100 V. Capodistria, 1 novembre 1871. N. 21. eioaJÌ.ILE BEGLI INTERESSI «Ulti, ECONOMICI, 1)1.111S1STR ITIVI DELL' ISTRIA, ed oegaxo ufficiale per gli atti della società agraria istriana. I?9«e » 1 Mi H 16 d'ogni me-se. iSSOGI VXIOA'IÌ per un anuo f.ni- o; semestre e quadii-(slre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono piresso Redazione. Artico^ comunicali (T interesse generale si stampano gratuitamente; gli altri, e nell' ottava pagina stillatilo, a snidi 5 per linea. — Lettere e denaro franco alla lledazione — Un numero separato solili 15. — Pagamenti anticipati. ITI UFFICIALI DELLA SOCIETÀ AGRARIA. yrhifrc'azlffne deli.' olio, Fra vari metodi adottati per purificare l'olio da ardere quello di Michaud è raccomandato come il più soddisfacente. Consiste esso Dell'introdurre dell'acido solforico nell' olio in numerose e sottili correnti, mentre l'aria è ad un tempo forzata dentro esso in modo da mettere il liquido in un movimento attivo. Le bolle di ariai che penetrano nell'olio gli danno un aspetto lat-tignioso, e portano seco loro alla superficie le impurità formando una abbondante schiuma che è rimossa di volta in volta;. Ad ogni schiumata si introduce nuova aria finché la superficie appare chiara del tutto. Per liberare poi l'olio dell'acido solforico lo si porrà in una cal-daja di rame per esporla al calore fino a 212 gradi. Tengasi a questa temperatura per Jf2 ora o 3/4 d'ora, e in questo tempo diverrà abbastanza chiaro per esser filtrato. Allora Folio ne è tratto fuori, e fatto raffreddare sino a metà la temperatura suddetta, o lasciandolo iti riposo per 26 ore, o prendendolo traverso un tubo di raffreddamento e filtrandolo. Si dice che l'olio, trattato in questa guisa, superi a forza illuminante e in trasparenza quello preparato con ogni altro metodo mentre il processo non ò nè costoso nè lungo. sul piretro insetticida La direzione del Comizio agrario pel circondario di Zara fece pervenire alla presidenza della società agraria istriana la seguente lettera sul Piretro Insetticida del eh. Don Antonio Lo-vric, che ci pregiamo di qui ripubblicare. All'Illustrissimo Signore MANFREDO"Conte de BOHEMI Preside, del Comizio Agrario di Zura. Il pregiatissimo foglio di data 24 p. p. maggio N. 7 di codesto comizio agrario, mi riuscì oltre modo confortante e gradito, tanto perche in es- Rimedio coutro il tifo bovino. Troviamo riprodotta nel n. 17-18 del Bacco-'ìtore di quest'anno la seguente lettera che di unte all' estendersi del tifo bovino ci affrettiamo pubblicare: » Io arrivo da Bezangon, dove ho trovato io dei più grandi proprietari della Franca Conia, tutto lieto del successo completo, che il più perimentato veterinario di quella eittà ha otte1-ito nel trattamento del tifo bovino. Di quattro teche sottoposte alla prova e giunte all'ultimo modo della malattia, quello della diarrea, tmtte tuo state salvate. Il trattamento scoperto in Polonia da un em-irico è il seguente. In un mezzo litro di birra si scioglie un chi-erainma di lievito di birra, in modo da farne o ' ma specie di poltiglia: si prendono G cucchiai omuni di questa mistura, e si diluisce in un tiro di birra, e il liquido così torbido lo si fa prence per 1/3 da 8 in 8 ore alla bestia ammalali. Prina di amministrarlo, si agita sempre la mi-tura. Se la guarigione non è completa, si ripete fuso del rimedio all'indomani, ma allora non s'impiegano più 6 ma 4 cucchiaiate di lievito sciolto. È per questo rimedio che i Polacchi non temono più la terribile malattìa del tifo, che mena anta strage da noi » Sacc. Professore. su scorgo delle lusinghiere espressioni a mio riguardo per essermi dedicato e per avere dato impulso alla coltura artific'ale del Piretro insetticida, pianta addivenuta ormai per noi preziosissima e capace a risarcirci più che abbondantemente del deprezzamento, in cui è caduta la vite, quanto perchè codesto spettai) le comizio, con lodevole patriottico intento e con sagoia risoluzione, vuole csord:re gli assaggi agrari colla coltura di essa pianta, che ol.re ad essere la più lucrosa, si assoccia e si accorda meglio d'ogni altra colle nostre attuali economiche condizioni, e, dirò anco, colle telluriche - atmosferiche-idroscopi-che. Per coltivarla, in fatti, non esigonsi sì ingenti capitali, conte per le altre colture, nè richiedonsi protratte serie di anni per coglierne il frutto; ma solo un anno e talvolta il periodo di pochi mesi, bastano per indennizzarci m parie delie spese impiegate per la sua coltura. E quel eh' è più poi essa pianta resiste in modo sorprendente alla pai prolungata siccità, agl'intensi freddi ed agli ardori «lei più cocente sole, e contentasi di un terreno arido, sasse-so e poco tonde, purché permeabile, il quale non sarebbe adatto a nessun' altra coltura, ma appena ad un meschino c scarso pascolo. La benigna Previdenza, che con ammirabile ordine e misura sparge le sue beneficenze so ogni popolo e nazione, ha l'orse disposto, che colla coltura del Piretro insetticida, gli aridi e bruscamente declivi poggi, le sassose colline e le aduste e sterili lande della nostra terra natale, sie.no a noi di tale e tanta risorsa e-conomica, di quanta sono, o possono essere, ad altri popoli le interminabili pianure, i pingui pascoli e gii ubertosi cattìpi. Sia adunque nostra cura di approfittare delle disposizioni provvidenziali, e memori maisempre di queir aureo detto - Non omnis feri omnia tcllus - mostriamoci accorti e prudenti nell'adottare quei generi di coltura e quelle industrie campestri, che sono confacenti alla postura ed alla qualità delle nostre terre; allora sellante potremo levarci di dosso Ja miseria, che ci opprime e ci avvilisce cotanto presso gli altri popoli civili, i quali perciò appunto sogliono considerarci molto meno di quello che realmente lo siamo o lo potressimo addivenire mercè i felici risultati di tuia intelligente, razionale, attiva e perseverante Agricoltura. Premesso ciò, con venia di Lei Ill.mo Sig. Preside e di coteslo spettabile comizio, ora vengo a dire quanto riferir si possa: L a la natura del Pire-Irò insetticida; V. alla qualità del terreno, che meglio gii conviene ; 3. al tempo, in cui dee seguire il suo trapianto : 4. al letame, che più gli è adatto; 5. alle precauzioni, che conviene usare per preservarlo dal deperimento; 6. al mezzo di moltiplicarlo e di propagarlo mediante pianticelle derivanti da vecchie piante; e finalmente 7. al mezzo di moltiplicarlo e di propagarlo mediante piantine derivami da seme. AI 1. Il Pitelro insetticida; detto volgarmente Crisantemo, a cui pare che la Provvidenza abbia destinato per culla la nostra Dalmazia, è una pianta erbacea perenne, che può propagarsi e con semi a stabile dimora e con trapianti; ma questo secondo mozzo è da preferirsi sempre ed in ogni caso, co-mechè di gran lunga più sicuro e più vantaggioso, atteso clic il trapianto delle piante erbacee, serve loro come d'innesto e ue migliora la specie. Per con- seguenza anco il ìrapianto del Pirdro fa si chéi suo fiore diventi più che doppio in grandezza e j aumenti il suo aroma o virtù insetticida, purché si piantato nei terreni asciutti e soleggiati, II. Fatto riflesso, che il Piretro non attroval nè vegeta da sé nei bassifondi, e neppure sulle ci me dei più alti monti, ma solo a una certa alteza atmosferica su pei colli, su pei monti di media eie vatezza ed a piedi dei più alti; così io sono d'av viso, ch'esso non potrebbe prosperare nei terrer freschi e meno ancora negli umidi, che d'ordinari giacciono in bassura; come pure, attesa la natur delle sue radici molli e carnose, non potrebbe reg gere a lungo nei terreni compatti, come sono gl argilloso-calcarei e calcareo - argillosi, fossero aii co situati in un piano elevato. IH. La stagione più propizia al suo trapianto essendovi pioggia, è da agosto alla metà di novera bre e poscia dalla metà di febbraio a tutto aprili Ma in ogni caso sarebbe consigliabile di approfitta re del primo termine indicato, e quanto prima, tanti meglio, perchè così la pianta ha maggior tempo d rinforzarsi, acquista più vigore per resistere all'intera perie dell'inverno, cestisse meglio e produce nella sut cessiva primavera un sufficiente numero di fiori d compensare in buona parte il coltivatore delle spe se incontrate. IV. Per essere il letame, dirò così, 1 anima deli agricoltura, sarebbe meglio letamare in prccedenz: il terreno ; ma badisi in questo caso di usare de ben consumato, onde non pregiudichi alle molli na sciture radici della pianta. Per poter ragionevol mente ottenere il miglior possibile risultato dal! concimazione, conviene sempre aver riguardo ali qualità della pianta che si coltiva, per adottare pr quella qualità di letame ehe più le conviene. Osser vando ora che il Piretro vegeta e prospera a pre ferenza nelle terre roeciose-granitiche-silicee-cal caree-arenarie e schistose, che col loro decompor; e disgresarsi al gelo e disgelo, al sole ed alle a eque, sono sorgenti principali dei silicati e degli a cali; così a giusta ragione esso Piretro deve anco a pre fetenza concimarsi coi letami vegetali, coinè quel che di siffatti principj minerali abbondane molto pi che i letami animali e di stalla. E fra tutli i Irta mi vegetali i migliori per esso Piretro sono i de triti che derivano dalle sue foglie e dai suoi stel perchè per l'identità di principj minerali, che cu tengono, sono ad esso i piti assimilabili e quindi più proficui. Perciò si badi scrupolosamente di no togliere mai e poi mai alle piante gli steli finch sono verdi; solo ciò potrà farsi appena allora eh saranno ridotli al seccume, sotterrandoli dappress alle piante, o, quel eh'è meglio, deponendoli in a[ posile buche Anche marciscano, e decomponendosi ; riducano alla condizione di letame. Y. Pe un'altra ragione, eh'è di più r levanl importanza, non si toglieranno al Piretro i suoi st( li ancora verdi ; perchè essendo questi nel mez2 vuoti, sarebbe facile che per i vani aperti si infilt una soverchia umidità, che, gelando e disgelane al variar delle stagioni, lacererebbe l'interno si tessuto, guasterebbe il totale suo organismo e e; gionerebbe nel mezzo del suo tronco l'infradicimei to, il quale generando una particolare specie di ve ;Ii apporterebbe quanto certa altrettanto premala morte. Si eviterà poi di mettere le piante a pascolo limali grossi,, aftinché col loro calpestare e con nti scuotimenti ncllraddentarle, non le pregiu- ino. Alle pecore soltanto potranno servire di pascono ai primi di febbraio e prima che comincino inietterò i nuovi germi, perchè tal specie di a-ili, si contenta delle sole foglie c colle sue de-oni, lascia alla terra una quantità di materie l'er-zanli superiore a quella che ne ha sottratta. VI. 11 metodo di molt p!ì?are e di propagare il Irò mediante pianticelle derivanti da vece liepian-veniva praticato da ine in questa guisa. Procaccini un numero di vecchie piante e levati ad es-il seccume, gli steli e le foglie inutili, divideva i pianta in p ù parti aventi ciascuna le proprie lei. Poneva però cura di escludere si il tronco ■cipale d' ogni pianta, che tutte (|uelle pianticella esso staccale, che fossero state o troppo vocìi e nodose o troppo giovani e deboli. Scelte cord approntate le pianticelle, procurava di pi aule subito dopo la prima pioggia, continuando sen-posa fino a che la terra conservavasi alla super-t bastantemente umida; e cosi taceva in seguito lo ogni caduta di pioggia. — Ma dopo un pelo di alcuni anni, ebbi ad accorgermi, che que-mezzo di coltivare il Piretro non e il migliore, che tutte le pianticelle non avevano nè eguale ata, nè eguale vigore di vegetazione, sebbene sero state piantate simultaneamente in un mede-io terreno e con istesso metodo. Alcune, sebbe-in iscarso numero, perirono subito nel primo ancienne altre, in numero alquanto maggiore, pe-pure nel sacondo e nel terzo ; altre poi, con pre alterna vegelaziooe- e con diverso sviluppo, ritinsero il 4, il 5, il G ed il 7 anno e finalmen-itre poche, che ormai contano otto intieri anni, turano tuttavia ben vegete e prospere, senza che ano alcun seguo di dover perire per vecchiezza, imi convinse che siffatto mezzo di coltivare il itiro mediante piantine derivanti da vecchie pianta duopo abbandonare, del tutto e per sempre Itlie ad esso conviene senz'altro sostituire quello É 'diante semina, che, essendo il più naturale e il ji sicuro e da preferirsi ad ogni altro. ■1 VII. Avendo stabilito di adottare questo secon-I metodo, dopo varj ed iterali esperimenti pralica-i in epoche diverse, mi sono potuto finalmente ac-ij ilare, che i mesi di agosto e di aprile sono i ter-d ni più propizj e più favorevoli per la semina del I ntro e che quello che seminasi in agosto, può H spiantarsi dopa la prima metà di febbrajo, e quelli di aprile, da agosto in poi. ■j Si dispongano a tale scopo delle aiuole, larghe |salirò piedi, sopra un terreno soleggiato, ben Urinato, sminuzzato e concimato con vecchio letame,.. I àbilmente riparato dai venti di tramontana e prov-jtiluto d'acqua, onde al bisogno poterlo innaffiatili a non eccessivamente perchè i semi non infraliscano. Si semini 'a gittate ogni spazio di un I WtcB quadrato con un oncia grossa di seme ini-Ilo a sabbia: lo si copra a profondità di pochi cen-I netrl ; si comprima leggermente il terreno; lo si Lia con pajjl'a c con frascame, a fine di riparar- 10 dagli aquazzoni e dai raggi solari, e Io s'inaffi finalmente a piccole ma ripetute dosi. Quando dopo una quindicina o ventina di giorni al più cominciano a vedersi le piantine, si levi la paglia o frascame e al bisogno si sarchi i7 terreno. Del resto fino a tanto che le piantine staranno nelle aiuole, si avrà cura di presei varie dai rigori dell'inverno con abbondante e polveroso letame pecorino. o caprino ed anco con coperte di paglia. Si procuri infraiùanto di apparecchiare il terreno destinato a dimora delle dette piantine. Io lo apparecchio cosi. Procuro di dissodarlo a tempo, e possibilmente entro la stagione estiva, per un piede e mezzo. Nel dissodarlo,, cerco di ben pulirlo da ogni radice e da ogni erba, e cosk Io lascio fino alla metà di agosto o di febbraio. Quaicbe giorno prima dell' impianto-, 1» faccio accuratamente rizappare, mondare, livellare ed appianare con raslello. Dopo la prima pioggia comincio tosto a.trapiantare le piantine, che vo estraendo di mano in mano dalle amale, e torno a fare la stessa cosa dopo ogni caduta di pioggia, e fino che la superficie del terreno conservasi sufficientemente- bagnata. Quìi è duopo avvertire, che alle piantine estratte dall' aiuole, conviene tagliare con un coltello l'estremità flessibile •iella radice, nonché le foglie, due dita circa sopra 11 colletto, e ciò per le sementi ragioni; 1. per costringerle ad estendersi più che sia possibile orizzontalmente, e preservarle cosi dalla troppa umidità^ eh'è loro sempre dannosissima; 2. per impedire alla radice di piegarsi, quando la si colloca nel foro praticato col piantatoio; 3» per impedire che i venti le sbatta o e le smuovano con violenza; e (i> nalmente 4. per diminuire gli effetti dannosi dell'evaporazione dell' acqua contenuta nelle foglie e nelle radici, giacche si sa, che 1' evaporazione delle piante è tanto più grande, quanto maggiore e il volume delle foglie, di cui esse sono rivestite. La distanza poi che doe lenersi dall'una all'altra pianta, potrà essere di un piede e mezzo. Questa distanza però potrà allungarsi di qualche pollice, qoando per la trippa bontà del terreno, dovessero di troppo cestire. Le file sieno diritte e le piantine vengano in esse disposte in modo, che quelle di una fila, corrispondano agi' intervalli dell' altra. Si badi poi bene di eseguire l'impianto colla massima cura e di comprimere la terra all' intorno dei gambi, affinchè non restino dei vuoti, che potrebbero cagionare dei guasti ed anche il deperimento delle piantine. Segniti che siano gl'impianti, si lascino fino alla primavera e all' estate, senz' altra cura che quella di custodirli dagli animali di qualsiasi specie, onde non li sradichino. In primavera e durante I' c-state, conviene sarchiarli dall' erbe parassite laute volte quante ne farà di bisogno ;. nell' autunno seguente poi o dopo la metà di febbraio a lutto marzo, bisogna rizapparli con diligenza ed anco letamarli. Così pure in appresso converrà senz' altro sarchiare e rizappare ogni anno le piante tutte: quanto al letame, Io si adopererà opportunamente secondo la posizione e la qualila della terra. In tigni caso sarebbe assai buona cosa il letamarle ogni tre o quattro anni. Del resto conviene bene avvertire di non eseguire la rizappatura dalla metà di dicembre fino alla metà di febbraio, affinchè la ra^- dici oiollc e carnose, non abbiano a risentirsi ib i rigore iìV AA'TOXIO IjOVKIC. i:k asso d' aìimlnisteajzioxe. Probàbilmente noi veniamo, come si suol dire, col-l'ultima corsa; giacche proponendoci di riassumere ora la Relazione, che la Giunta Provinciale presentò ai Deputati della Dieta nello scorso settembre, non potremo che ripetere cose, le quali quelli, che s1 interessano delli interessi provinciali, sapranno ormai meglio, che dalla la relazione stessa non apparisca. Ma poiché — come dovemmo due volte annunciare — li amici, che ci a-vevano promosso delle notizie sulla operosità della testé chiusa sessione dietale, non si ricordarono più dell'antico adagio latino clic 'promissio boni viri est obli-gatio, i nostri lettori ci sapranno grado, speriamo, che iioi tentiamo di raccogliere in poco il molto, che è stato detto dalla Giunta, e passiamo in rapida rivista quello, che essa fece nel decorso anno per la più retta e prospera amministrazione della nostra provincia. La Relazione generale della Giunta è presentata alla Dieta, Provinciale del Margraviato d* Istria. Ufficialmente questo epiteto dato alla nostra provincia sarà esatto. Noi dobbiamo tuttavia avvertire che storicamente invece il Margraviato fu tutt'altra cosa, poiché non comprese clic una parte sola della provincia e per qualche tempo soltanto; e ad ogni modo italianamente s'avrebbe dovuto dire Marchesato. Ad ogni modo non ne faremo una colpa capitale alla Giunta; ci basta soltanto d'aver rilevato in nome dei puristi la inesattezza storica e linguistica- La gestione, di cui qui si dà conto, si estende dalla chiusura della sessione dietale del 1870 all'apertura di quella del 1871, appunto un anno; e abbraccia tutte le materie, che dalla legge per ora vigente sono attribuite all'autonomia provinciale. Quindi finanze provinciali, amministrazioni communali, agraria, scuole, sanità publiea, strade; e da ultimo — oggetti varj. Le finanze costituiscono il caposaldo d'ogni amministrazione, e in tutti i paesi, grandi e piccoli, sono limi specie di piaga cronica, clic non s'é ancora trovato modo di sanare. Figuriamoci l'Istria ! Tuttavia i risultati, che la Giunta presenta quest'anno, segnano un miglioramento, del quale è uopo tener conto. Le attività salirono a fiorini 2.148.140,83 Vi, i passivi a fiorini 1.588.999.35, per cui ne risultò un attivo nitido di fiorini 559.141.48'/;. Confrontati questi risultati con quelli dell'anno 1870 si trova che per aumenti d'entrate e diminuzioni di spese si ottenne quest'anno un miglioramento di fiorini 57.431.48, miglioramento, che per alcuni dei cespiti d'entrata provinciale è costante da alcuni anni, ha fatto divenire veramente attivo qualche cespite, come p. e. il fondo provinciale, clic in addietro era passivo. Tanto era male ordinata e trascurata l'amministrazione della provincia. E di queste risultanze, che cominciano a risanguare finalmente le esauste casse della Provincia, vuoisi dare schietta e intiera lode alla presente Giunta, la quale con una provida gestione elei fondi affidatile ha saputo fare il miracolo di far scomparire il deficit permanente e risollevare a qualche migliore larghezza le condizioni tanto stremate dell' erario provinciale. Esaurita la partita finanziaria, la Giunta riferisce su quanto ebbe ad operare in oggetti communali. Do- ' po aver detto che il Governo non trovò di approvar! una legge votata l'anno scorso dalla Dieta per confa rire il diritto elettorale attivo ai capitani marittimi espone le irregolarità constatate nel! amministrazioni di non pochi communi e la conseguente necessità di riordinarla colf invio di appositi delegati. Pur troppi noi crediamo che questo sia un tema, sul quale le oc. correrà tornare più volte, poiché le circoscrizioni cori munali, come sono ora organizzate non rispondono in molti luoghi ali.! attitudini della popolazione, della cui qualità specifica si sarebbe dovuto tenere maggior calcolo, allorché si attribuirono loro funzioni di troppo superiori alle loro forze. Anche le lotte intestine di alcuni paesi, eeuie Umago e Dignano, ove le gare mu-nieip&li si riprodussero con una intensità da medio evo e per oggettsi cke ricordano la Secchia Rapita, diedero argomento di lavoro alla Giunta, la quale dovette adoperarsi per rappaciare quelli irati spiriti fraterni. Invero deve essere una speciale disposizione del sangue italiano questa, che ci trae a litigare un contro l'aftro e ci spinge, dimentichi d'ogni interesse e d'ogni riguardo, ad azzuffarci tra noi, mentre altri guarda e sorride da un canto. Ma non dovrebbesi ornai chiudere l'èra di certi ridicoli pettegolezzi, pei quali si scaldavano i nostri padri, che non avevano meglio da fare, ma contro i quali protesta ora la civiltà de' tempi é quella concordia, che vediamo prevalere nella nazione, e colla quale soltanto fu reso possibile il più grande evento del secolo? Noi non parliamo ai cittadini di Umago e di Dignano soltanto, parliamo a tutti, e se una parola benevola e calma può essere intesa, noi chiediamo che si cessino le ignobili gare e si rispetti se stessi e la patria. Concordia res parvae crescimi, discordia muxumae dilabuntur; io disse dieciotto secoli fa un tale, che si chiamava Tacito. Siamo pochi, piccoli, dispersi, poveri, e non ci pare ancora abbastanza ? e vogliamo divorarci tra noi? Una prova di cotesta nostra debolezza e della necessità di stare uniti e bandire per sempre coteste sciagurate discussioni locali, non foss' altro, per ragion d'interesse, la troviamo — se pur ne avessimo bisogno — in questa medesima Relazione, la quale reca lunghi elenchi di communi censuarj e locali, ai quali la Giunta dovette accordare delle addizionali sulle imposte dirette e indirette, affinchè potessero far fronte alle spese della propria gestione. Sono addizionali, che salgono fino al 120 «/, della imposta governativa e' colpiscono li oggetti più neeessarj di consumo, ovvero la stessa prediale. E con tutto ciò tutti sanno quali siano le condizioni economiche dei Communi istriani, spogliati ornai d'ogni patrimonio proprio e ridotti a vivere, calcando la mano sui contribuenti già abbastanza gravati. Questa medesima Relazione narra poche pagine più innanzi che per la fallanza dei raccolti essa dovette sovvenire in più riprese durante il 1870 la somma di 800 fiorini a uno dei più cospicui nostri Municipj, quello di Rovigno ridotto allo stremo. E se tale è 1 a posizione dei Communi maggiori, quale non sarà lo stato dei minori e dei minimi? E non si capisce che da questo marasma non si guarisce, se non si associano tutte lo forze, tutte le volontà, tutte le intelligenze, se non si impone tregua alle basse ed egoistiche passioni, se non si innalza in ognuno de' nostri paesetti un altare alla dea Concordia e non si sagrifica ad essa? Auguriamo pel bene e per l'onore dell'Istria che cotesta vecchia piaga possa una buona volta cicatrizzarsi, e allora un alito nuovo di civiltà e prosperità feconderà le nostre campagne. Li oggetti agrarj non occuparono molto la Giunta, Annunciata l'approvazione di due leggi per la tutela delli uccelli insettivori e per quella delle colture dei campi, essa si adoperò di concerto auche colla Giunta evinciate di Gorizia a ottenere un miglioramento dei-culture forestali e chiese la istituzione di agenti torelli, i quali volgessero te loro cure ad apprendere al intadino come si possa trarre il miglior partito dai boti. L'argomento è ancora in trattazione. Parlando di echi, e in Istria, non si può non parlare anche di ca-e; e infatti la Giunta se n'occupa, e avverte che cote-ipericolosi quadrupedi da 50-15, ch'erano nel 1857, sa-ono ora a 7345. Non por nulla fu posta dunque la cara nel nostro stemma. Ma come liberarsene? La Giun-ricorda li sforzi inutilmente tentati dalla Republica ima, poi dai Governi, che le- tennero dietro, e mostra oca fiducia di riuscire, tuttavia promette che se ne oc-tperà e che presenterà alla Dieta analoga proposta, rgomento rilevantissima è quello, che riguarda la redazione delle acque della Yallc d Arsa, sulla quale fu slè publicata una Relazione dell'ingegnere Faunio di erona, scritta per mandato della Giunta medesima. Boi ci occuperemo specialmente di cotesto lavoro dell'e-fiegio idraulico veronese; qui ci basti notare che la pianta, mentre crede prossima l'attuazione delle opere l'arte riguardanti la regolazione dello acque della vallo lei Quieto, teme, che la prima debba riuscire più difficile per la solita-ragione della mancanza di denaro. E be-■e tuttavia occuparsene egualmente:, poiché, quando latti saranno persuasi della necessità di quella impreca, forse anche i denari si troveranno. J Le scuole sono un gradito e importante argomento li discussione, poiché in esse si viene educando la novella generazione, e da esse dobbiamo aspettarci uomini, lai quali scaldi il petto l'amor della patria, e in cui spien-Ida sereno e vivace il lume della intelligenza. Qualcosa Illa poco tempo s'è cominciato a fare anche tra noi per iacereseere e migliorare l'istruzione publiea, ma a gran Jpezza non quanto occorrerebbe per i bisogni del paese e Idei tempo. Tuttavia anche qui dobbiamo riconoscere che Ila Giunta presente è benemerita della provincia per lo ■ studio assiduo, con cui si adopera a moltiplicare e italia-Inizzare le scuole. Anche l'anno scorso infatti essa aper-Ise col concorso del Municipio di Pirano una scuola reale Iautonoma in quella- città, valendosi della scuola reale Iinferiore, che già vi esisteva, e ottenne poi che cotesta Incuoia venisse dichiarata superiore e assunta dal Goverino. Non potè invece ottenere ancora che il ginnasio di Pisino, condotto da frati, che insegnano in lingua-tede-ica, venisse secolarizzato e italianizzato. Ma poiché la sua domanda è fondata nella legge, noi speriamo elio essa saprà insistere e farsi finalmente ascoltare. Meglio ancora, se in luogo di un ginnasio ottenesse che a Pisino venisse istituita una scuola reale, come è ora proposta dal Consiglio scolastico e favoreggiata dalla Giunta la istituzione di due altre scuole reali inferiori a Rovinilo e a Lussinpieeolo. Finalmente la Giunta ci apprende che anche nel passato anno spese 4200 fiorini per sti-pendj a 26 studenti universitari 12 studenti ginnasiali e 4 di scuole reali, e per sussidi a 45 altri studenti. Noi non dubitiamo che la Giunta, seguendo i desi--derj della Dieta e del paese, continuerà anche nell'avvenire a occuparsi, alacremente di questa materia, e terrà fermo sopra tutto il principio de'la nostra nazionalità, che le leggi fondamentali ci guarentiscono. Di sanità publiea poco abbiamo a dire. Fortunatamente la provincia nostra rimase quest'anno illesa da contagi ed epidemie, quantunque e li uni eie altre serpeggino attorno a noi. Però la Giunta bene adoperò per ottenere la vaeeinazione colla linfa primitiva, anzi che-colla umanizzata; e se guarda alla estensione che questo sistema ha ora preso nello altre città d'Italia, specialmente nelle maggiori, si persuaderà della necessità di: mantenerlo, malgrado le solite opposizioni dei soliti nemici del nuovo, e anzi si adoprera ad allargare quanto è passibile la vaccinazione, ora che il vajuolo picchia per 8'j- cosi dire alte nostre porte. Il numero e le sedi dei medici distrettuali, la nomina di un veterinario e le competenze di alcuni membri del Consiglio provinciale sanitario formarono altrettanti oggetti di studio e di deliberazione della Giuufa, e furono da essa trattati in modo rispondente alli interessi della provincia, quantunque non sempre la, secondassero poi quelli, che decidono in ultima istanza. Quanto a strade, — pare impossibile ! — non ci fu che un caso solo, in cui alla Giunta* toccò di occuparsene, e fu per emettere un parere sopra un progetto di legge votato da. non sappiam quale Dieta transalpina per la costruzione e manutenziono delle strade di acce?-so alle stazioni ferroviarie. Non sembra un'ironia? Noi, che non abbiamo un metro di ferrovie, diamo pareri intorno alla strade d'accesso alle stazioni! E di quella nostra ferrovia istriana, per la quale fu tanto detto e scritto, che n'è avvenuto ? Fra li oggetti varj, di cui si occupò la Giunta, ne rileviamo uno solo, la conservazione dell'Arena e delli altri monumenti romani di Pola. La Dieta aveva votato tre anni fa una petizione al Governo' per ottenere pro-vedimonti, che impedissero la deturpazione e il crescente deperimento di quelle classiche memorie; ma pare che l'argomento non sia.stato trovato molto-importante,, perchè finora la. petizione-non ebbe alcuna risposta. Il Commune eli Pola nominò esso stesso un conservatore delle antichità, ma che farà egli, se queste son dichiarate proprietà dello Stato, e a lui manca ogni veste e ogni autorità-per tutelarle? In verità piange il cuore a vedere come sono ridotti que' splendidi avanzi, di cui si glo-rierebbe ogni più illustre, città. Noi crediamo che l'egregio Conservatore dei monumenti del Litorale (ci pare che così lo chiamino) potrebbe e dovrebbe interporre anch'esso la sua voce per ottenere qualche disposizione, la quale salvi Je antichità di Pola- dalla rovina-totale, e-noi dalla-vergogna di averle lasciate rovinare. Chiudiamo, come abbiamo cominciato, con una osservazione linguistica. Ci pare che le Relazioni, sempre benvenute, della Giunta Provinciale non perderebbero nulla del loro valore intrinseco, e anzi, guadagnerebbero per eleganza di forma; se^fossero in uro stile meno burocratico e non ricordassero tanto davvicino le elucubrazioni delle nostre cancellerie giudiziarie o politiche. Anche ia forma ha la sua importanza, e noi meno d' ogni, altro dovremmo dimenticarcene.. J- Dieta, provinciale; La dieta provinciale, dopo le due sedute, delle qnali abbiamo pubblicato un _ breve resoconto, ne tenne ancora sette, e la sessione verme chiusa: con là seduta del 13 ottobre. _ Senza far cenno delle suppliche, istanze, petizioni di privati e di Municipi, alle quali venne data evasione, riportiamo solamente quelle deliberazioni di. maggiore importanza che furono prese durante la sessione dalla camera, servendoci dei resoconti stenografici, che ci furono gentilmente rimessi!. In oggetti" finanziari, dòpo esame e riferta deb comitato di finanza, vennero approvati i conti : aj Consuntivi del fondo di esonero del suole* istriano dell' anno 1870 ; e preliminare per iB 1872.. b) Consuntivo del fondo provinciale pel' l'8T0 ; iì preventivo pel 1812, con un esito di f. 490S5, e con altrettanto introito. ( A formare i fondi per l'introito viene stabilita l'esazione di un addizionale del 8' % sulle dirette, compresa I' erariale,, e del 50 o/0 sul dazio consumo, del vino, carne, spiriti e birra in provincia.) c) Consuntivo 1870, preventivo 1872. (lei fondo pensioni degli impiegati provinciali. d) Del: fèndo- di coltura pel' 1;870. e) Consultivo 1870, preventivo 1872 confraterne localizzate. f) Consuntivo del fondo- scolàstico 1870, preventivo 1872 (Introito f, 23986, pari esito.). g): Preventivo 1872, deL fondo provinciale di pensioni per maestri. Per cura dello stesso comitato finanziario, fatta la relazione sul progetto-della Giunta, per una stabile sistemazione- nel conferimento degli stipendi e sussidj provinciali agli studenti delle scuole medie ed universitarie, venne deliberato di: istituire dodici stipendj di fiorini 200, erogabili dal fondo provinciale,, da, conferirsi ad altrettanti studenti poveri istriani i quali intendessero frequentare le università o gli istituti politecnici; altri 24 stipendj di fiorini 100 per. studenti poveri istriani, che intendessero dedicarsi: agli studj nei ginnasi,, o nelle scuole reali inferiori o superiori. La Giunta provinciale venne incaricata del conferimento di; tutti questi stipendj'.. Sarà stanziato, poi, ogni anno dalla dieta un fóndo nel,' bilancio preventivo, per assegnare straordinari sussidj a quei, studenti poveri istriani-, i quali, non potendo conseguire uno stipendiò; pur tuttavia sembrassero meritevoli di incoraggiamento e di ajutoy come pure a quelle persone povere istriane che si, dedicassero allo studio. della pittura, scoltura,, musica; In ogo-etti: politico-lbgali, dèi quali ebbe ad occuparsi I' apposito comitato, venne deliberata l'approvazione di leggi provinciali: a) Còti cui il diritto di elezione contemplato dal § 1 punto l'I deli regolamento elfettoral'e comunale pel Margraviato, d'Istria venne esteso ai capitani mercantili. di< lungo» corso,, muniti" di» regolare brevetto. b); concernente là eostruzione e- manutenzióne delle strade conducenti: alle stazioni ferroviarie.. c) Concernente albune modificazioni da farsi nell'attuale composizione del comuni Ibcalideli-'L-stria. (Ecco le modificazioni':-soppresso il Comune di Bòrst e unito- a quello di Dollina, ili comune di Draguchi a quelló. di Plnguente;. il' comune di Pedena: a quello di: Pisino; il( comune di Rosario! per formare un, nuovo comune con la- sede in Decani;-disgiunti i comuni di: Stoffie e Plùvia- dal; comune di Dollina per unirli a Mluggia-, e quelli» di Antignano per punirlo a Decani.; segregata* Infrazione comunale di Mlum piccolb- dal1: nesso dell aomime di. Portole,, ed. unita a Mlum grande, ag- gregata a Pinguente ; diviso il comune di Ve irenico in due comuni Locali Verbenico con Garizze e Drobigno con Saline e Susane.)] Sullà propoeta, governativa di. passare alla nomina di due deputati al consiglio' dell' impero venne accolta dalla Dieta,, senza discussione, la proposta del! comitato^ politico* lìcgale:; Ritenuto-che L ecce&a Dieta abbia costante-; mente affermato ili diritto di autonomia già acquisito alla provincia e il diritto della sua nazionalità. che non può essere tolto senza ingiustizia ed infrazione delle leggi fondamentali : Ritenuto che le sorti della provincia non possono essere mutate senza- ili di Lei consenso: L' Eccelsa Dieta aderisce all' invito di provvedere all' elezione dei deputati; ec. In conseguenza' della- quale deaerazione, vennero eletti a deputati gli onorevoli F. D.r Vidulich con voti 2B, e D;r 0. Colombini con. voti 24. Discusso il. progetto governativo di riforma del regolamento elettorale provinciale, venne in gran parte approvato, meno importanti modificazioni deli § 4. che stabilisce il numero dei distretti: elettorali, e di quello che riguarda il modo di votare ; la Dieta deliberò, contro la proposta governai iva, che voleva le schede, che sia mantenuta la votazione- orafe-. Viene approvata anche la proposta di legge sul' Regolamento Provinciale con una modifioazio-. ns che restringe ad uno i voti virili, mentre sarà libero, da convenirsi tra loro, quale dei tre vescovi vorrà rappresentarlo alla Dieta. Fu accolta anche una legge che modifica l'appendice del regolamento provinciale. li Comitato agrario- presentò con poche modificazióni: di forma, alle deliberazioni della dieta il' progetto della Giunta per l'istituzione di una scuola agraria provinciale. La Dieta approvato il progetto ne affidava al-là Giunta. 1- incarico" dell' esecuzione. In seguito a mozione dell' onorevole Flego e : compagni, là dièta- deliberava che venga presen-| tata istanza-all'L R Ministro per ottenere una i speciale procedura nella riscossione degli arretrati steuraii per titolo imposte fondiarie e tasse e-i reditariè:. Per una- mozióne del' D.r Càmpitelli la Giunta' fù' incaricata di presentare nella ventura sessióne un progetto di legge per. la sistemazione degli impieghi comunali e per la formazione di un relativo fóndo di pensióne. Fu aceolta- là proposta- dell' onorevole Basilisco per l'istituzione di- una facoltà legale in lingua' italiana, da istituirsi nel litorale. Incaricava, accogliendo là mozione dell' onorevole Luciani'; là Giunta- a farsi rilasciare copia dei più importanti' documenti', i quali si riferiscono- alll Istrià) esistenti tanto nell' archivio dei Fra-ri' im Venezia- quanto in altri archivj, onde possano servire alla compilazione della tanto desiderata storia di questa provincia, valendosi dell' ini» «vinciate di Gorizia a ottenere un miglioramento dei-culture forestali e chiese la istituzione di agenti fore- Ìli, i quali volgessero le loro cure ad apprendere al itadino come si possa trarre il miglior partito dai bo-i. L'argomento è ancora in trattazione. Parlando di ischi, e in Istria, non si può non parlare anche di ca-e; e infatti la Giunta se n' occupa, e avverte che eote-ìpcricolosi quadrupedi da 5045, ch'erano nel 1857, sanno ora a 7^45. Non per nulla fu posta dunque la carnei nostro stemma. Ma come liberarsene? La Giun-rieorda li sforzi inutilmente tentati dalla Republica ima, poi dai Governi, che le tennero dietro, e mostra ica fiducia di riuscire, tuttavia promette che se ne oc-iperà e che presenterà alla Dieta analoga proposta, rgomento rilevantissimo è quello, che riguarda la relazione delle acque della Valle d' Arsa, sulla quale fu stè publicata una Relazione dell'ingegnere Faunio di eroiia, scritta per mandato della Giuuta medesima, oi ci occuperemo specialmente di cotesto lavoro dell'elio idraulico veronese; qui ci basti notare che la iiinta, mentre crede prossima l'attuazione delle opere arte riguardanti la regolazione delle acque della Valle »1 Quieto, teme che la prima debba riuscire più diffici-per la solita ragione della mancanza di denaro. E be-e tuttavia occuparsene egualmente; poiché, quando itti saranno persuasi della necessità di quella impresa, rse anche i denari si troveranno. Le scuole sono un gradito e importante argomento idiscussione, poiché in esse si viene educando la novel-i generazione, e da esse dobbiamo aspettarci uomini, iquali scaldi il petto l'amor della patria, e in cui splen-isereno e vivace il lume della intelligenza. Qualcosa ipoco tempo s'è cominciato a fare anche tra noi per icrescere e migliorare l'istruzione publica, ma a gran tzza non quanto occorrerebbe per i bisogni del paese e ti tempo. Tuttavia anche qui dobbiamo riconoscere che i Giunta presente è benemerita della provincia per lo Indio assiduo, con cui si adopera a moltiplicare e italia-izzare le scuole. Anche l'anno scorso infatti essa aper-ìcol concorso del Municipio di Pirano una scuola reale atonoma in quella città, valendosi della scuola reale rferiore, che già vi esisteva, e ottenne poi che cotesta mola venisse dichiarata superiore e assunta dal Coverei. Ison potè invece ottenere ancora che il ginnasio di Milo, condotto da frati, che insegnano in lingua tede-ca, venisse secolarizzato e italianizzato. Ma poiché la na domanda è fondata nella legge, noi speriamo che ssa saprà insistere e farsi finalmente ascoltare. Meglio incora, se in luogo di un ginnasio ottenesse che a Pisi-io venisse istituita una scuola reale, come è ora propoli dal Consiglio scolastico e favoreggiata dalla Giunta istituzione di due altre scuole reali inferiori a Rovinio e a Lussinpiccolo. Finalmente ia Giunta ci apprcn-ie che anche nel passato anno spese 4200 fiorini per sti-pendj a 20 studenti universitari, 12 studenti ginnasiali e Idi scuole reali, e per sussidi a 45 altri studenti. Noi non dubitiamo che la Giunta, seguendo i desi-lerj della Dieta e del paese, continuerà anche nell'avvenire a occuparsi alacremente di questa materia, e terrà fermo sopra tutto il principio della nostra nazionali-là, che le leggi fondamentali ci guarentiscono. Di sanità publica poco abbiamo a dire. Fortunatamente la provincia nostra rimase quest'anno illesa da contagi ed epidemie, quantunque e li uni e le altre serpeggino attorno a noi. Però la Giunta bene adoperò per ottenere la vaccinazione colla linfa primitiva, anzi che colla umanizzata; e se guarda alla estensione che questo sistema ha ora preso nelle altre città d'Italia, specialmente nelle maggiori, si persuaderà della necessità di mantenerlo, malgrado le solite opposizioni dei soliti nemici del nuovo, e anzi si adoprera ad allargare quanto è possibile la vaccinazione, ora che il vajuolo picchia per così dire allo nostre porte. Il numero e le sedi dei medici distrettuali, la nomina di un veterinario e le competenze di alcuni membri del Consiglio provinciale sanitario formarono altrettanti oggetti di studio e di deliberazione della Giunta, e furono da essa trattati in modo rispondente alli interessi della provincia, quantunque non sempre la secondassero poi quelli, che decidono in ultima istanza. Quanto a strade, — pare impossibile! — non ci fa che un caso solo, in cui alla Giunta toccò di occuparsene, e fu per emettere un parere sopra un progetto di legge votato da non sappiam quale Dieta transalpina per la costruzione e manutenzione delle strade di accesso alle stazioni ferroviarie. Non sembra un'ironia? Noi, che non abbiamo un metro di ferrovie, diamo pareri intorno alla strade d'accesso alle stazioni! E di quella nostra ferrovia istriana, per la quale fu tanto detto e scritto, che n'è avvenuto? Fra li oggetti varj, di cui si occupò la Giunta, ne rileviamo uno solo, la conservazione dell'Arena e delli altri monumenti romani di Pola. La Dieta aveva votato tre anni fa una petizione al Governo per ottenere pro-vedimenti, che impedissero la deturpazione e il crescente deperimento di quelle classiche memorie; ma pare che l'argomento non sia stato trovato molto importante, perchè finora la petizione non ebbe alcuna risposta. Il Commune di Pota nominò esso stesso un conservatore delle antichità, ma che farà egli, se queste son dichiarate proprietà dello Stato, e a lui manca ogni veste o ogni autorità per tutelarle? In verità piange il cuore a vedere come sono ridotti que' splendidi avanzi, di cui si glo-ricrebbe ogni più illustre città. Noi crediamo che l'egregio Conservatore dei monumenti del Litorale (ci paro die così lo chiamino) potrebbe e dovrebbe interporre anch'esso la sua voce per ottenere qualche disposizione, la quale salvi le antichità di Pola dalla rovina totale, e noi dalla vergogna di averle lasciate rovinare. Chiudiamo, come abbiamo cominciato, con una osservazione linguistica. Ci pare che le Relazioni, sempre benvenute, della Giunta Provinciale non perderebbero nulla del loro valore intrinseco, e anzi, guadagnerebbero per eleganza di forma, se fossero in uno stile meno burocratico e non ricordassero tanto davvicino le elucubrazioni delle nostre cancellerie giudiziarie e politiche. Anche la forma ha la sua importanza, e noi meno d' ogni altro dovremmo dimenticarcene. v. Dieta provinciale» La dieta provinciale, dopo le due sedute, delle quali abbiamo pubblicato un breve resoconto, ne tenne ancora sette, e la sessione venne chiusa con la seduta del 13 ottobre. Senza far cenno delle suppliche, istanze, petizioni di privati e di Municipi, alle quali venno data evasione, riportiamo solamente quelle deliberazioni di maggiore importanza che furono prese durante la sessione dalla camera, servendoci dei resoconti stenografici, che ci furono gentilmente rimessi. In oggetti finanziar), dopo esame e riferta del comitato di finanza, vennero approvati i conti : a) Consuntivi del fondo di esonero del suolo istriano dell'anno 1870; e preliminare per il 1872. il vero, prima che il progetto venga attuato, temo dì vedere, che quel povero leone alato, che da tanti secoli sta là cheto cheto, sotto la grondaja del palazzo al riparo delle ingiurie della pioggia, vada a fare qualche bagno freddo nel mandracchio. V V" Ma mi par di sentirmi mormorare dietro le-spalle-la taccia di chiaccherone o simile, e ripetermi quel tr oppo rancido ritornello che le condizioni economiche del Municipio non permettono nè punto nè poco neppure l'attuazione dei lavori i più necessari. 10 poi mi permetterò di far osservare a tutti gli onorevoli, i quali additano la ristrettezza dei mezzi del Municipio come unico impedimento ad ogni sorta di lavori, che le condizioni economiche del nostro Municipio sano delle migliori fra quelle de^li altri Municipi istriani: e con tutto ciò si osserva che generalmente ben più di noi si fece, specialmente in fatto di strade, per migliorare le città. Nè io per nulla voglio concedere, che gli uomini i quali siedono al governo della nostra azienda comunale abbiano delle viste economiche che non am^ mettono appellazione: onde risulta, che se altrove si sostennero gravi sacrifizi per attuare- urgenti opere comunali, come appunto sarebbe il riattamento delle nostre strade, ben può anche il nostro Municipio scuotersi una volta, e provvedere a ciò che richiede la pià stretta necessità., Finalmente, baiti e ribatti-, gli sforzi del nostro onorevole Podestà, il quale, checché se ne dica ne ha il merito principale, circa l'istituzione d'una scuola reale superiore, furono coronati di splendido successo. Sotto l'egida dello Stato, l'istituto potrà ben fiorire più che non sarebbe accaduto se dovesse venire sostenuto dagli strettissimi mezzi onde può disporre la Provincia nostra. Una parola, di lode merita pure il nostro Municipio il quale a conseguire il lodevole intento fece generosi sacrifizi appena credibili. E qui con un arinederci faccio punto.. CRONACA DELLA CITTA. Ci sopravvenne uno scrupolo, e per liberare la coscienza da questo ospite scempigliatore-, e per prevenire il probabile allarme dei lettori istriani, dobbiamo fare u-na confessione; dobbiamo francamente confessare di avere commessa un' indiscretezza : chi non ne avesse commessa alcuna nella, sua vita, ci getti pure la prima pietra. Lo spazio occupato l'altra volta dalla nostra Cronaca-fu maggiore di quello che ad essa si addica nel periodico provinciale. Tre circostanze mitiganti, peraltro <1 irebbe un avvocato penale — militano in difesa degli imputati: la prima si è che la morale- di quel ramni -tino può trovare in ogni luogo opportuna applicazione; la seconda consiste nell'essere venuti spontanea-mente a sedere sullo SGanno dei delinquenti; la terza poi — più efficace- delle altre, epperciò ultima.secondo 1 precetti della retorica — risulta dall' aver occupato uno spazio da nessuno conteso. E qui, se il farlo non fosse oltrepassare i modesti confini della Cronaca, po-tressimo cogliere il destro per divenire da accusati accusatori. Aggiungendo quindi ancora la promessa di mettere dal canto nostro- tutta la, cura onde non ampliare la finestrella, dalla quale fa capolino 1' anguicri-nita Gorgone, ci sorride la speranza che l'eccelsa corte dei lettori: comprovinciali vorrà benignamente per questa volta mandarci assolti.. L'oggetto più importante dell'ordine- del giorno A esaurito dalla Rappresentanza Comunale nella ' seduta del 20 ottobre, che concerneva la nomina dei maestri e delle maestre per le scuole popolari secondo la nuova legge, ebbe il seguente risultato: Antonio Damiano-vieh, maestro dirigente ; Antonio Orbanich, maestro; Gregorio Draghicchio, sottomaestro : Giovanni Driuzzi (conf.), sottomaestro.. — Elena Lonzar (conf.), maestra dirigente ; Maria Kuhacevich (conf.), maestra ; Lucia Depangher (conf.), sottomaestra ; Francesca Spangher, sottomaestra. AlV amuto concittadino — Carlo Combi — la società capodistriana — di mutuo soccorso — in attestata i di cjndog-ianza — settembre 1871. È' questa la soprascritta di un albo, in cui i membri di quella società mettono i loro nomi, preceduti dal seguente indirizzo: Esimio signore, 11 rammarico da noi tutti provato- quando nel 18-6» vi allontanaste colla famiglia da questa città, la quale si gloria di essere la vostra patria, lenito allora dal sapere che sulla sponda opposta (qui alcune parole della copia, che ci venne favorita, sono affatto inintelligibili ) si esacerbò adesso- doppiamente per la perdita del vostro illustre genitore, di cui ci rimane un'angelica memoria, e pel cordoglio, dal suo trapasso cagionatovi. A significarvi tali nostri sentimenti vi offriamo questo albo, contenente- i nostri nomi autografi, palesando nello stesso tempo il desiderio che anche alla veneranda derelitta giungano, le manifestazioni del nostro omaggio. Yivete felice., Capodistria, nel settembre- del 1871. (Seguono oltre a duecento firme.). Questa amorosa dimostrazione, verso chi ha tanti titoli alla benemerenza della sua patria, non abbisogna di frasi apprezzatricL Da qualche tempo l'illuminazione della città non corrisponde più allo scopo di rischiarare le vie: i fanali dovvrebbero tutti mandare un sul'ricie.ite splendore, e non contenere soltanto una, fiam.netta da sacra immagine, la cui luce viene di sopprapiù minorata dal sudiciume che ap arma i vetri, non diciamo di tutti ma di molti fana.i. Un altro lagno. La Casa di pena, in seguito all'assunto incarico, provvede alla conservazione del viale, che? dal suo fabbricato corre sino- al magazzino del sale, coi gettarvi, secondo il bisogno, delle grosse scheggie, le quali rendono malagevole ed aspro il transito per quel luogo molto frequentato. Se non è possibile di poter coprire il breve tratto con ghiaia, si adoperi almeno-il rullo onde triturare alcune scheggie ed altre seppellire, facendo così il terreno solido più durevolmente, e meno incomodo il passeggio.. Un desiderio audace e una:pretesa folle pel tempo passato divennero oramai una realtà ; lo sconveniente e costoso vagamento degli ufficii municipali alla fine cessò per sempre: il Municipio dal 23 ottobre 1871 è ritornato nella sua casa, collocandosi nella parte più maestosa deli fabbricato. Tale effetto del nostro diritto cittadino! riconosciuto e rispettato, che si deve ali trionfo delle nuove massime liberali che per ogni dove penetrano, mette un sereno gaudio nel cuore di tutti i capodistriani, e molti lieti augurii fa pullulare nei- iloro menti l'associazione delle idee. Nel prossimo imero daremo un breve cenno storico del palazzo cornale, del litigio, e dei negoziati praticati onde otte-tre che venga restituito alla città. 'Mario. Ciò Toni, a proposito che parlemo del trasloco del Municipio, ti xe sta mai a le sedute comunali? 'mi. Mi, se go de dir la verità, no ghe so sta mai. Ma ghe andaria anzi volintiera, se se podessi saver con precision el zorno e l'ora e cessa che i trata. 'azario. Ti ga rason. I dovaria darghe più. . . come se dise . . . conosenza al popolo de quel che i ga de tratar. Sior Zorzi fante ma dito che ogni ra-presentante ricevi el so invito scrito, e che ne la gra-dela sotto l'atrio ghe ne xe un per futi. 'mi. Va ben ; ma xe tropo poco. Per el popolo staria ben che i metesse 1' ordene del zorno, come che i lo ciama lori, ne le quatro cafeterie e in qualche apalto* hzario. Sicuro. Cussi almeno chi che ga tempo po-daria andarghe. VARIETÀ. Cimeli romani passati dall' Istria in Venezia e monete veneziane in istria. 11 signor Vincenzo Padovan, mio compagno d' uf-icio nel H. Archivio generale veneto, ebbe questi pomi dall'Istria un anello romano di bronzo in feria di serpe attortigliata, fuso a tutto rilievo; nonché una chiavetta pure romana. Tanto 1' anello che la chiavetta derivano da escavi praticati nel po to Quieto presso Ciltanova, e 1' anello specialmente è li cosi bella fattura, e di cosi perfetta conservazione da poter figurare in qualunque più cospicua rac-tolta. — Il signor Padovan, dilettante di cose anli-the e rare, è versato particolarmente nella numismatica veneta, tanto che compilò un assai diligente e compiuto Sommario di nutnografìu veneziana fino alla cadala della Repubblica. Essendo frequentissimo il rinvenimento di molile veneziane, anche delle più antiche, in ogni parte dell'Istria, non sarà, penso, senza interesse per molti lettori della Provincia uno squarcio della breve e succosa prefazione che il chiarissimo Bartolomeo Cecchetti, professore di paleografia e segretario di questo Archivio, faceva precedere al lodalo Sommario pubblicato nel 1866 dalla Tipografia del tori! m e re io in Venezia. Tomaso Luciani Materia inviluppata e controversa è lo sludio della j, Numismatica veneziana, sebbene non risalga ad . epoche rimote, nè porga soverchie asprezze nel-, la parte grafica e figurativa. Non è però meno va-, sta di quella d' altri paesi, nè richiede meno so-„ lerti investigazioni, dacché, svolgendo gli antichi „ documenti, occorra di trovar ricordate monete pa-„ trie delle quali più non esiste alcuno esemplare. ,, „ Ed in vero, ancorché in questi documenti la „ nioneta, quale compenso di terreni, vignclf, sali* „ ne, eccetera, dati a livello, o venduti, s'incontri „ raramente, e piuttosto vi si veggano sostituiti Po-„ ìio, la cera, il sale, il frumento, ed altro; pure, „ a tutto il secolo XI, rinvengonsi indicati nummi „ imperiali, e anche prima di Vitale Michicl II „ (1156-752), dal quale facciamo cominciar la se» „ rie delle monete ducali note, si hanno esempj di „ numi e zecca veneziani. „ Degli imperiali, sono i denari (p, e. in un „ docum. 1036, 2 giugno, Rialto, a reti. San. Gior-„ gio); la reale libra argenti (ibid): le lite di de-„ nari (1069, aprile, llialto San-Giorgio), o di „ denari purissimi (denariorum exmefalorum, 1071 „ gennaio, Rialto, San-Giorgio)$ i mancosi, o man* „ cusi, dei quali tocchiamo, al marcuccio di Gio-„ vanni Dandolo, le lire nominali d'oro : i bisunti, o „ besanci, o perperi, o iperperi aurei, saraceni, „ saracinescij, palekenurgi, boni pensantes expendi-„ biles (1059, luglio, Rialto, San-Zaccaria) i sol* „ di veronesi (1098, gennaio, Chioggia, San - Gi-» orgio). „ Riguardo poi all'antichità della zecca vene-„ ziana, noi non diremo che il solo cognome di Mo-„ welario (a moneta) , col quale certo Giovanni sos-„ crive un documento del 1090 (luglio, Rialto, „ San - Giorgio), o la frase: et centum libras nos-„ trornm denariorum. usata dal doge Domenico Sel-„ vo in un atto del 1074 (settembre, Rialto, San-„ Giorgio), bastino a persuaderci che Venezia bai-„ tesse moneta propria nel secolo X'; nè che sia „ da dar piena fede a quanto asserisce l'illustre ,, cronista Andrea Dandolo (Cron., codice della li» ,, breria Tiepolo, ora del conte Girolamo Dandolo, „ pag. 75,) :Ilic Rodulfus sui regni anno 1111 (924) „ . . . declaravit, ducem /'enetorum polestalem habe-„ re fabricandi monetum, quia ci constititantiquos „ dnces hoc contiuuatis temporibus perfecisse; (ut— „ tavia ricorderemo, in qualche documento Venezia-„ no del secolo XI (p. e., in uno del 1095, mag~ „ gio, Torcello, areh. San - Zaccaria), le paride: li-„ bras ducentas denariorum noslrae monetae; e l'at— „ to di vendita (1112, settembre Riatto, ardi. Dit"-„ cali) di un terreno in parrocchia di San-Rartolo-„ meo, per 2000 lire di denari, fatta dal doge Or-„ delaffo Falier a Vitale ed altri della famiglia Ba-„ seggio: — totani nostrum publicam terram ubi an-„ tiquilus usque modo nuper nostra fuit et labora-„ batur moneta. — Lo che ci prova ben prima delle „ monete ducali conosciute, essersi battuta in Venezia „ moneta veneziana. „ „ Negli si udii storici, come s'intendono oggi „ giorno — paziente e documentata disamina del pas-„ sato — anche la nuda citazione di fatti isolati, od „ estrinseci, può sgombrar le tenebre, e fornir idonei „ argomenti a raggiungere il vero. „ Per la qual cosa reputammo non inutile il „ pubblicare una descrizione delle monete veneziane „ sin qui note, non badando alle false; e ciò colla « maggior possibile brevità, onde, a dir cosi, in u-no sguardo, fosse offerto modo di afferrarle tutte. „ Ma se in noi sorge il pensiero dell'indice illu-„ slrativo che presentiamo, altri, in siffatto campo per „ assidui sludii ed acuta crìtica pentissimo, a una v nostra inchiesta, vi diede forma. Fu egli il nostro „ amico Vincenzo Padovan; ed onta del suo av-„ versare tale sincera confessione, il' mani tostarlo „ pubblicamente è per noi un debito, e a un tempo „ stesso una compiacenza.,, Venezia, aprile Ì8C6. li. Cccchelti. Torna strano che in Capodistria,. città che accolse tante famiglie di Dragomani, od indigene o divenute tali, siccome furane anche i Carli dai quali l'illustre Gianrinaldo,. non sic no note, libri o scritti di arabo, di persiano, di ture»,, quasi siffatte lingue non sien» state cattivate- in Capodistria o dai Dragomani ritornate- dalle loro stazioni nel Levante, o dai figli che almeno nell' interno della famiglia si sarebbero preparati a migliore studio altrove, e non sieno note libri a stampa. Di Pirano ci è noto che un Antonio Vitali emendò la tradizione dall'Arabo da Stefano di Antiochia del Haliobatys, volgarmente detto lìe-rjalis dispostilo. E questa correzione scamp;misi nel 1492 in Venezia per opera di Bernardino Riccio di Novara, a spese del" Dottore in medicina Giandomenico, de Nigro, con privilegio decennale del Senato; Veneto.. La famiglia Vitali dura tuttogiorno in Pirano, della famiglia dei Podestà o Podestà di Fasa-na, della quale era il primo Professore di lingue orientali in Vienna-, a tempi dell'Imperatore Leopoldo I, onorato da questi del titolo di Segretario Imperiate, di quella Cattedra che poi si convertì in Accademia insigne, niuna- notizia potè aversi-. Ed ambedue questi non erano d'i Capodistria, ma di altri luoghi della provincia. E rimane speranza che in. Capodistria si' rinvenga qualcosa.. G. M. Abbiamo ricevuto la seguente-: Onorevole Sig. Direttore: Ricevo in questo punto il n. 20 dell» Provincia, del l'6 corr., e trovo in fondo all'ultima pagina racco ma ula-ti come ottimi e istruttivi libri alcuni volumetti della Biblioteca Amena edita dal Treves a Milano: Libri ottimi e-istruttivi.! son due epiteti; che promettono molto, forse anzi troppo, perchè è assai difficile trovare dei libri ottimi ; anzi per me lo credo impossibile ; e quanto ai libri istruttivi,, egli è un affare assai delicato, nel'quale bisogna andar molto a rilento, per evitare il pericolo che un libro, il quale viene presentato come istruttivo, non sia invece qualcosa altro. Ma a parte ciò-, io devo credere che alla Redazione quelle due righe di; raccomandazione siano sfuggite in un eccesso- di- zelo- per favorire il librajo Cerntvani, o che essa non abbia letto» per intero, tutti i libri, che consiglia ai giovani. Io invece li ho letti tutti e posso assicurarvi, clie tra alcune buone letture ve n' hanno altre, le quali non meritano in aleun modo l'appellativo di istruttive, e I I molto meno quello di ottime; anzi, se una raccomanda» zione io dovessi fare ai giovani, sarebbe quella che non perdano il tempo a leggere certi romanzacci della nuova scuola realista di Francia, i quali isteriliscono il cuore, guastano il sentimento del bello e non lasciano che un germe di scetticismo, egoista, che non ha certo bisogna ai venir diffuso più cne non sia. Se i giovani vogliono il consiglio di uno, che è più vecchio di loro, scelgano da quell' elenco, che la Proviti-eia ha riportato li eleganti romanzetti del Barrili, il libretto di Marco MonnierT i due raccontali del povero Mascheroni e quelli di Giovanni de Castro, nonché la traduzioni di Shakespeare; ma quanto al resto, specialmente i romanzi diGaboriau, di Feuillet, di Wilkie Còl» lins, li lascino stare, perchè- non ci troverebbero proprio nulla- per loro. Sono droghe- forti buone pei palati gua-j sti, non cibi schietti, quali li esige la schietta indole gio-1 vallile. Scusate, sig. Direttore, il disturbo, e fate di questa ; mia l'uso che vi pare. Vostro Devotissima Rovigno, 18 ottcbre~ L. P. Vendita som©-bachi cellulare, j L'i. r. Società agraria di Gorizia confezionò in quest' anno circa 600 once di semi mediante seleziona cellulare. Per la loro produzione furono scelte idonea partite di bozzoli derivanti da semente cellulare- del 1870; l'isolamento e la selezione delle farfalle furono» praticati dati' f. r. Istituto bacologico sperimentale di' Gorizia, conservando soltanto, il seme prodotto da farfalle assolutamente libere da corpuscob. Kella scelta delle- partile si ebbe riguardo- ad escludere quelle che fossero sospette di flaccidezza. Questa semente viene posta in vendita a prezz» moderato-clie resta fissato, ali'oncia di 2à. grammi, coirne- segue: 1. Razza nostrana gialla di Fiume- . > £ 8.— 2. n v ir friulana . - « 8.— j n- « n- del Carso- _ - t> 8.— 1 4. v giapponese verde annuale .. . v 8.— ; 5. « francese gialla . ...... .. . » 10.— J Le ordinazioni, accompagnate dal relativo impor*- toy sono da dirigersi all' i. r. Società agraria di Gorizia colla precisa indicazione della qualità desiderata.. Alt' onorevole Redazione del Giornale la Provincia-. Osservammo nel pregiato suo foglio- M> corr. r. 23, e precisamente nella tabella indicante i prodatri Istriani portati in evidenza all'esposizione Triestina, che il Consorzio* delle- saline di Pirano, espose soltanto i prodotti del suo stabilimento Chimico, mentre a lato di quelli, pur figuravano abbastanza abbondevolmente i camp inni, di sale marino, comune e distinto della stessa Società.. Ciò vero viene pregata codesta onorevole Redazione dì' voler rettificare in questo senso nel prossimo suo giornale il corso- errore, o la corsa eventuale ommissio-ne, ed infrattanto coglie il vantaggio e l'onore di dichiararsi.con stima distinta. Pirano, li 29 ottobre 187L. C. dJe Furegoni. nostra scusa diremo, eliti nel catalogo, ufficiale della esposizione, il quale ci Ita servito nella compilaziune dell'elenco degli espositori istriani e de-gli oggotti esposti, il Consorzio sali di Pirano non figura altro che nella sezione industriale n. 220, e solamente per prodotti chimici. TIF. DI GIUSEPPE T0.\DELLL NICOLO' de MADONIZZA Redattore.