L' ASSOCIAZIONE per un anno anticipati f. 4. Semestre e trimestrein proporzione. Si pubblica ogni sabato. Censimento dell Istria. In continuazione dei prospetti generali sulla quantità e qualità dei terreni, sul numero del popolo, delle case e dell' animalia, sulla qualità e valore dei prodotti daremo il prospetto del censimento, ossia della rendita netta di ogni distretto, di ciò che altrove si dice Scutato e che in provincia si dice reddito catastrale. Le cifre che diamo sono credibili, e possono servire di norma sicura a giudicare di quegli elementi che diconsi statistici, e servire di riscontro alla quantità evalore di prodotti che demmo nei Nri. 43-44. Circolo deli Istria. Slima censuaria Superficie in Numero Distretti dell' annuo iugeri e tese dei prodotto quadrate censiti in fiorini Albona ..... 43636 42625,1069 2509 Bellai..... 36796 44736, 932 46271,1429 2376 Buie...... 114766 3977 Capodistria. . . . 116837 53949, 186 10814 Castelnovo. . . . 76311 93689,1301 3992 Cherso..... 46333 79010, 298 68093,1536 4496 Dignano .... Lossino..... 91148 4478 12099 9754, 512 54203,1004 2909 Montona .... 117741 4675 Parenzo .... 100142 37448, 272 2524 Pinguente .... 66252 59400,1351 4069 Pirano..... 80981 18897,1376 3493 Pisino..... 100149 72264,1174 4686 Rovigno .... 63502 27536, 653 2633 Pola ...:.. 55802 38714, 907 3032 Veglia..... 56642 74437, 747 9114 Volosca..... ! 37770 i 38725,1524 6627 ! 1217547 859764, 371 76404. L" estimo censuario di tutto il circolo darebbe un reddito depurato di 1,217,547 fiorini. Disposti in serie questi distretti secondo la loro capacità produttiva in proporzione alla superficie darebbero il seguente risultato. Pirano con reddito per iugero di f. 4. 24 (Trieste .... 3. 55) Parenzo .... 2. 42 2. 28 Rovigno .... 2. 18 Capodistria . . . 2. 10 Montona .... 2. i Dignano .... 1. 23 1. 23 Pola ..... 1. 18 Lossino . . . . \. 14 Pinguente .... 1. 13 Albona .... 1. 1 Volosca .... —. 58 Bellai..... —. 50 Castelnovo . . . • D —. 48 —. 45 —. 35 Queste cifre sono calcolate sull' intero distretto e termine medio, non curate le frazioni di iugero: daremo ora la serie progressiva di alcuni agri prossimi a città e terre che hanno reddito migliore di altre in proporzione di iugero quadrato. (Contrade esterne di Trieste . f. 7. 30) Pirano........ 7. 20 S. Giuseppe presso Trieste . D 6. 12 Parenzo ........ ri 4. 51 Isola......... n 4. 51 Montona....... n 4. 46 Buie......... n 4. 43 Contrade esterne di Capodistria n 3. 58 Rovigno....... n 3. 46 n 3. 19 Cittanova....... n 3. 2 Verteneglio...... •n 2. 57 V 2. 38 V 2. 37 Visinada ...... n 2. 35 Volosca....... V 2. 25 Fasana........f. 2. 21 Dignano.........2. 21 Antignana.......„ 1. 55 Pinguente.........1. 51 Cherso........»1-47 Pisino..........1. 39 Pola.........» 1. 37 Veglia..........1. 17 Del territorio di Trieste. Il registrare quanto fosse il territorio di Trieste nei tempi della repubblica romana, come venisse accresciuto con distretti tributari da Augusto, come questi accrescimenti venissero amalgamati coli' agro proprio di Trieste, ed a quali condizioni, facile cosa sarebbe, perchè credibili monumenti non difettano ; ma sarebbe noioso alla più dei nostri lettori, che le attuali condizioni prediliggono; e noi, cui indifferente è trattare le cose antiche piuttosto che le moderne, preferiremo in oggi i tempi più vicini, limitandoci a segnare quel tanto dell'antico quanto occorre a giudicare del presente. Anche nei tempi romani duplice fu l'agro, il cittadino cioè Oa città colle contrade esterne addiacenti, le quali si consideravano appendice della città) ed il distrettuale (territori di comuni ai quali fu tolta l'amministrazione di sè medesimi per attribuirli pel governo e per le imposte a qualche città). Questa distinzione di città e di distretto si mantenne attraverso il medio evo c durò fino ai giorni nostri, nei quali il cangiamento si operò nelle menti degli uomini, anziché nel fatto o nella legge. Perdute nel 1414 per ribellione la massima parte delle ville che componevano il distretto di Trieste, il territorio rimase entro quei confini che ha attualmente, ripartito come oggidì in urbano e distrettuale o rustico, in città e contrade esterne ed in ville. Non fu sempre tranquillo il possesso di questo territorio; perchè nei tempi antichi i Signori di Duino, quelli di Sclnvarzenegg, e di S. Servolo che tutto all'ingiro aveano i loro domini, mossero questioni causate da desiderio di ampliare i loro possessi baronali in detrimento di una città municipale, scusate da imprecisione di antiche carte; questioni che o si composero per accordi o vennero risolte dall' autorità del principe, e sempre in conferma del possesso della città di Trieste. Siffatte questioni si rinnovarono verso Schwar-zenegg e S. Servolo in tempi recenti, non più coi baroni, ma coi comuni loro, i quali, prese a fondamento le idee novelle su comune e città, su villico e cittadino, mosse da ignobile gelosia di vicinato, le terminarono pure in vantaggio di Trieste per la massima parte. Fino al maggio 1809 in cui Trieste passò in potere della Francia, nessun cangiamento successe nè per la ripartizione territoriale, nè per la relazione del distretto verso la città. Il territorio era ripartito in ville e contrade, le ville erano sull'altipiano della Vena o del Carso, le contrade sulle pendici inferiori ed intorno la città. Le contrade erano possedute liberamente da citta- dini a titolo di libero dominio; non vi erano per le contrade nè magistrature, nè offici diversi da quelli dellé città ; il codice municipale o lo statuto valeva integralmente per la città e per le contrade; ogni giustizia, ogni sicurezza , ogni buon governo dipendevano onninamente dalle Magistrature urbane, alle quali i cittadini dovevano parizione, non obbedienza; cioè a dire esecuzione d'ordini perchè conformi a legge, e riconosciuti conformi, non esecuzione d'ordini pel solo effetto di comando, in favore del quale presumevasi la giustizia, salvo il riconoscerla in corso di obbedienza e dopo di averla prestata interamente, coli' aspettativa di indennità se il comando fosse ingiusto. Era il cittadino soggetto alle frequentissime e ripetute imposte indirette (l'esenzione dalla diretta era segno di condizione urbana) ed era tenuto alle guardie nella città e nelle contrade (da cui ancora il nome di guardia civica), era ammesso ai diritti di cittadinanza che poi si dissero privilegi. Nelle ville la possidenza non era dominio pieno, ma dominio utile; le terre eran soggette a censo, il dominio alto delle terre di cittadini, era delle chiese o del comune, dei villici mai; le terre di questi erano soggette alla diretta, mite, e sotto altro nome; unica indiretta il dazio spina, libera dalle altre imposizioni; soggetti poi al servigio delle guardie essi pure, e raunati in battaglione che dicevano delle cernide ossia de' scelti (però gli officiali esser dovevano cittadini); ogni villa aveva il suo giudice delegato delle Magistrature civiche, il quale conosceva delle piccole liti civili, quando nessun delegato della Magistratura era presente, e curava le esazioni pubbliche ; le leggi statutarie erano efficaci soltanto in quanto delle ville espressamente parlavano, regolatesi del rimanente secondo le leggi consuetudinarie di ciascheduna villa. Il dominio diretto dei terreni abbracciava il diritto di ordinare l'arresto dell'utilista se differivo dei censi, arresto, che le autorità eseguivano. Erano ville S. Croce, Prosecco, Opchiena, Gropada, Padrician, Basovizza ; le altre erano contrade, tutta la riva di Grondolera o di Grignano, Barcola, Servola medesima erano soltanto contrade. Ma scemata col progredire dei tempi l'idea di soggezione delle ville alla città, e subentrata l'altra di migliore governo indipendentemente dai ripartimenti territoriali, aumentandosi il popolo in luogo determinato con dimora stabile, in aggregato di case, si potè riconoscere in questi gruppi di case la condizione materiale di villa, condizione che avvaloravasi se questi aggregati avevano proprio cappellano stabile. Nelle contrade difatti non vi era chiesa curata, non sacerdote domiciliato; i coltivatori delle contrade abitavano nella città, e se pur avevano qualche casolare o casino, erano dispersi e destinati soltanto a ricovero nella stagione estiva. Così Longera e Servola sebbene in origine contrade, si riguardavano per ville e le ville medesime di-cevansi talvolta comunità, nel modo come si dicono comunità quelle che nell'interno della città esistono. La via al cangiamento venne aperta col Regolamento di Polizia di Campagna attivato nel 1774 per consolidare la sicurezza della città coli' intrinsici ed inseparabili rapporti che ha colla campagna. — Questo regolamento portava all'articolo 1. Resta diviso il territorio di Trieste in dieci deca- nati delle ville, ed undici decanati per le contrade sotto i monti. Decanati di ville erano: S. Croce, Prosecco, Con-tovelo, Opchiena, Trebichiano, Gropada con Padrichiano, Basovizza, Longera, Servola, Bussel. — Decanati delle contrade erano Barcola, Gretta, Roiano, Scorcola, Colo-gna, Guardiella, Rozzol, Chiarbola superiore, Chiarbola inferiore, S. Maria Maddalena superiore, S. Maria Maddalena inferiore. Il territorio fu quindi diviso pel servigio di sicurezza in 21 frazioni cui preponevasi, un decano, in sostituzione alla precedente divisione, che abbracciava sei guardianati nelle contrade da Sestiana fino a Zaule, cioè Girondolerà, Moncolano, Riborgo, Cologna, Melara, Castiglione e S. Vito ; quando erano ville, S. Croce, Prosecco, Contovelo, Opchiena, Basovizza, ed il territorio ripartito in 11 frazioni, sei urbane, cinque rustiche. Nel portare queste undici frazioni a 21 essendosi preso a norma soltanto il buon governo, le condizioni legali furono indifferenti, ed avvenne cangiamento, perchè tutta la riviera da Barcola a Sestiana, che era contrada, fu data alle ville di S. Croce, Prosecco e Conto-velo; Longera e Servola sebbene poste al di quà dei monti, vennero riconosciute ville, comunque piccolo fosse il territorio di Servola. Abitate le ville in gran parte da slavi, ed adottati anche dai Servolani (che erano cremonesi di origine e di recente provenienza) lingua e costumi slavi, cessata la classe degli agricoltori cittadini che preferirono le arti e le industrie mercantili, tutta la campagna divenne degli slavi, i quali s'avanzarono fino alle mura della città. Preferivano gli slavi la pastorizia e la coltura del bestiame nell'altipiano del Carso; dalla professione loro ebbero nome di mandriani, non già di campagnoli, ed anche quando gli slavi passati néìTe contrà3edivennero campagnuoli, conservarono a lungo il nome di mandriani (mandrieri nel dialetto) sebbene non avessero più mandre. E comunque non garbasse loro gran fatto, e facessero distinzione fra mandriani e campagnuoli, pure dovettero tollerarlo, dai Triestini antichi per quel tuono di confidenza e lepidezza che è proprio di tutti i veneti, dai novelli abitanti, perche ignari e non curanti del significato proprio, Io credettero nome proprio e titolo per nulla ingiurioso, siccome è avvenuto a' tempi nostri dei Cicci, che il derisorio loro nome videro convertito in nome legale e di nazione. Questo nome è quasi sparito; e nella bocca di qualcuno e per lo più di forestieri non altro segna che l'imperizia o noncuranza in questi delle cose nostre; che difatti non bel complimento sarebbe il dire oggidì mandria al giardino Murat, come il si diceva 60 anni sono, sebbene i Triestini, i proprietari, cercassero di distruggere siffatte ingiuriose denominazioni, incidendo sulle pietre all'ingresso: villa tale, molte delle quali ricordiamo avere veduto. La legge patria dava ai campagnuoli dei villaggi il nome di rustici, o di distrettuali. Il passaggio degli slavi nelle contrade è ancor segnato dalla distruzione degli oliveti, che tutti coprivano i colli di Trieste, e che per ignoranza creduti periti, nel secolo decorso per freddo eccessivo sopraggiunto, furono tagliati nè più rimessi, alieno com' è lo slavo dalla coltura di questa pianta. Ora le cose vanno cangiandosi. II ripartimento in decanati durò a lungo, cangiato soltanto il nome di Degano in quello di Suppano che è slavo, nome che le autorità medesime non ricusarono di dare, sia nella lingua italiana o nella tedesca. Sopravvenuto il governo francese, venne nel 1811 adottata la nuova ripartizione territoriale; Trieste con tutto il territorio formò un comune solo, del quale le ville, le contrade erano frazioni, con parità di condizioni e di diritti; perchè la società venne composta, togliendo tutte le antiche relazioni; il territorio non era altro che contrada esterna della città, città e campagna formavano un solo comune indiviso ; nè altro cangiamento venne fatto da quel temporaneo governo. Restituita Trieste in sul finire del 1813 all'Austria, le antiche condizioni vennero ristabilite nel 1814, non però integralmente come lo erano per l'innanzi. Il Governatore generale dell'Illirio, Barone de Lat-termann, con sua Ordinanza dei 13 settembre 1814 aveva fissate le basi amministrative per l'Istria e per Fiume, e pronunciate massime che poi vennero estese a tutto il Litorale. Nell'articolo 2 ordinava: — Nell'impossibilità di sciogliere i comuni formati dal governo francese, senza cagionare gravi difficoltà nel sistema adottato della contribuzione fondiaria, o senza operare difficoltoso cangiamento che poi sarebbe sconcordante, almeno^pe.l momento, colle circostanze dei tempi, dovettero assegnarsi ai distretti comuni integri; questi comuni si chiameranno d'ora in poi Capo Cornimi; ed i preesistenti Cornimi di conscrizione compresi nei capo-comuni, si denomineranno Sotto-Comuni. Xhiesta dispositiva non era applicabile a Trieste, perchè non vi era più coscrizione militare, nè suddivisione di territorio per tale riguardo, e sembra ciò accennarsi all'articolo 13 nel quale si parla del Magistrato di Trieste come di territorio che non ha relazione col circolo d'Istria. Nell'articolo 16, nel quale i sotto-comuni novellamente si dichiarano comuni di coscrizione, veniva spiegata la subordinazione dei sotto comuni ai comuni in quanto che, preposto ad ogni comune un podestà, dovevano stare agli ordini di questo gli agenti per ogni sottocomune, o per più sotto comuni uniti, se di piccola estensione. Ogni sotto-comune doveva eleggere due delegati per rappresentare il comune e per rispondere in nome dei comuni alle interpellazioni dell'autorità. Ai sotto-comuni veniva poi assicurato il possesso del loro patrimonio speciale, e dovevano ogni anno rendere conto di questo peculiare patrimonio. Queste dispositive non erano applicabili a Trieste: difatti nè le frazioni territoriali ebbero mai a rendere conto a chississia di loro patrimonio peculiare, seppure ne ebbero; nè la rappresentanza del comune di Trieste fu poggiata a delegati, scelti due per ogni sotto-comune dai sotto-comuni medesimi, ma invece ebbe la rappresentanza di dodici membri; se la ordinanza Latlermann avesse dovuto essere operativa, ne sarebbero state 48, come siamo per vedere. Non pertanto la ripartizione territoriale di tutto il Litorale pubblicatasi poco dopo, formava di Trieste un solo circondario, che abbracciava un solo distretto, il di- stretto era suddiviso in due capo-comuni, ogni capoco- | mune in sotto-comuni, fra le quali comparivano le due re- | gioni in cui era divisa la città, per modo clie si contavano venticinque sotto-comuni. Più tardi, nel 1818, altra ripartizione fu data ; i due capo-comuni si fusero in un solo capo-comune, che era insieme circondario e distretto; il capo-comune compariva diviso in 24 sotto-comuni. Capo-comune era tutto il territorio, sotto-comuni erano : là città di Trieste, Banne (o Bussel della ripartizione 1774), Bar-cola, Basovizza, Chiarbola inferiore, Chiarbola superiore, Chiadino (di nuova creazione), Cologna, Contovelo, Gretta, Gropada, Guardiela, Longera, Opchiena, Padriciano (di nuova creazione), Prosecco, Rojano, Rozzol, Scorcola, Ser-vola, S. Croce, S. Maria Maddalena inferiore, S. Maria Maddalena superiore, Trebiciano, e questa ripartizione fu costante ed immutabile, perchè assunta a base delle ripartizioni del censimento, e dei libri ipotecari, dei quali uno venne assegnato ad ogni sotto-comune. Il nome di sotto-comune divenuto di uso, si cangiò presto nella bocca di molti in quello di comune, e nelle menti di alcuni le frazioni territoriali si riguardarono per vere comuni ed ai sotto-comuni si volle spettante ogni proprietà di uso comunale. Ogni sotto-comune ebbe i sup-pani, e due delegati, scelti dal sotto-comune medesimo; però la città di Trieste eh' era sotto-comune, non ebbe mai suppano od Agente comunale, ma otto, poi nove Capi Sezione, sebbene queste sezioni non figurassero mai fra i sotto-comuni; nè ebbe mai due delegati sia dalla città intera sia dalle sezioni, nè mai i delegati si unirono per provvedere agli interessi del comune, ma all' invece per l'intero comune s'ebbero dodici delegati. Ed il pensamento di quelli medesimi che ritenpvano esservi npl territorio di Trieste 24 comuni, distinti per gli interessi comunali e per l'amministrazione comunale, soggetti tutti ad un'autorità politica, cedeva al fatto, perchè nessuno di questi sotto-comuni rese mai conto delle cose proprie, il che altrimenti sarebbe avvenuto, ed all' invece un sol conto rendevasi per tutto il capo-comune; e tutti i sotto-comuni alla cassa del capo-comune ricorrevano nei bisogni comunali, i quali da questa venivano, siccome vengono, portati. Ed allorquando nel 1838 la sovrana volontà dava al comune una stabile rappresentanza, veniva dichiarato che il comune di Trieste era uno ed indiviso, con che ogni dubbiezza ebbe a cessare. Sebbene uno ed indiviso il territorio di Trieste e formanti uno stesso Comune, è ripartito in 24 frazioni censuarie, le quali servono anche nell' amministrativo giudiziario per i registri delle ipoteche, ogni contrada ed ogni villa avendone il proprio politico, non però nel servigio di chiesa, la quale ha altre confinazioni; di queste frazioni altre sono ville perchè aventi un complesso di case per abitazione, talvolta senza chiesa, e sono S. Croce, Prosecco, Contovelo, Opchiena, Bane, Padriciano, Gropada, Padriciano, Basovizza, Longera, Sorvola; altre sono contrade esterne siccome Barcola, le due Chiarbole, le due Maddalene, Chiadino, Cologna, Guardiela, Roiano, Rozzol, Scorcola; per ultimo la città stessa di Trieste, i cui limiti segnano anche i limili di giurisdizione di alcuni dicasteri giudiziari e di polizia, e di una linea daziaria di consumo, e di recrutazione pel battaglione territoriale. Le contrade hanno capi di contrada come le sezioni interne della città; però non ogni contrada ha il suo capo, ma più contrade sono unite sotto un solo capo; siccome le ville hanno Agenti Comunali, non però ogni villa il proprio, ma due o tre ville unite, oppure qualche villa e contrada insieme, secondo che il bisogno e le convenienze di servigio richiedono. La chiesa che nell'assegnamento de'territori segui li ripartimene politici, di tutto il territorio formava già una sola parocchia comprendendovi la città e la campagna tutta; ed anche quando fu creata la seconda parocchia, le contrade appartennero alle parocchie di città. Contovelo, S. Croce, Prosecco, Barcola, Basoviza, Cattinara, Ser-vola non sono che cappellanie od espositure, quantunque indipendenti. Soggiungeremo alcune tabelle statistiche pel Comune di Trieste ripartito nelle sue frazioni territoriali; la tabella, che segna la stima censuaria del comune; altra che indica la qualità e quantità dei terreni secondo il genere di coltura; altra dei prodotti del suolo, valutati a valori medi; altra che segna il numero del popolo delle case e degli animali. Comune di Trieste, ripartito nelle frazioni censuarie. Stima censuaria Superficie in Numero Frazioni dell'annuo iugeri e tese dei prodotto quadrate censiti in fiorini 448 467, 941 322, 409 164 2287 177 Basovizza .... 3291 3032, 80 258 Chiarbola inferiore . 3188 213, 405 88 Chiarbola superiore. 2609 210, 81 362,1151 215 Chiadino .... 3310 144 Contovelo .... 2788 793,1389 437 Cologna .... 1466 268, 990 125 S. Croce .... 4085 665, 215 624 Gretta..... 3010 289, 216 177 Gropada .... 833 939,1527 143 Guardiela .... 3738 459, 97 310 Longera .... 620 457, 538 140 S. Maria Madd. infer. 11070 1531, 555 232, 345 558 S. Maria Madd. super. 2788 144 Opchiena .... Padriciano . . . 1399 1675,1234 148 571 726,1494 89 Prosecco .... 3885 553, 230 280, 690 460 Roiano..... 2435 305 Rozzol..... 2891 503, 673 252,1247 280 Scorcola .... 2829 162 Servola .... 1638 201, 451 206 Trebiciano . . . 1285 1582, 267 277, 16 255 Trieste..... 1533 175 64011 16297, 841 6084 I C 2-S S .3 — ™ N ca «g IS < T3 v O O U S S -3 ca u o « o m rt £ « ca o « « i? w o a ^ "čs o o VI os cu CH £ 03 D > O H c es bo > -a o 0) o > rt TA cs b C o CS > cs "o eo os CS «O cm co in co tp «O Tf (M O co rt oo cm f- go oo c* (M lrt CO co rt in a cs r-m tp co rt m T* o Ci rt CM CM TP Tp cs t-tp oT tp" t- CM lrt rt cm lrt in o o t- co os oo t rt CM t-" rt tp co m (m r» o os oT co o i- cm tp" 00 in cs co" cm CO OS i- go os rt ■rT in rt cm co o in tp m rt cd irt O 00 co cd r-co m rt os" o m t- oo CS CM CM co" co co o" CO tp co OS rt CM co go cm co m g0 t» O) i> n n t- Tp LO CO 00 ^ CM i- n o « t-i th 't" -M oo" co lrt Tp TP —« CM CS t- tp co co co o o 00 CM t- oo o go os cm Tp Tp CM Tp O cm O' m o go co od tp go rt m cm t- co co o Tp Tp go co o rt T*" r- Tp CM o cs in m co" co co o i- rt co 1 1 t ^ t i t" 1 i CS III 1-I I ^ O CM CM os co 00 oo m 00 cm 00 TP go o irt cm co co" co tp cs tp os tp co co co cm tj< rt oo ^H TP co cd o ■M « CD m T* »n tp oo o co cs o CM o m rt rt rt CM rt rt rt rt rt rt rt rt rt m cs ^ CM rt r- CS CS I— CD CO CD tp CM IM CO Irt 00 m rt rt rt rt Tp rt r- m oo co t- GO os co o OS OS Trt O co cm CS TP CS 00 m m TP CO tp co O Trt oT co cs t- co CM od" tp co o "S ti < »n CS Trt oo" co co TH co co o 00 co" CM in Ci co co co t-tP in CM t- CO CS m o TP co in CM m Tj< co m m Ci irt co Tt co m cd co cm Trt rt rt OS TP TP OS m co co TP co in § cm t-Tp t» CM O fti S O A U a S o • o cs "3 a > fc>0 o a "o o a « o ° « ^ '-3 o« u o c3 . ..Sa co O o O a> o bD S O a s v3 -a t3 cs S S cs cs u si cs cs s s XJ1 VI O a a a « .2 « "C S. ^ O« 03 O CM o es g O rt -o ^a k. tO 00 00 rt I rt I CO I rt 1 to I o 00 00 «T -vj it» CO ri^CTOOOO^rtrtrt as < m 10 I I I I I rt I t) o re a. co S i I rt myrttocoOrtto wrtrt os« to to CJT Ci rt O to -J cn o Ci rt Cd * I w 00 rt I - 8) ll» ift O J* Ci 1 -J I to O -J "0 re o o »t» Ci CO ■£> rt tO rt rt I W CO O rt t0W10W tO Oi rt 00 •] or C rt rt co 3 95 O rt Ci Una sentenza criminale del secolo decorso. L'uomo, l'essere della religione che al Creatore 10 tiene unito, 1' uomo spesso in luogo di quella una maschera della medesima, a servigio delle passioni di lui -intendi la superstizione - fantasticando, l'uomo spesso pur troppo indegno dell' alta sua vocazione si mostra. A quai misfatti, oltre a quali ridicolosità siasi egli dalla superstizione sospinto, lasciato andare, non è qui certo da tesserne la lunga ributtante istoria, ma solo un brano, dei tempi a confronto, pubblicare di una sentenza, il cui obbrobrio tutto certamente sui giudici si rinversa, che la pronunziarono : e che porge materia a pensare su la fede, che convinzioni e confessioni da un processo negli avvolgimenti delle tenebre tirate, si meritano. Traductio (*) In Castova li 3 Aprite 1716. Invocati umilmente li nomi di Jesù Christo Dio e Signor Nostro e della Santissima Vergine Maria, senza machia di peccato originale concepta. Noi Gio. Domenico Pessi I. V. D., e Capitanio di Castova, Veprinicia, Moschenizza, e Podbreghia, con gli Onorandi Giudici Ordinari]', e più vecchi del Popolo di Castova sedendo prò Tribunali Avendo veduto il Proccesso, e gli Atti incominciati, continuati, e terminati avanti Noi, contra Voi Antonio Zamlich, Matteo Trinussich, Pietro Puchor, Matteo Juri-cich, Giovanni Chinchella, Gasparino et Martino Stameli Sarepgnach ; nec non Hellena Vedova Siniclich, et Hellena Cacliet, Anna Milierick, Lucia vedova Percich Antonich, Catta. Chinchella Vuchich, Calla. Chinchella Gersanich, et Catta. Pormillich, Infamati, Denunciati, ac Denunciate, accusate, esaminate, convinte, Ree confesse, contro quali indubitam.", e giudicialm.'e consta, che voi stessi, e voi stesse abbandonato il Nsro. Dio creatore di tutte le cose, e rivoltati, e rivoltate dietro di Sattanasso con Diabolico voto vi siete portati, e portate alla Radunanza notturna degli Stregoni rinegando il medes.mo Dio Trino, et Uno, et Jesù Christo Sig.or Nsro. nascoso nel Divino Pane, et rinontiando la gratia del Battesimo, la fede di Xsto., e la Gloria del Paradiso, conculcando li Sacram.", e le cose Sacramentali, promettendo fedeltà al spirito Maligno In-fedeliss."10 sedente in Soglio sotto specie umana, havete dato in voto li corpi, e le anime, e per insegna di fedeltà, anzi di servitù, e vostra schiavitudine, gli avete dato pezzi delli vostri vestimenti da esser conservati, et 11 vostri proprij nomi daste per esser annoiati, in un orribile libro di Carte nere, congiongendo le vostre destre con 1' antico nemico del genere umano, per amministrare aggiongendo forze, con le quali avete corrotto ,li parti delle donne, i fetti degl' animali, le Uve delle Vigne, i frutti degli alberi, e della terra concitando seccurc, e tempeste, havete comesso omicidj, et infanticidj, et oppressi et uccisi infanti, e battezzati e non battezzati, e li sepolti nelli Cemeterj nascostane" dissoterraste, et nella vostra *) Sembra che I' originale sia stato in latino. radunanza portaste, e troncatigli il capo, le mani, e i piedi, le loro carni devoraste alle volte allesse, e per il più arrostite, presentando il capo al Demonio, et risser-vando per voi il grasso per poter avere il mortifero, et esecrabile unguento da quello una volta composto, con il quale unti dal destinato ad ognuno di voi maligno spirito, alle già dette, destinate, e stabilite radunanze intempestivam.'6 nel silentio della notte vi eravate portati, e nelle vostre radunanze adoraste il Principe de' Demonij come Dio con li genochij piegati, accendendo anche fa- celle, e fuoco..........in forma ora di un Laidissimo Caprone, ora di un nerissimo Cane mutato, e superando i mali con li mali, dopo molte allegrezze, balli, comes-sationi, e compitationi, voi uomini con gli succubi, voi donne con gì' incubi trasformate in figura d' uomini, e di cani gli Demonj, esercitando miseramente con tasto fre-diss.",a la nerissima, e nefandissima Sodomia contro la natura de natura; e comettendo anche sceleratissimamente altri molti maleficij, Veneficij, Tossicationi ed incantesimi. Per tanto con questa nostra Sentenza dichiariamo, e deffinitivamente prononciamo Voi tutti sopranominati dell' uno, e dell' altro sesso tutti essere stati, et essere Apostati, Adoratori del Demonio, Omicidi, Infanticidi, E-retici, crudeli Antrofagi, Sodomiti, e Sodomite, Adulteri, e Fornicar]', Malefici, Incantatori, Bestemiatori, Spergiuri, Infamissimi semi, venduti ai Demonij. Perciò condaniamo ogni uno, et......... Manca la metà del foglio, e spiacemi assai di non poter riferire la pena; che ogni lettore però saprà già da sè 1' orrore nefando della medesima indovinare. Oh i tristi tempi! eppure quelli sono^che certuni piangono, e il secol nostro, dalle scienze ingentilito, perchè non superstizioso, o meno, d'irreligioso accusano : di che non abbiamo a dolerci : considerato che come della filantropia rispetto alla carità ha detto l'illustre Chateaubriand, la superstizione, siane qualsivoglia l'impronta, è la moneta falsa della religione; che la malizia o l'ignoranza, e spesso ambedue collegate mettono in corso. Montona, 3 luglio 1846. Andrea Paulim. Boschi. « A misura che diminuiscono li spazi occupati dalle foreste e che i boschi s'impoveriscono, si fanno più disastrose le inondazioni, più lunghe le siccità, più impetuosi i venti, e più frequenti le gragnuolc. Gli osservatori credettero che la causa provenga dai folti boschi che ombreggiano la neve, che gradatamente si scioglie, e che nutriva gradatamente le sorgenti tutto l'anno. Le nubi invillupate nelle montagne dai gran vegetabili, se i monti sono spogli il più piccolo vento le fa cangiar di luogo, e invece d'alimentar le sorgenti si precipitano a foggia di torrenti sulla pianura. La stessa mancanza d' attrazione prodotta dalla mancanza dei vegetabili permette alle nevi d'innalzarsi al di là della cima dei monti per cui cadono e si congelano in grandine per l'effetto naturale del raf- fredamento occasionato dall' evaporazione che produce la velocità della caduta. Quanto ai venti è probabile che sieno più impetuosi, allorché il loro corso non è moderato dalla presenza dei boschi — ma non v' hanno positive notizie, se non dopo una lunga serie d'osservazioni ». Abbiamo tratto questo brano dal tomo 4to. degli Annali statistici clic si pubblicano in Milano, ad incitamento di osservazioni che siffatta autorità può facilmente occasionare. Più che altrove può la provincia nostra offrire materiale a studi certi per le note condizioni fisiche del bacino della Sava, per la natura della gran vallata che sta fra i monti della Vena e la catena dell' Alpi Giulie, per la giogaia della Vena, cogli ultimi scoscendimenti e verso il mare e verso l'Istria media per la massima parte denudati di boscaglie, o se rivestiti di cespugli, non giungono questi nè all' età di arboscelli, nè a maturità di alberi, pel taglio periodico, irremissibile, completo che ne fanno i villici per lo più comunisti per uso domestico. La catena della Vena pensiamo che possa dare ragione di quei fonomeni, di pioggie mancanti, di grandini, di bufere, che troppo spesso ed in copia maggiore che non occorre affliggono la provincia. Osservazioni meteorologiche fatte in Parenzo all'altezza di 15 piedi austriaci sopra il livello del mare. Mese di Giugno 1§4G. o S g Ora Termo- Barometro Stato o " g S m g Ora iTcrrao- Barometra Stato E S o o o 5 dell' osser- metro R Anemoscopio o o dell'osser- Anemoscopio «5= S vazione Gra. ne- Pol- Li- De- 3=2 vazione (ira. De- Pol- Li- De- del Cielo cimi lici nee cinti lici nee cimi Giugno ! * a. m. 15 5 I 28 0 6 Levante Sereno Giugno | 7 a. m. 17 5 [28 1 0 Levante Sereno i 2 p. m. 17 o 28 0 0 Maestro detto 16 2 p. m. 19 8 28 1 0 Maestro detto 1 10 i? U 5 28 0 0 Levante detto 10 „ 17 3 1 28 1 0 Levante detto 1 7 a. m. 15 0 28 0 8 Calma Sereno j 7 a. m. 18 2 28 6 0 Calma Sereno 2 2 p. m. 18 0 28 0 8 Ostro detto 17 2 p. m. 20 6 28 8 0 Maestro detto 10 M 15 8 28 0 8 Levante detto 10 „ 18 4 28 6 0 Levante detto 7 a. m. Ki 0 28 0 6 Levante Sereno 7 a. m. 18 2 28 6 0 Calma Sereno 3 2 p. m. 18 7 28 0 6 Ostro detto 18 2 p. m. 21 2 28 0 0 Maestro detto 10 11 15 2 28 0 3 Levante detto 10 „ 19 5 28 0 0 Calma 1 Semisereno 7 a. ni. 11! 8 28 0 3 Levante Sole e Nuvolo 7 a. m. 19 0 28 0 0 Calma Sereno 4 2 p. m. 19 5 28 0 3 Ponente Semisereno 19 2 p. m. 21 5 2S 0 0 Maestro detto 10 n 17 0 28 0 0 Levante detto 10 „ 18 28 « 0 Calma detto 7 a. m. i<; 2 27 11 0 Calma Sole e Nuvolo 7 a. m 10 0 |27 11 Ponente Sereno 5 2 p. m. 1!> 5 27 11 0 Ponente Semisereno 20 2 p. m. 21 a 27 11 5 Maestro detto 10 » 16 3 27 II 0 Levante Nuvoloso 10 „ 20 5 27 H 5 M. Tramont. i Semisereno 7 a. m. 1 1(> 0 27 u 3 Calma Sole e Nuvolo I 7 a. m. 19 5 27 U 8 Calma Sereno C 2 p. m. 18 8 27 u 5 I'. Garbin Sereno 21 2 p. m. 21 8 27 11 8 Maestro detto 10 » 16 i 27 11 5 Levante detto 10 „ 19 0 27 11 8 Levante detto 7 a. m. Ili 2 I 27 11 4 1 Calma Sole eNuv. sp. 7 a. m. 19 8 27 11 8 Calma Sereno 7 2 p. m. 18 8 27 11 4 P. Maestro Semisereno 22 2 p. m. 21 8 27 11 9 Maestro detto 10 » 16 4 27 11 4 Levante Sereno 10 „ 19 0 27 11 9 Levante detto 7 a. m. 16 4 27 11 1 Levante Sereno 7 a. m. 17 9 27 11 0 Tramontana Pioggia 8 2 p. m. 1!) 0 27 11 1 Ostro Sole e Nuvolo 23 2 p. m. 20 o 27 10 5 Ponente Sole e Nuvolo 10 11 17 0 27 11 0 Levante Nuvoloso 10 „ 18 4 27 9 8 Calma | Pioggia 7 a. m. 18 0 27 10 7 Scirocco Nuvoloso 7 a. m. 17 0 27 9 0 Calma | Semisereno 9 2 p. m. 19 0 27 10 7 detto detto 24 2 p. m. 20 5 27 9 0 Maestro Sereno 10 n 16 8 27 10 0 detto Nuvoli densi 10 „ 18 2 27 9 0 Levante detto 7 a. m. 17 0 27 10 0 P. Garbi« I Piogg. e vento 7 a. m. 19 5 27 9 1 0. Garbin Semisereno 10 2 p. m. 18 0 27 10 4 Maestro Nuvolo e Sole 25 2 p. m. 21 3 27 9 1 Scirocco detto 10 n 16 8 27 10 5 Levante Poche gocce 10 „ 19 o 27 | 9 | 1 detto detto 7 a. m. 17 5 27 11 8 Calma Sole e Nuvolo 7 a. m. 20 0 I 27 10 [ 0 Scirocco Sole e Nuvolo 11 2 p. m. 19 0 27 u 8 G. Tramont. Pioggia 26 2 p. m. 21 8 27 10 0 detto detto 10 H 16 0 28 1 0 Greco Sereno 10 „ 20 0 1 27 10 1 0 L. Scirocco Nva. con lampi 7 a. m. 17 0 28 4 0 I Calma Sereno 7 a. m. 20 2 | 27 10 2 L. Scirocco Sole e Nuvolo 12 2 p. m. 19 1 28 t 0 Maestro detto 27 2 p. m. 22 2 27 10 2 Scirocco Nuvoloso 10 ii 16 4 28 2 0 G. Levante detto 10 „ 20 3 1 27 10 0 L. Scirocco Nuvoli e lampi 7 a. m. 17 1 27 11 7 Calma Seinisereno 7 a. m. 21 0'| 27 9 8 P. Maestro Semisereno 13 2 p. m. 19 5 27 11 2 Ostro Sole e Nuv. sp. 28 2 p. in. 22 5 27 11 0 Maestro Sereno 10 „ 17 2 27 11 4 (j Levante Sereno | 10 „ 19 8 27 11 0 Levante detto 1 7 a. m. 16 2 27 11 4 Calma Sereno 7 a. m. | 19 4 27 11 4 Calma Sereno U 2 p. in. 19 5 27 11 4 Maestro detto 29 2 p. m. 22 0 27 U 4 Maestro detto 10 ii 17 2 27 11 6 Levante detto 10 „ 18 5 27 11 5 Calma detto i 7 a. m. 18 6 27 11 6 Levante Sole fosco 7 a. m. 20 0 27 11 5 Calma Sereno 15 2 p. m. 19 0 27 11 6 Garbin Sole e Nuvolo 30 2 p. m. 22 0 27 11 5 Maestro detto io » 16 6 27 I» 6 | Levante Sereno 10 „ 18 7 27 11 5 Levante [ detto Gio. Andrea Zuliani.