Associazione trimestrale Cor. 0.75 Stati dell'Unione postale Corone 1.50 Pagamenti antecipati. I manoscritti non si restituiscono. Redazione ed Amministrazione: Scrittoio della Tipografìa Cobol & Priora. Scuoia e chiesa «Credere il vero, ecco la fede !» Giordano Bruno. Il sentimento religioso si manifesta già nello stadio primitivo della umanità, quando l'uomo non sa ancora darsi alcuna ragione dei fenomeni fisici e naturali, dai quali si vede circondato. L'ignoranza assoluta della vita e delle relazioni sue con la natura, aggiunta alla paura dei fenomeni, ingenera il concetto di Dio, anima, vita spirituale ecc. Sulla base di tali concetti si formano superstizioni; leggende ed errori, che oscurano e pervertono il puro sentimento, e danno alla mente umana un falso indirizzo per giudicare della vita e delle sue naturali esplicazioni. E il potere religioso — fenomeno questo che apparisce generalmente nella vita di tutti i popoli — si afferma sovrano; sovrano è il prete, comunque si nomi; egli solo governa e comanda, tollerando a mala pena a lato del suo potere una larva di potestà laica, perchè a lui pienamente dovota. Quando, nel volger di secoli, menti più illuminate vollero elevarsi dalla miseria della fède imposta, e intravedendo l'errore, nel quale l'umanità veniva scientemente e per scopi e-goistici trattenuta vollero lottare per la verità, trovarono persecuzioni, torture e morte in premio agli sforzi bene intesi del loro animo retto! Ed oggi? Cessato, in seguito alla lotta continua, all'antagonismo potente tra stato e chiesa, il potere assoluto del prete, resta però enorme la costui influenza, e dannosissima per l'ostilità infinita contro un libero sviluppo intellettuale dell' uman.tà. Il campo di lotta: la scuola. Lo stato, troppo ancora asservito alla chiesa, non sa o non può francamente liberarsene non solo, ma neppure mettere un freno a quella influenza veramente deleteria. L'Italia accenna appena a liberare la scuola dalla influenza del prete; la Francia, più avanti nelle idee del progresso, intende sopprimerla decisamente: ha compreso esser dovere assoluto e diritto esclusivo dello stato educare la massa e lasciare alla stessa la più ampia libertà nelle sue manifestazioni intellettuali, ed impedire assolutamente che queste vengano inquinate da pericolose e false teorie, basate su errori manifèsti. Quanto indietro restano gli altri governi! Parli la misera Spagna dove la scuola deve subire tutte le prepotenze e mutilazioni, che impediscono ogni più piccolo sviluppo di pura vita intellettuale, perchè quel governo si trova alla mercè assoluta del prete. E gli altri stati han poco da vantarsi in materia di libertà. E' contraria la scuola del prete a qualsiasi idea avanzata nel sentimento della libertà del pensiero; il dogma indiscusso ed indiscutibile ne regola la vita tutta, l'uomo vi viene asservito agli antichi errori, che ancora nel nostro secolo possono violentare impunemente l'intelletto. A che servono nel nostro stato le guarentigie accordate con le cosi-dette leggi fondamentali quando — per tacito accordo del governo istes-so — si manifèsta pur sempre forte e troppo la mano del prete nella vita interna di un istituto, dove il violen-tamento delle coscienze è all'ordine ■del giorno, dove persino altre materie, ■che pur dovrebbero essere trattate •con rigorosa esattezza, non lo possono perchè gii stessi testi portano seco il marchio della correzione voluta ed imposta dal prete? S'impone la scuola laica, s'impone la scienza libera, non inceppata nelle pastoie del dogma. Ma non basta. Se nelle scuole, dove il prete non figura che assieme ad altri insegnanti, la sua influenza, per debolezza del potere centrale, è ancor sì forte, troppo semplice è immaginare quali risultati si ottengano in una scuola, dove il prete è solo e tutto. Qui non teme influenze altrui, non sta giornalmente in guardia contro infiltrazioni di idee moderne, che portino un qualunque pregiudizio al suo dominio, alla tirannia morale ed intel-tettuale da lui esercitata. Qui vive il dogma indiscusso, qui si perpetrano gli antichi errori, qui scientemente si educa la gioventù con falsi con- cetti della vita e si- corrompe il puro sentimento religioso con leggende e favole condannate ormai da lungo tempo dalle rigorose ed esatte ricerche della scienza positiva. Conscio, il potere centrale, del fatto che nella scuola si tratta dell'avvenire intellettuale e sociale degli uomini futuri, conscio del fatto, che non basta salvaguardare la vita fìsica dei cittadini dalle violenze altrui, ma che fa d'uopo garantirne puranco la vita intellettuale da infiltrazioni erronee e da influenze malefiche, perchè queste ne impediscono il libero sviluppo, dovrà decidersi per l'abolizione del presente. «istalla, di JjylJerau/.'i colpe vole da parte sua, nonché per la riforma dei principii direttivi nell' educazione della gioventù. Lo stato deve riconoscere che le presenti condizioni sono a lungo andare insostenibili, e che gli s'impone il compito di liberare decisamente la scuola dall'influenza del prete, se vorrà — come è suo stretto obbligo — che la scuola educhi ed istruisca secondo i dettami razionali della libera scienza, perchè questa sola ha l'incontestabile diritto di rispetto e considerazione nell' insegnamento e nella vita sociale. Gys. Popoli e Governi in Italia, alla Camera si discute il Bilancio de' lavori pubblici — Camera fiacca e poco numerosa. In Francia, il ministro Teofilo Del-cassè — per tant' anni reggitore della politica estera ' - , è costretto a dimettersi, perchè col suo operare sulla question marocchina espose la patria alla possibilità d' una guerra con la rivale Germania. — Nella repubblica democratica le idee di «revanche» sono spente ; il desiderio di mantenere una pace operosa e feconda di bene per tutti, oggi in Francia è il desiderio de' più. j i ii rveqia hanno dimesso un re, pacificamente ; e gli ungheresi a' rappresentanti di Norvegia par che abbiano mandato un plauso. Il giornale si pubblica tutte le Domeniche nelle ore antimeridiane. Prezzo delle inserzioni per ogni riga di testo cent. 10 Comunicati cent. 20. Un numero separato cent, <>. più ragguardeyoli Stato, lo persu zione sottoscri te va mettersi ; corona lasciando al figlio, che non a-veva obblighi, di provvedere, come meglio stimava, alla tranquillità ed al bene del pofcolo. Poi, il voto unanime del Consiglio dei ministri e dei personaggi dello sero che la dichiara-a nel 1824 non podi sopra dell'obbligo primo ed assolato di provvedere come re al bene $ei suoi popoli. L'otto febbraio del 1848 usciva a Torino, tra il giubilo popolare, un manifesto nel quale Carlo Alberto, con parole nobili e degne, annunziava lo statuto, il quale sarebba stato concesso in un .coi diritti « -M.. ..iia 1 i che v ewwbbero in quello sanzionati. Così nacque lo statuto che la nazione italiana ricorda ogni anno, la prima domenica di giugno, con patriottica festa. Cavour e Garibaldi. Il mese di giugno reca due date memorande; due date della morte di due grandi fattori dell'unità d'Italia; — Garibaldi, morto a Caprera il 2 giugno del 1882 e Cavour morto a Torino il 6 giugno del 1861. Grandi tutti e due, in due modi diversi, con diversi caratteri: Cavour colla penna e colla parola del diplomatico, Garibaldi colla spada del guerriero; l'uno ardimentoso, audace, nel Congresso di Parigi del 1856 dove proclamò la sacrosanta necessità di liberare l'Italia; audace nelle ardite alleanze, e nell' opera diplomatica tutta condotta a termine in breve tempo; l'altro, Garibaldi, audace nell'affrontare nemici assai più numerosi e assai più agguerriti dei suoi volontari, de' militi eroici ; l'uno genio della diplomazia liberale, l'altro genio delle battaglie della libertà. — Cavour morì d'improvviso dopo un fierissimo conflitto alla Camera dove egli non potè rivelare gravi segreti di Stato e dovette perciò beversi in silenzio le invettive più amare; — Garibaldi mori dopo lunghi spasimi inflittigli dall'artrite; l'uno e l'altro lagrimati da tutto un popolo, amaiiratv 'iu tutto il mondo. E noi ricordiamo riverenti i due grandi nomi, i due gradi fattori dell'indipendenza della patria, che gii italiani devono sempre ricordare con gratitudine calda e imperitura. RICORDI STORICI Lo statuto. Domenica scorsa si celebrò per tutta Italia, dalla sua capitale alla più piccola borgata, la festa dello statuto. Quella festa che in mezzo agli inni patriottici, alle bandiere e ai gonfalonil unisce, stretto iusieme, tutto un popolo nei dolci ricordi d' un passato eroico, nella memoria del primo passo verso la redenzione d'Italia. Camillo Cavour fu il primo che gittò l'idea di chiedere a Carlo Alberto la costituzione, e Roberto d'Azeglio, fratello di Massimo, ne fu incaricato di farsi interprete del popolo piemontese dinanzi al suo re. Ma Carlo Alberto che credeva di mancare all'obbligo assuntosi nel 1824 a Parigi, di non concedere gli ordini costituzionali, nel mentre si dichiarava più che mai risoluto ad operare per la causa della patria, non accennava a piegarsi di fronte alle domande di maggiori larghezze politiche. Ed al d'Azzeglio ossevava esser l'Italia, perchè divisa, debole contro l'Austria forte perchè una. E fra i principi d'Italia, affermava, uno solo aver armi, ma poco valide alla prova; gii altri imbelli tutti e ligi servi dell' Austria ; e della parte liberale della nazione ben poco fidarsi, come quella che atta a promettere indugiava a mantenere. Esser bisogno di soldati e non di avvocati. Che solo il Piemonte evea militi valorosi, ma in picciol numero, sì da non bastare contro l'Austria agguerrita; e, onde accrescerne la potenza, far di bisogno unità di comando e disciplina e quindi pericoloso lo statuto che, aprendo la ringhiera alla pubblica gente, e infirmando sotto il prestigio tribunizio la forza del governo, avrebbe scosso la disciplina, difficoltato il comando. E insistendo in tali idee, rizzavasi in piedi esclamando: «Oh, marchese d'Azeglio, anch'io, come voi, amo la redenzione d'Italia, ed è appunto per questo eh' io non vorrei mai più dar la costituzione al mio popolo!» Imbarazzato dalle insistenti preghiere che le venivan fatte da tanti illustri patriotti, a Carlo Alberto s'affacciò il pensiero di rinpunziare alla Ciarle Settimanali — Benarrivato, cavaliere. Dov'era domenica scorsa? E' scappato, vero? Un suo amico ci ha detto qualcosa... Oh, ma che fàccia triste ne fa mai! Le è accaduto qualche cosa di spiacevole ? — Non ne parliamo, signore mie. Sono così rattristato da un avvenimento luttuoso che, in verità, non a-vevo quasi il coraggio di presentarmi a loro neppur oggi. Ma poi ò pensato che forse nella loro gentile compagnia troverò un po' di quella pace che mi è necessaria per non pensar tanto al triste accidente toc-CMtomi, e sono venuto; anche per non mancare alla promessa che ò loro fatta al principio delle mie visite in questo salottino. — Povero cavaliere; racconti, racconti; forse che noi potremo consolarlo ... — Oh, no; è meglio che taccia.... Loro sono tanto buone che non se ne avranno a male... E poi, che vale Tutto è finito,... forse così. Io sono fatalista, tanto tutti quei segni che disgrazia ormai pensarvi meglio più se penso alcuni giorni prima della vennero a turbarmi la mente, come se una forza ignota, misteriosa avesse voluto prepararmi ad accogliere senza troppo dolore la dura legge del destino. Non sono superstizioso e non lo sono stato mai, ma adesso convengo anch'io che in molti e molti casi nei quali mi mostravo scettico e ridevo sulla credulità di certuni, qualcosa di vero c'era e qualche potenza occulta entrava a mostrare la sua presenza e a meravigliare quelli a cui si faceva conoscere in una maniera o nell'altra. Già che abbiamo cominciato oggi così, se desiderano racconterò loro un fatto accorso a un mio conoscente e che egli steso mi narrò un giorno della scorsa settimana in cui, in una ristretta cerchia di conoscenti, si parlava appunto su certi casi di telepatia, di spiritismo o che nome loro vogliono piuttosto dare a tali fenomeni... — Dica pure. L'ascolteremo volentieri; ma non ci faccia paura con qualche lugubre storia di spettri o di morti che riscuscitano. -- Non temano. Spettri non c'entreranno, nè cimiteri, nè fantasmi.... Questo mio conoscente è un bravo vecchio medico, naturalista insigne e abita,... Ma già, a loro poco importa dove abiti. Basti soltanto sapere che quanto narrerò mi è stato riferito da chi sicuro non pnò essere accusato di superstizione o d'ignoranza.... Era una notte oscura d'inverno ed egli era ritornato a casa, dopo aver girato tutto il dopopranzo per i monti, stanco spossato dalla fatica. Tutti della famiglia erano già a letto e an--esh'egli, messo un po' dvordine nel suo studio dopo aver letto alcune pagine d' una nuova opera di medicina, si coricò.... Ma in quella sera non po-tè^prender sonno così presto.... Dopo essersi girato e rigirato più volte per il letto finalmente gii riuscì a chiudere gli occhi un momento.... Sogni strani vennero a turbarlo.... Gli parve di vedere in un villaggio vicino, un'infinità di gente raccolta in un cortile... C'era il sindaco, il curato... In un canto, rischiarate da un fanale tre faccie pallide pallide uscivano da un lenzuolo disteso a terra tutto macchiato di sangue.... Un gendarme su un libriceino prendeva degli appunti... Alcune donne piangevano, il volto nascosto tra le mani, e il vento urlava di sopra i camini delle case e la neve turbinava per l'aria.... Una notte d'inferno.... A un tratto si svegliò di soprassalto. Sentì battere re-plicatamente alla porta di casa... Corse al balcone —- Chi è là — ....Presto, signor dottore; l'attendo con la carrozza. A N.... ci sono dei feriti e dei morti — Vengo subito — Si vestì in fretta, prese i ferri, montò in vettura, e via per i monti in mezzo alla bufera.. . Arrivarono... fu condotto in un' osteria... Gli venne incontro il sindaco, cho lo condusse in un cortile interno... Indovinano, è vero, si- gnore ; scena eh' egli Ai suoi occhi si ripetè la sognata poche s era ore prima.... Trovò, due cadaveri.... C'era un ferito al quale restavano poche ore di vita. Non mi ricordo se ciò fosse avvenuto in una rissa o per una disgrazia... del resto poco importa. Quello Che ni' interessava a narrar loro è il sogno nel quale il mio vecchio amico s'era raffigurata la scena dell' osteria come era in realtà.... — E' strano ed è impressionante. Imaginarsi come sarà restato stupito... — Infatti vi pensò molto; ed era naturale, in specie per una mente come la sua abituata a cercar le ragioni di tntto e a scrutare i misteri e i prodigi della natura. Naturalmente questo fatto restò per lui "sempre un'incognita come tanti altri simili... E che si à dà pensare su ciò? — Molto resta alla scienza da scoprire ancora. E forse un giorno quando essa avrà trovato e spiegato, e si sarà resa padrona anche di questa forza, quando crederà d' aver raggiunto la meta a-gognata nei suoi sogni d'impero sulla natura ribelle, questa le si parerà dinanzi in nuove lotte, in nuove guerre tremende che costeranno rivi di sangue di nuovi martiri, di nuovi e-roi... Così è il destino dell'uomo.... sempre in lotta per ideali sublimi; ora vincitore superbo, ora vinto ; un momento signore e poi nuovamente schiavo della materia che mai non cesserà nel suo moto continuo, eterno, fatale... Oh, ma dove sono andato oggi a finire!... Perdono, signore... Non voglio tirarmi adosso la taccia di filosofo materialista, corruttore d'anime, demonio tentatore dei loro cuori gentili... non lo diramino a nessuno veh?... siamo intesi,... e arrivederci domenica prossima. Il cavaliere. LA COLONNA DELL'AGRICOLTORE Nei campi. — Lei perde la testa con quei libri, caro sòr Borella! Non lo smette nemmanco in campagna quel mestiere che le rovina la vista: carte, cartine, libretti, giornali, sempre ha da aver qualche cosa del genere sott'occhio!... — Perderci la testa? Eh, no, amico Nazario; se mai... Ditemi un po', quando estraeste l'anno scorso le patate di quel campo? E quante ne pesaste? E come andarono i prezzi? Quale e quanto fu il concime usato? In che epoca, in quali condizioni, si fecero i lavori: la zappatura del terreno, rimpianto; la sarchiatura, la rincalzatura? E quanto vi costarono codesti lavori? E come fu la stagione? Che coltura occupava il campo l'anno prima? E come la trattaste?... Voi si che la perdete la testa, se vi domando tutta 'sta roba! Io apro il libretto che mi vedete in mano quest'oggi e trovo consimili ragguagli, trovo analoghe notizie di quest'anno, degli anni precedenti : e-samino, confronto, ragiono ed imparo. Credete a me: molto s'impara dalle note e dei granchi se ne pigliano parecchi a fidarsi de)la memoria, Eppoì nóìi si tratta del ricordare soltanto: gii è che il libro, quando si incomincia a vederci dentro, abitua viemmeglio all'esattezza... la bilancia, il metro, l'orologio, questi preziosi ausigliari del buon agricoltore, si è indotti più di frequente ad usarli a cagione del libro, di quella tal colonna di cifre che vuol esser riempita. Delle notizie ch'io registro qui dentro, qualcuna, so bene, 11011 ha importanza per tutti: per noi, giovani, caro Nazario, serve anch'essa, vale a farci acquistare la pratica, una buona pratica, nel tempo più breve. Ma lasciamo i libretti, per ora. Raccontatemi un po' come • stiara co' lavori, da voi? Lo deste il solfato di rame alle viti? — Coi tempi che vanno gli è cosa che urge quant'al-tra mai: vero è che appunto per le stravaganze del tempo, difettali le opere... — Le trattai una volta le mie viti, e presto - laggiù dove sono mi toccherà por mente alla seconda... Quante spese, sòr mio; e il prezzo de' vini ribassa ogni anno! — Spese? Sicuro che v'han delle spese che i nostri nonni non sognavano neppure — del resto altre spese si posson ridurre, più facile è aumentare il raccolto, coi metodi moderni di coltura; ma — io ci scommetto — voi che temete, leggendo, di sciuparvi gii occhi, pur .qui riuscite a spendere più di quanto abbisogna. Sentiamo: come fate a prepararlo il liquido contro la peronospora? — Come faccio? Come fanno tutti, i miei confinanti almeno: due chili di calce, due di solfato... — ....li quasi una corona sciupata per ogni ettolitro di miscela... Se lo dicevo cha a guardare soltanto quel che fanno a quattro passi da voi ci si rimettono bene spesso dei soldi! E' già da anni che da me si adopera una poltiglia a dosi molto minori e ci si trovali contenti sott'ogni riguardo. 10 acquisto della calce grassa è bianca, la faccio spegnere lentamente e poi la ripongo in un recipiente coprendola d'acqua.- Quando ne ho bisogno, riempio d'acqua il recipiente, agito forte, lascio deporre, cavo fuori l'acqua schiarita, e in altro tino, per ogni ettolitro di quest'acqua di calce, aggiungo grammi 750 di soifato' di rame già sciolti in un po' d'acqua calda, Ma v' è un sistema più recente e più economico ancora; e diede buoni risultati a parecchi — l'ha proposto il professor Menozzi di Milano. Per o-gni ettolitro d'acqua s'adopera soltanto mezzo chilo di solfato di rame, si aggiunge mezzo chilo di solfato di ferro — il vitriolo verde che costa poche corone il quintale —, circa un chilo di calce, tanta cioè che basti a «neutralizzare» (vi son delle cartine — le carte di tornasole, che trovate per poco o per nulla in qualunque farmacia — che arrossano nella soluzione di solfato di rame, diventano azzurre colla calce, e restano nè rosse nè azzurre in liquido «neutro»). 11 solfato di ferro raggiunge l'importante effetto di suddividere maggiormente il composto di rame e così la minor dose di questo ha eguale efficacia d'una dose più alta. Ma il professor Menozzi consiglia a ragione un risparmio ulteriore. I viticultori intellegenti acquistali sempre il solfato di rame pagandolo in ragione di purezza e non solo di peso ; fin qui si dava la preferenza al solfato di rame il più puro che si trovi nell'ordinario commercio, cioè contenente, j98-99% di solfato. Or siccome le impurità di molto solfato di rame son costituite per la massima parte da solfato di fèrro — il quale compie l'ufficio utile sopra detto — e poiché l'unità di solfato di rame non (lepu- rato costa meno, per il risparmio nella lavorazione, dell'unità di solfato più puro; cosi è evidente che s'avrebbe vantaggio a comprare i solfati dai titoli 90-92%. Pagandoli, ripeto, un tanto per ogni grado di solfato di rame, non a quintale; e bisognerà ad ogni modo richiedere che le impurezze siano veramente costituite da solfato di ferro. — Vedete che s'impara qualche cosa di utile anche leggendo i giornali! — » «- Può darsi, ma intanto, per 'sta volta, io risparmiai la fatica... — » Cino 1 Sorella. Prezzi de' prodotti agricoli del capodistriano su '1 mercato di Trieste. Nella settimana s'ebbero le seguenti medie e variazioni : Piselli : da corone 11 (piselli mezzo frasco) a 14-20 (piselli verdoni) — media approssimativa de' verdoni corone 17. Patate : da corone 10 a 14 — media 11 all'incirca. Ciliegie : da corone 40 a 56 — media circa 46. Furon anche vendute piccole partite di fagiuolini a centesimi 60-70 il chilogrammo. Società contro la tubercolosi Trieste Trieste, li 5 Ghigno 1905 N. 604 PER UNO STABILIMENTO BALNEARE A VALLE OLTRA Non è questa la prima volta che dalle colonne del nostro giornale si parla del progetto di uno stabilimento balneare a Valle Oltra. I lettori ricorderanno che anche noi abbiamo dato degli apprezzamenti in proposito, quando si formò il comitato per lo studio della quistione ed allora, come presentemente, avevamo parlato sulla scelta di Oltra come il luogo più a-datto per la posizione, per il clima e la comodità delle comunicazioni. Ciò succedeva verso gli ultimi mesi dell'anno scorso e pareva che non se ne sarebbe più fatto parola: anzi correva voce che si era venuto a nessuna conclusione. Ma noi, per la gentilezza dello spettabile comitato promotore, siamo in grado di render palese, con documento alla mano, l'attività dello stesso. Facciamo voti che per il bene della città nostra lo stabilimento balneare sorga, superate le molteplici difficoltà, a Valle Oltra, ad animare con un sano e vivace concorso di gente quella plaga ridente e pittoresca. * * jj; All' Onorevole Direzione della Società per la lotta contro la tubercolosi in Trieste Per iniziativa dell' Asssociazione fra Commercianti ed Industriali di Capodistria e spontaneo concorso di alcuni cittadini di Trieste, sorse qui tempo fa un Comitato, col proposito di avvisare a tutte le pratiche necessarie per l'impianto, nelle vicinanze di Trieste, d' un grande Stabilimento balneare e climatico. Era naturale che in un' impresa di tal genere, l'occhio cadesse quasi involontariamente sulla plaga di Valle -Oltra, attrattovi dalla magnificenza del luogo e dalla facilità delle conni ideazioni colla città di Trieste. E cosi fu. Il Comitato precisò anzi meglio ancora il suo pensiero manifestando il convincimento che in Valle Oltra, il posto più adatto pel futuro Istituto sarebbe quello occupato ora dal possesso della Società per la lotta contro la tubercolosi, e volle prima di esperire qualsiasi altra pratica, ritirare da autorevoli Consessi analoghi pareri. Così FI. R. Consiglio Sanitario provinciale con sua Nota 25 febbraio 1905 N. 4853 e il Municipio di Capodistria con sua Nota 14 febbraio 1905 N. 431 manifestarono il loro incondizionato parere favorevole, mentre la Delegazione Municipale di Trieste pur augurando che nelle vicinanze della città possa sorgere un conveniente Stabilimento balneare, ritenne di essere incompetente a dare il suo parere sulla scelta località (Rescritto del Sig. Podestà dd. 27 febbraio 1905 X. K»1 6). Ormai, perchè il Comitato possa riferire esaurientemente ai propri mandati sulle pratiche fatte, non resta che 1' ultima parola, la quale può esser detta soltanto da codesta Onor. Direzione ed è la chiave per risolvere il 11011 facile problema. Senz'altro dunque confortati dall'idea che il Sanatorio potrà sorgere tuttavia e forse meglio altrove, i sottoscritti si permettono interessare la cortesia di codesta Onorevole Direzione affinchè voglia dare risposta ai seguenti quesiti : 1. E' disposta in massima la Società per la lotta contro la tubercolosi di disfarsi di tutto il suo possesso di Valle Oltra? 2. In caso affermativo, sarebbe disposta la Società di rilasciare al sottoscritto Comitato un' impegnativa di vendita a scadenza trimestrale ? 3. Quali sarebbero le pretese della Società per l'alienazione di tutto il Suo possesso di Valle Oltra? Nell'attesa del richiesto cortese riscontro, i sottoscritti porgono a codesta Onorevole Direzione, i sensi della loro perfetta osservanza. Capodistria, li 8 maggio 1905 Por il Comitato promotore per l'istituzione di uno Stabilimento balneare. Il Presidente (segue la firma) Il Segretario (segue la firma) Ad N. 4853 Trieste, li 25 febbraio 1905 In evasione alla domanda d. d. 8 • corr. presentata all' i. r. consiglio sanitario provinciale e tendente ad ottenere un parere sulla salubrità della plaga di Val d' Oltra nel di cui raggio la Società contro la Tubercolosi aveva già iniziato l'impianto di un analogo Sanatorio e che il comitato da Lei presieduto intenderebbe ora di utilizzare coli' erezione di uno Stabilimento balneare, l'i. r. Luogotenenza mentre ha trovato di far luogo al petito incaricando l'i. r. Consiglio di esternarsi in merito, Le comunica, che il piunominato Consesso ha emesso il seguente responso : 1. L'ubicazione in linea sanitaria è perfettamente raccomandabile. 2. Comunque 11011 si lasci paragonare l'istituzione di un Sanatorio pei tubercolosi collo Stabilimento progettato dal Comitato odierno, cionulla-meno in tesi generale si deve dichiarare che ambedue possono e devono ridondare di generale proficuità. Il Consiglio sanitario poi, nel mentre saluta con soddisfazione l'iniziativa del Comitato di erigere in prossimità di Trieste uno Stabilimento balneare climatico, crede d'altronde, che la Società pella lotta contro la Tubercolosi, realizzando in questo incontro il proprio possesso di quella plaga, potrebbe utilizzarne il reddito, devolvendolo allo scopo precipuo cui tende la Società stessa, con 11011 minore vantaggio generale. Nel compiego si restituisce un allegato 11011 attinente alla petizione di cui sopra e quindi erroneamente aggiunto a questa, ed inoltre il piano della località indicata. Per l'i. r. luogotenente: (segue la firma) Al Comitato promotore per V istituzione di uno stabilimento balneare in Capodistria Municipio di Capodistria addì 14 febbraio 1905 N. 431 Onorevole Signore Ai quesiti proposti colla pregiata Sua d. d. 8 corr. l'esecutivo comunale si fa dovere di rispondere come segue : 1. La posizione di S. Caterina in Valle Oltra è eminentemente adatta per uno Stabilimento balneare, sia per la felice sua ubicazione che per la facilità delle comunicazioni per mare e per terra. 2. I vantaggi che potrebbero derivare a questo Comune dal pieno sviluppo di un grande Stabilimento balneare a Valle-Oltra, sono evidenti. E' da attendersi che, Capodistria unico centro nelle vicinanze del luogo scelto per l'erezione del bagno, facilmente accessibile per le vie di mare e di terra, sarebbe frequentata da tutti i forestieri c«là villeggianti donde verrebbero vantaggi materiali e morali non pochi al paese. Dall'istituzione di un Sanatorio per tubercolosi, il paese non potrebbe invece ripromettersi alcuna risorsa, perche il numero assai limitato degli ammalati che vi sarebbero accolti e la loro malandata salute, non conferirebbero certo al suo incremento eco-nomico-sanitario. Il Podestà : (segue la firma) Al Presidente del comitato promotore per V istituzione di uno Stabilimento balneare Loco Municipio di Trieste Gabinetto del Podestà Trieste, 27 Febbraio d905 N. 101/P. Spettabile Comitato In riscontro della stimata Sua degli 8 Febbraio corr. mi pregio informare che la Delegazione municipale nella sua seduta dei 24 corr. pur augurando che nelle vicinanze della città possa sorgere un conveniente stabilimento balneare non potè, perchè incompetente, dare il chiesto parere sullo sviluppo di tale istituto di Valle-Oltra. Con piena osservanza devotissimo p. il Podestà (segue la firma) Allo Spettabile Comitato Promotore per V istituzione di uno stabilimento balneare Capodistria Spettabile Comitato promotore per l'istituzione di uno stabilimento balneare Le questioni poste alla scttofìrmata con il pregiato scritto d. d. 8 maggio a. c. sono così complesse e in-volvono responsabilità così gravi da imporre alla sottoscritta uno studio accuratissimo e minuzioso. Primo elemento per le necessarie indagini è quello però di poter fare affidamento su altre località che possano egualmente corrispondere, come Oltra, alle esigenze di un sanatorio. Ma poiché le lunghe nostre ricerche ci portarono alla scelta di Oltra per le ragioni dallo stesso Comitato valutate e poiché 11011 si nutre speranza di trovare altro posto equivalente, prima di inoltrarsi in questo delicato studio, [preghiamo questo spettabile Comitato, nel suo interesse, di giovarci nella ricerca. Colla massima osservanza La Direzione 11 Presidente (segue la firma) p. il Segretario (segue la firma) Oa.pod.istria, Congressi sociali. Domenica scorsa ebbe luogo, nella sua sede sociale, il congresso della Banca popolare, al quale tenne dietro l'adunanza dell'associazione di commercianti ed industriali. Approvato l'anteriore verbale, il presidente signor Bortolo Sardotsch, nel primo congresso, partecipa ai consortisti l'avvenuta approvazione da parte del Tribunale Commerciale alle riforme dello statuto; e comunica ancora l'istituzione di tre agenzie da parte del Consiglio d'amministrazione nelle città di Buie Isola e Pirano, l'introduzione di un regolamento interno, la nomina di un terzo impiegato, il signor Costantino Chitter e quella del signor Francesco Vissich a vicepresidente e del signor Antonio Apollonio a secondo vicepresidente. A base del nuovo statuto i consortisti passano infine alla nomina della nuova commissione di sconto la quale riesce composta dai signori avv, Nicolò D.r Belli, avv. Felice D.r Bennati e Giovanni Martissa Carbonaio; a sostituti riescono eletti i signori Nicolò D.r Del Bello e Nicolò de Manzini. Al secondo congresso, il presidente signor Bortolo Sardotsch relaziona i consoci intorno alle pratiche avviate per l'aggregaziona di un corso commerciale della nostra scuola industriale, per l'istituzione di un' altro, serale, d'istruzione per adulti, sull'opportunità di mandar ad effetto il piano delle conferenze popolari, ed intorno alla questione telefonica. L'adunanza passa quindi alla nomina dei segretari della sezione commerciale e dell'agricola; per la prima riesce eletto il signor Giuseppe Cobol e per la seconda il signor Francesco de Almerigotti. Una tarda soluzione. Apprendiamo con vivo compiacimento che finalmente 1' egregio concittadino Cap. Biagio Cobol ebbe piena soddisfazione nella vertenza avuta con la Società del Lloyd austriaco, dovuta a una villana accusa del secondo capitano signor Suzzach, poiché questi fu obbligato dalla direzione della suddetta Società di domandar perdono al coni. Cobol innanzi al direttore ed ispettore navale ed alla presenza di un secondo capitano, Divertimenti. Da parecchi giorni abbiamo fra noi la famiglia Barbarigo Clementini di Venezia, la quale ha dato diversi esperimenti magnetici e fisici e di prestidigitazione, divertendo il numeroso pubblico. Oggi e domani si produrrà nel caffè Giustinopoli alle ore 9 pom. con un scelto programma. Chi vuol passare un paio d'ore allegre, prenda parte alle rappresentazioni. Il Barbarigo lavora con una disinvoltura tutta sua particolare e lontano dall'annoiare con chiacchere stucchevoli, è invece corretto nei modi e nella parola, tanto che svolgendo con molta abilità il suo esteso programma, sa interessare per delle ore intere. Fresco in mare. Riuscita e sotto ogni aspetto encomiabile si fu l'iniziativa di alcuni dilettanti mandolinisti di tenere una sera della settimana scorsa un concertino su tre barche illuminate a palloncini. Chi si era recato sul molo a respirare un po' d' aria dopo il caldo soffocante della giornata ebbe la gradita sorpresa di ascoltare gratuitamente le note melodiose delle nostre canzonette popolari e patriottiche e delle arie più in voga del nostro Verdi, strimpellate con grazia e naturalezza da quei dilettanti, i quali non vorranno, almeno lo speriamo, farci aspettare lungo tempo prima di riudirli. Per l'igiene. Parola vana : cosi un buon amico definiva l'igiene, aggiungendo che tutti ne sono competenti e che da tutti i friseur, poiché in Italia non esistono più barbieri, se ne sente far valida parola. Quindi dire dell'igiene è fiato gettato al vento ; ma è probabile che una raffica porti qualche parola dell' igienista all' orecchio delle autorità obbligate a sorvegliare l'igiene popolare. Questa volta non si tratta che di una piccolezza, direbbe un cervello gallinino; noi invece raccomandiamo caldamente che alle bocche delle fontane, oggi per fortuna abbastanza numerose in città, venga applicato un piccolo imbuto con aculei, affinchè la gente non vada a bere 1' acqua mettendo la bocca dove un altro o molti altri la misero. Non si tratta di una spesa per la quale si richiede il voto dei rappresentanti, quindi siamo certi che saremo ascoltati. Pirano Il trattenimento sociale a base di musica, canto e danza, datosi domenica scorsa nel «Teatro Allegria», trasformato in ristorante, ebbe un successo completo. L'attraente programma musicale fu quanto mai gustato e fruttò continui e fragorosi applausi ai bravi e-secutori, che dovettero bissare alcuni numeri. Il sig. R. Movio, da quell' elletto cantante che è, accompagnato dall'orchestra, eseguì la scena ed aria nell'opera «Attila» Dall'immortali vertici, con passiore, finezza ed eleganza ammirabili. La vispa e cara bambina Mariucci Petronio, recitò con brio e spigliatezza, vei amente superiori alla sua età, un graziosissimo monologo. L'orchestra era diretta dall' egregio maestro sig. G. Meriggioli. * * * Martedì ad ore 9 ant. seguirono i funerali del canonico don Domenico Vidali, che riescirono imponenti pel largo intervento della cittadinanza, ma con rimarcata astensione di certi sacerdoti del distretto, che avrebbero pur potuto intervenire. Quantunque l'indole del giornale *) non lo consenta e quantunque dare l'incenso ai morti sia ormai cosa troppo convenzionale, dirò con laconismo lapidario, in aggiunta a quanto disse la stampa quotidiana inneggiante ai senti-timenti del defunto, alla fiera sua nazionalità, che egli fu un uomo di natura viva ed esuberante, molto popolare ed amato in modo speciale dalla casta marittima, della quale si può dire era l'amico ed il consigliere. Lascia incompiuto un lavovo di somma importanza: «La genealogia di tutte le famiglie piranesi dal 1500 ai giorni nostri». * * * Il 5 giugno ad ore 6 ant. dopo pochissimi giorni di sofferenze, venne strappato all'affetto intenso dei suoi cari il sig. Nicolò Borsatti, persona generalmente benevisa e stimata in paese. Alla rispettabile famiglia le condoglianze nostre sincere. ') Noi non conoscemmo per nulla affatto Don Domenico Vidali, ma vogliamo osservare all'egregio corrispondente che «l'indole del giornale» — democratica e non settaria com'è invece, per avventura, l'indole d'un partito, o sedicente partito, che. noi combattiamo, non può nè deve trattenerci dal dire la verità sul conto di chicchessia. N. d. R. Parenzo Accompagnati dal maestro di ginnastica Angelo Marzocchelli alcuni baldi giovani parentini, uniti in squadra, partirono venerdì 9 corr. alla volta di Padova per prender parte ad una gara ginnica, che avrà luogo in occasione delle feste di Pentecoste ; così anche l'Istria sarà degnamente rappresentata a questa festa che unisce la gioventù italiana, per ammirare la robustezza dei muscoli e l'agilità delle persone che caratterizzano la gente italiana. COMUNICATO *) E aperto il concorso, sino al piorno 21 corr. mese, al posto di Segretario della Capodistria 11 giugno 1905 Banca popolare Capodistriana r) La Redazione, si dichiara estranea tanto riguardo alla forma quanto al contenuto e non assume alcuna responsabilità fuori di quella voluta dalla legge. Indirizzi raccomandati Orel e Vouch — Capodistria Stoffe da uomo e donna, coltrinaggi, tappeti, camicie, colli, cravatte e busti. Articoli minuti e guarnizioni. 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