ANNO XXVIII. Capodistria, 16 Febbraio 1894. N. 4 LA PROVINCIA DELL'ISTRIA Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e qua-iriraestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Dieta Provinciale Quarta seduta, — Parenzo, 20 gennaio Presenti : Il Capitano provinciale cav. Matteo Dr. Campitela, P i. r. Consigliere di Luogotenenza Aless. Cav. Eluschegg, quale commissario Governativo e 20 Deputati. Ordine del giorno: I. Comunicazioni. II. Relazioni della Commissione politico-economica. III. Relazioni della Commissione di finanza. IV. Relazioni della Commissione scolastica sui conti consuntivi per l'anno 1892. V. Relazioni della Commissione scolastica sulle domande di aumenti di pensione, graziali ecc. Aperta la seduta a^le ore tÒVj'i Viene letto" ed approvato il protocollo della precedente. Il neoeletto deputato prov. Dr. Lodovico Rizzi presta la solenne promessa a tenore del Regolamento. Ad I. Comunicazioni del Presidente : La Commissione ferroviaria eletta nell' ultima seduta si è costituita, eleggendo a presidente 1' onor. Amoroso, a vice-presidente 1' onor. Venier ed a segretario T onor. Bartoli. Gli onor. Sersic, Jenko, Maudic e Spincic hanno scusato il loro non intervento all'odierna seduta. All' onor. Martinolich venne accordato un permesso di 4 giorni. Vennero presentati i seguenti atti : 1. Suppliche e Ricorsi. 2. Relazione e proposte della Giunta provinciale sulla domanda del comune d'Isola per un' antecipazione dal fondo provinciale, allo scopo della ricostituzione di parte dei vignetti distrutti dalla filossera. 3. Memoriale della Camera dei medici pel Margraviato d'Istria sulla riorganizzazione del servizio sanitario nella provincia. Le suppliche vennero passate alla Commissione scolastica, i ricorsi alla politico - economica e gli altri due oggetti alla finanziaria; l'istanza della Camera dei medici dell'Istria, per la concessione di apporre lo stemma provinciale al proprio suggello, alla Giunta pro vinciale. L'i. r. Giudizio distrettuale di Pinguente ha presentato la domanda per l'autorizzazione a procedere Articoli comunicati d' interen« general« il rtampano gn> tritamente. — Lettere e denaro franco alla Redarione. — Oi numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. contro il deputato prov. Francesco Flego per la contravvenzione prevista dal § 3 della legge 25 maggio 1883; l'oggetto è attribuito per esame e riferta alla Commissione politico-economica. Dall' onor. Costantini e soci viene presentato il progetto di legge, con cui vengono cangiate alcune disposizioni del Regol. elett. Com. d. d. 10 luglio 1863 N. 13; colla proposta formale che il medesimo sia rimesso alla Commissione politico-economica per studio e riferta. La proposta è accolta. Data la parola al sig. Commissario governativo, questi legge il seguente atto : ». . Riferendomi alla dichiarazione fatta nella seduta oietafe 15 dicembre 1887 riguardo ai modo iu cui da parte del Governo viene risposto alle* interpellanze ad esso dirette in lingua croata, ho P onore, dopo preso concerto coli' illustrissimo sig. capitano provinciale, di rispondere quanto segue all'interpellanza 13 settembre 1892 degli on. deputati Jenko e consorti, la quale collima nella domanda, cosa intenda fare il Governo nella questione dell' uso delle lingue croata e slovena nella Dieta provinciale dell' Istria. Le interpellanze presentate in una o nell' altra di queste lingue vengono accolte nel protocollo autentico della Dieta provinciale ; se dirette al Governo vengono cedute al Commissario governativo, il quale, dopo la opportuna pertrattazione vi risponde come lo provano il caso presente e molti altri anteriori ; se dirette alla Giunta provinciale, vengono dal Capitano provinciale rimesse alla Giunta stessa per l'ulteriore pertrattazione, per cui è da ritenersi che riceveranno pure risposta. Il Capitano provinciale accoglie le proposte iu lingua croata o slovena presentate a sensi del § 35 Regolamento provinciale e provvede per la ulteriore loro pertrattazione. Le propoposte governative essendo dirette all' intera Dieta e non a singoli deputati vengono presentate nella lingua in cui essa Dieta pertratta i propri affari. (Bene ! Bravo ! dai banchi della maggioranza). Riguardo al modo di rispondere ad interpellanze dirette al Governo iu lingua slava, mi riferisco alla motivata dichiarazione del 15 dicembre 1887 sopra citata. Giusta il fin qui detto i protocolli autentici delle sedute dietali offrono notizia delle interpellanze e relative risposte, delle proposte a sensi del § 35 Regolamento provinciale e naturalmente dei deliberati dietali ; ciò tutto perviene quindi anche a conoscenza del Governo, il quale, del resto, dai rapporti del proprio rappresentante è pure informato del tenore dei discorsi tenuti in lingua slava. Il Governo non è in grado di prendere ulteriore ingerenza in quest' argomento viste le disposizioni dei §§ 11 e 40 del Regolamento provinciale, giusta le quali spetta al Capitano provinciale di dirigere le pertrattazioni dietali ed alla Dieta di determinare il modo della pubblicazione. Procedendosi all' ordine del giorno : Ad II. Riferisce per la Commissione politico-eco-nomica l'onor. de Vergottini, concludendo colla seguente proposta: „L'Eccelsa Dieta appoggia caldamente, perchè equo e conforme ai principi informanti le leggi elettorali, il deliberato della delegazione del III congresso dei tecnici ed architetti austriaci, ed invita quindi P eccelso i. r. Governo a sottoporre alla pertrattazione costituzionale analoghi progetti di legge, i quali diano ed assicurino, come agli altri ceti, anche ai tecnici diplomati, ai tecnici privati autorizzati, agli ingegneri montanistici autorizzati ed agli assolti tecnici, che hanno superato il secondo esame di Stato, il diritto di voto sia per le rappresentanze comunali che per quelle provinciali. L'inclita Giunta provinciale viene incaricata di fare le pratiche in proposito necessarie coli' eccelso i. r. Governo". Aperta la discussione, vi prendono parte gli onorevoli Dr. Gambini, Dr. Costantini ed il relatore. L'on. Gambini propone: „che l'oggetto in pertrattazione venga rinviato per nuovi studi alla Commissione, ond' essa o ne proponga il passaggio all' ordine del giorno, o presenti analogo progetto di legge". Chiusa la discussione, gli onor. Lagiuja e Dukic dichiarano di astenersi dal voto. Messa prima a voti la proposta Gambini, resta in minoranza ; indi quella della Commissione è accolta. Il neo-eletto deputato provinciale on. Agostino Tornasi presta la solenne promessa. Riferisce per la Commissione medesima l'onor. Costantini proponendo : „di passare all'ordine del giorno sul ricorso 21 aprile 1893 N. 2169 di Luigi Comisso e consorti contro le decisioni della Giunta provinciale 25 marzo 1893 N. 3742". La proposta è accolta senza discussione. Riferisce per la Commissione stessa l'onorevole de Vergottini, proponendo 1' accettazione del progetto di legge come presentato dalla Giunta provinciale per la modificazione del § 110 dello statuto di Rovigno ; la legge accolta in seconda e terza lettura, è approvata. Ad III. A questo punto dell'ordine del giorno sta la relazione della Commissione di finanza sull' organizzazione degli uffici dell' Istituto di Credito fondiario. L'on. Stanich propone, e la Dieta aderisce, che la trattazione su quest' oggetto sia rimessa ad una delle prossime sedute. Riferisce per la Commissione di finanza l'on. Lius colle proposte: „I. Non viene accolta la domanda di Antonia Privitellio, vedova dell'ufficiale contabile Luigi Privitellio, per un aumento di pensione ; II. Viene accordata invece a Teresa, figlia del suddetto defunto Luigi Privitellio, una graziale di annui f. 50 per un triennio, a datare dal 1. gennaio 1894". Le proposte sono approvate. lì relatore medesimo propone : „I. Viene impartita la sanatoria al conchiuso giuntale di data 16 maggio 1893 N. 1215, con cui si accordava ad Elena ed Emilia Sussa fu Giovanni di Parenzo per un anno dal 1. marzo 1893 in poi un sussidio graziale nell' importo di f. 3b7.50 ; II. Viene accordato alle dette Elena ed Emilia Sussa un ulteriore provvedimento graziale nell' ammontare di annui f. 183.75 per ciascuna, e questo per 3 anni a contare dal 1. marzo 1894, sempre che perduri l'attuale loro stato". Le due proposte sono approvate. Ad IV. Riferisce per la commissione scolastica l'on. Babuder: a) colla proposta finale di „approvare il conto consuntivo del fondo scolastico per l'anno 1892 coll'introito di fiorini 167758.98, con esito pari e con un sorpasso di fiorini 195-6.98 giustificato appieno dalle ragioni esposte nella presente relazione". Restano approvate le singole rubriche e colla proposta finale di : „Approvare il conto consuntivo del fondo generale di pensioni dei maestri delle scuole popolari dell' Istria per l'anno 1892, con un introito di f. 30028.97 (sorpassante di fiorini 12538.97V2 ü preliminato di f. 17490) con un esito di f. 26668.77'/2 e quindi con uu civanzo di f. 3360.20 ; del quale f. 160.20 in denaro e f. 3200 in obbligazioni del prestito dello Stato con lotteria del 1860 che sono in evidenza alla rubr. XII d'introito. Ad V. Riferisce per la stessa Commissione 1' on. Babuder sulle varie istanze per aumenti di pensione e graziali, con proposte che vengono accolte senza discussione. Chiesta ed ottenuta la parola, il signor Commis- , sario governativo risponde dettagliatamente all' interpellanza prodotta dall' on. Jenko e consorti nella seduta 19 settembre 1892 sui lavori da eseguirsi sopra alcuni tratti della strada Trieste-Fiume, ed a quella presentata nella seduta 30 marzo 1892 dall'on. Mandic e consorti sulla nomina di agenti comunali nei distretti politici di Parenzo e Pola. Le risposte a queste due interpellanze saranno riportate integralmente nel resoconto stenografico della seduta odierna. Continua il relatore della Commissione scolatica; e vengono accolte le proposte di graziali e assegni di pensioni. Esaurito così 1' ordine del giorno, il Capitano provinciale, riservandosi di comunicare ai signori Deputati il programma ed il giorno della prossima tornata, leva la seduta alle ore 12'/2. Seduta quinta. Parenzo, 27 gennaio. Presenti : Il Capitano provinciale cav. Matteo Dr. Campitela, P i r. Consigliere di Luogotenenza Alessandro Cav. Eluschegg, quale commissario Governativo, e 24 Deputati. Ordine del giorno: I. Comunicazioni. IL Relazione della Giunta provinciale sulla elezione suppletoria di due deputati provinciali nel collegio del grande possesso fondiario. III. Elezione di un Assessore provinciale, in sostituzione del Dr. Guido Becicli, dalla Curia del grande possesso fondiario. IV. Relazioni della Commissione di finanza. V. Relazione della Commissione scolastica sul progetto di legge relativo alla procedura di esazione delle multe scolastiche. Aperta la seduta alle ore 10V2, letto ed approvato il protocollo della precedente, il Capitano provinciale annuncia che l\onor. Dukic è impedito di prender parte alla seduta per indisposizione. Ad I. Comunicazioni del Presidente : Dall'ultima seduta vennero presentati i seguenti atti : 1. da Giovanni Petronio fu Dr. Bartolomeo, studente di medicina, da Pola, la supplica per l'assegno d'uno stipendio dal fondo provinciale, affine di poter proseguire negli studi; 2. dal Comitato della Società di soccorso a studenti della facoltà medica dell'i, r. Università di Vienna l'istanza per una sovvenzione agli scopi sociali ; 3. dalla Presidenza del Consiglio agrario provinciale il conto consuntivo 1892 e quello di previsione per l'anno 1894 del fondo agrario provinciale; 4. dalla Giunta provinciale le proposte del Congresso agrario di Vienna relative alla revisione della imposta fondiaria, industriale e personale, ed alla riforma della statistica agraria. Questi atti vennero passati alla Commissione di finanza. Altre tre istanze di maestri per il miglioramento delle loro condizioni materiali furono deferite alla Commissione scolastica. Ad II. Riferisce per la Giunta provinciale l'on. Dr. Gambini colla proposta : „Piaccia all' eccelsa Dieta di approvare la elezione degli on. Dr. Lodovico Rizzi ed Agostino Tornasi a deputati provinciali pel collegio del grande possesso fondiario*. La proposta è accolta senza discussione. Ad III. Il presidente invita i deputati eletti dal grande possesso fondiario on. Cleva Dr. Giovanni, de Franceschi Giov. Battista, Rizzi Dr. Lodovico, Tamaro Dr. Marco e Tornasi Agostino a deporre le loro schede per la nomina dell' Assessore provinciale ; risulta eletto con tutti i voti 1' on. Dr. Matteo Bartoli. che ringrazia. Ad IV. Riferisce per la Commissione di finanza l'on. Dr. Venier proponendo che 1'eccelsa Dieta voglia: „1. prendere atto, approvandola, della proposta organizzazione definitiva degli Uffizi dell' Istituto di credito fondiario, secondo le deliberazioni prese dal Consiglio d'Amministrazione nella seduta del 6 settembre a. p. 2. accogliere P annesso progetto di legge con cui vengono modificati i §§ 51, 52 e 53 dello Statuto dell'Istituto di credito fondiario. 3. deliberare che gli impiegati in pianta stabile dell' Istituto hanno diritto al trattamento di pensione secondo quelle stesse norme che vigono per gli impiegati provinciali, e che il relativo dispendio vada a carico del fondo generale di pensioni di quest'ultimi." La proposta è approvata. La legge quindi è accolta in II ed in III lettura. Riferisce per la Commissione medesima l'onor. Dr. Bubba, presentando all'accettazione dell'eccelsa Dieta le seguenti conclusioni e proposte : „1. doversi fare petizione all'imperiale Governo in nome della Dieta provinciale che piaccia al medesimo di condonare graziosamente al fondo di esonero istriano l'intiero credito dello Stato dipendente dalle fatte an-tecipazioni e ridotto colla chiusa dell'anno 1893 a fior. 300.000; 2. venire definitivamente rilasciato in conseguenza e condizionatamente a questo condono ai debitori esonerati l'intiero loro residuo debito per capitale, rendite, interessi scalari e di mora e per spese di esecuzione, verso il fondo di esonero ; 3. doversi frattanto sospendere, sino a contraria deliberazione della Dieta provinciale, la esazione dai debitori dei contributi specificati ad 2 ; 4. restare incaricata la Giunta provinciale della sollecita presentazione della domanda ad 1, e della immediata sospensione dei pagamenti ad 3, colla pubblicazione di analoga notificazione e rilascio degli opportuni ordini agli ii. rr. Uffici delle imposte nella Provincia ; 5. Colle suddette disposizioni non viene per ultimo in nulla alterato 1' obbligo della Provincia di provvedere collo stanziamento delle occorrenti addizionali alle imposte dirette, al servizio del fondo di esonero pella graduale estinzione delle Obbligazioni ancora non estratte, ed al pagamento dei i elativi interessi, e così pure al saldo dei capitali non coperti da Obbligazioni cogli accessori interessi". Aperta la discussione generale, si passa tosto alla speciale. La l.a proposta è accolta all'unanimità. Alla 2.a prendono la parola in appoggio gli onor. Dr. Cambini, Dr. Laginja, Dr. Costantini e Babuder. Portata quindi a votazione, è approvata a pieni voti. Sono pure singolarmente approvate all' unanimità le proposte 3.a, 4.a e 5.a. Il presidente dichiara, fra gli applausi generali della Camera, d' essere sommamente lieto dell' esito della votazione. Ad V. Riferisce per la Commissione scolastica l'onor. Costantini, conchiudendo col raccomandare al voto favorevle dell' eccelsa Dieta il presentato progetto di legge relativo alla procedura di esazione delle multe scolastiche. Aperta la discussione generale, 1' onor. Tamaro propone di sospendere la seduta, rimettendo la pertrat-tazione dell' oggetto alla prossima. Accolta questa proposta, il Presidente leva la seduta alle ore 12 mer., rimettendo la prossima a lunedì 29 corr. alle ore 10 e mezza col seguente Ordine del giorno: Comunicazioni. 1. Ulteriore trattazione del progetto di legge relativo alla procedura di esazione delle multe scolastiche. II. Relazioni della Commissione politico-economica: a) sul progetto di legge concernente il contributo degli Istituti di assicurazione contro gli incendi alle spese per i corpi dei vigili; b) sul progetto di legge, con cui vengono istituiti i due nuovi Comuni locali di Lovrana e Moschienizze ; c) sul ricorso di Don Giovanni Maricevic e consorti da Peroi contro il conchiuso della Giunta provinciale 28 maggio 1893 N. 2911. III. Relazioni della Commissione scolastica: a) sulle suppliche di alcuni maestri delle scuole popolari dell' Istria per il miglioramento delle loro condizioni economiche; b) sul conto di previsione del fondo scolastico provinciale per 1' anno 1894. Sesta seduta. — Parenzo, 29 gennaio. Presenti : Il Capitano provinciale cav. Matteo Dr. Campitelli, l'i. r. Consigliere di Luogotenenza Alessandro Cav. Elu-shegg, quale commissario Governativo e 24 Deputati. Aperta la seduta alle ore 11 antim., viene letto ed approvato il protocollo della precedente. Il capitano provinciale annuncia che gli on. Tornasi e Dr. Dukic hanno scusato il loro non intervento all' o-dierna seduta. L'onor. Jenko e consorti presentano un'interpellanza all' i. r. Governo sulle ultime elezioni della Camera di commercio coi petiti: ,1. Può l'eccelso Governo giustificare questo inaudito ed arbitrario procedere dell'i. r. Commissario elettorale — rispettivamente del Preside della Commissione — l'i. r. Capitano distrettuale?" 2. Ha intenzione l'eccelso i. r. Governo di annullare quelle elezioni, indire le nuove e prendere le volute disposizioni a che non si rinnovino delle illegalità? Letta l'interpellanza dall'onor. Jenko in lingua slava, viene dal Presidente passata al sig. Commissario governativo. L'onor. Mandic e compagni interpellano l'i. r. Governo: "È intenzionato l'eccelso i. r. Governo di addurre i motivi pei quali non è ancora seguita l'elezione del nuovo Comitato stradale pel distretto giudiziario di Pisino, essendo scaduto il mandato dell'attuale Comitato già da sei mesi a questa parte?,. Anche questa interpellanza — dopo letta dal proponente in lingua slava — viene ceduta al sig. Commissario governativo. L'onor. Sersic e compagni presentano, pure in lingua slava, la seguente interpellanza: "Quali passi intende fare l'eccelso Governo onde salvaguardare il diritto di immunità del deputato provinciale Matteo Mandic e dei di lui colleghi della Dieta — diritto questo garantito dalla legge fondamentale dello Stato 3 ottobre 1861 N. 98 B. L. I. — i cui discorsi non sono riportati nel protocollo stenografico dietale, perchè tenuti in lingua croata o slovena?. Dopo letta l'interpellanza dall' on. Sersic, viene la medesima passata al sig. Commissario governativo. L' on. Amoroso e compagni presentano la seguente interpellanza: ,1. per quali motivi non fu ancora nominato il Vescovo della Diocesi di Veglia? 2. è disposto l'imp. Governo a provvedere quanto prima all'occupazione di quella sede episcopale?" Anche questa — dopo letta — viene ceduta al rappresentante del Governo. Chiesta ed ottenuta la parola, il sig. Commissario governativo risponde dettagliatamente all'interpellanza rivolta all'i, r. Governo nella seduta dei 14 settembre 1S92 dagli on. Dr. Laginja e consorti sul procedimento esecutivo nell'incasso delle pubbliche imposte. Questa risposta verrà riportata integralmente nel resoconto stenografico dell'odierna seduta. Ad I. Passando all' ordine del giorno, il Presidente apre la discussione generale sulla relazione della Commissione scolastica ed unito progetto di legge relativo alla procedura di esazione delle multe scolastiche. Vi prendono la parola gli onor. Dr. Tamaro, cav. Babuder, Dr. Amoroso, Dr. Gambini, Dr. Bubba, il Commissario governativo ed il relatore. L'on. Bubba propone il passaggio all'ordine del giorno sul progetto di legge in presentazione. Chiusa la discussione generale e messa a voti la proposta Bubba, resta in minoranza; — e quindi la Dieta passa alla discussione articolata della legge. Gli on. Fragiacomo e Tamaro presentano delle emende al §. 4, che non sono appoggiate. L'on. Mandic presenta varie proposte in lingua slava che dal Presidente non sono ammesse alla "discussione perchè non compilate nella lingua di pertrattazione della dieta provinciale. Viene accolta al §. 12 un'emenda dell'on. Rizzi con aggiunta dell' on. Gambini. Viene accolta anche un' aggiunta del relatore al §. 16: che dell'esecuzione della legge oltre ai ministri del culto e dell'istruzione, e dell'interno sia incaricato anche quello delle finanze. Approvati indi il titolo e l'intestatura della legge, il Presidente dichiara accolta la legge in II lettura. Proposta dal relatore 1' urgenza pel passaggio immediato in III lettura, — l'urgenza non è accordata. Stante l'ora tarda, il Presidente leva la seduta alle ore 1%» rimettendo la prossima a domani per la III lettura della legge oggi discussa e perla continuazione ed esaurimento del programma odierno. Settima seduta. — Parenzo, 30 gennaio. Presenti: Il Capitano provinciale cav. Matteo Dr. Campitelli, l'i. r. Consigliere di Luogotenenza Alessandro Cav. Eluschegg, quale commissario governativo e 25 Deputati Aperta la seduta alle ore 10 l/2 antim., viene letto ed approvato il protocollo della precedente. 11 Capitano provinciale annuncia che dall'onor. Jenko e compagni venne presentata la seguente interpellanza diretta all' imperiale Governo : "1. È disposto l'eccelso i. r. Governo di far cessare l'esistente disordine presso 1' Amministrazione delle poste e dei telegrafi? 2. Ed a quest' uopo è intenzionato a) di far sostituire con regolari timbri postali tutti quei timbri che non hanno la vera scritta nazionale? b) di pubblicare il prospetto generale degli uffici lostali e telegrafici in modo, che nel medesimo, vengano compresi in ordine alfabetico anche quei nomi che adopera la nostra nazione, facendo così sparire il lamentato ed impratico supplemento?„ Letta dal proponente l'interpellanza in lingua slava, a medesima è passata dal Presidente al signor Commissario governativo. Passando all'ordine del giorno: Ad I. Il Presidente porta a votazione in 3.a lettura a legge relativa alla procedura di esazione delle multe scolastiche. — E accolta. ad II. a) Riferisce per la Commissione politico-economica l'on. Fragiacomo, proponendo l'accettazione el progetto di legge, concernente il contributo degli istituti di assicurazione contro gli incendi alle spese per i Corpi dei vigili. Aperta la discussione generale, vi prende la parola, in appoggio, l'on. Babuder. Chiusa la discussione generale, si passa alla speciale. Vengono accolte alcune modificazioni ed aggiunte. L'on. Rizzi raccomanda alla Giunta prov. che nella distribuzione degli introiti venga tenuto conto anche di quei Comuni che hanno già un corpo di vigili regolarmente istituito e fornito di tutti gli arnesi necessari. L'on. Jenko avanza una proposta, che, essendo scritta in lingua diversa da quella usata nelle pertrat-tazioni dietali, il Presidente dichiara di non poter ammetterla a trattamento. Il titolo e l'intestatura della legge sono accolti senza obiezioni in II e, d'urgenza, in 111 lettura. Il relatore medesimo raccomanda all'accettazione il presentato progetto di legge, relativo all'istituzione dei lue nuovi comuni locali di Lovrana e Moscliienizze. Aperta la discussione generale vi prendono la parola gli on. Mandic, Babuder, Dr. Gambini ed il relatore. L'on. Mandic presenta una proposta, che, scritta in lingua slava, non viene dal Presidente ammessa alla pertrattazione dietale. Viene approvata la legge iu seconda e terza lettura. ad II c). Riferisce per la stessa Commissione l'on. Stanic colla proposta : "Piaccia all'eccelsa Dieta di passare all'ordine del giorno sul ricorso di Don Giovanni Maricevich e consorti,. Accolta senza discussione. ad III Riferisce per la Commissione scolastica Fon. Dr. Bartoli, proponendo: "Che sulle suppliche presentate da 78 maestri e maestre di scuole popolari pubbliche in Istria per il miglioramento delle loro condizioni materiali, l'eccelsa Dieta voglia passare all'ordine del giorno,. Aperta la discussione generale, vi prendono la parola gli on. Dr. Laginja, Babuder, Dr. Gambini ed il relatore. Avendo l'on. Laginja presentata una proposta scritta in lingua slava, il Presidente dichiara che non può metterla al trattamento costituzionale, perchè estesa in lingua diversa di quella di pertrattazione nella Dieta. Chiusa la discussione, e portata a voti la proposta commissionale, è approvata. Lo stesso relatore della Commissione scolastica riferisce sul conto di previsione del fondo scolastico provinciale, colla seguente proposta finale: "L'eccelsa Dieta voglia approvare il conto di previsione del fondo scoi. prov. per l'anno 1894, colla esigenza di f. 192,792, con un introito proprio di fiorini 26,830, e quindi con un contributo dal fondo prov. di f. 164,962,. Aperta la discussione generale, l'on. Mandic presenta una proposta scritta in lingua slava, che per le ragioni più volte accennate, il Presidente non ammette alla pertrattazione. Chiusa la generale, si passa alla discussione speciale Alla Rubr. X dell' Esigenza "Competenze stabili al personale insegnante, prendono la parola gli onor. dott. Amoroso, Babuder, e dott. Gambini. L'onor. Amoroso propone la riduzione di f. 7000 al tit. 1 litt. B, e di f. 4000 al tit. 1. litt. C, quindi assieme f. 11,000, che ridurrebbero la dotazione di questa Rub. da f. 170,268 a f. 159,268. Il relatore della Commissione accede alla proposta Amoroso. Messa a voti pertanto la Rubr. colla dotazione ridotta di f. 159,268, è approvata. La Rubr. XI "Sostituzioni e supplenze, con f. 1000; la XII "Indennizzi di viaggio, con f. 300; la XIII "Rimunerazioni, con f. 3895; la XIV "Sussidi e sovvenzioni, con f. 1600; la XV "Mezzi d'istruzione, con f. 800; la XVI "Dotazione delle biblioteche scolastiche distrettuali, con f. 700; la XVII "Conferenze scolastiche, con f. 2700 e la XVIII "Scuole ausiliari, con f. 3973 sono approvate dalla Dieta senza discussione. Alla Rub. XIX "Contributi e concorrenze, l'onor. Amoroso propone la riduzione della posta, in conformità al deliberato alla Rub. X, da f. 4256 a f. 3981. Il relatore aderisce, e la Rub. XIX viene approvata nella somma di f. 3981. La Rub. XXII "Autecipazioni, con f. 2000 e la XXIII "Esiti diversi, con f. 300, sono approvate senza obiezioni ; e conseguentemente viene approvata la somma dell'"Esigenza, nell'importo ridotto di f. 180.517. Passando al Coprimento, — alla Rub. I "Contributi e concorrenze, l'on. Costantini fa la seguente proposta: "S'incarica la Giunta provinciale di sollecitare il Consiglio scolastico provinciale affinchè nelle vie legali venga una buona volta risolta la questione della fondazione scolastica Godemberg di Gallignana nei sensi, che essa venga rilasciata alla Giunta provinciale per la custodia ed amministrazione a sensi del § 23 della legge provinciale 3 Novembre 1874 N. 29,. La mozione Costantini è appoggiata, ed il Presidente si riserva di portarla a votazione dopo evaso il conto. La Ruh. I nell'importo ridotto dalla Commissione di f. 178517 è approvata; e così pure la VI "Antecipa-zioni, con f. 2000; essendo le altre, vuote. La somma del coprimento importa quindi f. 180517. Il Presidente porta a voti la proposta finale così modificata: "l'eccelsa DÌ6ta voglia approvare il conto di previsione del fondo scolastico provinciale per l'anno 1894, colla esigenza di f. 180517, con un introito proprio di f. 26830, e quindi con un contributo dal fondo provinciale di fiorini 153687,. Accolta. Messa a voti la mozione Costantini surriferita, è approvata. Esauriti così gli oggetti dell' odierno programma, il Capitano provinciale rimette la prossima seduta a giovedì 1 febbraio, ore ÌO1^ riservandosi di comunicare il relativo ordine del giorno. La seduta è levata alle ore IV4 pom. Diamo intanto qui per comodo del lettore le dichiarazioni dell' ili. Capitano provinciale e il testo dell' interpellanza dell' onor. Amoroso, fatte nella seduta Vili del 1. andante; ed alle quali viene accennato nel seguente articolo : L'accettazione e trattazione di proposte speciali dei singoli deputati è regolata dal § 18 del Regolamento sulla pertrattazione degli affari della Dieta. Il § 33 poi regola il trattamento delle emende ed aggiunte da presentarsi nella discussione speciale. Nella precedente seduta del 30 presentarono, in una delle lingue slave, l'on. Mandic cinque emende nella discussione articolata della legge sulle multe scolastiche, l'on Jenko una in quella sulla tassa peri vigili. Le medesime non furono da me assoggettate a pertrattazione, perchè non redatte nella lingua d'affari della Dieta, e perchè a paragrafi d'una legge non possono assolutamente proporsi emende ed aggiunte che nella lingua in cui è estesa la legge. Nella stessa seduta poi, pure in una lingua slava presentarono, l'on. Mandic una proposta sul conto scolastico ed altra sulla legge per la divisione del comune di Lovrana, e l1 on. Lagiuja sulla proposta della commissione scolastica alle suppliche dei maestri, e questa e quelle con consideruzioui e motivazioni scritte a penna. Io, dopo avere osservato che non era permessa la lettura, la permisi, dovendo dall'asserto dei proponenti ritenerle emende ed aggiunte, che però non potei assoggettare a regolare trattamento, perchè non estese nella lingua d' affari della Dieta. Solo dopo ho potuto accertarmi trattarsi di mozioni che avrebbero dovuto essere previamente presentate a sensi del citato § 33 al presidente, che in tale caso vi avrebbe analogamente provveduto. Faccio questa dichiarazione per rilevare esattamente i fatti, richiamandomi alla risposta data dall' i. r. Governo, dietro concerto con me ; — colgo questo incontro per fare appello alla coscienza e lealtà dei signori di minoranza affinchè non sorprendano la buona fede del presidente. * * * Interpellanza al Governo Imperiale. Apprendesi dal telegramma del Corr. Bureau inserito nell',Adria" dei 31 gennaio a. c. N. 31, in cui veniva brevemente riferito sugli oggetti pertrattati nella seduta dietale del giorno precedente, che ad un certo momento della medesima ,la minoranza slava strepitava contro il Governo, che avrebbe promesso che le proposte presentate in croato od in sloveno sarebbero trattate." Di confronto al t.more di questo telegramma, ed alla notoria ufficiosità delle notizie riportate dal Corr. Bureau, i sottoscritti interpellano il Governo Imperiale: 1. È vero che l'Imperiale Governo abbia promesso alla minoranza slava della Dieta provinciale che le proposte presentate in croato od in sloveno saranno ammesse alla pertrattazione ? 2. A chi ha fatto 1' Imperiale governo questa promessa ? 3. E nel caso affermativo: come può giustificare l'Imperiale Governo questa sua promessa col diritto indubbiamente spettante alla Dieta provinciale di stabilire la lingua di pertrattazione degli affari? Dott. Amoroso — dott. S. Venier — dott. Bubba — dott. Costantini — L. Marinoni — dott. Bartoli — avv. Vergottini — avv. Rizzi — G. B. de Franceschi — dott. G. Lius — Tornasi. ---S3XS——----—« Le licìiiarazioni lei comiaissario piativo e l'interpellanza dell'on. Amoroso Siamo stati in forse se avessimo dovuto occuparci d' un oggetto spinosissimo ; ma considerata 1' entità sua, che si riflette su tutto il nostro partito, siamo venuti nella determinazione di rompere il ghiaccio, tanto più che nei circoli pensanti della nostra provincia se ne fa un largo discorrere, e commenti a iosa, secondo il modo di vedere di ciascuno. Veniamo, dunque, all'argomento. Il commissario governativo alla nostra Dieta di Parenzo, nella quarta seduta, fece una dichiarazione in forma di risposta a certe interpellanze della minoranza, sul modo di trattare gli affari, molto sibillina, e che abbiamo letta e riletta senza poterne venire a capo; e senza poterci spiegare gli applausi coi quali venne accolta dalla maggioranza, quando ci furono annunziati coi telegrammi sui giornali di Trieste. A noi parve da tutto l'insieme di scorgere che siamo venuti a quella di fare alla minoranza nuove concessioni, quando tutto avrebbe consigliato di ritornare indietro nelle concessioni già fatte, 0 quanto meno di rimanere allo statu quo ante. Ed invero, nella citata dichiarazione, dopo aver parlato delle interpellanze in lingua slava, che vengono accolte e protocollate così continua: «Il capitano provinciale accoglie le proposte in lingua croata o slovena presentate a sensi del § 35 Regolamento provinciale e provvede per la ulteriore loro pertrattazione». Seguendo, come abbiamo sempre fatto, l'attività della Dieta, non abbiamo potuto a meno di fare un gran punto ammirativo quando, come e perchè si è venuti, a una tale concessione. È troppo noto che prima dell' attuale periodo legislativo, in Dieta nostra non si conosceva altra lingua di pertrattazione degli affari che l'italiana. Veramente anche nel penultimo periodo si era cominciato a parlare in slavo da alcuni della sinistra, ma lo facevano con l'intendimento preciso di affermare un diritto di parlare anche in slavo, lingua riconosciuta dal governo; i discorsi si cominciavano in slavo e si continuavano e finivano in italiano. Più in là non si era andati — tanto è vero che il benemerito capitano dottor Vidulich, piuttosto che ce-ere in questo argomento, fu sollecito di dare le dimissioni le quali furono appena allora ritirate, quando lo stesso Luogotenente barone de Pretis si recò a Parenzo per fargliele ritirare, colla promessa formale, dinanzi a testimoni, che non si sarebbero introdotte innovazioni in Dieta, su questo proposito. Questa è storia. Ma ecco che, morto il Vidulich, le cose si sono subito mutate, collo specioso pretesto di abbonire la minoranza, e di renderla meno esigente nell'avvenire. Sd è così che fu dato luogo di accettare da essa minoranza le interpellanze scritte in lingua slava, purché il petito portasse la traduzione italiana. I signori della maggioranza a malincuore, ma pure in via d'esperimento, si acconciarono a questa nuova concessione. La quale, lungi dall'attutire le brame ingorde della minoranza, non fece che riaccenderle >iù forti ancora. — Com' era facile prevedere, ma del senno di poi son piene le fosse. — E siamo venuti a quella che nessuno dei deputati slavi volle e vuole più proferire una sola parola d'italiano, salve rarissime eccezioni. Ed ora quasi a premio di codesto loro contegno intollerantissimo e, al tempo stesso, sprezzante parecchio, si accorda di presentare interpellanze e mozioni e proposte, scritte onninamente in lingua slava, senza cioè, una traduzione qualsiasi, come ce lo attesta la dichiarazione predetta del commissario governativo, e come i fatti lo comprovarono. E noi che sappiamo, che il Presidente non conosce affatto lo slavo, ci siamo subito chiesti, come egli sarà per comportarsi in pratica; e dalla lettura dei resoconti dietali che pubblica L'Istria, ci siamo accorti che il Capitano riceve nella propria stanza le interpellanze slave, poi le fa tradurre da chi crede in lingua italiana, e finalmente ne dà egli stesso^conoscenza alla Dieta, dopo la lettura fattane dall' interpellante in pubblica seduta. Era più che naturale che, fatta anche questa concessione gli slavi ne approfittassero subito, per tirarla alle ultime conseguenze. E di fatti, nelle successive sedute dietali, cogliendo il pretesto di una relazione qualsiasi, o della discussione di una legge, essi, gli slavi, tempestarono la Presidenza di proposte, di mozioni, di correzioni ed emendamenti ecc. ecc., in guisa tale che il Presidente stesso, 11011 sapendo che cosa leggessero e che cosa presentassero, non poteva dare ai loro scritti la pertrattazione costituzionale, ma offriva con ciò alla minoranza l'accarezzata opportunità di sollevare, ad ogni piò sospinto, degli incidenti disgustosi, e, sopra tutto, di mostrarlo in perfetta contraddizione con la dichiarazione del commissario governativo ! Francamente dobbiamo dire: ci stupiamo molto che tutto ciò non sia stato previsto. Dal momento, infatti, che si dichiara, che «il capitano prov. accoglie le proposte in lingua croata o slovena ecc. ecc. e provvede per la ulteriore loro pertrattazione» — è sottinteso, eo ipso, che deve provvedervi al momento che codeste proposte sono presentate. Dato, p. e., un emendamento di legge, il Capitano non può dire alla Dieta: — «Aspettate che vada in camera mia, vedrò cosa contenga, e poi provvederò al suo pertratta-mento.» Tutto questo sarebbe semplicemente ridicolo. Dunque, di sotto, ci deve essere dell'altro ; intendiamo dire, che codesto modo di agire presuppone una nuova concessione, che si risolverebbe col tempo, più 0 meno prossimo, e che darebbe partita vinta a quelli della minoranza ; cioè che verranno accettate le proposte, le emende ecc. ecc. stante pede, mediante una traduzione fatta lì per lì. E così, di concessione in concessione, si verrà a quella dello stenografo slavo, ai resoconti dietali redatti in doppia 0 tripla lingua, ed alle stesse leggi stampate come i resoconti. — E la parificazione delle lingue sarà fatta! Diciamo il vero, se ci trovassimo dalla parte avversaria, visto il modo con cui si cedette, gradino per gradino, fino adesso, non esiteremmo un momento ad osare sempre più fino a raggiungere il pieno soddisfacimento dei desideri del nostro partito. Riflettendo a tutto ciò, ne siamo rimasti scossi fino nelle più intime latebre dell'animo. Non è una frase rettorica questa, gettata qui per fare effetto, ma il risultato di un sentimento profondo, e il dolore di una nuova e forte disillusione patita. A disorientarci viemmaggiormente, venne quella frase intercalata nel testo della dichiarazione più volte citata dal commissario governativo, dichiarazione che suona : — «Dopo preso concerto coli' illustrissimo sig. Capitano provinciale». — Come ! Il Presidente della Dieta, senza nessun accordo colla maggioranza dietale, interviene col Governo, e prende una risoluzione così grave come questa ? Osiamo dire senza alcun accordo, perchè, prese le più scrupolose informazioni, abbiamo rilevato che i deputati della maggioranza ne sono affatto ignari, tanto è vero che alla lettura di quella dichiarazione, taluni, allucinati dalla frase, che le proposte governative ecc. ecc. «vengono presentate nella lingua in cui essa Dieta pertratta i propri affari» — cioè l'italiana — applaudirono alk parole stesse. Quando però ebbero il testo stenografico sot-t' occhi, tutti rimasero di princisbecco, non solo ma sinistramente sconcertati. Ed ecco la spiegazione di quei telegrammi ai quali abbiamo accennato in principio, ed ecco una volta di più dimostrato come si possa con quelle monche notizie trarre in inganno l'opinione pubblica. Non sappiamo che cosa sia avvenuto di poi, scarsi come siamo di notizie. Per conto nostro dichiariamo solo, che la Presidenza, mettendosi su questa via, non può , non diventare «spiacente a Dio ed a' nemici sui». È vero che essa, la Presidenza, ha delle prerogative speciali, tutte sue proprie; ma 11011 crediamo che ella possa agire, in materia tanto delicata, di natura politico-nazionale, indipendentemente dalla maggioranza stessa, senza sentirsi, un giorno 0 l'altro, mancare il terreno di sotto ai piedi. Chè, senza maggioranza non si governa. — Affermiamo questo in via di tesi generale, e senza voler alludere, per ora, al caso speciale. In mezzo alla preoccupazione ed all'agitazione in cui ci siamo dibattuti da parecchi giorni, venne a tranquillarci alquanto l'interpellanza mossa all'imperiale Governo dal dott. Amoroso nell' ottava seduta dietale — interpellanza che riaffermava il diritto indubbiamente spettante alla Dieta provinciale di stabilire la lingua di pertrattazione degli affari. L Istria del 10 andante, opportunamente dichiarò, nell' articolo di fondo, che quell'interpellanza equivaleva "ad una dichiarazione categorica e collettiva di tutti i membri della maggioranza, — dichiarando inoltre che "qualunque eventuale concessione .... fatta alla minoranza su questo campo (delle lingue) senza il consenso della Dieta, non può essere considerata che come un usurpo di prerogative costituzionali spettanti a questo fattore legislativo., In tal modo si ebbe almeno l'assicurazione, che la maggioranza non aveva chiusi gli occhi dinanzi al nuovo stato di cose che, come un gioco di bussolotti, si voleva apparecchiare. Soltanto non sappiamo se una tale affermazione per quanto giusta e solenne, avrà la virtù di far tornare in dietro, ripristinando in dieta quel procedimento che già fece ottima prova per oltre un quarto di secolo, fino alla morte insomma, del Capitano dott. Vidulich. Ed è questo che noi ci auguriamo ardentemente, e con noi crediamo, ogni ben pensante della provincia. Finalmente, vorremmo richiamare l'attenzione di tutti, non escluso l'Imperiale Governo, che l'attuale minoranza della Dieta, è immeritevole affatto di qualsiasi concessione, non solo per l'abuso ch'ella ne fa, ma anche per le conseguenze immediate e future che ne vuol trarre. Chi si ricorda gli ultimi discorsi tenuti in parlamento a Vienna dai deputati Lagjnia e Spincic, non può non sentirsi fremere in petto per le dichiarazioni di quei messeri, tendenti a far apparire questa nostra, terra slava, sulla quale vanno creando stupidamente un diritto di stato croato. Ne basta che perorino sempre a questo fine, ovunque si trovino, e che imbevano di siffatte menzogne la plebe rurale, ma non v'ha giornale slavo o slavofilo della Monarchia, che non ricanti su tinti i tuoni un tale principio che minaccia direttamente la nostra politica esistenza. Dunque per noi non è una questione di capri-cio o di puntiglio, ma di vita. Nè possiamo comprendere qual pro ne possa avere lo stesso governo, siccome quello che, rimanendo indifferente che si fatte teorie si propaghino e si consolidino, viene a minare per il primo quella costituzione ch'egli si è creato. Che se vuole accontentare, malgrado tutto, la turbolenta minoranza della nostra Dieta, non sapressimo trovare altro espediente che quello, o di creare al di là del Monte Maggiore una Dieta soltanto per loro, o di unire quei paesi ad altri finitimi, coi quali e per sentimenti e per lingua, potrebbero meglio assimilarsi. Ma è ingiusto che l'Istria, per essere stata aumentata senza sua volontà artificialmente di territori e di popolazioni eterogenee, e che mai le appartennero, abbia da subire per ciò una diminutio capitis di tal genere. Ed è per questo che non possiamo a meno di esclamare: signori all'erta! Principiis obsta . . con quel che segue. ----——SXtè—--: INDICE DELLE CARTE DI RASPO TAVOLA ALFABETICA DEI NOMI E DELLE COSE Più NOTABILI") (Continuazione vedi n. 8 anno XXIV e seg.) Estimo, 165 XXVII. — I beni dei forestieri posti nel territorio di Pinguente devono registrarsi nei libri dell'estimo del Comune, 166 XXVII. Falsari, lettera ducale contro i, 52 XXV. Fanzago Bartolomeo capitano, 109 XXVII. Fattucchiere a Pinguente, 37 XXIII e 81 XXVI. Ferro Gerolamo, podestà e capitano, 91 XXVI. Fiere, di San Giovanni presso Pinguente, 43 XXV; di S. Spirito presso Pinguente, 82 e 172 XXVI; di S. Margherita e di Bados a Montona, 37 XXVI. Flasch Giovanni, vice capitano, 149 XXV. Fondaco di Pinguente, 180 XXV. — Provvedimenti relativi ad esso, 166 XXVII. — Oblighi dei possessori di cavalli per il fondaco, 166 XXVII. Forestieri, che hanno beni nel territorio di Rozzo, tenuti a una contribuzione verso il Comune, 93 XXVII. — Vedi Estimo. Fornace, contrada del territorio di Pinguente, 19 XXV. Foscarini Lodovico, podestà, 129 XXIV. Frachia, contrada in Pinguente, 28 XXV. Frangepani Cristoforo, signore di Castelnuovo, 29 XXIII Frumento, prezzo del, 180 XXV. Frumento Iacopo, cancelliere capitanale, 11 XXVI. Frustare il ladro, 150 e 158 XXVII. Gxlea, pena del servire in, 43 XXV. — Contributo del capitanato di Raspo per completare le cinque galee, 52 XXV. — Uomini per la galea di Capodistria, 188 XXV. — Parte del maggior Consiglio relativa, 165 XXVII. Gavardo, signori di Castelnuovo, 3 XXV. — Disordini col vice gerente di Postoina. 61 XXV. — Santo, cancelliere del comune di Umago, 190 XXIV. — Processo dei villici di S. Lorenzo in Daila contro, ivi. Genti nuove, Giurcovich Zuane e Luca. 74 XXIY. — Sterpovich Simone, 68 XXIV. — Braimilovich. da Zara, 60 XXIV. — Franco di Modrussa, ivi. — Paolo di Gregorio da Zara, 190 XXIV. — Nicolò Pietro e Ursa di Modrussa, 28 XXVI. — Morlacchi nel territorio di Montona, 37 XXVI. — Martino, 122 XXIV. — Antonio Carlich morlacco, 3 e 37 XXV. — Pedrezol Penesich morlacco di ladra, 37 XXV. — Stefano morlacco, ivi. — Tomaso di Rado morlacco, 165 XXVII. Giustinian Bernardo assume il governo del capitanato 2 XXV. — Stato delle munizioni ricevute in consegna, 3 XXV. — Di lui proclama, 3 XXV. — Civilium, 11 XXV. — Extraordinariorum, ivi. — Extimationes damnorum, 18 XXV. — Pigno-rum, Inventariorum, Instrumentorum, 19 XXV. Denuntiarum, Criminalium, Condemnationum, 38 XXV. — Giudice delegato in processo criminale, 3 e 37 XXV. — Tempo che tenne il governo del capitanato, 42 XXV. — Uso da lui fatto delle munizioni, 42 XXV. Gradonico Vincenzo, podestà, 129 XXIV. Grisa, contrada nel territorio di Pinguente, 19 e 91 XXV. Grisignana, sentenza per confini col castello di Piemonte, 172 XXIV. — Il molino de laime presso, 28 XXVI. Griso, industria del panno griso, prezzo qualità ecc., 148 XXV. — Ove debba gualcarsi, 43 e 75 XXV. Grisoni dottor Francesco, avvocato, 149 XXV. dritti Nicolò, 125 XXVI. Gualchiere di San Marco, 43 XXV. lama, contrada in Pinguente, 60 XXIV e 19 XXV. Isola, contributo dovuto alla compagnia di Raspo da, 98 XXIV. Herbestainer Cristoforo, signore di Racizze, 75 XXV. Lamberg de Stein Giacomo, preside della Carniola, 98 XXV. lana, prezzo della, 148 XXV. Legni, segnati nei boschi del capitanato per l'Arsenale 11 XXV. Longo Antonio podestà, 110 XXVII. Loredan Lodovico, podestà, 165 XXIV. — Nicolò assume il governo del capitano, 42 XXV. — Di lui proclama, ivi. — Civilium, 74 XXV. — Extimationes Damnorum, ivi. — Extraordinariorum, ivi. — Pignorum, Inventario-rum, Instrumenta et computa ecclesiarum, 83 XXV. — Ci iminalium et denuntiarum, 149 e 164 XXV. — Condamnationum, 180 XXV. Luciani prete Gaspare, 93 XXVII. Magno Marco, podestà, 129 XXIV. Malipiero Angelo, capitano di Raspo. Durata del suo governo, 156 XXVI. — Donato, podestà, 99 XXVI. — Leonardo, podestà, 129 XXIV. Marcello Francesco, podestà, 180 XXVII. — Francesco, capitano di Raspo. Atti di lui: Preceptorum ac terminorum, 28 XXIII. — Extraordinariorum, ivi. —• Intentionum ac dieta tes-tium, ivi. — Instrumentorum, ivi. — Testamen-torum, ivi. — Inventaria, ivi. — Pignorum ivi. — Criminalium, 38 XXIII. — Damnorum, ivi. — Sententie criminales, ivi. — Iacopo, capitano di Raspo, 117 XXIV. — Marco, podestà, 129 XXIV. — Vincenzo, podestà, 165 XXIV. Marin Matteo, podestà, 124 XXVI. Masi, oblighi dei detentori di, presso le ville del Carso 75 XXV. Michiel Almorò, podestà, 181 XXVII — Iacopo, podestà, 61 XXIV — Vittorio, podestà, 181 XXVII Minio Baldassare, podestà, 164 XXV. — Giambattista, podestà, 123 XXIV. Misure, hanno da essere esaminate dai giustizieri, 165 XXVII. Mocenigo Giambattista, podestà, 124 XXVI. Molin Gerolamo, vice capitano di Raspo, 98 XXIV. — Giambattista, podestà, 180 XXVII Momiano soggetta alla città di Pirano, 67 XXIV. — E venduta a Simone Rota, 99 XXVI. — Angherie verso il signore del castello, 99 e 107 XXVI. Monte longo, posto presso la villa di Cuberston, è cagione di un processo tra Pirano e Capodistria, 67 XXIV. Montona, disposizioni per la conservazione del bosco di, 11, 62, 75, 187 e 188 XXV. — Appellazioni di, 91 e 165 XXIV, 37 e 124 XXVI. — Molini di, 29 XXVI. — Appellazioni a Venezia, 37 XXVI. Mor lacchi, lettera ducale diretta a frenare le ladronerie dei, 165 XXV. Morosini Giovanni, podestà, 28 xxvi. — Giammaria, podestà, 129 xxiv. — Pietro, signore di Sanvincenti, 117 xxiv. — Vido, podestà e capitano, 109 xxvii. Moseon, capitano di Pisino, 165 xxvi. Muggia, lite con Capodistria, 29 xxvi. Munizioni, stato delle nell'anno 1558, 156 xxvi. Muta di Raspo, punizioni ai contravventori della, 28xxv. Naranza, contrada nel territorio di Pinguente, 19 XIV. Occanize, passo di, 189 xxiv. — Sua importanza, ivi. Olio, prezzo di esso, 187 xxv. — Concessione della vendita a minuto, 54 xxvn. Orio Lorenzo, podestà, 129 xxiv. Ospitale di Pinguente, 54 xxvn. — E nominato un gubernator del medesimo, ivi. Pace Nicolò, cancelliere capitanale, 54 xxvn. Palio, corsa del a San Lorenzo in Daila, 190 xxiv. — A Pinguente, 165 xxvn. Pamperger Giovanni, contestabile, 147 xxiv. Pancogole pinguentine, nomi e oblighi delle, 165 xxiv e 181, 186 xxv. Pane, ordini relativi alla confezione del, xxiv. Panno, mercante di a Trieste, 81 xxvi. Pasenatico, visita fatta dal capitano Corner, 69 xxvn. — Dal capitano Bembo, 37 xxvi. Pasqualigo Pietro, podestà, 109 xxvn. Passi, sul Carso di Raspo, 81 xxvi Peste, provvedimenti del consiglio comunale di Pinguente contro la, 62 xxv. — La fiera di San Giovanni è differita a cagione della, 43 xxv. — Pene ai trasgressori degli ordini emanati contro la, 149 xxv. — Peste a Colmo, 47 xxvn. — Peste a Pirano, 165 xxvi. Petronio Domenico, avvocato, 165 xxiv. Piemonte, sentenza per confini fra Piemonte e Gri- signana, 172 xxiv. Pietrapelosa, castello, 98 xxiv. Piloni, contrada del territorio di Pinguente, 19 xxv. Pinguente, luogo ben munito, 130 xxiv. — Le sue case devono coprirsi di lastre o coppi, 187 xxiv. — Nomi delle sue contrade, 19 xxv. — E riattato il palazzo capitanale, 165 xxvi. — Oblighi dei guardiani del castello, 165 xxvxi. —Famiglie antiche, 132 xxvii. — Sindici, scrivano, procuratore, 62 xxv. — Adunanze del consiglio comunale, 11 xxv, 11 xxvi. Sentenza in materia di confini fra Rozzo e Pinguente, 11 xxiv. — Il consiglio comunale acquista uno stendardo dorato, 166 xxvii. — Beni stabili della chiesa maggiore, 53 xxvii. —- Predicazione quaresimale in detta chiesa, 21 xxvii. Pirano, lite con Capodistria, 67 xxiv. Pisani Giovanni, podestà, 109 xxvii. — Marino, podestà, 19 xxiv. Pisauro Marino, podestà, 129 xxiv. — Sebastiano, 129 xxiv. Pizzarnano Sebastiano, capitano di Raspo, 122 xxiv. Polvere di cannone, vietata la fabbricazione, 91 xxiv. Portole, molini di, 29 xxvi. Postoina, 61 xxiv. Quintiano Giovanni Francesco, cancelliere, 78 xxvii Quirino Alessandro, podestà, 129 xxiv. — Nicolò, podestà, 117 xxiv. — Sebastiano, podestà, 181 xxvii. Racizze, angherie a cui sottostavano gli abitanti di, 12 xxvi. Raines, moneta, 149 xxv. Raspo, compagnia di, 38 xxiii. — Salario di Soldati e loro rassegna, 11 xxv e 11 xxvi. — Loro nomi, 74 xxv. — Obligo dei comuni di concorrere al pagamento della, 62 xxv. — Le tanse, 74 xxv. — Gli stipendiarli di Raspo obligati di abitare in Pinguente colla famiglia, 11 xxvi. — Pene a cui va incontro uno di loro se adopera l'arme in rissa 91 xxvi. — Ove si incassano le tanse, 165 xxvii. — Nomi dei contestabili e dei soldati, 172 xxvii. — Modo in cui vengono ai medesimi contate le paglie, ivi. Rauber Giovanni, capitano, 139 xxiv. — Nicolò, capitano, 147 e 190 xxiv. Rauniclier Bernardino, signore di Momiano, 99 xxvi. Reinfenberg, 149 xxv. Remi per la casa dell' Arsenale, 43 e 61 xxv. Reparo, contrada in Pinguente, 19 xxv. Ricupera, diritto di, 97 xxv. Rota Simone acquista il castello di Momiano, 99 xxvi. Rozzo, sentenza capitanale in materia di pascoli tra Rozzo e Colmo, 12 xxv e 11 xxvi. — Sentenza per confini tra Rozpo e Pinguente, 11 xxvi. — Elezione delpievano di, 11 xxvi. — Sentenza nella lite tra ivillici del Carso e Rozzo, 53 xxvii. Cose locali L'ultima domenica di carnovale venne dato l'annunziato veglione nel nostro teatro sociale, a beneficio della „Lega Nazionale". È bene rilevare come oggi, quando si tratta della „Lega Nazionale", non occorrono più eccitamenti della stampa per invogliare al concorso ;. nè, per la stessa ragione, occorrono le dettagliate descrizioni coi nomi e cognomi di quelli che si sono prestati a ottenerlo, onde appagare vanità che non esistono. Dalle parole siamo passati ai fatti; quando si tratta della «Lega" tutti accorrono, avvocati e lauereandi lavorano insieme con gli artieri ed operai, e vanno a gara a chi ne incassa di più : perchè, in fine, lo scopo è questo, di far quattrini che occorrono sempre più. Come sia riusciuto questa volta il benemerito Comitato organizzatore della festa, basti dire che l'incasso fu di fiorini 750 netti di ogni spesa, e che furono consegnati alla direzione del Gruppo locale. -—------ri Appunti bibliografici Fulvia — Procelle dell'anima. Romanzo. Milano. Chiesa e Guindani. Un volume di pagine 874. Prezzo lire quattro. Forse m'inganno; ma questo romanzo arieggia il — Daniele Cortis — del Fogazzaro. Gli intendimenti sono eguali: trionfo del dovere e della coscienza sopra una grande passione; solo che il vincitore non è qui lui, ina lei, e questo ! s'intende; chi scrive è una signora. Eguale movimento nel primo capitolo del libro: una folla di personaggi che parlano degli avvenimenti del giorno, e preparano l'azione;-personaggi quasi tutti di seconio ordine, ma che più tardi si trasformeranno in altrettante macchiette o prenderanno parte efficace nel dramma. E tutto questo è già una buona commendatizia; il romanzo non è dei soliti a base di sensualismo, e può quindi lasciarsi in mano anche alle giovani, non alle puppattole intendiamoci, alle giovani, che sul punto di fare il gran passo, hanno bisogno di non essere più trattate con la disciplina dell' arcano e di conoscere la vita qual è. L'argomento è presto raccontato. In una borgata della Lombardia ci sono due famiglie, incomplete entrambi; quella del medico Mainardi, vedovo con due figli — Steno e Sara; e l'altra del nobile e ricco signor di Lignana, vedovo egli pure e gaudente che gira il mondo, lasciando al Castel-laccio, feudo di famiglia, i due figli Gilberto e Luisa affidati alle gelide cure di Miss Kavanagh, la solita istitutrice inglese. I ragazzi delle due famiglie, come è naturale, benché divisi per la diversa posizione sociale, giuocano insieme, armo- lizzano: Steno e Luisa, crescendo con gli anni inconsciamente si fondono: sono due anime che hanno bisogno l'una dell'altra. Non così Gilberto e Sara; il primo inclinato allo studio ed al misticismo si teca a Roma, e viene educato in un seminario, donde esce prete ; farà certo, come si dice, carriera, salirà alle più alte cariche in curia. Se non che c'è di mezzo un altro prete, don Marcello parroco del luogo, tipo indovinatissimo, ed il personaggio forse più ben fatto del romanzo. Rozzo, intransigente alla sua maniera, arrabbiato col nuovo ordine di cose: ma questa è la vernice, un deposito a fior d'acqua della Civiltà cattolica e di altri arrabbiati periodici clericali: in fondo un cuor d'oro, che tiene a pensione per modico prezzo tutti gl'impiegati governativi trattati lautamente, mentre lui non beve che acqua e acqua, per tenere in rigo la fantasia e frenare le procelle dell' anima. Più tardi scoppierà il colera nel paese, e don Marcello col suo esempio trascinerà don Gilberto, reduce da Roma, annunziare a tutte le sue aspirazioni, a riconoscere che la sua vocazione e gli alti suoi ideali, non erano che egoismo e a sedare quindi un'altra grande ed intima tempesta con le opere sublimi della carità. Tutto questo è nuovo, ben condotto ed è, secondo me, la parte più riuscita del romanzo, benché non sia la principale. Ma torniamo ai due protagonisti: a Steno ed a Luisa. Non è più il tempo dei lieti giuochi infantili; se la grande parola non fu ancor detta la sentono però entrambi nel fondo dell'anima. Sul placido orizzonte della loro vita sorge la prima nube: il conte Ladiska polacco, un pezzo di giovi -notto, ricco, gaudente anche lui, che armonizza subito con l'altro gaudente, il padre di Luisa e e di Gilberto, tornato da' suoi viaggi sfiaccolato, stanco, ma non ancor sazio di piaceri. Il matrimonio si dovrà celebrare senz'altro; non ci hanno ad essere ostacoli. Luisa, dopo una breve lotta (forse troppo breve e lasciata nella penombra), si sacrifica per pietà del padre che ha trovato in un appartamentino equivoco da scapolo a Milano, e che ha bisogno assolutamente di quel matrimonio per curare la sua salute e rimettersi in pace a viaggiare. Dopo varie vicende siamo al punto culminante, al dramma. Dal suo matrimonio Luisa ha avuto una bambina — Vera; che è sul punto di rimanere cieca. I due coniugi sono a Genova, e consultano i più celebri oculisti della città; tra questi, ci siamo, Steno che ha trovato un conforto nello studio, e non ha più altro pensiero che diventare celebre. L'operazione riesce stupendamente: Vera è salva; ma quale tempesta di gratitudine e di affetti nel cuore della madre! Due mesi dopo il marito bestia, annojato della vita casalinga, sente il bisogno di viaggiare, e affida (qui la situazione è vecchia) la moglie alle cure del celebre dottore, del grande amicone di casa. Luisa è già sul punto di cadere: la vista della sorella di Steno, di Sara maritata ad un vecchio, e che gode a Genova la vita, la tenta e la seduce. Ma la rettitudine naturale, l'esempio del fratello la redono vittoriosa : a domani — dice ella all'amante; il giorno dopo si salva con la fuga, e ritorna con la sua bimba nella solitudine del Castellacelo. Ma qui un altro e più fiero disinganno l'attende. Le viene narrato che Steno, l'egoista, lo scienziato, il celebre dottore, pochi giorni dopo quella tal scena, ha chiesto ed ottenuto la mano di una ricca ereditiera. Fuori di sè, dopo una pazza e notturna corsa pei campi, rincasa, e si lascia cadere, sopra il letticciuolo della sua bimba. "Giura di crescerla senza amore, inattaccabile, tale da affrontare fiamme e tempeste senza esserne tocca. Avrebbe voluto salvarla dall'angoscia, dal dubbio, . . . ottunderle i sensi, togliere al cuore la facoltà di battere, tarpare allo spirito le ali palpitanti, impedirle di piangere, credere e sopra tutto amare........ Ma ella stessa (così conchiude il suo romanzo la signora Fulvia) usciva dalla lotta purificata, a fronte alta, sorretta dalla maternità, dal rispetto di sè, da quella rettitudine morale, che è il principio ed il fine, l'ancora, la salvezza........Luisa ebbe un moto puerile e sublime: disperse con un soffio ombre, larve, fantasmi che la disperazione aveva evocato intorno a sua figlia, ne baciò il corpo, disse all'anima: — No: ama." Tale la tela del romanzo, e tutto questo è nobile, bello, ha un alto senso morale, ed è nello stesso tempo umano. Il titolo — Procelle dell'anima — non è un titolo pur che sia, ma esatto, e riepiloga tutto il romanzo. Non sono le solite torbide nuvolaglie dei sensi, ma vere tempeste dell'intimo: una estrinsecazione della parte nobile dell'uomo, senza disquisizioni filosofiche, senza sfumature d'idealità vaporose, ma con quel giusto studio dell'ideale e del reale, della materia e dello spirito che ci fa conoscere l'uomo qual è, con le sue virtù e co' suoi vizi. Non è poi un romanzo a tesi, non sforza gli avvenimenti al servizio di un' idea preconcetta, non si perde quindi nei moderni colibeti analitici. La tesi però c' è sempre, ma latente, e spontanea si presenta da ultimo al lettore. Io lo chiamerei un romanzo aristocratico. Mi spiego; aristocratico per l'assenza di ogni | volgarità; aristocratico per l'intima causa che determina le azioni dei personaggi. Gilberto, e Luisa pure, lo ha detto la scrittrice, soffrono ed espiano senza aver commesso nessuna colpa, forse per un destino di crudele legge atavistica, scontano col sacrifizio il marcio dell'albero d'origine. E per vero Gilberto e Luisa sono figli di un padre, padre per ridere che ha fatto soffrire come una martire la santa loro madre. Dal padre quel non so che di scomposto, di esagerato che si nota in Luisa ed in Gilberto ; ma dalla madre la virtù della lotta e del sacrifizio. Filii matrizant, dice il proverbio, e Gilberto in ciò è degno figlio. Ed è pure santa eredità degli avi, delle antiche ed ordinate famiglie l'abitudine al decoro, all'alterezza, alla rettitudine morale: virtù che si fanno sempre più rare nella borghesia facile e sciatta. Pure a questi alti intendimenti non sempre risponde la materia che è sorda; e ad un attento osservatore spiace vedere che l'egregia scrittrice abbia, forse senza avvedersene, sacrificato qua e là qualche granellino d'incenso alle opinioni oggi più in voga. Luisa, così scrive Fulvia, non aveva potuto cadere . . . "perchè vi hanno esseri nel mondo dotati di quella stessa impotenza al male, la di cui antitesi riempie le carceri ed i manicomi criminali.,, Dunque una virtù negativa; no no, egregia signora, il lettore, messo da lei stessa sulla buona via, vuol vedere un trionfo pieno del carattere, dell'energia, del volere, di cui ci ha lasciato così splendido esempio il Fogazzaro nel Daniele Oortis ; ed oggi specialmente che tutti ne sentiamo il bisogno, in questo orribile sfacelo delle coscienze che minaccia la società. Io per me sottoscrivo di gran cuore alle parole che lei stessa a modo di correttivo ha messo alla chiusa del romanzo e come a sugo di quanto si è raccontato — Luisa esce purificata dal rispetto di se, da quella rettitudine mirale che è il principio ed il fine, l'ancora, la salvezza . ... E questa massima non fu abbastanza svolta, non apparisce chiara, ma quasi frenata dal timore di farsi gridar dietro la croce dalle rane gracchianti nelle putride lame del realismo. Ancora una parola della condotta. Il romanzo in generale, è bene impastato; pure vi è qua e là qualche squilibrio; alcune scene meno importanti messe in evidenza, altre lasciate nell' ombra. Disse bene il Tommaseo: Guai all'autore che commenta sè stesso. E di ciò 1' egregia scrittrice non ha conti da rendere al fiero dalmata. Piuttosto, forse in' inganno, ella ha saltato a piè pari alcune scene molto importanti, come quella dell' operazione che dovea essere descritta negli antecedenti e nell' atto, tra le trepidanze della madre, e non solo nei conseguenti. Spesso in sul più bello dell'azione l'autrice lascia il lettore a bocca dolce, e con mezza pagina vuota 10 trasporta in un altro capitolo in medias res di altro genere; quindi quel uon so che d'incompiuto , che lascia talvolta freddo il lettore. Sfuggire le lungaggini dei romanzi a vecchio tipo sta bene; ma non si ha a dare nell' eccesso contrario. Sotto questo aspetto il romanzo in qualche punto quasi si direbbe ; abbozzato; e ci lascia il desiderio d'uno svolgimento più ampio. E sì che l'autrice quando vuole sa anche] darci delle descrizioni dettagliate come nella scena del quartiere del padre scapolo a Milano, e che è ; fatta stupendamente; ma che è troppo lunga e stuona con l'economia del libro. E manca pure nel romanzo il sentimento: lei scene per sè commoventissime lasciano freddo il let- ; tore; non una pagina che resti impressa veramente ] nel cuore. Non cormentalismi s'intende; non fontane j di lagrime; ma l'eterne lagrime di Virgilio, le la- j grime delle cose saranno sempre il più bel trionfo dell'arte, finché il cuore verrà compagno alla mente j nella vita umana. Se le signore, che dovrebbero iu J ciò trovarsi nel loro regno, ci mancano, dove trovar»! un po' di affetto, che ci riconcili all'umanità nelle aridezze e tra le moderne speculazioni? Da ultimo, per finire come ho cominciato, dirò j che l'autrice si dimostra in questo romanzo dotata ' di forte ingegno e di moltissima attitudine a trattare] 11 romanzo, per le ingegnose trovate che riassumono] un' azione, e che si stampano nella mente quale una sintesi della scena o del personaggio rappresentato. Così, oltre a quelle già notate del a domani di Luisa e del — no, ama con cui si chiude il romanzo, l'altra felicissima di don Marcello che fa staccare dalla parete la medaglia di Porta Pia e la depone accanto al crocifisso sul letto del sol-j dato moribondo. Quanta rabbia più con sè stesso che con gli altri; e quale atto gentile nella sua rozzezza ha saputo compiere quel buon prete; e che nuovo tipo da romanzo ! E così tanti altri secondari, pure trattati con arte finissima dell'egregia autrice, che potrà certo, con lungo studio, arricchire la patria letteratura di altri volumi immaginati con più "intelletto d'amore,,. p. T.