AMO XI Capodistria, lò Marzo 1877 N. 6 LA PROVINCIA DELL' ISTRIA Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso li Redazione. AVVISO A quei signori abbonati, i quali non pagassero entro il corrente mese il prezzo di abbonamento a tutto il 1876, sarà sospesa la spedizione della Provincia. L'amministrazione della Provincia Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. 22 1429 Ducale che aggrega Pietro de Petrogna|da x Pirano tra i nobili del nostro consiglio, per ! essersi diportato da valoroso nelle guerre venete. - ì, - 68l. 23 1350 II veneto senato scrive a que' di Duino, perchè vogliano consegnargli Laudadio Toro, da essi fermato, e uno dei principali rivolto- XVI si della nostra città nel 1348. - 16, - -^"vi - 9. 24 1463 Ducale che ordina al pod. e cap. Lorenzo Onorati di esortare e sorvegliare i predicatori a non inveire contro gli ebrei, per nou destare nella popolazione un odio contro i me- * desimi. - 1, - 188. 25 1416 II pod. e cap. Pietro Minotto aggrega ai nobili del patrio consiglio Giovanni e Bernardo di Michele del Seno, Gavardo di Filippo de Gavardo e Bernardo di Antonio de Orso. - 1, - 32. 26 1463 Ducale che ordina al civico consiglio d' in- scrivere tra'suoi nobili Nicolò del fu Vanto Gravise da Pirano, marchese di Pietra Pilosa. - 1, - 191, 27 1538 Legge che esonera i coloni di que' del no- stro comune da ogni prestazione di carriaggio per conto dell'Arsenale. - 12, - 160. 28 1431 Antonio Cerca da Venezia eletto a cone- stabile in Castel Leone col soldo mensile di sei zecchini. - 1, - 116. 29 1480 Ducale che ordina al pod. e cap. Domenico Morosiui di spedire ogni terzo mese la decima del clero a Venezia. - 1, - 222.® 30 1490 Ducale che accorda a Giovanni Filippo del fu Santo Gavardo la civica pesa e la stima del vino del distretto (lo che tutto importava la rendita di annui due. 30), e ciò in riflesso ai servigi paterni ed ai suoi servizi prestati nella guerra ferrarese. - 1, - 259.1 31 1365 II veneto senato affida a Tiso di Giovanni Lugnan il comando di due poste equestri nel castello di Grisignana. - 16 - vw?, - 926. NUOVA SERIE di Effemeridi Giustinopolitane (. 19 1431 Ducale che sostituisce ai due portinai in Castel Leone un conestabile, e vuole che a custodia del medesimo vi sia di giorno il detto conestabile od il castellano con la metà dei balestrieri, di notte poi tutto il presidio, - 1, - m 20 1297 II Capitolo del duomo elegge Nicolò del fu ser Teodorisio a suo procuratore generale per riscuotere gli affitti della decima in Sizo-lis. - 29. 21 1716 Ducale che nomina il nob. Rinaldo co. Carli al posto di Dragomano Grande in riconoscenza dei molti servigi prestati alla Repubblica. - 14, - III, - 170. lote sopra i Castellieri « Kovine preistoriche della penisola istriana del capitano R. F. BlRTO\, vicepresidente della Società Antropologica di Londra, e console di S. M. Britannica in Trieste Prima versione acconsentita dall'autore di N. M.-G. istriana. Parte II. VISITA AI CASTELLIERI (Cont. V. N. 3) L'intera penisola fu una volta coperta di questi villaggi, ed il Fato gli ha trattati col solito suo capriccio. Alcuni sono stati portati via materialmente, in ispecie quelli appresso la linea delle strade moderne. Altri sono per iscomparire essendosi utilizzati come villaggi e quei delle sommità come rozzi tugi'Vi della greggia e dei pastori. 1) Ma dove la posizione/la quale determina l'eterne città del mondo, per esempio Damasco, era favorevole, il Castelliere, come a Pisino, 2) divenne successivamente un castello, un piccolo borgo, poi ima città, colla prospettiva anche di essere promossa all'onore di città più grande. Viceversa Mug-gia-vecchia nel golfo di Trieste fu un tempo un castello ed una parocchia, e ora è una rovina ; mentre il vicino Castelliere degli Elleri è affatto distrutto, ed Autiguano è ancora un villaggio. Di regola la cappella sembra essere stata sempre eretta in conseguenza del sito opportuno, e ciò è prova dell' amore degli ecclesiastici pei siti elevati. La seguente lista di quindici Castellieri nel territorio di Albona, che occupa la parte sud-est della penisola, mostra come il totale sia considerevole. Mi fu data dall' onorevole dottor Antonio Scampicchio, il quale mi avvertì come i principali luoghi ove si possa sperare di rinvenire avanzi preistorici si riducano a cinque o sei: 1. Cosliacco (cioè Costa di laco, o il Romano Ca-prinium?) il Castello usualmente noto come il castelliere di Monte Zucchero. Quest'ultimo non dev'essere confuso coli' altura dello stesso nome presso Pola. 2. Gradina di Cosliacco, sulla strada che conduce dalla Villa Vosilli verso Fianona ; questo non include il Castelliere tra Chersano ed il lago. 3. Sumber (nella mappa militare austriaca che abbonda di errori nella nomenclatura, Sumberg) sopra il pendio orientale del Canale superiore alla Val d'Arsa (in latino Arsia) a sinistra (ovest) della strada che conduce da Albona a Pedena. Dall' altra parte del grande burrone è il Castelliere di Oritz, un villaggio circa un'ora di cammino sud-sud-est da Pedena. 4. Gradina presso Sumber. 5. Starigrad dai Russici], più giù del pendìo orientale della Val d'Arsa, nel territorio di Vettna d'Albona ; qui venne trovata una scure di bella pietra nera. 6. Punta di Santa Croce presso Zemparovizza (mappa Tzemparoviza) a San Martino pure in Vettua d'Albona, e all' est della Val d'Arsa, la gola che divideva l'Italia dalla Liburnia. 7. Gradaz, presso l'imboccatura del Canale dell'Arsa sopra la valle dei Toni vicino alla Punta Ubas o Ubaz, l'imboccatura orientale del seno nel Comune di Cerrovizza d'Albona. 8. Gradina nel bosco della Punta Ubas, rimpetto Castelvecchio, che giace all'ovest dell' imboccatura dell'Arsa. E pure nel Comune di Cerrovizza d'Albona. 9. Gradina, vicino S. Gallo di Albona circa un miglio e mezzo al sud-est di questa città. 10. Cunzi, il quale essendo il più conservato di tutte le rovine istriane, verrà tra breve descritto dettagliatamente. 11. Punta di Porto lungo, uno stretto e un porto al sud-sud-est di Albona. Quivi, dicesi, trovarsi avanzi come di cisterne murate e di una forte muraglia. 3) 12. 13. 14. 15. Quattro rovine di Castellieri, sulle sommità tra Fianona (il porto romauo e il vecchio castello di Fianona che diede il nome al Sinus Fla-naticus presso il Quarnaro) e Zagorie, cioè dietro la Gora o montagna. Questa lista non inchiude Albona stessa, dove furono trovati parecchi utensili preistorici, nè Gradina di Moschienizze nel Comune di Volosca al nord di Albona. Quest' ultima può difficilmente essere visitata senza la scorta del signor Tomassichi, il civile e cortese albergatore di Moschienizze, villaggio che sta di fronte al bellissimo golfo del Quarnaro. Ed ora dando un addio alle generalità, io voglio descrivervi la mia ultima escursione fatta di recente nel ritorno da Bahia in compagnia di un vecchio amico, Carlo H. Villiams, alla mezza dozzina di edifizii preistorici all'est ed all'ovest della penisola istriana. La mia seconda visita in Albona fu sfortunata in quanto che v' era assente il dottor Scampicchio, essendo a Parenzo quale deputato alla Dieta. Il fratello di lui però ci diede gentilmente "un indicatore. Marco Iu-ricich, il quale avea alcune cognizioni personali dei luoghi del Comune. In una stupenda mattinata di novembre, colle valli imbiancate di brina e col mare e col cielo cerulei e limpidi come nelle deserte regioni del Mar Rosso, noi scendemmo la strada zigzag di Albona e ci dirigemmo al nord-nord-est verso il monticello di Cunzi. Esso è una piccola china difficoltosa, lunga circa un miglio, posta da nord-nord-est a sud-sudest, e circondata in ogui parte da pianure. In questa stagione le quercie, i cespugli di more e di rovi che quivi coprono i dintorni del mare e delle roccie sono di un colore oscuro che contrasta col verde delle valli dolomitiche, col bruno chiaro della fila di colline sopra Fiauona e colle creste grigie del locale Cimborazo, Monte Maggiore, le cui sommità vulcaniche che assumono da certi rombi la figura del "seggio di Arturo* ne formano lo sfondo. 11 monticello di Cunzi è coronato a settentrione dal Kritni-breh (Monte Croce), uu cono tutto coperto di alberi il quale serve di pietra migliare alle rovine. Una strada romana ne circoscrive la parte interna, ed il contorno è pure tracciato da un incompleto macadam. Il fianco della collina, che prospetta Albona, è coperto da mucchi di pietre ora congiunte ed ora staccate: questi ultimi fanno supporre che le capanne delle vigne, in ispecialità quelle intorno a Pola, le quali hanno l'aspetto di fornaci, possano essere gli avanzi di forme antiche. I muri fatti di aridi frammenti calcarei e di mattoni sovrapposti gli uni agli altri e non sostenuti da stipiti, compongono il tetto ; — intorno a Hums e Hamah io ho veduto consimili abitazioni. Due erbosi clivi, alcuni siti recanti segui di selciato, ascendono dolcemente a sud-sud-ovest, ma mancano carte, schizzi o disegni di quei luoghi. Siccome la boscaglia viene tagliata ogni sei o sette anni, 1' opera del taglio offrirebbe un eccellente opportunità per un piano dettagliato. Dopo avere attraversato diversi muri di arida pietra, che dividono la proprietà dei baroni Lazzarini dalla parte superiore che appartiene alla famiglia De-pangher, noi venimmo in vista delle rovine e tutti i miei sogni sui Nurhags e Talayots furono d' un tratto dispersi. Il castelliere di Cunzi 4) si appoggia sopra il ciglio di un pendìo anzicchè sopra una rupe, ed il suo muro di fronte è scomparso. La distanza è incirca tre quarti di un miglio lineare geografico dagl' imbiancati e cospicui campanili di Albona, che corrispondono a 250". I suoi costruttori ebbero certamente occhio per l'estetica come Carthusians. Di fronte giace la profonda e fertile valle di Ripenda, che è pure il nome del Comune, confinante con una lingua di terra alla cui e-stremità apparisce una striscia di mare azzurro che porta diversi battelli. Circa 1,200 piedi al di sotto 5) ed alla destra sud-est, si allarga la tranquilla baia di Rabatz (Rabaz), la »marina" della piccola antica capitale repubblicana, i cui muri del castello tapezzati d' ellera possono essere veduti attraverso la non fitta boscaglia. Al di là della Faresina o canale occidentale del Quarnaro 6) giace la elevata Cherso (Crexa ?), il Capri della gloriosa baia di Fiume, ed un bianco lembo di terra dinota la sua capitale (142° magnet.) Al sud-sudest (175° N.) si eleva il Monte Ossero, una piramide di forma regolare, all' estremità dell' isola di Lussino ; e nel fondo verso levante s'innalza in sommità addentellate, staccandosi su limpido cielo, la grande catena delle montagne dalmate, le Alpi dinariche, mentre a settentrione s'innalza il Monte Maggiore colla bizzarra sua cresta murale. La facciata del pendio di fronte corre dolcemente da nord-est e sud-ovest a sud-ovest e ad ovest, e l'intera lunghezza del prospetto è di 325 piedi. Alla e-stremità cominciano doppie muraglie, le quali divergono gradatamente; alla parte nord-nord-ovest dell'ovale più lontano dalla rupe esse lasciano un intervallo di 50 piedi. Principiando dalla estremità nord-est l'interno recinto mostra dopo 95 piedi un' entrata regolare, la quale vedesi più chiaramente in uno schizzo preso sopra luogo. Alcuni opinano che questo recinto molto interessante sia moderno, ma io non potei scoprire traccie di ristauro, eccetto che alla cresta, e colla stessa materia primitiva. Quest' ultimo è stato fatto di piccole pietre ammonticchiate le une sopra le altre all' altezza di 13 piedi, quando ne sarebbero stati sufficienti sei o sette 7). Trenta piedi più in alto conducevano ad un'apertura, non ad una porta, e oltre a questa altri 145 piedi mostrano una seconda apertura a nord-nord-ovest, la quale è dubbio possa aver appartenuto all'originale. L'arco meridionale misurava 330 piedi, e l'intera circonferenza 565 allo incirca; mentre il diametro dell'interno recinto dall'est all'ovest ammontava a piedi 250 8). La piena terra mostrava una fitta vegetazione di querce e di cespugli, tra cui lastre naturali di pietra calcarea ; ne qui ne altrove abbiamo veduto di quei mucchi di pietre piccole sciolte, le quali fanno ritenere che le abitazioni altro non fossero che spoglie di boschi vicini. C' era uno spazio erboso e sgombro intorno la maggior parte del muro interno, corrispondente ad un baluardo delle moderne nostre fortificazioni. 1) Una legge provinciale „De capris non tenendis " trovata negli Statuti triestini del 1360-1420, e rinnovata nel 1844, proibisce di pascolare le capre attraverso 1' Istria, eccetto »alla corda"; ciò vuol dire che esse non possono girare in greggie per la distruzione di cespugli e di giovani alberi. Il contadino si lagna di questa provvida legge perchè il formaggio è a 50 soldi il funto. I soli luoghi dove io trovai delle eccezioni furono i tratti della costa tra Pola e Parenzo, e perfino qui ogni ragionevole abitante parla di ciò come d' „una barbarie". L' esempio dell'Istria e dell' Islanda che sterminavano le capre perchè nuocevano ai tetti delle case, dovr'ebb'essere seguito dalla Siria e dalla Palestiua : il diboscamento della Terra Santa è principalmente opera della Capra domestica. 2) Tutti ammettono che vi fosse un Castelliere a Pisin vecchio, sulla collina all' ovest di Pisino, il qual luogo colla grande sua „Foiba" e col nobile castello dei Conti di Montecuccoli, ricorda al viaggiatore il Borrone è il Kasabach della Costantina d'Algeri. È un luogo molto pittoresco, degno di essere visitato. 3) Il signor Antonio Covaz crede ohe 1' antica città di Nesactium, così celebre nella guerra romana (A. C. 177) sia stata al sud-est di Albona. Egli la pone, non come il solitogli'Arsa ma più discosta verso il sud nella Valle Badò, a sud-est di Mon-ticchio, in un luogo chiamato Gradina, il quale è descritto come,, il re dei Castellieri,,. I contadini ancora chiamano quel luogo Vissazze. Io visiterò questa parte di paese subito che mi sarà possibile. 4) Il barone Carlo de Czoernig (junior) protesta contro il mio modo di scrivere Cunzi parola slava invece di Kunzi (cantone?); quest'ultima andrebbe pronunciata Zunzi, ed egli dichiara che i tedeschi non hanno alcun diritto di volgere Bordeaux per esempio in Bordoo. Io preferirei Cunzi perchè la forma è italiana, confessando in pari tempo che Kunzi sarebbe più corretto. La guida slava di famiglia istriana pronunciò la parola Ghunzi come l'arabo Ghayu (gli). Nella Carta del dottor Kan-dler apparisce, se mai apparisce, per Sant'Antonio. 5) L'aneroid segnava 28, 27 e il termometro F. 55°. Ma la borìna o piccola Bora soffiava, ed il barometro al livello del mare segnava 30.50. In una visita susseguente segnava 38. 76. "Ripenda, sembra il nome dell' intera costa di mare fino a Fia-nona. 6) Il classico Sinus Flanaticus. Dante (In. IX. 213) scrive : »Siccome a Pola presso del Quarnaro,, che non è per l' obbligo di rimare con „varo„. Il mio amico Luciani mi assicurò che la forma è propria degli antichi documenti, benché ora in disuso. 7) Per la gentilezza del dottor Scauipicchio io spero di offrire una fotografia di questa località onde mostrare le ristaura-zioni nei loro diversi dettagli. 8) Dicesi che il muro esterno della ellisse sia di 440 passi (-1,100 piedi) in circonferenza; ma io non ve l'ho misurato. RETTIFICA Nelle Note sopra i Castellieri, stampate nel N.° 3 a. c. di questo periodico, e precisamente a pag. 21, col. II, nella nota 3) in testino, leggasi invece di terra rossa, — marna rossa, detta volgarmente porcellana. NOTIZIE La Giunta provinciale nella sedata del 22 febb. p. p. accordava in seguito al deliberato 25 gennaio p. p. della Rappreseutanza comnuale di Verteneglio il permesso a qnel Comune di poter incontrare il progettato mutuo di fior. 1000 onde sopperire alle più stringenti esigenze del comune ; con avvertimento però che il mutuo dovrà essere affrancato nell'anno venturo col prodotto del taglio della legna del bosco comunale Cavalier, ed essere questa l'ultima volta che si accorda di contrarre un debito per coprire le spese ordinarie di amministrazione, alle quali dovrà essere nell'avvenire provveduto in tempo utile nei modi dalla legge indicati. Con riferimento al conchiuso 28 settembre 1874 N. 3026, approvava 1' attivazione nel comune di Punta-croce di un' addizionale del 50 p. c., sopra la prescrizione ordinaria di tutte le imposte dirette nell'anno 1877, esclusa l'addizionale straordinaria dello Stato, a coprimento della spesa occorsa per il ri stauro della Canonica. Aderiva in massima alla proposta vendita degli scogli Oriol, Canidole e Palaziol, deliberata dalla Rappresentanza comunale di Cherso nella seduta 11 dicembre 1876 d' accordo col comune di Ossero comproprietario degli scogli stessi, in quanto però il prezzo ricavabile dalla vendita abbia da essere capitalizzato a favore del Comune, ed impiegate nelle ordinarie esigenze comunali soltanto le rendite del capitale medesimo. Prendeva notizia della Nota 3 febbraio a. c. N.ro 956. colla quale l'i. r. Luogotenenza, riscontrando la ricercatoria 22 gennaio a. c. N. 381, partecipa di aver comandato agli i. r. Capitanati distrettuali di prendere a sensi del § 19 Reg. el. com. le debite disposizioni per prevenire i lamentati ritardi nella rinnovazione delle rappresentanze comunali. Posto riflesso alle condizioni locali del Connine di S. Lorenzo (Umago) aderiva che in base al § 17 della legge provinciale 28 maggio 1876 sulla tutela dei beni campestri gli venga accordata per uu trienuio la chiesta dispensa dall' obbligo dell' attivazione della guardia a sicurezza dei beni campestri : — rimettendo poi alla competenza dell' Autorità politica distrettuale di decidere a termine della legge succitata sull'istanza dei comunisti di Materada e su quello dei minori possidenti del Comune censuario di IJmago per essere ammessi all' istituzione di un apposito personale giurato di sorveglianza per il rispettivo loro complesso fondiario. Non approvando quanto venne disposto dalla Rappresentanza comunale e dalla Podesteria di Dolina, con soverchio ed ingiustificato aggravio del Comune, onde corrispondere alle prescrizioni della legge 28 sett. 1875 sulla regolazione e manutenzione delle strade e vie campestri comunali, rilasciava le opportune istruzioni sul modo con cui dovrà essere fatto il prospetto delle strade suddette dagli organi comunali, senza che faccia d'uopo di ricorrere all'opera di un ingegnere. Prendeva notizia del tenore della decisione Luogo-tenziale 14 febbraio a. c. N. 876, che ha annullata 1' elezione del Presidente Vicepresidente del neonominato Comitato stradale di Capodistria, fatta nella seduta 13 gennaio a. c. per ommessa citazione alla seduta stessa del maggior censito della regione; e della partecipazione 11 febbraio a. c. N. 164 della Podesteria di Pinguente sull'avvenuta costituzione di quel neoletto Comitato stradale. Deliberava di concorrere, in via di sovvenzione straordinaria dal fondo provinciale, al dispendio per la costruzione di un nuovo tronco di strada, nella località Podpola, Comune di Caresana, con quella sola parte di spesa che nell'assunto fabbisogno è rappresentata dalle opere di muratura, cioè con f. 233.70; riservata però l'estradazione del suddetto importo dopo che sarà stata assicurata in forma valida la esecuzione di tutti gli altri lavori a mezzo della legale concorrenza degli interessati nella strada suddetta. Prendeva notizia, con riserva di darne comunicazione alla Dieta provinciale nella prossima sua convocazione del rapporto annuale dell' ispettore scolastico provinciale sullo stato dell' istruzione popolare nell' I-stria nell'anno scolastico 1875-76. In seguito alla morte avvenuta del signor Pietro Tornasi, nominava a membro dell' i. r. Consiglio scolastico distrettuale di Parenzo il sig. avv. Giovanni D.r Suran di Montona per il sessennio in corso. Prendeva notizia del dispaccio 12 gennaio a. c. N. 248 dell' i. r. Ministero di agricoltura, comunicato dall'i, r. Luogotenenza, col quale fu disposto che l'importo di sovvenzione di f. 767.76 ancora disponibile sulla dotazione dell' anno 1876 per la costruzione di abbeveratoi venga ripartito, in conformità alla proposta luogotenenziale, con f. 200 a Dignano, f. 246.12 a Do-sbanizza, f. 140 a Visinada e f. 181.64 a Pirano. Venivano discusse ed approvate le relazioni della Giunta alla Dieta provinciale: sulla resa di conto del fondo restanze urbaniali di esonero dell'anno colonico 1848, per l'anno 1876; sul resoconto del fondo depositi e danari altrui per 1' anno 1876 ; sul conto consuntivo per 1' anno 1876, e su quello di previsione pel 1878 del fondo pensioni degli impiegati provinciali, e sul conto consuntivo per 1' anno 1876 e preventivo del 1878 del fondo delle confraterne localizzate dell'Istria ex Veneta. In attesa dell' invocata decisione ministeriale sul modo di conteggio delle addizionati provinciali" arfT-trate, ricercava l'i. r. Direzione di finanza a voler disporre l'opportuno, onde rendere più semplice ed evidente la giornalizzazione degli incassi per arretrate addizionali del fondo provinciale e scolastico. La Phylloxera vastatrix è comparsa anche nel-l'isola di Madera e vi distrusse parecchi tralci di vite. È noto che anni sono la crittogama aveva già devastati crudelmente i vigneti di Madera, il cui vino prelibato e specialmente quello detto malvasia, costituiva la principale risorsa degli abitanti. Allora se ne raccoglievano 30000 pipe, mentre ora se ne raccolgono dalle 12 alle 15000 soltanto. Nella sera del 23 agosto a. c vi sarà un' altra eclissi totale di luna. Nel corso poi di questo secolo ve ne saranno altre due nel 1880 (23 giugno e 16 dicembre); 2 nel 1884 (20 aprile e 4 ottobre); 1 nel 1892 (4 novembre); 2 nel 1895 (11 marzo e 4 settembre); 1 nel 1898 (27 dicembre) ; 1 nel 1899 (23 luglio.) Da un rapporto pubblicato l'anno scorso dal Sindacato dei mercati di seta di Lione, apparisce che in Italia nel 1874 furono coltivati 800,000 cartoni giapponesi ed altrettante oncie di semente indigena o riprodotta ; che nel 1875 furono coltivati 900,000 cartoni e 600,000 oncie di semente indigena o di riproduzione, e che nel 1876 in causa del basso prezzo della seta e delle fallanze del raccolto precedente, si coltivarono solamente 600,000 cartoni e 400,000 oncie di riproduzioni giapponesi indigene e cellulari. — Secondo quel rapporto, il rac- i colto è stato di 43,000.000 di chilogrammi nel 74, di .34 nel 75, e di 24 nel 76. È constatato ufficialmente che la peste bovina va rapidamente divulgandosi nel Nord della Germania. Il 18 gennajo comparve a Berlino ed ora è diffusa in tutta la Provincia sino ad Amburgo. In ogni stalla ove comparve il morbo tutti gli animali soccombettero. La malattia fu trasportata da un negoziante d' animali proveniente dalla Russia. I confini, dietro severissimi ordini, sono ora custoditi da un fitto cordone militare, e tutto fu posto in opera onde limitarne la terribile epidemia. L'introito della ferrovia Divazza-Pola nel mese di decembre p. p. ammontò a f.ni 8478 ; cioè sopra ima lunghezza di miglia 143, fruttò un reddito di f.ni 59. 28 per miglio. Il Civico Magistrato di Trieste publicherà la Storia di Trieste dell'abate Jacopo Cavalli, ed invita frattanto, i tipografi triestini a fare le loro offerte per l'assunzione della stampa entro limite il di f.ni 800 placidati dal Consiglio cittadino. Si è costituito a Venezia un comitato promotore, dietro iniziativa presa dallo spettabile Municipio, per innalzare un monumento a Paolo Sarpi, il celebre consultore della Repubblica. Nel Congresso generale dell'Associazione medica triestina una modi6cazione degli Statuti estende il territorio d'i aggregamento di nuovi socii anche all'Istria ed al Goriziano. Anche in quest'anno la benemerita vedova signora Teresa Deseppi illustrava la memoria del suo defunto Consorte, col largire nel dì del suo anniversario fiorini 100 ai poveri di Cherso, sua patria. Il distinto pittore Nani di Verona ha ultimata la grandiosa sua tela rappresentante La liberazione di Daniele Manin, fatta per commissione della città di Venezia. Società operaie istriane Parenzo. Nel giorno 11 del m. c. fu tenuta in quella citta 1' adunanza generale in cui si trattò e si deliberò sopra i seguenti argomenti indicati nell' ordine del giorno: Lettura del verbale dell' ultima radunanza generale, — relazione sulla gestione sociale dell'anno 1876, ed approvazione del conto già controllato dai revisori, — eventuali deliberazioni sopra oggetti non compresi nell' ordine del giorno, e di cui fosse votata 1' urgenza. Dai resoconto sulla gestione economica per l'epoca ^ del 1 gennaio a tutto 31 dicembre 1876, rileviamo ; come Yincasso in detto anno fu di f.ni 2400 in obbligazioni pubbliche, di f.ni 1395.45 in danaro contante, assieme f.ni 3765.45; 1' esito fu di f.ni 1177.40. Lo stato attivo che nel 1875 era di f.ni 1367.33 si è aumentato nel 1876 a fni 328.52, totale f.ni 1795.85. Rovigno. Nel giorno 25 m. c. si terrà in quella città un congresso generale nel quale verranno trattati gli argomenti: relazione sulla gestione sociale,del 1 gen. al 31 die. 76, ed approvazione del conto consultivo, — proposta sulla convenienza di assumere un proprio medico sociale, e trattazione sui mezzi onde sostenerne la relativa spesa, — modificazione di alcuni articoli dello Statuto, — discussione ed approvazione del preventivo 1877, — elezione delle cariche ed eventuali deliberazioni. — Dal bilancio 1 gennaio al 31 dicembre 1876 rilevasi come l'introito fu di f.ni 1209.99 e l'esito pari all' introito, che la sostanza è in oggi di f.ni 2083.53. — Capodistria. Nel giorno 11 m. c. fu tenuta la generale adunanza nella quale si deliberò sopra gli argomenti del seguente ordine del giorno : Lettura dell' anteriore protocollo, — comunicazioni officiose, — relazione sul movimento della società durante l'anno, — nomine di alcune cariche, — esame del resoconto generale e lettura del rapporto dei revisori, — lettura della dimostrazione matricolare, — discussione sul preventivo 1877. Dal resoconto 1876 rileviamo come l'introito di detto anno fu di f.ni 2669.54, l'esito di f.ni 2892.66, il foudo di cassa alla chiusa del 75 in f.ni 700.25 e alla chiusa del 76 in f.ni 476 80; che la sostanza della società è in oggi di f.ni 7339.67, il fondo bandiera di 96.80, il fondo vedove e pupilli di f.ni 180.32. — Pola. La gestione 1876 s'è chiusa con f.ni 13695.95 nella rubrica introiti, e f.ni 13338.15 in quella degli esiti; risultando un avanzo di f.ni357. 80. — Fra gli esiti le cifre più rilevanti sono per sovvenzioni di malattia in f.ni 7663.60, medicinali f.ni 954.55, e sus-sidii a vedove f.ni 140. —Il patrimonio sociale ascende in oggi a f.ni 16967.60. Appunti bibliografici Lucifero. Poema di Mario Rapisardi. Milano 1877. In un momento di malumore il professor Zoncada ha scritto nella prefazione a' suoi Fasti che la poesia epica è morta. Certo la vecchia epopea co' suoi dei ex macchina è morta e seppellita; la ragione le ha fatto da becchino, e la signora critica l'ha spruzzata, tra burlesca e pietosa, di poche goccie d' acqua benedetta. Ma l'ingegno italiano fa spallucce e ride di queste categoriche sentenze ; aspettate un poco, lasciategli riprender fiato, un bel giorno salterà fuori da qualche parte un nuovo genio, imboccherà l'epica tromba, non una tromba a tiro, ma perfezionata con le sue brave chiavi ; e la sentenza dei critici sarà sbugiardata. Il nuovo poema Lucifero non basta forse ad operare un tal miracolo? A sentire certi critici il miracolo è fatto : habemus Pontificem : altri invece gridano allo scandalo e si turano le orecchie : Stiamo nel mezzo ; è la via dei poltroni, dei mediocri, come ha detto benissimo Sandro, ma anche è spesso la via della verità. Certo a divenire poeta e di grido non difetta al signor Rapisardi l'ingegno; ciò che gli manca è quel benedetto lucidus ordo quella temperanza e freno del pensiero moderno che fatto lucifero, corre, vola, rompe ostacoli e termini anche i più sacri, e invece di luce addensa ombre, fumo, nebbie, nuvoloni sul percorso sentiero. Si ha paura della strada vecchia, convien tentare il nuovo; la ricerca delle novità fa dare nello strano e nella contraddizione. Ecco in due parole la tesi del Eapisardi. Il pensiero umano personificato nel diavolo, fa guerra a Dio, percorre la Grecia, la Francia, la Spagna, l'Italia: il mondo, vince l'Eterno "il gran tiranno è spento.» Prima contraddizione. Lucifero non è un'astrazione, un simbolo, ma un ente reale. ........diva è la sua tempra e nulla Di mortale ei non ha fuor che l'aspetto. Il Lucifero di Eapisardi non è una imitazione dei Satana, dei Mefistofeli, dei tanti miti del Parnaso tedesco; ma n'è una conseguenza: la causa ha prodotto il suo effetto ; tutti questi diavoli di moda per niente n^n hanno svolazzato quali pipistrelli sul bel-1' azzurro del cielo italiano : come sulla scena, anche in Parnaso, il diavolo rugge in bestemmia. Ma il diavolo di Goethe è una manifestazione del male in lotta col bene; combatte ed è vinto; l'ultima voce viene dal cielo ed è voce di perdono alla debole umanità. I moderni per non imitare hanno fatto un passo più avanti; il diavolo del Eapisardi distrugge invece Dio, vince, non è vinto; convulsa, temeraria vittoria che è una sconfitta. Ma nel dir ciò, prima contraddizione, il poeta si trova in opposizione con la storia dell' umanità, con la coscienza popolare. Non temete. Questi poeti che nell'impeto lirico distruggono Dio hanno una coscienza fittizia, una coscienza letteraria ; nel comune parlare, nella conversazione domestica, si adattano alla metafisica, all' etica comune. Perciò intoppano ogni tanto nelle frasi dell' uso. Il Dio che deve rimaner vinto non è sempre un sogno, un mito creato dal pensiero dell' uomo, ma siede sopra il creato obbietto, pag. 4. sulle cose create, pag IO, e per parlar di lui si ricorre al vecchio repertorio pagano e cristiano; Giove, Prometeo, San Michele, San Luigi, Santa Teresa; si vorrebbe dar nuova forma alle figure, i personaggi sono stupendamente ricamati, ma il canovaccio è vecchio e la tela ragna da ogni parte. Poi il diavolo tedesco ragiona, filosofeggia, si circonda di penombre e non lascia vedere la contraddizione tra 1' errore e la verità. Nel Lucifero italiano la forma è troppo bella, troppo greca ; il concetto chiaro, l'astratto diventa nella sua evidenza ridicolo; è un ruscelletto limpido che scorre tranquillo tranquillo sotto 1' ombre dei platani e tra le verdi rive ; ma avvista i bianchi sassolini del fondo e tra quelli i cocci delle vecchie scodelle e delle pentole, rifiuti delle circostanti cascine. Che dire di fatti d' un diavolo che veste carne umana come è raccontato in un brutto verso, "S'incarnò adunque il mio demonio....... e che ruba al credo e al breviario le frasi. L'Italia sempre un po' scettica ride di questa nuova religione; e ripete come altre volte il dilemma del buon senso : Se non c' è Dio non ci ha ad essere neanche Satana ; e un po' guardando dalle tegole in su trova più logico, più bello, più santo rimanere al credo dei nonni. Anzi smettendo dal vecchio scetticismo e vedendone le conseguenze l'Italia nuova, che tira un po' al serio dopo che è divenuta padrona, se ride e lascia fare, in ultima analisi condanna chi corre a rompicollo ; c'è un senso intimo, profondo, una voce interna che ci ripete; Questo non va, non si ha coraggio forse di dirlo, pure la negazione selvaggia ripugna al senti mento; la creatura si spaventa del vuoto, l'umanità Ebe eterna, torna alla festa de' suoi sogni, vuol nau fragare "co' suoi poveri numi,,. Fu un mare di luce e di profumi. Altro difetto. Le arditezze, le negazioni, i bru scili passaggi dal sublime al 'grottesco, quella santi Teresa che diventa matta, quel san Luigi che svieni tra le braccia di lei, il frate predicatore che vuol con fessarsi al diavolo; il Dio che ora parla il linguaggi di Jehova, ora di Giove, ora del Dio giocattolo di frat fanatici, tutte queste stranezze influiscono sulla formi che pur vorrebbe mantenersi, e spesso si mantiene d fatto, pura e degna dell' arte serena. Stuonano quind certi ruvidi passaggi, certi rapidi cangiamenti di tuoni ribelli alle„leggi dell'armonia e doli'orecchio, checchi ne dicano in contrario gli avveniristi. Intendo le fogli» di cavolo e tutte le insalate del nord sui capitelli de! Duomo di Milano e le scimie che fanno bocche < s'arrampicano su per le lesene e i cordoni di unj gotica badia, ma non viva Dio! in un tempio classico, nè sui triglifi o sulle metope del Partenone. Si lasci alla musa tedesca, è natura tutta sua, la licenza dei liberi salti e le arditezze della sintesi arguta; non è roba per noi. Anche l'Ariosto, si dice, fa di questi passaggi, scantona rapido, ti smussa la frase, ti scavezza in sul più bello l'ottava; ma sono amabili negligenze, scappatelle comiche, furberie della musa sempre italiana, scapestrerie, sorprese del gran mago. Ma nel Lucifero troppo svelto talvolta il passaggio da una forma eletta a un fare pedestre, dal classico al romantico, dalle immagini splendide ai paragoni triviali. Cosi, per dirne una, quel topo che annega nel fosso (badi il poeta che i topi passano a nuoto da una sponda all' altra dei rigagnoli) e cerca invano di arrampicarsi su di un pezzo di sughero. Non più fisime, sgorghi franca e sincera la lode. Quando il signor Eapisardi dimentico del suo panteismo e delle ubbie filosofiche canta l'amore e la storia dell'umanità, allora è veramente poeta; l'episodio di Ebe per esempio è stupendo; è il pezzo d'effetto, il finalone che salva il maestro anche se l'opera non incontra in tutto il favore del pubblico. C' è il sapor greco, c' è un' amabile fluidità, una molle malinconia, c' è il languore, non il fremito della voluttàJ Le immagini bellissime, il verso scorre, scivola, ac< carezza, dondola come Ebe nella pensile rete. Nuova e bella l'idea di ripetere con insistenza la frase . . . a l'aura a l'aura Abbandonatamente a l'aura ondeggia Cosi è a commendarsi la savia temperanza e il vero concetto della libertà. Anziché incensare gli idoli del giorno il poeta deride i nuovi Erostrati plebei, li matte licenze e conchiude: E qual fine ha ciascun: il ben di tutti, Questo però, qual che abbia forma o nome, Libero stato io sovra gli altri estimo. Canto 31 Parole d'oro e così pure quest'altra sentenza cui sottoscriviamo di gran cuore; ......Ove manca a virtù 1' ossequio antic Splender non può di libertade il nume. Oh perchè non così savia temperanza non 1 seguito il Eapisardi nell'ordine delle idee religiose Il Giusti desidera gl'ispirati innajuoli senza la fede del grande maestro. Ma l'Italia è anche oggi ristucca di - rifritture d'Ateo e aspetta, aspetta sempre il suo i, poeta, che potrebbe essere benissimo, se lo volesse, ■ anche il signor Rapisardi. ' Conclusione: che ci dite del nuovo poema? | E una colonna innalzata lungo la via sacra . dell'umanità: ci soue storiate sceue bellissime, il viandante si ferma ad ammirarla; la colonna non porta e indicazione alcuna; il povero uomo gira intorno l'occhio i abbagliato e teme di aver smarrito il cammino. P. T. il ----- i Bicordi di Spagna di Giuseppe Garzolini. Milano, fratelli Treves, editori, 1877. (Dono gentile alla i Redazione dell'egregio autore.) Il Garzolini è un ingegno elegante, fino e ricco ì di coltura; con questi graziosi ricordi egli imprese a ì descrivere la poetica vita spagnuola di oggigiorno, inet-I tendo in iscena allato agli avvenimenti della storia gli e-ì pisodi della vita privata. Descrive per esempio, una di-i ligeuza spagnuola, i pifferi di montagna, una feria, un J Circo di tori, i picadores, i capeadores, i banderille-1 ros, gli espadas, le norie, i parrucchieri, gì' impiegati idi pubblica nettezza, i Mori in Ispagna, il bombardali mento d'Almeria e così via. Chi conosce lo stile di , cotesto scrittore, ci crederà quando gli diremo che egli ■ riuscì a fare un'opera se non pari alla Spagna di De Amicis, che, secondo noi è inimitabile, certo assai pia- ■ eevole ed istruttiva. I ___ Ì Una riabilitazione chirurgica. Pubblicazione scientifica del professore Lodovico Brunetti istriano. 1877 stab. tip. di P. Prosperini. È un'opera molto interessante dell' egregio rovigne-se, nella quale ci rende conto delle varie operazioni fatte in un suo viaggio autunnale dell' anno 1876 dopo 21 anno di riposo, dedicati ad insegnare anatomia patologica all'Università di Padova. Oltre a ciò il Brunetti parla della sua vita scientifica passata ; descrive il civico nosocomio di Trieste e vi passa in rassegna il personale medico, accompagnandone il tutto con dottissime osservazioni. Il libro è vendibile dal librajo Giulio Dase in Trieste. Poesie di Giacomo Zanella, veneto. Firenze coi tipi di F. Le Mounier 1877. È una ristampa questo libro, purgata dei lavori giovanili ed accresciuta di recenti inediti. Non v'ha istriano che non conosca i versi dell'egregio scrittore, i qnali escono da uu cuore che crede sinceramente, , e sono una soave nota di pace in mezzo al frastuono della presente età. Si è costretti a rispettare e ad amare le sue credenze, anche senza dividerle. Del resto l'illustre Zanella stesso s* accorge che il mondo non è con lui, e che nel tumulto afiannoso della vita moderna, la sua voce tranquilla si perde. L Italia. F volume. — Tip. Treves, Milano 1877. Questo volume ha avuto un successo internazionale dei più rari che conti la libreria. L'edizione francese n'è in corso presso la casa Hachette, e la inglese è uscita presso Chapman e Hall. L'edizione tedesca costa franchi 72, la inglese 78, la francese 50 ; mentre l'italiana nell' associazione eh' è stata riaperta, costa franchi 36 in carta. X. Le antiche lapidi di Aquileja del dottor Carlo av- vacàto Gregorutti di Trieste. Tip. del Lloyd. Un' opera insigne, che ouora altamente e l'autore e la tipografia che la impresse, è uscita non ha guari. È uno splendido volume pubblicato dall' esimio dottor Carlo Gregorutti, contenente le antiche inscrizioni di A-quileja. Di quanto pregio sia una tale opera, e di quanta utilità per la storia e per 1' archeologia dell'agro a-quilejese e delle provincie contermini, non accade nep-pur accennare. Non possiamo però negare un tributo di beu meritato encomio alla pazienza, alla dottrina, all' erudizione ed all' amor patrio del dott. Gregorutti per avere raccolto con grave fatica uu materiale preziosissimo per la storia, ed averlo disposto con quella cognizione|scientifica, senza di che tali pubblicazioni riescono ad una meschina e disordinata raccolta. Bisogna inoltre confessare che 1' autore ha trovato un potentissimo ausiliario nello stabilimento del Lloyd per la riproduzione dei tipi fac-simili delle lapidi eseguiti con esattezza prodigiosa, ed il cui merito tecnico, che dev' essere altamente apprezzato dagli intelligenti dell' arte, va ascritto all' operajo Giuseppe Dal Ben. A tali lavori che richiedono ricchezza e sciupio immenso di caratteri e di materiali non sappiamo quale tipografia avrebbe potuto prestarsi ed uscirne con lode. Aggiungiamo poi che per magnificenza di carta, per nitidezza d'impressione e per tutto ciò che costituisce un' opera di gran lusso, questa edizione uscita dalla tipografia Lloydiana, avrà un posto nella storia dell' arte di Gutenberg. (Dall' Operajo di Trieste) Sulla stessa celebratissima opera così si esprime 1' egregio cavaliere Tomaso Luciani in una lettera all'illustre Teodoro Mommsen, il qual ultimo dichiarò che il triestino Gregorutti ha fatto più per Aquileja nell' ultimo vicennio che tutti i collettori degli ultimi due secoli: Scorrendo il volume, fa consolazione, dice l'egregio Luciani, il vedere come la massima parte della nuova messe sia non già abbandonata pei campi, ma raccolta o nel Museo comunale di Aquileja, o nel Museo civico di Trieste, o nelle cospicue collezioni private ... La diligenza poi usata dall' autore nel ricopiare le iscrizioni, nel cautamente supplirle o correggerle, nell'indicarne brevemente i caratteri esterni, nel ravvicinarle ad altre dal Mommsen e da altri già pubblicate, nonché nel notare il tempo, il luogo, le circostanze della scoperta, e il luogo dove esistono attualmente, è superiore ad ogni elogio. Insomma il libro, secondo me, è un nuovo tesoro aquilejese, che aumentando egregiamente la suppellettile storica locale, non può non recare cospicui vantaggi alla scienza in generale. X. Sul Trattatello dell' arte del barbiere di Giovanni Pieri, rechiamo il seguente brano che leggemmo nell' „Unione", e che questo periodico produsse dal Giornale delle Biblioteche di Roma, fascicolo di gen-najo: „11 Trattatello dell'arte del barbiere è fatto benino, scritto con festività semplice, senza fronzoli pretensiosi ... il che si capirà pensando che il bar- biere non è parrucchiere. — L'egregio autore conosce la sua professione, almeno da quanto si può giudicare a occhio e croce; è dotto nel frasario tecnico, e son sicuro che, se nel radere alcun cliente gli avviene di assestargli un colpo di rasojo, egli consolerà subito il ferito dicendogli il nome scientifico della disgrazia, che forse il poveretto avrebbe chiamato col volgare e punto poetico nome di brucinola. Coraggio, mio bravo artista capillare, come si dice oggi !.. Seguite a pelare i vostri concittadini e a non farli stridere calmandoli col vostro libriccino ; ricordatevi che l'umiltà della condizione niente toglie all'acume dell'intelletto; che il Cellini fu prima pifferaio, il Gelli figlio di un oste, il divino Alighieri si ascrisse agli speziali .... Giuseppe Bianchetti e i suoi tempi. Studio di Vincenzo De Castro. Treviso 1876. È un libro di 176 pagine che si leggono d'un fiato. — L'autore vi fa mostra di tutte quelle belle doti ch'egli possiede: bel cuore, larghezza -di mente, dottrina soda. Di questi lavori non si può mai dire che siano troppi. Eitemprano l'animo della gioventù a virili propositi, e lasciano il cuore contento. Dopo averli letti, pare d'aver fatto una buona azione. Noi vorremmo che 1* egregio cav. De Castro ci facesse spesso di questi doni, e siamo d'avviso che non solo la sua patria più ristretta, l'Istria, ne andrebbe lieta, ma che ne godrebbe anche l'Italia intera. Ricostruire la storia della grand' epoca di preparazione, ravvivare ne' giovani cuori l'amore e la venerazione per quegli uomini che non esistono più, ma che furono i precursori delle idee moderne e dei moderni principi politici, è opera santa, è opera che onora altamente chi se ne occupa. 0. Pubblicazioni Rivista di viticoltura ed enologia italiana diretta dai professori ingegnere G. B. Cerletti, direttore della li. Scuola di Viticoltura ed Enologia in Cone-gliano, e dottor Aut. Carpenè, direttore della Società Enotecnica trevigiana in Conegliano Quesia Rivista si pubblica due volte al mese in fascicoli composti ciascuno di almeno due fogli di stampa in 16 grande, ognuno pagine 32. — L'abbonamento annuale è di f. 12 per l'interno, f. 14 per l'estero, e s'indirizzerà all'Amministrazione della Rivista di Viticoltura eil Enologia in Conegliano. Il periodico tratta specialmente della coltivazione della vite, produzione del vino, distillazione ed utilizzazione dei Residui nei loro rapporti coli'agricoltura in generale, coli' economia, la meccanica, la teologia, la chimica, la fisiologia, la botanica (ampelografia), la climatologia, la statistica, e il commercio tanto interno che di esportazione. La massima parte degli articoli sarà originale; una rivista speciale però riassumerà tutti i principali scritti che in materia avessero a comparire nei più riputati periodici italiani o stranieri ; una rubrica sarà consacrata alla cronaca della produzione e ai prezzi dei vini e materie attinenti. Tra i molli collaboratori della Rivista leggiamo i bei nomi di Bechi, di Bellati, di Caccianiga, di Cantoni, di Ca.ru.-o, di Freschi, di Gregori, di Levi, di Luzzatti. o di Eieasoli. Fra forestieri quelli di Blankenhorn direttori dell'Istituto Enologico di Karlsruhe, e presidente del l'Associazione enologica germanica, Dael de Koeti presidente delle riunioni della Commissione ampelogra fica internazionale a Sorgeulok presso Magonza, Pastem membro dell' Istituto di Francia in Parigi, Pulliat ampelografo a Chirobles (dipartimento del Rodano} baron Babo direttore della Scuola di Enologia s Klosterneuburg. AVVISO »I CONCORSO Presso l'Istituzione fondazionale BevoltéUa d un Corso superiore d'insegnamento commerciale di aprirsi in Trieste il 1. ottobre di questo anno, è di occuparsi un posto di professore regolare per l'insegnamento in lingua italiana delle principali materii commerciali contemplate dai §§ 4 e 8 del relativi Statuto approvato dall'Eccelso I. R. Ministero delli pubblica istruzione ; le quali materie sono : Economia nazionale e scienza di finanza. Teoria del Commercio. Geografia commerciale, Statistica, ed eventualmente Aritmetica commerciale e politica. Del precitato Statuto verrà inviato sollecitamento un esemplare a chi il ricercasse. Viene ora aperto il concorso al posto preaccen nato, al quale va congiunto un annuo onorario di 1 1600 v. a. accrescibili, pel caso di soddisfacenti pre stazioni, sino a f. 2000. Persone di riconosciuta riputazione, che aspirassero a tale posto, vorranno dirigere sino al 5 Aprile de corrente anno le loro suppliche al sottoscritto Presiden te del Curatorio di detta Istituzione, corredandole dei documenti che giustifichino la loro distinta qualifica zione. Trieste, li 16 febbraio 1877. Il Curatorio dell' Istituzione fondazionale Revoltelh di un Corso superiore d'insegnamento commerciale. Avviso ai bachicultori Presso il sottoscritto trovasi in venditi seme bachi, selezionato al microscopio, cellulare ed industriale, della più bella razza nostrana i bozzolo giallo. Prezzi f.ni 6 v. a. il cellulare — f.ni i l'industriale per ogni oncia da 25 grammi. Giuseppe Gravisi direttore dell'Osservatorio bacologico Ricevuto il prezzo d'associazione: Società del Casino — Pirano — anno corrente ; — Giorgi d'Ambrosi—Buie—anno corrente;—Dr.Girolamo Manzutto -Umago — anno corrente; — Cesare Viezzoli — Trieste — anr corrente ; — Francesco Costantini — Pisino — anno correnti Antonio Negri — Muggia — anno corrente ; Giuseppe Battei -Barbana — primo semestre —anno corrente; —A. Marchesi -Dignano — anno corrente; —Casino Società — Parenzo — ai no corrente,