Palmisano Maria Carmela Rut: ritratto di »una donna di valore« straniera nel canone ebraico Ruth: Portrait of a Foreign »Woman of Valor« in the Jewish Canon Ruta: lik »vrle žene« – tujke v hebrejskemu kanonu Riassunto: Il presente contributo, nell’ambito del progetto di ricerca sui valori nelle fonti giudaico-cristiane e nelle tradizioni, vuole mettere in luce la molteplicità dei valori di cui è portatrice la figura di Rut nel libro a lei dedicato. Nel rispetto della trama del racconto, si osserva come il tema dei valori partendo da Rut si allarghi a comprendere la loro presenza anche negli altri protagonisti della narrazione, particolarmente in Booz. Dopo aver presentato i tratti più rilevanti della figura di Rut, per cui essa viene definita »una donna di valore«, l'articolo si sofferma sulla necessità di collocare il racconto nel canone biblico, facendo riferimento particolarmente a quello ebraico, senza ignorare le specificità della collocazione del racconto anche nel canone greco e latino e nelle differenti confessio- ni cristiane. Il contributo mostra come la figura di Rut nel canone ebraico sia strettamente connessa ai due libri che precedono (il libro dei Proverbi) e seguono (il Cantico dei Cantici) il racconto a lei dedicato e come la posizione canonica consenta di comprendere meglio il sistema di valori trasmesso dai tre testi ed il loro messaggio. Parole chiave: Rut, donna di valore, straniera, Moabita, pienezza, vuoto, generosità, amicizia, amore, legge del levirato, canone, Proverbi, Cantico dei Cantici Abstract: This contribution, within the framework of the research project on values in Judeo- Christian sources and traditions, aims to highlight the multiplicity of values which the figure of Ruth carries in the book dedicated to her. Looking at the plot of the narration, one can see how the theme of values, starting from Ruth, broadens and is present in the other protagonists of the narration, particularly in Boaz. After having presented the most relevant features of Ruth character that define her as »woman of valor«, the article considers the need to place the narrative in the biblical canon, mentioning particularly the Jewish one, without ignoring the specificities of the positioning of the narration within the Greek and Latin canon and in the different Christian confessions. The contribution shows how the figure of Ruth in the Jewish canon is closely connected to the two books that precede (Proverbs) and follow (Song of Songs) the story dedicated to her and how the canonical position enables a better under- standing of the value system transmitted by the three texts and their message. Edinost in dialog Unity and Dialogue 78 (2023) 2: 51–68 Izvirni znanstveni članek Original scientific paper (1.01) Besedilo prejeto Received: 23. 8. 2023; Sprejeto Accepted: 30. 9. 2023 UDK UDC: 27-277-243.27 DOI: 10.34291/Edinost/78/02/Palmisano © 2023 Palmisano CC BY 4.0 52 Edinost in dialog 78 (2023) 2: 51–68 PALMISANO MARIA CARMELA Keywords: Ruth, woman of value, foreigner, Moabite, fullness, emptiness, generosity, friend- ship, love, levirate law, canon, Proverbs, Song of Songs Izvleček: Prispevek je del raziskovalnega projekta o vrednotah v judovsko-krščanskih virih in tradicijah, ki želi poudariti mnogoterost vrednot, ki jih posreduje Rutin lik v knjigi, ki ji je posvečena. Ob pogledu na zasnovo knjige je mogoče ugotoviti, kako se tema vrednot, ki se začne z Ruto, razširi tudi na druge osebe v pripovedi, posebej na Boaza. Po predstavitvi najpomembnejših značilnosti in vrednot, ki opredeljujejo Ruto kot »vrlo ženo«, se prispevek osredotoči na umestitev knjige v svetopisemski kanon, zlasti judovskega, pri tem pa ne za- nemarja posebnosti umestitve knjige tudi v grški in latinski kanon ter v različne krščanske veroizpovedi. Prispevek pokaže, kako je Rutin lik v judovskem kanonu tesno povezan s knji- gama, ki sta pred njo (Knjiga pregovorov) in za njo (Visoka pesem), ter kako kanonična razvrstitev knjig omogoča bolj celostno razumevanje sistema vrednot, ki jih posredujejo vsa tri besedila ter njihovo sporočilo. Ključne besede: Ruta, vrla žena, tujka, Moabka, polnost, praznina, darežljivost, prijateljstvo, ljubezen, svaško pravo, kanon, Pregovori, Visoka pesem Introduzione L'articolo presenta il risultato della ricerca sul tema dei valori nel libro di Rut. 1 Un'analisi letteraria dettagliata del testo ci ha consentito di indivi- duare i valori legati in particolare alla figura di Rut presentati nella prima parte del contributo. In seguito prendiamo in considerazione l'espressio- ne »donna di valore« che invita a considerare il collegamento tra la figura di Rut ed il ritratto della »donna di valore« in Pr 31,10-31, quindi la posizione canonica del racconto di Rut preceduto nel canone ebraico dal libro dei Proverbi e seguito dal Cantico dei Cantici. A partire dall'analisi letteraria del testo e considerandone la posizione canonica nella Bibbia ebraica, si cerca di mettere in luce l'articolazione dei valori trasmessa dai tre testi biblici. 1 Analisi del ritratto di Rut Il libro di Rut è un gioiello della letteratura biblica 2 . L'importanza del breve rotolo, appartenente ai alle cinque mügillöt, ai rotoli cioè che vengono letti durante le maggiori feste liturgiche ebraiche, è nota (Matheny 2020, 1 Questo articolo è stato scritto come risultato del lavoro svolto nell’ambito del programma di ricerca Valori nelle fonti e nelle tradizioni giudaico-cristiane e possibilità di dialogo (P6-0262), parzialmente finanziato dall’Agenzia Slovena per la Ricerca. 2 Per un’utile panoramica della ricerca biblica sul libro corredata da un’amplia bibliografia che mostra il crescente interesse degli studiosi contemporanei per il libro di Rut, cfr. Matheny 2020, 8–35. 53 Unity and Dialogue 78 (2023) 2: 51–68 RUT: RITRATTO DI »UNA DONNA DI VALORE« STRANIERA NEL CANONE EBRAICO 13–14). 3 Il rotolo di Rut viene letto per la Festa delle settimane (t[obuv', šäbù`öt), che si celebra nel giudaismo 50 giorni dopo la festa di Pasqua (xs;P,, PeºsaH) ed ha al suo centro il dono della Legge data da Dio al Sinai e la conclusione dell'alleanza di Dio con Israele (Es 19–24). 4 In questo ambito si pone la cornice narrativa del racconto del libro di Rut che inizia con la sintesi della storia della famiglia di Elimelech e Noemi ed il ritorno della vedova Noemi e della nuora Rut a Betlemme all'inizio della mietitura dell'orzo (1,22). 5 L’anziana vedova Noemi decide di intraprendere il viaggio di ritorno dai campi di Moab verso Betlemme perchè, nella terra straniera dove con il marito ed i due figli aveva emigrato più di dieci anni prima a motivo della carestia (v. 1), aveva sentito dire che Dio aveva visitato il suo popolo (v. 6) dandogli pane. Il lettore viene così a sapere che la ragione della permanenza della famiglia ebrea in terra straniera è venuta meno. Nel contesto del congedo di Noemi (1,8) dalle sue due nuore osserviamo l'uso del termine »benevolenza« (ds,x,, Heºsed). Il termine ebraico ricorre solo una volta nel libro ma riecheggia più tardi in modo implicito nel primo incontro di Rut con Booz (2,11). 6 Le dichiarazioni della vedova Noemi (l'etimologia del suo nome in ebraico è: »la mia dolcezza«) 7 alle donne di Betlemme (vv. 19-21), accompagnata nel suo viaggio dalla nuora, Rut, la vedova Moabita, sottolineano il suo 3 Sull’uso liturgico dei cinque rotoli nel giudaismo e sui Targumim dei cinque libri biblici, cfr. Brady 2014, 108–120, particolarmente pag. 114–115 dove sono considerate anche le caratteristiche del Tg di Rut, testo che tende a completare il racconto biblico con numerose e interessanti aggiunte e spiegazioni rabbiniche. 4 Sulla relazione tra le due mügillöt: il Cantico dei Cantici, che si legge nel giudaismo durante la festa di Pasqua, ed il libro di Rut che si legge nella festa delle Settimane, cfr. Chertok 1986, 290–297. 5 È interessante notare che il Tg di Rut 1,22 contiene la specificazione che il ritorno delle due donne a Betlemme avviene all’inizio della festa di PeºsaH, fornendo una più precisa chiave di lettura all’inte- ro racconto. La festa di Pasqua (PeºsaH) nell’AT è fortemente segnata dal motivo del passaggio e dei passaggi guidati da Dio in favore d’Israele, dal paese d’Egitto e dalla casa di schiavitù, verso la libertà. Tale evento e passaggio originario costituisce il paradigma di tutti gli interventi di salvezza operati da Dio e descritti nei testi biblici successivi e nei periodi storici seguenti, come si vede in modo particolare nei testi profetici che leggono ad es. nel ritorno dall’esilio babilonese una sorta di nuovo »esodo« (Is 40,1-5). 6 Sull’importanza del termine nel libro, cfr. Levine 2013; si osservi che il termine »benevolenza« (ds,x,, Heºsed), presente in Es 34,6 come tratto proprio di Dio, viene utilizzato da Noemi (1,8) per caratteriz- zare l’agire delle sue due nuore verso i defunti mariti e verso di lei (Sonnet 2021, 35.61). 7 Sulla ricca etimologia dei nomi dei personaggi del libro di Rut, cfr. Gordis 1986, 298–299; nel presente articolo utilizziamo la traduzione dei nomi propri presenti nella traduzione della Bibbia CEI (2008). 54 Edinost in dialog 78 (2023) 2: 51–68 PALMISANO MARIA CARMELA sentimento di amarezza ed in particolare il senso di vuoto che l'avevano invasa, essendo partita con il marito ed i due figli, »piena«, come afferma (v. 21), e tornando ora senza marito, senza figli e nipoti, in compagnia della sola nuora, la giovane vedova Rut. Il motivo del vuoto, della mancanza di vita avvertito da Noemi viene presentato come sofferenza profonda (v. 21) e come un contrasto stridente tra la condizione di partenza dalla terra di Giuda, segnato sì dalla carestia, ma anche dalla presenza dei membri della famiglia, ed il momento del rientro delle due vedove a Betlemme. Si può osservare poi una sottile ironia del narratore che, riportando le di- chiarazioni di Noemi alle donne di Betlemme, descrive non solo Noemi, ma anche Rut come colei che ritorna (v. 22), anche se in realtà Rut non sta tornando, ma per la prima volta entra nella terra di Giuda. Sembra così che il narratore alluda al fatto che Rut come moglie legittima di Maclon (cfr. anche 4,10) è in qualche modo già parte del popolo ebraico, ed insieme alla suocera costituiscono una certa immagine del ritorno della famiglia partita in precedenza. Bisogna osservare tuttavia che, nonostante quanto suggerito dal narratore, Rut è definita quasi sempre, nella maggior parte del testo, dagli altri attori, come »la Moabita«. 8 1.1 La fede e la fedeltà di Rut La dichiarazione di Rut che, dopo la separazione della cognata Orpa (1,14), rinuncia a ritornare al proprio popolo, alla propria terra e sceglie di rima- nere con Noemi, mostra la bellezza della sua scelta libera e definitiva di ri- manere con la suocera (fino alla morte, cfr. v. 17) ed è anche l'unica volta nel racconto in cui Rut menziona direttamente Dio (vv. 16-17) utilizzando i due appellativi di »Dio« (~yhil{a/, ´élöhîm) ed il nome da Dio rivelato a Mosè »Jahve, Signore« (hw"hy>, yhwh, ´ädönäy). 9 8 Solo in Rt 4,15 le donne di Betlemme, parlando con Noemi, definiscono Rut »tua nuora« senza l’ap- pellativo di Moabita. Sull’appartenenza di Rut al popolo di Moab (menzionato la prima volta in Gen 19,37 come discendente di Lot e nelle narrazioni successive spesso descritto come popolo nemico di Israele, per es. Nm 22; Gdc 3; 10) e sul progressivo cambiamento della presentazione dell’identità di Rut nel corso della narrazione, cfr. Glover 2009, 293–313, soprattutto 294; sul medesimo tema dell’identità di Rut, cfr. anche Smith 2007, 242–258, specialmente 257–258. Al tema dell’identità nel libro di Rut sono state dedicate anche alcune monografie, tra le quali facciamo menzione dello studio sull’identità collegato alle dimensioni etiche di Lau 2011. 9 La teologia del libro di Rut è oggetto di diversi studi anche recenti, cfr. Lau 2016. Sulla particolarità di Dio nel libro di Rut, definito come »Dio nascosto«, caratteristica presente nelle cinque mügillöt, cfr. Sonnet 2021, 28–38, spec. n. 23. Occorre tuttavia notare che, nonostante il crescente interesse per la teologia del libro, il riferimento al racconto Rut viene ancora spesso trascurato nei trattati di teologia dell’AT o nei temi teologici dell’AT (Matheny 2020, 14–15). 55 Unity and Dialogue 78 (2023) 2: 51–68 RUT: RITRATTO DI »UNA DONNA DI VALORE« STRANIERA NEL CANONE EBRAICO Si può dire che le prime parole di Rut ne rivelano il primo e più importante valore, il suo pieno affidamento al Dio di Noemi, che Rut non conosce ancora ma al quale si affida. Al tempo stesso il suo atto di fede esprime la fedeltà di questa donna al marito defunto, alla famiglia di cui è diven- tata parte integrante, famiglia rappresentata ora dalla suocera Noemi. Nell'affidamento a Dio Rut esprime in qualche modo anche la sua fedeltà incondizionata al marito che supera la morte. Numerosi commentatori hanno paragonato l'atto di fede di Rut a quello di Abramo, suggerendo che Rut compie un atto di fiducia ancora più sorprendente del patriarca, in quanto come straniera e vedova si affida a Dio senza aver ricevuto promesse, senza attendersi nulla di particolare, ma accogliendolo libera- mente attraverso l'amicizia e l'amore per la suocera. Più tardi saranno altri a parlare del rapporto di Rut verso Dio e di Dio verso di lei, in particolare Booz: »Il Signore ti ripaghi questa tua buona azione e sia davvero piena per te la ricompensa da parte del Signore, Dio d’Israele, sotto le cui ali sei venuta a rifugiarti« (2,12; cfr. anche 3,10); poi gli anziani, alle porte della città, esprimeranno il proprio augurio di fecondità per Rut, la sposa di Booz: »Il Signore renda la donna, che entra in casa tua, come Rachele e Lia, le due donne che edificarono la casa d’Israele […] grazie alla poste- rità che il Signore ti darà da questa giovane!« (4,11.12); quindi il narratore continua: »[I]l Signore le accordò di concepire: ella partorì un figlio«; infine le donne di Betlemme esclamano rivolgendosi a Noemi e riconoscendo l’opera del Signore in Rut: »Benedetto il Signore, il quale oggi non ti ha fatto mancare uno che esercitasse il diritto di riscatto. Il suo nome sarà ricordato in Israele! Egli sarà il tuo consolatore e il sostegno della tua vec- chiaia, perché lo ha partorito tua nuora, che ti ama e che vale per te più di sette figli.« (4,14-15) Sono belli questi tratti della relazione tra Rut e Dio, espressi poco direttamente da Rut, ma che diventano occasione di gioioso riconoscimento degli altri personaggi del racconto. Numerosi sono inoltre gli aspetti teologici presenti nel libro che attirano l’interesse crescente degli studiosi (Prinsloo 1980, 330–341; Matheny 2020, 14–15). 1.2 La generosità di Rut Un secondo ed importante valore che caratterizza la figura di Rut è la generosità da lei espressa nel corso del racconto in vari modi: prima nel rinunciare alla sua famiglia per partire con la suocera, nonostante sappia di non poter attendersi alcuna promessa di futuro; poi come prontezza 56 Edinost in dialog 78 (2023) 2: 51–68 PALMISANO MARIA CARMELA a lavorare prendendo l’iniziativa: »Lasciami andare in campagna a spigolare dietro qualcuno nelle cui grazie riuscirò a entrare«, laboriosità immedia- tamente notata e riferita dai servi di Booz al loro padrone: »È venuta ed è rimasta in piedi da stamattina fino ad ora. Solo adesso si è un poco seduta in casa.« (2,7) Il tratto seguente che emerge nell’incontro con Booz, legato alla generosi- tà, è lo stupore, da parte di Rut per la generosità di cui lei stessa è divenuta oggetto da parte di Booz, pur senza poter attendersi alcuna particolare attenzione, in quanto straniera: »Io sono una straniera: perché sono entrata nelle tue grazie e tu ti interessi di me?« (2,10; cfr. anche il v. 13) La trama del racconto suggerisce che la generosità è un importante valore nel quale si incontrano le due storie di vita pur tanto diverse di Rut e Booz. 10 1.3 L’iniziativa di Rut Un tratto significativo della figura di Rut, che emerge dalla sua relazione con Noemi, è la sua prontezza a collaborare con la suocera che si impegna a cercare la felicità della nuora – come si esprime in Rt 3,1: »Figlia mia, non devo forse cercarti una sistemazione, perché tu sia felice?« La partecipazio- ne attiva di Rut alla ricerca di sistemazione viene presto supportata dagli eventi, anche se dovrà essere superato l’ostacolo del diritto di riscatto spettante ad un altro parente di Noemi, prima che a Booz. 11 La felice con- clusione del racconto con il matrimonio di Rut con Booz, con la nascita di Obed e l’indicibile gioia di Noemi e dei presenti insieme alla descrizio- ne della genealogia di Obed, padre di Jesse, padre di Davide, esprimono l’apice di un crescendo di gioia impensabile al momento dell’inizio del racconto e del ritorno a Betlemme, fortemente segnato da »mancanza«, tristezza, amarezza, lutti, dall’ombra di un futuro senza grandi speranze. Rut esprime nel racconto l’importante valore della sua partecipazione attiva alla realizzazione di quanto Dio ha stabilito per lei e per il popolo 10 Sul valore della generosità nel libro di Rut, cfr. in particolare Ska 2005, 369–390, spec. 386 dove l’autore parla dei titoli di nobiltà di Rut che sono qualità di cuore: »La nobiltà di Rut è una nobiltà di cuore, così come la sua cittadinanza è una cittadinanza d’onore.« 11 Sulla legge del levirato attinente al levir, cioè al cognato, nella Bibbia ed in particolare nel libro di Rut, cfr. Sasson 1978, 52–64; Hubbard 1991, 3–19; Weisberg 2004, 403–429; Jackson 2015; in lingua slovena, sull’interpretazione delle leggi del levirato e del divieto di matrimoni misti in relazione alla condizione della donna nella società patriarcale, si veda Večko 2021, 196–201. 57 Unity and Dialogue 78 (2023) 2: 51–68 RUT: RITRATTO DI »UNA DONNA DI VALORE« STRANIERA NEL CANONE EBRAICO d’Israele, progetto a lei e a tutti i personaggi sconosciuto, ma che si rivela progressivamente nel libro fino alla presentazione della genealogia del re Davide (4,18-22). 1.4 Dal vuoto alla pienezza Diversi autori hanno notato che il racconto si dipana intorno al duplice motivo del vuoto e della pienezza e che la trama narrativa conduce al ro- vesciamento di situazione dal vuoto alla pienezza. 12 Mentre il sentimento di vuoto e di mancanza accompagna il ritorno di Noemi a Betlemme, che attribuisce all’agire di Dio tutto l’accaduto (v. 21), quindi anche la propria infelicità, per l’anziana vedova è vivo il contrasto con il momento della sua partenza da Betlemme insieme al marito e ai figli, situazione da lei stessa descritta come »pienezza« (inizio del v. 21). Nello sviluppo del racconto non si può non notare l’emergere di espres- sioni che alludono in vari modi ad una nuova, sorprendente e crescente »pienezza«. Innanzitutto in 2,12 il motivo della pienezza affiora nelle parole di Booz: ~[ime hm'lev. %Ter>Kuf.m; yhit.W %lE[\P' hw"hy> ~Lev;y> `wyp'n"K.-tx;T; tAsx]l; taB'-rv,a] laer"f.yI yhel{a/ hw"hy> »Il Signore ti ripaghi questa tua buona azione e sia davvero piena per te la ricompensa da parte del Signore, Dio d’Israele, sotto le cui ali sei venuta a rifugiarti.« L’augurio di Booz inizia a compiersi poco dopo, già al v. 2,14, in riferimento alla partecipazione di Rut al pasto, preso durante il lavoro della mietitura e spigolatura, quando il motivo della pienezza viene espressa mediante tre verbi: mangiò, si saziò e ne rimase: 12 Citiamo alcuni recenti articoli sul tema: Starling 2016, 17–26, dove l’autore analizza i due motivi in riferimento alle virtù e al ruolo dei personaggi di mediatori di pienezza o di mancanza e vuoto; ancora sui personaggi trasmettitori di valori nel libro, con particolare riferimento ai due motivi di vuoto e pienezza in relazione al personaggio di Booz, cfr. Fewell e Gunn 1989, 45–59, spec. 46–48. Sull’importanza dei due motivi di »pienezza« e »vuoto« nel libro, si veda anche il recente commentario di Sonnet 2021, 68–69. 58 Edinost in dialog 78 (2023) 2: 51–68 PALMISANO MARIA CARMELA T.l.k;äa'w> ~l{h] yvi(GO lk,aoh' t[eäl. z[;bo hl' rm,aYOw: ~yrIc.AQh; dC;mi bv,Tew: #m,xoB; %TEßPi T.l.b;îj'w> ~x,L,h;-!mi `rt:Tow: [B;f.Tiw: lk;aTow: yliq' Hl'-jB'c.YIw: »Poi, al momento del pasto, Booz le disse: “Avvicìnati, mangia un po’ di pane e intingi il boccone nell’aceto”. Ella si mise a sede- re accanto ai mietitori. [Booz] le offrì del grano abbrustolito; lei ne mangiò, si saziò e ne avanzò.« Il motivo del cibo è di particolare importanza nel racconto in quanto è stata proprio la mancanza di cibo per la carestia a spingere la famiglia a emigrare dalla Giudea nei campi di Moab. 13 Alla fine del secondo capitolo (2,17-18), ci viene raccontato che dalla spi- golatura di un giorno Rut ha portato, a casa insieme al cibo per la suocera, la quantità di un’efa di orzo (misura corrispondente a 45 litri). Infine, dopo la scena sull’aia, in 3,15, Booz dà a Rut sei misure di orzo sottolineando che non può presentarsi dalla suocera »a mani vuote« (3,17). La forma dell’avverbio »vuoto« (~q'yre, rêqäm), ricorrente in 1,21, costituisce una bella inclusione con l’inizio del racconto, attesta il rovesciamento della situazio- ne e svela che Rut è l’elemento mediante il quale si è compiuto il cambia- mento e la condizione esistenziale di mancanza e vuoto si è trasformata in traboccante pienezza; Rut - dice Booz - non si può presentare a mani vuote dalla suocera; la condizione di vita delle due donne è definitiva- mente cambiata, come si rivela nel quarto ed ultimo capitolo che narra del matrimonio di Rut e Booz e della nascita di Obed. L’anziana Noemi ab- bracciando Obed, può vivere la ritrovata gioia della maternità che le donne le attribuiscono: »È nato un figlio a Noemi!« Il tema della mancanza di cibo presentato all’inizio del libro si intreccia con quello della fertilità nella trama della narrazione e trova la sua soluzione ed il suo superamento nella 13 Sul tema della simbologia del cibo legato in particolare al tema della fertilità nel libro di Rut, cfr. Sutskover 2010, 283–294; sulla simbologia del seme nel libro di Rut, cfr. Stone 2013, 189–199. 59 Unity and Dialogue 78 (2023) 2: 51–68 RUT: RITRATTO DI »UNA DONNA DI VALORE« STRANIERA NEL CANONE EBRAICO finale del racconto con la nascita di Obed e la descrizione della dinastia di Davide. Nell’ambito della nostra analisi dei valori legati a Rut, possiamo osservare che la sua povertà, la condizione di mancanza, il suo essere straniera di- vengono nel libro spazio dell’agire abbondante e generoso di Dio; la man- canza, la povertà e l’essere straniera anziché essere un ostacolo diventano aspetti positivi, si potrebbe dire anch’essi valori, in quanto spazi di cam- biamento e possibilità di accoglienza del dono della vita. Come è possibile notare al termine di questa prima parte del contributo, l’analisi puntuale del libro di Rut ci ha consentito di mettere in luce più »va- lori« presenti nel racconto che riguardano in particolare i due personaggi principali: il ricco e nobile Giudeo Booz 14 e la povera, straniera e vedova Rut: da una parte ci sono i titoli di nobiltà di un membro del popolo ebrai- co, appunto ricco e nobile, dall’altra i titoli della nobiltà di cuore di Rut. Nel racconto il ruolo principale è certamente svolto dalla straniera e povera Rut definita da Jean-Louis Ska (2005, 369): la Cenerentola della Bibbia. Il racconto è nella sua totalità una voce diversa da altre voci ascoltate in par- ticolare a proposito delle donne straniere nei testi biblici, perciò tanto più sorprendente: 15 Dio ha scelto di agire attraverso una donna straniera e povera nel popolo eletto facendone la progenitrice del re Davide. Le ca- tegorie menzionate come quelle della povertà e dell’essere straniero sono rilette in chiave positiva ed anche polemica rispetto ad altri testi biblici. 16 Nella seconda parte del contributo prenderemo in considerazione la com- parazione tra il ritratto di Rut e quello della donna di valore di Pr 31,10-22, quindi leggeremo il ritratto di Rut nella posizione canonica che il libro occupa nella Bibbia ebraica, dove è preceduto dal Libro dei Proverbi e se- guito dal Cantico dei Cantici. 14 Sulla figura di Booz nel targum di Rut, cfr. Brady 2014, 114–115. 15 Sulla donna straniera nella Bibbia e nelle tradizioni sapienziali menzioniamo l’articolo con amplia bibliografia di Siquans 2009, 443–452. 16 Sulla rilettura delle antiche tradizioni bibliche nel libro di Rut, a partire dal libro della Genesi, cfr. Kowalsky 2010, 1-35. 60 Edinost in dialog 78 (2023) 2: 51–68 PALMISANO MARIA CARMELA 2 Il ritratto di Rut e quello della donna di valore di Pr 31,10-22 Diversi autori hanno osservato l’esistenza di una possibile correlazione tra il ritratto della donna di valore, in Pr 31,10-22, e la figura di Rut. Gli ar- gomenti a sostegno dell’ipotesi riguardano innanzitutto la presenza dell’e- spressione »donna di valore« (lyIx;-tv,ae, ´ëšet-Hayìl) 17 ricorrente in Pr 31,10 e in Rt 3,11e la presenza dell’aggettivo »di valore« (lyIx;, Hayìl), con riferimento alla nobiltà/ricchezza di Booz, in Rt 2,1; 4,11; in secondo luogo, i commen- tatori hanno richiamato l’attenzione sulla posizione del ritratto della donna di valore in Pr 31,10-31, al termine del libro dei Proverbi, quindi nel libro di Rut che, nel canone ebraico, segue immediatamente il libro dei Proverbi e costituisce un chiaro invito a collegare i due testi. L’analisi condotta nella prima parte del presente contributo invita ad approfondire gli elementi di somiglianza tra la figura di Rut ed il ritratto di Pr 31,10-31. Quest’ultimo presenta i tratti particolari della donna che, al termine del libro sapienziale, costituisce un esempio concreto, la messa in pratica degli insegnamenti della sapienza personificata, tema importante soprattutto in Pr 1–9. La donna di valore è ritratta come sposa (Pr 31,10-12) e di lei si descrivono le numerose abilità manuali (soprattutto tra i vv. 13-20), oltre che nel settore della confezione e del commercio (vv. 21-25), in particolare la capacità della donna di valore di compassione verso il povero al quale tende la mano, aprendola nell’atto di dare (v. 20). La parte finale del ritrat- to, ai vv. 26-30, ritrae l’attività locutoria della donna di valore, soprattutto la parola di bontà che è sulla sua bocca ed indica nel timore del Signore la fonte principale della sua identità di sposa, madre e donna impegnata nella società. 18 2.1 Amicizia e vita Confrontando il ritratto di Pr 31,10-31 con il racconto del libro di Rut, possiamo notare che quest’ultimo inizia con la descrizione dell’amicizia 17 L’espressione è alquanto rara nella Bibbia ebraica ove ricorre solo tre volte (Pr 12,4; 31,10; Rt 2,1). Sulle differenti proposte di traduzione dell’espressione ebraica e sul confronto tra i due testi, cfr. Goh 2014, 487–500; cfr. anche Palmisano 2018, 81–97, spec. 86. 18 Per una bibliografia sul testo considerato e sulle caratteristiche letterarie del poema sapienziale e per una dettagliata analisi semantica del poema di Pr 31,10-22, cfr. Palmisano 2018, 81–97 e la nota 1. 61 Unity and Dialogue 78 (2023) 2: 51–68 RUT: RITRATTO DI »UNA DONNA DI VALORE« STRANIERA NEL CANONE EBRAICO di Rut verso la suocera, con un tratto di fedeltà e gratuità, da parte di una Moabita, divenuta membro legittimo di una famiglia giudea attraverso il matrimonio con Maclon (maHlôn), al quale la donna rimane fedele anche dopo la morte. Il rapporto di Rut verso Dio e Signore d’Israele è meno esplicito nel libro di Rut rispetto a quanto viene detto della donna di valore nel libro sapienziale dei Proverbi. Di quest’ultima viene ritratta la parola di sapienza (31,26) ed il timore del Signore (31,30); il rapporto di Rut con il Signore viene descritto in modo diretto, come abbiamo fatto osservare in precedenza, solo all’inizio del racconto (1,16-17), in seguito è descritto in modo indiretto dagli altri protagonisti del racconto; Rut, la protagonista principale, conserva fino quasi al termine del libro l’identità di apparte- nenza al suo popolo d’origine, è una Moabita, una straniera. Se al centro dei due ritratti è la bontà di due figure femminili, questa è presentata in modo diverso, essendo descritta come apertura di una donna d’Israele verso il povero, nel libro dei Proverbi in adesione a quanto previsto dalla Legge; come apertura di una straniera verso la suocera, una donna giudea, all’inizio del libro di Rut. Il ritratto di Rut introduce importanti elementi nuovi: protagonista del racconto non è la giudea Noemi, ma la straniera Rut, mediatrice di cambiamento nel racconto, da una condizione di vuoto e mancanza di vita ad un presente di vita sorprendente ed inattesa (il ma- trimonio con Booz e la nascita di Obed) che si proietta verso un futuro ancora più sorprendente, in quanto Rut diviene un importante anello nella genealogia del re Davide e, per noi cristiani, della genealogia di Gesù Cristo. Il Dio e Signore di Israele include nella storia dell’alleanza con il suo popolo la figura di una donna che rimane fedele al marito defunto e che, rinunciando al suo popolo e alla propria terra, 19 traccia una via nuova di vita, mediante l’amicizia verso Noemi, suggerendo così che l’amicizia personale tra membri di popoli diversi non solo non si oppone alla neces- sità di custodire l’identità del popolo d’Israele (di particolare importanza nel periodo del post-esilio) ma contribuisce addirittura a muovere la storia in avanti, verso la realizzazione del progetto di Dio, di dare al suo popolo un re (Davide) e di dare a tutti i popoli mediante la sua dinastia (alla quale appartiene Giuseppe, sposo di Maria) il Salvatore (Gesù Cristo). 19 Sonnet 2021, 66 fa notare significative somiglianze e differenze esistenti tra la decisione di Rebecca in Gen 24,58 di raggiungere lo sposo promesso (Isacco) e quella di Rut, decisioni espresse entrambe mediante il verbo »andrò«, dove si può osservare tuttavia come la seconda protagonista, Rut, si metta in cammino verso un futuro in cui non le può essere garantito nulla. 62 Edinost in dialog 78 (2023) 2: 51–68 PALMISANO MARIA CARMELA Al centro dei due ritratti possiamo notare la presenza di alcuni valori assai preziosi per la tradizione giudaico-cristiana: la condivisione con il biso- gnoso (Pr 31,20) e la nobiltà di cuore (Rt 1,16) che si esprime nell’amicizia e nell’amore gratuiti, portatori di vita. La fonte di entrambi è Dio e Signore che ha stretto alleanza con il suo popolo, invitandolo a non dimenticare il povero (Lv 19,15; Dt 22,24-26) e lo straniero (Lv 19,33-34; Dt 10,18-19), figure che sono parte integrante dell’identità di ogni Israelita e invitano a riconoscere nel povero e nello straniero di ogni tempo una parte impor- tante della sua propria storia, 20 un fratello/sorella nel quale Dio si rivela. Questa è la ricchezza che trasforma la vita da vuota a piena, sia che si tratti del popolo eletto, quando osserva la Legge e si apre al bisognoso, sia che si tratti del membro di un popolo straniero, accolto da Dio e da lui incluso nella storia della salvezza. 3 Allusioni alla continuazione del racconto di Rut nel canone ebraico Alcuni autori hanno richiamato l’attenzione sulla posizione canonica del libro di Rut nelle sue diverse forme (Bovell 2003, 175–191), particolarmen- te nel canone ebraico e greco (Matheny 2020, 13). L’»itineranza« del libro (Matheny 2018, 195) e la sua differente posizione nella raccolta dei testi sacri trasmette significati diversificati e importanti per la comprensione più ampia del racconto biblico. 21 In quest’ultima parte del nostro studio vogliamo soffermarci sulla posizione del racconto nel canone ebraico, testimoniato dal Codice di Leningrado dove il libro di Rut si trova, come abbiamo osservato in precedenza, dopo il libro dei Proverbi e prima del Cantico dei Cantici. La sequenza dei libri nel canone ebraico è quindi: Proverbi, Rut, Cantico dei Cantici. Gli autori hanno considerato gli elementi di collegamento tra il libro dei Proverbi e quello di Rut focalizzando l’atten- zione soprattutto sull’espressione: »Donna di valore« presente nei due libri 20 Come leggiamo in Dt 10,19: »Amate dunque il forestiero perché anche voi foste forestieri nella terra d’Egitto.« 21 Per alcuni studi recenti sulla posizione del libro di Rut nel canone ebraico che suppone la precedente posizione del libro simile al canone greco, cioè dopo il libro dei Giudici, cfr. Krisel 2021, 63–76, spec. 76. Inoltre, per una interpretazione della posizione del libro di Rut nei diversi canoni, cfr. Goswell 2019, 1–19, spec. 15–19; si consideri inoltre lo studio specifico sulla posizione canonica del libro di Rut (Matheny 2018). 63 Unity and Dialogue 78 (2023) 2: 51–68 RUT: RITRATTO DI »UNA DONNA DI VALORE« STRANIERA NEL CANONE EBRAICO (Pr 31,10; Rt 3,11). Alcuni autori inoltre hanno richiamato l’attenzione sulla relazione esistente tra il libro di Rut ed il Cantico dei Cantici accomunati dal tema dell’amore (Hawkins e Stahlberg 2006; Stadler 1990). Richiamando l’opinione di LaCocque (2006, 87–116) che individua- va in Rut un personaggio reattivo e che leggeva nel Cantico dei cantici un testo sofisticato e in qualche modo sovversivo (LaCocque 1995, 341), 22 in dialogo con i testi tradizionali, vogliamo riprendere questa posizione e cercare di approfondirla dalla prospettiva della lettura canonica. La successione canonica dei tre libri nel canone ebraico consente di cogliere un crescendo nel messaggio biblico dei tre racconti presi in considerazione. Nel ritratto della donna di valore di Pr 31,10-22 sono riconoscibili elementi di eccezionalità ed al tempo stesso di concretezza del ritratto della donna che ha al suo centro (v. 20 ed anche v. 26) tratti peculiari di sapienza che ispirano atteggiamenti di solidarietà verso il povero e portano la donna a sorridere al futuro (v. 25), a non temere, perché »teme il Signore« (v. 30). Il ritratto della donna di valore di Pr 31,10-31, che secondo alcune interpre- tazioni non si riferisce esclusivamente a figure femminili, ma rappresenta la cifra di ogni figura di sapiente (Bonora 1988, 160), 23 la figura di ideale sapienziale realizzato, continua ad essere in qualche modo riconoscibile nel libro di Rut, dove l’espressione »di valore« non è più attribuita dal narra- tore solo ad una donna, a Rut, ma anche a Booz, probabilmente con un si- gnificato simile, polisemico, rispetto a quanto osservato in Pr 31,10-31. Nel libro di Rut si può notare inoltre come, pur senza negare il rilievo dato alla straniera Rut, »le relazioni di valore« e non più solo la donna di valore o il sapiente, allargano molto l’orizzonte della vita, ben oltre i confini d’Israele, ben oltre il tempo storico narrato dai diversi libri biblici. La sapienza che costituisce lo sfondo di riferimento del libro dei Proverbi rende possibile una nuova lettura della vita e della storia che è sempre valida e attuale. 22 Osserviamo come l’autore metta a fuoco il significato della radice verbale »ritornare« (bwv, šwb) particolarmente in Ct 7,1, dove la radice ricorre ben quattro volte in un versetto; ricordiamo l’im- portanza della stessa radice verbale nel libro di Rut dove ricorre ben 12 volte nel primo capitolo (1,6.7.8.10.11.12.15[2x].16.21.22[2x]) e ancora in 2,6; 4,3.15, per un totale di 15 ricorrenze. 23 Come afferma l’autore: »Proponiamo di leggere il poema a tre livelli: una brava donna reale è il supporto simbolico della sapienza e il tipo di vero sapiente.« 64 Edinost in dialog 78 (2023) 2: 51–68 PALMISANO MARIA CARMELA I sapienti nel corso del libro dei Proverbi, si fermano a contemplare i miste- ri più grandi della vita, tra i quali è l’amore (Pr 30,18-19). Mazzinghi osserva che il Cantico dei Cantici può essere visto come »un’espansione dell’in- tuizione sull’amore umano contenuta in Pr 30,18–19« (Mazzinghi 2011, 21). Nel libro di Rut si può osservare un passo avanti in questa direzione indicata dal libro dei Proverbi. Il timore del Signore inteso come »amore« segna la relazione tra Dio e l’umanità dentro la storia e la apre a compi- menti sempre più grandi, imprevedibili e sorprendenti, come è la storia tra Rut e Booz. Quanto si è compiuto attraverso il loro matrimonio e la nascita di Obed, inserisce la loro storia nell’orizzonte ampio e universale della storia della salvezza, storia guidata da Dio e che perciò conosce sviluppi inattesi che appaiono a prima vista in contraddizione anche con la Legge d’Israele. La donna straniera, tenuta a distanza nel Libro dei Proverbi (cfr. anche Ezra e Neemia), 24 diventa nel libro successivo il personaggio chiave che consente un prodigioso avanzamento della storia della salvezza, che non è solo opera umana, ma divina e umana insieme oppure tutta umana e tutta divina allo stesso tempo. È l’opera che l’umanità può solo accoglie- re da Dio, come Rut, senza poterla progettare o guidare umanamente, ma solo riconoscere e servire. Il libro del Cantico dei Cantici presenta nuovamente, come nel libro di Rut, come protagonista una donna, la sposa e, ancora più che nel libro di Rut, la relazione tra sposo e sposa. Si può riconoscere nel testo poetico una voce simile a quella del racconto del libro di Rut, ma diversa da altre voci presenti nella Bibbia proprio perché il Cantico dei Cantici presenta un racconto non segnato dalla storia del peccato ma dall’amore in tutta la sua forza che ricorda il progetto iniziale di Dio verso l’umanità descritto nei primi capitoli della Genesi, al quale il Cantico allude di frequente (Mazzinghi 2011, 23, 25, 27). Rispettando la differenza dei contesti si può affermare che Rut e Booz, come i due protagonisti del Cantico dei Cantici, la sposa e lo sposo, appartengono all’amore che ha le sue regole. 25 Anche se nel nostro studio ci siamo sof- fermati ad analizzare il messaggio del libro di Rut nel contesto del canone ebraico e non possiamo offrire una puntuale analisi semantica di tutti e tre i testi: il Libro dei proverbi, Rut ed il Cantico dei Cantici, vogliamo 24 Sulla lettura del libro di Rut come differente interpretazione della storia nel periodo post-esilico, cfr. Jones III 2016. 25 »La grande lezione del Cantico è che l’amore è legge a se stesso«, cfr. Mazzinghi 2011, 31. Sulla se- mantica dell’amore nel Cantico dei Cantici, cfr. Avsenik Nabergoj 2021, 641–653. 65 Unity and Dialogue 78 (2023) 2: 51–68 RUT: RITRATTO DI »UNA DONNA DI VALORE« STRANIERA NEL CANONE EBRAICO osservare in particolare, insieme ad alcuni commentatori (Barbiero 2007, 90; Mazzinghi 2011, 92–93) come sia in Rut 4,19-20 sia in Ct 6,12, ricorra il nome ebraico personale di Amminadab (cfr. anche Es 6,23), menzionato nella genealogia di Davide, al termine del libro di Rut, ed in Ct 6,12, dove ha un prevalente valore simbolico (Amninadab viene a volte tradotto nel suo significato originale di »il mio nobile popolo«) nell’affermazione dell’a- mato: »non so come, ma il mio desiderio mi ha posto sui carri del mio no- bile popolo« che sta ad indicare come l’amato del Cantico sia al contempo vincitore e vinto dall’amore per l’amata. L’amore cioè ha la sua Tora che è il compimento del cuore della Tora, rivelata da Dio ad Israele e all’umanità. 26 Conclusione È sorprendente notare come tra i numerosi studi ed articoli pubblicati sul breve racconto del libro di Rut, alcuni menzionino, pur da diverse pro- spettive, il tema dei valori ai quali è dedicato anche il presente contributo. 27 Nostro intento è stato quello di presentare i valori che l’analisi dettagliata del libro di Rut mette in luce e di mostrare come la posizione canonica del breve racconto nel canone ebraico consenta di cogliere nella sequenza dei tre testi: Pr 31,10-31; Rt; Ct l’articolarsi di diversi valori intorno a quello fondamentale dell’amore che dà un particolare »tono« ai tre testi; qualche autore, leggendo ad es. Rut, nel canone greco, quindi dopo il libro dei Giudici e prima del Primo libro di Samuele, ha parlato di una sorta di »pausa« nelle narrazioni bibliche. Leggendo i tre testi nel canone ebraico, abbiamo potuto riconoscervi non solo una pausa nella successione delle narrazioni storiche della Bibbia ma una sorta di »contrappunti musicali«, di voci tra loro simili ma che differiscono dal tono più spesso presente nei testi biblici, essendo voci in dialogo dialettico con la tradizione. La Bibbia è paragonabile all’esecuzione polifonica e sinfonica di uno spartito, ad un 26 Con Mazzinghi 2011, 93 osserviamo che la forza dell’amore va intesa soprattutto nella sua dimensi- one teologica, come si può evincere dai testi di Is 47,11; Sal 35,8; Gb 9,5.11, che descrivono l’azione straordinaria e terribile compiuta dal Signore: »L’uomo si sente vinto da una forza, quella dell’amore, che è ben più grande di lui, perché senza che il poeta lo dica esplicitamente, è una forza divina.« 27 Oltre ai numerosi studi menzionati in precedenza, citiamo l’articolo che mette in luce l’intento dell’autore di trasmettere valori letterari, cfr. Rauber 1970, 27–37. 66 Edinost in dialog 78 (2023) 2: 51–68 PALMISANO MARIA CARMELA canto corale a più voci. 28 I tre testi presentati attirano il lettore in un mondo di relazioni (tra Dio ed il popolo, l’umanità, tra i membri del popolo) in qualche modo diverso dalle relazioni descritte più di frequente nei libri storici o profetici, un mondo dove Dio, paradossalmente, pur menzionato poche volte in modo esplicito, è tuttavia molto presente e agisce attraverso personaggi particolari: donne e saggi, vedove anche straniere ed anziani, giovani innamorati. Sono racconti che confermano come la storia di Dio sia iscritta e si compia dentro la storia degli uomini e come quest’ultima sia chiamata, ancor più nelle difficoltà della vita, a diventare più storia di Dio con noi, storia che apre ad ampi ed impensabili orizzonti di vita, quando accogliamo le dimensioni profonde dell’Amore. Indice delle abbreviazioni e delle sigle AT Antico testamento ed. editore edd. editori n. nota Tg targum Gen Genesi Es Esodo Is Isaia Nm Numeri Pr Proverbi Rt Rut Ct Cantico dei Cantici 28 Per quanto concerne alcune particolarità linguistiche del libro di Rut che contribuiscono alla data- zione del libro e a collocarne l’elaborazione finale al tempo del Secondo Tempio, cfr. Skorka 2006, 25–33. 67 Unity and Dialogue 78 (2023) 2: 51–68 RUT: RITRATTO DI »UNA DONNA DI VALORE« STRANIERA NEL CANONE EBRAICO Riferimenti bibliografici Avsenik Nabergoj, Irena. 2021. The Semantics of Love in the Song of Songs and Directions of Its Interpretation. In: Bogoslovni vestnik 81/3: 641–653. Https://doi.org/10.34291/bv2021/03/avsenik. Barbiero, Gianni. 2007. Non svegliate l’amore: Una lettura del Cantico dei cantici. Milano: Edizioni Paoline. Beattie Derek R. G., ed. 1994. The Targum of Ruth: Translated, with Introduction, Apparatus, and Notes. The Aramaic Bible 19. Collegeville, MN: Liturgical Press. 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