INO VI. Capodistria, 1 febbraro 1872: k; £ Sili rf GII'-'.' tìlMNAU DEGLI INTERESSI CIVILI. ECOJti ! ' .nei, .mimsTRU'm; DELL' ISTRIA, '■V- 1 ED ORGANO UFFICIALE PER GLI ATTI. DELLA SOCIETÀ AGRARIA ISTRIANA. ottnib 0'I9Ì);1Ì 9 il 1 ed il 16 d'ogni mese. ASSOCI VZIOMfi per uri inn» f ili 3: semestre e quadri*-stre in.propulsione. —liti abbonamenti si ricevono presse Redazioni. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente; gli altri,- e nell'ottava pagina soltanto, a soldi 5 per linea. — Lettere e denaro franco alla Redazione — Un. numero separalo soldi 15-, — Pagamenti anticipati. TTI UFFICIALI DELLA. SOCIETÀ AGRARIA. AVVI§0 7 — 3£ Presso il Comizio agrario di Capodistria sono udibili le. tre seguenti macchine agrarie del. tutto* i?e: .> > ' i; 1..) un aratro Dombasle-Botter del costo ori-tsrio di L. 75 per . v . . f. 18. — un Ravagliatore Cerlani in ferro con avanzo a rilute «d asse indipendente, del costo origino di L. 181) per . . : . i . 40.— 3.) uno Scarificatore Collenian tutto in ferro costo originario di L. 3S.0 in oro per . 70..^— Coloro che volessero fare acquisto di una di rate tre macchine vorranno rivolgersi alla presi-mn del; Comizio agrario di Capodistria^ sostenen-tutte le spese d'imballaggiio e di trasporto. Movigno 26 gennajo 1872. La Presidenza N. 422 — 1871 esposizione d'olii d'oliva istriani, In relazione all' avviso 22 settembre 1871 N. 22 si fa carico là sottoscritta presidenza di parte-fare, che nella seduta di Comitato dei 25 corr. me nominato un Comitato perchè produca alla [ossima seduta concrete proposizioni per 1'esposi-tne d'oli nostrani, che giusta il deliberato delle inferenze agrarie di Albona dovrà aver luogo a irenzo in occasione del V. Congresso agrario. Riservandosi di far conoscere più tardi i relativi avvedimenti, questa presidenza ne dà frattanto tovo annuncio ai confezionatori d'olio, perche posilo prendere le opportune disposizioni. Rovigno, 26 gennajo 1873 La Presidenza PROGRAMMA I „&rg f.ff'jrnk isiib'up dMUCvftAì o -i siiti '.1 Esposizione di latticini che avrà luogo a Piemia dui 13 ai 16 dicembre 1872 (CunlinxMzione, vedi ». 2.) §. 6. Per latticini de Uà monarchia non può aspirare al premio che il produeenle, per raccolte di latticini esteri vengono accordati premi anche a commercianti. Di tutti gli oggetti appartenenti al gruppo internazionale è risguardato l'esponente come aspirante al premio: §. 7. Il giudizio sugli oggetti esposti e l'aggiudicazione dei premi spettano ad un giuri composto di note persone dell'arte, il quale a facilitare il suo compito si divide nel numero di sezioni, che gli sembrerà opportuno, composte ognuna di almeno tre membri. Esponenti potranno l'ungere da giudici pertanto iu quelle classi dell'esposizione, in cui non hanno esposto oggetto alcuno. Il giuri assoggetterà gli oggetti esposti al più accurato esame. Trattandosi di formaggi grandi verranno adoperati di regola trivelli di varia grandezza per ottenere le prove necessarie all'esame; se queste prove non bastassero, i formaggi verranno tagliati, nel qual caso il Comitato indennizzerà l'esponente. Fuori di questo caso e senza tale indennizzo, verranno tagliati formaggi soltanto qualora gli espositori stessi nel desiderio di un migliore esame dei loro prodotti lo desiderassero. §. 9. Gli oggetti destinati all'esposizione devono essere insinuati al Gomitato di esposizione a Vienna dal 1°. settembre ai 15 di ottobre ind. del 1872. A tale scopo gli esponenti dovranno servirsi dei fogli d'insinuazione stabiliti, che il Comitato di esposizione pone iu qualunque tempo a disposizione in due forme corrispondenti ai du« mentovati gruppi. 10, L'insinuazione ha da contenere: 1.) nome e cognome dell'esponente con precisai indicazione della stazione postale; 2.) denominazione e più precisa indicazione deglii oggetti da esporsi; «va-.a 3.) la veritiera indicazione se gli stessi sieno stati prodotti dall'esponente stesso o da altri ed in quest'ultimo caso il nome del producente:; A.) l'indicazione del prezzo di vendita degli oggetti da esporsi ; 5.) l'indicazione se gli stessi «iene -vcEdibiti o meno ; 6.) Più precisa indicazione sulla produzione, sui prezzi dei suoi prodotti, sulle condizioni commerciali ed altro. Il Comilato di esposizione si attende clie gli e-spositori abbiano ad .olfrire queste indicazioni nel loro stesso inloresse compiute e precise e « riserva il diritto di pubblicarle nel catalogo dell'esposizione per intiero o in parte. | 11. L'insinuazione va spedita in due uguali e-semplnri, dei quali uno verrà restituito all'espositore colia certificazione dell'ammissione degli oggetti insinuali e dovrà essere presentalo al momento della spedizione di questi ultimi. §. -12. ti iva ni ente alia quantità degli oggetti •da spedirsi il Comitato di esposizione stabilisce le seguenti determinazioni : 1.) di latte fresco dovranno spedirsi almeno 5 boccali, di fior di latte dolce o aeroso almeno 1 boccale; 2.J di burro fresco almeno o fanti, di burro salato e cotto recipienti originali in quella grandezza, in cui vengono ordinariamente posti in commercio; 5.) Di formaggi di oltre 25 funti basta una sola pezza, ma possono esserne spedite 4 della stessa quantità. Di formaggi del peso dai 5 ai 23 funti devono spedirsi almeno '2 pezze e non più di 4. di formaggio da 1 a ò funti almeno A e non più di (>, e di formaggi al dissolto di I funto almeno una dozzina senza limitazione di una maggiore quantità. Formaggi che vengono posti in commercio in i-speciale imballaggio devono essere anche esposti nell'imballaggio originale. 11 numero dei pezzi da spedirsi è soggetto con riguardo al loro peso alle predette determinazioni. Riguardo agli altri oggetti d'esposizione la quantità da spedirsi non è soggetta a nessuna limitazione. Espositori clic non osservano queste prescrizioni dovranno ascrivere a sè stessila e\eutuale non acccttazione ed il rinvio. §. 15 11 Comitato d'esposizione cercherà di ottenere pel trasporto degli oggetti da esporsi, pel trattamento doganale e pel pagamento del dazio consumo le maggior possibili facilitazioni e pubblicherà a tempo le ottenute concessioni. §. 14 11 Comitato d'esposizione avrà cura dell'intiera esposizione e della decorazione del locale. E desiderabile che singole macchine e singoli apparati sieno per quanto è possibile durante l'esposizione in attività. 1 provvedimenti all'uopo necessari saranno presi dagli esponenti a proprie spese di concerto col Comi lato d'esposizione. -15. Gli oggetti da esporsi devono giungere ;n generale tra il primo e gli otto dicembre 72; sol-ianlo oggetti di facile deperimento potranno arrivare ai IO o i 1 dicembre. Oggetti di quest'ultima specie ». e. latte, fiordi latte dolce ed agroso dovranno essere possibilmente rinnovati ogni giorno. Soltanto quegli oggetti, che saranno giunti la mattila degli 11 dicembre il più tardi, avranno diritto al giudizio del giuri, che comincerà quel giorno la pro- pria attività per compierla al momento deTTaperlura dell'esposizione pel pubblico. 16. Il Comitato di esposizione non assume responsabilità alcuna per gli oggetti esposti, ma avrà cura che sieno convenientemente custoditi ed assica-Tali contro i pericoli d'incendio. Per la cura di quei prodott i, che special mente ne abbisognano, verranno istituite persone dell'arte. §,. 17. A nessun espositore è permesso di ritirare un oggetto prima della chiusura dell'esposizione. Soltanto in caso o>e ne minacci il deperimento, il Comitato tli esposizione ordi«erà il ritiro del relativo oggetto all'esposizione o al suo procuratore. §. -18. Coll'esposizione andrà unita una sala di saggio, sulla cui istituzione tratterà una speciale appendice del presente programma. §. 19. 11 Comitato di esposizione -avrà cura, a richiesta delle parti, della vendita degli oggetti esposti durante l'esposizione stessa o al pubblico incanto ai chiudersi della stessa ai 18 dicembre. Espositori, che non vogliono vendere i loro oggelti, devono ritirarli o in persona o mediante i loro incaricali ai 19 dicembre, che è il giorno destinato all'evacuazione del locale. Di quegli oggetti, che la sera dei 19 dicembre non sono allontanati o su cui non sieno fatte conoscere le disposizioni, dispone il Comilato di esposizione. g. 20. L'accesso alle località dell'esposizione è permesso ai pubblico dai 13 ai 17 dicembre incl. verso pagamento in un prezzo d'ingresso, che ammonta ai 15 e 14 dicembre a 50 soldi e gli altri giorni a 20,i Non vi è però compreso il viglietto alla sala di assaggio. § 21. Ogni espositore o il suo rappresentante riceverà un viglietto gratuito valevole per la sua sola persona e per tutta la durata dell'esposizione nonché un esemplare del catalogo. 22. La solenne distribuzione dei premi ha luogo domenica 15 dicembre. Disposizioni relative alla sala di assaggio. i ) Coll'esposizione di latticini che avrà luogo a Vienna nel dicembre 1872 va congiunta una sala di assaggio, la quale ha lo scopo di offrire ai visitatori un'occasione per assaggiare gli esposfi latticini ed a-gli espositori la passibilità di tàr conoscere ai consu-menti i loro oggetti di esposizione meglio di quello che possa tarsi col solo sederli. 2.) Possono essere inviati alle sale di assaggio tutte le specie di lat/icini, che sono esposti e si additano all'assaggio, e specialmente burro ed ogni specie di formaggio; però la quantità di ogni oggetto deve raggiungere almeno i 5 funti: 5.) Resta libero all'espositore di rinnovare o meno i suoi prodotti alla sala di assaggio. 4 ) L'accesso alla sala di assaggio viene permesso soltanto verso il prezzo d'ingresso di soldi IO. Gli assaggi verranno concessi egualmente verso corrispondente pagamento ed in proposito dovranno gli espositori stessi inviarne i prezzi corrispondenti ai soliti prezzi di vendita. Nel caso che gli espositori avessero omesso l'indicazione dei prezzi, essi saranno fissati dui Comitato h.) Gli espositori che mandano oggetti alla sala d'assaggio dovranno dichiarare se ne pretendono ii ricavato o se lo lascino al Comitato e quali disposizioni debbano prendersi con quanto restasse invenduto. b.) E desiderabile che gli espositori sieno pronti completare r loro prodofli Inviati alfa sala di as-iggio poi caso che venissero sollecitamente a mancare. 7.) Il Comitato affiderà alla commissione di assag-io a persona dell'arte e provvedala perchè i visitaci vi trovino scelte bibite e buoi» pane. Nella sala di assaggio non potranno però essere ferii altri cibi, (uoii degK oggetti esposti. QUALE COLTIVAZIONE BOTRKBBE SSERE SOSTITUITA A QUELLA DEL GRANONE, CHE TIMO SOVEN-m FALLISCE IN ISTRIA? Un onorevole Socio propose al Congresso ge-leralc agricolo lenulo in Albona nello scorso set-tmbre il soprascritto epiesito. La radunanza deliberò d' occuparsene al prosano Congresso, desiderando «ftc- frattanto i Soci le facessero oggetto dei loro studii. A questo problema abbiamo, come molti altri, pensato ancor noi jià da lungo tempo, ed introdotta anche una rota-tione alquanto diversa della usuale, appunto per rendere meno sensibile il danno che risulta dalla si requente mala riuscita del granone. Basandoci so-ira riconosciuta teorie agronomiche e sulla nostra tsperienaa procureremo ora di rispondere quantunque indirettamente al proposto quesito. 11 granone, ossia formentone £Zea Mais), originario dall' America,, è pianta colossale, provveduta d' un grande apparalo di radici clic da noi ha lisogno di quasi, tutta la buona stagione per maturare. Hi terreno che v?ene destinato al granone deve-essere profondo e capace di conservare a lungo 1' umidità. — Ne' mesi dj gran caldo ha bisogno di qualche pioggia-ma siccome questa pianta è altre-si dotata d' un meraviglioso apparato per raccogliere ed assorbire le rugiade, cosi esso può prosperare anche se le pioggie fossero scarse, purché le rugiade notturne durino anche ne' mesi del più gran-tic calore. Venti gagliardi sono micidiali al granone, lo r-o» resciano, ne lacerano le foglie. Xe' paesi felici, ove clima e suolo concorrono a favorire la vegetazione dèli granone, esso compensa più d' ogni altra pianta le fatiche del coltivatore, principalmente nelle pianure ove ii lavori si possono eseguire colla zappa a cavallo e coli' aratro incalzatone. in Istria poche terre sono profonde, le pioggie dì eslate sono ordinariamente rare, rugiade che continuino anche di estate avanzata non cadono che nelle poche bassure del Quieto, della Dragogna e dell'Arsa, e vi sono regioni ove la bora fa guasti anche di estate. Perciò solo comprendesi che 1 Istria non è il p.uese più atto alla vegetazione del granone, e realmente se 1' estaie non è piovoso il granone non riesce. Ad onla di. ciò< vi è gran predilezione per col-gvarlo. Ma se si vuole continuare a coltivare grani. bisogna dopo due o tre anni o sottoporre il campo al maggese, oppure coltivare il terreno a zappa. Il contadino non vuol più sapere del pane di sorgo ed ha ragione. Il sorgo fallisce talvolta più in seguito alla ruggine che alla siccità. Le patate tar- dive hanno bisogno di letame e quasi mai' riescvM* a perfezione- Anche per la coltura delle p.Mae boim-rivc e delle rape occorre letame. — Il granone invece, se riesce da un prodotto ricco,, buono, e mercantile, per cui si è rassegnati e si continua a coltivarlo, anche se non riesce più anni, di seguito.. Avvii però forse ehiì pes*a consigliare ai conladino un'altra pianta,, che gli dia tanto alimento quanto il granone e con più sicureaaa di riuscita? Noi non siamo in istato di lar!oy non conoscendola, ma sosteniamo che sa ti granone fruttassa bene da IO a 15 anni di seguito^ le nostre terre diverrebbero sterili. Dunque? Tutto il nostro sistema agrario è falso e se non ha ancora presentato lo stato è per la. ragione che i-granone più volte fallisce di quello che riesca, quindi rimpiazza in. parte il maggese ed impedisce l'in— steril intente della terra. Bisogna dunque avviarsi ai più sane pratiche, le quali sono oramai riconosciute anche da. tutti i psii' distinti agronomi italiani, e che adottate già da lungo tempo in. Inghilterra e Scozia, vi portarono l'agricoltura ali'apioe della prosperità. Se gli Inglesi volessero produrre sul proprio suolo tutto il frumento che consumano, manderebbero in rovina l'agricoltura, e così ci roviniamo noi, poiché consumando molla polenta vogliamo produrla tutta sulle nostre terre. Il problema non si può sciogliere che indirettamente, facendo ciò che una saggia agronomia consiglia, ed il granone troverà aiìora il suo luogo competente. Ecco in breve ciò» che si può leggere in molti buoni libri. 1. Istruire il popolo e promuovere leggi seve— ce contro i ladri ed i danneggiatori campestri.. 2. Imboscare terreni sassosi è sterili.. 3. Fare piantagioni di alberi da frutto.. 4. Non far nuovi impianti di viti con alberi dì sostegno fra campi. Coltivare la vigna a parie ed a palo secco, ed a preferenza in piani inclinali. 5. Chi ha campi e prati molto fertili, coltivi soU tanto la metà dell'area a grani e legumi e l'altra mela, a radici, tuberi, mediche, trifogli a prato artificiale e naturate, faccia consumare questi foraggi dal suo bestiame e converta i loro escrementi a fertilizzare in prima linea i campi ed i prati che producono il nutrimento pel bestiame. 6. Chi ha un suolo meno ricco deve dedicarne due terze parti al bestiame e soltanto una terza parte alia produzione di cereali e legumi. Osservate queste regole, riconosciute generalmente, e dalle quali non lice deviare che nelle così dette terre promesse, sussidiate da periodiche fertilizzanti inondazioni, la quislione del granone è sciolta per l'Istria. Esso non verrà al suo turno che dopo una serie d'anni, sul medesimo campo, lu troverà sempre in forza e capace di resistere molle» più alla siccità che prima,, principalmente se lo sì farà seguire sopra terreni da lungo inerbati,, e non mancherà la mano d'opera per coltivarlo bene. Gioverà-spiegare questo sistema con un esempio. Suppongasi un podere di media fertilità, e dell' estensione di 75 giornate arative, di cui GO sott»> l'aralro e 15 a prato naturale. — Vigne, oliseli. ììatleti e boschi non entrano in conto. Pascoli ci «Irvi ebbero entrare, in quanto che somministrano alqua -to coiie.me; ma per non complicare la cosa, supp -marno che il podere ne sia privo, I prati naturali dovranno essere conservati e detl-..le 60 giornate a campo, 85 -dovranno essere coltivate a prodotti pel consumo del bestiame, .Restano quindi 25 giornate per essere Coltivale a cereali, legumi ed erbaggi ada vendere o da essere consumati dalla famiglia. L'avvicendamento dovrebbe essere regolato in .guisa che un campo il quale produsse foraggi per diversi anni passi a produrre cereali -e legumi per qualche anno di «eguito. Oppure si possono sussidiare le rotazioni p'ù lunghe di cereali e legumi con alternanti coltivazioni di radici concimate, come barbabietole e caratlc. La differenza di qualità del suolo anche in un piccolo podere esige grandi cognizioni per parte del direttore dell' economia e perciò rotazioni perfettamente regolari non si potranno mai ottenere. Basta avere per regola che bisogna dedicare soltanto un terzo del podere a prodotti che non vengono consumati dal bestiame. — Fra le tante possibili rotazioni ne proporremo una, ove il granone figura in testa: 1. anno granone; 2. grani invernali; 3. metà legumi poi rape o ver-zerape o grani minuti: l'altra metà patate bonorive, poi rape etc. I legumi non si letamano, ma bensì ciò che li segue; le patate vengono letamate; 4, grani invernali; o. metà grani manzioli, metà legumi. In questa rotazione si occuperanno sempre 10 giornate invernali, die in Istria sono le più sicure, e -renderanno tanto quanto prima 20 giornate. Il granone occupa 5 giornate, cioè ossia la 12 parte dei campi arabili. Per tal guisa avvi più probabilità di riuscita anche per il granone, perchè viene a stare in campo sfruttato, capace di contenere più umidità e perchè non mancheranno le braccia per coltivarlo a tempo debito e bene. Se però anche fallisse, il coltivatore, che basa la sua economia sul prodotto del 'bestiame sopra tanti altri prodotti, non si sentirà tanto sbilanciato come prima, ove dedicava i/4, Vs e forse anche la metà delle sue terre arabili alla arrischiata coltivazione del granone. Il passaggio dall' attuale usanza al nuovo sistema non può esser operato che successivamente. Chi possiede capitali da Investire in bestiame e da comprare concimi può di mollo abbreviare Ài periodo di transizione.— 11 primo passo costa qualche sagri fi zio-, bisogna incominciare col dedicare una parte del letame" ai prati artificiali, consumare il prodotto di questi in istalla. vendere qualche porcello o vitello di meno, capitalizzare ed investire nella medesima guisa ogni prodotto nuovo, cioè foraggio e letame, ed in pochi anni si potrà disporre di tante nuove risorse, che non occorreranno più sagrifizi per compiere la riforma. — 11 più grande nemico d'ogni nostra riforma agraria sono i filari di vili, in gran parte accoppiate ad alberi fra i campi. In qualche situazione i campi non sono più larghi che le nostre strade, ma queste viti bisogna conservarle finché fruttano, e quando vanno in decadenza allora si possono impiantare vignali. Riassumiamo l'esposto con qualche ulterict; spiegazione. Ove si esercita l'agricoltura al solo scopo d produrre grani e legumi, bisogna ogni terzo anni sottomettere il compo «I maggese. Ciò era prescritte alle colonie romane e da Carlo Magno e viene ot* servato ancora in molti paesi. Anche in Istria è traccia di questo sistema, il q;;ia!e ha il suo grande merito, ma -Richiede che al podere siano annessi sufficienti prati e pascoli per mantenere molti animali da tiro e poter produrre anche ilei letame. La coltivazione d'una piatita a zappa supplisce in parte l'operazione del maggese, che è quel a di nettare il campo delle erbe e radici parassite, ma lo sfrutta. Onesta coltivazione dovrebbe essere soccorsa da letame straordinario, ese questo manca, le terre che col maggese e col solito letame fruttavano bene, devono successivamente insterilire. Il granone venne in Istria sostituito al maggese senza che la produzione di letame sia cresciuta e le terre dovrebbero isterilire molte di più se il granone riuscisse annualmente. Il clima però non gli è propizio ed il granone poche volte riesce. La non riuscita del granone priva il possidente d'una raccolta, ma gli conserva la forza per produrre altri seminati, ed è quindi una disgrazia e nello stesso tempo una fortuna. Il voler tiftpplire il maggese colla coltivazione del granone non sussidiato da concime è errore. Bisogna dunque senza tornare alla rotazione dei tempi di Augusto riformare tutta l'agricoltura secondo le migliori teorie ed esperienze ed allora il granone troverà il suo posto nella rotazione più di raro, ma con miglior successo, e se non riuscirà non manderà in rovina il coltivatore. — Aggiungiamo i seguenti cenni per coltivare bene il granone: j Terminate le semine autunnali, si traversi il campo destinato al granone formando ciglioni alti, onde le acque trovino scolo e venga esposta ai geli una grande massa di terra. Simile terra potrà essere aerata in primavera a tempo debito, perchè non sarà nè troppo asciutta nè troppo bagnata. La semina del granone si fa quando la terra è già riscaldata, altrimenti la semenza o ìnfracidisce o viene distrutta dft topi- Si scielga granone e di fusto piuttosto basso. ->- La semina a mano larga non può mai bene riuscire: spunta a gruppi o rimangono de' vacui che sono irreparabili, dacché fi granone non si lascia trapiantare. Si semina o con macchina o sotto il foraterra ed in fi'c, le quali offrono evidenza, economia di spazio e ventilazione Si metta tanta semen-menza che, cavata la metà delle piante, ne possa -restare il bisogno. — Si lascino da 6 a 7 piante per clafter quadrato. Meno fonda che è la terra più spazio bisogna lasciare alle piante onde poter dare alle radici terra sul-ficiente. Potendosi lavorare a macchina, si lasciano le fiie larghe, a! contrario le piante più vicine nelle file. I lavori si sicguono così: le piante piccole si sarchiano, pria che le piante spieghino spicca e fiore si cavano le superflue e si danno al bestiame, si zappa più fondo che si può ed immediatamente dopo s'incaUano le piante. Nei gran calori e se la erra non e umida si eseguisce Fincalzatura di buia ma'tino e verso sera- Ove i fagiuoli riescano, possono essere colliva-,i fra il granone, ma senza togliere a queste l'occor-irnte spazio l.e zucche non si possono tollerare quando si lavora a macchina. | ■r e x t i. fi c .v Pag. 903 Colonna 2. Linea 1. laddove dice: da tufi eri leggasi, di produrre tuberi.— Pag. 904-'Col. 1. in ine del 4. capoverso invece di vendita, leggasi, rendita - Pag. 904 Col. idem penultimo capoverso dove dice : molata leggasi stimolata. — NECROLOGIA. Il giorno 18 gennaro testé passato segnava il termine della vita di PIETRO D.r IvANDLER. Le infauste suceedentisi notizie della gravissima sua infermità, della sua agonia, dell'avvenuta morte si diffondevano rapidissime per tutta 1' I-stria, ridestando ovunque sensi di profondo dolore, voci di compianto. Imperocché non solo il suo nome era noto e venerato in ogni luogo della provincia, ma era in gran parte conosciuto di persona, e qui ebbe molti amici, sinceri^ e grandissimo numero di estimatori. GÌ' istriani in generale gli portavano affezione per l'intenso amore ch'egli nutriva per questa terra, cui ha considerato come patria formante con Trieste, sua città natale, un sok) paese per geografia e lingua, e naturali rapporti, come lo fu anche politicamente dalla più remota antichità sino alla dedizione di. Trieste ai Duchi d'Austria nell'anno 1382; oltreché sua madre,, che di due mesi lo precedette nella tomba, era di Capodistria, ove egli ebbe la sua educazione letteraria. Essi lo amavano per l'affettuosa intimità ond'egli usava con quanti nativi' dell'Istria che avessero secolui consuetudine od anche'' affari soltanto, e principalmente per l'amore ardentissimo> onde imprese sin dai giovani suoi anni a studiare e poi ad illustrare le antichità e la storia dell' Istria, e per le costanti e dispendiose fatiche in ciò impiegate, non accontentandosi di studiare, come altri, le cose nostre nel suo gabinetto sui libri soltanto, ma scorrendo per molti anni, e finché fu in età fresca-, a piedi, la provincia in ogni senso; sicché si può dire con verità che ne esplorò ogni spiaggia, salì tutti i monti e colli, visitò indagando i suoi piani ed ogni valle, in guisa che nessuno al pari di' lui la percorsele studiò e conobbe in ogni sua parte- Studente ancora pubblicò il gentilo poemetto latino del Vescovo Andrea Rapicio " Ilistria „ che da lungo tempo obbliato scoperse nella Biblioteca di Corte in Vienna. Erede degl'intendimenti del- FilTustre suo concittadino D.r Rossetti iniziatoli, come lo fu anche il nostro Stancovich, del risorgimento degli studii storici ed archeologici patrii appena si trovò in possesso di sufficienti cognizioni e materiali risguardanti ìa storia e l'archeologia dell'Istria incominciò a scrivere su questi argomenti con articoletti pseudonimi, che tosto attirarono l'attenzione dei colti patriotti. Dopo altre cose im-■ prese a pubblicare il periodico settimanale u 1' I-stria „ che/ non guari coadjuvato da altri, continuò pel corso di sette anni, accumulando in esso una preziosa congerie di materiali storico - archeologici. Dire tutto ciò che diede alla luce riguardo a Trieste e l'Istria, non è qui il luogo, basti accennare ciò che più tocca la nostra provincia, come le sue guide ai forestieri che visitano Pola, Paren-zor Cittaauova ; le notizie sui vescovi di Capodistria, Citt&nuova e Pedona edite in occasione dell'ingresso in Trieste di ilons. Vescovo Legat;. gli statuti municipali di parecchie città; le Indicazioni per riconoscere le cose storiche del Litorale, contenenti disegni d monumenti antichi,, gli annuali di storia civile ed ecclesiastica dai primi temqi al 1849, e che sono un prezioso scheletro della storia istriana, cui fece copiose aggiunte non pubblicate; nonché le epigrafi romane (alle quali poi fece seguire molte altre frattanto scoperte) e molte altre cose storiche, geografiche e statistiche ; il Codice diplomatico istriano in parecchi volumi e che pensava continuare, con opportune note dilucidativc, la Carta plastica dell'Istria colla relativa illustra»-zione, i disegni dì Pola antica del suo agro colonico da lui scoperto, e del foro romano, nonché di quello di. Parenzo, accompagnati essi pure da cenni illustrativi, una Memoria importante sopra un' i-scrizione romana in Veglia; le lettere sulla dimora di Dante in Istria (nei componimenti editi dalla Minerva per la festa del centennario di Dante) ; le sue aggiunte alle storie dello Scussa, molti articoli ed opuscoli di occasione che sarebbe lungo enumerare; ma non ometteremo di ricordare le sue Epistole storico - archeologiche che in quest'ultimo tempo dirigeva agli amici ed a persone stimate, e che fu dolente di non poter proseguire per mancanza d'un giornale adatto alla loro pubblicazione. Sotto una forma, che a taluni parve strana egli trattò singoli svariati argomenti di molta importanza in modo, di attirare su quelli scrittarelli l'attenzione dei dotti anche di altri paesi. Intendeva pubblicare il Còdice epigrafico istriano con ampie illustrazioni, opera che r suoi amici videro pronta alla stampa, su cui s'affaticò per lunghi anni, e che resa, speriamo presto, di pubblica ragione, accrescerà la fama dell'autore ed il lustro all'Istria. Le sue mappe antiche dell'Istria sono di un interesse grandissimo, contenendo le ripartizioni per popoli, per agri colonici,, giurisdizionali-, le strade romane, le traccie di luoghi, di edifizii e fabbriche industriali antiche ecc. Se un dì se ne farà un' edizione litografica, gli archeologi troverai)- no ili -esso un rilevantissimo sussidio pei loro studii sn questo paese. Kandler non è più; egli, che se non dettò lina storia ordinata e completa dell'Istria la preparò scrivendo su ogni parte della stessa, e sgombrando ai futuri scrittori la via col districarne te snebbiare i passi più intralciati ed oscuri. Quanta luee ei v'abbia recato, lo confesseranno un dì coloro che non mancheranno d'approfittare delle pazienti e dotte sue fatiche durate per ? intiera "vita, pubblicate od inedite, le ultime 'delle quali non devono essere poche. A quei pochi che ultimamente l'avversarono, potremmo dire: spetta ora a voi di mostrare che -sapete fare meglio di lui. Ma invece ci rivolgeremo ai nostri giovani coll'eccitamen-to di prenderlo ad «esempio, e di continuare sulle sue traccie ad applicarsi con fervente amore agli studii della nostra storia ed archeologia, e dare al più presto alla Provincia un primo manuale della sua storia, che insegni al nostro popolo il suo passato e lo metta in grado di giudicare rettamente di se, onde saper in ogni occasione confutare quelli stranieri, e i pochi illusi nostri, cui interessa spargere sulla storia della nostra provincia idee false, eon intendimento di confondere le menti e gli animi della nostra gioventù; e destando in essi concetti e sentimenti contrarli al vero ed all'utile nostro, raggiungere i loro scopi, che non ci riguardano. Trieste, gennaio 1872. Nel pomeriggio del 18 corr., numerosi fogli da lettera, listati a nero, confermavano la dolorosa nuova, che Jin dal mattino ci avea contristati. Al vederli, si sentiva una stretta al cuore, il viso si atteggiava a tristezza, e correva spontanea sul labbro una mesta esclamazione: Povero Kandler ! E con noi, l'Istria, il Goriziano e il Friuli, avvisati dal telegrafo, ripetevano con mesto accento: Povero Kandler 1 Di fatti i foglietti da lettera dicevano : PIETRO D.r KANT)!.EH Cavaliere della Corona ferrea e dell'ordine Messicano della Guadalupa, ecc. ecc. SI ADDORMENTÒ NEL SIGNORE COLLE GRAZIE E COL PERDONO IL MATTINO DELLI XVIII GENNARO MDCCCLXXII VISSE ANNI LXV1I. All'annunzio di tanto lutto, un solo pensiero, un solo desiderio animò vicini e lontani, di accorrere a tributare all' illustre trapassato solenne testimonianza della stima riverente e affettuosa in cui era tenuto per le rare virtù della mente e del cuore. E pertanto il giorno 20, all'ora prefissa, i figli più ragguardevoli di quella terra ch'egli, nel fior degli anni, avea percorsa e studiata con tanta cura, che nell'età matura avea illustrata con tanta sapienza, e amata in tutta la vita di operoso affetto, accorsero al mesto rito, e commossi ne accompagnarono le spoglie mortaR all' ultima dàino ra. Sia pace all'anima sua! Ma la compassione e il dolore, per giusti che sia no, devono avere un limite, e noi con calma rassegna zione vediamo non solo di comprendere la grave per dita che abbiamo fatto, ma anche di eccitare altri t raccogliere l'eredità trasmessaci, di seguirne il nobile esempio e di proseguire in quegli studi che a lui fruttarono onore e fama, gloria e decoro alla patria. Dine, com'egli, giovanetto ancora, s'ispirasse agfi studi delle antichità, quanti e di che natura gli ostacoli superati; quali i conforti che lo sostennero e per qual via s'infervorasse nell'amore delle cose patrie, così che, nel 1S26, egli di 22 anni, e circondato dall' ignavia de'' temp ie dall'ozio abituale agli studenti delle Università d'allora, attendesse, a Pavia, «Ila ristampa dell' Istria del Rapiccio; come più tardi, negligendo i lucri del Fòro, non badando a spese e a ogni sorta disagi, si mettesse con tutta l'anima a rovistare archivi e biblioteche, a consultare e a confrontare documenti, a percorrere da uu capo all' altro, con balda speranza, 1' I-stria, il Carso, il Goriziane e il Friuli; e come alle diligenti indagini corrispondessero felici scoperte di tempi e di popoli gloriosi, e in ogni angolo di questo estremo lembo d'Italia rinvenisse ruderi di acquedotti, di valli, di città e di castellari, epigrafi, monete, cippi, lucerne, ed altrettali oggetti dimostranti l'origine, la civiltà e l'opulenza antica della nostra patria; dire com'egli con paziente cura interrogasse la storia e la tradizione, studiasse le fisonomie, le favelle e gli accenti dei presenti abitatori, e come nei nomi storpiati di campi, di fiumi, di villaggi e di città scoprisse nomi illustri di famiglie e di tribù romane, di colonie civili e militari, di tribuni e di veterani, sarebbe lavoro di grande utilità e degno d,' essere trattato, ma incompatibile coi limiti d'un modesto giornale. Per questa ragione dunque, e anche perchè noi avemmo 1' o-nore di avvicinarlo soltanto nei suoi ultimi anni, bisognerà che ci restringiamo a dire di lui quel poco che ci venne fatte di sapere e che le nostre poche forze ci consentono. Altri, speriamo, ne parlerà più degnamente e più estesamente. Ebbe il Kandler ingegno pronto e inclinato all' osservazione, cuor generoso e amante del vero; fu onesto, e senza ipocrita ostentazione credente; di corpo sanissimo; erano in lui armonizzate le facoltà mentali e morali. Le quali facoltà, rinforzate ed accresciute col-1' esercizio continuo e con pertinace proposito, gii meritarono 1' amore e la stima sia de' suoi concittadini e comprovinciali, che di lui si gloriavano a ragione, sia delle Accademie che io vollero socio e corrispondente, sia dei ciotti nostri e stranieri che lo riverivano come maestro e lo ricercavano di consiglio. Frutto del suo bel-l'ingegno e di mezzo secolo di studio intenso e assiduo sono le numerose opere edite e inedite che ci restano di lui. Videro già le stampe i Fasti sacri e profani di Trieste e dell' Istria, le Notizie storiche di Trieste pubblicate col pseudonimo di Bandelli, il Codice diplomatico istriano; la Storia del Consiglio dei Patrizi; Leopoldo III e Federico III; Silvio Piccolo-mini, Andrea Rapiccio e Rinaldi Scarlicchio, l'Emporio e il Fortofranco ; le Indicazioni per conoscere le cose storiche del Litorale; senza prender nota di opuscoli, di lettere, dì articoli, che pur son molti e pregevoli, e del giornale l'Istria. Fra le cose inedite ci sono Le Storie di Trieste, con documenti, acquistate dal Municipio per 10,000 fiorini; una raccolta in 26 volumi delle Leggi, Ponderazioni, Commenti, Dissertazioni pel Gius r Giurisprudenza della Legislazione municipale, di Trieste nel auo sviluppo storico; la preziosa raccolta delle Epigrafi istriane; un'accuratissima Pianta delia città d'Aquileja, lavoro di cui egli, in particolar ino- ■ io, si compiaceva, come quello che gli costò quarant' mni di ricerche e di studi; più, altri lavori che non tonosciamo. Lo spazio non ci concede di passare in rassegna . feste opere, nè di riassumere in succinto il contenuto di ciascuna; per la qual cosa bisogna che ci teniamo sulle generali col dire che le son piene di eruditone vasta e profonda, di mirabile dottrina, tanto che » prende maraviglia e ammirazione nel veder ivi rac-lolte tante cognizioni di archeologia, di numismatica, li storia, di geografia, d'etnologia, di paleografia, di ìgislazione e di amministrazione. Non vogliamo però iostenere con questo che tutte le sue opere siano conlotte a perfezione, che tutti i fatti siano ben pondera->, i documenti vagliati con severa critica, la materia mimata a dovere e le congetture basate sempre su lati stabili e certi, poiché sappiamo che lo stesso spallare per campi così vasti e il trasportarsi in tempi , tosi remoti, son occasione quasi inevitabile a dare in allo; massimamente quando i documenti, che a quelli i riferiscono, sono incompleti, dubbi, o mancano affatto: bensì vogliamo dire che c' è sempre del buono, ansi dell' ottimo ne' suoi lavori, eh' egli ha il gran merito ii aver messo in piena luce il nostro passato, di aver icceso fra noi F amore agli studi storici e di aver rac-mlto e ordinato un copiosissimo materiale per chi vorrà, aiandocchessia, mettersi' a scrivere la stona dell'Istria, l'altra parte,_ l'illustre defunto non ha mai preteso fessere infallibile; egli soleva dire: » Mostratemi con prove fondate che ho torto, ed io mi ricrederò volentieri, e vi avrò gratitudine ; ma che piano prove, non «pposizioìie gratuita e inurbana, non insulti. - Con ciò [gli accennava alle difficoltà che incontrò nel pubbli-ve_&v\Y Osservatore triestino le ultime lettere, colle pali, quasi presago della morte vicina, intendeva render comiato da suoi benevoli ; mirava alla viltà di (erti ser Appuntini che, con lettere anonime, gli amareggiarono gli ultimi anni di vita, e alla noncuranti con cui ultimamente si rispondeva a suoi inviti l'indagare o di conservare monumenti preziosi. E noi iamo testimoni di quanto se ne accorasse il veneratilo Archeologo però; il che crediamo fosse effetto più teli' infiacchimento delle forze fisiche, che altro. Di fatti tastavano poche parole di conforto perchè egli si ras-erenasse e riprendesse qUel suo fare tra serio e face-o, e quel conversare pieno di frizzi e di aneddoti che [nettava ed istruiva ad un tempo. Ma se carigli era-io i conforti degli amici, graditissime gli riuscirono, ter opportunità e valore, le attestazioni di stima che :ìi vennero allora dall'Ateneo Veneto che lo nominata suo corrispondente; dai Naturalisti ungheresi, che, topo il Congresso tenuto a Piume, vennero à osse-uiaiJo: dall'Accademia di Vienna che le lettere di pi, pubblicate sull'Osservatore, lodava e incoraggiatalo a proseguire. Ed egli avrebbe proseguito, che era aia intenzione di scriverne cento; ma VOsservatore rifiuto di accettarle stimando inezie quelle che i doti •creavano e leggevano con avidità. E tornando al suo conversare diremo che in questo appariva quanto avesse meditato sugli nomini e sulle cose, e scorgevasi l'ingegno pronto eia memoria tenace ond'era fornito; poicliè discorreva con molto sapere per ore e ore, si ricordava delle più minute particolarità di tempi, di fatti e^ di persone lontanissimi: senonehè, coni' è costume de' vecchi, era alquanto prolisso. E giacché ci è lecaduto di accennare a un difetto comune agli uomini avanzati di età, ne aggiungeremo un altro, ed è iie 1 vecchi, abituati dalla loro infanzia a veder le istituzioni e le cose in una data forma s'innamorano it quella, onde avversano generalmente ogni maniera ti novità. N 011 così il Kandler, il quale, quantunque riveste più acl passato clic nel presente, beaciìù scor« gesse in certe istituzioni antiche mirabile sapienza, e ne fosso per conseguenza innamorato, lodava ed apprezzava la bontà di alcune istituzioni moderne, certe innovazioni gli piacevano, amava il vero e sodo progresso. Il passato ebbe i suoi difetti, li ha il presente, ne avrà, ma speriamo meno, il futuro. E il Kandler era persuaso di questa verità, no sia prova l'indefesso studio. Logorandosi ia vita sui libri per svelarci il passato, non intendeva già di ricondurci indietro, ina di ammaestrarci pel bene presente, e di preparare alla sua patria un migli-or avvenire. Crediamo bene di battere su questo punto affinchè si rettifichi il giudizio che altri s'è fatto di lui senza conoscerlo bene; e ciò tanto maggiormente che, ne' suoi scritti, forse perchè non gli veniva in taglio, non aprì intiero l'animo suo, come faceva nel lieto conversare con gli amici. Ch'egli poi non fosse punto -avverso alle novità è provato dal piacerò che sentì, egli in politica austriaco, nel Veder costituita l'unità e l'indipendenza d'Italia, di cui lodava il senno pratico, e il patriotismo del popolo, Ed egli t-i compiaceva di appartenere, per nazionalità e posizione geografica, a questa grande famiglia. Onde, -a un ministro di Vienna, che osservava essere Kandler cognome tedésco, rispondeva: «Eccellenza, morto ch'io si-a, mi faccia sparare, e vedrà che il mio sangue è veneto. * E un'altra volta, a un governatore di Trieste, che lo rimproverava perchè negli scritti soleva ricordare troppo spesso le Alpi Giulie come confine geografico e naturale d'Italia, rispose: » Se le porti costassù a Vienna, e io non le ricorderò più ; ma finché sono là, bisogna bene eh' io no parli. n _ Verso gli studiosi fu prodigo di ogni maniera di consigli e ajuti; -amava la loro compagnia e li incoraggiva. A questo proposito racconteremo come, or sono due anni, nell'occasione che la 'Dieta dell'Istria avoa apèrto il concorso ad una storia patria, ii Kandler invitò, una sera, parecchie persone a veglia, fra cui alcuni giovani. Nel mezzo d'un gran tavolo c'era la carta plastica dell'Istria, coli'emblematica capra, e all'intorno dis-posti grossi volumi, a stampa e manoscritti, concernenti r Istria* Egli, detto lo scopo dell' invito, tenne Un lungo discorso, in cui tracciò il disegno della storia richiesta dalla Dieta. "Cominciò dalla formazione geologica dell' Istria e dai primi abitatori, parlò delle immigrazioni dei Pelasgi, dei Grecanici, dei Celti, dei Giapidi e dei Romani^ poi giù giù delle irruzioni de'Barbari, dei Bizantini, dei Patriarchi, della Repubblica veneta fino a'no-stri giorni; e parlò con una spontaneità, con una chiarezza, e con una erudizione, cn'era un incanto a udirlo. Quindi ricordò le fonti conosciute, distinse le certe dalle sospette, indicò i luoghi in cui, a frugare, c'è probabilità di scoprirne altre; in fine dicendo sé essere ormai vecchio, mancargli le forze, non poter altro che consigliare, e che a questo sarebbe ognora pronto,- rivoltosi ai giovani, con calde parole, li esortò allo studio delle cose patrie e a scrivere la storia, di cui risina ha tanto bisogno. E ora eli' egli non è più, a noi piace rammentare il suo voto a que'signóri eh' ebbero l'onore di trovarsi quella bella sera a veglia, e in- pari tempo di parteciparlo al pubblico; prima perchè si veda quanto stessegli a cuore l'Istria, poi perchè sorga qualcuno ad assecondare il desiderio del nostro istorico-. Tale fu il Kandler come scienziato. Vediamolo in poche parole come uomo privato e come cittadino. L'avidità del guadagno e la sordida avarizia non penetrarono mai nel suo cuore, anzi eccedeva nel contrario, tanto è vero ch'egli morì povero e alle spese de'suoi funerali dovette provvedere il Comune. Per Trieste egli fu, dopo il Rossetti il cittadino più intelligente ed operoso; che egli arricchì e completò l'Archivio ed il Museo delle antichità, egli picchiò di porta in porta pec tiattarc la av-teat» catttói-ale, egli infine t -9 propose e sollecitò guanto ritenne utile e decoroso alla sua città natale. Fu egli poi senza difetti? No, come uomo ebbe i suoi difetti, ma furono leggeri, furono tali che non ne risultò danno nè alla famiglia nè alla società; certo non fece mai male a nessuno, Con chiudiamo. Il Kandler fu un archeologo profondo, a giudizio dei dotti di tutti i paesi, fu dottissimo iu storia e sopra tutto nella romana, dove ebbe pochi uguali, fu raccoglitore instancabile e sapiente, illustratore di documenti:, visse per la scienza. Trieste e l'Istria furono il suo supremo e costante amore, di queste scrisse finché le dita valsero a stringere la penna, a queste pensò finché la mente potè connettere. À onorare pertanto l'Archeologo e lo.Storico,illustre, oltre al custodire e studiare con cura le preziose raccolte eh' ei ci lasciò, oltre al continuare, secondo, il suo. desiderio, nelle indagini storiche, sarebbe giusto,che gli si. erigesse un monumento.. Mezzo secolo consacrato per la, scienza, e per la patria meritano questa ricompensa. E. la Provincia, che lo ebbe a collaboratore, potrebbe aprire una sottoscrizione a questo fine, e dafne l'esempio. J„ Cavalli. 1— .'.^wj^igg^gTiiuaLflam^ PIETRO KAND-LER. La morte dell' illustre Pietro Kandler è una grande sventura per la nostra patria.. Per quanto ricca sia la copia degli studii, lasciataci nelle numerose sue opere, e coi quali il forte e operoso suo ingegno seppe rivendicarci dall'obblio il più sacro patrimonio, di cui vada superbo un popolo civile, il patrimonio delle nostre memorie, ancora più preziosa e larga era. la scienza eh.' ei non arrivò a trasmetterci, e che, lui vivente, rimanevaei aperta generosamente ad ogni nostra richiesta: capitale inesauribile, raccolto con lungo studio ed amore a sussidio di tutti. E anche questo s'è chiuso nella sua tomba. Nè il nostro dolore è dolore soltanto di pa-triotti, che piangono una perdita inestimabile e senza possibile compenso pel loro paese, ina dolore altresì di affèttuosi discepoli, nel cui animo gli stessi sentimenti di perenne riconoscenza verso il venerato, maestro svegliano ora nuove ragioni di profondo cordoglio» Non è questo il momento di rilevare, nemmeno per brevi cenni, i molti e- splendidi titoli, che rendono immortale il suo nome, e gli guadagneranno, in ogni tempo ampia onoranza di gratitudine, di ossequio e di ammirazione. La nostra amarezza è troppo viva ancora, perchè ci sia consentito oggi di provarci^ per quanto è da noi, a farne menzione adeguata. Come nessuno più di lui operò in passato per la illustrazione di queste Provincie,, nessuno potrà mai pareggiarlo nell' avvenire, perchè ciò ch? era più faticoso ed arduo fu già da lui compiuto, e perchè a compierlo si richiedeva appunto quella assidua energia della mente e dell'animo,, che in lui fù virtù piuttosto unica che rara. Devoto fino all'entusiasmo all' Istria nostra,, senza- che mai nè lai salute inferma, nè la vecchia età, nè altri sconforti della vita abbiano tolto freschezza alla costante gioventù di sì nobile- affézione, ei le fece di se e del proprio censo pieno sacrifizio. Detato dì forte intelligenza e di prodigiosa memoria^ altrettanto pronto a intuire, e, diremmo quasi, a presentire il ver®, quanto acuta e paziente nel sottoporlo ad accurata analisi, reso sicuro anche nelle più ardite induzioni dalla, sodezza della vasta sua> dottrina, e da una insuperabile facilità di associare felicemente gli e-lementì in apparenza più disparati,, potè ritrarre dai copiosi materiali storiografici, che gli fu1 dato raccogliere con cure infinite, tutto l'insegnamento che vi sta racchiuso; e ben può dirsi, che senza di lui non avremmo avuto mai quello, eh' è ora una ricchezza nostra garantitaci per sempre, e una ricchezaa (lo si noti bene) che vale per noi come il pegno più certo di quel! avvenire, a- cui sono vòlte le nostre aspirazioni. Nello scrivere commossi queste parole,, a nome pure degli istriani che qui dimorano, noi ci permettiamo di muovere un caldo appello ai nostri comprovinciali, perchè vogliano subito provvedere, per pubblica soscrizione, a che nella sala della nostra rappresentanza provinciale sia posta l'effigie in. marmo di quell'insigne uomo, il quale, anche estinto, continuerà ne' suoi, scritti a rappresentare le nostre più sacre ragioni a: quanti onorano gli studii e rendono tributo di affetto alle popolazioni, la cui storia spetti a quella della civiltà. Venezia 20 gennajo 13%2. C". A. Combi Tomaso Luciani. Pel viva sentimento che ci desta una cara e vecchia amicizia, una verace gratitudine e la piì alta ammirazione, dobbiamo pur troppo registrai con grande rincrescimento la perdita irreparabili che ha fatto Trieste e l'Istria dell' illustre medico e chirurgo GIO : BATTA D.r CAPPELLETTI morto li 25 delio scorso gennaro, dopo breve e pe nosa malattia. È fatale che da poco più di un anno la morte inesorabile vada mietendo tra le migliori nostri esistenze ! ! ! Il gìoniqU, Progresso, ha pubblio ito nei su i X. 19 il un articolo, nel quale dettagliatamente e dimostrata freferibilità della, linea Laalf di confronto a quella i Predil. Noi raccomandiamo all'attenzione dei nò-ri lettori quello studio e ne riproduciamo quella partile più direttamente ci riguarda, associandoci alle iute ed ai desiderii in que\l' articolo espressi. Ognuno già saprà che da! 1868 in poi, ossia rccliè il Governo si convinse della necessità di u-ir ìf'ola al centro della monarchia mediante una ferii», Si formassero diversi consorzi ferroviari, i qua-fdiiesero ed ottennero preconcessioni più o meno mitate per una linea ferroviaria fra Trieste e Pola, W diramazione strategica fra un suo punto qualuti-jtie ed una stazione della meridionale tra Xabresina iS. Peter. Il primo di questi consorzi anzi aveva per rs-jlicito incarico lo studio di una diramazione stratega verso Sopiane stazione della ferrata in corso ii lavoro fra 8. Peter e Fiume, ma le difficoltà da (operarsi per tale diramazione furono tante, da far Ibbandonare quest'idea e rivolgere gli studi alla tongiunzione colla Meridionale, fra Nabresina e S. •eter. . Difatti la linea strategica fu studiala, e questa li diparte da Figarola (ll.a stazione della ferrovia Jrieste-Pola), e salendo per Popech'o, Clanitz, Colina e Kodig, si congiunge colla meridionale a Diazza. Che questa linea sia stata gradita anche al Governo, ce lo provarono diverse circostanze, e fra le iltre, questa, che la Commissione ministeriale che percorse la linea l'anno scorso in luglio in allora alieno, si era pronunciata assai favorevolmente sia per a linea Trieste - Pola, che per la sua diramazione itiategica Figarola-Divazza. Altri consorzi si Tornarono di poi per la ferrata istriana, e pressoché nidi si tennero in massima alla linea studiata dal pri-no: senonchè la circostanza che il tratto della linea Trieste-Pola fra Trieste e Cerpical 1[I.a stazione ii questa ferrata) riesciva il più dispendioso di tatti gli altri, fece sorgere la bella idea ad alcuni di questi di occuparsi soltanto della linea strategica Piazza-Figarola-Pola, siccome quella che fu ritentila di maggiore importanza pel Governo, trascurandosi cosi il più vitale interesse della Provincia, cioè la sua congiunzione con Trieste. il Governo poi fece studiare anche dai propri ingegneri la linea suddetta, ed ora si attende lo scioglimento delle quistione colla proposta che fsrà il Ministero alla Camere per la concessione di questa serrata. Come sappiamo da buona fonte, il Governo vuole la strada dell' Istria ; e d' altronde la deve volere per .unire Pola al centro dell'impero, quindi il Governo a quest' ora è disposto, o ad esborsare egli stesso la somma occorrente per questa ferrata, ovvero a garantirne gì' interessi. Se la memoria non c'inganna, la linea Trieste-Figarola-Pola, sarà lunga circa 16 lephe, ed il dispendio ne fu calcolato a circa 18 milioni; la sua diramazione Figarola-Kivazza sarà lunga circa 4 i\2 leghe e costerà circa 4 milioni. Un tanto per Ih linea studiata dal I. consòrzio, la quale, come dicemmo. dovrebbe metter capo a Trieste. ^Crediamo che almetio per ora il Governò noh pensi troppo ad unir Pola con Trieste, e gli basti la comunicazion* bivazza-Pola che sarebbe lunga 17 leghe, e costerebbe circa 18 milioni )■ Iu ogni caso adunque il Governo è disposto ad esborsare o garantire per Io meno i 18 milioni per unire Pola colla stazione di Divazza; e ciò basta a noi per far emergere il van-taggio che iu questa riguardo potrà recare ed a Governo, ed alla stessa provincia dell'Istria la strada di Laak, nel modo come fu tìeata dal suo consorzio. La linea di Laak difatti, si dipartirebbe da Trieste f stazione di Sorvola e proscguireb be direttamente verso Garesana seguendo presso a poco la traccia studiata per la ferrovia istriana; — da Care-sana essa girerebbe sotto S. Servolo per llatazb, Draga e raggiungerebbe a Dassovizza I' aliipiano del Carso; da Bassovizza proseguirebbe senza ostacolo di sorte per Corgnale a Divazza. Onesto breve accenno sulla percorrenza del tratto inferiore della Laak basterà ad ogni profano per comprendere che tutto questo suo tronco va in favore della ferrata istriana, e ciò tanto per la linea principale Trieste-Pola, che per la diramazù-ne strategica a D;vaz«a-Figarola, non riuscendo mutata quest'ultima altro che in ciò, che essa si dipartirebbe bensì desideriamo, vivamente- che si occupi anche delle nostre questioni locali; ma abbiamo diritto a pretendere che lo faccia con cognizione di causa.. Invece, quella- descrizione è piena di inesattezze, di consigli fuori di- proposito e pretese irragionevoli. Non ci, avrebbe- fatto meraviglia se l'avessimo letta in qualche altro giornale, ed allora non ce ne saremmo occupati; ma appunto perchè la troviamo sul Progresso> giornale onesto e serio, abbiamo creduto necessario darle quell' importanza che invero non ha, allo scopo che ne sia fatta ammenda e- ad impedire clic il caso si; ripeta, ! CRONACA DELLA CITTA'. Taluno - a cui la censura sgorga dalle labbra colla facilità colla quale i bambini stridono I' ahi quando si scottano,, si pungono o si ammaccano--trovò che la pubblicazione del sommario, terminato col supplemento di oggi, fu una pubblicazione inutile. Quantunque il- sistema nostro sia quello di non porgere orecchio, al ragghio di que' colali Glie ; disapprovano l'operato altrui ili più delle volte per contrarietà o per vanagloria, ciò non ostante iin questo caso vogliamo spendere poche goccie di in-abiostro, procurando di dimostrare l'erroneità della. ìct'o asserzione; dacché il sommario sotto il na- so di' qualche cervellino può vestire P'apparenz di cosa inutile. Il sommario cronologico degli at concernenti il; lungo litigio politico e poi giudizi* rio, colle sue concomitanti circosfcanzej sostenut dal Municipio allo scopo di mantenere ai' suoi am ministrati integra la proprietà dei àie pubblici pa lazzi (vecchio e nuovo: questoampliazione dell'ai tro) ha la sua. importanza relativa; non può noi suscitare un certe» interesse nei. lettori capodì.stri ani,, e in tutte quelle parsone che attendono ali scienae politico - giuridiche:, è un branoi di stoni amministrativa austriaca dal 14 al II che dipinge i brevissimi tocchi le tristi epoche, ia cui per esem pio fe Podesterie non potevano spendere una som ma maggiore di cinque fiorini senza ottenere pri ma il permesso del Capitanato Circolare medianti il tramite de! Commissariai» ; e pnre uri brano d storia burocratica, dal' quale emerge là burbanzi della vecchia burocrazia, e il suo graduale miglio mmenlo, incominciando dai tempi, in cui. si ordi nava alla Podesteria, di fare o rispondere la tali cosa, entro tante ore sotto comminatoria, di um penale, e finindo coi presenti in cui si si pregif d'invitare lo> spettabile Municipio; è in fine il tra sunto cronologico di una vertenza? di diritto pub blico interno, che deve interessare tutte le altri città venete che si trovano nelle condizioni nostre Contemporaneamente ai ristauri della Cattedrale, se ne facevano) anche nella chiesa del chiostro di S. Anna, ove hanno sede i MM. QO. 'i quella chiesa, dirige ì. passi ogni colto forésti're, cfi< venga a visitare la nostra città, attiratovi dai preziosi dipinti deLG. B. Cima e del Carpaccio, i quali la mutanOj diremmo quasi, in, cittadina pinacoteca. (Vedi a tale proposito.k'quarta delle Lettere sull'Istria dell'abate Bernardi; Capodistria, Tip, Tondelli, 1866). Ancora durante il 1865 J'accesso nei tempi piovosi era malagevole a motivo- delle pozzanghere e-dei rigagnoli ; ma, per iniziativa del sig. Giorgio Franco praticatasi una collctta^ lo poterono appianare, sodare ed abbellire con due file d" alberi facendovi anco una piazzuola di lastricato dinanzi alla chiesa. Dal 1869 in poi misero in buon essere il tetto: del coro e del presbiterio ; i. quadroni di pietra cotta, del selciato, in gran parte spezzati e* producenti un polverio dannoso pei dipinti e per gli ornamenti, vennero sostituiti da altri di marmo' carrarese, scaccati a tinta bianca e nerastra; del medesimo marmo rifecero l'ara maggiore, ed il suolo-che l'attornia livellossi con quello del coro. Per questi lavori di ristauro e di abbellitura conseguirono dalla cesarea liberalità 80C fiorini, e 1100 dalla giustinopolitana : somme che aggiunte a limosine fatte a Trieste e in due altri paesi della provincia (fior. 761), e ad economie conventuali, danno un totale di circa 2S00 fior., df cui peraltro va sottratto un debito di 329 fior, che i MM. 00. devono ancora pagare, pel materiale somministrato, al sig- Palese. Neil' elenco che abbiamo dato, dei lavori che Consiglio Municipale ha deliberalo di far esegui-coi denari dell'imprestito c'è anche quello dell' ovazione e rassettamento del porto di BUsse-aga (s. Lorenzo) e di Porta Isolana. La som-i stanziata fu 1000 fior.; peraltro quando si ven-ad esaminare tecnicamente il progetto, chiaro lerse l'assoluta insufficienza di questo fondo, e il ogno di spenderne invece 2400. Quindi raccolto i comitato di sei tra i principali pescatoti, e di tósa la bisogna (domenica 21 gennaio, sotto la rezione dell'illustrissime signor Podestà)deliberano di proporre per una volta tanto, in una fora adunanza di tutti i pescatori, una tassa catego-ta sopra tutte le barche, ordinandole in quattro assi; e precisamente 22 fiorici sulla prima fèmore), 18 sulla seconda (barche di sardelle), 10 illa terza (barche minori) e 4 sulla quarta (batto a remi); in guisa di concorrere con 700 fior. 1 accrescere la somma preventivata dal Consiglio-, ella fiducia ch'esso sopperirà ai rimanenti 700-, »i quali sarà completato il fondo chiesto dal pro- etto tecnico dei 2400 fior. *** IH teatro è molto frequentato. Ciò e segno dei-cresciuta agiatezza della nostra popolazione, e el buon complesso della compagnia drammatica, iffìciente per farsi udire con certo interesse. No-ammo peraltro la cosueta assenza dei ragazzi 'e lolle ragazze del Pio Istituto Grisoni, che postele tre palchi, il 14 e 15 a piepiano e iì 9 al III rdine. I due primi vengon affittati per ricavare canone, e sta bene ; ma nel terzo potrebbero ed anzi dovrebbero talvolta mandare quei giovanetti. Strano sistema di educazione! li tengono chiusi -ino dall'infanzia con regole claustrali (persino gli esami, una volta pubblici, adesso li fanno in segre-;o), e poi a venti anni aprono loro le porte, lasci-indoli in perfetta balia di loro stessi: li lanciano nel mondo come si lancierebbe un fanciullo nel-facqua, senza prima avergli insegnato a nuotare. La signora Arnous, nella sua sera, venne dal pubblico molto festeggiata con frequenti applausi, con versi e fiori : e il nostro primo giudizio sulla ài lei valentìa venne appieno suffragato dai susseguenti saggi. L'altroieri fu la benificiata del sig. Tofani, primo attore, e anche lui rii-cvette segni di ovazione. Tra gli altri emergono la madre nobile signora Clelia Calamai, artista perfetta; e il brillante sig. Baratta, il quale fa scattare le risate a suo piacere, come il suonatore di piano toccando la tastiera produce il suono che gli garba. Una menda peraltro dobbiamo fare alla decorazione della scena, al vestiario eroico, che sono trascurati. e al mal vezzo che certe sere s'impadronisce anco delle primarie parti di confabulare ed anche ridere cogli altri attori silenziosi, per poi repentinamente, al cenno del suggeritore, rifare i lineamenti di sdegno o corruccio; è una pecca che gua- sta l'illusione, e tanto più dorrebbe evitarla chi sa che la sua avvenenza non gli concede di rimanere inosservato anohe quando non forma parte del gruppo parlante. In tutte le case, ogni sera, compariscono sempre in faccia alla comune quei sei quadrati azzurri, i quali nella mente dello sgorbia-tere avranno voluto dire invetriata : le porte sono sempre senza cortine. E circa al vestiario citeremo l'esempio dei guanti glaoès che coprivano le mani di personaggi vissuti circa diciannove secoli fa. Al> biamo quindi fiducia che i diligenti direttori procureranno di rendere la decorazione più gradita e più verosimile all' occhio dello spettatore che vuole illudersi. •Il Municipio, con avviso del 12 gennaio, e con un secondo pubblicato do nenica decorsa, avverte i cittadini che ogni martedì alle 2 pom. nella 6ala muuicipale ha luogo la vaccinazione e rivaccinazione gratuità; e còsi purè alle 2 pòm. di ogni sabato al domicilio dell'illustrissimo sig. Podestà, Cristoforo Dr. de Belli. Togliamo dagli Atti ufficiali dell' Osservatore Triestini, e questa volta senza il bisogno e l'incomodo della traduzione il seguente AVVISO DI COXCOllSO. I Col principio dell'anno Scolastico lS?l-72 è vacante unò stipendio dei fondo camerale per studenti di medicina e chirurgia dell' Istria nell' annuo importo di fior, trecento e quindici (3Ì5) v. a. Gli aspiranti avranno a presentare a questa Luogotenenza a tutto 15 febbraio Ì872 le loro suppliche corredate deHa fede di nascita, dei certificati dell' ine sto-vaccina, di povertà, d'i sana fisica costituzione, di stato celibe e degli attestati degli studi degli ultimi due semestri, comprovane do altresì la conoscenza sufficiente della lingua tedesca. Avranno poi da obbligarsi mediante reversale, che compiuto il corso degli studi medico-chi-rur roscafi del Lloyd, contando dal luogo di domicilia. Dall'i, r. Luogotenenza» Trieste, 25 dicembre 1871. ESPOSIZIONE JS-E Gì O »:A L E VENETA di Agricoltura, d'Industria e di Bell& Arti IN T R E V I;S 0. Neil' Ottobre 1872 avrà luogo in Treviso una Esposizione Agrìcola Industriale e di Belle arti, promossa da questo Consiglio. Provinciale.. A tale Esposizione potranno concorrere oltre i, produttori della Venezia anche quelli della Monarchia A-ustro- Ungarica (Trentino, Gorizia, Trieste, Istria, Dalmazia., ecc. ) Si ammetteranno pure gli oggetti provenienti dalia-altre provincie d'Italia, che. per la.loro specialità saranno giudicati meritevoli. ' ' .r Gli oggetti ammessi- alla Esposizione saranno ripartiti nelle, seguenti Sezioni: 1. AGRICOLTURA, 2. Industria e manifatture, 3. BELLE. ARTI. Ogni Sezione sarà suddivisa ih Classi e Gruppi. Gli Espositori saranno premiati con medaglie d' oro, d'argento, di bronzo, e Menzioni onorevoli, sopra il verdetto pionuneiato dal Giurì del Gruppo al quale appartengono i loto prodotti. Gli Espositori dei prodotti della Provincie deliRè-gno non comprese in questa esposizione, non potranno: conseguire altra distinzione che la Menzióne Onorevole. 11 giorno dell' apertura della Esposizione, il numero dei Premi, nonché la norme direttive, tanto per 1' ammissione quanto per l'invio dei prodotti, saranno resi noti con apposito Programma in ispeciale Regolamento. Conquistata la indipendenza.- politica, tocca ora all' Italia raggiunger* quella supremazia intellettuale e materiale., che il suo glorioso passato luminosamente le addita. il Comitato esecutiyo della Esposizione compreso da questo sentimento, rivolge il più caldo appello a tutti gli abita.iti delle nostre Provincie, affinchè si preparino fin d'ora a questa nobilissima gara di operosità ejd'intelligenza, la quale, feconda di utili ammaestramenti,, li condurrà a quella perfezione che raffermando sempre più la bella fama della produzione italiana, aprirà loro nuove strade di smercio anche in lontane regioni. Treviso, addì 4 dicembre 1871; il comitato esecutivo Cav. Angelo Giacomelli Presidente — Maurizio Caccianiga, Vice Presidente — Ant. Ing. Monterumici Vice Presidente — Gio. Brandii Economo Cassiere — Cervi Prof. Alessandro — De Dona Gio. Battista — Gabba Dott. Prof.. Luigi — Salsa Dot. Carlo — Via-nello Cav. Prof. Angelo •— Zava Cav;. Ing. Lorenzo ;— P. Nani Segretario* VORORTE - BANK di Vienna Sicuro impiego di Capitali T £a Vororte-Bank di Vienna, si. occupa di qualsiasi operazione bancaria Vendita Viglietti lotteria, Prestiti, Obbligazioni di Stato a pagamento rateale. Bendile,. Commissioni ed affari di Borsa. Assume qualsiasi commissiona peà compra.vendita di Cartel.e di Stato, Obbligazioni, Valute, Oro. Argento ecc. ecc., Dessa si racco mani da tanto aà particolari e capitalisti, i-urne pure al. ceto commerciale e Bancario promettendo, puntualità e mitezza »ii condizioni. Per. la vendita, di lettere rateali, di ogni sorta di viglietti di lotteria, è incaricato in Capodistria il sig Eduardo Lupetina Agente principale della Società. d'Assicurazioni "Europa,, di Vienna, ed in tutte- le altre città dell'Istria e Friuli, i rispettivi a-ge ti distrettuali della suddetta Sodetà, d'Assicurazioni. Aommcio bibliografico» Come fu promesso nel programma da noi recato nel n. 23 del 1 dicembre anno spirato, è di recentissima pubblicazione "La vita e i tempi dì Daniele Manin n studiati principalmente nei documenti depositati, nel Museo Correr dal generale cavaliere Giorgio Manin. La qual narrazione è lavoro speciale dell' egregio, professore Alberto Errerà, gentile collaboratore di'questo giornale, e dell'avvocato Cesare Finzi. Il volume che sta per uscire è in 8." grande, di pagine 550- al prezzo di, lire 5'j Eccone il sommario: Parte I. Narrazione. -Avvertenza. - I Precursori. - La giovinezza e gli studi di Daniele Manin. - La strada ferrata lombardo veneta. - Riccardo Cóbden a Venezia e Manin. - Il IX. Congresso dei dotti. - La lotta legale. - Prigionia di Manin e di Tommaseo. - Processi e testimonianze (inedite) intorno a del Palazzo comunale tanto vecchio che nuovo 11' i. r.. Erario, acciocché vi venisse collocato un Tribale collegiale e unito Giudizio distrettuale; riservanti peraltro 1' uso dei locali a pianoterra, la sala del onsiglio' e 1' orto.— 1849 (dicembre). Il Consiglio mu-icipaìo accorda ancora in uso dell' Erario, 'dietro do-ì^nda verbale della Commissione organizzatrice, ante i locali della Podesteria (quelli che dal 50 in poi ino occupati dalla Cassa distrettuale) ; -il magazzino a estra del corpo di guardia; la casa affittata al "sig. Dose larte dell'attuale fabbricato degli arresti politici); chie-eper questi 300 fiorini annui,-© che la Cassa distret-;ale ceda il locale da lei occupato al civico Monte (quel-) in cui il Monte sta presentemente). — 1850 (gennaio), .a Commissione organizzatrice a'ccetia 1' offerta e vie-le stipulato il relativo contratto. — 1853 (febbraio). (Po-està Nicolò do Madonizza). L'i. r. Commissario di-«rettuale comunioa il riassunto del decreto emanato dall' i. r.. Capitanato circolare in riscontro alla domanda fatta nel 1814 dal Podestà conte Bruti, che chiedeva dilucidazioni e disposizioni sugli alloggi assegnati alle Autorità nei palazzi comunali ; e ricerca in qual molo è stato messo in esecuzione dal Comune guell' crime capitanale. — Alino stesso (m. s.) 11 Municipio spe-tifica. 1' uso fatto dei suoi palazzi, e dichiara di non a-rer ricevuto mai 1' evasione al citato rapporto del 1814. -Anno stesso. Ai 9 di luglio la Rappresentanza, sopra proposta dell' avvocato Francesco D.r de Combi (essendo venuto a rilevare il Podestà che dall'i, r. Fimi ora, 1853, i. r. Procura di Finanza) si sta preparando un atto per usucapire alla Comune la proprietà del suo palazzo, pretendendo di valersi dell' uso mede- simo esercitato per quaranta anni) incarica la Deputazione di agire prima in via amministrativa, e poscia, qualora 1' Amministrazione dello Stato non desse a tem-to utile tranquillante evasione, di produrre formale libello giudiziario. Il sig. avvocato Nicolò de Rin residente a Trieste, viene nominato patrocinatore del Municipio. — Anno stesso (agosto). 11 D.r de Combi, per incarico del Municipio stende una lunga memoria all'e-celsa Luogotenenza, onde dimostrare le ragioni di proprietà che ha il Comune sui palazzi pubblici della piazza. — Anno stesso (m. s.). Il Municipio, appoggiandosi sul suo dovere di procurare la maggior rendita possibile dalla sostanza comunale,, chiede all'eccelsa Luogotenenza una pigione pei palazzi comunali occupati dalle autorità politiche e giudiziarie. — Anno stesso (settembre). L'i. r. Capitano distrettuale (Persich) invita il Municipio a produrre senza distinzione tutti gli altri ri-sguardauti le pertrattazioni seguite intorno al palazzo comunale. (Nel Protocollo Esibiti non fc'è 1' evasione). — Anno stesso (m. s.) Petizione del Comune contro l'i. r. Procura di Finanza affinchè venga giudicato : » do-t> ver cessare per parte del Sovrano Erario l'uso gratili-v to degli edincii comunali sulla piazza maggiore, pre-v cariamente finora occupati dalle Magistrature giudiziaria ti e politica: essere tenuto il Sovrano Erario di restituire, v consegnare e porre a disposizione Comunale di Capo-7) distria, entro giorni 14, tutti i locali predetti, a riser-7t va di quelli già compresi nella combinata affittanza ti 14 febbraio 1850, superiormente approvata; e ad ae-v cezione puro delle costruite carceri politiche nei cof-7i tili del palazzo, la cui sussistenza è regolata da speli ciale patto contrattuale, n Inoltre Petizione provocatoria del Comune di Capodistria contro l'i. r. Fisco iu punto di pretese ragioni di proprietà sopra l'ala del palazzo Comunale, detta anticamente la Foresteria. I con-tradittorii vennero redeputati sino all'8 marzo 1861.—• Anno stesso (novembre). L'i. r. Capitanato (Piccoli) restituisce la domanda del Comune (vedi agosto), facendo sapere che l'eccelsa Luogotenenza la respinse. — 1854 (febbraio). Il Municipio sollecita la riparazione dell'arco della scala di pietra che conduce alla sala del Consiglio. — 1855 (maggio), Il Municipio inoltra un altro» rapporto all' i. r. Commissario, con cui dichiara urgenti alcune riparazioni occorrenti al palazzo comunale. ■—> 1856 (settembre), Non avendo ottenuta evasione i dna rapporti sopraccennati, il Municipio ne produce un terzo, instando che l'intero palazzo comunale venga prontamente ristaurato. — 1862 (aprile). (Podestà Francesco D.r de Combi). Risposta avversaria. S'insta per la reiezione dei due petiti del Municipio, e per la sua condanna nelle spese. — 1868. Al 1 di luglio, a mezzo dei cosiglie-ri municipali Cristoforo D.r do Delli e Andrea Bratti, si consegna a S. E. il Luogotenente Barone de Bach un memoriale, nel puale il Municipio per tranquillare lo spirito corniciato ed irrequieto della popolazione « trova n d'invocare la sua valida mediazione onde compiace-„ re si voglia di richiamare a sè dall' i. r. Procura di n Finanza gli atti del processo, perchè-siano sottoposta » ad imparziale disamina, e sotto particolari pubblici » riguardi sia avvisato ad uu assetto, che concilii in mo-„ do opportuno le ragioni di dirito con quelle dell'equi-• tà e della convenienza, n — Anno stesso (agosto). II Municipio ìuo;a presso al suddetto Luogotenente che vo- glia dare l'ordine che venga lasciato in libertà il piano superiore al Monte di Pietà, fino dal 1835 per convenienze personali concesso per uso di abitazione ai rappresentanti dell'Autorità imperiale. — Anno stesso (ottobre). Altra istanza del Municipio al nuovo Luogotenente il generale Moering, affinchè non vengano interrotte le trattative già ben avviate. — Anno stesso (dicembre). Nota dell'i, r. Procura di Finanza. Partecipando l'an-nuizione dell'i, r. Ministero di Finanza alla domanda del Municipio (presentata nel luglio) di ultimare con una transazione la pendente controversia, m si dà l'onori re d'invitare l'inclito Municipio di voler proporre le * modalità che potrebbero meglio conciliare gl'interes-v ri del Comune con quelli dell'i, r. Erario, prendendo » per base la vista principale che il sovrano Erario ri-n» conosce i litigiosi edificii, di cui trattasi, come patrimoni nio del Municipio, riservandosi l'uso e il godimento grani tuito dei locali necessarii, e che lo statu quo e la sovrana ■n Risoluzione 4 giugno 1835 servir debbano come punii ti di partenza per ultimare a reciproca soddisfazioni ne l'attualo vertenza. m — Anno stesso (ni. s.) Risponde il Municipio alla pregiata nota che per no® protrarre oltre al oonvenevoie le scritturar,ioni indispensabili, propone una conferenza di rappresentanti i quali concretino i termini della Convenzione. — 1869 (marzo). L'i. r. Procura <ài Finanza viene sollecitata ad e-vadere l'atto suddetto. — Anno stesso (m. s.) Essa invita il Municipio a stabilire lt? sua proposta riguardo alla Transazione, tenendo per base l'informazione luogotenenziale, da lei chiesta, sugli occorrenti locali per uso della pubblica amministrazione, e rimette all' toyo i piani tecnici del palazzo. — Anno stesso (aprile). 11 Municipio l'avverte che l'informazione luogotenenziale non fu esatta, perchè negli edificii della controversia venne compreso anche il Monte, ohe non c'entra per nulla. Accorda per l'abitazione del Capitano distrettuale i due piani dell' ex Foresterìa, e lascia intatta la posizione delle cose. — Anno stesso (giugno). L'i. r. Procura di Finanza dichiara di avanzare favorevolmente le proposte del Municipio; ma prima peraltro vorrebbe che esso si assumesse il dispendio abbisogirevole per ridurre il secondo piano della Foresteria ad uso di abitazione dell' i. t. Capitano distrettuale. — Anno stesso (luglio). 11 Municipio esprimo il desiderio che a definire più sollecitamente la vertenza si nomini una commissione mista la quale ispezioni anche i locali. — Anno stesso (dicembre). L'i. r. Procura di Finanza partecipa i nomi dei delegati nominati a rappresentare l'i. r. Tribunale d'Appello, l'i. r. Direziono di Finanza, e l'eccelsa Luogotenenza. — Anno stesso (m. s.) Il Municipio rassegna i nomi dei suoi delegati. (1 nomi di questi e degli altri sono in tosta alla Convenzione qui sotto.) Propone il giorno 2il corrente per la conferenza. — Anno stesso (m. s. 22.) Telegramma dell'i, r. Procura che avvisa sospensione della conferenza. — Anno stesso (m. s.) Colla data del 22 perviene una nota della Procura che giustifica la .sospensione della conferenza. — Anno stesso (m. s.) Il Municipio propone il giorno 4 gennaio p. v. — 1870 (4 gennaio), n Protocollo della conferenza. Capodistria * 4 gennaio 1870. Presenti i signori : Giuseppe D.r Reni gnard, i. r. consigliere superiore di finanza e procu-t latore di finanza; Carlo nob. de Czermark, i. r. con-« Migliore d'appello; Giacomo Pallua, i. r. consigliere m di Luogot,enenza; Federico Koller, i. r. concepista di n. finanza — Antonio D.r de Madonizza, f. f. di Podestà „ di Capodistsia; Cristoforo D.r de Belli, consigliere comunale; Francesco de Itìn, rappresentante comuni naie. m Radunatasi la commissione, come sopra compo-r sta m seguito del decreto Luogotenenziale 28 novem-„ bre 1869 n. 12311 all'oggetto di concretare le eondi- n» zioni di un amichevole assopimento della Causa ci n» vile pendente fra il Municipio di Capodistria e )' i. ì » Procura di Finanza, rappresentante ii sovrano Erari 7i relativamente all'uso degli edificii comunali, palazzi v vecchio e palazzo nuovo, ossia Foresterìa in Capodi » stria, sulla base delle proposizioni avanzate dati' i. i ni Procura di finanza con rapporto 30 luglio 1868 ti » 33S9, e dall'i, r. Luogotenenza con rapporto 7 set m ternbre 1868 n. 9120 e 9541, approvate dall'i, r. Mi m nistero di finanza giusta dispaccio 1 dicembre 186f ni n. 17989, venne dato luogo all'ispezione dei locali de * gli edificii suddetti, come pure del Monte di Pietà. m Ventilate quindi le ragioni e convenienze venne » ro concretati i seguenti punti a base di Convenzione n 1.) Viene esplicitamente riconosciuto da partf 7\ dell'Amministrazione dello Stato il diritto di propri» m tà del Comune di Capodistria relativamente al pani lazzo comunale, sul quale verte la Causa civile pen- * dente giusta la petizione 19 settembre 1853 n. 5981. n 2.) Il Comune di Capodistria accorda all'Alami-d nistrazione delio Stato a permanente uso gratuite m degli uftìcii politico e giudiziario locali, e di abitai n zione del Capo politico, tutti i locali e spazii a &ens« » della sovrana Risoluzione 5 giugno 1835, del palazze » vecchio e della Foresteria e particolarmente ì locali m seguati nelle annesse tre piante topografiche del Hi> r aprile 1868, dimostranti il pianterreno, il I piano è ni II piano. Vengono eccettuati i locali del pianterreni t> marcati in rosso coi n.ri 1, 2, 8, 4, 5, 6; nuindi 7. ff. m 9, 10 e 11, questi ultimi cinque in uso dell'i, r. Ut-in ficio steurale, in base di apposita contratto di data 14 ■v febbraio 1850, come anche quei locali d'arresto che 'm sono compresi nell' or citato contratto. È compresa n come pertinenza dell'alloggio del Capo politico l'orto n e così pure vi sono compresi per uso d ufficio i corni tili e passaggi interni. « 3.J L'Amministrazione dello Stato restituisce al y, Comune a libera sua disposizione tutte quelle parti t del Monte di Pietà, che dietro adesione del Comune ti stesso sono state nell'anno 1835 poste a disposizione n del Capo politico ad ingrandimento della sua abitali zione. Le spese occorrenti per togliere la comunicali zione interna fra i locali del Monte da restituirsi ed m il rimanente dell' abitazione del Capo politico nella m Foresteria si assume di sopportare il Comune. •n 4.) Le spese di manutenzione o riduzione dei Ioni cali che rimangono in uso dell' Amministrazione del-v lo Stato saranno sopportate da quest'ultimo. Lo ste.---m so vale delle pubbliche imposte e delle spese d'assiri curazione che l'amministrazione dello Stato s'obbliga v di far sussistere anche in avvenire. » 5.) II Comune accorda all'Amministrazione pub-in blica di far inscrivere nei pubblici libri la convenzio-nn ne da erigersi sulla base dell'odierno convegno a ga-m ranzia del diritto d'uso, contemplato al punto 2, a m spese erariali. v 6.) L'Amministrazione dello Stato sì obbliga di « conservare la disposizione architettonica ed il carat-m tere monumentale degli edificii, salvi i cambiamenti n coli'assenso del Comune. » 7.) Il Comune pone per condizione del presente n convegno anche la restituzione della parte terrena del » Monte di Pietà, che attualmente viene occupata dal-nn l'i. r. ufficio Steurale qual parte deh' affittanza dipen-7i dente dal Contratto citato al punto 2 (art. I, lett. A). m Venendo ammessa siffatta restituzione il Comune tì s'impegna di ridurre un locale d'ingresso all' ufficio v Steurale nell'attuale corte del Capo politico, di frani sportare in quella stessa corte il cesso per l'Ufficio m suddetto, nonché di eseguire quei cambiamenti di >, porte nell' interno dell' ufficio Steurale, che per la ces-» sione del locale nel Monte venissero indispensabili. he modalità dell'esecuzione di quanto contempla il presente punto verranno stabilite mediante apposita trattazione colle preposte Autorità di finanza. » S.) La presente convenzione sarà obbligatoria pel Comune dal momento dell' approvazione da parte del Consiglio municipale; per l'Amministrazione dello Stato dal momento delia seguita approvazione per parte dei Ministeri competenti. v 9.) Per l'esecuzione viene convenuta quella dilazione che si rende necessaria per ridurre i locali del II piano della Foresteria in istato abitabile pel Capo politico, in compenso dei locali del Monte da riconsegnarsi al Comune. - 10.) Il Comune si obbliga di sostenere la spesa dei bolli per un esemplare d'ella diiinitiva convenzione, esclusa ogni ulteriore spesa per tasse od altro. (Seguono le firme dei soprannominati signori.) — Inno stesso (luglio). Il Municipio (Podestà Cristoforo D.r de Belli) sollecita l'i. r. Ministero dell'Interno a roler prontamente approvare la Convenzione, già ap-irovata dal Consiglio municipale nella tornata dell' 11 orr., perchè pel 2-4 agosto p. v. nei locali del Monte lovranno collocarsi gli ufficii municipali. — Anno stesici (15 agosto). Il Podestà chiede telegraficamente al iv. Rinaldini, presso il Ministero dell'Interno, quale Tasione abbia avuto l'affare del palazzo o quali cause i ritardino. — Anno stesso (16 m. s.) Il cav. Kinal-lini risponde: » Convenzione approvata verso assegno riunta: fra breve segue condizionata autorizzazione avori adattamento, n — Anno stesso (m. s.) L'i. r. Pro-ara di Finanza comunica l'approvazione fatta dal Mistero delle Finanze, d'intelligenza coi Ministeri dei-Interno e della Giustizia; e che la Convenzione pri-aa del giudiziale componimento deve essere a merito lei §. 87 della legge comunale approvata dalla Giunta provinciale. — Anno sfosso (m. s.) Il Municipio inoltra all'inclita Giunta la Convenzione, chiedendo che voglia approvarla. — Anno stesso (m. s.j La Giunta provinciale approva la Convenzione. — Anno stesso (settembre). Il Municipio domanda all'i, r. Direzione Provinciale di Finanza che nomini un delegato onde stabilire le modalità dell' esecuzione necessaria per l'ufficio Steurale. (Vedi art. 7 della Convenzione). — Anno stesso (m. s.) L'i. r. Capitano distrettuale partecipa che il Ministero dell'Interno con decreto 17 agosto approvò i proposti lavori di riattamento nel palazzo nuovo, sotto condizione che la Giunta provinciale compartisca la propria adesione alla Convenzione. — Anno stesso (ili. s.) Riscontra il Municipio di avere ottenuta )' approvazione della Giunta, e in pari tempo annunzia avere incamminati gli atti per dar mano ai lavori spettanti al Comune secondo l'articolo 7 della Convenzione. — 1871 (23 ottobre). Gli ufficii municipali passano nei locali sopra il Monte. — Anno stesso (novembre). Il Municipio si rivolgo all'eccelsa Luogotenenza, instando che venga conclusa la transazione giudiziale, ordinata dal Ministero dello Finanze d'accorcio coi Ministri dell'Interno e della Giustizia. — Anno stesso (dicembre). L'i. r. Procura di Finanza propone di redeputare l'udienza indetta pel 12 corr.; dice di avere nel decorso dicembre 1870 avanzato alla Luogotenenza il progetto compilato sulla base delle condizioni concertate nella Convenzione ; e che preso il medesimo in disamina dall' i. r. Direzione Provinciale di Finanza, dall'i, r. Luogotenenza e dal Tribunale d'Appello, verrà poscia comunicato all'inclito Municipio. (Altri atti presso il Municipio non ce ne sono. Fra poco dunque avrà luogo la transazione giudiziale, sulle norme della Convenzione 4 gennaio 1870).