Di questa utile e patriottica pubblicazione trovansi disponibili ancora alcune centinaia di copie, e vengono spedite a gratis a chi ne fa ricerca. Per domande rivolgersi alla tip. Cobol-Priora. L'editore A. Cobol ci avverte d'aver a disposizione di chi desideri alcune copie della «Commemorazione Ferrari » stampata in elegante fascicolo, e che viene distribuita gratis a chi ne fa ricerca ; inoltre che per la line del corrente anno vedrà la luce la Porta Orientale con prefazione ed annota-zioni del chiarissimo prof. Tedeschi._9 Pietro Madonizza edit. e redat. responsabile