i Soldi IO al numero. L'arretrato soldi 20 L'Associazione è anticipata: annua o semestrale — Franco a domicilio. L'annua, 9 ott. 78 — 25 settem. 79 importa fior. 8 e s. 20 ; La semestrale in proporzione. Fuori idem. Il provento va a beneficio dell'Asilo d'infanzia L'UNIONE CRONACA CAPODISTRIANA BIMENSILE. i t si pubblica ai 9 ed ai 25 Per le inserzioni d'interesse privato il prezzo è da pattuirsi. Non si restituiscono i manoscritti. Le lettere non affrancate vengono respinte, e le anonime distrutte. Il sig. Giorgio de Favento è l'amministratore L'integrità di un giornali consiste »eli' attenersi, con costatila td energia, al vero, all' equità, alla moderatezza. ANNIVERSARIO —.....Maggio 1728 — Nasce Nicol» Picciuni — (V. Illustrazione) APPENDICE AL CATALOGO (*) ielle illustri Italiane contemporanee (F. il N. prec.) Dafne IVazari - Gargiolli di Piacenza. E giovane sposa, divenuta madre da pochi mesi, legata per nozze auspicatissime a tale che per alto ingegno ed animo eletto, che per iscritti educativi e per 1' opera prestata nel pubblico insegnamento, benché in fresca età, è da tutta Italia riverito, il March. Carlo Gargiolli, R. Provveditore sopra gli studii in Ancona. Ora è volta alle cure domestiche, ma fanciulletta ancora dettava parecchi mirabili componimenti, di gran lunga superiori a quanto avrebbe potuto aspettarsi dall'età 6ua. Ne ho sott'occhio parecchi, e a prova di ciò che affermo valga il seguente che porta a titolo II mio paese : Da' miei primi anni dolce compagna, Natal mia terra ti porto in cor, 11 verde smalto di tua campagna Al mio pensiero presente è ognor. In te crescendo, della natura L'alma bellezza conobbi in te: Allora, ignara della sventura, A me chiedeva : dolor cos' è ? Gli ardenti raggi d' un sol cocente Non mi toglievan la gioia allor D'una farfalla (scherzo innocente) Seguir le tracce di mezzo ai fior. Ricinta ai fianchi la rosea vesta Alla chiesuola moveva il piè: Un nastro al collo, un fiore in testa Chi più felice era di me? Del sacerdote al canto grave Univo il tenero canto infantil, E quella prece mesta e soave Stava ascoltando spirto gentil. Poscia dal caro tempietto mio Volgeva i passi al patrio ostel, Lieta d'avere pregato Iddio Pei geuitori, pel mio fratel. Ma, giunta a casa: sei stata buona? La dolce madre chiedeva a me: Si, mamma: un bacio tosto mi dona, La tua bambina pregò per te. Terra adorata! le prime istorie Ogni tua zolla ricorda a me: De' miei primi anni quante memorie, Natal mia terra rinchiudi in te! Piacenza 1 Gennaio 1873 La bella canzone che s'intitola Le donne inspirataci degli uomini grandi, e incomincia. Futil desio d'immeritata lode O di fuggevol gloria Non è non è lo sprone Ch'or mi sospinge nel temuto agone ; ecc., i decasillabi Ad una rondine; l'ode A Massimo Bosdli; l'altra a Carlo Gargiolli affet-tuosissima; gli sciolti intitolati Ofelia, fanno desiderare che questa giovine scrittrice, conse-crandosi ora alle cure di sposa e madre non abbandoni gli studii della patria letteratura, nei quali diede sì bella prova di sè e ne pro-mette di più splendide ancora. Le saranno ac- (•) V. L'Italia Vivente del Carpi (Milano, Val-lardi, 1878), e L'Unione 9 e 25 settembre 1878, 9 e 25 ottobre a. s. cresciuti i pregi di sposa a marito si degno, di madre educatrice de suoi figliuoli. Maria Accusani uei Zaffurini. Altra egregia donna e vivace ed elegante scrittrice di prose e versi fu Maria Accusani, che nata in Mondovi di famiglia acquose e passata a sposa in seconde nozze nei Zaffarmi di Ferrara, ivi moriva a' 16 febbraio 1874, giovane ancora. Ella soleva affidare gli affetti e i pensieri, le gioie e i dolori suoi a scritti, di che facea parte alle sorelle, a'congiunti, a' più intimi della sua famiglia. Strappata che fu al desiderio infinito dello sposo e de' suoi, ed alla sincera affezione di tutti che conoscendone intimamente le doti della mente e del core, sapevano apprezzarne i meriti e letterarii e morali, la sorella Clotilde raccoglieva in un bel volume che pubblicavasi dalla tipografia Chiontore e Ma-scarelli in Pinerolo alcuni eletti parti dell'ingegno della sua diletta Maria. Fra questi alcuni componimenti drammatici e lirici. Ne' primi si appalesa l'arguta e brillante giocondezza dello spirito, negli altri una pronta e facile vena e un certo fondo di solenne mestizia, eh' era forse un presagio del troppo immaturo suo fine. Di tal indole sono gli Sciolti ad Eleonora Mucciarélli nel di dei morti — 1' Ode a sua sorella Giacinta — i Fiori appassiti — Le Memorie e speranze — Le Nostre rimembranze alla sorella Clotilde — La Ghirlanda della tomba. Con questo volume Clotilde, moglie dell' uomo insigne che è il Barone Domenico Carutti di Contegno, non poteva erigere monumento più degno alla sorella! Ecco un saggio della sua maniera di verseggiare, della mesta delicatezza dell'anima sua: Stornello Di vizzi fiori io tengo un canestràio; Ma ognuno di qnei fior mi parla al core: Havvi un fior che di rosa è un bottoncino, Egli fu quello del mio primo amore: Havvi un pensiero, ma quel mesto fiore È stato quello del più gran dolore! L' ho raccolto in ginocchio sulla fossa D'una madre che piansi e piango tanto, E se il miro vorrei che le mia ossa Andasser presto a riposarle accanto! (') Havvi un ramo d'allor nel mio canestro Raccolto da una tomba di Palestro ; Ovunque peregrina il piede volgo Sempre di fior, dei fili d'erba colgo. La violetta della mia collina E una bella ginestra montanina; Il giglio della valle ove festosa Passai la fanciullezza baldanzosa; Ho dei fiori appassiti nelle danze All'età delle vergini speranze, E benché fuggan del passato l'ore Sempre quei fior mi parleranno al core. (*) Una parte del mesto voto fu compiuta e il sepolcro fu immaturamente aperto alla sposa leggiadra, alla vivace ed elegante scrittrice. L' altra parte no ; chè le ceneri della madre riposano nel camposanto di Pinerolo, quelle della figliuola in Ferrara. (Continua) Jacopo Bernardi Errore tipografico. (V. il N. prec.) La Graziani morì nel 1818, non già nel 1878, Essente vissuta 35 anni, ne visse oltre la metà nel secolo presente. BRUTTE PROSPETTIVE È necessario ripetere quelle lamentazioni che da più mesi s'odono da tutti sulle nostre condizioni economiche dissestate dall'imperver-sare delle stagioni, e manifestare eziandio qualche desiderio sui mezzi più adatti per attenuarne le conseguenze. Innondazioni, tempeste, nubifragi, travagliano da vario tempo quasi tutta Europa; e noi pure, senz'essere fra i più sfortunati, abbiamo giusto motivo a dolersene. Quando una provincia, come la nostra, la quale attende tutto dall'agricoltura, sospira da nove lunghi mesi un raggio di sole, il suo canto non può essere certo quello del rosignuolo. Visitiamo l'interno dell'Istria e vedremo la maggior parte dei terreni incolti, perchè la seminagione dei cereali, che è forte prodotto della regione, fu in molti luoghi affatto impedita dalle continue pioggie, e quei pochi tratti posti a coltura tra una pioggia e l'altra, li vedremo smilzi, ingialliti, come l'ammalato di doppia terzana che vi fa più compassione di un morto. E per quei luoghi l'ultim'ora è suonata, perchè il tompo di tali seminagioni è bello e passato, nè quei terreni potrebbero ora accogliere altro seme con speranza di successo. Le viti, altro prodotto importante, se ne stettero durante tutto l'inverno in un fondo pantanoso, non ebbero la voluta assistenza nei lavori d'interramento, ed oggi le poche gemme, che avrebbero tanto bisogno d'un bel sole che le invigorisca e permetta la benefica azione della zolt'oratura, crescono senza fratto. Per doppia sventura poi, quelle parti dell'interno della provincia arricchite da più larga coltura, furono proprio le più bersagliate dall' imperversare degli elementi. Anche il tempo per l'allevamento dei bachi, atteso dall' agricoltore dell' interno quale ultima ancora di salvezza, è arrivato e continua sfavorevole come tutto il resto. Lo schiudimento del seme ritardato, i cangiamenti di temperatura repentini e marcatissimi, la foglia del gelso meschina e cattiva, sono tutte cause che inevitabilmente produrranno cattivissimi effetti. E così tutto sommato, il quadro ci presenta tabula rasa. Nelle parti vicine alla costa, dove lo sviluppo dell'agricoltura è maggiore per la risorsa dei facili mezzi di comunicazione con la città madre eh'è Trieste, si lamentano le medesime disgrazie: la coltura delle piante primaticce, oggetto di grandi cure pel nostro agricoltore e non piccola sorgente di lucro, tanto più sentito nei momenti che il bisogno di quattrini è stringente, per quest' anno può dirsi interamente fallita; i numerosi alberi da frutto spogli affatto; impediti nella massima parte i lavori dei terreni, i pochi coltivati danneggiati dalle costanti piogge, dimodoché se pur giungesse il bel tempo desiderato, questo troverebbe tutto à mal partito ; e Dio non voglia poi alla fine che dopo tanto tempo brutto non giuga uno di troppo costante serenità, a compiere l'opera di distruzione. Resta in alcune parti l'olivo, la di cui fioritura è prossima, ma di quosto prodotto le speranze sono tenui, dacché l'anno scorso il frutto fu abbondaute, e di solito ad annata ricca non ne segue una seconda eguale. Immiserita la popolazione agricola, ogn' altra classe subirà le medesime sorti. Ci direte corvi delle male nuove, ma l'illudersi non giova; e se può riescire opportuno in date circostanze recriminare le cause d'un male che per relativa anemia più facilmente colpisce, suggerendo con larghi concetti il rimedio, è più necessario, per quanto gretto apparisca, l'adoprarsi alla ricerca di quei più facili e pronti rimedi, che attenuino in parte almeno le imminenti conseguenze. E l'attuazione loro è doverosa per chi ha direttamente in mano i mezzi di giovare. Sappiamo che il governo dispose per alcune comuni di campagna dei buoni d'anticipazione per provvedere lo zolfo tanto necessario ad assicurare il prodotto delle viti ; ma, diciamo senz'ambagi, tale palliativo sarebbe solo apparente se da parte della stessa autorità non si revocasse, almeno temporariamente, l'ordine della rigorosa percezione trimestrale delle imposte in via esecutiva, la quale anche in anni di sufficiente floridezza, grava assai il piccolo possidente che non può fare assegnamento sui propri incassi che in dati periodi dell' anno. È vero che la riscossione si rendo inevitabile per l'esatto andamento della macchina amministrativa, ma dalla durezza del modo e dal periodo di tempo nella percezione del tributo, dipende assai il grado di sua gravezza. Riteniamo che in questi termini il desiderio esposto non possa non essere giudicato equo. Da notizie giunte dall'alto, rileviamo l'intenzione del governo d'estendere in breve e forse subito l'anno venturo, salvo l'insorgenza di imprevedute circostanze, la linea doganalo anche all'Istria e, quel ch'e peggio, escludendo dall'unione la città di Trieste. In generale parlando, ogni inceppamento al libero scambio nuoce alla maggioranza della popolazione e più particolarmente a quella parte che consuma e lavora, ma considerate le relazioni d'affari molteplici quotidiane della provincia nostra con Trieste, unico nostro mercato, non possiamo immaginare l'attuazione di tale linea senza vedervi per lTstria iu generale disastrosissime conseguenze. E toccando esclusivamente di noi, impedisca il governo, almeno temporariamente, l'ingiusta concorrenza che fanno i carcerati agli operai della città, togliendo non foss'altro la vergognosa loro partecipazione ai lavori fuori della carcere. Alla sfera d'ogni singolo Comune, sempre in relazione a' propri mezzi e quindi senz' uopo d'aggravi maggiori, spetta l'umanitario compito di sollevare negli anni calamitosi la parte più indigente della popolazione. Ci consta delle disposizioni, prese in alcuni luoghi, d'anticipate sovvenzioni per acquisti di zolfo, ma questo è nulla di confronto ai maggiori e più urgenti bisogni che saranno reclamati nella prossima invernata. Sarà perciò, a nostro vedere, saggia misura quella di limitare al puro necessario ogni spesa delle varie partite a carico dei bilanci comunali, togliere anche le meno urgenti e devolvere invece, oltro alla tangente preventivata, ogni risultante economia a scopi di beneficenza, allargando dove già esistono od istituendo, le case di ricovero, i monti di pietà, ed altre simili istituzioni onde sovvenire il vero indigente. E largo campo, in simili circostanze,resta pure riservata alla beneficenza privata la quale può, volendolo, trovare il mezzo d'aiuto anche senza proprio pregiudizio. Abbiamo assistito reeentemente ad una generosa gara d'obbìazioni pei danneggiati di Szeghediuo, e nel far cenno di ciò non intendiamo, nè crediamo che le condizioni nostre sieno tali, da consigliare una ripetizione d'una simile carità a favore nostro. Ma quanto profittevole non sarebbe, almeno nei capo luoghi, una raccolta di capitali da dedicarsi sotto saggia e regolata amministrazione, quale è quella di un monte a pegni o d'una banca popolare, per sovvenire con moderato procento gl'improvvisi bisogni del popolo? Ecco il vero mezzo riservato alla beneficenza privata, la quale con forze unite potrebbe rendere utile grandissimo, e liberare eziandio il paese dalla cancrena dell'usura. Altre volte in queste pagine accenammo all'urgenza di simili istituzioni nella proviucia nostra, ed oggi facciamo voti che il crescente bisogno sia incentivo d'attivazione: avremmo in seguito il conforto dell'opera buona, e potremmo dire almeno, che tutto il male non giunge per nuocere. C—l. LA DOGANA Dall' Istria, maggio 1879 (x) Chi si mettesse a scorrere i giornali triestini di venti anni fa, vi troverebbe, iu numerosi articoli inviati dall'Istria, combattuta la dogana (allora qui esistente) a dimostrata di gran danno alla provincia nostra, di pochissima utilità per i paesi interni e di nessuna per lo stato. Non convinto da principio il governo dalle incalzanti rimostranze della stampa, perchè non le riteneva fondate, veniva ben presto l'esperienza a confermargliele e indurlo a sciogliere la meschina Istria dalle sbarre oltremodo perniciose. Ed ora, mentre appunto l'Istria, non ancora perfettamente racconciata dopo le tristi conseguenze della prima dogana e delle successive calamità campestri, trovasi prossima all' indigenza, le viene da Vienna il ripristina-mento della dogana. Questa brutta notizia ce l'hanno data testé tutti i giornali della monarchia austro-uuganca, annunciando che, col gennaio del prossimo venturo 1880, l'Istria, la Dalmazia, l'Erzegovina e la Bosnia dovranno formar parto del nesso doganale, a tenore di una deliberazione presa dal consiglio dei ministri. Quantunque sia molto facile il presagire la breve durata anche di questo secondo esperimento, tuttavia, il tentare di stornarlo è necessario, è urgente. Alla Giunta provinciale, ai Municipii, ai Deputati dei parlamento, alla Camera di Commercio incombe alzare la voce e porre in effetto le pratiche opportune; nè il confidare nel patrocinio di tali dicasteri po-trebbesi giudicare vano, tanto più che, oltre alla loro notoria solerzia ed energia, c' è questa volta pur troppo l'agevolezza del mandato, che viene a consistere nella pura. e semplice descrizione delle straordinarie e speciali emergenze, che quest' anao concorreranno a depauperare ancora di più la già depauperata provincia. Infatti le campagne e le saline, precipue fonti di sostentamento per gl' Istriani già diedero e quest' anno daranno, a motivo delle notissime circostanze, sì scarso prodotto che qui da per tutto regnerà miseria, e in alcuni distretti la fame; non esageriamo. A rendere poi ancora più infelice la nostra posizione, concorrerebbe, al caso della fatale riattivazione, il restare Trieste e Fiume fuori del territorio doganale. Una tale separazione sarebbe il sommo della sciagura; sarebbe addirittura rovina. A Trieste, a Trieste soprattutto fa capo l'intera provincia; essa è il grande, l'unico centro di commercio al quale noi portiamo e attingiamo; tutta la vita commerciale istriana è sui mare; la ferrovia che percorre l'interne della provincia non ha potuto togliere al mare alcun mercato, nemmeno il transito dei passeggeri; ed i porti dell'Istria, che per essa hanno importanza eguale a quella dei polmoni in un corpo vivente, verrebbero oppressi dal deleterio' sistema ; e quale necessaria conse- guenza di tutti questi malanni si verificherebbe il fatto inaudito e inumano che i maggiormente colpiti dalla dogana sarebbero la gran massa dei poveri consumatori, già immiseriti tanto per i mancati raccolti. Ein questo per noi desolantissimo avvenire, nn po' solo di vantaggio ne verrebbe qui ad una parte dei pochi nostri produttori, mentre maggiore, se non tutto, lo godrebbero quelli dell'interno, per la cui mensa in tale modo verrebbe sgozzata questa povera agnella, che si chiama Istria. No, non potrà essere cosi: noi confidiamo che l'evidenza dei danui, che apporterebbe all'Istria la riattivazione della dogana, indurrà gli onorevoli ministri a modificare la loro deliberazione; noi confidiamo pure che chi ci rappresenta saprà rinscire nei far trionfare in tale bisogna i sentimenti dell'umanità. È questione d'umanità ; imperocché dell'Istria, nel suo essere attuale, non si può con senno tenere (per quanto concerne la dogana) il generale ragionamento teorico; conosciutene le sue specialissime circostanze, fa dr uopo concludere ciò che, sebbene in guisa non per cagione nostra incompiuta, è stato or ora da uoi concluso. SECONDA CICALATA (V. il num. 14) Ma cari amici, pensateci un po' soprai Voi mi prendete per le braccia e mi trascinate (sorridenti e garbati si, ma mi trascinate) sul proscenio, obbligandomi a tenere un'altro discorso... che Demostene, Cicerone, Mancini e tutti gli altri mi perdonino... voleva dire un' altra cicalata al cortese e colto pubblico, mentre in verità dovrei invece starmene rincantucciata dietro le quinte ad udire e a fare le calze nei pochi giorni che ancora mi mancano prima di tirarle... e non ponete mente ai probabilissimi sbadigli degli uditori: a voi basta ch'io bene o male vi occupi una colonnetta ... ma questo si chiama egoismo bello e buono: per cansare fatica cacciate in bàlio-ine povera vecchierella ... di ehecosamai volete che intrattenga il pubblico, ehe cosa volete cho gli racconti di bello colla sinfonia dei miei colpi di tosse? — Ma, mi soggiungete, ella (stampate colla e piccola!) è modesta, cara signora Eleonora; sappiamo benissimo che ha leggiucchiato sempre qualcosuccia, che ha vissuto sempre nel mondo, avvicinando spesso persone colte, e che quindi, un po' cogli occhi e un po' colle orecchie deve aver fatto dell'esperienza: "vivendo s'impara»; "chi ha passato il guado, sa quanta acqua tiene,, : "la pratica vai più della grammatica „ ! — E con tali lusinghiere affermazioni pretendereste eh' io m'in-galloriassi! Ma è appunto quel pochino 4' esperienza che mi consiglia di por guardia alla bocca: le vostre citazioni proverbiali saranno eccellenti in teoria, ma in pratiea ci corre, ci corre; ve ne posso anzi contrapporre delle altre, per esempio : " l'abito non fa il monaco „ ; " la croce non fa il cavaliere „ ( ed io ne porto sette e mezza... sulla schiena ) ; " la barba non fa il filosofo „... e se continuassi di questo trotto, potrei empiervi tutta 1' Unione ; ma trotto e settantacinque anni non siponno conciliare... perciò mi fermo a prendere fiato e... a fare come volete, cattivi soggetti. Mi coglie ben grave pena pel ghiribizzo venutomi l'altra volta di scrivervi! Pazienza! "chi è imbarcato col diavolo, ha a passare in sua compagnia,« È nn modo di dire Dopo di avere rimuginato a lungo e dopo aver preso ispirazione dalla mia indivisile scatoluccia, mi sono decisa a mettere giù alcuni periodi sulla educazione del cuore. L'educazione del cuore ha un'importanza somma'; essa è, oltre che fine a sè stessa, il mezzo più potente, l'unico, onde crescere la gioventù a formare una società differente dalla nostra. Pur tropo i piani e- i sistemi attuali delle scuole ben poco o quasi nulla vi provvedono. Si fanno degli eruditi, ma uomini di cuore, uomini che abbiano la forza di sacrificare l'ambizione alla lealtà, il proprio benessere ai nobili affetti, alla fermezza, al coraggio, no. Tutta la cura d'educare il cuore nei primi anni, nell'epoca appunto decisiva, la si lascia al povero sacerdote, il quale occupato per necessità a rendere ai fanciulli meno uggioso il catechismo, non ha modo nelle brevi ore assegnategli di allargarsi a studiare ciascuna indole. I genitori poi si gloriano nel sentire il fanciullo a ripetere con tutta precisione le cose apprese: ed anzi non è raro che presagiscano molto bene di lui nel verificare che ha grande memoria; la grande memoria basta per accontentarli, e non pensano ad altro. In seguito nelle scuole popolari, il dovere assoluto del maestro di attenersi geometricamente al piano d'insegnamento, di esaurirlo entro il termine stabilito, e il grande numero degli scolari, gli rendono impossibile l'educazione: egli non può quindi che imbottare le ordinate cognizioni. Lo stesso si dica dei gin-nasii, dopo i quali capita l'università, che spesso oltre al cuore guasta la mente e talora anche il corpo ; parchè da un freno rigidissimo gli studenti passano immediatamente nella piena balia di sè stessi; a parecchi di essi tocca la misera sorte che soprasterebbe ad uno che lanciassero in mare senza prima avergli lasciata 1' opportunità d' imparare il nuoto. È un fatto: tutto il guasto oggi deplorato nella società dipende in parte dalla mancante e in parte dalla difettosa educazione. Sono quasi pentita di avere scelto un tema pel cui sviluppo ci vorrebbero volumi, e pel quale sento ora, troppo tardi, l'insufficienza delle mie forze; ma essendomi pur. neccessità di procedere e chiudere, lo farò con alcune interrogazioni. Quando, per esempio, ditemi, vi siete imbattuti in un genitore che faccia la carità per mano del suo figliuoletto ? Per essere sinceri, mi dovete rispondere: quasi mai. Avete mai inteso che un docente perdoni un fallo quantunque sia stato confessato senza bisogno di promesse o di minacce? Anche qui mi dovete rispondere: quasi mai. Eppure il mezzo per sradicare la tendenza alla menzogna, che è la peste del cuore, consiste appunto nel premiare fin dai primi anni la sincerità. I docenti ed i genitori si danno forse cura d'instillare coli' esempio proprio, e collo storico opportunamente citato, e con eloquenti apostrofi, la virtù dell'abnegazione, e d'infiammare all'amor di patria, e d'indurre alla benevolenza? 1 docenti continuano mai ad avvicinare, dopo le ore di scuola, i loro allievi al passeggio, onde con opportuni discorsi fornire loro a grado a grado la necessaria esperienza del mondo la quale certo non si acquista colle sole cognizioni? Rarissimi sono gli esempii. Ma gli è indubitato che se tutti i genitori sapessero, e tutti i docenti in alcuni casi potessero e in altri volessero, comportarsi, come interrogando ho esposto, già grande vantaggio morale ne frutterebbe alla società, e molte piaghe verrebbero sanate. Perdonatemi, vi prego, la strettoiata; e, tenendomi conto almeno della buona volontà, datemi prova che il vostro cuore fu educato anche all'indulgenza. Eleonora Rizzato CONTINUA rarftomento intimo cittadino ( V. il N.o prec.) Conviene oggi venire ad una conclusione, imperocché l'altra volta non si fece altro che mettere innanzi un vago progetto. Alcuni nostri amici, persone che delle coso cittadine s' occupano con affettuosa e intelligente solerzia ci dimostrarono essere molto più pratico spe-diente, onde raggiungere il comune intento, quello d'invitare i cittadini a versare un importo per una volta soia, invece che obbligarsi a contribuire mensilmente; e noi persuasi dell' opportunità di tale spediente, oggi apriamo la sottoscrizione cittadina, rivolgendoci a coloro cui non grava il concorrere ; senza per questo respingere, bene inteso, l'obolo anoora più meritorio di quelli che volessero ad onta delle loro piccole forze procurarsi la soddisfazione di con» correre ad attivare la patriottica istituzione. Incominciamo tra noi in famiglia, a fare un po' di calcolo, senza arrossire : non è colpa nostra se riescono limitate le proporzioni dei nostri progetti. Persona dell'arte ci assicura che per ridurre ad uso di biblioteca civica 70 m. q. dei 220 circa di superficie, che misura il secondo piano dell'ufficio comunale (senza lusso, ma colla pulita semplicità di una scuola), è sufficiente la somma di cinquecento fiorini. In questa somma è compresa la necessaria per racconciare la scala interna conducente a quel piano, e vi è esclusa quella per gli scaffali ; dei quali peraltro due già esistono e due sono in lavoro per commissione del Municipio ; e ciascuno di essi costa fior. 41. Non si tratta dunque di un' opera, relativamente tanto colossale, da lasciarsi cogliere dalla sfiducia : è dessa anzi, ci pare, adeguata alle forze cittadine. Tuttavia, nella peggiore ipotesi (che più che altro facciamo per abitudine, e della quale anzi chiediamo scusa), qualora col denaro raccolto non si fosse ai caso di dar subito principio ai lavori di assettamento, si avrà in ogni modo iniziato un "fondo,, per poter in un tempo, non più tanto lontano, accordare definitivamente l'uso dei libri comunali ai tanti nostri giovani studiosi, i quali ora non ne possono approfittare, come bramerebbero, per darsi anche allo studio delle cose patrie. Taluno forse entrerà in gran pensieri sul modo di provvedere un bibliotecario? Il modo è semplicissimo. Nei piccoli luoghi la biblioteca si rande utile non tanto colla lettura sopra luogo, quanto piuttosto cogli imprestiti a domicilio: quindi basta che, di regola, la biblioteca si trovi aperta un paio di giorni alla settimana e anche per un'ora sola al giorno. Durante 1' apertura o un impiegato del Municipio o un cittadino qualunque (o due o tre per turno), i quali naturalmente deggiono essere persone di certa coltura, di grande senno e di tutta fiducia, consegnano il libro al chiedente purché lo riconoscano capace di essere mallevadore in caso di guasto o di perdita (va da sè che i manoscritti e le edizioni rarissime e rare non si debbano mai concedere in lettura fuori del locale della biblioteca); e a tale uopo gli fanno firmare l'apposita cedola stampata, in cui tra le altre cautele, lo si obbliga di restituire il libro entro un tempo determinato (da determinarsi di caso in caso dal criterio del bibliotecario); e ciò verso una penale a favore del „f»udo;' della Biblioteca. È questa una cautela molto acconcia ad accrescere l'utilità della Biblioteca, poiché uno potrebbe tenersi il libro, o per pigrizia nelle ricerche o per smemoraggine, alla lunga, e così impedirne la consultazione ad altro più attivo, per avventura, di lui e di studii più efficaci. L'istituzione della Biblioteca Civica ha certo molta più importanza di quello che a primo tratto può sembrare. Noi moviamo perciò appello specialmente a quei cittadini agiati, che in uno slancio di amore pel prossimo hanno in questi giorni inviato soccorsi ai poveri innondati ungheresi: si è da quei nobili cuori che ci attendiamo in tale incontro un nuovo palpito di amore patrio. SOTTOSCRIZIONE CITTADINA onde sopperire alla spesa necessaria per ridurre ad uso di Biblioteca Civica un apposito locale, radunandovi i libri del Comune, ora disuniti e in parte mancanti di scaffali. Avvocato D.r Antonio Vidacovich, fior. 20 — Cesare de Combi, fior. 20 — L'articolista, fior. 20. PR0GRE380DErLAGE0L0G!A IN ITA.LIA, (*) Un altro grande lavoro, e come il solito par- *) Sotto questo titolo troviamo il qui riportato cenno critico nell' Annuario Scientifico (anno XV), libro quanto mai interessante, pubblicato poco tempo fa dagli editori Treves di Milano. ticolareggiato, interessantissimo, dobbiamo oggi al prof. T. Taramelli: "Descrizione geologica del Margraviato d'Istria con carta geologica dell'Istria e del Quarnero», Milano 1878. In esso si trova istituita una dettagliata analisi dei piani stratigrafici sviluppati nella regione suddetta ; e di più sono dimostrate le più salienti peculiarità nella natura del suolo e interpretate le principali accidentalità oro-idrografiche della contrada. Il chiaro e simpatico autore volle in definitiva provvederci più di una descrizione orografico-litologica, che non di uno studio puramente paleontologico e geologico, quautunque abbia fatto posto a tutte quelle indicazioni che sono necessarie a ben intendere la serie dei fenomeni cui la regione studiata deve i suoi caratteri speciali. Dopo alcuni cenni bibliografici sulla geologia istriana, l'autore espone la divisione orografica dell'Istria e quindi la descrizione delle sue singole parti. Vi distingue tre grandi regioni, e cioè l'altipiano calcareo (Istria bianca,) dal torrente Rosandra alla punta di Fianoua, la zona arenaceo-marnosa (Istria gialla) dal golfo di Trieste al lago d'Arsa Valtipiano calcareo ricoperto dalla terra rossa (Istria rossa) che a guisa di triangolo ha i suoi vertici alla punta di Salvore, al capo Promontore ed al seno di Fianona. In queste regioni i terreni più estesi appartengono a tre periodi, cioè al Cretaco superiore, all' Eocene inferiore ed all'Eocene medio. Il terreno side-rolitico, o la terra rossa, appartiene ad un epoca più recente. I terreni dei primi due periodi, essenzialmente calcarei, dominano negli altipiani delle regioni prima e terza ; quelli dell' eocene medio trovansi sviluppati nella zona arenaceo - màrnosa. Nella terza regione, resa coltivabile in molte sue parti dal mantello di terra rossa, e precisamente nella parte sua meridionale, rimarcasi la presenza di grandi masse di quarzo polverulente detto saldarne, il quale viene utilizzato nelle vetrerie di Venezia. Esso consta di piccoli cristallini esagonali bipiramidati, associati con geyserite e costituenti degli arnioni assai irregolari nella roccia calcarea, senza che questa presenti al loro contatto alcuua sensibile modificazione. Dopo un capitolo destinato a spiegare l'origine della terra rossa, IT autore passa alla descrizione geognostica delle Isole del Quarnero dipendenti della peuisola istriana, e le quali non sono altro che la continuazione dell'altopiano calcareo: specialmente descritte sono le più grandi fra di esse, e cioè l'isola di Veglia, quella di Cherso e quella di Lussino. Studia quindi i rapporti stratigrafici passanti tra le formazioni osservate nel margraviato, ed a guisa di appendice fa una breve descrizione geologica dei dintorni di Trieste, i quali appartengono alla zona arenaceo-marnosa, fatta solo eccezione per lo scoglio calcareo di Mira-mare. Poco lungi però dalla spiaggia marina elevasi subitamente l'altipiano del Carso, assolutamente calcareo ed appartenente alla prima delle tre zone indicate. Chiude infine l'autore la sua esposizione con un capitolo di sintesi dei principali evvenimenti geologici di cui fu teatro l'area della regione descritta. Unita alla Memoria havvi una bella carta geologica dell' Istria e delle Isole del Quarnero nella proporzione di 1 per 288,000, corredata da sezioni e da una veduta generale presa dal castello di Pinguente. Illustrazione dell' anniversario Nicolò Piccinni, nato a Bari, è uno dei tanti nostri compositori musicali, celebri un tempo ed ora pel genio mutato dell'epoca, caduti iu oblio. Suo padre, professore di musica, lo voleva chierico ; ma egli dopo un po' di lotta potè alla fine seguire la propria inclinazione ed entrare nel conservatorio di S. Onofrio, ove Leo e Durante gli furono maestri. Esordì con un'operetta intitolata Le donne dispettose che ebbe a suscitare entusiasmo nei nostri buoni vecchi; quindi colle Gelosie e col Curioso del proprio danno, altre due operette di pari successo; ma il trionfo precipuo se lo procurò coll'opera Zenobia data al S. Carlo di Napoli e coli' operetta 1 viaggiatori felici. Fu dì una. straordinaria fecondità, chè il numero de' suoi lavori tra serii e buffi s'avvicina al centinaio. L'invidia lo ferì più volte, e valse ad amareggiargli gravemente la vita tanto da fargli perdere la sanità ; però, mercè del grande ingegno, i suoi dolori venivano mitigati da posteriori trionfi. Mori a Passy (presso Parigi) nel 1800. Suo figlio Luigi fu pure compositore, ma di portata minore, e sempre in Francia._ I fratelli Venier, nostri egregi amici e concittadini, hanno testé perduto il loro amatissimo genitore Giampietro, morto di repente a Parenzo, ove da ultimo aveva preso dimora col più giovane di essi. Era uomo saggio, d'animo gentilissimo, di natura schietta, rampollo di progenie appartenente alla storica famiglia veneziana; progenie trapiantatasi a Capodistria in uno degli ultimi secoli della Repubblica. In cima a' suoi pensieri fu sempre l'educazionone dei figli; per essa usò ogni estrema cura; e alla fine potè avere la gioia di vederli tutti e quattro, reputati cittadini, fervidi patriotti, percorrere nobilissime carriere: di vedere Giuseppe sottoprefetto di Castroreale in Sicilia, Silvestro avvocato e podestà di Buje, Marco Antonio tenente nel 23° reggimento (Brigata Como), e Lodovico ingegnere provinciale a Parenzo. Desideriamo di tutto cuore che la larga partecipazione alla sciagura dei nostri egregi amici possa recare loro un po' di conforto; e mandiamo ad essi in pari tempo, per incarico di molti, affettuoso saluto. ^■■■■■■■■■■■■■■■■^■■■■■■pr II podestà di Trieste. — Ci è giuoco-forza limitarci a compilare un semplice telegramma. L'elezione a podestà del D.r Massimiliano D'Angeli non ottenne la sanzione sovrana. In seguito a ciò il Consiglio cittadino nominò, nelle seduta del 19, il D.r Riccardo Bazzoni, patriotta e progressista : questa nomina, accolta con entusiasmo dal popolo triestino, fino ad oggi mattina (24), per quanto ci consta, non è stata ancora approvata. Nuovi maestri abilitati. — Di quelli che sostennero la prova (giusta il nuovo regolamento emanato coli'Ordinanza ministeriale 5 aprile 1872) dinanzi all'i, r. Commissione esaminatrice qui residente, nella sessione di aprile, vennero abilitati all' insegnamento nelle scuole popolari i seguenti signori: Giampaolo Carminati, sottomaestro a Uma-go — Francesco Carrara, maestro assistente a Trieste — Carlo Cattaro, sottomaesto in Albona — Francesco Ceredoni, maestro assistente a Trieste — Arturo Horn, maestro privato a Trieste — Domenico Tamburini, sottomaestro a Rovigno — Antonio Valle, maestro assistente a Triesta — Antonio Volpis, maesto in Albona (tutti questi con lingua d'insegnamento italiana) — Luigi Bunc, sottomaestro a Dollina e Francesco Cerne maestro a Barca, con lingua d'insegnamento slovena — e Biagio Ri-manie, sottomaestro in Antignano, con lingua d'insegnamento italiana e tedesca. Civico Ospedale. — Dal 10 maggio vi esercitano le funzioni di direttori gli onorevoli rappresentanti comunali : Pietro Gallo — Ingegnere Dr. Pio Gambini — Andrea Marsich fu Giovanni Maria. Zolfatnra delle viti. — L'inclemenza della stagione, ora fattasi costante, rende di frequente vana la zolfatura delle viti, che è l'unico mezzo onde distruggere la crittogama. A tale inciampo, dannoso oltre modo per l'agricoltore, si trovò, a quanto assicura il Giornale Agrario di Lione, facile rimedio, rimedio ivi esperito con buon successo l'anno decorso. Ecco in che consiste. Fannosi bollire per un' ora in una caldaia di ferro o di rame, spesso tramenando, dodici litri di acqua con entro un chilogrammo di fiore di zolfo e un chil. e mezzo circa di calce spenta al momento? e a mano a mano che l'acqua evapora, ve ne ne si aggiunge tanta da mantenerne costantemente la quantità primiera. Si ritira poi la caldaia dal fuoco, la si copre, e dopo di avere lasciato riposare il liquido per un' altra ora lo si versa in bottiglie da otturarsi con diligenza ; in que-ste esso conservasi lungamente. Quando è il giorno propizio per la zolfatura, si mesce un litro di quel liquido in cento di acqua (dose che per efficacia equivale ad un quintale di zolfo in polvere); si compone con gramigna un pennellone in cima ad una pertica, e lo si scuote sulla vite in modo che rimanga spruzzata come fosse una pioggerella. Bastano poche ore acciocché il liquido faccia presa e resista al vento ed alla pioggia. Trichine a Pola. Il 16 corr. la Commissione sanitaria di quella città ha verificato l'esistenza di numerose trichine in una partita di carne suina proveniente dall'America. Un ingegnoso stipettaio triestino. — Negli scorsi giorni il sig.|Giuseppe Jesi,pose in pubblica vista a Trieste (nella sala terrena dell la Borsa Vecchia) un divano di sua invenzione e fattura. Questo mobile, che destò la generale ammirazione, contiene, senza oltrepassare la solita proporzione, l'intera suppellettile mirabilmente incastonata (e che senza ordigni viene tolta e rimessa a posto) di una stanza da letto (suppellettile lavorata in noce, solidissima e anche essa di misura comune), cioè : un letto ottomano collo zanzariere e coi suoi accessorii; un armadio specchiera a tre imposte; un lavamani; un tavolino da notte; una scrivania ; un attaccapanni ; una poltrona; nn tavolo; e quattro tamburetti. Il lavoro del sig. Jesi è un nuovo trionfo dell'industria triestina. II dibattimento politico di confronto ai giovani triestini Barzilai e fratelli Venezian, imputati di alto tradimento, avrà luogo il 6 giugno p. v. dinanzi alle Assise di Graz. Scarcerazione. — (Cittadino del 18). Dopo 85 giorni di carcere preventivo, vennero rimessi in libertà dal tribunale, con dichiarazione "non farsi luogo a procedere» i signori Ettore ed Emilio Morterra, Vincenzo Puschi e Giacomo Pardo, arrestati nei giorni 21 e 22 febbraio a. c. come sospetti autori, correi o complici del getto di petardi. Degli arrestati di quell'epoca trovansi tuttora in potere della giustizia il sig. Ugo Zanardi, nonché il sig. Delfino junior. Il processo Rietti a Venezia. — Suonava l'accusa qualmente il Rietti, (Giacomo Rietti ex proprietario del Banco triestino di prestiti a premi e sovvenzioni La Risorsa) trovandosi mesi fa di passaggio alla stazione di Mestre, vi venisse percosso da tre emigrati istriani (i sig.ri De Bicchiacchi, Vinci e Zucca), e infamato col-l'epiteto di "spia„. La sentenza pubblicata il 17 corr., alla fine di lungo dibattimento, al quale parteciparono anche alcuni addetti della polizia austriaca, assolse il primo nominato, e condannò ciascuno degli altri due (che ricorsero) a 15 giorni di carcere e a 51 lira di multa, nonché a rifondere i danni protestati dal querelante. Il più gran "tunnel,, del mondo (Dall' Illustrazione Italiana). Il tunnel del Monceni-sio è sbancato. I suoi 12,233 metri sotterra, saranno superati fra qualche anno dai 14,920 del tunnel del Gottardo ; ma mentre questo è ancora in lavoro, esso è già superato dal tunnel Giuseppe II che fu aperto il 5 settembre dell'anno passato a Schemnitz, importantissima città mineraria d'Ungheria, e che misura ben 16,538 metri. Questa che è la più lunga galleria sotterranea di tutto il mondo, fu cominciata a scavare nel 1782 sotto il regno dell' imperatore Giuseppe II, di cui porta il nome; i lavori furono continuati fino ai nostri giorni, ma con più e meno attività. I progressi più rapidi furono fatti negli ultimi 5 anni, talché il suo compimento riuscì una vera sorpresa e fu salutato con grandi feste, siccome opera utilissima per tutto quel distretto minerario dell'Ungheria. L'onore del successo è dovuto alle macchine italiane : quelle che furono adoperate pel traforo del Cenisio, poi per la galleria Sutro (Nevada) che è lunga 6147 metri, ed ora pel Gottardo. Se quelle macchine, calcola il prof. Szabo, al cui dotto rapporto togliamo questi cenni, avessero potuto adoperarsi fin da principio, la galleria sarebbesi traforata in ventisette anni, mentre c' è voluto quasi nn secolo. La spesa totale è stata di 4,599,000 fiorini, pari a 11 milioni e mezzo di lire nostre, LIBRI RECENTI Monti e l'età che fu sua, di Cesare Cantò (Milano, Treves editori). L'esercito in Italia, di Giuseppe Guer-zoni (Padova, tipogr. F. Sacchetto). L'avvenire della ginnastica igienica, per il prof. Giuseppe Zicino (Messina, tipogr. D'Amico). Epigrafi e Prose edite e inedite del conte Carlo Leoni, con prefazione del prof. Guerzoni (Padova, Tipogr. Salmin). Le nostre Alpi e la pianura del Po, del prof. G. Omboni. (Sappiamo che vi si parla anche dell'Istria). I materiali e i prodotti tipografici di G. Bobbio (direttore della tipografia del Senato a Roma). Nuove specie o forme poco note di Molluschi, di N. Pini (Milano, tipogr. Bernardoni.) Trapassati nel mese di Aprile 1879 3 Nazario Vasconi fu Pietro d'anni 76. — 7 Antonia Bencich Ved.a Antonio d'anni 80. — 8 A. R. (carcerato) d'anni 55 da Gams (Stiria). — G. S. (carcerato) d'anni 46 da Zorzica (Carniola); Giovanni Steffè, detto Sono, d'anni 60. — li E. V. (carcerato) d'anni 31 da Iojca (Dalmazia). — 13 A. S. (efreerato) d'anni 42 da Gradina (Istria); S. K. (carcerato; d' anni 24 da Sebenico (Dalmazia). — 18 A. I. (carcerato) d'anni 37 da S. Antonio (Istria); N. V. (carcerato) d'anni 24 da Klobuk (Dalmazia). — »7 Giovanni Iero d'anni 76. — 30. Antonia Basman d Francesco d'anni 14. Più 12 fancinlli sotto i 7 anni. Ulatrimonii celebrati nel mese di Aprile II Arturo Petris - Anna marchesa de' Gravisi. — 33 Pietro Riccoboni - Lucia Pesaro; Giorgio Percauz - Orsola ved. Cociancich. — 88 Luigi Sassi • Rosa Parovel. Ci è pervenuto il seguente avviso: UNDECIMA ESPOSIZIONE della (BOSI a totale vantaggio dell' Unione Filantropica Triestina ! ' "JjA PREVIDENZA» Il sottoscritto invita questa gentile popolazione ad onorare di sua presenza il di Ini giardino sito in Via Commerciale N. 93, Campagna Barone Balli L' ESPOSIZIONE verrà aperta Sabbato 24 corr. e si chiuderà Domenica 1 Giugno il giardino sarà aperto dalle ore 6 alle 10 di mattina e ,„ 4 „ 8 „ sera Le ore più adattate per la visita sono dalle 5 alle 8 del pomeriggio. Neil' intento di venire in soccorso ai tanti poverelli che si rivolgono per un sussidio alla sunnominata Società, anche per quest' anno il Viglietto d'ingresso venne fissato a soldi 20 indistintamente a tutto vantaggio di questa filantropica Unione Vi «ari pure esposto un bacile per raccoglier« I« oblazioni spontanee Il sottoscritto spera di vedersi onorato da numerosi Visitatori ai quali, coms ogni anno, offrir« alcune rose. Trieste, 21 Maggio 1879 A. Maron ^LLA GENTILE ANONIMA Che SÌ firma "Aurelia„. Ella troverà ogni cosa nell'ottimo Giornale delle Donne, anno 1873, N. 8. pag. 175 (II), e seg. Scusi per carità il laconismo.-ci manca lo spazio. Corriere dell' Amministrazione (dal 6 a tutto il 22 maggio corr.) Pirano. Inclito Municipio (IV e V anno) — Sesana. Luigi cav. de Bosizio (III, IV e V anno) — Trieste. Vittorio de Rin (V anno); Prof. Edoardo Visentini (II sem, del IV anno, ed anno V).